CONCORSO DI IDEE PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI. I PROGETTI VINCITORI DELLA TERZA EDIZIONE. ANNO SCOLASTICO 2013 - 2014
La III edizione del Concorso di idee per la valorizzazione dei beni culturali “Io Amo i Beni Culturali” è promossa dall’IBC - Istituto per i beni culturali e dall’Assessorato scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’USR - Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna e il MOdE - Museo officina dell’educazione del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e con il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Segreteria del concorso Ivan Orsini (IBC)
Dei tre progetti speciali, due sono stati finanziati nell’ambito del progetto “CEC - Cradles of European Culture”, uno è stato finanziato da “Genus Bononiae - Musei nella città”.
Supporto amministrativo-contabile Francesco Amorese, Alessandra Cevenini, Paola Cristofori, Maria Galati (IBC)
Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna
Supporto alla documentazione Simona Caraceni, Chiara Panciroli (MOdE)
Presidente Angelo Varni
Supporto organizzativo Barbara Accarisi, Francesco Angrisano, Anna Bacchelli, Enzo Calabrò, Antonio De Bonis, Luca Gamberini, Eros Merli Andrea Scardova(IBC) Comunicazione e coordinamento alla produzione editoriale e video Valeria Cicala, Vittorio Ferorelli, Carlo Tovoli (IBC)
Direttore Alessandro Zucchini
Supporto alla diffusione del progetto Chiara Brescianini, Loretta Luppi (USR), Rosa Maria Manari (Assemblea legislativa) Beatrice Orsini, Maria Elena Tosi (IBC)
Responsabile Servizio musei e beni culturali Laura Carlini
Coordinamento progetti “CEC - Cradles of European Culture” Maria Pia Guermandi, Manuela Pereira (IBC)
Responsabile Soprintendenza per i beni librari e documentari Rosaria Campioni
Coordinamento progetto “Genus Bononiae - Musei nella città” Maria Elena Barbieri, Cristina Francucci (“Genus Bononiae”)
Responsabile amministrativo Roberto Tommasi
Cura del volume Vittorio Ferorelli (IBC)
“Io Amo i Beni Culturali” - III edizione / 2013-2014
Progetto grafico e impaginazione Ilaria Del Gaudio (“Senza titolo” Associazione culturale)
Coordinamento Valentina Galloni (IBC) Valutazione dei progetti Brunella Argelli, Valeria Cicala, Manuela Cristoni, Vittorio Ferorelli, Valentina Galloni, Maria Pia Guermandi, Ivan Orsini, Carlo Tovoli (IBC) Maria Elena Barbieri (“Genus Bononiae”)
Si ringraziano per la collaborazione tutti i referenti delle istituzioni scolastiche e culturali che hanno sviluppato e documentato i progetti.
indice Premessa
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Un impegno che si amplia e si rinnova
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Imola Express: un tour letterario e artistico tra Imola, Parigi e l’America latina
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Angelo Varni Valentina Galloni
80° Alda Costa 1933-2013
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LibertAria: libertà negata, libertà combattuta, libertà ricercata, libertà celebrata
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Smart Lazzaro: nuove tecnologie nell’archivio del San Lazzaro
47
In-coscienza civile
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Archivisti per strada: tracce cartografiche, identità urbana, archeologia industriale
65
Tracce di Valmarecchia: esperienze di culture, paesaggi, immagini, sapori
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Radio Museo
87
Occhio ai chiostri di San Pietro
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indice In museo dall’oggetto al con-testo
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La partecipanza agraria di Nonantola: mille anni di storia tra archeologia e ambiente
113
“Vedere la città invisibile”: dal percorso archeologico all’itinerario di Dino Campana nei cento anni dalla pubblicazione dei Canti Orfici
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Cantami o diva l’ira funesta: gli antichi eroi dai vasi del Museo alle strade della città
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Marinai e legionari: un viaggio nel Museo della nave romana di Comacchio
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Villa Mensa: una lunga affascinante storia, tra arte, cultura e agricoltura
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Storie senza parole: raccontare i musei attraverso le immagini
157
Verso Expo 2015: questa terra è un’opera d’arte
165
Gli Europeenses e l’opera dei pupi
177
Tessere d’Europa
187
Via Marsala 1-53
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premeSSA Dalla prima edizione, realizzata nel 2011, a questa terza, che qui si presenta nei suoi esiti, il concorso di idee che con qualche ardore abbiamo intitolato “Io amo i Beni Culturali” ha già coinvolto centinaia tra scuole, musei, archivi, istituzioni, enti e associazioni e, soprattutto, migliaia di ragazze e di ragazzi che, vivendo sul territorio emiliano-romagnolo, hanno avuto l’occasione di mettersi alla prova, misurando i loro talenti innati e le capacità già acquisite con le competenze ancora in attesa di maturare e con le sfide poste da ogni nuovo apprendimento. Ancora una volta, sfogliando le pagine che raccolgono le storie e le testimonianze fotografiche di tanti progetti che hanno saputo chiamare i giovani all’azione, portandoli a toccare con mano i beni presenti nel loro territorio, e a prendersene cura, si può ricavare una conferma del valore di questa iniziativa, che l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna promuove con il sostegno indispensabile dei suoi partner: l’Ufficio scolastico regionale, l’Assemblea legislativa della Regione e il MOdE - Museo officina dell’educazione del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna. Tra i riscontri indiretti di tale valore annoveriamo pure l’aggiungersi di tre progetti speciali, realizzati grazie agli apporti del progetto europeo “CEC - Cradles of European Culture” e di “Genus Bononiae. Musei nella città”. Siamo convinti che i luoghi in cui la cultura, la memoria e il paesaggio vengono “amati”, restando vitali e continuando a produrre significati nutrienti per il nostro vivere civile, siano l’ambiente ideale per i giovani che vogliano esprimere la loro personalità e continuare a crescere nei valori del rispetto reciproco e della responsabilità condivisa.
Angelo Varni
Presidente dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali Regione Emilia-Romagna
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Un impegno che si amplia e si rinnova Il concorso di idee “Io amo i Beni Culturali” è nato nel 2011 su iniziativa dell’IBC - Istituto per i beni culturali e dell’Assessorato scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’USR - Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, “Genus Bononiae - Musei nella città” e il MOdE - Museo officina dell’educazione del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, e con il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna1. Uno slogan audace, quello di “Io amo i Beni Culturali”, che fin dalla sua interpretazione nello spot del concorso, a cura di un’associazione di giovani2, ha dimostrato tutta la sua carica emotiva, trovando poi, nelle realizzazioni dei progetti, una conferma che ha superato le aspettative più ottimistiche. Obiettivo del concorso è avvicinare i giovani al patrimonio culturale e alle istituzioni che lo conservano, favorendo la loro partecipazione attiva e creativa e sostenendo la crescita di cittadini autonomi e consapevoli. I musei e gli archivi della regione vengono invitati, ogni anno, a unirsi in partenariato con le scuole secondarie per presentare un progetto che, nell’anno scolastico successivo, valorizzi il museo o l’archivio prescelto, o un bene culturale presente sul territorio. I ragazzi, insieme agli insegnanti e ai funzionari delle istituzioni coinvolte, sono coloro che lavorano in prima persona per realizzare nuove forme di comunicazione e di valorizzazione, sviluppando competenze personali, sociali e civiche. Sono moltissimi, tra i 60 e gli 80, i progetti che ogni anno si presentano al concorso e, per selezionarne circa una quindicina a edizione, si adottano criteri come l’originalità e l’innovazione, la partecipazione attiva degli studenti e la capacità di coinvolgere la comunità territoriale. Ogni progetto vincitore viene sostenuto sia finanziariamente che in termini di formazione, documentazione e diffusione. Il concorso, nelle sue diverse edizioni, è arrivato a coinvolgere migliaia di studenti che hanno lavorato con centinaia di istituzioni culturali, enti e associazioni, capillarmente diffusi in tutta la regione. Nel corso degli anni i ragazzi hanno realizzato prodotti estremamente originali e innovativi: giochi da tavolo, ebook, audioguide, video, mappe interattive ed emotive, bassorilievi, oggetti 1 Per ripercorrere la storia del concorso e i prodotti realizzati: www.ibc.regione.emilia-romagna.it e www.ibcmultimedia.it. 2 Per vedere lo spot del concorso “Io amo i Beni Culturali”, a cura dell’associazione “Scomunicati”: www.youtube. com/watch?v=SnUkLDzz2Gw (durata: 1 minuto e 18 secondi).
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di design, xilografie, percorsi didattici, siti web, progetti di promozione turistica, ricostruzioni virtuali, cataloghi ed esposizioni, di cui hanno curato tutte le fasi. I musei, gli archivi, le chiese, i beni culturali e il paesaggio sono diventati così altrettanti luoghi ideali per l’apprendimento informale, nei quali i ragazzi non solo hanno acquisito conoscenze disciplinari ma hanno anche sviluppato competenze personali, sociali e civiche, quelle competenze chiave trasversali per l’apprendimento permanente che l’Unione Europea ritiene indispensabili per lo sviluppo di ogni individuo: imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturali3. La sfida è quella di non vedere più il patrimonio culturale come un obiettivo fine a sè stesso ma come un veicolo per l’apprendimento e lo sviluppo personale. La forte sinergia tra operatori culturali e insegnanti che viene richiesta per partecipare all’iniziativa occorre appunto per questo. Le scuole, con i loro dirigenti e gli insegnanti, aderiscono con entusiasmo, mettendo a disposizione risorse e tempo preziosi, per offrire ai loro studenti una didattica innovativa al di fuori dell’aula scolastica. Il costante confronto tra insegnanti e operatori culturali offre loro occasioni di aggiornamento reciproco, che attraverso un’attenta opera di documentazione diventano a loro volta strumenti di formazione per altri insegnanti e operatori, presenti e futuri. I musei e gli archivi, attraverso i punti di vista inconsueti forniti dai più giovani, sviluppano forme di comunicazione innovativa che permettono di coinvolgere un tipo di pubblico notoriamente restio a frequentare queste istituzioni. Per gli studenti è un’occasione altrettanto importante: per conoscere il patrimonio culturale della propria regione e, soprattutto, per svolgere un ruolo attivo nella sua valorizzazione, creando i presupposti per una partecipazione attiva anche negli altri ambiti della società. Il comune denominatore che unisce questi progetti è infatti il concetto di “partecipazione alla vita culturale”, proprio come viene intesa dalla Raccomandazione UNESCO del 19764: un’opportunità di esprimersi liberamente, comunicare, agire, impegnarsi in attività creative per dare pieno sviluppo alla propria personalità e per contribuire al progresso culturale della società. Al termine di ogni edizione, i progetti sono documentati con video e pubblicazioni che poi vengono diffusi attraverso momenti pubblici in cui i ragazzi sono i veri protagonisti, e attraverso tutti i canali di comunicazione possibili. La seconda edizione del concorso, per esempio, è stata oggetto di una puntata specifica del magazine della Regione Emilia-Romagna “Vista da Vicino”, andata in onda sulle televisioni regionali con il titolo Scuola e Cultura fanno bene5. 3 Per approfondire: eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32006H0962.
4 Per approfondire: www.unesco.org/education/pdf/NAIROB_E.PDF.
5 Per vedere la puntata di “Vista da Vicino”: www.youtube.com/watch?v=Eq9wWSiqRPQ&feature=youtu.be (durata: 3 minuti e 46 secondi).
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Fino a ora sono state completate tre edizioni, più un’edizione speciale rivolta ai comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, per un totale di 56 progetti realizzati. Questo volume presenta i risultati della III edizione e lo fa attraverso la preziosa documentazione prodotta dai referenti delle istituzioni culturali e dagli insegnanti che hanno accompagnato gli studenti nei loro percorsi. Si tratta dell’edizione più cospicua della storia del concorso, che ha visto in totale 20 progetti: 11 per la sezione musei, 6 per la sezione archivi e 3 inseriti nelle sezioni speciali realizzate grazie all’apporto del progetto europeo “CEC - Cradles of European Culture” (che aveva tra gli obiettivi prioritari quello di coinvolgere le giovani generazioni sui temi delle origini dell’idea di Europa) e di “Genus Bononiae - Musei nella città” (che ha premiato un progetto volto alla valorizzazione del suo percorso). Più di 2.500 ragazzi e ragazze di 95 classi, o gruppi misti di classi, provenienti da 30 istituti scolastici, hanno lavorato con circa 60 enti pubblici e privati, tra musei, archivi, aziende, associazioni, soprintendenze, università e accademie di belle arti. Gli studenti, veri protagonisti di un rinnovato rapporto con i beni culturali del loro territorio, in questa edizione hanno realizzato portali web, video, film animati, ricerche approfondite e schede, scavi archeologici, kit didattici per rendere replicabili le esperienze, videointerviste, spettacoli teatrali, mappe, itinerari sensoriali, depliànt informativi, percorsi didattici, giochi, carte narrative e racconti, ebook, flash-mob, trasmissioni radiofoniche, ricettari, cartoline, segnalibri ed ex libris, cataloghi ed esposizioni, anche dedicate a persone con disabilità, curandone persino la campagna promozionale. Si tratta di prodotti di altissima qualità e originalità. Ma ciò che appare davvero straordinaria e innovativa è l’esperienza educativa che ragazzi e ragazze hanno vissuto realizzandoli e contribuendo in maniera significativa alla valorizzazione del loro territorio. La documentazione che qui riportiamo, oltre a soffermarsi come meritato sul lavoro svolto, ha lo scopo di creare un momento di riflessione sulle dinamiche, sulle azioni e sulle strategie messe in atto dai vari soggetti durante i processi di realizzazione, e di fornire un utile strumento a coloro che si accingono a sviluppare i progetti vincitori delle prossime edizioni6. È importante, a questo scopo, la collaborazione con il MOdE - Museo officina dell’educazione dell’Università di Bologna, al cui interno è stata creata una sezione specifica, dedicata alla documentazione di questi progetti7. Dalla lettura delle schede emergono molti elementi che ricorrono spesso nelle varie edizioni ma che tuttavia meritano di essere evidenziati: • la eterogeneità delle scuole partecipanti (istituti comprensivi, licei classici, scientifici e • artistici, istituti tecnici e professionali) e la loro dislocazione in territori molto differenti tra 6 L’elenco dei progetti vincitori della IV edizione, aperta anche agli archivi della regione, è disponibile sul sito web dell’IBC: www.ibc.regione.emilia-romagna.it. 7 Per approfondire: www.mode.unibo.it.
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loro (dalla città al borgo, dalla riviera all’Appennino); • • la varietà dei prodotti realizzati e dei temi trattati: dal patrimonio culturale in senso più stretto, ai grandi temi e personaggi storici, all’attualità nazionale e internazionale, all’urbanistica e al consumo del suolo, alle vocazioni del territorio, fino alle riflessioni su temi sociali come la libertà o la disabilità psichica e fisica e la riduzione degli ostacoli per accedere al patrimonio culturale; • • la varietà dei luoghi e delle attività svolte: musei, archivi, laboratori teatrali, radiofonici, cinematografici e di animazione, chiese, palazzi e paesaggi; • • la straordinaria quantità di risorse utilizzate: computer, cellulari, videocamere, QRcode, social network, fonti documentarie scritte e orali, piani urbanistici, dati anagrafici e demografici; • le differenti modalità di lavoro: a scuola, fuori da scuola, in gruppo, tutti insieme, a distanza, con l’uso delle tecnologie, e mediante il confronto diretto (come di consueto vengono sottolineati gli indubbi vantaggi del lavorare in gruppo, che spesso fa nascere importanti amicizie e consolida il senso di appartenenza alla stessa scuola, rafforzando le competenze di ciascuno); • • l’inclusione sociale e l’accessibilità al patrimonio: oltre a progetti che si rivolgono a persone con disabilità sviluppando prodotti che rendano più accessibile il patrimonio culturale, viene evidenziata da tanti la valorizzazione di alunni e alunne che, se di solito non sono particolarmente gratificati dai risultati scolastici, in questo tipo di attività mostrano notevoli capacità di cooperazione, abilità strumentali, spirito di iniziativa e autonomia; • • l’intergenerazionalità: molte iniziative creano una rete di soggetti di età differente, sia tra alunni di classi e scuole diverse, sia con gli anziani che portano un contributo attraverso le loro memorie; • • l’interculturalità: spesso ragazzi provenienti da altri paesi hanno la possibilità di affrontare gli argomenti trattati apportando un punto di vista diverso; • la multidisciplinarità: ogni progetto coinvolge materie estremamente diverse (superando obsolete barriere disciplinari), porta a fare accostamenti inconsueti e a utilizzare materiali e tecniche inusuali; • • la partecipazione e il coinvolgimento dell’intera comunità agli eventi, soprattutto nei piccoli paesi, dove il senso di appartenenza sembra essere più forte. In ogni progetto vengono segnalati interlocutori pronti a mettere a disposizione con generosità il proprio tempo, le proprie competenze e conoscenze e i loro materiali. Tra gli elementi di novità che si stanno accentuando edizione dopo edizione si segnalano: • il carattere di start-up di queste iniziative: il coinvolgimento di tantissimi enti continua • successivamente e spesso sfocia in altri progetti, al di là di “Io amo i Beni Culturali”; • la collaborazione tra musei, biblioteche e archivi: questi enti si stringono intorno a un medesimo • progetto per arricchirlo di inediti aspetti culturali, superando i singoli ambiti disciplinari;
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• • la componente sovracomunale dei progetti: in questa edizione molte iniziative hanno coinvolto territori di comuni diversi e in alcuni casi sono stati progetti pilota per nuove unioni di comuni, come nel caso della Valsamoggia o della Valmarecchia; • la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, come sindaci e assessori, che spesso hanno investito personalmente i ragazzi partecipanti del loro ruolo strategico nella cura e nella valorizzazione del patrimonio culturale; • • il rapporto con il territorio e il paesaggio culturale: musei e archivi dimostrano una propensione sempre più forte ad aprirsi a quanto esiste al di fuori delle proprie mura, a operare sul patrimonio a cielo aperto, sul territorio, sul contesto che li circonda. Questo rapporto con il territorio, particolarmente caro all’IBC, che fin dalle sue origini lo ha ritenuto imprescindibile da qualsiasi politica dei beni culturali, ha indotto il nostro Istituto a collaborare con l’ICOM - International Council of Museums, che ha scelto il tema “Musei e paesaggi culturali” per la conferenza internazionale in programma a Milano nel 2016. Molti di questi progetti sono entrati così a far parte del censimento di casi di studio su questo argomento8 e ai ragazzi coinvolti è stato proposto di partecipare all’iniziativa “Lo Scatto Culturale: musei e paesaggi visti dai ragazzi” promossa dal MOdE, il Museo officina dell’educazione dell’Università di Bologna. I giovani studenti coinvolti in alcuni dei progetti censiti sono stati invitati a riflettere sul concetto di museo come luogo fisico, concreto e materiale, e sul rapporto che esso ha con il paesaggio culturale, per darne una libera e creativa interpretazione, realizzando scatti fotografici, video, o altri elaborati accompagnati da una didascalia che ne spiegasse il significato. Queste iniziative continueranno anche nella IV edizione, arricchita anche dall’apporto dell’Assessorato all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna per la componente agroalimentare dei progetti, anche in vista di “Expo 2015”: una conferma ulteriore del fatto che “Io amo i Beni Culturali” si va via via arricchendo di nuovi contenuti e di collaborazioni. La soddisfazione da parte di chi organizza il concorso e i singoli progetti è talmente forte da compensare il notevole impegno richiesto. Di questo impegno dobbiamo ringraziare in modo particolare tutti gli attori coinvolti: i nostri partner, i referenti delle istituzioni culturali, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e i ragazzi e le ragazze per l’entusiamo, la passione e il coinvolgimento emotivo con cui continuano a dare linfa vitale a questa esperienza. 8 Per approfondire: www.icom-italia.org.
Valentina Galloni
Coordinatrice del Concorso “Io Amo i Beni Culturali”
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IMOLA EXPRESS: UN TOUR LETTERARIO E ARTISTICO TRA IMOLA, PARIGI E L’AMERICA LATINA SCUOLA:
Istituto comprensivo 7 di Imola (Bologna)
ARCHIVIO:
Archivio storico comunale di Imola
ALTRI PARTNER:
Musei civici di Imola, Ufficio attività culturali del Comune di Imola
CLASSI COINVOLTE:
10 classi di scuola primaria e secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 248 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.ic7imola.it; www.archiviostorico.comune.imola.bo.it; www.museiciviciimola.it; annagarbesi@tiscali.it; simona.dallara@comune.imola.bo.it; claudia.baroncini@comune.imola.bo.it; laura.mazzini@comune.imola.bo.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto nasce da un consolidato rapporto di collaborazione tra la scuola, gli istituti e i servizi culturali del Comune di Imola. Nel piano dell’offerta formativa dell’Istituto comprensivo 7 è presente una progettazione specifica in ambito storico-artistico: questo nuovo intervento ha consolidato l’interesse e il coinvolgimento attivo delle classi e del personale docente coinvolto. L’intento di partenza è stato valorizzare la figura del concittadino Giuseppe “Cita” Mazzini e il suo lascito: l’archivio personale, la biblioteca e le collezioni archeologiche ed etnografiche donate all’Archivio comunale e ai Musei civici. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Il progetto mirava a capitalizzare l’esperienza educativa utile allo sviluppo delle identità culturali di ciascuno studente, valorizzando il bene preso in esame, garantendone una conoscenza approfondita, una fruizione consapevole e la resa al pubblico in modo semplice e immediato per qualsiasi fascia di utenza.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Nelle aule musicali e multimediali a scuola,
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nelle singole classi, nei laboratori e negli spazi espositivi del museo, nel laboratorio di informatica e nella saletta rari dell’Archivio comunale si sono tenuti incontri laboratoriali e teatrali, sia in orario curricolare che extracurricolare. Nel corso degli incontri i ragazzi e le ragazze hanno analizzato fonti dirette, condiviso le conoscenze acquisite, rielaborato e presentato i risultati al pubblico con vetrine espositive, realizzato pubblicazioni in “numeri unici”, una conferenza presso la Biblioteca e una mostra nello spazio dei Musei civici ideata come se fosse un gioco dell’oca. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Gli studenti sono partiti da semplici inquadramenti storici che collocavano il personaggio; successivamente sono state analizzate le fonti dirette, documentarie e archeologiche, presso gli istituti culturali: documenti scritti o iconografici dell’Archivio personale di Giuseppe “Cita” Mazzini e fonti materiali sia in deposito sia nelle vetrine del Museo San Domenico, in cui è presente una sezione dedicata. Ogni singola classe ha poi sviluppato una tematica differente; in aula si è lavorato per gruppi cooperativi: dall’analisi specifica della tematica scelta si è poi passati all’elaborazione creativa e alla comunicazione dei contenuti appresi. In orario extracurricolare sono state progettate tre performance teatrali a partire dalla lettura dei quadri di vita raccontati dal nostro concittadino nei suoi taccuini di viaggio.
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IL NOSTRO CONTRIBUTO CREATIVO È STATO FONDAMENTALE PER COMUNICARE AL MEGLIO LE CONOSCENZE ACQUISITE DURANTE IL PROGETTO.
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Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Soprattutto strumenti informatici e multimediali. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Oltre che con l’Archivio e il Museo, si è collaborato con l’Ufficio attività culturali del Comune per la realizzazione degli eventi, con l’associazione “Teatro Integrato TILT” e in particolare con l’attrice Reina Saracino. La classe del Liceo linguistico “Alessandro da Imola” ha collaborato con la secondaria di I grado per la realizzazione delle performance teatrali e nella produzione di ex libris personalizzati.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Con una mostra e una visita guidata organizzate presso i Musei civici all’interno della rassegna “Imola in Musica 2014” i ragazzi hanno presentato al pubblico il gioco dell’oca e il logo nati dall’assemblaggio di disegni, parole e immagini tratti dagli album fotografici e dalla raccolta di ex libris. Oltre ad animare le “caselle parlanti” del gioco in lingua italiana e spagnola, conducendo i visitatori lungo il percorso espositivo, i ragazzi hanno messo in scena le tre performance teatrali dal titolo “Club degli Audaci e Sartine”, “Cafè Concerto” e “Affaire Dreyfus” in lingua italiana e francese.
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Il gioco-mostra era visibile sia in formato da tavolo, sia nei pannelli affissi alle pareti. All’interno del percorso erano in distribuzione anche un “numero unico” realizzato sullo stile dell’“Audax Club”, un taccuino e un tascapane con il logo del progetto (regalato ai vincitori del gioco). I pannelli esplicativi e i copioni delle performance teatrali sono stati redatti dagli stessi studenti, così come la scelta dei documenti archivistici e archeologici da esporre nelle vetrine è l’esito finale del laboratorio di potenziamento condotto dagli esperti degli archivi e dei musei. Come sono stati promossi all’esterno? L’8 maggio 2014, nell’ambito della “Settimana della didattica in archivio”, si è svolta presso la Biblioteca una conferenza pubblica condotta interamente dagli alunni dell’Istituto comprensivo 7 e del Liceo linguistico “Alessandro da Imola”. L’inaugurazione della mostra è avvenuta il successivo 31 maggio, mentre lo spettacolo teatrale si è tenuto il 5 giugno nell’ambito della manifestazione “Imola in Musica”, a cui sono seguite alcune visite guidate nell’ambito della manifestazione pubblica “Imola di mercoledì”. Ogni evento è stato comunicato attraverso siti web istituzionali, dépliant e comunicati stampa, oltre che sui profili Facebook istituzionali e sul canale YouTube “IC7 Channel”.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti: le ragazze e i ragazzi non sono stati solo coinvolti nell’acquisizione di nuove conoscenze, hanno anche offerto in modo volontario il loro apporto personale nella progettazione degli eventi che si svolgevano in orario extracurricolare. Il loro contributo creativo è stato fondamentale per rendere il progetto più efficace, formativo e valido sul piano della comunicazione. La partecipazione all’evento delle famiglie e della cittadinanza è stata alta, con molti apprezzamenti positivi su quanto realizzato. Si sono riscontrate difficoltà? L’unico problema incontrato consiste nel fatto che il tempo di lavoro dei docenti e degli esperti coinvolti ha superato il monte ore previsto. Si prevede di reiterare l’esperienza? Sì, probabilmente sarà coinvolto un numero minore di classi, ma l’apertura alla cittadinanza sarà sempre da considerarsi come l’obiettivo prioritario da realizzare.
80° ALDA COSTA 1933-2013 SCUOLA:
Istituto comprensivo “Alda Costa” di Ferrara
ARCHIVIO:
Archivio storico comunale di Ferrara
ALTRI PARTNER:
Comune di Ferrara - Servizio biblioteche e archivi / - Ufficio ricerche storiche / Circoscrizione 1, Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara, Teatro comunale di Ferrara, Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, Archivio di Stato di Ferrara, Istituto di storia contemporanea di Ferrara, Liceo artistico “Dosso Dossi” di Ferrara, Teatro Gioia di Ferrara, Lions Club Ferrara Estense, Associazione “Ferrariae Decus”, Associazione “Circi - Biblioteca Blu”, Fondazione “Giorgio Bassani”
CLASSI COINVOLTE:
6 classi di scuola primaria + 3 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 200 alunni
LINK WEB / EMAIL:
scuole.comune.fe.it/index.phtml?id=1665; siafe.comune.fe.it/index.phtml?id=258 stefania.musacci@gmail.com; paola.chiorboli@gmail.com; b.morsiani@comune.fe.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto nasce in continuità con le esperienze di didattica in archivio realizzate dall’Istituto comprensivo statale “Alda Costa” e dall’Archivio storico del Comune di Ferrara, ai fini di avvicinare gli studenti alla ricerca storica, fondata sulla lettura, l’analisi e l’interpretazione oggettiva di documenti scritti e iconografici. L’intenzione di partenza era valorizzare il patrimonio storico e architettonico dell’edificio che ospita la scuola, inaugurata nel 1933 con il nome di “Umberto I”, e del suo archivio, in cui sono conservati documenti e materiali amministrativi del periodo pre e postbellico (pagelle, registri, fascicoli dei docenti) e un’ampia e inedita raccolta di fotografie scattate negli anni in cui ebbero inizio le attività didattiche.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Studenti e studentesse sono stati impegnati in sessioni di ricerca archivistica, laboratori creativi con il pennino, percorsi letterari e musicali sul primo Novecento, interviste ai testimoni, un’indagine sulla maestra Alda Costa e una raccolta di testimonianze degli ex alunni, visite guidate al quartiere in cui sorge la scuola e alle mostre “Cattedra e banchi della scuola di ieri” e “1933/2013. Ottant’anni di vita per la scuola Umberto I Alda Costa”. Le attività si sono svolte presso la scuola “Alda Costa” e negli altri plessi dell’istituto, nell’Archivio storico comunale, nel quartiere del quadrivio novecentista e nel Museo del Risorgimento e della Resistenza.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? L’obiettivo di fondo era sperimentare il metodo della ricerca storica attraverso l’analisi di fonti di vario genere, al fine di ricostruire la storia della scuola, il bene monumentale valorizzato, e consolidare, insieme all’identità storica dell’istituto scolastico, il senso di appartenenza da parte degli studenti.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Tutti gli alunni sono stati coinvolti nella progettazione degli strumenti di lavoro nati dal confronto tra archivisti, operatori museali, storici, architetti, scrittori, paleografi e critici dell’arte (schede didattiche, interviste, documentazione digitale) e nell’organizzazione delle visite guidate alle mostre e dei laboratori di letteratura, scrittura creativa e musica. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? La documentazione sistematica delle fonti documentarie, fotografiche, materiali e orali analizzate è stata rielaborata con strumenti
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VOLEVAMO INDAGARE LA STORIA DELL’EDIFICIO CHE OSPITA LA NOSTRA SCUOLA E IL SUO ARCHIVIO, CON TUTTE LE SUE TRACCE DI UN TEMPO ANCORA VICINO.
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digitali per favorirne la diffusione sulla rete. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Ci siamo avvalsi del supporto degli esperti che hanno aiutato i ragazzi a decodificare i numerosi documenti tecnici, amministrativi e didattici relativi alla costruzione della scuola e alla sua storia, conservati nell’Archivio storico comunale e in quello scolastico. Ulteriori informazioni sull’edificio storico e sulla vita che vi si svolgeva sono state fornite da istituzioni, associazioni culturali e comuni cittadini: le diverse realtà culturali della città e del territorio hanno dato vita a una rete di relazioni indispensabile per giungere a una ricostruzione inedita di questa vicenda. Oltre al supporto costante dell’Archivio storico comunale, particolarmente significativo è stato il contributo della Biblioteca comunale Ariostea. Un altro punto di forza per gli studenti sono state le testimonianze orali.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sono stati prodotti: • un logo del progetto; • una mostra fotografica con la stampa del relativo catalogo; • conferenze e incontri con autori; • percorsi letterari, cinematografici e musicali; • materiali audiovisivi; • visite guidate rivolte agli studenti e alla
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cittadinanza; • • animazioni teatrali; • un quaderno della didattica in archivio; • • • dépliant informativi, cartoline, segnalibri e calendari. Come sono stati promossi all’esterno? • • Attraverso conferenze stampa e comunicati di presentazione del progetto e dei principali eventi, diffusi da quotidiani, televisioni locali e siti istituzionali; • • con la distribuzione di dépliant e locandine cartacee delle varie iniziative; • • con la documentazione degli eventi sui siti istituzionali; • • con un convegno nell’ambito della “XIII Settimana della didattica in archivio” in cui sono stati presentati i percorsi realizzati; • • con lezioni aperte e laboratori rivolti alle famiglie e aperti alla cittadinanza; • • con la conferenza di presentazione del volume “Da Umberto I ad Alda Costa: le trasformazioni di un quartiere per la nuova scuola della città”, appuntamento conclusivo del progetto.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Tutti gli obiettivi prefissati all’inizio del progetto sono stati ampiamente raggiunti. La costruzione della rete di relazioni e la promozione sul territorio delle singole iniziative hanno favorito la conoscenza della realtà scolastica e delle sue potenzialità
formative e messo le basi per la nascita di nuovi percorsi progettuali scaturiti dall’entusiasmo, dalla competenza e dalla motivazione a collaborare, espressa dai vari soggetti coinvolti. Per l’istituzione scolastica è stata l’occasione per diventare un centro di interesse storico-culturale permanente, aperto alla ricerca e a nuove esperienze e iniziative che coinvolgano più soggetti e più aspetti disciplinari. Si sono riscontrate difficoltà? La complessità del progetto ha richiesto un’azione di coordinamento e documentazione continua e costante. Il coinvolgimento dei numerosi partner ha consentito di affrontare i limiti delle risorse a disposizione: un’attenta ricognizione sul territorio di potenziali sostenitori ha offerto occasioni preziose di contributi economici, fornitura di materiali e soprattutto la disponibilità di risorse umane anche senza oneri di spesa (grazie agli esperti nelle varie discipline inseriti in contesti istituzionali). Si prevede di reiterare l’esperienza? Sulla base delle esperienze svolte e dei contatti presi, sono stati generati nuovi percorsi volti ad approfondire la ricerca storica avviata.
LIBERTARIA: LIBERTÀ NEGATA, LIBERTÀ COMBATTUTA, LIBERTÀ RICERCATA, LIBERTÀ CELEBRATA SCUOLA:
Liceo “Laura Bassi” di Bologna
ARCHIVIO:
Museo civico del Risorgimento di Bologna
ALTRI PARTNER:
Istituto per la storia e la memoria del Novecento “Parri” Emilia-Romagna, BraDypUS Communicating Cultural Heritage s.a.
CLASSI COINVOLTE:
5 classi di liceo
STUDENTI COINVOLTI: 122 alunni
LINK WEB / EMAIL:
laurabassi.it/libertaria magitani@tiscali.it; museorisorgimento@comune.bologna.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Da anni il Liceo “Laura Bassi” promuove azioni di ricerca archivistica sul proprio lungo passato (che data dal 1860), per farne emergere gli aspetti salienti e le radici sulle quali far fiorire il futuro. In questa prospettiva il progetto, in continuità temporale e metodologica con il progetto “Legami di carta” presentato lo scorso anno, ha voluto coinvolgere gli studenti in percorsi che rendessero evidenti, mediante l’accesso diretto ai materiali archivistici, la metodologia della ricerca storica e insieme il continuo legame tra le microstorie della scuola e di singoli individui (studenti e professori) e la grande storia di rilevanza internazionale. Inoltre la tematica prescelta – la riflessione sulla libertà, la sua negazione e la sua riconquista – si prestava particolarmente alle finalità educative proprie della scuola. L’iniziativa nasce nel contesto di una collaborazione pluriennale con altre istituzioni cittadine deputate alla tutela documentaria e alla ricerca storica: il Museo civico del Risorgimento e l’Istituto per la storia e la memoria del Novecento “Parri” EmiliaRomagna. Il supporto scientifico di queste istituzioni, oltre a costituire per gli studenti un contatto diretto con enti di ricerca, permette sia di inserire i dati emersi dall’archivio scolastico in un contesto più ampio, sia di promuoverne con maggior efficacia la divulgazione.
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Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Innanzitutto si voleva riflettere insieme sulla centralità della libertà per la crescita dell’individuo e delle comunità, per educare ai valori di una cittadinanza consapevole; poi si mirava a sviluppare il rispetto per i beni archivistici e le capacità di cooperazione, ideazione ed espressione; infine il tentativo era quello di acquisire un maggior senso critico nella lettura delle fonti e nella comprensione della storia.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? A scuola e presso l’Istituto “Parri” sono stati portati a termine: • • incontri seminariali su fascismo, antifascismo e resistenza a Bologna; • • l’esame dei registri annuali dei corsi superiori del Regio Istituto Magistrale “Laura Bassi” degli anni 1937-1945, con la schedatura delle classi e l’analisi dei riflessi del conflitto sulla vita scolastica; • • l’esame comparativo dei registri annuali degli anni 1937-1938 e 1938-1939; • • l’individuazione degli alunni ebrei colpiti (o risparmiati) dalle leggi razziali e la ricerca degli stessi nei registri dei privatisti e in quelli delle tasse; • • la ricostruzione delle storie individuali; • • nel database dei partigiani di Bologna, elaborato dal Dipartimento di storia culture civiltà dell’Università di Bologna,
“
NELLE CARTE D’ARCHIVIO DEL NOSTRO LICEO SIAMO ANDATI ALLA RICERCA DI STORIE E DOCUMENTI PER RIFLETTERE SULLA LIBERTÀ, LA SUA NEGAZIONE E LA SUA RICONQUISTA TRA IL 1938 E IL 1950.
”
• •
• • • •
• •
la selezione degli studenti e dei diplomati presso un istituto magistrale e la ricerca degli stessi nei registri annuali del “Laura Bassi”; la ricerca degli alunni/e partigiani/e nei database on line del Museo del Risorgimento e dell’Istituto “Parri”, con la ricostruzione delle storie individuali; l’esame di alcuni documenti originali relativi agli alunni antifascisti/partigiani; l’esame degli incartamenti della segreteria pertinenti all’arco cronologico 1937-1960, alla ricerca di tracce dell’applicazione delle leggi razziali, delle modalità di repressione attuate dalla Repubblica sociale italiana e della celebrazione della lotta antifascista nel dopoguerra; un approfondimento del contesto storicoletterario e artistico attraverso opere di autori italiani ed europei.
Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezioni frontali, lezioni-dialogo, lavori di gruppo, rielaborazioni individuali e di gruppo. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? • • Il database dei caduti partigiani (www. storiaememoriadibologna.it); • • il database dei partigiani bolognesi (www. storia-culture-civilta.unibo.it/it/ricerca/ scienze-del-moderno-storia-istituzionipensiero-politico/partigiani); • • il dizionario biografico on line Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (www.iperbole. bologna.it/iperbole/isrebo/strumenti/
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strumenti.php); • • il laboratorio informatico del Liceo “Laura Bassi”; • • spazio web condiviso per i dati acquisiti; • • riprese fotografiche e video. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Oltre alla proficua collaborazione tra i partner del progetto è stata attivata la collaborazione con il Dipartimento di storia culture civiltà dell’Università di Bologna, grazie in particolare al professore Alberto Preti, che ha arricchito il percorso con un’interessante conferenza sul tema della libertà tra fascismo e antifascismo.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sono stati portati a termine: • un volume sui risultati della ricerca e sui • principali materiali archivistici, scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore BraDypUS, dal sito del Liceo “Laura Bassi” e da quelli delle istituzioni partner del progetto; • schede di implementazione del database • on line La memoria di Bologna. I testi di sintesi sono stati curati dalle insegnanti e dal personale del Museo e dell’Istituto “Parri”; le schede e i materiali di approfondimento (testi, immagini) sono stati realizzati dagli studenti con la consulenza
delle insegnanti. L’assemblaggio dei materiali e l’edizione sono stati curati da BraDypUS, le schede di implementazione web dal personale del Museo. Come sono stati promossi all’esterno? All’interno della scuola un’anteprima del lavoro è uscita su “RicreAzione”, giornalino del Liceo “Laura Bassi”, che ha ospitato anche la notizia delle successive iniziative. Nel novembre 2014, a conclusione del lavoro, si prevede di presentare al pubblico le realizzazioni, con iniziative da svolgersi presso entrambe le istituzioni, secondo tempi e modalità da definire. Prevista anche la pubblicazione all’interno di “E-Review - Rivista degli istituti storici dell’EmiliaRomagna” e su “Storicamente” (rivista di studi storici del Dipartimento di storia culture civiltà dell’Università di Bologna). L’edizione sarà disponibile dal portale web books.bradypus.net. Il progetto sarà inoltre segnalato nel portale Resistenza mAPPe sui percorsi dedicati al 70° della Resistenza in Emilia-Romagna (resistenzamappe.it).
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. Per il museo si è trattato di verificare “sul campo”, attraverso un’esperienza “esemplare”, la specifica valenza didattica dei database confluiti nel portale www. storiaememoriadibologna.it, recentemente
realizzato, e di implementarlo con ulteriori dati e documenti. Per la scuola, l’interesse suscitato dal progetto non solo ha consentito il pieno raggiungimento dei punti d’arrivo didattici ed educativi prefissati (in particolare la riflessione sull’importanza della convivenza basata su valori di libertà, uguaglianza e pace) ma ha anche valorizzato alunni di solito non particolarmente gratificati dai risultati scolastici, i quali invece in questo tipo di attività hanno dimostrato notevoli capacità di cooperazione, spirito di iniziativa e autonomia. Il progetto, insomma, è stato un elemento determinante per suscitare negli studenti una consapevole motivazione allo studio. Si sono riscontrate difficoltà? No. Gli studenti, infatti, hanno risposto alle sollecitazioni con grande interesse, svolgendo con partecipazione, cura e slancio le diverse attività previste nel progetto. Si prevede di reiterare l’esperienza? Il Liceo “Laura Bassi”, il Museo civico del Risorgimento e lo studio BraDypUS hanno intenzione di preparare un altro progetto comune per valorizzare le fonti epistolari sulla Prima guerra mondiale conservate tra i fondi archivistici del Museo, mediante la realizzazione di un video e di un’installazione.
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SMART LAZZARO: NUOVE TECNOLOGIE NELL’ARCHIVIO DEL SAN LAZZARO SCUOLA:
Liceo delle scienze umane “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia
ARCHIVIO:
Archivio dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia
ALTRI PARTNER:
Museo di storia della psichiatria di Reggio Emilia
CLASSI COINVOLTE:
6 classi di liceo
STUDENTI COINVOLTI: 150 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.liceocanossa.gov.it chiara.bombardieri@ausl.re.it; annamagnani.1@libero.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato dalle esperienze già fatte negli anni passati dal Liceo delle scienze umane “Matilde di Canossa” nell’Archivio dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, durante le settimane della didattica in archivio; visto l’interesse dimostrato dagli studenti per i materiali originali, si è deciso di far loro intraprendere ricerche sui documenti, da rendere fruibili a tutti tramite nuovi strumenti. Per i temi che si affrontano nel corso degli studi, il Liceo è naturalmente aperto ad approfondimenti sui temi legati alla psichiatria e alla sua storia; al tempo stesso l’Archivio è interessato ad ampliare le collaborazioni con le scuole, con modalità più coinvolgenti delle normali visite guidate. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Sensibilizzare i ragazzi sui temi sociali (in particolare la storia degli ospedali psichiatrici) e culturali (il valore di un archivio e della ricerca storica), insegnando loro nuove metodologie di ricerca e apprendimento, e anche l’uso di nuove tecnologie.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Gli studenti hanno svolto prima una visita
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guidata al Museo di storia della psichiatria (sito nella stessa area dell’ex San Lazzaro), poi una prima visita di orientamento all’Archivio. Dopo aver scelto dieci temi di interesse, si sono divisi in dieci piccoli gruppi per la ricerca in archivio e la redazione dei testi. Infine, a scuola, le due classi riunite hanno illustrato e commentato i lavori svolti. Nel frattempo gli insegnanti hanno frequentato un corso di aggiornamento sul tema delle neuroscienze. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Visite guidate, lezioni frontali, laboratori di ricerca e scrittura, presentazione tra pari, seminario (per i docenti). Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Sono state utilizzate le risorse informatiche presenti presso l’Archivio e il Liceo (in particolare le aule di informatica e le lavagne elettroniche) e la sala conferenze del Museo. È stata sfruttata, seppur con risultati non soddisfacenti, la piattaforma GoogleDoc per la creazione di file condivisi. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Le ragazze e i ragazzi hanno collaborato con il Museo reggiano di storia della psichiatria, con l’Ufficio comunicazione della Azienda unità sanitaria locale (per una lezione sulla comunicazione via web) e con gli psichiatri della stessa AUSL (per una lezione sul disagio mentale), trovando particolarmente stimolante quest’ultima interazione, perché
“
ASCOLTANDO LA LEZIONE DEGLI PSICHIATRI SUL DISAGIO MENTALE, ABBIAMO COMPRESO MEGLIO E ATTUALIZZATO I TEMI EMERSI NELLA RICERCA STORICA.
”
ha consentito di attualizzare i temi emersi nella ricerca storica.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sono stati realizzati dieci testi basati su quanto emerso dalla ricerca in archivio, su dieci tematiche scelte dai ragazzi dopo le prime visite orientative; la creazione delle pagine web su cui caricare questi contenuti e dei QR code da collocare al Museo è stata affidata a una ditta esterna. Tutte le attività sono state documentate con fotografie realizzate dagli studenti. I ragazzi hanno svolto due mattine di ricerca in archivio, divisi in piccoli gruppi (4/5 studenti), supervisionati da insegnanti e archivista. Hanno poi elaborato una prima bozza di testo, che è stata rivista e commentata in due mattinate a scuola, una delle quali con un esperto di comunicazione. Come sono stati promossi all’esterno? I QR code collocati al Museo sono stati presentati nel settembre 2014 durante la “Settimana della salute mentale”, quelli collocati in archivio e sulla cartellonistica dell’area dell’ex San Lazzaro saranno presentati a conclusione dei lavori attualmente in corso. Le fasi del progetto sono state commentate sui social network dell’Azienda USL.
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4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. Nelle valutazioni richieste a scuola, l’iniziativa ha ottenuto un buon gradimento da parte degli studenti (voto medio 9/10). Si sono riscontrate difficoltà? Non è stato sempre possibile accogliere le proposte degli studenti, non potendo far consultare i documenti più recenti per motivi di privacy; alcuni degli strumenti informatici utilizzati (in particolare quello per la condivisione di testi) si sono rivelati poco fruibili in ambito scolastico. Si prevede di reiterare l’esperienza? Sì, il liceo e l’archivio sono intenzionati a portare avanti anche nei prossimi anni la collaborazione iniziata.
IN-COSCIENZA CIVILE SCUOLA:
Liceo “Alessandro Volta - Federico Fellini” di Riccione (Rimini)
ARCHIVIO:
Archivio del Premio “Ilaria Alpi” - Biblioteca comunale di Riccione
ALTRI PARTNER:
Associazione “Ilaria Alpi”, Premio “Riccione per il teatro”
CLASSI COINVOLTE: Gruppo multiclasse
STUDENTI COINVOLTI: 60 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.riccionewebradio.it rossana@ilariaalpi.it; bbastianelli@ilariaalpi.it; pdalessio@comune.riccione.rn.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato dalla volontà di legare maggiormente l’archivio del Premio “Ilaria Alpi” al territorio in cui è collocato, quello del Comune di Riccione; il premio è infatti prestigioso e conosciuto a livello nazionale, ma talvolta poco apprezzato a livello locale. La particolarità dell’archivio, inoltre, si presta particolarmente a un utilizzo scolastico, perché i filmati giornalistici che conserva, riguardando temi di attualità nazionale e internazionale degli ultimi venti anni, sono adatti a stimolare e approfondire svariati argomenti rivolti ai giovani. Il “Volta-Fellini” è il liceo della città di Riccione, frequentato da giovani che spesso ignorano il potenziale dell’archivio e, più in generale, spesso non si interessano di approfondire tematiche sociali e di attualità.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Per realizzare il progetto si è partiti dai filmati presenti in archivio, selezionando quelli più adatti a stimolare gli studenti su tematiche di attualità. Sono stati contattati i relatori (autori dei video o esperti), quindi è stato stilato un calendario che è stato proposto a tutti gli studenti del triennio liceale. Gli studenti e i docenti hanno dato adesione volontaria al progetto, e gli appuntamenti si sono svolti in orario pomeridiano. Durante gli incontri (diversi per tematiche e tipologie) gli studenti hanno prima visionato il filmato, poi dialogato con il relatore sulle tematiche sollevate. Sono state inoltre effettuate interviste e riprese da utilizzare per la realizzazione del programma radio. In una seconda fase, dopo aver partecipato a un corso di formazione del Comune, gli studenti hanno ideato, registrato e montato le puntate del programma radiofonico, ascoltabili o scaricabili sul sito della radio. Le attività sono state svolte nella biblioteca del Liceo statale “Volta-Fellini”, nella Biblioteca comunale di Riccione e nella sede della web radio del Comune di Riccione.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? L’obiettivo era dunque stimolare un maggiore spirito civico e critico, attraverso un mezzo, il video, particolarmente accattivante per i giovani. La possibilità di realizzare dei programmi radiofonici per la neonata web radio dei giovani di Riccione ci ha permesso, inoltre, di rendere gli studenti protagonisti attivi della diffusione di queste tematiche a tutti i loro coetanei.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Vista la tipologia del progetto e le tematiche trattate si è dato molto spazio alla curiosità e alla libera iniziativa degli studenti. I docenti referenti hanno guidato e seguito
“
DOPO LA VISIONE DEI FILMATI D’ARCHIVIO, GLI INCONTRI CON I RELATORI E IL DIBATTITO, GLI STUDENTI HANNO REALIZZATO IN AUTONOMIA LE TRASMISSIONI DELLA WEB RADIO.
”
i ragazzi, che però si sono approcciati in maniera molto autonoma alla fruizione dei video, al rapporto con i relatori e alla parte tecnica delle riprese e della realizzazione del programma. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Oltre a usufruire degli spazi della biblioteca del Liceo e del Comune, ragazze e ragazzi si sono serviti di sistemi di promozione sia classica (volantini e manifesti) che informatica (sito e social network), avvalendosi degli strumenti di formazione offerti dal Comune di Riccione per la creazione del programma radio e della strumentazione di registrazione e montaggio dell’Associazione “Ilaria Alpi” e della web radio di Riccione. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Molto proficua è risultata la collaborazione con il Comune di Riccione e l’Associazione “Riccione Teatro”, altre due realtà poco praticate e conosciute dagli studenti.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Il prodotto finale del progetto consiste nelle puntate del programma radio dal titolo omonimo (In-coscienza civile) ascoltabili e scaricabili sul sito www.riccionewebradio.it. Dopo la visione dei filmati, gli incontri con i relatori e il dibattito, gli studenti hanno approfondito autonomamente le tematiche
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trattate e hanno realizzato un testo, che è stato registrato nella sede della web radio. Gli studenti hanno inoltre selezionato parti dei filmati e delle interviste da inserire nel programma: il tutto è stato montato tra la sede dell’Associazione “Ilaria Alpi” e la sede della web radio. Come sono stati promossi all’esterno? La promozione degli incontri è stata effettuata sia tramite manifesti e volantini sia tramite i canali web del Liceo, della Biblioteca e dell’Associazione “Ilaria Alpi”, sia tramite le risorse del Comune di Riccione. Alla fine del maggio 2014 si è inoltre svolta la festa di inaugurazione ufficiale della web radio di Riccione, dove è stato presentato anche il progetto.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati raggiunti; oltre a ciò il progetto è risultato molto proficuo sul piano della socialità e sullo sviluppo delle capacità di ricerca e lavoro autonomo. Estremamente positiva si sta rivelando l’esperienza della nuova web radio di Riccione, che sta diventando polo di aggregazione aperto e vitale per i giovani della città; il nostro programma ha aperto la strada sul versante dell’informazione e dell’attualità, impostando la comunicazione sullo spirito civico e critico.
Si sono riscontrate difficoltà? Alcune difficoltà si sono riscontrate solo nella gestione degli incontri nelle ore pomeridiane; progetti che si svolgono oltre l’orario scolastico canonico devono necessariamente basarsi sulla serietà, sulla costanza e sulla capacità di organizzazione autonoma degli studenti (quest’ultima è una garanzia non sempre facile da ottenere). Si prevede di reiterare l’esperienza? La collaborazione tra l’Associazione “Ilaria Alpi” e il Liceo “Volta-Fellini” di Riccione non si fermerà sicuramente qui, verrà proseguita negli anni futuri con progetti simili o nuovi. Ci si propone di aprire l’esperienza anche all’altro istituto superiore della città e alle scuole medie.
ARCHIVISTI PER STRADA: TRACCE CARTOGRAFICHE, IDENTITÀ URBANA, ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE SCUOLA:
Istituto comprensivo “Loris Malaguzzi” di Felino (Parma)
ARCHIVIO:
Archivio comunale di Felino
CLASSI COINVOLTE:
1 classe di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 21 alunni
LINK WEB / EMAIL:
archivio@comune.felino.pr.it; galeotti.michele@alice.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Avendo già collaborato con l’Archivio comunale di Felino per ricerche che chiamavano in causa lo studio dell’urbanistica locale, venuti a conoscenza di questa opportunità abbiamo deciso di provare a “vivificare” le conoscenze che arrivano dal passato, sviluppando riflessioni e idee urbanistiche utilizzabili ai giorni nostri. Ognuna di queste idee è nata in classe e si è sviluppata grazie alla determinazione e alla passione di un gruppo di ragazzi. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Volevamo avvicinarci alla conoscenza della disciplina urbanistica, valorizzare i contenuti e la funzione culturale dell’Archivio comunale, lavorare sulla “storia” locale per disegnare una geografia reale del territorio.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Dividendosi tra la sede della scuola e quella dell’archivio, ma soprattutto esplorando le strade del loro paese, sia nelle zone storiche che nei quartieri nuovi, ragazze e ragazzi si sono impegnati nella visione e nell’analisi di carte geografiche locali, nella raccolta di foto, materiali, testi e racconti riferibili
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ai luoghi attraversati, e nel confronto tra le testimonianze passate e l’attualità, per valutare come è cambiato il territorio. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Il lavoro di ricerca e di analisi sulle fonti storiche è stato condotto tramite un’attività cooperativa in cui sono stati definiti ruoli, tempi, obiettivi e scelte, e con l’ausilio di un’azione di tutoring dettata dalle diverse competenze individuali. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Mezzi informatici, libri, fotografie, dati anagrafici e demografici. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Tecnici locali, docenti, ricercatori, genitori o parenti portatori di conoscenze hanno contribuito in modo fattivo all’indagine, condividendo con i ragazzi l’esperienza della ricerca, lasciandosi incuriosire da una scuola che mette il naso nelle dinamiche di sviluppo urbano, nel valore modificabile dei terreni, nella valutazione estetica e funzionale di scelte politiche decisive, e facendosi coinvolgere su temi che oggi destano grande attenzione: il consumo del suolo, le nuove funzionalità urbane, le vocazioni del territorio, il recupero dell’identità civile.
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CI SIAMO AVVICINATI AL CUORE DELLA DISCIPLINA URBANISTICA: D’ORA IN POI OSSERVEREMO IL NOSTRO TERRITORIO CON OCCHI PIÙ ATTENTI.
”
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Per presentare la ricerca attraverso i testi, le foto, i disegni e i progetti di recupero preparati da studenti e studentesse dopo le varie uscite sul territorio, è in corso di pubblicazione un volume monitorato da un docente di sociologia dell’Università di Parma. Come sono stati promossi all’esterno? Oltre alla presentazione dell’iniziativa ai genitori, per annunciare il progetto alla cittadinanza è stata organizzata una conferenza stampa in collaborazione con l’Archivio comunale di Felino.
difficile raggiungere obiettivi collaborando fra enti, protagonisti e partner diversi, e concludere un percorso. Si sono riscontrate difficoltà? Non siamo ancora riusciti a completare il progetto di riqualificazione del salumificio: un lavoro che ci impegnerà durante il prossimo anno. Si prevede di reiterare l’esperienza? Sicuramente si collaborerà di nuovo con l’archivio comunale, ma prima è tempo di stampare la nostra ricerca e farla conoscere.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Riteniamo che i ragazzi e le ragazze coinvolti (non solo quelli della classe capofila, anche quelli delle altre otto interessate indirettamente) si siano avvicinati al cuore della disciplina urbanistica: il territorio, da ora in poi, sarà da loro osservato con occhi più attenti, il verde valorizzato e ogni edificazione giudicata con estrema attenzione. Hanno compreso quanto possa essere approfondita una ricerca (in misura probabilmente infinita!), quanto sia complesso lavorare insieme, come si debbano sempre tenere fermi gli obiettivi senza perdersi. Hanno anche toccato con mano quanto sia
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TRACCE DI VALMARECCHIA: ESPERIENZE DI CULTURE, PAESAGGI, IMMAGINI, SAPORI SCUOLA:
Istituto di istruzione superiore “Luigi Einaudi” (ora “Tonino Guerra”) - polo scolastico di Novafeltria (Rimini)
MUSEO:
MET - Museo degli usi e costumi della gente di Romagna, Santarcangelo di Romagna (Rimini)
ALTRI PARTNER:
Istituto tecnico statale per il turismo “Marco Polo” di Rimini, Istituto comprensivo “Padre O. Olivieri” di Pennabilli (Rimini), Associazione Forum Rimini Venture, Rimini Reservation srl, Associazione CNA di Novafeltria (Rimini), MIUR - Ambito territoriale per la Provincia di Rimini - ufficio XVII, Archivio Biblioteca diocesani del Montefeltro - Pennabilli, Ente del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello - Carpegna (Pesaro-Urbino), Centro educazione ambientale Valmarecchia (Atlantide soc. coop. sociale p.a.) di Torriana (Rimini), Associazione culturale “Tonino Guerra” di Pennabilli, Museo del Pane di Maiolo (Rimini), Istituto superiore di scienze religiose “Alberto Marvelli” di Rimini
CLASSI COINVOLTE:
4 classi di liceo, 2 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 134 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.iiseinaudi.it valentina.ridolfi@gmail.com; antigone_p@libero.it; clafanchi@gmail.com
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto si propone di valorizzare la Valmarecchia, completando dal punto di vista culturale la tradizionale “cartolina” balneare della provincia di Rimini. Sono stati coinvolti i 10 comuni della Valle e tre scuole: una a mare, una a centro valle e una di montagna, con l’intermediazione del Museo etnografico di Santarcangelo (porta della Valmarecchia) e del Forum Piano Strategico Rimini Venture. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Far scoprire l’intero patrimonio ambientale, culturale, paesaggistico e storicosociale ai giovani che sono stati nominati “ambasciatori” della Valmarecchia, i quali, a loro volta, hanno progettato itinerari sulle “Tracce” individuate nel corso dell’esperienza vissuta.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? I ragazzi sono stati coinvolti in cinque uscite di un’intera giornata (al Museo del Parco Sasso Simone e Simoncello; nei “luoghi dell’Anima” di Tonino Guerra e nel “Mondo di Tonino” a Pennabilli; nella Biblioteca e nel Museo diocesani di Pennabilli; al Museo del
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Pane di Maiolo; al Convento di San Francesco a Villa Verucchio; al Museo archeologico di Verucchio; al Castello di Montebello; al Museo etnografico, al lavatoio e alle grotte tufacee di Santarcangelo; alla “Biennale del Disegno” di Rimini; alla Rocca e al Museo di arte sacra di San Leo), in un laboratorio partecipato in classe e in uno sperimentale di enogastronomia, in incontri con testimoni e in passeggiate alla scoperta del territorio: una camminata lungo il fiume e una biciclettata. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lavori di gruppo, ricerche multimediali, documentazione scritta delle esperienze realizzate (temi, saggi). Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Un laboratorio multimediale, alcune macchine fotografiche e videocamere. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Soprattutto due: la collaborazione tra l’Istituto di Novafeltria e il Forum del Piano strategico, rivelatasi propedeutica anche a successivi sviluppi nell’ambito del Piano strategico della Valmarecchia; la sinergia con la Cooperativa “Controvento” di Cesena che, attraverso un laboratorio partecipato tenutosi alla Scuola “Marco Polo”, ha dato ai ragazzi la possibilità di esprimere la loro creatività nell’elaborazione degli itinerari.
“
ATTRAVERSO I CINQUE SENSI I RAGAZZI HANNO RILETTO LE RISORSE E IL PATRIMONIO DELLA VALMARECCHIA, PER ELABORARE UNA PROPOSTA TURISTICA ORIGINALE.
”
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sulla base dei materiali raccolti nel corso delle visite di studio e strutturati durante i laboratori sviluppando i suggerimenti dei ragazzi, questi ultimi, con il supporto del gruppo di coordinamento di progetto, hanno messo a punto alcuni itinerari a tema, un libro di ricette locali, una maglietta con il logo “Tracce di Valmarecchia”, la grafica propedeutica alla stampa di una mappa a strappo con itinerari sensoriali; la pagina web Rimini Reservation, e una raccolta dei loro elaborati testuali, fotografici e video. Come sono stati promossi all’esterno? Con un incontro che ha visto la partecipazione dei sindaci della Valmarecchia, durante il quale ai ragazzi è stato conferito il titolo di “ambasciatori”, e con un altro incontro con l’assessore Sara Visintin e rappresentanti dei partner di progetto, svoltosi nella sala del Consiglio comunale di Rimini
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Se l’obiettivo di fondo era accompagnare i ragazzi nella costruzione di una proposta turistica, a partire da una delega specifica delle istituzioni e sulla base dell’esperienza effettivamente vissuta dai ragazzi stessi nel corso del progetto, si può dire che
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l’obiettivo è stato pienamente raggiunto. Attraverso un percorso di facilitazione professionale inizialmente non previsto ma resosi necessario, gli studenti hanno riletto attraverso i cinque sensi le risorse e il patrimonio della Valmarecchia, per elaborare una proposta turistica originale. Utilizzando questa chiave di lettura sensoriale è stato possibile valorizzare tutti gli aspetti che compongono le dimensioni del territorio, dalle emergenze architettoniche al paesaggio, dall’archeologia alla creatività, dalle leggende all’enogastronomia. Sia con il conferimento del titolo di ambasciatori, all’inizio del progetto, sia con la giornata conclusiva, i ragazzi hanno avuto la possibilità di entrare in contatto e in dialogo con le istituzioni, capendo il ruolo che possono rivestire come attori attivi nella valorizzazione di un territorio. I ragazzi della scuola di Novafeltria, pur conoscendo la valle, hanno avuto l’occasione di guardare con occhio più consapevole e critico il paesaggio che davano per acquisito. Si sono riscontrate difficoltà? Alcune difficoltà, forse inevitabili, si sono registrate nell’integrazione tra le diverse scuole e nel coinvolgimento dei ragazzi in un progetto complesso e ambizioso, anche in considerazione della loro età e della loro effettiva capacità di concentrazione. Tuttavia, proprio queste difficoltà mettono in evidenza due elementi di riflessione. Il primo riguarda l’auspicio che la modalità del laboratorio applicativo sul territorio possa diventare parte integrante della didattica
sia per le scuole turistiche che per altri indirizzi come l’enogastronomico: alla luce dell’esperienza realizzata ci sembra infatti un modo per avvicinare concretamente i ragazzi all’identità e ai valori socioculturali di un’area attraverso l’esperienza dei suoi paesaggi umani, artistici, ambientali, storici. Il secondo riguarda la difficoltà che le aree interne del nostro territorio, spesso le più ricche di patrimonio storico e ambientale, scontano nel raccontarsi in maniera attrattiva a un pubblico giovane. Si prevede di reiterare l’esperienza? Il progetto, per come è stato concepito, non aveva la pretesa di essere esaustivo su un tema complesso e articolato come quello trattato, ma intendeva aprire un dialogo e iniziare un percorso con i giovani di Rimini e della Valmarecchia per un progressivo coinvolgimento, dei ragazzi e delle scuole, nelle strategie di sviluppo del territorio, in rapporto con le istituzioni. I numerosi spunti raccolti dai ragazzi, anche critici, meritano un’ulteriore elaborazione. Questa esigenza ci ha suggerito di non reiterare immediatamente il progetto, per attendere la parallela elaborazione del percorso di pianificazione strategica di vallata, attualmente in corso, in modo da inserirsi in un quadro di coerenza complessivo e condiviso.
RADIO MUSEO SCUOLA:
Istituto comprensivo Carpi 2 - Scuola secondaria di I grado “Guido Fassi” di Carpi (Modena)
MUSEO:
Musei di Palazzo dei Pio - Museo monumento al deportato di Carpi
ALTRI PARTNER:
Liceo scientifico statale “Manfredo Fanti” di Carpi, Associazione “Emilia 5.9”, Radio Bruno, Fondazione ex campo Fossoli, Archivio storico comunale di Carpi, Centro ricerca etnografica di Carpi, SIA - Unione Terre d’Argine, Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio” di Carpi, Comune di Carpi (assessorati alle politiche scolastiche e alle politiche giovanili)
CLASSI COINVOLTE:
4 classi di scuola secondaria di I grado e 1 di liceo
STUDENTI COINVOLTI: 140 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.palazzodeipio.it www.iccarpi2.gov.it/radio-museo-di-palazzo-dei-pio www.liceofanti.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? L’occasione è nata con la ricorrenza dei 100 anni dei Musei di Carpi, che ha visto l’inaugurazione della mostra “100 oggetti per 100 anni”. Il progetto – avviato con l’intenzione di creare un ponte tra studenti, musei e città – ha coinvolto 4 classi della scuola secondaria di I grado “Guido Fassi” e una classe del liceo scientifico “Manfredo Fanti”. I 100 oggetti presentati ai ragazzi sono stati da essi interpretati e restituiti in forma narrativa attraverso il mezzo radiofonico, superando il limite apparentemente determinato dall’impossibilità di farli vedere, per riscoprire l’incanto del racconto che va ascoltato. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? L’obiettivo principale che ci si è posti per gli studenti è stato connettere ciò che studiano con il mondo reale, utilizzando un mezzo di comunicazione che può sembrare poco attuale come la radio. Il museo è diventato un luogo da cui attingere idee, storie e immagini da trasformare in conoscenze e racconti da trasmettere a voce, per radio e on line, a un pubblico vasto. A questo scopo i ragazzi hanno lavorato per: • potenziare le capacità di ascolto, • comprensione ed espressione; • stimolare la sensibilità letteraria, artistica • e storica;
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• • migliorare la produzione scritta e orale; • • sviluppare un approccio curioso, attivo e creativo verso il patrimonio storicoartistico della loro città.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Il progetto è stato suddiviso in due momenti principali: da una parte le attività di formazione e produzione di testi adatti a una trasmissione radiofonica; dall’altra il coinvolgimento diretto degli studenti al museo, dove di fronte ai 100 oggetti e al patrimonio storico-artistico della città hanno esposto le loro conoscenze e le loro produzioni (tra gli oggetti sono compresi alcuni materiali del Museo Monumento al Deportato che per la loro complessità storica e simbolica sono stati assegnati alla classe del liceo). Il lavoro si è sviluppato da dicembre 2013 ad aprile 2014: • novembre: formazione degli studenti sui • 100 oggetti e il patrimonio dei Musei a scuola (le sale museali erano in fase di ristrutturazione in seguito ai danni del terremoto del 2012); • dicembre-gennaio: formazione degli • studenti sui metodi e i linguaggi radiofonici, visita agli studi di registrazione e messa in onda di una radio; • dicembre-febbraio: elaborazione dei testi • dei ragazzi a scuola, con l’aiuto degli
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PER PRODURRE LE REGISTRAZIONI RADIOFONICHE GLI STUDENTI HANNO SPERIMENTATO MEZZI DI COMUNICAZIONE CHE CONOSCEVANO SOLO DALL’ESTERNO, MA NON ANCORA IN CONCRETO.
”
insegnanti; • • marzo: visita guidata agli oggetti negli spazi museali; registrazione degli interventi radiofonici nella sala appositamente allestita a scuola da tecnici specializzati; • • marzo-aprile: flash-mob al museo, con presentazione-performance dal vivo degli interventi radiofonici dedicati agli oggetti, seguita da una spiegazione storicoartistica delle opere; • • maggio-giugno: pubblicazione on line delle registrazioni radiofoniche. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Oltre alle classiche lezioni frontali sono stati adottati vari metodi didattici: passando dalle esperienze pratiche alla produzione multimediale, dalla visita guidata all’utilizzo di videoproiezioni e filmati (soprattutto nella prima fase di studio, per sopperire alla mancata fruizione degli spazi museali coinvolti dai lavori di ristrutturazione postsismica). Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Il progetto ha previsto in particolare il coinvolgimento di tecnici del suono e figure professionali competenti, che hanno introdotto i ragazzi all’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche legate al mondo della radio. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Sono stati coinvolti insegnanti di diverse materie e si è creato un forte senso di
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condivisione e partecipazione al progetto, una sinergia di conoscenze e competenze che ha permesso di unire culture e linguaggi diversi. Per la produzione delle parti sonore da utilizzare nelle registrazioni e nei flashmob sono stati coinvolti gli insegnanti di musica, mentre per l’elaborazione di disegni e poster sui 100 oggetti del Museo sono stati chiamati in causa gli insegnanti di educazione artistica.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Per produrre le registrazioni audio radiofoniche gli studenti hanno sperimentato mezzi di comunicazione che conoscevano solo dall’esterno, ma non nelle dinamiche di sviluppo di back office. L’interesse di studenti, docenti, operatori museali e tecnici ha creato un ottimo ambiente e un buon clima di lavoro, che ha portato alla reciproca comprensione della realtà in cui ognuno opera e dei differenti approcci. Come sono stati promossi all’esterno? Con gli eventi di flash-mob realizzati nei Musei nelle domeniche di marzo e aprile 2014, le locandine delle iniziative, l’inserimento su piattaforme on line, i siti web, l’invio per mailing list, l’attività di ufficio stampa. Le iniziative hanno avuto un’ottima presenza di pubblico: 747 visitatori in occasione dei flash-mob e un ascolto radiofonico stimato in
2.000 link. Il progetto ha coinvolto anche le famiglie degli studenti, che in alcuni casi hanno avuto l’occasione di visitare per la prima volta i Musei.
ottenuti è che gli studenti e i loro docenti hanno imparato a conoscere il Museo cittadino e lo sentono proprio, avendone compreso appieno i contenuti storico-artistici, le potenzialità e il ruolo civico e sociale.
4. VALUTAZIONI
Si sono riscontrate difficoltà? Le maggiori difficoltà riscontrate sono state legate al rapporto con il primo partner radiofonico individuato, che aveva accettato la collaborazione, ma si è poi rivelato inadeguato ad affrontare un progetto complesso nei risvolti educativi.
Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Non sono state somministrate ai ragazzi delle prove di verifica “classiche” inerenti ai contenuti trattati dal progetto. Il momento di verifica più significativo per ogni ragazzo è stata la produzione e la registrazione degli interventi radiofonici. A “esaminare” il valore dei loro prodotti è stato il pubblico che ha ascoltato e a volte commentato gli elaborati, e quello presente nei Musei durante i flashmob. Gli alunni hanno dimostrato di aver aumentato la loro capacità di esprimere oralmente concetti sia quando avevano di fronte un pubblico di uditori, sia quando avevano di fronte i microfoni di una radio. Sono stati capaci di coinvolgere attivamente il pubblico, tanto che in seguito alla messa on line delle registrazioni si è notato un aumento di visitatori interessati alla mostra sui 100 oggetti. Molti ragazzi sono diventati consapevoli del fatto che si può studiare non solo per conseguire la sufficienza in una prova scritta o orale in classe, ma anche per trasmettere cultura e far conoscere il patrimonio culturale della propria città, sfruttando tutti i mezzi di comunicazione. Uno dei risultati attesi e
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OCCHIO AI CHIOSTRI DI SAN PIETRO SCUOLA:
Liceo artistico - Istituto statale d’arte “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia
MUSEO:
Musei civici di Reggio Emilia
ALTRI PARTNER:
Istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Reggio Emilia, Istituto comprensivo “Enrico Fermi” di Rubiera (Reggio Emilia), Istituto comprensivo di Carpineti e Casina (Reggio Emilia), Ufficio beni culturali della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla
CLASSI COINVOLTE:
1 classe di liceo + 4 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 120 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.liceochierici.re.it p.panci@alice.it; silviamorettideho@fastwebnet.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
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1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
approfondendo le case a torre matildiche.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Siamo partiti dall’esperienza realizzata nell’ambito della II edizione di “Io Amo i Beni Culturali”. Il liceo artistico, grazie al lavoro di una cinquantina di studenti e di una decina di insegnanti, è riuscito nell’intento di costruire un ebook sulla chiesa chiusa di San Domenico (Occhio a San Domenico). Per allargare l’esperienza ad altre scuole secondarie di primo grado abbiamo costituito una “redazione” allargata entro la quale gli studenti del “Chierici” hanno svolto il ruolo di “facilitatori”. Con il primo ebook abbiamo capito quanto sia importante per i ragazzi la possibilità di cogliere delle assonanze tra il singolo bene individuato e altri beni culturali del territorio. Scorrendo le immagini di Occhio ai Chiostri di San Pietro, dal centro della città di Reggio (dove i Chiostri hanno sede) si potrà percorrere la Via Emilia verso Modena, giungere alla Corte Ospitale di Rubiera e qui visitare un altro luogo benedettino in cui il chiostro presenta straordinari elementi di assonanza con quello piccolo di San Pietro. In bicicletta, dalla Corte Ospitale, si potrà ripartire per visitare altre testimonianze architettoniche, una su tutte la Pieve di San Faustino: il tempio primitivo venne fatto costruire dalla contessa Matilde di Canossa. Così i fili conduttori della ricerca proseguono dalla pianura (Rubiera) alla montagna (Canossa e Carpineti) attraverso la ricerca fotografica e grafica condotta dagli studenti
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? I ragazzi e le ragazze hanno lavorato con l’obiettivo di: • conoscere i beni artistici analizzati; • • confrontarsi sui valori della cittadinanza • e dell’identità, accrescendo il senso di appartenenza e legame di ciascuna scuola con il territorio e la realtà culturale di riferimento; • • usare la creatività in un contesto tecnologico innovativo; • • sviluppare lo spirito di collaborazione e il confronto tra di loro.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Dopo la giornata di studio e di lavoro tenutasi all’inizio dell’anno, in cui gli studenti delle quattro scuole si sono incontrati per conoscersi e per fissare lo spirito di lavoro che avrebbe accompagnato tutti i team di ricerca, si è passati a lavorare ciascuno nel proprio ambito. L’esperienza si è articolata in momenti organizzativi, percorsi tematici, esperienze laboratoriali, sopralluoghi, esplorazioni. I docenti referenti nelle diverse scuole hanno curato gli incontri preparatori/formativi, avvalendosi anche degli approfondimenti condotti da esperti (fotografi e referenti dei musei coinvolti).
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SIAMO PARTITI DA UN LUOGO-SIMBOLO DELLA NOSTRA CITTÀ, MA PER CAPIRNE DAVVERO IL VALORE ABBIAMO DOVUTO ALLONTANARCENE E SCOPRIRLO NOSTRO IN UN LUOGO CUSTODITO DA ALTRI.
”
Il Liceo artistico “Chierici” e la scuola media “da Vinci” si sono concentrate sul Chiostro di San Pietro, la scuola media “Fermi” sulla Corte Ospitale e le chiese benedettine di Rubiera e dintorni, le scuole medie di Carpineti e Casina sulle case a torre dell’Appennino. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Si è privilegiato un approccio didattico basato sull’interattività e sulla partecipazione, per dare il giusto supporto agli studenti nei percorsi di ricerca e di apprendimento personali e di gruppo. Per avere un’idea della metodologia di lavoro adottata si possono citare alcuni sviluppi della giornata di studio iniziale, in cui gli studenti delle quattro scuole hanno condiviso l’esperienza di ricerca sui Chiostri: da quella giornata è nato l’interesse degli studenti più giovani, quelli della scuola media “Leonardo da Vinci”, per i più grandi del liceo, un interesse che li ha indotti a far loro delle domande, nate anche dalla competenza che avevano acquisito nella conduzione della radio scolastica “Leoweb” in più lingue straniere. Questa interazione ha innescato, a sua volta, diverse strategie didattiche tra i docenti. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Sono state adoperate le strumentazioni messe a disposizione dalla scuola: la lavagna interattiva multimediale, il laboratorio informatico, il laboratorio fotografico, la radio gestita dagli studenti della Leonardo
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da Vinci “Leoweb”. All’esterno i ragazzi hanno usufruito delle biblioteche comunali e dei Musei civici di Reggio Emilia. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La realizzazione dell’ebook è la testimonianza di un processo di interazione corale in cui tutti i contributi sono stati fondamentali. Particolarmente interessanti si sono rivelate alcune delle collaborazioni sperimentate: quella con la guida Maria Montanari, dei Musei civici di Reggio; quella con il fotografo Fabio Boni, che ha preparato e accompagnato gli studenti nella scelta delle foto da inserire nell’ebook; quella con la docente esterna Silvia Moretti, che ha condotto i laboratori nella classe multimediale del liceo nell’ambito del master in Didattica on line del Politecnico di Milano; quella con l’art director Marco Zanichelli, che ha saputo raccogliere le diverse energie didattiche traducendole in formato digitale.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Le varie classi coinvolte, coordinate dal liceo artistico, hanno lavorato in redazione allargata, finalizzata alla realizzazione dell’ebook Occhio ai Chiostri di San Pietro. Dalle ricerche condotte dalle singole scuole è scaturita una mappa conoscitiva del territorio articolata in parole-chiave che sono diventate i capitoli dell’ebook: San Pietro, La
Corte Ospitale, Il gesto, Emozioni, Identità, Le terre di Matilde, Ora et labora. Come sono stati promossi all’esterno? Dopo la prima giornata di approfondimento tenutasi all’interno della scuola “Leonardo da Vinci”, ogni scuola ha promosso le attività che si andavano svolgendo nelle diverse classi, anche attraverso uscite sui quotidiani locali. La scuola di Carpineti e Casina, dopo l’attività di formazione e ricerca sulle case a torre, ha curato una bella mostra fotografica che è confluita anche all’interno del Festival di fotografia europea di Reggio Emilia. La presentazione ufficiale alla cittadinanza dell’ebook prodotto dal lavoro congiunto delle scuole è prevista nel novembre del 2014.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? L’impatto del progetto sugli studenti è stato estremamente positivo. I ragazzi si sono dimostrati subito collaborativi e interessati, anche quelli che in classe facevano più fatica. “Valorizzare i Chiostri vuol dire prima di tutto averne coscienza, ovvero conoscerli”: siamo partiti da queste parole, pronunciate da monsignor Ghirelli, responsabile dei beni culturali della Diocesi di Reggio Emilia, all’incontro che ha dato il via al nostro progetto. L’obiettivo è stato raggiunto senza chiudere
il cerchio dell’attenzione sul luogo scelto, ma esplorando il contesto in cui è nato, tanto che i ragazzi hanno capito meglio il “loro” chiostro soprattutto quando sono arrivati a incontrare una comunità di monaci, quelli dell’abbazia di Praglia, che custodiscono un chiostro affine. Si sono riscontrate difficoltà? La complessità di un progetto articolato su più sedi, che ha visto la partecipazione di tanti ragazzi e la collaborazione di diversi partner, ha risentito di qualche difficoltà organizzativa e di raccordo. Con il progredire dell’esperienza è stato necessario rivedere alcune delle strategie definite durante le prime fasi. Si prevede di reiterare l’esperienza? Questa esperienza è già il proseguimento ideale di un progetto selezionato da un’edizione precedente di “Io Amo i Beni Culturali”. La prassi sperimentata potrebbe diventare riferimento per attività di ricerca e divulgazione condotte su altri beni, in sinergia tra più scuole.
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IN MUSEO DALL’OGGETTO AL CON-TESTO SCUOLA:
Istituto comprensivo di Crespellano (Valsamoggia, Bologna)
MUSEO:
Museo civico archeologico “Arsenio Crespellani” di Bazzano (Valsamoggia, Bologna)
ALTRI PARTNER:
Istituto comprensivo di Bazzano-Monteveglio (Valsamoggia, Bologna), Istituto comprensivo di Castello di Serravalle - Savigno (Valsamoggia, Bologna), Comune di Valsamoggia, Ecomuseo della Collina e del Vino, Teatro delle Temperie
CLASSI COINVOLTE:
1 classe di scuola primaria + 4 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 114 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.museo.roccadeibentivoglio.it didattica@roccadeibentivoglio.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato nell’ambito di una realtà museale che opera attivamente nel campo della didattica da molti anni ma che sentiva la necessità di coinvolgere le scuole in un progetto con un alto livello di cooperazione, interdisciplinarità e attenzione verso i beni culturali del territorio, un progetto che sarebbe stato realizzato durante l’anno scolastico in cui avveniva la fusione di cinque territori comunali. L’intento era incrementare l’offerta didatticoeducativa del Museo civico archeologico “Arsenio Crespellani”, senza inserire nuove tematiche, ma sviluppando un nuovo tipo di approccio multidisciplinare e trasversale ai reperti archeologici. Un approccio che si avvale della collaborazione degli insegnanti delle scuole del territorio, di altre istituzioni culturali e di uno strumento studiato ad hoc: le carte narrative. Tra gli intendimenti c’era anche quello di riavvicinare alla fruizione del patrimonio museale le scuole secondarie di primo grado del territorio (ultimamente latitanti). Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? • • Offrire agli studenti un approccio privilegiato al reperto, sollecitando un senso di vicinanza, appartenenza e rispetto nei confronti del patrimonio culturale locale;
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• • elaborare uno strumento educativo “vicino” ai ragazzi ma utile anche agli insegnanti impegnati a trasmettere le strategie concettuali di costruzione della conoscenza; • produrre qualcosa che permettesse di • utilizzare il bene comune come “oggetto parlante”, come paradigma di concetti, contenuti, valori e argomenti più ampi, relativi al contesto in cui l’oggetto era inserito; • • disegnare un progetto in linea con le indicazioni nazionali per il curricolo, eventualmente estendibile e adattabile ad altri istituti culturali del territorio, ad altre scuole e ad altri gradi scolastici; • realizzare le potenzialità del museo come • luogo di formazione permanente, creando un’occasione di aggiornamento per i docenti coinvolti nel progetto.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Alla visita guidata alla Rocca e ai reperti più significativi del Museo, appositamente selezionati in relazione al periodo storico individuato, ha fatto seguito la lezione di approfondimento in classe relativa agli oggetti prescelti dalla classe, durante la quale sono stati forniti dati e informazioni utili da usare nella fase di costruzione della storia. Si è passati poi all’elaborazione grafica delle carte narrative del Museo: l’illustratore è intervenuto nelle classi coinvolte nel
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NONOSTANTE LE COMPLICAZIONI NELLA GESTIONE DI GRUPPO, I RAGAZZI SI SONO FATTI COINVOLGERE DAL LAVORO DI GRAFICA NECESSARIO PER REALIZZARE LE CARTE NARRATIVE DEL MUSEO.
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progetto, affidando la grafica di alcune carte ai ragazzi, che in parte ne hanno anche curato la trasposizione digitale tramite penna grafica. Alla classe è stato quindi fornito il mazzo di carte narrative illustrate e un regolamento con i diversi metodi di utilizzo. L’operatore museale ha mostrato ai ragazzi e agli insegnanti come elaborare un testo “facendo parlare” l’oggetto prescelto durante il gioco. Dopo il primo incontro, il lavoro di costruzione dei testi si è articolato in modi diversi a discrezione dei docenti, con controllo a distanza da parte dell’operatore museale e un intervento intermedio di persona a richiesta. Nella fase finale c’è stata la presentazione pubblica del progetto. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Visita guidata partecipata e lezione frontale nelle fasi iniziali, dimostrazione e lavoro individuale nella fase di preparazione delle carte, lavoro di gruppo e individuale per la costruzione dei testi. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Dove disponibili sono state utilizzate le lavagne interattive multimediali (altrimenti un computer portatile e un proiettore), le penne e la tavoletta grafiche, materiali vari da disegno e pittura. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Grazie a questo progetto si sono ripresi i contatti con istituti secondari di primo grado
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che, dopo la riforma dei programmi di storia, si erano andati allontanando dal Museo archeologico. Anche se la fase del progetto che doveva coinvolgere il Teatro di Calcara non è stata attivata, è stato comunque interessante elaborare un’ipotesi di lavoro congiunto sul progetto.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sono stati prodotti: 20 mazzi di carte narrative composti da 171 carte ciascuno, in parte disegnate dagli stessi ragazzi, in parte curate da un’illustratrice; 5 racconti che le singole classi hanno letto pubblicamente durante la giornata di presentazione del progetto alla Rocca dei Bentivoglio il 31 maggio 2014, più ulteriori racconti individuali dei ragazzi Durante la giornata di presentazione, le classi hanno letto i racconti elaborati, che per circa un mese, all’interno di una delle sale della Rocca dei Bentivoglio. sono stati esposti insieme alle carte stampate e ai disegni originali da cui esse sono state ricavate (è stato prodotto un video dell’evento). Le carte sono state prodotte dagli stessi ragazzi: prima manualmente, con una sessione di lavoro insieme alla docente di educazione artistica, poi individualmente, con l’assistenza dell’illustratrice e l’ausilio di strumenti grafici. I testi sono stati prodotti con diverse modalità a seconda delle classi: in generale, sono state divise in gruppi che hanno lavorato in autonomia; scelto il testo
da presentare, esso è stato rivisto, corretto e spesso ampliato con il contributo di tutti i ragazzi. Come sono stati promossi all’esterno? Il progetto e l’evento di presentazione pubblica del 31 maggio 2014 sono stati promossi tramite comunicato stampa, newsletter, volantini cartacei e on line sui siti ufficiali del Museo e del Comune di Valsamoggia e sulle relative pagine facebook, con l’ulteriore supporto dello IAT Colli bolognesi.
fasi di lavoro. Gli alunni hanno riscontrato spesso difficoltà nel lavoro collettivo di costruzione del testo e nella scelta condivisa del reperto su cui lavorare. Si prevede di reiterare l’esperienza? Com’era negli intenti iniziali, si progetta di riproporre il progetto alle classi delle scuole secondarie di primo grado anche nei prossimi anni scolastici. La realizzazione delle carte tuttavia si è esaurita in questa fase: per non eliminare l’esperienza con la tavoletta grafica, si potrà pertanto pensare a un lavoro di illustrazione delle storie.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti quasi totalmente, come si evince anche dalle risposte date dagli insegnanti al questionario di fine progetto. Le ricadute positive sono evidenti nello sforzo di collaborazione fornito dalle classi, nella stimolazione e valorizzazione delle abilità artistiche degli alunni, nel miglioramento delle loro capacità di contestualizzazione storica. Nonostante le complicazioni incontrate nella gestione del gruppo, i ragazzi hanno apprezzato molto il lavoro di grafica necessario per realizzare le carte, trovandolo difficile ma stimolante. Si sono riscontrate difficoltà? Le maggiori difficoltà riscontrate da chi ha effettuato il coordinamento sono state relative alla libertà di azione forse troppo ampia lasciata agli insegnanti durante alcune
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LA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE Scuola:
Istituto comprensivo “Fratelli Cervi” - Scuola secondaria di I grado “Dante Alighieri” di Nonantola (Modena)
MUSEO:
Museo di Nonantola (Modena)
ALTRI PARTNER:
Partecipanza agraria di Nonantola, Museo benedettino nonantolano e diocesano di arte sacra, Centro di educazione alla sostenibilità, Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna, Università Ca’ Foscari di Venezia - Dipartimento di studi umanistici, Consorzio della Bonifica Burana
CLASSI COINVOLTE:
10 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 350 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.partecipanzanonantola.it, www.icnonantola.it archivio@comune.nonantola.mo.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato per permettere agli studenti di conoscere un’istituzione unica nel suo genere: la Partecipanza agraria di Nonantola, una forma collettiva di gestione dei terreni che deriva da un lascito di origine medievale. Tutti i musei del territorio sono stati coinvolti, per offrire ai ragazzi una panoramica più ampia e approfondita sulla storia della città e far loro comprendere in quale cornice storica è nata e si è sviluppata questa istituzione così particolare. L’iniziativa ha preso le mosse in un contesto in cui la “storia locale” negli istituti scolastici viene approfondita sempre più di rado. Abbiamo scelto di puntare sulla storia di un’istituzione tanto radicata nella popolazione nonantolana, poiché ci ha permesso di approfondire ambiti molto diversi fra loro: dall’ambiente all’archeologia, alla coesione sociale.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Dopo un seminario di formazione riservato agli insegnanti e una lezione di metodologia archeologica a scuola, i ragazzi sono stati impegnati in alcune visite guidate ai tre musei e al borgo di Nonantola, in una visita naturalistica all’Area di riequilibrio ecologico del “Torrazzuolo” e in una giornata di scavo archeologico nel sito romano di via Oppio, localizzato nei terreni della Partecipanza.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? L’intento di fondo era approfondire un particolare argomento di storia locale, affrontandolo sia dal punto di vista teorico che pratico. Dopo una fase di approfondimento storico, infatti, i ragazzi hanno avuto modo di fare esperienza sul campo grazie a una visita naturalistica nel bosco della Partecipanza e a uno scavo archeologico in cui si sono cimentati in prima persona nel lavoro dell’archeologo.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Grazie all’utilizzo delle fonti scritte e materiali e alla comprensione delle basi della ricerca storiografica, gli studenti hanno appreso un nuovo metodo di “fare storia”. L’esperienza di attività sul campo ha permesso agli alunni di apprendere i metodi di ricerca utilizzati dagli archeologi (scavo e documentazione), mentre con la visita ambientale hanno approfondito la conoscenza del territorio, della flora e della fauna locale, prendendo coscienza delle trasformazioni del paesaggio rurale. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Sono stati utilizzati computer, telecamere e macchine fotografiche durante tutta la durata del progetto. La strumentazione utilizzata durante lo scavo archeologico (livello ottico, stazione totale, apparecchi per documentazione grafica e fotografica) è stata fornita dall’Università Ca’ Foscari di Venezia.
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L’ESPERIENZA DI ATTIVITÀ SUL CAMPO HA PERMESSO AGLI ALUNNI DI APPRENDERE I METODI DI RICERCA UTILIZZATI DAGLI ARCHEOLOGI, DALLO SCAVO ALLA DOCUMENTAZIONE.
”
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? I musei nonantolani hanno collaborato attivamente tra loro e alcune associazioni del territorio hanno contribuito con mezzi e volontari alla buona riuscita del progetto; la collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna e l’Università Ca’ Foscari di Venezia per il coordinamento scientifico dello scavo archeologico è stata positiva e interessante, anche in prospettiva di eventuali progetti futuri.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Il 31 maggio 2014 gli studenti hanno realizzato una visita guidata alla Partecipanza, elaborando un percorso storico-ambientale e archeologico. Tutte le classi coinvolte nel progetto hanno preso parte alla redazione di un diario on line che racconta il percorso svolto durante l’anno scolastico. Gli elaborati degli studenti sono stati realizzati in aula dopo aver partecipato alle varie fasi del percorso, con l’utilizzo del computer per mettere on line il diario. Come sono stati promossi all’esterno? La visita guidata del 31 maggio è stata ampiamente pubblicizzata e ha avuto un’ottima partecipazione da parte dei cittadini e delle famiglie degli studenti della scuola. Il diario on line può essere consultato
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sui siti internet del Comune di Nonantola, dell’Istituto comprensivo “Fratelli Cervi”, della Partecipanza agraria di Nonantola e su Visit Nonantola. Durante la fiera di Nonantola è stato proiettato un video per presentare il progetto e gli elaborati degli studenti alla cittadinanza.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati raggiunti e, data la valutazione positiva del percorso svolto, le insegnanti hanno proposto agli alunni delle classi prime, coinvolte nel progetto, di fare da “tutor” sulla storia della Partecipanza ai loro compagni che arriveranno nell’anno 2014-2015 alla scuola secondaria. Da parte degli studenti e delle famiglie il progetto è stato ampiamente apprezzato; la fase pratica è stata per i ragazzi e le ragazze un momento importante di aggregazione e di apprendimento. Lo scavo archeologico ha avuto un impatto molto positivo sugli alunni italiani e anche sui corrispondenti francesi, che hanno apprezzato moltissimo l’attività “pratica” legata allo scavo. Si sono riscontrate difficoltà? Gli ostacoli più grandi sono stati affrontati soprattutto per quanto riguarda i trasporti, ma sono stati superati grazie alla collaborazione della Polisportiva che ha messo a disposizione gratuitamente mezzi e autisti. La scuola ha indicato alcune difficoltà relative al carico di
lavoro e al numero delle uscite (3 in totale). Si prevede di reiterare l’esperienza? Si auspica che sia ripetibile poiché per gli studenti è stata certamente un’esperienza formativa importante, che ha permesso loro di toccare “la storia” con mano. Sicuramente però ha comportato una mole di lavoro che per la scuola e il comune sono stati impegnativi da sostenere.
“VEDERE LA CITTÀ INVISIBILE”: DAL PERCORSO ARCHEOLOGICO ALL’ITINERARIO DI DINO CAMPANA NEI CENTO ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DEI CANTI ORFICI SCUOLA:
Istituto comprensivo “Carchidio-Strocchi” di Faenza (Ravenna)
MUSEO:
Pinacoteca comunale di Faenza
ALTRI PARTNER:
Liceo classico “Torricelli” di Faenza, “Italia Nostra” sezione di Faenza
CLASSI COINVOLTE:
5 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 109 alunni
LINK WEB / EMAIL:
pinacotecafaenza.racine.ra.it/ita/didattica1.htm pinacotecafaenza.racine.ra.it/percorsocampana/ c.casadio@comune.faenza.ra.it; rita.argnani@hotmail.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Va detto che esisteva già un’attiva collaborazione tra l’Istituto “CarchidioStrocchi” e la Pinacoteca comunale di Faenza, più volte sperimentata e ben collaudata. Il progetto “Vedere la città invisibile” è nato dalla volontà di coinvolgere attivamente gli alunni nella scoperta del patrimonio culturale e artistico della città, non sempre accessibile a tutti, e dalla intenzione di realizzare due percorsi che indicassero dei luoghi da valorizzare, per rendere visibile ciò che spesso non lo è o non lo sembra. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Promuovere negli alunni, oltre alla conoscenza dei beni culturali della propria città, la consapevolezza di poter essere protagonisti nel valorizzarli e nel diffonderne la conoscenza, realizzando in modo concreto dei percorsi che li collegassero.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? A scuola e presso le sedi della Pinacoteca di Faenza, della Banca di Romagna e del Museo TAMO di Ravenna, si sono svolti lezioni, visite guidate e incontri con esperti, è stata preparata la documentazione e sono stati redatti i testi da utilizzare nel percorso.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezioni frontali, registrazioni, rielaborazione di appunti, stesura di testi. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Macchina fotografica, computer, videocamera. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? I docenti, i ragazzi e le ragazze coinvolti hanno collaborato con la sezione faentina dell’associazione “Italia Nostra” e soprattutto con il personale della Pinacoteca comunale, che ha permesso ai partecipanti di vivere un’esperienza privilegiata, riservata a pochi: l’opportunità di creare un percorso romano all’interno degli spazi museali.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Sono stati realizzati i due percorsi previsti: uno sulla Faenza romana (pinacotecafaenza. racine.ra.it/ita/didattica1.htm) e uno sui luoghi del poeta Dino Campana (pinacotecafaenza. racine.ra.it/percorsocampana/). La documentazione è stata pubblicata sui canali web e a mezzo stampa, utilizzando e montando foto e riprese fatte durante le uscite e gli incontri con gli esperti. Inoltre sono stati montati e diffusi tramite YouTube quattro video sul percorso romano.
“
AVER REALIZZATO IN PRIMA PERSONA UNO STRUMENTO DI PROMOZIONE CULTURALE CI HA FATTI SENTIRE PIÙ CAPACI E PIÙ FIDUCIOSI IN NOI STESSI.
”
Come sono stati promossi all’esterno? Al termine dell’anno scolastico, il 4 giugno 2014, i prodotti realizzati sono stati presentati al pubblico presso il teatro dell’Istituto “Carchidio-Strocchi” a cura del direttore della Pinacoteca. Una seconda presentazione pubblica si è svolta il 21 ottobre 2014.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? La mèta prevista è stata pienamente raggiunta. Con numerose ricadute positive: la collaborazione tra gli alunni è migliorata, la loro sensibilità artistica, la curiosità e il desiderio di conoscere il passato della propria città sono aumentati, l’aver realizzato in prima persona uno strumento di promozione culturale li ha fatti sentire più capaci e più fiduciosi in sé stessi. Si sono riscontrate difficoltà? Nessuna difficoltà di rilievo. Si prevede di reiterare l’esperienza? Sì.
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CANTAMI O DIVA L’IRA FUNESTA: GLI ANTICHI EROI DAI VASI DEL MUSEO ALLE STRADE DELLA CITTÀ SCUOLA:
Istituto comprensivo 12 - Scuola secondaria di I grado “Luigi Carlo Farini” di Bologna
MUSEO:
Museo civico archeologico di Bologna
ALTRI PARTNER:
Biblioteca comunale Sala Borsa Ragazzi di Bologna
CLASSI COINVOLTE:
3 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 80 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.youtube.com/watch?v=Um7sWOi-ifg museoarcheologicodidattica@comune.bologna.it; caterina.taglioni@gmail.com
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il nostro Istituto ha sempre cercato di cogliere le opportunità educative che vengono offerte dal territorio e di percorrere nuove strade nel difficile compito di affiancare i ragazzi nella loro crescita culturale: per questo l’incontro con il Museo civico archeologico di Bologna, con la sua consolidata esperienza didattica, è stato così proficuo. Il progetto, valendosi anche della collaborazione della Biblioteca comunale Sala Borsa Ragazzi, è nato perché gli studenti potessero comprendere le straordinarie potenzialità educative di un luogo che custodisce oggetti antichi ma tuttora in grado di sollecitare la curiosità, la fantasia e la creatività dei ragazzi di oggi. È bastato infatti togliere un po’ di polvere dal passato e i vasi greci figurati, conservati nella ricca collezione di ceramica attica del Museo, hanno ricominciato a raccontare le loro storie appassionanti, di dei, di eroi e di semplici soldati, capaci di esprimere sentimenti universali, così simili a quelli che prova l’uomo contemporaneo. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? • Promuovere la conoscenza dell’antichità • come radice della cultura italiana ed europea, ma anche valorizzare il patrimonio storico-artistico della città, in particolare le sue collezioni museali, offrendo occasioni non convenzionali di contatto e fruizione;
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• • stimolare gli alunni a riflettere sull’importanza della conservazione dei beni culturali, utilizzando i linguaggi multimediali a loro già familiari; • sollecitare le loro capacità comunicative, • potenziando la produzione scritta, l’elaborazione grafica, la manualità, la sensibilità musicale e artistica; • educarli a utilizzare diversi linguaggi • espressivi, dalle immagini, alle parole, alla musica, all’uso del corpo.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? A scuola, molte ore della programmazione di Italiano sono state dedicate alla lettura di brani tratti dall’Iliade, perché gli alunni potessero conoscere le storie e i personaggi, e impadronirsi del linguaggio proprio dell’epica greca. Al Museo, le classi hanno preso parte a incontri preliminari per esaminare i vasi e imparare a leggere le storie raffigurate su di essi. Nella Biblioteca hanno assistito, dal vivo, alla lettura espressiva di brani tratti dall’Iliade, accedendo al prestito di libri di narrativa per ragazzi legati all’epica greca. Di nuovo a scuola, poi, i ragazzi e le ragazze sono stati coinvolti in incontri esplicativi sulle tecniche di animazione e in laboratori di scrittura creativa, disegno e teatro (in particolare per la realizzazione delle scenografie realizzate con materiali di riciclo da utilizzare nella serata finale nel cortile di Palazzo D’Accursio).
“
SIAMO PARTITI DAGLI ANTICHI VASI GRECI CONSERVATI DAL MUSEO PER CREARE UN ORIGINALE RACCONTO DELLA GUERRA, FATTO DI IMMAGINI, MUSICA E PAROLE.
”
Quali metodologie didattiche sono state adottate? L’approccio è stato per lo più laboratoriale, con la creazione di piccoli gruppi di lavoro soprattutto per la realizzazione dei testi, dei file audio, dei disegni (poi trasformati in animazioni) e delle scenografie. Gli incontri in Museo sono stati organizzati prevedendo una prima parte introduttiva di lezionedialogo, anche con l’osservazione diretta e la manipolazione di reperti originali interi e in frammenti, e una seconda parte di restituzione delle conoscenze apprese, incentrata sul gioco. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Sono stati utilizzati strumenti presenti a scuola e in museo: lavagne interattive, la piattaforma web, fotocamere e videocamere, materiali da disegno, utensili per il traforo e la lavorazione del cartone. La strumentazione tecnica necessaria per le registrazioni audio e per le animazioni è stata messa a disposizione dalla Parrot Films, che ha curato la realizzazione del filmato finale. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La collaborazione più importante è stata quella con le archeologhe del Museo, che hanno condiviso con noi la progettazione e le metodologie didattiche utilizzate. Altrettanto importante è stata la partecipazione al lavoro dei due giovani tecnici della Parrot Films, che, con la loro creatività, hanno saputo dare vita alle storie e ai disegni realizzati dagli alunni, attraverso il montaggio del film animato.
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3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Una presentazione multimediale sullo svolgimento del progetto, una raccolta dei testi scritti dai ragazzi edita in formato cartaceo ed elettronico, la locandina dell’evento finale e il film animato (visibile sul canale YouTube della scuola e accessibile dai siti dell’Istituto comprensivo 12 e del Museo Civico Archeologico). Sono state inoltre utilizzate schede per facilitare l’esame dei vasi e le loro raffigurazioni o per attivare la produzione dei testi. Tutti i materiali prodotti sono stati realizzati con la partecipazione degli alunni e la collaborazione di molti insegnanti della scuola: il lavoro infatti ha coinvolto molte discipline (lettere, educazione musicale e artistica, tecnologia) e diversi consigli di classe. Come sono stati promossi all’esterno? Nel corso di un appuntamento pubblico serale a Palazzo D’Accursio, gli studenti hanno proiettato il film di animazione e illustrato le tappe del loro lavoro. Durante la serata si è svolta anche una performance teatrale a cura del laboratorio di teatro espressivo della scuola, guidato dalle attrici Sara Brambati e Giovanna Grosso. L’evento è stato pubblicizzato attraverso i siti web della scuola e del museo.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati raggiunti e gli alunni hanno mostrato grande impegno e partecipazione. Il risultato è stato davvero sorprendente: il film è un originale racconto per immagini, parole e musica, la narrazione di una guerra vissuta con gli occhi di protagonisti sconosciuti, soldati frementi in attesa della battaglia, donne in ansia che aspettano il ritorno dei loro figli e mariti, divinità impassibili o fin troppo umane che assistono alla rovina della famosa città di Troia. All’interno delle classi si è registrato un notevole interesse, anche da parte dei genitori. Inoltre, grazie alle differenti discipline coinvolte, ciascun alunno ha potuto dimostrare le proprie attitudini e i propri talenti. La stessa collaborazione dimostrata dagli studenti nei laboratori è stata necessaria fra i docenti: anche loro sono stati coinvolti in un lungo e paziente lavoro di gruppo.
illustreranno la collezione di ceramica attica da cui tutto il lavoro è iniziato. A scuola è prevista una serata con un’ulteriore proiezione del film.
Si sono riscontrate difficoltà? Talvolta è stato complicato coordinare il lavoro di tante persone e rispettare i tempi imposti dal progetto. Si prevede di reiterare l’esperienza? Il progetto in realtà prosegue: nell’autunno del 2014 è in programma una nuova iniziativa rivolta ai visitatori domenicali del Museo, durante la quale gli alunni e le alunne
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MARINAI E LEGIONARI: UN VIAGGIO NEL MUSEO DELLA NAVE ROMANA DI COMACCHIO SCUOLA:
Istituto comprensivo di Comacchio (Ferrara) - Scuola secondaria di I grado “Alessandro Zappata”
MUSEO:
Museo della nave romana di Comacchio
ALTRI PARTNER:
Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna, Comune di Comacchio - Ufficio pubblica istruzione, Società “Antea” - Ente incaricato per i servizi museali e didattici
CLASSI COINVOLTE:
13 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 260 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.youtube.com/watch?v=wXowcD99j4M feic82100e@istruzione.it; eleonoratuffanelli@libero.it; livia.santini@libero.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il contesto sociale e culturale di Comacchio, città profondamente legata alla pesca, non riesce sempre a stimolare bambini e adolescenti come si dovrebbe. Il progetto è nato quindi per far sì che gli studenti potessero riconoscere le caratteristiche naturalistico-ambientali del loro territorio, individuarne le specificità e le risorse, diventando consapevoli delle diverse interazioni dell’uomo con il proprio ambiente, in termini di convivenza, sfruttamento, inquinamento, tutela, salvaguardia, prevenzione. Perché la porzione di pianeta in cui si trovano sia vissuta come un bene prezioso e non come qualcosa da utilizzare indiscriminatamente.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Lavorando sia a scuola, sia al Museo di Comacchio che conserva il carico commerciale e gli oggetti di vita quotidiana dell’imbarcazione commerciale di epoca romana rinvenuta nel 1981 in Valle Ponti, i ragazzi e le ragazze delle classi coinvolte hanno creato un logo grafico per la sezione museale dedicata alla didattica, hanno realizzato un percorso di visita e una brochure prodotta dai ragazzi per i ragazzi e tradotta in tre lingue (italiano, inglese e francese), e hanno messo a punto un ipertesto e un video da utilizzare nella nuova postazione touch screen, anch’esso destinato ai ragazzi. Si è poi provveduto a organizzare l’apertura serale straordinaria del museo, con gli studenti nel ruolo di guide.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Promuovendo il valore della diversità come una risorsa preziosa per la collaborazione e il raggiungimento di un fine comune, si è inteso aumentare la conoscenza della storia da parte dei ragazzi attraverso la sperimentazione diretta e la percezione della vita quotidiana dei nostri simili in un’epoca antica. Nel contempo si mirava a migliorare l’approccio del museo con i ragazzi e promuovere, in questi ultimi, atteggiamenti civicamente consapevoli, sperimentando l’uso di diversi codici espressivi e l’utilizzo delle nuove tecnologie.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezioni frontali, lezioni al museo, lavori di gruppo, istruzione fra pari, visione di video, elaborazione di ipertesti. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Sono state coinvolte risorse umane, scolastiche e tecnologiche. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Per la crescita culturale degli studenti si è rivelata essenziale la collaborazione con alcune persone-chiave: Laura Ruffoni per il
“
LA BROCHURE, IL LOGO, L’IPERTESTO E IL VIDEO SONO STATI REALIZZATI LAVORANDO INSIEME, SIA A SCUOLA CHE AL MUSEO, A TU PER TU CON LA STRAORDINARIA NAVE ROMANA RITROVATA VICINO A COMACCHIO.
”
Museo della nave romana e Mario Cesarano per la Soprintendenza.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? La brochure, il logo, l’ipertesto e il video sono stati portati a termine lavorando insieme sia a scuola che al museo, e lasciando la riflessione personale come un compito domestico da rielaborare poi in classe in modo dialogico e corale.
comprensivo di Porto Garibaldi). Inoltre la comunicazione del nostro “ripescaggio”, giunta alla fine di dicembre del 2013, ci ha imposto ritmi organizzativi e di lavoro piuttosto serrati, soprattutto per via del nuovo assetto del Comprensivo, che ha accentrato molte delle nostre energie. Si prevede di reiterare l’esperienza? L’intenzione c’è, ma molto dipenderà dalla propensione del futuro dirigente scolastico.
Come sono stati promossi all’esterno? Ci siamo serviti di una conferenza stampa e di comunicati per i giornalisti della stampa locale, di profili facebook, di informazioni alle famiglie e di presentazioni pubbliche.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Sì, nella loro interezza e con piena soddisfazione da parte degli studenti, delle famiglie, dei nostri collaboratori e dei visitatori del Museo: la serata di apertura ha riscosso notevole successo presso la cittadinanza. Si sono riscontrate difficoltà? Il coinvolgimento di alcuni docenti non è stato sempre lineare e continuativo (una notevole resistenza alla collaborazione è stata riscontrata nel rapporto con l’Istituto
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VILLA MENSA: UNA LUNGA AFFASCINANTE STORIA, TRA ARTE, CULTURA E AGRICOLTURA. SCUOLA:
Scuola secondaria di I grado “Corrado Govoni” di Copparo (Ferrara)
MUSEO:
Museo comunale della civiltà contadina “La Tratta” di Copparo
ALTRI PARTNER:
Biblioteca comunale di Copparo, Gruppo micologico di Copparo, Fotoclub “Il Torrione” di Copparo, volontari AUSER di Sabbioncello San Vittore (Copparo)
CLASSI COINVOLTE:
3 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 65 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.comune.copparo.fe.it biblioteca.lucchini@comune.copparo.fe.it; femm016004@istruzione.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto scaturisce dalle volontà della Scuola “Govoni” e del Museo comunale della civiltà contadina “La Tratta”, unite dall’obiettivo di valorizzare e far conoscere anche tra i giovani un monumento importante ma poco noto come Villa Mensa, l’edificio rinascimentale voluto nel 1480 dalla famiglia dei Della Rovere. Il contesto in cui nasce l’iniziativa è quello di un territorio della pianura padana che può vantare un passato di vocazione agricola: nel solco di questa tradizione abbiamo pensato di inserire la valorizzazione delle emergenze presenti, ovvero le “delizie” estensi e i palazzi del potere.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Tra le attività strettamente didattiche si segnalano le lezioni frontali con le insegnanti, l’approfondimento in classe dei temi del Rinascimento estense, la conoscenza delle mappe legate a Villa Mensa e delle piante autoctone del territorio. Con l’ausilio della Biblioteca comunale di Copparo sono state messe a punto ulteriori attività di approfondimento: un incontro con diapositive sulla storia di Villa Mensa e due visite dal vivo con lezioni itineranti, vendemmia, esplorazione del boschetto di piante autoctone e concerto finale di musiche rinascimentali.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Agli studenti abbiamo chiesto di elaborare, con l’ausilio di associazioni e aziende del territorio, itinerari di conoscenza e fruizione del sito prescelto, utilizzando metodiche tradizionali e innovative per contestualizzarlo nel territorio circostante. Di Villa Mensa occorreva dunque cogliere sia gli aspetti storico-artistici sia quelli di contesto più ampio: le vocazioni botaniche e agricole, le scelte colturali e naturalistiche (agricoltura sostenibile con grano antico e uve storiche, area verde con piante autoctone, sedimenti ed evoluzioni storiche del territorio).
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezioni frontali, incontri collettivi con le tre classi coinvolte, lavori da completare a casa da parte degli alunni (lettura e rielaborazione della mappa di Villa Mensa), discussioni in classe a seguito dei momenti “in esterna”, produzione di elaborati da parte degli alunni, produzione di foto digitali. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Macchina fotografica digitale, computer, videoproiettore, software per l’elaborazione delle foto digitali e per la presentazione multimediale dei contenuti.
“
RACCOGLIERE L’UVA CON LE MANI È FATICOSO MA DAL NOSTRO LAVORO È NATO UN VINO CHE VIENE PRODOTTO SOLO QUI A VILLA MENSA: SI CHIAMA ‘IL DELIZIOSO’.
”
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Le collaborazioni si sono rivelate tutte interessanti, perché hanno contribuito a sviluppare un progetto non esclusivamente scolastico, allargato alle diverse componenti del territorio. Hanno collaborato efficacemente i partner individuati nelle fasi preliminari del progetto: l’enologa Annalisa Barison per la conoscenza delle uve e il rito della vendemmia; l’agricoltore e agrotecnico Raffaele Billo per la conoscenza del grano caratteristico Gentilrosso; Renzo Pedriali, del Gruppo micologico di Copparo, per la conoscenza delle piante autoctone; il Fotoclub “Il Torrione” per la scelta e l’elaborazione delle fotografie; Veronica Cestari, volontaria del Servizio civile, per la collaborazione data alla realizzazione dell’audiovisivo; i volontari dell’AUSER della frazione di Sabbioncello San Vittore per il ristoro offerto alle scolaresche.
3. REALIZZAZIONI
Come sono stati promossi all’esterno? L’unico momento di presentazione pubblica ha coinciso con la visita finale a Villa Mensa da parte delle scolaresche, aperta alla comunità.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Sì, gli obiettivi sono stati realizzati e, nel raggiungerli, i ragazzi hanno manifestato interesse sia in corso d’opera che nella fase finale di riscontro. Si sono riscontrate difficoltà? No, se non la difficoltà di effettuare molte uscite sul territorio: ne erano previste tre, ne sono state realizzate due. Si prevede di reiterare l’esperienza? Sì, eventualmente estendendo l’esperienza anche ad altri monumenti del territorio e coinvolgendo ulteriori nuovi partner.
Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Gli alunni hanno sviluppato e messo per iscritto i propri pensieri sull’esperienza, mettendo in luce gli aspetti per loro salienti. Hanno realizzato un repertorio di foto digitali che, debitamente selezionate e organizzate, hanno condotto alla produzione dell’audiovisivo.
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STORIE SENZA PAROLE: RACCONTARE I MUSEI ATTRAVERSO LE IMMAGINI SCUOLA:
Liceo artistico “Alessandro Serpieri” di Rimini
MUSEO:
Pinacoteca “Fernando Gualtieri” di Talamello (Rimini)
ALTRI PARTNER:
Istituto comprensivo di Novafeltria (Rimini), Museo archeologico di Verucchio (Rimini), Museo delle conchiglie “La Torre Saracena” di Bellaria Igea Marina (Rimini), Centro Zaffiria
CLASSI COINVOLTE:
3 classi di liceo + 3 classi di scuola primaria
STUDENTI COINVOLTI: 110 alunni
LINK WEB / EMAIL:
e.rodriguez@comune.verucchio.rn.it; zaffiria@comune.bellaria-igea-marina.rn.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato da un percorso di sensibilizzazione ai temi dell’accessibilità museale che ha portato alla costruzione di un’area tematica di lavoro all’interno di “Remus”, la rete dei musei della bassa Valmarecchia e Bellaria Igea Marina. I musei coinvolti lavorano da tempo sulle strategie di coinvolgimento della comunità locale, in questo caso si è pensato di valorizzare delle competenze artistiche ancora in via di costruzione: quelle degli studenti. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Volevamo attivare gli studenti e le studentesse affinché si sentissero coprotagonisti in una missione comune: ridurre gli ostacoli e le barriere che le persone con disabilità incontrano quando accedono al patrimonio culturale.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Il progetto ha previsto attività nei tre comuni riminesi coinvolti: Talamello, Verucchio, Bellaria Igea Marina. A Rimini, presso il Liceo artistico “Serpieri”, è stato realizzato un incontro di formazione per studenti e docenti sul tema dell’accessibilità al patrimonio, tenuto da Elena Rodriguez,
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direttrice del Museo archeologico di Verucchio. Sono stati poi realizzati dei laboratori specifici nelle tre classi interessate, che hanno attivato percorsi di approfondimento con i docenti. Le classi hanno visitato i musei coinvolti e successivamente progettato un intervento di riduzione degli ostacoli all’accesso alla cultura. Nel caso della Pinacoteca di Talamello è stata coinvolta la scuola primaria, che ha visto realizzato da artigiani il prodotto progettato: alcune tavole tattili stampate in rilievo a partire dalle textures dei quadri di Fernando Gualtieri scelte e disegnate dai bambini. Due classi del Liceo artistico hanno invece lavorato con il Museo archeologico di Verucchio realizzando degli oggetti che permettono di approfondire la conoscenza del banchetto villanoviano. Al Museo malacologico di Bellaria Igea Marina, la terza classe di liceo coinvolta ha progettato un’installazione sul mare. Gli elaborati degli studenti sono poi confluiti nella realizzazione di tre mostre nei musei coinvolti e di un week end denso di eventi appositamente creati per raccontare e valorizzare il lavoro svolto. A scuola sono stati realizzati l’incontro formativo iniziale e i diversi laboratori. Nei musei invece sono stati realizzati i sopralluoghi con visite guidate e sono poi state installate le mostre e presentati gli oggetti prodotti. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezione frontale (per presentare il tema dell’accessibilità al patrimonio e le buone pratiche) e attività di laboratorio.
“
LA NOSTRA MISSIONE? RIDURRE GLI OSTACOLI CHE INCONTRANO LE PERSONE CON DISABILITÀ QUANDO ACCEDONO AL PATRIMONIO CULTURALE.
”
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Risorse interne alla scuola e ai musei e risorse proprie del Centro Zaffiria, partner del progetto. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La Pinacoteca “Gualtieri” di Talamello ha raggiunto tutti i suoi obiettivi, buoni i risultati a Verucchio, più faticosa la collaborazione tra il museo malacologico e la classe coinvolta, che non ha affrontato il tema dell’accessibilità culturale dei disabili.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Il progetto ha portato alla realizzazione di due mostre (quella di Bellaria Igea Marina è stata visitata da 15.000 turisti) e di un set di tavole tattili in rilievo donate alla Pinacoteca di Talamello, che verranno utilizzate sia per l’attività didattica del museo sia dalla scuola primaria che le ha progettate. Come sono stati promossi all’esterno? Sono stati promossi tre eventi di presentazione per dare un riscontro ai ragazzi e per aprire il progetto alle comunità locali. Le iniziative sono state coordinate dai tre musei creando un calendario comune e una comunicazione condivisa (locandina, campagna facebook, invio diretto di email di invito).
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati parzialmente raggiunti. A Talamello il progetto è stato ben realizzato, ha motivato gli alunni, coinvolto l’amministrazione locale e soddisfatto il museo. A Verucchio la collaborazione con il Liceo artistico è stata positiva: gli studenti hanno lavorato con competenza e producendo elaborati di qualità. A Bellaria Igea Marina gli studenti hanno realizzato un’installazione ispirata alla collezione di conchiglie che ha saputo meravigliare i numerosi visitatori; in questo caso però il tema dell’accessibilità culturale non è stato approfondito e gli studenti hanno lavorato a una installazione in site più che un percorso di accessibilità culturale. Si sono riscontrate difficoltà? Sì, nella condivisione del tema dell’accesso al patrimonio e nella direzione del lavoro dei ragazzi. Nel caso di Bellaria, come è stato evidenziato, è stata realizzata una mostra bella negli esiti, ma fuori tema. Anche il coordinamento con la scuola capofila è stato piuttosto complesso da gestire. Si prevede di reiterare l’esperienza? Nel caso occorrerebbero maggiore precisione nella definizione della tematica al centro del progetto e strumenti più incisivi di valutazione in itinere per evitare che l’autonomia possa portare a progettazioni discordanti con l’attività proposta.
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VERSO EXPO 2015: QUESTA TERRA È UN’OPERA D’ARTE SCUOLA:
Istituto statale di istruzione superiore “Enrico Mattei” di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza)
MUSEO:
Museo contadino “Casa della memoria Casella” di Fiorenzuola d’Arda
ALTRI PARTNER:
Scuola secondaria di I grado “Giuseppe Gatti” di Fiorenzuola d’Arda, Museo di Villa Sant’Agata di Villanova (Piacenza), Associazione culturale “Le Terre Traverse” di Fiorenzuola d’Arda, Comuni di Besenzone e Villanova (Piacenza) e Busseto (Parma), Politecnico di Milano - sede di Piacenza
CLASSI COINVOLTE:
2 classi di istituto tecnico economico
STUDENTI COINVOLTI: 36 alunni
LINK WEB / EMAIL:
www.istitutomattei.com mattei@istitutomattei.com; info@casadellamemoria.net; terretraverse@libero.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Frutto della collaborazione tra l’Istituto “Mattei” e il Museo contadino “Casa della memoria Casella” di Fiorenzuola d’Arda, il programma nasce nel contesto di un ampio progetto di valorizzazione territoriale che l’Associazione culturale “Le Terre Traverse” (di cui il Museo è socio fondatore) persegue da alcuni anni, coinvolgendo la società civile in un percorso di promozione della memoria e di consapevolezza della cultura materiale e immateriale. A partire dal 2012 si è lavorato in particolare sulla figura di Giuseppe Verdi, grandissimo musicista ma anche proprietario terriero attento all’innovazione. La nostra iniziativa intendeva valorizzare il territorio agricolo come bene comune, traguardando in modo specifico le terre comprese tra la Via Emilia e il Po, lambite dai torrenti Arda e Ongina, là dove si estendevano le proprietà di Verdi. I segni territoriali che caratterizzano questi luoghi mettono bene in luce la relazione tra elemento naturale e fattore antropico: grazie al riferimento concreto e attuale al prossimo “Expo 2015”, ai giovani coinvolti è stato proposto di prendere coscienza del patrimonio locale, guardandolo da una prospettiva globale. Anche per questo è stato fondamentale il ricorso alla figura di Giuseppe Verdi, grande genio della musica e imprenditore agricolo nell’età risorgimentale: icona perfetta di questo intreccio “glocal”, ma anche testimone della connessione inscindibile tra nutrimento del corpo e nutrimento dello spirito.
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Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Oltre agli evidenti obiettivi di conoscenza del territorio, della sua economia e del suo patrimonio, il progetto è stato volto a: • educare a un “modo di stare al mondo” • capace di coniugare virtuosamente prospettiva locale e orizzonti globali, senza chiusure tribali ma anche senza sradicamenti spaesanti; • sviluppare la capacità di un uso espressivo • e creativo dei mezzi di comunicazione; • apprendere i complessi intrecci tra • competenze che sono necessari per la realizzazione di un evento pubblico; • consentire un’esperienza di lavoro in staff • favorendo l’integrazione di competenze tra studenti (il “Mattei” è un istituto di istruzione superiore che propone vari indirizzi); • favorire lo sviluppo di un senso di • responsabilità civica; • accrescere la motivazione all’apprendere • attraverso una progettualità orientata a una produzione socialmente utile.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Quali collaborazioni si sono attivate? Il progetto ha coinvolto più direttamente, in modo attivo, gli studenti della scuola secondaria di II grado di Fiorenzuola, in particolare due classi dell’Istituto tecnico economico.
“
ABBIAMO CAPITO QUANTO SIA RILEVANTE LA FIGURA DI GIUSEPPE VERDI PER IL NOSTRO TERRITORIO, NON SOLO COME MUSICISTA, ANCHE COME IMPRENDITORE AGRICOLO ATTENTO ALLA TERRA E ALL’INNOVAZIONE.
”
Tra le attività svolte e le collaborazioni allacciate si segnalano: – 7 lezioni frontali a scuola su: • la situazione dell’agricoltura nel territorio • della Bassa piacentina e parmense nel corso del XIX secolo (docente: Franco Sprega, del Museo contadino “Casa della memoria Casella”); • i caratteri generali dell’uomo Giuseppe • Verdi (docente: Corrado Mingardi, direttore della Biblioteca civica di Busseto); • la figura di Giuseppe Verdi, agricoltore nel • suo territorio (docente: Franco Sprega); • i contratti agrari: comparazione tra quelli • stipulati alla fine dell’Ottocento e quelli attuali (docenti: Franco Sprega; Gianni Montani, professore di Diritto dell’Istituto “Mattei”); • la normativa relativa ai diritti d’autore e di • riproduzione; • l’utilizzo del brand nella promozione del • territorio (docente: Paolo Rizzi, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza); • Giuseppe Verdi maestro di musica • (docente: il maestro Fabrizio Cassi). – 5 laboratori in classe: • lettura, commento e scelta di passi dai • carteggi verdiani per approfondire la conoscenza del Maestro e per predisporre la sceneggiatura di un video; • attività di traduzione in lingua inglese dei • • passi selezionati come “narrazione” per il video; • approfondimento sui prodotti •
enogastronomici del territorio e i piatti di casa Verdi; • visione e discussione del video dello • L’Altra Opera. spettacolo teatrale Giuseppe Verdi agricoltore (di e con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani; produzione Regione Emilia-Romagna, “Le Terre Traverse”, Fondazione di Piacenza e Vigevano); • attività di condivisione con il regista • Giovanni Martinelli rispetto ai contenuti del video in preparazione e discussione approfondita sulle modalità di passaggio dalla parola all’immagine. – uscite guidate sul territorio, durante alcune delle quali i ragazzi hanno collaborato con il regista per la realizzazione del video; tra i luoghi visitati: • • le zone di insediamento dei possedimenti rurali di Giuseppe Verdi (sono state riconosciute alcune delle sue vecchie proprietà site tra la Via Emilia e il Po ed è stato indagato il sistema delle acque interne al territorio); • • il Mulino del Castellazzo, che fu di proprietà di Verdi; • • la Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova; • • il Teatro Verdi e la Casa Barezzi a Busseto; • • i luoghi verdiani di Milano: la casa di riposo per artisti “Casa Verdi”, il Grand Hotel et de Milan, il Teatro alla Scala. – utilizzo del web 2.0, con la costruzione di una pagina facebook dedicata, utilizzata per l’attività di coordinamento e per l’esercizio della lingua inglese sui temi del progetto.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Lezioni frontali, attività di laboratorio, uscite guidate sul territorio. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Tutte le attività sopra descritte sono state riprese dagli studenti avvalendosi di videocamera e fotocamera. Durante le visite guidate ci siamo avvalsi della costante assistenza dell’operatore video Giovanni Martinelli, che ha operato con una videocamera Canon Mark3 5D e in due situazioni, per effettuare delle più efficaci riprese dall’alto, abbiamo utilizzato anche un drone professionale a 6 eliche.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? • Un video professionale realizzato con la • regia di Giovanni Martinelli e intitolato La pianura di Verdi. Questa terra è un’opera d’arte: nell’ambito dell’ampio epistolario verdiano, gli studenti, con l’aiuto delle insegnanti, hanno studiato e selezionato i passaggi da “mettere in immagine”, hanno poi approfondito la conoscenza del territorio per governare l’ambientazione delle riprese, hanno partecipato prestandosi come attori, infine hanno provveduto alla traduzione in lingua ingiese di quanto è raccontato nella parte sonora del video; • • un video del backstage che testimonia il
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lavoro svolto dagli studenti, dalle prime fasi di reperimento dei materiali, agli incontri con gli esperti, allo studio del territorio, all’approfondimento necessario per comunicare all’esterno quanto appreso; • • una tavola dei possedimenti verdiani: prodotta da un laureando del Politecnico di Milano, che ha collaborato all’iniziativa offrendo la prima cartografia completa dei poderi di Verdi, la tavola si è rivelata molto importante per lo studio del rapporto tra il musicista, la sua attività agricola e il contesto territoriale in cui si svolgeva; • • una pagina facebook dedicata: gestita dal gruppo degli studenti, è stata veicolo di comunicazione interna, di esercitazione, di attività didattico-ludiche guidate dalle insegnanti. Come sono stati promossi all’esterno? Oltre alla comunicazione delle varie fasi di costruzione del video La pianura di Verdi. Questa terra è un’opera d’arte, promossa con articoli sulla stampa quotidiana (“Libertà” e “Piacenza24”) e sul giornale della scuola, è prevista una serie di presentazioni pubbliche (al Palazzo della Provincia di Piacenza e nei comuni di Busseto, di Villanova sull’Arda e Besenzone). Il video potrà essere visto dai visitatori del Museo contadino “Casa della memoria Casella” e sarà pubblicato sul sito web dell’Associazione culturale “Le Terre Traverse” e su quello dell’Istituto “Mattei”.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Pensiamo che i traguardi iniziali siano stati pienamente raggiunti: gli studenti hanno acquisito una consapevolezza del tutto inedita della rilevanza di Giuseppe Verdi per il territorio, avendone scoperto l’attività di imprenditore agricolo oltre che quella di musicista. La presentazione in classe dell’opera musicale verdiana ha riscontrato tra l’altro un apprezzamento superiore alle previsioni, mostrando ancora una volta l’importanza dell’educazione musicale in tutti i livelli di istruzione scolastica. Nel corso del progetto è stato possibile realizzare un ulteriore obiettivo, non previsto: avviare gli studenti a diventare consapevoli di quanto siano necessarie competenze specifiche per sviluppare i passaggi tra diversi linguaggi, per esempio tra parola, immagine e musica. Da apprezzare il particolare impegno e coinvolgimento di alcuni studenti, che hanno assunto anche iniziative autonome di implementazione, documentazione e disseminazione del lavoro: dall’elaborazione del video del backstage, alla stesura di articoli per il giornale della scuola e per il quotidiano locale.
GLI EUROPEENSES E L’OPERA DEI PUPI Progetto speciale “CEC - Cradles of European Culture”
SCUOLA:
Istituto comprensivo “Giovanni Pascoli” di Riolo Terme - Scuola secondaria di I grado “Alfredo Oriani” di Casola Valsenio (Ravenna)
MUSEO:
Museo “La casa delle marionette” di Ravenna
ALTRI PARTNER:
Comune di Casola Valsenio (Ravenna); Sistema museale della Provincia di Ravenna
CLASSI COINVOLTE:
1 classe di scuola secondaria di I grado + 1 classe di scuola primaria + 1 gruppo di alunni di scuola materna
STUDENTI COINVOLTI: 85 alunni
LINK WEB / EMAIL:
icpascoliriolo.it www.teatrodeldrago.it/it/la-casa-delle-marionette.html
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il Museo “La casa delle marionette” di Ravenna conserva la collezione della famiglia Monticelli: cinque generazioni di teatranti che ci hanno lasciato in eredità 63 marionette, 150 burattini, 132 scenografie, 150 copioni manoscritti e numeroso materiale di tournée: foto, locandine, permessi, bandi, censure. L’idea, sviluppata nell’ambito del progetto europeo “CEC - Cradles of European Culture”, prende lo spunto da una parte di questa collezione, quella che raccoglie il patrimonio della famiglia Cuticchio, insigne esponente dell’Opera dei Pupi: abbiamo pensato che le storie del ciclo carolingio offrissero un’occasione concreta e al tempo stesso divertente per parlare ai ragazzi della Francia Media, l’epoca storica che va dall’843 al 1033, argomento principe del progetto “CEC”. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Gli obiettivi di partenza erano tre: • stimolare i ragazzi a utilizzare le • competenze storiche e di partecipazione civica mediante i codici peculiari del fare museo, fondendo insieme gli apprendimenti scolastici e non scolastici; • permettere a ognuno di loro di mettere • in campo quelle capacità personali (organizzative, tecniche, relazionali) che non sempre emergono all’interno dell’attività scolastica, ma che sono fondamentali per la crescita, la
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maturazione e l’autostima; • far loro acquisire la consapevolezza che, • oltre alla scuola, ci sono altri luoghi dove imparare attraverso esperienze pratiche e che i musei non sono luoghi tetri e tristi ma “libri aperti”, nei quali muoversi per acquisire le conoscenze in modo attivo.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Quali metodologie didattiche sono state adottate? Dopo un’introduzione metodologica di quattro ore si è lavorato su due versanti, uno più teorico, dedicato alla formazione, l’altro più pratico, per mettere in atto gli insegnamenti e i fondamenti acquisiti. La prima parte, iniziata nel novembre del 2013 si è conclusa a febbraio del 2014; la seconda, iniziata a marzo, si è conclusa il 5 giugno. Sei incontri di due ore l’uno sono serviti da introduzione alla parte storica (la vita di Carlo Magno, il suo impero, le sue conquiste) e alla parte letteraria (Matteo Maria Boiardo: L’Orlando innamorato; Ludovico Ariosto: L’Orlando furioso). Gli argomenti sono stati approfonditi utilizzando diversi strumenti: dai documentari alle colonne sonore, ai testi letterari, ai video di spettacoli teatrali. Alcune lezioni di dizione e di lettura ad alta voce sono state utili per incominciare a impostare la voce e le tecniche di respirazione. Il percorso laboratoriale è iniziato con la visita al Museo “La casa delle marionette”: ragazze
“
TIMIDI O SFACCIATI, IL TEATRO DI FIGURA, CON I SUOI DIVERSI LINGUAGGI, HA OFFERTO A TUTTI LA POSSIBILITÀ DI SENTIRSI PROTAGONISTI, CIASCUNO SECONDO LE PROPRIE ABILITÀ.
”
e ragazzi sono stati preparati a essere essi stessi guide e atelieristi, dopodiché, divisi in gruppi, hanno messo in pratica quanto acquisito, facendo i “padroni di casa” in due mattinate nelle quali sono stati chiamati a offrire i loro saperi ai bambini più piccoli. Si è passati poi a realizzare, in classe, un vero e proprio laboratorio di scenotecnica, che si è concluso con la realizzazione di tutte le scenografie, dei pupi e dei costumi per lo spettacolo (attrezzistica compresa). Oltre a mettere a punto il copione, gli studenti hanno lavorato sulle diverse tecniche: teatro di figura, pupi, burattini e teatro d’ombra, individuando per ogni scena quale tipologia utilizzare. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Il progetto – realizzato grazie all’impegno degli insegnanti, e in particolare della professoressa Fulvia Martini, che lo ha coordinato insieme a Roberta Colombo, direttrice del Museo “La casa delle marionette” – si è avvalso dell’aiuto prezioso di Angelo Sintini, insegnante di musica, di Mauro Monticelli per la costruzione delle scenografie, di Andrea Monticelli per il teatro d’ombre, e dei genitori che hanno seguito i ragazzi aiutandoli nella confezione dei costumi. Tutto il lavoro è stato documentato da report scritti grazie a Sarah Bonomi e Beatrice Bologna, e da foto e video a cura di Alessandro Lanzoni e Massimo Bacchi. Fondamentale la collaborazione del Comune di Casola Valsenio per l’utilizzo del teatro di altri spazi comunali. Nel progetto è stato coinvolto in fase di ideazione anche
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il Settore cultura del Comune di Ravenna, fondamentale per dissipare dubbi e incertezze; il Sistema museale della Provincia di Ravenna ha dato un contributo prezioso nella fase di formazione e nella divulgazione del progetto.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come sono stati promossi all’esterno? La sera del 5 giugno 2014, sul palco del Cine Teatro Senio di Casola Valsenio, è andata in scena la prima dello spettacolo I Pupi Casolani, scritto e interpretato dai ragazzi e dalle ragazze della II A della Scuola secondaria di I grado “Alfredo Oriani”. La rappresentazione finale è stata davvero il frutto del lavoro collettivo della classe: in scena attori, burattini, pupi, ombre accompagnati da musica dal vivo, canzoni e suoni.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? La scommessa iniziale è stata vinta in pieno. Tra i punti di forza del progetto si segnala la serietà dimostrata da parte di quegli alunni che normalmente in classe “non brillano” e che in questo caso, invece, hanno “tirato fuori” grinta, capacità di gestione, spirito di collaborazione, inventiva e un grande coraggio nel metter da parte le proprie insicurezze.
Si sono riscontrate difficoltà? Tra i punti critici c’è stato il fattore tempo: per la sua complessità, il progetto avrebbe necessitato di maggior respiro per la realizzazione, soprattutto per permettere ai ragazzi di migliorare le conoscenze e le abilità nelle varie tecniche teatrali. Ai limiti di tempo si può imputare, in parte, anche il minore apporto di alcuni ragazzi che non sono riusciti a comprendere appieno l’importanza della posta in gioco. Si prevede di reiterare l’esperienza? Il progetto è totalmente sperimentale ma si presuppone che sia ripetibile e possa diventare una “buona pratica” anche per altri musei.
TESSERE D’EUROPA Progetto speciale “CEC - Cradles of European Culture”
SCUOLA:
Scuola secondaria di I grado “Damiano Novello” di Ravenna
MUSEO:
NatuRa - Museo ravennate di scienze naturali “Alfredo Brandolini”, di Sant’Alberto (Ravenna)
ALTRI PARTNER:
“Atlantide” soc. coop. sociale p.a. di Cervia (Ravenna); Cooperativa culturale “Un paese vuole conoscersi” di Ravenna
CLASSI COINVOLTE:
2 classi di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI: 53 alunni
LINK WEB / EMAIL: www.natura.ra.it fmasi@comune.ra.it
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto nasce in un momento molto importante per Ravenna, candidata a diventare “capitale europea della cultura” per il 2019, ed è partito dalla curiosità di riscoprire zone della nostra città che pensavamo di conoscere già bene e che invece si sono rivelate come altrettante inaspettate fotografie del nostro passato: istantanee di un altro tempo, che ci hanno permesso di immaginare la natura e i paesaggi di epoche oramai lontane.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Dopo una fase di programmazione e organizzazione che ha visto coinvolti il personale del Museo e i docenti, impegnati in sopralluoghi, ricerche e incontri sul territorio, gli studenti sono stati impegnati da: • • una lezione introduttiva condotta dal personale del Museo NatuRa per presentare le finalità e l’articolazione del progetto e introdurre alla realizzazione del diario di bordo; • • alcuni sopralluoghi condotti con il supporto dei docenti, del personale del Museo NatuRa, del Museo nazionale di Ravenna: ragazze e ragazzi, con l’ausilio di schede e binocoli, hanno analizzato alcune porzioni di opere presenti nel Museo nazionale e nella Basilica di San Vitale, alla ricerca di immagini rappresentative di diverse specie di flora e di fauna; • • l’analisi dei dati raccolti con il supporto del personale del Museo NatuRa; • • lo studio delle opere analizzate, con l’insegnante di storia dell’arte; • • la partecipazione a un’uscita in natura, nella Pineta di Marina di Ravenna, all’interno del percorso per non vedenti e ipovedenti “In Pineta a occhi chiusi”, con l’intervento di una guida naturalistica e di alcuni referenti dell’Unione italiana ciechi; • • la realizzazione delle riproduzioni tridimensionali rivolte a un pubblico di ipovedenti e non vedenti; • • il completamento delle schede storico-
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Due gli obiettivi principali: da un lato valorizzare il ruolo delle arti plastiche e musive nella costruzione e nel rafforzamento del sentimento europeo che, nato già in età carolingia, lega da più di cinquant’anni Ravenna ad Aachen e a Chartres; dall’altro offrire la possibilità di vivere, vedere e “toccare con mano” questi straordinari tesori anche a chi non ne ha la possibilità, ipovedenti e non vedenti: volevamo che gli studenti diventassero protagonisti di un programma innovativo di analisi, studio e promozione di un bene culturale della loro città, allestendo un percorso tattile ispirato e dedicato ai più bei mosaici di Ravenna.
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“
VOLEVAMO OFFRIRE LA POSSIBILITÀ DI VIVERE, VEDERE E TOCCARE CON MANO LE BELLEZZE DI RAVENNA ANCHE A CHI NON NE HA LA POSSIBILITÀ.
”
scientifiche dedicate alle specie di flora e fauna “scoperte” durante i sopralluoghi; • l’inaugurazione e le visite guidate alla • mostra realizzata presso il Museo NatuRa; • l’organizzazione e l’assemblaggio dei kit • didattici che sintetizzano l’esperienza. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Si è dato largo spazio al coinvolgimento attivo degli studenti, utilizzando prevalentemente il lavoro di gruppo, sia in fase di ricerca che in fase di analisi e realizzazione artistica, e dando loro la possibilità di avere un confronto continuo. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Il Museo NatuRa ha messo a disposizione i materiali creativi per la realizzazione delle copertine del diario di bordo, i binocoli per il sopralluogo nella Basilica, il computer e il videoproiettore per le lezioni, la stampante a colori, le macchine fotografiche per la documentazione, il mezzo di trasporto per il trasferimento delle opere, le suppellettili e gli spazi per la mostra. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Oltre alle collaborazioni con le cooperative “Un Paese vuole conoscersi” e “Atlantide” nella gestione e nel coordinamento del progetto, si segnalano quelle con l’associazione “Amici di Chartres” per la cura dei contatti con la città francese, con la sezione provinciale di Ravenna dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti per l’organizzazione dell’incontro
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volto a sensibilizzare i ragazzi e per la realizzazione delle etichette in Braille inserite all’interno della mostra, con il Museo nazionale di Ravenna e la Soprintendenza.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? • 3 kit didattici che rendono replicabile • l’esperienza; • 26 riproduzioni tridimensionali realizzate • nell’ambito delle lezioni di arte con l’utilizzo delle tecniche di sbalzo su rame e bassorilievo; • 28 schede dedicate alle specie di flora/ • fauna individuate dagli studenti, realizzate con il supporto delle insegnanti di storia, lettere e scienze; • un allestimento all’interno del Museo • NatuRa realizzato con reperti naturalistici appositamente selezionati, riproduzioni, schede ed etichette in Braille. I kit sono contenuti in scatole di legno realizzate a mano e identificabili grazie a un’etichetta dedicata. Il kit italiano contiene due riproduzioni tridimensionali (una per tecnica), il diario di bordo compilato, un panetto di DAS, un foglio di rame e 4 plichi: “Alla ricerca di flora e fauna”, con le schede utilizzate durante i sopralluoghi; “Analisi dei dati raccolti”, con le schede utilizzate in classe dagli studenti per analizzare le informazioni raccolte; “Risultati”, con tutte le schede storico-scientifiche a colori; “Come
realizzare le riproduzioni tridimensionali”, con le istruzioni relative a sbalzo su rame e bassorilievo. Il kit francese e il kit tedesco hanno lo stesso contenuto, ma in lingua francese e inglese. L’allestimento dei reperti naturalistici è stato realizzato da personale di NatuRa con il supporto di un tassidermista. Le etichette in Braille sono state realizzate a mano dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti.
in Francia e in Germania. Si prevede di reiterare l’esperienza? Parte dell’attività è stata inserita tra le proposte del Museo NatuRa nell’anno scolastico 2014-2015.
Come sono stati promossi all’esterno? Oltre ai comunicati stampa, alla newsletter e al sito web del Museo NatuRa, il lavoro degli studenti è stato promosso dalla mostra, inaugurata alla presenza di famiglie e studenti, che per l’occasione hanno condotto una visita.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Sì, gli obiettivi sono stati raggiunti. La collaborazione con l’Unione italiana ciechi ha permesso ai ragazzi di vivere un’esperienza diretta della visita in natura “a occhi chiusi”, un’attività non prevista dal progetto iniziale. Si sono riscontrate difficoltà? Solo nel coinvolgimento delle città europee che dovevano ricevere i kit: nonostante la cura delle relazioni, e sebbene il materiale venga inviato a titolo gratuito e senza nessun vincolo a svolgere le attività, a oggi non sono ancora state selezionate le classi destinatarie
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VIA MARSALA 1-53 Progetto speciale “Genus Bononiae - Musei nella città”
SCUOLA:
Istituto comprensivo n. 4 di Bologna Scuola secondaria di I grado “Alfredo Panzini”
MUSEO:
MAMbo - Museo d’arte moderna di Bologna (Dipartimento educativo)
ALTRI PARTNER:
Museo della storia di Bologna, Accademia di belle arti di Bologna
CLASSI COINVOLTE:
1 classe di scuola secondaria di I grado
STUDENTI COINVOLTI:
24 alunni + 20 studenti dell’Accademia di belle arti Dipartimento di comunicazione e didattica dell’arte
LINK WEB / EMAIL:
www.viamarsala1-53.it mamboedu@comune.bologna.it; mercedes.tonelli@libero.it; elena_fino@libero.it t
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
1. CONTESTO DI PARTENZA E OBIETTIVI Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato con l’intento di valorizzare l’idea di città, cogliendone soprattutto gli aspetti emotivi di relazione tra i cittadini e il tessuto urbano, cercando di creare una mappatura “sentimentale”. L’azione si è concentrata su via Marsala, una strada significativa nel centro di Bologna, che unisce il cuore della città con la zona universitaria, facendo convivere cittadini bolognesi da generazioni con chi vive la città temporaneamente o vi è arrivato da poco e da lontano. L’Istituto comprensivo 4, di cui fa parte la Scuola secondaria di I grado “Panzini”, è ubicato nel quartiere Navile, nella periferia nord, un territorio caratterizzato da un consistente insediamento di famiglie straniere, provenienti da etnie diverse: in questo contesto il progetto ha offerto l’occasione di avviare processi di dialogo e riflessione sul tema della cittadinanza attiva e sull’idea che il tessuto urbano sia un patrimonio culturale condivisibile e uno specchio di molteplici identità. Il MAMbo - Museo d’arte moderna di Bologna e il Museo della storia di Bologna lavorano da anni per favorire azioni educative volte a promuovere il valore inclusivo della cultura e del patrimonio: per facilitare la trasmissione dei contenuti proposti attraverso esperienze di peer to peer, in questa iniziativa è stata coinvolta anche l’Accademia di belle arti di Bologna, in particolare il Corso di
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progettazione multimediale del Dipartimento di comunicazione e didattica dell’arte. Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? • Conoscere la propria città dal punto di • vista storico, per definirne gli aspetti sociali e culturali della contemporaneità; • acquisire competenze nell’uso di nuove • tecnologie e nella rielaborazione personale di contributi multimediali; • acquisire conoscenze in ambito storico • artistico e antropologico; • affinare la capacità di team working nella • programmazione e nella realizzazione delle attività, fino alla condivisione finale dei risultati raggiunti; • imparare a dialogare con studenti di altre • età e a condividere un progetto di ricerca; • sperimentare nuove relazioni • intergenerazionali, sia con gli studenti dell’Accademia, sia con i cittadini intervistati.
2 . ATTIVITÀ, STRATEGIE E RISORSE UTILIZZATE Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? I ragazzi e le ragazze coinvolti sono stati impegnati in: • un incontro a scuola per definire le linee • guida del progetto; • una visita a Palazzo Pepoli, sede del Museo • della storia di Bologna, per conoscere le origini e l’evoluzione della città; • un incontro in classe per scoprire come gli •
“
SPERIAMO CHE L’ESPERIENZA FATTA SIA PROPOSTA IN FUTURO AD ALTRI RAGAZZI, PERCHÉ POSSANO PROVARE LE NOSTRE STESSE EMOZIONI NELLO SCOPRIRE ANGOLI DI VITA NASCOSTA NELLA PROPRIA CITTÀ.
”
artisti contemporanei interpretano il tema della città; • alcune “passeggiate estetiche” in via • Marsala per indagare la strada a livello storico, urbanistico e socioculturale; • un incontro in classe di verifica, raccolta e • rielaborazione del materiale acquisito. Le attività svolte sono state sintetizzate attraverso l’ideazione e la realizzazione della mostra conclusiva e del sito web dedicato. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Il lavoro di documentazione tradizionale, di tipo storico-artistico, è stato affiancato da attività di ricerca sperimentale, anche attraverso elaborazioni pratiche. Nella prima fase del progetto, per avvicinare gli studenti della scuola secondaria alla storia della città e al concetto di “mappa emotiva”, sono state realizzate alcune azioni preliminari in classe e nel Museo della storia di Bologna. Parallelamente, gli studenti dell’Accademia sono stati impegnati nello sviluppo, nella produzione e nella raccolta di testi, fotografie, registrazioni sonore e video dedicati a personaggi, storie, scorci, aneddoti significativi di via Marsala. Gli operatori del Dipartimento educativo del MAMbo hanno coordinato le attività di entrambi i gruppi, partecipando a tutti gli incontri, con l’obiettivo di mediare i contenuti proposti dagli studenti dell’Accademia e renderli didatticamente accessibili agli studenti della scuola secondaria, anche attraverso la progettazione condivisa di
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elaborazioni pratiche dell’esperienza. Nella seconda fase del progetto gli alunni della scuola secondaria sono stati accompagnati in un percorso educativo su più incontri, finalizzato alla conoscenza e all’indagine sperimentale sulla strada. Le attività sono state condotte dagli studenti dell’Accademia, supervisionati dal professore Daniele Campagnoli e dagli operatori del Dipartimento educativo del MAMbo. La ricerca è stata svolta su tre livelli, precedentemente individuati dagli studenti dell’Accademia: L’indagine storica ha preso in esame tracce del passato presenti in noti palazzi o in edifici popolari che testimoniano le trasformazioni della strada nelle diverse epoche storiche. Come una équipe di ricercatori, gli studenti hanno condotto un’attenta analisi e catalogazione di alcuni elementi architettonici: simboli, superfici, dettagli e decorazioni hanno fornito loro indicazioni per collocare ogni edificio in un’immaginaria linea del tempo tracciata dalla strada. Questo confronto ha permesso di conoscere la via percorrendone la storia dal passato alla contemporaneità. L’indagine socioculturale mirava a raccontare l’identità di chi abita in via Marsala: tre borse appartenenti a uno studente, a un lavoratore e a un pensionato sono diventate il pretesto per scoprire la vita quotidiana di tre persone di diversa età anagrafica. Gli indizi contenuti nelle borse hanno permesso agli studenti di agire come un reale gruppo di investigatori, raccogliendo testimonianze e prove direttamente sul posto: ne è scaturito
l’identikit di tre cittadini che sono l’esempio di tre differenti modi di vivere via Marsala. L’indagine urbanistica intendeva ricostruire, attraverso una passeggiata plurisensoriale, la percezione estetica della via. Gli studenti, come un attento gruppo di esploratori, hanno studiato e catalogato, in punti diversi della via, suoni e rumori, gamme cromatiche, immagini e segni grafici. Hanno creato una mappatura emozionale della strada, raccogliendo suggestioni sonore e visive che ne restituiscono un’immagine insolita e coinvolgente.
3. REALIZZAZIONI Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? È stata realizzata una mostra conclusiva dal titolo “Via Marsala 1-53. Un percorso di ri-scoperta dell’identità di una delle vie più antiche di Bologna dove si intrecciano vita, storia e tradizioni della città fra passato e contemporaneità”, allestita negli spazi educativi del Museo della storia di Bologna dal 6 giugno al 6 luglio 2014. La mostra, oltre a documentare l’esperienza, ha permesso ai visitatori di conoscere i diversi aspetti dell’identità di via Marsala: fotografie, testi, immagini, video, hanno raccontato la sua struttura e la sua collocazione nel tessuto urbano, le tracce del passato che ne raccontano la storia, la vita quotidiana che si svolge fra locali, abitazioni e negozi. Anche gli aspetti emotivi di relazione tra i cittadini e il tessuto urbano sono diventati
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materiali utili per creare una mappatura “sentimentale” di questa via che rappresenta le molteplici sfaccettature della città. Gli studenti dell’Accademia di belle arti hanno realizzato per l’occasione un’installazione multimediale che ha permesso ai visitatori di ripercorrere la via immergendosi in una proiezione audiovisiva. Come sono stati promossi all’esterno? È stato realizzato un sito web appositamente ideato, a cura degli studenti dell’Accademia: www.viamarsala1-53.it. Il sito raccoglie il materiale prodotto nell’arco del progetto e propone una piattaforma che potrà essere incrementata con nuovi contenuti relativi ad altre vie della città. Di qui si può accedere a schede didattiche appositamente elaborate per fornire l’opportunità a insegnanti e curiosi di ripercorrere in autonomia l’esperienza di indagine dedicata a via Marsala. La mostra didattica – inserita nella comunicazione della Scuola, dell’Accademia, del Dipartimento educativo del MAMbo e dei Servizi educativi del Museo della storia di Bologna – è stata visitata da scuole e pubblico generico.
4. VALUTAZIONI Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati raggiunti. Fondamentale è stata la collaborazione attiva dei docenti che hanno utilizzato il progetto come pretesto per attivare percorsi
interdisciplinari e trasversali che si sono svolti per tutta la durata dell’anno scolastico. Come già riscontrato in esperienze precedenti, risulta estremamente efficace nell’aumentare motivazione e interesse, l’attivazione di dinamiche di peer to peer. In ambito scolastico le ricadute ci sono state sia sul piano didattico (molti ragazzi hanno presentato come argomento d’esame il lavoro svolto), sia sul piano delle competenze relazionali tra pari (cooperative learning). Si prevede di reiterare l’esperienza? In considerazione dei risultati raggiunti è auspicabile poter reiterare l’esperienza, ampliando l’indagine ad altre zone della città.