2009 2010
Guida all’Ospitalità Italiana di Qualità
Enna e provincia Alberghi, Ristoranti e Agriturismi
Istituto Nazionale Ricerche Turistiche ISNART
OSPITALITÀ ITALIANA QUALITY APPROVED
indice
introduzione
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informazioni
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da ammirare
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itinerario 1
20
itinerario 2
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feste e sagre
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numeri utili
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elenco strutture
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introduzione Anche per quest'anno la Camera di Commercio presenta la Guida all'Ospitalità Italiana di Qualità nella provincia di Enna. In collaborazione con l'ISNART riproponiamo il progetto, cofinanziato da Unioncamere, che mira a riconoscere ad aziende agrituristiche, alberghiere e della ristorazione il marchio Ospitalità Italiana. Le precedenti edizioni della guida hanno ricevuto unanimi apprezzamenti e soprattutto gradimento per la semplicità e l'immediatezza delle informazioni. Questa edizione conserva tali caratteri ma risulta arricchita nei contenuti per soddisfare le esigenze informative e le curiosità del visitatore più attento ai particolari che il territorio esprime. Proprio tenendo in massima considerazione il visitatore riteniamo utile proporre due itinerari che rappresentano percorsi stradali consigliati per fruire in maniera immediata delle più interessanti bellezze naturali, artistiche e monumentali della provincia. La Camera di Commercio intende così confermare il proprio sostegno alle imprese turistiche che investono in qualità, operando per la piena valorizzazione delle risorse della nostra terra. Risorse, esse sì, di qualità altissima: ambiente, clima, paesaggio, monumenti, beni artistici e archeologici, tradizioni e buona cucina sono il nostro biglietto di presentazione che intendiamo recapitare al visitatore più esigente. Un ospite che non abbia fretta, che voglia vedere e comprendere, non solo guardare. Il nostro impegno è nell'offerta di un'emozione, non semplicemente di un prodotto. Per questo continuiamo a coltivare queste terre, a trasformarne i frutti, a difenderne i beni naturalistici e culturali. Abbiamo impiegato 2000 anni per costruire ciò che oggi offriamo a chi sa apprezzarlo.
Liborio Gulino Presidente della Camera di Commercio di Enna
introduction Once again, the Chamber of Commerce presents the Guide to Quality Italian Hospitality in the province of Enna. In collaboration with Isnart, we repropose the project, partly financed by Unioncamere, which aims to assign the Italian Hospitality endorsement to farm-holiday concerns, hotels and restaurants in the area. The previous editions of the guide received unanimous appreciation and approval above all for the simplicity and immediacy of the information provided. This edition retains these characteristics, but the contents have been further extended to meet the information needs and curiosities of visitors who pay great attention to the smaller details that the territory has to offer. In view of this high consideration we have of those visiting the area, we consider it useful to propose two routes that represent road itineraries which enhance the most interesting natural beauty of the area, and the artistic monuments in the province. The Chamber of Commerce therefore confirms its support for the tourism concerns that invest in quality, working to achieve full exploitation of the resources of our land. Resources, we must say, of very high quality: environment, climate, landscape, monuments, artistic and archaeological findings, traditions and excellent food are the visiting card we intend to hand over to even the most demanding visitor. A guest who is not in a hurry, a guest who wants to watch and understand, not just see in the distance. Our commitment is being able to provide an emotion, not simply a product. This is why we continue to cultivate these lands, transforming its fruits, defending its natural and cultural assets. It took 2000 years to build what we can offer today to those who are able to appreciate it.
Liborio Gulino President of the Chamber of Commerce of Enna
présentation Cette année aussi, la Chambre de Commerce présente le Guide de l'Hospitalité Italienne de Qualité dans la province d’Enna. En collaboration avec l'ISNART, nous proposons de nouvau le projet, cofinancé par Unioncamere, qui vise à accorder à des entreprises agritouristiques, hôtelières et de la restauration la marque Ospitalità Italiana (ndt, Hospitalité Italienne). Les précédentes éditions du guide ont été appréciées à l’unanimité et leur succès a surtout été dû à la simplicité et à l’instantanéité des informations. Cette édition conserve ces caractères mais ses contenus sont enrichis dans le but de satisfaire les exigences d’information et les curiosités du visiteur plus attentif aux détails que le territoire exprime. C’est précisément parce que nous tenons extrêmement compte des exigences du visiteur que nous souhaitons proposer deux itinéraires qui représentent des parcours routiers conseillés pour jouir immédiatement des plus intéressantes beautés naturelles, artistiques et monumentales de la province. La Chambre de Commerce souhaite ainsi confirmer son soutien aux entreprises touristiques qui investissent dans la qualité, œuvrant pour la pleine valorisation des ressources de notre terre. Des ressources d’une très haute qualité : environnement, climat, paysage, monuments, biens artistiques et archéologiques, traditions et bonne cuisine sont notre billet de présentation que nous souhaitons remettre au visiteur le plus exigeant. Un hôte n’étant pas pressé, souhaitant voir et comprendre, et pas seulement regarder. Notre engagement réside dans l’offre d’une émotion, pas simplement d’un produit. C’est pour cela que nous continuons à cultiver ces terres, à en transformer les fruits, à en défendre les biens naturels et culturels. Nous avons mis 2000 ans pour construire ce que nous offrons aujourd’hui à ceux qui savent l'apprécier.
Liborio Gulino Président de la Chambre de Commerce d’Enna
antrittsrede Auch dieses Jahr präsentiert die Handelskammer den Gastfreundlichkeitsführer der italienischen Qualität der Provinz von Enna. In Zusammenarbeit mit der ISNART schlagen wir Ihnen erneut das Projekt vor, ko-finanziert von der Unioncamere, welche damit bezwecken will den Agritourismusunternehmen, Hotels, Pensionen und Restaurants die Marke der italienischen Gastfreudschaft, anzuerkennen. Die vorherigen Editionen des Führers haben einhellige Wertschätzungen erhalten und vor allem das Wohlgefallen durch seine Einfachheit und Unmittelbarkeit der Informationen. Diese Edition beinhaltet diese Eigenschaften, erscheint jedoch verbessert durch die Inhalte zu sein, um vor allem die Informationsbedürfnisse und Kuriositäten unserer Besucher zu zeigen, die sehr aufmerksam gegenüber Details sind, welches unser Land ausdrücken kann. Nachdem wir besonders auf unsere Besucher achten, glauben wir, dass es notwendig ist zwei Reiserouten vorzuschlagen, welche empfohlene Strassenrouten darstellen, um sofort die Schönheiten der Natur, Kunst und Monumente der Provinz zu geniessen. Die Handelskammer versucht somit seine Unterstützung gegenüber den Tourismusunternehmen zu bestätigen, welche in Qualität investieren und mit der vollen Aufwertung der Ressourcen unseres Landes wirken. Ressourcen mit hoher Qualität: Umwelt, Klima, Landschaft, Monumente, Kunst- und Archäologische Güter, Traditionen und gute Küche sind unsere Präsentationsvisitenkarte, welches wir versuche an unsere besonders anspruchsvollen Besucher abzugeben. Ein Besucher der nicht in Eile ist, welcher sehen und verstehen will, und nicht nur betrachten. Unser Engagement ist das Angebot einer Gemütsbewegung und nicht nur ein einfaches Produkt. Deshalb setzen wir damit fort unser Land zu kultivieren, die Früchte weiterzuentwickeln und die Natur- und Kunstgüter zu verteidigen. Wir haben 2000 Jahre dafür gebrauch um das aufzubauen, dass wir nun, an jene die es würdigen können, anbieten.
Liborio Gulino Präsident der Wirtschaftskammer von Enna
Comuni con strutture certificate OspitalitĂ Italiana
informazioni COME RAGGIUNGERE ENNA In aereo L’aeroporto più vicino è il Fontanarossa di Catania, situato a circa 70 Km da Enna. Dallo stesso si effettuano collegamenti quotidiani con tutte le principali località italiane ed internazionali.
In auto Enna è attraversata dalla Autostrada A19 che collega Palermo con Catania. Detta autostrada è a due corsie, oltre la corsia di emergenza in entrambi i sensi di marcia, e non prevede pagamento di pedaggio autostradale. Un collegamento stradale diretto tra Enna e Catania è quello della strada statale S.S. 192.
In treno La Stazione di Enna è una stazione ferroviaria intermedia della linea ferroviaria Catania - Palermo.
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da ammirare ENNA Chiamata Castrogiovanni dal tempo della dominazione araba, la città nel 1927, elevata da appena un anno al rango di capoluogo di provincia, riprese il nome di Enna con cui era stata nota sin dalla fondazione, risalente a tempi così remoti da sconfinare nel mito. Fu considerata, difatti, dimora della dea Cerere e scenario del ratto di sua figlia Proserpina compiuto da Plutone, favola ampiamente celebrata dagli antichi autori, poetica metafora della coltivazione del grano e dei ritmi stagionali. Definita per la sua posizione baricentrica “ombelico della Sicilia” e per la sua imprendibilità “città inespugnabile”, requisiti strategici apprezzati dai vari dominatori di turno, Castello di Lombardia
Enna fu protagonista di vicende storiche importanti vissute all’ombra dell’imponente medievale Castello di Lombardia, munito un tempo di ben venti torri; della solitaria Torre di Federico, poderosa struttura adibita anche a luogo di delizie; del duomo trecentesco, impreziosito dalle tele di Guglielmo Borremans e di Filippo Paladini, dagli intagli di soffitti e stalli lignei, da stucchi e marmi barocchi, dal tesoro della Madonna stupefacente per la corona di gemme e smalti e per la gran quantità di monili preziosissimi. Chiese turrite ed eleganti dimore patrizie svettano sul mare di tetti di case pittorescamente sparse a grappoli sulle pendici o affacciate su ariose piazze alberate o su serpeggianti vicoli punteggiati di “bagli” raccolti, ripide scalette, grotte preistoriche. Sono gli angoli più suggestivi di questa città che col suo miscuglio di antico e moderno si stende sull’alta cima del monte omonimo, da dove, come da un panoramico balcone, l’occhio spazia sulla circostante catena degli Erei cosparsi di antichi borghi e sulla maestosa mole dell’Etna, quasi sempre innevata e fumante.
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da ammirare IN PROVINCIA AGIRA Adagiata sul pendio di un colle dominato dai suggestivi ruderi di un castello forse già esistente ai tempi degli arabi, Agira sorge sul luogo della sicula Agyrion, fiorente già nel secolo XII a.C., come rivela il mito di Ercole, che vi soggiornò, e come attesta lo storico Diodoro Siculo, che vi nacque neI I secolo a. C. e ce ne tramandò notizie nella sua Biblioteca storica. Il centro urbano si distingue per il fitto intrico di vicoli e cortili di evidente origine islamica e per le numerose chiese ricche di opere d’arte tra cui spiccano due croci dipinte sulle due facce, statue lignee policrome, grandi quadri, un baculo e una mitria vescovili tempestati di pietre preziose e smalti e un pregevole “portale aragonese” che solo di recente è stato identificato come un “aron” ebraico, considerato eccezionale sia per la vetustà sia per la inconsueta caratteristica connessa alla fissità architettonica. Agira è rinomata per la produzione di dolci tipici detti “cassatelle” e per il presepe vivente che vivacizza il periodo natalizio.
AIDONE Situata in posizione amena e panoramica presso i maestosi ruderi della città ellenistica di Morgantina portati alla luce in questi ultimi decenni, Aidone, che esisteva già in periodo arabo, registrò un incremento demografico e urbanistico per merito delle popolazioni venute al seguito dei normanni, di cui ancora conserva la caratteristica parlata “gallo-italica”. Ai loro tempi risalgono alcune strutture della chiesa di Santa Maria la Cava, dove si venera San Filippo Apostolo, che a maggio attira folle di devoti venuti a piedi anche da molto lontano per onorarne il simulacro. La cittadina possiede chiese adorne di poderosi campanili e facciate decorate da bugne “a punta di diamante” dove si conservano paramenti, reliquiari e altri pregevoli manufatti d’arte e un Museo Archeologico Regionale, ospitato in un ex convento cappuccino, dove sono esposti i reperti rinvenuti a Morgantina. Nel periodo pasquale ad Aidone si svolge un movimentato spettacolo di peculiare devozione popolare incentrato sulla singolare presenza dei “Santuna”, grandi statue di cartapesta che raffigurano gli Apostoli impegnati per le vie cittadine nell’affannosa ricerca di Cristo.
ASSORO Assoro, la cui antichità è testimoniata dalle citazioni di Diodoro, Cicerone, Plinio, è posta in soleggiata posizione su un fianco del Monte Stella, lambito dal fiume Crisa, divinizzato dagli antichi abitanti, e frequentato da Dafni, il mitico cantore bucolico. Sulla sua cima restano i ruderi d’un castello, esistente al tempo degli arabi e poi divenuto dimora dei feudatari del paese, prima i detestati conti degli Uberti e poi i benvoluti principi Valguarnera, che dotarono le chiese cittadine di opere d’arte, collocando i loro monumenti funebri in alcune di esse, tra cui, notevole fra tutte per maestosità, quella dedicata a San Leone papa che, risalente al XII secolo, fu sede di priorato benedettino fino al 1493 e quindi Matrice, decorata del titolo di basilica dal 1499 e fornita di Collegiata nel 1684. L’insigne monumento, sottoposto a numerosi rimaneggiamenti, in una gradevole mescolanza di stili presenta affiancati a portali, volte e archi gotici, un raro esempio di soffitto ligneo dipinto e colonne tortili barocche rivestite di floreali decori di stucco e custodisce croci dipinte, una monumentale ancona marmorea gaginesca, pregevoli tele, statue lignee e una preziosa croce argentea cinquecentesca. Con cadenza pluriennale, per la festa di San Giuseppe si rappresenta La fuga in Egitto, una rievocazione dell’episodio evangelico basata su testi dei secoli scorsi.
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da ammirare BARRAFRANCA Nota in epoca normanna col nome di Convicino, del cui castello restano labilissime tracce, la cittadina prese la denominazione attuale nel XVI secolo quando la famiglia feudataria dei Barresi ne favorì lo sviluppo conferendole l’impianto urbanistico ortogonale tipico delle città di nuova fondazione. Edifici notevoli sono la Chiesa Madre del XVIII secolo, adorna di stucchi, affreschi e tele, e la chiesa dell’Itria, che conserva un’Annunziata ritenuta opera del pittore calabrese Mattia Preti (1613-1699). Barrafranca si segnala nel settore delle tradizioni popolari per la processione del Venerdì Santo durante la quale “u trunu”, una particolare impalcatura, è condotta per le vie cittadine tra ali di folla e per la rottura dei “pignatuna” che si svolge la domenica di Carnevale nell’ambito di un corteo di fanti, dame e cavalieri che in costumi spagnoleggianti vanno decantando in scherzosi versi vernacolari i pregi e difetti d’ogni singolo mese. In campo architettonico, invece, è singolare nella sua unicità la presenza di una serie di botteghe, dette “putieddi”, che si affacciano sulla strada inglobando nell’apertura d’ingresso il banco di vendita.
CALASCIBETTA Pur sorgendo in un territorio che conobbe remote frequentazioni, testimoniate dalla presenza di varie aree archeologiche, tra cui le necropoli di Realmese e Malpasso, nel suo assetto attuale Calascibetta, come rivela il nome, risale al periodo arabo, anche se furono i normanni, consci della sua importanza strategica, a valorizzarla ed ampliarla, dotandola di fortificazioni di cui restano diverse tracce. Dichiarata “città demaniale” col titolo di “Vittoriosa” , fu cara ai sovrani aragonesi, (in particolare a re Pietro II che vi nacque e morì), i quali le conferirono il privilegio di essere sede di cappella palatina, motivo di arricchimento di opere d’arte (statue, tele, reliquiari, arredi sacri…) per le varie chiese, tra cui le principali, intitolate l’una a Maria Assunta e l’altra a San Pietro. Dei vari complessi monastici il più degno di menzione è il convento dei cappuccini per la presenza di una Epifania dipinta da Filippo Paladini nel 1613. Il periodo pasquale è vivacizzato da coinvolgenti manifestazioni tradizionali che rievocano particolari momenti della Passione di Cristo. A Calascibetta ebbe i natali Agatino Daidone, un celebre cartografo, matematico, architetto settecentesco.
CATENANUOVA E’ un centro abitato fondato fra il 1727 e il 1732 come espansione di un preesistente piccolo borgo chiamato Melinventre, frequentato punto d’incontro di antiche vie situato in un feudo appartenente alla principessa Anna Maria Statella e Paternò, il cui figlio Andrea Giuseppe Riggio e Statella promosse l’edi- ficazione del paese dandogli il nome di Catenanuova a ricordo della signoria che la sua famiglia aveva sul possedimento di Aci Catena, ubicato alle falde dell’Etna. Il fondatore dotò il paese dei primi e più importanti edifici, tra cui la Chiesa Madre dedicata a San Giuseppe, dove si venera la statua di San Prospero, proclamato patrono di questa cittadina che è circondata da un territorio per lo più pianeggiante, ricco di campi di grano, attraversato dal fiume Simeto e punteggiato di masserie. Nei suoi confini sorgono una antica locanda, ovvero il fondaco Cuba, edificata lungo la strada che congiungeva Catania ai paesi dell’entroterra e proseguiva fino a Palermo, percorsa un tempo da tanti mercanti e viaggiatori, che in essa trovavano ristoro e alloggio, tra cui i più illustri sono stati, nel corso del ‘700, Vittorio Amedeo II di Savoia, da poco divenuto re di Sicilia, e il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, che di quel soggiorno lasciò notizia nel suo celebre libro Viaggio in Italia.
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da ammirare CENTURIPE Tra i centri abitati dell’ennese è uno dei più antichi, denominato “Kentoripa” e divenuto, anche per la sua posizione di controllo sulle fertili valli attraversate dai fiumi Salso, Dittaino e Simeto, un importante protagonista nelle vicende che legarono la Sicilia alla colonizzazione greca e alla dominazione dei Romani, sotto cui visse, per gli amichevoli rapporti intrattenuti, un sereno periodo di vivacità artistica e floridezza economica, legate al commercio dei manufatti ceramici realizzati nelle sue fiorenti botteghe e dei prodotti cerealicoli provenienti dal suo ubertoso territorio. Il fasto della cittadina cessò con Federicò II di Svevia, che nel 1232 la punì di una ribellione distruggendola e deportandone gli abitanti altrove, la maggior parte ad Augusta. Col nome di Centuripe, in passato volgarizzato in Centorbi, risorse nel 1548 per iniziativa di Francesco Moncada, conte di Adernò (odierna Adrano), e da allora andò assumendo un curioso sviluppo urbanistico “a tentacoli”, condizionato dalla singolare ubicazione su creste collinari, pittorescamente sovrastate dalla mole dell’Etna. Rilevanti sono: la Chiesa Madre, dedicata all’Immacolata ed elevata in stile barocco, peraltro sobrio; il Museo Archeologico, che custodisce circa tremila reperti (teste e busti marmorei, figurine fittili, vasi…), testimonianza di uno splendido passato; i ruderi di edifici d’epoca ellenistica e romano-imperiale (un ninfeo, gli Augustales, la cosiddetta Dogana, un mausoleo impropriamente chiamato Castello di Corradino).
CERAMI Inclusa nel Parco naturale regionale dei Nebrodi, Cerami, situata in un territorio che conserva tracce di remote frequentazioni, fiorisce al tempo dei Normanni che nei suoi pressi in una battaglia decisiva sconfissero gli Arabi subentrando loro nel predominio sull’Isola. I nuovi Veduta di Cerami
conquistatori vi costruirono un castello, ora diruto, dando inizio ad un intenso sviluppo che permette alla cittadina di dotarsi di vari edifici sacri: la chiesa di Maria SS. del Carmelo, custode del Crocifisso ligneo scolpito dal secentesco frate Umile da Petralia; la chiesa di Sant’Antonio, caratterizzata da un bel portale del ‘600; la Chiesa Madre, dedicata a S. Ambrogio, la cui venerazione è indizio di legame con quelle popolazioni dell’Italia del Nord venute al se-
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da ammirare guito dei Normanni; la chiesa di San Sebastiano; l’abbazia di San Benedetto, che risale al XII secolo e custodisce il quadro dell’Assunta dipinto nell’800 da Giuseppe Rapisardi. Chiesa di San Sebastiano
GAGLIANO CASTELFERRATO Addossata a pittoresche sporgenze rocciose, ricche di vestigia di necropoli, testimonianza dell’esistenza di antichi insediamenti, la cittadina vive un periodo di risveglio sotto gli arabi, che lasciano la loro impronta nel tipico groviglio di vicoli e cortili e nei resti di un castello scavato nella roccia. Coi Normanni l’epoca di floridezza si mantiene e continua ancora dopo, come prova la costruzione trecentesca della Chiesa Madre, intitolata al patrono San Cataldo, provvista di un campanile sovrastato da una cuspide di variopinte mattonelle maiolicate, impreziosita da un soffitto ligneo adorno di decori pittorici, illeggiadrita da una facciata ricca di motivi rinascimentali scaturiti dalle modifi- che apportate verso la fine del ‘500. Il sacro edificio possiede una interessante raccolta di antichi volumi, pregevoli opere lignee (un coro del XVIII secolo ed una statua, più antica, del santo eponimo), un tabernacolo marmoreo di fattura gaginesca ed altri manufatti artistici. La Chiesa di Santa Maria del Gesù conserva invece il ben noto Crocifisso ligneo del secentesco frate Umile da Petralia.
LEONFORTE E’ un popoloso centro fondato agli inizi del ‘600 dal principe Nicolò Placido Branciforte, che vi costruì una sontuosa dimora, formata di 365 stanze, dove nel 1714 Vittorio Amedeo di Savoia, da poco nominato re di Sicilia, fu ospitato con tutto il suo seguito. All’intraprendente aristocratico si devono la scenografica Gran Fonte, fornita di ben 24 “cannola” e diventata quasi un “simbolo” civico oltre che un suggestivo richiamo turistico; la vicina leggiadra Fontana delle Ninfe e vari edifici tra cui il convento e la chiesa dei Cappuccini, che conserva i monumenti funebri del fondatore e della consorte prin-
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da ammirare cipessa Caterina e la tela raffigurante l’Elezione di Mattia all’apostolato, pregevolissima opera dell’artista secentesco Pietro Novelli, detto il Monrealese. Pure degni di nota sono la chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista, dove interventi di varie epoche hanno lasciato l’impronta di stili diversi, con predominanza del barocco, e il nucleo urbano più antico, sviluppatosi attorno all’attuale Piazza Margherita, dalla singolare pianta “circolare”, e dotato di eleganti dimore patrizie e sacri edifici, tra cui sono rimarchevoli Villa Bonsignore e Palazzo Carella e le chiese di Santa Croce, della Mercede, di Santo Stefano e, tacendo delle altre, quella di San Giuseppe, che custodisce affreschi attribuiti a Guglielmo Borremans illustranti episodi della vita del Santo, nella cui ricorrenza festiva i leonfortesi allestiscono le “tavolate”, ricolme di pane d’ogni foggia, dolci, frutta, vivande, obbedendo ad una devozione antica che per le sue peculiarità richiama folle di visitatori. Leonforte è rinomata per la produzione delle tipiche pesche e della “fava larga”.
NICOSIA Ben nota ai tempi bizantini e arabi, divenne fiorente coi normanni che la popolarono di genti “lombarde”, più precisamente monferrine e liguri, di cui conserva ancora il ricordo nel tipico dialetto, Nicosia si stende su quattro alture rocciose che movimentano pittorescamente il suo tessuto urbano, ricco di chiese e palazzi baronali. Importante città demaniale del Viceregno spagnolo e patria di letterati, artisti e santi, la città tra l’altro conserva, a ricordo d’uno splendido passato, un eccezionale quattrocentesco soffitto ligneo dipinto, vanto della chiesa di San Nicola, cattedrale dal 1816, pure doviziosa di Nicosia, Riserva Campanito
tele di celebri artisti (Giuseppe de Ribera, Giuseppe Velasco…), di un Crocifisso di fra Umile da Petralia, di affreschi, cori lignei, statue e paramenti. La città custodisce pure un’imponente ancona di Antonello Gagini e un Crocifisso in “cartone romano” nella basilica di Santa Maria Maggiore; un vasto ciclo di affreschi di Guglielmo Borremans nella Chiesa di San Vincenzo Ferreri; una grandiosa pala di Gaspare Bazzano, lo Zoppo di Gangi, nella chiesa dei cappuccini. La città è rinomata per alcuni piatti tipici della sua apprezzata gastronomia, per l’amenità del paesaggio, per manifestazioni tradizionali varie, capaci di soddisfare turisti appassionati d’arte, di folclore e della buona tavola.
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da ammirare NISSORIA Anche se nei suoi dintorni permangono diffuse tracce di antichi insediamenti abitativi, forse riconducibili alla Nysura citata nel VII secolo d. C. da un anonimo geografo ravennate, Nissoria è una cittadina di recente fondazione, sorta a metà Settecento per opera del principe Francesco Rodrigo Moncada Ventimiglia Aragona, principe di Paternò, che in un suo feudo, dove esisteva già un borgo protetto da una torre, di cui rimane traccia nella toponomastica, la edi- ficò secondo un caratteristico impianto “a scacchiera” che trova il suo fulcro nell’incrocio delle due strade principali, oggi denominato Piazza Garibaldi. Nel ben ordinato tessuto urbano, vicino all’antico palazzo signorile della cui struttura originaria resta ben poco, sorge la chiesa di San Giuseppe, patrono del paese in sostituzione di San Gregorio armeno dal 1855, dove si conservano ampi affreschi eseguiti da Elio Romano, celebre pittore dei nostri tempi, e opere d’arte realizzate in epoche passate, tra cui un quadro del precedente santo protettore. E’ recente l’allestimento di un Museo etno-antropologico dove è testimoniata la civiltà contadina locale con l’esposizione di attrezzi agricoli legati al ciclo del grano, del vino e dell’olio; con la “riproduzione” fedele di ambienti domestici arredati con suppellettili d’epoca; con la rievocazione delle usanze religiose, dell’attività pastorizia e dei mestieri artigianali ottenuta con la mostra dei più pertinenti e tipici manufatti. In periodo pasquale si svolge la “Processione delle palme”, resa caratteristica dalla partecipazione di tredici bambini che recitano episodi del Vangelo.
PIAZZA ARMERINA Al centro di un territorio che per la sua fertilità sin dai tempi più antichi favorì il sorgere di numerosi e importanti insediamenti abitativi, testimoniati dagli scavi archeologici e soprattutto dalle vestigia della Villa Romana del Casale, celebre per i suoi cicli musivi, Piazza Armerina acquista maggiore floridezza al tempo degli Arabi, di cui fu “un ben munito fortilizio”, che i Normanni, tra distruzioni punitive e riedificazioni strategiche, trasformarono in un operoso centro di genti “lombarde”, la cui influenza è rintracciabile nel dialetto galloitalico ancora parlato. La sua importanza fu riconosciuta dai sovrani svevi e aragonesi, che le assegnarono il ruolo di città demaniale col titolo ben meritato di “Opulentissima” connesso alla feracità delle sue contrade, fonte per secoli di benessere economico, di vivacità culturale e di profusione di opere d’arte, sparse nelle dimore patrizie, nei complessi monastici, nelle chiese. Tra gli edifici sacri primeggiano la Basilica Cattedrale, dalle vicende costruttive complesse, durate dalla fine del ‘500 al Settecento, che le hanno impresso una gradevole varietà di stili e lasciato una gran dovizia di opere d’arte rappresentate da un pregevole Crocifisso dipinto, altari marmorei, stalli lignei, tele grandiose, come l’Assunzione di Filippo Paladini o il Martirio di Sant’Agata di Jacopo Ligozzi, paramenti liturgici preziosi, rare icone, paliotti multicolori; la chiesa di San Giovanni Evangelista, fiera degli affreschi di Guglielmo Borremans, e quelle di San Pietro, pantheon cittadino, di Sant’Andrea, che con la Commenda rievoca un passato nobilitato dagli Ordini cavallereschi, dei Gesuiti e dei Teatini, in passato validi veicoli di aggiornamenti culturali… Piazza Armerina è meta di turisti attirati dai mosaici romani ma pure da specialità gastronomiche e da suggestive manifestazioni, come il ferragostano “Palio dei Normanni”.
PIETRAPERZIA L’attuale Pietraperzia si è sviluppata attorno ad un castello che era il fulcro di un borgo medievale, dai Normanni al loro arrivo trovato già prospero, ubicato com’era tra fertili campagne percorse da trafficate vie di comunicazione. La cittadina fu signoria feudale delle nobili famiglie dei Barresi e dei Branciforte che con la loro raffinata cultura e largo mece-
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da ammirare natismo le assicurarono momenti di notevole floridezza, come attestano gli ambienti superstiti della sontuosa dimora patrizia castellana, il cinquecentesco Palazzo del Governatore, le chiese del Rosario e di Santa Maria di Gesù e soprattutto la Chiesa Madre che ospita sculture gaginesche e una pregevole tela del pittore manierista toscano Filippo Paladini raffigurante la Madonna con Santi. La chiesa, inoltre, conserva sarcofagi di rilevante interesse storico-artistico in cui riposano le spoglie di alcuni personaggi appartenenti alle famiglie feudatarie, tra cui Dorotea Barresi, che si imparentò coi sovrani spagnoli e fu loro Viceregina nel reame napoletano. Sotto l’aspetto delle tradizioni popolari, Pietraperzia è rinomata per la suggestiva rarità della straordinaria processione che si svolge il Venerdì Santo in onore del Crocifisso, comunemente noto come “u Signuri di li fasci”.
REGALBUTO La denominazione della cittadina ne indica già le origini saracene, confermate dal tipico viluppo di cortili e vicoli che connota ancora il nucleo urbano più antico, a dispetto dei gravi danni subiti nel 1261 a seguito del lungo e aspro dissidio esistente con la vicina Centuripe, ai quali pose rimedio quasi subito il provvido intervento di Manfredi di Svevia. Il tessuto urbano è costellato da dimore signorili e soprattutto da edifici sacri che nella maggior parte oggi mostrano i segni dei rimaneggiamenti subiti nel corso del Settecento ed evidenziati dalle eleganti linee barocche che li connotano. Ne sono un eloquente esempio la chiesa di Santa Maria della Croce e la Chiesa Madre, dedicata a San Basilio, dove si conserva la statua di San Vito realizzata dallo scultore Giuseppe Picano. Nel territorio di Regalbuto rientra il Lago Pozzillo, pittoresco e ameno, destinato a diventare, con le sue attrattive naturali e ambientali, il punto nevralgico di un progetto di sviluppo turistico di ampio respiro noto come “Parco tematico”.
SPERLINGA Sperlinga è un borgo tra i più caratteristici dell’isola, cresciuto attorno ad un castello reso straordinariamente pittoresco dal fatto di essere in gran parte scavato nella roccia, Sperlinga, il Castello
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da ammirare così come le dimore vicine, vere e proprie spelonche che con la loro presenza spiegano il toponimo del luogo. Da diversi anni non più abitate, esse ora, assieme ad alcuni ambienti rupestri del maniero, formano un caratteristico Museo etno-antropologico in cui si possono ammirare non solo attrezzi contadini e suppellettili domestiche in ben ordinata esposizione ma pure, in determinati periodi, alcune donne intente a tessere su antichi telai variopinte “frazzate”, rustici tappeti di stoffa appartenenti alla tradizione locale. Sperlinga, che è nota anche per il peculiare dialetto gallo-italico che tuttora vi si parla, con il suo castello svolse in passato un importante ruolo difensivo, sfruttato particolarmente da Federico II di Svevia che ne rinforzò le strutture, entro cui, caso unico in tutta la Sicilia, trovarono rifugio le truppe angioine destinate al massacro conseguente alla rivolta dei Vespri del 1282. L’episodio, ricordato anche nei versi di Torquato Tasso, è immortalato nella scritta “Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit” incisa su uno dei portali che introducono al castello, tra le cui mura sorgeva la dimora patrizia ed una chiesa trasformata in sala per convegni a seguito dei restauri che hanno interessato l’intero complesso castellano, un’attrattiva turistica di accattivante richiamo accentuato da un corteo storico e da una “Sagra del Tortone” (dolce della tradizione locale confezionato con ingredienti semplicissimi e genuini e aromatizzato alla cannella) che si svolgono nei suoi pressi nel periodo ferragostano.
TROINA Fu una delle più importanti città demaniali della Sicilia, decorata del titolo di “Vetustissima” che attesta le sue origini così antiche da proporne l’identificazione con i siti di “Enghion” e di “Herbita”, celebri presso gli storici d’un tempo ma a tutt’oggi rimasti di ubicazione Troina, diga Ancipa
incerta, resa comunque probabile dai rinvenimenti archeologici sparsi nel territorio, prova tuttavia sicura di una sua remota e lunga vitalità. La naturale vocazione strategica della città si rivelò per i Normanni decisiva nella loro opera di conquista, tanto che appena im-
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da ammirare padronitisi dell’isola in essa posero dal 1082 al 1096 la sede della prima diocesi siciliana, il cui ricordo resta nella chiesa, antica cattedrale, di Maria SS. Assunta che, rimaneggiata nei secoli, oggi si presenta separata dall’attigua chiesa quattrocentesca di San Giorgio da un poderoso campanile, creando una singolare quinta architettonica urbana. Proprio nella chiesa dell’Assunta sono custoditi varie opere d’arte, tra cui il fercolo argenteo di San Silvestro, un altare gaginesco, un Crocifisso del 1512, un paliotto di stoffa. Altri edifici notevoli sono la chiesa di San Silvestro e i conventi degli agostiniani e dei carmelitani, testimonianza del fervore religioso locale, che ancora oggi mantiene in vita una straordinaria manifestazione di devozione popolare: la festa dell’alloro. Essa si svolge in primavera ed è collegabile a ritualità pagane miranti a celebrare il risveglio della natura che si veri- fica in questa stagione. A Troina ha sede l’Oasi Maria Santissima, un attivo e prestigioso centro di ricerca, di cure e di studi, noto in tutto il mondo.
VALGUARNERA E’ un’operosa cittadina sorta agli inizi del ‘600 per merito del conte di Assoro, Francesco Valguarnera, che ottenne dai sovrani spagnoli la “licentia populandi”, ovvero l’autorizzazione a fondare un nuovo borgo, cui diede il nome della sua casata, ma che è stato a lungo popolarmente più noto come Caropepe, denominazione derivata dal nome del feudo in cui si sviluppò. I dintorni con la loro ricchezza di siti archeologici testimoniano l’antica frequentazione di questo centro abitato che condivide con le città fondate in quegli anni il tipico impianto urbanistico “a scacchiera”, in cui spiccava un castello, dimora dei Valguarnera, per l’occasione insigniti del titolo principesco, del quale resta però solo il ricordo a causa di una demolizione dettata dalla sconsiderata necessità di far posto a moderni edifici. Fra le antiche costruzioni emerge la Chiesa Madre, dedicata a San Cristofero, adorna di varie opere d’arte, tra cui antiche statue e tele e le pitture degli artisti calatini ottocenteschi Vaccaro e del contemporaneo Mario Barberis, segnali di fervore religioso ma pure sintomo della floridezza che il paese ha conosciuto, alimentata dall’ attività delle numerose miniere di zolfo, dalle variegate produzioni agricole, dall’intraprendenza di tanti vivaci e innovativi operatori commerciali.
VILLAROSA Tra le città ennesi di recente fondazione Villarosa è una delle più nuove, sorta nel 1762 ad opera del duca Placido Notarbartolo che per edificarla ne affidò l’impianto urbanistico a Rosa Ciotti, più nota come pittrice, che lo progettò adottando il classico schema viario ortogonale irradiantesi da una “croce di strade”, destinata a diventare il perno del centro abitato. Oggi denominata Piazza Vittorio Emanuele, essa è un ampio spazio concepito a pianta ottagonale sul quale prospettano, dallo stesso lato, la Chiesa Madre e il Palazzo Ducale, costruiti vicini a rappresentare la inscindibile compresenza del potere ecclesiastico e laico. Il tempio, dedicato a San Giacomo, a cui in un primo tempo era stato intitolato il paese perpetuando la denominazione di un piccolo borgo preesistente sito nel feudo Bubunetto, è preceduto da una scenografica scalinata e custodisce, oltre a paramenti e suppellettili sacri di vario genere, le ottocentesche tele dei pittori Bufera. Nel territorio di Villarosa ricade l’ameno Lago Morello, circondato da fertili campagne, in alcuni tratti rese brulle dalle miniere di zolfo da anni dismesse ma che un tempo erano attive in gran numero, dando rilevante impulso economico alla cittadina, ora dedita ad altre iniziative imprenditoriali, incapaci tuttavia a frenare il flusso migratorio, peraltro comune a tanti altri centri isolani.
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ITINERARIO VILLADORO, SPERLINGA, NICOSIA, CERAMI, TROÌNA, GAGLIANO CASTELFERRATO, AGIRA, REGALBUTO, CENTURIPE, CATENANUOVA
Sperlinga
Partenza dallo svincolo di Enna della A19 PA-CT, della SS 121 in direzione di Leonforte, prima sosta a Villadoro, fondata dai marchesi d'Onofrio di Villadoro. Con un impianto urbanistico seicentesco ad assi ortogonali si dispone lungo un asse longitudinale sul quale si apre una piazza circolare. Interessante la scalinata prospicente. Continuazione in direzione di Nicosia, passaggio sulla vallata del Salso Cimarosa con visione sul paesaggio del Flysch numidico (rocce sedimentarie originate in ambiente marino, alcune delle quali abitate in epoca medievale) e sulla vasta querceta del Bosco di Sperlinga. Al bivio sulla SS 120 dell'Etna e delle Madonie, proseguire in direzione di Sperlinga. Visita del borgo medievale, con le case ipogee scavate nella roccia quarzarenitica ed oggi adibite a museo etnografico. Visita del Castello medievale, oggi restaurato e custodito. Di nuovo in direzione di Nicosia, visita al centro storico famoso per i tanti palazzi baronali e ancora in gran parte conservato nel suo aspetto medievale e rinascimentale.
SAGRA DEL TORTONE La Sagra del Tortone, istituita nel 1982, in occasione del 7° centenario della guerra detta dei "Vespri Siciliani", non è altro che la trasposizione in chiave rievocativa, della vita che per secoli si protrasse nel chiuso delle grotte, antiche abitazioni del borgo rupestre. L'evento ricordato è l'assedio tenuto dalle truppe siciliane alla guarnigione francese accolta dal popolo di Sperlinga che, forse per la comune origine transalpina, difese i pochi militari sino ad ottenere una resa onorevole. Il momento principale della festa è rappresentato dal Corteo storico al quale partecipano oltre 25 Comuni della Sicilia con la propria Dama. Alla fine della manifestazione medioevale arriva il momento della consumazione del "Tortone" dolce tipico della città che da il nome alla Sagra. Dalla strada di ingresso alla città, ricca di bancarelle e venditori, si accede all'area storica, dove su antichi banchi di mercanti vengono offerti prodotti artigianali locali. In una piazzetta illuminata dalla tenue luce di fiaccole, maestri d'armi ed artisti di strada in costume d'epoca, inscenano gesta eroiche narrate da una voce antica. La manifestazione è occasione anche per la valorizzazione dello studio del dialetto Gallo-Italico. A conclusione dell'evento viene eletta la Dama delle Terre Gallo-Italiche. Il 16 agosto.
Pezzo forte la Cattedrale che custodisce un tetto ligneo dipinto di notevole pregio artistico. Grande è la suggestione che deriva dalla particolare struttura urbanistica della città, scenograficamente disposta sui colli rocciosi del Castello, del Salvatore, di Monteoliveto e dei Cappuccini. Al notevole fascino del suo centro storico, Nicosia unisce la bellezza delle campagne che la circondano. La cornice naturale che si caratterizza per la varietà del paesaggio è quella rac-
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ITINERARIO chiusa nelle R. N. O. dei monti Campanito-Sambughetti e del Monte Altesina. Imboccando la SS 117 per Mistretta, fra i boschi naturali di faggi, frassini querce si raggiunge la vasta riserva dei monti Samburghetti-Campanito. Qui si estendono una delle faggete più meridionali del mondo e, ai piedi della svettante Rocca Campanito, i piccoli laghetti di montagna.
RISERVA NATURALE ORIENTATA DEI MONTI SAMBUGHETTI-CAMPANITO Con l’estensione di oltre 2300 ettari ricadenti nei Comuni di Nicosia e Cerami dal 2000 la Riserva Naturale Orientata dei Monti SambughettiCampanito è la più grande area protetta della provincia di Enna. La riserva ha il principale scopo di «conservare e tutelare un importante relitto di faggeta infatti il Bosco della Giumenta è la zona di maggiore interesse naturalistico e che ricopre i monti Sambughetti dai 1350 metri in su. La riserva, oltre la faggeta, presenta altre zone di interesse e caratteristiche naturalistiche di grande fascino: i laghetti del Monte Campanito, la sughereta del monte Coniglio e i pascoli di San Martino. All’interno della riserva è possibile seguire sentieri e “trazzere” che consentono di osservare da vicino i resti di un acquedotto medioevale (a Piano della Chiesa),un abbeveratoio risalente al 1790,diverse grotte scavate nella roccia,in passato adibite ad abitazione di contadini e pastori. Diversificata la gamma di specie che gli amanti della flora potranno ammirare. Oltre ai faggi, a quote più basse aceri, cerri e roverella. Le piante che caratterizzano il sottobosco sono: la rosa canina, il rovo,l’agrifoglio, il biancospino. Nelle zone più alte e difficili da raggiungere si può osservare il volo del gheppio, poiana della beccaccia, della capinera, del corvo. Nella zona lacustre vivono la testuggine palustre e la rana verde. Mentre il bosco ospita una ricca fauna con rari esemplari di martora e gatto selvatico.
Cerami
Dal Campanito si torna sulla SS 120 in direzione di Cerami, antichissimo centro con testimonianze risalenti almeno all’età del bronzo. Oggi Cerami è un borgo montano con circa 2000 abitanti, caratterizzato da una parte antica che tradisce il tessuto insediativo primitivo, con stradine contorte e impervie ed i resti del Castello dei Baroni Rosso posto alla cima del borgo stesso.
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ITINERARIO Interessanti la Chiesa Madre dedicata a S.Ambrogio, del XVI secolo che conserva una statua della Madonna col bambino, opera del Gagini, la Chiesa della Madonna del Carmelo di gusto Gotico e la chiesa dell'Abazia che racchiude un quadro della Madonna di fattura bizantina.
MADONNA DELLA LAVINA Poco distante dal centro abitato di Cerami, in una suggestiva valle ricca di verde, sorge la Chiesa della "Madonna della Lavina". Nella Chiesa è custodita una sacra immagine della Madonna col Bambino, dipinta ad olio su lavagna, di autore ignoto del seicento. La grande devozione del popolo ceramese verso la Madonna della Lavina è legata all'evento prodigioso del ritrovamento, risalente alla metà del XVII secolo, della sacra icona. Una pia tradizione, confortata da precisi riferimenti storici nei manoscritti del Pitrè, vuole che la Madonna sia apparsa più volte in sogno ad una delle suore Benedettine, del monastero annesso all'Abbazia, invitandola a riferire all'arciprete di dissotterrare dalle rovine del vecchio monastero la sacra immagine che La rappresentava. Lo scetticismo del sacerdote durò poco: dopo la terza apparizione, una pioggia torrenziale provocò la frana (lavina) del monastero e dalle macerie rinvenne galleggiando una trave su cui era inchiodato il quadro della Madonna. Un flusso interminabile di fedeli ogni anno rende omaggio alla miracolosa immagine in occasione dei solenni festeggiamenti che si celebrano nel mese di settembre.
Da Cerami si potrà andare, sempre lungo la SS 120, che segue il tracciato dell’antica Via Regia Palermo Messina Montagne, verso il bosco di Gugliatore, ove si trova l’omonimo rifugio dell’Azienda Demaniale, attorniato da un vivaio forestale di grande pregio. Dal bivio di Gugliatore sarà possibile raggiungere il lago dell'Ancipa con la grande diga Sartori, vero monumento all'ingegneria italiana. Oggi il lago, circondato da boschi fittissimi, è parte del Parco Regionale dei Nebrodi. LA DIGA ANCIPA La diga venne realizzata dall'ESE (Ente Siciliano Elettricità oggi ENEL) con finanziamenti dell'ex Cassa per il Mezzogiorno. Ubicata nel versante orientale della Sicilia in territorio del comune di Troina sull'omonimo fiume (affluente del Simeto), in Provincia di Enna. Raccoglie oltre le acque del proprio bacino naturale di alimentazione, le acque dei bacini limitrofi. Essa è destinata principalmente all'uso idropotabile e marginalmente all'uso idroelettrico ed irriguo. La capacità progettuale è di circa 30 milioni di metri cubi, La diga Ancipa fa parte del sistema Salso-Simeto ed assieme alla diga Pozzillo consente di regolare annualmente 170 milioni di mc d'acqua e di produrre energia elettrica su sei centrali ENEL in cascata, per una potenza efficiente di 111 MW ed una producibilità media annua di 183 KWh.
Tornati sulla SS 120 si potrà raggiungere Troina, primissima capitale normanna delle conquiste del Granconte Ruggero d'Altavilla, e poi sede vescovile. Il centro storico, abbarbicato ad oltre mille metri di altezza sul livello del mare, offre visioni panoramiche a 360 gradi, sull’intero Val Demone. Più a Sud Gagliano Castelferrato, fortezza antichissima incentrata attorno a diverse lame quarzarenitiche scavate per la creazione delle fortificazioni. Gagliano ha origini molto antiche. Per una tradizione che risale al Fazello, si vuole riconoscere in Gagliano l'antica Galaria, citata dai classici Tito Livio e Diodoro Siculo, fiorente in epoca romana.
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ITINERARIO
Con l'arrivo del conte Ruggero de Hauteville, ultimo figlio di Tancredi, la cittadina conobbe un periodo di grande splendore. Infatti, dopo la conquista nel 1061, la città divenne la sua residenza e la roccaforte per la conquista della Sicilia. La dotò di possedimenti e privilegi tali da essere appellata "prediletta e primogenita". Costruì la prima Cattedrale normanna dedicata alla Vergine Assunta e due monasteri Basiliani: San Michele Arcangelo e Sant'Elia d'Ambulà ai quali annesse Feudi e privilegi. Nel 1088, Ruggero ricevette a Troina, diventata Cattedra Vescovile, papa Urbano II per raggiungere l'accordo sulla legatia apostolica facendosi così riconoscere legato pontificio e Gran Conte di Sicilia. Dal punto di vista artistico la città si ricorda innanzitutto per la Chiesa Matrice, edificio sacro fondato nel XII secolo; la sua struttura completata dalla presenza di una torre campanaria di origine normanna in pietra arenaria, contiene svariate opere d'arte a partire dalla quattrocentesca tela raffigurante la Madonna con il Bambino e dalla cinquecentesca tavola raffigurante San Michele. Situato accanto alla Chiesa Madre, l'Oratorio del Santissimo Sacramento, mostra all'interno gli stucchi in oro e la predella da cui Urbano II celebrò la Messa nel 1088; un'antica coperta funeraria ricamata in oro e pietre preziose, le cripte e i colatoi dove si conservavano i corpi dei nobili. Chiesa del Carmine (1597) La facciata ha subìto vari rimaneggiamenti; il campanile ha invece mantenuto lo stile tardorinascimentale, con qualche elemento del nascente barocco. L'interno è a tre navate. Biblioteca Comunale Ubicata nell'antico Convento dei Francescani edificato nel 1470. Ospita l'archivio storico e conserva incunanboli, manoscritti, libri e documenti risalenti anche al XVI e XVII sec. Abbazia di S.Michele Arcangelo (Vecchio) Fu uno dei più famosi monasteri basiliani edificati in Sicilia, fu costruito per volere dal Conte Ruggero nel 1062 in ringraziamento per la vittoria sugli Arabi. Dell'edificio rimangono pochi ruderi poichè fu abbandonato dai monaci nel 1700 per passare al nuovo convento di San Michele. Abbazia San Michele (Nuovo) Edificato nel 1700 nei pressi della città mostrava la grandiosità degna della sua fama testimoniata ancora oggi dai ruderi. Presso l'archivio storico è conservato il plastico della struttura originaria. Di fronte al San Michele Nuovo un'area è dedicata alla zona archeologica che conserva la chiesa della Catena, l'antica necropoli e resti murari a grossi blocchi squadrati. Nei pressi della Contrada Collima, nel corso di recenti scavi è stata rinvenuta una capanna risalente a seimila anni fa, denominata "Casa Collima". Originariamente la casa era larga 10 metri, lunga dodici e alta tre. Queste misure fanno supporre agli archeologi che fosse una fattoria: lo dimostrerebbero i resti di ossa di animali domestici e vasellame.
Gagliano, panorama
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ITINERARIO
SAGRA DELLA MOSTARDA Questa sagra è forse l'avvenimento culturale/culinario più importante del paese di Gagliano. Il fico d'india da sempre è stato l'alimento di riferimento per il popolo gaglianese. E' sicuramente catalogabile come il "frutto pregiato" di Gagliano Castelferrato. La sagra si svolge nel mese di ottobre, presso il piazzale di S. Antonino con la cottura e la degustazione della mostarda. Vengono spiegate al pubblico le varie fasi del processo produttivo, che va dalla raccolta del fico d'india alla preparazione della mostarda vera e propria. Migliaia di persone si riversano in Via S. Antonino per degustare la deliziosa mostarda, fatta così come la tradizione impone, cioè preparando il succo di fico dindia, cuocendolo per ore fino ad ottenere un composto scuro e dolce condito con mandorle e cannella, una vera e propria delizia per i palati.
Agira, Chiesa Madre
Proseguendo verso sud, Agira. Polis siculo ellenizzata, patria di Diodoro Siculo, conosciuta nel medioevo come San Filippo d’Argirò, importantissima sede abbaziale e proprietà della Regina del Regnum Siciliae. Ancor oggi conserva un interessantissimo centro storico con diverse costruzioni ecclesiali, monastiche e fortificazioni. Bellissimo il panorama godibile dall’alto del Monte Teja, il monte su cui sorge il centro storico, la cui cima è occupata dai resti del castello medievale e dell’acropoli antica.
IL PRESEPE VIVENTE Il Presepe vivente di Agira è stato definito il più originale d'Italia. Infatti quello di Agira è uno dei pochi presepi viventi ad essere rappresentato la notte stessa di Natale. Per tutta la giornata del 24 dicembre odori, colori, suoni e figure di altri tempi popolano le vie più antiche di Agira. Massaie, gruppi di bambini che giocano e di anziani che si scaldano attorno a un fuoco, ma anche fabbri e falegnami, all'interno di piccole capanne: ogni singola scena concorre a ricreare una rievocazione di grande impatto suggestivo. Il Presepe vivente viene rappresentato nella parte più antica del paese di Agira, in uno spettacolo che coinvolge tutti gli abitanti e che rappresenta un vero e proprio spaccato di vita. Più di cento sono i figuranti, abbigliati con i costumi del tempo, che rievocano gli antichi mestieri. In disparte, invece, in una tenda regale, trovano posto i Re Magi, in attesa che la cometa li guidi al cospetto del Bambino La manifestazione del 24 dicembre è preceduta dalla novena natalizia e da diverse altre iniziative. Per un giorno come per incanto ad Agira sembra che il tempo si sia fermato ed il passato per una volta abbia il sopravvento sul presente. Un richiamo per numerosi turisti, pronti a vivere una notte d'incanto e ricca di emozioni.
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ITINERARIO Da Agira, lungo la SS 121, si potrà raggiungere Regalbuto, ritenuta l’antica Ameselo citata da Diodoro Siculo, poi centro arabo, abbandonato e ricostruito in epoca tardo feudale. Bellissima la Piazza centrale con l’imponente Duomo barocco ed il palazzo feudale oggi adibito a sede Municipale. La cittadina oggi sorge sulle rive del lago Pozzillo, un invaso artificiale vastissimo, creato con uno sbarramento in c.a. sul fiume Salso Cimarosa, l’antico Kiamosoros.
CARNEVALE REGALBUTESE Un appuntamento da non perdere per gli amanti del ballo e dell'allegria è il Carnevale regalbutese. Questa manifestazione, che culmina negli ultimi tre giorni antecedenti il mercoledì delle 'Ceneri', rallegra con musiche, danze e maschere l'atmosfera regalbutese per circa un mese. Momento culminante e polo di attrazione del Carnevale sono le 'quadriglie', ballo di gruppo (12 coppie) che affonda le radici nel passato quando, con la fine dell'inverno, si organizzavano feste e danze per salutare l'arrivo della primavera e per propiziarsi un buon raccolto, allontanando tristezze e malinconie. Particolare attenzione viene dedicata alla realizzazione dei costumi. La manifattura, assolutamente artigianale, richiede mesi di accurata preparazione per la scelta dei tessuti, dei colori, delle decorazioni, affinchè il risultato finale sbalordisca sempre più. Inizialmente i principi ispiratori di questa manifestazione si basavano sulla magia: eliminare il “male” che si accumulava durante la stagione invernale, propiziare la fertilità delle campagne, del bestiame e anche delle donne. Agli inizi del novecento i Regalbutesi iniziarono a celebrare il carnevale in modo trasgressivo e burlesco e, sempre più, esso assunse le caratteristiche di una celebrazione di “un mondo alla rovescia”, per rompere in modo satirico, con la rigidità dei costumi dell’epoca.
Regalbuto, Chiesa Madre
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ITINERARIO Sulle cime più vicine all’Etna, che qui appare come presenza incombente, sorge l’antica Centuripe cittadina sicula, poi ellenizzata e considerata dai conquistatori romani culturalmente latina. Oggi Centuripe,città dell'arancia rossa di Sicilia, spettacolarmente abbarbicata lungo un crinale la cui pianta ricorda una stella, tradisce il suo passato con resti di terme, un sepolcro monumentale poi riadattato in fortificazione medievale (la cd. Torre di Corradino) e diversi importantissimi resti conservati nel Museo Archeologico locale.
MUSEO CIVICO DI CENTURIPE Nel dicembre del 2000 è stata inaugurata la nuova sede del Museo Civico di Centuripe. Il Museo ospita una collezione archeologica comunale e i materiali degli scavi condotti a Centuripe dal 1968. L'esposizione occupa attualmente due piani ed è realizzata con criteri museografici avanzati. I criteri di allestimento nella nuova sede del Museo rispondono al principio di fare storia attraverso la presentazione di oggetti e di risultati di scavi, con un percorso organico che possa fare da filo conduttore e una esposizione che permetta una corretta fruizione dell'opera d'arte, ma che suggerisca il contesto in cui vanno visti i diversi oggetti. Una saletta introduttiva presenta in breve la storia della ricerca archeologica a Centuripe e la storia della città fino alla distruzione medievale, dando anche un inquadramento topografico; la carta archeologica del territorio riporta simboli e colori diversi per le varie epoche, in modo da rendere evidenti le variazioni dell'occupazione del territorio nei diversi momenti storici. Per contestualizzare gli oggetti esposti, nell'apparato didascalico si fa largo uso di ricostruzioni degli edifici, plastici o disegni al tratto. Tutto ciò consente di instaurare con il visitatore una comunicazione immediata, limitando al massimo i testi. Come introduzione all'esposizione tematica delle terrecotte ellenistiche della collezione comunale, è stata realizzata una ricostruzione didascalica di un laboratorio di ceramista: tutta la parte ricostruita è dipinta di grigio, in modo da distinguersi immediatamente dagli oggetti veri, un lotto di strumenti di lavoro del tardo ellenismo, provenienti da un unico complesso; alla parete è la foto di una pittura pompeiana che raffigura un laboratorio di vasaio: la citazione di una delle fonti che hanno consentito la ricostruzione. I rinvenimenti dall'area dell'edificio degli Augustali, con le grandi statue di marmo, occupano lo spazio centrale. In connessione con le statue, pannelli didascalici mostrano le rispettive ricostruzioni virtuali, con la ricollocazione dei frammenti già individuati. La galleria delle sculture presenta opere provenienti da diversi punti dell'abitato o senza precisa provenienza. Sculture databili tra II e I secolo a.C., fanno vedere come la città era inserita nelle correnti artistiche del momento. Su tutto domina il bel ritratto dell'imperatore Adriano, appartenente ad una statua di dimensioni colossali. Il soppalco è dedicato alle necropoli; corredi funerari dall'VIII secolo a.C. in poi consentono di ricostruire la storia della città dei vivi: si possono seguire le diverse fasi dell'ellenizzazione del centro siculo; si possono ricostruire i riti funebri e particolari credenze di età ellenistica; si possono vedere tracce della classe egemone di età romana imperiale. L'attività del Museo Civico, nella moderna ottica del museo della città, si rivolge ovviamente anche a periodi storici più vicini a noi. L'attuale Centuripe è stata fondata nel 1548, nello stesso luogo che nell'antichità era stato sede di una città con lo stesso nome, ma che da secoli era ormai completamente disabitato Nella sede dell'ex Macello Comunale, l'esposizione museale relativa alla storia della città dalla rifondazione del 1548 si sta realizzando un po' per volta: sempre col giusto approccio dal punto di vista storico e dal punto di vista museografico.
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ITINERARIO Più a valle sorge il piccolo borgo di Càrcaci, un abitato la cui esistenza è attestata sin dall’epoca bizantina. L'odierno borgo, venne realizzato con pianta regolare e gusto barocco; all'ingresso vi è una chiesa dedicata a Santa Domenica oramai diruta ed un castello. L’area di Càrcaci giunge sino alla valle del Simeto che qui incontra le formazioni laviche etnee. Proprio questa caratteristica forma le spettacolari Forre laviche del Simeto, poste a confine tra le province di Enna e Catania e scavalcate dall’antico Ponte dei Saraceni. Più a Sud sorge il centro di Catenanuova, l’antico villaggio di Malinventri e poi Molimenti, luogo di una stazione di sosta lungo la strada che da Palermo portava verso Catania e Siracusa, il Fondaco Cuba. Questo, posto in territorio comunale di Centuripe, ma vicinissimo a Catenanuova, mantiene in resti inglobati e nel nome, il resto di una costruzione araba ad archi, detta appunto “Quba”.
Forre laviche
Qui si fermarono, tra gli altri, anche Vittorio Amedeo di Savoia e Wolfgang Goethe. “In cammino; 30 aprile 1787, Molimenti recente borgatella, egregiamente situata nel centro di belle campagne, sulla riva del torrente San Paolo. Non lontano, campi d'un frumento incomparabile, che si falcia già il 20 maggio...» (Johann Wolfgang von Goethe) Di fronte Catenanuova, in territorio comunale di Agira, si innalza il monte Scalpello, parte della formazione montuosa della Judica, la cui cima ospita sia il Santuario dei Corpora Sancta, dedicato ai tre santi Alfio, Filadelfio e Prospero, veneratissimi nell’area, sia i resti di un protocastello ancora da indagarsi ma certamente esistente in epoca emirale, X e XI secc. Catenanuova, posta lungo l’autostrada PA-CT potrebbe essere la stazione di uscita o, invertendo l’itinerario, di entrata.
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ITINERARIO VALGUARNERA, AIDONE, PIAZZA ARMERINA, BARRAFRANCA, PIETRAPERZÌA, ENNA, VILLAROSA, CALASCIBETTA, NISSORIA, LEONFORTE Partenza dallo svincolo di Mulinello sulla PA-CT e prima sosta a Valguarnera, città fondata dall'omonima famiglia su un antico casale arabo. Visita della chiesa madre dedicata a S. Cristofero, realizzata in stile romanico e adornata di varie opere d'arte tra cui antiche statue, tele, pitture ottocentesche e contemporanee.
Parco Minerario Floristella Grottacalda A circa 4 km da Valguarnera il Parco Minerario Floristella Grottacalda accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse, risultando uno dei più espressivi insediamenti d'archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia. Alla stregua di un grande museo a cielo aperto, il vasto complesso estrattivo fornisce una vera e propria "stratigrafia" delle diverse epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo. Ancora ben visibili e drammaticamente evocativi, appaiono i calcaroni (forni circolari per la fusione e separazione dello zolfo dal materiale inerte), le discenderie (cunicoli semiverticali utilizzati in epoca preindustriale per raggiungere il giacimento), i castelletti e gli impianti dei pozzi verticali (utilizzati in epoca recente per la discesa in sotterraneo) e i forni Gill (sistema più moderno per la fusione dello zolfo). Su un'altura si erge imponente il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria, che domina il complesso minerario di Floristella. La sontuosità del manufatto e la sua pregnanza architettonica generano una sorta di contrasto con l'austerità del luogo, fornendo un'immediata e suggestiva immagine di ciò che doveva essere l'estremo divario sociale dell'epoca.
Percorrendo la SS 117 bis, in direzione Piazza Armerina, si costeggia la Riserva Naturale Orientata Rossomanno Grottascura Bellia con all'interno uno dei maggiori boschi di Sicilia. L’elemento paesaggistico dominante è dato dalla presenza di imponenti e diffuse rocce arenarie che, in quanto facilmente soggette all’erosione ad opera degli agenti atmosferici, non di raro finiscono con l’assumere forme assomiglianti a vere e proprie sculture come nel caso del gruppo di rocce detto dei “Pupi ballerini”, sull’origine dei quali la fantasia popolare locale non ha mancato di fare fiorire leggende. L’intera area della riserva si presta ad essere attraversata o a piedi o in mountain bike; varie strade ne consentono anche l’attraversamento in auto. L’intero territorio della riserva è stato sede d’insediamenti umani sin dalla preistoria ed è facile imbattersi, per i suoi sentieri, nei resti di antiche fortificazioni del VII-IV secolo a.C. (Serra Casazze), o di antichi ed isolati monasteri medioevali (U Cunvintazzu). La flora presenta una diffusa vegetazione di rovo, edera, alloro e asparagi; ma anche ulivo, eucalipto e cipresso conferiscono al panorama una suggestione agreste di grande rilassamento e invito alla meditazione. La fauna è quella tipica della Sicilia: in volo è possibile avvistare sparvieri e gheppi; sul terreno ramarri e rane verdi sono abbastanza diffusi, come pure la volpe e il riccio; più facile da individuare cinghiali e daini. La visita alla riserva non può prescindere da una sosta al Parco Ronza, il vivaio della forestale dove oltre ad un’ampia area attrezzata per colazioni e soste riposanti, è possibile visitare la biblioteca ambientale, l’erbario ed un importante centro per il recupero della fauna selvatica Procedendo sulla SS288, dopo circa 8 Km, si trova la cittadina di Aidone, fertilissima civitas, con la quattrocentesca chiesa di San Domenico, la Chiesa Madre dal magnifico portale del Duecento, le deliziose chiesette della Madonna delle Grazie e di Sant'Antonio Abate, la cinquecentesca Chiesa di Sant'Anna con il soffitto ligneo attribuito a Frate Umile da Petralia e, poco discosta, la chiesa di San Giovani dei Templari.
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ITINERARIO Il dialetto parlato in Aidone, unitamente a quelli di Nicosia, Piazza Armerina, San Fratello e Sperlinga, viene denominato dai linguisti “galloitalico”, risalente ai tempi della dominazione normanna e sveva della Sicilia, quando fu favorita l’immigrazione dei coloni provenienti dall’Italia settentrionale per ricostruire e ripopolare paesi e contrade sconvolti dalle guerre.
Aidone, Chiesa San Sebastiano
IL MUSEO ARCHEOLOGICO È ospitato nel secentesco convento dei Cappuccini e vi sono esposti reperti provenienti dagli scavi condotti nei siti di Morgantina (Cittadella, Serra Orlando e nelle contrade San Francesco, Drago e Agnese). L'esplorazione archeologica ebbe inizio a partire dagli anni '50 per opera della missione americana delle Università di Princeton e Virginia, delle Soprintendenze di Siracusa, Agrigento ed Enna e per il grande interesse mostrato dal re Gustavo VI di Svezia. L'ingresso al Museo è dalla chiesa di San Francesco, adiacente al convento; qui si conservano pregevoli tele, altari ed arredi. I materiali sono disposti nelle sale espositive secondo un ordine cronologico e tematico. Nella prima sala sono esposti i reperti risalenti all'Età del Bronzo e del Ferro provenienti dagli insediamenti preistorici e protostorici dalle contrade S. Francesco e Cittadella. Al primo piano, nella prima sala, i reperti, provenienti dalla Cittadella, dai Santuari e dalle necropoli, testimoniano i rapporti tra Greci e Morgeti e poi quelli relativi alla progressiva ellenizzazione. Nella terza sala sono esposti i reperti di epoca ellenistica e romana, rinvenuti nell'agorà, nelle case e nei santuari di Serra Orlando.
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ITINERARIO A 3 chilometri da Aidone, sorgono le splendide rovine della città di Morgantina le cui più antiche tracce risalgono all'età del bronzo. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: gli scavi archeologici vi hanno documentato insediamenti a partire da XIX sec a.C. Gli scavi archeologici avviati nel 1955 hanno riportato alla luce l'Agorà, il Teatro e l'intera città con i quartieri residenziali con la strada lastricata e le fornaci per la produzione di ceramiche.
Piazza Armerina, Cattedrale e Palazzo Trigona
MORGANTINA L'area su cui si estende il sito di Morgantina, molto vasta, comprende le contrade Cittadella, Sella Orlando, San Francesco, Agnese e Drago. Nel XI sec a. C. è documentato il primo insediamento di popolazioni di origine italica, i Morgeti, che daranno il nome alla futura città. I Siculi Morgeti hanno lasciato ampia traccia di sé anche dopo l'arrivo dei Greci che, tra il settimo e il sesto secolo, fondarono una piccola città, di cui resta l'agorà, le tracce del tempio sull'acropoli e una vasta necropoli. Sarà distrutta nel 459 a. C. da Ducezio, il capo siculo che si era posto alla guida del movimento indipendentistico del suo popolo. Ricostruita nell'antistante pianoro di Serra Orlando, Morgantina raggiunse il massimo splendore tra il quarto secolo a.C. e la prima metà del terzo. Il sopraggiungere della potenza romana e le alterne vicende e alleanze nelle guerre puniche porteranno alla conquista cruenta, nel 211 a.C., e alla decadenza della polis, che sarà affidata dai Romani ai mercenari spagnoli.
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ITINERARIO A pochi chilometri da Morgantina, incastonata fra fitti ed estesi boschi, si trova la città di Piazza Armerina, famosa nel mondo per i mosaici romani. Percorrendo Via Roma, si intravede la maestosa cupola della Cattedrale, pregevole esempio di architettura barocca, che svetta sopra i tetti delle case, sopra il frontone di Palazzo di città(XVIII sec.), il Palazzo Capodarso (XVIII sec), la chiesa di Fundrò( XVII sec.) e l'ex Convento dei Benedettini( XVII sec), il Priorato di S. Andrea, di chiaro carattere normanno, la Commenda dei Cavalieri di Malta, di grande pregio per l'armonia della struttura, la Torre del Carmine, mirabile per la purezza delle linee architettoniche e Palazzo Trigona.
VILLA ROMANA La scoperta della Villa Romana, situata in località Casale, costituisce una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Il suo immenso valore di documento di storia dell'arte è dovuto principalmente agli oltre 40 pavimenti a mosaico policromo, disposti su una superficie di oltre 3.500 mq., che rappresentano un complesso quale non si trova in nessun altro centro archeologico del mondo romano per numero e grandezza di pavimenti, per importanza di rappresentazioni, per elevatezza di valore artistico delle scene raffigurate. E' possibile dividere lo spettacolare svolgersi di queste scene in due filoni stilistici: il primo, più classico, si dedica principalmente alla rappresentazione di scene epiche e legate alla mitologia, mentre il secondo posa il suo sguardo vita quotidiana, domestica e sulla riproduzione fedele di animali e piante. Dal 1997 il sito è inserito nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Da Piazza, impegnando la SP-15 dopo circa 20 km, ecco Barrafranca. E' probabilmente l'antica Hibla Heraia o Galeota o Galatina, poi romanizzata con il nome di Callonania. In epoca normanna l'abitato si chiamò Convincino; divenne feudo della famiglia Barresi, intorno al 1330. Duecento anni dopo, nel 1529, Convicino assunse l'attuale nome di Barrafranca. Il nome del comune è composto da Barra, derivante dal barone Matteo Barresi di Pietraperzia, fondatore della città, e da Franca, in quanto la città era un porto franco, ad indicare le franchigie e le esenzioni di servizi e balzelli concesse ai nuovi venuti. Dopo 10 km sulla SS 191 si arriva a Pietraperzia. Pietraperzia, Chiesa Madre
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ITINERARIO Sulla base delle indicazioni di storici e geografi pare che Pietraperzia abbia avuto origine da una antichissima colonia greca in Sicilia chiamata Caulonia. L'odierno nome pare sia derivato dalle tante tombe preistoriche che forano ( perciano) le rocce su cui sorse poi il grande castello. La tradizione narra che nel periodo storico in cui la fede cristiana, per opera dei Normanni, riprendeva il sopravvento su quella musulmana, un muto viandante trovò in una contrada chiamata "La Cava" l’immagine murale della Madonna, ricevendone in dono la favella. Da quel giorno gli abitanti del luogo assunsero la Madonna come patrona principale di Pietraperzia e da allora ogni 14 e 15 Agosto dell'anno hanno luogo festeggiamenti in onore della Madonna che venne chiamata appunto Madonna della Cava.
IL VENERDI’ SANTO E "LU SIGNURI DI LI FASCI" La commemorazione religiosa più suggestiva ricorrente a Pietraperzia è, senza alcun dubbio, quella di "lu Signuri di li fasci". La croce, ricavata su di una trave alta metri 8,50, viene portata all’esterno della Chiesa del Carmine intorno al tramonto e rimane in posizione orizzontale nello spiazzale antistante la chiesa stessa . Quindi nella parte alta della trave viene apposto una struttura metallica di forma circolare. Di lì a poco i fedeli annodano al cerchio numerosissime fasce di tela di lino bianche della lunghezza di circa 32 metri e della larghezza di circa 40 centimetri. Per annodare la sua fascia il fedele deve presentare ai confrati responsabili un biglietto di iscrizione che serve per registrare il numero delle fasce. La funzione delle fasce sarà quella di consentire ai fedeli di mantenere in equilibrio la lunga asta di legno lungo il percorso processionale. Intanto, all’interno della chiesa del Carmine, si svolge un altro atto tradizionale: un componente della confraternita per tutto il pomeriggio è impegnato a stendere, sul corpo del Crocifisso, dei nastrini rossi, detti "misureddi" (piccole misure) che vengono legati dai fedeli all’avambraccio o alla caviglia. Poco prima dell’inizio della processione il Crocifisso antico e miracoloso viene posto sulla croce. Commovente il sincronico passaggio del Crocifisso da una mano all’altra ("a ppassamànu") dei confrati disposti a catena dentro la chiesa del Carmine; e ciò al fine di far pervenire il Crocifisso dal posto dov’è tenuto nel pomeriggio per la tradizionale benedizione di "li misurèddi", fino all’esterno della Chiesa dove già la croce è pronta per essere innalzata.
Proseguendo da Pietraperzia sulla SS 560 prima e sulla SS 117bis poi, dopo circa 30 km si arriva ad Enna, il capoluogo di Provincia più alto di Italia (931 metri s.l.m.). Sostiene Diodoro che furono i Sicani a fondare la città di Enna all'epoca della loro pace con i Siculi. I Greci arrivarono dopo, nel IV secolo a.C. Bastano questi dati per dare un'idea di quanto sia antica la città. Enna alta ha la forma approssimata di una freccia triangolare: nel settore orientale vi è il quartiere di Lombardia che prende nome dall'omonimo Castello, il più imponente della Sicilia e, accanto, la Rocca di Cerere che offre un suggestivo panorama. Il castello, che deve il suo nome alla guarnigione di Lombardi che occupava la città al tempo della dominazione normanna, restituisce ancora oggi una sensazione di imponenza con i resti delle torri, di cui una, la Torre Pisana, perfettamente intatta. Lungo la via Roma procedendo verso il centro storico, si incontra il Duomo, voluto nel 1307 da Eleonora d'Aragona e ricostruito dopo il grave incendio del 1446. L'interno, a tre navate, è ricco di decorazioni, con uno splendido soffitto ligneo a cassettoni e pregevoli opere pittoriche, tra cui l'apparizione dei Santi Pietro e Paolo a Costantino, opera di Guglielmo Borremans. Più in basso, nella centralissima Piazza Crispi, detta "Belvedere", vi è la fontana che rappresenta il Ratto di Proserpina, riproduzione in bronzo dell'opera di Bernini. Nella parte opposta al centro della città, in via IV Novembre, svetta su una verde collinetta, la Torre di Federico II eretta nel XIII secolo.
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ITINERARIO
LE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE DELLA SETTIMANA SANTA A ENNA A distanza di circa cinquecento anni, la Settimana Santa Ennese fa ancora rivivere, in tono di mestizia, quel fascino particolare della celebrazione dei riti che precedono la Pasqua. Un po’ in tutta la Sicilia, la Settimana Santa è caratterizzata da processioni simili a quella di Siviglia, ma ad Enna, accade qualcosa di originale che non si riscontra altrove: un’infinità di personaggi che ordinati e composti percorrono le vie della città per l’intera Settimana. Un Venerdì Santo, con migliaia di Confrati e i Fercoli del Cristo Morto e dell’Addolorata in una processione che accomuna protagonisti e spettatori in un’atmosfera mistica di silenzio/preghiera. E poi Domenica di Resurrezione festa di “pace” di una cristianità gioiosa per un Dio che ha sconfitto la morte. Questo rito nasconde avvenimenti e storie che a distanza di tempo fanno rivivere la Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo. La compattezza, il rispetto, il silenzio, il rumore dei lenti passi, il dolore delle processioni e la religiosità caratterizzano e distinguono la Settimana Santa Ennese da tutte le altre manifestazioni d’Italia e in particolare dell’Isola. Dunque, non si può ignorare il ruolo che le Confraternite hanno esercitato nel corso di questi 500 anni, sin da quando l'allora Castrogiovanni viveva la dominazione spagnola, la quale impose usi e costumi. Proprio nei costumi e nell’ordine delle processioni è chiara l’influenza delle tradizioni delle “Confradias” spagnole. Le Confraternite, la cui esistenza risale a diversi secoli fa, sono nate, oltre che per promuovere culto, principalmente come opere di pietà, di carità, di assistenza e volontariato. Quattordici sono le Confraternite in atto esistenti a Enna e una Arciconfraternita. La loro costituzione avviene tra il 1261 e il 1973. La più antica è la Confraternita del SS. Salvatore, mentre la più recente è la Confraternita del SS. Crocifisso di Pergusa . Colonna sonora di questa atmosfera così emozionante sono le note solenni delle tradizionali marce funebri composte per lo più da grandi musicisti ennesi ispirati da questi avvenimenti, che sono riusciti a trasmettere, attraverso la musica, le loro emozioni e sentimenti, completando, con un tocco quanto mai appropriato, il quadro finale che si presenta a quanti per la prima volta assistono a questa manifestazione. I riti della Settimana Santa hanno come elemento fondante la religiosità e il rispetto delle tradizioni che sono state tramandate nei secoli. La settimana Santa di Enna ha lo scopo di celebrare e trasmettere riti di notevole suggestione non solamente per i cattolici ma anche per tutta la popolazione civile interessata allo studio degli usi e dei costumi delle genti, come riprova il notevole interesse dimostrato dall’afflusso di visitatori stranieri e italiani che si verifica dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua.
A 5 Km a sud di Enna, è possibile ammirare il Lago di Pergusa. RISERVA NATURALE SPECIALE DEL LAGO DI PERGUSA Due sono le caratteristiche che rendono il Lago di Pergusa unico: le origini che si perdono nel mito e la impressionante biodiversità. Se la scienza ha assegnato al Lago l’invidiabile età di oltre 11.000 anni, la mitologia, sottraendogli qualunque riferimento temporale, ne ha fatto il teatro del Ratto di Proserpina, figlia di Cerere, dea della prosperità, che alla fuggente visione della figlia rapita legò l’eterno alternarsi delle stagioni. Il Lago, collocato a 660 metri sul livello del mare, ha una superficie di circa 7 chilometri quadrati e una circonferenza di circa 5 Km e ha la caratteristica (unica in Sicilia) di non ricevere immissari e non originare emissari. L’intera zona del Lago (oltre 400 ettari), tutta ricadente nel Comune di Enna, è riconosciuta quale Riserva Naturale Speciale classificata Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria ai sensi delle norme CEE. Sulle sponde del Lago sono state censite 300 diverse specie di piante ed altrettanto varia è la fauna. Certamente il maggiore richiamo lo esercitano però gli uccelli (oltre cento specie diverse) che si possono osservare mentre sostano nelle acque del Lago, nel viaggio migratorio da e verso i paesi caldi africani. Non è peraltro raro il caso di uccelli che nidificano e si fermano per l’intero inverno grazie al clima mite e alla buona disponibilità di cibo.
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ITINERARIO Da Enna, SS121( direzione Villarosa) dopo circa 16 km si giunge a Villarosa. Ubicata tra i monti Erei, il fiume Imera ed il fiume Morello, fu edificata da Placido Notarbartolo, secondo Duca di Villarosa nella seconda metà del 700 su progetto della pittrice Rosa Ciotti, che si ispirò ai "Quattro Canti" di Palermo, anche se alcuni ritrovamenti fanno risalire i primi insediamenti abitativi di età neolitica.
Villarosa, Chiesa Madre
TRENO MUSEO DI ARTE MINERARIA E DI CIVILTÀ CONTADINA Distante soltanto 4,5 km dal centro di Villarosa, si trova la stazione ferroviaria, che ospita dal 1995 il Treno Museo della Civiltà Contadina, Mineraria e dell’Oggettistica ferroviaria, unico nel suo stile in Europa. Il Museo, realizzato su vagoni usati 1943 per trasportare prigionieri nei campi di lavoro, della Risiera di San Saba, conserva al suo interno mobili, oggetti dei contadini e dei minatori delle miniere. Tutti gli oggetti sono stati rigorosamente recuperati e restaurati personalmente dal Capostazione Primo David, con lo specifico intento di creare un luogo di cultura e memoria per non dimenticare il dolore e la sofferenza dell’emigrazione e le atrocità della deportazione. La catalogazione di tutto il materiale museale è stata effettuata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Enna, Sezione Etnoantropologica. Il Museo è impegnato nel divulgare tutto ciò che “e’ Sicilia” e cosa vuol dire essere Siciliani, con particolare attenzione alla Civiltà contadina siciliana, all’Arte Mineraria e a ciò che appartiene al mondo dei treni, delle ferrovie. Case Museo Villapriolo E’ possibile organizzare visite guidate a Villapriolo per vedere dal “vivo” la “discenderia mineraria” (via operaia) della miniera Pagliarello, visitare la “casa dello zolfataio”, l’abitazione tipica del contadino, dell’emigrante in America, quella “del grano” dove è visibile una vecchia trebbia del 1937, la gelosa conservazione di una stalla e delle sue attrezzature di un tempo.
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ITINERARIO La cittadina conobbe la sua massima ricchezza nel periodo di maggiore produzione delle miniere di zolfo; oggi punta sulle risorse naturalistiche ed ambientali che sono tipiche dell'ennese. Da visitare la settecentesca Chiesa Madre e il Palazzo Ducale. Fuori dal paese, dopo una visita al Treno Museo di Arte Mineraria e di Civiltà Contadina si potrà fare un'escursione al lago Morello. Da Villarosa a Calascibetta Proseguendo sulla SP 63 per Villadoro, piccolo villaggio rurale settecentesco, si può visitare presso il Villaggio di Cacchiamo una dimora nobiliare del XVI secolo, restaurata e utilizzata anche come monumento FAI, oppure impegnare la SS 290 in direzione Calascibetta per raggiungerla dopo 20 km.
Calascibetta, Panorama
La sua denominazione, secondo l'opinione comune, deriva dall'arabo :" Kalat-scibet "o" Kalat Schibet ", da KALAT ("castello eretto su un monte" o "Città del castello") e XIBET (scarpa o quiete). Gli storici filo-aragonesi ne attribuiscono le origini al Conte Ruggero d'Altavilla, nel periodo della guerra che lo vide impegnato a scacciare i Saraceni da Enna. Da visitare la Chiesa Madre costruita nel 1600. Al suo interno si conserva un pregiato tesoro del quale fa parte anche un reliquiario d'argento di raro valore raffigurante la Vergine.
LA NECROPOLI DI REALMESE Il primo riferimento specifico alla presenza di grotticelle artificiali si trova nel Dizionario illustrato dei comuni siciliani (1906) del Nicotra il quale, pubblicando una foto della necropoli, la indicava come "Sepolcri Saraceni". La notizia fu ripresa da B. Pace nella sua illustre opera sulla Sicilia antica (1935-49). La zona in cui si trova il celebre e monumentale complesso tombale è quella di Cozzo S. Giuseppe. L'avvio della prima campagna ufficiale di scavi, fu il seguito di una serie di ricognizioni topografiche condotte da Luigi Bernabò Brea nel 1944 ; l'importanza delle testimonianze archeologiche presenti nel territorio xibetano, rilevata dall'illustre archeologo, indusse l'Ente Provinciale per il Turismo di Enna a finanziare, nel 1949, l'esplorazione di un primo nucleo di tombe. Sul versante meridionale del rilievo si addensa un gruppo consistente di tombe a grotticella che costituiscono il nucleo centrale della necropoli, la quale si estende anche sugli altri versanti del colle. Tracce della frequentazione del sito in epoca bizantina sono state individuate all'interno di una tomba a camera dell'età del Bronzo (XI- VIII sec. a.C.). Tale sepoltura presenta una pianta quadrangolare e la copertura è piana ; all'interno sulla parete destra, si apre una grande nicchia, mentre a sinistra è stata intagliata sulla roccia l'immagine di una bambina.
Da Calascibetta, SS121 in direzione Leonforte, dopo 12 Km si trova l'uscita per il Lago Nicoletti, sede del Circolo Nautico Tre Laghi. Nato nel 1986, il Circolo è l’unico club di sci nautico operante nel cuore della Sicilia, tra i monti e le colline ennesi.
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ITINERARIO Il lago, immerso nel tipico paesaggio dell’entroterra siciliano, regala un panorama dominato dal verde brillante in primavera e dal giallo acceso in estate, destando meraviglia e stupore ai visitatori. Il territorio che circonda il lago è caratterizzato da basse colline argillose interrotte dall’affioramento di spuntoni rocciosi costituiti da quarzareniti numidiche, non di rado di suggestiva bellezza e di importanza storico archeologica. In particolare proprio a nord dell’invaso, ed in magnifica posizione panoramica dallo stesso, si erge una scaglia rocciosa che ospita sulla cima i resti del Castello medievale della Guzzetta, uno dei fortilizi extra moenia di difesa dell’importante città demaniale di Castrum Johannis (od. Enna). Sin dalla sua costituzione il Circolo Nautico Tre Laghi si è imposto come principale punto d’acqua della regione per la pratica agonistica dello sci nautico. Il Circolo Nautico Tre Laghi è oggi un centro sportivo polivalente in cui natura e sport, giochi d’acqua e terra si intrecciano con un unico obiettivo: “regalare nuove emozioni e tanto divertimento in assoluta sintonia con l’ambiente circostante"
Un luogo in cui oggi è possibile praticare numerose attività sportive come: Sport acquatici
Sport terrestri
Sci Nautico, slalom, figure, salto, wakeboard, piedi nudi, tubolone.
Free Climbing in parete artificiale
Canoa, olimpica e da turismo, canoa polo.
corsa campestre,
Vela, Wind surf, Pallanuoto Nuoto Kate Surf
Mountain Bike trekking, jogging Bird Watching Triathlon Tiro con l’arco
Lungo la statale 121 si potrà raggiungere Assoro e visitare il centro storico di epoca medievale ricco di edifici religiosi e nobiliari. Il primo nucleo abitativo vi si insediò nel periodo protostorico, prima dell'influsso ellenico, cosi come ci testimoniano Diodoro Siculo, Cicerone e Plinio il Vecchio. Durante il periodo romano repubblicano, anche in virtù della grande vicinanza linguistica e di tradizioni tra siculi e latini, Assoro godette di prosperità e fama. Il centro fu conquistato dagli Arabi entrando a far parte della Taifa di Qasr Jani, (Enna) e nel 1061 dalle truppe dei Normanni Altavilla. Nel 1299 divenne borgo feudale di proprietà del nobile Scaloro degli Uberti che qui stabilì la sua dimora permanente. Rimase feudo degli Uberti sino alla caduta della famiglia nobiliare, con la guerra delle fazioni nel 1394. Nel tempo appartenne a diversi signori quali Matteo Alogna, Damiano Polizzi e il Conte di Adernò Antonio di Montecastro. Nel 1393 la signoria pervenne alla famiglia Valguar-
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ITINERARIO nera e ad essa appartenne sino all'abolizione dei diritti feudali. Spiccano fra i monumenti la Chiesa Madre eretta nel XII secolo in onore di S. Leone e eletta a priorato, oggi uno dei più complessi ed interessanti monumenti cristiani della provincia ennese.
Assoro, Chiesa San Leone
Assoro è uno dei comuni della provincia ennese coinvolti socialmente e culturalmente nel periodo storico dello zolfo. Di questo vi è traccia presso il Circolo degli Zolfatari, luogo di incontro e di conservazione della cultura mineraria dove è possibile ammirare foto d'epoca,minerali,forme artistiche elaborate con lo zolfo, alcuni attrezzi e oggetti di miniera. Nissoria, Fortificazione
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Proseguendo per Nissoria, le contrade Picinosi, Montagna e Torre mostrano numerose concentrazioni di strutture ipogee alcune di notevole interesse archeologico, altre anche utilizzate in periodi più recenti con incisioni di croci e nicchie votive. Il più importante monumento di Nissoria è la Chiesa Madre dedicata al patrono di città San Giuseppe. Da visitare oltre il Museo Etno Antropologico articolato sulla struttura contadina e in particolare sul ciclo del grano e dell'olio, la Casa Museo del pittore Elio Romano in contrada Morra.
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ITINERARIO
MUSEO ETNO-ANTROPOLOGICO Il Museo etno-antropologico di Nissoria custodisce una ricca testimonianza che rievoca l’antica tradizione della cultura contadina di Nissoria. Chi si troverà a visitare il museo, sarà piacevolmente ed immediatamente attratto da uno straordinario antico frantoio posto nello spazio esterno. Il percorso all’interno del museo inizia da una grande sala d’ingresso dove è stata posta una delle più significative testimonianze della tradizione popolare e religiosa nissorina, la statua del veneratissimo S. Antonio Abate. La visita al museo consente di ripercorrere le diverse fasi del ciclo produttivo del grano nelle sette sale allestite con attrezzature usate in agricoltura ed oggi in parte ormai in disuso. Troviamo infatti falci, roncole, aratri completi in legno e in ferro, “i scaliddi” , scalette usate per caricare di raccolto gli asini o i muli, selle in ferro, “ancina” e “ancinedda” che servivano per raccogliere da terra i mazzetti di grano con i quali si formavano i covoni, giare, oliere, pale ma anche scaldini, bracieri, lumi, stoviglie e posate. Uno spazio considerevole è stato riservato ai mestieri artigianali, con gli attrezzi del fabbro, del falegname, del calzolaio. Arnesi ed antiche macchine che, ormai sostituiti dalla moderna tecnologia, sono stati custoditi gelosamente dai proprietari che li hanno poi donati al museo. In una sala è stato riprodotto l’ambiente domestico della famiglia contadina, con la cucina, il forno in pietra e una bellissima camera da letto risalente agli inizi del ‘900.
A 6 km ad ovest di Nissoria, situata al centro del sistema montuoso dei monti Erei, si trova la Città di Leonforte, caratterizzata dalla scenografica Gran Fonte fornita di ben 24 “cannola”. Ma anche da uno scenografico impianto urbanistico, tra i pù originali, pensato dal principe fondatore nel 1610. Leonforte, Veduta
Da visitare la Chiesa dei Cappuccini eretta nel 1630 che conserva due statue opera del Gagini (1478-1536), la lastra tombale in bronzo del principe Nicolò Branciforte, colui che la fondò, e il sarcofago della principessa Caterina Branciforte entrambi del XVII secolo. Notevoli sono pure la Chiesa Madre, del XVIII secolo e la Chiesa della Mercede, di gusto settecentesco.
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ITINERARIO
LA PESCA DI LEONFORTE Nel cuore della Sicilia c’è un posto dove si sono conservate antiche varietà locali, dove i frutti, quando sono ancora acerbi, si chiudono in un sacchettino uno ad uno, per proteggerli dagli insetti, dal vento e dalla grandine: questo posto è Leonforte. Nel territorio di Leonforte la coltivazione del pesco ha una tradizione secolare. Incroci naturali tra antiche cultivar locali hanno dato origine alle attuali varietà di pesche tardive tanto apprezzate dai consumatori. Sono tardive perché maturano a settembre, ottobre, addirittura novembre. I produttori agricoli di Leonforte attuano da sempre una peschicoltura diversa che vede come unico obbiettivo quello di offrire al mercato una pesca pulita e con spiccate caratteristiche di genuinità. I peschicoltori leonfortesi, infatti, per difendere la produzione e inibire l’ovodeposizione della mosca della frutta, ricorrono all’insacchettamento dei frutti. Tale pratica consiste nell’utilizzo di un sacchetto di carta che, applicato ad ogni frutto prima della maturazione lo protegge da tutti gli agenti esterni fino alla maturazione completa. Il ricorso a tale tecnica colturale, unica nel suo genere, determina l’assenza di trattamenti chimici e di residui tossici nei frutti. Sicuramente l’insacchettamento dei frutti ha l’indubbio vantaggio di produrre una pesca di ottime caratteristiche organolettiche, apprezzabile per il profumo, il gusto e la consistenza della polpa, qualità uniche ed inconfondibili, che fanno della pesca settembrina di Leonforte uno dei Presìdi di Slow Food. Dolcissime, aromatiche e profumate, le pesche tardive di Leonforte sono un autentico gioiello dell’agricoltura italiana.
Proseguendo per la SS.94 in direzione Villadoro, dopo 14 Km si trova la Riserva Naturale Orientata Monte Altesina. RISERVA NATURALE ORIENTATA DEL MONTE ALTESINA Un’antichissima montagna,abitata da sempre dall’uomo che vi ha lasciato le sue tracce indelebili, dà il nome a questa riserva: il Monte Altesina.Monte per antonomasia, al centro esatto della Sicilia che è al centro del Mediterraneo,culla di civiltà e cultura fin dall’antichità più remota. La riserva presenta elementi naturalistici di grande importanza. L’area sommitale del Monte consente di spaziare con lo sguardo sulla maestosa imponenza dell’Etna come sull’immenso susseguirsi di colline e pianure che caratterizzano la Sicilia centro-meridionale. Flora e fauna si presentano ricche e varie, riflettendo la varietà degli ambienti e le diversità morfologiche del territorio. Risalendo il Monte dalle quote più basse si incontrano ampie zone di pascolo che man mano lasciano spazio al bosco che si infittisce progressivamente. E’ predominante il leccio e la quercia. E’ di particolare interesse il sottobosco delle leccete per la varietà di specie che vi attecchiscono: il prugnolo, il pungitopo, l’euforbia ecc . Anche la fauna si presenta di grande varietà, come conseguenza della varietà degli ambienti. Volpe, istrice, riccio, coniglio selvatico, lepre. Sono presenti la vipera,il saettone,il geco e la lucertola siciliana. Interessanti gli uccelli: il nibbio, il falco pecchiaiolo, il gheppio, il falco pellegrino, la poiana. Gli appassionati di archeologia potranno trovare tracce di insediamenti umani dalla preistoria al medioevo.
Da Leonforte si può rientrare nel capoluogo di provincia o raggiungere l'autostrada in direzione est o ovest della Sicilia.
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feste e sagre GENNAIO 2
TROINA
Festa del patrono S. Silvestro A' bbiata di nuciddi"
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AGIRA
Festa del ringraziamento a S. Filippo
NICOSIA
Sfilata gruppi mascherati
FEBBRAIO REGALBUTO
Carnevale
TROINA
Sagra dei Cudduruna
AGIRA
Sagra del dolce Agirino
ENNA LEONFORTE VALGUARNERA BARRAFRANCA CENTURIPE CATENANUOVA
Tavolata di S. Giuseppe
1
NICOSIA
Festa di S. Michele
Venerdì Santo
ENNA
Processione delle Confraternite
Venerdì Santo
LEONFORTE
Processione “ a Ramaliva”
Venerdì Santo
BARRAFRANCA
Processione “ u Trunu”
Venerdì Santo
PIETRAPERZIA
Processione “ u Signuri di li fasci”
Pasqua
ENNA
Processione “ a Paci”
Pasqua
AIDONE
Processione “ i Santoni”Incontro tra la Vergine ed il Cristo Risorto
Pasqua
AGIRA
Processione “ u ncuntru”
Pasqua
NICOSIA
Processione “ u scuntru”
Pasqua
NISSORIA
Processione delle Palme
ultima domenica
CENTURIPE
Festa di Primavera Sagra della ricotta
ultima domenica
PIAZZA ARMERINA
Festa campestre “Madonna della chiazza vecchia”
1
AIDONE
Festa di S. Filippo Apostolo
3
BARRAFRANCA
Festa patronale di S. Alessandro
MARZO 19
APRILE
MAGGIO
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feste e sagre 5
AGIRA
Festa del Monte Scalpello
5
NICOSIA
Festa di S. Francesco e Sagra del maccherone
8
MAGGIO
Festa di S. Michele
11
AGIRA
Festa Patronale S. Filippo
12
ASSORO
Sagra della Primavera
19
TROINA
Festa dei Rami e Sagra della “Vastedda cu sammuccu”
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ASSORO PIETRAPERZIA
Festa Patronale S. Petronilla Raduno Carretti Siciliani
AGIRA
Festa di S. Antonio da Padova
1
TROINA
Festa di S. Silvestro
2
TROINA
La Kubaita (corteo storico che ricorda l'ingresso di Carlo V in città)
2
VALGUARNERA
Festa del Corpus Domini “U Signori”
24
SPERLINGA
Festa Patronale “ S. Giovanni Battista”
GIUGNO
LUGLIO 2
ENNA
Festa Patronale Maria SS della Visitazione
7
NICOSIA
Festa della Montagna
16
LEONFORTE
Festa della Madonna del Carmine
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CERAMI
Festa S. Antonio Abate
ASSORO
Rassegna Reg.le di Pittura “ Assoro Arte”
AIDONE
Morgantina Rappresentazioni Classiche
AGOSTO
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CERAMI
Festa della Madonna del Carmine
6-7
NISSORIA
Festa di S. Giuseppe
10
AIDONE
Festa di S. Lorenzo
10
VILLAROSA
Festa di S. Giacomo
10-12
AGIRA
Festa di S. Filippo
12-13-14
PIAZZA ARMERINA
Palio dei Normanni
16
PIAZZA ARMERINA
Festa Patronale Maria SS della Vittoria
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feste e sagre 14
PIETRAPERZIA
Festa della Madonna della Cava
16
PIETRAPERZIA
Festa Patronale di S. Rocco
16
SPERLINGA
Sagra del Tortone
18
SPERLINGA
Festa di S. Liberata
27-28
CERAMI
Processione S. Sebastiano
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GAGLIANO C.TO
Festa Patronale di S.Cataldo
GAGLIANO C/TO
Sagra della Mostarda
1° lunedì
CALASCIBETTA
Festa del Buonriposo
7/8
PIAZZA ARMERINA
Sapori Antichi
7/09
CERAMI
Festa della Madonna della Lavina
8
BARRAFRANCA
Festa della Madonna della Stella
8
VILLAROSA
Festa Agreste della Madonna della Catena
10
ASSORO
Festa di San Nicolò
14
LEONFORTE
Premio letterario città di Leonforte
16
CENTURIPE
Festa di Santa Rosalia
18/19
CENTURIPE
Festa Patronale di S. Prospero
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CENTURIPE
Festa della Madonna della Mercede
dal 23/9 al 30/9
CATENANUOVA
Festa di San Prospero martire
6
LEONFORTE
Sagra del pesco
6
AGIRA
Festa del Monte Scalpello
6
PIETRAPERZIA
Festa della Madonna del Rosario
13
LEONFORTE
Festa della Madonna della Catena
ENNA C.da Rossi
Festa della Madonna dell'Ulivo
6
NICOSIA
Festa di S. Nicola Protettore
12
PIETRAPERZIA
Sagra della Cuccìa
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE DICEMBRE
24
42
NICOSIA/AGIRA
Presepe Vivente
NICOSIA
Sagra del buccellato
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numeri utili Per informazioni sui programmi e le date delle manifestazioni Comune di NISSORIA 0935-615011 www.comune.nissoria.en.it Comune di LEONFORTE 0935-605813 www.comuneleonforte.it Comune di VALGUARNERA 0935-956053 www.valguarnera.it Comune di AGIRA 0935-691677 www.comune.agira.en.it Comune di NICOSIA 0935-638139 www.comune.nicosia.en.it Comune di CATENANUOVA 0935-75177 www.comune.catenanuova.en.it Comune di CERAMI 0935-931548 www.comune.centuripe.en.it Comune di SPERLINGA 0935-643177 www.comune.sperlinga.en.it Comune di ASSORO 0935-610011 www.comune.assoro.en.it Comune di VILLAROSA 0935-31955 www.comune.villarosa.en.it Comune di CALASCIBETTA 0935-33426 www.comune.calascibetta.en.it Comune di ENNA 0935-40111 www.comune.enna.it Comune di AIDONE 0935-86025 www.comune.aidone.en.it Comune di PIETRAPERZIA 0934-403011 www.comune.pietraperzia.en.it Comune di PIAZZA ARMERINA 0935-982111 www.comune.piazzaarmerina.en.it Comune di BARRAFRANCA 0934-467382 www.barrafrancaonline.it Pro Loco Troina 0935-656981 Sportello turismo c/o Museo dellaMemoria 0935-567095 www.museodellamemoria.it Provincia Regionale di Enna servizio promozione e org. Turistica 0935-521111 URP Comune di Enna 0935-40336-540 cettina.fontanazza@comune.enna.it UniversitĂ Kore 0935-536200 rettore@unikore.it A.A. Soggiorno e Turismo Enna 0935-500875 aziendasoggiorno@virgilio.it AS.A. Soggiorno e Turismo P. Armerina 0935-680201 aziendaautonoma@tiscali.it
SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA' Vigili Urbani Enna 0935-40325 Vigili Urbani P.Armerina 800.180.160 Vigili Urbani Nicosia 0935-638880 Ospedale Umberto I Enna 0935-516111 Pronto Soccorso 0935-516148 Ospedale Chielli P.Armerina 0935-981111 Pronto Soccorso 0935-681500 Ospedale G. Basilotta Nicosia 0935-671111 Ospedale F.B. Capra Leonforte 0935-903441 Oasi Troina 0935-653966 Interbus Etna Trasporti Terminal bus Viale Diaz Enna 0935-502390 Sais Autolinee Terminal bus Viale Diaz Enna 0935-500902 Azienda Siciliana Trasporti P.Armerina 0935-682618 Romano Centuripe (Autoservizi) 0935-73114 Impresa Saggio (Autoservizi) 0935-931103 Polizia 0935-522111 questure.poliziadistato.it/enna.nsf Polizia stradale 0935-532111 Carabinieri 0935-501321 Guardia di Finanza 0935-501346 500796 Aci 0935-565611
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Elenco Strutture Alberghi, Ristoranti e Agriturismi
alberghi ENNA Albergo Sicilia !!!
Riviera !!!
Piazza Napoleone Colajanni, 7 94100 Enna (EN) )0935/500850 - Fax 0935/500488 info@hotelsiciliaenna.it www.hotelsiciliaenna.it ;76 :3 ?91.00 J 4 . Y 3
Lago di Pergusa, 21 - Pergusa 94010 Enna (EN) )0935/541267 - Fax 0935/1866027 riviera.hotel@tiscali.it www.hotelrivieraenna.it ;26 :1 ?75.00/120.00 J 4 .
5TZ
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alberghi LEONFORTE
PIAZZA ARMERINA
Villa Gussio Hotel Golf & Spa Resort !!!!
Hotel Al Ritrovo !!!!
Contrada Rossi, Statale 121 Km 94,75 94013 Leonforte (EN) )0935/903268-906552 - Fax 0935/905731 info@villagussio.it www.villagussio.it ;49 :2 ?70.00/90.00 J 4 .
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www.10q.it
Contrada Bellia Statale 117/Bis 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/681890 - Fax 0935/686740 info@hotelalritrovo.com www.hotelalritrovo.com ;10 :1 ?100.00/110.00 J 4
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alberghi Hotel dei Marchesi di Rocca Bianca !!!
Via Brunaccini, 15 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/987724-548015 - Fax 0935/987724 info@marchesidiroccabiancahotel.it www.marchesidiroccabiancahotel.it ;10 :1 ?70.00 4 . X Y 3
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Hotel Gangi !!!
Via Generale Ciancio, 68/70 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/682737 - Fax 0935/687563 info@hotelgangi.it www.hotelgangi.it ;18 :1 ?75.00/96.00 J 4 .
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alberghi
Hotel Villa Romana !!!
Piazza Alcide De Gasperi, 18 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/682911 - Fax 0935/682911 hotelvillaromanaen@okmail.it www.hotelvillaromana.net ;55 :2 ?75.00/85.00 J 4 .
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ristoranti ENNA Brasa Roja
Centrale
Ristorante gourmet
Ristorante tipico regionale
Piazza Piersanti Mattarella, 17 94100 Enna (EN) )0935/531209 - Fax 0935/531209 carmelo.gulisano@gulisano.net www.brasaroja.it ,Domenica/Sunday /150 125.00/50.00 . - Y 5
Piazza VI Dicembre, 9 94100 Enna (EN) )0935/500963 - Fax 0935/500963 centrale@ristorantecentrale.net www.ristorantecentrale.net ,Sabato a pranzo/Saturday for lunch /145 116.00/60.00 4 . - Y
50
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ristoranti
Da Carlo
Proserpina
Ristorante tipico regionale
Ristorante internazionale
OSPITALITĂ€ ITALIANA QUALITY APPROVED
Viale dei Miti, 22 - Villaggio Pergusa 94100 Enna (EN) )0935/541030 - Fax 0935/542191 dacarlo.en@k2net.it /230 120.00/30.00 4 . - Y
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Via Villaggio Pergusa, 21 Lago di Pergusa 94010 Enna (EN) )0935/541267 - Fax 0935/1866027 riviera.hotel@tiscali.it www.hotelrivieraenna.it /400 115.00/45.00 4 . - Y
35[
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ristoranti LEONFORTE Ristorante Ariston
Il Torchio di Catone
Ristorante classico italiano
Ristorante tipico regionale
OSPITALITĂ€ ITALIANA QUALITY APPROVED
Via Roma, 353 94100 Enna (EN) )0935/26038 - Fax 0935/26038 ristoranteariston@gmail.com www.ristoranteariston.it ,Domenica/Sunday /140 120.00/50.00 . - Y 5
52
Contrada Rossi Strada Statale 121 Km 94,75 94013 Leonforte (EN) )0935/906552 - Fax 0935/905731 info@villagussio.it www.villagussio.it /670 140.00/65.00 4 . - Y
35[
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ristoranti PIAZZA ARMERINA Al Fogher
Al Ritrovo
Ristorante gourmet
Ristorante pizzeria
Contrada Bellia - Statale 117 bis 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/684123 - Fax 0935/686705 alfogher@tin.it www.alfogher.net ,Domenica a cena/Sunday for dinner ; LunedĂŹ/Monday /70 135.00/50.00
Contrada Bellia, Statale 117 Bis Km 44,250 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/681890 - Fax 0935/686740 info@hotelalritrovo.com www.hotelalritrovo.com ,MartedĂŹ/Tuesday /700 120.00/50.00 4 . - Y 5 ^
4.-Y5[
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ristoranti
Amici Miei
Coccinella
Ristorante pizzeria
Ristorante pizzeria
Largo Capodarso, 5 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/683541 - Fax 0935/683541 ristorante-amicimiei@alice.it www.amicimieiristorante.eu ,GiovedĂŹ/Thursday /110 120.00/50.00 4 . 3 5 [
Via Renato Guttuso, 2/8 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/682374 - Fax 0935/682374 info@ristorantecoccinella.com www.ristorantecoccinella.com ,LunedĂŹ/Monday /200 120.00/35.00 4 . - Y 5
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ristoranti
Da Totò
Garibaldi 62
Ristorante pizzeria
Ristorante tipico regionale
Via Mazzini, 29 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/680153 - Fax 0935/680153 info@ristorantedatoto.net www.ristorantedatoto.net ,Lunedì/Monday /100 115.00/35.00 . - Y 5
Via Garibaldi, 62 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/688537 - Fax 0935/688537 ,Mercoledì/Wednesday /80 125.00/35.00 4 . - 5 [
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55
agriturismo ENNA Baglio Pollicarini
Bannata
Agriturismo ricettivo
Agriturismo ricettivo
Contrada Pollicarini, 11 94100 Enna (EN) )0935/541982 - Fax 0935/541982 agriturismopollicarini@hotmail.it www.bagliopollicarini.it ;5 :1 /110 ?75.00/100.00 125.00 4 . ] X Y 3 ĂŠ Z
Statale 117 Bis, Km 41 - Contrada Bannata 94100 Enna (EN) )0935/681355 - Fax 0935/681355 info@agriturismobannata.it www.agriturismobannata.it Apertura/Opened 15/3 - 15/1 ;3 <3 ?100.00 125.00 . X Y ĂŠ Z
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56
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agriturismo LEONFORTE Il Mandorleto
Agriturismo Canalotto
Agriturismo ricettivo
Agriturismo ricettivo
Provinciale 78, Km 6,5 - Contrada Gerace 94100 Enna (EN) )0935/541389 - Fax 0935/541389 info@ilmandorleto.it www.ilmandorleto.it ;5 :1 <3 73 /20 ?30.00/35.00 @35.00/40.00 . ]
Contrada Canalotto 94013 Leonforte (EN) )0935/904250 - Fax 0935/904250 canalotto@virgilio.it www.canalotto.it ;5 :1 /100 ?60.00 . ] Y
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57
agriturismo NICOSIA Borgo Favara
Oasi Basciana
Agriturismo ricettivo
Agriturismo ricettivo
Provinciale 18 Agira-Nicosia 94014 Nicosia (EN) )0935/640420 - Fax 0935/640420 info@borgofavara.it www.borgofavara.com ;5 :1 /380 ?40.00 . c a
Contrada Basciana - Strada NicosiaAgira direzione Musa 94014 Nicosia (EN) )0935/640275 - Fax 0935/640275 info@oasibasciana.it www.oasibasciana.it ,MercoledĂŹ/Wednesday ;5 :2 /350 ?35.00 4 . ] Y ĂŠ 5
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58
www.10q.it
agriturismo PIAZZA ARMERINA Villa Pietralunga
Agriturismo Camemi
Agriturismo ricettivo
Agriturismo ricettivo
Contrada Pietralunga 94014 Nicosia (EN) )0935/633037 - Fax 0935/449048 info@villapietralunga.it www.villapietralunga.it ?75.00/100.00 125.00 ] X Y
Statale 117 Bis, km 56,800 - Contrada Camemi 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/680730 - Fax 0935/682428 info@agriturismocamemi.it www.agriturismocamemi.it ;8 <1 /130 ?80.00/90.00 @120.00/140.00 124.00/25.00 4
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59
agriturismo
Agriturismo Gigliotto
Agriturismo Savoca
Agriturismo ricettivo
Agriturismo ricettivo
Statale 117 bis, km 60 94015 Piazza Armerina (EN) )0933/970898 - Fax 0933/979234 gigliotto@gigliotto.com www.gigliotto.com ;26 :2 /400 ?80.00/100.00 125.00 4 . X Y ĂŠ Z [ c
Contrada Polleri, 13 94015 Piazza Armerina (EN) )0935/683078 - Fax 0935/683078 info@agrisavoca.com www.agrisavoca.com ;13 :1 /150 ?30.00/35.00 4
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agriturismo VILLAROSA Azienda Agrituristica San Giovannello Agriturismo ricettivo
Contrada San Giovannello 94010 Villarosa (EN) )0935/31260 - Fax 0935/31260 info@sangiovannello.it www.sangiovannello.it ;10 <1 /80 ?62.00/76.00 @210.00 122.00/30.00 . ] Y
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decalogo
descriptions
Alberghi
Hotels
1
L’albergo è ben segnalato, in ottime condizioni generali e corrisponde all’immagine proposta dal materiale promozionale.
1
The hotel should be well signposted, in excellent general condition and comply with the images used in the promotional material.
2
L’albergo è dotato di un adeguato parcheggio per i clienti.
2
The hotel should offer adequate parking for its clients.
3
La reception è ben visibile e offre un servizio di accoglienza attento e professionale.
3
The reception should be clearly visible and offer a welcoming, attentive and professional service.
4
La hall e le aree comuni hanno spazi e servizi adeguati.
4
The hall and communal areas should have adequate services in a suitable space.
Le camere sono perfettamente pulite e ordinate, con dotazioni efficienti e i servizi essenziali compresi nel prezzo.
5
The rooms should be completely clean and tidy, with essential facilities and services included in the price.
I bagni nelle camere sono perfettamente puliti e ordinati, hanno un ampio set cortesia e due tipi di biancheria.
6
The bathrooms should be completely clean and tidy, have an ample courtesy pack and two types of towels.
La prima colazione è organizzata a buffet, di ottima qualità e compresa nel prezzo della camera.
7
A top-quality buffet breakfast should be offered and included in the room price.
5
6
7
8
Le sale bar e ristorante sono accoglienti nell’arredamento e nel servizio.
8
The bar and restaurant areas should offer a welcoming service and ambience.
9
Le strutture dedicate alle attività congressuali o ricreative sono facilmente individuabili e ben tenute.
9
The congress and recreational areas should be clearly marked and well-kept.
10 10
La gestione dell’albergo è attenta alla tutela ambientale.
The management of the hotel should protect the environment.
62
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decalogo
descriptions
Ristoranti
Restaurants
1
Il ristorante è ben segnalato e in ottime condizioni generali.
1
The restaurant should be clearly signposted and in excellent overall condition.
2
Il menu, con i prezzi, è esposto all’esterno del locale, presenta prodotti di autenticità garantita ed è messo a disposizione dei clienti insieme alla carta dei vini.
2
The restaurant should offer genuine, authentic produce. The menu, with prices, should be displayed outside and given to customers with the wine list.
3
Il personale addetto al servizio è professionale, cordiale ed efficiente.
3
The service staff should be professional, friendly and efficient.
4
Le proposte enogastronomiche del ristorante sono coerenti con la categoria di appartenenza e garantiscono una varietà di portate.
4
The restaurant should feature eno-gastronomic produce consistent with its category and offer a variety of courses.
5 5
La sala ristorante è pulita, ordinata e ben illuminata.
The restaurant dining area should be clean, tidy and well-lit.
6
The toilets should be clean and well-maintained.
6
Le toilette sono pulite e in perfetto stato di manutenzione.
7
The kitchen must adhere to the rigorous hygiene and food safety rules in force.
Nella cucina sono rispettate le normative vigenti in materia di igiene e sicurezza alimentare.
8
The restaurant should be welcoming and comfortable, with good ventilation and acoustic quality.
Gli ambienti sono accoglienti e confortevoli sia in termini di qualità dell’aria che di acustica.
9
The bill must be itemised and easily understood and all major payment methods should be accepted.
Il conto è articolato in voci di spesa facilmente comprensibili e può essere saldato con i principali mezzi di pagamento.
10
The management of the Restaurant should protect the environment.
7
8
9
10
La gestione del ristorante è attenta alla tutela ambientale.
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63
decalogo
descriptions
Agriturismi
Country Inns
1
L’agriturismo è ben segnalato, in ottime condizioni generali e corrisponde all’immagine proposta dal materiale promozionale.
1
The country inn should be well signposted, in excellent general condition and comply with the images used in the promotional material.
2
L’agriturismo ha un aspetto esterno curato e in linea con le tradizioni locali.
2
The country inns should have a well-kept exterior and fit in with the local environment.
3
L’accoglienza è attenta e cordiale.
3
The service should be attentive and welcoming.
4
Le aree comuni hanno spazi e servizi adeguati e sono coerenti con lo stile rurale.
4
The communal areas should have adequate space and services and be in keeping with rural style.
5
Colazione e ristorazione rispecchiano le tradizioni locali e hanno orari flessibili.
5
Breakfast and other meals should respect local traditions and all meals should be offered at flexible times.
6
Rooms and apartments should be completely clean and tidy. The furnishings should be in keeping with local style and essential facilities and services included in the room price.
6
Camere e appartamenti sono perfettamente puliti e ordinati. L’arredamento rispetta lo stile locale, le dotazioni sono efficienti e i servizi essenziali sono compresi nel prezzo.
7
I piatti presenti nel menù e i vini sono prodotti in proprio o forniti da produttori locali.
8
L’agriturismo offre i servizi necessari per rendere il soggiorno piacevole e le informazioni sulle attività sportive e ricreative disponibili.
7
The dishes and wines offered on the menu should be either produced on the premises, or by local producers.
9
L’agriturismo offre agli ospiti prodotti agroalimentari genuini che provengono dalla propria azienda o da altre aziende locali.
8
The country inns should offer the guests services to ensure them an enjoyable stay and provide information on local sporting and recreation facilities.
10
La gestione dell’agriturismo è attenta alla tutela ambientale.
9
The country inns should offer its guests genuine agro-alimentary products, either from its own establishment or from nearby producers.
10
The management of the country inns should protect the environment.
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