I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

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Il foglio de

“A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava

DA’ UNA MANO

AI SICILIANI GIOVANI

IT 28 B 05018 04600 000000148119 (Assoc.Culturale. I Siciliani Giovani/ Banca Etica)

oppure c/c postale 001008725614

(Ass..Cult I Siciliani Giovani, v.Cordai 47, Catania)

IS IC IL IA N I. IT . w w w

desso che Berlusconi non c’è più le forze - diciamo così progressiste si accorderanno in un modo o nell’altro per non lasciare nelle mani della destra l’Italia nel suo momento pià delicato? Sarebbe logico, certo: ma non è un paese logico quello in cui un malfattore riesce a restare a galla vent’anni con la complicità o la tolleranza di mezza Italia “perbene”; per cadere alla fine non per l’iniziativa politica di chicchessia ma per esclusivo merito della Magistratura. In Sicilia, un governo democratico avrebbe potuto esserci già da molto tempo. Sul piano della lotta antimafia - la questione più seria della Sicilia, quella da cui dipendono tutte le altre - più di una volta una minoranza consistente degli elettori ha dimostrato di essere pronta a seguire un’ idea conseguentemente antimafiosa. Ma non ha mai avuto un partito per raccogliersi; ha avuto solo dei leader, encomiabili certo, ma primedonne. La bandiera del rinnovamento è stata così raccolta, gattopardescamente, da qualcun altro. Col solito copione: due mesi di promesse, e poi anni di amministrazione “normale”. Così è ora. Ma i gattopardi non avrebbero mai potuto vincere se non avessero trovato - per l’individualismo dei progressisti - questo immenso spazio vuoto. Ora, tocca ai movimenti riempirlo. Se ne saranno capaci, e se siamo ancora in tempo.

agosto 2013

1 euro

CAVALLI L’artista libero nel mirino dei boss STRAGI “Il sangue del 2 agosto” ebook

Gano di Magonza

Il paladino

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giornalismo

La verità proibita

Da tempo la stampa libera (cioè i giornali poveri come questo) denunciava i contatti fra le autorità Usa e quelle italiane, Regione compresa, finalizzati a ingannare freddamente i cittadini e i movimenti che si opponevano al Muos: mentre i “grandi giornali” stavano zitti. E’ trent‘anni che I Siciliani denunciano i tentativi di fare della Sicilia una immensa portaerei, una base di droni e di missili nucleari. Vorremmo continuare a informarvi su questo, ma avremmo anche bisogno di essere un po’ meno soli.

Ma davvero Crocetta “ha tradito”? Se guardiamo la lista del suo governo, con tutti quegli Udc (o ex Udc), Mpa (o ex Mpa) e compagnia bella, non possiamo dire che non eravamo stati avvertiti. E’ la solita lista del solito governo Lombardo, o Drago, o Nicolosi, o Carollo, o La Loggia, o Restivo... un governo dc, o post-dc, fronzoli a parte. O anche Figueroa, o Albornoz, o Villafranca, o De Ribera y de Enriquez y de Alfàn - i governi dei vicerè. Sono la stessa cosa: è da secoli che la Sicilia è governata così, e nessuno di questi governi ha mai mancato di promesse, nè di appassionate dichiarazioni di amore eterno alla Sicilia, alla nostra bedda isola e a tutti i siciliani. Finché, dalla capitale dell’impero, arriva una vociata fuoricampo. “Come? Certo... Obbedisco... Non abbia tema, maestà...” è la risposta flebile, nei secoli sempre la stessa. I pupi tornano nella scatola, e il popolo deluso tace... Tace? Beh, non sempre.

I poteri mafiosi

politica

Non c’è solo Berlusconi. Gran parte dei principali poteri economici in Italia sono da tempo fuori della legalità. Senza cambiare questo, non può cambiare davvero niente. Bisogna perciò: ● Abolire il segreto bancario; ● Confiscare non solo i beni mafiosi ma anche quelli frutto di grande evasione fiscale o corruzione, e assegnarli a cooperative di giovani lavoratori; ● Sanzionare le delocalizzazioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; ● Separare capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni nell’editoria; Tobin tax; ● Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali: scuola, università, acqua, energia, credito, tecnologie; ● Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud. ● Controllo del territorio nelle zone ad alta intensità mafiosa. L’antimafia - sociale - è una politica. Forse è la sola vera politica, adesso.

Costituzione della Repubblica, art.41. “L'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

INCHIESTE Ecco a voi la mafia a Roma MAFIA “Liberiamoci anche di Di Matteo”

storia

Noi (uniti) si può

D’accordo, la società civile per i politici è una barzelletta. “Chiacchiere, chiacchiere, ogni tanto qualche protesta. Poi se ne tornano tutti a casa, magari mugugnando”. Ogni tanto però le cose non vanno proprio così. La gente non torna a casa, e non protesta sottanto. Comincia a individuare cose precise, a far proposte; magari, a mettere in pratica qualcosa. Il NoMuos ne è un esempio. Militanti “seriosi” e mamme di famiglia sorridenti, senza pensarci troppo, si sono ritrovati insieme a “governare” - in un certo senso - una città. Non dibattiti astratti,non grandi ideologie, ma vita di gente comune, problemi pratici e concreti: la salute dei figli, la difesa degli alberi, la paura della guerra. “Qua i politici non ci pensano. E allora ci dobbiamo pensare direttamente noi”. A Messina, addirittura, gente così s’è azzardata a vincere le elezioni, senza famosi politici e senza Vip. E adesso sta cominciando a sistemare la città. Non c’è nulla di facile, si capisce. Ma si può fare. Si chiama “forza del popolo”: demo-crazia. Arriva all’improvviso, e tu non sai perché. Ti svegli e la senti lì, come una vecchia amica. E allora comincia tutto.

MODICA, 30 E 31 AGOSTO: FESTIVAL DEL GIORNALISMO DE “IL CLANDESTINO”


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