I Siciliani giovani - foglio dicembre 2013

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Il foglio de

“A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava

DA’ UNA MANO

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IS IC IL IA N I. IT . w w w

ncora questo non è i Siciliani, ma solo un foglio in cui si parla di loro. I Siciliani giovani è in rete da un anno, è presente in una decina di città con una rete di giovani giornalisti che ha pochi eguali in Italia. E allora, come mai non siamo ancora in edicola? Semplice: i soldi. La sottoscrizione è riuscita bene fra i lettori poveri, ma non fra gli amici più titolati: la maggior parte dei quali ci colma generosamente di auguri e lodi, che però tipografi e cartiere tendono a non accettare. *** Dopo un anno di buon lavoro, sul livello professionale dei Siciliani giovani c’è poco - crediamo - da eccepire. In Lombardia come in Sicilia i nostri redattori fanno il loro dovere, scrivono, fanno inchieste, subiscono avvertimenti e querele. Vecchi colleghi e giornalisti nuovi lavorano tranquillamente a questo prodotto collettivo, che ha il suo baricentro (2013!) nella rete ma che ha bisogno anche dell’edicola come fatto simbolico e di “ritorno in campo” pieno e totale. Perciò abbiamo poco da aggiungere. Sostenete i Siciliani, in quest’ennesima incarnazione della sua lunga storia. E’ un giornale di giovani, è un giornale di profondissime radici. Ne ha bisogno la Sicilia, ne ha bisogno il Paese. Non tradite con la vostra indifferenza coloro che stanno lottando anche per voi.

gennaio 2013

TRATTATIVE L’anello mancante MILANO “Expo fugit”, sospirò il poeta...

CATANIA

Muro di gomma “La mafia? A Catania

Facciamoci l’Europa

L’Italia ormai è troppo piccola per risolvere da sola i suoi problemi: Cina, India, Giappone, Russia, l’America che raddoppia... Va bene, ma non abbiamo l’Europa per questo? Eh no che non ce l’abbiamo. L’Europa, fatta così, non ci appartiene: al massimo siamo utenti, non cittadini. Ma se provassimo a rifarla in un altro modo? Con più, come dicono i greci, più “dimokratìa”? E quindi con meno banchieri, per logica conseguenza. L’occasione ci sarebbe: nel 2013 in tre dei principali paesi europei (Francia, Germania, e noi) avremo con ogni probabilità tre governi di centrosinistra. Saranno tre altri governi delle banche? O possiamo provare a chiedergli qualcosa di meglio, a gran voce e tutti insieme? (1914-2014: fra poco è un secolo che l’Europa non c’è più)

non esiste”. “La mafia? Non c’è mafia a Roma”. “La ‘ndrangheta? Qualche caso isolato, qui a Milano”. Quante volte s’è sentito questo discorso, borbottato da un politico o elaborato con molti particolari mediatici da un giornale. Eppure la mafia c’era, fin dal primo momento. Pochi magistrati a combatterla, e fra noi giornalisti qualche collega eccentrico e qualche ragazzo. Così siamo arrivati fin qui. Ed ecco cosa c’era dietro il loro muro di gomma. Adesso, tutti i problemi sono esplosi - ma la mafia per prima, perché è la cultura mafiosa, l’economia mafiosa, il potere mafioso a far da modello per tutto il resto. La mafia, e tutti i suoi inconsapevoli allievi a ogni livello. Forse non è ancora troppo tardi, a condizione di muoversi subito e con durezza. A monte, una scelta precisa: non ci fidiamo più della loro informazione. Perciò ce la facciamo da noi. Facciamola tutti insieme (noi diciamo “in rete”, in più sensi), e oggi tecnicamente si può. Ma senza vip e senza guru. Da noi, al centro della nostra moderna e sofisticata rete c’è in fondo un modesto doposcuola di quartiere.

Mafia

E’ il principale problema d’Italia, quello che ci impoverisce di più. Non è una patologia criminale ma il principale potere economico del paese, che ormai fa da modello anche a molta economia legale. “Tratta” con tutti, e sempre ottiene qualcosa. Ma ha un punto debole: è molto vulnerabile alla mobilitazione popolare. Negli anni Novanta è andata molto vicina ad essere sconfitta, e s’è salvata solo grazie alla “timidezza” dello Stato. Adesso bisogna: - Confiscare TUTTI i beni mafiosi o frutto di malversazione, di corruzione o di grande evasione fiscale; - Assegnarli alle cooperative di giovani lavoratori, e sostenerle adeguatamente; anagrafe dei beni confiscati; sgravi fiscali ai commercianti che se ne fanno clienti; - Vigilare (comuni, regioni, assemblee cittadine) sull’applicazione, cacciando i funzionari incapaci; - Punire seriamente gli scambi politico-mafiosi (riforma 416ter).

ma io non sono Stato La mafia, se ci decidiamo davvero, può essere non solo sconfitta, ma eliminata del tutto. A condizione di cominciare dai sedicenti “non-mafiosi” (nelle imprese, nella politica, nello Stato) senza il cui aiuto e complicità non potrebbe sopravvivere un solo giorno.

“Ragazzo, niente sport: sei di Librino”

CULTURA Tutto il cinema di Giuseppe Fava

Operai

Era una parola nobile, adesso è schiavitù. La crisi economica non pesa perché gli operai “pretendono”, ma perché troppi imprenditori non sanno fare il loro mestiere (vedi Fiat) o portano tutto all’estero, alla faccia della (nostra) economia. Bisogna: - Applicare l’art.41 della Costituzione (”programmi e controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”); - Applicare l’art.42 della Costituzione (”esproprio per motivi di interesse generale”) per sanzionare le delocalizzazioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; - Separazione fra capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni finanziarie nell’editoria; Tobin tax; - Regolarizzare i rapporti di lavoro precari o di fatto; - Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali (scuola, università, difesa, acqua, energia, infrastrutture tecnologiche, credito internazionale); ristrutturazione della Rai su base pubblica; limite regionale per l’emittenza privata; - Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, sul modello TVA, come volano economico soprattutto al Sud; divieto di ulteriori cementificazioni; - Responsabilità degli amministratori per il mancato uso di fondi; - Controllo del territorio nelle province ad alta intensità mafiosa.

e Sud


MILANO

Alla faccia dei Maya (e della ‘ndrangheta) Non è finito il mondo, creduloni che non siete altro. Niente asteroidi infuocati nè pestilenze. Almanacco gregoriano batte calendario Maya, un sospiro di sollievo per le agende 2013 di politici, tecnici e magistrati in coda alle urne dorate: son colme di appuntamenti, peccato dar buca a qualche coalizione. tanto di auguri per un felice anno Siamo salvi, per Giunone! Ci si nuovo e la sua foto. era allarmati tutti, qualcuno è Quasi in contemporanea, la casa fuggito sui monti, altri han fatto editrice Blu Edizioni decide scorta di farina. Una pendolare irrevocabilmente di chiudere i su un treno lombardo, più carro cronisti di provincia che battenti con la testata, condanmerci che passeggieri: "Io non nando l'intera redazione a morire tenacemente rompono le scatole voglio morire al lavoro, domani a 'ndrangheta e malapolitica. Per senza uscire nelle edicole. non vado in ufficio!". un 2013 libero nel diritto al A meno che qualcuno, Signori miei, non bisogna riconoscente di essere sopravvis- lavoro, libero nella pura bellezza campar cent'anni per profetizzare suto ai Maya, dia il suo sostegno della lotta antimafia. che questo mondo finirà solo Ester Castano evitando l'estinzione di questi quando finiremo noi di farci solleticare le orecchie coi talk show di prima e seconda serata. CON I SICILIANI Fuori dalla scatola parlante del salotto, oltre gli angoli del maxi schermo full hd, sono accaduti fatti incredibili: operai di destra e sinistra sono scesi insieme nelle piazze d'Italia e hann occupato le fabbriche. Giovani studenti L’idea dei Siciliani giovani è nata (in quest’ultima versione) in una riunione a casa di Giambattista Scidà nell’estate del 2011: fare una rete milanesi hanno sostenuto con di testate giovani di base, sia su carta che su web, sviluppare insieme presidi e manifestazioni le un sito, una rivista pdf e una serie di ebook e, prima o poi, riportare in vittime del potere mafioso: come edicola un giornale ispirato ai Siciliani di Giuseppe Fava. la piccola Denise Cosco, loro Le testate che hanno aderito coetanea, o Loreno Tetti, finora sono I Cordai, La Radio Marsala.it (Marsala), paninaro strozzato dagli usurai. Periferica e Ucuntu (Catania), Il DaSud (Calabria), Mamma! E mentre addobbavamo Clandestino (Modica), Telejato (Bologna), Antimafia Duemila, l'alberello mettendo al fresco lo (Partinico), Stampo Antimafioso Liberainformazione, Agoravox. champagne, il direttore di (Milano), Diecieventicinque Il giornale è fatto da Gian Carlo Altomilanese, settimanale (Bologna), CtZen (Catania), La Caselli, Nando dalla Chiesa, Domenica Settimanale (Napoli), d'inchiesta di Magenta, riceveva Giovanni Caruso, Giovanni Generazione Zero (Ragusa), Abbagnato, Francesco Appari, un proiettile in busta chiusa con Lorenzo Baldo, Valerio Berra, Nando Benigno, Mauro Biani, GIORNALI Lello Bonaccorso, Paolo Brogi, Luciano Bruno, Anna Bucca, Elio Camilleri, Giulio Cavalli, Arnaldo Capezzuto, Domenico Pisciotta, Ester Castano, Salvo

NAPOLI OCCHIELLO

La nave per Catania, i carbonari, la Marsigliese Inutile girarci intorno: Napoli non è una città normale. Il giornalista deve fare il giornalista: documentare, indagare e fare domande e se non ti rispondono fare di nuovo domande. Almeno io cosi intendo la professione di cronista. L'esperienza più bella di quest'anno passa per l'imbarco sulla nave NapoliCatania. Il tempo dell'ormeggio e (in senso buono), i “Cordai”. già ero a gustarmi un cannolo Mi sono ritrovato in una riunione alla crema. Arriva la vecchia 500 di carbonari composta da di un volontario ed eccomi al volontari, attivisti, colleghi e ex Gapa nel cuore di San Cristoforo redattori di Pippo Fava, per i - zona della famiglia mafiosa dei nostri “Siciliani Giovani”. Santapaola. Qui un manipolo di Passione, grinta, scambi accesi, “pazzi” guidati dal capitano maleparole, riflessioni, visioni del Giovanni Caruso da circa 20 mondo: è come aver partecipato anni lavora con le bambine e i ad una sinfonia di orchestra che bambini, le ragazze e i ragazzi e intonava la Marsigliese. Ecco la le famiglie del quartiere realiz. stampa, bella, non la fermi. zando un mensile porta a porta Arnaldo Capezzuto

5 GENNAIO OCCHIELLO OCCHIELLO

Ricordare lavorando

Ogni anno a Catania i cittadini liberi si incontrano, il 5 gennaio, nel luogo dove i padroni della città fecero uccidere Giuseppe Fava. Saremo tutti lì alle 17. Più tardi, al Centro Zo, c’è un ricordo organizzato dalla Fondazione Fava. Infine, alle 21 a Cittàinsieme in via Siena, c’è l’assemblea dei Siciliani giovani, per fare il punto sul giornale e organizzare il lavoro e la solidarietà. Senza grandi parole ma col laoro

Tanti giornali giovani In rete e per le strade

Il disastro nascosto e il tempo di ricostruire

Sono stati pochi, nel giornalismo italiano, i giornali come i Siciliani di Giuseppe Fava, completamente liberi e senza - neanche indiretto - alcun padrone. Se tutti fossero stati così. Se tutti avessero potuto scrivere solo e semplicemente la verità. Se avessero avvertito in tempo chi si fidava di loro di ciò che l’Italia stava diventando. La mafia, non denunciata in tempo, è molto più potente di prima. Speculatori e corrotti, trattati come grandi industriali, hanno portato avanti la crisi. La politica stessa, fra adulazioni e carriere, s’è trasformata in un’altra cosa. Adesso, toccato il fondo, molti sentono che è tempo di risalire.

Catalano, Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Dario Costantino, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Jack Daniel, Riccardo De Gennaro, Giacomo

Di Girolamo, Rosa Maria Di Natale, Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Paolo Fior, Enrica Frasca, Renato Galasso, Rino Giacalone, Giuseppe Giustolisi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Bruna Iacopino, Massimiliano Nicosia, Max Guglielmino, Diego Gutkowski, Bruna Iacopino, Margherita Ingoglia, Kanjano, Gaetano Liardo, Sabina Longhitano, Luca Salici, Michela Mancini, Antonio Mazzeo, Martina Mazzeo, Emanuele Midoli, Lu-

GENERAZIONI

Non illusi, non rassegnati E’ possibile ricominciare la lotta, una generazione dopo, di un giornale come I Siciliani? Noi siamo sicuri di sì, perché noi questo filo non l’abbiamo interrotto mai. Molti dei nostri redattori non erano nati, al tempo dei primi Siciliani. Ma adesso, i Siciliani sono loro.

DA’ UNA MANO A RIPORTARE IN EDICOLA I SICILIANI: IBAN Banca Etica

IT 28 B 05018 04600 000000148119

ciano Mirone, Pino Maniaci, Attilio (“Assoc.Culturale I Siciliani Giovani") Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello oppure C/C 001008725614 (Conto corrente postale Ass.Culturale Oliva, Riccardo Orioles, Pietro I Siciliani Giovani,v.Cordai 47 Catania) Orsatti, Salvo Perrotta, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Giuseppe Pipitone, Antonio Roccuzzo, Vincenzo Rosa, Luca Rossomando, Giorgio Ruta, Luca Salici, Daniela Sammito, Miriana Squillaci, Mario Spada, Sara I Siciliani giovani, registr.Tribunale Spartà, Giuseppe Spina, Catania n.23/2011 del 20/09/2011, dir.responsabile Riccardo Orioles Giudrppe Teri, Marilena Teri, Fabio Vita, Salvo Vitale, Marcella Progetto grafico di Giammusso, Chiara Zappalà, Piergiorgio Maoloni Andrea Zolea. (da un inedito del 1993)


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