I Siciliani giovani - foglio marzo 2013

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Il foglio de

“A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava

DA’ UNA MANO

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ITALIA Senza papa, senza duce e senza re

E ora facciamo gli italiani Mentre i capi

In Sicilia siamo espertissimi di “rivoluzioni” con i baroni (magari liberali) alle spalle. Non per parlar male dei baroni: ma noi “viddani” stavolta vorremmo qualche garanzia. Tipo parlare tutti, decidere davvero insieme. E soprattutto andare sullo specifico: che fine fanno ora i licenziamenti nelle fabbriche? Il sindacato e i diritti, dobbiamo finire di abolirli o farli tornare legali? Perché attualmente in moltissimi posti sono vietati. Fascismo: a parte le belle parole, lo potemmo finalmente abolire? Per molti di noi il fascismo, con altri nomi, c’è ancora: ad Adro come a Scampia è in funzione ogni giorno, e di posti così qui da noi ce ne sono tanti. Politici: fidarsi ciecamente di loro (vecchi e nuovi) o prendere quel poco subito che si può avere ma intanto organizzarsi dal basso, come società civile e movimenti, per ottenere anche ciò che i partiti (vecchi e nuovi) non ci daranno? Cacciare i piccoli ladri ma risparmiare i ladroni grossi = cambiare tutto per non cambiare niente.

si può

CULTURA Camilleri e la Primavera di Messina CATANIA Ciancio, corso Martiri, le scuole

litigano e si scambiano ripicche, il popolo guarda la sua grande occasione. C’è una maggioranza di sinistra in Italia, spartita fra “ragionevoli” e “matti”, ma che vuole sostanzialmente le stesse cose. Ce la facciamo per una volta a unirci, a cancellare definitivamente le idee di Berlusconi, a chiudere vent’anni di dominio assoluto dei peggiori “imprenditori” e a rimettere sulle sue gambe questo paese?

Articolo 41. “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Proviamo a prendere sul serio la Costituzione antifascista, ad applicarla letteralmente e senza guardare in faccia nessuno? E’ l’unica soluzione possibile. E ora, uniti, si può.

Antimafia sociale

La mafia nelle sue varie forme è il problema principale dell’economia italiana, quello che ci impoverisce di più. Non è una patologia criminale ma il principale potere economico del paese, che ormai fa da modello anche a molta economia legale. In questo quadro, quali sono gli obiettivi dell'antimafia sociale? ● Abolire subito il segreto bancario e imporre alle banche la trasparenza; ● Confiscare TUTTI i beni mafiosi o frutto di malversazione, corruzione o grande evasione fiscale; ● Assegnarli a cooperative di giovani lavoratori e sostenerle adeguatamente; ● Anagrafe dei beni confiscati; ● Sgravi fiscali ai commercianti che acquistano dalle dalle coop giovanili; ● Stroncare gli scambi mafia-politica (art. 416 ter).

gli obiettivi

Liberi tutti

SICILIA Cartoline dal MUOS

Come fai a votare davvero alla pari se le tv e i giornali appartengono tutte a pochissime persone? La rete non può bastare per tutto. E il fatto di non poter dare preferenze? Questi due punti vanno risolti insieme e subito, prima di cominciare a parlare anche lontanamente di elezioni, o non sarebbero elezioni vere.

ora

Cambiare davvero

IS IC IL IA N I. IT . w w w

prima vista, le cose che colpiscono sono due: primo, un voto (o un non-voto) decisamente di svol ta; secondo, in tutta la campagna elettorale non s’è mai parlato nè d’operai nè d’immigrati. Strano: il caso Fiat, con la totale ristrutturazione dell’assetto industriale, è stato l’avvenimento più importante (un vero e proprio golpe sociale) dell’anno; e sulla paura degli immigrati hanno campato per anni tutti i peggiori politici, e anche qualcuno dei migliori. Puff, spariti. Non s’è parlato di mafia, che pure è forse il massimo potere. Non s’è parlato di società civile, salvo che per un paio di giorni e alla buona. Non s’è parlato di Europa, salvo che per farne un babau in bene o in male. Con tutto ciò, il popolo ha parlato con estrema chiarezza: cambiare profondamente, senza mezze misure. Su questo si misura la politica, non sulle manovrette e le ripicche. Ci vuole un governo popolare, e ci può essere, che prenda i provvedimenti più essenziali per salvarci tutti. Mafia e Fiat, assenti dai programmi sia di Bersani che di Grillo, ci debbono entrare. Attenzione: dum Romae consulitur, il quarto partito si muove. L’attentato di Napoli ne è un segnale. La manifestazione contro i giudici del 23, nata “politica” ma facilmente trasformabile in mobilitazione della malavita, potrebbe esserne un altro. La struttura di Berlusconi va spazzata via esemplarmente e per sempre,e ciò è possibile ora. Sarebbe irresponsabile usarla per “bilanciare” degli avversari politici, in qualunque modo.

marzo 2013

1 euro

La rete è una bellissima cosa, e finalmente s’è visto il potere che ha. Però, noi vogliamo una rete che sia veramente collettiva e di tutti, che non “appartenga” a nessuno; che non escluda i poveri, che magari il computer non ce l’hanno. Per questo il nostro modello, che va avanti ormai da molti anni, è diverso da quello degli industriali. Compresi gli industriali della rivolta...

(a proposito...)

Rete, rete! (In Svizzera hanno fatto un referendum per tagliare i megastipendi dei manager e non solo dei politici. E qui in Italia, ci sta pensando nessuno?)


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PERIFERIE

PADRONI DELLA CITTA’

Morte di una scuola di quartiere

Le indagini su Mario Ciancio

Fino a due anni fa, in via Case Sante,nel quartiere dei Cappucini, a Catania, vi era un edificio scolastico a metà, circondato da uno sterrato coperto di sterpaglie e invaso dalle zecche. Nella parte abbandonata sirifugiavano senzatetto ed emigranti abbandonati a se stessi. La scuola faceva parte dell'istituto comprensivo Andrea Doria. Poi ci furono le battaglie del comitato dei genitori, affiancato da una società civile che sposò la causa del diritto allo studio e la scuola fu completata, grazie a loro. Un anno fa, dopo due anni di recupero e restauro di quella parte di La “fossa”. plesso scolastico, la scuola viene inaugurata in pompa magna. Assessori e sindaco tagliano il E’ CATANIA nastro: “Ora avete una scuola”. vicina Intanto nel quartiere di San la data Cristoforo, in via Cordai, si dei 150 preparava la chiusura definitiva giorni da del plesso centrale della Doria. novembre Una chiusura causata da una fissata cattiva amministrazione che non dalla Procura per approfondire Inizio dei lavori in Corso Martiri della Libertà: “La prima operazione pagava le mensilità ai proprietari l’inchiesta a carico di Mario annuncia Stancaneli - sarà quella della delimitazione e recinzione delle che dopo anni di morosità Ciancio Sanfilippo, editore del aree che in un secondo tempo saranno il teatro del risanamento vero e sfrattarono definitivamente quel quoti diano La Sicilia, e di proprio. Si procederà anche allo sbancamento con le ruspe”. presidio di legalità, di resistenza vari altri giornali, tv e radio in “E la comunità bulgara che vive là dentro”? contro l'evasione scolastica, Sicilia e nel Sud. “Se ne sta occupando l’assessore ai Servizi Sociali Pennisi. Con un unico argine contro l'oppressione Ciancio possiede anche lo piano morbido”. mafiosa. stabilimento in cui vengono Ma perché non ospitare questa Che cos’è un “piano morbido”? Via Cordai rimase orfana di quel stampati i quotidiani nazionali gente nelle case confiscate alla Andiamo a Corso Martiri, nelle pezzo di Stato e consegnata allo per tutta la Sicilia e l'agenzia mafia e assegnate al Comune? “fosse” dove vivono decine di spaccio di droghe e al controllo di pubblicità Publikom-pass. Perchè non utilizzarle? Perchè famiglie bulgare accampate là mafioso. Adesso, ogni sera E' uno dei massimi imprendigonfiare invece i portafogli dei dentro. Mentre cerchiamo un "prendono servizio" giovani tori edili siciliani.Dal marzo privati? varco per entrare in una delle pusher che probabilmente sono 2009 è indagato dalla Procura Da qualche giorno attorno alle fosse, una porticina si apre dalla andati poco a scuola e che con di Catania per concorso fosse si sono alzati nuovi muri recinzione, esce una donna. Sa CATANIA quegli sporchi guadagni credono esterno in associazione che chiuderanno le aree che domani inizieranno i lavori? di "campare" la famiglia. mafiosa. Il suo nome emerge lasciando solo dei varchi. “No, qui non è venuto nessuno”. Gli alunni della Doria vennero all'interno di un'inchiesta sulla E quando si alzano i muri non si “Ma proprio nessun incaricato sparpagliati in altri plessi. Disagi realizzazione del centro sa mai quando verranno buttati del comune?”. “No, nessuno! per le famiglie e gli insegnanti, commerciale La giù, anche se prima o poi al L’abbiamo saputo da voi che si ritrovarono classi Rinascente-Auchan. Diversi posto di quei muri arriverà il giornalisti”. “Ma quanti siete?” numerosissime con conseguente gli elementi, reali e da cemento che distrugge. La donna risponde, in stentato caduta della qualità formativa. accertare, al vaglio dei l’importante è che la città non italiano: “Siamo in tanti”. Il comune di Catania, adesso, magistrati per ricostruire i veda e non sappia. Trovato il varco scendiamo giù vorrebbe trasferire tutto alla presunti rapporti tra l'editore G.C. nella fossa, e subito notiamo che Dusmet di Librino e chiudere etneo ed esponenti criminali: i rifiuti di ogni tipo sono anche il plesso di via Case Sante. aumentati. Incontriamo Bobo, un Per farne che? Uffici per CITTADINANZA bulgaro che vive da otto anni a l'amministrazione comunale. Catania e che ha sempre fatto da Strano: l'anno scorso il Comune portavoce per questa comunità, aveva deciso, per "fare cassa", di chiediamo se gli hanno comunivendere immobili di proprietà cato lo sgombero. Non lo sa. pubblica, cioè di tutti noi, a Bobo è rassegnato e scoraggiato: società private. nè lui nè gli altri sanno cosa li aspetta. “Cosa fareste voi al Il Gapa organizza a San Cristoforo un laboratorio politico. Volontari e nostro posto?” chiede. cittadini si incontrano per discutere dei problemi del quartiere. Con la Rispondiamo che la cosa più volontà di mettere nero su bianco i pensieri, le esigenze e le speranze giusta, secondo noi, è chiedere di chi vive, quotidianamente, questa realtà. all’assessore Pennisi di condiviPer acquisirne consapevolezza e dere con loro le decisioni, ma Parliamo per avanzare portarle a conoscenza dell’altra soprattutto chiedere prima dello proposte di cambiamento, che parte della città, quella indiffersgombero dove andranno. Bobo dal basso guardino al basso. ente verso i problemi dei è ancor più perplesso. Parliamo per pensare politiche quartieri, ma sempre pronta a “Siamo nelle mani di Dio - fa che si rivolgano a quegli recarvisi per comprarsi la droga. ma anche degli uomini che uomini e a quelle donne stanno decidendo la nostra vita”. Ma se vendiamo gli immobili bisognosi della sicurezza Le organizzazioni del terzo pubblici, dove mettiamo i nostri economica che soltanto un settore come Manitese, uffici amministrativi? Semplice! lavoro onesto può dare, Penelope, Jesus Generation ed Nel plesso di via Case Sante. politiche che si occupino di altre fanno parte del “presidio "Ma a maggio si vota per la quei bambini e di quelle leggero”, un tavolo di lavoro nuova giunta e il nuovo consiglio bambine, capaci di guardare il voluto dall’assessore. comunale". Poco importa, i mondo con estrema crudele Il Piano che completerà il ragazzini non votano e per i loro oggettività, capaci, con poche “risanamento” del San Berillo genitori basterà una sporta della parole, di spogliare la verità, ha un costo stimato di 200 spesa in cambio di voti. capaci di ragionare da grandi, milioni di euro, tutti da finanziaSi decide dall'alto, senza ma senza essere passati per Parlare di politica, quindi, per tori privati. Questi, per tranquilconsultare nessuno, senza l’adolescenza. parlare di se stessi. Per parlare izzarsi la coscienza, donerebbero neanche un tentativo di democraIl laboratorio vuole porre le del lavoro che non c’è, del 20mila euro per zia. Con il silenzio complice loro storie al centro del lavoro in nero o sottopagato, l’accompagnamento fuori dalle dell'opposizione nel consiglio dibattito politico, per dire che delle ingiustizie ogni giorno “fosse”. L’importante è che comunale. Resta, oltre la rabbia, noi ci siamo e rivendichiamo subite. vadano via, l’interesse vero è la la speranza che ognuno di noi e la nostra cittadinanza. Questo Per parlare dei diritti negati, per speculazione edilizia. tutti e tutte insieme diventiamo laboratorio è una scommessa parlare della sicurezza del Stato che decide il proprio che il quartiere lancia a se quartiere. Parliamo per non destino,attraverso una cittadistesso; è un’occasione per sentirci soli, parliamo per nanza attiva e consapevole, che difendere il proprio presente e condividere paure, parliamo per prenda in mano una vera "polis". sognare il proprio futuro. farci forza. Giovanni Caruso, Domenico Pisciotta, I Cordai I Cordai

Il martirio di Corso Martiri

Un “laboratorio politico” ma nel quartiere

Giornali, tv, radio, centri commerciali. E tanti amici...

● L'intercettazione, nel 2001, in cui un indagato per mafia spiega a un presunto rappresentante del gruppo La Rinascente di aver fatto un giro insieme a Ciancio per individuare i terreni dove costruire il nuovo centro commerciale. Ciancio avrebbe anche "garantito" per le autorizzazioni necessarie. Anni dopo, il terreno scelto diventa edificabile con una variante al piano regolatore generale. ● La mancata pubblicazione per «insindacabile decisione del direttore Mario Ciancio e del condirettore Corigliano» su La Sicilia dei necrologi del giornalista Giuseppe Fava e del commisario di Polizia Beppe Montana, uccisi dalla mafia rispettivamente nel 1984 e '85. ● Gli articoli dal tono apertamente dubitativo pubblicati dal quotidiano catanese durante le indagini per il delitto Fava e riguardanti le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, che si era autoaccusato dell'omicidio del giornalista. Scritti ritenuti un tentativo di depistare le indagini. ● I presunti rapporti col boss Pippo Ercolano. Che, come racconta il collaboratore di giustizia Angelo Siino, sarebbe piombato un giorno nella redazione de La Sicilia per minacciare un cronista che lo aveva definito mafioso. ● La pubblicazione su La Sicilia di un comunicato in cui si annunciava senza alcuna ricostruzione del personaggio la nomina di Angelo Ercolano, incensurato nipote del boss, a capo della Federazione autotrasportatori di Catania. ● La lettera su La Sicilia di Vincenzo Santapaola, figlio del boss Nitto, detenuto al carcere duro e quindi impossibilitato a comunicare con l'esterno. La missiva, trapelò in circostanze mai chiarite nell'ottobre del 2008 e la Sicilia la pubblicò senza alcuna contestualizzazione. ● Le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, secondo cui l'acquisizione di una quota del pacchetto azionario del Giornale di Sicilia da parte dell'editore catanese avrebbe coinvolto anche suo padre don Vito Ciancimino, vicino al boss Bernardo Provenzano.

: a i l a it llo e

il mod

a i n a t ca

Sotto indagine non solo la linea editoriale della testata e i presunti rapporti di Ciancio con i boss, ma anche i suoi affari da imprenditore, a volte in società con personaggi riconducibili a organizzazioni criminale etnea. Si indaga sulla costruzione di un centro commerciale «nei territori limitrofi la tangenziale di Catania, direzione Siracusa, nei pressi del distributore Ip». Nel 2005 fra gli imprenditori indagati c’è Antonello Giostra, di Scaletta Zanclea a suo tempo condannato per bancarotta fraudolenta per aver riciclato denaro proveniente da usura mafiosa e ora indagato con Ciancio per riciclaggio con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa,. Tra i progetti da realizzare insieme, un centro commerciale da costruire a Misterbianco, per il quale Ciancio compra terreni per milioni di euro in contrada Cardinale. Tutto sembra procedere, fino a quando a mettersi di mezzo non è la concorrenza: e cioè l’interesse di un’altra società e di Cosa nostra, secondo i magistrati della parallela indagine Iblis, a costruire un diverso centro commerciale nella contrada Cubba confinante. Quello che oggi è il Centro Sicilia. I due soggetti però mantengono rapporti cordiali: firmano un protocollo d’intesa e, si sente nelle intercettazioni di esponenti della criminalità organizzata, Cosa nostra si vede costretta a «rallentare» il proprio progetto per il contemporaneo interesse di Ciancio. Una strana disponibilità. Si indaga anche su altre attività imprenditoriali di Ciancio: l’Outlet Sicilia Fashion Village ad Agira, appaltato ad una serie di imprese in associazione temporanea, tra cui quelle di Mariano Incarbone e Sandro Monaco, entrambi imputati in Iblis per concorso in associazione mafiosa; il "villaggio degli americani", residence per militari Usa di Sigonella da realizzarsi a fine 2004 presso Lentini, anche stavolta in concorrenza con un progetto simile che interessava, secondo i magistrati, il boss Vincenzo Aiello. Tutti casi che, secondo la magistratura, rendono «sempre inverosimile la casuale presenza, in occasione della realizzazione di grandi opere, accanto al Ciancio Sanfilippo di personaggi vicini a Cosa Nostra». Come nel caso del centro commerciale Porte di Catania, che per primo ha attirato l’attenzione dei magistrati. CtZen


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ROMA

Sono tornate le baracche

OCCHIELLO NISCEMI

No-Muos: malmenate le mamme pacifiste

Da una foto di Tano D’Amico

Forse erano fratelli. Il più grande aveva al massimo dodici anni. Il più piccolo, non più di cinque. Vivevano in una roulotte in una striscia di terra che divide la via del Mare alla via Ostiense, zona sud di Roma. Poco più avanti si apre l’Eur, con i suoi palazzi, i suoi uffici e la sua ricchezza. Era da un po’ che li tenevo d’occhio. La sera, ROMA tornando a casa, li vedevo correre e giocare con tricicli sgangherati, mentre i loro genitori cercavano un po’ di In cima all'enorme portone la scritta “Porto fluviale resiste”. Dietro c'è il calore in un focarello improvvipiccolo universo multietnico enato da una necessità primaria, la lotta per la sato, con un po’ di legna buttata casa. In un posto insolito, l'ex direzione magazzini del locale commissariato. in una lattina d’olio. Una di Si tratta dell'occupazione di via del quelle da 5 litri, d’alluminio. Carmen potrebbe raccontare per Porto Fluviale 12, a poche centinaia Una sera mi sono avvicinato ore, ma è l'ora di dare una mano di metri da Piramide, punto di chiedendo se avevano bisogno di in cucina e va a litigare con snodo della capitale. qualcosa. Guardandomi Bouccy o con qualcun altro per Partita nel 2003 con una quarantina lavare i piatti. E prima di diffidenti mi hanno risposto: «Di di famiglie, oggi ne accoglie un scomparire in cucina “ Tornate a centinaio, provenienti da tre diversi tutto». Il giorno dopo sono trovarci” dice con lo stesso largo continenti, per un totale di 300 andato da Decathlon e ho sorriso. persone circa, fra cui vari bambini. comprato vestiti pesanti e Ti senti a casa come se ci fossi Ci sono una ludoteca, spazi per coperte. Non di più. Il mio sempre stata. laboratori, e una sala da tè gestita da giornale non mi pagava da dieci Bruna Iacopino sole donne. Il sabato pomeriggio è mesi. Non potevo fare di più. il sorriso di Carmen a fare gli onori Quando sono tornato da loro, ho di casa, mentre l'aroma di tè trovato un camion dei pompieri e speziato si spande nell'aria e dei volontari della Croce Rossa. Bouccy prepara i biscotti. La roulotte aveva preso fuoco. E loro erano lì. Seduti e impauriti per lo scampato pericolo. Ma EMILIA-ROMAGNA OCCHIELLO OCCHIELLO senza più un posto dove dormire. A Roma sono tornate le baracche. E i bambini sono tornati a morire nel Tevere. Ma continuiamo a far finta di niente. Almeno 11 organizzazioni Vincenzo Mulè presenti sul territorio,dice Il Pg di Bologna Emilio Ledonne. Al Nord la mafia si presenta col volto rassicurante dei manager e la ‘ndrangheta è l’attore economico piu attivo. Il fatturato delle organizzaPALERMO zioni mafiose in Emilia Romagna è pari a 20 miliardi di euro, quasi il 10 % rispetto a quello di tutta Italia. I beni confiscati sono 110 e almeno l’8,6 % tra commercianti e imprenditori è coinvolto in Probabilmente, a poche città al mondo è capitato, come a attività di prestiti a strozzo. Palermo, di essere modificata, violentata, sventrata, abbrutita nel Nove attentati negli ultimi sei corso della sua storia. Come a poche città è capitato, al pari di mesi (160 in tutta Italia), dice Palermo, di raggiungere un prestigio di amplissimo riconoscil’ultimo rapporto della DIA. mento anche in tempi in cui il passaggio della storia presentava Più che in Sicilia (7), e quasi direttrici ben distanti dal cuore del Mediterraneo. quanto in Calabria (10). Non è un’annotazione campanilistica, ma più prosaicamente il Il 30% delle imprese di profilo di una città dove tutto ha sempre un rovescio - le autotrasporti (2.599 su 9.083) immagini più suggestive come le forme più evidenti di espresnon risulta proprietario di sione - e dove il senso della misura e la consapevolezza della alcun veicolo, mentre circa realtà sono solo opzioni. Una città irrazionale per storia ed 900 imprese risultano "non “esagerata” per definizione. titolate a poter svolgere questa Il carattere eternamente torrenziale dei suoi fiumi – Papireto e attività". Una regione prima in Xemonia – condannati a fluire sotto terra senza storia e memoria Italia per i lavoratori in nero e è metafora di un irrazionale impeto esistenziale che pervade i seconda sul fronte dei palermitani, capaci di incredibile sopportazione, perfino lavoratori irregolari: sono dell’intollerabile, come di manifestazioni di grandeur non solo da rispettivamente 7.849 e belle époque, ma anche di un pensiero alto e innovativo. 16.586. Quando Palermo diverrà normale? Salvo Ognibene Giovanni Abbagnato www.diecieventicinque.it

A Niscemi, gli Usa cominciano a mostrare segni di nervosismo e tre donne finiscono in ospedale per mano della polizia italiana, usata come braccio violento contro le antenne del Muos e la succesattiviste del Comitato Mamme No Muos, che da quasi due mesi siva, consequenziale entrata in scena delle Mamme, non si erano presidiano i cancelli della base più verificati tentativi di forzare i militare Usa, impedendo blocchi stradali. l'ingresso a chiunque. E' La violenza poliziesca potrebbe successo il 6 marzo, mentre una loro delegazione si trovava nella rivelarsi un altro autogoal e apportare nuova linfa all'ampio capitale a ritirare il premio Donne, Pace e Ambiente Wanga- fronte contrario alla realizzazione del “Muostro”, ormai ri Maathai, assegnato dall'assoconsolidato dalla presenza delle ciazione A Sud, la Casa Internazionale delle Donne e il sostegno centinaia di donne che hanno deciso di opporre i propri corpi ai della Commissione delle Elette convogli militari, per tutelare la del Comune di Roma. propria salute dalle radiazioni Dopo le cariche contro i elettromagnetiche delle antenne manifestanti nella notte dell'11 e, soprattutto, la salute dei loro gennaio, per fare passare i Tir che trasportavano le gigantesche figli. Sebastiano Gulisano gru necessarie per montare le

Piccole libertà

Una terra per le mafie

Tutto e il rovescio di tutto Una città “esagerata”

PUBBLICITA’

Appuntamenti 16 marzo a Messina per chiudere definitivamente la partita del Ponte sullo Stretto e abolire la Stretto di Messina Spa 30 marzo a Niscemi per revocare ed impedire la costruzione del Muos, il sistema d’antenne satellitari ad alto inquinamento elettromagnetico, smantellare le 46 micidiali antenne già installate , per la smilitarizzazione dei nostri territori.

MESSINA

C’è occupazione e occupazione... MESSINA

Tempi duri per il Teatro Pinelli. Prima la denuncia per occupazione abusiva, imbrattamento dei muri e quant’altro, adesso le maximulte per avere interrotto per qualche ora il traffico cittadino. Tutto nel nome del rispetto della legalità, si capisce. “La legge si applica e non si interpreta. Che possiamo farci?” sembrano dire i bravi funzionari nel consegnare le cartelle esattoriali. Giusto. I codici vigenti non prevedono l’attività di ripulire scatoloni di cemento armato e riportarli a fare ciò per cui erano stati tirati su, cioè informare, divertire educare grandi e piccini. Sarebbe una delicata e primaria funzione sociale. E’ solo “occupazione”. Va bene.

OTTO OCCHIELLO MARZO

“Pane e rose! E pace!” Un 8 marzo di lotta, di resistenza, di tutela e rivendicazione dei diritti, contro violenza e femminicidio. Sotto questo segno abbiamo vissuto la giornata internazionale delle Pane, pace e rose: questo donne. chiedono oggi le mamme No Bread and roses, il pane e le Muos di Niscemi, strattonate e rose, sicurezza economica e malmenate, che con il proprio sociale, e qualità della vita: coraggio e con i propri corpi questo chiedevano le donne che costituiscono un importante marciavano a New York l’8 sostegno alla resistenza del marzo del 1908. Sfilavano tutte insieme nelle strade per ottenere presidio permanente che da novembre lotta contro un lavoro e una paga più l’installazione - nella riserva dignitosi, il diritto di voto, l’abolizione del lavoro minorile. naturale della sughereta di Protestavano da donne per i loro Niscemi - di uno dei quattro terminali terrestri del sistema diritti di persone, di soggetto radio satellitare MUOS che la politico, e protestavano da marina statunitense sta madri, per difendere i diritti di distribuendo in giro per il figlie e figli. pianeta, e per lo smantellamento Pane e pace, urlavano le donne delle quarantasei antenne russe che l’8 marzo del 1917 installate già nel lontano 1991. resistevano all’esercito cosacco Anna Bucca dopo l’abdicazione dello zar.

X LIBERTA’ DI STAMPA

Siciliani giovani che cos’è I Siciliani giovani è un giornale, è un pezzo di storia, ma è anche diciotto testate di base da Milano a Modica, da Catania a Roma, da Napoli a Bologna, a Trapani, a Palermo che hanno deciso di lavorare insieme per costituire una rete. Non solo inchieste e denunce, ma anche il racconto quotidiano di un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto in prima persona dai protagonisti dell'Italia di domani. Fuori dai palazzi. In rete, e per le strade.

Altre “occupazioni” però convivono sotto lo stesso cielo a Messina. Quella della poltrona di Rettore dell’Università, ad esempio. Un’altra delicata e non meno primaria funzione civile ed educativa per esercitare la quale bisognerebbe , minimo, non risultare condannati in primo grado a tre anni e sei mesi per aver “fatto pressioni” perché un concorso a docente fosse vinto dal figlio di un caro amico, per puro caso preside della facoltà dove il giovane vincitore avrebbe dovuto insegnare. L’onesto professore invece di dimettersi immediatamente si è anche autoprolungato il mandato. Occupazioni pure queste, peccato che qui in Questura abbiano poco da dire. Tonino Cafeo


4 DISEGNI DI MAURO BIANI

MOVIMENTI

NAPOLI OCCHIELLO

Più forza, più energia, più antimafia sociale E ora in tutta questa deflagrazione di bave e umori urlati dove finisce l’antimafia sociale? Dove può prendere radici un tema che già faticava nell’ordinaria attività istituzinale e oggi si ritrova a camminare In questi ultimi anni si è capito sulle pareti irte dell’emergenza quanto sia fondamentale per un di un governo di scopo? serio percorso di responsabilizzaLe domande sono importanti, zione e alfabetizzazione antimadicono i bravi giornalisti, perché fiosa l’organicità dell’azione che allenano il muscolo della non ha bisogno di personaggi o curiosità e i tendini delle risposte eventi straordinari ma del lavoro non scontate, eppure in questo indefesso e continuo di narrazioturbine di scenette e sceneggiate ne, istruzione e discussione come l’antimafia è sparita dall’agenda avviene nelle migliori famiglie a politica. tavola durante la cena. Come se bastasse averne parlato Servirà più forza, servirà in campagna elettorale per essere un’energia più vigorosa e unita a posto con la coscienza e il per tenere il mento alto mentre ci proprio elettorato. diranno che la trattativa, le stragi

Un attentato politico Un attentato mafioso

e i rapporti tra mafia e politica sono cose del passato (e ce lo diranno, oggi più di ieri), mentre ci vorranno convincere che c’è altro da fare. Come è sempre successo un secondo prima di perdere. Di nuovo. Giulio Cavalli

Per modalità, precisione e messaggio criptico più che un attacco della camorra sembra un'aggressione mafiosa quella sferrata contro Città della Scienza, gioiello sorto nel deserto dei suoli dell'ex acciaieria dell'Italsider del quartiere Bagnoli alla periferia Occidentale di Napoli. Era l'unica testimonianza materiale di un progetto di riconversione dell'area, che da vent'anni cerca disperatamente di chiudere la stagione legata al grande impianto produttivo siderurgico e costruire al suo posto un primo tassello di città post-industriale. Dopo il saccheggio della biblioteca dei Girolamini, il rogo di Città della Scienza, rappresenta ancora di più l'incenerimento della cultura, il dissiparsi di un luogo di conoscenza, di formazione per giovani e bambini. Sarà stata la camorra. E' colpa della camorra. Quanti alibi si nascondono dietro questa parola, per classi politiche, dirigenti e cittadini. La camorra è visibile, si combatte lo sanno bene i tanti magistrati e forze dell'ordine impegnati in prima linea. Contro le assenze, il mimetizzarsi, il nascondersi, il disinteressarsi, non si riesce proprio a combattere. Arnaldo Capezzuto La Domenica settimanale

OCCHIELLO OCCHIELLO

Riepilogando... Internet batte tivvù. Tolleranza batte autodafè. Acqua pubblica batte acqua privata. Emilia batte Brianza. Sorridere civilmente batte toccare il culo. Humphrey batte Rambo, e Totò batte on.Trombetta. Sono tutte maggioranze molto larghe, dal cinquanta per cento in su. Il fatto che nessuno se ne accorga (compreso chi ne fa parte) non vuol dire che questa maggioranza non faccia storia. I partiti reali, dell'Italia reale, ora come ora sono questi. Gli altri - tutti gli altri, compresi quelli più nuovi - cercano con fatica di corrergli appresso.

CON I SICILIANI

Tanti giornali liberi in rete e per le strade

PROMEMORIA

Questo foglio

L’idea dei Siciliani giovani è nata (in quest’ultima versione) in una riunione a casa di Giambattista Scidà nell’estate del 2011: fare una rete di testate giovani di base, sia su carta che su web, sviluppare insieme un sito, una rivista pdf e una serie di ebook e, prima o poi, riportare in edicola un giornale ispirato ai Siciliani di Giuseppe Fava. Le testate che hanno aderito Radio Marsala.it (Marsala), finora sono I Cordai, La DaSud (Calabria), Mamma! Periferica e Ucuntu (Catania), Il (Bologna), Antimafia Duemila, Clandestino (Modica), Telejato Liberainformazione, Agoravox. (Partinico), Stampo Antimafioso Il giornale è fatto da Gian Carlo (Milano), Diecieventicinque Caselli, Nando dalla Chiesa, (Bologna), CtZen (Catania), La Giovanni Caruso, Giovanni Domenica Settimanale (Napoli), Abbagnato, Francesco Appari, Generazione Zero (Ragusa), Lorenzo Baldo, Valerio Berra, Nando Benigno, Mauro Biani, Lello Bonaccorso, Paolo Brogi, Luciano Bruno, Anna Bucca, Elio Camilleri, Giulio Cavalli, Arnaldo Capezzuto, Ester Castano, Salvo Catalano,

Ancora questo non è I Siciliani, ma solo un foglio in cui si parla di loro. I Siciliani giovani è in rete da un anno, è presente in una decina di città con una rete di giovani giornalisti che ha pochi eguali in Italia. E allora, come mai non siamo ancora in edicola? Semplice: i soldi. La sottoscrizione è riuscita bene fra i lettori poveri, ma non fra gli amici più titolati: la maggior parte dei quali ci colma generosamente di auguri e lodi, che però tipografi e cartiere tendono a non accettare. Dopo oltre un anno di buon lavoro, sul livello professionale dei Siciliani giovani c’è poco crediamo - da eccepire. In Lombardia come in Sicilia i nostri redattori fanno il loro dovere, scrivono, fanno inchieste, subiscono avvertimenti e querele. Vecchi colleghi e giornalisti nuovi lavorano tranquillamente a questo prodotto collettivo, che ha il suo baricentro nella rete ma che ha bisogno anche dell’edicola come fatto simbolico e di “ritorno in campo” pieno e totale. Perciò abbiamo poco da aggiungere. Sostenete I Siciliani, in quest’ennesima incarnazione della sua lunga storia. E’ un giornale di giovani, è un giornale di profondissime radici. Ne ha bisogno la Sicilia, ne ha bisogno il Paese. Non tradite con la vostra indifferenza coloro che stanno lottando anche per voi.

Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Dario Costantino, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Jack Daniel, Riccardo De Gennaro, Giacomo Di Girolamo,

Rosa Maria Di Natale, Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Paolo Fior, Enrica Frasca, Renato Galasso, Rino Giacalone, Marcella Giammusso, Giuseppe Giustolisi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Bruna Iacopino, Massimiliano Nicosia, Max Guglielmino, Diego Gutkowski, Bruna Iacopino, Margherita Ingoglia, Kanjano, Gaetano Liardo, Sabina Longhitano, Luca Salici, Michela Mancini, Antonio Mazzeo,Martina Mazzeo, Emanuele Midoli, Lu-

DA’ UNA MANO A RIPORTARE IN EDICOLA I SICILIANI: IBAN Banca Etica

ciano Mirone, Pino Maniaci, Attilio Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello Oliva, Riccardo Orioles, Pietro Orsatti, Salvo Perrotta, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Giuseppe Pipitone, Antonio Roccuzzo, Vincenzo Rosa, Luca Rossomando, Giorgio Ruta, Luca Salici, Daniela Sammito, Mario Spada, Sara Spartà, Giuseppe Spina, Miriana Squillaci, Giudrppe Teri, Marilena Teri, Fabio Vita, Salvo Vitale, Chiara Zappalà, Andrea Zolea.

IT 28 B 05018 04600 000000148119 (“Assoc.Culturale I Siciliani Giovani")

oppure C/C 001008725614

(Conto corrente postale Ass.Culturale I Siciliani Giovani,v.Cordai 47 Catania)

I Siciliani giovani, registr.Tribunale Catania n.23/2011 del 20/09/2011, dir.responsabile Riccardo Orioles

Progetto grafico di Piergiorgio Maoloni (da un inedito del 1993)


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