Gazzetta Dicembre 2011

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La Gazzetta Mensile d’informazione sociale della Cooperativa Itaca - n°12 - Dicembre 2011

Tessere le parità in Africa Sanità integrativa e conciliazione L’Assemblea di Itaca approva

Qualità: rinnovata la certificazione Uniter Itaca a Monfalcone fino al 2014 Speciale The Village


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ARTICOLO DI FONDO

I regolamenti determinano le politiche di Itaca

Sanità integrativa e conciliazione Affollata assemblea dei soci a Pordenone il 25 novembre

Pordenone Sfondato il quorum delle presenze registrate in 426 a fronte delle 209 richieste. Si sono aperti alle 17.30 di giovedì 24 novembre, all’interno della Fiera di Pordenone, i lavori dell’Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci della Cooperativa Itaca. La sala congressi Zuliani era affollata di cooperatori e cooperatrici sociali operanti in tutto il Nordest, dove la Coop friulana è impegnata quotidianamente. Quattro i punti all’ordine del giorno: la modifica dell’articolo 4 dello Statuto Sociale per introduzione dell’attività di trasporto nell’oggetto sociale (trattandosi di una modifica statutaria, ha presenziato il notaio Gerardi di Pordenone), le modifiche al Regolamento interno con

l’introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa del Ssn, il Regolamento per la fruizione dei servizi di conciliazione - modifiche e riaperture dei termini per gli investimenti sul biennio 2011-2012, aggiornamenti sull’andamento economico e patrimoniale della Cooperativa nonché sul rinnovo del Ccnl delle Coop Sociali. Tutti i punti sono stati approvati all’unanimità. La validità della seduta, e conseguentemente la possibilità di deliberare sugli argomenti proposti, era subordinata al raggiungimento del quorum previsto dall’art. 21 dello Statuto Sociale, quorum che è ancora volontariamente contenuto nello Statuto di Itaca ancorché non più imposto dalle norme di legge.

SOMMARIO Itaca in Assemblea

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Il Fondo Sanitario Integrativo

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Nuove misure per armonizzare tempi di vita e lavoro Il nuovo Regolamento sulla conciliazione Tessere le parità

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Rinnovata la certificazione Uniter

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Itaca a Monfalcone fino al 2014

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Maniago 16 dicembre: 5 anni di Casa Carli

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Cerca la “Pignetta”… la Biblioteca ti aspetta!

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Speciale The Village

16 - 22

Partito a Sacile il corso per assistenti familiari

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Fossalato 16 dicembre: Festa di Natale

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Professioni sociali: facciamo il punto

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Letti per voi

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ARTICOLO DI FONDO

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Vecchie e nuove forme di mutualità

Il Fondo Sanitario Integrativo

Cosa prevede l’art.24 del Regolamento appena approvato Pordenone Ne avevamo già riferito nel numero di settembre 2011 della Gazzetta, nella recentissima Assemblea dei soci del 24 novembre è stato fatto un deciso passo in avanti per la realizzazione dell’obiettivo. Stiamo evidentemente parlando del voto unanime con cui i soci di Itaca hanno approvato la modifica del proprio Regolamento interno. In base a tale modifica è stato introdotto l’art. 24 che consente alla Cooperativa, testualmente, quanto segue: “Al fine di garantire a tutti i soci della Cooperativa con rapporto di lavoro a tempo indeterminato l’erogazione di forme di assistenza sanitaria integrative rispetto a quelle assicurate dal SSN e, con queste comunque direttamente integrate, la Cooperativa potrà istituire un proprio fondo sanitario integrativo oppure, in alternativa, aderire ad un fondo già esistente. La scelta di istituire un proprio Fondo oppure di aderire ad uno già esistente è demandata al Consiglio di amministrazione, così come è demandato al Consiglio il compito di individuare l’eventuale Fondo esistente, con il quale dovrà essere stipulata apposita convenzione, facendo esplicito riferimento al presente regolamento. In tale ultimo caso, il Consiglio di Amministrazione una volta identificato il Fondo Sanitario Integrativo in possesso di tutti i requisiti di legge, dovrà dare ampia informativa ai soci delle procedure necessarie per usufruire dell’assistenza sanitaria”. Così oggi, anche dal punto di vista formale, non vi sono più ostacoli alla realizzazione del Fondo ed anzi i lavori in questo senso sono già andati molto avanti. Infatti, dalla relazione con cui il nostro responsabile amministrativo, Paolo Castagna, ha illustrato la materia alla folta platea – decisamente interessata e sensibile all’argomento – possiamo senz’altro evidenziare alcuni interessanti punti che sono stati affrontati: Da sin.: Laura Lionetti, Leo Tomarchio e Enrichetta Zamò

1)La necessità, sempre più pressante alla luce della crisi generalizzata del welfare, di azionare una forma integrativa di assistenza; 2)La possibilità per il socio – qualora la Cooperativa decidesse di dotarsi della strumento “Fondo Integrativo” - di sapere esattamente quale sarà la sua spesa annua, e quali le prestazioni offerte a fronte di tale spesa; 3)La possibilità, ancora, di usufruire di importanti agevolazioni fiscali; 4)La possibilità di includere nella copertura anche i familiari a carico; 5)La possibilità di azionare il rimborso della prestazione, tutelando integralmente il proprio diritto alla riservatezza – anche nei confronti della Cooperativa; 6)La certezza, in ultima analisi, della volontà di compartecipazione della Cooperativa alla spesa del socio – consentendo così un decisivo contenimento del costo pro-capite. Uno scenario, quello sopra descritto, che tutti i soci della Cooperativa (anche rispondendo ai questionari pensati per verificare l’effettivo interesse e sensibilizzazione della base sociale sull’argomento), nonché gli organi direttivi e di governo hanno contribuito a costruire, e sul quale il nostro Consiglio di amministrazione senz’altro si baserà per concretizzare e condividere con i soci stessi una proposta compiuta e di sostanza.


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ARTICOLO DI FONDO

Analisi questionari


ARTICOLO DI FONDO

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Cosa copre il Fondo Si prevede il rimborso (totale/parziale) in base ad un elenco specifico di interventi assicurati e suddivisi in cinque aree: ricovero, assistenza domiciliare sanitaria, specialistica, socio-sanitaria, odontoiatrica.


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Tra i vantaggi i risparmi fiscali per il socio, i cui contributi annuali versati non concorrono a formare il reddito imponibile. Dunque: deducibilità con recupero fiscale pari all’aliquota Irpef marginale (soglia minima 23%), detraibilità con risparmio fiscale del 19% nel limite delle spese sanitarie non rimborsate, risparmio anche per la Cooperativa, il cui unico onere fiscale è il contributo di solidarietà INPS (10%). Il periodo di carenza per l’acquisizione della prestazione è azzerato: a differenza di altre analoghe copertu-

re di natura assicurativa, non viene indagato lo stato di salute del socio, né somministrato il questionario anamnestico. Nel caso di estensione anche ai familiari, la quota base riferita al coniuge è uguale a quella del socio, tenendo presente che in questo caso non è prevista la compartecipazione al costo della Cooperativa. Il costo per i figli è uguale sia se nel nucleo c’è un unico figlio sia se ce ne sono più d’uno.

Domande frequenti Quanto costa effettivamente? Il costo corrisponde alla quota annua versata, al netto del vantaggio fiscale (deducibilità) e dell’eventuale contribuzione aziendale. Chi effettua il rimborso? Le spese non sono rimborsate dal datore di lavoro in busta paga. Il socio ottiene il rimborso direttamente dal Fondo con l’invio della documentazione presso gli uffici territoriali dello stesso non oltre i 12 mesi successivi la spesa sostenuta. Quali sono le modalità del rimborso? Il rimborso viene effettuato direttamente al socio sul proprio conto corrente: in nessuna fase la Cooperativa viene coinvolta né viene a conoscenza delle richieste dei propri soci e dei relativi rimborsi. E’ possibile recedere una volta aderito al fondo? Sì, il socio può recedere dal Fondo ogni anno, con preScorci dal pubblico...

avviso di 90 giorni dalla scadenza annuale; è possibile anche che il socio – con le stesse modalità – escluda dal Fondo i familiari precedentemente iscritti Le quote versate vengono restituite nel caso di cessazione del rapporto di socio in Cooperativa? Essendo previsto l’addebito mensile in busta paga dell’aderente, alla cessazione del rapporto di lavoro semplicemente non vi sarà più alcuna trattenuta Le prestazioni rivolte al familiare, sono le stesse previste per i soci? Le prestazioni previste per il familiare, così come le modalità di rimborso, sono identiche a quelle previste per il socio: cambierà solo, come si è visto, il costo. Infatti per la quota a carico del familiare non è prevista la compartecipazione aziendale – rimanendo comunque deducibile fiscalmente (dunque con lo stesso vantaggio fiscale di quella del socio).


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Progetto ai sensi della Legge 53/2000

Nuove misure per armonizzare tempi di vita e lavoro Conciliare esigenze lavorative e famigliari è diventato a sua volta un lavoro

Pordenone

Baby sitting sharing

Vi racconto il percorso che ha preceduto la presentazione del nuovo progetto relativo all’art. 9 della Legge 53 del 2000 “Misure per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro” presentato da Itaca al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per partecipare al bando pubblicato a maggio 2011. Il gruppo che ha lavorato al progetto è stato capitanato da Emanuele Ceschin e ha visto la partecipazione oltre che mia, del settore commerciale e dell’ufficio gare, sostenuto dalle tre principali sigle sindacali, dalle consigliere di parità, dalla presidente della commissione regionale per le pari opportunità e da Legacoop. Abbiamo deciso di partecipare al bando con un progetto, in quanto questo prevedeva spazio per creare dei servizi davvero efficaci, sia per tipologia, era prevista proprio una parte sui servizi innovativi, sia per l’ammontare delle risorse assegnabili che arriva ad un massimo di 500 mila euro per progetto. Ci siamo chiesti quali fossero effettivamente le necessità dei lavoratori con problemi di conciliazione e quali potevano essere i servizi più utili, efficaci e quali le modalità migliori di erogazione, anche considerando il fatto che le richieste dei servizi di conciliazione offerti dalla Cooperativa erano state così scarse. Quindi abbiamo deciso di organizzare dei focus group con una decina al massimo di lavoratori per focus, che avessero presentato queste necessità e che avessero voglia di discuterne e di individuare degli interventi per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita famigliare. Sono stati organizzati 6 focus group, uno per area geografica di distribuzione dei servizi di Itaca: Pordenone, Spilimbergo, Latisana, Udine, Fiumicello e Tolmezzo. E’ stato interessante notare come, dal dialogo diretto con i lavoratori, siano emerse necessità molto simili e spesso siano state proposte soluzioni altrettanto simili. In particolare è emerso il problema della custodia dei figli in occasione di emergenze (quali malattie del bimbo, assenza anche temporanea di nonni o baby sitter, sciopero della scuola…) o, comunque, quotidianamente negli orari in cui il genitore si trova al lavoro e non può seguirli. Persino i genitori che dicono di riuscire ad organizzarsi fanno i salti mortali per far combaciare orari e necessità dei figli con i propri e quelli di tutti i “collaboratori” nella loro gestione. La cosa non cambia quando si parla di lavoratori che si prendono cura di genitori anziani o altri famigliari non autosufficienti, che quindi necessitano di un appoggio assistenziale. Sono termini forse inadeguati per parlare dei propri cari, ma rendono l’idea: conciliare esigenze lavorative e famigliari è diventato a sua volta un lavoro.

L’iniziativa prevede di organizzare dei piccoli gruppi composti da un minimo di 2 ad un massimo di 4 bambini di età il più possibile simile, gestiti da un educatore, per ogni area territoriale. L’attività verrà svolta presso l’abitazione privata messa a disposizione da un lavoratore.

In base ai dati raccolti, abbiamo tarato le seguenti attività che avevamo inserito nel progetto:

Baby parking Itaca mette a disposizione 5 luoghi di proprietà nei quali organizzare delle attività di babysitteraggio/custodia di bambini di età compresa dai 4 ai 15 anni e per un massimo di 15 unità per gruppo. Itaca metterà a disposizione gli educatori e le sedi presso cui si svolgerà il servizio. Supporto scolastico Teenagers Servizio pensato per i figli degli operatori in età adolescenziale, che si trovano soli a casa durante l’orario pomeridiano perché i genitori sono impegnati nel lavoro. Itaca metterà a disposizione gli educatori.

Granpa sitting Intervento di sostegno rivolto a coloro che gestiscono un familiare anziano non autosufficiente o disabile. Per agevolare il lavoro di cura, Itaca mette a disposizione un assistente familiare per ciascuna area territoriale. L’erogazione dei servizi di cui sopra prevede un lavoro organizzativo non indifferente per far incontrare la domanda e l’offerta, e divulgare la tipologia di attività già presenti sul territorio nonché promuovere quella di Itaca, di conseguenza è stata introdotta la figura del facilitatore territoriale.

Facilitatore territoriale Itaca è un’organizzazione complessa che gestisce servizi territoriali, residenziali e semiresidenziali nel Triveneto e, in particolare, nella regione Friuli Venezia Giulia. A tal fine, si ritiene di promuovere una forte azione sui territori nei quali Itaca opera mediante il supporto di figure professionali capaci di favorire lo sviluppo di politiche di genere, delle pari opportunità e della conciliazione dei tempi. Tali figure, dette facilitatori territoriali, saranno collocate sia presso gli uffici periferici sia presso la sede centrale della Cooperativa. Confidiamo nell’approvazione del progetto ma, se ciò non dovesse avvenire, alcune azioni saranno comunque proposte al Consiglio di amministrazione per l’erogazione di risorse interne alla Cooperativa. Chiara STABILE


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ARTICOLO DI FONDO

La conciliazione riapre i termini per l’accesso ai fondi Pordenone Lo scorso 24 novembre, nel corso dell’Assemblea dei soci tenutasi in Fiera a Pordenone, abbiamo presentato il nuovo Regolamento per la fruizione dei servizi di conciliazione. Essendo rimasti 18 mila 200 euro dei 30 mila che il Consiglio di amministrazione di Itaca aveva stanziato a maggio, abbiamo riaperto l’accesso ai fondi inserendo nel Regolamento alcune modifiche. Le nuove scadenze saranno: • 31 dicembre 2011: presentazione della domanda; • 31 gennaio 2012: stesura della graduatoria degli aventi diritto; • 30 aprile 2012: fruizione dei servizi della Cooperativa Itaca o del voucher; • 30 giugno 2012: erogazione dei voucher da parte della Cooperativa.

I fruitori sono i soci con le seguenti caratteristiche: • Familiare (sino al III grado) convivente con invalidità/disabilità • Genitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare) • Figli (fino a 14 anni) Non ci saranno più i fondi per i Punti verdi, visto il periodo di fruizione, mentre parte dell’importo destinato ai servizi lava e stiro, su proposta di alcuni soci, sarà erogato per i buoni mensa delle scuole primarie. Nella pagina successiva trovate il regolamento completo. Potete chiedere i moduli per la domanda al coordinatore o scaricarli dal sito web della Cooperativa Itaca www.itaca.coopsoc.it al link Politiche di conciliazione – I servizi della Cooperativa Itaca. (CS)

Regolamento per la fruizione dei servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia a favore delle socie e dei soci della Cooperativa Itaca 24 novembre 2011

La Cooperativa Itaca, al fine di facilitare la conciliazione dei tempi della famiglia e dei tempi di lavoro, ha stanziato in data 7 maggio 2011 € 30.000 da destinarsi a servizi per le proprie socie e i propri soci, da fruirsi nel periodo maggio 2011 – aprile 2012. Sulla base delle domande pervenute sono stai autorizzati € 11.800. Sono rimasti, quindi, a disposizione € 18.200. Il Cda, nella seduta del 6 ottobre 2011, ha deciso di riaprire i termini del precedente Regolamento per la fruizione dei servizi di conciliazione utilizzando la rimanente cifra non destinata (€ 18.200). I servizi che verranno autorizzati dovranno essere fruiti non oltre la fine di aprile 2012. Il presente Regolamento disciplina le condizioni e le modalità di accesso a tali agevolazioni.

Servizi per i quali è possibile fruire delle agevolazioni e numero dei beneficiari Di seguito vengono riportate le tipologie di servizi per i quali è possibile richiedere le agevolazioni ed il numero massimo di aventi diritto. Ogni socio avente diritto potrà esprimere in ordine decrescente le proprie priorità. Verrà data risposta alle domande dei richiedenti sulla base della graduatoria di cui ai punti successivi. In caso di parità di risultato verrà considerata l’anzianità di servizio. Ogni socio potrà accedere ad una sola agevolazione.


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Servizi per la conciliazione

Buono singolo Persone beneficiarie

Doposcuola centro gioco

Nido

Stiro e lavanderia

Centro diurno

Scuola infanzia

Badante

Scuole primarie (buoni mensa)

100 €

500 €

100 €

250 €

250 €

250 €

100 €

15

8

22

7

8

15

30

Modalità e tempi di presentazione della domanda Per poter concorrere alla assegnazione dei servizi di conciliazione è necessario far pervenire, entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno in corso, apposita domanda presso la sede centrale della Cooperativa Itaca (vicolo Selvatico 16, 33170 Pordenone,fax 0434-253266, oppure scrivendo a sportellosoci@itaca.coopsoc.it). I moduli potranno essere ritirati anche nelle varie sedi della Cooperativa Itaca o scaricate dal sito www.itaca.coopsoc.it nella sezione “Politiche di conciliazione”. La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata entro il 31 gennaio 2012. Gli aventi diritto verranno avvisati tramite comunicazione in busta paga. Destinatari delle agevolazioni Le agevolazioni sono riservate alle socie ed ai soci della Cooperativa Itaca, aventi almeno una delle situazioni sotto riportate • Familiare (sino al III grado) convivente con invalidità/disabilità • Genitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare) • Figli (fino a 14 anni) Criteri per la graduatoria L’accesso alla fruizione delle agevolazioni è basato sui seguenti criteri: A)Genitore unico affidatario del proprio figlio: 20 punti B)Socio con familiare a carico con invalidità certificata (anche genitore fuori dal nucleo familiare): 20 punti C)Anzianità di servizio: massimo 30 punti D) Situazione economica (ISEE = indicatore situazione economica equivalente): massimo 30 punti La determinazione dei punteggi di cui alle lettere C e D avverrà nei seguenti modi: C) x = (anzianità socio richiedente / anzianità massima tra i richiedenti) x 30 D) x = (ISEE minimo tra i richiedenti / ISEE socio richiedente ) x 30 N.B.: nel caso in cui 2 soci, genitori del medesimo figlio facciano richiesta, separatamente, dei servizi di conciliazione di cui al presente Regolamento, entram-

bi avranno diritto a concorrere separatamente a detti servizi, con l’unica condizione di richiedere servizi alternativi (non può quindi venire richiesto il medesimo servizio da entrambi i genitori soci di Itaca). Modalità di erogazione delle agevolazioni In riferimento ai servizi di conciliazione, la Cooperativa Itaca darà la priorità alla erogazione di servizi propri (nido, doposcuola, ecc.), in subordine provvederà all’ erogazione della agevolazione sottoforma di voucher. Lo sconto nei servizi gestiti dalla Cooperativa Itaca o l’eventuale voucher dovrà essere goduto entro e non oltre la fine di aprile 2012, previa presentazione di fatture o altri documenti giustificativi di spesa uguali o superiori al voucher da erogare. Gli eventuali voucher verranno erogati dalla Cooperativa Itaca entro fine giugno 2012. Comitato di garanzia La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata dalla Referente delle pari opportunità in collaborazione con l’Ufficio risorse umane e verrà approvata dal Consiglio di amministrazione della Cooperativa Itaca.

Testo approvato dall’Assemblea dei soci in data 24 novembre 2011


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EDITORIALE L’incontro con le donne dell’Africa

Tessere le parità

Il progetto dedicato a Wangari Maathai, prima donna africana Nobel per la Pace

www.iljournal.it

Nairobi Dopo l’importante esperienza avviata in Kenya da Itaca con il progetto Kuna Shule – c’è la scuola, che ha permesso di realizzare un Centro di formazione professionale per i giovani degli slum (così si chiamano le enormi baraccopoli di Nairobi), l’impegno della Cooperativa friulana verso l’Africa continua con un nuovo ambizioso progetto dedicato alle donne. Se è vero che l’incontro con l’altro è innanzitutto un’esperienza introspettiva perché ci obbliga a confrontarci con noi stessi, l’incontro con le donne dell’Africa ha in questo senso un significato particolare, che ha a che vedere con la totale messa in discussione del modo occidentale di concepire i generi e l’impianto culturale che ne distingue l’interrelazione. Non a caso sono tante le voci che si levano a chiedere un Premio Nobel per la pace dedicato alle donne africane. E a quanto pare la recente assegnazione alle liberiane Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee assieme alla yemenita Tawakkul Karman pare aver accolto quella richiesta. La motivazione: “per la loro lotta non violenta per la sicurezza delle donne e per i diritti di partecipazione delle donne in un processo di pace”.

Sono innumerevoli nel continente africano le storie di vita di donne che si avvicendano in una realtà complessa e difficile. In Kenya le donne hanno limitato accesso alla politica (secondo dati Unifem solo il 9,4% dei seggi parlamentari è ricoperto da donne), all’economia (le donne posseggono solo il 4% della terra, secondo dati Sigi - Social Institutions and Gender Index), alla salute (il tasso di mortalità materna segnalato da Unicef è di 530 donne ogni 100.000 nati vivi), all’educazione (solo il 42% delle ragazze frequenta la scuola secondaria). Il 25 % delle bambine tra i 5 e i 14 anni è costretta a lavorare (dati Unicef), la disparità tra i sessi è diffusa e radicata: il 54% dei giovani kenyani tra i 15 e i 19 anni ritiene legittimo che un marito picchi o maltratti la propria moglie (dati Unicef). A Nairobi (3.580.000 abitanti, dati Nazioni Unite Habitat), circa 2 milioni di persone vivono nelle baraccopoli, dove la condizione delle donne peggiora ulteriormente rispetto alla situazione generale del paese. Secondo i dati Unfpa (United Nations Population Fund) il tasso di prevalenza di Hiv/Aids è del 6,7 % per le donne kenyane tra i 15 e i 49 anni (contro il 3,2 % degli


EDITORIALE uomini), una percentuale elevatissima, che aumenta vertiginosamente se si prendono in considerazione le donne che vivono nelle baraccopoli o in aree periferiche e marginali (nella baraccopoli di Kibera il 14% delle donne è sieropositiva). Secondo i dati dell’Unhcr, i rifugiati legalmente o illegalmente presenti a Nairobi sono circa 100 mila persone, che vivono in condizioni di grande degrado, insicurezza e precarietà. La condizione delle donne rifugiate è doppiamente precaria: oltre a vivere lo spaesamento di un contesto sociale, culturale, linguistico che non appartiene loro, come donne sono drammaticamente esposte al rischio di subire violenze e discriminazioni. Per quanto riguarda la categoria delle single mothers, si trovano ad essere stigmatizzate dalla comunità e di conseguenza a essere una popolazione marginale impossibilitata ad un equo accesso alla risorse economiche e sociali della comunità. Il progetto si rivolge a tutte queste tipologie di donne descritte (con particolare attenzione a donne sieropositive, rifugiate e single mothers) appartenenti a tre comunità di Nairobi: la baraccopoli di Kibera, la baraccopoli di Kayole, la baraccopoli dell’area periferica di Ngong. Le principali attività di cui si compone il progetto riguardano: la formazione professionale alla sartoria per 30 donne presso il Centro Kuna Shule; la formazione professionale al marketing/commercializzazione dei prodotti tessili per 12 donne; l’acquisto di 2 container ad uso laboratorio di sartoria e ricerca di una locazione per le unità produttive tessili; l’acquisto di

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tutto l’equipaggiamento per i due container e la realizzazione di un ufficio per l’attivazione delle tre unità produttive tessili; l’organizzazione interna delle unità produttive tessili; la stesura del piano produttivo e di vendita semestrale delle tre unità produttive tessili; la creazione di prodotti tessili col marchio del progetto; l’avvio della produzione e della vendita; la realizzazione di tre workshop di monitoraggio e di valutazione; l’organizzazione di due awareness raising workshop (workshop di sensibilizzazione) in ciascuna comunità; la produzione di materiale di sensibilizzazione da distribuire nelle comunità; l’organizzazione degli awareness raising workshop (workshop di sensibilizzazione) in Friuli Venezia Giulia; la comunicazione del progetto e la sua diffusione interna alla Cooperativa Itaca e alla rete di partenariato. Ad accompagnare Itaca in questa nuova avventura due partner italiani, il liceo pordenonese Leopardi Majorana, l’ong padovana Karibu Africa e due partner keniani, due organizzazioni attive da tempo per l’emancipazione delle popolazioni delle baraccopoli. L’intero progetto sarà dedicato a Wangari Maathai (recentemente scomparsa), la prima donna africana insignita del Premio Nobel per la Pace per il “suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”. Nel 2004, infatti, il comitato di Stoccolma le riconobbe il merito di aver coniugato alle battaglie ambientaliste quelle per la sostenibilità alimentare e per i diritti delle donne in Africa. Andrea FREGONESE

Vuoi contribuire a La Gazzetta? Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266. Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di gennaio è venerdì 23 dicembre alle ore 12. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.

Mamma Micaela, educatrice del nido “Arca di Noè” di Gorgo, e papà Omar annunciano la nascita di Zahel Luna il giorno 15 settembre. Con tanti auguri da tutta l’equipe!


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IN PRIMO PIANO Sistema di gestione per la qualità

Rinnovata la certificazione Uniter Dodici i servizi di Itaca testati dai certificatori

Pordenone Nei giorni 21 e 22 novembre, Itaca ha ricevuto la verifica di rinnovo della certificazione di qualità. E’ stata esaminata la conformità a tutti i requisiti della norma, ben 12 i servizi che sono stati analizzati dai certificatori: la Casa alloggio per anziani “Il Pellegrin di San Leonardo Valcellina, il Centro diurno per anziani di Cordovado, la Comunità per disabili Villa Veroi di Tricesimo, il Centro diurno per disabili Villa Carraria di Cividale, i Servizi di accompagnamento individualizzato per utenti psichiatrici e disabili di Udine, il Nido d’infanzia del Comune di Cervignano, la Comunità alloggio Via del Campo a Gemona, il Centro diurno del Csm di Gemona, il Sad e consegna pasti dell’Ambito di Monfalcone, i servizi della

Lr 41 nell’Ambito di Pordenone, il Doposcuola all’istituto comprensivo di Francenigo e Gaiarine, i Servizi per le politiche giovanili del Comune di Cavallino Treporti. Itaca ha così ottenuto il rinnovo della propria certificazione del sistema di gestione per la qualità UNI EN ISO 9001:2008. Il livello di maturità ed efficacia del sistema è stato giudicato buono in quanto utilizzato per migliorare i processi e le performance aziendali. Un ringraziamento a tutti per l’ottimo lavoro svolto e la professionalità dimostrata. Patrizia COMUNELLO Responsabile del sistema di gestione per la qualità

Ludoteca e Centri Gioco

Itaca a Monfalcone fino al 2014 Il Comune differenzia le tariffe per residenti e non

Monfalcone Sarà la Cooperativa Itaca a gestire per il triennio 2011-2014 i servizi di Ludoteca e Centri Gioco del Comune, di Monfalcone che quindi, con l’affidamento della gara (che vede un importo di 127mila euro per il personale e 14mila euro per altre spese) potranno ora essere attivate. La Ludoteca per i bambini dai 3 ai 10 anni ha riaperto i battenti a partire dal 2 dicembre. Accanto alla Ludoteca, entro la fine dell’anno, saranno poi attivati anche il Centro gioco per bambini e genitori e il nuovo servizio Spazio Gioco. I Centri Gioco si sono aperti il 22 novembre e dureranno sino al 23 dicembre per il Centro Gioco 3-14 mesi e da gennaio per quanto riguarda la fascia di età 15-36 mesi (iscrizioni a partire dal 16 dicembre). Lo SpazioGioco 20-36 mesi è partito il 24 novembre. Di tutti i servizi in questione il Comune ha provveduto a determinare le tariffe di accesso, che per la prima volta vengono distinte tra residenti e non residenti (i quali pagheranno il 25% in più). Per il Centro Gioco (3-14 mesi, 10 incontri) la tariffa è di 27 euro per residenti e 34 per i non residenti. Per la fascia di età 15-36 mesi compiuti (8 incontri) è di 42 euro (52 per i non residenti). La Ludoteca prevede invece una tariffa mensile di 11

euro per i residenti e 14 per i non residenti (per 8 incontri mensili) e di 70 euro per quello annuale (intero ciclo da dicembre 2011 a giugno 2012). Il nuovo servizio SpazioGioco, novità dell’anno 2011-2012, vede invece una tariffa differenziata a seconda dell’Isee: da 0 a 8.000 euro il costo è di 50 euro, da 8.000,01 a 12.000 di 70 euro, oltre tale soglia è invece di 90 euro. Per i non residenti 112 euro. Sono previsti 8 incontri mensili da tre ore ciascuno. «Abbiamo adottato una politica di contenimento delle tariffe, scegliendo la differenziazione tra residenti e non residenti già adottata in altri Comuni – ha spiegato l’assessore all’Istruzione, Mariella Natural – cosa che ci ha permesso di contenere gli aumenti (il mensile della Ludoteca passa dai 10 euro del 2010 agli 11 attuali, quello annuale dai 41 euro per ciascuno dei due cicli del 2010 ai 70 euro attuali per l’intero periodo). Inoltre, viene prevista una riduzione del 50% nel caso in cui l’utente chieda la frequenza per una sola giornata o per solo metà mese». Infine, nel caso in cui un utente si iscriva dopo la partenza dei servizio, sarà effettuata una riduzione della tariffa di 10 euro per ogni mese perduto. Fonte: Comune di Monfalcone


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Il 16 dicembre Maniago festeggia il 5° compleanno di Casa Carli

Un cammino assieme

Mostra fotografica e festeggiamento con brindisi/aperitivo Maniago Per ricordare la strada percorsa fino ad oggi, nel e con il territorio di Maniago, dalla Comunità alloggio Casa Carli, giunta al quinto anno di apertura, quest’anno l’équipe del servizio e l’area Disabilità della Cooperativa Itaca propongono la celebrazione del quinquennio attraverso una mostra fotografica con aperitivo, la cui inaugurazione è prevista il 16 dicembre alle 17 nel Centro di assistenza anziani di Maniago, sede anche dei Servizi sociali. La mostra vuole racchiudere in alcuni scatti i momenti che hanno segnato il nostro cammino assieme: dalla nascita della struttura al consolidamento del gruppo di ospiti che oramai vive in Casa Carli in maniera residenziale, documentata anche la quotidianità della Casa con le varie attività sia di ordine domestico che di tempo libero, oltre alla vita sociale all’interno della comunità maniaghese, senza dimenticare i vari esercizi commerciali con cui i residenti in Casa Carli hanno rapporti quotidiani. In questi cinque anni l’èquipe di Casa Carli ha attivato collaborazioni articolate con il territorio, tra le quali vanno sottolineate quelle con la Lega italiana Handicap, con la Cooperativa San Mauro e con l’Atelier dei Sogni. Citazione d’obbligo anche per il progetto “Sport e Disabilità”, attivato dai Servizi sociali, che ha coinvolto tutti gli utenti. Altra attività che prosegue con successo ormai da tre anni, in collaborazione con il Centro diurno di Sud Ferrovia aManiago e l’associazione “Bocciofila Violis”, è il gioco delle bocce che vede ogni venerdì mattina gli

utenti di Casa Carli e del Centro diurno dell’Ass 6 recarsi presso il bocciodromo Violis per sperimentarsi con divertimento e tecnica nel gioco delle bocce. Prezioso il supporto degli esercizi commerciali del territorio che ospitano giornalmente i nostri utenti: si tratta del bar/cartoleria Pantera, bar Dream, bar Coricama, La Bomboniera, Gnu Bar, American Bar e il Barile. Proficua collaborazione anche con il supermercato “A&O”, i panifici Tollon e Coassin, l’ortofrutta Milleidee, la Farmacia Fioretti, il negozio di abbigliamento Da Ivana, il negozio “Magris” e la parrucchiera Martina dove le nostre ospiti passano dei momenti di cura che le allietano molto. Silvia MANTESE A sin.: il donatore Arnaldo Carli

Inserimento lavorativo temporaneo

Latisana promuove i lavori di pubblica utilità Un progetto nato per far fronte alla crescente disoccupazione nella Bassa Friulana

Latisana Si sta avviando alla conclusione il progetto ha visto Itaca co protagonista negli ultimi 8 mesi nel Comune di Latisana. Si tratta di un progetto, promosso dalla Regione con il finanziamento del Fondo sociale europeo, pensato per far fronte alla crescente disoccupazione nella Bassa Friulana, peraltro abbracciato da varie amministrazioni comunali, tra cui il Comune di Latisana L’Amministrazione regionale, al fine di promuovere l’inserimento lavorativo a tempo determinato dei residenti in Friuli Venezia Giulia in stato di disoccupazione da almeno 18 mesi, con Regolamento approvato con

Dp Reg.116 del 28 maggio 2010,pubblicato sul BUR n.23 del 9 giugno 2010, ha stabilito di sostenere finanziariamente le Amministrazioni pubbliche che promuovono iniziative di lavoro di pubblica utilità (Lpu) tramite la presentazione di specifici progetti. I soggetti beneficiari sono i residenti nella Regione Fvg in stato di disoccupazione ai sensi del Regolamento regionale 227/2006 che: siano in stato di disoccupazione da almeno 18 mesi; se donne, abbiamo compiuto il 35° anno di età; se uomini abbiano compiuto il 40° anno di età; non percepiscano alcun tipo di ammortizzatore sociale; non abbiano maturato il diritto al trattamento pensionistico; siano inseriti in apposite liste di disponibilità presso i Centri per l’impiego.


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in primo piano

Si tratta di un progetto di Inserimento lavorativo a carattere temporaneo, in cui la Cooperativa Itaca interviene in quanto ente che formalmente assume i lavoratori. Itaca è stata coinvolta in un settore d’intervento specifico tra i vari presenti nel Regolamento regionale, i Servizi ausiliari di tipo sociale a carattere temporaneo. Personalmente sono stata la tutor di due persone, la signora Marianna e il signor Hassan, impiegati in varie attività sul territorio dell’Ambito di Latisana. Era sia per me che per la Cooperativa un campo d’intervento nuovo. Ci siamo confrontati sia con le associazioni del territorio che con le realtà sociali esistenti, tra cui Casa di riposo, Campp di Latisana, Scuole di vario ordine e grado, Centri estivi, Pro Loco di Latisana, Magazzino comunale e Centro polifunzionale di Latisana, dove hanno sede i Servizi Sociali. In ognuno di questi luoghi, abbiamo prima offerto la possibilità di affiancamento dei “nostri Lpu”, abbiamo raccolto da subito un’ampia disponibilità di collaborazione, a volte mantenuta nel tempo, altre mancata per problemi logistici.

Il tipo di servizio offerto era di affiancamento e supporto alle attività già previste o esistenti. La collaborazione con i Servizi sociali referenti, nella persona del dott. Gian Marco Campeotto, ha permesso l’individuazione delle strutture idonee al nostro servizio sul territorio e il monitoraggio quotidiano delle attività svolte. La Regione ha finanziato una quota pari al 95% delle spese complessive sostenute dal soggetto attuatore, mentre il restante 5% era stato a carico del soggetto proponente. E’ stato un lavoro nuovo, e per questo ancor più faticoso. Ma anche molto stimolante, ricco di imprevisti e anche di casi fortuiti. Ora per queste due persone termina l’esperienza lavorativa con la Cooperativa Itaca, vista la temporaneità richiesta dal progetto, ma hanno comunque acquistato degli strumenti spendibili nel mondo del lavoro. E, come mi ha detto più volte il sig. Hassan: “Sarà meglio questo di niente come prima”. Auguro ad entrambi buona fortuna e buona vita. Sara DORIGUZZI

Terminata la catalogazione dei testi

Cerca la “Pignetta”… la Biblioteca ti aspetta! Online il servizio di consultazione su aNobii

Pordenone Buongiorno a tutti! Sicuramente ricorderete l’articolo che avevo scritto un anno fa riguardante la Biblioteca Itaca…! Al tempo vi avevo reso partecipi del lavoro che stavo svolgendo per catalogare i volumi presenti in Biblioteca e come voi potevate consultare e beneficiare della Biblioteca virtuale. Oggi posso dirvi che il lavoro di catalogazione è pressoché terminato, ovviamente c’è sempre qualche piccola modifica da effettuare e qualche nuovo libro da aggiungere. Questo articolo servirà proprio a rammentarvi come potete usufruire della pagina on-line della Biblioteca e del prestito dei libri. Per prima cosa vi ricordo che per consultare l’elenco dei libri in Internet dovete andare all’indirizzo: www.anobii.com/bibliotecaitaca/books Si è deciso di utilizzare il sito di aNobii perché è un social network dedicato ai libri, nel quale è possibile crearsi la propria Libreria virtuale semplicemente inserendo il codice ISBN dei libri o il titolo dei volumi stessi. Inoltre, in aNobii è possibile consultare i giudizi e commenti degli altri utenti sui singoli libri in uno spazio condiviso (accessibile cliccando sul titolo del libro presente nella propria o altrui libreria). In quest’ultimo periodo ho cercato di raggruppare, per quanto fosse possibile, i volumi riguardanti la stessa tematica nella Biblioteca in Sede centrale. Per questo scopo sono state attaccate sugli scaffali delle etichette indicanti l’Area principale dei libri presenti in quella

sezione. Tuttavia vi faccio notare che altri libri su tematiche simili, ma con approccio disciplinare diverso, sono presenti in altre sezioni! Per questo vi esorto a consultare il più possibile il sito, perché in esso potete visualizzare l’elenco di tutti i libri che riguardano la tematica di vostro interesse. Potete fare ciò, guardando e scegliendo l’elenco delle categorie sotto il pulsante “per Etichetta” (a sinistra della schermata iniziale del sito). Una volta scelto il libro di vostro interesse, troverete nella sezione sottostante (“Recensione”) il codice indicante la sua posizione in Biblioteca. Alcuni libri di minore interesse, per motivi di spazio, sono stati inseriti negli armadi in fondo alla Biblioteca. Sulle loro ante sono stati attaccati dei cartelli indicanti le tematiche presenti nei libri che si trovano all’interno (come ad esempio Libri per ragazzi, Libri specialistici o Libri sulla cultura friulana…).


in primo piano Adesso è opportuno ricordarvi alcune informazioni sul prestito. • Per poter accedervi è necessario essere Soci o Dipendenti della Cooperativa. • Potete richiedere il prestito alla sottoscritta presso la Sede centrale oppure, in mia assenza, potete rivolgervi in portineria a Giada Recchione, a Serena Fabbri o a Mauro Gremese. Potete prenotare il prestito tramite mail all’indirizzo f.pignat@itaca.coopsoc.it e io vi farò trovare disponibili i libri di vostro interesse, nel momento in cui potete venire a ritirarli (evitando così l’eventualità di non reperire i libri desiderati, perché già prestati o per inaccessibilità della Biblioteca, utilizzata anche per corsi e riunioni varie). • Al momento del prestito dovrete compilare i Campi predisposti in un apposito Quaderno Prestiti, indicando i vostri dati (Nome e Recapito) e quelli dei libri richiesti. • Si possono chiedere in prestito fino a 3 libri contemporaneamente e la durata del prestito è di un mese, rinnovabile per un altro mese su richiesta del Socio o del Dipendente. Vi chiedo gentilmente di restituire i libri direttamente nelle mie mani, così che io possa registrare l’avvenuta restituzione nelle modalità adeguate (facendovi anche apporre la firma sul Quaderno Prestiti). Nel caso in cui

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io non sia presente, dovrete riporre i libri nell’apposito contenitore predisposto in atrio (nello scaffale sotto le cassettiere), sempre assicurandovi di firmare sul Quaderno Prestiti. N.B: vi chiedo cortesemente di ricollocare nel contenitore anche i libri consultati in Biblioteca, laddove non riusciste a riporli esattamente nella loro posizione originaria, per evitare così spostamenti scorretti che renderebbero assai difficile il successivo reperimento di tali libri. Comunque, per maggiori dettagli sul prestito, è stato appeso sia un foglio intitolato “Gestione del prestito” (sulla porta d’entrata della Biblioteca) che l’intero Regolamento (sul fianco dell’armadio di fronte all’entrata della Biblioteca). Eventuali modifiche e novità verranno comunicate nel sito Itaca, sotto la voce “Biblioteca on-line” o nelle prossime Gazzette. Se avete consigli o recensioni da scrivere sui libri presenti in Biblioteca, non siate timidi: comunicatemelo al più presto o scrivetemi una mail. Spero di essere stata sufficientemente chiara e che possiate sfruttare al meglio questa risorsa interna, che contiene una grande varietà di libri utili e interessanti. Fabiana PIGNAT

Orchestrazione numero diciannove ovvero diciannove anni di azione artistica Portogruaro L’anno scorso abbiamo festeggiato la maggiore età di Orchestrazione, quest’anno dovevamo decidere se continuare a studiare oppure andare a lavorare. Dopo un breve, ma intenso esame della realtà e del mercato, abbiamo deciso che proseguire con gli studi non aveva alcun senso, considerando che fior fiore di laureati stanno vagando in cerca di una occupazione sensata.

Quanto al lavoro, pare che non ci sia, c’è la crisi e non si trova proprio nulla da fare. Devi essere raccomandato anche per lavorare in un call center. Abbiamo trovato soltanto una possibile occupazione in un’agenzia di recupero crediti, ma non abbiamo avuto il fegato. Nell’ATTESA di trovare la NOSTRA strada, non resta che proseguire a fare/cercare/incontrare/assemblare/ orchestrare gli artisti! Porto dei Benandanti + Multimediart + the future...

Roberto Cescon presenta Federica Manzon e Simone Marcuzzi


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speciale the village Sviluppo delle competenze sociali

The Village presentato a Trieste

In 400 all’anteprima nazionale del progetto alla Stazione Marittima

Foto di Chiara Moretuzzo

Trieste Sabato 26 novembre davanti a centinaia di spettatori incuriositi, operatori del sociale, amministratori, giornalisti, artisti, nella sede del Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima di Trieste è stato presentato in anteprima nazionale The Village, il gioco per lo sviluppo delle competenze sociali. Tra gli ospiti del progetto Roberto Cosolini, per un giorno sindaco di The Village, Maria Sole Mansutti, attrice, Federica Manzon, scrittrice, e Mike Sponza, musicista. Oltre 400 le presenze complessive registrate nell’arco della mattinata, un successo. The Village è il frutto di anni di lavoro sul campo con i gruppi e di una riflessione approfondita sulle organizzazioni, che vede la partecipazione congiunta di Dof Consulting e Cooperativa Itaca. Una modalità innovativa, dai forti connotati sperimentali e artistici, per lavorare sul tema fondamentale delle competenze utilizzando la metafora del villaggio e lo strumento del gioco. Nel corso dell’evento, al termine della presentazione, è stata adottata una formula di laboratorio aperto che ha consentito alle persone di entrare in contatto col modello attraverso il gioco e di approfondire la dimensione artistica del progetto. Cos’è The Village? E’ principalmente un gioco, un modo più coinvolgente di approcciare la tematica delle competenze sociali e nasce da una riflessione pluriennale e quotidiana su questo tema. Consente a chiunque di entrare nel mondo delle competenze sociali in modo serio e divertente allo stesso tempo. Giocando ed esplorando la dimensione simbolica di alcune figure, le persone possono riflettere su se stesse per comprendere quali caratteristiche rappresentano i loro punti di forza e i loro punti di debolezza. Riflettendo sulla comunità o sul gruppo di cui fanno parte, possono usare il gioco e le figure per chiedersi di cosa ha bisogno, in un dato momento, la loro comunità sociale o la loro organizzazione per continuare a crescere.

I partner: tra gioco, arte e formazione The Village è un progetto che unisce più dimensioni: il lavoro sulle competenze in ambito formativo ed educativo, i modelli di sviluppo organizzativo, il linguaggio creativo della social art. Questa confluenza di stimoli e linguaggi diversi spiega la nascita del progetto e i soggetti che lo promuovono e lo sostengono. I “fondatori” del villaggio sono Dof Consulting e Cooperativa Itaca. Dof Consulting è un gruppo di ricerca, consulenza e formazione, che si occupa di apprendimento, sviluppo sociale, sperimentazione creativa, attivo in ambito nazionale e internazionale. Ha come sua missione fondamentale la facilitazione sociale in ambiti e dimensioni molto diverse e come priorità il lavoro sulla qualità di relazione. La Cooperativa Itaca è un’importante realtà cooperativa attiva in numerosi campi dell’impegno sociale, sanitario ed educativo ed è presente in tutto il Friuli Venezia Giulia, oltre che in aree diverse del territorio nazionale, con una rete di oltre mille soci lavoratori, quasi diecimila fruitori diretti dei servizi e più di cento committenti. Il progetto ha trovato fin da subito “compagni di viaggio” importanti, partner che hanno creduto nelle potenzialità del modello, che intendono sostenere l’iniziativa di lancio, lavorare su progetti nuovi e comuni. Fra i partner istituzionali e scientifici, l’AREA Science Park (Ente Nazionale di ricerca con sede a Padriciano, Trieste), che dimostra ancora una volta la propria vocazione di realtà da sempre attenta all’integrazione di linguaggi sperimentali in un’ottica di innovazione sociale; il Comune di Trieste, che in un’ottica di coinvolgimento delle comunità sociali del territorio all’interno del progetto, ha offerto il patrocinio per l’evento di presentazione ufficiale; la Facoltà di Scienze della Formazione di Udine, partner accademico autorevole con cui condividere prospettive di ricerca didattica e sperimentale; A.I.C.C.O.N. (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit), che porta all’interno del progetto un contributo quale punto di riferimento per il mondo della Cooperazione, del Non Profit e dell’Economia Civile.


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Tra gli sponsor tecnici: Frag, Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia, Cooperativa La Collina, Cooperativa La Piazzetta, La Cappella Underground, Radio Fragola. È importante ricordare i partner creativi: i collettivi artistici (ma con forte attenzione al sociale) Kant Machine e DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Ensemble e Guitto Video Sguardo. L’arte del villaggio Nel corso della giornata è stato possibile visitare le installazioni progettate appositamente per l’evento dai collettivi Kant Machine, DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Esemble e Guitto Video Sguardo, oltre che giocare a The Village. Che è anche un progetto di Social Art, con lo scopo di esplorare il territorio in cui l’espressione artistica incontra le possibilità dello sviluppo sociale. Le prime attività in questa direzione hanno portato alla creazione dell’innovativa collezione di Digital Art ispirata alle figure del villaggio realizzata dall’artista Francesca D’Anna, e alla progettazione e realizzazione delle installazioni create dai collettivi Guitto, Kant Machine e DMAV – Dalla maschera al volto che sono state presentate in anteprima all’interno dell’evento triestino: si tratta di progetti artistici che hanno potranno consentire di animare gli spazi delle comunità sociali facendo “incontrare” gli abitanti del villaggio, dando così vita a un ambiente di confronto ricco di potenzialità di sviluppo.

Fotogrammi dal Villaggio

The Village è anche online www.insidethevillage.org

Un sabato nel villaggio Intervista a Orietta Antonini

Trieste Che un gioco sulle “competenze sociali” desti l’interesse di tanti diversi soggetti – e tra questi anche il sindaco Cosolini – è senza dubbio un segnale. Secondo te, un segnale di cosa?
 Credo che segnali un interesse che ha a che fare con la comunicazione, tra chiunque e in qualunque ambito: tra la politica e i cittadini, tra la cultura e i cittadini, tra l’informazione e le persone. Il comunicare, troppo spesso, è patologico perché veicolato da strumenti ‘cattivi’ come certa televisione… ma è ora di cominciare a ripensarlo! Puoi definire le competenze sociali per i non addetti ai lavori? Sono competenze relazionali: quelle doti, caratteristiche, talenti, abilità, che ciascuno di noi attiva nella relazione con gli altri e prescindono dalle competenze tecniche. Se vengono curate, formate, sollecitate, aiutano a utilizzare meglio le competenze tecniche. Pensate ai vostri professori a scuola: quelli molto bravi a svolgere il programma ma incapaci di motivarvi

o entusiasmarvi avrebbero dovuto migliorare le loro competenze sociali! Itaca è una cooperativa che lavora nel settore definito “Sociale”. Ci vuoi dare un esempio concreto in cui sono delle competenze “non professionali” a fare la differenza nel lavoro? È tutta qui la chiave del nostro interesse alle competenze sociali: siamo una cooperativa sociale, soci lavoratori che perseguono una finalità mutualistica per se stessi e solidaristica verso gli altri. Persone al servizio delle persone attraverso la relazione tra i soci verso gli utenti e con la rete del territorio. So che fa tanto slogan, ma essere un bravo operatore assistenziale, o un bravo educatore o infermiere professionale, non basta, perché bisogna… saperlo fare. Perché ciò sia possibile è necessario essere coscienti: sapere, quali sono le caratteristiche che alimentano il nostro voler fare. E quando attraverso questo, anche una sola persona riesce, non tanto a fare meglio – e fa già bene –, ma a stare meglio, si innesca una reazione a catena fantastica.


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Thanks to Nicola Artico

E questo vale tanto per i singoli quanto per i gruppi? Sì. Per un’equipe di lavoro che ogni giorno lavora su obiettivi comuni è utile e necessario aver chiare le sue caratteristiche in modo tale da rendere più agevole il perseguimento degli stessi. Lavorare sulle competenze relazionali non è tanto e solo un modo per essere più consapevoli (e renderlo noto anche a chi ‘lavora’ con noi) delle caratteristiche attuali, è anche un modo per progettare lo sviluppo futuro. Vogliamo investire di più sulle nostre competenze sociali perché riteniamo che esse siano un logico completamento delle competenze tecniche. Puoi farmi qualche esempio concreto? Nella pubblicazione di The Village abbiamo voluto inserire alcune brevi storie tratte dalla vita quotidiana dei nostri operatori che tentano di raccontare come, soprattutto nella relazione con l’utenza, sono proprio le competenze sociali a rendere concreti i nostri obiettivi. Eccovene una: La riabilitazione attraverso il silenzio – Nei gruppi appartamenti afferenti all’Area salute Mentale è consueto uscire accompagnando gli ospiti anche per concedersi un aperitivo. Durante una di queste uscite una Il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini

mia collega dall’aspetto molto sereno era seduta all’aperto in un bar del centro assieme ad un ospite che usciva dal Diagnosi e Cura dopo un anno. Si avvicinò un compaesano dell’utente e gli chiese dove abitasse e quest’ultimo rispose: “in appartamento in città con questa ragazza”. La collega non fece una piega e rimase in silenzio, mosse solo il capo con un cenno assertivo. Quando il conoscente si allontanò l’utente strizzò l’occhio all’operatrice. In The Village, i nostri punti di forza e le nostre debolezze vengono narrate e messe in gioco. Che valore ha un approccio ludico nel trattare argomenti così sensibili?
 La dimensione ludica del villaggio consente alle persone di accorciare le distanze, di sdrammatizzare, di entrare in un terreno ‘neutro’ e libero fatto anche di ‘e se…’: le persone si rilassano e riescono a superare il normale imbarazzo che si potrebbe riscontrare quando ci chiedono di parlare di noi. La forma ludica, che è libera e non giudicante, facilita le relazioni e consente anche di affinare le tecniche per scoprire le proprie doti. Itaca, e non solo con The Village, sta cercando proprio attraverso la dimensione ludica di riattivare anche il dialogo e la partecipazione della propria rete. Il gioco è una dimensione aperta dove ‘si può tutto’ e per questo si concilia bene con la sperimentalità del progetto. In ogni caso c’è una condizione: occorre voler giocare. Per pensare alle nostre competenze sociali, The Village ci invita ad abbandonare i contesti del nostro quotidiano e immaginare chi siamo nella dimensione fantastica e senza tempo di un villaggio. Forse perché qui e ora ci sono troppi fenomeni di disturbo? Non è che la dimensione quotidiana sia più complicata: è solo… reale, mentre quella di The Village è più bella, dà più spazio all’immaginazione, è più ‘social art’… la differenza c’è! Paolo STANESE http://bora.la/


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Prima della Prima di The Village Trieste La sera di venerdì, appena finito di preparare tutto per il grande evento, alziamo gli occhi e vediamo la scritta The Village che campeggia sulla Stazione marittima, e anche se non è la prima volta che sta lì sopra – già una settimana prima, per un incredibile e bellissimo errore, lo stendardo del villaggio ha sventolato per un giorno intero - non possiamo evitare di sentirci emozionati. Allora ci siamo, siamo pronti, mesi di lavoro – telefonate, arrabbiature, esaltazioni, correzioni in corsa, cambi di programma, riunioni di coordinamento, visioni notturne, intuizioni improvvise, lunghe meditazioni, incontri ai confini della realtà – e siamo a questo punto. Finalmente. Domani The Village verrà presentato al pubblico. Le porte del villaggio si aprono per incontrare il mondo. La mattina dopo a Trieste fa freddo, e cominciano ad arrivare tutti. Una nutrita squadra di Itaca per le attività di welcoming, Emanuele, che ha passato la notte in un camper ormai mitologico, con abbondanti quantitativi di libri. I primi ospiti speciali: il sindaco, Roberto, che ha decisamente il physique du rôle del capo del villaggio, imponente, solido e sornione come un orso grigio. La scrittrice, Federica, che si guarda attorno incuriosita sorridendo e parlando con la voce un po’ bassa, si prepara a raccontarci l’importanza di prendere il largo. L’attrice, Maria Sole, minuta, con i capelli biondi che si aprono in un piccolo colpo d’ala, per qualche minuto ci mostrerà il volto in ombra e quello in luce del Folle. Il chitarrista, Mike, con l’eleganza asciutta di chi suona e vive il blues e, da buon Agricoltore, conosce la terra e i segreti della crescita. Velleda e Jasmine, amorevoli, hanno già allestito il loro spazio, Manolo e Anna hanno parcheggiato lontano e arrivano infreddoliti, Giovanni si confronta con Laura e Alberto. Un po’ per volta arrivano tutti: Paola, Massimo, Enrichetta, Laura e i tanti amici di Itaca, pronti ad abitare il villaggio; i collettivi artistici al gran completo (Guitto, Kant machine e DMAV). C’è Francesco, che sta per donarci splendide parole, ci sono i partner di Area.

Federica Manzon

Mike Sponza

Marzia e Gabriella si preparano, Marco sorride. Volti appena intravisti, incontri inattesi, tamburi indiani, vibrazioni, immagini, videocamere, giornalisti, cravatte, cappotti, volti, corpi che emergono lisci dal buio, collane che si rompono, piante, quadri, installazioni. Rami che si spezzano, sedie in pelle, un buon numero di sciamani e di bambini. Alessandro sta facendo il soundcheck, all’ultimo momento utile, mentre Nicola, uscito come uno dei suoi pesci magici dalla stanza acquario del lab art, è pronto ad accompagnarlo con alchimie sonore. I team Dof si preparano ad animare gli spazi di confronto con il pubblico. Sono piccoli particolari prima dell’avvio: un sorriso di Leo – ma quale Leo? ce ne sono almeno tre, sono tutti splendidi e si confondono nella memoria – Giordano con gli occhi azzurri sta controllando un video, il personale della Stazione è stupito da questa allegra invasione. Paola ha i capelli rossi, Francesca e Giovanna sono a modo loro emozionate. Ori si concentra, sarà lei una delle prime ad aprire le danze. Pronti? Pronti! Allora via. Si inizia con musica e poi con un silenzio che sembra non finire mai. Alessandro parla e le cose all’improvviso sono tutte vere. Benvenuti nel Villaggio. Nicola Artico

Francesca D’Anna

Maria Sole Mansutti


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Dal “gioco di società” al “gioco sociale” Trieste «È un modo di lavorare sulla propria identità, riscoprendo le proprie radici e, soprattutto, nutrendo una visione collettiva del futuro». Alessandro Rinaldi, direttore di Dof Consulting, sintetizza così l’esperienza di «The Village», il progetto ideato in collaborazione con la Cooperativa Itaca che verrà presentato sabato, a partire dalle 9.30, presso la Stazione marittima di Trieste. «Nulla di accademico», precisa Rinaldi, nonostante fra i numerosi partner coinvolti, figurino anche l’Area Science Park e la Facoltà di Scienze della Formazione di Udine. Si tratta di un gioco, un modo coinvolgente di approcciare la tematica delle competenze sociali attraverso la metafora del villaggio. La dimensione ludica, quindi, diventa uno strumento coinvolgente per sviluppare un gruppo, un’organizzazione o una comunità sociale. Giocando ed esplorando la dimensione simbolica di alcune figure, infatti, si può intraprendere un percorso introspettivo per comprendere quali siano i propri punti di forza e quali, invece, le proprie debolezze. Riflettendo sulla comunità o sul gruppo di appartenenza, inoltre, ci si può chiedere di cosa abbia bisogno l’organizzazione stessa per continuare a crescere. «Le figure sono gli abitanti del villaggio – continua Rinaldi - . Ma sono anche il legame che getta un ponte tra il mondo del villaggio, le sue suggestioni, e il mondo in cui siamo abituati a muoverci ogni giorno. Ogni figura di The Village viene collegata a una pluralità di situazioni e di eventi connessi alla vita reale, sia sul piano personale, che su quello lavorativo e sociale. Osservando come si muove ogni figura all’interno del villaggio, possiamo capire qualcosa sul modo in cui ciascuno di noi si muove negli spazi fisici e simbolici della vita reale». Le figure archetipiche del villaggio sono quindici. A que-

ste figure vengono associate un set di competenze che consentono di descrivere la vita di un gruppo. Si va, così, dal Capo del villaggio, ruolo al quale viene messa in relazione la gestione delle risorse umane, al Fabbro, organizzatore dei processi di lavoro, fino ad arrivare al Folle, emblema della creatività, e allo Sciamano, a cui spetta la visione sistemica. Il villaggio triestino che prenderà forma alla Stazione marittima può contare già sulla presenza di alcune figure d’eccezione. Roberto Cosolini, infatti, sarà il Sindaco di The Village e sarà affiancato dall’attrice Maria Sole Mansutti, dalla scrittrice Federica Manzon e da Mike Sponza, musicista che sarà impegnato nella costruzione di percorsi musicali. La loro sarà una performance narrativa: occupando simbolicamente la piazza centrale del villaggio, potranno portare una testimonianza attraverso la propria esperienza di vita. Nel corso della giornata sarà possibile visitare le installazioni progettate appositamente per l’evento dai collettivi Kant Machine, DMAV, Dalla maschera al volto – Social Art Ensemble e Guitto Video Sguardo. The Village, infatti, è un progetto che unisce più dimensioni: il lavoro sulle competenze in ambito formativo ed educativo, i modelli di sviluppo organizzativo e il linguaggio della social art, che ha lo scopo di esplorare il territorio in cui l’espressione artistica incontra la possibilità dello sviluppo sociale. «Vogliamo diffondere il nostro progetto su tutto il territorio nazionale – conclude Rinaldi - . Per questo The Village è diventato un kit, un gioco in scatola nel quale le carte diventano un’occasione per generare storie e mondi, attraverso le quali capire qualcosa di più su di noi e su quello che succede quando entriamo in relazione con gli altri». Luca SAVIANO (Versione uncut dell’articolo firmato, uscito sul Piccolo venerdì 25 novembre)


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The Village e la Social Art Trieste The Village non è solo un gioco, un modello di lavoro sulle competenze sociali, uno strumento di sviluppo di comunità, gruppi e organizzazioni. The Village è anche un luogo di sperimentazione artistica che cala la dimensione creativa nella quotidianità delle comunità, un progetto di Social Art che ha lo scopo di esplorare il territorio in cui l’espressione artistica incontra le possibilità dello sviluppo sociale. Le prime attività in questa direzione hanno portato alla creazione dell’innovativa collezione di Digital Art, ispirata alle figure del villaggio e realizzata dall’artista Francesca D’Anna, che ha anche ideato il concept grafico dell’intero progetto. La collezione, nata insieme al nucleo originario del progetto e stimolo visivo alla sua articolazione, è il punto di incontro fra le dimensioni dell’illustrazione, dell’intuizione artistica e della rappresentazione simbolica. L’artista ha preso parte attivamente all’elaborazione di The Village e al processo che l’ha portato ad acquisire la sua forma definitiva. Sono nati così i quindici pezzi unici che rappresentano la componente visiva delle Carte di The Village. Attiva in ambito creativo principalmente attiva attraverso i linguaggi dell’arte digitale, Francesca D’Anna fa parte del collettivo DMAV – Social Art Ensemble e del collettivo kant machine. Cintura nera di karate e appassionata di animali allungati (furetti e levrieri principalmente), vive una fetta rilevante della sua vita nel silenzio del bosco.

di passaggio, che utilizza il suono per disegnare un bosco, i suoi sentieri e il senso di attraversamento. È concepita come esperienza di viaggio verso il villaggio, verso la comunità e pone il viandante a confronto con l’erranza, tra sentieri interrotti, vie che scorrono parallele e, per la maggior parte, si perdono nel bosco, al confine tra le tracce e la natura. Un dettaglio infinitesimale lungo il sentiero segna il passaggio dall’ansia dell’erranza alla speranza di trovare o ritrovare la strada verso la comunità. Aparctias è un lavoro ideato e realizzato da Leo Kopacin e Alessandro Rinaldi per Kant Machine, un gruppo di ricerca e ricognizione filosofica che, attraverso l’utilizzo di parole, suoni e immagini, lavora sulle dinamiche fondamentali che regolano le comunità sociali. Resident #07 fa parte della serie residents creata da DMAV per il progetto di sviluppo sociale The Village. I residenti abitano gli spazi del villaggio, immersi nel tentativo di chiarire il proprio ruolo all’interno della comunità. In questo, ci fanno semplicemente da specchio. Le immagini delle figure colorate di The Village rappresentano un tempo e uno spazio assoluti: i residenti hanno il compito di trovare forme di equilibrio provvisorio attraverso sequenze gestuali precedentemente assegnate. I residenti in carne ed ossa che abitano di fronte alle immagini di The Village costruiscono i loro spazi a partire dai materiali della comunità. Resident #07 dimostra interesse per la carne, il metallo, il cuoio e il plexiglass.

Le due installazioni sono Aparctias e Resident #07.

Residents è un lavoro ideato e realizzato da Giordano Bianchi e Alessandro Rinaldi per DMAV. DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Esemble nasce dal progetto editoriale di Alessandro Rinaldi e Nicola Gaiarin “Dalla maschera al volto. Piccole storie, immagini e suoni per ritrovare se stessi” (Guerini, 2010) e si sviluppa come collettivo che fa confluire in momenti di performance esperienze e percorsi diversi, che vanno dalla ricerca più prettamente artistica alla pratica formativa ed educativa.

Aparctias è il vento del nord nella rosa dei venti asimmetrica di Aristotele. Segna il punto di orientamento per eccellenza, accompagna lo sguardo del viaggiatore alla ricerca della meta. Aparctias è un’installazione posta in uno spazio vuoto,

La Digital Art Collection e le videinstallazioni Aparctias e Resident #07 saranno visibili al pubblico dal 21 al 24 dicembre, a Trieste, presso la Sala “Arturo Fittke” di Piazza Piccola 3 (proprio dietro Piazza Unità).

Le altre due installazioni che si sono ispirate a The Village e ne hanno accompagnato la prima uscita pubblica, “occupando” in modo pacifico gli spazi della Stazione Marittima, sono frutto del lavoro di due collettivi, kant machine (www.kantmachine.com) e DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Esemble (www.dallamascheraalvolto.it).


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The Village - percorsi formativi Trieste

Percorsi introduttivi

Ecco alcune proposte formative per rispondere alle richieste di molte persone che hanno espresso l’interesse di conoscere e approfondire The Village. I “sentieri formativi” che portano al villaggio sono due. Il primo, il percorso introduttivo, permette di raggiungere il villaggio, incontrarne gli abitanti e iniziare a fare con loro qualche chiacchierata. Benvenuti nel villaggio e The Village experience, sono un’opportunità per chi desidera avvicinarsi al gioco, conoscere le carte, utilizzare al meglio la plancia di gioco e iniziare a sperimentare su di sé la metafora del villaggio come chiave di riflessione sullo sviluppo personale. Il secondo sentiero, il percorso di specializzazione, è articolato in due tappe. Due master dedicati a chi vuole applicare il kit The Village per attivare percorsi di sviluppo delle competenze sociali in contesti individuali e sociali. La prima tappa, il Master The Village per lo sviluppo personale, è rivolta a quanti desiderino conoscere e approfondire le potenzialità dello strumento per supportare processi di consapevolezza e crescita delle competenze sociali, in sé stessi e in altre persone. La seconda tappa, il Master The Village per la facilitazione dei gruppi, è interamente dedicata all’applicazione del modello nell’ambito sociale, quindi con le organizzazioni, le comunità sociali, i team di lavoro e le equipe professionali.

Benvenuti nel villaggio Durata: 2 giorni Finalità: imparare a giocare con The Village e iniziare a sperimentare il modello Livello di gioco: giocatore Destinatari: tutti coloro che vogliono conoscere e sperimentare il gioco

A gennaio 2012 sarà inaugurato il primo spazio The Village a Pordenone, in via s. Francesco 1/C. Lo spazio ospiterà i percorsi formativi, gli eventi culturali e la collezione di digital art dedicata agli abitanti del villaggio. Per conoscere i contenuti dei percorsi formativi, le date delle edizioni e la quota di partecipazione consulta il sito www.insidethevillage.org o scrivi all’indirizzo info@insidethevillage.org

Date prima edizione: 27 gennaio e 3 febbraio 2012 Presso: lo spazio The Village di Pordenone, Via s. Francesco 1/C (dietro l’ex convento di S. Francesco)

The Village experience Durata: 3 giornate in formula residenziale Finalità: vivere un’esperienza completa di full immersion nel mondo di The Village Livello di gioco: giocatore Destinatari: tutti coloro che vogliono conoscere e sperimentare il gioco

Percorsi di specializzazione Master The Village per lo sviluppo personale Durata: 6 giornate Finalità: utilizzare il kit The Village in chiave di sviluppo personale sia su di sé che sugli altri Livello di gioco: facilitatore The Village per percorsi individuali Destinatari: formatori, coach, coordinatori, responsabili HR, addetti alla selezione, le persone interessate ad approfondire il tema dello sviluppo delle competenze sociali periodo di svolgimento del master: febbraio – aprile 2012 Il percorso è propedeutico al master per la facilitazione dei gruppi

Master The Village per la facilitazione dei gruppi Durata: 6 giornate Finalità: utilizzare il kit The Village per facilitare lo sviluppo dei gruppi in diversi contesti operativi e sociali Livello di gioco: facilitatore The Village per gruppi Destinatari: formatori, supervisori, coordinatori, responsabili HR, team leader, le persone interessate ad approfondire il tema dello sviluppo di gruppi attraverso le competenze Per accedere al master è necessario aver completato il percorso sullo sviluppo personale Per conoscere i contenuti dei percorsi formativi, le date delle edizioni e la quota di partecipazione consulta il sito www.insidethevillage.org o scrivi all’indirizzo info@ insidethevillage.org


attualità

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Lavoro domestico e di cura in famiglia

Partito a Sacile il corso per assistenti familiari Quindici le partecipanti di origine extraeuropea, formazione al domicilio degli assistiti

Sacile Lunedì 21 novembre ha finalmente preso vita a Sacile nella sede del Centro giovani Zanca il corso per assistenti familiari, organizzato dalla Cooperativa Itaca in collaborazione con l’Ambito distrettuale 6.1 all’interno del progetto “Formazione in situazione, lavoro domestico e di cura in famiglia”. Il corso, al completo, conta 15 partecipanti di provenienza extraeuropea, la maggior parte delle quali regolarmente impiegate come assistenti familiari presso famiglie italiane. L’innovazione del percorso, la cui conclusione è prevista a gennaio 2012, sta nella possibilità di formare le corsiste direttamente a domicilio per tutti i moduli che prevedono una sorta intervento a casa della persona accudita. Per i moduli pratici infatti ogni assistente sarà affiancata da un operatore qualificato nel settore. Il progetto nasce in risposta all’aumento, sempre maggiore negli anni, dell’età media di vita, che ha portato ad una significativa crescita della popolazione anziana e quindi di coloro che presentano caratteristiche di non autosufficienza totale o parziale. A tale fenomeno si è di conseguenza aggiunto quello della crescente richiesta di assistenti familiari da parte delle famiglie che hanno sempre più difficoltà ad accudire i propri cari. Si cerca di evitare o al massimo procrastinare il ricovero in strutture socio assistenziali e sanitarie. Peraltro sempre più spesso vengono impiegate nell’attività di cura persone che, oltre ad essere straniere, la maggior parte delle volte non hanno le competenze necessarie per il lavoro di cura. La Cooperativa Itaca, che da anni opera nel settore dei servizi socio assistenziali e sanitari, ha ritenuto di poter offrire, attraverso la creazione di questo corso, una risposta adeguata a tale situazione di bisogno, attraverso un percorso di formazione per assistenti familiari. L’esperienza dei soggetti proponenti rivela infatti come una delle maggiori criticità sia l’impreparazione delle lavoratrici dal punto di vista professionale, provenienti spesso oltre

che da Paesi diversi anche da percorsi lavorativi e scolastici differenti rispetto al settore dell’attuale impiego. Il corso è un’opportunità per acquisire conoscenze e suggerimenti pratici, interagire con esperti, scambiare esperienze e condividere percorsi. Servirà inoltre per migliorare e perfezionare le proprie competenze professionale e linguistiche. L’obiettivo è quello di formare le assistenti familiari presenti sul territorio, dando la garanzia di una maggiore tutela per l’assistito in virtù delle competenze maturate dall’assistente familiare. Nelle 40 ore di formazione previste ci si pone tra i tanti obiettivi quelli di incentivare la permanenza nella propria casa delle persone non autosufficienti attraverso un servizio di cura di qualità; favorire l’integrazione dei cittadini extracomunitari in un quadro di legalità e coesione sociale, mantenere e/o recuperare il benessere psicofisico dell’utente, cercando di ridurre anche i rischi di emarginazione ed isolamento. Attraverso i moduli formativi si propone inoltre di far acquisire alle partecipanti la capacità di identificazione dei bisogni e delle problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative delle persone anziane, migliorare le loro abilità comunicative, relazionali e sociali in modo da consentire un adeguato rapporto interpersonale con l’utente e, dove presente, con il nucleo familiare. Migliorare le loro abilità legate alla cura e igiene della persona e dell’ambiente approfondendo la loro conoscenza dei principi di educazione alimentare, nozioni di igiene personale e ambientale, elementi di pronto soccorso. Sono stati organizzati 7 incontri in aula, e sempre in aula verranno concordate le giornate di formazione a domicilio. Siamo certi che oltre a fornire una preparazione seria e mirata, ci sarà l’opportunità di creare spazi di condivisione e aggregazione tra le partecipanti, momenti in cui potersi conoscere e confrontare. Anche questa in fondo è una delle nostre priorità. Stefania DE MARCO

Centro polifunzionale psichiatrico di Fossalato

Festa di Natale

Venerdì 16 dicembre dalle 19 Il Centro di Salute Mentale di Portogruaro in collaborazione con Cooperativa Itaca, Cooperativa Carteger, Cooperativa Ape, Consorzio Insieme, Associazione Italiana Tutela Salute Mentale, Movimento Decrescita Felice Livenza-Tagliamento, Gruppo Aquisto Solidale Il Canneto, Banca del Tempo, Associazione Culturale Porto dei Benandanti, Associazione Rumeni, Emergency, Movimento Sindaci per la Pace, Amministrazione Comunale di Portogruaro e tanti altri amici. Presenta Il Gruppo Folkloristico dell’Associazione Rumeni presenterà a Fossalato danze a canti popolari della Romania.

Il programma: • ore 19.00 inizio Festa di Natale con i saluti dei rappresentanti delle Associazioni e dell’Amministrazione Comunale • ore 19.30 presentazione dell’Associazione Rumeni e della serata 1) Canto Natalizio “COLINDE” (che significa andar cantando di casa in casa) 2) Danza Tradizionale di Capodanno “CAPRA” 3) Tre Danze tradizionali rumene 4) Auguri tradizionali rumeni per il nuovo anno, in lingua italiano • Saluti Finali • Buffet offerto dalle Associazioni presenti.


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attualità

Da Sos conciliazione alla nascita dell’associazione

Un aiuto dalla “Banca del tempo”

Prata, i venti soci a disposizione per piccoli lavori domestici e assistenza alle persone Prata di Pordenone Su iniziativa di Elisa De Biasio è nata a Prata la Banca del tempo, associazione che si occupa di mutuo aiuto. La Banca nasce all’interno del progetto “Sos conciliazione”, realizzato dalla Cooperativa Itaca nel corso del 2010 per conto del Comune. Obiettivo principale di questo progetto è il sostegno concreto alle lavoratrici madri, sempre impegnate tra lavoro e casa, fornendo un supporto al loro conciliare gli impegni familiari e lavorativi. Un primo passo è stato quindi l’attivazione dello sportello “Filo di Arianna”, attraverso il quale aiutare le persone in difficoltà nella gestione sia dei figli che dei parenti anziani, a causa degli impegni di lavoro. Sempre in un’ottica di sostegno alla conciliazione famiglia e lavoro, il secondo passo del progetto è stato invece la creazione di una Banca del tempo. In questo caso si è cercato di mettere in relazione tra loro più persone possibile, affinchè gli aiuti che prima venivano forniti dagli operatori Itaca per sostenere la cosidetta “doppia presenza” delle donne al lavoro e in casa, si trasformassero in scambi e in “aiuto reciproco” tra la cittadinanza di Prata.

Dopo una serie di incontri aperti ai cittadini per spiegare il funzionamento di questa Banca particolare, svolti tra il 2010 e i primi mesi del 2011, con la chiusura dei lavori dello sportello “Filo di Arianna” e con il convegno finale del 24 febbraio scorso, la Banca del tempo è ufficialmente partita con un primo gruppetto di soci molto attivi. Attualmente, la Banca del tempo conta una ventina di soci che, coordinati da Flavia Tonon, si mettono a disposizione per piccoli lavori domestici e assistenza a persone. Il tempo impiegato viene regolarmente registrato e ripagato con altrettanto tempo da chi lo riceve. «Nel concreto - spiega Flavia Tonon -, si sono riscoperte la vecchie tradizioni delle famiglie contadine, quando si aiutavano l’un l’altra per mietere il grano, raccogliere il granoturco e vendemmiare». Questa è la Banca del tempo. Romano ZAGHET Gazzettino 5 Novembre 2011 Ed: Pordenone Pagina: 22

Potenziamento cognitivo grazie agli operatori di Itaca

Il metodo Feuerstein ad Azzano

Al Doposcuola comunale il progetto dell’Ambito distrettuale Sud 6.3 Azzano Decimo Presentate alla Casa dello studente le attività del servizio Doposcuola comunale. Un servizio inserito nel Piano dell’offerta formativa dell’Istituto Comprensivo. Per l’anno in corso si sono iscritti circa quaranta bimbi delle primarie e una trentina della secondaria di primo grado, mentre sono 6 domande in lista d’attesa. «Il Doposcuola è uno spazio socio-affettivo accogliente dove i bambini dai 6 ai 14 anni, possono incontrarsi e fare esperienze di relazione, giocare e studiare» sottolinea l’assessore ai servizi sociali, Angelo Bortolus. La cooperativa sociale Scarabocchio di Pordenone che si è aggiudicata l’appalto del Servizio ha presentato il programma delle attività. Per il primo anno sarà proposto a bambini e ragazzi del doposcuola un percorso che porterà a scoprire tutto quello che di bello offre il territorio, predisponendo una

sorta di carta dei servizi. Durante la serata è stato consegnato alle famiglie il patto di corresponsabilità stipulato tra scuola e doposcuola, e si auspica che lo faranno loro, poiché dovranno supportarsi a vicenda per raggiungere comuni finalità educative. Alla serata è stato presentato anche il progetto metodo di studio Feuerstein, sostenuto dal contributo economico e organizzativo dell’Ambito distrettuale Sud 6.3 (Ufficio equipe minori), con la collaborazione della Cooperativa Itaca di Pordenone che fornisce il personale specializzato. Uno dei punti base del metodo Feuerstein è il potenziamento cognitivo che avviene grazie a un tipo di relazione tra l’applicatore del metodo e il bambino - ragazzo, chiamata Esperienza di apprendimento mediato. Gazzettino 25 Ottobre 2011 Ed: Pordenone Pagina: 23

Laura Dri, dell’Ambito di Latisana, ha aumentato la prole e assieme a Niccolò dal 15 ottobre c’è anche Nadia da sfamare. Benvenuta Nadia!


EVENTI

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Insieme Comune, Servizi sociali, Parrocchia e Itaca

A Sesto il Doposcuola fa rete

Servizio socio-educativo pomeridiano per i ragazzi della primaria di Bagnarola Sesto al Reghena (al.co.) Servizio socio-educativo pomeridiano per i ragazzi della scuola primaria di Bagnarola: si parte. Con l’inizio del mese di novembre riprende il doposcuola per le elementari, con un’importante novità. Alla base del servizio c’è infatti una convenzione pubblico-privato, che vede l’integrazione tra il Comune, i Servizi sociali, la Parrocchia Ognissanti di Bagnarola e la Cooperativa Itaca di Pordenone. «La formula scelta - sottolinea il vicesindaco Marcello Del Zotto - intende consolidare l’iniziativa dell’anno scorso, nata in seno all’oratorio Don Bosco grazie alla disponibilità del parroco ed alla preziosa collaborazione offerta dalle famiglie ed in particolare di alcuni

volontari, che ha riscontrato un notevole successo sia in termini di partecipazione che di risultati. Ecco allora che abbiamo voluto continuare ad investire in questo modello attraverso due decisioni: da un lato sostenendo economicamente l’iniziativa, dall’altro affiancando alle volontarie un’operatrice della Cooperativa Itaca». Il servizio socio-educativo, che sarà disponibile per di un massimo di 22-24 studenti, si terrà nei pomeriggi di lunedì, mercoledì, e venerdì dalle 14 alle 17. Gazzettino 26 Ottobre 2011 Ed: Pordenone Pagina: 25

Teatro di comunità e laboratori

“La strada bianca”: un paese raccontato dai suoi abitanti I residenti rivitalizzano il quartiere di Borgomeduna

Pordenone Utilizzare lo strumento del teatro per affrontare in termini diversi il senso di appartenenza territoriale e la relazione tra le generazioni. E’ la nuova sfida accolta dal progetto Genius Loci che domenica 27 novembre, all’Auditorium di Borgomeduna a Pordenone, ha presentato con successo lo spettacolo teatrale popolare “La strada bianca” (ingresso libero) della compagnia Settimo Cielo di Roviano (Roma). Non una decisione calata dall’alto, quella dello strumento teatro, bensì partita dal basso e che, tra l’altro, utilizza e coinvolge risorse proprie del quartiere naoniano. Non solo l’Arlecchino Errante, ma anche la scuola elementare De Amicis, il Deposito Giordani, la Parrocchia di San Giuseppe. Nato da laboratori popolari di raccolta di memorie, scrittura, recitazione e raccolta di musiche, l’auspicio è che il lavoro svolto sinora da Settimo Cielo possa essere di buon augurio ai laboratori che verranno presto proposti a Borgomeduna. Come certamente si ricorderà, il progetto Genius Loci vede il coinvolgimento di Ass6, Provincia e Comune di Pordenone e la stretta collaborazione delle Cooperative sociali ACLI, Fai e Itaca. Passato, presente e futuro, “Ieri oggi e domani” è infatti il tema generale dei laboratori, i cui contenuti saranno poi definito in una fase successiva. A tal fine sono già calendarizzati tre incontri con i residenti nel quartiere: i bambini mercoledì 14 dicembre alle 16,30 alla Scuola De Amicis di via Udine, i ragazzi e i giovani al Deposito Giordani di via Prasecco venerdì 16 dicembre alle 18,30, gli adulti e i “terzisti” alla

Scuola Sperimentale dell’Attore in via Tiziano lunedì 19 dicembre alle 20,30 (Info 0434 520074 Arlecchino Errante). Con i responsabili del Deposito Giordani è già stata fatta una prima scelta di riferimento, tanto che il linguaggio privilegiato del laboratorio sarà la canzone. “Ieri, oggi e domani” sarà declinato in area “cantautore”, in attesa di scelte altrettanto particolari dagli altri laboratori. Anche perché il teatro non è solo recitare commedie, ma giocare, leggere, poetare, danzare, raccontare e anche disegnare, ovvero è trovare il modo per condividere dal vivo emozioni, storie, sogni. Quanto allo spettacolo andato in scena a fine novembre, è nato all’interno di un processo molto simile a quello che si sta portando avanti con Genius Loci e con la scuola sperimentale dell’attore l’Arlecchino Errante, e che proprio per questo si annuncia come oltremodo interessante e di sicuro stimolo per chi poi deciderà di intraprendere il percorso laboratoriale e non solo. L’idea di iniziare il teatro di comunità a Borgomeduna è frutto di una decisione partecipata presa all’interno delle assemblee di quartiere che, con cadenza mensile, si svolgono nell’ambito del progetto Genius Loci.). Genius Loci è un progetto attivo e condiviso tra istituzioni e Cooperazione sociale, realtà associative locali e singoli cittadini, il cui obiettivo è concretizzare, ritrovandola e insieme reinventandola a livello di quartiere, un’idea di comunità effettiva, dotata di una rete di solidarietà sociale e di proficui legami trans generazionali.


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EVENTI Casa di riposo di Muggia (1)

Festa di San Martino in Casa di riposo A Muja il premio per la “casetta più bella”

Muggia Il progetto “San Martin” prevede l’organizzazione di un ricco calendario di attività e laboratori che favoriscano il mantenimento di interessi e partecipazione dell’anziano protagonista di se stesso, per migliorare la quotidianità della vita dei residenti, recuperare una dimensione di socialità e fiducia in grado di poter far loro percepire di possedere risorse, personali e collettive, per far fronte alle difficoltà. Costruendo un minimo di progettualità vitale, sostenendo e supportando attività collettive aperte delle comunità, realizzando un intreccio tra bisogni primari e secondari. Un progetto dunque articolato fondato anche sul miglioramento del clima sociale nella quotidianità delle famiglie e delle comunità anche attraverso esperienze significative di reale intergenerazionalità. Una decina i laboratori: quello di cucina con la preparazione di marmellate, liquori, succhi, crostate e cibi dimenticati; il laboratorio orto con la semina o messa a dimora delle erbe aromatiche poi essiccate per la preparazione di sacchetti o di tisane per rimedi naturali salutari; la raccolta e preparazione dei venchi che serviranno per la costruzione dei cesti; il laboratorio di cucito con la creazione dei sacchetti per la lavanda o la creazione dei coprivasi, centrini o portacellulari fatti con l’uncinetto; il laboratorio Pigotte il cui ricavato va all’Unicef per l’acquisto di un kit salvavita; il laboratorio vendemmia che prevede la raccolta o l’acquisto

di uva da un contadino per poi sgranarla per la preparazione del mosto e del relativo ciclo vinicolo, compresi i vari travasi e l’imbottigliamento; la raccolta delle olive con tanto di viaggio verso il frantoio e conseguente imbottigliamento dell’olio; e poi uscite a tema per la raccolta dei frutti, venchi, olive… ed incontri intergenerazionali con i ragazzi del ricreatorio e delle scuole elementari e medie di Muggia. Tantissimi i prodotti che sono stati poi esposti in una casetta in legno durante la festa di San Martino organizzata dal Comune di Muggia nel mese di novembre, per una iniziativa che si pone obiettivi articolati, in primis educare i giovani consumatori ad un utilizzo consapevole delle risorse alimentari locali nel rispetto della stagionalità dei cicli biologici, nonché recuperare le vecchie tradizioni. Ma anche avvicinare i cittadini di domani e le loro famiglie al mondo rurale, naturalistico, salutistico nella considerazione della vita in senso biologico ed etico. Un occhio attento infine al restituire alla figura dell’agricoltore il prestigio culturale che gli spetta per il ruolo basilare (ed alternativo) che ricopre in seno ad una società ad indirizzo ipertecnologico, così come promuovere tra i giovani nuove ipotesi occupazionali e, nell’ambito delle pari opportunità, stimolare lo sviluppo di settori a vocazione femminile. Antonino FERRARO


EVENTI

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Casa di riposo di Muggia (2)

In gita a… “Castello di Miramare” I racconti nelle parole di alcune ospiti

Muggia E stato veramente emozionante ci racconta Bruna, 98 anni: Sono proprio felice di partecipare a queste uscite, rivedere i luoghi della mia giovinezza è stata per me una gioia immensa. La prima uscita me la ricordo bene, era alla gelateria al Pinguino sul molo Pescheria vicino all’acquario, è stato proprio un bel pensiero portarci lì. L’esperienza più bella in queste prime uscite è stata la visita al castello di Miramare, soprattutto per chi a Trieste ci ha sempre vissuto e sente la nostalgia dei posti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ondina, 94 anni : andar a Miramar xè proprio un bel veder, el parco poi xè stupendo con tutti quei fiori cosi ben curado, rivederlo me gà fato vinir in mente coi ero picia che son venuta con la scola, gavevo 10 ani, accompagnata dalle maestre Paola de Luca e Maria Menegazzi, ara ti che ricordi che me xè tornai in mente dopo tanti ani. Il progetto” In gita a…” è diventato un punto di riferimento dell’Animazione applicata agli anziani in Casa di riposo a Muggia. Il cuore del progetto è l’uscita, ma non si tratta soltanto di portare gli anziani in gita. L’uscita si inserisce in un contesto progettuale finalizzato ad aiutare gli anziani a superare il loro sentimento di isolamento e viene realizzata in maniera da raggiungere determinati obiettivi. Anzitutto rafforzare il senso di progettualità a breve termine, favorire l’interazione degli anziani tra di loro e stimolare lo spirito di gruppo. Ma le uscite servono anche ad allargare le opzioni di svago per gli anziani,

stimolare e praticare la memoria autobiografica, rafforzare l’orientamento spazio-temporale e favorire le relazioni personalizzate fra operatori, anziani e familiari. Per raggiungere tali obiettivi abbiamo individuato una serie di azioni specifiche: in primis individuare gli anziani che possono/ vogliono partecipare al progetto, poi formare i gruppi delle uscite. Fondamentale determinare insieme agli anziani e ai familiari le mete e le date delle uscite, adeguando la destinazione alla storia dei partecipanti e alle condizioni climatiche. Ad esempio, nei mesi freddi si possono privilegiare i posti chiusi, come le chiese, i mercati, i musei e le attività di organizzazione del materiale di documentazione. Tra le azioni anche quella rivolta alla creazione di una relazione significativa con l’anziano, che favorisca per quanto possibile la sua disponibilità alla partecipazione e che gli consenta di vivere serenamente e in sicurezza l’uscita dalla struttura. Necessario sempre e comunque supportare l’anziano per superare le eventuali limitazioni fisiche o psichiche alla partecipazione. Il vademecum prevede anche l’effettuazione di un sopralluogo nel luogo di destinazione della gita, una attività di preparazione di anziani, familiari, operatori e volontari per stimolarne la partecipazione, oltre alla organizzazione di materiale di documentazione, per raccontare e ascoltare i racconti degli anziani, raccogliendo le foto in album di viaggi. Documenti che successivamente saranno mostrati e commentati con l’apporto di tutti. (AF)


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Casa di riposo di Muggia (3)

La vendemmia

Muggia (af) Pina: “Mi go sgranà l’uva e dopo i ga struccà i chicchi e i ne ga dito che beveremo el vin, ma mi non so se poderemo…”. Eugenia: “Mi go sgranà i chicchi e go visto che tante anche le magnava qualchedun, ma mi no perché, anche se i chicchi iera bei, la iera tuta tacadiza. Tante diseva:-Che bona uva, che bona!Comunque, dopo che i ga passà l’uva mi non so cossa che i ga fatto, forsi i ga zà bevù tuto!”. Mira: “Mi go sgranà l’uva e go magnà anca tanta: - e te sa che dopo go dovù andar via perché l’uva ga fatto el suo effetto nella mia panza, te sa che fa? xè come cior l’oio de rizino!”. I ga comunque dito che i ne farà saggiar anche un bicerin de vin de l’altro ano, desso ‘sto mosto i lo ga messo a riposar zò in cantina e tra qualche giorno lo travasemo”. Giuseppina: “Ho sgranato l’uva e poi mi hanno fatto salire in alto, sopra al macchinario, ero assieme a mia figlia è stato bello schiacciare l’uva, così io schiacciavo

con le mani e poi veniva di nuovo pressato con il macchinario”. Nada: “Mi go sgranà e magnà e bevù. Se gavemo divertì e cantà. Xe stà bel e gavemo passà 2 ore senza pensieri!”. Pina ne conta: “…Ierimo tute col fazoleto in testa come le contadine, iera una bellissima uva che gavemo sgranà. Sai bona anche la merenda, sai boni i sardoni e gavemo anche cantà. Se ga passà sai ben e i ga dito che ‘sto vin i ne lo darà col sarà ancora dolzin”. Mari: “Me gò divertido me piaseva sgranar l’uva, poi son salita sulla sgranatrice, iera divertente mi sgranavo e Toni girava la ruota della sgranatrice, per mi quando xè festa xè sempre bel a parte una cosa me xè restade le mani e le unghie nere per tre giorni”. Sofia: “Me gò tanto divertido son tanto contenta, iera sai bel perche anche perché proprio quel giorno xè venuta a trovarme mia fia de Feltre e se gà tanto meraviglià de sta festa, non la credeva che se potessi far la vendemmia in casa de riposo, boni i sardoni salai che ga porta Tonino me ga fato venir in mente quei che fazeva mio mari”.

Buon Natale da Villa Sartorio Trieste Provo a cimentarmi nell’ardua impresa di scrivere un articolo per la Gazzetta. Ardua impresa perché non saprei da dove iniziare e perché, in realtà, anche questa volta, quando la nostra Rap Caterina menziona la Gazzetta quale strumento per raccontare quello che facciamo ho cercato di defilarmi volgendo altrove il mio sguardo. Conoscendomi, sull’onda dell’entusiasmo mi sarei anche autocandidata come autrice del reportage… devo dire che la tecnica di mio fi-

glio funziona (guardare fuori dalla finestra alla ricerca di foglie in caduta ti aiuta a non concentrarti, a distrarti e quindi a essere meno attenti… in questo caso a non cadere nella tentazione dell’autoinvito scrivano). Come potete vedere, anzi leggere, alla fine mi sono autocandidata comunque. Essendo una nuova collega ma, permettetemi, vecchia di attività, comincio con il presentarmi. Mi chiamo Brunella, sono la coordinatrice del Centro Aism di Villa Sartorio e svolgo questa mansione da circa tre anni, salvo una piccola


EVENTI

pausa che mi ha vista più attiva sul fronte educativo. Ho 35 anni e vivo a Trieste assieme al mio compagno e a mio figlio Davide di 7 anni. Essendo una new entry di Itaca ogni evento, invito, incontro e/o “chiamata” per me è una novità… ecco perché era solo la seconda volta che partecipavo a una riunione dei coordinatori. Riunione che in questo caso si è tenuta a Udine il giorno 18 novembre. Sono arrivata a Udine in una giornata fredda ma con un bel sole, in anticipo, per deformazione, e alcuni di voi erano ancora impegnati nella riunione con Bianca, ho pensato quindi di aspettare e magari nell’attesa riordinare davanti a un caffè i mille pensieri sulle mille cose da fare non solo a Villa Sartorio. Sono stata invece raggiunta da Caterina che con vero piglio da global marketing manager mi ha invitata ad entrare e a vedere quanto era esposto su una scrivania. Complice la luce che entrava dalla finestra mi si è aperto un mondo di colori. Collane, braccialetti, orecchini in pendant, materiali tra i più disparati possibili, alcuni ritrovati nella filosofia del recupero altri ricercati tra quelli di più tendenza e mercato, pietre colorate, perline di ogni misura e grandezza… insomma manufatti per tutti i tipi di gusti, da quello un po’ più ricercato da “signora per bene” a quelli più divertenti e portabili per enfatizzare una mise semplice e per ogni giorno. Io sono una grande appassionata di shopping… alla vista di tutto quel luccichio ho pensato che tutto sommato la giornata non poteva che cominciare meglio. In realtà la visione luccicante era accompagnata anche da una spiegazione ben più nobile. Caterina infatti ha spiegato ai presenti che tutti i monili sulla scrivania erano in vendita a scopo umanitario, creati da un’amica ostetrica che li realizzava e vendeva per poi comprare e/o donare il ricavato al fine di acquistare quanto di utile alle sue colleghe burkinabé. Per chi come noi lavora nel sociale e si scontra e incontra ogni giorno con i problemi quotidiani della solidarie-

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tà, dell’umanità e non da meno della civiltà, credo non potevo rimanere indifferente a un’iniziativa simile, soprattutto e perché i coordinatori presenti erano tutte… donne. L’ouverture dell’incontro è stata tutta un...: “…guarda questo come ti sta bene”, “…aspetta ne compro un altro per mia madre”, “…tò questo sarebbe carino per la mia amica a Natale”, “…aspetta che prima di prenderlo chiedo un parere”, “…ma non ce ne sono di altri uguali che poi la mia amica si lamenta…”. Il tutto sotto lo sguardo vigile di Caterina che in piena fase “marketiniana” consigliava e sconsigliava su un acquisto piuttosto che su un altro, e sotto quello di Michele, il nostro Cap, che a volte, alzando lo sguardo al cielo, non vedeva l’ora di chiudere la seduta acquisti per parlarci delle divise e delle scarpe dpi. Ovviamente, anche per chi ci legge dall’alto il dopo è stato un vero e proprio incontro di lavoro, dove io un po’ in disparte ho ascoltato e aderito quasi in punta di piedi, essendo ancora leggermente fuori gruppo (ma suvvia sono arrivata il 1° di aprile…). Acquisite come ogni volta tutta una serie di informazioni e di comunicazioni di servizio esco dalla riunione pensando che ciò che ho visto oggi è stata una visione piacevole del nostro lavoro, che anche in un contesto professionale e serio c’è sempre un po’ di margine per un po’ di socializzazione, per conoscersi e scoprire i lati “umani” di tutti noi. Oggi ho appreso anche una notizia accolta con un po’ di rammarico da tutti, Michele per un po’ di tempo cambierà mansione andando a coordinare quel di Merano. Io lo conosco davvero poco e da pochissimo tempo, ma dal calore umano che ha ricevuto questa notizia credo di non essermi sbagliata a pensare che fosse una brava persona. Augurando a Michele buon lavoro per questo nuovo incarico auguro a tutti voi un Natale speciale. Brunella BRUNI


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FORMAZIONE

Formazione delle professioni socio-sanitarie

Professioni sociali: facciamo il punto Oss, competenze minime, Ota, Adest

San Daniele del Friuli Si è tenuto lo scorso 20 ottobre a San Daniele Del Friuli un seminario regionale dal titolo “Professioni sociali: facciamo il punto”. In rappresentanza dell’amministrazione regionale, sono intervenuti Giuseppe Bazzo dell’assessorato alla Salute e Luigina Leonarduzzi della Direzione centrale Lavoro e formazione. L’intervento è stato promosso da Agci Solidarietà Fvg, Confcooperative e Legacoopsociali. Sono state invitate a partecipare le cooperative sociali e le rappresentanze sindacali, per confrontarsi insieme sulle problematiche formative del settore. In questo breve articolo riporto quanto ho potuto annotare rispetto all’intervento della Leonarduzzi in merito alla formazione dell’Oss, che, come è noto, è articolata in prima formazione del personale non qualificato attraverso le competenze minime ed in acquisizione del titolo Oss per personale già con competenze minime con titoli Ota, Adest e similari, ovvero titoli stranieri. Negli ultimi dieci anni la Regione Friuli Venezia Giulia ha formato 4 mila Oss e da giugno 2005 a giugno 2010 3mila 300 persone hanno acquisito le competenze minime. Nel 2011 sono stati approvati dalla Direzione regionale ulteriori corsi di competenze minime (al momento 12 per occupati e 14 per disoccupati), si stimano che verranno formate altre 280 persone. Nei primi mesi del 2011, la Regione ha raccolto le manifestazioni d’interesse a conseguire la qualifica Oss, da parte di oltre 2.500 persone, tra cui si sono evidenziate: 1217 persone in possesso delle competenze minime

o similari, 190 persone in possesso del titolo di Adest, 35 persone in possesso del titolo di Ota, 155 tecnici dei servizi sociali, 237 persone senza titolo ma in possesso del solo credito lavorativo, 530 persone in possesso di titoli stranieri, 407 persone con titoli non attinenti/dirigenti di comunità/assistenti all’infanzia/diplomi vari. Leonarduzzi ha confermato che a breve saranno bandite le misure compensative con le linee guida e le ipotesi di lavoro. I corsi saranno affidati agli enti di formazione che garantiranno l’offerta formativa sul territorio regionale Gli enti di formazione valuteranno i crediti formativi e lavorativi posseduti da ciascuno, gestiranno le selezioni e la verifica delle competenze. Due saranno, indicativamente, i blocchi dei percorsi: un blocco A della durata di 250 ore per gli Adest, Ota, infermieri stranieri non riconosciuti in Italia, tecnici dei servizi sociali con i 5 anni; un blocco B con durata del percorso di 500 ore per chi è in possesso delle competenze minime, operatori sei servizi sociali con i 3 anni, titoli stranieri ausiliari non infermieri. Confermato il tirocinio in ospedale di 120 ore, ma dovrebbero essere attuate delle forme di riconoscimento delle competenze attraverso, ad esempio, la formula del training on the job, l’elaborazione di un Pai, oppure con la supervisione sul posto di lavoro. Le informazioni che ho riportato in questo articolo sono da intendersi a carattere indicativo, in quanto potranno essere confermate solo da una successiva e speriamo imminente comunicazione ufficiale della Regione. Chiara PIZZATO

La formazione continua obbligatoria ECM Riassunto della puntata precedente

Pordenone Dall’1 gennaio 2011 è entrato in vigore il nuovo programma ECM, regolamentato dagli Accordi Stato Regioni del 7 agosto 2008 e del 5 novembre 2009, dalla Determinazione della Commissione Nazionale ECM del 13 gennaio 2010 e dal DPCM del 26 Luglio 2010. Il sistema di accreditamento è stato trasferito dal sito del Ministero della Salute a quello dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (www.agenas.it). Ogni operatore della Sanità deve acquisire, per il triennio 2011-2013, 150 Crediti formativi E.C.M, sulla base di 50 (minimo 25, massimo 75) ogni anno. Il Programma ECM deve ritenersi obbligatorio per tutti gli operatori sanitari dipendenti, convenzionati o liberi professionisti. I Crediti formativi E.C.M. vengono attribuiti dalla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, tramite gli organizzatori (provider) delle attività forma-

tive accreditate in conformità ai criteri ed alle modalità definite dalla stessa Commissione Nazionale. La nuova fase dell’ECM contiene molte novità e si presenta quale strumento per progettare un moderno approccio allo sviluppo e al monitoraggio delle competenze individuali. A partire dal 2011 verranno riconosciute ai fini ECM le seguenti tipologie di aggiornamento: 1. Formazione Residenziale 2. Convegni e congressi 3. Formazione residenziale Interattiva 4. Training individualizzato 5. Gruppi miglioramento o di studio, commissioni, comitati Attività di ricerca 6. Audit clinico e/o assistenziale 7. Autoapprendimento senza tutor (FAD) 8. Autoapprendimento con tutor (FAD) 9. Docenza e tutoring + altro


FORMAZIONE Per convegni, congressi, simposi e conferenze (tipologia 2), per gruppi di miglioramento (tipologia 5), per attività di ricerca (tipologia 6), per docenze e tutoring (tipologia 10) nei tre anni il numero massimo di crediti acquisibili non può eccedere il 60% di 150, vale a dire 90 crediti nei 3 anni. Per i crediti da Fad con provider non italiani (EU, USA e Canada) il certificato ottenuto dal provider Fad straniero deve essere trasmesso a cura del professionista all’ordine, collegio o associazione professionale e registrato con il 50% dei crediti attestati. Solamente per gli infermieri: il numero massimo di crediti acquisibili attraverso la partecipazione ad eventi FAD con o senza tutoraggio (tipologia 8 e 9) non può eccedere il 60% di 150, vale a dire 90 crediti nei 3 anni. L’Azienda Sanitaria provvederà a registrare l’attività di tutoraggio nella formazione base e post base di tutte le professioni sanitarie. A richiesta fornirà ai

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singoli professionisti la Documentazione che dovrà essere indirizzata all’Ordine Professionale o al Collegio per l’emissione dell’attestazione e erogazione dei crediti. Sono acquisibili 4 crediti per mese di tutoraggio, con il Limite di utilizzo del 50% dei crediti di ogni anno (25 crediti). La nuova ECM vincola in modo diretto il numero di partecipanti e il numero di crediti da assegnare ai singoli eventi (nella formazione residenziale fino a 20 partecipanti il numero di crediti per ora è di 1,25, da 21 a 50 partecipanti 1,20, da 51 a 100 partecipanti 1 credito). Ciò comporta che chi si presenta senza iscrizione ed autorizzazione oppure in soprannumero rispetto ai partecipanti previsti in fase di progettazione e validi ai fini ECM non può partecipare all’evento a nessun titolo. Ufficio formazione

Tirocinio alla Sarcinelli Cervignano del Friuli Mi chiamo Patrizia Tavaris e sono una dipendente Itaca presso la Casa di riposo Sarcinelli di Cervignano del Friuli da poco più di 2 anni, ho conseguito quest’anno il diploma di “Dirigente di Comunità” presso l’Istituto Deledda di Trieste e dovendo assolvere un tirocinio formativo ho pensato di poterlo svolgere in Itaca, consapevole dell’attenzione che la nostra Cooperativa ha rispetto alla formazione. Il tirocinio ha avuto una durata di 100 ore, si è svolto per una piccola parte presso la Casa di riposo di Fogliano e per la restante parte alla Sarcinelli. Mi sono approcciata in quest’occasione a molti aspetti del coordinamento di una struttura residenziale, cogliendo la complessità del ruolo che ne compete. Ho appreso, seppur nel poco tempo a mia disposizione, nozio-

ni inerenti la gestione dei turni del personale, aspetti economico – burocratici, documentazione e formazione di un nuovo assunto… e molto molto altro. Personalmente ritengo che questa occasione sia stata utilissima per vedere il funzionamento di una Casa di riposo da un’altra angolazione, non quella del reparto, ma quella di chi si trova a dover gestire quotidiane problematicità, questo dovrebbe a mio avviso essere sperimentato da tutti per poter contribuire ad un miglioramento del sistema e per un buon e sano lavoro di gruppo. Colgo l’occasione per ringraziare la Cooperativa Itaca, la responsabile di area Anna La Diega, Luisa Bini e la mia coordinatrice Nereyda Cruz per la gran disponibilità. Patrizia TAVARIS

Servizi per l’ecobenessere

G – factor®

Facilitazioni per i soci Itaca Ronchis di Latisana Una formazione innovativa? Hai mai pensato di fare un’esperienza diversa dalle solite? Vorresti provare una nuova idea di vacanza, ti piacerebbe vivere in un cottage inglese, lavorando su te stesso con un gruppo di professionisti? G-factor® è un pool di specialisti che si occupa di programmi e strategie per il benessere personale e nelle relazioni umane. I servizi hanno alla loro base i principi dell’ecosofia e dell’ecoterapia, si rivolgono a singoli, famiglie e gruppi, oltre che ai professionisti e alle aziende. L’autentica novità del programma è che è strutturato

come una vacanza alternativa. I corsi e le attività si svolgono infatti in un contesto per lo più sconosciuto agli italiani: la campagna inglese. Oltre a seguire i corsi programmati e a partecipare alle attività previste, sarà possibile soggiornare in un tipico cottage inglese, situato in bellissime zone di rilevante interesse naturalistico e culturale (Oxford, distretto dei laghi, Devon, Cambridge). G-factor è rivolto a tutti coloro che intendono ridurre la fatica mentale e lo stress, combattere il disagio, aumentare l’autostima e la capacità di prendere decisioni, riequilibrare il proprio benessere psicologico con i ritmi della propria vita. In particolare, si rivolge anche a quanti vogliono ottenere rilevanti benefici nella capacità


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di connettersi con l’ambiente, valorizzare le potenzialità personali fisiche e psichiche, accrescimento le facoltà sensoriali, migliorare gli stati meditativi e creativi. Corsi, lezioni, esercizi e attività saranno pensati dopo aver incontrato i soci/dipendenti della Cooperativa sociale Itaca interessati eventualmente a partecipare, in modo da sviluppare un programma che tenga conto delle esigenze dei soci stessi. Chi vorrà partecipare al programma potrà avere un incontro con il nostro staff in modo da rappresentare le aree nelle quali desidera avere dei benefici, seguirà l’elaborazione di un programma personalizzato per il cliente. La stessa modalità di intervento sarà adottata per la famiglia, i gruppi, le associazioni e le aziende. La proposta comprende sempre viaggio aereo per/da

Londra, tutti i trasferimenti, soggiorno in cottage o tipica dimora inglese (in ogni caso di standard elevato), breakfast, pranzo (al sacco in caso di lunghe escursioni), cena, ingressi. Info: Associazione G-factor® Via dei Lassùs 12 33050 Ronchis (Udine) 347 4963543 / 339-5352448, gfactor.cb@gmail.com e studioneridemonte@gmail.com Sconti e agevolazioni per i soci Itaca La percentuale di sconto è del 15-20% per ogni singolo socio/dipendente della Coop Itaca. I costi effettivi variano dal periodo (dai 1300 ai 1800 euro a settimana).

Letti per voi Ve li leggiamo, ve li recensiamo, ve li consigliamo ma soprattutto... ve li compriamo!

Trilogia della frontiera - Cormack Mc Carthy Se la produzione letteraria di Cormack McCarthy si potesse rappresentare visivamente come un complesso montuoso, probabilmente la Trilogia della Frontiera si identificherebbe con le tre vette più alte. Verosimilmente gli altri scritti completerebbero mirabilmente il complesso montuoso McCarthy e sarebbero comunque tutti monti sopra gli ottomila metri. Scritta tra il 1992 e il 1998, è composta da Cavalli Selvaggi, Città della pianura, e Oltre il confine, tutti ambientati tra il Texas e il Messico in un periodo che sfiora e attraversa la seconda guerra mondiale. Cavalli Selvaggi racconta le vicende di John Grady Cole e del suo amico Rawlins, che appreso dell’imminente chiusura del loro ranch decidono di partire alla volta del Messico per trovare lavoro come cowboy. Lungo il viaggio incontreranno Blevins, un ragazzino un po’

bugiardo e sbruffone, ma in fondo molto spaventato da qualcosa di cui si ostina a non parlare, che sarà l’artefice di tutti i guai che seguiranno nel libro, alcuni dei quali dal tragico epilogo. In Oltre il confine viene narrata la storia Billy Parham e suo fratello Boyd che si interseca con quella di una lupa che sta seminando il terrore negli allevamenti di bestiame del luogo. Quando riescono a catturarla decidono che anziché consegnarla al loro padre e dunque ad una morte certa, la porteranno in Messico, tra quelle montagne dove si suppone sia la sua casa, per restituirla all’ipotetico mondo originario. Città della Pianura ritrova i protagonisti dei primi due romanzi, John Grady Cole e Billy Parham a lavorare come cowboy per un allevatore del New Mexico e condurre un’esistenza tutto sommato tranquilla, sino


letti per voi a quando l’incanto si spezza in seguito all’incontro e all’innamoramento tra Grady Cole e una giovanissima prostituta messicana. E’ difficile dire cosa colpisca di più di questi tre splendidi romanzi di McCarthy, perché molti sono i temi e diversi livelli di lettura. Per cominciare dal concetto di frontiera, inteso come luogo fisico ma anche, e soprattutto, come piano dell’esistenza. Un confine che è prima di tutto una meta, un lontano luogo d’approdo lungo il cui cammino la vita può cambiare radicalmente. Un confine divide gli Stati Uniti dal Messico, e un altro meno palpabile divide l’adolescenza dalla maturità. I protagonisti dei libri di McCarthy sono dei giovani ragazzi, eppure esibiscono un’attitudine da adulti. Parlano poco, giusto l’essenziale, e hanno già imparato a dare il giusto valore a quelle poche cose che rendono dritta la spina dorsale di un uomo: la fedeltà a un amico, l’onestà del lavoro, il non tradire se stessi. Sono animati dall’irresistibile desiderio di ricerca. Come un moderno richiamo della foresta, lasciano le famiglie non sentendo più di appartenervi. Non per mancanza di affetto, ma per la più primordiale consapevolezza di appartenere ormai a qualcos’altro, e dunque obbligati dalla loro natura a capire cosa sia questo qualcosa, ed a cercarlo con ostinazione. Il Messico è il loro Eden. Là crederanno di trovare ciò che a un uomo basta per vivere, pronti ad affrontare tutte le prove che il destino gli metterà in conto. Il loro è un viaggio nelle profondità della meravigliosa natura americana, fatta di cieli sterminati e di distese di terra i cui confini sfuggono a qualsiasi sguardo. Un viaggio che è anche riscoperta del primordiale rapporto tra l’uomo e la natura, in antitesi a qualsiasi sostrato (materia e forma) di civiltà. E’ questo un topos letterario che in McCarthy dimostra di non essere mai tramontato, e che da Mark Twain a Kerouac percorre come un lungo fiume il bellissimo corso della letteratura americana. E’ nella natura che l’uomo trova i suoi pensieri più genuini, le risposte a domande taciute o mal poste, in una parola la propria casa. Ed è nella natura, più che nel Messico in sé (qui solo simbolo di uno stato mentale) che Grady Cole e Rawlins sembrano finalmente trovare la pace, quella sorta di personale paradiso terrestre che consiste nel semplice avanzare dei giorni, senza grandi aspettative e traendo soddisfazione dal semplice far bene il proprio lavoro. E’ qui che McCarthy colloca i due ragazzi nell’ultimo dei tre libri, Oltre il confine. Li ritroviamo stretti da un’amicizia inevitabile per spiriti così affini, a fare quello che avevano sempre desiderato fare: i cowboy. A non desiderare nient’altro, appagati e con quel fuoco di impazienza che sembra finalmente spento. Ma il paradiso terrestre ha le sue regole, e chissà quanto volontario riferimento alle Sacre Scritture c’è nel far finire tutto con la passione di Cole per una donna. Conosciuta la sua Eva, e morso il frutto proibito, tutto precipita inevitabilmente. C’è nell’intera trilogia un senso di tragico sempre incombente, ma mai così forte come nella tragedia che si profila dal momento in cui l’amore tra Grady

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Cole e la prostituta si rivela impossibile da compiere. Assistiamo impotenti, pagina dopo pagina, al montare della fine di tutto. Un dolore che Rawlins, indenne sino a quel momento alle gioie ma anche agli strazi dell’amore, tenta in tutti i modi di evitare all’amico, invano. Per la prima volta John Grady Cole non sembra così adulto, ma solo quello che alla fine è: un ragazzo impazzito per una donna, che si ostina a combattere una battaglia che ha già perso. Il confine è attraversato, e oltre l’Eden si trova anche l’inferno. A questo i due ragazzi non erano preparati. Difficile non divorare questi libri, non desiderare che durino per sempre. Merito della scrittura di McCarthy, lirica ed essenziale allo stesso tempo, asciutta nei dialoghi e in quei pochi tratti che servono a descrivere i personaggi. Ogni parola è necessaria, nessuna superflua. La narrazione è nel contempo avvolgente. Noi leggiamo e siamo con John Grady Cole, a cavallo verso il Messico, con la paura che si avvolge alla speranza e ne fanno un tutt’uno che non si capisce più cosa sia l’una e cosa l’altra. Dormiamo all’aperto, accanto ai cavalli, con un orecchio sempre vigile e la pistola sotto il sacco a pelo. Proviamo affetto verso questi ragazzini uomini, che non tradirebbero un amico nemmeno se prossimi a morire, e che tra scegliere la strada facile o la strada difficile scelgono sempre la strada giusta. McCarthy racconta in questi libri un’America che non c’è più. Un’America la cui eco lontana si può trovare solo andandola a cercare a fondo, e abituandosi al silenzio. E racconta un’altra, ennesima perdita dell’innocenza del popolo americano, sempre alla ricerca di una maturità che sembra non trovare mai. Ma forse, come diceva quel poeta greco, non è la meta che conta. Ma il viaggio Biografia e produzione letteraria: Cormac McCarthy, nato nel Rhode Island nel 1933, è cresciuto in Tennessee dove ha frequentato l’Università, abbandonandola per ben due volte. Entrato nel ‘53 nell’esercito, vi è rimasto per quattro anni due dei quali passati in Alaska. Attualmente vive a El Paso, in Texas, lontano dal clamore. McCarthy uomo schivo e quasi leggendario non concede interviste e non frequenta gli ambienti letterari e mondani come ci si aspetterebbe da uno scrittore di grande fama. In questo senso è stato definito insieme a J. D. Salinger e Thomas Pynchon uno degli scrittori invisibili. Il guardiano del frutteto - The Orchard Keeper (1965); trad. Silvia Pareschi, Torino: Einaudi, 2002 Il buio fuori - Outer Dark (1968); trad. Raul Montanari, Einaudi, 1997 Figlio di Dio - Child of God (1974); trad. Raul Montanari, Einaudi, 2000 Suttree – Suttre (1979); trad. Maurizia Balmelli, Einaudi, 2009


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letti per voi

Meridiano di sangue - Blood Meridian, or The Evening Redness in the West (1985); trad. Raul Montanari, Einaudi, 1996 Trilogia della frontiera - Border Trilogy (in ed. Einaudi con prefazione di Alessandro Baricco): Cavalli selvaggi - All the Pretty Horses (1992); trad. Riccardo Duranti, Napoli: Guida, 1993; trad. Igor Legati, Einaudi, 1996 (vincitore National Book Award 1992 e National Book Critics Circle Award 1992) Oltre il confine - The Crossing (1994); trad. Rossella Bernascone e Andrea Carosso, Einaudi, 1995 Città della pianura - Cities of the Plain (1998); trad. Raul Montanari, Einaudi, 1999 Non è un paese per vecchi - No Country for Old Men (2005); trad. Martina Testa, Einaudi, 2006 La strada - The Road (2006); trad. Martina Testa, Einaudi, 2007 (vincitore James Tait Black Memorial Award 2006 e Pulitzer Prize for Fiction 2007) Se, non del tutto convinti dalle poche righe scritte qui sopra, state fluttuando ancora in uno stato di incertezza, ecco un incantevole passo del libro che risolverà d’incanto i vostri dubbi e vi farà scapicollare il più velocemente possibile presso la fornitissima biblioteca della Cooperativa Itaca sita in Vicolo Selvatico n°16. Varcherete con impeto la soglia e chiamerete a gran voce il nome di Fabiana Pignat per richiedere l’agognato libro. Rapidamente e destramente lei vi recupererà il volume. È presente nel catalogo ed è li che vi attende. Da: Oltre il confine di Cormack Mc Carthy Quando si spostarono a sud della Grant County, Boyd era un bambino e la nuova contea chiamata Hidalgo aveva solo qualche anno più di lui. Nella terra che avevano lasciato erano sepolte le ossa di una sorella e della nonna materna. La nuova contea era fertile e selvaggia. Si poteva cavalcare fino al Messico senza mai incontrare una staccionata. Portava Boyd davanti a sé sull’arcione e gli diceva i nomi di tutto ciò che vedevano, terra e alberi e uccelli e animali, in spagnolo e in inglese. Nella casa nuova dormivano in una stanza accanto alla cucina e la notte a volte stava sveglio e al buio ascoltava il respiro del fratello addormentato e gli sussurrava i progetti che aveva per entrambi e la vita che avrebbero fatto. Una notte di quel primo inverno si svegliò udendo il latrato dei lupi nelle basse colline a ovest e sapeva

che con la nuova neve sarebbero scesi in pianura a cacciare le antilopi al chiaro di luna. Prese dalla sponda del letto i pantaloni e il giaccone di pelle foderato di lana scozzese e gli stivali da sotto il letto e andò in cucina, dove si vestì al buio, al debole tepore della stufa; sollevò gli stivali alla luce della finestra per capire quale fosse il destro e quale il sinistro, li infilò, si alzò, andò alla porta della cucina e uscì, richiudendosi la porta alle spalle. Quando passò accanto al fienile i cavalli si lamentarono appena nell’aria fredda. La neve scricchiolava sotto gli stivali e il respiro si condensava nella luce bluastra. Un’ora dopo era rannicchiato sulla neve del letto asciutto del torrente dove sapeva che erano passati i lupi: c’erano le loro impronte sulla sabbia e sulla neve. Erano già scesi nella pianura e quando attraversò il ventaglio di ghiaia dove il ruscello deviava a sud nella valle, vide il punto in cui i lupi l’avevano attraversato prima di lui. Proseguì carponi con le mani dentro le maniche per ripararle dalla neve, e quando raggiunse l’ultimo dei bassi ginepri oltre il quale si stendeva la valle aperta sotto gli Animas Peaks, si rannicchiò per riprendere fiato e poi lentamente si alzò a guardare. Correvano nella pianura tormentando le antilopi che si muovevano come fantasmi sulla neve disegnando cerchi; tutt’intorno s’alzava una polvere bianca al chiaro di luna e il fiato degli animali saliva pallido come fumo nell’aria fredda, come se dentro di loro ardesse un fuoco; nel silenzio i lupi volteggiavano, si contorcevano e spiccavano balzi e parevano appartenere a un altro mondo. Scesero nella valle, seguendone la curva e poi si allontanarono nella pianura finché non furono che minuscole figure in quel biancore vago; poi scomparvero. Aveva molto freddo. Attese. Tutto era immobile. Solo il fiato gli diceva da che parte tirava il vento e l’osservava apparire e svanire, apparire e svanire continuamente davanti a sé. Attese a lungo. Poi li vide arrivare. Saltavano e volteggiavano. Danzavano. Infilavano il muso nella neve. Volteggiavano e correvano e si alzavano a coppie in una danza su due zampe, poi riprendevano a correre. Erano sette e passarono a poco più di sei metri da lui. Vide i loro occhi a mandorla alla luce della luna. Ne udì il respiro. Sentì la presenza della loro consapevolezza come elettricità nell’aria. Si raggrupparono, si fiutarono, si leccarono. Poi si fermarono, con le orecchie dritte. Qualcuno si portò la zampa al petto. Lo guardavano. Trattenne il respiro. Trattennero il respiro. Immobili. Poi si voltarono e trotterellarono via quieti. Quando tornò a casa Boyd era sveglio, ma non gli disse dov’era stato né cosa aveva visto. Non lo disse mai a nessuno... Giovanni GUSTINELLI


RICERCA PERSONALE AREA TERRITORIALE ANZIANI Ricerchiamo per Servizio di Assistenza Domiciliare Monfalcone (GO) Addetta all’assistenza • Si richiede: Qualifica OSS/ADEST/OTA; esperienza minima; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Ricerchiamo per Centro Diurno Gaiarine (TV) Addetta all’assistenza • Si richiede: Qualifica OSS; esperienza minima; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

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Ricerchiamo per Comunità per Disabili Trieste Addetta/o all’assistenza • Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Ricerchiamo per Comunità per Disabili Gorizia Addetta/o all’Assistenza • Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AREA RESIDENZIALE ANZIANI Ricerchiamo per Casa Di Riposo Muggia (TS) Addetta/o all’assistenza • Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza minima; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali, incentivi non contemplati nel Contratto Nazionale.

AREA disabilità Ricerchiamo per Comunità per Disabili zona Udine Addetta/o all’Assistenza • Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Le domande vanno inviate ad uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca - Ufficio Risorse Umane 1. Vicolo Selvatico n. 16 - 33170 Pordenone 2. e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it 3. Telefono: 0434-366064; 4. Fax: 0434-253266

Redazione: Fabio Della Pietra - Cooperativa sociale Itaca In copertina La consegna del Premio Nobel a Wangari Maathai www.rosauk.org Impaginazione / Grafica: La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste Stampa: Rosso Grafica&Stampa - Gemona del Friuli (Ud) Numero chiuso il 6 dicembre alle ore 15.00 e stampato in 1250 copie


Itaca in Assemblea

Pordenone 25 novembre 2011


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