I Siciliani giovani - FOGLIO - maggio 2019

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Il foglio de

“A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?”

Da’ una mano

IT 28 B 05018 04600 000000148119 IBAN Assoc.Culturale I Siciliani Giovani/ Banca Etica

GIUSEPPE FAVA

maggio 2019

1 euro

C’è ancora e ce la portiamo in tasca, non serve più stare in cento dentro un capannone perché siamo diecimila dentro un’applicazione. “Ma sei libero, puoi scegliere tu quando lavorare”. Immaginate una fila di persone che aspettano davanti a un cancello, tante mani alzate la mattina presto e uno col cappello che fa entrare i primi lì davanti: questo si chiama caporalato! “E il padrone?”. Il padrone è quello che possiede l’applicazione. Non lo vediamo, ma lui vede noi come tanti puntini sulla mappa: alcuni passano i semafori, fanno le consegne sotto la pioggia e la neve, altri si fermano per sempre come Antonello, Pablo, Artyk, Maurizio. Sono morte persone facendo questo lavoro, colpite da un infarto oppure schiantate contro un SUV. Ed eravamo preparati, sapevamo che cosa significa lavorare a cottimo, è un’Italia che si vedeva nei film o veniva dalle periferie del Sud, ma ora torna al centro, corre nelle vie delle metropoli, colorata, legale. Tocca capire in fretta da che parte stare: noi siamo per chi si mette lo zaino e va a lavorare.

Riders Noi

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“E LA FABBRICA?”

IS IC IL IA N I. IT

Lo sai che...

...il contratto occasionale è solo un capriccio dell’ azienda per risparmiare sulle tasse?

Lo sai che...

...tutti i riders d’Italia potrebbero diventare dei lavoratori subordinati? Raccogli prove, fotografa le chat, registra le chiamate, copia le mail inviate. Questo non è un lavoretto!

Come mai

... per lo stesso lavoro a Catania pagano 1,60 a consegna mentre a Firenze 6,50 all’ora?

Roadmap Dove siamo a pag.2

In questo numero: Alberto S. Incarbone Salvo Andrea Adriano Giuffré Giuseppe Mugnano Benedetta Muscato Christian Pappalardo Imma Pepino Davide Tumminelli

Storie di strada a pag.3

Che dice la legge a pag.4

Cosa dice lei Cosa chiediamo Cosa si può noi Costituzione

Lavoro

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La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

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1 Contratto subordinato secondo il CCNL Logistica 2 Assicurazione

Inail contro infortuni e danno a terzi Ore minime di lavoro settimanali e paga oraria Usare i mezzi aziendali o avere un’assicurazione sui propri No al ranking reputazionale

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Solidarietà

Mafia, malapolitica e imprenditori egoisti si aiutano a vicenda, le conseguenze le paghiamo noi. Questo stato di cose non cambierà mai da solo, nè con le promesse. I Siciliani giovani sono una delle forze civili che cercano di costruire qualcosa di differente.


10 novembre 2017, Londra. Uber fa ricorso, ma il giudice obbliga l’azienda a dare ai workers un salario minimo, le ferie e i giorni di riposo retribuiti.

01 dicembre 2018, Berlino. In trentacinque città d’Europa i riders scioperano durante il compleanno di Will Shu, fondatore di Foodora.

Mappe di Christian Pappalardo

26 ottobre 2018, Bruxelles. Nasce la federazione dei riders Transnational Courier Federation.

25 novembre 2017, Parigi. Inizia lo #StrikeFriday, sciopero europeo dei lavoratori della logistica.

12 maggio 2018, Philadelphia (Usa). Pablo Avendano, rider di Caviar, muore investito da un SUV.

RIDERS

roadmap

18 ottobre 2017, Torino. Sei riders di Foodora denunciano l’azienda: dopo la campagna di scioperi #foodoraETlabora dell’anno prima i sei non possono più usare l’applicazione. 11 aprile 2018, Torino. Il tribunale dà ragione a Foodora: i sei riders sono lavoratori autonomi, quando vuole l’azienda può smettere di farli lavorare. 17 maggio 2018, Milano. Un rider JustEat finisce sotto un tram e i medici gli amputano la gamba. 31 maggio 2018, Bologna. Il collettivo Riders Union col Comune presenta la “Carta dei diritti del lavoro digitale”. 02 luglio 2018, Roma. Di Maio incontra aziende, lavoratori e sindacati. Il ministro del lavoro promette un contratto nazionale per i riders. 03 luglio 2018, Milano. Per il Tribunale Mohamed Elazab, rider Glovo, non è un lavoratore subordinato. 18 luglio 2018, Roma. I riders

30 giugno 2018, Valencia. Il Tribunale del lavoro dice che i riders sono falsi autonomi perché Deliveroo organizza il lavoro, decidendo a chi assegnare gli ordini attraverso l’applicazione.

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13 settembre 2018, Pisa. Maurizio muore in motorino contro un palo. Il giorno prima è stato multato di tre euro dal ristorante perché in ritardo sulla consegna. 31 ottobre 2018, Milano. Glovo compra Foodora Italia, due mila riders sono licenziati. 15 novembre 2018, Torino. Un rider Glovo in bici si frattura la mascella e diversi denti: l’azienda dice che non pagherà le spese mediche. 01 dicembre 2018, Bari. Antonello, Socialfood, muore in motorino a diciannove anni. 01 gennaio 2019, Roma. L’Inail crea la categoria dei riders fra i lavoratori assicurati. Nessuna copertura però per i fattorini con contratti occasionali.

Angelo da Torino È di Augusta e da giugno 2018 pedala per trecentocinquanta euro al mese. Gli hanno rubato una bici da corsa questo gennaio, ora gira con una prestata: “È una fatica ma non riesco a risparmiare per comprarne un’altra. Iniziai con Glovo perché fu il primo lavoro possibile appena arrivato qui dalla Sicilia. Dopo trenta giorni sono caduto, microfrattura al gomito. Io col braccio fasciato e altri tre siamo saliti in ufficio, la responsabile minacciò di chiamare la polizia perché non ci aveva dato il permesso di entrare. Rispose comunque che dovevo aspettare un mese. Ad agosto mi scrissero che non c’era niente da fare, ma io già dopo una settimana e mezzo dall’incidente ero senza fasciatura, sull’app non avevo più i punti che avevo guadagnato e lavoravo col braccio che mi faceva male”.

28 febbraio 2019, Catania. Alberto, Glovo, cade in bici durante una consegna e si rompe un braccio. Aprile 2019, Firenze. Una rider entra di testa nel parabrezza di un’auto e va all’ospedale per trauma cranico. Deve pagare i danni al conducente.

25 aprile 2019, Barcellona. Riunione internazionale dei riders “Il mio capo non è un algoritmo – My boss is not an algorithm”.

20 aprile 2019, San Pietroburgo. Artyk Orozaliev, rider della Yandex Exa, muore per un infarto a ventun anni dopo dieci ore di lavoro in bicicletta.

11 aprile 2019, Atene. Sciopero dei riders greci: dalle aziende vogliono veicoli e un’assicurazione.

Riccardo da Bologna Fa il rider per Deliveroo da un anno e mezzo e la battaglia per i propri diritti l’ha iniziata il 13 novembre 2017, quando a Bologna una forte nevicata paralizzò la città. “Io stesso sono caduto facendomi molto male, così come molti miei compagni. Quel giorno si è deciso di interrompere il servizio e da lì è partito il nostro percorso”. Nel febbraio 2018 la prima protesta, una mobilitazione dei riders di Glovo sotto le Due Torri, a cui ne sono seguite tante altre. “La nostra prima vittoria era constatare che durante gli scioperi le tariffe di chi decideva di lavorare aumentavano, riconoscendo maggiorazioni del pagamento per i nostri colleghi. Poi sono arrivate anche quelle per le giornate di maltempo”. A maggio 2018 la firma della Carta dei diritti, il giorno dopo arriva la chiamata del ministro Di Maio. Poi i primi ferimenti gravi, i primi morti in diverse città italiane: “Ormai abbiamo perso qualsiasi tipo di fiducia nel governo, ma rimaniamo convinti che la lotta non si fermerà qui”. Leonardo da Bologna È entrato nel mondo delle consegne a domicilio sette mesi fa per ottenere una parziale indipendenza economica dai genitori. “Le difficoltà sono molteplici e spesso dovute alla scarsa gestione dei ciclofattorini. Si lavora anche in condizioni climatiche avverse, sempre in mezzo al traffico e soprattutto in periferia non è semplice orientarsi in bicicletta”. Fa in media cinque sere alla settimana per sette euro netti all’ora con altri centocinquanta colleghi, la maggior parte studenti universitari come lui. “Continuerò a svolgere questo lavoro, ormai ne ho accettato le logiche ma spero che siano fatti passi avanti sui diritti fondamentali che ogni lavoratore dovrebbe avere e che oggi i riders non hanno”.

11 gennaio 2019, Torino. Cinque riders fanno ricorso contro Foodora. Il giudice ammette che non sono lavoratori subordinati, né autonomi: sono una terza categoria. 21 febbraio 2019, Roma. Marco, Deliveroo, viene investito in motorino e perde la milza.

26 giugno 2017, Madrid. Sciopero dei riders Deliveroo: vogliono 8,5 euro l’ora e garantite venti ore di lavoro a settimana. 22 maggio 2018, Barcellona. Il gruppo Riders4Derechos lancia una raccolta fondi per creare la piattaforma Mensakas, un’applicazione rivale di Deliveroo gestita da una cooperativa di riders.

sono riconosciuti lavoratori dipendenti dal CCNL Logistica, area professionale C. Le tutele ci sono solo per chi firma un contratto da subordinato.

Le Storie

31 ottobre 2016, Londra. Il Tribunale del lavoro dice che gli autisti Uber non sono né lavoratori autonomi, né subordinati ma workers.

Massimo da Catania “Ho trent’anni e ho iniziato a lavorare con Glovo perché mi permette di muovermi in bici. Ne utilizzo una senza marce e a prescindere dal lavoro mi piace molto utilizzare questo mezzo. Ho iniziato nel dicembre del 2017, lavorando saltuariamente, ma un anno dopo ho mollato l’impiego da barman per dedicarmi solo alle consegne. Attualmente è il mio unico lavoro, per scelta, perché mi lascia abbastanza tempo libero e posso decidere di lavorare quando voglio. Guadagno più o meno tre euro per ordine. Una volta ho perso le chiavi della catena

della bicicletta e ho dovuto revocare la mia disponibilità. Ma a Glovo non interessa cosa ti succede, semplicemente il giorno dopo ti ritrovi con un punteggio minore”. Giuliana da Catania “Ho 24 anni e studio Beni Culturali. Degli amici a Bologna e Firenze hanno cominciato a lavorare per queste aziende di pasti a domicilio e così ho deciso di fare lo stesso qui. Ero affascinata dal fatto di poter guadagnare scegliendo come e quando lavorare. È vero che posso scegliere i turni di lavoro, ma l’app ha un funzionamento subdolo: mi segnala se ci sono delle consegne da fare anche fuori dal mio orario di lavoro e spesso cinque minuti prima della fine del turno mi invita ad accettare anche quello successivo in cambio di quattro euro garantiti. Alla fine diventa una droga, finisci per accettare tutto. Anche perché il compenso è di appena un euro e sessanta a consegna, più quaranta centesimi a chilometro e 5 centesimi per ogni minuto di attesa al ristorante. Una volta mi è capitato di aspettare per un’ora in galleria, in attesa che arrivasse una notifica, al freddo, da sola. Molto triste. E non è vero che si tratta di un lavoro da studenti, ho visto tante persone più grandi che lo fanno come primo lavoro. Ho anche avuto un paio di incidenti, fortunatamente non mi sono fatta niente, ma non ne vale la pena: rischi di ammazzarti per tre euro lordi!”. Talem da Firenze Da poco è finita la lezione alla facoltà di Economia e ora aspetta alla fermata del bus: per oggi la mountain bike con gli ammortizzatori rimane a casa. “All’università ci vado coi mezzi, ho l’abbonamento annuale - dice sorridendo - Ho vent’anni e il mio primo lavoro è stato fare il rider. Nel 2016 con Deliveroo, poi Foodora e quando l’azienda ha chiuso ho iniziato con JustEat. Guadagno sei euro e cinquanta all’ora più le consegne: dalla settima in poi ci danno un euro in più a ordine. Vivo con i

miei genitori, perciò quello che prendo lo tengo per me. Quello che vorrei è un lavoro uguale e giusto per tutti. A Firenze i Runner Pizza hanno un contratto nazionale e fanno le nostre stesse cose in motorino: perché dobbiamo avere meno diritti?”. Domenico da Napoli Ha diciannove anni e fa il fattorino per una piccola pizzeria in periferia. Sono ormai tre anni che lavora a nero sul suo motorino SH 125: ha iniziato come portapizze nel weekend, poi finita la scuola ha preso a farlo tutte le sere. Quando qualcuno gli chiede perché non si mette a lavorare per JustEat risponde con aria provocatoria: “Ma secondo me non è vero che mi pagano più assai. E io porto pure le pizze ma almeno il masto mio me lo dice tutte insieme dove le devo portare, non mi fa fare avanti e indietro. So quando lavoro, quando sono di festa. Secondo me tutte quelle app ti fanno solo intossicare, chi me lo fa fare di cambiare?”. Antonio da Napoli Lavora da quattro mesi in bici per Deliveroo. Lui e i suoi colleghi hanno fondato il sindacato Riders per Napoli – Pirate Union. “Io sono un precario del mondo del turismo, faccio l’agente turistico a Corfù nei due, tre mesi dell’estate e quando ritorno a Napoli faccio il rider. Nel caso di Deliveroo la città è divisa in due zone, Napoli 1 e Napoli 2, e non è sempre in pianura. Immagina, quando mi arriva un ordine al Vomero ci posso mettere pure quarantacinque minuti con un rischio di infarto! E Quando dico infarto non è una battuta perché a San Pietroburgo è successo. Nel sindacato siamo un gruppo di ventisette riders: c’è il padre di famiglia, i ragazzi che non hanno finito le scuole e ci riuniamo all’una di notte, a fine turno, o a piazza Municipio o a piazza Garibaldi. All’inizio avevamo provato a fare le riunioni alle sei del pomeriggio, ma poi capitava che a qualcuno arrivava un ordine e doveva scappare. Sai, per non fare abbassare il ranking!”

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www.isiciliani.it LA LEGALITÀ VIAGGIA CON LE AZIENDE CONFISCATE GEOTRANS

Giuseppe Fava e Giambattista Scidà.

Elena Fava

AUTONOMI? E CHI LO DICE?

di Alberto S. Incarbone

Cowboys metropolitani

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A Firenze il 10 maggio i sindacati confederati hanno fatto un accordo con una piccola azienda di consegne amministrata dal signor Orlandini Maurizio: “Faremo contratti subordinati, vittoria!” urla il David di Michelangelo al telefono. Ok, poi ci leggiamo l’accordo, adesso prendiamo la mira sul Golia. Che è vivo, respira e per far sapere che comanda sempre lui toglie le ore di minimo garantito.

AL

Dopo l’inchiesta sui camerieri precari, un’altra tappa del viaggio dei Siciliani nel mondo della nuova condizione giovanile. Nuova per modo di dire, perché è ormai vent’ anni con un’accelerazione paurosa di anno in anno, sotto governi delle più svariate etichette che il Sistema Italia stringe la morsa al collo delle classi più indifese: fra cui i giovani. Un’intera generazione è cresciuta senza mai aver conosciuto il concetto di lavoro regolare: non più “lavoro” ma “job”, non più fondamento della repubblica ma strumento di controllo sociale, non più cittadinanza e Costituzione ma massa occasionale di sudditi con l’unico diritto di ubbidire e di consumare. Ma i giovani non ci stanno, i giovani vogliono vivere, i giovani vogliono cominciare... Che cosa? Lo vedremo. Riccardo Orioles

SOCIETA’ CIVILE

La politica dell’ antimafia sociale ● Confiscare tutti i beni mafiosi o frutto di corruzione o evasione fiscale, risorse finanziarie comprese. Dare a coop giovanili, con gestione pubblica e trasparente. Priorità abitativa alle famiglie senza casa. ● Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud. No grandi opere. Divieto di industrie inquinanti. ● Gestione pubblica dei servizi essenziali: scuola, università, acqua, energia, credito, tecnostrutture. ● Separazione di capitali finanziari e industriali. Tetto alle partecipazioni in editoria. Tobin tax. ● Sanzionare delocalizzazioni e precariato. Ripristino dello Statuto dei Lavoratori.

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PRECARIATO STANCA

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econdo Elisa Pagliarani il rider è un cow boy che porta il bestiame al pascolo in una terra senza legge. “In Italia la normativa in merito alle tutele dei collaboratori presenta alcune lacune”, diceva in groppa al suo cavallo il capo di Glovo Italia alla Stampa, a fine aprile. Giulia Druetta risponde: “Non esiste un vuoto normativo, perché gli strumenti per inquadrare il lavoratore autonomo con delle tutele ci sono: c’è il contratto di lavoro intermittente, c’è l’articolo 2 del Jobs Act sulla eterorganizzazione. I contratti a collaborazione occasionale sono applicati per mera volontà padronale per sfruttare la manodopera e risparmiare”. Lei è l’avvocata che ha difeso i cinque riders di Torino contro Foodora: dice che non siamo nel vecchio West, Clint Eastwood fa altri film e in questo paese i riders hanno già dei diritti. Se non li abbiamo di fatto è perché qualcuno fa finta che non esistano.

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Le leggi ci sono, ma chi le vuole applicare? I contratti? Organizziamoci come a Firenze, obblighiamo i padroni!

*** “Glovo, Deliveroo, JustEat non sono quattro ragazzi nel garage” dice preoccupato Antonio Prisco, rider di Napoli. Lui il 26 aprile è stato a Barcellona con altri colleghi e colleghe d’Europa e Sud America. “Questi nuovi padroni - dice Antonio - sono le multinazionali che sostituiscono le loro regole alle leggi dello stato”. E allora?

CON I SICILIANI

“In Spagna abbiamo parlato di una internazionale dei riders: dobbiamo incontrarci una volta l’anno tutti quanti e capire come lottare insieme. Vedete cosa hanno fatto i danesi, i riders di Nottingham, le cooperative in Francia, Spagna e Germania. Siamo i nuovi invisibili, organizziamoci contro il caporalato digitale”.

Tanti giornali liberi, in rete e per le strade

DA’ UNA MANO

AI SICILIANI GIOVANI: IT 28 B 05018 04600 00000 presso 0148119 BancaEtica Intestato a: Associazione Culturale I Siciliani Giovani, via Cordai 47 Catania

Con: Giovanni Abbagnato, Gaetano Alessi, Lorenzo Baldo, Antonella Beccaria, Nando Benigno, Mauro Biani, Lello Bonaccorso, Anna Bucca, Daniela Calcaterra, Elio Camilleri, Giovanni Caruso, Gian Carlo Caselli, Arnaldo Capezzuto, Ester Castano, Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Giuseppe Cugnata, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Nando dalla Chiesa, Jack Daniel, Danilo Daquino, Riccardo De Gennaro, Alessio Di Florio, Gianfranco Faillaci, Pierpaolo Farina, Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Enrica Frasca, Rino Giacalone, Marcella Giammusso, Daniela Giuffrida, Valeria Grimaldi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Matteo Iannitti, Alberto Incarbone, Mario Libertini, Sabina Longhitano, Francesco Longo, Michela Lovato, Michela Mancini, Sara Manisera, Antonio Mazzeo, Martina Mazzeo, Emanuele Midoli, Luciano Mirone, Pino Maniaci, Loris Mazzetti, Giuseppe Mugnano, Benedetta Muscato, Ciccio Musumarra, Attilio Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello Oliva, Simone Olivelli, Riccardo Orioles, Emilio Parisi, Maurizio Parisi, Paolo Parisi, Imma Pepino, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Omar Qasem, Antonio Roccuzzo, Alessandro Romeo, Riccardo Rosa, Roberto Rossi, Luca Rossomando, Daniela Sammito, Ivana Sciacca, Mario Spada, Sara Spartà, Giuseppe Spina, Domenico Stimolo, Pippo Teri, Lillo Venezia, Fabio Vita, Salvo Vitale, Patrick Wild, Chiara Zappalà, Andrea Zolea. Direttore R.Orioles, vicedirettore Giovanni Caruso.

I Siciliani giovani,registr.Tribunale Catania n.23/2011 del 20/09/2011 dir.responsabile Riccardo Orioles

redazioneweb@isiciliani.org tel.3481223253

www.isiciliani.it Progetto grafico di Piergiorgio Maoloni (1992)

facciamo rete!

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