Il saputello

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ANNO I, numero 1

Il Saputello LA GIOCONDA DI LEONARDO DA VINCI La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto a olio su tavola di Leonardo da Vinci, databile al 1503-1514 circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Opera emblematica ed enigmatica, si tratta sicuramente del ritratto più celebre del mondo, nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto, oggetto di infiniti omaggi, tributi, ma anche parodie e sberleffi. Il sorriso impercettibile della Gioconda, col suo mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, di letteratura, di opere di immaginazione, di studi anche psicanalitici. La Monna Lisa è stata di volta in volta amata, idolatrata, ma anche derisa o aggredita. Vera e proprio simbolo della pittura, è vista ogni giorno da migliaia di persone, tanto che nella grande sala in cui è esposta un cordone deve tenere a notevole distanza i visitatori: nella lunga storia del dipinto non sono mancati i tentativi di furto. L'opera rappresenta tradizionalmente Lisa Gherardini, cioè "Monna" Lisa (un diminutivo di "Madonna" che oggi avrebbe lo stesso significato di "Signora"), moglie di Francesco del Giocondo (quindi la "Gioconda"). Leonardo, in quel periodo del suo terzo soggiorno fiorentino, abitava nelle case accanto a Palazzo Gondi (oggi distrutte) a pochi passi da piazza della Signoria, che erano proprio di un ramo della famiglia Gherardini. Questa apparentemente facile identificazione, in realtà molto dibattuta, ha come fonti antiche un documento del 1525 in cui vengono elencati alcuni dipinti che si trovano tra i beni di Gian Giacomo Caprotti detto "Salaì", allievo di Leonardo che seguì il maestro in Francia, dove l'opera è menzionata per

la prima volta come "la Joconda". Alcuni dubbi sono sorti a partire dalla descrizione di Vasari, che parla della peluria delle sopracciglia magnificamente dipinta (ma la Gioconda non ne ha) e che esalta le fossette sulle guance (pure assenti). Ciò è comunque spiegabile con la particolare storia del dipinto, che seguì Leonardo fino alla sua morte in Francia e che venne ritoccata per anni e anni dall'artista. Vasari infatti potrebbe aver attinto la sua descrizione da una memoria dell'opera com'era visibile a Firenze fino al 1508, quando il pittore lasciò la città: analisi ai raggi X hanno mostrato che ci sono tre versioni della Monna Lisa, nascoste sotto quella attuale. Fu Leonardo stesso a portare con sé in Francia, nel 1516, la Gioconda, che dovette essere poi acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I, che sborsò ben 4000 ducati d'oro. Un secolo dopo, nel 1625, il ritratto chiamato "la Gioconda" fu infatti descritto da Cassiano dal Pozzo tra le opere delle collezioni reali francesi. In particolare sembra che fin dal 1542 si trovasse tra le decorazioni della Salle dubain del castello di Fontainebleau. Più tardi Luigi XIV fece trasferire il dipinto a Versailles. Dopo la Rivoluzione francese, venne spostato al Louvre. Napoleone Bonaparte lo fece mettere nella sua camera da letto, ma successivamente tornò al Louvre. Durante la Guerra Franco-Prussiana del 18701871 fu messo al riparo in un sito nascosto.

S O M M A R I O :

Iron man 2

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Il Cruciverba e i giochi

p. 3 e 6

Prima e seconda nota sul calcio...

p. 2-3

Racconti sulla bellezza

p. 4-5

Ricerche e approfondimenti

p. 7-10

Interviste a parenti e genitori

p. 11

Dodgeball e tennis

p. 9 e 12

FERDINANDO LITTA


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RECENSIONE AL FILM IRON-MAN 2 Il 5 ottobre è uscito in dvd e blu-ray Iron-Man 2. Il film è prodotto in edizioni da un disco,da due dischi e l'edizione con tutti e due i film. Il film è il seguito di Iron-Man. Trama Dopo che Tony Stark ha rivelato al mondo intero di essere Iron-Man è iniziata la corsa alla costruzione di armature simili,in tanto Tony è in crisi per l'avvelena-

mento da palladio causato dallo stesso apparecchi che lo mantiene in vita,ma nell'ombra il figlio di un ex impiegato delle Stark Industries brama la sua vendetta.

lezza di questo film sta nella scena migliore, ovvero quando con l'armatura Mark VI Tony vola alle Stark Expo. GABRIELE POLLICE

Extra Nell'edizione 2 dischi ci sono le scene eliminate e prolungate, i dietro le quinte e molto altro. Recensione A mio parere è un ottimo film. La bel-

PRIMA NOTA SUL CALCIO... ...Chi ama veramente il calcio (e lo sport in generale) ammette la superiorità di una certa squadra, ma non per questo deve per forza volerne la vittoria. D'altronde il bello dello sport sta anche nella sua imprevedibilità e, se a vincere fossero sempre i più forti, non avrebbe più senso giocare... CLAUDIO GUERRA


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IL CRUCIVERBA

Seconda nota sul calcio... Il calcio è uno sport nel quale due squadre avversarie si affrontano per ottenere la vittoria. E' uno sport molto avvincente ed è seguito da molte persone che tifano per la propria squadra del cuore. Il calcio ci regala forti emozioni perché un tiro ben piazzato, un goal, una parata hanno il potere di renderci euforici e contenti e inoltre unisce le persone di diversa cultura e ceto sociale, di diversa ideologia sotto la bandiera della propria squadra. Purtroppo a volte si verificano brutti episodi di violenza in campo che screditano questo meraviglioso sport. Il calcio ci può insegnare concetti molto importanti. Una squadra, seppur formata da uomini con ruoli diversi e tutti importanti, vince soltanto quando questi sono affiatati e in armonia tra loro. Anche la nostra società sarebbe migliore se tutti fossero in armonia e uniti. Prendiamo tutti esempio da quello che di bello ci offre questo meraviglioso sport. MATTIA LIVERA


...Dalle riflessioni sul tema della bellezza sono nate le storie che vi proponiamo… Buona lettura...

LA MITICA PROZIA DELLA NONNA DI LAMPONE

C’era una volta un villaggio di nome Mirtillo. Lì ci abitavano tutti gli ortaggi del mondo, la frutta e la verdura e tra tutti c’ era Lampone, un piccolo frutto. Era molto agile ma soprattutto furbo, ne combinava di tutti i colori. Un giorno si avventurarono nel bosco per andare a trovare la prozia di sua nonna che si chiamava Nespola. Era una nespola molto simpatica ma in quel momento aveva “il colpo della strega!” E non si poteva muovere! La strada era lunga e si fece notte... Ad un certo punto vide un cespuglio muoversi, si avvicinò e vide una STUPENDA Lamponessa e se ne innamorò subito. Finalmente arrivò a casa di Nespola e le raccontò di Lamponessa… e a quel punto scoprì che lei era la nipote della sorella dell’ amica di Nespola. Il giorno seguente si incontrarono e deci-

sero di tornare nel villaggio Mirtillo dove avrebbero annunciato il loro fidanzamento, ma mentre attraversavano il bosco, iniziò a piovere man mano sempre di più, finche non Disegno di Gianluca Galloa cadeiniziarono re fulmini allora Lamponessa svenne e Lampone la prese in braccio e poco più avanti incontrò un lupo e on sapeva che fare. Il lupo cercò di mangiarli ma accorse Nespola a cui era passato il colpo della strega, e li salvò. Anche Lampone svenne e quindi la povera prozia di sua nonna li prese in braccio e raggiunsero il villaggio. Il giorno seguente annunciarono il fidanzamento e… vissero felici e contenti… INVECE NO !!!! Perché i genitori di Lamponessa glielo impedirono. Lampone di nascosto scoprì che i genitori della futura fidanzata erano scassinatori e ricattatori. Loro avevano rapito i veri genitori di Lamponessa! Lui li ritrovò e approvarono il fidanzamento… ADESSO TUTTI VISSERO FELICI E CONTENTI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! LUCIA CATENA

P.S. La BELLEZZA di questo brano sta nell’ironia, mentre il significato è che se amiamo una persona dobbiamo lottare fino alla fine !!!

Trascrizione di Benedetta Tuccillo


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Indiana Lamponjunior

Indiana Lamponjunior, a cui non piaceva il suo nome, era uno studente di archeologia all’università di Fruit. Era il primo della classe e sognava di diventare un grande archeologo. Un giorno mentre leggeva uno dei vecchi libri della biblioteca scoprì una leggenda sul calice d’uva che aveva il potere di rendere chiunque immune dai parassiti. Si mise subito al lavoro e partì per l’India proprio come indicato nel libro e lì incontrò un fico d’India di nome Fichetto che si offrì di aiutarlo allora si avventurarono in giro per l’India in cerca di informazioni e scoprirono che era in un tempio nel bel mezzo della foresta incontrarono una banana di nome Vanda che si offrì anche essa di accompagnarli al tempio. Quando arrivarono videro un inscrizione sulla porta che diceva: pericolo di morte! Appena fecero il primo passo nel tempio due lame uscirono dai muri e quasi li colpirono ma per un soffio riuscirono a passare ma si ritrovarono in un vicolo ceco.

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Allora a Lamponjunior venne l’idea di cercare un passaggio attraverso i muri e così iniziarono a tastare le pietre e ad un certo punto il muro si spostò e si aprì una stanza dove al centro su un piedistallo c’era il calice d’uva ma nella stanza piombò ad un tratto un bandito molto famoso: Cocomerone detto Big Fruit. Egli era affetto da un ’antico parassita incurabile e l’unica possibilità di guarire era bere il calice d’uva. I nostri eroi si scontrarono con Big Fruit e durante lo scontro Vanda si schierò con Big Fruit ma Lamponjunior e Fichetto vinsero e bevettero il calice d’uva. Sei mesi dopo … All’università di Fruit, Lamponjunior si ritrovò come compagno di banco il suo amico avventuriero Fichetto che disse che si era trasferito a Fruit e da quel giorno ,insieme, vissero tante e tante avventure. GABRIELE POLLICE

Trascrizione di Cristina Bianco


...Le soluzioni al cruciverba di p. 3 sono nella pagina conclusiva del giornalino...

ARRIVANO I GIOCHI...

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Disegno di Gianluca Gallo

La sezione giochi è curata di Giada Avagnano, Arianna Illiano, Gianmaria Leone, Fabrizio Girasole...

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IL MITO DI ORFEO

Secondo la mitologia classica, Orfeo prese parte alla spedizione degli Argonauti: quando la nave Argo passò accanto all'isola delle Sirene, i marinai furono irretiti dal loro canto, ma Orfeo li salvò intonando un canto ancora più melodioso che ruppe l'incantesimo. Ma la sua fama è legata soprattutto alla tragica vicenda d'amore che lo vide unito alla ninfa Euridice: Aristeo, uno dei tanti figli di Apollo, amava perdutamente Euridice e, sebbene il suo amore non fosse corrisposto, continuava a rivolgerle le sue attenzioni fino a che un giorno ella, per sfuggirgli, mise il piede su un serpente, che la uccise col suo morso. Orfeo penetrò allora negli inferi, incantando Caronte con la sua musica. Sempre con la musica placò anche Cerbero, il guardiano dell’Ade. Persefone, commossa dal suo dolore e sedotta dal suo canto, persuase Ade a lasciare che Euridice tornasse sulla terra. Ade accettò, ma ad un patto: Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice per tutto il cammino fino alla porta dell'Ade senza voltarsi mai all'indietro. Esattamente sulla soglia degli Inferi, e credendo di esser già uscito dal Regno dei Morti, Orfeo non riuscì più a resistere al dubbio e si voltò, per vedere Euridice scomparire all'istante e tornare tra le Tenebre per l'eternità. Orfeo, secondo il mito, da allora rifiutò il canto e la gioia, offendendo le Menadi, seguaci di Dioniso che lo uccisero e lo dilaniarono. Un'altra versione, più drammatica e commovente, parte dalle stesse premesse: Euridice muore uccisa da un serpente mentre fugge da Aristeo. Orfeo decide allora di andare a riprenderla.

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Trova a Cuma la discesa per gli Inferi, e lì giunto incanta Caronte, Cerbero e Persefone. Ade acconsente a patto che egli non si volti fino a che entrambi non siano usciti dal regno dei morti. Insieme ad Hermes (che deve controllare che Orfeo non si volti), si incamminano ed iniziano la salita. Euridice, non sapendo del patto, continua a chiamare in modo malinconico Orfeo, pensa che lui non la guardi perché è brutta, ma lui, con grande dolore, deve continuare imperterrito senza voltarsi. Appena vede un po' di luce, Orfeo, capisce di essere uscito dagli Inferi e si volta. Purtroppo, però, Euridice ha accusato un dolore alla caviglia morsa dal serpente e, dunque, si è attardata... Quindi, Orfeo ha trasgredito la condizione posta da Ade. Solo ora Euridice capisce e, all'amato, sussurra parole drammatiche e struggenti: «Grazie, amore mio, hai fatto tutto ciò che potevi per salvarmi». Si danno poi la mano, consapevoli che quella sarà l'ultima volta. Drammatica anche la presenza di Hermes che, con volto triste ed espressione compassionevole, trattiene Euridice per una mano, perché ha promesso ad Ade di controllare ed è ciò che deve fare. Orfeo vede ora scomparire Euridice e si dispera, perché sa che ora non la vedrà più. Decide allora di non desiderare più nessuna donna dopo la sua Euridice. CRISTINA D’ANGELO


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La bellezza della danza

La danza, una delle tre arti sceniche principali nell'antichità insieme al teatro e alla musica, si esprime nel movimento del corpo umano secondo una partitura prestabilita (coreografia) o improvvisata (nella danza libera). Spesso accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo. La danza è la prima espressione artistica del genere umano perché ha come strumento il corpo. Essa è stata (ed è) parte dei rituali, preghiera, momento di aggregazione della collettività nelle feste popolari e anche occasione di aggregazione tra persone (un esempio attuale ne è la danza nelle discoteche). In ogni caso, nel corso dei secoli questa arte è sempre stata lo specchio della società, del pensiero e dei comportamenti umani. La danza permette di esprimere al meglio i nostri sentimenti attraverso il linguaggio del corpo. Ogni movimento non viene eseguito soltanto con braccia e gambe,ma anche con mente e con cuore. Tutti nella loro vita possono dire di aver ballato perché questa è un'azione naturale; nessuno può definirsi incapace perché quest'arte va costruita nel tempo, con pazienza, costanza e determinazione. La bellezza della danza Essa è come un enorme città... una città costruitasi nell'anima del ballerino. Una città il cui vento che soffia leggero si chiama "emozione". Un vento alimentato da un enorme mare in tempesta. Un mare formato da sacrifici e sofferenze... è vero! I ballerini sono angeli silenziosi ospiti di un mondo che non è capace di cogliere l'attimo in cui essi spiccano il volo... questo accade perché solo un danzatore sa esattamente cosa significa quel attimo in cui sei sul palcoscenico e abbandoni tutti i pensieri.

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La Danza è anche uno Sport Oltre agli aspetti legati all'arte e allo spettacolo, dall'inizio del 1900 ha preso forma la danza da competizione, divenuta sport ufficiale nel 1995 con il riconoscimento dal parte del CIO e (in Italia nel 1997, con la nascita della Federazione Italiana Danza Sportiva a e suo ingresso nel (CONI). danza Disegno diLa Gianluca Gallosportiva ha una lunga storia nel campo delle "danze di coppia", che comprendono i principali balli delle diverse parti del mondo. Recentemente l'ideale di danza quale sport olimpico ha coinvolto ed entusiasmato anche le "danze artistiche". La Danza sportiva rappresenta la trasposizione del ballo, generalmente di coppia, da disciplina artistica in disciplina sportiva, con proprie regole, competizioni e gare agonistiche, il cui livello varia dall'amatoriale al professionistico suddiviso in varie classi. La Federazione Italiana Danza Sportiva denominata "FIDS", è stata riconosciuta dal CONI; organizza lo sport in Italia, definendone le normative. Anche altri enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI,che non possono definirsi federazione, come ad esempio il Centro Sportivo Italiano, L'M.S.P. Italia, la UISP,o altri enti che affiliano anche associazioni che si occupano di danza, come ad esempio l' A.I.D.C.Associazione Italiana Danze Caraibiche,organizzano competizioni e scuole di questo sport,a carattere puramente amatoriale, con regole affini a quelle emanate dalla FIDS. VIMUTH FERNANDO


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IL DODGEBALL DODGEBALL (palla schivata) è uno sport di squadra nato come evoluzione agonistica della comune palla prigioniera o palla avvelenata. Si gioca in sei contro sei, ad inizio partita le palle sono situate sulla linea di metà campo, in una zona neutra della larghezza di 1 metro denominata dead zone, mentre i giocatori sono fermi dietro la propria linea di fondocampo, pronti a partire al fischio dell’arbitro per conquistare il maggior numero di palle prima degli avversari. Si gioca su un campo di 9 x 18 metri (le stesse misure di quello da pallavolo). L'obiettivo del gioco è quello di colpire ed eliminare tutti i giocatori della squadra avversaria, senza venire eliminati. È consentito uscire dalle linee perimetrali per recuperare i palloni che sono esterni al terreno di gioco, purché nella propria metà campo; non si può uscire al fine di schivare la palla. Una volta fuori, è vietato lanciare la palla ed è vietato rientrare da una linea laterale ma solo da quella di fondo. Il giocatore può difendersi da un attacco respingendo con la palla che ha in mano quella avversaria. Il giocatore eliminato deve abbandonare immediatamente il campo di gioco e resta ad attendere a bordo campo che uno dei propri compagni gli consenta di riprendere il gioco afferrando al volo un pallone lanciato da un avversario. Un match si sviluppa in diversi games, il cui numero varia a seconda della categoria d'età; generalmente vince il match la squadra che si aggiudica la maggior parte dei sette games previsti. Una squadra si aggiudica un game quando riesce ad eliminare tutti i giocatori della squadra avversaria, oppure quando, al termine dei 4 minuti di durata massima di un game, ha in campo più giocatori rispetto all'altra. È consentito chiudere un game in parità. In caso in cui si giunga all'ultimo game in assoluta parità e al termine di questo vi sia parità anche tra i giocatori delle due squadre, si proseguirà con un tempo supplementare di altri due minuti. Ogni game vinto dà 1 punto in classifica generale. MARIO BORRELLI

LA BELLEZZA La bellezza è una qualità delle cose che osserviamo, nel mondo attorno a noi, quando esse ci suscitano sensazioni piacevoli: la attribuiamo ad oggetti, opere, animali o persone durante la nostra esperienza, quando le colleghiamo ad un contenuto di emozioni positive. La bellezza è legata a chi la osserva! Non ha senso parlare di una bellezza che non possa essere apprezzata: sarebbe come pensare ad una cosa preziosa dimenticata in una cassaforte senza mai utilizzarla. Nel tempo i modelli di bellezza sono cambiati, a seconda delle epoche storiche e del grado di civiltà dei popoli: si è passati dalla imitazione della natura, con le sue forme perfette e armonioso, alla più sfrenata stravaganza nella ricerca di nuove espressioni. Un senso classico di bellezza, però, è sempre stato presente in ogni epoca: due fra i più famosi esempi di bellezza classica sono la statua della Venere di Milo (130 a.C. circa) e il dipinto la Nascita di Venere di Sandro Botticelli (1485). EMANUELE LUONGO


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LA BELLEZZA

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NELL’ARTE... LA PIETA’ DI MICHELANGELO Opera perfetta, la Pietà di Michelangelo. Raffigura tutte le emozioni che può provare una madre nel vedere suo figlio morto. Maria ha donato tutto l’ affetto possibile a quel bambino, per poi vederlo mentre lo flagellavano, mentre lo inchiodavano sulla croce, mentre la croce veniva tirata su e mentre lui esalava l’ultimo respiro dopo che una lancia gli aveva trapassava la costola. Michelangelo rappresenta una scena molto dura da vedere, una madre che tiene in grembo il corpo di suo figlio freddo e immobile. Suo figlio era morto, non avrebbe mai più potuto abbracciarlo o accarezzarlo. Mai più. Ma Maria è anche una figura esemplare nella sua dignità di Madre di colui che è anche Figlio di Dio sacrificatosi per la salvezza di tutta l’ umanità. ROBERTA DE MASI

ROMEO E GIULIETTA Quest’opera narra le vicende di due famiglie in contrasto tra di loro: i Montecchi e i Capuleti e la storia d’ amore tra due ragazzi di queste famiglie: Romeo e Giulietta. Romeo sente una dichiarazione d’amore di Giulietta verso di lui e allora le propone un matrimonio segreto. Il giorno del matrimonio, Romeo si trova coinvolto in una rissa e, furibondo per l’uccisione di un suo amico, uccide a sua volta Tebaldo, cugino di Giulietta. Scoperto, è costretto a fuggire a Mantova. Intanto Giulietta è costretta a sposare un gentiluomo, ma beve un narcotico che la fa sembrare morta per 40 ore. Frate Lorenzo da ordine di portare a Romeo la notizia per fuggire insieme a Giulietta, ma il messaggero non arriva da Romeo, il quale crede che la sua amata sia veramente morta. Romeo, colpito dal dolore, si reca al sepolcro di lei e beve un potente veleno che lo fa morire accanto alla sua sposa segreta. Finito l’incantesimo, Giulietta si sveglia e, compreso l’accaduto, si trafigge con un pugnale.

AUTORE : WILLIAM SHAKESPEARE. Uno dei massimi autori della letteratura mondiale.

LUOGO : Verona,la citta' delle due famiglie rivali TEMPO : la vicenda e' ambientata tra la fine del 500 e l'inizio del 600

PERSONAGGI: Romeo: ragazzo della famiglia dei Montecchi che si innamora di Giulietta. A causa si un omicidio, è costretto a lasciare la sua città e muore a causa di un disguido. Giulietta: ragazza della famiglia dei Capuleti. È l’amante di Romeo che per non sposarsi col conte Paride, beve un narcotico che la fa sembrare morta per 40 ore. Frate Lorenzo: sposa di nascosto i due ragazzi ed è lui a dare l’antidoto a Giulietta. LUDOVICA DELLA TORRE


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...CHE COS’E’ LA BELLEZZA? Interviste...

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DOMANDE 1. Che cosa e’ per te la bellezza interiore? 2. Come spiegheresti la bellezza di un ragazzo/a? 3. Quando hai provato questo sentimento? 4. E’ piu’ importante la bellezza interiore oppure quella esteriore? 5. Esiste la bellezza oggettiva?

RISPOSTE MIA MAMMA

1. La bellezza rispecchia sempre un sentimento interiore. E' bello ciò che appare bello ai nostri occhi. 2. Io vedo la bellezza negli occhi dei bambini. Per

me sono la cosa più bella che possa esistere.

3. Il 28 settembre 1998 alle ore 11.26 quando ho

visto nascere la mia bambina.

RISPOSTE

4. La bellezza soggettiva è quella che proviamo ROSARIA (ANNI 45)

1. La ricchezza di sentimenti positivi. Per esempio la sincerita’, la limpidezza, l’amore verso il prossimo.

ogni giorno quando vediamo qualcosa che ci provoca piacere. 5. La bellezza oggettiva è quella dettata dai ca-

noni socio-culturali del momento.

2. Il viso “pulito”, cioe’ l’aspetto da bravo ragazzo, i capelli lunghi, lo sguardo dolce, i lineamenti non marcati. 3. Alle medie, vedendo il David di Donatello a Firenze. Fui immensamente colpita dalla sua bellezza. 4. Per me sono importanti tutte e due, ma quella interiore e’ sicuramente piu’ importante. 5. si, esiste una bellezza oggettiva, ma non sempre una bellezza oggettiva deve necessariamente piacere. M. CRISTINA (9 ANNI) 1. Per me la bellezza interiore e’ il sentimento bello che sentiamo nel nostro cuore. 2. Viso limpido, occhi teneri, sguardo sicuro, capelli lunghi, sorriso simpatico. 3. Questa estate ho visto un ragazzo bellissimo. 4. Tutte e due sono importanti solo che conta di piu’ quella interiore. 5. Per me non esiste la bellezza oggettiva. E’ impossibile. MICHELE (ANNI 45 ) 1. E’ la sincerita’ 2. Attraente. 3. Da bambino, la bellezza della natura. 4. E’ sicuramente piu’ importante quella interiore 5. Quella che risponde a precisi canoni estetici.

MICHELA CASABURO

LUCIA CATENA RISPOSTE MIO PADRE

1. La bellezza è un modo di essere. Ci sono due tipi di bellezza quella esteriore e quella interiore. Quella esteriore è sicuramente riconoscibile perché si basa su criteri che la maggior parte delle persone condivide. Quella interiore è più difficile da riconoscere, però è sicuramente quella che lascia maggiormente il segno. 2. Quella esteriore si basa sui riferimenti classici: un bel viso, occhi azzurri, un corpo ben curato.. Quella interiore è soprattutto quella che riesce a generarti maggiori emozioni ad esempio una persona molto generosa, dolce… 3. Quando ho conosciuto la persona che amo. 4. Preferisco la bellezza interiore. 5. Perché quella esteriore con il passare del tempo può anche ridursi, mentre quella interiore con il passare del tempo si rafforza.

LUCA PIPICELLI


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REDATTORI Gruppo Ricerche:

Cristina D’Angelo, Ludovica Della Torre, Roberta De Masi, Ferdinando Litta, Emanuele Luongo. Gruppo Racconti:

Ilaria Alimonda, Michela Alleonato, Cristina Bianco, Benedetta Conte, Benedetta Tuccillo. Gruppo Sport:

Mario Borrelli, Vimuth Fernando, Leonardo Fiore, Claudio Guerra, Mattia Livera. Gruppo Interviste:

Anna Clara Capasso, Michela Casaburo, Lucrezia Cataldo, Lucia Catena, Luca Pipicelli. Gruppo Giochi:

Giada Avagnano, Fabrizio Girasole, Arianna Illiano, Gianmaria Leone, Gabriele Pollice.

Il tennis è uno sport che vede opposti due giocatori (incontro singolare) o quattro (due contro due, incontro di doppio). I giocatori utilizzano una racchetta al fine di colpire una piccola palla. In passato le racchette avevano un telaio in legno, successivamente in leghe leggere, ora in grafite pura o mista a kevlar con una rete rigida di corde monofilamento o multifilamento verticali e orizzontali, fissate al telaio. Scopo del gioco è colpire la palla per far sì che l'avversario, posto nell'altra metà del campo da gioco, non possa ribatterla dopo il primo rimbalzo o battendola finisca con il commettere fallo. Il tennis viene praticato con una racchetta e una palla su un campo diviso in due da una rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico; sono sempre di più i campi al coperto che permettono l'attività anche d'inverno. Lo scopo del gioco è di mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d'incontro ossia singolo o doppio, per far punto facendo toccare una volta a terra la palla nel campo avverso in modo che l'avversario non possa rispondere, il punto si assegna anche quando l'antagonista non riesce a far passare la palla sopra la rete e quando l'avversario non riesce a prendere la battuta; la palla viene generalmente colpita con la racchetta, mai staccata dalla mano, al volo o dopo solamente un rimbalzo. Gli incontri hanno dei punteggi che si suddividono in partite, in inglese set; in base ai tipi di torneo gli incontri sono al meglio dei 3 o 5 set ; una partita è costituita da 6 o più giochi, (games).

Dal 1976 se però i giocatori sono sul punteggio di 6-6, quando il regolamento del torneo lo prevede, si disputa un gioco decisivo, in Inglese tiebreak, per conseguire la vittoria sul 7-6, eccetto in genere che nel quinto set. Il punteggio di un gioco assegna punti nella successione di 15 - 30 - 40 - vittoria e se i giocatori sono sul punteggio di 40 - 40 consegue la vittoria chi vince 2 vantaggi consecutivi. Nel tiebreak vengono assegnati punti nella normale successione numerica (1, 2, 3, 4, ...): si aggiudica il gioco decisivo chi per primo realizza 7 punti, con uno scarto minimo di due punti (ad esempio 7-5, 8-6 e così via). Per vincere un gioco così come per vincere una partita un giocatore deve superare l'avversario sempre di almeno 2 punti; quindi il risultato di una partita può essere: 7-6 (tie-break), 7-5, 6-4, 6-3, 6-2, 6-1 o 6-0. L'origine del punteggio 15 - 30 - 40 non è certa ma si pensa abbia radici medievali e francesi. Una possibile spiegazione è basata sulla presenza di un orologio sul campo. Un movimento di un quarto della lancetta (una per giocatore) veniva fatto dopo ogni punto e il risultato passava da 15 a 30 a 45 (col tempo abbreviato in 40). Quando si arrivava a 60 il ciclo era completo e così il gioco. Rino Tommasi, giornalista e telecronista di tennis, invece asseriva che ciò fosse dovuto al suono delle parole 15 30 40 che, nel vecchio francese, suonavano come un ritornello.

LEONARDO FIORE


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