Gazzetta Luglio 2012

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS

“1° Open Day FAB” Il 19 luglio ore 9-21 a Pordenone in via San Francesco 1/C

Itaca a Folkest Saba Anglana in concerto il 22 luglio a Pordenone

Buon compleanno Itaca Soci in festa a Pordenone il 21 luglio

N°07/2012 www.itaca.coopsoc.it

ITACA presenta FAB L’INCUBATORE D’IMPRESA 07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 1


FAB! ...dove l'innovazione sociale crea sviluppo www.i-fab.it info@i-fab.it

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editoriale di Leo Tomarchio Presidente

Lo possiamo fare! Pordenone Il 29 giugno di vent'anni fa un gruppo di persone ha voluto scommettere sulla nascita e lo sviluppo di una impresa cooperativa come modello organizzativo vincente, una palestra di democrazia e di concretizzazione dei diritti, sia lavoratori che cittadine e cittadini con cui ogni giorno ci adoperiamo nei servizi. Responsabilità rigore e riconoscimento sono le parole chiave che hanno permesso alla Cooperativa sociale Itaca di affermarsi come un'impresa sana e riconosciuta. Dopo vent'anni i fatti ci dimostrano che il modello era un modello vincente e sostenibile. Nonostante la attuale crisi economica e sociale, il modello mutualistico tiene e dimostra i suoi punti di forza ovvero occupazione, servizi con standard qualitativi di alto livello, innovazione, gestione oculata delle risorse, attenzione all'ambiente ed alle persone. Questi sono i capisaldi che ci accompagnano e ci permettono, ancora ad oggi, uno sviluppo sostenibile per noi e per gli altri. Attualmente Itaca conta 1400 lavoratori, soprattutto socie. Siamo presenti con i nostri servizi in tutto il Friuli Venezia Giulia, nel Veneto orientale e nell’Alto Adige. I milioni di euro di fatturato che Itaca sviluppa sono 35, l’80% dei quali nella nostra regione. Questi numeri sono stati possibili grazie alla grande competenza, professionalità, dedizione e serietà delle persone che lavorano in Cooperativa. Non posso non dedicare il primo pensiero a tutte quelle socie che tutti i giorni, tutte le notti, festività comprese, operano nei servizi agli anziani, siano essi in strutture residenziali o sparsi per il territorio, nei servizi ai minori in stato di disagio o per la promozione del loro agio, nei servizi della salute mentale, nelle comunità per le persone con disabilità. Ed è soprattutto grazie a loro che Itaca oggi è la grande realtà che è diventata. A loro un sentito ringraziamento per tutto quello che hanno fatto e continueranno a fare. E’ anche grazie a loro che molti committenti continuano a darci fiducia e ci scelgono come loro partner. Anche alla committenza mi sento di mandare un sentito ringraziamento per il riconoscere in Itaca un interlocutore serio, affidabile e soprattutto credibile. Credo che l’attenzione alla persona sia il filo conduttore che ci ha fatto muovere e progredire in questi anni. E proprio questo filo conduttore e la maturità raggiunta ci consentono oggi di poterci presentare con una nuova scommessa che offriamo alla comuni-

tà e che intendiamo perseguire con la stessa. Sono felice di poter affermare che Itaca con lo stesso vigore ed energia di vent'anni fa scommette oggi su FAB!, progetto che si basa sulla valorizzazione e attivazione di risorse e di reti virtuose. Questo proprio a partire dalla nostra cooperativa. Infatti è proprio grazie alle persone di Itaca, donne e uomini, che abbiamo potuto sviluppare un progetto di eccellenza con costi non esorbitanti, restituendo così alla comunità risorse che dalla stessa abbiamo ricevuto. Se una volta si diceva si può fare, da oggi la scommessa riguarda tutti e perciò dovremo dire lo possiamo fare! Ringrazio i primi partner del progetto FAB augurandomi che molti altri se ne possano aggiungere nel tempo: Comune di Pordenone, Provincia di Pordenone, Fantinel per i vini che ci ha offerto in occasione della presentazione del 29 giugno, Dof Consulting partner entusiasta e motivante, Dmav, per la deliziosa creatività con cui ha pensato e realizzato le immagini di FAB, Aiccon centro studi e ricerche dell'università di Bologna dedicato all'economia sociale, Università di Trento, Marchiol del mercato ortofrutticolo di Udine per le cassette di legno che ci ha donato, tutti gli artigiani e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione dello spazio FAB in via San Francesco 1/c a Pordenone. L'architetto Andrea Paoletti, che a livello mondiale cura la progettazione di spazi simili a FAB. Davide che ci sopporta nelle nostre evoluzioni comunicative. Le donne e gli uomini della Cooperativa Itaca, la prima rete che ha permesso di realizzare FAB. Massimo Tuzzato che ci ha aperto gli occhi verso questo nuovo universo, Paola Ricchiuti che lo ha supportato e sopportato in tutto questo periodo di gestazione, Christian Gretter che con entusiasmo e creatività ha permesso la realizzazione fisica dello Spazio FAB, Orietta Antonini, la nostra direttrice, per averci sempre mantenuto con i piedi per terra. Gigi Bettoli, per essere stato il primo presidente e grande maestro di cooperazione, Cip Art laboratorio artistico creativo di Udine, la Cooperativa sociale L’Agorà di Pordenone che si è messa a disposizione per tutte le necessità che via via ci capitavano. Francesco Sicali, che oltre alla sua competenza di elettricista, riesce sempre ad appassionarsi ai progetti di Itaca e che dopo vent’anni possiamo dire che è uno di noi. E ripeto tutte le socie e tutti i soci di Itaca che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto innovativo che guarda al futuro.

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Sommario

Primo piano

08∙FAB! Un esempio di empowerment sociale Il benessere della comunità a 360 gradi

IN COPERTINA immagine di Dmav

Ricerca e sviluppo

10∙Perchè fab!

Un nuovo modo di guardare e costruire il nostro futuro

Interventi su FAB!

Attualità

18∙Itaca a Folkest per la salute mentale Saba Anglana in concerto il 22 luglio ore 21.15 in piazza XX Settembre a Pordenone

21∙Buon compleanno Itaca Soci in festa a Pordenone il 21 luglio dalle 11 al Palatenda di Villanova

19∙Saba Anglana in concerto il 22 luglio a Pordenone 21∙Qualità al top

Uniter conferma la certificazione

05∙Dicono di FAB!

Provincia, Comune e Aiccon: i partner sostengono l’incubatore

Speciale FAB!

12∙L’innovazione crea sviluppo sociale

e20

22∙Notturni di_versi a Portogruaro

Il piccolo festival della poesia delle arti notturne sino al 2 agosto

13∙Uova e micronauti invadono Pordenone 14∙Faber Academy Box 17∙Persone, spazi e comunità

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interventi su fab!

Dicono di FAB! Provincia, Comune e Aiccon: i partner sostengono l’incubatore *Testi tratti dagli interventi del 29 giugno a Pordenone

• Foto DOF

Pordenone

Alessandro Ciriani Presidente Provincia di Pordenone Voglio tornare indietro di qualche settimana, quando mi capitò tra le mani la bozza del progetto FAB! e rimasi immediatamente colpito molto favorevolmente perché quello dell'innovazione, dello sviluppo, del creare domani sono parole d'ordine che si sentono echeggiare in tutti gli ambiti dell'economia, però poi è molto difficile tradurli in atti concreti, è difficile saper trasportare la teoria nel campo della concretezza e dell'azione. FAB da subito ha mostrato di avere tutti gli aspetti pratici e una puntuale declinazione di tutte le sue fasi. Era quindi evidente che una volta raccolte le non ingenti risorse necessarie si poteva creare un grande laboratorio, una grande incubatrice. Questa è una sfida fondamentale per qualsiasi tipo di impresa anche non sociale, quella di mettere al centro delle azioni, sia del mondo cooperativo sia delle istituzioni, la ricerca per creare il domani delle nostre comunità. Oggi stiamo consumando solo passato nella convinzione che ricette di un tempo possano garantire il domani, così invece non è più. E il progetto mi ha colpito anche perché proveniva dal mondo cooperativo, che è un seg-

mento economico fondamentale e che oggi ha le stesse identiche sfide del mondo economico tradizionale e non potrà sottrarsi alla sfida dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo. Qui dentro c'è la capacità di fare relazione, di mettere in rete professionalità diverse, da quelle tradizionali del mondo cooperativo e dell’impresa sociale a quelle non tradizionali. Voglio sottolineare che il mondo cooperativo è un segmento economico e occupazionale di fondamentale importanza a cui dobbiamo dare la giusta attenzione, a partire dal fatto che Itaca ha un numero fondamentale di donne occupate ed è stata un bacino fondamentale anticiclico (nel momento in cui le aziende licenziavano personale, le Cooperative hanno fatto il possibile per creare un minimo di materasso). Un ulteriore considerazione riguarda il fatto che FAB non sarà solamente un presidio di natura innovativa ed economica ma deve essere - e ci tengo a sottolinearlo ancora - un presidio culturale diverso perché insieme abbiamo obiettivi, anche culturali, comuni; obiettivi che devono essere perseguiti insieme istituzione e mondo delle imprese, in particolare imprese sociali – per garantire servizi nuovi, per garantire servizi più efficaci, per garantire valore aggiunto. Due imperativi ineludibili del sistema dell'impresa e della politica sono garantire da una parte più occupazione (quindi di combattere la

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interventi su fab! disoccupazione) e dall’altra la coesione sociale. Per farlo occorrono le idee e per qualcuno quando si investe nelle idee, si perde tempo e si spreca; oggi nessuno potrà mai immaginarsi di creare politiche sociali e politiche di impresa sociale senza aver fatto prima una sana elaborazione. Investire sulle idee non è assolutamente uno spreco. Un’ulteriore considerazione che è sotto gli occhi di tutti è la degenerazione del mercato, assolutamente non sovrapponibile a quella che è l’idea d'impresa sociale della Cooperativa Itaca,

un mercato invadente che ha fatto smarrire tante stelle polari, un mercato che è sopravvalutato nell'ambito della nostra esistenza quotidiana e che purtroppo ha invaso e subordinato sia la politica sia l'economia. Male non è riconoscere i valori del mercato, male non è riconoscere le regole del mercato, male è che i mercati siano diventati la regola e i valori della nostra società. Fare impresa sociale è saper coniugare le esigenze proprie dell’impresa e guardare anche con occhio etico agli obiettivi finali dell'impresa stessa.

Claudio Pedrotti Sindaco Città di Pordenone

Quando qualche mese fa la Cooperativa Itaca è venuta a illustrarmi l'idea di festeggiare i vent'anni con una cosa diversa, mi sono chiesto quanto diversa poteva essere. Oggi lo possiamo vedere perché lanciare un'idea come FAB credo che rappresenti un segnale molto preciso; oggi si percepisce come tra le persone, che Itaca l'hanno costruita e che ci lavorano quotidianamente, vi sia un piccolo filo di melanconia perché alla fine vent'anni di storia - una storia fatta di grande coraggio - sono passati. E’ stato un atto di grande coraggio che ha portato alla creazione di questa Cooperativa, che oggi rappresenta qualcosa di assolutamente importante nel panorama del Terzo settore e non solo, di cui essere orgogliosi perché i risultati sono ben visibili. Ma la cosa che ho percepito è la certezza di come andare avanti, una certezza che non è data dal business plan ma dalla capacità di sviluppare nuove idee. FAB è un assoluta novità perché l’Italia è molto indietro rispetto a progetti di incubatori o altri luoghi che possano aiutare le start up. Avere, come Itaca ha, la convinzione che questo è un filone da percorrere, che FAB è uno strumento di inclusione - perché di fatto non ci sono barriere se non quella di avere delle idee, fondare questa iniziativa mettendoci risorse, sottolinea e rafforza il motivo per cui Itaca del futuro ha questa certezza. Voi avete colto esattamente il momento storico che viviamo, questa faglia tra il caos generato dal fatto che tutti i nostri modelli sono stati rimessi in gioco e che si contrappone all'ordine del secolo scorso, dove sembrava che tutte le certezze fossero state acquisite; ma è in questa faglia che nascono le nuove idee e voi vi siete dati il compito di aiutare a svilupparle proprio per venir fuori da quel caos che è sempre lì che ci minaccia. Credo che FAB sia da un lato un grande regalo per la città, e come sindaco di Pordenone vi ringrazio, e dall'altra voglio condividere con voi l'orgoglio come comunità per i risultati da voi raggiunti. Voglio altresì sottolineare il fatto che la presenza femminile così significativa nella Cooperativa Itaca fa inorgoglire doppiamente.

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interventi su fab! Paolo Venturi Direttore di Aiccon

Girando il Paese e occupandomi in gran parte di imprenditorialità sociale ho potuto osservare varie forme di innovazione sociale che, effettivamente, sta acquisendo molto risalto anche perché è diventato di moda parlare di innovazione e sempre più parlare di innovazione sociale. Ma la cosa che oggi mi rende particolarmente felice è veder restituito all'interno della Cooperazione sociale il ruolo di spazio generativo dell'impresa sociale. Mi è capitato recentemente di partecipare ai lavori della task force del ministro Passera sul tema della start up e, all'interno di un piano di sviluppo che verrà presentato probabilmente a breve, si sta cercando di creare uno spazio anche per le start up sociali. Non è stato semplice spiegare all'interno di questo gruppo di lavoro di che cosa si trattava, perché il mondo dell'economia tradizionale non riesce a capire cos'è la dimensione sociale che hanno le imprese come la Cooperativa Itaca. Normalmente si pensa che anche una start up di impresa sociale possa funzionare partendo da un obiettivo economico, che successivamente produce un’esternalità sociale. Normalmente il pensiero unico di molti economisti italiani (ma che arriva da lontano) è di pensare che la dimensione sociale sia un esternalità dell'attività economica. La Cooperazione sociale dice il contrario, dice che partendo da una dimensione sociale si produce anche un valore economico e questo penso che sia l'innovazione più grande; penso che la Cooperativa sociale, prima di spiegare come produce innovazione sociale, è un esempio in sé di innovazione perché ha cambiato il modo di fare politiche sociali - deistituzionalizzandole, ed ha cambiato il modo di fare impresa. Mi ha colpito che abbiate festeggiato i vent'anni inventandovi uno spazio di incubazione e questo dà l'idea di un'impresa che guarda il futuro; festeggiare vent'anni creando uno spazio fisico in cui si creano le condizioni per una nuova genia di imprese, significa veramente guardare e investire sul futuro. L'innovazione sociale dentro il mondo dell’impresa sociale si tiene insieme per un particolare valore. Normalmente in economia ci sono due valori che funzionano, il valore di scambio e il valore d'uso. La cooperativa sociale e FAB sono innovatori nella misura in cui mettono dentro

questo processo un nuovo valore che cambia tutti gli altri: il valore di legame. Mettere insieme questi tre valori genera un modo totalmente diverso di fare innovazione. Con gli stessi elementi, ricombinanti, si genera innovazione. Ecco quindi che l'innovazione sociale non è un processo, un'alchimia tecnica e tecnicistica, ma non è altro che mettere il valore di legame, inteso come motivazione e come relazione, all'interno di una dimensione di scambio. Questa è anche la storia della cooperazione come è oggi la Cooperativa Itaca. Tutti processi di innovazione sociale e di imprenditorialità sociale sono modelli reali e non sono secondi a nessun altro modello di impresa. La parola imprenditore è nata nel 1795 da un economista francese che diceva che l'imprenditore deve avere tre caratteristiche: essere un innovatore, non essere avverso al rischio (che in questo momento di crisi ci sia qualcuno che rischia significa che è un imprenditore ed

è un’ulteriore testimonianza che la Cooperativa sociale Itaca è un'impresa) e avere la capacità di combinare fattori diversi, la capacità di tenere insieme le persone. Quindi la Cooperazione sociale è un imprenditore solo che invece di produrre valore economico produce valore sociale o meglio, producendo valore sociale produce anche valore economico, da qui per esempio l'occupazione. Va sottolineato quanto la Cooperazione in questo periodo sia resiliente rispetto all'occupazione e al valore economico generato. “Tutta la differenza tra costruzione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita ma una cosa creata la si ama prima ancora di farle esistere” (Gilbert Keith Chesterton). Penso che FAB sia veramente una cosa creata!

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FAB! Un esempio di empowerment sociale

Il benessere della comunità a 360 gradi Orietta Antonini

• Foto tratte dalla mostra Home (Dmav)

Pordenone

Sulla scia dell’articolo del mese scorso che parlava di empowerment femminile, vorrei tentare - come avevo ammiccato – di complicare l’argomentazione proponendo una riflessione sull’empowerment sociale che, come quello femminile, si apre a ulteriori riflessioni e lascia aperti molti interrogativi. Facilitare l’accesso alle professionalità e al lavoro, alle risorse economiche e finanziarie, all’informazione, alla partecipazione attiva nella società, alla cultura, … in altre parole empowerment sociale. Abbiamo celebrato il traguardo dei nostri primi vent’anni di viaggio, attivando FAB! un incubatore di idee finalizzato alla realizzazione,

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non esclusiva, di imprese sociali. Ma se non fosse un periodo che minaccia continuamente il domani, forse avremmo festeggiato diversamente il nostro compleanno e questo mi fa dire che la crisi ci obbliga a ripensare - e a ripescare ‘beni’ per troppo tempo trascurati. Perché FAB è anche un processo sociale che concorre allo sviluppo di comunità e che parte con un evidente ‘vantaggio’: la responsabilità sociale della Cooperativa Itaca. Spiegare perché abbiamo voluto festeggiare i nostri vent’anni con FAB, è stato dispendioso quanto progettarlo. Anche se la risposta è semplice quanto ovvia e senza alcuna pretesa di scientificità (anzi, rimarcando il mio mestiere e vocazione di cooperatrice sociale), evidenzio alcune dimensioni del progetto che - a mio avviso – meritano grande risalto.


PRIMO PIANO ma da processi come questo dipenderà la nostra capacità di stare nel nostro mercato di riferimento. Nella strategia abbiamo ovviamente incluso la partecipazione corale di molti soggetti (noi auspichiamo possano esser presenti tutti quelli che riusciamo ad abbracciare nella nostra comunità di riferimento), sperando che tutti, soprattutto quelli istituzionali, sappiano esercitarsi in percorsi orientati allo sviluppo della conoscenza e alla condivisione dei legami. In caso contrario FAB non potrà funzionare. E’ una sperimentazione che richiede tempo e convinzione, ed è vincolata a una capacità di spesa limitata. Nel tempo, processi come questi dovranno (e quindi dovremo) riuscire ad attivare forme di finanziamento collettivo. Laboratori sperimentali come FAB, quando non autofinanziati da soggetti del non profit come Itaca, sono proporzionali alle misure di finanziamento, poche e occasionali. Perciò, leggiamo con favore l’attenzione dell’attuale governo a possibili specifici interventi di start-up sociale.

Autopromozione del ruolo della Cooperazione sociale nella società La mutualità che pratichiamo non è circoscritta agli elementi economici migliorativi rispetto al Contratto (Ccnl delle Coop sociali) e alle forme di partecipazione dei soci, ma è anche il riconoscimento del ruolo che diamo alla nostra comunità di riferimento che abbraccia cittadini e istituzioni. Itaca, come tutta la Cooperazione sociale, si è sempre occupata di welfare e l’ha fatto fornendo servizi per rispondere ai bisogni delle fasce deboli (anziani, minori, disabili, …) e con le fasce deboli, favorendo l’inclusione sociale e tutelando il lavoro. La Cooperazione sociale è inoltre un modello economico vincente che dobbiamo diffondere e con cui contaminare tutto il mondo economico. Oggi però il welfare ha avviato un processo che sembra inarrestabile e che esclude intere categorie di persone. Mantenere saldi i valori fondanti del mutualismo, continuando a occuparci di welfare, vorrà dire per il futuro essere capaci di cogliere e rispondere ai bisogni che sempre più resteranno esclusi. Il nostro è già un welfare plurale in cui intervengono molti soggetti – pubblici e privati – che operano come finanziatori ed erogatori di servizi, e dove è sempre più ridotto l’intervento pub-

Coinvolgimento, partecipazione e responsabilità di Itaca e dei soci nei processi di sviluppo di comunità blico. La Cooperazione sociale ha dimostrato in tutti questi anni di esercitare un ruolo importante, ma è lecito interrogarsi, con la crisi e con la violenta riduzione degli interventi nell’area del welfare, che ruolo vorranno avere nel futuro le istituzioni alle quali finora è affidato il protagonismo nelle scelte politiche, sia sul piano quantitativo sia qualitativo.

Valorizzare la capacità innovativa della Cooperazione sociale La spinta all’innovazione sociale spesso ci risulta difficile perché costa e i profitti (sociali s’intende), quando ci sono, si producono nel medio e lungo periodo. Nei confronti dell’innovazione dobbiamo mantenere un approccio molto pragmatico. FAB è una sperimentazione che avrà una durata di 24 mesi e che per il momento produrrà solo costi (per gli spazi e per le risorse che ne assicureranno il funzionamento). FAB si avvale di collaborazioni scientifiche - come le Università - che ci consentiranno le valutazioni di esito, e di collaborazioni istituzionali – come Provincia e Comune - che potranno confrontare i risultati ottenuti con gli attesi bisogni della comunità. Questo processo è già un modello! E’ una strategia appena abbozzata per Itaca,

Non mi faccio illusioni sulla capacità economica che una Cooperativa come Itaca possiede, nemmeno voglio pensare di rinunciare al ruolo (e alla responsabilità) determinante delle istituzioni pubbliche nelle politiche di welfare, ma come cooperatori non possiamo e non vogliamo sottrarci alla responsabilità di attivare nuovi modelli e processi che abbraccino una pluralità di soggetti, pubblici e privati, istituzionali e non, che insieme dialoghino costruttivamente per rispondere ai bisogni/alle persone altrimenti escluse. Sappiamo di poterlo fare partendo, non dai nostri risultati economici, ma dai nostri tanti legami (che alla bisogna possono anche trasformarsi in dati numerici e misurabili) che possiamo donare alla collettività e, non da meno, dalle nostre convinzioni all’uguaglianza, alla solidarietà, alla dignità per tutti e quindi al diritto di poter accedere nel mondo. Alla realizzazione materiale del progetto hanno già contribuito moltissimi soci che hanno attivato molti servizi in una moltiplicazione virtuosa di legami. L’uovo è bello perché restituisce 360 gradi di punti di vista dove, però, il soggetto non cambia: il benessere della comunità.

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Perché FAB! Un nuovo modo di guardare e costruire il nostro futuro

Pordenone Dedicato a FAB: “Nella nostra fabbrica ci deve essere libertà: non soltanto perché nella libertà ci crediamo, ma perché noi siamo un’azienda di inventori e l’invenzione ha bisogno di libertà”. Adriano Olivetti La costruzione di FAB è stata un percorso veloce ed entusiasmante che è venuto da lontano. FAB nasce da un intuizione di un momento che però ha una sua radice profonda e matura nel tempo che l’ha preceduta, e che potrebbe riassumersi con la locuzione “fare Cooperazione”. Ritengo personalmente che fare Cooperazione e più specificamente Cooperazione sociale oggi, imponga uno sforzo di attenzione costante e quotidiana sul senso primo e originario del perché si fanno le cose, e su come le stesse vanno fatte. E questo perché oggi più che mai, forse, le tendenze allo snaturamento di qualunque tipo di tensione morale e ideologica verso le “necessità” del mercato stanno portando ad aberrazioni e risultati spaventosi. Ecco quindi, il primo perché: l’uomo al centro. Il 10 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

paradosso di questi tempi è che stiamo vivendo quotidianamente una battaglia feroce contro qualcosa che non conosciamo. I mercati, l’economia, la globalizzazione, il mio datore di lavoro, il mio vicino di casa … cosa? La battaglia è aspra e i nostri “comandanti” ci dicono che per portare a casa il risultato, qualcosa dobbiamo sacrificarlo. Ecco che allora partono i tagli allo stato sociale, partono i posti di lavoro e i diritti conquistati in anni e anni di battaglie, le spese aumentano, i servizi diminuiscono, qualcuno deve prendere l’aereo per emigrare, qualcuno perde il lavoro, … la casa, … ma … , non se ne può fare a meno, “lo richiede il momento, la congiuntura”. Certo, fatto salvo che ancora non sappiamo qual è il nostro problema! Ma allora, se noi non sappiamo qual è il nostro nemico, come possiamo fare? Ce lo dite voi per cosa dobbiamo lottare per uscire da questo brutto momento? La sensazione forte ed opprimente è di non essere più responsabili del nostro domani, in quanto i problemi e le cause sono troppo lontane e grandi da noi perché noi possiamo farci qualcosa, e con essa la fine della determinazione del nostro futuro, per il quale

abbiamo dato una delega in bianco a qualcuno che non sappiamo più chi è e dov’è! E così ogni azione è legittimata, ogni scelta scellerata sta nel novero delle possibilità, ogni costo sociale è qualcosa di difficile da capire ma necessario … Ecco però che allora, per chi lavora quotidianamente affinché il sistema sia sempre ed in ogni caso al servizio delle persone, che questa deriva è impensabile ed inaccettabile. Fare Cooperazione sociale è un po’ come recitare di continuo un mantra con parola “persona”, e mai come oggi questo esercizio ci fa sentire unici e lontani dalla deriva culturale di questo tempo. Avere la persona al centro di ogni scelta impedisce qualunque tipo di compromesso che la veda perdente in relazione alla soluzione scelta, e soprattutto impedisce qualunque tipo di scelta che non sia coerente e vicina allo sviluppo della stessa. Fare impresa traslocando un impianto produttivo all’estero e lasciandosi dietro centinaia di licenziamenti è impensabile e in totale antitesi con la stessa natura per cui facciamo impresa. Eccoci allora a pensare che il primo valore da recuperare in questo tempo sono le persone,


Ricerca e sviluppo di un contratto a progetto … Ecco che allora vogliamo sottolineare con forza l’importanza di creare lavoro e lavoro che sia sufficientemente stabile nel tempo da sorreggere progetti di vita e di società, attingendo proprio a quel bacino di risorse non impiegate che il mercato attuale respinge o non sa più vedere e utilizzare.

Foto tratta dalla mostra Home (Dmav)

e ancor più le persone disoccupate. Storie, professionalità, capacità, culture che riteniamo costituiscano la più preziosa risorsa di questo tempo e anche quello su cui noi vogliamo scommettere per il nostro futuro. Il secondo perché: siamo un’impresa sociale della Comunità e nella Comunità. Siamo un’impresa sociale e crediamo di essere una risorsa della Comunità, per la Comunità nella quale operiamo e cresciamo, in quanto nella stessa Comunità vogliamo restituire valore e contenuti del nostro sviluppo. E anche questo è un concetto in netta controtendenza con il nostro tempo. Se nel 1960 moriva Adriano Olivetti che teorizzava il centro dello sviluppo in una visione nuova della comunità, di cui fosse parte attiva e responsabile il tessuto produttivo, ad oggi siamo decisamente lontani da simili “sensibilità” imprenditoriali. Purtuttavia e sempre da cooperatori, ci risulta abbastanza facile pensare alla comunità come risposta allo spaesamento provocato dalla globalizzazione e che tutto quello che quotidianamente costruiamo sia qualcosa di acquisito, non solo

per noi stessi, ma per tutta la comunità. Ecco che allora è sembrato abbastanza coerente con il nostro Dna ipotizzare che le persone e le loro idee possano essere il motore per un nuovo modo di fare sviluppo e lavoro che veda però la comunità come suo principale interlocutore e mercato. Il terzo perché: crediamo nel lavoro e nella sua funzione di costruire società. Il nostro scopo associativo mette il lavoro quale pilastro fondamentale del nostro agire quotidiano e anche in questo senso ci colloca in una posizione piuttosto particolare nei confronti della nostra quotidianità economica. Certo è che, lontani da facili celebrazioni che potrebbero aprire a banali retoriche, il tema da considerare centrale è quello del lavoro e della sua funzione di costruire società. Il lavoro è innegabilmente uno strumento cardine di emancipazione sociale di ogni uomo e donna, dietro al quale si nascondono infiniti progetti di vita. E su questo tema non è quindi superfluo dire che un posto di lavoro a tempo indeterminato non vale tanto quanto un posto a tempo determinato, o meglio ancora

Il quarto perché: crediamo nel lavoro di rete e nei legami. Siamo stati abituati, e non sempre senza una certa fatica, a dover ragionare in rete con tutto il mondo legato ai nostri servizi e alle persone alle quali prestiamo assistenza. Nel tempo però ci siamo accorti della straordinaria forza di fare rete e soprattutto dell’essere parte di tutta una serie di legami che sono essi stessi elemento centrale e chiave di un nuovo modo di fare sviluppo. Certo faticoso, certo complesso ma sicuramente vero, partecipato e soprattutto responsabile. Ecco allora che i quattro perché di FAB, se letti assieme, possono costituire un nuovo modo di guardare e costruire il nostro futuro. Allontaniamoci il più possibile da questo buio di prospettiva e proviamo ad avvicinarci anche a qualcosa che si vede e si sente. Uomini, imprese con una forte responsabilità e senso di appartenenza alla comunità nella quale operano, il lavoro come progetto di società, e legami forti e virtuosi possono essere quattro elementi di stravolgimento di un modo oramai spersonalizzato di vedere e interpretare il nostro futuro. Ecco allora che FAB ci è sembrato il contenitore capace di esprimere tutti questi perché e contestualmente l’occasione buona per rompere molti schemi che ci stanno disorientando rispetto al futuro. Con FAB abbiamo iniziato a guardare al domani in modo così responsabile da dire: “lo facciamo da soli!”. Forse questo non sarà molto ma penso che potrà aiutarci ad andare oltre gli egoismi corporativi e i relativismi della politica, e magari ci aiuterà a ritrovare per un po’ un’identità personale e sociale attorno ad una speranza e a non spegnere quella parte di assoluto che è in tutti noi. Massimo Tuzzato

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Speciale FAB!

l’innovazione crea sviluppo sociale

Lo staff di FAB con i rappresentanti delle istituzioni, al centro il presidente di Itaca, Leo Tomarchio (foto di Denis Molinari)

Itaca lancia “un incubatore d’impresa per valorizzare il territorio” Pordenone Uscire dalla crisi attraverso la crisi, scommettendo su menti brillanti con idee innovative, puntando su progetti di sviluppo. Aprendo una porta verso un nuovo modo di pensare il futuro, un incubatore d’impresa per la valorizzazione del territorio, innovativo e unico nel panorama nazionale, rivolto esclusivamente a persone disoccupate o in forte instabilità lavorativa, a chi ritiene di avere l’idea giusta. E’ FAB! – acronimo di Faber Academy Box – il progetto con cui la Cooperativa sociale Itaca ha celebrato il 29 giugno a Pordenone i 20 anni di fondazione. Il progetto, unitamente all’inaugurazione degli spazi presso la ex sede storica di Itaca in via San Francesco 1/C, è stato presentato all’ex convento di San Francesco. “FAB! è uno spazio nuovo per Pordenone, – ha spiegato il presidente Tomarchio -. Lo abbiamo pensato con molta attenzione per fare sì che le idee viaggino in fretta tra le persone che lo popolano, creando un processo di collaborazione che possa dare forma a un nuovo modo di fare impresa”. Perché un incubatore d’impresa a Pordenone? “Per festeggiare i nostri primi 20 anni abbiamo deciso di puntare sulle persone disoccupate e sulle buone idee – ha sottolineato - per farle diventare lavoro e un motore di sviluppo e cambiamento della società”. Completamente finanziato da Itaca (130 mila euro all’anno per due anni con la prospettiva di rientrare nel terzo), FAB selezionerà (domande entro il 31 agosto 2012, info www.i-fab.it) progetti innovativi che per la loro realizzazione e trasformazione in impresa verranno affiancati nella fase di sviluppo da uno staff professionisti. FAB è un’idea di Itaca nata in occasione del Ventennale di fondazione (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012). “Vogliamo restituire alla nostra comunità di appartenenza un contenitore capace di creare progetti di sviluppo e di occupazione – ha affermato Massimo Tuzzato, 12 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

responsabile area Ricerca e sviluppo di Itaca -. Ecco perché il senso primo di FAB è intervenire operativamente sul tema urgente del lavoro e dello sviluppo”. La sfida successiva è fare della crisi una opportunità, “scommettendo sul sapere e sulle potenzialità di persone che nessuno sa più dove “collocare” e impiegare – ha evidenziato Paola Ricchiuti, responsabile progettazione di Itaca -, ma anche sulle idee di giovani professionisti che necessitano di una rete forte di relazioni e di collaborazioni per veder realizzata la propria intuizione e i propri talenti”. Per una Cooperativa sociale come Itaca, che nel 2011 ha sfondato i 34 milioni di euro di fatturato segnando un + 7,8%,, incrementando il numero degli occupati (oltre 1300, l’83% dei quali donne) e dei soci lavoratori (oltre 1000), lanciare un progetto come FAB significa anche altro. “Noi vogliamo proporre un nuovo modello di mondo e di comunità sociale – ha chiosato Christian Gretter, referente comunicazione per FAB -, coerente con la mutevolezza del contesto economico”. In poche parole “inclusivo e aperto a chiunque, basato sull'idea di valorizzare le caratteristiche che rendono unico ogni essere umano e mirato ad un effettivo progresso

sociale”. Altro valore aggiunto sarà quello di “The Village Academy” attraverso cui i partecipanti avranno l’opportunità di crescere assieme al loro progetto. Una fase di formazione intensiva e supporto per mettere a punto strategia comunicativa del progetto, chiarire variabili sociali-organizzative e acquisire strumenti tecnici e relazionali per aumentare efficacia e competenza. Il modello di riferimento che verrà adottato è quello di The Village, il social game per lo sviluppo delle competenze sociali messo a punto da Dof Consulting e Coop Itaca. FAB! è un progetto che gode della collaborazione di Dof Consulting e del supporto di diversi partner, fra cui l’Università degli Studi di Trento, A.I.C.C.O.N. (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit), DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Ensemble, Provincia di Pordenone e Comune di Pordenone, che ha anche concesso il patrocinio all’evento del 29 giugno. Fabio Della Pietra


Speciale FAB!

Uova e micronauti invadono Pordenone

Arte, installazioni, mostre, musica e molto altro ancora…

Foto tratta dalla mostra Home (Dmav)

Pordenone (FDP) Uova volanti nei cieli del Noncello, piccoli astronauti in viaggio nello spazio e nel tempo che sbarcano per diffondere il verbo di FAB e dell’innovazione sociale. Pordenone si è risvegliata venerdì 29 giugno invasa da uova di varie dimensioni e micronauti, che hanno preso possesso delle venerabili mura medievali di quella che secoli addietro fu la sede locale del tribunale (mite) della Santa Inquisizione di Aquileia e Concordia. Inserita nel cartellone dell’evento di presentazione di FAB, il Chiostro dell’ex Convento di San Francesco ha ospitato la mostra fotografica Home - Something little in this town (dmav #30), a cura di DMAV – Dalla maschera al volto Social Art Ensemble per FAB! Una rilettura di luoghi e spazi della città sul Noncello vista attraverso gli occhi dei micronauti che, di kubrickiana memoria (riferimento quasi obbligato a 2001: Odissea nello spazio), invece di conficcare nel suolo della Luna come fece Neil Armstrong la bandiera Usa, hanno depositato in luoghi strategici della città semplici uova come simbolo del loro passaggio. Un evento nell’evento ad impreziosire un programma già ricco che ha visto dal pomeriggio

la presentazione di FAB con interventi di ospiti tra cui il presidente della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani e il sindaco della Città di Pordenone Claudio Pedrotti, nonché il padrone di casa il presidente della Cooperativa sociale Itaca Leo Tomarchio. E’ seguita la presentazione degli spazi e dei laboratori aperti per entrare in contatto col modello FAB e approfondire le diverse dimensioni (didattica, formativa, consulenziale, artistica, imprenditoriale) del progetto. E poi “The Village Lab” (www.insidethevillage.org) realizzazione di un laboratorio di social gaming a cura di Dof Consulting e Itaca, il “Corner di presentazione del progetto” con la partecipazione dei partner di FAB e la partecipazione del prof. Luca Fazzi dell’Università di Trento e di Paolo Venturi, direttore Associazione italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit. Ancora la mostra “Home Something little in this town” nella ex sacrestia e la presentazione dell’installazione artistica realizzata da DMAV. E poi un rinfresco con i vini offerti dalla Cantina Fantinel e chicche musicali con G-Twin acoustic duo, featuring Leo Tomarchio. In contemporanea l’inaugurazione degli spazi FAB con co-costruzione mobilio e arredi. Tornando a uova e micronauti, SLITT è un'instal-

lazione che misura il rapporto tra i piccoli segni e il contesto. Seguendo le tracce della spedizione di una pattuglia di astronauti in miniatura, Home è un diario di viaggio e il racconto di un’esplorazione di un ambiente familiare osservato da punti di vista alternativi. “Home è un operazione di Social Art – ha spiegato Alessandro Rinaldi - che, utilizzando come stimolo e provocazione l'inversione delle dimensioni abituali, vuole proporre una lettura alternativa degli spazi urbani e degli ambienti naturali che, perdendo la loro familiarità, diventano luoghi aperti a nuove possibilità di vita e di creazione”. “Modificando anche di poco le coordinate nelle quali ci muoviamo ogni giorno, gli edifici, le strade, i fiumi, le statue possono diventare l'occasione di incontri imprevedibili - e scintille che accendono l'immaginazione e fanno venir voglia di diventare protagonisti dell'innovazione sociale. Nella consapevolezza leggera e ironica che spesso i grandi cambiamenti nascono dalle piccole cose”. Home rappresenta il contributo al tema dello sviluppo sociale che il collettivo a dimensioni variabili DMAV – in questo caso formato da Alessandro Rinaldi, Manolo Battistutta e Nicola Gaiarin – offre a FAB (www.dallamascheraalvolto.it). 07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 13


Speciale FAB!

FAB

Faber Academy Box

• Foto tratte dalla mostra Home (Dmav) 1. Perché FAB

FAB è un’idea della Cooperativa Itaca che, in occasione del ventennale di fondazione (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), vuole restituire alla comunità di appartenenza un contenitore capace di creare progetti di sviluppo e di occupazione. Il senso primo di FAB è intervenire operativamente sul tema urgente del lavoro e dello sviluppo, scommettendo sul sapere e sulle potenzialità di persone che nessuno sa più dove “collocare” e impiegare, ma anche sulle idee di giovani professionisti che necessitano di una rete forte di relazioni e di collaborazioni per veder realizzata la propria intuizione e i propri talenti. Per una Cooperativa sociale come Itaca, lanciare un progetto come FAB significa anche proporre un nuovo modello di mondo e di comunità sociale coerente con la mutevolezza del contesto economico: inclusivo e aperto a chiunque, basato sull'idea di valorizzare le caratteristiche che rendono unico ogni essere umano e mirato ad un effettivo progresso sociale.

2. Cos’è FAB

FAB si propone come incubatore di innovazione sociale, una officina stabile di innovazione che si mette al servizio non solo dell'intero sistema della Cooperazione (A di servizi alla persona, B di produzione lavoro) ma anche della comunità nel suo insieme, integrando al proprio interno saperi, progettualità, reti di sistema che si allargheranno sul territorio, fino a includere non solo l’universo del sociale, ma anche quello produttivo e industriale, artigianale e dei servizi. FAB è un luogo in cui le persone diventano protagoniste con le proprie storie e idee. Abbiamo rovesciato l’approccio top down della progettazione creando un luogo con un appeal in grado di attrarre diverse tipologie di persone. Uno spazio in continuo divenire, con un alto grado di flessibilità e elasticità, capace di accogliere il continuo mutamento e il succedersi di necessità e idee alle quali lo spazio FAB dovrà nel tempo rispondere. Ambienti di lavoro appositamente creati per incentivare reazioni inaspettate e di sorpresa. Lo spazio diventa un luogo di contrasti e confronti dove si fondono aree di lavoro, collaborazione, di relax e ispirazione. FAB è stato sviluppato pensando all’intero ciclo di vita dei materiali privilegiando quelli prodotti localmente, quelli artigianali e quelli di riuso. 14 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

Un luogo nel quale vogliamo scommettere sul futuro assieme alla persona Un luogo di innovazione sociale, uno spazio di incontro e lavoro fra professionisti provenienti da contesti culturali differenti che vogliano scommettere sul proprio sapere, concretizzare un’idea in un nuovo prodotto o servizio per la comunità, grazie al supporto della rete messa a disposizione dalla rete dei partner e dei soggetti promotori. Un luogo in cui accogliamo idee capaci di migliorare la qualità di vita delle persone e le trasformiamo in progetti e imprese Un luogo di contaminazione il cui obiettivo principale è costruire opportunità di occupazione per soggetti fuoriusciti dal mondo del lavoro o non ancora occupati, o precari che abbiano immaginato soluzioni innovative a tutta una serie di bisogni della collettività; finanche un luogo dove offrire soluzioni creative e sostenibili a bisogni emersi nel contesto specifico della Cooperazione, necessità da trasformare in impresa e/o lavoro. Un luogo co-progettato portatore di valori e valorizzazioni Un luogo di concretizzazione dei valori del mo-

dello cooperativo dove si ri-mettono al centro la persona e il lavoro considerandoli un nuovo motore di sviluppo e cambiamento del nostro sistema, in uno spazio vivo e condiviso. Un luogo generativo per l’innovazione e la qualità un luogo dove i contatti diventano relazioni significative generatrici d’imprenditorialità. un luogo d’innovazione costruito, sulle domande e i temi emergenti del territorio, attraverso la qualità come componente relazionale e motivazionale.

3. A chi è rivolto FAB 1) Persone e/o gruppi di persone che abbiano un’idea imprenditoriale ad ampio impatto sociale. FAB è aperto a tutte le professionalità, comprese quelle non istituzionalmente legate al settore sociale e si propone come luogo di elaborazione di progetti e sviluppo rivolto a persone che abbiano un’idea brillante sulla quale scommettere, interessate a sviluppare il potenziale sociale e relazionale del proprio progetto fino a credere di poter cambiare il mondo anche promuovendo nuova cultura d’impresa.


Speciale FAB! ventare impresa o lavoro. Nessun atto ideologico o “di fede”, ma la ferma analisi di un progetto, del suo business plan, della sua fattibilità commerciale, insomma degli elementi che verranno ritenuti essenziali a dare il parere positivo e quindi ammetterlo nell’incubatore. Forte attenzione alle proposte e un necessario pragmatismo nella scelta delle stesse al fine di concentrare il massimo delle forze a disposizione per le iniziative che dimostreranno le massime potenzialità. Le proposte verranno misurate, inoltre, sulla capacità di generare un progetto di lavoro capace di dare occupazione nel tempo. Stabilità e concretezza del lavoro sono elementi sociali e valoriali che costruiscono società oltre il lavoro stesso e, quindi, elementi fondamentali di scelta delle iniziative presentate. Lo stesso si dica relativamente alla “socialità” dell’impresa, modello di sviluppo imprenditoriale sicuramente non nuovo ma ad oggi sempre moderno e coerente con un pensiero di crescita sostenibile, democratico e responsabile.

2) Persone disoccupate e/o in condizione di forte instabilità lavorativa. FAB accoglie ed accompagna persone non impiegate nel mondo del lavoro e/o fortemente precarie, neolaureati ma anche uomini e donne non più giovanissimi che vogliano investire la propria professionalità ed il proprio tempo in progetti di sviluppo sociale ed ambientale a 360°. 3) Persone disposte a dedicare tempo, impegno e presenza in FAB FAB è rivolto a persone pronte a scommettere sulle proprie idee e a dedicare il proprio tempo ad un percorso condiviso e continuativo mirato alla realizzazione di un progetto d’impresa.

4. Cosa si può realizzare con FAB

Idee imprenditoriali sui temi principali: uomo, ambiente, comunità. Quali caratteristiche dovranno avere i progetti? 1- Idee progettuali che possano trasformarsi in impresa e costruire una reale occupazione nel tempo. Il primo criterio di valutazione individuato è l’idea proposta, connotata dalla reale possibilità di di-

2- Dare risposte efficaci e sostenibili a bisogni critici emergenti che oggi non sono soddisfatti dalla collettività. Secondo criterio la capacità dell’idea proposta di affrontare con risposte efficaci e sostenibili bisogni critici ed emergenti che non siano soddisfatti oggi dalla collettività. Ovvero spingere la ricerca verso problemi concreti ed urgenti/emergenti. Una direzione voluta con forza grazie anche al coinvolgimento degli stakeholder di comunità, elementi di incontro con il territorio, le sue criticità e suoi bisogni. 3- Capaci di promuovere e riattivare beni comuni e generare risorse aggiuntive. Il terzo criterio spinge la ricerca progettuale verso l’idea di promuovere e riattivare i beni comuni e di generare risorse aggiuntive. Anche questo terzo criterio è assolutamente innovativo, guarda verso un modo nuovo di fare sistema e di pensare lo sviluppo, non in contrasto con quanto già esiste ma che prova a re-interpretare luoghi, spazi, servizi, risorse in modo virtuoso. 4- Incentivare e sviluppare l’utilizzo di nuove tecnologie. Il quarto criterio guarda alle proposte progettuali nella loro capacità di utilizzare le nuove tecnologie nel miglioramento della qualità della vita e dei servizi in generale, e in un’ottica di ottimizzazione e risparmio del tempo e delle risorse impiegate. 5- Produrre un impatto significativo rispetto alla comunità in termini dimensionali e di in-

terlocutori coinvolti. Il quinto criterio valuta l’impatto presumibile dell’iniziativa progettuale sulla comunità. I termini sui quali si concentrerà la valutazione saranno quello della dimensione e quello del numero di interlocutori coinvolti.

5. Cosa mette a disposizione FAB Spazi e attrezzature, ma non solo FAB vuole esprimere la sua filosofia di fondo partendo proprio dalla creazione di un contenitore che favorisca una contaminazione continua di pensiero, ottimismo, professionalità, attraverso la collaborazione di architetti e designer della rete internazionale HUB: - uno spazio flessibile (facile da modificare sulla base delle necessità); - uno spazio modulare (da ampliare sulla base delle occasioni e dei diversi setting operativi); - uno spazio sostenibile (da arredare secondo il concetto di recupero, riuso e riutilizzo); - uno spazio comodo e attento alle vere esigenze delle persone da ospitare (capace di accogliere creatività, fantasia, sviluppo); - uno spazio dove si lavora assieme e si fa rete dei saperi e delle emozioni. Concretamente verranno messe a disposizione postazioni di lavoro personalizzate in cui le persone potranno lavorare, condurre riunioni, meeting, attivare momenti di coworking. Ogni singola postazione di lavoro sarà dotata di pc, stampante, fax, telefono. FAB metterà inoltre a disposizione sala riunioni, sala relax, sala cucina. Tutto in modo assolutamente gratuito. Le persone i cui progetti verranno selezionati potranno inoltre usufruire di: The Village Academy Facilitatori e figure di supporto Video e video portale per il lancio dei progetti Sviluppo progetti Reti di relazioni Eventuale vitto e alloggio Grazie ai partner coinvolti nel progetto, alle persone che provengono da fuori città e /o da altre parti d’Italia, Coop Itaca garantirà un supporto per il vitto e l’alloggio.

6. Cosa distingue FAB

Non è solo un Hub... Non è solo un incubatore... Non è solo coworking… Non è solo sociale... FAB è generatore d’impresa che nasce da im07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 15


Speciale FAB! Quarta categoria, e solo per logica espositiva, la partnership attivata con la società DOF Consulting, che può essere definita strategico-direzionale. Un partenariato fondato sui contenuti, le capacità e i ruoli che hanno definito un team di sviluppo condiviso del progetto. La quinta categoria di partner è stata individuata nel mondo dell’impresa e del lavoro. Sicuramente l’universo della Cooperazione sarà un primo partner, così come tutta la rete ad esso associata ma non in via esclusiva. Il progetto si rivolgerà a tutto il mondo della produzione con l’obiettivo primario di trovare un luogo di sviluppo delle idee progettuali incubate.

presa sociale FAB è espressione innovativa dei valori del modello cooperativo FAB contribuisce allo sviluppo dei territori tramite il sostegno all’affermazione dell’economia sociale FAB è grembo che raccoglie le storie e i vissuti delle persone, da concretizzare in progetti di sviluppo sostenibile a livello sociale ed ambientale.

7. Con chi sta lavorando FAB Direzione strategica: Cooperativa sociale Itaca, Dof Consulting Direzione scientifica: Università di Trento, Aiccon e Università di Bologna, Consorzio Universitario di Pordenone Partner di Comunità: Comune di Pordenone, Provincia di Pordenone Inizialmente è sembrato naturale immaginare l’incubatore quale luogo di lavoro collegato al mondo circostante solo attraverso la Cooperativa. In realtà poi l’idea si è evoluta verso dinamiche di contaminazione non esclusivamente di natura aziendale e progettuale, attraverso una valutazione più organica del tutto. In primo piano abbiamo messo i temi della comunità, del contesto territoriale, della socialità dell’iniziativa. Nostra intenzione era aprire il progetto al territorio, definendo un’organigramma delle partnership funzionale all’intero progetto. La prima categoria individuata è stata quella degli stakeholder di comunità, che sono stati individuati prioritariamente nella Provincia di Pordenone e nel Comune di Pordenone. Soggetti che sintetizzano la comunità e quindi anche il luogo dove andare a cercare l’informazione sul 16 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

bisogno e sulle domande aperte che il territorio esprime. Provincia e Comune partner in quanto soggetti istituzionali nel cui contesto territoriale si va a sviluppare il progetto, soggetti che possono accogliere tutte le valenze e le ricadute positive di un buon andamento del progetto, ma soprattutto interlocutori privilegiati in grado di evidenziare quali siano i bisogni del territorio, quali i progetti sui quali lavorare, quali le emergenze e le priorità. La seconda categoria è quella del supporto scientifico all’iniziativa. Saper fare impresa non significa necessariamente essere in grado di costruire processi di sviluppo corretti, non significa saper leggere i dati di ricerca in maniera analitica, non significa non aver bisogno di una supervisione su quanto si sta costruendo e sul perfezionamento di quanto non va o potrebbe essere migliorato. Il primo passo è stato quello di individuare partner scientifici tra i quali l’Università di Trento, A.I.C.C.O.N. (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit) e il Polo Universitario di Udine e Pordenone. Ragionamento a parte invece merita il tema delle risorse “ulteriori” intercettate nella comunità a sostegno dell’idea progettuale. FAB è stato al momento presentato ad alcune Banche e Fondazioni del territorio. L’aver presentato il progetto ci ha consentito di cogliere l’importanza di individuare una terza categoria di partner, ovvero gli “investitori di comunità”. Con investitori di comunità facciamo riferimento ai soggetti che decideranno di sostenere FAB sulla base della sua presunta capacità di generare ricadute sociali. Soggetti interessati a leggere i “numeri” del progetto in termini economici, ma anche di ricadute concrete per la comunità.

Sesta ed ultima categoria quella che raggrupperà tutti i soggetti che si porgeranno come osservatori interessati alle progettualità sviluppate in FAB in un’ottica di possibile investimento. Pensando a questa categoria di partner abbiamo pensato a tutto il mondo della finanza etica che ad oggi esiste e che per mission investe e finanzia progetti ed idee valutate vincenti da un punto di vista imprenditoriale ma anche delle ricadute sociali.

8. Dov’è FAB

Situato in via San Francesco 1/C a Pordenone, lo spazio FAB è flessibile e modulare, facile da modificare e ampliare sulla base delle necessità. Un’area sostenibile e arredata con un concetto di recupero, design e leggerezza, comoda e attenta alle esigenze delle persone che ospiterà, capace di accogliere e favorire creatività. Lo spazio è posto all’interno di una palazzina - già storica sede della Cooperativa Itaca - nel centro storico di Pordenone, si trova a ridosso del corso principale Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla centralissima piazza XX Settembre, a pochi metri da piazza della Motta e dall’ex Convento di San Francesco. Consta di una buona posizione in ordine ai collegamenti con i mezzi di trasporto, ovvero vicino alla stazione dei treni e delle corriere. Riguardo allo spazio fisico, la mansarda, posta al terzo ed ultimo piano dell’immobile in via San Francesco 1/C, è di circa 90 mq con la possibilità di mettere a disposizione al primo piano una sala già approntata per la realizzazione di incontri, eventi e momenti di scambio. Info e contatti www.i-fab.it info@i-fab.it Christian Gretter e Massimo Tuzzato


Speciale FAB!

Persone, spazi e comunità

Itaca come prima rete virtuosa per lo sviluppo del territorio Pordenone Pensare e realizzare comunità di pratiche per la realizzazione di servizi votati all’innovazione sociale, significa ragionare su più livelli: persone (uomini e donne), spazi e società. Le innovazioni sociali sono le nuove idee per risolvere le pressanti sfide sociali ed ambientali che ci circondano. L’innovazione sociale è intesa come la capacità, l’abilità, la forza di una società di comprendere, analizzare, affrontare e risolvere i suoi problemi socio-ambientali. Si sostanziano in innovazioni di prodotto o di processo, il cui impatto va a beneficio della collettività rispetto ai singoli promotori o comunità di riferimento. L’innovazione sociale scardina la tradizionale tripartizione Stato – Mercato - Non profit: appartiene a tutti i settori, li contamina, ne accentua le intersezioni. Dal riciclo ai materiali di design, dall’imprenditoria sociale alle politiche pubbliche, dalle energie rinnovabili alla comunicazione sostenibile, dal microcredito alle filiere corte. L’innovazione sociale è intorno a noi, è tra noi: sta nell’incontro tra le persone, negli spazi e nella comunità. Quotidianamente, tutti noi (cooperatori e cooperatrici) con il nostro lavoro concorriamo a pensare, creare e gestire servizi alla persona sulla base di progetti individuali rispettosi delle storie e dei diritti inalienabili dei quali le stesse persone sono portatrici. Un lavoro di cura fatto d’ascolto, attenzione, professionalità e relazioni. Ad oggi, forse più di prima, questi due aspetti fondamentali possono e devono essere connessi per stabilire nuovi legami comunitari che tengano conto del contesto nel quale andiamo ad operare, pur mantenendo fermi questi principi. FAB è un progetto in cui le persone diventano protagoniste con le proprie storie e idee, un assunto che è stato alla base del suo percorso d’ideazione. Quanto allo spazio “abbiamo rovesciato l’approccio top down della progettazione creando un luogo con un appeal che attrae diverse tipologie di persone e rende l’idea di uno spazio in continuo divenire, con un alto grado di flessibilità e elasticità, capace di accogliere il continuo mutamento e succedersi di necessità e idee alle quali lo spazio dovrà nel tempo rispon-

Elaborazioni di Andrea Paoletti

dere”. Questa metafora spaziale si può applicare anche a FAB nella sua totalità: un percorso che sappia valorizzare le risorse delle persone, degli spazi e della comunità promuovendone la conoscenza, le competenze ed una nuova messa in rete. Valorizzare, connettere, mediare sono i verbi che guideranno il nostro lavoro quotidiano. Concretamente è nel coraggio a lasciarsi andare alla conoscenza e curiosità, a riconoscere negli altri interlocutori/trici con le quali collaborare, si può provocare la “scintilla” con la quale trovare nuovi significati, connessioni e combinazioni altre da noi. E’ nel processo dell’incontrarsi che si generano idee, prima sconosciute, dalle quali prende forma una sintesi tra i partecipanti. Le attività e i progetti che si realizzano sono quindi la concretizzazione di questa sinergia che genera energia. La ricchezza risiede in questo scambio d’idee, competenze e scenari condivisi che sviluppa economia sociale. Per questi ed altri motivi possiamo affermare che FAB non è un luogo del finanziamento decentrato, ma incubatore di sviluppo del territorio: dove l’innovazione crea sviluppo sociale. Un doveroso ringraziamento e un apprezzamento sincero a tutti i soci e le socie di Itaca che

hanno collaborato per la realizzazione di questo nostro nuovo progetto: i concetti sopra riportati si sono attualizzati nei nostri servizi producendo un risultato straordinario, a dimostrazione del fatto che quando lavoriamo assieme e ci supportiamo siamo veramente unici. Ci sono cose che vanno fatte, altre che vanno sognate ed altre ancora che sogniamo di fare. Ci sono cose che possono dare il senso e l’energia necessaria per credere ancora in un modus operandi credibile, intenso, spontaneo, concreto, allegro e professionale. E’ raro sviluppare idee e creare progetti con persone professioniste, ecco perché ne è valsa la pena, tutte le nostre fatiche si sono trasformate in una condivisione etica e valoriale, oltre che concreta, forte e sostanziale. Grazie a tutti e tutte per aver percorso insieme questo pezzo di strada. Grazie per averlo fatto in un modo speciale. In questo momento storico sono le risposte che ci vogliono, per guardare e guardarci in modo nuovo e positivo. Un abbraccio non solo virtuale con la speranza di festeggiare ancora un po’ e per costruire concretamente assieme. Christian Gretter

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Attualità

Itaca a Folkest per la salute mentale Saba Anglana a Pordenone il 22 luglio Ore 21.15 piazza XX Settembre Pordenone Itaca festeggia i suoi primi 20 anni di vita intrecciando musica e diritti assieme a Folkest, il più importante Folk Festival d’Europa, che farà tappa a Pordenone domenica 22 luglio dedicando una serata di riflessione ai temi del sociale, più precisamente alla sensibilizzazione sulla salute mentale. All’interno di un evento completamente gratuito e dedicato alla città, che si svolgerà sul palcoscenico naturale di piazza XX Settembre, Saba Anglana, nata a Mogadiscio da mamma etiope e padre italiano, presenterà il suo personalissimo melting pot – prima di tutto interiore e culturale - di parole e suoni, di note ed emozioni, di ricerca e valorizzazione delle proprie radici multi ed inter etniche. All’appuntamento del 22 luglio Itaca vuole dare una connotazione simbolica legata alla salute mentale, tema principe della collaborazione (dal 2001) con Folkest. Che arriva in concomitanza con il recente atto politico della Commissione Affari sociali che ha adottato – con un blitz di Pdl e Lega – il testo base in materia di assistenza psichiatrica (non condiviso neppure dal Governo) volto alla controriforma della Legge 180. Un tentativo - già fallito più volte in passato - di scardinare l’epocale rivoluzione partita nel 1978 grazie allo psichiatra veneziano Franco Basaglia, che abolì i manicomi e restituì il diritto ad avere diritti e ad essere persone, prima di tutto, ai “matti” che vi erano stati vergognosamente rinchiusi. Lager, istituzioni totali e totalizzanti che il relatore del testo, Carlo Ciccioli (Pdl), vorrebbe riaprire restaurandone l’orrore e l’infamia. Trasformandoli in “manicomietti” dati in gestione a privati. Un passo indietro improvviso di 40 anni avverso il quale la Cooperativa Itaca da sempre ha fatto sentire la sua voce e che, se approvato, prevede che la persona con sofferenza mentale venga reclusa nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, anche contro la propria volontà. Tornando all’appuntamento pordenonese con 18 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

“Itaca a Folkest per la salute mentale”, il progetto vede da ben 8 estati il Comune di Pordenone partecipare attivamente grazie all’Assessorato alla Cultura. Perché salvaguardia delle persone con sofferenza mentale e delle loro famiglie significa anche accoglienza e rispetto di tutte le individualità. Perché tutela del diritto di cittadinanza è sinonimo anche di potenziamento dell'autonomia della persona e valorizzazione di tutte le abilità. L’appuntamento – che rientra nel ricco cartellone pordenonese di Estate in Città 2012 e nell’altrettanto fecondo programma di Folkest – è previsto domenica 22 luglio alle 21.15 con un grande concerto (ad ingresso libero) sul palcoscenico naturale della suggestiva piazza XX Settembre (in caso di maltempo al Deposito Giordani). Sono oramai 12 gli anni trascorsi da quel primo incontro avvenuto forse un po’ per caso, 12 estati di sinergia per la salute mentale, più della metà della vita di Itaca. Il 29 giugno abbiamo compiuto 20 anni e con Folkest – con il Comune di Pordenone e con Saba Anglana - vogliamo continuare a condividere un cammino ed un progetto comune per promuovere il lavoro di rete e di incontri. Per sostenere (e osteggiare le derive della democrazia) diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l'aiuto reciproco al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico, sociale, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere. Prosegue così a Pordenone il progetto “Itaca a Folkest per la salute mentale”, collaborazione storica tra Edit Eventi e Cooperativa Itaca giunta all’edizione numero 12 e diventata un punto fermo nel panorama del Festival, una sorta di finestra aperta sul sociale. Solida peraltro anche la sinergia con il Comune di Pordenone, giunta all’8° anno, che il 22 luglio grazie all’Assessorato alla Cultura ospiterà in piazza XX Settembre il concerto (ingresso libero) di Saba Anglana. Come ci ha insegnato Franco Basaglia, padre della Legge 180 che chiuse i manicomi trac-

ciando la strada di un’esperienza poi esportata in tutto il mondo e che ancora oggi fa scuola, è solo partendo da questi principi che è possibile migliorare la qualità della vita delle persone con sofferenza mentale e di chi sta loro attorno, famiglia e società. Una strada che Itaca e Folkest percorrono insieme dal 2001: Concordia Sagittaria (2001 e 2002), Latisana (2003), Venzone (2004), Pordenone (2005), Maniago e Pordenone (2006), Pordenone e Portogruaro (2007), San Donà di Piave e Pordenone (2008), San Donà di Piave e Pordenone (2009), Pordenone, Udine e Maniago (2010), Pordenone e Spilimbergo (2011). Lo stesso anno, il 2001, in cui un altro tentativo di controriforma della Legge Basaglia venne messo in piedi dall’allora on. Burani–Procaccini (non condiviso nemmeno all’interno del centro destra allora al governo), attraverso una proposta di legge che fallì miseramente anche grazie all’impegno in prima linea di Itaca. Fabio Della Pietra


Attualità

"Life Changanyisha" Saba Anglana a Pordenone La testimonial di Amref il 22 luglio alle 21.15 in piazza XX Settembre (ingresso libero) Pordenone (FDP) Sul palco naturale di piazza XX Settembre a Pordenone, il 22 luglio alle 21.15 arriva il progetto artistico di Saba Anglana. Nata a Mogadiscio, da mamma etiope e padre italiano, si laurea in Storia dell'Arte, si occupa di tecniche di restauro, lavora nell'ambito dell'editoria e della comunicazione. Parallelamente si occupa di spettacolo, lavorando come attrice in produzioni teatrali e televisive, sviluppando progetti discografici in ambito internazionale. Tra il 2007 e il 2008 esce in tutto il mondo per l'etichetta inglese World Music Network di Phil Stanton il suo album di debutto "Jidka (The Line)", ispirato al contatto tra le varie culture di cui Saba è figlia. Il disco, di cui è anche autrice, riscuote un ottimo riscontro di pubblico e di critica tanto da comparire con i suoi brani in importanti raccolte di musica di cantanti del calibro di Sally Niolo e Miriam Makeba. Tra il 2008 e il 2009 Saba porta in tutta Italia il suo concerto articolato tra canto e parola, musica e narrazione, accompagnata da una carismatica band internazionale: Martino Roberts (basso) Cheikh Fall (kora, djembè) Tatè Nsongan (chitarra, percussioni). L'artista offre la magica alchimia del suo spettacolo in prestigiosi contesti come l'Earth Day di Nat Geo Music, a fianco di Cesaria Evora, sul prestigioso main stage all'Italia Love Wave Festival, l’Auditorium Flog di Firenze per il Festival Musica dei Popoli o il Festival Internazionale di Hammamet. Nel 2009 Saba ed il produttore, co-autore delle musiche, Fabio Barovero, incontrano ad Addis Ababa musicisti tradizionali e contemporanei: una ricerca musicale sul campo nella capitale etiope, dove convergono un po’ tutti gli stili musicali del Corno d’Africa. Qui si sono effettuate le registrazioni con sessioni e appunti, come quelle con Endale Abate, Belay Alemayehu, Binyam Berhanu ed altri musicisti con strumenti tipici della cultura etiopica come il krar, masinko, washinti, sax. Questi contributi fanno parte dell’effervescente melting pot sonoro, di lingue

Immagini thanks to Saba Anglana

e di culture che costituiscono l'album di Saba, "Biyo", registrato anche con il solido contributo dei musicisti che l'accompagnano dal vivo. Il titolo dell'Album è una parola che rimanda al termine greco Bios, cioè Vita, ma che in somalo, la lingua della terra natale di Saba, indica con significativa attinenza l’ACQUA. Il tema dell’acqua come risorsa in assoluto più importante per l’uomo, è infatti il perno attorno a cui ruota tutto il progetto discografico, pubblicato e distribuito da marzo 2010 in Italia con l'entusiasta appoggio di Egea Music. Dall'impegno sul tema dell'acqua nasce la collaborazione con Amref, di cui Saba è diventata

testimonial ufficiale. Nel 2011, dietro invito di Amref, Saba parte per il Kenia, e da Nairobi segue la rotta dei villaggi e dei luoghi che Amref sostiene aiutando migliaia e migliaia di persone a fronteggiare situazioni difficili. L'artista incontra quei protagonisti, si fa raccontare le loro storie, penetra e condivide la loro umanità, le loro esperienze, i loro sogni, la loro lotta per la sopravvivenza, e compone testi e canzoni. Questo materiale è confluito nel nuovo Album di ultima uscita (2012) "Life Changanyisha" (La vita ci mescola) che l'artista presenta attualmente in tour.

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ATTUALITà

La vita ci mescola Life changanysha Pordenone L'Africa dell'Est è il nodo vitale di diverse culture e migrazioni interne in cui Saba Anglana è nata. Questa geografia fisica ed emozionale fa da sfondo attivo al concerto il quale si fa racconto, diventa dialogo polifonico tra i personaggi e i luoghi che evoca l'artista dalla sua galleria privata: memorie, visi, corpi, canti, profumi, sapori, immagini, episodi descritti e concertati per risuonare insieme. A nutrire il percorso in musica, non solo l'Africa dei natali e dell'albero genealogico, ma soprattutto la recente esperienza in Kenya attraverso i villaggi e le comunità assistite da Amref, di cui Saba è orgogliosa Testimonial.

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Le storie che ne derivano sono state raccolte nel territorio comune dell'incontro, senza nessuna ossessione per le tradizioni: in terra d'Africa come sul palco, la musica e l'espressione canora hanno l'ambizione di diventare ponti immediati di comunicazione e fecondano così nuovi ricchi territori dove ci si racconta senza necessità alcuna di difendere la propria identità culturale da un processo di evoluzione e dall'esperienza fertile di un cambiamento. L'immaginazione trasforma così il pubblico da audience a vero e proprio compagno di viaggio. E questo viaggio è la chiave di una visione più ampia, dal particolare del proprio vissuto all'universale condivisibile in cui vibrano, a tempo di musica, diversi livelli di coscienza. Saba presenta il suo concerto con tre musicisti: Cheikh Fall, Martino Roberts e Tatè Nsongan, che tessono con l'artista il tessuto di note e parole, suoni e voci, lingue e linguaggi: dal somalo all'amarico, dallo swahili all'inglese. "La vita ci mescola, in swahili "Life changanysha", appunto, e la mia anima è un caleidoscopio in movimento" racconta Saba. E con la sua anima prismatica che guarda al futuro, va in scena quella dei popoli che ancora sublimano in racconto musicale l'esperienza viva della propria storia presente e passata. (fdp)


Attualità

I had a dream…

Per non essere zavorra di noi stessi Pordenone Ho fatto un sogno, in questa notte di giugno, calda, afosa, quasi da dimenticare. Ho visto scorrere le immagini che la Tv e i giornali ci scaricano contro quotidianamente; sulla rete siamo noi a cercarle inconsciamente: guerre, carestie, catastrofi naturali (forse), violazioni del più ovvio e sacrosanto diritto umano e animale, quello alla vita. Malattie, fame, sete uccidono vicino a noi e poi milioni, milioni, milioni di euro rubati, sprecati, riciclati o semplicemente “bruciati”… In questo sogno c’ero anch’io, con la mia vita fatta di piccole cose, di un piccolo lavoro, di piccoli passi verso il futuro che cerco ancora migliore non solo per me ma soprattutto per chi verrà dopo di me. Nel sogno il mio pensare diventava frenetico fino a trasformare il silenzio in rumore, anzi in un torrente impetuoso di progetti, idee, proposte, cose da fare, domani, oggi, adesso… Nel sogno mi vedevo parlare con famiglie e persone in difficoltà, sostenere ragazzi, bambini e anziani fragili e diversi (diversi poi da chi?); condividere con gli altri ciò che la vita mi ha aiutato ad imparare, cercare di aprire la mente di chi pen-

sa di sapere; mi vedevo emozionata, piangere davanti ad una torta al cioccolato fatta solo per me da una classe sgangherata che non scorderò mai più… Mi vedevo progettare un complesso di case in cui più famiglie con figli “diversi” possano vivere sentendosi in un quartiere “normale”, senza avere addosso sguardi impietositi o infastiditi. Già, non è un vecchio pregiudizio ma porta la data dicembre 2011 questo commento ad un articolo del Gazzettino online: “I disabili sono una zavorra per la società, per quelli come me che devono andare a lavorare per vivere!”… Se sapessero quanti di loro vogliono farlo! E allora mi vedevo lottare, senza armi, con le parole, con i fatti, con il mio modo di essere per dimostrare a tutti che a volte siamo noi zavorra di noi stessi, quando distogliamo lo sguardo o peggio ci nascondiamo dietro la nostra ignoranza. Poi mi svegliavo, di fronte al mio naso, un ovale di pelle chiarissima, due occhi assonnati, gonfi ma azzurri come il cielo, una mano sottile mi accarezza i capelli e con i segni mi chiede: “Oggi tu lavori?” Rispondo: “Sì”.

Uniter conferma la certificazione UNI EN ISO 9001:2008

Lo scorso 28 giugno si è svolta, nella sede centrale di Itaca in vicolo Selvatico 16 a Pordenone, la verifica ispettiva da parte del nostro ente certificatore, l’Uniter, per il mantenimento della certificazione UNI EN ISO 9001:2008. La verifica ha avuto un esito più che soddisfacente, il livello di maturità ed efficacia del sistema di gestione aziendale della Cooperativa è stato giudicato alto, il sistema è infatti utilizzato come principale leva competitiva per migliorare i processi e le performance aziendali. La verifica si è conclusa con i complimenti del team

buon compleanno itaca

Francesca De Grandis

Qualità al top Pordenone

Sabato 21 luglio 2012

dei quattro valutatori Uniter per la professionalità, la motivazione e la coerenza dimostrata. I servizi verificati sono stati la comunità alloggio Casa Carli di Maniago, il centro diurno dell’Ass 6 di Maniago, il nido Arca di Noè di Gorgo di Latisana, il Sad e i Fap dell’ambito di Latisana, i Fap dell’Ambito di Azzano Decimo, il Csre di via Gervasutta a Udine, la casa per anziani De Gressi di Fogliano. In particolare al personale di questi servizi vanno i complimenti della Cooperativa e dei verificatori. Patrizia Comunello

Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, festeggeremo assieme i 20 anni di Itaca! Soci, lavoratori, parenti ed amici: siamo tutti invitati dalle 11 in poi. Una vera Festa, con la F maiuscola! Cibo, bevande, musica e ‘good vibrations’. Non dovrebbe mancare nulla … solo le vostre adesioni! E’ sufficiente che sottoscriviate i ‘fogli-prenotazione’ dove troverete tutte le indicazioni utili per organizzare la vostra partecipazione. Intanto, però, segnate la data in agenda e diffondete la notizia ai colleghi. E un giorno potrete dire: io c’ero!

07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 21


e20

notturni di_versi 2012

piccolo festival della poesia e delle arti notturne per Sara Orlando

Regione Veneto

RetEventi

Provincia di Venezia

L’iniziativa viene realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Regione del Veneto – Province del Veneto

Assessorato alla Cultura

notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne Associazione Culturale Porto dei Benandanti (VE) Amministrazione Comunale di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Concordia Sagittaria (VE) Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Teglio Veneto (VE) Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone (PN)

Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Teglio Veneto Fino al 2 agosto 2012

PROGRAMMA mercoledì 18 luglio 2012

Portogruaro – Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INCONTRI 10 italiani che hanno conquistato il mondo di Simone Marcuzzi Il libro di Simone Marcuzzi è una raccolta di dieci racconti su dieci italiani che hanno reso famoso il nostro mondo. a cura di Roberto Cescon. In collaborazione con Libreria LAB

giovedì 19 luglio 2012

Concordia Sagittaria - Piazza Municipio ore 21.00

MUSICHE La voce del desiderio di Patrizia Laquidara Si tratta di un reading letterario e musicale che tramite la voce di Enio Sartori e le musiche di Patrizia Laquidara, che canterà alcuni brani del suo album Il Canto dell’Anguana (vincitore del Premio Tenco 2011 come miglior disco di musica dialettale), si propone di mettere in scena una forma di attualizzazione musicale e poeti22 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

ca della figura mitica dell’anguana, la divinità femminile dei corsi d’acqua presente in tutta la cultura popolare del nord-est, che verrà letta soprattutto come emblema, simbolo e voce del desiderio. in collaborazione con l’Associazione Porto del Jazz e SottoTONi

venerdì 20 luglio 2012

Portogruaro - Piazza della Pescheria ore 21.00

INCONTRI Anna Maria Carpi e la sua poesia Anna Toscano, docente presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, intervista Anna Maria Carpi, una tra le più importanti ed interessanti poetesse contemporanee, nata a Milano dove ha studiato alla Statale lingue e letterature straniere. Ha frequentato l’Accademia di Brera, ha esposto a Milano e a Colonia. Ha insegnato germanistica alle università di Milano, Macerata e Venezia. Autrice di saggi sulla poesia tedesca, ha tradotto per Einaudi Benn, Nietszsche, Enzensberger. Come autrice, ha pubblicato i romanzi E sarai per sempre giovane (Bollati Boringhieri, 1996) e Il principe scarlatto (La Tartaruga, 2002), la biografia Un inquieto batter d’ali.

Vita di Kleist(Mondadori, 2005) e le raccolte di poesie A morte Talleyrand (Campanotto, 1993), Compagni corpi (Scheiwiller, 2004), E tu fra i due chi sei (Scheiwiller, 2007).

venerdì 20 luglio 2012

Portogruaro - Piazza della Pescheria ore 22.00

MUSICHE Lampioni (la notte condivisa) di Elettropercutrombra & Domenico Cipriano Reading Concerto con poesie di Domenico Cipriano e musiche originali degli Elettropercutromba formazione è frutto dell’incontro tra il tastierista Fabio Lauria, il trombettista Carmine Cataldo e il bassista Paolo Godas. Le poesie di Cipriano si alimentano della nostra esistenza tra riflessioni e fascinazioni. I lampioni delle strade, soggetti metafisici, diventano lo spunto per rievocare problematiche di estrema attualità. L’autore ha pubblicato le raccolte dal titolo Il continente perso (Fermenti, 2000 - premio Camaiore) e Novembre (Transeuropa, 2010 – libro nella rosa finalista del premio ViareggioRépaci 2011). Interessato al connubio Jazz e Poesia ha realizzato il CD Le note richiamano versi (2004).


e20 sabato 21 luglio 2012

Dal 2 al 6 agosto 2012

Concordia Sagittaria – Sala Antiqui della Biblioteca Comunale

Associazione Culturale Porto dei Benandanti

SLAM POETRY POPS - POrto Poetry Slam

ESPOZIONI Libri di_versi#4

Il Poetry Slam è una gara in cui i poeti competono tra loro di fronte a una giuria popolare. Il Poetry Slam Slam è sport, arte della performance, poesia sonora, invito al pubblico a farsi critica viva e dinamica. Poeta e spettatori fondano una comunità in cui la parola, il pensiero, la voce e l’ascolto sono valori fondamentali e condivisi. Sul palco del festival si sfideranno: Alessandra Racca (TO) / Alessandro Burbank (VE) / Fedro Invisibile d’Altilia (VE) / Manuela Dago (MI) + 4 poeti scelti tra chi invierà i propri testi a info@portodeibenandanti.org MCs: Giacomo Sandron + Renzo Cevro Vukovic evento in collaborazione con Libreria LAB Portogruaro e Trieste International Slam.

È la seconda tappa della mostra itinerante Libri di_versi, giunta quest’anno alla sua quarta edizione; si tratta di un’esposizione di libri oggetto, o libri d’artista, nati ciascuno dalla collaborazione tra un artista visivo ed un poeta. In collaborazione con Circolo Antiqui di Concordia Sagittaria Orari: tutti i giorni dalle ore 20.30 alle ore 23.30

Regione Veneto Provincia di Venezia Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone Comune di Portogruaro Comune di Teglio Veneto Comune di Concordia Sagittaria Comune di Fossalta di Portogruaro

Portogruaro - Piazza della Pescheria ore 21.00

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Programma sintetico In caso di maltempo, tutti gli eventi, si svolgeranno in spazi al coperto adiacenti

MUSICHE Beniamino Noia in concerto

INGRESSO LIBERO

Beniamino Noia produce musica: elettronica minimale e d’autore, dove gli strumenti entrano in loop e le canzoni si costruiscono per stratificazioni successive, come edifici che si elevano e si smontano sotto i nostri occhi, in una continua e feconda interazione tra elettronico, elettrico e umano.

CON IL CONTRIBUTO DI:

COORDINAMENTO Giacomo Sandron, Roberto Ferrari, Sandro Pellarin, Piero Simon Ostan, Silvia Lepore, Renzo Cevro-Vukovic, Sandron “FIFTY” Giacomo, Roberto Cescon, Marco Pasian, Massimiliano Bazzana, Pamela Caccin, Simone Simon Ostan, Marco Bortolozzo.

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE

sabato 21 luglio 2012

Portogruaro - Piazza della Pescheria ore 22.30

ORGANIZZAZIONE

notturnidiversi.com info@portodeibenandanti.org 3383135999 3406144702 3403022429

Associazione Culturale Alchemica Officina delle Arti di Concordia Sagittaria (VE) Associazione Culturale Culturaglobale di Cormons (GO) Associazione Culturale Porto del Jazz di Portogruaro (VE) Azienda Agricola Mazzolada di Portogruaro (VE) Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di Pramaggiore (VE) Circolo Antiqui di Concordia Sagittaria (VE) Fart Film Entertainment di Portogruaro (VE) Gruppo Voga Concordiese di Concordia Sagittaria (VE) L&A Associazione Culturale di Teglio Veneto (VE) Libreria LAB di Portogruaro (VE) Proloco di Portogruaro (VE) Alla Barchessa osteria con cucina di Portogruaro (VE) SottoTONi di Concordia Sagittaria (VE) Studio Arkema di Portogruaro (VE) Trieste International Slam di Trieste Vivai Bejaflor di Portogruaro (VE)

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Il Porto dei Benandanti a EticaMente Sovrapposizione creativa estetica etica con i laboratori creativi Portogruaro – Udine - Tarcento BIRUart, CIPart, ArtiElastiche. Dal 5 al 10 giugno, per la decima edizione di EticaMente - Giornate nazionali per il futuro sostenibile, l’economia di giustizia e per i diritti dei popoli - c’eravamo anche noi, con il nostro lavoro dedicato al tema del festival: Il Corpo Sequestrato. Un lavoro che ci ha impegnati per alcuni mesi nel laboratorio artistico espressivo della Ctrp di Fossalato di Portogruaro, cui abbiamo voluto dare il nome di B.I.R.U.Art. Considerato che eravamo alle prime armi con un impegno del genere - una ‘commessa’ da un’associazione dell’autorevolezza di EticaMente -, ci è sembrato opportuno chiedere aiuto ad altri amici artisti di Udine e

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dintorni: CIPArt e Arti Elastiche, davvero bravi, accoglienti e molto esperti. Per fortuna siamo stati accompagnati per le questioni logistiche (e non solo…) da Teonilla di EticaMente, che non ha esitato a venire con noi in visita al mitico laboratorio CIPArt di Udine e da Stefano, epico presidente di EticaMente! Noi di B.I.R.U.Art ringraziamo quanti hanno voluto avere le nostre mitiche magliette decorate con le toppe adesive in stoffa, decorate con alcune immagini tratte dall’intervento artistico realizzato “Appositamente per Eticamente”, e che abbiamo applicato a caldo (anche su altri supporti come borse di tela), direttamente sul posto. Queste immagini forse aiutano a comprendere l’importanza del nostro lavoro. Dimenticavamo una cosa fondamentale: il grande telone misura 4 x 7 metri! Alessia, Catia, Elisabetta, Eva, Lorena, Manuel, Maria Teresa, Roberto, Rosy, Tania


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“Prendersi cura” successo per la 3^ edizione Duecento corsisti del Veneto orientale a scuola di cure domiciliari Portogruaro L’area Servizi Territoriali agli anziani della Coop Itaca, anche quest’anno, dopo due precedenti esperienze positive, ha curato l’organizzazione del corso “Prendersi cura”. Obiettivo del progetto la promozione di informazioni e conoscenze atte alla cura domiciliare, laddove per cura si intenda affiancamento empatico, sostegno ed attenzione ai bisogni fisici ed emotivi della persona non più autosufficiente. L’edizione prevedeva sei incontri formativi, attivati in sette Comuni del Veneto orientale, rivolti ad assistenti familiari e familiari. Il numero complessivo degli iscritti è stato pari a 187. Gli argomenti trattati sono stati formulati per informare i partecipanti su alcuni dei temi di massiFoto di gruppo delle corsiste

mo interesse relativi la cura, coniugando in tal senso notizie utili sia ai familiari che alle assistenti domiciliari. I focus sono stati suddivisi in sei filoni: La rete dei servizi sociali e sanitari, Igiene degli alimenti e sicurezza in casa, La relazione tra anziano-assistente-familiare, L’assistenza in caso di demenza, Elementi di base per la cura degli assistiti, L’assistenza per la mobilità. Ogni modulo ha ottenuto l’interesse dei partecipanti che hanno saputo proporre ulteriori argomenti da sviluppare in successive edizioni, auspicate da tutti. L’esperienza, per me nuova sotto molti aspetti, si è rivelata stimolante e foriera di molteplici riflessioni relative all’anziano, ai suoi bisogni, alle difficoltà delle famiglie e alle difficoltà legate all’integrazione. Ho apprezzato lo sforzo dei docenti nel coniugare informazioni e sostegno, indicazioni ed accoglimento. Ho apprezzato lo sforzo delle assistenti nell’apprendere (a volte in una lingua poco familiare) informazioni utili a migliorare la qualità del loro lavoro in funzione dei bisogni dei loro assistiti, che spesso chiamano affettuosamente “il mio nonno, la mia nonna “. Ho apprezzato lo sforzo dei familiari nel comprendere le difficoltà delle assistenti e nel voler apprendere la cura generosa e disponibile verso un loro familiare, anche quando i legami affettivi rendono tale processo doloroso e difficoltoso. Ho apprezzato quanto ho fatto mio, nel ricordare a me stessa che l’amore ha bisogno anche di umiltà e dedizione. Egle Presotto

Vuoi contribuire a IT La Gazzetta di Itaca? Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266. Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di agosto è mercoledì 25 luglio alle ore 9. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.

07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 25


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Safari per Casa Carli Alcuni residenti in gita al parco Natura viva di Bussolengo Maniago Siamo Sabrina, Armando e Giovanni e abitiamo a Casa Carli in Maniago. Sabato 9 giugno con altri amici abbiamo partecipato alla gita annuale organizzata dalla locale sezione della Lega italiana handicap al parco Natura viva di Bussolengo, in provincia di Verona. Il nostro viaggio è cominciato in pullman per raggiungere la meta della nostra gita ed è continuato anche una volta arrivati, a bordo del pullman, per osservare da vicino animali che vivono nella savana africana che non avevamo mai visto prima. La prima cosa che ci ha colpito entrando nel parco è stata la “statua” di un leone con la bocca aperta. Non ci siamo spaventati, eravamo così contenti ed emozionati… L’unica nostra preoccupazione era quella di guardare e fotografare tutto. “E io - spiega Armando - con la mia macchina fotografica non ne ho perso uno…”. Durante il nostro safari abbiamo incontrato

giraffe, bufali, antilopi, ghepardi, struzzi, distesi sul prato con i loro cuccioli, ma abbiamo visto anche tigri, zebre, tapiri scimmie, leoni, ippopotami e tanti altri animali per cui verrebbe un elenco lunghissimo. Abbiamo pranzato tutti insieme al self service del Safari Park e poi abbiamo fatto una passeggiata a piedi alla scoperta di altri animali… Cammelli, tartarughe (la più giovane aveva 40 anni, mentre la più vecchia ed era davvero grande ne aveva 80), pappagalli, gufi, canguri, fenicotteri, porcellini d’india. Siamo molto contenti di aver fatto questa esperienza: ci ha dato la possibilità di vedere e conoscere animali che non si trovano qui in Italia e che conoscevamo attraverso i libri, o che abbiamo visto allo zoo, quando eravamo piccoli, e di passare una bella giornata in compagnia. Ci siamo sentiti ben accolti e accompagnati per tutta la giornata dagli organizzatori della gita, da tutti i partecipanti e anche dalle persone che abbiamo incontrato là che sono state molto gentili nei nostri confronti, tra queste le bariste Adina, Gigliola e Michela. Ringraziamo la Lega italiana handicap e Casa Carli per questa bella possibilità. Se possiamo dare un consiglio. Vale proprio la pena andarci.

Social Across Balcans Noncello, Itaca e Cosm in Serbia per nuovi progetti di inclusione sociale Pordenone Vent’anni fa Sarajevo venne martoriata dal lunghissimo assedio di cui è simbolo il rogo della Biblioteca Nazionale ed Universitaria, la Vijecnica: una collezione di un milione e mezzo di libri che in tre giorni di fuoco divennero dieci tonnellate di cenere, cancellando così la testimonianza delle quattro culture (islamica, cattolica, ortodossa ed ebraica) che fino a quel momento convivevano in quei luoghi. In un certo senso, forse, la recente scomparsa di Ray Bradbury, autore di “Fahrenheit 451” ci ricorda come nei libri, assieme alle storie del passato, possiamo trovare le domande che ci aiutano ad affrontare il futuro. Dal dicembre 2011 il gruppo friulano di world music 26 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

Arbe Garbe, incoraggiato dalla Casa per l’Europa di Gemona e da Central European Initiative, si è esibito con il fumettista serbo Aleksandar Zograf e l’attrice Aida Talliente nello spettacolo “Books Across Balkans” raccogliendo, durante gli show, i libri donati dagli spettatori per la biblioteca di Sarajevo. Il 9 giugno scorso la carovana di Books Across Balkans è partita: due furgoni hanno attraversato i Paesi coinvolti nella guerra dei Balcani, scaricando ad ogni sosta il loro carico di libri e di musica; con tappa finale a Sarajevo, proprio di fronte alla Vijecnica. Le cooperative sociali del Friuli Venezia Giulia Coop Noncello, Itaca e Cosm, con il supporto del progetto "Acquis 3” - capofila Ial Fvg -, progetto cofinanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sono partner

del progetto Books Across Balkans e protagoniste invece di “Social Across Balcans”: una presenza finalizzata a consolidare relazioni con associazioni, gruppi e organizzazioni umanitarie serbe al fine di promuovere nuovi progetti di inclusione sociale per le fasce deboli, soprattutto nell’area della salute mentale. Per questo in una delle date - il 14 giugno - del tour i cooperatori friulani hanno incontrato le cooperative sociali della Serbia per una festa all’insegna della cooperazione sociale.


NotiziE dal CDA

Carta dei Valori del CdA La Rappresentatività dei soci e del territorio Pordenone La stesura della Carta dei Valori del CdA di Itaca nasce da una necessità, quella di fermarsi e parlare di ciò che dovrebbe essere la dimensione etica e valoriale che caratterizza la funzione ricoperta da un consigliere. Ma nasce anche come risposta ad un desiderio, riconoscersi e riconoscere parole che si concretizzano in azioni che giorno dopo giorno mettiamo in atto, nel desiderio – appunto - continuo di essere attenti a quanto accade in Cooperativa e con una perenne attenzione al miglioramento. I valori che abbiamo individuato dopo alcuni incontri di confronto e che abbiamo ritenuto fossero importanti nel ricoprire un ruolo all’interno del Consiglio di amministrazione di Itaca sono sei: rappresentatività, responsabilità, rispetto, parità, trasparenza e intergenerazionalità. Ognuno di essi è stato poi declinato in comportamenti sia organizzativi che individuali, quali azioni concrete che lo stesso CdA nella sua interezza - ed ogni consigliere singolarmente - è tenuto a mettere in atto durante il suo mandato e che serviranno da faro per i consiglieri futuri. In vista anche della scadenza del prossimo anno, che vedrà l’elezione del nuovo CdA che governerà Itaca dal 2013 al 2016, iniziamo da questo numero di IT La Gazzetta un viaggio all’interno dei sei valori, partendo da un focus sul primo.

La Rappresentatività Il percorso fatto per giungere ad una elezione del Consiglio di amministrazione che fosse il più possibile rappresentativa dei soci e del territorio ci ha portato alla scelta del voto attraverso le liste territoriali. Il che ha comportato ai consiglieri un impegno nell’incontrare, ognuno nei propri territori, il numero maggiore di soci possibili, riportando come feed-back al Consiglio stesso le diverse esigenze emerse dalla base, oltre che quanto discusso con i soci durante gli incontri sul territorio. Itaca è una grande realtà e l’attenzione e la cura

nel passaggio di informazioni dalla sede centrale ai territori, e viceversa, è quella che garantisce – non sempre senza difficoltà - il ponte di collegamento tra le varie strutture della Cooperativa. Nel riconoscere la sovranità dell’Assemblea dei soci, e il pensiero democratico quale punto cardine della cooperazione, il CdA si è impegnato a garantire sempre la massima rappresentatività dei soci e vigila sulle modalità scelte perché questo accada. Il consiglio cerca, con azioni riscontrabili e strumenti idonei, di trasmettere le informazioni nel modo più capillare possibile, impegnandosi altresì a favorire e programmare momenti di confronto, per affrontare le tematiche della cooperazione, dei valori e delle prospettive del lavoro sociale. Peraltro, riconoscendo nel lavoro un ruolo di responsabilità sociale e di sviluppo di una comunità partecipata, il CdA si impegna all’apertura di un confronto verso i portatori di interesse esterni coinvolgendoli a livello formale. Tra i compiti dell’intero consiglio in forma generale e di ogni membro in particolare vi è la valorizzazione degli stessi componenti del CdA, sia in merito alla ricchezza derivata dalla conoscenza del territorio di provenienza sia per quanto riguarda le competenze e le singole inclinazioni da ciascuno possedute. Le diverse capacità e conoscenze territoriali permettono una visione degli argomenti che vengono trattati durante le sedute con una visione meno tecnica e più vicina al socio.

Comportamenti individuali 1) Il Consigliere è espressione dell’identità sociale e culturale di un territorio 2) Il Consigliere conosce i principi, le attività e gli strumenti della Cooperativa 3) Il Consigliere rappresenta e promuove la Cooperativa Itaca in tutti gli ambiti del proprio lavoro. Si impegna nella raccolta delle istanze sociali del proprio territorio e area di appartenenza, privilegiando i contesti formali già strutturati e attivandone di informali se necessario 4) Il Consigliere rende conto del proprio operato ai soci Enrichetta Zamò

07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 27


AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO

La propria casa dà sicurezza, difende, è identità

L’area Anziani Territoriale promuove una nuova cultura della residenzialità Pordenone

“E’ in questa casa che mi vengono a trovare i figli, i nipoti, gli amici. Lo spazio della casa è tanto più essenziale, quanto più un vecchio come me, e come tanti altri nelle mie condizioni, vi conducono la propria esistenza. Tanto più essenziale questo spazio perché è quanto è rimasto dello spazio della grande città in cui vivo e le cui strade ho percorso migliaia di volte, e del più vasto spazio dei luoghi che ho frequentato nei miei viaggi intorno al mondo. I pochi passi che riesco ancora a fare, se pure con un po’ di fatica, da una stanza all’altra, sono diventati ormai gli unici viaggi della mia vita, ma sono ad ogni modo sempre il mio spazio. Guai se dovessi un giorno o l’altro andarmene di qui e dovermi conquistare uno spazio nuovo. La propria casa dà sicurezza. Ti difende da non conosciuto, dall’imprevisto, dal trovarti in un mondo che ormai, chiuso tra quattro pareti, ti è diventato sempre più estraneo. Tanto più si è vecchi quanto più sono profonde le radici, e quindi tanto più difficile da sopportare lo sradicamento, l’andare altrove, dove ti troveresti spaesato, perderesti la tua identità, diventeresti un numero in mezzo ad altri numeri”. Queste parole, scritte in una lettera da un Norberto Bobbio ormai novantenne, bene riassumono la filosofia che sottende il lavoro dell’area Anziani Territoriale. E’ sempre più indispensabile ripensare il sistema di welfare per garantire forme innovative di assistenza e tutela per rispondere all’aumento continuo dell’età media della vita e alla conseguente crescita del numero delle persone anziane. I valori e i diritti delle persone non diminuiscono con l’età, ecco perché bisogna affrontare il futuro promuovendo una nuova cultura della residenzialità per favorire una più lunga permanenza dell’anziano nella propria 28 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

addette/i assistenza qualificati addette/i assistenza non qualificati coordinatrici/ori animatrici/ori/educatrici/ori ausiliare/i 1,2%

6,1%

1,8%

infermiere/i professionali altro

3,6%

4,8%

8,5%

73.9%

abitazione. In quest’ottica fondamentali le modifiche ambientali e la domotica per rendere gli alloggi fruibili anche a persone con gravi handicap, le azioni socio-sanitarie coordinate per ridurre istituzionalizzazione e ricoveri impropri, le tecnologie per la residenzialità assistita e l’uso di internet per socializzare, ridurre l’ansia e la solitudine. Oggi più che mai assistenza domiciliare, centri diurni e sociali devono essere pensati sempre più come parte di una più ampia

“rete” di risposte e pratiche assistenziali, in una sorta di ritorno alla comunità orientato alla valorizzazione di competenze, persone e famiglia. Nell’area produttiva nel 2011 operavano mediamente 155 addetti, pari al 11,6% dei lavoratori della Cooperativa, di cui il 93,3% donne in ruoli di responsabilità, direzione e coordinamento. Il personale dell’area per l’82,4% è composto da addette all’assistenza.


AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO Dati al 31/12. n. serv. Area

prov. Servizi

n. serv. +10 anni

n. serv. +5 anni

n. serv. -5 anni

27

PN, GO, UD, TV, VE

9

5

13

committenti servizi comuni

ambiti socio ass.

az. sanitarie

associazioni

com. comprensoriale

privati

10

4

1

1

1

38

utenti servizi* numero

autosufficienti

non autosufficienti

n. utenti -65 anni

n. utenti 65-75 anni

n. utenti 76-85 anni

n. utenti +85 anni

1543

412

339

215

197

401

317

*nei servizi consegna pasti non è possibile rilevare questi dati

1.700

1.600

1543

1523 1.500

1.400

1338

1.300

1.200

2009

2010

2011

utenza

Molto alta la soddisfazione degli utenti degli 11 servizi campionati, rilevata attraverso la somministrazione di un questionario, con una media di 9,15 punti (in una scala da 1 a 10): picco massimo di 10 per l'item "ascolto e comprensione dei bisogni da parte dell'operatore". Ottima la media generale delle socie dell’area, 3,75 (scala da 1 a 4), livello di soddisfazione massima per la voce "organizzazione" (3,98).

Molto positiva la soddisfazione per l’item “Non ci sono differenze tra il trattamento delle lavoratrici femmine e quello dei lavoratori maschi in Cooperativa” (3,93). Elevata anche la soddisfazione dei committenti che si attesta a una media complessiva di 8,29 (in una scala da 1 a 10). Per i committenti il punto di forza dei servizi dell’area consiste nella “professionalità delle/dei responsabili della Cooperativa” con la media più alta (8,83). Picco di soddisfazione positivo per il Comune

di Gaiarine che ha totalizzato un punteggio perfetto pari a 10, il che vuol dire che ogni voce ha avuto massima soddisfazione. Quanto al numero degli utenti serviti, i dati aggiornati al 31 dicembre 2011 stimano un sostanziale consolidamento con un aumento minino da 1523 (2010) a 1543 (2012). In relazione al genere nel 2011 sono stati rilevati 962 utenti di sesso femminile (62,3%%) e 581 di sesso maschile (37,7%). Il personale è aumentato in modo progressivo per effetto dell’apertura di nuovi servizi, risulta più che evidente che l’area è composta essenzialmente da personale di genere femminile, mentre il numero dei maschi rimane sostanzialmente costante, 155 le persone mediamente occupate dall’area nel corso dell’anno, dato abbastanza in linea con il risultato al 31 dicembre. Nel triennio la soddisfazione degli utenti si è mantenuta costante con valori nel 2011 di 9,15. Nettamente aumentata quella dei committenti che da 7,9 (2009) e 8,29 (2010) è passata a 8,64 (2011). Mantiene valori alti anche la soddisfazione dei soci con 3,75, in costante crescita nel triennio. Contenuta la crescita del fatturato, anche se costante grazie all’acquisizione di nuovi servizi: dai 2,4 milioni di euro nel 2009, ai 2,8 nel 2010 ai 3,2 nel 2011. Tra i servizi di nuovo appalto a gestione propria, un cenno al Centro diurno di Romans d’Isonzo per persone affette da demenza. Acquisito nel luglio 2011, si rivolge in particolare a persone con Alzheimer. Strutturato a supporto dei servizi presenti sul territorio (sociali e sanitari), offre attività riabilitative atte a rallentare il decorso della malattia mantenendo il più elevato livello di benessere della persona. Altri recente acquisto il servizio di Assistenza domiciliare on alta Val Pusteria (Bolzano) partito nel 2011. Rivolto a persone anziane con necessità di interventi di supporto domiciliare, residenti nei quattro distretti del Comprensorio della Val Pusteria, il Sad prevede interventi di assistenza domiciliare semplice (lavoro domestico, trasporto ed accompagnamento), integrata con quella sanitaria. Il servizio è gestito in Ati con la Cooperativa sociale Assist di Bolzano. Leopoldina Teston

07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 29


informazione

“Problem-based Learning” Dal Canada un metodo attivo per apprendere incentrato sul discente

Pordenone A tutti noi è capitato di frequentare un corso di formazione e di acquisire molte conoscenze teoriche che poi non siamo riusciti ad applicare con successo. Quello dell’applicazione di quanto appreso in sede di formazione nelle attività lavorative quotidiane, è un annoso problema che Itaca, da sempre impegnata nel consolidamento del “know how” dei propri soci e dipendenti, sta cercando di affrontare mediante la ricerca e la sperimentazione di metodologie didattiIl Pbl potrebbe entrare presto che innovative. Alcune settimane fa a far parte degli strumenti ci è stata presentata formativi di Itaca una metodologia di apprendimento definita “Problem-based Learning” (Pbl), nata negli anni ’60 presso la facoltà di medicina dell’Università McMaster di Hamilton (Canada), oggi largamente applicata nella formazione anglosassone ad ogni livello. La caratteristica distintiva del Pbl è la presentazione di un “problema”, di una “situazione” che riproduce il contesto e le problematiche presenti nella vita professionale dei partecipanti. Il “problema” è presentato all’inizio del processo di apprendimento, senza essere preceduto da alcuna lezione introduttiva. Ecco quindi che il discente, fin dall'inizio, è messo al centro del processo formativo, sono stimolate le sue capacità di analisi, di comprensione, di ricerca delle soluzioni, e apprende utilizzando un approccio sistematico che replica la sequenza di azioni che dovrà attuare nella pratica professionale. Il metodo si può quindi definire come “incentrato sul discente”, caratterizzato dall’enfasi sull’applicazione (non solo acquisizione) di nuove conoscenze e dalla prerogativa di sviluppare nei discenti quelle capacità utili a gestire la propria formazione continua (selfdirected learner). Un “problema” Pbl descrive in maniera oggettiva (neutra) un fatto che accade, è una fotogra30 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

fia della realtà che il discente riconosce come pertinente al contesto in cui lavora o alla professione per la quale si sta formando. L’analisi, la comprensione e soluzione dei “problemi” conducono il discente ad acquisire, durante il percorso educativo, nuove conoscenze e capacità. L’introduzione di questo metodo ha dato risultati positivi tanto da essere esteso a tutta la Facoltà di Medicina dell’Università di McMaster e successivamente a molte altre Università in vari continenti, anche in ambiti professionali diversi dalla medicina che spaziano dall’ingegneria all’architettura, dall’economia alla giurisprudenza. Il metodo, infatti, anche se nato in una facoltà di medicina, risponde a dei presupposti di apprendimento efficace applicabili a diversi ambiti della formazione. L’esperienza europea più importante e quella dell’Università di Maastricht, dove il Pbl è utilizzato in tutte le facoltà e costituisce un forte elemento distintivo, e dove nella Facoltà di Ingegneria Itc viene utilizzata anche la variante Pcl (Project-centered Learning), dove il filo conduttore dell’apprendimento non è il lavoro su un problema, ma il lavoro su un progetto. In Italia l’esperienza più significativa è quella dell’Istituto Superiore di Sanità, che è stato per diversi anni Centro Collaborativo dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per l’utilizzo del Pbl nelle professioni sanitarie. Interessati a conoscere meglio questa metodologia di apprendimento, abbiamo dunque organizzato un corso al quale hanno partecipato alcune figure chiave della formazione in Itaca. Si è parlato di Pbl utilizzando il Pbl, partendo cioè dalla presentazione di un “problema” per ciascuna delle tre lezioni d’aula. Abbiamo cercato di valutare se alcune iniziative formative messe in atto da Itaca potessero essere progettate e organizzate utilizzando anche questa metodologia, per essere maggiormente efficaci, coinvolgenti e interessanti, e al termine del corso possiamo affermare che un metodo di apprendimento attivo come questo è sicuramente indicato anche per la nostra realtà e alla formazione degli adulti, che hanno l’esigenza di lavorare su aspetti concreti per accrescere competenze e non solo contenuti. Renato Esposito


insicurezza

Il sistema sicurezza

Per tipologia Nello specifico aumentano gli infortuni per aggressione (+ 7) e per incidente stradale (+ 7), il dato che preoccupa di più è quello relativo alle aggressioni degli utenti verso gli operatori. Da notare che i maggiori rischi specifici degli addetti all’assistenza, sforzo e biologico, invece diminuiscono.

Analisi degli infortuni nel 2011, lettura dati e interpretazione

Infortuni per area e tipologia

Pordenone Il sistema sicurezza di Itaca è orientato all’obiettivo del miglioramento delle misure preventive e protettive volte anche alla prevenzione degli infortuni. Nonostante le misure messe in atto a livello preventivo, ovvero formazione e informazione, dispositivi di prevenzione collettivi e individuali, sorveglianza sanitaria, analizzando quanto accaduto nel 2011 si nota una netta tendenza all’aumento delle ore di infortunio, che corrisponde all’aumento dell’indice di gravità per inabilità temporanea.

Infortuni per tipologia e giorni di assenza Il numero maggiore di infortuni riguarda anche quest’anno l’aggressione ad opera degli utenti, 24 eventi con 458 giorni d’assenza; gli infortuni per incidente stradale da soli enumerano invece il maggior numero di giorni di assenza, 633; scivolamento e sforzo totalizzano insieme 21 infortuni con un totale di 763 giorni di assenza.

Frequenza tipologia infortunio

aggressione caduta

25

incidente stradale

24

meccanico urto 20

20

scivolamento sforzo

15 10

10 8

biologico

11

7

5 3 0

Gli infortuni dovuti ad aggressione meritano un’attenzione particolare perché sono i più numerosi e, nell’analisi dei dati del triennio, aumentano costantemente di anno in anno. Come si può notare, nonostante il numero elevato di giorni d’assenza sono relativamente bassi, solo in 3 casi superano i 60 giorni. La mansione più soggetta a questa tipologia di infortuni è quella di addetto all’assistenza. Gli infortuni dovuti a sforzo per movimentazione manuale delle persone sono 11 e totalizzano 344 giorni d’assenza. La mansione più soggetta a questa tipologia è quella di addetto all’assistenza. Gli incidenti stradali in totale sono 20, dei quali: 16 si sono verificati in itinere (percorsi casalavoro/lavoro-casa) con 516 giorni di assenza, 4 invece durante il servizio con 117 giorni di as-

3

1

1

senza, in tutto 15 sono stati causati da terzi. Risulta quindi difficilmente prevenibile tale tipo di infortunio, soprattutto quando l’incidente è subito dal lavoratore per causa terzi o avviene nel percorso casa-lavoro.

Infortuni nell’ultimo triennio Per area Nel confronto tra gli ultimi tre ani si nota che tra le aree produttive l’area Residenziale Anziani ha la frequenza più alta, mentre l’area Territoriale Anziani quella più bassa. L’area dei servizi residenziali e semiresidenziali per i Disabili aumenta notevolmente la frequenza rispetto all’anno precedente. Non vi sono invece grosse varianze nella frequenza degli infortuni nell’area Minori.

Abbiamo quindi provato a mettere a confronto la tipologia di infortuni e le aree di servizio nel triennio. Nell’area territoriale anziani nel triennio sono diminuiti sensibilmente gli eventi infortunistici, in particolare quelli per scivolamento. L’area residenziale anziani presenta in netta ascesa gli infortuni per aggressione e in costante aumento quelli per sforzo e urto, altalenanti quelli per scivolamento. Per quanto attiene l’area dei servizi semiresidenziali e residenziali per i disabili il dato che emerge in netta ascesa è quello degli infortuni dovuti ad aggressione, che invece diminuiscono nell’area salute mentale. Itaca si occupa dell’assistenza e della riabilitazione di persone in difficoltà, compresi utenti con caratteristiche di aggressività, risulta pertanto necessario sorvegliare con attenzione queste situazioni e definire strumenti e procedure di intervento. Le azioni preventive e di miglioramento già adottate dalla Cooperativa sono: riunioni d’equipe per motivare e gestire la situazione e il momento di violenza; supervisione per utenza particolare e con ripetuti momenti di aggressione; formazione, informazione e addestramento continui e specifici; rotazione e mobilità su richiesta dell’operatore in altri servizi. Rispetto all’analisi dei casi seguiti durante l’anno, si nota quanto sia importante la collaborazione con la committenza, i servizi sociali e i familiari degli utenti, al fine di individuare interventi condivisi, ad esempio interventi di formazione verso le equipe a rischio, incentrati sulla tipologia di utenza seguita e sull’utente specifico, ad opera dei medici e degli psichiatri che li hanno in cura. Il rischio aggressione è strettamente collegato al rischio psicosociale stress lavoro-correlato di cui si parla sempre di più negli ambienti in cui si tratta la materia della sicurezza sul lavoro, anche questo aspetto va portato all’attenzione della committenza e dei vari servizi con cui i nostri operatori collaborano quotidianamente. Chiara Stabile

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inpersonale

Inquadramento del personale e Ccnl Incentivi, la sperimentazione potrebbe essere ampliata ad altri servizi Pordenone Proseguiamo, anche questo mese, nel nostro intento di fornire in questo spazio una risposta agile e compiuta alle diverse questioni poste dai soci nel questionario di soddisfazione del socio. In questo numero le richieste riguardano, fra le altre, un aspetto vicino a quello già esaminato della retribuzione: l’inquadramento del personale. Alcuni soci interrogano la Cooperativa Itaca tramite il questionario sull’opportunità di inquadrare gli addetti all’assistenza qualificati allo stesso livello dell’educatore non qualificato; questo, si dice, al fine di valorizzare debitamente l’impegno di chi ha conseguito una qualifica ad hoc per la mansione svolta. Partendo dalla premessa che, con l’istituzione dei corsi di laurea in scienze dell’educazione ed educatore professionale, la presenza della figura dell’educatore non qualificato andrà presumibilmente sempre più sfumando in futuro e concordando, comunque, con la considerazione espressa da alcuni soci che affermano: “Non credo poi che il lavoro di assistente sia meno impegnativo rispetto a quello di educatore….”, dobbiamo tuttavia sottolineare come l’inquadramento del personale sia stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale della Cooperative Sociali e come Itaca, in ordine a questo aspetto, abbia per alcune figure già operato un superamento del trattamento contrattualmente definito. Da un lato, prevedendo nel Regolamento interno la collocazione alla posizione A2 di tutti i soci addetti alle pulizie con due anni di anzianità lavorativa aziendale e, dall’altro, contemplando la collocazione al livello B1CM di tutti gli operatori in possesso dell’attestato di “Competenze minime nei processi di assistenza alla persona”. Altra questione rilevante segnalata è la richiesta di attivazione di un sistema di incentivi. Su que32 ∙∙∙ IT LaGazzetta ∙ 07/2012

sto punto, nella Cooperativa è in atto da tempo una prima forma di sperimentazione nella sola area Residenziale Anziani e solo per alcune strutture; attualmente è allo studio la possibilità di estendere la sperimentazione in atto anche ad altri servizi campione afferenti alle altre aree produttive, consci come siamo dell’importanza di individuare criteri efficaci e significativi per accrescere sempre di più la qualità del servizio offerto. E davvero apprezzabile in quest’ottica appare l’iniziativa di lavorare sulla qualità delle risorse già in fase preliminare, sottoponendo i candidati ad un test psicoattitudinale prima dell’assunzione. A tale scopo è stato attivato un progetto di affiancamento ai coordinatori durante i colloqui di selezione, prevedendo la compresenza di un esperto in selezione del personale per un supporto al coordinatore nell’approfondimento di tematiche quali l’aspetto relazionale del candidato, l’affidabilità, la predisposizione alla mansione, la flessibilità e la predisposizione alla collaborazione con l’equipe. Un’opera a tutto tondo, quindi, che Itaca prosegue e persegue con la convinzione e la soddisfazione di chi è impegnato nella costruzione di un sistema che associa imprescindibilmente qualità dei servizi e qualità del lavoro. Ufficio Risorse Umane


Culture

MU SI CA John Mayer Born & Raised John Mayer è un artista americano che in poco più di dieci anni si è guadagnato sia il successo del grande pubblico che quello della critica a suon di milioni di dischi venduti, Grammy awards e tournèe mondiali. Due mesi fa è uscito il suo quinto album in studio, anticipato di qualche settimana dal singolo "Shadow Days". Si tratta di un brano che nel testo annuncia a tutti il suo ritorno ed il superamento di una fase tormentata della sua vita. "Born & Raised", infatti, è un biglietto di sola andata per gli Stati Uniti e con un linguaggio musicale che gravita attorno a "country", "folk", "rhythm & blues" e chiari e marcati riferimenti al cantautorato nordamericano. Un viaggio senza tempo lungo dodici tracce che sembra iniziare già da un rapido sguardo alla copertina. Quello che colpisce maggiormente è la dimensione più intima e meno patinata del precedente "Battle Studies", una scelta netta e sincera sia nei testi che nelle musiche. Gli arrangiamenti sono caratterizzati da strumenti acustici, come all'esordio della sua carriera, ma nel complesso appaiono più raffinati e omogenei. Il livello della produzione artistica, affidata questa volta a Don Was, e le collaborazioni presenti proiettano questo lavoro ad un livello di eccellenza. Solo per citare alcuni nomi: Greg Leisz (Pedal Steel), Chris Botti (Tromba), Graham Nash (Cori), David Crosby (Cori), Jim Keltner (batteria), Chuck Leavell (tastiere). Se l'apice della sua produzione resta l’album "Continuum", "Born & Raised" è certamente una rilassante colonna sonora per un viaggio in macchina sotto il sole di questa calda estate, con testi e melodie tanto piacevoli da farvi compagnia fino all'autunno senza stancarvi. Fatemi sapere che ne pensate. Paolo Frigo

ci ne ma Marylin Il film ‘Marylin’ mette in scena uno spaccato della vita di Marylin Monroe nel pieno del suo successo professionale, in particolare durante le riprese del film ‘Il principe e la ballerina’, girato nell’estate del 1956 in Inghilterra. Ricordiamo che in quel periodo Marylin aveva appena sposato lo scrittore Arthur Miller. La storia narra di un giovane rampollo inglese (Colin Clark) che vuole lavorare a tutti i costi nel cinema, nonostante l’appartenenza ad una famiglia nobile e rispettata. La sua tenacia lo porta a contattare diversi produttori cinematografici fino ad approdare sul set del film ‘Il principe e la ballerina’, con protagonista principale proprio la bella ed affascinante Monroe. Il suo obiettivo non è tanto quello di conoscere l’attrice, ma di ricercare una propria indipendenza economica senza il supporto dei genitori i quali, naturalmente, non approvano la sua scelta lavorativa. Ecco che viene assunto come terzo assistente alla regia, ed è lì che si imbatte nell’Olimpo degli attori di Hollywood: Laurence Olivier, Vivien Leigh, Sybil Thorndike e, per l’appunto, l’indimenticabile Marylin Monroe. Colin si ritroverà a trascorrere una settimana con la donna più desiderata del mondo, fianco a fianco e in giro per l’Inghilterra. Tra i due non succederà nulla, se non qualche timido bacio, ma Colin saprà accogliere il lato più debole di questa donna insicura all’eccesso, inibita dagli psicofarmaci e minacciata dalla solitudine. La pellicola mette in luce una Monroe del tutto inaspettata, che fatica a recitare e necessita di essere costantemente supportata dalla sua psicologa di fiducia per riuscire ad interpretare la parte a lei assegnata; ormai è una donna talmente famosa e acclamata che ha paura di sbagliare e di non saper dare il meglio di se stessa. Nel giovane Colin Clark vede non un uomo che la brama per la sua bellezza, ma un uomo che l’apprezza per quello che è, cioè una giovane donna bisognosa di affetto e, forse, di amore vero. Il ruolo di Marylin è interpretato da una bravissima Michelle Williams. Certo, non ha l’allure della Monroe, però è brava e la sua performance è decisamente intensa. Eddie Redmayne, invece, è Colin Clark, che con il suo sguardo innamorato da ancora più risalto alla figura di Marylin. Kenneth Branagh recita la parte di Laurence Olivier, attore sicuro di sé e di grande esperienza professionale, che però perde la fiducia nelle proprie capacità quando si misura accanto ad una giovane Marylin che, oltre alla bellezza, dimostra doti artistiche di recitazione e di canto. ‘Marylin’ non è un film biografico sull’attrice, ma coglie un piccolo istante di vita di una donna destinata a diventare un’icona intramontabile. Anna Bagnarol

INVIACI LA TUA RECENSIONE Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto? Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni? Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi f.dellapietra@itaca.coopsoc.it

07/2012 ∙ IT LaGazzetta ∙∙∙ 33


e20

LUG-AGO 2012

21 luglio

31 luglio

FESTA

Festa di chiusura del Centro

Servizio: Centri estivi di San Vito al T.to ore 10.30 presso Piazza del Popolo

22 luglio

Servizio: Residenze Tre Vie Udine

Uscita Gita a Timau

Servizio: Centro Sociale San Giovanni

ore 19.30 Presso il centro. Pizza con gli ospiti

1 agosto

Servizio: Residenze Tre Vie Udine

USCITA

10 luglio - 19 agosto

26 luglio

Mostra itinerante

Ciclo di incontri 'Pensieri all'aperto'

Servizio: Comunità alloggio Casa Carli Maniago 10-17 luglio c/o bar Barile Maniago 18-28 luglio c/o bar Coricama Maniago 29 luglio-8 agosto c/o Gnu bar Maniago 9-19 agosto c/o farmacia Fioretti Maniago

18 luglio

Servizio: Residenze Tre Vie Udine

Uscita Gita a Lignano Pineta

20 luglio

Servizio: Centro Sociale San Martino al T.to

Festa di chiusura del Centro ore 12.00 Presso il ristorante Stella Marina di San Lorenzo (Arzene)

Servizio: Casa Accoglienza Ricchieri Pordenone

ore 20.30 Presso il giardino di Casa Ricchieri Incontro dal titolo 'Le convinzioni nemiche'. Modera Domenico Bocale. Ingresso libero

27 luglio

Servizio: Residenza protetta Gorizia

Pomeriggio musicale ore 17.00 presso il centro

28 luglio

Servizio: Residenze Tre Vie Udine

Uscita in barca a vela Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste

vuoi segnalare un evento? Nel tuo servizio organizzate iniziative che coinvolgono in qualche modo il territorio? Inviaci le informazioni relative complete di data, ora, luogo, titolo e tipologia (mostra, teatro, festa, ballo, concerto, ecc). Tutti gli eventi verranno inseriti nel box “e20” all’interno dei prossimi numeri di IT La Gazzetta di Itaca. E’ un modo per valorizzare ciò che - come soci di Itaca - con tanta fatica organizzate all’interno dei servizi, ma è anche una testimonianza della vitalità che vi contraddistingue, oltre che un indice della vostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. f.dellapietra@itaca.coopsoc.it

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Gita a Sauris

15 agosto Servizio: Villa Carraria

FESTA ore 17.00 Presso la sede. Grigliata con le famiglie


RICERCHIAMO Per

AREA RESIDENZIALE ANZIANI Casa di Riposo Puos D’Alpago (BL) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Casa di Riposo Sacile (PN) Parrucchiera/e Si richiede: Qualifica parrucchiere; esperienza minima. Si offre: contratto a tempo determinato; part; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Casa di Riposo Cervignano del Friuli (UD) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AREA TERRITORIALE ANZIANI Servizio di Assistenza Domiciliare Monfalcone (GO) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AREA DISABILITà

AREA SALUTE MENTALE

Comunità per Disabili Udine Addetta/o all’Assistenza

Comunità Psichiatrica Gemona Addetta/o all’assistenza

Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per Disabili Gorizia Addetta/o all’Assistenza

Comunità Psichiatrica Portogruaro (VE) Infermiera/e professionale

Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per Disabili San Canzian d’Isonzo (GO) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per Disabili Ragogna (UD) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Si richiede: Diploma o laurea scienze infermieristiche; iscrizione IPASVI; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo indeterminato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali, incentivi non contemplati nel Contratto Nazionale.

Le domande vanno inviate a uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca • Ufficio Risorse Umane Vicolo Selvatico 16 • 33170 Pordenone e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it Tel. 0434-366064 • Fax 0434-253266

Redazione Fabio Della Pietra Caterina Boria Simone Ciprian Renato Esposito Laura Lionetti Enrichetta Zamò impaginazione La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste STAMPA Hand Consorzio di comunicazione sociale - Udine Numero chiuso il 9 luglio alle ore 15.30 e stampato in 1400 copie

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! B A F y Da

1° Opene 19 luglio 2012 1/C n o o c n s e e Pord ia San Franc | V 1 2 9 h

FAB! Organizza

il suo primo Open Day per accogliere le persone che vogliono saperne di più, che vogliono comprendere tutte le potenzialità di FAB e capire come muovere i primi passi nel progetto!

Presentazione FAB!

• Sessioni in plenaria per la presentazione del progetto • Colloqui d’analisi imprenditoriale e d’orientamento • Presentazione dell’Academy e delle figure d’accompagnamento

Dalle h 19 happening con frutta, musica e drinks Contatti: info@i-fab.it 345 5407006 (Christian Gretter) indicando la sessione ed i colloqui cui si desidera partecipare

Info: www.i-fab.it


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