ISTITUTO MARIA AUSILIATRICE SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO SOVERATO
Volume 1, Numero 1 Numero Speciale con CD allegato
Marzo 2010
Un viaggio nella bellezza Il bello della vita Alla scoperta dell’autenticità Sommario: Riflettiamo sul libro
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Riflettiamo sul film
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Bellezza è Vita
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Bellezza è Natura
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Bellezza è Arte
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Bellezza è Musica
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Bellezza è Sport
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Bellezza è Tradizione
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Bellezza è Comunicazione
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Notizie di rilievo: • “La schiappa” La bellezza di essere se stessi • Media e realtà, famiglia e lavoro, bellezza e vita • Viaggio nella memoria: la Shoah • I giovani e la legalità • L’uomo e la natura oggi • La musica e l’inno nazionale • Storia e tradizioni di Soverato • Una fiaba moderna con i palindromi
Un viaggio nella bellezza, un viaggio nella storia, nell’arte, nella natura, alla scoperta di tante forme, di molteplici particolari, di aspetti meravigliosi che incarnano la qualità forse più anelata. Dotati degli strumenti di ogni giorno, ma con occhi nuovi o con uno sguardo più attento. Sì, perché a volte bastano piccoli accorgimenti per scoprire le meraviglie che sono sempre sotto i nostri occhi o in fondo al nostro cuore. Un viaggio attraverso l’Italia che quest’anno festeggia i suoi 150 anni di Unità, e attraverso la nostra terra calabra, luogo di ricchezze naturali, storiche, artistiche. Un viaggio che ha entusiasmato i ragazzi
delle tre classi della scuola secondaria di primo grado, che hanno potuto scoprire, a volte con lo stesso candore di Donald, il vero senso della bellezza, ascoltando, guardando, emozionandosi, in un mondo che troppe volte è distratto o intende per bellezza solo quella estetica di una società patinata che si nutre di edonismo e dove contano solo la perfezione fisica o le misure o ciò che di volta in volta detta la moda. Non è facile parlare di bellezza vera, ma non è stato difficile far riflettere i ragazzi sul concetto autentico di bellezza, perché nonostante siano quotidianamente “bombardati” da messaggi negativi, l’età che vivono permette loro
La bellezza è nella semplicità La bellezza si nasconde dietro le cose più semplici che a volte incontriamo quotidianamente e che in realtà sono piene di significati e ricche di sentimenti. Un sorriso, una carezza, una parola bella o incoraggiante, un
abbraccio, un saluto e, quando serve, un aiuto anche piccolo che ci fa essere più buoni, non solo con gli altri, ma anche con noi stessi e ci fa capire tante cose che, forse non comprenderemmo da soli. Manuele, classe I
di cogliere il bello che li circonda: aspetti naturali, meraviglie artistiche, scorci suggestivi di paesaggi ... I ragazzi hanno saputo aprire lo scrigno dei ricordi, dei loro luoghi di vita, della cultura locale e nazionale, per mostrare le perle della nostra ricchezza, le vere bellezze che avvicinano ad una sacralità nuova, legano la dimensione umana a quella soprannaturale, manifestano la divinità, creando un ponte tra il reale e l’invisibile. Allora, tutti pronti a salpare in questo insolito viaggio…. per vivere una magica avventura, che ci ha donato occhi nuovi, capaci di vedere la bellezza della vita. Prof.ssa Elena Bianco
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“La schiappa”. La bellezza di essere se stessi
“Zinkoff riuscirà a dimostrare a tutti che anche una schiappa può diventare un eroe.”
Jerry Spinelli è l’autore del libro “La Schiappa”. È nato a Norristown, in Pennsylvania, e vive a Phoniwville con i sei figli e la moglie Elain, anch’essa scrittrice. Ha scritto una ventina di romanzi per bambini e ragazzi, e viene considerato uno degli interpreti più acuti ed efficaci dell’universo giovanile. Ha ricevuto la Newbery Medal, il Newbery Honour e altri numerosissimi premi. Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice “Mondadori”. È stato pr em iato com e “ Best Sellers”. Inizialmente, nel 2002, quando è stato pubblicato per la prima volta in lingua originale, si intitolava “Loser” (Perdente). La traduzione italiana è del 2003 ad opera di Oscar Mondadori. A febbraio del 2003 viene dichiarato Junior Best Sellers, mentre lo stesso mese del 2005 viene nom inato Oscar Best Sellers. Nel 2010 è avvenuta l’ultima ristampa. Nelle 166 pagine di racconto viene narrata una buona parte di storia di un bambino, Donald Zinkoff. “La Schiappa” narra quindi della crescita di Donald, un bambino un po’ maldestro che viene preso in giro dai suoi coetanei. La storia inizia con la presentazione di Zinkoff e continua con il suo primo giorno di scuola. Donald ama molto andare a scuola, ma è sempre sbadato, ride a crepapelle per qualsiasi sciocchezza e non riesce a prendere buoni voti. Anche nello sport, viene escluso dai suoi compagni che lo considerano una schiappa.
Crescendo, Zinkoff riuscirà a dimostrare a tutti che anche una schiappa può diventare un eroe.
noioso perché ricco di particolari che possono appesantire la lettura, ma sicuramente è un libro da
Donald e le sue paure Questo ragazzino affronta però molte “difficoltà” prima di diventare un “eroe”. Viene considerato una schiappa, e forse lo è veramente fin quando non sta cinque ore al freddo per cercare la sua amica. Un ragazzo che non si ferma davanti ad alcun ostacolo. Per gli altri, comunque r im ane s em pr e una Schiappa, una nullità, uno scarto. Ma uno scarto che alla fine sa essere eroico o meglio sa essere semplicemente se stesso. È l’apparenza che lo rende buffo, anche se ha un cuore d’oro. In alcuni punti il libro risulta piuttosto
cui si traggono molti spunti di riflessione. Lo consiglieremmo alle persone che sentono di essere migliori o superiori alle altre. Lo consiglieremmo ancora a tutti i ragazzi che, come Zinkoff, sono nell’età della crescita. Lo consiglieremmo anche a chi vuol farsi quattro risate. A noi questo libro è piaciuto perché Zinkoff, m algrado il giudizio negativo degli altri, è riuscito ad essere se stesso senza perdere la gioia di vivere. CLASSE II
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Riflettiamo sul libro: le relazioni umane INSIEME E’ MEGLIO, ANZI E’ PIU’ BELLO. “Cresci a fianco con un ragazzino e neanche lo noti. È lì, semplicemente: per strada, nel parco, nel quartiere. Fa parte dello sfondo, come le auto parcheggiate e i bidoni di plastica verde sul marciapiede, in attesa che passi il camion della spazzatura.” Così comincia il libro “La S c h i a p p a ” . È un’introduzione che molte volte rispecchia il carattere umano, quella sfumatura negativa, che fa star male una persona, anche e solo con uno sguardo: l’indifferenza. Nella nostra vita, in qualunque momento della giornata, siamo circondati da persone, gente per gli altri comune, ma per noi TANTO significativa: amici, parenti, conoscenti… Persone a cui vogliamo bene, con cui condividiamo cose belle e brutte, con le quali ridiamo, scherziamo, giochiamo, usciamo, piangiamo, ci sfoghiamo, litighiamo. Ci sono molte altre cose da elencare, ma queste bastano per farci capire che loro ci sono. Anche sulla Bibbia è scritto che Dio creò la donna per non far sentire solo l’uomo. Ovviamente
noi
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NATI PER VINCERE. Rileggendo il libro “LA SCHIAPPA” ho visto che a Donald rubano il cappello-giraffa. Un bullo di quarta lo deride ma Zinkoff rimane indifferente. Io sarei andato su tutte le furie sapendo anche che il
“attenzioni” da parte degli altri, le diamo per scontate. Ma se tutto ciò che ci circondasse non esistesse? Se noi fossimo gli unici sulla faccia della Terra? Qualcuno risponderebbe: “Sarebbe meglio!” Io la penso diversamente: se fossi l’unica ad esistere, morirei, ma non di solitudine, non solo almeno. Se non ci fossero gli altri, chi fabbricherebbe le cose? Chi costruirebbe le case? Chi mi insegnerebbe a conoscere e apprezzare il mondo? Se fossi sola sul pianeta non mi ritroverei ad affrontare questo delicatissimo argomento. Perciò vorrei dare un consiglio alle persone che vivono nella totale indifferenza: fermatevi, guardatevi attorno e poi chiudete gli occhi per qualche istante. Lo sentite? Si, è il caos prodotto dalla gente.
parlate, piangete, uscite, provate tutti gli svaghi possibili: ma fatelo con persone reali! MARTINA, classe II Non avere né amici né parenti deve essere una sensazione bruttissima che, credo, nessuno vorrebbe provare. Non avere persone accanto, infatti, significa non avere nessuno con cui condividere la proprie gioie ma anche le proprie tristezze e tutto ciò che ti riserva la vita. Ciò significa che nessuno ti può consolare nel momento del bisogno, significa che nessuno ti può dare amore, affetto e la sensazione di essere qualcuno. Io penso che quando pensiamo di non avere bisogno di nessuno è allora che ne abbiamo più bisogno.
“Se non ci fossero gli altri, chi fabbricherebbe le cose? Chi costruirebbe le case? Chi mi insegnerebbe a conoscere e apprezzare il mondo?” È solo illusione la nostra, è semplicemente un voler essere indipendenti e onnipotenti! Che bello il dono della relazione con gli altri, in particolare con gli amici. SILVIA, classe II
Ora provate a isolarvi dalle persone. Che cosa si sente? Silenzio, solo silenzio, e sapete cosa vuol dire? Il silenzio è una conseguenza della solitudine. Quindi provate ad amare qualcuno,
mio e avrei provato a riprendermelo con tutte le mie forze. Un ragazzo così prepotente di sicuro sarebbe temuto da tutti tranne che dai suoi amici probabilmente. Zinkoff, comunque, mi ha insegnato che non tutto
si risolve con la violenza, anche se potrebbe sembrare la cosa migliore, e restare calmi, a volte, può essere la cosa migliore anche se spesso è l’ultima alternativa che ci viene in mente quando ci troviam o in queste situazioni.
sua bontà e perché vede sempre il lato positivo e la bellezza in tutto e in tutti, anche nelle situazioni più tragiche come questa che ha tutto il sapore di un atto di bullismo. Siamo nati per vincere ma non con la prepotenza! Vincenzo, classe II
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Riflettiamo sul libro: le persone intorno a noi LE STELLINE DI CARTA ARGENTATA E IL DONO DELLA VITA.
“La cosa veramente importante è appartenere a qualcuno, avere dei genitori che si occupano di te e che possono esserti d’aiuto nei momenti
GLI ANZIANI Do n a ld d ur an t e la giornata “A lavoro con mio padre” incontra, nel quartiere di Willow Street oltre “all’uomo che aspetta” e a Claudia, una signora anziana dai capelli bianchi circondata da un girello a quattro zampe. La chiama “signora oh postino”, perché non sa il suo nome e da quel giorno, perché le consegni una lettera grida verso Zinkoff: ”oh postino!”. Un giorno anche io, mentre ero con la mia mamma che fa l’autista degli autobus, e fa il tratto di strada da Isca a Soverato, ho conosciuto molti anziani di Isca e posso concludere che gli anziani sono molto gentili ed alcuni tengono alla
Nel romanzo “La Schiappa” si racconta dell’infanzia di Donald Zinkoff, un ragazzino come tanti che però viene considerato dagli altri una vera schiappa. La vera forza di questo personaggio viene dalle sue qualità nascoste: l’ingenuità, l’allegria, l’entusiasmo. Zinkoff ama la vita, sogna di diventare grande per fare lo stesso lavoro del padre. È sereno anche se gli altri lo escludono e questa serenità gli viene dal fatto di avere dei
genitori che lo seguono con amore. Non lo spingono a primeggiare, ma lo capiscono e condividono i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. Il dono delle stelline di carta argentata che la mamma di Donald fa al figlio e alla sua sorellina, non è solo una dimostrazione d’amore, ma anche un modo per far capire la gioia di essere al mondo. Malgrado Zinkoff sia così buffo, la sua mamma lo ama e lo spinge a essere se stesso. Questa storia mi fa capire quanto sia importante esistere e perciò mi aiuta ad apprezzare il dono della
propria persona mentre altri si trascurano ma comunque mi rivolgo a loro in modo rispettoso perché sono comunque persone più grandi di me. L’anno scorso,con la classe, abbiamo fatto visita ad una casa per anziani e lì abbiamo parlato con loro e poi abbiamo inscenato una piccola recita su Don Bosco.
Davanti alle persone che sono anziane, io mi comporto come se fossi una loro nipote, perché a me i vecchietti fanno molta tenerezza.
Questa esperienza è stata molto bella; incontrare le persone avanti nell’età infatti, diventa arricchente sia per noi che per loro che hanno ancora tanto da dirci.
Io ho visitato tante volte i centri per anziani, però non sono molto d’accordo con essi, perché i vecchietti non devono stare lontani dalle loro famiglie e stare lì solo a mangiare e dormire, senza affetto umano. Invece quando i vecchietti stanno in casa propria, magari con i propri figli, i nipoti o con le badanti si sentono considerati come persone. Io purtroppo ho vissuto un’esperienza
Questa esperienza mi è piaciuta molto e la rifarei molto volentieri. SILVIA , classe II
Mi ricordo un giorno in cui, invece di andare subito al campetto di calcio, con una mia amica sono stata in compagnia di molte persone anziane e ci siamo divertite.
vita. Io sono felice della mia vita e delle persone che mi circondano e non vorrei scambiarla con quella di nessun altro. La cosa veramente importante è appartenere a qualcuno, avere dei genitori che si occupano di te e che possono es s er ti d’ ai uto nei momenti difficili. Soltanto se si hanno degli affetti si può essere felici anche delle piccole cose e condividerle con chi si ama. VALENTINA, classe II
bruttissima in paese per il trasferimento di una vecchietta da Santa Caterina al centro per anziani. A me dispiaceva molto che dovesse andare via da casa sua m a l v o l e n t i e r i, però questa è la vita. Quando si ha una certa età e non si è autonomi non si può restare da soli in casa. Io non vorrei rifare questa esperienza, a meno che non ci sia qualche anziano che conosco e che vorrei andare a visitare. In definitiva ciò vorrei esprimere è il odio per i centri anziani e invece il affetto per tutti anziani.
che mio per mio gli
BARBARA , classe II
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Riflettiamo sul libro: il quartiere, luogo di relazioni ALLA SCOPERTA DI … Come Donald scopre il territorio e le persone che lo circondano, anche io già da tempo ho scoperto e conosciuto i miei vicini di casa sia dentro il condominio sia fuori. Avrò conosciuto i miei vicini da neonato, ma il riferimento più lontano che ho è quando avevo tre o quattro anni. Io perciò conosco molto bene le persone che occupano le abitazioni a me vicine. Dove abito io, cioè a Montepaone, non ci sono quartieri, ma ci sono strade che si intersecano con altre vie. La mia strada è Leonardo da Vinci e la mia casa si affaccia sulla strada e da dietro ammiro le montagne. Tra tutti i miei vicini i più simpatici sono due anziani che abitano al Nord e scendono in Calabria da Giugno a Ottobre. Si chiamano Teresa.
Antonio
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Lui è un po’ sordo e ricordo che, quando ero piccolo, parlavo con lui dal mio balcone e se non sentiva andavo a prendere il megafono così tutto quello che dicevo era chiaro. Sono molto protettivi i miei amici vicini e se mi vedono uscire senza mamma mi chiedono sempre se ho bisogno di qualcosa. Io, del posto in cui abito conosco due lati: quelli positivi e anche uno negativo. Abito vicino alle montagne e quindi di mattina si respira un’aria pulita, e poi ho dei bravi vicini nel condominio sempre pronti ad aiutarmi. La sola cosa che dispiace è
che alcune volte d’estate si verificano incendi e tutta la bella collina con tanto verde diventa piena di alberi bruciati.
Conosci i tuoi vicini? No, a dir la verità; ma non è perché non riesco a relazionarmi con loro ma perché io non ho vicini, si, proprio così io non ho vicini.
Sotto casa ho un bel torrente caratteristico e se si apre la finestra, si sente il rumore dell’acqua.
La mia casa è una specie di villetta dove si trova anche il panificio in cui lavora il mio papà. Al 2° piano abito con la mia famiglia e al 3° piano abita mia zia materna che vi risiede solamente per 3 o 4 settimane l’anno. Quindi definirei i miei vicini di casa quelli che mi ritrovo in casa, ovvero i miei familiari, i componenti della mia numerosa famiglia. Che relazione hai con loro? Siamo molto legati l’un l’altro. Ci aiutiamo a vicenda ma, pur essendo nella stessa casa, a volte ognuno si perde nei propri affari. Io abito a Sant’Andrea che si divide in Sant’Andrea Marina e Superiore. Io in realtà abito appena all’inizio di Sant’Andrea Marina ma è come se fossi a Sant’Andrea Superiore perché vicino alla mia casa non passa quasi mai nessuno ed è lontano dalle edicole, farmacie e da tutti quanti i negozi per cui è molto difficile incontrare persone.
C’è molta possibilità di relazione perché i miei vicini sono bravi e aperti. Nel mio paese, essendo tutti vicini, come ho già detto prima, siamo tutti pronti ad aiutarci. Infatti mamma (soprattutto quando ci sono anziani) è sempre pronta ad aiutarli. Questo è ciò che apprezzo di più del mio paese e della mia famiglia. GREGORIO, classe II La maestra di Donald assegna un compito, quello di andare un giorno a lavoro con il padre. Zinkoff lo dice al papà e vanno, di domenica, a fare i postini. Creano un sacco con delle buste finte, e vanno per tutto il quartiere a consegnarle, alla fine della giornata mangiano e poi tornano a casa. Questo perciò fa capire a Zincoff che ha dei bravi vicini. Anche io ho un buon rapporto con i miei vicini: gioco, scherzo e mi diverto molto e alcune volte vado anche a casa loro. Io nel quartiere ho pure il mio migliore amico che mi sostiene sempre e lo facciamo a vicenda. Ci vogliamo molto bene, infatti il più delle volte giochiamo a calcio, il nostro sport preferito, insieme ad altri amici. E la cosa che apprezzo di più è la calma e la serietà che c'è nel mio quartiere. GIANMARCO, classe II
Cosa apprezzo maggiormente? Della mia abitazione apprezzo maggiormente il fatto che sia isolata: è vero essendo isolata non è facile incontrarsi con gli altri, e questo è il lato negativo, ma di positivo c’è il fatto che, quando ci sono le feste, come Capodanno, Ferragosto, Natale, non ci sono i coinquilini che si arrabbiano poiché facciamo chiasso. Altre feste frequenti sono quelle di compleanno, soprattutto nella mia famiglia che è composta da numerosi membri e di conseguenza i compleanni sono molto frequenti. MIRIAM, classe II
“C’è molta possibilità di relazione perché i miei vicini sono bravi e aperti.”
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Riflettiamo sul libro: l’essenza della vita ESSERE O APPARIRE.
“Dovremmo spegnere un po’ la televisione, il computer, il telefonino e ascoltare il nostro cuore per riscoprire la felicità delle cose semplici.”
“Oggi è più difficile essere che apparire, soprattutto nei rapporti con gli altri. Ognuno di noi si lascia influenzare dal mondo esterno e da quello che pensano gli altri. La società, spesso, ci presenta dei modelli lontani dalla realtà di tutti i giorni. Per adattarsi a queste situazioni non sempre è possibile mostrarsi agli altri per quello che si è. Apparire ed essere sono due cose ben diverse e oggi sono sempre più distanti. Questa diversità viene aumentata dalla tecnologia che ci propone una realtà virtuale che prende il posto di quella reale. La televisione, usando solo immagini, ci
inganna più facilmente, proponendo personaggi, oggetti o situazioni che vorremmo avere o in cui ci vorremmo ritrovare. I più moderni mezzi di comunicazione fanno viaggiare noi giovani in un mondo senza limiti. Ma spesso ci ritroviamo annoiati e sempre più isolati. Certo, questi moderni mezzi tecnologici di comunicazione sono molto utili ma spesso vengono usati più per moda e per non sentirsi inferiori agli altri ragazzi. Dovremmo spegnere un po’ la televisione, il computer, il telefonino e ascoltare il nostro cuore per riscoprire la felicità delle cose semplici. Guardare anche gli oggetti familiari con occhi diversi, come esprime l’autore nel libro.
Ogni cosa della nostra casa e del nostro mondo, ci è cara, non solo per la sua utilità, ma soprattutto perché ci rassicura. Non ha importanza se le cose che abbiamo sono preziose o all’ultima moda, l’importante è che ci parlino di noi. Ci vuole personalità, per farsi vedere per quello che si è: piccoli, insicuri, ma anche liberi e spontanei. Forse essere e apparire non sono così distanti, non sono uno buono e l’altro cattivo ma sono due aspetti di noi che si scambiano e che ci rappresentano, mettono in luce quello che gli altri non vedono. VALENTINA, classe II
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Riflettiamo sul libro: gesti di bontà LA BELLEZZA DI ALCUNI GESTI Zinkoff, il protagonista del libro, è un ragazzo dalle molte qualità, che, però, a volte non sa dimostrare. Nell’episodio della scomparsa di Claudia, dimostra due sue belle qualità che non tutti i ragazzi hanno: la bontà e il coraggio di lasciare tutti e andare a cercare Claudia fino alle due del mattino. Secondo me ci vuole molto coraggio nel restare svegli fino a quell’ora, tra il gelo della neve e il buio, per cercare una persona che pure era già stata trovata. Come si racconta nel libro, le persone non hanno accolto il gesto di Zinkoff come un gesto d’amore, bensì come un gesto di ingenuità, perché queste persone guardano non con gli occhi dell’amore, ma con quelli della superficialità, ovvero quelli che ti fanno vedere solo ed esclusivamente il lato negativo delle persone, quelli che trovano (come dice un detto) il pelo nell’uovo, quelli che in un ragazzo buono e dolce cercano il neo pur tra tante qualità. Io non ricordo se un episodio così sia capitato anche a me e anche se fosse capitato, io farei fatica a raccontarlo perché mi preoccuperei troppo di ciò che gli altri pensano del mio gesto, d'altronde anche Zinkoff era inconsapevole del pensiero della gente, lui si considerava un eroe, e lo è, secondo me, ma non tutti gli occhi riescono a cogliere la “bellezza” di alcuni gesti. SILVIA , classe II Zinkoff è tra alcuni ragazzi. Tutti lo guardano perché Claudia la bimba che è scappata è stata ritrovata. Zinkoff ha lottato tanto per cercarla, ha davvero fatto l’impossibile. Però tutti quei
ragazzi che sono là lo prendono per idiota, infatti cercare qualcuno che è stato trovato per loro è una cosa da “scemi”. S ec on do me Zi nkof f rappresenta un piccolo eroe, il suo gesto un gesto d’amore verso il prossimo. Un gesto che ho fatto io, lo ricordo bene, è quello di aver dato fiducia e averla ricevuta da un mio amico con cui era importante incontrarsi una sera. A casa non lo lasciavano uscire ed io ho convinto la madre dopo numerosi tentativi e promesse finchè, grazie a me, siamo riusciti a spuntarla. La mia ricompensa è stata una pizza e soprattutto quella fiducia reciproca di c u i a n c o ra g o d i a mo entrambi. Quanta felicità per il gesto fatto e ancora tanta amicizia. GIUSEPPE, classe II Tutti i suoi genitori hanno capito il gesto che ho fatto e mi hanno ringraziato. Essendo un ragazzo educato i miei amici non hanno mai travisato il bene che ho fatto. GREGORIO, classe II Donald cerca inutilmente la ragazzina “Claudia” fino alle due del mattino mentre, nel frattempo, era già stata trovata. La frase emblematica, alla fine del libro la “Schiappa” è di un suo compagno, Tuttle. “ E’ da idioti cercare fino alle due del mattino qualcuno che è stato già trovato”.
Io potrei essere d’accordo con quello che dice Tuttle se non sapessi che Donald ignorasse il fatto che Claudia fosse già stata trovata. È questo, secondo me, l’ insegnamento da ricavare da questo episodio conclusivo e cioè di
quanto sia facile sbagliare nei giudizi o farlo con superficialità. Come Donald che si comporta da “eroe” nel cercare fino a tarda notte Claudia anche io molte volte ho fatto dei gesti buoni. Uno dei gesti che ricordo è stato far integrare nel mio gruppo un ragazzo di nome Mattia. Un giorno sua nonna, che adesso non c’è più, mi aveva chiesto di farlo integrare nel gruppo perché era molto timido e veniva deriso da tutti. Essendo timido non si faceva avanti per giocare con noi, e restava solo. Quindi mi sono avvicinato e ho chiesto se voleva giocare ma per la sua timidezza ha detto di no, ma poi l’ho convinto. Spesso adesso ripenso a sua nonna che ci ha fatto incontrare e rivolgendo gli occhi al cielo dico “grazie” perché ci ha fatto diventare amici. In Willow Street cade la neve e, come tutti i bambini, Donald va fuori per la strada a giocare a palle di neve con i suoi amici. In fondo alla strada vede delle luci, dei lampeggianti della polizia proprio davanti casa della sua amica Claudia. Si avvicina per vedere cosa stia succedendo, e dalle parole dei poliziotti riesce ad intuire che Claudia è scomparsa. La vuole cercare, corre più veloce che può in tutti i vicoli del quartiere, tra la neve. Claudia è una bambina piccola, potrebbe essere dappertutto, persino sotto i cinquanta centimetri di neve che ormai sta per arrivare alle ginocchia di Donald. La cerca con tutte le sue forze, ma la temperatura sta già iniziando a calare e la
no tte s or pr en de di soppiatto Donald che scende tra le strade di Willow Street. Dopo ore ci ricerche Donald crolla per strada. Si addormenta. Il mattino Donald si ritrova in un posto caldo, proprio come le sue coperte. Apre gli occhi e vede i suoi genitori tutti spaventati. Lo guardano con uno sguardo perplesso, non riesce a capire se sono arrabbiati o felici. I genitori raccontano a Donald che la polizia cercava solo lui, perché la sera non era arrivato a casa e che Claudia era stata trovata ore prima. I genitori di Donald lo abbracciano con affetto ma quel giorno rimane chiuso dentro casa in punizione. A me è già successa una cosa simile, tu fai un gesto buono, ma gli altri non lo comprendono. Io avevo, e sottolineo avevo, un amico di nome David; mi considerava “un’amica” ed io anche. Solo che un giorno in un programma tv dove ci hanno chiamato per cantare, lui non ha potuto esibirsi. Gli hanno dato la possibilità di cantare ma lui l’ha sprecata per colpa di un attacco preso male. Io ho cantato più di una volta. David, geloso perché io cantavo e lui no, ha iniziato a comportarsi male con me. Sono scomparsi i gesti di amicizia, non mi considerava più un’amica, ma solo una rivale, una ragazza che cantava. Da quel momento ci sono rimasta malissimo, e non ho più voluto essere sua amica ma non mi pento del bene condiviso. Nella vita, non sempre si riceve in egual modo ciò che di dà. ANASTASIA, classe II
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Riflettiamo sul film: “Immagina che …” Media e realtà, famiglia e lavoro, bellezza e vita UN PADRE ED UNA FIGLIA Noi ragazzi della Scuola Media abbiamo visto insieme il film del regista Karey Kirkpatrick “Immagina che”, un film interessante, girato tra gli Stati Uniti e la Germania nel 2009, e molto divertente grazie anche all’interpretazione di Eddie Murphy, nei panni del protagonista. Insieme, poi, abbiamo riflettuto su alcuni particolari:
in un mondo immaginario, costituito da principesse, perché vuole trovare un modo per essere considerata dagli adulti, in particolare dal padre. Per Olivia è molto importante avere la copertina con sé, perché è la chiave del suo mondo, infatti quando le viene tolta, inizia ad urlare e a sbattere i piedi per poterla riavere.
ci sono davanti a loro tre fatine, non crede alla figlia e non ha voglia di giocare con lei perché pensa solo a fare carriera. Quando il papà comincia a capire che forse un fondo di verità c’è nelle parole della figlia, le cose pian piano iniziano a cambiare; però, Evan e Olivia, in un primo momento, non
L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA
Evan, il papà non sta mai con la figlia, Olivia, e lei, per non stare da sola si crea il suo mondo immaginario. Olivia entra in questo mondo tramite una copertina chiamata “guga”. Nel mondo immaginario ci sono tre fate, una regina e un drago. Abbiamo visto che ci sono dei punti in comune con il libro “La Schiappa” che abbiamo letto: 1) Donald Zinkoff e Olivia abitano in un mondo che solo loro conoscono; 2) Donald Zinkoff e Olivia sono due bambini che cercano un contatto con i propri genitori e con gli altri; 3) Donald e Olivia non vengono abbastanza compresi dagli altri e cercano riparo nella loro fantasia, attraverso personaggi immaginari che rispecchiano le loro caratteristiche. 4) Donald e Olivia cercano un lato positivo in tutte le persone, perché i bambini non sono come i grandi, perciò non sono né egoisti né invidiosi. Insomma, Olivia si perde
Evan troppo preso dal suo lavoro, non aveva avuto il privilegio di vivere. Questo film ci è piaciuto molto perché dimostra quanto sia importante, per ogni bambino, sentirsi amato dai propri genitori, quindi quanto sia importante il calore della famiglia. CLASSI II E III
Gli occhi di un bambino, infatti, vedono ciò che gli adulti non vedono, perché i bambini colgono ogni singola sfumatura di emozioni belle o brutte e hanno la capacità di vedere ciò che i grandi non possono. I bambini vedono con gli occhi del cuore. All’inizio, quindi, Olivia non va molto d’accordo con il papà, immerso solo nel suo lavoro; lui, quando Olivia gli dice che
hanno un rapporto di “vero bene”, perché la bambina è solo sfruttata da parte del padre per il suo lavoro. La madre, d’altra parte, vorrebbe che Evan si rendesse conto del fatto che Olivia si sente esclusa da lui. Alla fine, dopo varie peripezie, il padre e la figlia ricostruiscono un vero rapporto, una relazione autentica di affetto e di complicità, che fino a quel momento
Forse non sembra, ma la vita della piccola protagonista Olivia è una vita che vivono molti bambini ai tempi d’oggi. Molti genitori si separano e molte volte i figli sono quelli che subiscono il maggiore trauma. Olivia cerca di superare questa assenza da parte dei genitori rifugiandosi in un mondo tutto suo perché capisce che il mondo reale in cui vive non le piace; crea persone fantastiche, personaggi fantastici, vicende fantastiche. Il papà di Olivia, Evan, preferisce rifugiarsi nel suo lavoro per sfuggire in qualche modo al trauma che ha subìto anche lui e non si accorge quindi della sua piccola figlioletta. La bambina però con la sua semplice “guga” riesce a sorprendere il padre, ad aiutarlo nel suo lavoro. Noi tutti sappiamo però che non è stata la copertina a risvegliare Evan, ma l’amore della figlia che lo ha aiutato a superare qualsiasi ostacolo e a riscoprire il ruolo più importante della vita, quello del genitore, perché niente è più importante della famiglia. Claudia, classe III
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BELLEZZA E’ VITA
La vita ieri e oggi La vita è ed è sempre stata un bene prezioso. Solo di recente, però, è stata riconosciuta come diritto da tutelare e difendere. In altri tempi la vita e tutti gli altri diritti ad essa legati, come la libertà, la salute, l’istruzione, non erano riconosciuti nelle leggi (quando c’erano!). Oggi molte persone che stanno economicamente bene non si rendono conto della fortuna che hanno e non riescono a capire la sofferenza di coloro che stanno dall’altra parte del mondo e che per un piatto di riso o un bicchiere d’acqua farebbero qualunque cosa. Pensiamo a quei bambini, a quelle donne e agli anziani che sono costretti a fare lavori forzati, che vengono sottoposti a sforzi più grandi di loro e pensiamo a tutte quelle persone che cercano di emigrare in altri paesi dove potrebbero trovare posti di l a vo ro e guadagnare soldi per poi ritornare nel proprio paese garantendo così un futuro migliore a loro e alla propria
“La vita è un bene prezioso, è un diritto da tutelare e proteggere.”
famiglia; molte volte, però, succede anche che tante persone non riescono ad andar via dai propri paesi perché vige una dittatura che controlla la loro vita e i loro spostamenti. Purtroppo la tragedia più frequente è che molti bambini sono sfruttati e vengono usati per compiere lavori che non infatti molti dovrebbero, muoiono di malattie dovute alla mancanza di igiene e tanti altri muoiono per denutrizione. Tantissime sono le donne che ancora oggi in varie parti del mondo soffrono perché vengono sfruttate
o maltrattate dagli uomini, sono usate come oggetti e tenute in scarsissima considerazione. E quanti gli anziani ai quali non vengono riconosciuti i propri diritti, perché ormai hanno raggiunto gli ultimi anni di vita, perciò si consumano pian piano e sono costretti a morire abbandonati e privi di cure. Insomma cerchiamo di capire che noi siamo davvero delle persone fortunate, anche quando, talvolta pensiamo di essere sfortunati perché abbiamo una (una sola) giornata che va storta! Guardiamo la vita con l’occhio povero e stanco, di chi la
Viaggio nella memoria UNA QUESTIONE RAZZIALE: UNA STRAGE DI INNOCENTI La Shoah per gli ebrei, erroneamente detta olocausto, è lo sterminio di un’intera popolazione. La Shoah, nata nella seconda guerra mondiale, diventa un genocidio di 6 milioni di ebrei. Le eliminazioni nei lager venivano condotte in modo sistematico; ve n i va n o fatte l i st e dettagliate di vittime presenti, future e p o te n zi ali. U n considerevole sforzo fu speso durante il corso di questa guerra per trovare modi più efficienti per uccidere facilmente e velocemente gli ebrei. Si p a s s ò q u i n d i a ll ’a vve le n a me n to da monossido di carbonio,che si usava nelle camere a gas per gli omicidi di massa, allo ZIKLON B . Pochi sanno, però, che i nazisti condussero diversi esperimenti scientifici sui
prigionieri, compresi.
bambini
La domanda che oggi tutti ci poniamo è : perché Hitler fece uccidere 6 milioni di ebrei? Sicuramente c’è una spiegazione … ma non garantisco che sia ragionevole. Hitler pensava che la razza ebrea fosse una razza “impura” ed inferiore alle altre,capace di “macchiare” il sangue della razza “pura” e far cadere questa in peccato. Hitler considerava gli ebrei una razza che aveva lo scopo di dominare il mondo e, quindi, rappresentava un ostacolo per il dominio ariano. Secondo la sua opinione, la storia consisteva, quindi in uno s c o n t ro c h e s a r e b b e culminato con il trionfo della razza ariana, quella superiore: di conseguenza, i nazisti consideravano un preciso obbligo morale eliminare gli ebrei, dai quali si sentivano minacciati. Inoltre, ai loro occhi, l'origine razziale degli ebrei li
guarda, quell’occhio che ci vede come dei re che hanno una casa dove mangiare e riposare senza essere schiavizzati. Quindi preghiamo per queste persone affinché un giorno riescano anche loro ad avere un po’ di libertà e di dignità. Soprattutto, quando possiamo, cerchiamo di cambiare le cose nel nostro piccolo, perché è con le piccole azioni che il mondo potrà cambiare e salvarsi. Valentina e Antonella P., Classe III
identificava come d e l i n q u e n t i , irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori. Non ci sono dubbi che ci furono altri fattori che contribuirono all'odio nazista contro gli ebrei e alla creazione di un'immagine distorta del popolo ebraico. Uno di questi fattori era l'antisemitismo che vedeva gli ebrei "assassini di Cristo", inviati del diavolo e praticanti arti magiche. Altri fattori furono l'antisemitismo politico e razziale della seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, che considerava gli ebrei come una minaccia per la stabilità sociale ed economica, essendo gli ebrei da sempre grandi banchieri. La combinazione di questi fattori scatenò la persecuzione. Quest’accaduto veramente tragico, è frutto di una mente umana, piena di limiti ed ambizioni, in cui la morte di sei milioni di persone è protagonista. Si può quindi definire semplicemente come frutto di “una mente folle”. Antonella P. classe III
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Viaggio nella memoria SEI MILIONI DI RAGIONI PER NON DIMENTICARE… Tutti abbiamo il diritto e il dovere di ricordare. Ricordare perché la storia insegna, ricordare per non negare, ricordare uomini, donne e bambini senza colpa che sono stati torturati e portati alla morte.
“L’indifferenza porta ignoranza e l’ignoranza porta a questi grandi errori…” Da molti anni nel nostro paese si dedica il 27 Gennaio alla memoria ,al ricordo di una tragedia che sembra tanto lontana, ma il realtà risale solo a poco più di mezzo secolo fa: la Shoah. Il 27 Gennaio 1945 le truppe sovietiche sfondano i cancelli di Auschwitz e liberano i pochi prigionieri rimasti vivi. Per questo è stata scelta proprio questa data. “Shoah” in Ebraico significa “annientamento”e i crimini commessi contro una parte dell’umanità, cioè contro la comunità Ebraica. Spesso si usa la parola “olocausto“ che, invece, significa “sacrificio volontario” e quindi non può essere un termine adatto per spiegare ciò che è avvenuto. E’ stato ufficialmente dichiarato che circa 6 milioni di ebrei sono stati uccisi, il 72% di quelli che abitavano in Europa. Qu e s t o è un d at o drammatico che dimostra una vera e propria strage.
Inoltre dobbiamo anche sottolineare che l’odio nazifascista non si sfogò solo sugli Ebrei ma anche sui rom, i malati di mente, i testimoni di Geova, gli omosessuali e gli oppositori politici. Insomma tutti quelli che “inquinavano” la razza ariana, la razza “pura”. Sono state commesse mostruosità atrocità giustificate in nome di quella razza che doveva vincere su tutti, che doveva conquistare il mondo. Quel mondo silenzioso e indifferente, impaurito, incapace di far valere i propri diritti e quelli di uomini sterminati solo per la colpa di essere nati Ebrei . Si cominciarono a costruire i campi di concentramento, furono dettate le leggi di Norimberga, le leggi
razziali, milioni di Ebrei furono deportati. Essi abbandonarono le loro case, il loro paese, il loro cielo, per andare a lavorare e non tornare mai più. Per molti, troppi, questo fu un viaggio di sola andata, un viaggio verso la morte, verso lo sterminio. Quei forni crematori che funzionavano 24 ore su 24, a ritmo ininterrotto, dove tutto veniva cancellato, p e rc hé tu tt o d o ve va rimanere sconosciuto, nel silenzio. Quel silenzio che noi dobbiamo rompere per far sì che tutti conoscano e riflettano. L’indifferenza porta ignoranza e l’ignoranza porta a questi gran di e rro ri, q uin di dobbiamo non dimenticare questa tragedia, perché ci deve servire come monito. Maria Caterina, classe III
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I GIOVANI E LA LEGALITA’ Siamo noi il futuro della società Che un futuro migliore dipenda da noi, l’abbiamo già sentito dire tante volte, ma sentirlo ribadire con tanta forza e convinzione da un magistrato che si occupa di casi anche molto gravi che vede protagonisti i minorenni, non capita tutti i giorni. La dottoressa Annamaria Fiorillo, Sostituto Procuratore presso la Procura dei minori di Milano è venuta nella nostra scuola giorno 15 dicembre per parlarci del rapporto tra giovani e legalità. Il convegno, che si è svolto in salone, è stato organizzato dalla nostra scuola e dall’Osservatorio “FalconeBorsellino-Scopelliti”, un’associazione che porta il nome di tre magistrati uccisi dalla mafia e che si occupa di legalità, attraverso l’informazione e la formazione dei ragazzi su questo tema. Attraverso il racconto della sua esperienza lavorativa il magistrato ci ha presentato tanti fatti di criminalità e di illegalità che vedono protagonisti i giovani, ma ci ha anche fatto capire che dietro a questi atti ci sono spesso storie di violenza e di sofferenza. Riferendoci episodi relativi ai casi da lei seguiti, ci ha però comunicato anche sicurezza, fiducia, ottimismo: sicurezza che dobbiamo avere nelle nostre scelte di vita; fiducia nei giovani che lei ha definito il futuro dell’umanità; ottimismo nel credere in una società più giusta. Sì, più giusta, perché qualche esperto di statistica dice che sono
relativamente pochi quelli che commettono ingiustizie in varie forme di criminalità, solo il 20% della popolazione, ma se nel mondo molte cose non vanno per il verso giusto, è causa di chi quelle ingiustizie non le denuncia e, in un modo o nell’altro, ne è complice. “Non basta non commettere ingiustizie, è necessario anche non farle commettere”: questo affermava Martin Luther King, afro-americano premio Nobel per la Pace negli anni ’60, che si è battuto contro l’apartheid. L’appassionante discorso della dottoressa Fiorillo ha ruotato intorno a questa frase. È anche vero, però, che quella piccola fetta di popolazione che commette ingiustizie si trova al potere. Allora noi cosa possiamo fare? In fondo se noi pensiamo a ciò che è successo durante il Nazismo, comprendiamo che non sarebbero stati uccisi sei milioni di persone se non ci fosse stato qualcuno a impedire che la Shoah avvenisse, a cominciare dalle azioni più semplici, come quella di guidare i convogli che portavano gli Ebrei nei lager. Ecco perché è stato ribadito con forza che il futuro dipende da noi, che anche noi, nel nostro piccolo possiamo contribuire alla costruzione di un mondo migliore, quando scegliamo cosa fare, cosa comprare, dove andare, cosa dire. Le risposte date alle nostre domande ci hanno fatto capire l’importanza del coraggio di scegliere il bene nella vita, anche quando la strada è tortuosa.
BELLEZZA E’ VITA La legalità è un valore che dobbiamo custodire gelosamente, perché garantisce la libertà nostra e di tutti, infatti le regole non sono dei divieti, ma delle norme che aiutano tutti a vivere meglio, nell’ordine e nel rispetto reciproco. Ad esempio dobbiamo pensare, che, se io non voglio essere derubato, io per primo non devo derubare. L’incontro è stato molto interessante e coinvolgente: negli occhi di questa donna si leggeva la soddisfazione per l’aiuto che porta a tanti ragazzi, nelle sue parole trapelava tutta la passione per il suo lavoro e la fede nei valori umani e civili. Eravamo curiosi di sapere di più del lavoro che svolge, di ciò che l’ha spinta a scegliere questa strada, di capire cosa fare per mettere in pratica i suoi insegnamenti. Ci ha anche detto che i ragazzi si trovano ad affrontare situazioni difficili e non è certamente semplice scegliere la strada della legalità, ma se impariamo a guardare il mondo con occhi nuovi, se avremo il coraggio di cambiare lo stato attuale delle cose, allora basterà una sola generazione per vivere in una società migliore. Nel celebre romanzo breve di Richard Bach, il gabbiano Jonathan Livingston dice al suo amico: “Siamo liberi di andare dove ci aggrada e di essere quelli che siamo”.
“Non basta non commettere ingiustizie, è necessario anche non farle commettere …”
Noi, come il gabbiano, impariamo a volare, cioè a vivere, perché siamo liberi di scegliere cosa fare, senza omologarci, senza imitare modelli sbagliati. Dobbiamo solo avere il coraggio di “ribellarci” alle ingiustizie. Solo così potremo vivere meglio noi, potranno stare meglio le persone che ci circondano e la società tutta. Antonella C., Claudia, Valentina, Loris, Gabriela Mara, Antonella P., classe III
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“La bellezza è in ogni essere vivente che ci circonda …”
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La natura ed il creato I volti della natura sono di un’immensa bellezza, di uno splendore straordinario che desta stupore: lo scintillante mare che al tramonto ci fa emozionare ammirando l’incrociarsi del sole con le onde, il luccichio delle acque all’alba, la calma distesa dei laghi, l’infinito manto di stelle che rischiarano le notti e l’astro solare radioso che illumina le giornate e ci riscalda col suo calore, le vette delle montagne che sembrano attaccarsi al cielo e i fiocchi di neve che, candidi, scendono sui tetti,
sui prati, sui colli, ad imbiancare tutto ciò che incontrano … La bellezza è anche in ogni essere vivente che ci circonda: uno stormo di uccelli che volano in cerca di altri lidi, gli animali che giocano con noi, una farfalla che, delicata, si posa su un fiore. E che dire della bellezza delle piante e dei fiori che con i loro colori e i loro profumi ci ristorano? E il nostro meraviglioso pianeta con i suoni, i rumori e tutte
le altre sue naturali caratteristiche. L’intero creato è un’armonia perfetta di elementi, che si può scoprire solo se abbiamo gli occhi giusti per vederla. Se riusciamo a cogliere anche uno di questi aspetti, la natura non smetterà di meravigliarci, perciò dobbiamo custodire e proteggere tutto il creato, che è dono di Dio. Maria Stella, classe I
Il Cantico delle Creature Nel 1200 è vissuto un piccolo grande uomo che ha saputo cogliere in tutto il creato aspetti meravigliosi. Il suo nome era Francesco, il poverello di Assisi, che la Chiesa ha proclamato santo. La sua vita è stata interamente dedicata a Dio, in assoluta povertà, insegnando agli uomini come amare il Signore, che ci ha donato immense bellezze. Ecco perché san Francesco scrisse un cantico, che è una preghiera e un ringraziamento a Dio per i doni che Lui ci ha dato. Altissimo, onnipotente buon Signore, Tue sono le lodi, la gloria e l'onore e ogni benedizione. A Te solo, Altissimo, si addicono, e nessun uomo è degno di nominarti. Lodato sii, mio Signore con tutte le Tue creature, specialmente il signor fratello Sole, il quale è giorno, e Tu illumini noi per lui. Ed esso è bello e raggiante e con
grande splendore: di Te, Altissimo, porta significato. Lodato sii, mio Signore, per sorella Luna e le stelle: in cielo l'hai formate chiare e preziose e belle. Lodato sii, mio Signore, per fratello Vento e per l’aria e il cielo nuvoloso e sereno e ogni tempo, per il quale, alle Tue creature dai sostentamento. Lodato sii, mio Signore, per sorella Acqua, la quale è molto utile ed umile e preziosa e casta.
Lodato sii, mio Signore, per quelli che perdonano per il Tuo amore e sopportano malattia e tribolazione. Beati quelli che le sosterranno in pace, chè da Te, Altissimo, saranno incoronati. Lodato sii, mio Signore, per sorella nostra Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a quelli che moriranno nei peccati mortali; beati quelli che troverà nelle Tue santissime volontà, chè la morte seconda non farà loro male.
Lodato sii, mio Signore, per fratello Fuoco, per il quale ci illumini la notte: ed esso è bello e giocondo e robusto e forte.
Lodate e benedite il mio Signore e ringraziate e servitelo con grande umiltà.
Lodato sii, mio Signore, per sorella nostra madre Terra, la quale ci sostenta e governa, e produce diversi frutti con colorati fiori ed erba.
Questa poesia racconta ciò che è la natura in realtà, in tutte le sue sfumature, e penso che ancora oggi può insegnare tanto a tutti gli uomini ! Vittoria, classe I
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Salviamo il nostro pianeta! Il nostro pianeta è a rischio … estinzione! La Terra è minacciata da grandi trasformazioni ambientali che sono causate dall’uomo. Il suo intervento è spesso distruttivo: numerose specie viventi sono scomparse e altre sono a rischio, perché non trovano l’habitat naturale per vivere. L’uomo, attraverso il suo comportamento scorretto, inquina il suolo, con i rifiuti solidi urbani, le sostanze tossiche e radioattive, che provengono dalle attività industriali. Anche l’aria è sempre più malata e le principali fonti di inquinamento sono i gas di scarico delle automobili, le industrie, le centrali termoelettriche. I fumi che
escono dalle ciminiere delle industrie provocano le piogge acide, capaci di corrodere addirittura la pietra. Altrettanto pericoloso è l’inquinamento delle acque. 250 milioni di persone al mondo soffrono di malattie legate all’ acqua inquinata. Ma la colpa di chi è? Un po’ di tutti: degli agricoltori, che utilizzano pesticidi e concimi che raggiungono i corsi d’ acqua; delle industrie che riservano le sostanze tossiche collegate alle loro attività e non dimentichiamo le centrali di energia. Queste riversano troppa acqua calda nei corsi d’ acqua e ciò modifica l’ habitat della fauna acquatica. Inoltre gli scarichi domestici sono
sempre più massicci: questi spesso inquinano piccoli corsi d’acqua , che poi finiscono in fiumi e laghi o direttamente nel terreno, arrivando così a contaminare le falde acquifere. Dobbiamo difendere il nostro pianeta, altrimenti diventerà inabitabile. Sono stati presi accordi e sono stati firmati anche trattati internazionali per diminuire le emissioni di sostanze che inquinano, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo partire dai nostri comportamenti quotidiani. Anche le piccole azioni della vita di ognuno di noi ogni giorno, anche se sembrano insignificanti, possono fare molto: evitare gli sprechi di acqua, di
L’uomo e la natura oggi Oggi l’uomo per soddisfare i propri bisogni e per ga ra nti re la pro pria sopravvivenza modifica costantemente l’ambiente naturale. Per ricavare spazi abitabili e coltivazioni prosciuga paludi e taglia molti alberi. Spesso gli alberi vengono tagliati anche per produrre mobili di valore. Questo diboscamento porta non solo alla distruzione del bosco, ma rende anche il terreno molto morbido e quindi le continue piogge abbondanti causano le frane, che travolgono qualsiasi cosa trovano lungo il loro passaggio. Sotto i nostri occhi ci sono tanti esempi di mancanza di rispetto verso la natura : le fabbriche inquinano i mari, distruggendo la purezza delle acque e uccidendo i pesci che vi
abitano. In città lo smog delle macchine inquina l’aria danneggiando la nostra salute. Lo smog, gli scarichi delle fabbriche, l’uso di altre sostanze inquinanti per l’atmosfera, sono la causa del buco dell’ozono. L’ozono è una sorta di rivestimento del pianeta Terra, che ci protegge dai raggi ultravioletti del sole; se questo rivestimento si assottiglia i raggi entrano nell’atmosfera e non riescono ad uscire, come succede con il calore in una serra. Questo è l’effetto serra, a causa del quale la temperatura sulla Terra si alza e anche i ghiacciai rischiano di sciogliersi, provocando l’innalzamento delle acque del mare. L’uomo non ha rispetto neanche per il verde: ad
esempio, nei nostri parchi, dove si fanno i pic-nic, è facile trovare buste di spazzatura abbandonate dalle persone, o, peggio, cartacce e altri rifiuti tra gli alberi dei boschi. In estate nelle nostre montagne ci sono sempre incendi provocati dall’uomo. L’atteggiamento dell’uomo nei confronti della natura è spesso errato, viviamo nel nostro ambiente senza rispetto e senza pensare che tutto il male che facciamo alla natura lo facciamo a noi stessi. Perciò dovremmo iniziare tutti dalle piccole cose, perché è dalle piccole cose che si costruiscono le grandi, così tutti possiamo contribuire a salvare il mondo. Giulia B., Giulia G., Gianluca, classe I
energia e di tutte le risorse naturali che scarseggiano, fare la raccolta differenziata, che consente di riciclare molti materiali, come la carta, il vetro, la plastica, l’alluminio, i rifiuti organici, … In questo modo si smaltiscono i rifiuti, non si inquina e si risparmiano le risorse naturali. È semplice, no?! Ma se continuiamo ad inquinare il nostro pianeta, faremo solo del male a noi e a chi verrà dopo di noi. Sophia Russo, classe I
“… viviamo nel nostro ambiente senza rispetto e senza pensare che tutto il male che facciamo alla natura lo facciamo a noi stessi…”
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Una bella pagina della nostra Calabria Un arcobaleno di immagini
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Tra le onde del mare
NATURA Noi alunni della scuola secondaria di I grado della Scuola Maria Ausiliatrice, abbiamo il grande privilegio di vivere in uno dei posti più belli del Sud Italia, dal punto di vista della bellezza della natura. Non ci credete! Allora guardate queste immagini!
IL MARE: fonte di vita e scrigno di tesori. Il mare racchiude in sé i segreti di millenni, di vite passate, di vite spezzate. Non tutti riescono a sentire la sua voce, a capirne l’umore.
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Solo quel vecchio, seduto sullo scoglio, sfiora l’acqua con la mano. Sul suo volto un sorriso intriso di malinconia, una lacrima vola via e si confonde con il mare. Un altro segreto sarà custodito per sempre nelle onde del mare.
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La spiaggia di Soverato è una tra le più frequentate dello Ionio catanzarese. Soverato offre sole, mare, sabbia fine e acque di un blu intenso, che la rendono uno dei centri balneari più belli della costa ionica. È meta di turismo ideale per famiglie e giovani.
Soverato ed il mare
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di Pie
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Soverato è un centro turistico balneare, è posizionato nel golfo di Squillace. I suoi fondali sono sabbiosi e numerosi sono gli Ippocampi ed i pesci.
Le acque cristalline di Soverato
Il mare di Soverato è come uno specchio, quando spunta l’alba, il sole si rispecchia nel mare ed è uno spettacolo meraviglioso. Il mare è l’elemento più bello che esiste a Soverato.
Ecco la bellezza del nostro mare Soverato è una bella cittadina del golfo ionico, con una vista davvero invidiabile, chilometri di spiagge bianchissime ed un mare cristallino.
Il mare è fonte ricchezza. È uno spettacolo per gli occhi. È bello d’inverno in tempesta. Meraviglioso in estate quando brilla sotto la luna e il sole.
La sabbia bianca e il mare azzurro di Soverato
Claudia, Giulia G., Rebecca, Veronica, classe I
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La nostra idea di bellezza Spesso, quando pensiamo ad un’immagine bella, ci vengono in mente paesaggi, elementi della natura, insomma immagini … NATURALI! Eccone alcune. Il delfino: un animale marino con il quale l’uomo ha creato un rapporto fin dal principio. È un animale curioso, intelligente, libero e sa usare il suo linguaggio per mantenere contatti con altri membri del suo gruppo. È presente come simbolo in diverse culture e possiede qualità di metamorfosi, rigenerazione e ricerca.
Questa immagine rappresenta uno spettacolo che solo la natura ci offre… È un luogo in cui possiamo rilassarci e godere di un’immagine stupenda, fatta da colori e da suoni straordinari. È uno spazio incontaminato, lontano dal cemento e di tutto ciò che l’uomo ha creato distruggendo la bellezza del … creato. Chiara, classe I
La vera bellezza si trova in tutti noi, nelle cose più piccole e apparentemente insignificanti …
… e nelle persone diverse da noi. Elisa, classe I
La Sila: un luogo di pace. Anche solo vederne una foto mi trascina via dalla città e mi fa vivere momenti rilassanti a contatto con la natura. Gianluca, classe I
La calma distesa delle acque di un lago alpino, tra i monti innevati … Claudia, classe I
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Era mattina, doveva spuntare ancora il giorno, l’aria mi sfiorava il viso e leggera mi entrava nei polmoni. Non vedevo niente; non sapevo dove mi trovavo. Mio padre mi aveva preso per mano dal letto alle cinque e mezzo del mattino e quindi ero ancora nel dormiveglia. Intuivo, però, che ero in spiaggia: il rumore dei passi di mio padre, il lieve fruscio delle onde... Ci fermammo in un punto
preciso già stabilito. Dormii per un’altra mezzora, ma quasi subito mio padre mi diede una scossa leggera che mi svegliò e vidi il bellissimo spettacolo: era l’alba, davanti a me il mare che brillava nel suo bellissimo e splendido scintillio, di un colore giallo-arancio. All’orizzonte si vedeva un isolotto a forma di montagna, e alle sue spalle fuoriuscivano i raggi del sole. Abbagliata dalla tenera luce mi alzai, barcollando un po’.
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Un racconto … naturale Il mare e l’isolotto
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Guardai mio padre che fece lo stesso. Non avevo il costume, ma mi buttai in acqua e lì rimasi per un po’. Pensai che questo fu uno spettacolo che nessuno potrà sostituire con un altro, uno spettacolo che mi diede una sensazione affettuosa nei confronti della natura. E pensare che l’uomo la sta distruggendo con i suoi bisogni spesso inutili. Elisa, classe I
La nostra vera bellezza Il mare Il mare è un elemento naturale stupendo sia di mattina presto, sia sera, al tramonto. È meraviglioso vedere il mare calmo, ti viene voglia di tuffarti, là, nel luccichio delle acque. Il mare porta nel cuore una gioia immensa, quella gioia che viene solo poche volte, raramente …
sia, perché è una casa per m olte creature marine, perché d’estate offre un posto dove rilassarsi, giocare, fare tuffi, insomma, un angolo dove stare insieme. Poi, quando il sole tramonta sul mare nelle calde sere d’estate, sembra che una grande sfera infuocata si stia tuffando nell’acqua … E’uno spettacolo meraviglioso!
Vittoria, classe I
Chiara, classe I
Il mare è l’elemento naturale più bello che ci
Il luccichio del mare al tramonto d’estate … è un’immagine unica! Il mare è un elemento naturale stupendo, capace di suscitare un’emozione forte proprio quando l’immensa distesa di acqua si tinge di colori pastello. A volte in riva al mare penso che lì chissà quante persone hanno trascorso momenti di gioia e di felicità, che resteranno sempre custoditi nel loro cuore. Veronica, classe I
La bellezza è naturale La natura è fonte di ricchezza, per l’immensità del cielo, la quantità infinita di stelle, la tranquillità che trasmettono le acque di un ruscello o di una cascata, le onde del mare c h e s c i n t i l l a confondendosi col cielo, la pioggia fresca con la sua voce argentina, la
neve, il verde degli alberi, i fiori variopinti e tante altre bellezze. La natura mi fa sentire felice, soprattutto quando sono triste, perché mi dà una s ensazione di serenità, in particolare guardando il mare mi sento bene: il mare è bello sia d’inverno, anche
se è in tempesta, sia d’estate, quando brilla sotto la luna o il sole. L’immagine del mare che preferisco di più, è di sera, al tramonto: mi fa riflettere sulla grandezza della natura e sulla bellezza del creato. Giulia G., classe I
“Il mare porta nel cuore una gioia immensa”
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L’Italia e i suoi parchi nazionali I parchi nazionali d’Italia sono zone costituite da aree terrestri, marine, fluviali o lacustri che contengono uno o più ecosistemi intatti d’interesse nazionale o internazionale. Ecco perché lo Stato interviene per la loro conservazione. In Italia i parchi nazionali sono 24. L’Italia è al quarto posto per numero di parchi in Europa dopo la Norvegia con 36 parchi nazionali.
Il parco nazionale completa la Salvaguardia operata dai parchi naturali regionali. Inoltre il parco nazionale deve servire di strumento di collegamento delle realtà locali che devono trovare nella bellezza del territorio su cui abitano la risorsa chiave del loro sviluppo. Un ruolo importante sta anche nell’assumere i parchi marini destinati a proteggere tratti di mare o di costa.
La flora e la fauna La fauna è un termine che serve per indicare specie di animali che risiedono in un ambiente. La fauna italiana comprende circa 57.468 specie. La flora rappresenta le specie di vegetali. Lo studio della flora è un settore della botanica, denominato floristica ed è complementare allo studio della vegetazione denominato fitosociologia, che descrive i popolamenti vegetali presenti in una determinata nicchia ecologica.
Il PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO, si trova nel Lazio. E’ un’area Naturale protetta istituita nel 1934. Si estende lungo il tratto del litorale tra Anzio e Terracina. Il parco nazionale del Circeo è una riserva della biosfera dell’Unesco ed è stato candidato al titolo di patrimonio dell’umanità. Il promontorio è la cima del monte Circeo che tocca i 541 m e che ha dato il nome all’intero parco nazionale. All’ interno del territorio del parco nazionale del Circeo si trovano alcune riserve naturali statali. Altri importanti parchi nazionali in Italia sono: il PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO (in francese, Parc national du Grand-Paradis): istituito nel 1922, è il più antico Parco Nazionale italiano insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo istituito pochi mesi dopo. Si estende a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte. Si estende per una superficie di circa 71.000 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso. Il suo animale simbolo è lo stambecco. Quest’animale un tempo viveva su tutto l’arco alpino, ma è stato cacciato in maniera indiscriminata per secoli. Il Gran Paradiso è l'unico massiccio montuoso culminante a oltre 4000 metri interamente in territorio italiano. Al suo interno ci sono sei valli (Val di Cogne, Valsavarenche, Val di Rhemes, Valle dell’Orco, Val Soana e Valle di Champorcher). È ricco di candidi ghiacciai: si tratta di ghiacciai perenni. Il PARCO DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO, che si trova tra la TOSCANA e L’EMILIA-ROMAGNA. Il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano si estende per quasi 24.000 ettari lungo la dorsale appenninica tra le due regioni interessando le province di Massa– Carrara, Lucca, Reggio Emilia e Parma. Questo Parco confina con 4 riserve naturali statali. Il PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE, che si trova in Liguria e occupa praticamente tutto il mare: è costituito da 5 terre: Corniglia, Manarola, Monterosso al Mare, Rio Maggiore, Vernazza. Il PARCO NAZIONALE GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA, che fu istituito nel 1991. IL GRAN SASSO D’ITALIA è un massiccio alto circa 2.912 metri, che include anche il ghiacciaio del Calderone, che è il più meridionale d’Europa.
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La Calabria e i suoi parchi nazionali
Tre sono i parchi nazionali presenti in Calabria, terra ricca di scenari naturali suggestivi e di rara bellezza.
Il Parco nazionale del Pollino Il parco nazionale del Pollino è stato istituito nel 1988. La sede dell’Ente di gestione si trova a Rotonda (PZ). Il Pollino è l’area protetta più estesa d’Italia a cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata con tre province, Cosenza, Potenza, Matera, 56 Comuni di cui 32 in Calabria e 24 in Basilicata, 9 Comunità Montane e 4 riserve orientate: Rubbio (Basilicata), Raganello (Calabria), Lao (Calabria), Argentino (Calabria). Le sue vette, tra le alte del Sud d’Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell’anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si abbracciano con uno sguardo, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, di Belvedere Marittimo, di Praia al Mare e, ad oriente, il litorale ionico da Sibari a Metaponto. L’emblema del parco è il Pino loricato, specie endemica per l’Italia, ma presente in altre zone delle montagne balcaniche e greche. È una specie rarissima, che si adatta agli habitat più ostici, dove altre specie molto rustiche non sono in grado di sopravvivere. Tra le tantissime altre specie arboree presenti nel Parco vi sono l’abete bianco, il faggio, sette tipi di aceri tra cui l’acero di Lobelius, il pino nero, il tasso, diverse specie di querce, castagni. Fioriture di orchidee si osservano soprattutto in primavera, insieme a quella di viole, genziane, campanule e, in estate, il giglio rosso, oltre ad innumerevoli specie di piante officinali ed aromatiche, tra le quali molteplici specie di menta ed inoltre tutte le verità di timo, santoreggia, lavanda, issopo, ecc., le cui fioriture esplodono al culmine dell’estate in un delicato accostamento di colori e di sfumature. Importanti sono anche le varie famiglie di frutti di bosco e di specie arboree selvatiche che producono frutti e bacche come le mele selvatiche, i vari prunus, le deliziose fragoline di bosco e i dissetanti lamponi di cui sono disseminati i sentieri e le frequenti radure, dove il clima è favorevole. Anche la fauna è varia,e comprende specie ormai estinte in altre zone montuose. Sono presenti l’aquila reale, il gufo comune, il corvo imperiale, il falco pellegrino, il lupo appenninico, il gatto selvatico, il capriolo autoctono di Orsomarso e la lontra. Di recente sono stati reintrodotti il cervo e il grifone. Vittoria, classe I
Il Parco nazionale dell’Aspromonte E’ la parte meridionale della catena appenninica e somiglia ad una gigantesca piramide. Prossima al mare, s'inerpica fino a 2000 mt con numerose cime e diversi altopiani; è segnata profondamente da molti corsi d'acqua, le cosiddette fiumare; vanta la presenza di numerose specie animali, come il lupo, il falco pellegrino, il gufo reale, l’astore. È coperta da vasti boschi (di faggio, abete bianco, pino nero, leccio, castagno) e dalla macchia mediterranea. Nel parco sono presenti alcune rarità: l’aquila del Bonelli, la felce tropicale Woodwardia radicans. Si trova al centro del Mediterraneo, perciò ha notevoli presenze storiche, artistiche e archeologiche, testimonianze della cultura arcaica, classica, grecanica, medievale e moderna. Giulia B., classe I
Esemplare di Pino Loricato
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La Calabria e i suoi parchi nazionali
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BELLEZZA E’ NATURA
Il Parco nazionale della Sila Nello scorso mese di ottobre, alcuni alunni della scuola secondaria di I grado, insieme ad altri della scuola primaria e del Biennio del Liceo abbiamo effettuato un’uscita didattica in Sila, precisamente nella Sila Grande. Abbiamo trascorso tre giorni fantastici, immersi nella natura e alla scoperta delle bellezze della nostra terra. Abbiamo scoperto che oltre al mare, noi in Calabria abbiamo anche delle bellissime montagne, popolate da specie animali e vegetali meravigliose. Infatti, l'Ente Parco Nazionale della Sila gestisce alcune fra le zone più suggestive e selvagge della nostra Calabria con vaste e splendide foreste, distese su dolci altopiani, con emozionanti paesaggi. Include tre laghi: il Cecita, l’Arvo e l’Ampollino. Il Parco nazionale della Sila è stato fondato in Calabria dopo il Parco nazionale del Pollino ed il Parco nazionale dell’Aspromonte. La sede del parco si trova a Lorica. Il Parco è stato istituito nel 1997, mentre l'istituzione definitiva è avvenuta il 14 Novembre del 2002, dopo un iter politico iniziato nel 1923, quando in Italia si cominciò a parlare di Aree naturali protette, istituendo i primi parchi nazionali. Al suo interno il Parco nazionale della Sila custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità. Il simbolo del Parco è il lupo. Il Parco nazionale della Sila è fra i Parchi nazionali italiani quello con la maggior percentuale di superficie boscata, circa l'80% del totale. Ampie sono le vallate che si aprono lungo le dorsali del Parco dove sono praticate la pastorizia e l’agricoltura. La fauna Per quanto riguarda la fauna si elencano volpi, faine, puzzole, martore, scoiattoli e tassi: questo ultimo tipo di animale dà il nome alla località che si trova vicino a Camigliatello Silano, dove è ubicata anche la Riserva Naturale Biogenetica. L’avifauna stanziale comprende poiane, sparvieri, gufi, civette,allocchi e nei periodo giusti si possono osservare anche beccacce, quaglie, beccaccini, allodole, tordi e cesene. Più isolati si trovano il lupo e il gufo reale anche se il più grazioso è di certo lo scoiattolo nero. La presenza di alcuni mammiferi, soprattutto quelli di grandi dimensioni, è stata influenzata dalla presenza dell'uomo che ha modificato l'habitat e la sopravvivenza di alcune specie, in particolare del cervo. La Sila era considerata una delle aree geografiche più selvagge d'Italia e quella più ricca di fauna di tutto il meridione d'Italia. La flora Le caratteristiche geologiche e del suolo avvicinano la Sila e i suoi territori a quelli degli ambienti alpini e agli ambienti appenninici. Il paesaggio Silano possiede un “patrimonio” vegetale e floreale meraviglioso. La costituzione di questo “patrimonio” si deve sia alle altitudini che alla sua storia geologica. La Sila è un massiccio a base quadrangolare, con le cime principali situate in posizione nord-ovest. La vegetazione del Parco può essere studiata in base alle sue fasce d'altitudine e ogni fascia presenta caratteristiche vegetative omogenee. Il Parco racchiude nel suo perimetro la parte più elevata del massiccio silano. Tipico della Sila è il Pino laricio. Il faggio movimenta il paesaggio con circa 20 ettari di sue coltivazioni, anche se, in minor quantità, sono presenti l’ontano nero, l’acero montano, il pioppo tremulo, l’abete bianco e il castagno. Fra arbusti, cespugli ed erbe si contano: biancospini, rovi, ginestre, rose canine, fragole, viole, pontemille, ranuncoli, primule, orchidee, bardane e felci. Manuele, Teresa, classe I
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Lupus in … fabula
Nel nostro viaggio abbiamo potuto apprezzare la vasta ed insolita regione montuosa della Sila, fatta di immensi boschi di conifere più maestosi di quelli nordici e pervasi da una luminosità tutta mediterranea e uno straordinario insieme di bellezze naturali che racchiude al suo interno una flora di grande valore, fatta soprattutto di pino laricio e di abete bianco. L’impressione più forte che si ricava visitando la Sila è di trovarsi in uno sconfinato regno di alberi, solcato da un reticolo di fiumi, di ruscelli e di valli piccole e grandi che s’intersecano e si confondono, volgendosi in ogni direzione, separate tra loro da brevi e morbide dorsali. Anche la fauna è affascinante: dal capriolo alla lontra e all’istrice, dall’avvoltoio capo vaccaio al falco pellegrino. La ‘creatura’ più leggendaria di questi boschi è, però, senza dubbio, il lupo, questo fiero predatore, sopravvissuto a secoli di persecuzione e che incarna di per se stesso il concetto di natura selvaggia. Spesso associato alla cattiveria, anzi rappresentato sempre some simbolo di avidità e di scelleratezza, il lupo è un animale che non attacca, senza motivo, l'uomo, eppure oggi, purtroppo, rischia l'estinzione. Insomma, come recita il cartello all'ingresso del parco della Sila, in località Cupone, "il lupo è cattivo solo nelle favole"! Ma noi abbiamo voluto smentire anche le favole! Lena, classe III L’UNIONE FA LA FORZA!!! Una volta, tanto tempo fa, esisteva una lupa, di nome Lucille.
" Non abbiate paura, questi sono miei amici, non li dobbiamo temere, a intrappolarmi sono stati gli uomini ..."
A questa lupa dava fastidio il modo in cui gli altri abitanti del bosco la trattavano. Voleva che non esistessero pregiudizi tra loro. Così iniziò a studiare il carattere dei suoi compaesani. In ogni animale trovò un difetto: la volpe era troppo furba; lo scoiattolo era un po’ prepotente; il cervo si vantava delle sue possenti corna e così via. L’unico animale in cui non c’erano difetti e che non creava dei pregiudizi sulla specie dei lupi era il gufo, il saggio del bosco.
Un giorno Lucille si trovava a passare da un sentiero ombroso del bosco, quando sentì qualcuno chiedere aiuto.
"Nel bosco c'è un cervo anziano in difficoltà, molto sofferente intrappolato in una tagliola, messa lì da quegli uomini cattivi
"Aiuto! Aiuto! Per favore, qualcuno mi aiuti a uscire da qui ... "
che si chiamano cacciatori. Dobbiamo aiutarlo!"
Subito si precipitò nella direzione dalla quale proveniva il suono. Trovò davanti a sé, un cervo molto anziano, intrappolato in una tagliola, che si sforzava con tutta l’anima di chiedere aiuto a qualcuno che passasse di lì, ma quel sentiero era molto poco frequentato dagli animali. Lucille si avvicinò al cervo in difficoltà e cercò di aiutarlo in tutti i modi. "Ma come hai fatto a finire lì dentro? Adesso ti faccio uscire io " Ma, nonostante gli sforzi, non ci riuscì! Allora corse più veloce della luce in cerca di qualcuno che fosse disposto ad entrare nel sentiero buio che ospitava il malcapitato cervo. Nessuno era disposto ad andare con lei per aiutarla. Quindi andò a cercare aiuto tra gli altri lupi. Questi ultimi si offrirono di aiutare l’animale in difficoltà.
Quindi, Lucille con altri tre lupi, andarono ad aiutare il cervo. Insieme, riuscirono a tirare fuori dai guai il povero animale. Il cervo ringraziò e insieme a lui andarono al branco dei cervi, per restituire alla sua comunità l'anziano, ma lì tutti furono spaventati dalla visione dei lupi. allora il cervo esclamò:" Non abbiate paura, questi sono miei amici, non li dobbiamo temere, a intrappolarmi sono stati gli uomini ..." Nessuno, allora, porse alcuna obiezione. Il gufo venne a sapere del gesto eroico svolto dai lupi, soprattutto da Lucille,e così incoronò la specie dei lupi come sovrana del bosco!!! Morale della favola: L'APPARENZA INGANNA!
Asia C. e Martina, classe II, Alessandra e Lena,classe III
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SULLE TRACCE DELL’ARTE E DELLA STORIA Il bel Paese
BELLEZZA E’ ARTE
L’ Italia e le sue bellezze artistiche L’Italia è una stupenda nazione, che custodisce un inestimabile patrimonio artistico, basti pensare a città come Roma, Firenze, Venezia. Ma arte e monumenti si possono trovare in tutte le venti regioni d’Italia, ognuna ricca delle sue particolarità artistiche, culturali, storiche e gastronomiche. L’Italia nell’antichità è stata la culla delle civiltà Etrusca e Romana. Successivamente è stato il paese dove si è sviluppato l’Umanesimo e il Rinascimento delle arti e dei pensieri. Oggi, vogliamo riviverle pensando anche all’Unità d’Italia di cui quest’anno si festeggia l’anniversario dei 150 anni. 150 anni di storia, monumenti e altre bellezze artistiche che fanno sì che l’Italia possegga i 2/3 del patrimonio artistico e culturale del mondo. È proprio in questo territorio a forma di stivale che è cominciata la nostra magnifica storia che oggi ci porta ad essere fieri ed orgogliosi dell’inestimabile tesoro che possediamo. Questi sono i monumenti più celebri ed amati:
Il duomo di Milano
La Torre di Pisa
Il duomo di Milano si trova nel centro del capoluogo lombardo. È dedicato a SANTA MARIA. Per superficie, è la quarta chiesa d’Europa. Il duomo ha una pianta a croce latina, con piedicroce a cinque navate e transetto a tre, con un profondo presbiterio circondato da deambulatorio con abside poligonale. All’incrocio dei bracci si alza, come di consueto, il tiburio. L’insieme ha un notevole slancio verticale, caratteristica più transalpina che italiana, ma questo viene in parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e della scarsa differenza di altezza tra le navate, tipico del gotico lombardo.
La Torre di Pisa non è solamente il campanile del Duomo, ma anche e soprattutto la costruzione più caratteristica della città. Non è solo la sua pendenza a fare del campanile del Duomo un edificio particolare, anche la sua ubicazione defilata rispetto al Duomo. La costruzione d ella Torre prese il via nel 1174, secondo il calendario pisano. La Torre ha una pianta circolare e decorazioni che richiamano l'abside del Duomo. Sopra alla porta d'ingresso vi era un tempo una Madonna col Bambino la cui paternità è stata attribuita ad Andrea Guardi. Ai lati dell'entrata vi sono due fasce figurate e un bassorilievo raffigurante delle navi e un faro, copia di uno più antico che si trova presso la porta di S. Ranieri. I vari piani sono una ripetizione di gallerie ed arcate, ad eccezione della cella campanaria, nella quale sono collocate sette campane. Per giungere fino alla terrazza della cella bisogna salire ben 294 gradini! Dalila, Silvia, Valentina, Barbara, Giuseppe, Gregorio M., classe II
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SULLE TRACCE DELL’ARTE E DELLA STORIA Il bel Paese L’ Italia e le sue bellezze artistiche
Il Colosseo
L’Altare della Patria
Il Colosseo, che è stato costruito nel I secolo d. C a Roma, è detto così
II Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il
La Reggia di Caserta
La reggia di Caserta, realizzata da Luigi Vanvitelli, era la residenza perché, accanto a esso, si er g e v a una s ta t ua colossale di Nerone. È un anfiteatro, conosciuto, infatti col nome di anfiteatro Flavio, perché fu costruito e poi inaugurato nell' 80 d.C., dagli imperatori appartenenti alla gens Flavia. Era usato per gli spettacoli dei gladiatori e altre manifestazioni pubbliche. Non fu più usato dopo il VI secolo. Il Colosseo, come tutto il centro storico di Roma, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dall'UNESCO nel 1980. Nel 2007 il complesso è stato anche inserito fra le Sette meraviglie del mondo moderno . Oggi è un simbolo della città e una delle sue maggiori attrazioni turistiche.
nome di Vittoriano, è un monumento nazionale situato a Roma, in piazza Venezia. Per metonimia il monumento viene spesso chiamato Altare della Patria, da quando esso accoglie il milite ignoto. Il termine Vittoriano potrebbe indurre a pensare che sia un tributo alla vittoria: in realtà deriva dal nome di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, cui il complesso
I Bronzi di Riace
Nel museo archeologico di Reggio Calabria si ammirano i bronzi di Riace, statue bronzee di due guerrieri greci, di dimensioni leggermente superiori al vero (sono alti circa 2 metri). Sono state ritrovate nel 1972 nel mare davanti a Riace, ma risalgono al V secolo a. C.
della famiglia reale. La reggia è dominata da un vastissimo parco. È la prima meta della Campania ed è stata costruita nel 1700.
monumentale è dedicato.
Dalila, Silvia, Valentina, Barbara, Giuseppe, Gregorio M., classe II
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Le nomination e i premi del grande schermo L’ Italia e le sue vittorie artistiche L’Italia si è distinta sempre nel mondo dell’arte, non solo nelle arti figurative, ma anche nell’arte c i nem at o gr af ic a e m us ic a l e, conquistando numerosi premi. Nel 150° del suo compleanno non potevamo non ricordare il suo bel curriculum. La storia degli Oscar. La “leggendaria” statuetta ne ha fatta tanta di strada da quella famosa estate del 1928, quando la neonata “Academy of Motion Pictures Arts and Sciences” pagò 500 dollari l’artista George Stanley per modellare una statuetta in argilla, placcata in bronzo, e per produrne 12 copie, in oro 24 carati, per l’annuale cena di premiazione degli “Awards of merit”. Alta 30 centimetri e pesante 4 chili, la statuetta più ambita del cinema è nata proprio da uno schizzo di Cedric Gibbons e dall’arte scultorea di Stanley. Realizzata in semplice peltro, venne poi ricoperta di rame e nichel, placcata in oro 24 carati e infine trattata con antiossidante (molti divi vivono davanti all’Oceano e la salsedine, si sa, attacca la doratura). Il disegno originale era stato abbozzato nell’estate del 1926 da un annoiato presidente di comitato durante uno dei primi meeting dell’Academy. Dato che si parlava di una statuetta che avrebbe dovuto avere un’immagine corporea forte e possente, Gibbons disegnò un cavaliere nudo che immergeva la sua spada da crociato nella bobina della pellicola di un film, le cui cinque fessure dovevano rappresentare i cinque originali rami dell’Academy: produttori, registi, attori, scrittori, tecnici. Gibbons fece disegnare la base al suo assistente, e poi consegnò la manifattura della statuetta a Stanley. Ci volle qualche anno (1931) prima che Margaret Herrick, la segretaria di un direttore dell’Academy Awards, esclamasse “Assomiglia a mio zio Oscar!” e che quindi la statuetta venisse battezzata.
Questo soprannome non venne usato ufficialmente dall’Academy se non dopo il 1939, ma già dal 1934 molti personaggi di Hollywood avevano cominciato a chiamare la statuetta “Oscar” durante i loro discorsi. La prima cerimonia degli Oscar ebbe luogo alla Blossom Room dell’Hollywood Roosevelt Hotel. Gli spettatori furono 250 e il costo del biglietto era di 10 dollari. Oggi quel biglietto non esiste più perché gli attori presenti alla manifestazione sono invitati gratuitamente. Il ricavo della serata va direttamente all’Academy, titolare anche dei diritti televisivi dell'evento. Naturalmente non è soltanto la “casa madre” a trarre profitti dalla manifestazione. A parte la fama, il successo e la gratificazione professionale, gli Academy Awards apportano chiaramente denaro. L’”Entertainment Data Inc.” di Beverly Hills, uno dei maggiori box-office data banks mondiali, afferma che un vincitore come Miglior Film arriva a guadagnare più di 30 milioni di dollari al box-office dopo la vittoria. Quindi da questo possiamo dedurre che l’oscar è un premio prestigioso, risale infatti al 1928, assegnato a Film, ma per il suo significato può essere esteso a Libri, Musiche e Opere che rappresentano l’uomo in ambito culturale. La nostra ricerca si restringe al campo italiano in questi 150 anni di Unità d’Italia e in particolare agli oscar del grande schermo e delle canzoni.
Gli Oscar del grande schermo Gli oscar in campo cinematografico continuano ad essere consegnati nella città di Hollywood. Noi ci siamo soffermati sui premi ricevuti in questi 150 anni dall’Italia. Anni nei quali l’Italia ne ha collezionati tanti, rendendosi orgogliosa con tutte le statuette prestigiose consegnatele.
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Vittorio De Sica nel 1948 vinse il premio Oscar come miglior film straniero, con “Sciuscià” e due anni dopo fece il bis con Ladri di biciclette”. Nel 1957 fu la volta di Federico Fellini con La strada” Nel 1962 Sophia Loren fu premiata come migliore attrice ne “La ciociara” e dieci anni più tardi vinse il Film “Il giardino dei Finzi Contini”, di De Sica. L’italiano Carlo Rambaldi ci fece vincere l’Oscar migliori effetti speciali, in due occasioni, nel 1977 con “King Kong” e nel 1983 con “E.T”. Nel 1988 l’Italia fece il “pieno” di Oscar con il film di Bernardo Bertolucci, “L’ultimo imperatore”, che ebbe molte premiazioni. Nel 1990 anche il regista Giuseppe Tornatore vinse con “Nuovo Cinema Paradiso”. E l’elenco potrebbe continuare ancora con altri premi oscar alla carriera e per altre imprese cinematografiche. ma come non ricordare nel 1999 “La vita è bella” di Roberto Benigni, che vinse come miglior attore, per la regia e per la colonna sonora di Nicola Piovani. Insomma, l’Italia dal 1948 ad oggi ha avuto 165 Nomination e ben 47 Premi Oscar. Complimenti!
Anastasia, Gianmarco, Asia C., Miriam, Vincenzo, Martina, classe II
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BELLEZZA E’ MUSICA
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SULLE TRACCE DELL’ARTE E DELLA STORIA Il bel Paese L’ Italia e le sue bellezze musicali
OSCAR: CANZONI ED INTERPRETI Uno dei più famosi Oscar per i cantanti italiani è quello di “Sanremo”. Il Festival della Canzone Italiana, comunemente noto come Festival di Sanremo, è una manifestazione canora che ha luogo ogni anno nella città di Sanremo. La prima edizione si è tenuta nel 1951 e da allora il Festival si tiene ogni anno al Teatro Ariston tra la fine di Febbraio e gli inizi di Marzo. Qui di seguito riportiamo tutti i vincitori delle edizioni del Festival che ha fatto diventare famosa la
1966 Gigliola Cinquetti e Domenico Modugno con "Dio come ti amo" 1967 Claudio Villa e Iva Zanicchi con "Non pensare a me" 1968 Roberto Carlos e Sergio Endrigo con "Canzone per te"
1990 Pooh con "Uomini soli" 1991 Riccardo Cocciante con "Se stiamo insieme" 1992 Luca Barbarossa con "Portami a ballare" 1993 Enrico Ruggeri con "Mistero"
1969 Bobby Solo e Iva Zanicchi con "Zingara"
1994 Aleandro Baldi con "Passerà"
1970 Adriano Celentano e Claudia Mori con "Chi non lavora non fa l'amore"
1996 Ron con "Vorrei incontrarti tra cent'anni"
1971 Nicola di Bari e Nada con "Il cuore è uno zingaro" 1972 Nicola di Bari con "I giorni dell'arcobaleno"
1995 Giorgia con "Come saprei"
1997 Jalisse con "Fiumi di parole" 1998 Annalisa Minetti con "Senza te o con te" 1999 Anna Oxa con "Senza pietà"
1973 Peppino di Capri con "Un grande amore e niente più"
2000 Avion Travel e la Piccola Orchestra con "Sentimento"
1951 Nilla Pizzi con "Grazie dei fior"
1974 Iva Zanicchi con "Ciao cara come stai?"
2001 Elisa con "Luce (Tramonti a nord est)"
1952 Nilla Pizzi con "Vola Colomba"
1975 Gilda con "La ragazza del sud"
1953 Carla Boni -Flo' Sandon's con "Viale d'autunno"
1976 Peppino di Capri con "Non lo faccio più"
2002 Matia Bazar con "Messaggio d'amore"
1954 Giorgio Consolini e Gino Latilla con "Tutte le mamme"
1977 Homo Sapiens con "Bella da morire"
2004 Marco Masini con "L'uomo volante"
1955 Tullio Pane e Claudio Villa con "Buongiorno tristezza"
1978 Matia Bazar con "... E dirsi ciao"
1956 Franca Raimondi con "Aprite le finestre"
1979 Mino Vergnaghi con "Amare"
1957 Nunzio Gallo e Claudio Villa con "Corde della mia chitarra"
1981 Alice con "Per Elisa"
2005 Francesco Renga con “Angelo” 2006 Povia con “Vorrei avere il becco” 2007 Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” 2008 Giò Di Tonno e Lola Ponce con “Colpo di fulmine” 2009 Marco Carta con “La forza mia” 2010 Valerio Scanu con “Per tutte le volte che…”
1958 Johnny Dorelli e Domenico Modugno con "Nel blu dipinto di blu" 1959 Johnny Dorelli e Domenico Modugno con "Piove..." 1960 Tony Dallara e Renato Rascel con "Romantica" 1961 Betty Curtis e Luciano Tajoli con "Al di là" 1962 Domenico Modugno e Claudio Villa con "Addio...Addio" 1963 Emilio Pericoli con Tony Renis con "Uno per tutte" 1964 Patricia Carli e Gigliola Cinquetti con "Non ho l'età" 1965 Bobby Solo e The Minstrels con "Se piangi se ridi"
1980 Toto Cutugno con "Solo noi" 1982 Riccardo Fogli con "Storie di tutti i giorni" 1983 Tiziana Rivale con "Sarà quel che sarà" 1984 Al Bano e Romina Power con "Ci sarà" 1985 Ricchi e Poveri con "Se mi innamoro"
2003 Alexia con "Per dire di no"
2011 Roberto Vecchioni con “Chiamami ancora amore”
1986 Eros Ramazzotti con "Adesso tu" 1987 Morandi-Ruggeri -Tozzi con "Si può dare di più" 1988 Massimo Ranieri con "Perdere l'amore" 1989 Anna Oxa e Fausto Leali con "Ti lascerò"
Anastasia, Gianmarco, Asia C., Miriam, Vincenzo, Martina, classe II
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BELLEZZA E’ MUSICA
La musa ispiratrice LA BELLEZZA DELLA MUSICA La musica: un susseguirsi di suoni orecchiabili messi insieme. La definizione è molto semplice, ma racchiude qualcosa in più. In genere, quando si pensa alla parola Musica, si immagina un pianoforte,un violino, le note, i libri, un’orchestra… tutte cose rappresentative di questa arte, ma chi la Musica la sente dentro può immaginare molto di più, perché Musica è tutto quello che ci circonda. Se proviamo a sentire una canzone qualsiasi ci verrà probabilmente in mente il video della canzone stessa, un altro potrebbe impersonarsi nel testo e farsi trasportare dalla fantasia, si potrebbe immaginare di vestire i panni del cantante e raffigurarsi nel cantante mentre canta, oppure far memoria di un evento accaduto tanto tempo fa, che solo ascoltando quella canzone si riesce a ricordare, con tutto ciò che quel momento ha portato con sé. La Musica per molti è un “rifugio” dove nascondersi quando si è tristi. Ascoltando una canzone possiamo provare emozioni, ad esempio
se è romantica e nel testo si dice: “Tu hai quel sorriso che solo il paradiso può donare”, molti sicuramente piangerebbero. La Musica, quindi, è emozione, è sentimento, ma è anche un’amica con cui sfogarsi, che ci accompagna nei momenti più belli e in quelli più brutti. Alcuni pensano che la Musica è da perdenti, da “bambocci”… non è vero! Chi pensa questo è solo una persona che ha paura di mostrare i suoi sentimenti. Sono tante, invece, le persone che comunicano con la Musica, come i cantanti che attraverso le loro canzoni riescono a trasmettere le loro emozioni, sensazioni e anche i problemi da condividere con il mondo. La musica, perciò, ci fa vivere, ci trasmette vibrazioni profonde, in un modo che, forse, nessun’altra forma di comunicazione riesce a fare. Tutti, quindi, dovremmo cercare di capire quanto la Musica sia meravigliosa nella sua semplicità, in una semplice manciata di note. Valentina, classe III
LA MUSICA Cos’è la musica? Molta gente potrebbe pensare che la musica è solo un insieme di suoni, ma la musica oltre a quello è molto di più. Oggi però viene sottovalutata nel senso che, soprattutto i teenagers ascoltano musica solo perché piace il cantante o perché un particolare tipo di canzoni piace agli amici o perché è la canzone del momento. Per me la musica è molto di più, con la musica si possono esprimere emozioni e sentimenti, si può comunicare, io addirittura comunicherei qualcosa a qualcuno che non riesco a dire a voce. Certe volte la musica viene utilizzata anche come mezzo per dichiararsi a qualcuno e questo sinceramente mi piace molto, ma con essa si potrebbero anche comunicare messaggi di attualità, per esempio due canzoni famose italiane che mandano messaggi importanti sono “Pensa” e “Ti regalerò una rosa”, incentrati rispettivamente sulla tematica del suicidio e delle malattie mentali. Io in questi ultimi tempi sto “scrivendo” canzoni, beh non sono proprio il massimo, però in esse riesco ad esprimere sentimenti forti rivolti. Sono all’inizio, però almeno ci provo e con il tempo sono sicura che riuscirò a scrivere canzoni decenti che piaceranno alla gente. Inoltre chi ascolta la musica di un cantante dovrebbe sentire prima la voce e poi
il resto, insomma i cantanti devono essere famosi per la voce che hanno, non per la loro bellezza esteriore, altrimenti sarebbero andati a fare i modelli! Il fisico secondo me non deve essere sempre il massimo (ma va’ a dirlo alle case discografiche!), cioè anche se una persona canta benissimo però non ha un bel fisico, merita di diventare cantante nello stesso modo di altre persone, che cantano benissimo e sono belle. Per esempio io sono fan di Justin Bieber, un cantante che a me piace principalmente per come canta, per il significato dei suoi testi, per la profondità dei suoi messaggi, poi ha molte qualità e ancora qualcuna forse che non si conosce; inoltre ha anche la fortuna di essere bello e questo è un suo vantaggio. Non tutti condividono i miei gusti, ma rispetto quelli degli altri, d’altronde il mondo è bello perché è vario. Io amo la musica con tutto il mio cuore, perché è la cosa più importante della mia vita, la cosa che mi piace di più al mondo. La musica, insomma, è stupenda, senza di lei non si potrebbe vivere, se si conosce bene, si può dire anche è un modo per sfogarsi, sia quando si è felici sia quando si è arrabbiati o tristi. Infatti è un ottimo passatempo e un sano intrattenimento per il tempo libero … risolleva il morale e fa dimenticare la tristezza e le brutture del mondo. M. Gabriela, classe III
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La musica e l’orgoglio nazionale Quest’anno è risuonato in tutte le scuole, in molte piazze d’Italia, tra grandi e piccoli, è l’inno nazionale. Cantato il più delle volte quando la nazionale di calcio scende in campo, quest’anno, in occasione del centocinquantesimo dell’Italia unita, il “Canto degli Italiani” lo abbiamo sentito in più di un evento. Il compleanno della nostra Nazione ci ha dato l’opportunità di conoscerlo meglio l’inno, di capirne il vero significato, di scoprire alcune curiosità. L’autore dell’inno nazionale
Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò!
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BELLEZZA E’ MUSICA Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò!
Goffredo Mameli
Michele Novaro, genovese, amico di Mameli, che musicò l’inno “Il Canto degli Italiani”
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La bellezza dello sport Tra i vari benefici che fa ottenere ai praticanti, uno è sicuramente l’aiuto che lo sport dà quando la salute ‘’gioca brutti scherzi‘’ e a volte, oltre che a prevenire le malattie riesce ad avere un beneficio terapeutico, curandole. Oltre ad essere una grande medicina, preventiva e curativa, dà un enorme beneficio allo spirito e alla mente. Nello sport il vero obiettivo è divertirsi, dare il meglio di sé e far capire ciò che vali veramente ! Nello sport tu sei veramente TU. La grande Carolina Costagrande, grande pallavolista, dice: ‘’Ed ecco, focalizzo l’obiettivo, i piedi si sollevano da terra, il tempo si arresta, e lì ti trovi faccia a faccia con te stesso nella gloria o nella disfatta’’. Lo sport ti aiuta a fare un buon gioco di squadra e a socializzare con gli altri, ti aiuta ad avere più autostima e a farti trovare la sensazione che sei tu a decidere le leggi del tuo mondo, del tuo talento, del tuo sport.
IL TENNIS AL MASCHILE Potito Starace è nato a Cervinara (Avellino), il 14 luglio 1981. Best ranking Atp, 27 nel 2007. In carriera ha vinto sette tornei challenger, tra cui spiccano i “centomila dollari” di Napoli (tre volte) e di San Marino (due volte). Ha ottenuto due finali in tornei Atp Tour, a Kitzbuhel e a Valencia, entrambi nel 2007. Nel 2008 ha raggiunto i quarti di finale al torneo Atp di Acapulco, Buenos Aires, Bastad e Valencia e la semifinale a Kitzbuhel. Nel 2007 vanta cinque quarti di finale in
UN TALENTO
occasioni alle fasi finali dei TENNISTICO ITALIANO tornei maggiori, anche come doppista.Il 22 Nel mondo dello sport gennaio del 2011 per la una tennista che si è prima volta nella sua distinta particolarmente è carriera, arriva ai quarti di Francesca Schiavone: nel finale dell’AUSTRALIAN 2000 inizia la sua carriera OPEN e disputa l’incontro che poco dopo si più lungo nella storia delle trasforma in un vero e singolari femminili: 4 ore e proprio successo! che 44 minuti (!) eliminando la proprio in quell’anno fu la russa Svetlana prima donna ad aver vinto Kuznecova: ciò le il torneo del “GRAND permetterà di raggiungere SLAM”. la quarta posizione del ranking, la più alta di un Francesca Schiavone è nata a Milano il 23 giugno italiano dal 1973, battendo la n° 1 al mondo Carolina 1980. E’ diventata per la Wozniacki. prima volta la migliore giocatrice italiana il 6 Complessivamente in ottobre del 2003 quando carriera vanta, fin’ora, superò la soglia delle top quattro titoli e altre dieci 20 interrompendo il finali. “regno” di Silvia Farina Elia, che durava da metà degli Anni Novanta. Nello stesso anno questa sportiva italiana ha consolidato i progressi mettendo a segno una serie di ottimi risultati nel circuito maggiore, diventando la prima donna ad aver vinto il torneo del GRANDE SLAM. tornei Atp, Buenos Aires, Costa de Souipe, Barcellona, Bucarest e San Pietroburgo. Nel 2006 ha raggiunto altri tre quarti di finale, sempre in tornei Atp, San Pietroburgo, Poestschach in Austria e Buenos Aires. Nel 2005 è arrivato fino alla semifinale al torneo Atp Tour di Sopot in Polonia ed ha raggiunto i quarti di finale all’Atp di Gstaad ed ad Auckland. Un anno prima, nel 2004, aveva conquistato la semifinale sempre a Gstaad, perdendo in tre set dal numero 1 del mondo Roger Federer e giocando
alla pari per tutto il match. Nel suo palmares vanta nel 2007 gli ottavi di finale al Master Series di Roma ed il terzo turno al Roland Garros, conquistato due volte, nel 2007 e nel 2004, dopo aver battuto il top ten mondiale, il francese Sebastien Grosjean. In carriera ha battuto tennisti di grandissimo livello come gli ex numero 1 del mondo Moya, Ferrero e Safin, come Gaudio, Chela, Monfils, Pavel, Calleri, Hrbaty, Verbasco, Almagro. Ha vinto la serie A1 con i colori del Capri Sport Academy, per tre anni consecutivi, dal dal 2006 al 2008.
BELLEZZA E’ SPORT Dopo tutte queste imprese la storia del tennis ha un debito molto alto con Francesca Schiavone! Antonella P., classe III
In Italia ha anche conquistato altre titoli tricolori: da under 12, la Coppa Lambertenghi nel 1993, da under 18 il titolo nazionale nel 1999 e il titolo assoluto nel 2003, per un totale di sei scudetti tricolori in carriera. Ha vestito la m aglia azzurra delle nazionali italiane giovanili, ha giocato e vinto la Coppa Europa con l’Italia. Vanta uno splendido record in Coppa Davis: in singolare ha giocato e vinto 12 incontri su 12. Mai nessun tennista in Italia è riuscito in una tale impresa! Antonella C., classe III
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BELLEZZA E’ TRADIZIONE Dai costumi alla gastronomia, dai proverbi agli usi e ai modi di dire: tutto questo è tradizione, legata alle nostre origini e alla nostra terra. Tutto questo incarna una bellezza antica e sempre nuova, che ci ricorda le nostre origini, quindi il nostro passato e ci fa essere orgogliosi, con rispetto dell’altro e con uno sguardo anche al futuro e al moderno.
SPAGHETTI ALLA PESCATORA Ingredienti per quattro persone: 400g di spaghetti 100g di acciughe sotto sale precedentemente diliscate 100g di pane grattugiato Sale, pepe, olio d’oliva q.b. In una pentola mettere a bollire l’acqua salata e, a parte, in una padella, tostare il pane grattugiato (a fuoco basso). Aggiungere le acciughe spezzettate e amalgamarle col pane. Scolare gli spaghetti precedentemente cucinati: mettere gli spaghetti in padella con il pane e le acciughe, aggiungervi olio e pepe. Infine girare il tutto e servire nei piatti. Manuele, classe I
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UN VIAGGIO NELLA GASTRONOMIA Gustosi cibi della nostra terra I MOSTACCIOLI Ingredienti: Farina: gr.500 Miele: gr.500 Strutto: gr.200 Cannella in polvere: 1 cucchiaino Sale: un pizzico
Procedimento: Versate su un piano la farina, fatene una fontana, e ponetevi al centro il sale, lo strutto ammorbidito, la cannella ed il miele. Impastate il tutto e lavorate con forza per 10 minuti, fino ad ottenere una pasta piuttosto dura. Stendete con la pasta una sfoglia alta circa un dito e toglietela negli appositi stampini o, in mancanza, farne, con un coltello, strisce larghe due dita. Disponete i mostaccioli ordinatamente su una teglia unta con poco strutto e lasciateli riposare per 6 ore. Cuoceteli infine in forno già caldo a 180 gradi, fino a che siano dorati. Claudia, classe I
I MURINEDDI -1kg di farina per dolci -5 o 6 uova intere -1 bicchiere di vermouth -1 bicchiere di acqua -1 bicchiere di olio -5 o 6 cucchiai abbondanti di zucchero -1 bustina di lievito. Su un piano setacciare la farina, unirvi le uova e gli altri ingredienti, infine il lievito. Amalgamare bene il tutto, prendere un po’ d’impasto per volta nelle mani, della grandezza di una noce, dare una forma rotonda e passarla su una forchetta per “ricamarla”. Friggere in abbondante olio bollente e servire con lo zucchero. Assaggiateli. Sono semplici da preparare e deliziosi da gustare! Giulia B., classe I
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CALABRIA DA MANGIARE Tipico menù calabrese ANTIPASTO ALLA CALABRESE Un piatto da portata con due fette di capicollo e soppressata, una ricottina fresca, una fetta di formaggio pecorino fresco, pomodori, melanzane e funghi sott'olio, qualche oliva e pane casereccio.
SECONDO PIATTO:CINGHIALE ALLO SPIEDO CON CONTORNO DI PEPERONI ARROSTITI E FUNGHI PORCINI Una specialità rustica dal gusto forte e caratteristico delle zone montane della Calabria.
DOLCE: TARTUFO DI PIZZO Gelato artigianale alla nocciola e al cioccolato, prodotto a Pizzo Calabro (VV): è riconosciuto come uno dei prodotti tipici Calabresi in Italia e in Europa.
BELLEZZA E’ TRADIZIONE
LIQUORE: AMARO DEL CAPO È un liquore calabrese dalla distilleria di Caffo Limbadi. Esportato in tutto il mondo è prodotto in provincia di Vibo Valentia.
ACQUA OLIGOMINERALE DELLA CALABRIA
PRIMO PIATTO: SCILATELLE ALLA CLABRESE
L'ACQUA CALABRIA nasce dalle millenarie e profonde rocce “Fonte Madonnina” in MONTE COVELLO, vicino a Girifalco, cittadina situata nei pressi delle Serre catanzaresi.
Pasta fatta in casa lavorata a mano e condita con il ragù di maiale.
VINO ROSSO CIRO’ É il primo vino calabrese D.O.C E anche il più antico prodotto in Calabria nelle tre diverse tipologie: rosso, rosato e chiaro. Prende il nome dal suo paese d’origine, in provincia di Crotone.
Francesco Antonio, classe I
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BELLEZZA E’ TRADIZIONE Quando si parla di tradizioni e della bellezza delle proprie non si può fare a meno di conoscere i propri luoghi, la storia del posto in cui si vive, le notizie più importanti che il nostro paese racchiude. Ora proverò a raccontare qualcosa di Soverato.
SOVERATO Tutto comincia con una leggenda … Quella di Ulisse, il primo viaggiatore capitato da queste parti. Qui incontra Nausicaa, figlia del re dei Feaci, Alcinoo, dinanzi alla quale rimase incantato. Congedandosi da lei, promise che non avrebbe mai dimenticato la fanciulla dagli occhi belli e con essa l’ospitale terra dei Feaci. Poi una lunga storia … Le origini di Soverato sono avvolte nelle nebbie della leggenda. Ma è certa qui, la presenza di popolazioni italiche. Di un habitat sikelo, infatti, vi è traccia sul pianoro Spina Santa. Poi vennero i Greci e i Romani. Una conferma dell’esistenza qui di uno scalo lungo le rotte marittime d’età m agno - greca, è data dal ritrovamento in contrada Lei o Schernia di un tesoretto con 32 monete greche d’argento. D’epoca romana, invece, restano a Soverato alcune significative somiglianze, ruderi di strutture portuali nello specchio d’acqua antistante la spiaggia di San Nicola, resti di mura in opus reticulatum e alcune tombe. Inoltre, nella pianura a nord di Soverato si accampò Annibale con i suoi elefanti in età bizantina. L’abitato di Soverato venne trasferito più all’interno, per essere occultato alla vista dei saraceni. Sebbene munito di robuste mura, quell’abitato subì distruzioni e razzie. Di quei lontani secoli restano oggi ruderi e vestigia di fortificazioni come la torre di Carlo V. La Soverato medievale, però, non resistette al sisma del 1783. La città venne poi ricostruita più a sud.
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STORIA E TRADIZIONI … L’ultimo capitolo: l’approdo al episodi più importanti la “Presa di Cristo all’orto” e la “Cumprunta” turismo Oltre che città commerciale e di cioè l’incontro di Gesù risorto con servizi, Soverato è anche località la Madonna. La seconda si svolge balneare. Nel dopoguerra Soverato in estate ed la festa di Maria vive il boom, tant’è che nel 1958 Santissima di Porto Salvo, che viene riconosciuta come “Azienda di essendo la protettrice dei marinai Cura, Soggiorno e Turismo”, la prima è seguita da una processione a in Calabria. Grazie all’intensa azione mare accompagnata da un corteo promozionale, Soverato è oggi meta di barche. Per quanto riguarda le d i t u r i s m o n a z i o n a l e e d fiere tradizionale abbiamo quella internazionale, grazie ai numerosi della Galilea e quella di servizi che offre e che rendono il sant’Anna. Le Sagre invece sono s o g g i or n o s o r pr e n den t em e n t e molto frequenti in estate, tra le piacevole. La città inoltre affaccia su quali ricordiamo le Sagre di uno specchio d’acqua circondato da mezza estate a Soverato spiagge dorate, che però non devono Superiore, quella delle sarde e far dimenticare la storia e la peperoni fritti e la tradizionale tradizione che si ritrovano in Sagra della melanzana. Inoltre da due anni ormai, d’estate, il innumerevoli testimonianze. lungomare di Soverato si anima di musica e di arte con una L’ambiente naturale e il clima manifestazione, il “Magna Grecia Il mare di Soverato appare limpido e Film Festival”, a cui intervengono trasparente, in luglio e agosto la sua anche artisti e attori famosi, che temperatura è di 23-24 gradi, e promuovono i loro film. riflette la calda luce del sole, che qui splende mediamente 6-7 ore al C a p o l a v o r i dell’arte giorno. Troviamo quindi un clima rinascimentale a Soverato temperato caldo, grazie anche alla Superiore catena di monti che ferma i venti. Visitare oggi Soverato Superiore, Le temperature medie diurne il nucleo originario di Soverato è oscillano dai 30 gradi di agosto ai 10 l’occasione per un percorso di gradi di gennaio, le giornate piovose grande valore paesistico che sono meno di 80 l’anno e la nebbia è permette di capire le radici inesistente; tutto ciò rende Soverato storiche della cittadina. Soverato “stazione climatica invernale”. Superiore custodisce nella Parrocchia dell’Addolorata uno dei capolavori di Antonello Gagini: il I gustosi piatti della cucina locale gruppo marmoreo della Pietà. Anche il repertorio gastronomico Nella stessa chiesa in oltre si offre piacevoli sorprese, infatti non è conservano :altra scultura è il difficile assaggiare buoni piatti della bassorilievo raffigurante il Cristo a cucina locale, cucinati come vuole la braccia unite o la deposizione del tradizione. La cucina calabrese offre Cristo ed un Crocifisso ligneo piatti forti, dai mille odori e sapori ,e a attribuito a frate Angelo di volte eccessivamente piccanti e Pietrafitta. accompagnati da vini forti prodotti in Calabria. Insomma, vale davvero la pena venire a Soverato e visitare questi Manifestazioni, feste e sagre meravigliosi posti, gustare il Due sono le festività religiose più buono di questa terra, respirare importanti: la prima si svolge a l’aria pulita e godere del mare Soverato Superiore durante la cristallino. Settimana Santa che ha come Manuele, Classe I
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Tradizioni e dintorni La vera bellezza è racchiusa spesso nel territorio in cui viviamo, ricco di storia, arte, natura. Soverato, ad esempio, è detta ”la perla dello Ionio” per il suo mare limpido, la sabbia fine e bianca, il suo paesaggio affascinante con un panorama suggestivo e scorci emozionanti. Paesi vicini hanno tante altre tradizioni, alcune delle quali si mantengono vive ancora oggi P ro vere mo a ri as su me re,
SOVERATO ANTICA
I resti dell’antico borgo di Soverato, abbandonato dopo il terremoto del 1783.
IL LUNGOMARE
In una foto d’altri tempi si coglie la semplicità di un borgo marinaro, ma anche la differenza con il lungomare che vediamo oggi, meta di numerosi turisti e di tanti amanti del mare.
BELLEZZA E’ TRADIZIONE LA TORRE DI CARLO V Due suggestive immagini di una torre storica, legata al passaggio dell’imperatore nel XVI secolo.
“U COCIPANA”, comunemente chiamato forno a legna, costruito con dei mattoni di terracotta. La legna più indicata per il forno è quella di ulivo, “FRASCHI D’OLIVARA”, ricavata dalla potatura degli alberi d’ulivi. Questo è l'abito tradizionale di Vallefiorita. È così fatto: in testa a "tuvaghja", a scendere c'è la camicetta e “u uppuna" che faceva funzione anche di reggiseno, sotto il bacino prima si indossava "u pannu" (se la donna era sposata era di colore rosso altrimenti di colore verde), sopra "u pannu" si indossava "a gunnedha" che era a pieghe e lunga fino al polpaccio, una volta indossata si piegava fino al bacino, poi si faceva un nodo di dietro che diventava la coda, una volta piegata e fatto il nodo davanti si trasformava in una grande tasca, "u sinu" , sopra "a gunnedha" si indossava "a hadda", di solito era fatta a mano ad uncinetto con tanti ricami.
È possibile ammirare sullo sfondo della torre l’azzurro mare di Soverato.
Il cielo ed il mare si congiungono alle spalle dell’antico monumento, immerso in un verde rigoglioso.
Manuele, classe I, Gregorio, Giuseppe, classe II
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BELLEZZA E’ COMUNICAZIONE
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Il bello della lingua italiana La catena linguistica: bellezza e Medi@play
Comunicare è bello, perché ci permette di esprimerci, di parlare ma anche di ascoltare, di comprendere le ragioni degli altri e di spiegare le proprie…. Comunicando possiamo fare tanto e possiamo farlo in tanti modi: con i gesti, le parole, le note, i disegni…. Il mezzo più efficace sicuramente la lingua che permette di leggere e ascoltare, oltre che parlare e scrivere.
è ci di di
Con lo strumento linguistico possiamo inventare racconti, costruire testi per descrivere, riflettere, argomentare, possiamo es pr im er e l e r a gi o ni profonde del nostro essere e convincere gli altri delle nostre opinioni, creare poesie capaci di farci sognare. Con le parole anche giocare!
possiamo
Unendo tutte le parole, qui di seguito riportate, si deve passare dalla prima, BELLEZZA, all’ultima, AMORE, o MEDIA, o CUORE. Le parole possono essere legate tra di loro in vario modo: la parola successiva, rispetto alla precedente, può essere ottenuta anagrammandola, aggiungendo o togliendo una lettera, può essere un sinonimo o un contrario, oppure può essere unita alla parola che la precede in un modo di dire, in una similitudine o per associazione di idee.
Adesso proviamo a fare lo stesso gioco con Don Bosco !
GIOVANNI LENTI BECCHI VISTA TESTE API LIBERA CARCERI GIOVANI CELLE AQUILA ALBERI VELOCI VECCHI LESTE PAPI OCCHI UCCELLI PRIGIONIERA CAPI
BOSCO
1. BELLEZZA CHIARA MORE TETRA BRACE ALBA CENERE SOLE SCURA MALE VENERE CETRA TRACE MOLE
AMORE 2.
BELLEZZA TANE MASSO TALE MESSO VULCANO STESSO AFRODITE ETNA MASS TESSO MEDIA 3.
BELLEZZA AMARE ZOLLA FILETTO MARE PREGIO COLLA ARE PESCE MERLUZZO DIFETTO TERRENO DILETTO
CUORE
GIOVANNI - GIOVANI - VECCHI BECCHI - UCCELLI — AQUILA - VISTA OCCHI - LENTI - VELOCI - LESTE TESTE— CAPI - PAPI - API - CELLE CARCERI - PRIGIONIERA - LIBERA ALBERI - BOSCO
BELLEZZA - PREGIO – DIFETTO – DILETTO – FILETTO – MERLUZZO – PESCE – COLLA – ZOLLA – TERRENO – ARE – MARE – AMARE — CUORE 3. BELLEZZA - AFRODITE – VULCANO – ETNA - TANE - TALE -STESSO - TESSO – MESSO – MASSO - MASS — MEDIA 2.
SOLUZIONI DEL GIOCO
BELLEZZA - VENERE - CENERE - BRACE – TRACE - CETRA – TETRA - SCURA CHIARA – ALBA - SOLE - MOLE - MORE - AMORE 1.
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LINGUA E … NON SOLO Spazio alla fantasia TRA FIABA MODERNA E NON SENSE: I PALINDROMI I TOPINI E I NIPOTI Questa è la storia un po’ ironica, un po’ bizzarra, di una strana compagnia. Non molto tempo fa viveva AI LATI D’ITALIA un uomo di nome OTTO, con le figlie ADA e ANNA, e la nuora Irene. Da quando il figlio di OTTO era morto, I DISSIDI fra i quattro non mancavano, anzi l’uomo e le donne litigavano continuamente sulla spartizione dei beni di famiglia. ADA voleva un’ARENA NERA e ANNA desiderava un’ARCA SACRA, tutta per sé; OTTO voleva rivedere i suoi nipoti, di cui si erano perse le tracce e inoltre tra lui e Irene non correva buon sangue perché lei praticava un’ARTE TETRA presso I BAR ARABI della città in cui vivevano. ERAN I MESI DI SEMINARE quando i quattro decisero di andare alla ricerca di un’arena, di un’arca e dei ragazzi che erano andati via di casa per non sentire più i continui litigi dei familiari. Otto e le donne giunsero a Topolandia, uno strano posto dominato dai topi. Qui viveva il re topo, scorbutico e nervoso, che era diventato malvagio perché vittima di un incantesimo di un’AVIDA DIVA, che voleva impossessarsi del regno e trasformarlo in Starlandia. Il consigliere del re, sapendo che la compagnia era giunta nel regno alla ricerca dell’ARENA NERA e dell’ARCA SACRA, disse alle guardie: “Portate qui i pellegrini, IL RE DEVE VEDERLI”. Così i quattro si presentarono al re, il quale era diventato anche un po’ sordo in seguito al sortilegio. E POI, MIOPE com’era, non riuscì a vederli bene e chiese: “Chi sono I TRE POCO COPERTI?” “Mio sire, sono quattro esseri umani normalmente vestiti, anzi, sono abbastanza coperti” disse il consigliere vedendo i quattro con cappotti, mantelli e cappelli. “Certo, vedo … E tu” chiese il re rivolgendosi a OTTO, “tu cosa fai?” L’uomo, che di professione faceva il musicista e scriveva testi di musica moderna, trovandosi al cospetto dell’imponente re, balbettando rispose: “Io … io PARLO COL RAP” “Cosa? Parti col re?” “No, mio sire” intervenne il fidato consigliere, “il signore ha detto che
parla col rap”. Ma il re, che era proprio sordo come una campana, rivolgendosi ad OTTO, disse irato: “Ma come osi? Tu balli col re?” E PRESA LA SERPE in mano (serpe che fino a quel momento era ritta ed immobile accanto a lui) la brandì come uno scettro e disse: “Uccidetelo!!!” La sua voce rimbombò nella sala, creando ECO, VANA VOCE che NON ottenne alcuna risposta e nemmeno le guardie, che conoscevano l’incantesimo di cui il loro re era vittima, si mossero. “Mio signore”, intervenne il consigliere, “se posso permettermi … mi sembra eccessivo. Viviamo in un’ERA PACIFICA, PARE. Non c’è alcun bisogno di farli uccidere. Abbiamo sempre accolto pacificamente gli stranieri”. I quattro, terrorizzati, alle parole del re non si spostarono neanche di un centimetro, solo ADA, che stava poco bene, tossì e il re chiese: “E TU? LA SALUTE?” La giovane donna non osò rispondere, ma proprio in quel momento Irene cercò di avanzare verso il re per spiegare che la cognata non si sentiva bene, ma mentre si apprestava a fare un inchino, inciampò nel suo stesso mantello e ruzzolò ai piedi del re che, innervosito, non vedendo bene cosa stesse succedendo davanti a sé, chiese al consigliere che cosa era quell’ammasso di vestiti sotto di lui. Nel frattempo Irene cercò di rialzarsi maldestramente, ma cadde di nuovo. Il suocero non poté trattenersi dal ridere per la scena che si presentava davanti ai suoi occhi e quando il re volle ulteriori spiegazioni, il consigliere gli si avvicinò e disse: “Sua Maestà, una delle donne è inavvertitamente caduta …” “Chi?” chiese il re. “Irene”, rispose l’altro. “ E poi?” “E poi è caduta di nuovo”. “E gli altri?” “Gli altri sono in piedi e fermi, Sua Maestà, solo OTTO è piegato in due E D’IRENE SE NE RIDE” “Adesso basta” sbottò il re. “Finiamola! Sono stanco della vostra farsa E SO CERTO TRE COSE. Uno: siete venuti qui per liberare i nipoti; due: volete uccidere me, il re; tre: cercate una ricca dote per le vostre figlie”.
BELLEZZA E’ COMUNICAZIONE Il consigliere, che sapeva che I TOPI NON AVEVANO NIPOTI, rimase perplesso alle parole del re, mentre OTTO capì che i suoi nipoti erano prigionieri del regno di Topolandia. “Mio sire, i suoi sudditi non hanno nipoti” si affrettò a dire il consigliere. “Da questo momento non mi fiderò più di te”, sentenziò il re, rivolto a quello che fino ad un istante prima era stato il suo consigliere. “Solo lei può aiutarmi a difendermi da tutti voi”, disse il re rivolgendosi alla serpe, che nel frattempo si era addormentata. La bestiola, dopo un lungo sbadiglio, pensò un attimo e poi disse ad OTTO: “Se veramente vuoi vedere i tuoi nipoti, devi scegliere: O MORDO TUA NUORA O ARO UN AUTODROMO”. Tutti tirarono un sospiro di sollievo, pensando che OTTO avrebbe sicuramente scelto per la serpe la seconda opzione. Invece l’uomo disse subito: “Bene! Faccia, faccia pure! Non ho alcun problema, anzi gliela presento subito, mia nuora!” “Ma … come… no, no, ma che succede, aspettate tutti un attimo…” farfugliò la povera Irene. “Anch’io voglio vedere i miei figli, ma … che cos’è questa storia… ci dev’essere un errore …” La serpe non volle sentir ragione e si avventò sulla poveretta. In quel preciso istante il re si trasformò in un piccolo topo che cominciò a squittire e andò verso una sontuosa tenda, dalla quale uscirono, in catene, i nipoti di OTTO, vittime anche loro dell’incantesimo dell’AVIDA DIVA. Tutti i sudditi cominciarono a squittire, a sbattere le zampe contenti per il ritorno in sé del loro sovrano. Da quel momento Otto, con la famiglia così ricomposta, tornò a casa e tutti capirono la lezione: le figlie compresero, dopo il rischio corso, che non sono necessarie grandi cose per essere felici, Irene non litigò più col nonno dei suoi figli, e questi ultimi, col loro ritorno, crearono un clima di serenità in casa. Questa è la strana storia di Otto e della sua famiglia: lui, le sue figlie, la nuora, I NIPOTI E I TOPINI vissero tutti felici e contenti. CLASSE I
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BELLEZZA E’ PACE
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PACE SULLA TERRA Parole e musica LA PAIX SUR TERRE
La più bella manifestazione dell’uomo sulla Terra è la pace: tutti ne abbiamo bisogno, in ogni parte del mondo si reclama, ognuno di noi è chiamato a realizzare la pace nel proprio cuore, nella propria vita, nel proprio mondo. Abbiamo scelto una canzone francese, che esprime bene il desiderio di pace. Abbiamo creato un power point sul testo e la musica di questa canzone, che abbiamo allegato al presente giornalino.
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La Pace in Terra
Quand je m'attarde au soleil couchant, Lorsque je regarde le matin levant Quand je me ballade à travers champs, C'est avec mon cœur d'enfant. Et quand je m'étonne De tant de beauté, Il y a des hommes Qui me rient au nez Mais je leur pardonne, Je leur dis 'bonjour' Et je leur souhaite en retour
Quando mi fermo a guardare il tramonto Quando guardo l’alba Quando cammino attraverso i campi È con il mio cuore di bimbo E quando mi sorprendo di tanta bellezza Ci sono persone che ridono di me Ma io li perdono e gli dico ciao E gli auguro un buon giorno
La paix sur Terre c'est ma prière Moins de violence, d'indifférence Plus de 'Je t'aime' et moins de haine Plus jamais de peur au fond du cœur Moins de frontières, moins de misère Moins d'égoïsme, de mots en 'isme' Moins de paroles et de symboles Plus de tendresse, moins de promesses
La Pace in terra è la mia preghiera Meno violenza meno indifferenza Più "ti voglio bene" e meno odio Non più lacrime in fondo al cuore Meno frontiere, meno povertà Meno egoismo, meno parole in “ismo” Meno parole e simboli Più tenerezza, meno promesse
Que puis-je faire avec une chanson? Mais pourquoi me taire? Y a pas de raison Pour faire la guerre, C'est mieux qu'un canon, Y a qu'à trouver l'unisson D'une seul voix chante avec moi (La paix sur Terre c'est ma prière) (Moins de violence, d'indifférence) Il faut faire la paix sur Terre (Plus de 'Je t'aime' et moins de haine) (Plus jamais de peur au fond du cœur)
Cosa posso fare con una canzone? Ma perché tacere? Non c'è alcun motivo Per fare la guerra è meglio di un cannone Trovare l’unisono Con una sola voce canta con me (La Pace in terra è la mia preghiera) (Meno violenza, meno indifferenza) Dobbiamo fare la pace sulla terra (Più "ti voglio bene" e meno odio) (Non più lacrime in fondo al cuore)
D'un seul cœur on chante en chœur (Moins de frontières, moins de misère) (Moins d'égoïsme, de mots en 'isme') Ma prière - la paix sur Terre (Moins de paroles et de symboles) (Plus de tendresse, moins de promesses)
Con un solo cuore cantiamo in coro (Meno frontiere, meno povertà) (Meno egoismo, meno parole in “ismo” ) La mia preghiera—la pace in Terra (Meno parole e simboli) (Più tenerezza, meno promesse)
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• REDAZIONE: Claudia Gualtieri, Mara Gabriela Matozzo, Valentina Lombardo, Antonella Cristofaro, Antonella Praticò, classe III • HANNO COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO: CLASSE I: Giulia Barbieri, Claudia Bifezzi, Manuele Catricalà, Dario Facciolo, Teresa Froio, Giulia Galati, Rebecca Miladinski, Elisa Mercurio, Chiara Notaro, Francessco Antonio Procopio, Veronica Pupo, Sophia Russo, Simone Scicchitano, Gianluca Sovereto, Vittoria Varano, Denise Viscomi, Maria Stella Zangari Del Prato ; CLASSE II: Dalila Chiatto, Silvia De Masi, Valentina Fioravante, Anastasia Franco, Gianmarco Guidara, Asia Caterina Lardì, Miriam Mirarchi, Barbara Procopio, Giuseppe Rania, Gregorio Maria Rattà, Vincenzo Scuderi, Martina Sorbaro; CLASSE III: Domenico Chiaravalloti, Antonella Cristofaro, Giuseppe Froio, Claudia Gualtieri, Maria Caterina Leto, Sara Leto, Valentina Lombardo, Alessandra Longo, Riccardo Longo, Loris Loprieno, Mara Gabriela Matozzo, Antonella Praticò, Lena Signoretta, Serena Spadea. • COORDINATORI DEI LAVORI: Prof.sse Elena Bianco, Marinella Gioia, Gilda Procopio.
ISTITUTO PARITARIO MARIA AUSILIATRICE SCUOLA SECONDARIA DI
La bellezza di Maria Ausiliatrice nella vita di Don Bosco
I GRADO Via San Giovanni Bosco, 7– 88068 Soverato (CZ)
Tel.: 0967 21531 Fax: 0967 521125 E-mail: istmag@libero.it Web: www.ausiliatricesoverato.it “L’educazione è cosa di cuore” Don Bosco
Non so se qualche volta ci siamo fermati a guardare con attenzione il quadro di Maria Ausiliatrice, se abbiamo mai pensato a cosa ci trasmette, perché ci piace. Quando osservo questo quadro, ho una sensazione che mi pervade interamente: ovunque io mi sposti, i Suoi occhi sono rivolti sempre verso me; è come se il Suo sguardo vegliasse sempre su di me. E’ come se Maria non mi lasciasse mai sola, nei momenti del bisogno, nei momenti di tristezza, nei momenti di gioia … Il suo sguardo è di un’intensità profonda che ci comunica la Sua vera bellezza, quella interiore, e ci dona il Suo spirito materno, che ci permette di contare sempre sul Suo aiuto. Sì, perché guardando nei Suoi occhi, sentiamo di poterci fidare di Lei, di doverci affidare a Lei, Lei che è sempre pronta ad assisterci come ha fatto con Gesù, Lei che è la Madre di Gesù e come è stata mamma amorevole con Lui, lo è anche con noi. Non ha mai lasciato solo Suo Figlio, anche quando la faceva preoccupare e Lei non capiva molte cose che accadevano. Anche quando ha visto il nostro Salvatore morire, Lei è rimasta sempre accanto a Lui e così fa anche con noi, che siamo Suoi figli. Don Bosco questo lo aveva capito, aveva visto la bellezza di Maria molto prima di noi e si è affidato completamente a Lei. Anche Don Bosco ha imparato da Maria, sicuramente anche lui, quando guardava la bellezza dello sguardo della Madre Nostra Celeste, capiva la grandezza di questa piccola umile donna, che ha saputo dire di sì al Signore, un sì incondizionato. E quando guardo il volto di Don Bosco, vedo riflesse la bellezza e la fede amorosa di Maria. È come se anche lui vegliasse sempre su di me, mi proteggesse da ogni male come faceva con i suoi ragazzi. Lui, Padre, Maestro ed Amico della gioventù, che ha dedicato la sua vita ai ragazzi, che ha donato per loro tutto se stesso e certamente continua a farlo ancora da lassù. La bellezza dell’amore della Madre di Gesù e del Santo di Valdocco ci spinge ad amare e a far amare ancora di più Maria Ausiliatrice e Don Bosco, e con la bussola puntata verso di loro percorreremo con coraggio e con fede le strade della vita! Claudia, classe III