MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS
Itaca in assemblea Palmanova 29 novembre h 17
AGGUATO ALLA COOPERAZIONE SOCIALE L'editoriale di Leo Tomarchio
Cooperative del FVG in ginocchio Lettera aperta ai politici regionali
N°11/2012 www.itaca.coopsoc.it
UN’OPPORTUNITÀ CHE PRODUCE OPPORTUNITÀ (La filosofia di FAB)
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CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI Giovedì 29 novembre 2012 alle ore 17.00
Palmanova MEETING POINT “SAN MARCO” Centro congressi via Scamozzi, 5 2 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
editoriale di Leo Tomarchio Presidente
AGGUATO ALLA COOPERAZIONE SOCIALE Pordenone Settimane difficili ed ansiogene. Quello appena trascorso non è stato un mese facile. Si sono accumulate infatti diverse insidie per il nostro settore, tali da darci pensieri e preoccupazioni sul futuro nostro e dei nostri servizi. Legge di Stabilità, Spending Review e seconda tranche del CCNL. La “Manovra di Stabilità” proposta dal Governo prevedeva, fra le varie misure, l’aumento dell’aliquota Iva per i servizi resi dalle Cooperative sociali dall’attuale 4% al 10% a partire dal gennaio prossimo, per poi assestarsi all’11% dal successivo luglio. A guardarla in maniera “ragionieristica”, l’operazione sarebbe anche potuta apparire indolore per la Cooperativa Itaca (chi mastica di contabilità, sa che l’Iva per le aziende non è un costo bensì una partita di giro), ma così non è. Il costo, infatti, andrebbe a ribaltarsi sulla nostra committenza che è per più dell’80% “pubblica” e, per la restante parte, ai cittadini utenti e alle loro famiglie. La conseguenza logica sarebbe un aumento dei costi del 6% (7 a regime) per tutte e due le categorie. Facile dedurre che la pubblica amministrazione, che sta già facendo i conti con le minori entrate, non sarebbe in grado di sopportare un tale aggravio dei costi e che la stessa cosa vale per le famiglie ed i cittadini, già molto provati dalla crisi economica e dal caro vita. Altrettanto facile è la deduzione che il tutto si tradurrebbe in una richiesta di riduzioni dei servizi per tutte e due le categorie. Risultato finale? Meno servizi resi alle persone che ne hanno bisogno e meno occupazione per i nostri operatori. Notizia dell’ultim’ora è che il Governo, anche grazie al forte movimento d’opinione creato dall’Alleanza Cooperativa Italiana, dalla Conferenza Stato Regioni, da Anci, e, nella loro audizione in Commissione bilancio, da Cgil e Cisl, e dalla mobilitazione messa in piedi a Roma il 31 ottobre scorso dal Terzo settore attraverso “Cresce il welfare, Cresce l’Italia”, pare abbia deciso di sospendere tale misura fino alla fine dell’anno prossimo. Pericolo scampato nell’immediato, ma ancora incombente per il prossimo futuro. Auspichiamo che tale legge, che sarà approvata in questi giorni, non ci riservi altre sorprese.
Quanto alla Spending Review è un po’ che ne sentiamo parlare, ed è cosa nota che una delle misure consiste, per le Aziende sanitarie, nel ridurre i costi del 5% su tutti i servizi in essere, e ciò mediante la riduzione anche dei servizi in appalto. Vi è tuttavia poca chiarezza e non è dato sapere se tale operazione riguardi solo le attività sanitarie in senso stretto e non anche i servizi socio sanitari in delega alle Aziende sanitarie. A causa di tale ambiguità, la Regione Veneto ha emanato una circolare con cui invita le stesse Aziende a non chiedere lo sconto alle Cooperative sociali per i servizi rivolti agli anziani, ai disabili ed alle persone con sofferenza mentale, limitandosi ad invitarle a verificare eventuali sprechi. Altre Regioni, fra cui la nostra del Friuli Venezia Giulia, proprio per la scarsa chiarezza cui accennavo, non hanno ancora deciso come muoversi e quale posizione prendere. Per quanto riguarda la seconda tranche di aumento per effetto del nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro, è stato deciso dalle Centrali Cooperative e dalle Organizzazioni sindacali di procedere ad una sospensione. Ma di questo leggerete più avanti e più nel dettaglio nell’articolo della rubrica INpersonale a cura di Emanuele Ceschin. Mi permetto di fare solo una piccola considerazione: non so se essere felice o se rattristarmi per questa decisione che alleggerisce un po’ i costi delle cooperative, ma, di pancia, propenderei più per la seconda ipotesi. Allargando un po’ l’orizzonte, vediamo anche che Marcello Dell’Utri, Nicola Cosentino e tutta la banda degli inquisiti e dei condannati, che siedono nei banchi dei due rami del nostro Parlamento, hanno fatto le barricate sulla Legge anti-corruzione (in vista delle prossime elezioni). Alla fine è stato approvato un testo che ci vede ancora lontani dalle richieste dell’Unione Europea. Se a ciò si aggiunge che la Fiat, come rappresaglia per il reintegro ordinato dal Tribunale di 19 operai attivisti della Fiom, ne ha messi in mobilità altri 19 (come ha detto Carlo De Benedetti, non era il sistema dei tedeschi al tempo della seconda guerra mondiale…) e, dulcis in fundo, che Berlusconi, dopo essere stato condannato in primo grado per frode fiscale, resta indeciso sul restare in campo o no (ma nel frattempo, per cautela, chiede scusa agli italiani per le cose che non è riuscito a fare per colpa degli altri), tristezza e sconforto non possono che accentuarsi.
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Sommario
Primo piano
05∙LEGGE STABILITÀ: IN ARRIVO STOP AUMENTO IVA Organizzazioni sociali in piazza a Roma
08∙COOPERATIVE DEL FVG IN GINOCCHIO IN COPERTINA Foto di FAB
22∙JACK SPARROW SBARCA A BEGLIANO
20∙
I “Pirati dei Caraibi” animano il pomeriggio in Comunità
Lettera aperta ai politici regionali
23∙FESTA INSIEME A VIA GERMAN
L’INTERVISTA DEL MESE
26∙VOI ABBRACCIATE LE PERSONE
PRODUCE OPPORTUNITÀ
27∙UNO SGUARDO OLTRE
La Comunità è perfettamente inserita nel contesto del Borgo
10∙UN’OPPORTUNITÀ CHE La filosofia del Faber Academy Box
SPECIALE FAB!
13∙EMPOWERMENT E SVILUPPO DELLE RELAZIONI Varata l’Academy [the village]
Complicità e fiducia. Cosi le assistenti domiciliari entrano nelle case Giornata di settore per i servizi territoriali Anziani
RICERCA E SVILUPPO
29∙INTERVENTI PER LA FAMIGLIA
Attualità
16∙DUE VOLONTARIE SPAGNOLE PER CASA RICCHIERI
L’esperienza dello Sve riparte da Pordenone
19∙CDA VERSO IL RINNOVO A breve un corso di formazione per i futuri consiglieri
20∙I 10 ANNI DELL’ARCA DI NOE’
Il Nido d’infanzia di Gorgo in festa con bambini e genitori
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Presentate le linee guida del piano regionale 2012-2014
INpersonale
33∙rinnovo del ccnl Applicazione della seconda tranche contrattuale
27.
primo piano
LEGGE STABILITÀ: IN ARRIVO STOP AUMENTO IVA Organizzazioni sociali in piazza a Roma il 31 ottobre Roma Vincolare a finalità precise il fondo da 900 milioni di Palazzo Chigi (ex Fondo Letta) e istituire un nuovo fondo per la riduzione del carico fiscale di famiglie e imprese. Sono alcuni degli impegni presi dal governo nel corso dell'incontro di mercoledì scorso (31 ottobre, ndr) a Montecitorio tra il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, e i relatori della legge di stabilità, Renato Brunetta (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd). Torna così la speranza di un parziale rifinanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali e di quello per la non autosufficienza, oggetto delle più forti pressioni dell'associazionismo e della cooperazione sociale dopo la manifestazione del 31 ottobre. L'accordo è infatti che il fondo da 900 milioni nella disponibilità di Palazzo Chigi, già previsto nel ddl stabilità ma destinato a generiche finalità sociali, sarà ripartito in modo specifico e non indistinto, anche se nell'incontro con Grilli non si è ancora scesi nei dettagli.
Nel nuovo Fondo confluiranno invece le risorse del piano Giavazzi ed un eventuale gettito aggiuntivo da destinare alla riduzione del carico fiscale per famiglie e imprese. Baretta si dice "soddisfatto" e parla di "significativo passo avanti" che consolida le ipotesi già sul tavolo. Brunetta dà atto al governo che in questo modo il testo della legge di stabilità viene "riscritto totalmente" e "in modo più intelligente". A questo si aggiunge il possibile stop all'aumento Iva al 10% per le coop sociali, come annuncia oggi in prima pagina il quotidiano dei vescovi Avvenire. Ad accendere un'altra luce sul finanziamento sociale e, in particolare, su quello per la non autosufficienza è Roberto Saviano. Dalle pagine dell'Espresso, nella rubrica "L'antitaliano", lo scrittore richiama l'attenzione sulla condizione dei malati gravissimi e sullo sciopero della fame in atto per 70 disabili. "Non è il momento di dire 'occupiamoci di altro' - scrive l'autore di Gomorra - è il momento di occuparci di loro. Un fondo per la non autosufficienza di 400 milioni deve essere destinato ai
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disabili gravi e gravissimi". A completare il suo monito è il ricordo di Piergiorgio e Mina Welby e della loro battaglia. Insomma, bisogna approfittare dei riflettori e monitorare l'iter del ddl. E soprattutto occorre controllare che non ci siano colpi di mano e che siano portati a termine gli impegni presi dai gruppi parlamentari dopo la grande mobilitazione di piazza Montecitorio. Giuseppe Manzo www.nelpaese.it
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primo piano
GLI EFFETTI DELLA MOBILITAZIONE Cresce il welfare, cresce l’Italia Roma Quaranta associazioni promotrici, 100 organizzazioni aderenti erano a Piazza Monte Citorio allo slogan “Cresce il welfare, cresce l’Italia”. Un dispiegamento mai visto, compatto e concorde nel chiedere il rilancio delle politiche sociali e il rifinanziamento dei relativi Fondi. Tutti gli interventi dal palco hanno sottolineato, nelle diverse sfaccettature, un comune sentire e una omogenea richiesta. Bambini, giovani, anziani, non autosufficienti, disabili, donne, persone con problemi di salute mentale o di dipendenze sono stati colpiti dalla drammatica compressione della protezione e dei servizi sociali. Per fare un esempio, nel 2008 lo stanziamento per i Fondi sociali era di 2.526,7 milioni; nel 2013 il finanziamento sarà di 200,8 milioni. A questo si aggiungano i tagli alla sanità e le riduzioni dei trasferimenti a Regioni ed Enti locali. La mobilitazione è stata preceduta da una serie di iniziative nella Capitale, con striscioni e slogan particolarmente significativi. Nel frattempo una delegazione delle rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” ha incontrato i Gruppi Parlamentari evidenziando le istanze espresse dalla mobilitazione. È stato richiesto con forza di confermare il rifinanziamento dei Fondi sociali già approvato dalla Commissione Affari Sociali. Il timore maggiore è che, nelle pieghe dell’approvazione della Legge di stabilità, le risorse necessarie a questa operazione vengano destinate ad altri usi. I Gruppi Parlamentari incontrati hanno confermato da un lato questi timori e al contempo hanno formulato rassicurazioni. Con uguale decisione la rete ha richiesto un intervento emendativo sulla riduzione del 10% delle convenzioni e dei contratti che riguardano prestazioni e servizi sanitari stipulati dalle Asl. Ciò provocherebbe un grave danno ai cittadini e in particolare alle persone più esposte in termini di salute: sull’ipotesi di emendare questa previsione, i Gruppi Parlamentari hanno espresso adesione ma hanno anche rammentato il vincolo dei “saldi invariati” fissato dal Governo. Tuttavia, se non saranno possibili emendamenti, alcuni Gruppi si sono detti disponibili a proporre all’Aula atti di indirizzo che consentano di rendere meno grave e più flessibile l’impatto di tale provvedimento. 6 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
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Un’ulteriore misura sulla quale è stata attirata l’attenzione è quella dell’innalzamento dell’Iva (dal 4% al 10%) sui servizi sociosanitari ed educativi erogati dalle cooperative sociali. Il danno in questo caso si rifletterebbe sulle persone, sulle famiglie e sugli stessi Enti locali, oltre a causare un danno di notevole rilievo al mondo delle cooperative sociali. Anche su tale aspetto si è incontrata l’attenzione dei Gruppi Parlamentari, con intenti emendativi. Nel corso della conferenza stampa è stata espressa da un lato la soddisfazione per la vasta adesione raccolta e per l’attenzione espressa dai Gruppi Parlamentari. Dall’altro, la rete rimane in stato di vigile mobilitazione prestando la massima attenzione verso ciò che il Governo e le Camere decideranno le prossime settimane. Legacoopsociali
primo piano
BASTA ROVESCI SUI NOSTRI DIRITTI
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Roma Manifestazione nazionale per i diritti sociali e per la riforma del welfare quella promossa dalla Rete "Cresce il Welfare, Cresce l'Italia" e tenutasi lo scorso 31 ottobre in piazza Montecitorio a Roma, nonostante la pioggia battente. Non c’è spread che tenga: le ricette del governo Monti non vanno bene e la protesta sociale sta crescendo. Lo dicono i giovani, le persone con disabilità, quelle non autosufficienti, le imprese sociali, le famiglie che non arrivano a fine mese, le società sportive. Lo dicono anche i volontari che non vedono valorizzati i loro sforzi, nella protezione civile, nel settore socio-assistenziale, nella solidarietà internazionale, nel servizio civile. Cinquanta organizzazioni del terzo settore e del mondo sindacale raccolte nella rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” si sono date appuntamento a Roma, mercoledi 31 ottobre in piazza Montecitorio, per dire al governo Monti che è sbagliato contrapporre welfare e crescita economica, anzi che proprio il welfare rappresenta un motore di sviluppo per far ripartire il nostro Paese. La giornata di mobilitazione è iniziata in mattinata, è stato allestito un palco e si sono alternate testimonianze dal sociale e musica. Qui sono confluiti gruppi di volontari e attivisti del-
le organizzazioni sociali che hanno dato vita a flash mob in vari punti della città. Contemporaneamente sono state formate delegazioni con rappresentanti della rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” che sono poi state ricevute da esponenti delle istituzioni e dei gruppi parlamentari. A seguire, nell’attiguo Hotel Nazionale, si è svolta la conferenza stampa dove sono stati riportati i risultati degli incontri. L’obiettivo della manifestazione era quello di chiedere al governo una decisa inversione di tendenza nella manovra di bilancio 2013: basta tagli al sociale e rilancio delle politiche di welfare per puntare davvero allo sviluppo dell’Italia. Ovvero: mettere in moto una politica di investimenti nel sociale che generi lavoro, solidarietà, coesione, sostegno alle fasce economiche più povere. Il governo Monti – hanno spiegato gli organizzatori – ha iniziato il suo operato comunicando tre parole d’ordine: rigore, crescita, equità. Ad oggi è stato applicato ampiamente soltanto il rigore. Questi punti sono stati raccolti in una piattaforma comune che è stata sottoscritta dalle organizzazioni promotrici ed aderenti, disponibile sul sito www.cresceilwelfare.it e www.fishonlus.it. Cresce il welfare, cresce l’Italia 11/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 7
primo piano Lettera aperta ai politici regionali
Cooperative del FVG in ginocchio L’annunciato aumento dell’Iva del 150% rischia di paralizzare il welfare
Roma 31 ottobre 2012
Udine Le famiglie del Friuli Venezia Giulia rischiano di non poter più usufruire di asili, centri diurni, assistenza domiciliare per non autosufficienti, servizi residenziali e diurni per anziani e persone disabili. L’aumento dell’Iva calendarizzato dal Governo e indicato al 150% rischia infatti di mettere in ginocchio le 240 Cooperative sociali della regione che si occupano dei servizi socio sanitari ed educativi, ovvero che offrono la maggioranza dei servizi di welfare più utilizzati dalle famiglie. Con loro sono a rischio anche i 10 mila lavoratori ed operatori sociali che in tali servizi concretamente sono impegnati ogni giorno. Ecco perché è partita oggi una “Lettera aperta della Cooperazione Sociale” in merito al ddl di stabilità e ai provvedimenti legati alla spending review a firma di Evelin Zubin, Giuliana Colussi 8 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
e Gian Luigi Bettoli, presidenti regionali rispettivamente di Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali. “Chiediamo ai rappresentanti politici della Regione Friuli Venezia Giulia di intercedere per l’eliminazione di questo punto dalla Legge di Stabilità e per salvare dal trasferimento a Consip almeno le gare sopra soglia con le “clausole sociali”, per non rischiare l’inevitabile crollo del sistema di welfare regionale e nazionale o una riduzione della qualità, privando migliaia di famiglie di servizi quotidiani essenziali”. A nome dell’Alleanza Cooperative Italiane del Friuli Venezia Giulia, Zubin, Colussi e Bettoli si rivolgono a onorevoli e senatori evidenziando che “un aumento dell’Iva del 150% rischia di mettere in ginocchio centinaia di cooperative del settore sociosanitario ed educativo. Senza le cooperative sociali, migliaia di persone in sta-
to di disagio o svantaggiate si troverebbero a non poter disporre di alcun servizio o ad avere accesso a un numero limitatissimo di posti”. Le cooperative sociali operanti in Friuli Venezia Giulia - avamposto della riforma antimanicomiale portata a buon fine da Franco Basaglia nel 1978 con la Legge 180 - sono 240, “incalcolabile il numero di famiglie e persone che ogni giorno usufruiscono dei servizi da noi offerti: numeri che rendono ancor più comprensibile la nostra preoccupazione”. Uno scenario tragico che potrebbe molto presto trasformarsi in “una realtà concreta qualora il ventilato aumento dell’Iva dal 4 al 10-11% per le prestazioni socio-sanitarie, contenuto nella Legge di Stabilità in discussione, venisse effettivamente applicato e si procedesse in modo orizzontale e indiscriminato alla riduzione del 5-10% previsto dalla spending review”.
primo piano
Non quindi fanta-cooperazione ma un rischio molto vicino, anche perché in Friuli Venezia Giulia il welfare è basato sul criterio della sussidiarietà e la cooperazione sociale è il partner principale delle pubbliche amministrazioni nella fornitura di servizi educativi, socio-sanitari e assistenziali. Un modello che peraltro viene da tempo studiato dalla Comunità europea, proprio “perché il sistema cooperativo contribuisce all’aumento del benessere collettivo, puntando non sulla produzione di profitti ma su una risposta economicamente sostenibile ai bisogni del territorio in cui ogni cooperativa opera”. Laddove oggi la cooperazione sociale italiana rappresenta il più fulgido e diffuso esempio di impresa sociale a livello europeo. Le ipotesi legate ad un aumento dei costi di 6-7 punti percentuali porterebbero a conseguenze gravissime, ovvero una crescita della spesa per
Comuni e le Aziende Sanitarie, nonché un aggravio per le famiglie rispetto alle attuali tariffe ovvero una netta riduzione dei servizi offerti. “Cosa dovremmo dire alle famiglie che portano i bambini negli asili e già oggi faticano a pagare le rette? E cosa ai familiari di anziani o persone con disabilità o con fragilità psichica che non potranno più contare su servizi essenziali per la loro cura?”. Le più colpite risulterebbero le famiglie più numerose e meno abbienti, “che non possono ricorrere a strutture private o a un servizio personalizzato e che in questo momento, con difficoltà, affrontano la quota di spesa dovuta”. Considerando l’attuale congiuntura economica, nessuna di queste possibilità risulta praticabile dal momento che “i Comuni già oggi si trovano in enormi ristrettezze: con i tagli imposti a livello nazionale – affermano i presidenti regionali
di Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali - da tempo hanno difficoltà a garantire l’erogazione di servizi e si trovano a pagare le cooperative con mesi di ritardo rispetto agli accordi contrattuali”. La chiusura di cooperative o la riduzione dei servizi offerti avrebbero conseguenze gravissime anche in campo occupazionale: ad oggi “sono oltre 10.000 i nostri lavoratori, un numero che è costantemente cresciuto negli anni, anche nel momento di massima crisi economica: finora le nostre cooperative hanno infatti sempre scelto di non ricorrere a un taglio dei posti di lavoro o dei servizi, ma piuttosto hanno deciso di intaccare i beni a riserva o di ridurre i compensi dei soci pur di mantenere il livello occupazionale”. La conclusione è amara: “ci chiediamo quale ratio abbia spinto il Governo a immaginare questo aumento all’interno della Legge di Stabilità, che entrerebbe in vigore già a partire da gennaio 2013. Capiamo infatti che sono richiesti a tutti sacrifici in questo momento difficile per il nostro Paese, ma non capiamo perché colpire in modo così immediato e pesante proprio le fasce di popolazione più deboli”. Probabilmente una “scelta dovuta a una mancanza di comprensione dei meccanismi che regolano l’equilibrio tra pubblico e privato sociale e che finora ha garantito il mantenimento e l’implementazione dei servizi, offrendo risposte rapide a bisogni emergenti come – ad esempio – la nascita di strutture dedicate alle nuove marginalità”. “Non è possibile pensare che il sistema di welfare attuale – incalzano - possa essere retto su ulteriori richieste alle famiglie, o su un aumento delle donazioni da parte di privati, che sicuramente non riuscirebbero a garantire la continuità economica richiesta per il mantenimento di uno standard minimo dei servizi”. Fabio Della Pietra
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UN’OPPORTUNITÀ CHE PRODUCE OPPORTUNITÀ Le Fabers nella sede di FAB
La filosofia del Faber Academy Box Fabio Della Pietra
• Foto di Fabio Della Pietra
Pordenone FAB è un generatore d’impresa nato per dare ali ai progetti dei giovani e creare al contempo occupazione. Abbiamo incontrato il presidente di Itaca, Leo Tomarchio, e il coordinatore del progetto, Christian Gretter, per capire la filosofia che sta dietro al Faber Academy Box.
Perché offrire alla comunità l’opportunità FAB?
LT: Da un punto di vista concettuale, la costruzione di FAB – Faber Academy Box - è stato un percorso veloce ed entusiasmante con una sua radice profonda e matura nel tempo che l’ha preceduta e che potrebbe riassumersi con la locuzione “fare cooperazione” e, più nel dettaglio, fare cooperazione sociale. FAB è un’idea di Itaca che, in occasione del Ventennale di fondazione (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), ha voluto restituire alla comunità 10 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
di appartenenza un contenitore capace di creare progetti di sviluppo e di occupazione. Il senso primo di FAB è di intervenire operativamente sul tema urgente del lavoro e dello sviluppo, scommettendo sul sapere, sulle potenzialità e sulle idee di persone che nessuno sa più dove “collocare” e impiegare, e che necessitano di una rete forte di relazioni e di collaborazioni per veder realizzata la propria intuizione e i propri talenti.
Cosa rappresenta per Itaca?
LT: Per una Cooperativa sociale come Itaca, lanciare un progetto come questo ha significato anche proporre un modello di mondo e di comunità sociale nuovo e coerente con la mutevolezza del contesto economico: inclusivo e aperto a chiunque, basato sull’idea di valorizzazione delle caratteristiche che rendono unico ogni essere umano e mirato ad un effettivo progresso sociale.
l'INTERVISTA del mese FAB è principalmente un luogo di innovazione sociale, uno spazio di incontro e lavoro fra donne e uomini provenienti da contesti culturali differenti che vogliano scommettere sul proprio sapere, concretizzare un’idea in un nuovo prodotto o servizio per la comunità, grazie al supporto messo a disposizione dalla rete dei partner e dei soggetti promotori del progetto e farla diventare progetto e impresa. Per Itaca FAB rappresenta anche un investimento importante, nell’ordine di 100 mila euro all’anno per due anni interamente finanziati da Itaca.
Il presidente di Itaca, Leo Tomarchio
L’obiettivo principale qual è?
LT: Costruire opportunità di lavoro per persone fuoriuscite dal mondo del lavoro o non ancora occupate o precarie che abbiano immaginato soluzioni innovative a tutta una serie di bisogni della collettività, o soluzioni creative e sostenibili a bisogni emersi nel contesto specifico della Cooperazione e capaci di diventare impresa e/o lavoro. FAB è un luogo di concretizzazione dei valori del modello cooperativo dove si ri-mettono al centro la persona e il lavoro, considerandoli un nuovo motore di sviluppo e cambiamento del nostro sistema, in uno spazio vivo e condiviso. FAB cerca progetti e idee sui temi dell’uomo, dell’ambiente e della comunità che dimostrino di avere possibilità di trasformarsi in impresa e creare una reale occupazione nel tempo, attraverso la generazione di prodotti o servizi capaci di dare risposte efficaci e sostenibili a bisogni critici emergenti che non sono soddisfatti dalla collettività, ovvero di promuovere e riattivare beni comuni e generare risorse aggiuntive, utilizzando anche le nuove tecnologie. Il tutto sempre relazionato all’impatto rispetto alla comunità, tanto in termini dimensionali quanto degli interlocutori coinvolti.
Che luogo è FAB?
CG: Un luogo dove i contatti diventano relazioni significative generatrici d’imprenditorialità. Un luogo d’innovazione sulle domande e i temi emergenti del territorio attraverso la qualità come componente relazionale e motivazionale. Il principio base che si sviluppa con FAB è quello della collaborazione e co-costruzione responsabile del luogo, dei progetti, dei beni comuni. Questo presuppone una diversa visione del lavoro, del mondo dell’incontro. Noi pensiamo che sia arrivato il momento di misurare le cose attraverso comportamenti concreti che si propaghino nel modo di vivere e lavorare. Già dalla ristrutturazione degli spazi ci siamo impegnati, grazie anche al contributo dell’arch. Andrea Paoletti, a concepire un luogo di lavo-
Il coordinatore del progetto Christian Gretter
ro come spazio di collaborazione e coworking, basato sul recupero dei materiali e la flessibilità degli spazi. Questo tipo di strutturazione, in questo momento storico, è un esempio di come poter sviluppare benessere ed impresa allo stesso tempo: come ci ricorda “il dilemma del prigioniero” che mette in risalto il conflitto tra razionalità individuale, nel senso di massimizzazione dell’interesse personale, ed efficienza, ovvero miglior risultato possibile, sia individuale che collettivo. Applicando una strategia individualistica infatti si ottiene un esito inferiore rispetto a quanto ottenibile nel caso in cui si possa raggiungere un accordo negoziale, oppure nel caso in cui ci si possa fidare dell’altro. Agli/alle stessi/e fabbers consigliamo di collaborare tra loro, valorizzando lo scambio di competenze, per poi perseguire con responsabilità, rigore e riconoscimento il proprio progetto.
Cosa c’entra questo con lo sviluppo d’impresa e il benessere della comunità?
CG: Questa domanda rimanda alla concezione che abbiamo da cooperatori/trici dell’innovazione. L'innovazione a cosa serve? Per noi è molto importante considerare la finalità dell'innovazione e quale tipo d'impatto (es. Soggetti svantaggiati e dignità agli agricoltori) si produce nel territorio. C’interessano i bisogni espressi dal territorio (es. disoccupazione in alcuni nel settore - disoccupazione giovanile 35%-) Se si vuol considerare solo una dimensione imprenditoriale basata sul singolo e la tecnologia ci troviamo lontani dalla filosofia di fondo di FAB. Promuovere la dimensione collettiva dell'idea imprenditoriale, l’impatto sociale come indicatore di successo, per proporre la prospettiva di un ulteriore sviluppo sostenibile e la crescita 11/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 11
l'INTERVISTA del mese
del benessere della comunità, questa è la prospettiva che ci interessa. Imprenditorialità collettiva, prospettiva d'equità e giustizia sociale, aggregare e valorizzare le risorse sono le nostre parole d’ordine. I processi d'incubazione sono, di solito, basati sull'accelerazione (prima si produce e prima si vende) e la capacità in breve tempo di produrre valore: il tema dell'orizzonte del benessere della comunità “slow to start hard to die” è questo il nostro tema. Così selezioniamo il tipo di domanda ed anche i compagni di viaggio: dai/dalle fabbers, agli stakeholder, ai clienti ed ai singoli cittadini/e.
Parlate molto di comunità e di benessere, in concreto a cosa vi riferite?
CG: Non esiste una comunità ma molte comunità, sistemi, imprese che possono essere messi in contatto e sviluppare un dialogo generativo di valori, risorse e nuovi progetti. In questo scenario disocuppati/e, le Istituzioni ed Enti, il Terzo settore, la Cooperazione, le Imprese, gli Enti di Formazione Professionale, le Aggregazioni di Cittadini, le Università, i/le cittadini/e che si preoccupano della crescita, 12 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
dello sviluppo delle competenze o delle potenzialità dei diversi soggetti, necessariamente interagiscono con i processi di riconoscimento (delle capacità e dei potenziali) e accrescimento dell’empowerment, inteso come incremento delle capacità delle persone di passare dalla cosiddetta situazione di «passività appresa» del soggetto che ha sviluppato un sentimento di impotenza di fronte alle esperienze (e alla crisi globale di cui siamo fino ad ora solo vittime), «all’apprendimento della speranza» derivata dal sentimento di aumentato controllo sugli eventi, tramite la partecipazione e l’impegno nella propria comunità1 e quindi alla creazione di progetti ed imprese orientate a tale riconoscimento (in fondo si parla di diritti di cittadinanza). In tale prospettiva assume una rilevanza particolare l’insieme delle capacità di cui il territorio dispone e i funzionamenti/valorizzazioni che, mediante le prime, riesce ad attivare. L’appli-
1 “L’azione dialogica come processo di empowerment sociale”, Piergiulio Branca e Floriana Colombo Tratto da “La ricerca-azione come promozione delle comunità locali”, Animazione Sociale N.1 Gennaio-2003.
cazione di questo approccio ci permette di evidenziare che il possesso di un determinato paniere di beni non assicura meccanicamente e automaticamente una condizione di vita socialmente accettata: il problema si sposta sulla abilità e sulla capacità della Comunità di tradurre il paniere di beni di cui dispone in funzionamenti/, sulla “conversione dei beni in possibilità”2. FAB è un’opportunità che vuole produrre opportunità con il concorso di tutte le realtà protagoniste del territorio, prendere o lasciare senza giri di parole o inganni.
2 “Nella concezione di Amartya Sen, le capacità costituiscono uno spazio intermedio tra i fini e i mezzi; esse non coincidono né con la disponibilità di beni atti a generare benessere, né con il benessere effettivamente conseguito. Le capacità riguardano, invece, le possibilità che ciascuno ha di raggiungere determinati obiettivi”, in M. Franzini, “In cerca dell’eguaglianza giusta”, in Politica e Economia, n. 3, 1994, p. 34
speciale fab
EMPOWERMENT E SVILUPPO DELLE RELAZIONI Varata l’Academy [the village] di FAB!
Pordenone Avviata l’Academy [the village] di FAB! Energetica e intesa la partecipazione degli allievi dell’Academy, i futuri imprenditori dell’innovazione, alle prime sessioni dedicate all’empowerment. L’Academy è partita – nella sede dell’incubatore in via San Francesco 1/C a Pordenone - con il piede giusto offrendo un’occasione di profonda riflessione sulle conoscenze e le competenze necessarie alla realizzazione dei progetti, e fornendo i primi strumenti operativi per il lavoro di rete. Ad essere al centro dei primi incontri del modulo dedicato all’empowerment sono stati i temi delle competenze sociali e della qualità della relazione. Riflessioni, presentazioni di strumenti operativi e partite a [the village], si sono alternate nel corso degli incontri di gruppo e dei primi incontri di coaching. A guidare le ragazze nei primi due incontri formativi del modulo sull’empowerment è stato
Manolo Battistutta, che ha illustrato il metodo [the village] e ha fatto sperimentare concretamente alcuni strumenti e modelli utili alla gestione delle relazioni. Laura Beriotto e Giovanna Tinunin hanno inaugurato le sessioni di coaching, un percorso dedicato ai singoli e ai team di progetto che stanno muovendo i primi passi nel campo dell’imprenditoria sociale. L’Academy, come illustrato in altre occasioni, è strutturata a partire dal metodo innovativo denominato [the village]. Il metodo gioco, ideato da Dof Consulting e Cooperativa sociale Itaca, che coniuga il tema attuale e strategico delle competenze sociali alla pratica divertente del gioco. Ma questo cosa vuol dire concretamente per un allievo che frequenta l’Academy [the village] di FAB? Sia durante la formazione d’aula dedicata al modulo sull’empowerment che durante gli incontri individuali di coaching, le 7 fabbers potranno conoscere, comprendere e utilizzare una modalità intuitiva ed efficace per lavorare
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speciale fab
costantemente sulle caratteristiche personali e di gruppo necessarie alla realizzazione del proprio progetto. Il metodo [the village] ruota attorno alla metafora del villaggio, un villaggio archetipico, e i personaggi che lo abitano, le 15 figure che esprimono le competenze sociali necessarie alla vita del villaggio stesso. Giocando a [the village] capita così, ad esempio, di incontrare il “capo del villaggio”, che racconta come si fa a guidare un gruppo, oppure “il cacciatore”, mentre mostra come riconoscere e affrontare i problemi, o ancora è possibile incrociare “il folle”, che invita le corsiste di FAB a utilizzare la creatività per affrontare le situazioni, creando qualcosa di nuovo per noi e per gli altri. Scoprire, attraverso la metafora del villaggio, le componenti necessarie a creare un team equilibrato, o riflettere, attraverso una figura di [the village], sul nostro livello di padronanza di una particolare abilità, può dare spunti innumerevoli per leggere e interpretare il presente e progettare il futuro, soprattutto in un contesto sociale
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ed economico complesso e mutevole come quello contemporaneo. Nelle prossime tappe del percorso integrato di formazione e coaching dedicato all’empowerment, le allieve dell’Academy si confronteranno con il tema strategico della comunicazione e degli strumenti relazionali, per poter affrontare
le situazioni complesse e problematiche che potrebbero incontrare nel loro viaggio verso la trasformazione dell’idea in impresa. A cura del team dell’Academy [the village] di FAB!
Alle socie ed ai soci della cooperativa Ai componenti il Collegio Sindacale
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI SIETE INVITATI all’Assemblea Generale ordinaria dei soci della Cooperativa ITACA società cooperativa sociale Onlus, in prima convocazione per il giorno 27 novembre 2012 alle ore 8.00 in Pordenone, vicolo Selvatico 16 e in seconda convocazione per:
Giovedì 29 novembre 2012 alle ore 17.00 a Palmanova
MEETING POINT “SAN MARCO” Centro congressi via Scamozzi, 5 PARLEREMO DI: Nuovo Regolamento Organizzativo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Andamento Gestione Sociale Proposta corso di formazione per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione 2013-2016 Comunicazioni e varie La possibilità di deliberare sugli argomenti previsti, è subordinata al raggiungimento del quorum previsto dall’art. 21 dello Statuto. Qualora non potesse intervenire personalmente, potrà farsi rappresentare da un’altra socia (o socio) con delega scritta. Confidando nella Sua partecipazione, La saluto cordialmente. Il Presidente Rosario Tomarchio
AL PRESIDENTE dell’Assemblea dei Soci della Cooperativa ITACA del 29.11.2012 Egregio Presidente, non potendo intervenire personalmente all’Assemblea Ordinaria dei soci del 29.11.2012 presso il Centro Meeting Point a Palmanova, Le comunico che ho delegato a rappresentarmi il Socio sig. ____________________________________________________ (in stampatello) affidandogli i più ampi poteri ed approvando fin d’ora il Suo operato. Distinti saluti. Nome e Cognome ________________________________________________ Firma __________________________________________
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Attualità
DUE VOLONTARIE SPAGNOLE PER CASA RICCHIERI L’esperienza dello Sve riparte da Pordenone Pordenone Con l’atteso arrivo dalla Spagna di due giovani volontarie, il primo ottobre è finalmente ripresa per Itaca l’avventura del Servizio Volontario Europeo. Il progetto vedrà protagonisti gli ospiti e gli operatori della struttura residenziale per la salute mentale “Casa Ricchieri” di Pordenone, dove le volontarie europee svolgeranno per 12 mesi attività di animazione e di compagnia. Ines e Anxela sono due ragazze molto intraprendenti, e per loro questa non è la prima esperienza all’estero. Ines Junquera Rodriguez ha 23 anni, studia psicologia a Santiago de Compostela, ma abita a Coruña, una città nelle vicinanze di Santiago. Ha abitato per nove mesi negli Stati Uniti, in Pennsylvania, dove ha frequentato l’università. Anxela Rodriguez Diez è di Rua, ha 22 anni ed è infermiera. Ha già svolto un periodo di lavoro a Bordeaux, anche tramite il Programma Leonardo da Vinci.
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Cos’è il Servizio di Volontariato Europeo?
Il Servizio Volontario Europeo (noto anche come Sve) non è ancora un’esperienza molto conosciuta, ma uno dei nostri obiettivi è anche contribuire alla sua diffusione, perché è un’occasione che si può rivelare molto formativa per chi vi aderisce. I partecipanti, durante un periodo di tempo che va dai sei mesi ad un anno, hanno la possibilità di conoscere un altro Paese, di viaggiare, di imparare un’altra lingua e soprattutto di collaborare ad un progetto di carattere sociale, venendo coinvolti in attività non lucrative a beneficio della collettività, come hanno messo in luce anche Ines e Anxela nella chiacchierata che presentiamo qui di seguito. Il valore aggiunto dello Sve è dato dall’unione del ruolo educativo che porta al volontario, combinato con l’arricchimento che il partecipante a sua volta può dare alla realtà di accoglienza, attraverso la sua motivazione, il suo entusiasmo e la sua nuova visione della realtà.
ATTUALITà Ines e Anxela, come siete entrate in contatto con lo Sve? INES: Tramite un’amica che me ne ha parlato. ANXELA: Anch’io. Una mia amica ha fatto lo SVE in Polonia. Le è piaciuto moltissimo, perché ha fatto teatro. Io ero appena rientrata dalla Francia, poche settimane prima di partire per Pordenone. Ho telefonato all’ente inviante un mercoledì per avere informazioni, il venerdì mi hanno richiamata per chiedermi se volevo partire, e in una settimana ho preparato tutto.
Cosa vi è piaciuto di più dello Sve? INES: E’ una grande opportunità per abitare in un altro Paese, conoscere un’altra cultura e vivere nuove esperienze. ANXELA: Soprattutto è positivo che i progetti siano lunghi, per potersi adattare in un posto nuovo.
Quali sono le vostre aspettative a Casa Ricchieri? INES E ANXELA: Di integrarci nell’equipe, di far parte del gruppo di lavoro, ma anche di portare cose nuove. Ci piacerebbe conoscere le storie di tutti gli ospiti, vorremmo fare molte attività, abbiamo molta voglia di fare.
Da dove nasce e come si realizza un progetto Sve
Per Itaca si tratta di un evento poco frequente, perché sono passati otto anni dall’ultima edizione. E’ partito dal 1996, e rientra tra le azioni del Programma Europeo “Gioventù in Azione” istituito dalla Commissione e dal Parlamento Europeo; tra gli obiettivi e le priorità del Programma c’è sicuramente lo sviluppo di una cultura della solidarietà e la promozione della cittadinanza attiva tra i giovani. Nella volontà della Commissione europea, questo programma (e lo Sve in modo particolare) è anche un investimento a lungo termine per rafforzare la coesione dell’Unione Europea; partendo dalla promozione della varietà culturale, dalla tolleranza e dalla conoscenza tra giovani europei,
si può arrivare alla comprensione reciproca tra i Paesi membri dell’Ue. Lo svolgimento di un progetto Sve è molto complesso, dalla progettazione, passando per l’effettiva esecuzione e la valutazione finale delle attività, si possono raggiungere anche i due anni. Una volta designati i volontari e le attività da svolgere, il Servizio può partire, naturalmente in una nazione diversa dalla propria. L’attività non è retribuita, il volontario però riceve una ‘paghetta’ mensile e in più le spese di vitto, alloggio e di viaggio sono coperte dall’organizzazione ospitante. I progetti spaziano tra moltissimi settori diversi: cultura, arti, protezione civile, ambiente, cooperazione allo sviluppo, attività di assistenza… E’ quindi possibile per un volontario orientare la scelta tra i progetti a cui candidarsi anche in base ai propri interessi. Nell’ambito dell’organizzazione ospitante viene inoltre scelto un tutor (mentore) incaricato di sostenere i volontari e facilitarli nel processo di integrazione nella comunità; inoltre aiuterà i volontari a compilare lo Youthpass (una certificazione della Commissione Europea che convalida e descrive il percorso seguito dal volontario) alla fine della loro esperienza. Per le volontarie di Casa Ricchieri è stato coinvolto come mentor Walter Mattiussi, educatore dell’area Minori, bilingue spagnolo-italiano. Per partecipare come volontari, oltre al requisito dell’età (18-30 anni) e a quello della residenza presso uno dei paesi Ue, la sola condizione richiesta è la disponibilità a mettere se stessi al servizio di un progetto per un periodo di tempo.
Come mai avete scelto il progetto di Itaca? INES: Avrei voluto in realtà spostarmi nei paesi del Nord (Svezia, Danimarca…). Però non c’era nessun progetto interessante. Questo progetto mi è piaciuto subito, perché riguardava la salute mentale. Non ho mai lavorato con persone con questi problemi, ma volevo approfondire gli studi fatti all’università, ed è per questo che ho cercato solo progetti in questo settore.
ANXELA: Io invece cercavo anche progetti sulla disabilità o l’infanzia. Però avevo già lavorato in Francia con persone con problemi di salute mentale, perché mi interessa questo ramo dell’infermieristica. INES E ANXELA: Entrando in contatto con gli ospiti non abbiamo mai avuto paura di una loro reazione non buona. Non abbiamo avuto problemi, sono molto carini, anche se è difficile capirli per via della lingua. Però sono contenti di averci lì e parlano con noi. Un’ospite ci ha anche portate a fare il giro del centro storico.
A proposito dell’impatto culturale, com’è stato l’arrivo in Italia? INES e ANXELA: Al momento abbiamo amici solo al corso di italiano. E’ difficile fare amicizia a Pordenone, è molto diverso dalla Spagna. Avevamo un’idea differente dell’Italia, forse un po’ legata agli stereotipi, pensavamo che fosse più facile fare amicizia. Immaginiamo che sia diverso tra nord e sud dell’Italia. ANXELA: Nel frattempo siamo andate a Venezia, ma vorremmo vedere tutta l’Italia.
Quali sono le aspettative per il futuro del vostro Sve? INES: Ci piacerebbe approfittare anche per visitare l’Austria, la Croazia e la Slovenia. INES E ANXELA: E imparare benissimo l’italiano.
Ringraziamo l’equipe di Casa Ricchieri, e la sua coordinatrice Egle Presotto, per aver accolto le volontarie, il mentor Walter Mattiussi per la disponibilità dimostrata, ma soprattutto Chiara Pizzato per aver fortemente voluto la realizzazione del progetto. Infine, auguriamo alle ragazze una permanenza piacevole e un servizio che sia veramente arricchente per il loro futuro. Elisa De Biasio
Il 31 ottobre è nato Christian Denis, e si è già messo d'accordo con il suo grande fratello Ivan Dragos per combinare qualcosa a mamma Erica e papà Mihai! Benvenuto!
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Attualità
PERCORSO LUDICO DEGLI SBILF DI MONAI Un fanciullo tra orchi, agane, lupi e volpi Ravascletto Prosegue la pubblicazione dei racconti a cura di Gigi Fasolino e Sara Burba, operatori di Itaca, che hanno creato nove racconti legati al percorso nel bosco, già strutturato su nove postazioni con le statue lignee di altrettanti personaggi mitici, come richiesto dal Comune di Ravascletto.
Il Maçaròt Ma cosa accadde veramente al bestiame che il Bagàn portava su per il bosco? Quasi nessuno lo seppe mai, men che meno che il piccolo sbilf... Dovete sapere che tra le varie anime che abitavano i prati e i boschi di Monai, ce n'era uno che viveva solo come l'Orco ma era infinitamente più piccolo, e pochissimi tra uomini animali ebbero la fortuna di vederlo. Oddio, fortuna forse non è la parola esatta: infatti questo piccolo folletto aveva una passione unica per fare i dispetti. Era il Maçaròt: molto piccolo di statura, aveva una faccia da furbo impossibile da dimenticare e dalla quale ci si poteva aspettare di tutto. Il suo cappello a punta sembrava lì apposta a mettere il punto esclamativo. Questo piccolo sbilf, viveva nascosto tra le radici più aggrovigliate degli alberi del bosco, soprattutto faggi e castagni. Il tepore della terra ospitava le sue dormite lunghissime e vigili. Potevano passare dei giorni prima che si svegliasse, ma il suo sonno era leggerissimo: non appena sentiva spostarsi un piccolo ramoscello anche a centinaia di metri di distanza, si tirava su come una molla, e muovendosi velocissimo partiva alla ricerca di quella che sarebbe stata la sua inconsapevole vittima. Non voleva far del male, ma si divertiva troppo ad elaborare trappole e tranelli nelle quali far cadere gli sventurati passanti, animali o umani che fossero. Siete mai scivolati in un bosco? Se sì, ci sarà stato lo zampino del Maçaròt. Nell'ormai famigerato giorno in cui l'Orco fu cacciato dal paese, il Maçaròt, ovviamente non dormiva. Non dormiva mai quando l'Orco scendeva in cerca di compagnia. I suoi passi li av18 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
Macarotombra - disegno di Giovanni Di Qual
vertiva prima di tutti gli altri, sarebbe stato una sentinella infallibile. Una volta sparito il gigante, anche il Maçaròt, incuriosito dalla folla raggiunse la piazza, senza dare nell'occhio. Ascoltò le proteste degli uomini e le proposte del Pavâr ma rimase fulminato dalla vista del bestiame guidato dal Bagàn. Quando quest'ultimo si recò verso Valsecca con le vacche, il Maciaròt, con un sorriso sdentato, lo seguì, a debita distanza. Conoscendo il piano dei due, si appostò in fondo alla riva dalla quale sarebbe sceso il gruppo di bovini. Quando l'orda di mucche si diresse verso di lui, inseguita dall'Orco famelico, il Maciaròt fece apparire loro con l'aiuto della poca luce, un altro orco, ma fatto di fronde ed ombre del bosco. Le mucche, a quella visione, strabuzzarono gli occhi e sterzarono improvvisante, uscendo dal percorso studiato per la trappola. Tra le risa del Maçaròt, le fronde che teneva in mano si agitavano rendendo il gigante d'ombra ancora più spaventoso. Mentre il Bagàn tentava con affanno di recuperare le mucche, il Maçaròt, ormai con le lacrime agli occhi per il tanto ridere, si sentì scaraventare a terra con una forza sovrumana. Quando si risvegliò, intontito, la luce del mattino illuminava il laghetto sorto sulla voragine creata dall'Orco... Sara Burba e Gigi Fasolino
NotiziE dal CDA
CDA VERSO IL RINNOVO
A breve un corso di formazione per i futuri consiglieri Pordenone Il Consiglio di amministrazione è l’organo che, eletto dall’assemblea dei soci, assume decisioni relative alle strategie da adottare al fine di consolidare e sviluppare maggiormente le attività della Cooperativa, oltre a sensibilizzare verso una giusta ed equa mutualità sia di carattere interno che esterno. Con l’assemblea di approvazione del bilancio 2012, prevista presumibilmente tra aprile e i primi di maggio 2013, ci sarà il rinnovo del Consiglio di amministrazione di Itaca. L’attuale Cda è stato eletto attraverso l’utilizzo delle liste a rappresentanza dei territori e della tecnostruttura, a seguito dell’attuazione del regolamento elettorale. In questi anni di mandato (per 8 consiglieri su 15 si è trattato del primo), il Consiglio ha cercato di raggiungere quello che era l’obiettivo principale, ovvero essere il più presenti possibile sul territorio e maggiormente vicini a tutti i soci. Sì è cercato di attivare buone prassi che permettessero il passaggio di informazioni dal Cda ai soci e viceversa, attraverso la partecipazione alle equipe di lavoro e agli incontri con i coordinatori territoriali. In preparazione all’elezione del prossimo Cda - e come momento di analisi del percorso operativo in qualità di componenti di un organo a rappresentanza dei soci -, abbiamo deciso di organizzare un percorso di formazione-confronto
per tutti i componenti del Consiglio ed aperto ad alcuni soci che desiderino approfondire alcune tematiche quali la Storia della cooperazione, l’introduzione al management cooperativo, funzioni e responsabilità del Cda, concetti amministrativi e bilancio. L’avvio del corso è previsto dopo la seconda metà di dicembre e si articolerà in una decina di incontri. L’obiettivo, oltre all’importanza di apprendere nozioni relative alla normativa sulla cooperazione, è anche quello di mantenere viva l’idea della democrazia interna come elemento fondante dell’essere Cooperativa. Il Consiglio uscente desidera infatti mantenere alta l’attenzione verso le responsabilità che l’essere socio e amministratore comporta, soprattutto in una realtà come la nostra in cui l’organizzazione si articola in diversi soggetti. Gli incontri saranno momento anche di esercizio di intergenerazionalità quale passaggio sia di saperi sia di esperienza cooperativa. Nei prossimi numeri di IT La Gazzetta troverete altre informazioni a riguardo. Enrichetta Zamò
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI SIETE INVITATI
all’Assemblea Generale ordinaria dei soci della Cooperativa ITACA società cooperativa sociale Onlus, in prima convocazione per il giorno 27 novembre 2012 alle ore 8.00 in Pordenone, vicolo Selvatico 16 e in seconda convocazione per:
Giovedì 29 novembre 2012 alle ore 17.00
a Palmanova MEETING POINT “SAN MARCO” Centro congressi via Scamozzi, 5 11/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 19
ATTUALITà
I 10 ANNI DELL’ARCA DI NOÉ Il Nido d’infanzia di Gorgo in festa con bambini e genitori
Latisana Sabato 20 ottobre il Nido d’infanzia “Arca di Noè” di Gorgo di Latisana ha ospitato la festa per i 10 anni di apertura del servizio. Per l’occasione il vialetto e l’atrio antistante l’entrata sono stati decorati con palloncini colorati e cartelloni di fotografie che rievocavano di anno in anno, i 10 anni trascorsi. Nel giardino interno sono stati allestiti tre laboratori per bambini d’età differenti, gestiti dagli educatori territoriali di Itaca dell’Ambito di Latisana: laboratorio di travasi con pasta e legumi (1-3 anni) un grazie a Francesca, laboratorio di manipolazione con pasta di sale preparata da Leda (4-6 anni) un grazie a Roberta, laboratorio per la costruzione di palline di giocoleria (7 anni in su) un grazie a Barbara e Samuel. Inoltre è stato preparato con i colori e frutti dell’autunno un grande tavolo pronto ad ospitare una dolce sorpresa (un grazie a Carmen per la stupefacente preparazione). 20 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
Alle 14.30 sono arrivate le prime famiglie, lo stupore e il piacere di rincontrarsi nuovamente dopo tanti anni era chiaramente visibile negli occhi di bambini, genitori e soprattutto delle educatrici. I saluti e lo spazio allestito con la mostra fotografica hanno catturato inizialmente l’attenzione di tutti. Pensate che Giada (bambina che ora ha 6 anni), nel rivedersi in una foto scattata all’età di 2 anni mentre soffiava le candeline per la sua festa di compleanno, ha iniziato a ridere così tanto che tutti i presenti si sono girati verso di lei. Oppure ad Eros (bambino di 8 anni) che, nel vedere la sua educatrice Caterina, ha detto alla mamma: “Ma che piccola che è rimasta Cate”. Un momento carico di emozioni è stata la visita dei bambini al loro vecchio nido, tanti ricordi sono riaffiorati nella mente di noi educatori. Rivedere quelli che un tempo erano stati nostri “piccoli” ci ha dato la consapevolezza del tempo trascorso. I bambini si sono poi dedicati ai vari laboratori e
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i genitori hanno potuto rivedersi e parlare anche con gli educatori di un tempo, per l’occasione infatti sono venute a trovarci Francesca che assieme a Laura ha aperto il nido, e che ora lavora al Farfabruco di Pordenone, e Micaela, attualmente in maternità con la sua piccolina. Verso le 16 la coordinatrice, vestita con un mantello azzurro, e ribattezzata da Andrea (bambino che ora ha 7 anni) “Principessa sul pisello”, ha portato il libro della rievocazione storica ed insieme ai bambini e agli adulti ha ripercorso i momenti salienti di questi 10 anni trascorsi insieme. Il racconto è stato scherzoso, sono stati citati fatti divertenti, episodi piacevoli come, ad esempio, l’esilio di Tommy, topolino protagonista della programmazione educativa del 20052006, verso un paese lontano per cercare l’emmenthal pregiato… Durante la rievocazione i bambini sono stati i protagonisti, infatti dieci di loro hanno portato dei vassoi con la sagoma di pane farcito, e con le candeline, raffigurante il numero da 1 a 10.
Le dieci sagome di pane, farcite con nutella, marmellata, salame ungherese e prosciutto cotto, al termine della rievocazione sono state tagliate e offerte ai partecipanti. Era stato anche allestito un tavolo con bibite e cocktail analcolici (nel giovedì prima della festa l’equipe di Gorgo ha partecipato alla formazione su lavoro e alcool…). E naturalmente non potevano mancare le patatine, i pop-corn e le caramelle che hanno riempito le “pance” di chi arrivava da altri impegni e… non era riuscito a pranzare, poi l’attesa merenda. Infine, i bambini e i genitori sono stati invitati a rientrare all’interno del nido per assistere ad uno speciale spettacolo di giocoleria. Samuel, destreggiandosi tra clavette, cappelli, palline e scatolette luccicanti ha stupito e divertito grandi e piccini. Anche il sottofondo musicale da lui scelto era perfetto per catturare l’attenzione e dare la giusta atmosfera allo spettacolo. Al termine della giornata, carica di emozioni, spazio ai saluti con la promessa di rivivere, fra
qualche anno, un’altra bella giornata tutti nuovamente insieme. Un grazie a Leo, Enrichetta, Samantha e Laura Fornasier che sono intervenuti alla festa facendoci sentire il calore e la loro vicinanza in questo momento di gioia. Un grazie anche a Caterina, Marika, Silvia, Carmen e Leda che, con compiti diversi, hanno saputo organizzare al meglio questo pomeriggio festoso. E, come detto alla fine della festa, la coordinatrice Laura rappresenta la mente del nido e le educatrici sono il corpo. Per finire con una massima, l’unione fa la forza ed il risultato è garantito. Arrivederci ai prossimi compleanni. L’equipe del nido di Gorgo
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JACK SPARROW SBARCA A BEGLIANO I “Pirati dei Caraibi” animano il pomeriggio in Comunità San Canzian d’Isonzo E’ il 3 ottobre del lontano 2012… in un ancora torrido pomeriggio d’autunno due dei messeri, Giangi e Val, abitanti nella Corte della Comunità alloggio di Begliano, videro e udirono strane presenze nel cortile della dimora… a questo punto decisero di uscire per controllare l’accaduto e ad un certo punto si accorsero di essere braccati da due famosi Pirati quali il Capitan Jack Sparrow e il suo fidato Pirata compagno. I due messeri, divertiti dalla loro presenza, li fecero entrare nella dimora e i due Pirati con fare furfantesco animarono il pomeriggio di tutti gli abitanti... A parte la premessa, ci teniamo a raccontarvi che il 3 di ottobre due bravissimi figuranti hanno allietato il nostro pomeriggio facendoci compagnia e impersonando il famoso Pirata dei Caraibi Capitan Jack Sparrow e uno dei suoi fidati Pirati. L’iniziativa è nata dal fatto che messer Val ha compiuto gli anni (tanti auguroni ancora) e che lo stesso è un patito della saga cinematografica “Pirati dei Caraibi” prodotta dalla Disney. A questo punto una delle nostre meravigliose colleghe, ricordatasi del fatto e conoscendo il figurante principale (perché amico del fratello, ebbene sì, qua in bisiacheria se conosemo tuti insomma), ha pensato di chiedere il permesso di farlo venire a fare una comparsa in Comunità.
Posso solo dire che tutti gli ospiti, stupiti dalla somiglianza spettacolare del figurante con l’attore reale (ricordo a tutte le socie che si tratta di quel bonazzo di Jonny Depp), si sono raccolti assieme a chiacchierare con loro e ad osservare divertiti le movenze da copione dei due ragazzi. L’animazione è durata un’oretta e abbiamo fatto piacevolmente fatica a staccare gli ospiti dai due figuranti. Volevo dunque ringraziare Loredana per l’interessamento e l’organizzazione dell’evento, la Coordi Doc Cavallari e Erica (Cisi) per il permesso, nonché Jack e il suo fidato compagno per la piacevolissima presenza, oltretutto assolutamente gratuita, e per non aver “saccheggiato gli averi della nostra dimora”. Suna Leghissa
Vuoi contribuire a IT La Gazzetta di Itaca? Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266. Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di dicembre è lunedì 26 novembre alle ore 9. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.
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FESTA INSIEME A VIA GERMAN La Comunità è perfettamente inserita nel contesto del Borgo
Tarcento E’ iniziata l’epoca delle feste in Via German, settembre e ottobre sono stati mesi molto impegnativi per gli ospiti e gli operatori della struttura. All’inizio di settembre tutto il gruppo si è spostato per una settimana a Lignano Sabbiadoro, giorni di relax e divertimento al mare, ospitati da confortevoli bungalow e da un clima caldo e piacevole. Ci sono stati tuffi in mare, grandi risate, gelati e pizze insieme, gite, passeggiate, shopping e una perfetta abbronzatura.
Ormai la tradizione della struttura è questa, a settembre si va tutti al mare e ad ottobre c’è la Festa d’Autunno per iniziare la stagione delle castagne, del fuoco nel caminetto e delle foglie che cadono dagli alberi, tutti insieme. Il gruppo degli ospiti che vivono in Via German ormai è ben inserito nel contesto della comunità di Tarcento, ma soprattutto nel contesto del nostro Borgo. I vicini di casa sono nostri amici, tanto che la signora Alma non ha perso tempo a chiederci: “Organizzate anche quest’anno la Festa insieme vero?”. Detto fatto! Con il grande e prezioso aiuto della Pro Loco
di Tarcento e della sezione degli Alpini ecco che arrivano i tendoni, le griglie e naturalmente un’ottima grigliata per tutti. Ognuno ha dato il suo contributo, chi ha fatto la spesa, chi ha spelato patate, chi ha preparato la macedonia, chi ha pulito tutto, chi ha allestito i tavoli, chi ha cucinato, chi ha solo dato un sostegno morale, ma è stato un gran bel lavoro di squadra. La partecipazione è stata ottima, sia da parte dei vicini di casa, che all’odore di griglia che entrava nelle loro case non hanno resistito, sia da parte degli ospiti di altre comunità, La Casetta di San Daniele, gli ospiti di Via Monte Grappa di Udine e alcune persone che frequentano la Comunità Nove. E’ stata una giornata splendida. A concludere in allegria c’è stato il grande prestigiatore, Max l’Incantatore di Menti, che ci ha fatto ridere e sorprendere con le sue magie. Grazie a tutti per la calorosa partecipazione. Grazie alla Cooperativa Itaca che ci ha sostenuto, ma soprattutto grazie agli ospiti e agli operatori di Via German per il loro entusiasmo. Ora ci aspettano ancora tante feste e gite, andiamo avanti per questa strada perché ci stiamo divertendo un sacco. Cristina Zomero
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L’EMOZIONE DEI RICORDI Il metodo intergenerazionale previene l’isolamento Muggia La Casa di riposo di Muggia è finalizzata a fornire accoglimento, soddisfacimento dei bisogni primari, prestazioni sanitarie, animative e di recupero e/o mantenimento delle capacità residue a persone anziane, parzialmente o totalmente non autosufficienti, nel rispetto delle vigenti normative e degli standard strutturali e gestionali che consentono l’accreditamento con la Regione. L’operatività della struttura ha come obiettivo ultimo il raggiungimento e mantenimento del miglior livello possibile di qualità di vita per ciascun ospite sempre nel rispetto dell’anziano come persona portatrice di una sua individualità, di una sua storia e di un suo progetto di vita. Proprio in tale ottica da alcuni anni la Cdr ha introdotto la metodologia di azione intergenerazionale nell’ambito della progettazione animativa, in collaborazione con il Ricremattina “progetto Giovani” e le scuole medie, elementari e materne di Muggia. Attraverso tali progetti agli anziani viene data l’occasione di recuperare il proprio passato e la storia della propria 24 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
collettività, dando loro l’opportunità di divenire custodi e portatori di antiche tradizioni, giochi, canti, lavori, cibi, storie fantastiche e/o popolari, riappropriandosi dell’emozione dei ricordi. Ai bambini viene data l’occasione di conoscere la figura dell’anziano, spesso percepito come un nonno, e di avvicinarsi a una realtà spesso immaginata e stigmatizzata dal mondo adulto secondo stereotipi negativi. Il tramite di tali processi è rappresentato dall’incontro spontaneo tra anziani e bambini, dallo svolgersi di attività comuni e dalla nascita di un’interazione relazionale e affettivamente significativa nell’offrire opportunità di crescita e conoscenza di sé. Promuovere la conoscenza e comprensione fra anziani e ragazzi, arrivando ad un arricchimento reciproco attraverso il confronto delle diversità e delle somiglianze, è uno degli obiettivi principali del progetto. Così come migliorare la qualità della vita attraverso il recupero delle proprie storie di vita, contribuendo anche al mantenimento di un ruolo attivo dell’anziano all’interno della comunità locale. Nella prospettiva dei più giovani, l’idea è quella di trasmettere ai ragazzi conoscenze storiche
attraverso testimonianze dirette, favorendo il superamento di eventuali pregiudizi e stereotipi relativi all’invecchiamento, anche per dare ai primi strumenti per prevenire il disadattamento e la solitudine, ai secondi la possibilità di mantenere un ruolo sociale. Antonino Ferraro
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MISSIONE COMPIUTA
Prove antincendio in Casa di riposo Sacile Sembra un mercoledì qualunque in Casa di riposo, gli anziani hanno appena finito di fare colazione e, in attesa dell’inizio delle varie attività, ognuno si sta accomodando al suo posto; qui, angoli e sedie che agli occhi di un estraneo sembrano tutte uguali per i nostri ospiti paiono marchiati col fuoco, ognuno è molto legato alla sua “postazione” e nessuno si sognerebbe mai di invadere lo spazio altrui, forse per il semplice fatto che nessuno lascerebbe il suo nella mani di un altro. Noi invece siamo pronti al fattaccio, prove antincendio. Alle 9 spaccate la Nadia, Fulvio Fabris (consulente di igiene, salute e sicurezza sul lavoro) e un suo dipendente (nonché colui che oggi filmerà il tutto) sono in struttura. Il primo allarme a scattare è quello del Nucleo Alzheimer, nucleo che, per le problematiche, fa sempre più timore. Qui non ci sono carrozzine da trainare, ogni ospite deve uscire con le proprie gambe e nella maggior parte dei casi non potendo ben capire cosa sta succedendo. I nostri timori si dissolvono presto, la collaborazione delle varie figure professionali fa riuscire molto bene questa prova ma, ahimè l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Il giovane nonno Antonio, all’interno della sala attività del nucleo, proprio non ne vuole sapere di uscire: “L’ho già fatta due volte questa prova, rimango qui!”. Il pensiero comune è pressappoco questo:
“Rimani quii? Antonioo eravamo nei tempi perfetti, guarda te se all’ultimo il più scaltro deve combinarcela grossa… e poi Antonio, ne hai fatta una di prova da quando sei qui, semmai la seconda sarebbe questa!”. Per fortuna che, mentre noi siamo intenti a tenere gli ospiti fuori dal nucleo, il fisioterapista l’ha già portato fuori (come sia riuscito a corromperlo non c’è dato saperlo, ma voci di corridoio dicono che gli abbia promesso una partita alla play station… fortuna che Antonio è forte, Cristian avrà sicuramente perso e quindi continuerà a restare tutto nascosto). Fatto sta che la prova è superata e Fulvio, che oggi funge da anziano allettato, è stato portato fuori integro. Un applauso per il nucleo giallo. Poi è il turno del nucleo azzurro, Nucleo dei Grandi Anziani. Anche questo nucleo si affretta a chiedere rinforzi, e in un batter d’occhio la squadra è all’opera. Qui l’allarme dura molto meno (il tecnico avrà capito l’antifona?) ed il volume è anche più basso, gli ospiti quindi non si spaventano, gli ospiti deambulanti accettano di uscire in tranquillità e le carrozzine vengono tutte spinte fuori. Nessun intoppo? Ce l’abbiamo fatta così velocemente? Figuriamoci! Una lavoratrice, che si trova in terrazzo, non ha sentito l’allarme ed ha quindi continuato il suo lavoro, anche qui il nostro fisioterapista la “salva”; a questo punto ci chiediamo se Cristian oggi non abbia voglia di spingere le carrozzine o se il suo gioco preferito da ragazzo fosse
la caccia al tesoro, tuttavia poco ci importa, il pericolo è scampato, il collaboratore/allettato è salvo e la porta viene chiusa! Bene anche per il nucleo azzurro. Ora è il momento del nucleo verde, che, essendo composto solo da stanze da letto (gli ospiti soggiornano nel nucleo rosso), oggi ha solo un anziano a letto: Fulvio Fabris! Neanche qui fa pausa? Secondo noi si diverte proprio! Salvato il consulente, salvato il nucleo. Ora è il momento del nucleo rosso. Nucleo che, ospitando anche il nucleo verde), conta ben 41 ospiti… una sfida. La referente è subito pronta, attiva tutti: nuclei, uffici, lavanderia… tutti all’opera! Gli ospiti vengono portati fuori, la maggior parte di loro è tranquilla, fa eccezione un’anziana che però, una volta fuori dal nucleo, viene fatta accomodare su una sedia. Mentre lei ci riempie quindi di complimenti graziosi (sono ironica), ci accorgiamo che la sua spalla destra è un parente, il quale, nonostante sia stato avvertito della prova, si è spaventato al punto tale da decidere di accompagnare la signora in questi calorosi apprezzamenti. Questo comunque non ci distrae e ci rendiamo conto che è anche Flavio è stato portato in salvo. Missione compiuta! Manca solo la lavanderia ma, reduci da 4 prove in mattinata, siamo tranquilli e la nostra prova si conclude alla grande. “Bene” dice Nadia, “anche se si può sempre fare meglio” e aggiunge sorridendo “che bello che abbiate i corridoi così liberi da intralci!”. Sorridiamo anche noi, e va bene… un po’ preparati lo eravamo, ma comunque qualcosa l’abbiamo capita, in caso di incendio, abbiamo alte probabilità di sopravvivere tutti! Eluana De Marco
CALICANTUS E LE ASSOCIAZIONI Pasian di Prato Lo scorso 30 settembre le associazioni del Comune di Pasian di Prato hanno aperto le porte alla cittadinanza per far conoscere le loro interessanti iniziative ed attività presenti sul territorio. La Comunità Calicantus ha partecipato con entusiasmo alla giornata proposta come occasione d’incontro, di conoscenza e di saluto. Sempre molto gradita la vicinanza con l’associazione “Pane Condiviso”, che ha come scopo l’aiuto e il sostegno umano ed economico a Paesi in via di sviluppo. Un saluto alle associazioni “all’Ombra del Campanile”, “Asd Chiarcosso – Help Haiti”, “Osservatorio sul Mondo Giovanile Giovanidee”, “Pro Loco di Pasian di Prato” e le molte altre che coglieremo l’occasione d’invitare, coinvolgere, conoscere nella condivisione della “Festa Calicantus” che organizzeremo il prossimo anno per i festeggiamenti del decennale della Comunità.
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VOI ABBRACCIATE LE PERSONE Complicità e fiducia. Così le assistenti domiciliari entrano nelle case
Romans d’Isonzo Prendo spunto dal bellissimo e stimolante pomeriggio trascorso a Romans d’Isonzo per ringraziare tutte le assistenti domiciliari con cui ho il piacere di lavorare e per ricordare loro che la scelta che quotidianamente fanno entrando nelle case, nella vita e nell’intimità delle persone rappresenta una occasione unica per instaurare una relazione speciale e uno scambio continuo ed arricchente che lascia sempre il segno. Le difficoltà con cui spesso vi trovate ad operare e l’incertezza insita in questo tipo di servizio, fanno dimenticare il valore dello stesso, un valore poco evidente agli altri e quindi poco riconosciuto, ma sentito e apprezzato da chi si sente abbracciato dalle vostre cure e dalla vostra presenza. Lo dimostrano le parole che faccio seguire e che ho trovato sulla mia scrivania scritte a mano su un semplice foglio a quadretti ritagliato male:
Oggi ho compilato un questionario per esprimere un mio giudizio sull’operato dell’assistente domiciliare V O. e delle sue colleghe. Il mio giudizio è super positivo sotto tutti i punti di vista. Un plauso particolare a O. che in quasi 26 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
12 anni di servizio ha saputo con pazienza e costanza spronarmi per migliorare la mia vita (allora bevevo) e con i suoi consigli ci sono riuscito. Per cui ringrazio sentitamente tutti. Grazie. … E queste altre trovate su un questionario:
Le vostre operatrici mi portano una ventata di generosità e affetto, sempre pronte nei nostri riguardi e delicate nel contesto di tutti i nostri problemi. La professionalità, tanto cercata e richiesta, è naturalmente necessaria ma non è questa che si coglie dalle parole appena lette, non è questa che consente alle persone di instaurare quel rapporto di complicità e fiducia che permette alle parti in gioco di lasciarsi andare, di far cadere le paure e le barriere che ognuno di noi alza nei confronti degli altri e che a volte ci salvano ma anche ci limitano. Lo so che vi viene chiesto molto e sempre di più e lo so che le condizioni di lavoro non sono sempre le migliori, ma il vostro operato è prezioso. Non dimenticatelo nemmeno quando non riuscite a fare tutto, quando vi sentite sole o quando le regole che vi vengono imposte
vi frenano o condizionano, la vostra presenza spesso serve più delle vostre prestazioni, il vostro essere più del vostro fare. Siete una risorsa, a volte l’unica, per le persone di cui vi prendete cura, per le loro famiglie e per l’intero territorio. Un grazie speciale a Margherita, Valentina, Cinzia, Mirella, Cristina, Rayisa, Sandra, Elisa, Maria Teresa, Ornella, Roberta, Maddalena e tutte le altre operatrici che sanno entrare in punta di piedi non solo nelle case ma anche nel cuore delle persone. Cristina Mazzilis
UNO SGUARDO OLTRE
Giornata di settore per i servizi territoriali Anziani
Foto di Enrico Cappelletto
Romans d’Isonzo
“Esattamente questo è quello che voglio, nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica. E' vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute. Allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha fatto... io me ne frego". Siamo partiti da qui, dalla visione di un film “Quasi amici”, che ci ha fatto ridere ma anche pensare, perché ci ha messo nei panni di alcuni nostri utenti e di quello che, forse, vorrebbero da noi, perché ci ha fatto incontrare un badante anomalo senza nessuna competenza tecnica, ma che ha saputo vedere in Philippe una persona e non un corpo sopra una carrozzina. Sono stati entrambi, Philippe il paraplegico ricco che non vuole condiscendenza, non cerca compassione o solidarietà, ma vuole essere trattato per quello che è, e Driss il badante nero senza pietà, che fa battute e battutacce su quell’uomo che non può muoversi, sul suo corpo degradato, ma lo fa sentire ancora vivo, ancora umano, capaci di avere uno sguardo oltre, da qui la scel-
ta di questo titolo per la tradizionale giornata di settore che sì è tenuta giovedì 18 ottobre presso il Centro Galupin di Romans d’Isonzo. La scelta è nata anche dalla consapevolezza che uno sguardo oltre è quello con cui, tutti i giorni, i nostri operatori aprono le porte di casa degli utenti riuscendo a coglierne i reali bisogni, le paure, gli sguardi, i sorrisi. Uno sguardo oltre è la capacità con cui i coordinatori riescono ad organizzare servizi sempre più complessi, conciliando le esigenze degli operatori, dei familiari, dei committenti e della Cooperativa. Questa esperienza formativa ha permesso un confronto produttivo tra operatrici dei servizi domiciliari e coordinatrici, che quotidianamente affrontano un impegno lavorativo simile ma specifico per equipe, territorio e utenza. L’opportunità di fermarsi a pensare il proprio lavoro, di esplorare elementi della quotidianità che rischiano di passare per scontati, confrontandosi con colleghi che condividono un’esperienza simile e capiscono criticità e punti in comune, è un’occasione preziosa per sentirsi “gruppo di lavoro”, riconoscersi “nodi di una rete”, ritrovarsi nel lavoro dell’altro, ragionare su modalità diverse di intervento e vicinanza alla persona. Dopo la visione del film i lavori sono proseguiti in tre gruppi nei quali si è ragionato, facilitati
e stimolati, oltre che dal film, dalle riflessioni di Laura, Enrico e Sergio, rispettivamente sulla motivazione, sul legame e sullo scambio. Ne sono emersi contenuti significativi relativamente al proprio lavoro: sguardi inediti su una professione fatta anche di punti di vista e di inesauribili riflessioni sull’approccio con la persona, sulla giusta distanza, su declinazioni diverse dello stesso concetto di empatia, su visioni sfumate di una stessa concezione di benessere. L’incontro con l’altro offre sempre inesauribili spunti e lo spazio della discussione, prima in sottogruppi e poi condivisa, si è riempito velocemente, rispondendo ad un importante bisogno di ascolto e di narrazione. Il pomeriggio ha rappresentato un “contenitore” altamente significativo dove la sospensione del tempo del lavoro, e del giudizio, ha consentito, attraverso una modalità divertente e conviviale come la visione di un film, ulteriore esperienza in comune, una sorta di supervisione reciproca, un monitoraggio orizzontale tra operatori e coordinatori in prima linea nel servizio domiciliare: auto-formatori di loro stessi attraverso la consapevolezza del proprio operato. Silvia, Enrico, Laura
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AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO
LA NARRAZIONE DEL QUOTIDIANO
Raccontare storie su noi stessi e sugli altri è la maniera più naturale e più precoce con cui noi uomini organizziamo la nostra esperienza o le nostre conoscenze (Jerome Bruner). Mi sento di dire che il filo conduttore dell’incontro è stato la narrazione. Sosta di riflessione importante. Un bel modo di raccontare il lavoro sociale, il lavoro quotidiano degli operatori e delle operatrici, emozionarsi con il racconto di immagini sul centro anziani di Romans, sorprendersi e riconoscersi attraverso le scene di un film, ascoltando le riflessioni nel gruppo di lavoro. Un bel modo per trovare nuove connessioni, scoprire nuovi punti di vista, gettare uno sguardo oltre. È stata un’occasione di formazione conviviale, leggera. Anche nella preparazione. Ho trovato sia stato fondamentale il fatto di condividere le scelte sulle modalità di lavoro e sui contenuti, prendersi il tempo per guardare il film insieme, scegliere le scene, scambiare idee. Sergio 28 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
UNO SGUARDO OLTRE… LIBERI PENSIERI
Continuare a credere che ognuno abbia il diritto di invecchiare a casa propria Pensare che ci sono delle persone che ogni giorno non aspettano altro che apriamo la loro porta Sapere che l’aggressività di alcuni utenti nasconde una sofferenza senza fine Cercare di vedere dove nasce l’arcobaleno Cercare di vedere il proprio naso Non fermarmi alle apparenze Pensare che il nostro sorriso è l’unico che alcune persone ricevono durante tutto il corso della giornata Entrare in contatto con le persone, entrare nelle loro case, nella loro vita, nei loro disagi Rispettare l’individualità, ma anche valorizzare la diversità degli altri Comprendere il malessere altrui Pensare che comunque, valga sempre la pena osare Vedere e rispettare le paure dell’altro Viaggiare in aereo sopra le nuvole
Avere umanità e non pietà Spingere l’orizzonte un po’ più in là Considerare il nostro background come risorsa nella relazione d’aiuto Essere convinti che la relazione viene prima di ogni intervento assistenziale Per fermarmi in tempo Sapersi sorprendere, meravigliare, emozionare Amare il proprio lavoro, nonostante tutto Immaginare cosa c’è dietro Credere che bisogna essere persone prima che operatori sociali nell’incontro con l’altro Sapere che è impossibile cancellare il proprio modo di essere nel rapporto con l’altro Non dimenticare mai che se non si commettessero errori non si svilupperebbe la relazione Credere che superare le convenzioni possa dare vita a positivi interventi innovativi
RICERCA E SVILUPPO
INTERVENTI PER LA FAMIGLIA Presentate le linee guida del piano regionale 2012-2014
Udine Il convegno “Il piano regionale degli interventi per la famiglia 2012-2014” è stato l’evento ufficiale di presentazione, presso la sede della Regione a Udine, del documento. L’assessore regionale Roberto Molinaro ha definito il Piano come quella serie di azioni dove la famiglia è protagonista, non semplicemente assistita. La famiglia, dunque, quale nucleo fondante della comunità e portatrice dei valori della stessa. Negli ultimi dieci anni le famiglie del Friuli Venezia Giulia sono aumentate del 10,7% con un incremento maggiore nelle provincie di Pordenone e Udine, e la Regione ha cercato di indirizzare le risorse in maniera sempre più precisa a loro favore. L’attenzione dell’Amministrazione regionale vuole oggi volgersi anche verso un’attenta mappatura e valutazione dei bisogni che vengono manifestati nelle diverse età, oltre che nell’attenzione continua ad esigenze che cambiano ed evolvono.
Nel triennio 2009-2012, la Regione Friuli Venezia Giulia ha messo a disposizione dei nuclei familiari 73.377.000 euro, con 23.759.000 nel 2009, 24.493.000 nel 2010 e 24.124.503 nel 2011. Per il triennio successivo, con le azioni previste dal Piano regionale, saranno impiegate risorse per 77.985.000 euro, 31.035.000 euro nel 2012, 23.640.000 euro nel 2013 e 25.040.000 nel 2014. Il Piano si svilupperà attraverso cinque linee guida: l’abitare in famiglia, con una serie di politiche regionali a favore della casa; il pacchetto delle misure di carattere economico (carta famiglia e sostegno per i servizi della fascia 0-3); la linea relativa alla cura e all’educazione alla famiglia, quali i servizi sociali sul territorio (parte sviluppata nei Piani di zona); il supporto delle relazioni dentro la famiglia e tra le famiglie; infine, una serie di interventi relativi alla conciliazione tra famiglia e lavoro (tale attivazione prevede utilizzo di fondi comunitari). L’ente regionale, al fine di valorizzare le iniziati-
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ve ed i soggetti che si occuperanno di interventi rivolti alla famiglia, ha istituito un contrassegno promozionale che, denominato “Marchio Famiglia Fvg”, identificherà enti pubblici ed organizzazioni che, a seguito di una verifica, dimostrino di aver attivato interventi a favore delle famiglie. Una volta riscontrati i requisiti ed acquisito il parere favorevole, gli enti potranno utilizzare tale marchio per la propria attività di promozione. La Regione stessa si impegna, a seguito di una convenzione, a pubblicizzare tutte le attività dei partners accreditati. Il documento presentato riportava inoltre l’analisi dei dati relativi alle famiglie con una lettura della situazione passata, del contesto attuale ed una premessa alle prospettive future, chiarendo quali erano e quali sono i valori relativi al numero di famiglie presenti nel territorio regionale, la composizione delle stesse, la distribuzione sul territorio e la loro situazione economica. Appare importante, oggi più che mai, attivare strategie ed organizzazioni che diano valore e importanza a processi di collaborazione tra più soggetti che si occupano di famiglia, oltre ai nuclei familiari stessi, sia a carattere istituzionale che sociale, in cui tutti possano essere protagonisti di una migliore qualità della vita. In questa prospettiva la Cooperativa Itaca può essere di supporto alle attività sopra menzionate, pur nel rispetto degli orientamenti regionali (che puntano ad una voucherizzazione diretta), ma ritenendo che alcune attività socio educative necessitano di professionisti che permettano una progettazione e realizzazione di interventi veramente qualificati e soddisfacenti per l’intera comunità. Nella mission della Cooperativa infatti viene esplicitato che l’obiettivo delle nostre attività è quello di perseguire l’interesse generale della comunità, in quella che è anche una assunzione di responsabilità verso la comunità stessa. E’ proprio nell’esercizio di questa azione che ci sentiamo coinvolti in siffatte forme di sostegno alle famiglie. La presentazione prevedeva anche la sintesi 30 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 11/2012
degli interventi, compresi quelli che non fanno capo alla Regione ma che fanno riferimento a norme nazionali, sia in atto che di futuro stanziamento e che troverete, in una prima parte, di seguito riportate (le altre saranno pubblicate nelle prossime edizioni di IT – La Gazzetta):
Immagini: www.welfare.fvg.it/attachments/article/276/ Fotodelconvegno-20.10.12.pdf
AREA DI INTERVENTO
AZIONE
DESCRIZIONE
Abitare la famiglia
Soluzioni abitative per nuove famiglie
L’amministrazione regionale vuole promuovere interventi sperimentali in accordo con le Ater per l’identificazione e messa a disposizione di unità abitative in affitto da destinare ad alloggio per nuove famiglie.
Abitare la famiglia
Sostegno abitativo tramite edilizia agevolata, convenzionata e sovvenzionata
Sostegni economici (a capo Direzione infrastrutture) per la costruzione, acquisto o recupero abitativo.
Abitare la famiglia
Agevolazioni per la stipula di mutui e sostegno all’accesso delle abitazioni in locazione
Contributi per canoni di locazione a favore di cittadini in difficoltà e concessione di garanzie e contributi in conto capitale
Risorse e famiglia
Sostegno economico tramite assegno di natalità
Assegno una tantum alla nascita e adozione di minori. Concessi a nuclei famigliari con Isee non superiore a 30.000 euro a seguito di presentazione domanda al Comune di residenza
Enrichetta Zamò
informazione
THE VILLAGE… BASED LEARNING Il coordinatore Itaca è più cacciatore o capo del villaggio? Pordenone Con il seminario “La figura del coordinatore in Itaca” tenutosi il 24, 25 e 26 ottobre rispettivamente a Sacile, Udine e Fiumicello, si è dato avvio al percorso formativo promosso dall’ufficio Risorse umane con l’intento di fornire a nuovi e vecchi coordinatori tutta una serie di strumenti conoscitivi utili a ricoprire il ruolo loro assegnato e per affrontare le difficoltà insite in questo tipo di lavoro. Lezioni di carattere normativo, legislativo ed organizzativo che verranno impartite ai discenti a mezzo videoconferenza, con l’eccezione di due seminari da seguire “in presenza”, come quello di apertura, volti ad esplicitare nei gruppi di partecipanti alcuni spunti di riflessione sul ruolo di coordinatore e sui valori che permeano il lavorare e il vivere cooperativo. Nello specifico, l’obiettivo primario del primo incontro era quello di avviare un percorso di riflessione che portasse i discenti a rispondere alla domanda: “Che cosa significa agire con competenza?”, tenendo come riferimenti il contesto di Itaca e il ruolo di coordinatore; come stimolo le domande: Cosa vuole dire essere coordinatore in Itaca?, Quali le peculiarità del coordinatore in Itaca? Quali differenze con figure di coordinamento inserite in realtà affini? Il risultato, auspicato ed ottenuto, con questo lavoro di condivisione e confronto tra coordinatori di aree, servizi e strutture diverse si è sostanziato in una maggior consapevolezza delle competenze necessarie ed utili al coordinatore Itaca nell’espletamento delle proprie funzioni e in una definizione/descrizione condivisa del proprio ruolo, o meglio della molteplicità di ruoli rivestiti da questa figura professionale e in una maggiore presa di coscienza sulle responsabilità ad essa legate. La decisione a monte di affrontare queste tematiche sperimentando il binomio “Pbl (Problem Based Learning) – The Village” si è dimostrata vincente. Combinando infatti la metodologia didattica ferrea e schematica nonché attiva del primo, con il trattamento del tema delle competenze in chiave metaforica tipico del modello sviluppato da Dof/Itaca, il grado di coinvolgimento e di attenzione dei partecipanti è risultato elevato per tutta la durata della giornata formativa. Particolarmente felice è stata l’idea di formare
gruppi di studio eterogenei, costituiti da coordinatori appartenenti a diverse aree e servizi al fine di stimolare il confronto e la condivisione. Da osservatore esterno credo sia stata apprezzata soprattutto la possibilità di passare una giornata in compagnia di colleghi che formalmente, dal punto di vista dell’etichetta, rivestono sì lo stesso ruolo con annesse analoghe funzioni e affini responsabilità, ma che nella quotidianità si trovano spesso ad affrontare situazioni estremamente differenti. Per esprimere questa peculiarità di ruolo, due colleghe durante l’edizione udinese hanno ironicamente definito la figura del coordinatore Itaca un “animale raro” e il corso “un meeting di animali rari”. Sia durante le ore di lezione che nelle pause i partecipanti hanno avuto l’occasione di condividere le varie difficoltà di ruolo, tra le quali spicca quella di dover far fronte contemporaneamente e in maniera soddisfacente alle richieste e alle esigenze espresse da rappresentanti di committenza, da colleghi interni a Itaca (vedi ufficio formazione che stressa per farsi inviare i nominativi dei corsisti!), da utenti/ospiti, da familiari di questi ultimi e da altre figure con cui interagiscono abitualmente. Per rendere l’idea, una collega di Pordenone ha simpaticamente paragonato il coordinatore ad un panino, o meglio, alla farcitura del panino che si trova pressata tra due fette di pane! Il problema è che le fette qui sono più di due! Metafore a parte, proprio rispetto a quest’ultimo punto e proprio a partire dalla discussione sulle difficoltà è emerso chiaramente come una delle competenze fondamentali di un coordinatore debba essere la capacità tessere relazioni con la svariata molteplicità di attori coinvolti nel processo lavorativo. Diciamocelo, una giornata intera di lezione che prevede un alto livello di coinvolgimento e stimola di continuo l’attenzione, può risultare decisamente stancante anche se “passa veloce” dato il carattere interattivo della metodologia proposta, tuttavia penso che grazie alla condivisione delle proprie esperienze, delle proprie modalità di pensiero ed azione e viste le motivazioni sopra elencate, l’iniziativa abbia ottenuto anche un risultato secondario ma assolutamente non indifferente, ovvero quello di conferire un’identità di ruolo e di rafforzare un certo senso di appartenenza al gruppo e alla cooperativa. Maximilian Bremer
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insicurezza
STRESS LAVORO CORRELATO Itaca misura il rischio con un questionario Pordenone E’ arrivato il momento della distribuzione dei questionari per la valutazione del rischio stress lavoro correlato, in un precedente articolo avevamo parlato della metodologia che Itaca ha scelto di seguire, la ricordo in breve. La metodologia che la Cooperativa ha preferito per effettuare la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori del rischio stress lavorocorrelato, è quella proposta dall’Ispesl, organo tecnico-scientifico istituito dal Servizio sanitario nazionale ed ora appartenente all’Inail, che ha predisposto un questionario anonimo da somministrare al personale per gruppi omogenei (servizi). Se sei interessato ad approfondire la tua conoscenza della metodologia cui la Cooperativa aderisce, puoi collegarti al sito dell’Inail a questo indirizzo: http://85.18.194.67/focusstresslavorocorrelato/propostapercorso.asp I dati che emergeranno da questa indagine permetteranno sia di giungere ad un bilancio dei rischi psicosociali presenti negli ambienti di lavoro, sia di individuare gli elementi utili alla prevenzione di patologie stress lavorocorrelate ed alla promozione del benessere sul lavoro. Il gruppo permanente interno di gestione della valutazione è stato costituito ed è composto dall’ufficio sicurezza, dal responsabile delle risorse umane e da due membri del gruppo dei supervisori interni. Nella fase successiva di definizione delle misure di promozione del benessere e correttive per le situazioni più a rischio, il gruppo verrà implementato con l’Rls (responsabile dei lavoratori per la sicurezza) del servizio e il responsabile di area produttiva. La rappresentanza sindacale verrà invitata a partecipare ai lavori del gruppo allargato come membro effettivo. Il medico competente del servizio verrà informato mediante l’invio delle risultanze dell’analisi del rischio stress lavoro correlato e le proposte di miglioramento del gruppo allargato di gestione della valutazione, e potrà a sua volta fare delle proposte. Anziché procedere alla consegna del questio-
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nario e successiva analisi solo ad un campione di servizi, la Direzione della Cooperativa Itaca ha ritenuto opportuno inviare, per quest’anno, il questionario a tutto il personale. Le risultanze dell’analisi per gruppi omogenei sarà restituita ad ogni singolo servizio. Si avverte che, qualora in un determinato servizio sia troppo bassa la risposta, non si potrà procedere all’analisi, pertanto si richiede vi sia una buona collaborazione da parte di tutti. Patrizia Comunello
inpersonale
RINNOVO DEL CCNL
Applicazione della seconda tranche contrattuale e incentivi regionali Pordenone Riassunto delle puntate precedenti, dove eravamo rimasti? Il 16 dicembre 2011 è stato siglato il rinnovo del CCNL per le lavoratrici e i lavoratori delle Cooperative del settore socio sanitario, assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo (in breve Coop Sociali). Sembra passata una vita, ma non è trascorso nemmeno un anno. In quella sede le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti delle cooperative sociali avevano stabilito che la copertura del Contratto avrebbe coperto il periodo compreso tra il 1° gennaio 2010 ed il 31 dicembre 2012. Inoltre, le parti firmatarie avevano concordato che la copertura economica di cui sopra avrebbe coperto il successivo rinnovo contrattuale relativamente al periodo tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2013. In particolare, con riferimento agli incrementi economici, erano state previste 3 tranche: 1° gennaio 2012, 1° ottobre 2012 e 1° marzo 2013. Sempre in merito alla parte economica era stata aggiunta all'articolo 76 la cosiddetta “Clausola di gradualità”, un lungo ed articolato dispositivo così riassumibile: le parti firmatarie del Contratto, consapevoli della situazione di crisi che il nostro Paese sta attraversando, evidenziano che gli incrementi economici previsti dal rinnovo contrattuale potrebbero produrre degli impatti negativi sui bilanci degli enti locali e, di conseguenza, tramutarsi in difficoltà di tenuta finanziaria di alcune Cooperative in alcuni territori. Alla luce di tale prospettiva, era stata prevista la possibilità di introdurre percorsi di gradualità degli aumenti economici (ulteriori rispetto a quelli previsti dalla contratto nazionale) ed introdotta una procedura di confronto fra le parti, con una doppia possibilità di intervento, sia territoriale che nazionale. Che cosa è successo da quel “lontano” dicembre dello scorso anno ad oggi? Come tutti noi sappiamo, la situazione complessiva dell’economia italiana - ed in particolare dei servizi socio sanitari pubblici - non è di certo migliorata. Negli ultimi mesi vi sono stati,
inoltre, dei provvedimenti del Governo (la cosiddetta spending review o, meglio in italiano, revisione della spesa) che graveranno in futuro sui bilanci (già messi a dura prova) delle varie amministrazioni pubbliche e, di conseguenza, sui bilanci delle cooperative enti gestori di servizi pubblici. Per una analisi approfondita di questi aspetti di criticità può essere utile la lettura dell’editoriale a firma del nostro presidente, Leo Tomarchio, pubblicato su questo numero di IT Gazzetta. Torniamo ora al nostro Contratto collettivo nazionale di lavoro. Alla luce delle tinte sempre più fosche del quadro generale, i rappresentanti delle Centrali cooperative territoriali hanno chiesto l'applicazione della sopra ricordata gradualità. In particolare, in Friuli Venezia Giulia le organizzazioni sindacali hanno ricevuto negli ultimi mesi due comunicazioni in cui si dà evidenza (dati alla mano) della grave situazione in cui ora si trovano (ed è ragionevole pensare che si troveranno nei prossimi mesi) le Cooperative sociali della regione. Questa dunque la proposta formulata da Legacoop, Confcooperative e Agci: spostamento della seconda tranche contrattuale al 1° marzo 2013 e della terza tranche contrattuale al 1° gennaio 2014. Qualche giorno addietro le tre centrali cooperative del Friuli Venezia Giulia ci hanno dato notizia della citata richiesta alle sigle sindacali e, contemporaneamente, ci hanno comunicato che l'applicazione della seconda tranche contrattuale deve essere sospesa. Situazione simile in Veneto, dove il processo di confronto è sicuramente in una fase più avanzata rispetto a quello del Friuli Venezia Giulia. Le parti hanno già concluso l'analisi della situazione esistente ed hanno deciso che, in presenza di alcune risultanze economiche, la citata seconda tranche debba slittare al mese di novembre prossimo. In particolare i parametri individuati per definire una situazione di crisi sono tre (è sufficiente la presenza di uno solo): tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione maggiori di 120
giorni; presenza di richieste di tagli da parte della pubblica amministrazione ai sensi della citata revisione della spesa; applicazione di ammortizzatori sociali. Per quel che concerne i servizi gestiti dalla Cooperativa Itaca in Veneto, i dati risultano essere negativi per i primi due indicatori: 123 e 130 rispettivamente i giorni medi di pagamento nel 2011 e 2012; presenza di richiesta di riduzione dei servizi da parte della committenza pubblica. Alla luce di quanto sopra esposto la seconda tranche economica non verrà dunque corrisposta sulle retribuzioni del mese di ottobre, come inizialmente stabilito. Vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi della trattativa. Emanuele Ceschin
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Culture
MU SI CA
ci ne ma MONSIEUR LAZHAR
Muse - The 2nd law
La scena iniziale del film si apre sul cortile di una scuola. Ci troviamo in Canada, in pieno inverno e tutto è ricoperto di neve. I bambini giocano prima di iniziare le lezioni: sembra un normalissimo giorno di scuola, come tutti gli altri. Simon ha il compito di portare il latte in classe per ciascuno dei suoi compagni. Entra a scuola, raccoglie la scatola contenente le confezioni di latte e la porta nella propria aula ma, stranamente, trova la porta chiusa. Attraverso il vetro intravede una macabra scoperta: la sua insegnante si è tolta la vita. Dopo un primo momento di choc, Simon dà subito l’allarme e gli alunni vengono allontanati immediatamente dalla classe. Una bambina, Alice, incuriosita dal frastuono che si muove attorno a lei, sfugge al controllo delle maestre e si avvicina alla porta dell’aula: anche lei vede la scena agghiacciante della maestra suicida. Questo fatto comporterà un trauma psicologico molto forte ai due bambini che, nel loro piccolo, si sentono in colpa per il gesto compiuto dalla maestra credendosi colpevoli. Il trauma investirà anche gli altri alunni della classe e, di riflesso, i genitori, preoccupati che i propri figli non potranno mai riprendersi da una simile disgrazia. In questo contesto s’inserisce il nuovo maestro che prenderà il posto dell’insegnante suicida. Si tratta di monsieur Bachir Lazhar, di origine algerina, trasferitosi in Canada quale richiedente asilo politico e vittima, a sua volta, di soprusi e violenze subiti nel proprio Paese. Nonostante il divario culturale che divide Lazhar dai bambini, egli saprà cogliere la loro fragilità e a condurli verso l’”elaborazione del lutto” riscoprendo il valore dei legami e dell'incontro. Aiuterà gli alunni, in particolare Simon e Alice, a non sentirsi in colpa per quanto accaduto alla maestra e che la scelta fatta da quest’ultima è stata dettata da motivi che nessuno potrà mai conoscere. I tragici eventi che hanno segnato il passato di Lazhar in Algeria, con i quali, da solo, non riesce a fare i conti, gli daranno la forza di trasmettere ai bambini speranza per la vita.
Pubblicato ai primi di ottobre, "The 2nd Law" è il risultato di un anno di lavoro che ha portato la band inglese dei Muse a quello che è il progetto più eterogeneo e discusso di questo periodo. Il titolo è ispirato alla seconda legge della termodinamica, secondo la quale in un sistema isolato ad ogni reazione o processo consegue una perdita della energia iniziale. Proprio come quelle spese dal gruppo durante il lungo periodo di lavoro in studio di registrazione, che li ha portati a convivere assieme, per la prima volta, in un appartamento di Londra. Anticipato con l'inno ufficiale delle olimpiadi "Survival" e dal singolo "Madness", rappresenta per tutti una vera e propria sorpresa. Tra complessi arrangiamenti composti da archi, cori e fiati non c'è il pericolo di annoiarsi. Inoltre, quando si pensa di aver individuato una linea questa viene presto spezzata nella traccia seguente dall'elettronica o da un cambio di atmosfera. Tredici le tracce messe in fila in questo sesto album tra i generi più distinti: pop elettronico, funk, rock, disco, dubstep, ecc.. . Tanti colori quanti quelli presenti nella copertina, che rappresenta la mappa delle connessioni anatomiche e funzionali del cervello umano. Quello che colpisce sono i drastici cambi di scena comandati da una assoluta protagonista: la voce del cantate-chitarrista Matthew Bellamy. In questo album ancora una volta capace di una straordinaria duttilità ed espressività, spaziando dal timbro riconoscibile di Bono degli U2 a quello di Freddy Mercury, ma restando sempre personale ed unico. Per i fan potrà essere forse un passo indietro nell’evoluzione del gruppo rispetto all'album precedente, ma rappresenta un’interessante novità da ascoltare. Fatemi sapere che ne pensate. Paolo Frigo
Anna Bagnarol
INVIACI LA TUA RECENSIONE Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto? Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni? Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
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