ITALIA SACRA STUDI E DOCUMENTI DI STORIA ECCLESIASTICA Nuova serie 4
ANDREA CZORTEK – FRANCESCA CHIELI
LA NASCITA DI UNA DIOCESI NELLA TOSCANA DI LEONE X: SANSEPOLCRO DA BORGO A CITTÀ
Istituto storico italiano per il medio evo Roma 2018
con i contributi di
e
Coordinatore scientifico: Isa Lori Sanfilippo Redattore capo: Salvatore Sansone
ISBN 978-88-98079-74-2 ________________________________________________________________________________ Stabilimento Tipografico “Pliniana”, V.le Francesco Nardi, 12 – 06016 Selci-Lama (PG)
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SOMMARIO cK=`ÜáÉäá=J=^K=`òçêíÉâI=Introduzione =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K
^K=`wloqbhI=Alle origini della diocesi di Sansepolcro: le radici medievali di una storia di età moderna =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K
I secoli XI-XII =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La nascita del comune di Sansepolcro =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il secolo XIII =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il trasferimento della pieve da Boccognano al Borgo =K=K=K=K=K=K=K=K=K Il conflitto tra abate e comune =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K 1230: la visita pastorale del vescovo Matteo e un primo scontro con l’abate =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K 1232: l’affare del monaco Leonese e l’ampliamento del conflitto Conflittualità tra abate e comune, distensione tra abate e vescovo =K Il superamento della conflittualità tra abate e comune =K=K=K=K=K=K=K Camaldolesi, Servi di santa Maria e vescovo diocesano =K=K=K=K=K=K=K I fatti del 1283-1286: il conflitto fra abate e vescovo entra nel vivo =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Camaldolesi ed Eremiti di Sant’Agostino=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il XIV secolo =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La vendita dei diritti signorili al comune nel 1301 =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La ripresa della conflittualità al tempo dell’abate Bartolomeo =K=K Abate, Agostiniani e vescovo: gli accordi del 1362-1363 =K=K=K=K=K=K Il riemergere della vertenza giurisdizionale negli anni della signoria malatestiana =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il XV secolo =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K L’azione di Ambrogio Traversari (1431-1437) =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K L’ampliamento della vertenza giurisdizionale dopo il 1441 =K=K=K=K La eáëíçêá~=_ìêÖá=p~åÅíá=pÉéìäÅêá =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La questione della cappella del sçäíç=p~åíç =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La richiesta di creazione di una diocesi negli anni ’60 del XV secolo =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K
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SOMMARIO
Il XVI secolo =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il 1515: si raggiunge ÂäÛáãéêÉë~=ÇÉ=Ñ~êÅÉ=ä~=åçëíê~=íÉêê~=Åáéí¶Ê, ma non tutto va come sperato =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Tra il 1515 e 1520 =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Tra il 1521 e 1522: da Galeotto Graziani a Leonardo Tornabuoni Il caso di Sansepolcro nella Toscana e nell’Italia dei secoli XVXVI =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Uno sguardo d’insieme =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K
cK=`efbifI=L’età di Leone X e l’elevazione a città di Borgo Sansepolcro: carteggi inediti, saggi pittorici e ~êë=~ÉÇáÑáÅ~íçêá~ =K=K=K=K
Nel nome di papa Leone X _ìêÖìë=p~åÅíá=pÉéìäÅêá diviene Åáîáí~ë =K Abbazia, _ìêÖìë e culto delle sante reliquie =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il potere dell’abbazia e l’autonomia del _ìêÖìë: qualche considerazione sulle vicende storiche =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K L’età malatestiana e i fondamenti della Åáîáí~ë =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La celebrazione letteraria e iconografica dei padri fondatori Egidio e Arcano nel nome di un’identità condivisa =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K La promozione artistica a carattere civico sotto il dominio fiorentino e il fatidico “anno 1460” del capitano Ludovico Acciaioli =K=K=K=K=K Leone X e il caso della diocesi istituita in Borgo Sansepolcro =K=K=K=K=K “_ìêÖìë=Ñá~í=Åáîáí~ë”: interventi di qualificazione urbana, imprese architettoniche e decorative =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K L’abbazia di San Giovanni Evangelista diviene cattedrale =K=K=K=K=K=K=K Il Cristo risorto di Piero della Francesca e il Palazzo di Residenza tra spazio civico e spazio sacro =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Il breve ^äá~ëI=éçëíèì~ã di Leone X e il pellegrinaggio a Loreto =K=K L’esordio degli artisti locali all’ombra del pontificato leonino =K=K=K=K=K fääìëíê~òáçåá =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K _áÄäáçÖê~Ñá~ =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K fåÇáÅá =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Indice dei nomi di persona =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Indice dei toponimi =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K Indice dei documenti e dei manoscritti citati =K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K=K
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IntroduzIone
Situata nella parte più orientale della toscana, tra il letto del tevere e l’Appennino, Sansepolcro si presenta come caso del tutto esemplare di un fenomeno condiviso con altri centri italiani che, sorti per varie cause durante l’alto o il pieno medioevo, nel corso della seconda parte dell’età di mezzo vivono una fase di sviluppo e crescita che li caratterizza in senso urbano. Questi centri – che siamo soliti chiamare «quasi città» grazie a una felice definizione formulata da Gioacchino Volpe ed efficacemente rilanciata quasi trent’anni fa da Giorgio Chittolini – nei primi secoli dell’età moderna maturano una profonda coscienza della propria condizione e in molti casi riescono a vedere riconosciuto il loro ruolo di riferimento per il territorio circostante acquisendo la sede vescovile e il conseguente titolo di città, capace di nobilitare sia la íÉêê~ che i suoi abitanti. nella toscana medicea il primo caso di questo genere è proprio quello di Sansepolcro, che ottiene da papa Leone X sede vescovile e titolo di città tra il 1515 e il1520. un caso, questo, noto da tempo, ma per il quale il rinvenimento di nuova documentazione permette oggi di ricostruire con maggiore dettaglio sia l’azione diplomatica promossa in almeno due fasi nel XV secolo (anni ’60 e ’80), destinata però a non ottenere esito positivo, sia quella del secondo decennio del XVI secolo, che conseguirà l’obiettivo nel 1520 grazie all’accondiscendenza di papa Leone X. ***
Il volume si compone di due parti. nella prima Andrea Czortek ripercorre le premesse storiche a partire da quando, nei secoli XI e XII, si creano le condizioni per lo sviluppo del Borgo sorto attorno al monastero del Santo Sepolcro, a sua volta documentato dall’anno 1012. Proprio la presenza del monastero benedettino – passato alla congregazione camaldolese tra 1180 e 1184 – costituisce l’elemento più caratteristico della storia locale. Forti di una serie di privilegi imperiali e pontifici, gli abati esercitano una signoria sul Borgo e sui suoi ÜçãáåÉë, che però nel corso del XII
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secolo riescono progressivamente a conseguire un’autonomia politica sempre più crescente, al punto che nel 1163 esiste un comune governato da consoli. nello stesso tempo, il monastero diventa un importante punto di riferimento religioso, sia per la presenza delle reliquie gerosolimitane, sia perché dal 1106 nella chiesa abbaziale si amministra il battesimo. Questo fattore costituisce un elemento di disgregazione agli occhi dei canonici della cattedrale di Città di Castello, cui spetta il governo dell’antica pieve di Santa Maria di Boccognano, chiesa battesimale della zona. Così, nel 1203, comune e canonici, entrambi con l’obiettivo di limitare il potere dell’abate, si accordano per la costruzione di una nuova pieve a ridosso delle mura del Borgo, in un’area di prossima urbanizzazione. da ciò prende avvio una complessa situazione di conflittualità tra comune, canonica della cattedrale e monastero che progressivamente si articola e assume toni differenti. Se, infatti, all’inizio del XIII secolo il comune sostiene la canonica per indebolire l’abate, attorno alla metà degli anni ’80 passa a sostenere l’abate nella sua opposizione a un potere religioso, quello vescovile di Città di Castello, ormai ritenuto come esterno, ed estraneo, alla comunità del Borgo. La conflittualità tra monastero e vescovado viene risolta nel 1363 grazie a un accordo tra abate e vescovo, ma di lì a pochi anni viene riaperta. nel 1371, infatti, Sansepolcro entra nell’orbita della signoria malatestiana così che il gruppo dirigente locale matura la coscienza di una frattura politica con Città di Castello e di una acquisita autonomia, tanto da rivendicare anche un’autonomia ecclesiastica. nel 1441, quando Sansepolcro è compresa nel dominio fiorentino, il gruppo dirigente rafforza la percezione di un distacco definitivo da quella che era stata la città madre e torna a chiedere con forza non solo l’indipendenza ecclesiastica del Borgo, ma la sua elevazione a sede vescovile e quindi a città. A sostegno di questa richiesta viene riletta arbitrariamente la storia precedente, così da fornire una base ideologica. tale rilettura confluisce nella eáëíçêá~= _ìêÖá= p~åÅíá pÉéìäÅêá, testo anonimo redatto nel 1454 in ambito camaldolese proprio a sostegno della causa dell’autonomia del monastero. Inizialmente restia a sostenere le richieste di autonomia provenienti da un centro entrato da poco tempo nel suo dominio, dagli anni ’60 la repubblica fiorentina sostiene l’azione diplomatica del comune di Sansepolcro, anche per rafforzare il suo rapporto con il principale centro della parte più orientale del territorio. Progressivamente, a partire dagli anni ’30 del XV secolo, nella questione intervengono alcuni tra i principali esponenti del mondo politico e culturale toscano (ampia parte è esercitata, ad esempio, da Ambrogio traversari, priore generale dei Camaldolesi e umanista), ma è solamente nel secondo decennio del XVI secolo che è possibile giungere a una con-
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clusione positiva grazie al convergere di più elementi, tra cui le aspirazioni del gruppo dirigente locale, quelle del vescovo di Sarsina e l’elezione al pontificato del cardinale Giovanni de’ Medici, con il nome di Leone X. Questa vicenda, che segna profondamente la storia cittadina, viene ora ripercorsa evidenziandone gli aspetti politici, religiosi e culturali. ***
nella seconda parte del volume Francesca Chieli effettua, seguendo lo sviluppo cronologico delle vicende esposte da Czortek, un’apertura sull’orizzonte storico-artistico riflettendo sul culto delle reliquie e sulla genesi del mito di fondazione del Borgo, i cui riflessi nella tipologia delle fonti letterarie, nel settore cultuale e iconografico hanno lasciato una traccia indelebile nel territorio. da qui prende avvio una breve ricapitolazione degli apparati liturgici che ancora oggi si conservano áå=äçÅç con particolare riguardo ai preziosi reliquiari, specialmente all’Éåâçäéáç=cruciforme (fine del XII e gli inizi del XIII secolo) e alla croce-reliquiario in rame dorato, lavorata a sbalzo e a cesello che reca al centro lo stemma inciso del vescovo niccolò tornabuoni (1560-1598) e la data 1580: entrambi, contenendo in origine le reliquie della santa Croce, segnano simbolicamente il passaggio del potere dall’abate al vescovo. La celebrazione del mito d’origine è concentrato sull’analisi dell’immagine dei due beati pellegrini egidio e Arcano, che prende avvio in modo tangibile con l’óëíçêá~ã= ë~åÅíçêìã= bÖáÇáá= Éí= ^êÅ~åá commissionata in epoca malatestiana dall’abate Bartolomeo al pittore Jacopo di Balduccio (1380) e poi raggiunge l’apice nel XV e XVI secolo, grazie alla mano esperta di celebri pittori come Piero della Francesca, Matteo di Giovanni e Federico zoi (anche se non mancano episodi minori). La ricerca si caratterizza per l’assoluta preminenza quantitativa e qualitativa (sotto il profilo di inedite emergenze archivistiche) di una vasta sezione relativa alla questione dell’affrancamento della comunità ecclesiale di Sansepolcro dalla diocesi di Città di Castello, con specifiche novità documentali che costituiscono il nucleo tematico del lavoro. I fattori storici in proposito più rilevanti, databili negli anni Sessanta del Quattrocento, hanno suggerito d’evidenziarne i riflessi nell’assetto urbano e nelle iniziative edilizie fiorite in quel tempo, che incidentalmente hanno portato a riflettere anche sulle imprese pittoriche legate al nome di Piero della Francesca. Lo studio mira a completare, e per certi aspetti a correggere, attraverso una serie d’inediti archivistici, le conoscenze sulla storia dell’autonomia diocesana di Sansepolcro, in precedenza parzialmente attribuita alla politica di Leone X e della famiglia de’ Medici. I documenti che hanno inne-
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scato la ricerca – e che contengono le principali acquisizioni proposte nel presente studio – riguardano i rapporti epistolari intercorsi dal 1512 al 1515 tra il governo locale e personaggi di rilievo, come i cardinali Francesco Soderini e Achille de Grassis, Lorenzo e Giuliano de Medici e lo stesso Leone X, quest’ultimo inizialmente favorevole ad accogliere la proposta di scorporare l’abbazia di Sansepolcro dalla diocesi di Città di Castello, nel cui territorio era sorta agli inizi dell’XI secolo, e di unirla al vescovato di Sarsina. L’autrice si sofferma inoltre sull’ambiente culturale coevo, rinvenendo nella favorevole congiuntura storica il motivo della fortunata ascesa di alcuni protagonisti della cultura locale. ***
La documentazione qui raccolta ci conduce fino al 1515, ma quello che successe tra il settembre di quest’anno e il settembre 1520, quando la diocesi sarà effettivamente costituita e il Borgo acquisirà il titolo di città, rimane ancora in parte nel campo delle ipotesi. Sulla base degli atti delle magistrature comunali si propongono alcune considerazioni, che in parte ricostruiscono il quadro e in parte aprono nuove piste di ricerca. Ben lungi dal ridursi a una èìÉêÉääÉ di diritto canonico, la questione della giurisdizione ecclesiastica su Sansepolcro da un lato evidenzia la crescita di questo centro, capace anche di sviluppare una riflessione critica sul proprio passato, dall’altro concorre a confermare lo stretto legame tra Chiesa e società agli inizi dell’età moderna. È infatti la Chiesa, grazie alla creazione della diocesi, a offrire alla società locale la possibilità di compiere il desiderato salto di qualità. da questo punto di vista una vicenda solo parzialmente periferica – almeno se la collochiamo nella geografia amministrativa attuale – è capace di gettare nuova luce su un fenomeno già in buona parte conosciuto. una lettura dei fatti all’interno del contesto regionale e nazionale permette di comprendere meglio il caso di Sansepolcro come espressione di un più ampio fenomeno assai diffuso nell’Italia moderna, quando i gruppi dirigenti di centri di recente sviluppo promuovono la nobilitazione delle loro íÉêêÉ e, di conseguenza, delle proprie famiglie. un fenomeno, questo, particolarmente evidente in toscana. L’Italia delle Åáîáí~íÉë medievali si arricchisce così di nuove città che, in forza della consuetudine secondo la quale non vi è città senza vescovo, vanno a ricompaginare anche la geografia ecclesiastica. non sempre queste città “moderne” raggiungeranno le dimensioni, la ricchezza e le funzioni di quelle antiche, ma la loro nobilitazione costituirà comunque un forte propulsore sociale, conferirà loro una
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più robusta funzione di polo di riferimento nel territorio e modificherà i modi di inserirsi nella rete politico-territoriale dei nascenti Stati. nel caso di Sansepolcro, ripercorrere le vicende che, tra i secoli XV e XVI, portano l’antico Borgo a diventare città significa comprendere meglio l’identità di questo centro, ricostruire le vicende politiche e diplomatiche del suo inserimento nello Stato fiorentino, cogliere elementi utili alla ricostruzione del gruppo dirigente locale, capire le motivazioni che soggiacciono a importanti committenze artistiche o imprese architettoniche. La ricerca, avviata da un ritrovamento archivistico ad opera di Francesca Chieli e condotta insieme dai due autori, permette oggi di conoscere meglio la prima metà circa della millenaria storia della città e di collocarla all’interno del più ampio contesto toscano e centro-italiano. Allo stesso tempo, la lettura diacronica dei fatti – già noti nella loro genesi e nella loro conclusione, ma finora meno conosciuti nel loro sviluppo – porta a capire come la vertenza sulla giurisdizione ecclesiastica non si possa considerare l’elemento dominante dell’intera storia medievale cittadina, né possa letta in maniera univoca. In quale misura e attraverso quali modalità l’essere città abbia inciso sulla fisionomia sociale e culturale locale dovrà essere indagato più approfonditamente. Il nostro intento era quello di capire quando si sia maturata l’autocoscienza civica di Sansepolcro e come il gruppo dirigente sia riuscito a conseguire l’obiettivo di nobilitare il Borgo, e quindi se stesso, nella speranza di avere anche noi conseguito il nostro, ben più modesto, fine. FrAnCeSCA ChIeLI AndreA Czortek