Giovani per il territorio / 2016
Giovani per il territorio 2016 progetti innovativi per gestire e valorizzare i beni culturali in Emilia-Romagna
volume a cura di Vittorio Ferorelli / editing Beatrice Orsini / grafica e impaginazione stampa Centro stampa Regione Emilia-Romagna viale Moro 34, Bologna
ISBN 9788897281627 Regione Emilia-Romagna Istituto per i beni artistici culturali e naturali via Galliera 21, Bologna
ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Giovani per il territorio / 2016 progetti innovativi per gestire e valorizzare i beni culturali in Emilia-Romagna
presidente Angelo Varni direttore Alessandro Zucchini consiglio direttivo Andrea Battistini, Giuseppe Bellosi, Vanni Bulgarelli, Francesca Cappelletti responsabile amministrativo Roberto Tommasi
Giovani per il territorio
bando rivolto ad associazioni giovanili per progetti innovativi di gestione e valorizzazione dei beni culturali: edizione regionale 2016 coordinamento Valentina Galloni valutazione dei progetti Valeria Cicala, Vittorio Ferorelli, Valentina Galloni, Ivan Orsini, Carlo Tovoli segreteria Patrizia Marchi, Ivan Orsini
supporto organizzativo-informatico Francesco Angrisano, Anna Bacchelli, Enzo Calabrò, Antonio De Bonis, Luca Gamberini, Eros Merli supporto amministrativo-contabile Francesco Amorese, Alessandra Cevenini, Paola Cristofori, Maria Galati, Mariacristina Zappata, Morena Ballotta supporto fotografico Andrea Scardova supporto alla diffusione Marina Mingozzi (Direzione generale Cultura, formazione e lavoro, Regione Emilia-Romagna); Marinella Festi, Gina Pietrantonio, Dora Sprovieri (Ufficio relazioni con il pubblico, Regione Emilia-Romagna) comunicazione Valeria Cicala, Vittorio Ferorelli, Beatrice Orsini, Carlo Tovoli Si ringraziano per la collaborazione tutti i referenti dei progetti http://ibc.regione.emilia-romagna.it/argomenti/giovani-e-patrimonio https://www.facebook.com/groups/GiovaniPerilTerritorio/ https://www.youtube.com/channel/UC3HsVcoGuaJvoF_xUl7RafA
Sommario
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Premessa Angelo Varni
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Giovani per il territorio Valentina Galloni
Progetti
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AmarMET
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Bicigrill “Il Mulino�
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Geocaching e orientamento culturale nelle Terre del Frignano
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Il giardino segreto di Palazzo Lettimi
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Il Po ricorda
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La Fenice
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Luceria
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Mercato Sonato
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Smart Dock
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Sulle tracce di antiche vie
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Partner, numeri e dati
Premessa Angelo Varni
Trasmettere il valore condiviso del patrimonio culturale, diffondere l’esigenza di prendersene cura in prima persona, fare comprendere il suo significato, il suo permanere al di là dei mutamenti sociali e delle vicende storiche, sono alcuni dei compiti fondamentali che la Regione Emilia-Romagna affida al nostro Istituto. Un impegno che si rivolge a tutti i cittadini ma, quando si indirizza a quelli più giovani, diventa, se possibile, ancora più stringente, assumendo i contorni di una sfida a essere più concreti e più convincenti che mai. Il concorso “Giovani per il territorio” nasce con questo spirito, è un invito rivolto alle nuove generazioni, perché esplorino il contesto in cui vivono ogni giorno, se ne sentano responsabili, se ne riapproprino, fino a rinnovarlo e a renderlo migliore. Ai ragazzi e alle ragazze coinvolti chiediamo di realizzare un percorso di creatività che dia corpo e sostanza al concetto di cittadinanza attiva e inneschi un sistema virtuoso di relazioni. Ai progetti messi in cantiere auguriamo di dare frutti anche oltre la loro realizzazione, seminando la fiducia nel futuro e mettendo radici per nuovi sviluppi.
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Giovani per il territorio Valentina Galloni
L’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), da alcuni anni, ha adottato una politica di avvicinamento dei giovani al patrimonio culturale del loro territorio favorendo la loro partecipazione attiva e creativa. Una politica attuata principalmente attraverso due concorsi oramai consolidati: uno dedicato agli studenti delle scuole, “Io amo i Beni Culturali”, e uno rivolto alle associazioni culturali giovanili: “Giovani per il territorio”. Quest’ultima iniziativa è stata promossa per la prima volta nel 2012, dapprima testando il concorso in alcune città come Forlì, Ferrara e Reggio Emilia e poi, visto il successo in termini di partecipazione e risultati, estendendolo all’intera regione. Le associazioni giovanili vengono invitate a unirsi in partenariato con un ente proprietario di un bene culturale per presentare un progetto innovativo di gestione e valorizzazione di questo. Sono i giovani i veri protagonisti, coloro che lavorano in prima persona per realizzare nuove forme e nuove soluzioni per gestire, comunicare e trasmettere il valore sociale del patrimonio. Sono molti i progetti che ogni anno si presentano al concorso e, per selezionarne dieci, si adottano diversi criteri, tra cui l’originalità, la partecipazione attiva dei giovani, la capacità di coinvolgere la comunità territoriale e di attrarre ulteriori risorse. Requisito per l’ammissione è inoltre la garanzia di ricevere dall’ente titolare del bene, o da un terzo soggetto, un contributo di almeno 2.000 euro. L’IBC finanzia con un contributo di 10.000 euro ognuno dei dieci progetti 11
selezionati, che a loro volta, attraverso un costante monitoraggio e un’attenta opera di documentazione, diventano modelli per altre progettazioni. Nell’edizione del 2016, di cui diamo conto in questo volume, il concorso ha coinvolto dieci associazioni giovanili che hanno lavorato con più di cento istituzioni culturali, enti e associazioni, capillarmente diffusi in tutta la regione. Un museo etnografico, il fiume Po, i beni culturali delle terre del Frignano, il giardino di un palazzo cinquecentesco in rovina, un’area archeologica, vecchi mercati e magazzini in disuso e un’antica via di pellegrinaggio, attraverso il lavoro appassionato di questi giovani, sono tornati a nuova vita con iniziative ed eventi capaci di coinvolgere migliaia di cittadini e turisti. I progetti sono stati occasioni importanti per svolgere ricerche e raccogliere materiali storico-documentali, per utilizzare in modo innovativo le nuove tecnologie, per recuperare il legame tra i beni culturali e il paesaggio circostante, per rendere consapevole la comunità territoriale di quanto sia importante il suo patrimonio culturale, per coinvolgere la cittadinanza in progetti di gestione partecipata, per favorire processi di inclusione sociale e per creare opportunità di lavoro per giovani professionisti. Leggendo quanto scrivono i protagonisti di queste esperienze nei loro rendiconti progettuali, da cui sono tratti i testi e le immagini qui riportati, appare evidente che gli obiettivi che questa iniziativa si prefigge sono stati raggiunti. Partecipare al concorso ha dato ad alcune associazioni un importante impulso iniziale alla loro attività, trasformandole da start up in realtà consolidate; per altre è stata l’occasione di vedere il proprio lavoro riconosciuto e allargare la rete dei partner sul territorio. Giovani cittadini e istituzioni coinvolte, mossi dalla volontà di prendersi cura del proprio patrimonio, hanno colto questa opportunità per catalizzare risorse ed energie, metterle a sistema, e creare centri di innovazione culturale in grado di riflettere sul presente e immaginare un futuro possibile. 12
progetti
AmarMET “Io mi rimetto”, in romagnolo, si dice a m’armet ed è questo il motto con cui l’associazione “Espressione a 512°” ha invitato tutti i cittadini di Santarcangelo (e non solo) a rimettersi in gioco per recuperare il loro legame con la terra che li nutre e dimostrare il loro amore verso la memoria conservata dal MET, il Museo etnografico degli usi e costumi della gente di Romagna. Il progetto è nato dalla coscienza del valore che l’agricoltura riveste per il nostro futuro e dei rischi che corre, minacciata dall’inquinamento, dall’abbandono delle campagne e dalla perdita delle biodiversità. Riscoprendo il museo come luogo di incontro e specchio della comunità, l’obiettivo era utilizzare il cuore pulsante costituito dagli oggetti della tradizione contadina per dare vita a un nuovo stile nel coltivare i terreni, ma anche per dare respiro ai rapporti umani. Spettacoli, visite guidate, laboratori, esposizioni, passeggiate e tavole rotonde con gli esperti del settore hanno animato gli spazi interni ed esterni
del MET. Nell’area verde circostante è stato realizzato un vivaio per la riproduzione di piante e semi di frutti antichi. Anche il paesaggio in cui il museo è immerso, tra le sponde dei fiumi Uso e Marecchia, è stato esplorato a piedi in compagnia di guide naturalistiche. Per documentare ogni fase è stato realizzato un video, affidato allo sguardo di una giovane regista. Grazie a queste iniziative il museo è diventato un luogo per riflettere sul presente e per immaginare il futuro. Ma in maniera concreta, come piace a chi ama coltivare la terra: i fermenti innescati dal progetto hanno infatti portato alla nascita di una nuova associazione che si chiama proprio “AmarMET” e intende approfondire le relazioni nate tra i giovani coinvolti e le istituzioni che si occupano del patrimonio culturale di Santarcangelo.
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Bicigrill ‘Il Mulino’ la ricarica telefonica, definendo logo e immagine coordinata, organizzando il materiale informativo sul territorio. Tra l’estate e l’autunno il Bicigrill “Il Mulino” è stato aperto il pubblico, garantendo la presenza quotidiana degli associati per l’accoglienza dei cicloturisti italiani e stranieri. Una struttura di questo tipo non esisteva e oggi costituisce un punto di riferimento lungo un percorso che non offre altri ripari e occasioni di conoscenza del patrimonio circostante. La messa in rete di soggetti privati su un’area pubblica, l’interesse di enti e associazioni a collaborare e la partecipazione attiva di tanti ragazzi e ragazze a un progetto di mobilità e di turismo sostenibili fanno pensare con fiducia al proseguimento. Quando il Mulino del Po, dopo il restauro, sarà di nuovo riaperto, troverà intorno a sè un pubblico ampio, curioso di visitarlo.
Il Mulino sul Po è un museo galleggiante situato nell’area golenale di Ro, a una ventina di chilometri da Ferrara, lungo la pista ciclabile “Destra Po”, inserita nel contesto internazionale della ciclovia “Eurovelo 8”. Il progetto dell’associazione “Witoor Sport” ha fatto nascere, proprio in corrispondenza del museo, la prima area di sosta attrezzata per i cicloturisti e gli amanti delle attività all’aria aperta che frequentano la pista. Con due obiettivi: supportare chi esplora il territorio in modo ecologico e promuovere il patrimonio culturale del luogo. I giovani coinvolti hanno pulito, riparato e ristrutturato il locale assegnato dal Comune di Ro. Sono quindi passati a pianificare i servizi da offrire, installando una piattaforma per la riparazione e il noleggio delle bici, stringendo accordi con servizi di transfer e assistenza meccanica e con il ristorante attivo in zona, implementando bagni, sedute esterne, rete wifi e postazioni per 25
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Geocaching
e orientamento culturale nelle terre del Frignano
Il geocaching è una caccia al tesoro ispirata all’antica usanza piratesca di tracciare una mappa per ritrovare la cache, la leggendaria cassa ricolma di ricchezze. Si parte dal web, appuntando le coordinate del luogo da raggiungere, e si continua poi nel mondo esterno grazie al sistema GPS, fino a scoprire il punto esatto in cui è nascosta la geocache, un contenitore che conserva un diario e piccoli oggetti lasciati dal primo “nasconditore” o da altri “cercatori” già passati. Firmato il diario e lasciata traccia del proprio passaggio, l’esperienza si condivide nel web, e il gioco riparte. L’associazione “Orienteering Club Appennino” ha unito in una rete di geocache il Palazzo e il Parco Ducale di Pavullo a più di venti luoghi preziosi del Frignano, tra cui il Castello di Montecuccolo, la Riserva di Sassoguidano, il Ponte del Diavolo, l’Ofiolite della Val di Sasso, il ponte di Olina e la torre di Gaiato. Per ogni località i giovani coinvolti hanno incontrato residenti e associazioni, per
arricchire la descrizione bilingue della geocache di aneddoti e aspetti peculiari. Oltre a questo circuito, il progetto ha messo a punto un percorso di orienteering all’interno del Parco Ducale, una vera e propria palestra a cielo aperto per cittadini, turisti e scolaresche che vogliano imparare a orientarsi. Per ognuna delle 14 tappe è stato creato un codice QR che rimanda a una pagina web su cui si possono scaricare le mappe e controllare la propria posizione sul percorso. Grazie alla collaborazione con il Comune di Pavullo è stato anche messo in sicurezza il patrimonio arboreo del Parco, a cominciare dal celebre Pinone, il cedro del Libano annoverato tra le cento piante monumentali italiane. Eventi, escursioni e mostre fotografiche hanno attirato l’attenzione sui due nuovi tracciati, che restano a disposizione di chiunque voglia mettersi alla prova nell’esplorare un territorio che aspetta solo di essere scoperto. 33
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Il giardino segreto di Palazzo Lettimi
sul social media storytelling. Dal workshop è scaturito un blog che ha raccontato la storia antica del palazzo, la nuova rinascita del giardino e l’edizione 2016 del festival. Oltre alla rassegna, il progetto ha messo in scena quattro letture letterarie in cui gli abiti degli attori sono stati realizzati con materiali riciclati grazie a un laboratorio di sartoria animato da tre aspiranti costumisti. Restituire ai cittadini uno spazio che appartiene a loro, creare le premesse perché possano continuare a frequentarlo tutto l’anno, dare a un gruppo di giovani l’opportunità di sperimentare concretamente un’occasione di integrazione e di solidarietà: raggiunti questi obiettivi, il giardino segreto di Palazzo Lettimi continua a offrire riparo ombroso e ristoro culturale a tutti i passanti.
Le mura di Palazzo Lettimi, relitto cinquecentesco nel centro storico di Rimini, sono tutto ciò che resta di un edificio colpito dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale. Al loro interno, una vegetazione rigogliosa ma incolta nascondeva alla vista i resti di un antico teatro romano. Il progetto ha coinvolto un gruppo di ragazzi accolti dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, affidando loro un programma di pulizia, manutenzione e abbellimento dello spazio verde, realizzato nell’ambito della rete “Ci.vi. vo - Civico.Vicino.Volontario” con cui il Comune organizza i cittadini che mettono a disposizione della collettività il proprio tempo libero. Per riportare l’attenzione della cittadinanza su questo luogo dimenticato, e a lungo degradato, l’associazione “Le città visibili”, che da tre anni lo utilizza come scenario estivo dell’omonimo festival di musica e teatro, ha poi affidato a un altro gruppo di partecipanti volontari un laboratorio 41
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Il Po ricorda ni, adibita a spazio teatrale); l’impianto idrovoro della Finarda, costruito negli anni Trenta del Novecento; il lungofiume tutto da riscoprire, a due passi dal centro storico. Spente le luci degli eventi, il progetto ha continuato a produrre effetti, mettendo in cantiere un percorso multimediale collegato alla app “Piacenza”, grazie a cui si può recuperare il legame di senso che collega tanti beni culturali alla grande via d’acqua che li lambisce. Il successo dell’iniziativa ha sensibilizzato cittadini e istituzioni sulla necessità di ripristinare una rete di sottopassi ciclabili degradati, in modo da riannodare i fili tra il fiume e la città. Primi passi per riportare i piacentini davanti al loro confine liquido.
Sorta su un grande terrazzo fluviale creato dal Po, Piacenza sembra quasi voltargli spalle, come se del Grande Fiume volesse dimenticarsi. Eppure le tracce di questo antico rapporto di convivenza restano tante, sono profondamente inscritte nell’assetto urbanistico, contenute nella storia dei monumenti e attestate da reperti archeologici e opere d’arte. Il progetto dell’associazione “Arti e Pensieri” ha intrecciato questo molteplice patrimonio culturale in un coloratissimo disegno, realizzando un articolato programma di eventi, capace di parlare a pubblici diversi per gusti ed età, con mostre, appuntamenti musicali, spettacoli teatrali, conferenze, laboratori artistici, degustazioni a tema, gite in canoa e passeggiate in bicicletta. Tra la primavera e l’estate, i luoghi coinvolti dalla rassegna sono stati molti: i Musei civici di Palazzo Farnese, con la Pinacoteca, i Fasti e il Museo delle carrozze; il Museo di storia naturale; le chiese di San Sisto e di San Vincenzo (oggi Sala dei Teati49
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La Fenice gio esterno, un esemplare del primo Novecento con meccanismo a rubini. La struttura è stata quindi convertita in contenitore polivalente: teatro di eventi pubblici per divulgare le sue attività a vantaggio delle scuole e polo di sperimentazione scientifica per il recupero di specie ittiche a rischio di estinzione, come gli squali presenti in Adriatico. A questo scopo è stato installato un impianto di vasche in cui si possono recuperare gli esemplari pescati accidentalmente. Valorizzato lo stabile, riaperto all’uso pubblico, responsabilizzati gli amministratori sulle esigenze dell’intero quartiere marittimo, gli obiettivi iniziali sono stati ampiamente raggiunti. Ma anche superati: grazie a un’intesa con l’Istituto di scienze marine di Ancona, il vecchio Mercato del pesce diventerà il primo centro di recupero per la fauna ittica in Italia.
Nel 1938, a Marina di Ravenna, si costruiva il nuovo mercato ittico, un edificio tra i più moderni dell’epoca, dotato di strutture all’avanguardia come l’asta elettromagnetica. Negli anni Sessanta, dopo un’onorata attività, la crisi della pesca e le scelte politiche favorevoli all’industria chimica provocarono un lento declino, culminato nell’ultimo decennio del secolo con la chiusura. Il progetto dell’associazione “Aurora Polare” ha riportato in vita l’edificio restituendolo alla cittadinanza sotto forma di centro culturale dedicato alla salvaguardia dell’ambiente marino. Il restauro, condotto in modo da mantenere l’identità storica del sito, ha rimesso in sesto la tribuna in legno un tempo frequentata dai compratori del pesce. I giovani coinvolti hanno poi adeguato lo stabile alle norme di sicurezza, coperto le pareti più degradate con materiale ecosostenibile, convertito il cabinotto delle aste in regia multimediale e ripristinato, insieme alla scritta sulla facciata fronte mare, anche l’orolo57
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Luceria Nell’area archeologica di Luceria, vicino a Canossa, immersi nell’Appennino reggiano, si conservano i resti di un vicus, un antico villaggio romano, e l’unico tratto di strada basolata residuo dell’asse viario che correva da Parma a Lucca. Il progetto del “Gruppo archeologico VEA” ha posto le basi per ricostruire una delle domus attestate dagli scavi: una dimora con tanto di tabernae, le stanze che si affacciavano direttamente sulla strada. L’obiettivo della ricostruzione è ampliare le possibilità di lettura del sito da parte dei visitatori, soprattutto i più giovani. La struttura sarà arricchita da fedeli ricostruzioni di oggetti della cultura materiale, come ceramiche e abiti. Nella prima fase, grazie ai tirocini e ai laboratori attivati con le università di Bologna e Parma, sono state avviate le attività di ricerca e studio necessarie a impostare correttamente il lavoro. Quindi sono state sperimentate le tecniche costruttive da utilizzare nella fase successiva. Sen-
za dimenticare la comunità locale, coinvolta in iniziative di scoperta e di conoscenza di questa preziosa testimonianza storica. Il Comune di Canossa si è impegnato a migliorare l’accessibilità al sito e a promuovere la ricerca di fondi ulteriori e di parternariati più ampi. Tra i riscontri va segnalata l’adesione al progetto da parte del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che riconosce nell’intervento di valorizzazione di Luceria, e della sua antica vocazione commerciale intermediaria fra mondo ligure e romano, un tassello importante nel mosaico della Riserva istituita dall’UNESCO all’interno del programma “MaB - Man and the Biosphere”. La riscostruzione della domus è il primo passo di un cammino più lungo, che in futuro, partendo dalla rete territoriale venutasi a creare, vorrebbe dare vita a un parco archeologico e a un centro di ricerca.
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Mercato Sonato stallazioni, mostre e videoproiezioni. A ogni colore dell’iride è stata associata un’arte: rosso per la musica, blu per il cinema, giallo per il teatro, e poi di seguito per fotografia, danza, pittura e scultura. Riconsegnare la musica classica all’amore del grande pubblico come un fiore che non punge e offrire ai giovani musicisti lo spazio per confrontarsi con il repertorio sinfonico più affascinante, facendo leva sulla formula del “concerto spettacolo”: i motivi guida di questa iniziativa, orchestrata da diplomati del Conservatorio ancora privi di opportunità lavorative, continueranno a risuonare nei prossimi anni. Coinvolgendo nel circolo virtuoso altri soggetti, associazioni, gruppi informali o semplici cittadini, il “Mercato Sonato” tornerà a far vibrare il tessuto sociale della periferia con un’offerta culturale alternativa a quella del centro storico.
Costruito negli anni Cinquanta su progetto dell’architetto Umberto Rizzi, per tanti bolognesi il Mercato San Donato non è stato solo un luogo di commerci: offriva anche la possibilità di incontrarsi e socializzare al riparo di una piazza coperta. Dopo essere stato chiuso per anni, i giovani musicisti di “Senzaspine” lo hanno fatto rinascere, dando a tutti l’occasione di utilizzarlo come luogo privilegiato in cui ascoltare note e voci, in un quartiere che, più di altri, fa da porta di accesso alla città per chi arriva dal mondo. Il progetto, condotto da un’associazione nata come orchestra autogestita, è partito riqualificando l’edificio con un attento lavoro di ripristino, realizzato grazie a laboratori partecipati di ideazione e autocostruzione degli arredi interni, in modo da coinvolgere la comunità nella preparazione e nell’allestimento degli spazi. È stato quindi possibile dare vita a un intenso palinsesto di iniziative culturali, costellato di performance, workshop, seminari, conferenze, in73
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Smart Dock talenti, aperto alle start up. Cambiando pelle a seconda dell’orario: al mattino si disegnano progetti di paesaggio o si impaginano riviste digitali, al pomeriggio si organizzano lezioni di musica o di lingua, alla sera si balla flamenco o si impara a disegnare. Tra le iniziative realizzate: pulizia collettiva della darsena, crociere lungo i canali, aperitivi musicali, escursioni in canoa, e poi laboratori ludici con i bambini, concerti rock per i più grandi, mostre documentarie per gli appassionati della storia dei luoghi. Oltre a recuperare la fiducia di tanti cittadini e spingerli a vivere da protagonisti il loro territorio, “Smart Dock” ha prodotto un manifesto collettivo per riorganizzare il lungofiume come bene comune: uno strumento che integra il regolamento urbano e coinvolge nuovi soggetti nell’impresa di trasformare una banchina fluviale in nuova piazza per la città.
L’associazione “Basso Profilo” è impegnata da tempo nel recupero di una zona di Ferrara che è cresciuta lungo il corso del Po, ha contribuito a fare la storia della città ma poi, per una serie di vicende e mutamenti sociali, è stata trascurata. Il progetto potenzia l’azione avviata nel quartiere Giardino, dando respiro al consorzio “Wunderkammer”, nato per unire le forze in campo e applicare un modello di gestione che mette al centro la comunità locale. Scelti come centri operativi la darsena di San Paolo e l’edificio storico che ospitava i magazzini fluviali, i giovani coinvolti hanno avviato un processo virtuoso per riappropriarsi del riverfront. Obiettivo: invertire una rotta pericolosa che rischiava di ridurre questa zona a porto franco della microcriminalità. La sede di “Wunderkammer” è quindi diventata uno spazio di produzione e di lavoro, adatto alle attività di coworking, ma anche un incubatore di 81
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Sulle tracce di antiche vie
famiglie e gruppi. Inoltre, grazie al finanziamento ricevuto, i ragazzi e le ragazze coinvolti hanno permesso di aprire al pubblico domenicale il Castello di Torrechiara, un prezioso monumento che era sguarnito di servizi. Il riconoscimento offerto da “Giovani per il territorio” ha funzionato pure come moltiplicatore di risorse, permettendo alle associazioni capofila di ottenere ulteriori finanziamenti grazie al bando “Reti d’Arte” della Fondazione Cariparma. “Sulle tracce di antiche vie” è anche un progetto pilota: farà da battistrada nella pianificazione culturale che animerà la Riserva istituita dall’UNESCO nell’Appennino Tosco-Emiliano all’interno del programma “MaB - Man and the Biosphere”, un territorio che comprende ben 38 comuni ed è considerato un punto chiave della frontiera climatica tra Europa e Mediterraneo.
Borghi, castelli, torri, ponti, pievi, cappelle e badie: sono ben 35 i manufatti medievali che resistono al tempo nell’Appennino parmense orientale, tra le valli dei torrenti Enza e Parma. L’associazione “Pro Val Parma” e il gruppo “Assapora Appennino” li hanno geolocalizzati e collegati in un circuito finalmente visibile, creando itinerari di visita appetibili e riscoprendo una via di transito percorsa per secoli da genti, merci e idee. Il tutto realizzato da giovani storici, archeologi e operatori culturali. Il primo risultato del progetto è stato l’inserimento della “Via di Linari” nella rete delle “Antiche vie dei pellegrini in Emilia-Romagna” attivata dalla Regione. È stato quindi possibile avviare un intenso programma di escursioni, visite guidate e laboratori, che sono stati organizzati là dove il pubblico era già presente (feste, sagre, raduni) ma sono anche state consolidate in un vero e proprio catalogo di offerte stabilmente a disposizione di scuole, 89
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partner, numeri e dati
AmarMET
progetto realizzato da Associazione “Espressione a 512°”, Santarcangelo (Rimini) Museo etnografico degli usi e costumi della gente di Romagna – MET, Comune di Santarcangelo nel territorio di Santarcangelo di Romagna in collaborazione con Associazione “Santarcangelo dei teatri”, Santarcangelo; Associazione “Volontarimini”, Rimini; Associazione “Soffi di terra”, Cesena; Associazione “Uva Grisa”, Rimini; Associazione “Sammaurock”, San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena); Istituto tecnico agrario “Garibaldi - Da Vinci”, Cesena; Azienda agricola “Zammarchi”, Santarcangelo; Azienda agricola “Mulini Venturi”, Saludecio (Rimini); Società “Terrae Blu”, Rimini; Cooperativa “Con le nostre mani”, Santarcangelo; Cooperativa “La Ratatuia”, Riccione (Rimini); Confederazione italiana agricoltori, Rimini coinvolti circa 200 partecipanti link http://amarmet.blogspot.it/ https://www.facebook.com/amarmetsantarcangelo/ https://twitter.com/amar_MET https://www.instagram.com/amarmet_santarcangelo/ https://www.youtube.com/channel/UCJxfr-ajQQideCYSkMxctyw 99
Bicigrill ‘Il Mulino’
progetto realizzato da Associazione “Witoor Sport”, Ferrara Comune di Ro (Ferrara) nel territorio di Ro: Mulino sul Po e area golenale in collaborazione con Società “Bici Delta Po”, San Bartolomeo in Bosco (Ferrara); Centro studi “Dante Bighi”, Copparo (Ferrara); “Bici Boutique da Ciano”, Copparo; Francesco Foglia, Copparo; Ristorante “VenTo di Supa”, Ro coinvolti circa 100 partecipanti link http://www.witoor.com/bicigrill
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Geocaching e orientamento culturale nelle Terre del Frignano progetto realizzato da Associazione “Orienteering Club Appennino”, Pavullo nel Frignano (Modena) Comune di Pavullo nel Frignano nel territorio di Pavullo nel Frignano: Palazzo e Parco Ducale, con oltre venti luoghi appenninici circostanti in collaborazione con Geocachingitalia.it, Bologna; Associazione “Linea Gotica. Officina della memoria”, Fanano (Modena); Gruppo Protezione civile di Pavullo nel Frignano; Federazione italiana sport orientamento, Delegazione Emilia-Romagna coinvolti circa 80 partecipanti link http://frignano.geocachingitalia.it http://www.oriappennino.it/progetti/percorsi-fissi-pavullo https://www.facebook.com/hashtag/geocachingibc http://www.geocachingitalia.it/contenuti/elenco-geocache/134-geotrail-frignano https://goo.gl/E77ZXu
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Il giardino segreto di Palazzo Lettimi
progetto realizzato da Associazione “Le città visibili”, Rimini Comune di Rimini nel territorio di Rimini: Palazzo Lettimi, centro storico in collaborazione con Società “Agenzia del Piano Strategico”, Rimini; Circolo AICS “Milleluci”, Rimini; Associazione “Madonna della Carità”, Rimini coinvolti circa 40 partecipanti link http://www.lecittavisibili.com
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Il Po ricorda Vivere il confine progetto realizzato da Associazione “Arti e Pensieri”, Piacenza Comune di Piacenza nel territorio di Piacenza: centro storico e lungofiume in collaborazione con Musei civici di Palazzo Farnese e Museo di storia naturale di Piacenza; Fondazione Teatri, Piacenza; Conservatorio “Nicolini”, Piacenza; Biblioteca comunale “Passerini Landi”, Piacenza; Archivio di Stato, Piacenza; Chiesa di San Sisto, Piacenza; Consorzio di bonifica di Piacenza; Studio tecnico “architetto Spigaroli”, Piacenza; Fondazione di Piacenza e Vigevano, Piacenza; Associazione “Cinemaniaci”, Piacenza; Associazione “Ragazzi al museo”, Rottofreno (Piacenza); Associazione “L’angolo dei bambini e dei ragazzi”, Roncaglia (Piacenza); Associazione “Yogagea”, Piacenza; Società canottieri “Vittorino da Feltre”, Piacenza; Associazione “LAAI - Laboratorio di arte ambientale itinerante”, Reggio Emilia; Associazione “Le rane”, Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) coinvolti circa 500 partecipanti link http://www.artiepensieri.com/una-citta-allo-specchio https://www.facebook.com/artiepensieripiacenza
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La Fenice Rinascita del vecchio Mercato del pesce a Marina di Ravenna
progetto realizzato da Associazione “Aurora Polare. Ricerca, tutela, educazione ambientale”, Marina di Ravenna Cooperativa “Piccola e media pesca - La Romagnola”, Marina di Ravenna Comune di Ravenna nel territorio di Marina di Ravenna: ex Mercato ittico in collaborazione con Cooperativa “Nuova Conisub”, Ravenna; Associazione “Pro Loco”, Marina di Ravenna; Studio grafico “Artificio Digitale”, Ravenna; Lega navale italiana, sezione di Ravenna; Gruppo ormeggiatori Ravenna; Piloti del porto di Ravenna; Guardia di Finanza, sezione navale, Ravenna; Guardia costiera ausiliaria, Ravenna; Legambiente Emilia-Romagna; Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di scienze marine, Ancona coinvolti circa 200 partecipanti link http://www.cestha.it/content/progettolafenice https://www.facebook.com/centrosperimentaleperlatuteladeglihabitat/
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Luceria Vivere il passato e progettare il futuro
progetto realizzato da Associazione “Gruppo archeologico VEA”, San Polo d’Enza (Reggio Emilia) Comune di Canossa (Reggio Emilia) nel territorio di Ciano d’Enza, Canossa: sito archeologico di Luceria in collaborazione con Comune di Neviano degli Arduini (Parma); Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna; Università di Bologna, Dipartimento Storia culture civiltà; Università di Parma, Dipartimento Antichistica lingue educazione filosofia; Fondazione Manodori, Reggio Emilia; Associazione “Amici di Luceria”, Reggio Emilia; Associazione “Arteas Progetti”, Reggio Emilia; Associazione “Novecento”, Canossa; Società “Project Group”, San Polo d’Enza (Reggio Emilia); Associazione “Manifattura Urbana”, Parma; Associazione “Gruppo culturale il Camino”, Neviano (Parma); Libreria Palatina Editrice, Parma coinvolti circa 80 partecipanti link https://www.facebook.com/Luceria1/
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Mercato Sonato
progetto realizzato da Associazione “Senzaspine”, Bologna Comune di Bologna - Quartiere San Donato e Dipartimento economia e promozione della città nel territorio di Bologna: ex Mercato rionale di San Donato in collaborazione con Società “Ciclostile Architettura”, Bologna; Associazione “Swing Dance Society”, Bologna; Associazione “Sguardi oltreilTango”, Bologna; Associazione “Snark Space Making”, Bologna; Associazione “L’Altra Babele”, Bologna; Associazione “Arancine”, Bologna; Associazione “Fucine vulcaniche”, Bologna; “Reno Galliera Wind Orchestra”, Padulle (Bologna); Cooperativa “Aelion Project”, Guardiagrele (Chieti); Gruppo “Linea88”, Bologna; Gruppo “Giovani danzatori bolognesi”, Bologna; Studio grafico “Emmaboshi”, Bologna coinvolti circa 1300 partecipanti link https://www.mercatosonato.com https://www.facebook.com/mercatosonato
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Smart Dock Tattiche di riuso intelligente della darsena di Ferrara
progetto realizzato da Associazione “Basso Profilo”, Ferrara Associazione “AMF - Scuola di musica moderna”, Ferrara Consorzio “Wunderkammer”, Ferrara nel territorio di Ferrara: darsena del Po di Volano ed ex magazzini fluviali (ora Palazzo Savonuzzi) in collaborazione con Associazione “Fiumana”, Mesola (Ferrara); Associazione “Encanto”, Ferrara; Associazione “Canoa Club Ferrara”, Ferrara; Università di Ferrara, Dipartimento di architettura, CITER - Laboratorio di progettazione urbana e territoriale coinvolti circa 3000 partecipanti link http://www.consorziowunderkammer.org
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Sulle tracce di antiche vie progetto realizzato da Associazione “Pro Val Parma”, Corniglio - Gruppo “Assapora Appennino”, Langhirano (Parma) Comune di Langhirano nel territorio di Calestano, Corniglio, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Monchio delle Corti, Neviano degli Arduini, Palanzano, Tizzano Val Parma in collaborazione con comuni di Calestano, Corniglio, Lesignano de’ Bagni, Monchio delle Corti, Neviano degli Arduini, Palanzano, Tizzano Val Parma; Unione montana Appennino Parma Est; Parchi del Ducato; Comunità delle Valli dei Cavalieri; Curia vescovile di Parma; Centro culturale “Torrechiara”, Langhirano; Associazione “Ermo Colle”, Tizzano Val Parma coinvolti circa 200 partecipanti link http://www.assaporaparma.it/it/sulle-tracce-di-antiche-vie https://www.facebook.com/sulletraccediantichevie/ http://www.emiliaromagnaturismo.it/it/vie-di-pellegrinaggio/via-di-linari
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Finito di stampare a Bologna dal Centro stampa della Regione Emilia-Romagna nel mese di aprile del 2017
Giovani per il territorio / 2016
Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna