I Siciliani giovani - foglio marzo 2013

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Il foglio de

“A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava

DA’ UNA MANO

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ITALIA Senza papa, senza duce e senza re

E ora facciamo gli italiani Mentre i capi

In Sicilia siamo espertissimi di “rivoluzioni” con i baroni (magari liberali) alle spalle. Non per parlar male dei baroni: ma noi “viddani” stavolta vorremmo qualche garanzia. Tipo parlare tutti, decidere davvero insieme. E soprattutto andare sullo specifico: che fine fanno ora i licenziamenti nelle fabbriche? Il sindacato e i diritti, dobbiamo finire di abolirli o farli tornare legali? Perché attualmente in moltissimi posti sono vietati. Fascismo: a parte le belle parole, lo potemmo finalmente abolire? Per molti di noi il fascismo, con altri nomi, c’è ancora: ad Adro come a Scampia è in funzione ogni giorno, e di posti così qui da noi ce ne sono tanti. Politici: fidarsi ciecamente di loro (vecchi e nuovi) o prendere quel poco subito che si può avere ma intanto organizzarsi dal basso, come società civile e movimenti, per ottenere anche ciò che i partiti (vecchi e nuovi) non ci daranno? Cacciare i piccoli ladri ma risparmiare i ladroni grossi = cambiare tutto per non cambiare niente.

si può

CULTURA Camilleri e la Primavera di Messina CATANIA Ciancio, corso Martiri, le scuole

litigano e si scambiano ripicche, il popolo guarda la sua grande occasione. C’è una maggioranza di sinistra in Italia, spartita fra “ragionevoli” e “matti”, ma che vuole sostanzialmente le stesse cose. Ce la facciamo per una volta a unirci, a cancellare definitivamente le idee di Berlusconi, a chiudere vent’anni di dominio assoluto dei peggiori “imprenditori” e a rimettere sulle sue gambe questo paese?

Articolo 41. “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Proviamo a prendere sul serio la Costituzione antifascista, ad applicarla letteralmente e senza guardare in faccia nessuno? E’ l’unica soluzione possibile. E ora, uniti, si può.

Antimafia sociale

La mafia nelle sue varie forme è il problema principale dell’economia italiana, quello che ci impoverisce di più. Non è una patologia criminale ma il principale potere economico del paese, che ormai fa da modello anche a molta economia legale. In questo quadro, quali sono gli obiettivi dell'antimafia sociale? ● Abolire subito il segreto bancario e imporre alle banche la trasparenza; ● Confiscare TUTTI i beni mafiosi o frutto di malversazione, corruzione o grande evasione fiscale; ● Assegnarli a cooperative di giovani lavoratori e sostenerle adeguatamente; ● Anagrafe dei beni confiscati; ● Sgravi fiscali ai commercianti che acquistano dalle dalle coop giovanili; ● Stroncare gli scambi mafia-politica (art. 416 ter).

gli obiettivi

Liberi tutti

SICILIA Cartoline dal MUOS

Come fai a votare davvero alla pari se le tv e i giornali appartengono tutte a pochissime persone? La rete non può bastare per tutto. E il fatto di non poter dare preferenze? Questi due punti vanno risolti insieme e subito, prima di cominciare a parlare anche lontanamente di elezioni, o non sarebbero elezioni vere.

ora

Cambiare davvero

IS IC IL IA N I. IT . w w w

prima vista, le cose che colpiscono sono due: primo, un voto (o un non-voto) decisamente di svol ta; secondo, in tutta la campagna elettorale non s’è mai parlato nè d’operai nè d’immigrati. Strano: il caso Fiat, con la totale ristrutturazione dell’assetto industriale, è stato l’avvenimento più importante (un vero e proprio golpe sociale) dell’anno; e sulla paura degli immigrati hanno campato per anni tutti i peggiori politici, e anche qualcuno dei migliori. Puff, spariti. Non s’è parlato di mafia, che pure è forse il massimo potere. Non s’è parlato di società civile, salvo che per un paio di giorni e alla buona. Non s’è parlato di Europa, salvo che per farne un babau in bene o in male. Con tutto ciò, il popolo ha parlato con estrema chiarezza: cambiare profondamente, senza mezze misure. Su questo si misura la politica, non sulle manovrette e le ripicche. Ci vuole un governo popolare, e ci può essere, che prenda i provvedimenti più essenziali per salvarci tutti. Mafia e Fiat, assenti dai programmi sia di Bersani che di Grillo, ci debbono entrare. Attenzione: dum Romae consulitur, il quarto partito si muove. L’attentato di Napoli ne è un segnale. La manifestazione contro i giudici del 23, nata “politica” ma facilmente trasformabile in mobilitazione della malavita, potrebbe esserne un altro. La struttura di Berlusconi va spazzata via esemplarmente e per sempre,e ciò è possibile ora. Sarebbe irresponsabile usarla per “bilanciare” degli avversari politici, in qualunque modo.

marzo 2013

1 euro

La rete è una bellissima cosa, e finalmente s’è visto il potere che ha. Però, noi vogliamo una rete che sia veramente collettiva e di tutti, che non “appartenga” a nessuno; che non escluda i poveri, che magari il computer non ce l’hanno. Per questo il nostro modello, che va avanti ormai da molti anni, è diverso da quello degli industriali. Compresi gli industriali della rivolta...

(a proposito...)

Rete, rete! (In Svizzera hanno fatto un referendum per tagliare i megastipendi dei manager e non solo dei politici. E qui in Italia, ci sta pensando nessuno?)


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