ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIOEVO Oltre 135 anni di vita e un’esistenza con alti e bassi; la creazione nel 1934 di altri Istituti storici nazionali e la trasformazione in Istituto Storico Italiano per il Medioevo; il trauma di due guerre mondiali; una lenta ricostruzione dopo la seconda, iniziata con la presidenza di Raffaello Morghen; il progressivo aumento delle collane editoriali e in alcuni casi la loro trasformazione, da ieri ad oggi; il costante assillo, fino a giorni recenti, di una situazione economica instabile e incerta (soprattutto dopo il 1945/50). Ma una cosa si può dire: anche se con una diversa sensibilità storiografica che si è riflessa nella scelta dei titoli, l’Istituto non è mai venuto meno al compito che gli era stato affidato di pubblicare le fonti per la storia dell’Italia medievale, senza mai accogliere derive estravaganti. Con il tempo è mutato anche il concetto di fonte, che si è allargato tanto fino a slabbrarsi; è cambiata l’attenzione filologica nella loro pubblicazione, ma l’Istituto ha riedito opere già pubblicate nei Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico
Antonio Muratori, ha integrato il catalogo editoriale muratoriano, ha allargato l’orizzonte della tipologia delle fonti. Oggi a qualcuno l’Istituto può apparire un’istituzione solida, con i piedi ben saldi nella tradizione, e con una struttura altrettanto solida; altri potranno valutarne la fragilità di fronte alle necessità di una società totalmente diversa rispetto a quella di oltre un secolo fa e che ha prospettive e necessità culturali che si modificano anno per anno, quasi giorno per giorno. I primi tempi non richiesero una struttura forte, che era impensabile, e forse poté bastare l’impegno di qualche membro del Direttivo e di un segretario molto efficiente e ottimo studioso, come Ignazio Giorgi; ma il compito unico era quello editoriale. Si aggiunse qualche decennio dopo la Biblioteca (solo quando negli anni Venti del Novecento l’Istituto ebbe una sede stabile); poi una Scuola storica; quindi in anni recenti un Archivio storico, perché prima il materiale, tanto e importante, si era sedimentato quasi in maniera torrentizia.
L’ISTITUTO OGGI
LE REDAZIONI Ora l’Istituto, oltre a quelli già esistenti da tempo, ha settori con compiti definiti, a cominciare dalla Amministrazione e dalla Segreteria per passare alla Redazione scientifica e a quella editoriale. La Redazione scientifica legge e suggerisce l’accettazione o meno dei testi che vengono proposti per la pubblicazione, prima del loro invio ai revisori per la lettura. Il percorso editoriale di ogni opera è articolato. Le osservazioni dei ‘lettori coperti’ vengono inviate agli autori e, quando il testo ritorna, viene di
Materiali tipografici: pinze, clichét, tipometro, compositoio, cassa.
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nuovo rivisto dai redattori per controllare che siano state apportate le opportune modifiche. Solo allora la redazione procede con la revisione del testo che comprende anche il controllo del rispetto delle norme editoriali. Conclusa questa fase il testo viene trasmesso alla Redazione editoriale per l’impaginazione, secondo il formato delle diverse collane editoriali, per la preparazione delle bozze in tutte le diverse fasi e per la realizzazione del PDF da inviare alla tipografia per la stampa.
Tra le competenze della Redazione editoriale c’è anche la cura delle reti sociali in internet e del sito dell’Istituto, che esiste dai primi anni del 2000 e che è la nostra finestra sul mondo. La Redazione editoriale annovera anche un esperto di grafica per la realizzazione di programmi di convegni, manifesti, locandine, brochure e copertine di libri. Quando alla fine viene pubblicato e messo in commercio, il volume è espressione dell’intero Istituto: tutte le sue componenti, dall’Ufficio vendite all’Amministrazione, sono in qualche modo intervenute.
LA BIBLIOTECA E L’ARCHIVIO STORICO L’aggiornamento è inevitabile in ogni settore. Così nella Biblioteca accanto all’ovvia assistenza ai lettori, si realizza la catalogazione delle nuove accessioni e quella del pregresso, nella prospettiva di arrivare alla disponibilità in rete di tutto il patrimonio bibliografico; si tenta lo sfruttamento al meglio dello spazio disponibile, anche con la sempre dolorosa operazione di scarto. L’Archivio storico che, in anni precedenti aveva operato l’inventariazione dei fondi Vittorio Fiorini, Raffaello Morghen, Elio Conti e delle serie Normativa e storia istituzionale, Organi di governo e membri, Amministrazione, Personale, Biblioteca, Pubblicazioni, Attività scientifica, Scuola storica nazionale e Relazioni con altri enti del Fondo istituzionale, più recentemente ha completato l’inventariazione dei fondi Comité international des Sciences historiques, che conserva documentazione riguardante il lavoro di tre Commissioni attivate in passato dal Comité international des sciences historiques (CISH: Abbreviazioni biblio-
grafiche, Bibliografia Vaticana, Revisione delle liste cronologiche), Clara Gennaro (Annona, Marcantonio Altieri), Girolamo Arnaldi (Corrispondenza, Attività scientifica, Diari personali, Carte personali, Fotografie), Massimo Miglio (Corrispondenza, Attività istituzionale e scientifica, Agende, Miscellanea) ed Eugenio Dupré Theseider (Corrispondenza, Trascrizioni di lettere, Materiale di lavoro, Materiale di lavoro di altri studiosi, Fotografie e Microfilms), quest’ultimo particolarmente utile per la preparazione dell’edizione dell’Epistolario di Caterina da Siena, promossa dall’Istituto nel 2014. È in lavoro l’inventariazione del fondo Salvatore Tramontana. Tutti gli inventari sono consultabili sul sito, che è parte del portale Lazio ’900, promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio per rendere disponibili in linea le fonti documentarie conservate nella Regione e utili per la storia del secolo scorso.
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Per una maggiore valorizzazione e conoscenza di Biblioteca e Archivio sono state organizzate anche alcune mostre: Le fotografie di Elio Conti (gennaio 2017); L’Istituto e le pubblicazioni per la storia d’Italia. 1886-2016 (novembre 2016-febbraio 2017). L’Istituto ha contribuito inoltre all’ideazione e alla realizzazione del ciclo di incontri Gli archivi della Giunta centrale per gli archivi storici e degli Istituti nazionali (maggio-novembre 2016). Ancora d’accordo con la Giunta centrale per gli studi storici, cofinanziata dalla Banca d’Italia, partecipiamo al progetto Per una rete degli archivi della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici nazionali, che prevede la scansione di alcune serie del Fondo istituzionale del nostro Archivio storico; scansioni che confluiranno in una banca dati consutabile on line sul sito della Giunta. Inoltre sia la Biblioteca che l’Archivio si avvalgono di tirocinanti selezionati tramite convenzioni con le Università di Roma e Viterbo. Per la Biblioteca i progetti realizzati sono stati gli indici di autori e titoli dell’edizione antica dei Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori e di quella moderna curata da Fiorini e Carducci; le schede di contenuto e gli indici dei contributi dell’intero Archivio Muratoriano; gli indici di autori, titoli e manoscritti dei primi 6 numeri del Bullettino; la schedatura bibliografica e gli indici degli autori e dei titoli delle tesi di laurea e dottorato donate all’Istituto. Per l’Archivio è stata realizzata la schedatura analitica di quell’enorme patrimonio d’immagini che è il fondo fotografico Elio Conti (circa 6000 fotografie).
Scaffali e faldoni nei locali dell’Archivio Storico dell’Istituto.
Scatola contenente i negativi fotografici in vetro con la riproduzione del Diploma di Ludovico III (1899).
ISIME, Fondo Istituzionale, Registro delle Adunanze di Giunta, 6 aprile 1897.
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LE MOSTRE Un’idea di medioevo, o una suggestione, può nascere anche dalle immagini, siano fotografie, tele o tavole di legno. Sono state altrettante mostre organizzate per aprire a temi nuovi, o rivisitati, e a un pubblico nuovo, o poco attento al medioevo. L’Istituto e le pubblicazioni per la storia d’Italia ha ripercorso la storia editoriale dalle origini ad oggi; Le fotografie di Elio Conti, realizzate per la mappatura del contado fiorentino, con immagini degli anni ’60, testimoniano il modo di lavorare di uno storico tra i più raffinati del secolo scorso, ma anche le trasformazioni che il paesaggio ha subito per la progressiva antropizzazione e per la fortuna della coltura della vite; le tele estrose di Giancarlino Benedetti Corcos leggono la storia attraverso le tensioni della so-
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cietà contemporanea e collimano il medioevo delle migrazioni medievali con quello di Esuli e migranti di oggi; i Cantica di Giovanni di Carpegna Falconieri traguardano il mondo attraverso il paesaggio e la memoria; gli acquerelli di Kimiko Ishibashi raccontano Tradizione e cultura medievale del Giappone; le Cupole d’oro di Giovannino Montanari propongono la suggestione dell’Oriente; i Legni di Vittorio Sperduti danno di nuovo voce alla medievale civiltà del legno e attraverso le suggestioni delle venature della materia mimano la commedia della vita; Roma sfumata di Federico Pirani suggerisce negli acquerelli le linee storiche di una città.
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I CONVEGNI L’Istituto ha contribuito dall’origine a costruire la storiografia medievistica italiana, ma anche al suo studio. Attraverso le pubblicazioni, il Bullettino, convegni e seminari. Gli ultimi anni (2015-2017) lo hanno visto partecipare a oltre quaranta iniziative. Molte erano convegni da noi organizzati. Tra questi alcuni legati a grandi storici d’oggi. Come Jacques Le Goff e l’Italia, in collaborazione con l’École française de Rome, o Girolamo Arnaldi 1929-2016. E, con uno sguardo appena proiettato all’indietro, alla personalità di Pietro Egidi (18721929). Altri con attenzioni storiografiche: per Le cronache volgari (nell’ambito delle Settimane di studi medievali, ormai giunte alla sesta edizione); per L’Italia medievale e il Giappone. Passato e prospettive; per Medioevo e Modernismo; per L’Archivio storico dell’Istituto italiano per il Medio evo. La normalità e l’eccezione; per Eretico ed erotico nel medioevo; per la Storiogra-
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fia medievistica in Romania. L’ultimo quarto di secolo, organizzato grazie alla convenzione con l’Università di Cluj; per Ildegarda di Bingen, in collaborazione con l’Associazione italiana per lo studio della santità (AISSCA) e con il Pontificio comitato di scienze storiche; per La Corona d’Aragona e l’Italia, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, che è stato il XX Congresso della Corona d’Aragona, tenuto a Roma e Napoli insieme con l’Università degli Studi di Napoli Federico II; per Roma 1347-1527. Linee di un’evoluzione; per Ricostruire. Dopo il terremoto. Il Medioevo, voluto per mantenere forte l’attenzione sulla situazione dei beni culturali dopo il terremoto del 2016 e in particolare nei confronti della storica Biblioteca Valentiniana di Camerino; per l’occasione il Maestro Federico Longo ha eseguito al piano sue composizioni originali e un brano composto per il convegno.
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LE PUBBLICAZIONI
Tutti gli atti dei convegni sono stati pubblicati o lo saranno a breve, a indicare un impegno forte che è sempre stato una costante e che si concretizza nelle pubblicazioni. Ben 62 volumi stampati in questi tre anni nelle diverse collane (per le collane di tradizione antica - cui si è aggiunta la storica Italia sacra, prima edita dall’Editrice Antenore e poi da Herder e rilevata nel 2014 dall’Istituto - : Antiquitates, 9 volumi; Regesta Chartarum, 5; R.I.S.3,
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3; Nuovi studi storici, 17; Italia sacra, 3; per le collane ideate di recente: Quaderni della Scuola nazionale di studi medievali, 3; Incontri, 2; Fuori collana, 4; Fonti e studi Farfensi, 1; Edizione nazionale delle opere di Biondo Flavio, 3; per le collane edite in collaborazione con altre Istituzioni: Atti del premio internazionale Ascoli Piceno, 3; Fonti e studi per gli Orsini di Taranto, 2; Fonti per la storia della Chiesa in Friuli. Serie medievale, 4).
La pubblicazione di tanti volumi ha costituito un impegno organizzativo e un onere finanziario notevole, che ha portato però anche a vendite significative, considerate la situazione economica generale e la crisi editoriale che da molti anni caratterizza la società italiana. Innovazione nella tradizione ha significato anche la realizzazione di opere che avevano impegnato in passato l’Istituto per decenni ed
erano rimaste però incompiute, le nostre grandi incompiute, che sono più di quante si possa immaginare. Dell’edizione del Chronicon Casauriense si parlava già nel 1886; era stata poi affidata nei primi anni del Novecento a Giorgio Falco, che aveva avuto la collaborazione di Franco Bartoloni e Geo Pistarino; ha trovato la sua conclusione per l’impegno di Alessandro Pratesi e Paolo Cherubini. 17
Altri lavori hanno trovato attuazione in collaborazione con istituzioni di tradizione antica. L’Opera omnia di Gioacchino da Fiore è stata realizzata in gran parte in coedizione con i Monumenta Germaniae Historica – ed è un accordo che risale a Raffaello Morghen, rinnovato da Girolamo Arnaldi – ; quella del Chronicon Petri Diaconi (Montecassino, Archivio dell’abbazia, Reg. 3), con un’edizione a cura di Jean-Marie Martin, Pierre Chastang, Errico Cuozzo, Laurent Feller, Giulia Orofino, Aurélie Thomas e Matteo Villani, edita in coedizione con l’École française de Rome. Puntuale regolarità annuale ha il Bullettino che, accanto a studiosi di consolidata tradizione (R. Antonelli, P. Chiesa, A. Esch., L. Galante, F. Gimeno Blay, J. Hankins, V. Mazzoni, G. Merlo, G. Ortalli, A.M. Piemontese, D. Rando, H. Sato, F. Tateo, G. Thoroczkay, G. Vallone, C. Wickham), pubblica anche molti contributi di giovani e le ricerche in corso in Istituto.
L’EPISTOLARIO DI CATERINA DA SIENA Nell’aprile del 2014 l’Istituto ha avviato il progetto di edizione dell’Epistolario di Caterina da Siena, la cui pubblicazione si era interrotta al primo volume curato da Eugenio Dupré Theseider, pubblicato nel 1940. Un altro caso di innovazione nella tradizione. Quest’ultima è legata all’attenzione per i testi in volgare e in particolare per le lettere di Caterina da parte di Pietro Fedele, che a sua volta aveva ereditato l’interesse per il volgare da Ernesto Monaci, protagonista assoluto della vita culturale dei primi decenni dell’Istituto. L’innovazione è nell’accordo di collaborazione con la Provincia Romana di Santa Caterina da Siena dell’Ordine Domenicano, ma anche nella creazione di un gruppo di ricerca con competenze diversificate di storici, paleografi, filologi e storici della lingua, guidato da un Comitato scientifico, che deve portare entro il 2020 alla pubblicazione del primo volume dell’edizione critica delle 388 lettere di Caterina. L’innovazione sta anche nell’aver individuato la neces-
sità di procedere ad una edizione critica che, oltre all’analisi completa del testo finalizzata alla pubblicazione cartacea, sia realizzata anche in versione informatica con l’allestimento di un database, che diventerà una vera enciclopedia dei diversi aspetti legati all’Epistolario, alle singole lettere e alla loro tradizione. L’assegnazione di otto incarichi di ricerca, la realizzazione di convenzioni con l’Università per Stranieri di Siena e con l’Università di Napoli “L’Orientale”, per l’attivazione di borse di studio triennali di dottorato, e con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Torino, per un assegno di ricerca annuale, hanno permesso la formazione di una vera e propria équipe di giovani studiosi che ha già presentato i primi risultati in articoli pubblicati nel Bullettino e nel volume Per una nuova edizione dell’Epistolario di Caterina da Siena (nei Quaderni della Scuola nazionale di Studi medievali).
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LA SCUOLA STORICA La Scuola è stata istituita nel 1923 su proposta di Gentile e Fedele. Aveva rischiato la chiusura per la formale abolizione dei comandi dalle Scuole superiori, comandi sui quali la Scuola stessa, dalla sua fondazione nel 1924, era impostata. L’attivazione di borse di studio biennali finanziate dall’Istituto e il ricorso alla legge 448 hanno permesso la continuazione di un’istituzione che ha formato i migliori medievisti italiani e che si distingue anche ora per l’ampiezza cronologica e tematica degli argomenti trattati dai suoi componenti (G. Camesasca, Le lettere di Lapo Mazzei a Francesco Datini. Edizione critica e commento; G. Del Buono, L’area del Foro Boario, del Velabro e dell’isola Tiberina tra metà IV secolo e metà VII secolo; C.F.M. Sticco, Studio sulla Raguseide di Gian Mario Filelfo; F. Veronese, Studio storico ed edizione di testi agiografici sul culto di san Marco tra VIII e X secolo; G. Battioni, Carteggio degli oratori sforzeschi alla corte pontificia. Pontificato di papa Callisto III Borgia (aprile 1455 - agosto 1458).
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Nicola Cilento
Cesare Vasoli
Arsenio Frugoni
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www.isime.it
IL SITO DELL’ISTITUTO Uno sforzo notevole in questi anni si è espresso nel proiettare la conoscenza dell’Istituto e della sua attività al di là dei professionisti della ricerca, ormai non molti. Ci siamo serviti soprattutto del sito, di Facebook e dei più diffusi canali social. I dati relativi al sito per questi tre anni sembrano darci ragione, con 133.270 visite e con 309.631 visualizzazione delle nostre pagine. I consensi sono oltre
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11.000: oltre che dall’Italia, essi provengono dalla Spagna, dall’Argentina, dal Brasile, dalla Francia, dal Messico, dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Germania e dal Portogallo; anche un’elementare analisi dei dati è confortante: il 49% è di donne e il 51% di uomini e, nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni, il 12% è di uomini e il 13% di donne.
Dati statistici pagina Facebook ISIME.
Prospetto con i paesi di provenienza degli “amici” Facebook dell’Istituto.
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E ANCORA… A tutto quanto ricordato bisognerebbe aggiungere il Censimento e catalogazione dei manoscritti miniati della Biblioteca Apostolica Vaticana, concluso per quanto riguarda i manoscritti rossiani e in via di completamento per quelli urbinati; l’Edizione nazionale delle opere di Biondo Flavio, che ha portato tra l’altro alla pubblicazione ormai quasi completata dell’Italia illustrata; l’edizione delle carte dell’Archivio di Castel Sant’Angelo per il secolo XIII; i molti accordi e convenzioni con Università e istituzioni culturali, ultima in ordine di tempo quella con il Dipartimento di Lettere arti e scienze sociali dell’Università di Studi “G. D’Annunzio” di Chieti per la valorizzazione del patrimonio librario, documentario ed epigrafico medievale della regione abruzzese e la creazione di una collana di fonti relative all’Italia mediana; le otto edizioni del concorso nazionale di scrittura Raccontare il medioevo, riservato agli alunni della scuola secondaria di primo grado. E ancora, l’apertura della sede per l’Italia meridionale dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo nel Castello di Barletta.
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Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Ludovico Antonio Muratori, part. del soffitto della sala conferenze.
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Qui possiamo fermarci. Alla fine del racconto mi chiedo se tradizione e innovazione possano continuare a convivere in un giusto equilibrio o se l’innovazione non sia naturalmente destinata a prevalere. Non so prevederlo. Ma penso sia difficile trasformare del tutto un Istituto storico nazionale, a meno di non farne qualcosa di completamente diverso.
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