Gli anni ottanta rivoluzionarono il calcio italiano. L’arrivo degli «stranieri», i soldi degli sponsor in cambio del logo stampato sulla maglia, i soldi della televisione, sostituirono l’etica da oratorio e bar sport con le regole dello show business. Più o meno. Nacquero nuove, esaltanti star locali e internazionali: non solo centravanti, ma pure allenatori e persino presidenti. Si moltiplicarono gli appassionati e, di conseguenza, la presa culturale e politica di uno sport che si avviava a essere globale. L’Atlante accarezza la nostalgia che ancora oggi lega intere generazioni a quell’Età dell’oro. Fruga negli archivi fotografici dai quali pescarono a piene mani giornali e giornaletti, poster e figurine. L’innocenza perduta delle foto scattate in campo e dei primi sorprendenti fuoricampo: calciatori al mare, in famiglia, in discoteca. Campioni e bidoni, buoni e cattivi, belli e brutti. Come eravamo, come non saremo più.