La Gazzetta Mensile d’informazione sociale della Cooperativa Itaca - n°4 - Aprile 2012
Udine Fiere 10 maggio
Bilancio 2011 in Assemblea
Percorso virtuoso per affrontare il futuro Al Farfabruco orto sinergico per tutta la famiglia Squadre miste ottengono risultati migliori Itaca all’Asp di Azzano Decimo fino al 2015
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Alle socie ed ai soci della cooperativa Ai componenti il Collegio Sindacale
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI La S. V. è invitata all’Assemblea Generale ordinaria dei soci della Cooperativa ITACA società cooperativa sociale Onlus in prima convocazione per il giorno 30 aprile 2012 alle ore 8.00 c/o la sede legale di Vicolo Selvatico n.16 a Pordenone ed in seconda convocazione per
Giovedì 10 maggio 2012 alle ore 16.30 presso il CENTRO CONGRESSI DELLA FIERA DI UDINE a Torreano di Martignacco (UD) La seduta verterà sul seguente Ordine del Giorno: Approvazione del bilancio d’esercizio al 31.12.11, della relazione sulla gestione (comprensiva del Bilancio Sociale) e della relazione del Collegio Sindacale – delibere conseguenti; Progetti di investimento 2012; Varie ed eventuali: aggiornamento regolamento interno per recepimento CCNL Coop.Soc., …
La validità della seduta e la conseguente possibilità di deliberare sugli argomenti previsti, è subordinata al raggiungimento del quorum previsto dall’art. 21 dello Statuto Sociale. Qualora non potesse intervenire personalmente, potrà farsi rappresentare da un’altra socia (o socio) con delega scritta. Confidando nella Sua partecipazione, La saluto cordialmente. Il Presidente Rosario Tomarchio
AL PRESIDENTE dell’Assemblea dei Soci della Cooperativa ITACA del 10.05.12 Egregio Presidente, non potendo intervenire personalmente all’Assemblea Ordinaria dei soci del 10.05.2012 presso il Centro Congressi della Fiera di Udine, Le comunico che ho delegato a rappresentarmi il Socio sig. ________________________________________________
(in stampatello)
affidandogli i più ampi poteri ed approvando fin d’ora il Suo operato. Distinti saluti. Nome e Cognome ________________________________ Firma __________________________________________
ARTICOLO DI FONDO
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Il Cda approva un bilancio 2011 in controtendenza
Percorso virtuoso per affrontare il futuro Fatturato, patrimonio netto e utile d’esercizio in positivo
Pordenone E anche quest’anno siamo arrivati alla chiusura del bilancio, così possiamo dare un’occhiata – attraverso i numeri – all’anno 2011. E i numeri risultano ancora una volta positivi, così come estrapolati dalla relazione, presentata a metà marzo al Consiglio di amministrazione, che ha illustrato la bozza di bilancio. Intanto una considerazione di massima: Itaca è una cooperativa in salute, solida, che può senz’altro navigare in mari difficili, resi ancora più burrascosi da una crisi economica continua, che morde sempre di più: morde innanzitutto il cittadino debole, e le istituzioni che que-
sto cittadino dovrebbe tutelare. Ma torniamo ai numeri, almeno ai più significativi. Il fatturato è, nonostante tutto, in continua crescita: il 2011 ha visto un incremento del 7,8%, arrivando a superare la soglia dei 34 milioni di euro, dopo la performance a due cifre del 2010. L’incremento ha interessato, in misura diversa, quasi tutte le aree. Soprattutto quella del “residenziale”, con l’implementazione dei servizi in essere ed il consolidamento della nostra presenza nel vicino Veneto, ha fatto registrare i risultati migliori, così come l’area minori. Buon segno anche dal mantenimento delle posizioni nella salute mentale, disabilità e nel domiciliare che confermano complessivamente una capacità di tenuta di tutto rispetto, che presumibilmente si protrarrà per tutto il 2012. Nel 2011 abbiamo registrato una unica perdita, sebbene molto significativa, in termini di appalti, ovvero ad ottobre quella della Casa di riposo di Aviano. Ben rimpiazzata, tuttavia, dall’acquisizione nel febbraio 2012 dall’appalto della Casa di riposo di Azzano Decimo. Del resto, perdere appalti e acquisirne di nuovi rientra nella normale dinamica e fisiologia, anche se quando si parla di posti di lavoro e di welfare la questione si fa più delicata. Anche il margine è stato positivo (quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente), e in questo andamento
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ARTICOLO DI FONDO
si può riconoscere un comun denominatore: il miglioramento è dovuto ad un positivo contenimento dei costi destinati al funzionamento della “macchina” Itaca – nella fattispecie le spese generali e i costi della tecnostruttura – mentre, giustamente, in una logica di tutela della qualità del servizio, i costi direttamente riferibili all’erogazione dei servizi stessi si sono incrementati in proporzione con l’aumento dei ricavi. Questa è la considerazione più importante, significativa di un percorso virtuoso che non può essere interrotto, ma che anzi va ulteriormente intensificato e perseguito. Tenendo sempre ferma la barra nella direzione della mutualità e mantenendo l’obiettivo della giusta remunerazione del lavoro e della qualità di socio, la possibilità di creare margini al fine del consolidamento della Cooperativa si potrà ottenere lavorando sulle economie di scala e sulle opportune attività di ottimizzazione. In questo contesto si inquadra un’altra considerazione, che riguarda l’applicazione del Ccnl. Come sappiamo, il Contratto è stato firmato solo a dicembre del 2011 e, quindi, il costo del lavoro non ne è stato in alcun modo toccato. Sono state previste tre tranches applicative – gennaio e ottobre 2012, giugno 2013 – che influiranno sul costo del lavoro del presente esercizio e del prossimo, e per il quale è previsto l’utilizzo dell’apposito Fondo costituito “ad hoc” e che ci consentirà di reggere all’urto con sufficiente tranquillità. E allora ecco, in sintesi, i numeri principali del bilancio 2011:
• Fatturato complessivo: € 34.223.408 (in aumento, come si è detto, di circa l’8% sul 2010); • Utile d’esercizio: € 739.562; • Oneri finanziari: € 42.197 di cui ben 36.167 in favore dei nostri soci a fronte del prestito sociale Itaca, e solo € 6.000 verso Istituti di Credito (pari allo 0,017% sul fatturato); • Patrimonio netto che sfiora i 4 milioni di euro (esattamente € 3.941.935). Come si vede, una situazione complessiva solida, di cui dobbiamo davvero essere orgogliosi. Paolo CASTAGNA
SOMMARIO Squadre miste ottengono risultati migliori
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Itaca all’avanguardia nella conciliazione
7-8
A Itaca l’Asp di Azzano Decimo
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“PrenderSicura” a Portogruaro 3^ edizione
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Al Farfabruco l’orto sinergico raddoppia
10 - 11
Itaca intonata alle tesi universitarie
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Un ponte tra formazione e inserimenti lavorativi
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Giochi di ieri per bambini di oggi
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Le case di riposo che funzionano bene non fanno notizia
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Lavoratori-studenti oltre 3mila le ore
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Il ruolo degli animali nella relazione d’aiuto
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Squadre miste ottengono risultati migliori
Immagini di Leo Tomarchio
Pordenone Il tasso di occupazione femminile in Italia è del 46,3% (fonte Istat), ben 11 punti percentuali in meno rispetto agli uomini. Tutti i dati relativi alla posizione in azienda sono sempre inferiori rispetto agli uomini: la percentuale di donne manager, le quote rosa nei consigli aziendali, le retribuzioni. Solo un dato ha il segno “positivo”: la redditività delle aziende con un miglior equilibrio tra donne e uomini nei ruoli chiave. Questa è stata la cornice all’interno della quale importanti economisti e manager hanno affrontato, in occasione del 5° Forum Cultura d’Impresa - Leadership femminile organizzato da Il Sole 24 Ore, temi quali la crescita della produttività nelle imprese, lo sviluppo dell’economia nel Paese, migliori condizioni di lavoro e più opportunità di crescita professionale per i giovani. “Basta parlare di pari opportunità, da parte delle donne che lavorano: con le gentili concessioni maschili non si va da nessuna parte. Bisogna dimostrare che alle imprese e alla società conviene valorizzare le donne, sotto il profilo economico, innanzitutto. Questo perché rappresentano i migliori talenti della società nonché la più ampia platea di acquirenti di beni”. Così ha esordito Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna, nel corso del convegno, invitando quindi a leggere l’ultimo saggio di Avivah Wittenberg-Cox intitolato “Womenomics in azienda”, definito come “un’analisi intrigante di un fenomeno di portata epocale come è la questione di genere nell’economia”.
Valorizzare le donne conviene
Perché “I team misti uomini-donne, in politica come in azienda, funzionano meglio” - ha affermato Barbara Dalibard, manager Sncf Voyages (la società delle ferrovie francesi, che gestisce i treni ad alta velocità Tgv, appena sbarcata nel mercato italiano). “Nel nostro gruppo la diversity della squadra è una priorità aziendale, perché la quota di donne al lavoro e ai vertici deve essere almeno pari a quella delle nostre clienti. E i risultati si vedono anche a livello di performance aziendali”. Il diversity management è lo sviluppo e la gestione delle risorse umane attraverso la valorizzazione delle differenze, in quanto caratteristiche concrete delle persone che si manifestano negli stili di lavoro e nelle diverse esigenze, su cui l’azienda può fare leva per aumentare la sua competitività e possibilità di successo. La convinzione è che la tendenza all’omogeneità possa essere svantaggiosa per l’organizzazione e per la sua capacità di rispondere ai cambiamenti del contesto, del mercato e alle sfide che essi pongono. “Gli attuali sistemi aziendali e le relative culture non sono più adeguati né all’articolazione dell’odierna forza lavoro, né alla complessità della società, né alle sfide future. Bisogna uscire dai vecchi schemi e compiere una vera e propria rivoluzione culturale per rendersi conto che le donne nel mondo del lavoro non costituiscono un problema etico, ma una necessità economica. Portatrici di attitudini e capacità diverse, esse costituiscono una gigantesca opportunità e favorirne l’ascesa alle posizioni di vertice è urgente per assicurare una
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crescita sostenibile dell’economia (“Rivoluzione Womenomics” A. Maitland, A. Wittenberg). “Una recente ricerca di Goldman Sachs ha dimostrato che il prodotto interno lordo mondiale sarebbe del 13% più elevato se le donne fossero posizionate esattamente come gli uomini nel mondo del lavoro. Non solo ci sarebbe più reddito disponibile e capacità di spesa nelle famiglie, ma si attiverebbe un moltiplicatore di benessere impareggiabile, anche nella vecchia Europa”. Così ha esordito al convegno Eleanor Tabi HallerJorden, general manager Europa della società leader per la consulenza mondiale su questioni di genere, Catalyst. “La crisi ha reso più urgente la sfida di valorizzare i talenti: la “tempesta perfetta” in atto sui mercati finanziari internazionali ed europei in particolare è il momento ideale per l’avanzata femminile ai vertici della politica e dell’economia”. Alla stessa conclusione è giunto anche il rapporto Woman matter di Mckinsey che ha esaminato un campione di imprese in 6 Paesi europei e nei 4 principali Paesi emergenti (Cina, India, Brasile e Russia), suddividendole in due gruppi: quelle con il numero più elevato di donne nell’alta direzione aziendale e quelle con nessuna donna nelle posizioni apicali. Il risultato è che nel periodo 2007-2009 le aziende con maggior presenza femminile al top hanno avuto risultati superiori del 56% (Ebit) rispetto a quelle maschili e redditività del capitale più alta del 41%.
Le caratteristiche della leadership al femminile
Diverse ricerche sottolineano come le donne abbiano capacità di leadership trasformazionale, cioè in grado di creare cambiamenti e di far crescere altri potenziali dirigenti. La necessità di questo tipo di leadership non è mai stata più grande di oggi, dato che il mercato chiede di valorizzare i potenziali al suo interno, persone che siano in grado di effettuare cambiamenti su larga scala, sviluppare nuove generazioni di dirigenti, ascoltare e saper coinvolgere la propria squadra, trovare soluzioni non convenzionali e innovative, nonché di essere guida senza trascurare gli aspetti emozionali e relazionali.
Favorire l’accesso delle donne alle posizioni di responsabilità
Le donne sono meno propense degli uomini ad accedervi perché non si sentono all’altezza e hanno un forte senso di responsabilità, per questo il confronto con gli
uomini più determinati le vede spesso come parte più debole. “Noi donne leader abbiamo l’obbligo morale di sostenere le giovani nella loro ascesa verso posizioni apicali meritate per il loro talento – ha detto l’avvocato Rossello al convegno -. Progetto Donne e Futuro è un’organizzazione non-profit che promuove percorsi di mentoring e tutoring destinati a giovani studentesse selezionate in base al merito: la cultura della leadership va coltivata fin dall’ingresso nel mondo del lavoro”. Sulle stessa lunghezza d’onda Alessandra Perrazzelli, Ceo di Intesa Sanpaolo Eurodesk e presidente dell’organizzazione ValoreD che diffonde il valore della leadership femminile all’interno di 58 aziende pioniere associate. “Una volta arrivate in vetta è più importante aiutare i giovani meritevoli a trovare un lavoro valido e ad affermarsi, con una corsia preferenziale per le donne, che in questa fase storica dell’Italia di crisi economica e dei valori devono essere al centro dell’agenda economica delle imprese e del Paese”. Alcune aziende si sono accorte che la perdita di talenti femminili è un problema, oltre ad una questione di genere, e quindi hanno messo in pratica alcune strategie quali affidare ai dirigenti la responsabilità di trattenere e promuovere le donne, dedicando a questo obiettivo una parte dei bonus concessi. Altra azione programmata da McKinsey (società di consulenza leader nella gestione delle risorse umane dell’alta dirigenza aziendale) sono i piani di bilanciamento fra tempi di vita privata e di lavoro attraverso condizioni di lavoro flessibili nei tempi e nei luoghi.
Come si inseriscono questi temi nella realtà di Itaca
Nella nostra Cooperativa le possibilità di fare carriera sono poche, perché i posti di prestigio sono pochi e i sistemi premianti sono deboli. Viceversa le responsabilità sono tante, nei confronti della Cooperativa e nei confronti dell’utenza, e le donne sono tante. Aumentare e coltivare la consapevolezza nelle donne del loro valore all’interno del mondo del lavoro e dei ruoli di responsabilità sono azioni che rientrano tra gli obiettivi prioritari di Itaca. Come anche semplificare la vita lavorativa e l’assunzione di responsabilità, non solo dando strumenti a sostegno della conciliazione. Chiara STABILE
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“Family Friendly” al Quirinale
Itaca all’avanguardia nella conciliazione Cronaca di una giornata particolare col Presidente della Repubblica
Roma Lo scorso 2 marzo mi è stato recapitato sul lavoro un invito molto gradito e al contempo inatteso: il Presidente della Repubblica ha il piacere di invitare il Dott. Emanuele Ceschin alla celebrazione “Giornata Internazionale della Donna” che avrà luogo al Palazzo del Quirinale, giovedì 8 marzo 2012 alle ore 11.30. Inizialmente ho pensato ad uno scherzo, ma poi, visto l’invito, la busta e l’annullo postale del Quirinale, ho realizzato che era autentico. Verificato che non era possibile delegare alcuno a presenziare in mia vece la persona che meglio avrebbe rappresentato Itaca in tal senso sarebbe stata la nostra referente Pari opportunità, Chiara Stabile - mi sono preparato all’evento.
quale la Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato poco meno di 50 mila euro da destinarsi a servizi di conciliazione per le proprie lavoratrici ed i propri lavoratori. Iniziano quindi ad arrivare gli invitati: alle 11.30, puntale, arriva il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La cerimonia ha inizio con gli interventi del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e del ministro del Lavoro e Pari Opportunità, Elsa Fornero.
Viene poi data la parola ad una lavoratrice precaria, che interviene in merito alle difficoltà che incontra a progettare una maternità a causa delle sue precarie condizioni di lavoro. Dopo un intermezzo musicale in cui sono state eseguite due composizioni di Robert Schumann, le attrici Isabella Ragonese e Lunetta Savino rappresentano uno stralcio del testo teatrale “Libere” di Cristina Comencini, su due donne, appartenenti a generazioni diverse, che si confrontano sulla condizione femminile e In alto Emanuele Ceschin, sotto il Presidente Napolitano sulla maternità.
Il giorno della cerimonia sono partito di buon’ora alla volta della capitale per giungervi alle 9.30. Avevo tutto il tempo per recarmi a piedi al Palazzo del Quirinale. Alle 10, un po’ emozionato ed intimidito, munito di invito e di documento personale, varco la Porta Principale del Palazzo (tutto in maiuscolo nell’invito). Dopo i controlli di rito, accedo nel Cortile d’Onore: mi fermo un momento ad ammirare il Torrino, su cui sventolano le bandiere italiana, europea e del Presidente della Repubblica. Attraversato il Cortile, percorso il cosiddetto “Scalone”, giungo alla Sala dei Corazzieri: ovviamente sono in anticipo di un’ora (che vogliamo arrivare in ritardo ad una cerimonia con il Presidente della Repubblica?). Mi accomodo e mi gusto la maestosità della sala ancora vuota, non prima di essermi fatto immortalare nella foto di rito. Sul mega schermo approntato per l’occasione è in evidenza il tema della giornata: “Lavoro e famiglia: conciliare si può”. Viene confermata la mia ipotesi: Itaca è stata invitata in virtù del primo posto in graduatoria in entrambi gli assi del progetto Family Friendly, tramite il
Successivamente, il Capo dello Stato consegna sei onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a persone che si sono distinte per avere felicemente conciliato l’impegno familiare con ottimi risalutati di lavoro e di carriera e, nel caso del prof. Maurizio Ferrera, “per aver dimostrato, attraverso i suoi studi e le sue pubblicazioni, come gli strumenti di conciliazione mettano in moto un volano di occupazione femminile fondamentale per la crescita economica del nostro Paese”. Alla fine, l’atteso intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’attenzione del Presidente si è da subito concretata sul tema della giornata, ovvero la conciliazione tra famiglia e lavoro, “ai fini di un più massiccio ingresso delle donne in ogni settore di attività e di una piena affermazione del ruolo che esse possono svolgervi”.
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Il tema centrale del discorso presidenziale si è incentrato su un postulato ben preciso: la necessità di incrementare l’occupazione femminile per favorire la crescita dell’economia italiana. Poi il passaggio in cui il Presidente si è rivolto anche alla nostra Cooperativa: “costituiscono protagonisti importanti della conciliazione e sono utili modelli da imitare quelle imprese che hanno introdotto nuove figure professionali, specificamente addette a facilitare la conciliazione tra vita privata e lavorativa dei dipendenti e che hanno adottato programmi di reinserimento delle neomamme (…) Abbiamo invitato oggi una rappresentanza di queste esperienze d’avanguardia presenti nel nostro Paese. Dobbiamo augurarci che, nei limiti del possibile, queste pratiche innovative si espandano presto a macchia d’olio”. Alla fine della cerimonia siamo stati tutti invitati nel “salone delle feste” per un rinfresco: è stata una piacevole occasione per poter avvicinare, salutare e scambiare due parole con alcuni membri del governo in carica (Profumo, Fornero, Severino) e, soprattutto, con il Presidente Napolitano. Si è conclusa così, verso le 13, una cerimonia emozionante, sia dal punto di vista personale, che professionale: un bel riconoscimento per l’impegno di Itaca nelle politiche di conciliazione. Emanuele CESCHIN
Gestione completa sino al 2015
A Itaca l’Asp di Azzano Decimo Successo per l’Ati con IdealService e Serist
Azzano Decimo A partire dal 1° di febbraio 2012 la Cooperativa Itaca si è aggiudicata la gestione completa della Casa di riposo di Azzano Decimo. L’appalto avrà durata di 3 anni (dal 1° febbraio 2012 – al 31 gennaio 2015 con possibilità di eventuale proroga per ulteriori 3 anni). Itaca ha partecipato alla gara in Ati (associazione temporanea d’impresa) assieme a IdealService società cooperativa e a Serist servizi di ristorazione s.r.l. La logica legata alla scelta di partecipare alla gara assieme ad altri soggetti è quella della specializzazione degli interventi. L’appalto per l’azienda servizi alla persona “Solidarietà – Mons. D. Cadore” prevede la gestione unica di diversi servizi, a partire dall’organizzazione e gestione di tre nuclei assistenziali-residenziali di ospiti non autosufficienti. Oltre a ciò i servizi generali di coordinamento, supporto amministrativo, segreteria e manutenzione. Nonché il servizio infermieristico, di ristorazione, animazione, igiene e di sanificazione unità di vita dell’ospite, igiene e sanificazione dell’ambiente. E ancora guardaroba per la biancheria personale degli ospiti, noleggio e lavaggio biancheria, parrucchiere (femminile e maschile), servizio alberghiero completo di pulizie, cucina, manutenzione e lavanderia presso la Rsa all’interno della Asp.
Itaca garantisce l’organizzazione e la gestione dei tre nuclei, i servizi generali (escluso le manutenzioni), il servizio infermieristico, il servizio di animazione, il servizio di parrucchiere e il servizio di lavaggio e noleggio della biancheria (mediante sub appalto). La Asp è una struttura residenziale destinata ad ospitare persone anziane non autosufficienti (massimo 84 posti letto) impossibilitate a rimanere al proprio domicilio e che necessitano di interventi volti al soddisfacimento dei bisogni assistenziali. La struttura è divisa in interrato, piano rialzato, primo piano e secondo piano. Al piano rialzato si trovano due dei tre nuclei assistenziali, servizi collettivi a carattere sanitario e riabilitativo (quali ambulatori medici, coordinamento assistenziale, la palestra per la fisioterapia) e servizi generali (segreteria, uffici amministrativi, locali per attività di animazione, locale parrucchiere – barbiere, locali magazzino e guardaroba, spogliatoi personale, ecc.). I nuclei ospitano 27-29 posti letto e si articolano in spazi individuali (camere da letto ed annessi servizi igienici), semicollettivi (servizi igienici comunitari, locale pranzo soggiorno), spazi per il personale e spazi di collegamento. Al primo piano si trova il terzo nucleo assistenziale e al secondo si trova la Rsa. I tre nuclei sono distinti da un colore (azzurro, rosa, verde) in modo da essere fa-
IN PRIMO PIANO cilmente individuabili. Gli stessi accolgono anziani ospiti non autosufficienti con compromissione di vario livello del grado di autonomia. Il nucleo azzurro occupa l’ala ovest del piano rialzato e dispone di 13 camere doppie e una tripla per un totale di 29 posti letto. In questo nucleo vengono accolti anziani con importanti compromissioni cliniche tali da comportare un notevole carico assistenziale e infermieristico. Il nucleo rosa occupa l’ala est del piano rialzato e dispone di 14 camere doppie per un totale di 28 posti letto. Vengono accolti anziani con patologie di vario tipo che necessitano di assistenza tutelare e infermieristica. Il nucleo verde occupa l’intero primo piano ed è diviso in ala nord e ala sud. Dispone di 13 camere doppie e una singola per un totale di 27 posti letto. Accoglie an-
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ziani con patologie di vario tipo che necessitano di assistenza tutelare e infermieristica. Al secondo e ultimo piano è ospitata la Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) dotata di 27 posti letto e gestita per la parte socio-assistenziale dalla Azienda per i Servizi Sanitari di Pordenone Ass6 Friuli Occidentale. Per questa struttura è richiesto di garantire e di fornire i soli servizi
alberghieri. Ai 39 tra operatrici e operatori addetti all’assistenza, alla coordinatrice generale, alle 2 figure amministrative, alle 7 infermiere, alle 2 animatrici, alla parrucchiera e a tutto il personale assunto dalle ditte IdealService e Serist un caro benvenuto e un augurio di buon lavoro.
Anna LA DIEGA
Da aprile a maggio 84 ore di lezione gratuita
“PrenderSicura” parte la 3^ edizione
Formazione delle assistenti familiari in sette Comuni del Veneto Orientale Portogruaro Al via la terza edizione del corso “PrenderSicura” che prevede la formazione gratuita per le assistenti familiari residenti all’interno dei Comuni del Veneto Orientale. Dal 16 aprile al 25 maggio verranno organizzate sei lezioni di due ore ciascuna. Ben sette le sedi previste ovvero Portogruaro, Annone Veneto, Caorle, Jesolo, Pramaggiore, San Donà di Piave e San Stino di Livenza. Ente capofila del progetto è il Comune di Portogruaro – Servizi Sociali, mentre l’organizzazione e gestione dei corsi è stata affidata alla Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone. La nuova edizione di “PrenderSicura” sottolinea l’importanza del ruolo che le assistenti familiari hanno oramai assunto quale prezioso sostegno all’interno del welfare, ma sottolinea altresì l’importanza di una formazione specifica continua e di una maggiore integrazione sociale e culturale. L’assistente familiare oggi è una figura che emerge sempre più nella società contemporanea e che merita sempre maggiore attenzione e controllo. La creazione di corsi formativi come “PrenderSicura” permette loro di confrontarsi ed acquisire conoscenze, tecniche e supporto da parte dei Servizi nella attività assistenziali e di cura. I moduli formativi che verranno presentati durante il corso vedranno le partecipanti impegnate non solo in materia di sicurezza con la mobilizzazione manuale della persona anziana, ma anche sul fronte della relazione interpersonale che si instaura tra l’anziano, la famiglia e
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l’assistente familiare, nonché sullo studio dei disturbi comportamenti calato sulle demenze senili e di Alzheimer. L’idea di fondo perseguita dagli organizzatori è, peraltro, che la formazione delle assistenti familiari non passi solo attraverso la conoscenza delle modalità di cura. Oggi, soprattutto, appare fondamentale che sappiano comunicare e comprendere lingua e cultura in maniera adeguata. “E’ nostra intenzione fornire alle assistenti familiari gli strumenti per riflettere sull’importanza del saper ascoltare e saper cogliere i bisogni degli assistiti, conoscere
sempre più quelle che sono le nuove patologie che colpiscono la popolazione anziana, come le demenze. Ma importante - sottolineano gli organizzatori – è anche apprendere le corrette modalità di rispetto nei confronti dell’utente e della sua famiglia, acquisendo la fiducia da parte del datore di lavoro”. Al termine della formazione, le corsiste potranno partecipare al convegno previsto a di San Donà di Piave e finanziato dalla Provincia di Venezia che sarà focalizzato principalmente sul tema demenze Stefania DE MARCO
I tempi di crisi si ritorna alle origini
Al Farfabruco l’orto sinergico raddoppia Bambini, genitori e nonni alle prese con piantine ed ortaggi
Pordenone Prosegue con successo il progetto “Orto sinergico” all’asilo nido Farfabruco di Pordenone, tanto che la Cooperativa sociale Itaca, visto l’entusiasmo registrato da parte dei bimbi e dei loro genitori, ha deciso di raddoppiare, considerando conclusa la sperimentazione ed aprendo una nuova fase di rilancio del progetto. La crisi economica si fa sentire tanto che diverse famiglie anche pordenonesi hanno optato per la soluzione dello stringere la cinghia, come si diceva – e si faceva – un tempo in periodo di vacche magre. Il che, tradotto in termini più pratici, sta significando per molti un ritorno alle origini. E anche la messa in pratica di alternative sostenibili che contribuiscano alla gestione economica della famiglia. Di qui la proposta dell’orto sinergico per tutta la famiglia, facilmente realizzabile da tutti, bambini, genitori e nonni. A tal fine Itaca ha previsto una serata informativa tutta dedicata ai genitori frequentanti, ma aperta all’intero quartiere. L’appuntamento si è tenuto il 10 aprile nella sede di viale Treviso del nido d’infanzia Farfabruco, ha condotto la serata Claudio Ricci, esperto di orto sinergico. Evento cui ha fatto poi seguito un incontro “pratico” che tenutosi il 14 aprile presso l’orto sinergico del Farfabruco. Obiettivo della mattinata mettere in pratica le istruzioni ricevute da Ricci su come realizzare l’orto, genitori e bambini potranno poi piantare assieme le piantine per la nuova stagione. Lanciata poco meno di due anni fa, con la realizzazio-
ne dell’orto sinergico Itaca ha inteso offrire al bambino l’occasione di sperimentarsi in vari aspetti a partire dal prendersi cura delle piantine, osservare l’evoluzione della natura, rispettare il tempo, utilizzare nuovi strumenti ed arnesi, manipolare la terra. “Nel pensare alla realizzazione di questa attività - spiega la coordinatrice del servizio, Sabina Capolo - abbiamo anche valutato il tipo di orto da proporre ai piccoli e la scelta è ricaduta sull’orto sinergico. Riteniamo, infatti, che la positività di questa esperienza possa non solo sensibilizzare ma anche avvicinare i bambini e le famiglie ai temi della natura e ad una riflessione più ampia su un futuro ecosostenibile”. La scelta di sperimentare il sistema dell’orto sinergico nasce dal concetto su cui si basa l’agricoltura sinergica, così definita perché prende in considerazione i vantaggi della sinergia tra diverse piante. Ovvero, energie collaboranti e concettualmente unibili in una sola energia per un unico scopo collettivo. “Questo concetto è lo stesso su cui si basa il nostro agire quotidiano con il vostro bambino – prosegue Capolo -: diverse persone come i nostri educatori, la cuoca, la ausiliaria, genitori e vicini stessi, collaborano per un unico scopo ossia il benessere del bambino e il suo armonico sviluppo”. E il bambino è come il “terreno in cui seminiamo, ricco di tutto, terreno che va però rispettato per quello che ci offre e che può essere arricchito con il nostro agire in sinergia”. Ecco così che anche quest’anno i bimbi del Farfabruco, insieme e sotto la abile guida dell’esperto in agricoltu-
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ra sinergica, Claudio Ricci, ed alle educatrici del nido pordenonese, realizzeranno un vero e proprio orto. Si potrà “vederlo crescere insieme a noi giorno per giorno e magari assaggiarne qualche frutto”. In concreto la predisposizione del “Farfaorto” presuppone quattro fasi e prevede la preparazione e protezione del terreno su cui verrà predisposto l’orto, ad esempio con la paglia. La seconda sarà quella della semina e/o trapianto delle colture e partirà da metà maggio sino a fine mese. Con il mese di giugno e per tutto luglio il via alla fase tre della coltivazione e cura con tanto di annaffiatura delle piante; mentre la quarta ed ultima fase della raccolta degli ortaggi partirà a fine giugno e si concluderà con il mese di luglio. Tempo permettendo, l’esperto Claudio Ricci farà visita ai bimbi del Farfabruco ogni martedì mattina per proseguire la realizzazione dell’orto. Diversi cartelloni colorati apposti all’interno del nido documenteranno le varie fasi di creazione dell’orto. L’Asilo nido Farfabruco della Cooperativa Itaca è un servizio educativo e sociale situato a Pordenone in viale Treviso accanto alla piscina comunale. Accreditato presso il Comune, in stretta collaborazione con la famiglia garantisce alla prima infanzia le condizioni per
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un armonico sviluppo psicofisico e sociale attraverso un intervento educativo di cui il bambino è il vero protagonista. Il Farfabruco è predisposto per accogliere 28 bambini dai 12 ai 36 mesi ed è aperto per 11 mesi all’anno (escluso agosto). Il servizio è operativo dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle ore 18.30. La permanenza del bambino all’Asilo nido non è superiore alle 10 ore giornaliere. È prevista la possibilità di utilizzare il servizio nelle seguenti fasce orarie: Tempo pieno 7.30-17.30; Part-time mattina 7.30-13; Part-time pomeriggio 1318:30. L’asilo dispone di personale educativo con pluriennale esperienza, supervisione pedagogica, coordinamento pedagogico e tecnico, cucina interna, ampio giardino. In occasione del raddoppio del “Farfaorto”, il Farfabruco ha organizzato una conferenza informativa tenutasi martedì 10 aprile alle 20.30 al nido d’infanzia di viale Treviso. L’esperto Claudio Ricci ha parlato di agricoltura sinergica in una serata finalizzata a dare strumenti a tutti coloro che volessero cimentarsi nella realizzazione di un orto sinergico. E’ seguito il 14 aprile un incontro di messa in pratica presso l’orto del Farfabruco, ovvero come realizzare una “cuiera” sinergica. Fabio DELLA PIETRA
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Stimolazione musicale modello innovativo
Itaca intonata alle tesi universitarie
Dal 2003 al 2012 il Laboratorio MusicStim è stato oggetto di studio all’Università Pordenone
Ritmicizia era un progetto molto articolato e multiforme perché il proDal 2003 al 2012 il Laboratorio di Stiblema del disagio giovanile oggi rimolazione Musicale è stato oggetto chiede risposte complesse, ha molti di quattro tesi universitarie. Le due aspetti da affrontare. Ad esempio, prime sono state scritte da allieve devi prendere in considerazione i del Corso di Scienze Infermieristiche rapporti familiari, la cultura del terdell’Università di Trieste, che dimoritorio, la corporeità dei ragazzi e le stravano interesse nell’esaminare mitologie tipiche dell’adolescenza fra le potenzialità della Musica come altre cose. I loro modelli sono modelausiliaria nel campo delle cure meli di irruenza, di prepotenza, di arrodiche. Quest’anno si sono presentaganza e violenza diffusi dai mezzi di te invece altre due proposte di tesi, comunicazione, dall’arte industriale, quelle di Rachele Glorioso e di Lucia dai video-game o dalla televisione. Soramel (che proprio in queste ore Per questo motivo, a mio avviso, non ha visto la sua tesi valutata con un è possibile affrontare il problema sobel 30, ndr). La prima associata al lamente con delle iniziative isolate o Corso di Laurea in Scienze dell’Eduteoriche come conferenze o seminari cazione dell’Università di Palermo e per informare genitori ed insegnanl’altra conclusiva del Corso di Master ti, applicare questionari e via dicenin Linguaggi Non Verbali: Psicomodo. È necessario scendere in campo tricità, Musicoterapia e Performance Da sinistra, Rachele Glorioso e Lucia Soramel concretamente ed agire nell’ambiendell’Università degli Studi Ca’ Foscari te nel quale il problema si verifica. di Venezia. Ben tre le differenze principali fra le tesiste Per questo Ritmicizia ha richiesto l’organizzazione di un precedenti e le due più recenti: Rachele e Lucia sono gruppo interdisciplinare capace di agire in maniera intemusiciste concertiste, lavorano nella Cooperativa Itaca grata per pianificare gli incontri, realizzarli e poi valutae sono coinvolte in prima persona con il Laboratorio di re i risultati per apportare dei correttivi. Mantenevamo Stimolazione Musicale. Forse queste tre caratteristiche un monitoraggio costante del comportamento, della c’entrano con il perché della scelta. Chiedere è lecito. performance motoria e musicale-espressiva dei ragazzi ed eravamo in contatto anche con le famiglie. Rachele e Lucia, potete raccontare alla Gazzetta La mia esperienza come strumentista concertista, la come mai avete immaginato una tesi rispetto al formazione realizzata nell’ambito della Stimolazione Laboratorio di Stimolazione Musicale? C’è stata Musicale e l’inclusione nella squadra di lavoro di quel forse una particolare esperienza che avete visprogetto, hanno permesso di seguire lo sviluppo del suto nel contatto con il lavoro assistenziale? processo in diverse prospettive: dalla partecipazione agli incontri, alla gestione dei rapporti con le famiglie e Rachele: Nel periodo 2006-2007 ho avuto la possibiliai processi di valutazione. Ho potuto testimoniare l’eftà di partecipare al progetto Ritmicizia, vincitore di un ficacia educativa della tecnica MusicStim nel contatto concorso di idee indetto dall’Ambito socio-assistenziale con i ragazzi e raccogliere le opinioni entusiastiche dei del Comune di Udine. Facevo l’assistente e anche l’aiuparenti, peraltro condivise nel documentario La Salato regista del Maestro Alberto Chicayban, autore del mandra, prodotto dalla Cooperativa Itaca. Così ho deciprogetto e esperto nella disciplina Stimolazione Musicaso di esporre ed approfondire l’esperienza nella mia tesi le o MusicStim, che, come forse sapete, è una modalità di laurea in Scienze dell’Educazione. di utilizzo della Musica come strumento di intervento nell’area sociale ed assistenziale. Lucia: La mia scelta credo sia dovuta in generale all’inIl progetto ha avuto la durata di circa un anno e ha teresse nell’approfondire le conoscenze delle diverse coinvolto un gruppo abbastanza eterogeneo di ragazzi possibilità dell’arte musicale. Oltre al lavoro nell’area e ragazze disadattati e segnalati come a rischio. I ragazeducativa all’interno della Cooperativa Itaca, sto altresì zi partecipanti - soggetti ritenuti irruenti o emarginati, seguendo un percorso di formazione per diventare una quasi tutti con basso rendimento scolastico motivato da musicstimmer, cioè musicista tecnica in Stimolazione deficit di attenzione - hanno realizzato un percorso ufMusicale – Musicstim, una sorta di continuazione del ficialmente destinato a prepararli ad una sorta di spetmestiere che ho imparato. tacolo musicale, ma che ad un livello teorico profondo Allora è stato naturale prendere il percorso formativo li ha visti realizzare una serie di pratiche di gruppo tese in Itaca come tema della tesi nel Master alla Ca’ Foad aumentare il loro grado d’integrazione, la concenscari. Gli aspetti più importanti emersi dall’esperienza trazione ed il controllo emotivo. che ho vissuto e tutt’ora sto vivendo all’interno della
IN PRIMO PIANO mia formazione, si riferiscono alla Stimolazione Musicale applicata come strumento ausiliario nell’assistenza a persone affette dalla demenza d’Alzheimer e altre demenze, ma si integrano anche a quanto appreso durante l’intero percorso di Master.
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551781. La tua partecipazione aiuterà l’Associazione Hermanos Onlus nel Progetto Javari per la costruzione di una scuola per bambini in Amazzonia. (FDP)
Rachele Glorioso (pianoforte) e Lucia Soramel (clarinetto) suoneranno insieme al concerto IL PENTAGRAMMA LUNARE, spettacolo con musiche scritte solamente da donne compositrici nell’arco di tempo dal 1621 al 2006. Il concerto sarà realizzato il giorno 3 maggio a Pordenone al PN-BOX Studios, Via Vittorio Veneto 23 tel. 0434
La particolare attenzione alla cultura musicale del soggetto caratterizza il metodo di Stimolazione Musicale, il repertorio nell’ambito di assistenza agli anziani consiste in canti popolari della cultura veneto-friulana. Alcuni testi di canzoni narrano di amori spensierati, altri di dolori e mancanze, altri ancora della guerra. Ma suonare quei brani pieni zeppi della vita vera di migliaia di persone non è che il primo gradino nel lavoro di stimolazione, è necessario anche muoversi in una certa maniera, usare gesti di rinforzo e altri protocolli per aumentare il livello qualitativo della partecipazione degli anziani. Se partecipi ad un Laboratorio di Stimolazione Musicale ti rendi conto dell’importanza degli elementi non verbali. Quella maniera di lavorare mi ha incuriosito molto, si tratta di un modello di lavoro assistenziale pressoché sconosciuto, innovativo e assolutamente da diffondere e far circolare, non solo tra gli addetti ai lavori.
Il 3 Maggio 2012 alle ore 20:30 al PN-BOX Via Vittorio Veneto 23 Pordenone 0434-551781
Suono da sempre il clarinetto, uno strumento melodico, ma in questo periodo di formazione in Itaca ho cominciato a suonare la fisarmonica. Lo strumento armonico è necessario per poter eseguire una struttura di composizione, per accompagnare canti. Questo tipo di strumento ha un forte potere evocativo, se pensiamo alla strumentazione del repertorio folcloristico locale.
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in primo piano Percorso seminariale integrato
Un ponte tra formazione e inserimenti lavorativi Tolmezzo 20 aprile – 25 maggio
Tolmezzo La legge di riforma psichiatrica L.180/1978 ha sancito l’entrata nel mondo dei diritti delle persone con sofferenza mentale. La questione sempre aperta resta però – nelle pratiche della salute mentale – come trasformare il diritto da formale a sostanziale. Ovvero, come favorire la costruzione materiale dei diritti di cittadinanza per le persone con sofferenza mentale. E come orientare verso questa meta le risorse economiche, umane e culturali. Come ormai ampiamente confermato dalla letteratura scientifica, il lavoro, oltre a fornire un reddito, appare oggi fattore determinante nella costruzione di una identità socialmente scambiabile, nell’acquisizione di autonomia, è luogo di rafforzamento di fiducia e rispetto di sé, di scambi e relazioni, di apprendimento, di valorizzazione, di crescita personale e professionale. Se il lavoro è “diventato chiave di accesso di diritti” e “chiave di strutturazione dell’esistenza umana e sociale” (Franco Rotelli, 1993), l’intervento riabilitativo nella salute mentale deve porsi la questione dell’esclusione dal mercato del lavoro di quote di popolazione sempre maggiori. Il percorso formativo - che mira a coinvolgere i portatori d’interesse del territorio, sia a livello di target dei destinatari (lavoratori di aziende agricole, operatori della cooperazione, rappresentanti di associazioni di categoria e di imprese profit) sia per la composizione dei docenti coinvolti - entra negli obiettivi regionali nei piani di zona. Il corso - organizzato dal Dsm dell’Azienda sanitaria n.3 “Alto Friuli” in collaborazione con la Cooperativa sociale Itaca - è strutturato in sei incontri che si svolgeranno nella ex Stazione di Tolmezzo, ora Centro diurno, a partire dal 20 aprile e fino al 25 maggio. Il luogo scelto per la formazione fa delle relazioni umane e di rete la sua filosofia d’azione: un luogo di cittadinanza per i paesi della Conca Tolmezzina. Il percorso è da intendersi si formativo (chi vi aderisce potrà ottenere un attestato di partecipazione con almeno il 70% delle ore) sia seminariale. Una scelta che sottolinea come, oltre all’aspetto formativo, si vogliano creare momenti di condivisione di saperi
e di future strategie comuni: argomenti variegati che vanno dalla relazione con l’utenza alle tipologie di disagio, sino ad arrivare a logiche di sistema più ampie quali la progettazione europea negli inserimenti lavorativi, la sinergia tra Azienda sanitaria e Terzo settore (imprese pubbliche autogestite, definizione forse più azzeccata per descrivere oggi la Cooperazione). Un progetto costruito tramite il metodo della progettazione partecipata per far emergere fin dall’inizio la volontà di mettere in comune saperi e competenze, nella consapevolezza che attraverso informazioni e responsabilità diffuse si possano intravedere scenari di possibili strategie operative innovative con le quali guardare al futuro con rinnovata passione. Christian GRETTER e Cristina SCARSELLETTI
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eventi
Le generazioni si incontrano e interagiscono giocando
Giochi di ieri per bambini di oggi Nuovo appuntamento con il progetto di comunità Genius Loci
Pordenone
Durante il pomeriggio p stato anche Domenica 25 marzo dalle 14.30 alle distribuito il secondo numero del 17.30 presso l’area esterna del Depofoglio di quartiere “SpiazzaBorgo”, sito Giordani, in collaborazione con la realizzato grazie al prezioso contriscuola elementare E. De Amicis, con buto delle associazioni, istituzioni le associazioni del territorio e con i scolastiche e cittadini coinvolti nel cittadini di Borgomeduna, il progetto progetto Genius loci. SpiazzaBorgo Genius Loci ha organizzato un nuoè uno spazio fatto di carta, arricchito vo appuntamento rivolto agli abitanti da pensieri prima condivisi poi scritFoto di Sergio Bagaggia del quartiere e intitolato “Giochi di ti, che aspira ad essere di tutti atFonte: http://borgomeduna.blogspot.it/ ieri... per bambini di oggi”. traverso l’interazione occasionale, il L’iniziativa aveva come tema principapassaparola spontaneo e l’impegno le la rivisitazione di alcuni giochi del di un intero quartiere. passato e del presente provenienti da lontano, raccolti attraverso il ricordo Il progetto Genius Loci si configura e la memoria, destinati sia ai bambini come un’azione progettuale comusia agli adulti. Il gioco è elemento di ne tra istituzioni - Ass6, Provincia, grande democraticità in quanto caComune, Ambito distrettuale e Coopace di accomunare persone di difperative sociali Acli, Itaca e Fai - e ferenti fasce di età, di diversa estrarealtà associative locali, il cui scopo zione sociale e provenienti da diversi è quello di concretizzare un’idea di luoghi della terra. Il gioco implica alcomunità partecipe e attiva nell’intresì interazione sociale e dà forza e contro tra generazioni. coesione a una comunità. Per questa “Giochi di ieri..per bambini di oggi” ragione la salvaguardia del gioco è è un esperimento voluto fortemente Chiara Buono e Francesco Stoppa anche salvaguardia del territorio. dai soggetti coinvolti non solo per viPer l’occasione sono stati allestiti una vere il quartiere, ma per abitarlo nelserie di stand in cui sono state riproposte una quindicila forma più completa possibile, trasformandolo in uno na di attività ludiche gestite direttamente dai residenti spazio fisico di esperienze sociali condivise, costruendo di Borgomeduna, che hanno supportato l’iniziativa, ai un universo materiale e simbolico che faccia sentire le quali la cittadinanza ha partecipato a titolo gratuito, persone partecipi di una società e di una cultura coassaporando il gusto dello stare insieme in quartiere in muni. modo divertente e gioioso. La manifestazione è stata “Vivere in quartiere – concludono gli organizzatori - raparricchita da un’animazione di danze folkloriche e da un presenta la possibilità di appartenere ad una comunità piccolo buffet a metà pomeriggio. politica e ad una organizzazione sociale, che stabilisce Tale giornata è frutto di un percorso intrapreso in quare progetta il proprio futuro nelle relazioni di potere che tiere da più di un anno, in cui i vari protagonisti naturali si creano tra i differenti gruppi che la compongono, tutdella vita del territorio hanno partecipato in maniera to ciò nel mezzo di un territorio condiviso arricchito da attiva, contribuendo alla riflessione e alla progettazione pluralismo e diversità”. delle attività che di volta in volta si sono organizzate a Borgomeduna. Chiara BUONO
Genitori invitati a conoscere servizio e attività
Porte aperte al nido comunale “Un giorno al nido” sabato 21 aprile dalle 10 alle 12
Cervignano del Friuli Porte aperte al nido di Cervignano per far conoscere e presentare le attività ai genitori, organizza l’amministrazione comunale in sinergia con la Cooperativa sociale Itaca, che gestisce il servizio. Terzo ed ultimo appuntamento il 21 aprile dalle 10 alle 12 con “Un giorno al nido”, dopo le prime due aperture tenutesi il 29
marzo e il 14 aprile. Da settembre 2009 Itaca, gestisce il Nido d’Infanzia comunale di Cervignano del Friuli, un servizio educativo che può accogliere fino a 60 bambini di età compresa tra i tre mesi ed i tre anni. Il nido offre ad ogni bimbo la possibilità di vivere esperienze che favoriscano lo sviluppo affettivo-emotivo, sociale e cognitivo, nel pieno sostegno del percorso verso l’autonomia.
eventi Itaca ha consolidato la sua esperienza gestendo dal 1996 nidi d’infanzia e servizi educativi per i bambini e le loro famiglie. L’immagine su cui si fonda il lavoro educativo al Nido è quella di un bambino visto nella sua globalità ed unicità, protagonista del suo percorso di sviluppo, sostenuto ed incoraggiato nelle sue scoperte quotidiane dall’educatore. Obiettivo del servizio predisporre un ambiente educante idoneo a favorire e incentivare la crescita, nel rispetto dei ritmi di sviluppo di ciascun bambino, la socializza-
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zione e le abilità legate alla scoperta, all’immaginazione, al confrontare,costruire e creare, utilizzando le mani, il movimento, il linguaggio e tutte le forme espressive. Il Nido d’Infanzia è un servizio educativo e sociale di interesse pubblico che offre opportunità di stimolo e cura per il raggiungimento del benessere psicofisico e dell’armonico sviluppo delle potenzialità affettive, relazionali e cognitive dei bambini. E’ un servizio che mira a sostenere le capacità educative dei genitori e a favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
“Infanzia e educazione” in primo piano a Cervignano
Genitori, figli e educatori: ri-costruire le relazioni Apprezzamenti per gli incontri con Trost e Fornasier
Cervignano del Friuli
cune esperienze personali come formatore e supervisore del lavoro del Infanzia e educazione in primo piapersonale educativo degli asili nido no con due approfondimenti legati della Regione Friuli Venezia Giulia. alle relazioni tra famiglia, educatori e Quanti di genitori, almeno una volbambini il primo, rapporti conflittuali ta nella loro “carriera educativa”, di nella sfera familiare il secondo. L’asfronte ad alcuni comportamenti inasessorato alle Pari opportunità e l’asspettati o imbarazzanti dei propri fiMercoledì 14 marzo 2012 sessorato alla Cultura e istruzione, in gli si sono chiesti: “Perché fai così?”. Incontro con Giorgio Trost, autore del libro L’asilo nido. collaborazione con il nido comunale Dietro questa frase si nasconde Le relazioni e le comunicazioni tra la famiglia, il bambino e l’educatrice gestito dalla Cooperativa sociale Itatutta la difficoltà del mondo adulto ca, hanno promosso due incontri sul nell’entrare in sintonia e comprentema “Infanzia e educazione” che si dere il mondo dei piccoli. Il libro Mercoledì 21 marzo 2012 Incontro con Laura Fornasier, autrice sono svolti nel Centro civico di Cervidella Fornasier pone l’accento sulla del libro Perché fai così? Comprendere i comportamenti provocatori gnano del Friuli (Ud). Il primo, merdinamica relazionale e comunicativa GHO SURSULR ÀJOLR SHU FUHVFHUH LQVLHPH coledì 14 marzo alle 18, con Giorgio interna alla famiglia e affronta quei ingresso libero Trost autore del libro “L’asilo nido. comportamenti dei figli che i geniGli incontri si terranno al Centro civico Le relazioni e le comunicazioni tra la tori tendono a vivere come sfide e via Trieste 35 - alle ore 18.00 famiglia, il bambino e l’educatrice”, il provocazioni, talvolta così “ingoversecondo mercoledì 21 marzo sempre nabili” da lasciare disarmati e impoalle 18 con Laura Fornasier, autrice di tenti. L’obiettivo non è solo quello di “Perché fai così? Comprendere i comportamenti provosocializzare chiare e concrete prassi educative ma ancatori del proprio figlio per crescere insieme”. che quello di promuovere una maggior consapevolezza Il volume di Trost è un’attenta descrizione dello svilupe responsabilità genitoriale per favorire un riavvicinapo psicologico ed emotivo del bambino raccontata atmento del mondo adulto con il mondo dei bambini e dei traverso le comunicazioni ed i comportamenti nelle diragazzi, e cominciare a rispondere ai diversi messaggi verse fasi del suo sviluppo, da zero a tre anni. Racconta d’aiuto che ormai da qualche tempo stanno lanciando. anche i significati del mondo del bambino e dell’adulto in una reciproca relazione; infatti, un bambino vive e Giorgio Trost, psicologo, ha fondato nel 1985 a Trieste cresce soprattutto in rapporto a figure di riferimento una scuola per l’infanzia che si occupava dello svilupadulte, che sono a loro volta influenzate sia dal bambipo cognitivo, emotivo e relazionale dei bambini da uno no stesso, che dalla propria esperienza. a sei anni e del sostegno alla genitorialità. Dal genEcco perché i bambini, nutrendosi delle sicurezze naio 2002 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i dell’adulto, hanno bisogno di genitori ed educatori sufMinorenni di Trieste e consulente tecnico nelle cause ficientemente sicuri e risolti nei loro problemi. di separazione e affidamento dei minori presso il TriIl libro è un confronto continuo e costante tra il terbunale Ordinario. Presso Armando Editore (Roma), ha ritorio del bambino e quello dell’adulto che, oltre ad pubblicato il volume “Lo sviluppo psicologico del bamevidenziare l’importanza dell’intervento dell’adulto sui bino dai due ai sei anni. Un’esperienza nella scuola per comportamenti e gli atteggiamenti del bambino, sottol’infanzia”(Armando editore, 2005). linea pure alcuni aspetti infantili che “i grandi” si portaLaura Fornasier, pedagogista e counsellor, si occupa di no dietro e dentro e manifestano in alcune occasioni. supervisione pedagogica nei servizi alla prima infanzia, Nel riportare dialoghi e comunicazioni tra bambini, geconsulenza individuale e di coppia. Organizza percorsi nitori ed educatori raccolti dall’autore nella sua venteorico-esperienziali a sostegno della genitorialità e intennale esperienza professionale in una scuola per terventi formativi per le scuole. l’infanzia di Trieste (nido-materna), il testo riporta alCittà di Cervignano del Friuli
Assessorato alle Pari opportunità e Assessorato alla Cultura e Istruzione in collaborazione con il Nido d’Infanzia
Infanzia e Educazione
Info: Biblioteca civica tel. 0431388540 email biblioteca@com-cervignano-del-friuli.regione.fvg.it
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Le case di riposo che funzionano bene non fanno notizia Cervignano del Friuli Il servizio in appalto alla Sarcinelli di Cervignano è in gestione alla Cooperativa Itaca dal 2001. L’appalto è stato riaggiudicato alla Cooperativa Itaca col 1° luglio 2009 per un periodo di quattro anni più ulteriori quattro di eventuale proroga. L’organizzazione del servizio si basa sulla suddivisione in nuclei a diverso carico sanitario e assistenziale dove il nucleo rosso è tendenzialmente quello a maggior carico e il verde a minor carico; nello specifico il rosso accoglie ospiti non autosufficienti con deficit motorio e cognitivo, le cui prevalenti criticità sono ravvisabili nell’area
della comunicazione, mantenimento delle capacità residue, rischi di lesione da decubito e infezioni urinarie. L’arancione accoglie persone non autosufficienti con deficit cognitivo, le cui prevalenti criticità sono ravvisabili nell’area della comunicazione, stimolazione delle capacità residue, disturbi del comportamento, rischi di caduta. Il verde accoglie ospiti autosufficienti e non autosufficienti, alcuni con lievi deficit cognitivi, le cui prevalenti aree di intervento riguardano il mantenimento delle capacità e il coinvolgimento nelle attività ricreative e di stimolazione. A seguire la lettera dei familiari di una anziana ospite ora deceduta.
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Casa Carli dal dentista La tappa successiva è stata lo Studio dentistico del dottor Pietro Egidio Colledani che, con grande affetto, ha richiesto di essere tra gli ospiti di questo viaggio. Dal 26 marzo, fino a dopo Pasqua, alcuni pannelli raffiguranti la vita quotidiana, le attività e gli amici di Casa Carli, sono stati così visitabili nello studio che ha sede in via San Rocco 36 a Maniago. Ancora in fase di organizzazione le prossime tappe della mostra itinerante, che promettono di essere numerose.
Maniago Prosegue l’avventura della mostra fotografica itinerante “5° compleanno di Casa Carli: un cammino insieme”. Cominciata a dicembre 2011 presso la nuova sede dei Servizi sociali di Maniago (all’interno del centro di assistenza anziani), l’esposizione ha trovato ospitalità alla Casa della gioventù di via Regina Elena, dove è stata apprezzata da molti visitatori, a partire dal 12 febbraio, quando è stata inaugurata in concomitanza con la Festa di Carnevale della Lega handicap.
Ilaria BOMBEN
Anche quest’anno - in occasione del Carnevale dei ragazzi di Maniago - gli ospiti di Casa Carli hanno dato il loro contributo alla realizzazione delle scenografie per la piazza
Aggiornamento primo soccorso Il corso di 4 ore è l’aggiornamento triennale obbligatorio post corso 12 ore DATA E ORARIO
SEDE
SERVIZI COINVOLTI
Mercoledì 02/05 9-13
Udine presso Legacoop
Cjase Nestre, Calicantus, Villa Veroi, Villa Carraria, Salute mentale Udine
Sabato 05/05 14,3018,30
Tolmezzo presso Itaca
Servizi minori Ass3, 2 Sad Tolmezzo, Area disabilità Ass3
Pordenone presso Itaca
Accreditamento Pordenone e Tempo Integrato Gaiarine, Minori San Vito, Casa dei Bambini, CdR Sacile, Sad Caorle, Centro diurno Gaiarine, Sad San Vito, Centri sociali San Vito, Sad Portogruaro, Salute Mentale Pordenone, Minori Set Latisana, Sad Latisana
Fiumicello presso Itaca
Sad Monfalcone, CdR Fogliano, CdR Cervignano, CdR Muggia, Minori Set Cervignano, Minori Bicinicco, Minori Fiumicello
Martedì 05/06 9-13 ed.1 oppure Martedì 05/06 15-19 ed.2
Venerdì 15/06 9-13
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eventi Muggia 8 marzo
La festa della donna Quando l’entusiasmo è contagioso
Muggia Per celebrare la Festa della donna anche quest’anno, presso il refettorio della nostra Casa, l’8 marzo si è svolto un grande evento mondano da non perdere, con la partecipazione delle modelle più gettonate di Muggia e dintorni, cui è seguito un rinfresco per tutti i partecipanti. Per noi piccole grandi future Oss è stata la prima esperienza in una Casa di riposo, anzi, è stato il primo tirocinio. Le aspettative erano grandi ma, di certo, vedere che i risultati sono stati addirittura maggiori delle attese è stato sorprendente. In particolar modo ci ha colpito l’importanza data
all’animazione, ad esempio, durante uno degli eventi cui abbiamo avuto l’occasione di partecipare: la Festa della donna. E’ stato molto interessante vedere, già dai preparativi, l’entusiasmo degli operatori nel creare un momento di svago e di divertimento per tutti gli anziani. Sbirciando da dietro le quinte e sfilando in passerella, la soddisfazione più grande era vedere gli ospiti sorridere, applaudire, commentare tra di loro la sfilata. Scordandosi, anche se per poco tempo, i loro malanni, le loro preoccupazioni. Inoltre, eventi come questo favoriscono i legami e migliorano le relazioni tra operatori ed anziani, rendendoli come un’unica famiglia.
Auguri al Castello con Argento vivo
Le tirocinanti Oss dell’Enaip
L’emozione di Lina: “venivo qui a danzare da giovane” Pranzo per gli anziani e gran ballo
Muggia Un luogo ideale e speciale, dal fascino caratteristico dei luoghi remoti, un bel ristorante, musica e un menù gustoso e raffinato, ecco gli ingredienti capaci di trasformare un semplice pranzo in una giornata da ricordare. Soprattutto se i convitati sono gli anziani della provincia di Trieste, persone fragili e spesso sole, bisognose di condivisione e convivialità come e più del pane. Proprio per gli ospiti delle Case di riposo, compresa la nostra di Muggia, è stato realizzato il 12 gennaio scorso il tradizionale pranzo di auguri insieme alla presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, e all’assessore alle politiche sociali, Roberta Tarlao, questa volta alla “Bottega del vino”, storico locale posizionato sui bastioni del castello di San Giusto: più di 130 i partecipanti.
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Dopo il pranzo gli ospiti si lasciano trasportare dalla musica e hanno cominciano a danzare con entusiasmo. Lina si è commossa pensando a suo marito, con cui più di qualche volta era venuta in questo localo e ci ha raccontato di aver “girato il mondo con mio marito dirigente del Pci, partigiano nei Gap cittadini. Ci eravamo conosciuti nel 1943, sedicenni e impegnati nella lotta antifascista”. I ricordi e le emozioni scorrono nelle menti dei nostri ospiti come il tempo. Infatti è già ora di fare rientro a Casa e ci salutiamo con un arrivederci al prossimo evento con Argento vivo. Antonino FERRARO
Poesie da Muggia La vecchia
(terzo posto al concorso “Argento vivo”) Mi guardo allo specchio e vedo una vecchia … Ma, non è possibile, quella non sono io … quei capelli bianchi, ho forse preso paura? E quelle rughe, quegl’occhi piccoli … io non sono così, io non sono una vecchia: ho ancora forza, sono allegra, faccio tante cose … si, sono malata, invalida, 16 anni sulla sedia a rotelle, ma … non sono una vecchia! E allora quella chi è? Mah, visto che sono una persona educata non farò la maleducata: ogni volta che la vedrò un saluto le farò! Roma BUSSIGNAC
La mia libertà Mi ghe tignivo tanto alla mia libertà e per questo no me go mai sposà, tutto quel che go desiderà go sempre conquistà e dove son andà i me ga sempre rispettà e onorà. Ma quando me son ammalà e in sedia me go ritrovà la mia grande, tanto amata libertà con 4 parole la me ga liquidà: “Caro Gentile, adesso che no te ga più niente de dar in casa de riposo te fazo andar e là te speterà la tua ora per andar all’al di là!” … senza respiro son restà, in un attimo tutto me xe crollà, solo, deluso, amareggià diria proprio incazzà: tanto go lavorà, guadagnà, sprecà, niente go risparmià per la mia libertà e mai, mai gavessi pensà che alla prima difficoltà cussì presto la me gavessi scarigà.
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La notte xe lunga qua, 12 ore, cossa far? Go comincià a pensar … Eh sì, caro Gentile de ti no xe più niente de far, in sto mondo ti no te ga più niente de dar …
La man tremante
Mi no son credente ma ghe xe un se e un ma e mi go scelto el se … ecco cossa farò: ogni notte con Lui parlerò, tutto ghe conterò, e una sola domanda ghe farò …
son talmente stanco, che i oci no riva nianche a seguir el volo del cucal,
“Tanti peccati go combinà, fin dalla giovine età per star con la mia libertà, una roba te chiedo mandime presto la mia ora per andar all’al di là!” A un certo punto me ga sembrà che el me gavessi rimproverà: “Fin che te gavevi la tua libertà de mi te se ga dimenticà e mai te ga pregà! Adesso sappi che la tua ora per andar all’al di là sai de lontan la riverà e tanto tempo la ghe metterà, cussì ti in sta casa de riposo per tanto tempo te resterà, de tutte le qualità te vederà, e ogni tanto qualchid’un se ne andrà!” … forse tutto questo me lo go merità perché de tutto go combinà e mai go pensà a chi tanto me ga dà, mai go ringrazia chi me ga sempre aiutà … che Iddio ghe mandi salute e serenità. Ma un giorno me go dito “ ma Gentile come xe? Proprio ti che no te ga mai mollà, che te ga sempre lottà no farte tormentar pensa a lottar per sperar de rivar a camminar!!!”
La man me trema, respiro sai mal,
Con lui xè svola via gli amori dela mia vita Ogi cò la man tremante zerco de acarezar el volto dela mia storia: guere, odi, speranze e sogni tuti stivai dentro la mia stanca memoria. Ogi me xè resta solo la man tremante che con dolceza acareza un fior. Ogi con lo sguardo stanco saluto el tramonto e con la man tremante spetò l’aurora, ogi come alora! Antonio BARTOLICH e Nerina PULGHER
Son vecia Son vecia Vecia asai I novanta i xè de tempo zà pasai Ma cò riva el carneval e sento la banda sonar soto i pie sento grizolar e me vien tanta voia de balar.
In un attimo la tristezza me ga passà, el Gentile de prima son tornà e una promessa me go giurà: non pianzo più la mia ex- libertà! Per un anno a sta poesia go pensà, la rima giusta go studià e finalmente eccola qua. Ma prima de finir una roba go de dir: “ Mi Gentile Furlanich voio ringraziar chi me ga permesso de raccontar un toco della mia vita, della mia libertà, e se el prossimo anno qua se ritroveremo altre verità se conteremo … finchè vivo grazie Argento Vivo!!!” Gentile FURLANICH
Marta BONANNO
Chi son Me specio in te la mastela dei miei ricordi, ben custoditi. Chi son ? Un fior voleria eser un fior! El fiore vola su speranze deluse, amori finiti, ma xè felice del calor del sol del vento che l’accarezza. Xè bele emozioni , Chi son? Una dona son Una dona con tanto visuto. Un visuto, pieno de ferite
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che xè solo mie, che gà segnà la mia vita la mia pele e la mia anima. Chi son? Ogi son una dona serena xè ora de butar ale spale el pasato, de sorider al domani.
Questa xè la mia città. La xe bela la xe cara, la xe triste e un poco amara, la mia vita, tuto qua, che coi ani ga cambia. Nada DRUZINA
Ina BOSSI in FINOCCHIARO
Corso di fotografia… Articolo senza foto ovviamente
Pordenone Ciao a tutti sono Suna (una pazza che ha accettato di partecipare ad un corso di fotografia a Pordenone arrivando da San Pier d’Isonzo per 8 lunedì facendo 2 ore di strada per un’ora e mezza di corso, ma questo è relativo perché nella vita ognuno fa le sue scelte strane). Devo essere sincera che faccio volentierissimo formazione in Itaca perché questo mi permette, oltre che di staccare un po’ da tutto e di aumentare la mia conoscenza, di conoscere formatori e colleghi interessanti tipo, quella come me che fa la figacciona facendo finta di capire tutto ma che dopo la lezione deve stare 8 ore sui tutorial per ricapire qualcosa e scoprire che non ho capito niente, quella che fa mille domande e che il resto della classe dentro di sé dice “che p… e non andiamo più avanti”, ma che in realtà fa domande utilissime a tutto il resto della classe, quelle che non vogliono farsi fotografare ma che in realtà sono superfotogeniche… e dentro di sé lo sanno pure, quelli che a una certa ora sbadigliano perché arrivano da una giornata intensa di lavoro nel sociale, che per chi non lo sapesse ancora a volte è come fare 24 ore di fabbrica a smerigliare acciaio (ovviamente tutto rispetto per quelli che lo fanno però, a volte, sono proprio quelli che pensano a noi come dei
fankazzisti), quelli che hanno preso le reflex convinti che le istruzioni siano carta per prendere appunti e che solo al corso hanno scoperto di usare il mezzo in modo assolutamente sbagliato e che si sono resi conto che tutte quelle lettere e bottoncini finalmente hanno un senso… quelle strane con i capelli di tutti i colori gli okkiali da nerd e i vestiti da punkabbestia (che, grazie a Dio, Itaca ha assunto perché convinta delle loro capacità e che ha accettato in tutte le loro stranezze se no a quest’ora facevamo sicuramente parte della lista dei disoccupati!). E poi arriva lui il formatore… colui che deve mettere insieme tutti questi strani personaggi in un’ora e mezzaaa. In ogni caso ci tengo a dire che il corso è stata una vera illuminazione sull’argomento fotografia e ci ha dato un sacco di dritte riguardo il metodo per fornire fotografie decenti da correlare agli articoli che mandiamo alla Gazzetta… ora ovviamente questo articolo non conterrà foto perché il corso deve ancora finire (che scusa eh!) ma alla fine di questo percorso vi racconterò come è andata e vi farò sicuramente vedere il frutto del nostro duro lavoro Un saluto a tutti i partecipanti del corso e al mitico fotografo, siete fichissimi. Suna LEGHISSA
“La vecchiaia ha questo vantaggio: se ti addormenti nel bel mezzo di un discorso nessuno si stupisce. Magari fosse stato così anche da giovane, quando incontravo qualche imbecille che non la smetteva più di parlare. Quanto sarebbe stato bello, mentre l’imbecille parlava io mi sarei addormentato, così, di colpo e l’imbecille se ne sarebbe andato, attento a non far rumore, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Allora io avrei aperto un occhio a fessura, mi sarei assicurato che l’imbecille se ne fosse andato davvero e me ne sarei andato anch’io. Quante cazzate in meno avrei sentito nella mia vita!”. (da “Che cosa ti aspetti da me?” di L.Licalzi)
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Letti per voi
Ve li leggiamo, ve li recensiamo, ve li consigliamo ma soprattutto... ve li compriamo! di Giovanni Gustinelli Parte Prima
In natura si manifestano forze a cui sovente è impossibile opporsi. Uragani, terremoti, inondazioni, calamità che in genere incombono minacciose e terribili sui destini delle umane cose. Ma per fortuna non tutte queste forze immani sono portatrici di una spaventosa capacità distruttiva, alcune di esse esistono con una connotazione di forza positiva, fonte di meraviglia e di piacere. Uno di questi eventi, se mai una stagione può essere iscritta nel campo delle forze naturali, è senza dubbio la primavera. Nessun umano dotato di tendini di nervi di sangue le può restare indifferente; gli uccelli migrano ritornando nei luoghi d’origine, i plantigradi ed i rettili escono dai loro letargici ritiri, le piante ricominciano il loro ciclo vitale (dal regno minerale non pervengono nuove ma credo che qualche feldspato reagisca anche lui al tepore primaverile). In definitiva nessuno può resisterle! Non le si oppongono i notai od i carabinieri che, in quanto pubblici ufficiali, debbono mantenere un contegno istituzionale; non le resistono i parroci che debbono ostentare Particolare della primavera di un decoro che interiormente (forse) vacilla; non fanno eccezione i giornalisti e neppure Botticelli - angelatommasi.it le redazioni neanche le più serie e professionali... e chi ha più voglia di congetturare, di analizzare, di commentare, di speculare? È sufficiente che per mano distratta una finestra venga dimenticata socchiusa e la fresca brezza primaverile, come marea, si insinui nelle stanze ancora pregne di stagnanti umori invernali. Si increspano le tende assurgendo a rango di onda...ed è su questo moto sinuoso, marino che l’irreparabile avviene magicamente; ci si distrae, ci si illanguidisce si diventa sognanti e sognatori...si tendono e si gonfiano le vele della poesia e via...si salpa... E volete che noi umili e dimessi redattori di Letti per voi si rappresenti una eccezione a questa ciclica regola? Giammai!!! Benvenuta Primavera! Benvenuta ancora per una volta...Benvenuto marzo
Marzo Dopo la pioggia la terra è un frutto appena sbucciato. Il fiato del fieno bagnato è più acre - ma ride il sole bianco sui prati di marzo a una fanciulla che apre la finestra.
g.caproni e p.p.pasolini - arvaliastoria
Giorgio Caproni
Ride la fanciulla che apre la finestra di Giorgio Caproni. Anche Pablo Neruda ride, più precisamente ride la sua amata Matilde
LETTI PER VOI
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Tu risa
Il tuo sorriso
Quìtame el pan, si quieres, quìtame el aire, pero no me quites tu risa.
Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso.
No me quites la rosa, la lanza que desgranas, el agua que de pronto estalla en tu alegria, la repentina olà de piata que te nace.
Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l'acqua che d'improvviso scoppia nella tua gioia, la repentina onda d'argento che ti nasce.
Mi lucha es dura y vuelvo con los ojos cansados a veces, de haber visto la tierra que no cambia, pero al entrar tu risa sube al cielo buscàndome y abre para mi todas las puertas de la vida.
Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d'aver visto la terra che non cambia, ma entrando il tuo sorriso sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita.
monnalisa – leonardo da vinci tempolibero.blogosfere.it
Amor mio, nell'ora più oscura sgrana il tuo sorriso, e se d'improvviso vedi che il mio sangue macchia le pietre della strada, ridi, perché il tuo riso sarà per le mie mani come una spada fresca.
Amor mio, en la hora mas oscura desgrana tu risa, y si de pronto ves que mi sangre mancha las piedras de la calle, rie, porque tu risa sera para mis manos como una espada fresca. Junto al mar en otono, tu risa debe alzar su cascada de espuma y en primavera, amor, quiero tu risa como la flor que yo esperaba, la flor azul, la rosa de mi patria sonora. Riete de la noce, del dia, de la luna, rfete de las calles torcidas de la isla, rfete de este torpe muchacho que te quiere, pero cuando yo abro los ojos y los cierro, cuando mis pasos van, cuando vuelven mis pasos, niégame el pan, el aire, la luz, la primavera, pero tu risa nunca porque me moriria.
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Vicino al mare, d'autunno, il tuo riso deve innalzare la sua cascata di spuma, e in primavera, amore, voglio il tuo riso come il fiore che attendevo, il fiore azzurro, la rosa della mia patria sonora.
pablo neruda denstoredanske.dk
Riditela della notte, del giorno, della luna, riditela delle strade contorte dell'isola, riditela di questo rozzo ragazzo che ti ama, ma quando apro gli occhi e quando li richiudo, quando i miei passi vanno, quando tornano i miei passi, negami il pane, l'aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei
Pablo Neruda
Questa mirabile poesia è tratta da I versi del Capitano apparsi anonimi a Napoli nel 1952 in edizione limitata a soli quarantaquattro esemplari. Solo a posteriori si scoprì che questi versi furono generati dalla penna di Pablo Neruda innamoratosi perdutamente di Matilde Urrutia durante la sua residenza a Capri ed a lei dedicati. Anonimi perché, in quanto gentiluomo, non voleva ferire pubblicamente i sentimenti della donna alla quale allora era legato. Sempre da questa raccolta:
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LETTI PER VOI
El tigre
La tigre
Soy el tigre. Te acecho entre las hojas anchas como lingotes de minerai mojado. El rio bianco crece bajo la niebla. Llegas. Desnuda te sumerges. Espero. Entonces en un salto de fuego, sangre, dientes, de un zarpazo derribo tu pecho, tus caderas. Bebo tu sangre, rompo tus miembros uno a uno. Y me quedo velando por anos en la selva tus huesos, tu ceniza, nmóvil, lejos del odio y de la colera, desarmado en tu muerte, cruzando por las lianas, inmóvil en la lluvia, centinela implacable de mi amor asesino.
Sono la tigre, ti spio tra le foglie ampie come lingotti di minerale bagnato. Il fiume bianco cresce sotto la nebbia. Giungi. T’immergi nuda. Attendo. Allora in un salto di fuoco, sangue, denti, con un colpo d’artiglio abbatto il tuo petto, i tuoi fianchi. Bevo il tuo sangue, spezzo le tue membra una a una. E resto vegliando per anni nella selva le tue ossa, la cenere, immobile, lontano dall’odio e dalla collera, disarmato nella tua morte, attraversato dalle liane, immobile nella pioggia, sentinella implacabile del mio amore assassino.
testa di tigre - antonio ligabue artribune.com
Pablo Neruda
Esiste quindi l’amore fatale, l’amore assassino. Facile a questo punto citare Gabriel Garcia Marquez (vedi Letti per voi dedicato a L’amore ai tempi del colera) ...si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna; il cuore ha più stanze di un bordello.
Nel paese delle donne Gioconda Belli (Nicaragua, 1948)
Ha molti ingredienti questo libro: romanzo, giallo, rosa, e anche un interessante documento politico. La trama inizia con le elezioni in un paese del Centro America dove la giornalista Viviana Sanson, insieme alle sue amiche, preoccupate dello stato di degrado del paese, decidono di fondare il Pie, partito della sinistra erotica, basandolo sul progetto Felicità. Poche settimane prima delle elezioni, il vulcano Mitre erutta e le sue esalazioni provocano una importante riduzione del testosterone agli uomini. Forse grazie a questa dolcificazione degli uomini, forse per la bontà del progetto, il Pie va al governo e pochi mesi dopo la sua nomina la Presidentessa cade vittima di un attentato. Gli sforzi per scoprire i responsabili sono il pretesto per analizzare il percorso politico compiuto e ancora da fare. Da qui la struttura del romanzo/giallo diventa più circolare e si dipana nel presente, nei progetti politici futuri, nei ricordi passati anche di storie personali a volte tragiche, altre piccanti. L’indole, prima ancora che il ruolo, mi impone meno l’analisi del romanzo e più quella del ‘manifesto politico’ che con la forza della legge intende concepire un mondo senza divisioni, un mondo di effettiva uguaglianza tra i generi. Alcune delle riforme del Pie possono essere di ispirazione per qualunque aggregazione democratica. “Si istituirà una lotteria nella quale, in base al censimento,
saranno estratti i nomi del 10% dei cittadini aventi diritto di voto (metà uomini e metà donne) che saranno definiti Votanti Qualificati … i quali seguiranno corsi speciali sui diritti e doveri dei cittadini e sul funzionamento dello stato, e seminari-laboratori annuali sui principali problemi del paese. Nel corso di discussioni e approvazioni di leggi di tipo A (che interessano direttamente la popolazione) il Parlamento terrà conto della volontà - espressa con voto registrato elettronicamente – dei votanti qualificati…” Un manifesto a cui resta la connotazione romanzesca quando racconta lo sgombero dei maschi dopo alcuni mesi dall’insediamento del nuovo governo che fu fortemente discusso dalle donne e contrastato dagli uomini. “Anche se il provvedimento riguardava solo i dipendenti pubblici e ciascuno di loro ricevette un indennizzo corrispondente a 6 mesi di salario, lo shock fu enorme, soprattutto nei ministeri più maschi, come quello Difesa … Trascorsero mesi prima che le forze pubbliche si riorganizzassero accogliendo le donne … . Il tutto mirava a creare una azione forte e immediata sulle ‘responsabilità familiari che si proponeva di affidare agli uomini. La gravità dei temi trattati è condita da una sagace ironia come la presentazione della campagna di comunicazione messa a punto da una donna argentina dal corpo statuario che non rinuncia a sfruttare le caratteristiche proprie, per questa volta, tutte ‘al femminile’. (Ori)
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News dal Cda
Lavoratori-studenti oltre 3mila le ore Formazione antidoto contro stress e burn out
Pordenone E’ possibile conciliare gli impegni lavorativi e familiari con quelli più attinenti alla formazione continua e personale? E’ possibile pensare di riaprire i libri anche per chi da tanti anni magari non lo fa? Itaca pensa di sì: 3088 ore erogate per permessi retribuiti di diritto allo studio e sostenimento esami, 116 i beneficiari iscritti a più di 30 percorsi formativi di vario ordine e grado. Queste nella sostanza le cifre salienti che illustrano il fenomeno dei cosiddetti “lavoratori-studenti” impiegati all’interno della Cooperativa Itaca. Giovani e meno giovani, appartenenti ad aree produttive e con incarichi diversi fra loro ma tutti accomunati dalla ferma volontà di proseguire in quel processo di formazione continua che, al giorno d’oggi, viene sempre di più riconosciuto come requisito imprescindibile.
La formazione infatti, lo sappiamo, si qualifica certamente un potente antidoto contro fenomeni di stress e burn out, contribuisce alla costante rimotivazione della persona, fornisce nuove piste di riflessione, spunti e strumenti a chi già sia impiegato all’interno di un contesto lavorativo, ma ne accresce soprattutto la professionalità e la versatilità, migliorando di conseguenza la qualità del servizio erogato. La delibera del Consiglio di amministrazione dello scorso 16 gennaio, che si colloca sulla scia di un considerevole sforzo già operato dalla Cooperativa in questi anni nel campo dell’offerta formativa interna, vuole andare proprio nella direzione di sottolineare l’importanza di questi aspetti, agevolando debitamente soci e dipendenti in questa poderosa, ed auguriamo fruttuosa, opera di autoformazione. Buono studio a tutti. Renato ESPOSITO
ISCRIVITI al sito di
www.anobii.com/bibliotecaitaca/books Rimani così aggiornato sui nuovi libri della Biblioteca Itaca e navighi agevolmente alla ricerca dei libri più utili al tuo lavoro ed al tuo tempo libero!”
“Vuoi suggerire dei nuovi acquisti per la Biblioteca interna? Vuoi recensire o commentare brevemente un libro letto presente nella Biblioteca? Contatta la Responsabile della Biblioteca o scrivi un articolo per la Gazzetta!”
Rinnovo Ccnl
Le nuove tabelle ministeriali Le precisazioni di Legacoopsociali
Roma Nelle scorse settimane la presidente di Legacoopsociali, Paola Menetti, ha provveduto ad inviare le Tabelle ministeriali sul costo del lavoro conseguenti al rinnovo del CCNL Cooperative Sociali, sottoscritte il 20 marzo scorso presso il Ministero del Lavoro. Ciò precisando che le stesse divengono ufficiali dopo la firma, da parte del Ministro, del Decreto che le contiene e la successiva pubblicazione sul sito del Ministero. In base alle nuove disposizioni di Legge, infatti, non è più prevista la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale come “ufficializzazione” delle tabelle. Peraltro, Menetti ha informato che, come nelle precedenti tabelle, l’indennità per il lavoro festivo e domenicale è compresa nella voce “Altre indennità” nella par-
te alta della tabella; non si trova più in tabella la voce Ires, a seguito di quanto previsto dalla L. 214/2011 (Finanziaria 2012); la differenziazione del costo finale per aree geografiche, come peraltro specificato in nota nella stessa tabella, consegue alle diverse incidenze della normativa sul cosiddetto “cuneo fiscale” (L. 296/2006), come peraltro già era nelle precedenti tabelle. Infine, il Ministero ha accettato la proposta di Legacoopsociali affinché non si prevedessero in tabella costi orari differenziati (parte bassa della tabella) in base ad una previsione di incidenza, in termini di minor costo orario, delle agevolazioni previste per le sole nuove assunzioni di donne e giovani all’art.2 della Legge 214/2011 (Finanziaria 2012). La questione è pertanto soltanto richiamata nell’ultima nota in fondo alla pagina.
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Ciao Raffaele Trieste
tà e di futuro. Riusciva così ad abbattere le Ho appena ricevuto la notizia delbarriere tra aree diverse, crela morte prematura di Raffaele ando uno spazio più grande e Dovenna, operatore “storico” dei senza confini. A disposizione di servizi di salute mentale triestitutti. ni, presidente della Polisportiva Ma più di tutto, Raffaele era “Fuoric’entro”, una delle cellule Raffaele. Unico. fondamentali della rete Anpis (le La sua fine ironia, il suo essere polisportive nate dal movimento prima di tutto nelle relazioni e di riforma per la salute mentaper le relazioni. Il suo pasticle). Una persona che ha dato il ciarle, anche, come per ognuno suo impegno senza risparmio, di noi. fonte www.news-forumsalutementale.it praticando i servizi sulle 24 ore Era bello discutere e persino linel senso letterale del termine. tigare con lui. Come non bastasse, Raffaele è Alla fine si trovava sempre la stato anche molto altro: cofondatore e primo presidenstrada per uscirne assieme. E si faceva una bella e sana te della Bottega del Mondo Triestina “Senza confini risata insieme. Brez Meja” (che lo ricorda così nel suo sito http://www. Raffaele amava le persone, l’ascolto, il racconto. senzaconfinitrieste.org), animatore delle iniziative di Gli piacevano le parole, quelle dette e scambiate, quelle solidarietà con l’America Latina ed anche - spero non che diventano vive nella relazione e danno sostanza al dispiaccia questo particolare del mio ricordo personale, mondo. a chi la pensa in modo diverso - un compagno comuniE gli piaceva immaginare strade possibili per costruire sta di quelli non pentiti e mai piegati dagli avvenimenti insieme un futuro in cui si respirasse gioia e liberaziodi quest’epoca di sconfitta planetaria (temporanea). ne. Gli piacevano tanto anche i dolci, a dispetto di quell’anGigi BETTOLI tipatico diabete, e andava matto per i crafen. Gli piaceva il cibo buono, e adorava gustare cose buone in Raffaele fonda la nostra associazione nell’agosto 1993, compagnia. Gli piaceva godersi l’amaro di una buona assieme a Claudia, Simonetta, Federica, Daniela e birretta, ogni tanto, e brindare con compagni ed amici Veronica. In quella sede viene nominato presidente ad una gioia comune. all’unanimità e questa carica gli verrà attribuita ininterPerché la gioia, il riso, la complicità sono quello che rottamente negli anni fino al 1999. Raffaele ha messo nel nostro agire comune. E farsi conRaffaele non era un uomo, un compagno che definitagiare da lui, in questo, è stato bellissimo. remmo strettamente d’azione: era un uomo di idee, di Ciao Raffaele, che la terra ti sia lieve. libertà, di futuro. Grazie per averci fondato e per esserci stato. Ti vogliamo bene. Non aveva in testa il commercio equo e solidale come Un saluto dalla tua associazione un’entità a sé stante ma come tessera di un mosaico più complesso, che passava dall’impegno politico dove Senza Confini Brez Meja trasformare le istanze del commercio equo in legge, a un’area alternativa di proposte e dibattito dove far crescere le idee collettivamente. E non aveva in testa solo il Comes ma anche il suo lavoro, un’idea di libertà psichiatrica (non di repressione del disagio ma di comprensione, di scambio tra esseri alla pari, di un percorso dove “la libertà è terapeutica”), lo sport della “Polisportiva Fuoric’entro”. Un compagno che spaziava in campi apparentemente non legati tra loro ma che avevano per lui un filo conduttore, un profumo di liber-
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Strutture, piccole e ordinate, per i veramente pericolosi Trieste La storia della psichiatria potrebbe essere raccontata come una storia dell’abitare. La psichiatria, dalla sua fondazione ha cercato, progettato, edificato luoghi di contenimento e di separazione. Tra l’ ‘800 e il ‘900, ha costruito, spesso con una straordinaria enfasi, i luoghi dell’utopia, dell’ ottimismo, delle certezze scientifiche. I grandi stabilimenti, con architetture ricche e suggestive, si sono strutturati sul modello medico biologico della malattia. La disposizione topografica di reparti, servizi e camminamenti in ragione dei comportamenti degli internati: dai tranquilli, ai violenti, ai pericolosi, ai lavoratori; degli specifici trattamenti cui sottoporli; delle modalità di vigilanza; della separazione per impedire la comunicazione. In edifici pesantemente deteriorati, da Montelupo Fiorentino a Barcellona, da Aversa a Reggio Emilia, da Secondigliano a Castiglione gli OPG italiani fondano il loro ordine, il loro funzionamento sullo stesso modello, sullo stesso paradigma positivista che ordinava scientificamente i nuovi e straordinari luoghi della follia della fine dell’ ‘800. D’altra parte non potrebbe essere diversamente visto che tutto quanto accade negli OPG è conseguenza del codice penale del 1930 e delle conoscenze intorno alla malattia mentale addirittura precedenti. Tutti questi luoghi si presentano come una curiosa e tragica ibridazione tra il manicomio e il carcere. Luoghi peggiori del carcere che vorrebbero evitare, peggiori del manicomio che nell’ossessivo rimando alla pericolosità si ripresenta beffardo in ogni angolo. A poco servono le generose intenzioni degli operatori che cercano di accreditare vivibilità, relazioni, funzioni terapeutiche. In verità, nell’attraversamento di questi luoghi, si perde subito l’immagine utopica (ma quanto tragica!), ordinata e lineare dell’ospedale psichiatrico cui abbiamo fatto appena cenno, per assistere al sopravvenire dell’impronta e della strumentazione carceraria. Se l’ospedale psichiatrico mostrava enfaticamente la sua vocazione di contenimento della follia ridotta a malattia (i reparti, le camerate, le mense, i camerini d’isolamento, i giardini lì dove c’erano, i laboratori), l’OPG non può che mostrarsi con tutto il suo apparato detentivo e dichiarare la sua vocazione di contenimento della malattia mentale ridotta a pericolosità. A Montelupo, per esempio, le celle, che ospitano dalle 4 alle 8 persone, sono chiuse da un pesante cancello di ferro, il “blindo”, che è a sua volta doppiato da una pesante porta. Sulle porte uno spioncino e sulle pareti delle celle altri spioncini posizionati in maniera strategica, tanto da permettere a chi vigila nei corridoi di poter osservare l’interno delle celle in qualsiasi momento. E’ immediatamente evidente la presenza delle divise degli operatori penitenziari che controllano i pesanti cancelli d’ingresso alle Sezioni e ai corridoi. Il rumore delle chiavi e dei cancelli che battono
crea un’atmosfera greve e conferma l’immagine della prigione. Il cibo viene consumato in cella, esistono di rado luoghi di socializzazione. I blindo vengono aperti a orario: in alcuni reparti dal mattino alle 9 al pomeriggio alle 18. In altri per poche ore al giorno. Alcune celle, nella Sezione di Sorveglianza, non vengono mai aperte. L’apertura delle celle porta gli internati che lo vogliano a frequentare il lungo corridoio che diventa l’unico luogo d’incontro. Anche se tutti potrebbero accedere all’ora d’aria, andare al verde, come dicono, non tutti lo fanno. Di fatto, la maggior parte degli internati vive la maggior parte del tempo in cella o tra cella e corridoio. Nell’istituto sono presenti spazi di aggregazione per attività socio riabilitative. La fruibilità e dimensione di questi spazi è molto limitata, vuoi dalla fatiscenza dei locali che dalla disponibilità degli educatori e degli operatori delle associazioni che questi spazi cercano di gestire. La convivenza a cui sono costretti gli internati, il vivere gomito a gomito per tempi lunghissimi, in condizione di assoluta provvisorietà, è il segno doloroso di una condizione di vita che non ha nulla a che vedere con ciò che potrebbe intendersi per terapeutico, per cura. Domina una condizione di anomia, di non luogo, di non appartenenza generata dal goffo tentativo di costruire un’intenzione sanitaria, medica, psichiatrica che rende questi luoghi peggiori della peggiore sofraffollata cella di un qualsiasi peggiore carcere. La condizione di sospensione, di estrema incertezza cui sono costretti gli internati congiura a rendere ancora più difficile e penoso l’abitare. Non sapere quando la pena avrà termine rende ogni cosa provvisoria. L’organizzazione dello spazio, in molte celle, denuncia questo stato di provvisorietà. Solo alcuni internati, come ho potuto vedere, cercano di costruire qualcosa di proprio intorno al letto e al comodino, nel tentativo di circoscrivere, con una linea ideale, uno spazio privato dove potersi ritirare al riparo dagli sguardi e dall’invasione della presenza altrui. Foto di familiari appiccicate alle pareti, pagine di riviste con cantanti, calciatori o belle ragazze nude. Anche la cura del letto, un colore, un asciugamano, un copriletto personale, denuncia questa attenzione. Per i più la provvisorietà si coglie in tutta la sua pervasiva intensità: i sacchi neri della spazzatura con i vestiti, le valigie non disfatte, nulla di personale. Come se pensassero che tanto, domani, vado via. Molte celle quasi restituiscono l’immagine di una sala d’aspetto di una stazione. Per molti il “vado via domani” dura da anni e anni. Nelle celle, uomini con storie diverse e drammatiche, giungono ad abitare e condividere quel piccolo spazio. Uomini sconosciuti costretti gli uni accanto agli altri. Ognuno suppone dell’altro la malattia mentale e ne teme imprevedibili gesti e rischiosi comportamenti. Riuscire a sopportare una così inimmaginabile vici-
attualità nanza dell’altro sconosciuto, e del quale si ha timore, è una prova di dimensioni non comprensibili. Si pensi alle cose minime e banalmente quotidiane: usare il water, più o meno in vista, mostrare la propria nudità, segnare lo spazio con i propri odori e umori, dover nascondere e vergognarsi dei borbottii improvvisi e inaspettati del proprio corpo. Odori e rumori che si mescolano insieme e impregnano quello spazio. I più finiscono per costruire un muro di resistenza intorno al proprio corpo e ai propri pensieri. Una sorta di campana di vetro infrangibile. Molti si isolano nella propria malattia, si rifugiano in essa, la coltivano e vi trovano conforto. Gli spazi, le prospettive, gli angoli segnano più degli uomini e delle parole la finalità propria di quell’istituto. La pericolosità abita ogni angolo, impregna con la tensione della sua presenza ogni cosa. Chi è costretto a vivere nell’OPG deve confrontarsi quotidianamente con queste immagini. L’immutabilità dell’esperienza dello spazio costringe gli internati a difficili esercizi di riduzione di sé, di sottomissione all’istituzione in un tentativo di sopravvivenza per poter salvaguardare al proprio interno almeno un brandello della propria dimensione umana. Costretti in questi luoghi gli internati ridimensionano il loro sentire, introiettano le regole dell’istituto, interrompono il loro dialogo col tempo. Diventano loro malgrado ciò che noi conteniamo nella categoria del “matto pericoloso”. La continuità dell’esistenza, l’estensione lineare della storia personale subisce minacce e attentati crudeli. Le persone, per difesa, per sopravvivere, devono accettare quella unica e piatta identità. L’OPG è un’istituzione totale. L’attributo di totalità definisce le procedure che sostengono le istituzioni capaci di negare, ridurre, annientare i soggetti, i singoli, gli individui. L’istituzione è totale in quanto apparato che produce meccanismi, anche sottilissimi ed infiniti, capaci di rubare senso al sentire singolare, al tempo proprio, perfino di “sottrarre il potere” sul proprio stesso corpo. Nella considerazione di queste singolari esperienze, non posso non immaginare tutta la fatica (e le frustrazioni) che devono compiere gli operatori per ritrovare le persone, le loro storie, le emozioni, i sentimenti e la fatica che devono fare per sfidarle di nuovo a scommettere nella relazione, nell’incontro, nella conversazione. E’ esemplare e straordinaria la registrazione di un colloquio, nell’infermeria di un OPG, tra la dottoressa e l’internato: “mi ha chiamato dottoressa? … ci sono novità? … come mi vede?” non avendo la dottoressa novità, il paziente si alza e interrompe il colloquio: “ … me ne vado”.
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La relazione e l’incontro appunto, come momenti tanto naturali e terapeutici quanto difficili da produrre e riprodurre nelle istituzioni totali della psichiatria. Più che difficili, negati. La totalizzazione, l’appiattimento delle identità, la riduzione all’unica immagine possibile di “matto pericoloso” impedisce, distrugge le singolarità. Ciascuno reca in sé una differenza, la ragione della sua singolarità, una differenza che lo rende ineguagliabile a qualsiasi altra esperienza umana. Avendo davanti agli occhi la materialità della vita di questi istituti, lo spessore concreto della totalizzazione, non posso non comprendere la costrizione che quegli uomini che ho visto devono infliggersi per sopravvivere in quella confusione di corpi, nel rapporto imposto e non desiderato con l’altro. L’individuo patisce l’alterità. La vita nelle istituzioni costringe a vivere assieme agli altri ma in realtà spinge (sottilmente) a costruire muri invalicabili a difesa della propria indicibile e insopprimibile individualità. La legge italiana che ha chiuso i manicomi e restituito cittadinanza alle persone con disturbo mentale ha interpretato e sostenuto le nuove possibilità di cura che già negli anni ’60 e ’70 cominciavano a essere sperimentate. La cura, e l’esecuzione della pena, non può più avvenire nei manicomi ma nei luoghi di vita e di relazione delle persone. La rete dei servizi, il sistema dei servizi sociali e sanitari, il carcere vanno a definire lo spazio del diritto e della cura. Il Centro di salute mentale, la comunità terapeutica, l’ospedale, la cooperativa sociale, la propria casa, il quartiere, il carcere sono l’alternativa ai luoghi della separazione, del contenimento, del sequestro. Attorno agli snodi assistenziali e di accoglienza di un territorio possono definirsi contesti estesi, comunità diffuse, relazioni molteplici che, con molta fatica, possono intenzionalmente capovolgere l’immagine dello spazio dedicato, del luogo sanitario, dell’istituzione totale. Luoghi, snodi, soglie che devono favorire lo scambio, l’incontro, il reciproco riconoscimento di singolari soggetti. Capaci di accogliere con attenzione singolare. Soglie che mai definiscono un dentro, che costruiscono un passaggio tra uno star bene e uno star male. Il carcere anche può essere un luogo di passaggio. Luoghi di relazioni possibili che riconoscono e promuovono identità dei soggetti, che permettono che l’incontro, l’ascolto, l’aiuto, la cura accada, veramente. Luoghi che possono essere attraversati nella pienezza del proprio diritto. Peppe DELL’ACQUA Fonte: http://www.news-forumsalutementale.it
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attualità
Presentata a Milano la Collezione Primavera/Estate 2012
L180.it “Fa’ La Cosa Giusta” Il marchio presente in 400 Botteghe del Mondo
Trieste Il marchio di abbigliamento etico L180.it ha partecipato con successo dal 30 marzo al 1° aprile all’evento milanese di interesse internazionale “Fa’ la cosa giusta - Fiera Nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili”. Nella sezione dedicata al Critical Fashion ha presentato al pubblico la sua nuova collezione Primavera/Estate 2012. Il marchio L180.it prende il nome dalla Legge 180 del 1978, conosciuta come “legge Basaglia”. La linea eredita, valorizza, racconta e rappresenta il patrimonio culturale e di memoria che appartiene a questa straordinaria esperienza nota a livello internazionale e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’importante novità del 2012 è rappresentata dalla sinergia che L180.it ha trovato con Ctm Altromercato nella distribuzione in esclusiva dei suoi capi. Grazie a questo accordo L180.it sarà presente nel 2012 in quasi
400 Botteghe del Mondo italiane attive nella promozione del commercio equo e solidale, gestite dai 120 soci del Consorzio. I capi d’abbigliamento e gli accessori della linea L180.it non sono semplici pezzi di tessuto perché diffondono messaggi attraverso un prodotto etico, artistico, ecologico ed equosolidale. Sono concepiti nel rispetto dell’ambiente, attraverso l’utilizzo di tecniche artigianali di stampa serigrafica all’acqua senza l’uso di solventi, e realizzati interamente in cotone organico. Inoltre, la linea L180.it da quest’anno si arricchisce anche di altre originali idee regalo come le tazze in ceramica con i messaggi tradizionali, prodotte da ”Ceramiche Prospettiva” Laboratorio Artigianale della Cooperativa Sociale 2010 di Trieste che realizza manufatti in ceramica totalmente atossici all’interno di un progetto di economia carceraria.
Confini Impresa Sociale, oltre alla linea L180.it, ha presentato Smateria (borse ed accessori prodotti in Cambogia ricavati da materiali di recupero) e Basura (linea di eco-gioielli prodotti da materiali Smateria nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma di scarto e realizzata in Smateria, il ciclo e riciclo della materia. Phnom Penh, Cambogia Italia). Smaterira, non è solo riciclo. E' ricerca del bello e del nuovo con materiali insoliti. Smateria, è giocare con la materia, è trasformazione, il nome indica chiaramente l’idea dell’infinito uso della materia, il rifiuto per l’eccesso e lo spreco e l’invito a prolungare l’uso delle cose col riuso. Smateria esalta la manualità e la creatività utilizzando scarti, rifiuti, fondi di magazzino, reinventando forme, materiali e funzioni in modo non convenzionale. Ogni oggetto di smateria è il risultato della ricerca della qualità e della bellezza, nella convinzione che esse non siano legate alla materia bensi’ all’utilizzo che se ne fa.
www.cooperativaconfini.it
Smateria La scheda
HO SMATERIA IN TESTA!
Smateria nulla si crea, nulla si distrugge, a diventare mamme e ad esserne fiere, tutto si trasforma. accogliendo i bimbi sul luogo di lavoro. Smateria, il ciclo e riciclo della materia. Stimola la creazione di piccole aziende Smaterira, non è solo riciclo. E’ ricerca del indipendenti, sostiene il progetto del vilbello e del nuovo con materiali insoliti. laggio di bidonvilles di Andong per la laSmateria, è giocare con la materia, è travorazione della plastica riciclata che offre sformazione, il nome indica chiaramente occupazione oggi a 22 donne. Crede nella l’idea dell’infinito uso della materia, il ripossibilità che un giorno ogni commercio, fiuto per l’eccesso e lo spreco e l’invito a senza etichetta, possa diventare equo, sia prolungare l’uso delle cose col riuso. per il produttore che per il consumatore e Smateria esalta la manualità e la crealotta perché il valore delle capacità maSmateria ha in testa una moda prodotta da gente che sorride per gente che ci crede tività utilizzando scarti, rifiuti, fondi di nageriali in Cambogia sia riconosciuto e Opera nel rispetto della Legge internazionale del Lavoro, magazzino, reinventando forme, materiali e funzioni in venga dato spazio all’imprenditoria locale piuttosto che modo non convenzionale. all’associazionismo. Ogni oggetto di Smateria è il risultato della ricerca della Da 5 anni Smateria, fondata da due giovani donne itaqualità e della bellezza, nella convinzione che esse non liane, Elisa (design, sviluppo e produzione) e Jennifer siano legate alla materia benì’ all’utilizzo che se ne fa. (gestione, marketing e commerciale), produce in CamIl progetto Smateria opera nel rispetto della Legge inbogia accessori di moda. Oggi insieme a loro collabora ternazionale del Lavoro, sostiene le proprie dipendenti un team di oltre 50 professionisti cambogiani.
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Matite partigiane Sacile
Palestina, Joe Sacco tra giornalismo e fumetto, Kajimunugatai Abbiamo sempre bisogno di fare Storie portate dal vento, l’orrore riferimento a modelli teorici, medella Seconda Guerra Mondiale a diati dalle varie scienze sociali, Okina. per spiegare accadimenti lontani Le Gn sono un preciso strumento dal nostro tempo, ma vicini perdi divulgazione, senza comproché in vita ci sono ancora persone messi e censure nascono come che hanno vissuto direttamente libri e quindi sono destinate a quegli avvenimenti. E’ il caso del un mercato preciso, un pubblico nazifascismo e del fenomeno di riadulto. scatto, dei popoli e delle persone, Abbiamo bisogno di ripensare la che prese il nome di Resistenza. comunicazione generazionale, La memoria di questi avvenimenperché spesso pensiamo che certi si stempera nei vari processi di ti temi, certi avvenimenti siano revisione, di ridefinizione di mipatrimonio di generazioni precestificazione semantica, di trasfordenti, che l’apparenza o la prosmazione delle parole e dei luoghi. simità a una situazione a un conEcco quindi che con il venire meno testo siano il modo migliore per della memoria vivente, fatta dalle poterlo raccontare. Niente di più persone che sono state agenti di sbagliato. questo processo di liberazione, diCi sono due elementi che giovano Matteo Corazza 2011 venta importante riaffermare una a favore di questa interpretaziomemoria culturale degli accadimenti attraverso tutti ne: spesso uno sguardo esterno, distaccato, è cagli strumenti che quest’epoca ci mette a disposizione. pace di vedere, leggere e interpretare le situazioni Storicizzare attraverso testimonianze ancora presenin modo originale e meno condizionato da chiavi di ti, documentazioni, studi, analisi, racconti, espressiolettura ideologiche o emotive. ni artistiche, ecc. perpetua gli avvenimenti, li salva Secondo, un tema come la resistenza non è un avvedall’oblio cui la ridondanza dell’informazione rischia nimento accaduto ad altri. di relegarli. Come dicevo è sulla base di questa lotta di popolo e Si tratta di rimettere in circolo, promuovere, divulgadi persone, a volte pubblica a volte privata, che trae re in tutte le forme possibili, queste idee che hanno origine la nostra Italia. generato modelli di società basati sulla libertà, sulla Elementi di giustizia, desiderio di riscatto, che hanno democrazia, sulla giustizia sociale, elementi che rivisto tante persone in Italia, ma ricordiamo anche nel troviamo nella nostra Costituzione. resto d’Europa, con strumenti e forme diverse portaIn questo contesto anche il fumetto ha dato il suo re il loro contributo alla liberazione del proprio paese contributo; il fumetto è un universo comunicativo dall’incubo fascista e nazista. che permette di raccontare, tanto, forse tutto, in Il fumetto italiano,ha affrontato i temi della lotta di strutture diverse mescolando forme espressive che liberazione in modo marginale; a volte troviamo sinvanno dal disegno alle parole. goli episodi romanzati, tra l’innumerevole produzioIl fumetto permea diversi contesti comunicativi, trane di fumetti di guerra tesi a ricordare le gesta dei valica la carta, diventa web, si presta alla televisione, liberatori, negli numerosi albi popolari che fino agli diventa animazione. Il fumetto è un linguaggio adulanni ‘80, hanno affollato le nostre edicole. to capace di raccontare di tutto, dalla fantasia alla Non solo il fumetto popolare ma anche il mondo dei quotidianità, dai sentimenti alla cronaca. grandi autori ha raccontato la resistenza, penso a L’esistenza di precise forme di produzione come Crepax che diede alla sua eroina più conosciuta un le graphic novel (Gn) ha permesso di affrontare in cognome importante come Rosselli, a Pazienza nel modo articolato con il linguaggio del fumetto, anche raccontare il Pertini partigiano o ancora Pratt con Un avvenimenti storici particolari. Per rimanere in quello cuore garibaldino. che ci riguarda, ed è strettamente legato alla guerra Enzo Biagi nella sua monumentale Storia d’Italia come forma di non soluzione dei problemi, esiste una a fumetti parla della resistenza in poche occasioni ricca e qualificata produzione. e spesso con taglio didascalico, sempre brevemenAlcuni testi e studi significativi sono Auschwitz di Pate ma in modo diverso fa Calegari sul Giornalino in scal Croci, Maus di Art Spiegelman, Il complotto di “1945-1995”, altri autori prestano la loro collaboraWill Eisner, Berlin di Jason Lutes, Guerre di carta, la zione a varie pubblicazioni edite da comuni, provincie storia dei fumetti bellici (a cura dell’Anafi), Fax da in diverse parti d’Italia. Sarajevo, la guerra in Bosnia agli occhi di Joe Kubert, L’Anpi mandamentale di Sacile, con l’intento di rendeMontemaggio, una storia partigiana, la resistenza itare l’attualità degli accadimenti nella lotta partigiana liana dalla matita di Sergio Staino, Uno Story Teller in legata al contesto dei nostri paesi, ma anche alla
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dimensione di appartenenza alla nostra nazione, ha proposto un calendario a fumetti “ matite partigiane”. Il progetto ha messo insieme tredici autori di fumetto, professionisti ed esordienti, residenti nella nostra regione ma anche in altre parti d’Italia. La copertina è di Massimo Bonfatti, modenese, disegnatore di Cattivik e Leo Pulp, seguono poi i lavori di Paolo Cossi suo ultimo libro è Ararat un’indagine sull’arca di Noè, Eugenio Belgrado sta lavorando a un fumetto sulla Risiera di san Saba, Andrea Longhi uno dei maggiori esperti di carnet de voyage del triveneto, Irene Coletto vincitrice di numerosi concorsi di fumetto, Gabriele Nardelli giovane autore trentino, Mariateresa Stella illustratrice udinese residente a Barcellona, Sara Pacor grafica e illustratrice di Monfalcone, Riccardo Pasqual il più giovane autore del calendario, Davide Pascutti autore de fumetto sulla Casa del popolo di Torre, Marco Tonus uno dei maggiori autori di satira in Italia che ha curato anche la grafica, Matteo Corazza fumettista e regista del Mo-
stro tossico, Marco Pugliese triestino sta per uscire una sua storia sul Vaiont. Ne emerge un panorama interessante, fatto di sguardi diversi, sia per differenza generazionale, grazie ad una fascia di età che va i 16 ai 51anni, che per tecnica espressiva, elementi che insieme concorrono in modo diverso a originare un prodotto ben riuscito. Età e stili diversi, chiavi di lettura a volte semplici, immediate, emozionali, a volte didascaliche, stilemi narrativi minimalisti e percezioni pittoriche, quadri d’insieme che tendono a connettere, quasi una cronologia narrativa in un’unica tavola, oppure immagini di taglio fotografico. Un ringraziamento a tutti gli autori che gratuitamente hanno contribuito a questa realizzazione e un invito a tutti ad apprezzare, grazie ai fumetti, un’altra dimensione del racconto, della memoria e della storia. Vincenzo BOTTECCHIA fumettiasacile.blogspot.com
Pet Therapy a supporto dei progetti assistenziali
Il ruolo degli animali nella relazione d’aiuto Convegno - Fossalta di Portogruaro 12 maggio 2012
Fossalta di Portogruaro La Pet Therapy rappresenta un valido sostegno al paziente con problematiche psico-fisico-motorio a domicilio e nelle strutture protette a carattere sociale e sanitario. L’animale è un elemento che agevola la relazione assistenziale facilitando l’avvicinamento dell’operatore all’utente. Il termine Pet Therapy è spesso utilizzato come sinonimo di una serie di attività terapeutiche o assistenziali che hanno obiettivi ed effetti diversi, ma che riconoscono l’impiego dell’animale come minimo comune denominatore. Il ruolo del “pet” è fondamentale per mantenere e/o allungare l’autonomia della persona con limitazioni al proprio domicilio, ed è posto al centro dei progetti assistenziali e nelle relazioni di aiuto per persone con gravi disagi psichici – relazionali, garantendo ottimi risultati a costo contenuto In tempi recenti, le basi scientifiche della Pet Therapy e i risultati che sono stati ottenuti hanno dimostrato l’efficacia dell’assistenza basata sullo sviluppo relazionale fra uomo e animale in numerose problematiche legate a disagi psichici e fisici, evidenziando in particolare il ruolo di supporto alle terapie cliniche farmacologiche. Avviare un programma di interventi assistenziali basati sulla Pet Therapy rappresenta un utile strumento per i servizi sociali e/o gli enti a carattere socio sanitario, sia privati che pubblici, per offrire alla società un servizio sanitario completo, in grado di migliorare o mitigare gli handicap psichici e fisici. L’obiettivo del convegno, ad ingresso gratuito ma su prenotazione – previsto nella sala convegni FormLab
in via del Commercio a Fossalta di Portogruaro (Ve)-, è presentare le applicazioni della Pet Therapy agli addetti ai lavori e ai cittadini, evidenziando la validità dell’interazione uomo/animale nella relazione di aiuto in campo socio - sanitario. Sabato 12 Maggio a partire dalle 10 sono previsti i seguenti interventi: “Definizione di Pet Therapy, che cos’è e a che cosa serve”, dott. Giangiacomo Stefanon; “Per fare Pet Therapy ci vuole l’animale, quale, come, quando”, dott. Paolo Zucca; “Animali e disagio mentale”, prof. Anna Pelamatti; “Il ruolo dell’educatore cinofilo”, dott.ssa Tiziana Da Re; “La pianificazione assistenziale con gli animali nella relazione di aiuto”, dott.ssa Laura Lionetti. Seguirà la tavola rotonda incentrata su “L’impegno ed il ruolo delle istituzioni pubbliche e gli aspetti giuridico economici della Pet Therapy”, cui parteciperanno Paolo Stocco (Direttore Generale Asl n° 10 Veneto Orientale), il sindaco di Torre di Mosto Camillo Paludetto (Presidente della Conferenza dei Sindaci), Giacomo Stefanon (veterinario), Paolo Zucca (neurofisiologo, veterinario del Polo zoo antropologico Ass n.1 Triestina), Anna Pelamatti (psicologa, docente di psicologia all’Università di Trieste), Tiziana Da Re (educatore cinofilo) e Laura Lionetti (esperto di pianificazione assistenziale Cooperativa sociale Itaca). Concluderà la giornata la presentazione del corso di Pet Therapy che partirà nel primo semestre del 2012. Modererà i lavori il prof. Bruno Stefanon, Preside della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Udine. Segreteria organizzativa: www.formlab.it - info@formlab.it.
RICERCA PERSONALE
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AREA RESIDENZIALE ANZIANI
AREA minori
Ricerchiamo per Casa di Riposo Muggia (TS) Addetta/o all’Assistenza
Ricerchiamo per servizi educativi territoriali zona Pordenone Educatore
• Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
AREA SALUTE MENTALE Ricerchiamo per Comunità Psichiatrica Cordenons (PN)
Addetta/o all’assistenza
• Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
AREA disabilità Ricerchiamo per Comunità per Disabili Gorizia
Addetta/o all’Assistenza
• Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Ricerchiamo per Comunità per Disabili Ragogna (UD) Educatrice/ore
• Si richiede: Laurea settore educativo; esperienza minima nei servizi educativi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Ricerchiamo per Comunità per Disabili Begliano (GO) Addetta/o all’Assistenza
• Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
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• Si richiede: Laurea scienze dell’educazione o Educatore professionale; esperienza nei servizi educativi con minori; patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Le domande vanno inviate ad uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca - Ufficio Risorse Umane 1. Vicolo Selvatico n. 16 - 33170 Pordenone 2. e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it 3. Telefono: 0434-366064; 4. Fax: 0434-253266
Vuoi contribuire a La Gazzetta?
Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266. Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di maggio è lunedì 23 aprile alle ore 12. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.
Redazione Fabio Della Pietra - Cooperativa sociale Itaca In copertina Orto sinergico al Farfabruco Foto di Sabina Capolo Impaginazione / Grafica La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste Stampa Rosso Grafica&Stampa - Gemona del Friuli (Ud) Numero chiuso il 4 aprile alle ore 16.00 e stampato in 1250 copie