La Gazzetta di Itaca

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La Gazzetta Mensile d’informazione delle Cooperative Itaca, L’Agorà e La Piazzetta - n°2 - Febbraio 2011

“Scuola per famiglie” a Pordenone Latisana e Cervignano Apre il Centro gravi gravissimi di Udine Pagare una bolletta in contanti reato per le Coop Conciliazione in pratica Prata 23 febbraio

Partecipazione nella comunità locale Pordenone 25 febbraio


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articolo di fondo

La Gazzetta | Febbraio 2011

“Cup e Cig”, incubo per le Cooperative

Quando pagare una bolletta in contanti è reato Le assurdità della legge 136/2010

Pordenone Ve lo ricordate nel marzo scorso lo show del ministro per la semplificazione Calderoli che brucia le leggi inutili? Poi è arrivata l’estate con i suoi effetti collaterali tra cui la Legge 136 del 13 agosto 2010 (come si fa ad essere lucidi il 13 agosto che quest’anno era pure venerdì) recante un piano straordinario contro le mafie e un immediata applicazione di un articolo sulla ‘tracciabilità dei flussi finanziari’. La legge prevede che tutti gli incassi e pagamenti relativi ad appalti pubblici siano fatti solo su conti correnti bancari o postali preventivamente individuati e formalmente dichiarati. Nei conti correnti dedicati devono transitare tutti i movimenti finanziari afferenti un contratto pubblico senza differenze di importo o durata e a tutta la filiera di soggetti coinvolti compresi fornitori e stipendi. La tracciabilità è garantita, pena nullità del contratto, dal “Cig” (codice identificativo di gara) o “Cup” (codice unico di progetto) assegnato dall’ente pubblico appaltante. Quindi ogni contratto pubblico deve avere un numero, se manca è come se non esistesse.

Se il servizio prevede anche l’acquisto di pasti, di trasporti, di pasta per le dentiere, di pannolini, di pannoloni, di guanti, di consulenze sanitarie, di lavanderia, …, il Cup o il Cig va indicato nelle fatture e nei pagamenti. Se acquistiamo forniture per più servizi come succede per i guanti, ad esempio, non potendo indicare tutti i Cup, perché i flussi telematici sono come gli sms e c’è un numero limitati di caratteri, dobbiamo indicare quello (che riteniamo) prevalente. Le sanzioni vanno complessivamente dal 2 al 10% dell’importo della transazione, fino al 20% se non transitano nel conto corrente. Esempio: se facciamo un bonifico di 5000 euro per pagare il servizio lavanderia di una casa di riposo senza indicare il numero Cig, la multa può essere fino a 500 euro; se paghiamo in contanti 400 euro di ingresso alla piscina o visita alla zoo per il gruppo dei ragazzi di un centro estivo di un comune, la multa può arrivare a 80 euro. In casi come questo consiglio di andare in piscina qualche giorno prima per accordarsi sulla fattura

SOMMARIO Quando pagare una bolletta in contanti è reato

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“Scuola per famiglie”, sostegno per genitori

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Sostegno alla Cooperativa sociale L’Agorà

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Gravi gravissimi, apre il Centro atteso 30 anni

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Conciliazione, 23 febbraio al Pileo di Prata

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Informare e occupare spazi

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La vergogna delle istituzioni indifferenti

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Natale con i Folletti in Carnia I Fantastici 4 colpiscono ancora Le Tagesmütter fanno scuola

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Amori boliviani a Pordenone, 2-16 aprile

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Misure compensative Oss entro il 15 febbraio

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La partecipazione nella/della comunità locale

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articolo di fondo fornendo oltre ai dati della cooperativa anche il Cap o il Cig (che custodirete gelosamente nel portafoglio insieme alla partita Iva), farsi dare i dati per fare il bonifico (mi raccomando l’Iban!), mandare tutto all’ufficio amministrativo con preghiera di pagare in fretta e inviarvi copia del bonifico (che dovrà riportare anch’esso il Cig/Cup. Se qualcosa va storto o non c’è tempo, potete pagare in contanti perché l’importo non supera i 1500 euro al giorno. Ma il Cig? E se fanno solo ricevuta? Siete fregati, meglio tornare a casa! E per i contanti c’è l’ulteriore problema di come trasferirli dalla cassa centrale alle casse dei singoli servizi: le ipotesi che si affacciano hanno del maligno e noi purtroppo non sappiamo ancora fare gli esorcismi. Se non volete arrendervi, fate un bel respiro e chiamate il Prefetto territorialmente competente (sì perché, in uno dei tanti dispositivi tra decreti, chiarimenti, circolari che si sono succeduti dal 13 agosto - tutta carta per la prossima foghera di Calderoli - si è stabilito che è lui che farà rispettare la legge) e nell’ordine: fatevi fare la multa dichiarando all’istante di aver pagato una fattura riconducibile a un contratto pubblico in contanti e senza Cig/Cup; lasciategli i soldi ‘spicci’ che avete in tasca per il gelato ai ragazzi (ve li rimborso io); lasciategli anche le chiavi dei pulmini e tutto il gruppo di ragazzi che a questo punto saranno più arrabbiati di voi. Per ricompensa

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promettetegli una pizza in una delle nostre comunità e manifestate al pizzaiolo la sua presenza quando chiederete la fattura promettendogli un bonifico per il giorno dopo. Troppi paradossi cui non mi abituerò mai. Non succede nulla se incassiamo dalla pubblica amministrazione con molti mesi di ritardo (anni per qualche sfortunata cooperativa), ma commettiamo un reato se paghiamo in contanti una bolletta o una fattura per l’acquisto della carta crespa, se nelle fatture non sono indicati i codici di contratti pubblici di riferimento, se diamo un anticipo retribuzione in contanti, … E la semplificazione? Hanno detto che dobbiamo fare tutti un po’ di sacrifici perché l’obiettivo è importante per il Paese, ‘si tratta di un giro di boa al fine di debellare fenomeni di criminalità organizzata che spesso si annidano in questo settore’. Chiudo con un’ulteriore, triste, rievocazione. Vi ricordate lo scudo fiscale? Quel provvedimento che prevedeva il rientro di capitali dall’estero senza chiedere nemmeno il segno zodiacale o la e-mail per poter inviare newsletter sulle previsioni degli astri? Il problema della lotta alla mafia esiste, e quest’ultima trovata ne è la prova! Orietta ANTONINI

Vuoi contribuire a La Gazzetta? Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266. Per informazioni chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di marzo è lunedì 28 febbraio alle ore 9. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.

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EDITORIALE

Precise Parole di Giovanni Gustinelli Il 27 gennaio, come ogni anno, si è celebrata la Giornata della Memoria per non dimenticare il genocidio ebraico perpetrato dai nazisti che, come rileva l’ottimo collega Alberto Chicayban, era comprensivo anche dei matti, dei portatori di handicap, degli zingari rom e non, degli omosessuali, di tutta quell’umanità non conforme all’ideale ariano che propugnava la purezza razziale in una sorta di egualitarismo democratico e sterminatore. Almeno in quell’occasione nessuna discriminazione per la diversità; alé tutti al gas. È la seconda volta che questa rubrica si appresta a commemorare, secondo la propria particolare ottica, questa importante ricorrenza. Nella prima occasione fu utilizzato Primo Levi sia per la qualità dell’uomo che per la qualità dello scrittore e ovviamente per diritto assoluto di parte in causa. In questa seconda occasione invece, ci appoggeremo ad un autore molto caro a questa redazione e di statura senz’altro non inferiore a quella immensa di Levi. Il classico per definizione; un vero esperto delle umane cose, dei suoi vizi e delle sue, più rare, virtù: William Shakespeare. Buona lettura a tutti.

Il Mercante di Venezia

Rialto - foto d’epoca - eliotlipp.net

ATTO TERZO Scena prima Breve riassunto: Bassanio ha quasi dilapidato il proprio patrimonio a causa di un tenore di vita condotto al di sopra delle proprie possibilità e chiede all’amico Antonio, cui deve già dei soldi, un cospicuo prestito per essere in grado di corteggiare, con lo sfarzo che richiede il proprio rango sociale, Porzia, una ricca ereditiera di cui si è invaghito (e poter così risolvere, oltre che le questioni di cuore, anche le proprie pene finanziarie). Antonio attraversa un momento di scarsa liquidità ed è costretto a rivolgersi a Shylock un ricco ebreo che presta soldi per interesse. Tra i due corre cattivo sangue perché Antonio ha pubblicamente ingiuriato l’ebreo (e la sua razza) accusandolo di strozzinaggio, di usura e di ogni sorta di nefandezza.

Bassanio chiede in prestito tremila ducati a tre mesi e Antonio si offre come garante. Shylock intravede la possibilità di vendicarsi chiedendo ad Antonio, come garanzia, una libbra della Ghetto vecio - wikipedia.com sua carne. Il vento del destino comincia a soffiare contrario ad Antonio; a Venezia giunge la notizia che una delle sue navi è naufragata. La figlia di Shylock (Gessica) nel frattempo è scappata da casa con Lorenzo (amico di Antonio) provocando al padre un dolore insanabile e gettandolo in uno stato di profonda disperazione e rabbia. È in questo pessimo stato d’animo che Shylock incontra per strada Salanio e Salarino (due amici di Antonio) che si fanno beffe di lui per la fuga della figlia e durante questo incontro gli comunicano (per valutarne le reazioni) che Antonio ha perso una delle sue navi. Entra Shylock SALARINO: oh ,Shylock! Che notizie fra i mercanti? SHYLOCK: voi sapevate, come nessun altro meglio di voi lo poteva sapere, della fuga da casa Shylock - Frumsatire.net di mia figlia. SALARINO: e come no! Io conoscevo pure il sarto che le ha confezionato il paio d’ali con cui è volata SALANIO: e Shylock conosceva, per sua parte, che l’uccellino aveva messo l’ali, e ch’è nella natura degli uccelli a un certo punto abbandonar la madre SHYLOCK: s’è dannata per questo. SALARINO: questo è certo, se il diavolo deve essere il suo giudice. SHYLOCK: la mia carne, il mio sangue ribellarsi! SALARINO: ohibò vecchia carcassa! All’età tua, che carne e sangue vuoi che si ribellino? SHYLOCK: voglio dire mia figlia; non è fors’ella carne e sangue mio? SALARINO:tra la tua carne e quella di tua figlia c’è più diversità che non ce n’è tra il giaietto e l’avorio; tra il tuo sangue e il suo ci corre tanto che tra un vino rosso ed il vin del Reno. Piuttosto dì: che voi sappiate, Antonio ha avuto perdite in mare? (sapendo che una nave era appena affondata) SHYLOCK: anche questo è un cattivo affare. È un fallito, (riferendosi ad Antonio) un prodigo che osa mostrare il


EDITORIALE suo muso a Rialto; un accattone che quando veniva in mercato si metteva sempre in ghingheri; ditegli che badi al suo contratto; aveva l’abitudine di chiamarmi usuraio; ditegli che badi al suo contratto; aveva l’abitudine di prestar gratis il danaro per cristiano amor del prossimo; ditegli che badi al suo contratto. SALARINO: sono certo che alla scadenza tu non prenderesti la sua carne; a che ti servirebbe? SHYLOCK: a farci l’esca pei pesci; e se non ci potrò nutrire niente altro ci nutrirò la mia vendetta. M’ha rovinato e poi m’ha impedito di guadagnare mezzo milione; ha riso delle mie perdite, m’ha canzonato pei miei guadagni, ha schernito la mia nazione, s’è messo di traverso nei miei affari, ha gelato i miei amici, ha riscaldato i miei nemici. E tutto questo perché? Perché sono un ebreo. Un ebreo non ha occhi? un ebreo non ha mani, membra, sensi, affetti, passioni? non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, non va soggetto alle stesse malattie, non si guarisce cogli stessi mezzi, non ha il freddo dello stesso inverno e il caldo della stessa estate d’un cristiano? se Porzia-Lynn Collins ci pungete, non sanguiniamo? Se investireoggi.it ci fate il solletico, non ridiamo? se ci avvelenate, non moriamo? e se ci offendete, non dobbiamo vendicarci? se siamo uguali a voi in tutto, anche in questo dobbiamo somigliarvi. Se un ebreo offende un cristiano, dove arriva la tolleranza del cristiano? Alla vendetta. Se un cristiano offende un ebreo, dove dovrebbe giungere la sopportazione dell’ebreo, secondo l’esempio cristiano? alla vendetta. Mi insegnate a essere malvagio: obbedisco, ma mi sarà difficile non superare i maestri. Perché utilizzare proprio questo monologo per celebrare la giornata della memoria? È senz’altro un paradosso, una forzatura, forse una svista redazionale. Perché proprio il pezzo teatrale dove Shakespeare ci consegna, attraversando i secoli, l’immagine più stereotipata, più lisa costruita dall’occidente cristiano dell’epoca dove il popolo ebraico riassume in se tutti i peggiori vizi dell’essere umano: l’usura, l’avidità, la vendetta, il peggio del peggio; dove Shylock è l’ebreo cattivo, il malvagio per antonomasia, dove gli ebrei sacrificano bambini cristiani e con il loro sangue impastano le azime, dove l’ebreo è il reprobo. Era razzista o antisemita Shakespeare? Si, nella misura in cui ci tratteggia l’icona del perfido ebreo archetipico. Ma se allarghiamo la visuale, se prendiamo in considerazione tutta la scena dove i personaggi, imprigionati per sempre dalla penna del drammaturgo compiono il loro destino, scopriremo che accadono cose ben strane nel Mercante di Venezia. Storia. Alla sera, nel ghetto*, le porte venivano chiuse e gli ebrei dovevano rientrare nella loro area di pertinenza. Essi

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avevano l’obbligo di circolare indossando un copricapo rosso per poter essere subito identificati in qualità di appartenenti alla razza ebraica. La loro attività principale consisteva nel prestare soldi in cambio di un interesse, tale pratica era vietata e condannata dalla chiesa (anche se sopportata per ovvie ragioni di utilità). Partendo da tali basi storiche Shakespeare ci descrive la parte ebraica protagonista del pezzo teatrale e cioè una società chiusa, avida, involuta, claustrofobica che farà affari con i cristiani, camminerà con loro, parlerà con loro, ma non mangerà, non berrà e non pregherà con loro (testuale). Lancillotto, il servo/giullare dell’avaro Shylock, preferirà diventare servo di Bassanio perché in tal modo potrà aspirare ad un trattamento migliore ed a una livrea più gallonata. L’occidente appare senz’altro più munifico. Ma come viene rappresentato da Shakespeare l’altro versante cioè quello veneziano/cristiano? Bassanio scialacqua i propri averi in piaceri, vive al di sopra delle proprie possibilit à, è un prodigo, un dissipatore; egli ha intenzione di chiedere in prestito soldi ad Antonio per poter ostentare lo sfarzo necessario per presentarsi dinanzi a Porzia, donna virtuosa ma soprattutto ereditiera. Non rinuncia ai propri disegni neanche quando la posta in palio diventa troppo onerosa e peShylock-Al Pacino ricolosa per l’amico garante. Suite101.com Antonio, dal canto suo, è ben felice di prestare soldi a Bassanio ma probabilmente sulla base di un interesse omosessuale o quantomeno tenta di coltivare rapporti di dipendenza e quindi di obbligo morale nei propri confronti da parte dell’amico. Antonio sottoscrive liberamente un chiaro contratto con Shylock che verrà completamente pervertito dalla giustizia veneziana utilizzando stratagemmi e cavilli forniti al doge da Porzia stessa travestita da avvocato. Alla fine della vicenda e sulla base di una legge che prevede la morte per chi attenta alla vita di un cittadino della serenissima, sarà la stessa “giustizia” veneziana che spoglierà Shylock di tutti i suoi averi e addirittura lo costringerà alla conversione al cristianesimo (questa parte appare una amara metafora, una riflessione sulle relazioni strutturali che esistono tra politica, giustizia e potere dell’epoca e non occorre essere dotati di particolare acume per sostenere che ben poco è mutato attraverso i secoli). Shakespeare ci ri-consegna una società veneziana mercantile dove il danaro e l’apparire sono fondamenti della convivenza, condizione pregiudiziale per appartenere ad un ceto sociale dominante piuttosto che ad un altro. Una società dove la carne umana ha un prezzo e cioè tremila ducati alla libbra nel caso di Antonio (sangue escluso) e mille ducati per chi avrà il primo figlio tra Bassanio e Graziano. Una società razzista che sputa e scaracchia letteralmente sui vestiti e sulle barbe degli ebrei pur attingendo a pie-


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ne mani dai loro forzieri ove se ne riscontri la necessità. Una società che si appoggia ai cavilli di un leguleio per spogliare di ogni suo avere l’ebreo, il diverso, il nemico e lo costringe addirittura all’ omologazione religiosa. In definitiva la colpa di Shylock è quella di fare le funzioni di una attuale banca che persegue il proprio profitto (sarebbe interessante conoscere i tassi di allora per confrontarli con quelli odierni). Questo è il contesto, a ben guardare, tratteggiato dal bardo: due società giustapposte ancorate saldamente ai propri pregiudizi e alle proprie miserie. In questo scenario di contrapposizione accade un fatto straordinario, unico. Shylock o meglio Shakespeare attraverso Sheylock nel citato monologo, rivendica di colpo tutta la propria umanità nel senso che rivendica il proprio diritto di cittadinanza di appartenenza all’interno del consesso umano mandando in pezzi il feroce dualismo ebreo-veneziano da cui trae alimento la vicenda teatrale. Non attua questa rivendicazione richiamando concetti religiosi o trascendenti o etico-morali (punto di vista usualmente adottato dalle grandi religioni quali il cristianesimo, l’ebraismo o Il ghetto-Venezia l’islamismo), ma lo fa pog- italytraveller.com giandosi su di una base puramente biologica, umana, antropologica, ontologica (… se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci fate il solletico, non ridiamo? se ci avvelenate, non moriamo?...). L’essere umano è uno, unico, uguale per questi motivi, non per ragioni “astratte”, ma perché l’essenza umana è costituita fondamentalmente dall’impasto della carne, del sangue, dei sentimenti, dei pensieri, delle ossa, delle aspirazioni, dei muscoli, dei sogni, quasi che questa congerie si sia coagulata, abbia preso corpo ontogeneticamente. In uno straordinario coupe de théâtre, in un colpo solo, sensazionale, immenso, Sheylock annulla le distanze tra se e la Venezia che lo detesta rivendicando la comune dimensione umana, la stessa radice biologica. Geniale. E come se Shakespeare ci dicesse che tutti vizi appartengono non ad una o all’altra fazione che si arrabatta nella contesa, ma bensì essi siano strettamente connaturati con l’essenza dell’oggetto uomo a prescindere dallo schieramento e da tutti i suoi attributi di culto o razziali o di altra natura che lo caratterizzano (questo vale naturalmente anche per le virtù, ma questa situazione sembra essere assai meno frequente). Se redenzione ci sarà dovrà coinvolgere la totalità degli uomini e non sarà appannaggio di questa o di quella popolazione o di tal o tal altra etnia o religione. Moni Ovadia in un suo spettacolo ha fatto recitare questo sconvolgente monologo nientedimeno che ad Adolf Hitler e la trappola teatrale e logica congegnata dal drammaturgo inglese circa quattrocento anni fa scatta comunque perché nessuno al mondo può negare, neanche al peggiore dei nazisti, quantomeno l’appartenenza biologica ad un genere o ad una specie.

Una volta ottenuto questo diritto di cittadinanza inalienabile è conseguente ottenere anche una comune dotazione di sentimenti (…Un ebreo non ha occhi? un ebreo non ha mani, membra, sensi, affetti, passioni?…se ci avvelenate, non moriamo? e se ci offendete, non dobbiamo vendicarci? se siamo uguali …e rimetti a noi i nostri dea voi in tutto, anche in que- biti come noi li rimettiamo… sto dobbiamo somigliarvi…). Celine deviantart.com Neanche al peggiore dei nazisti si può negare, perorata in quei termini, la patente di essere umano anche se, in questo caso trattandosi di Hitler, l’effetto diventa violentemente grottesco. Ecco cosa accade quando incautamente si maneggiano certi classici; lentamente prendono il controllo, catturano il tuo interesse, ti prendono per mano e ti deviano dal tragitto che ti eri prefissato. Parti dall’idea di utilizzali per un tuo scopo come quello di ricordare la Shoah; un’idea senz’ altro nobile e legittima. Ma capita che lungo il cammino cominci a renderti conto che la forza intrinseca del racconto, l’energia segreta e misteriosa celata nella sequenza stessa delle parole, lentamente ma inesorabilmente, ti distoglie dalla tua idea originaria, dal tuo obiettivo. Accade che sei stato condotto altrove, in un altro luogo da quello dove pensavi si trovasse la tua meta. Sei partito con l’intento di celebrare la giornata della memoria e ti sei ritrovato a parlare dell’Uomo, della sua costituzione più intima e nascosta, dei suoi segreti misconosciuti, delle sue qualità e dei suoi difetti come genere e non peculiari di qualche suo sottogruppo razziale o religioso. Strana cosa i classici. *L’etimologia della parola ghetto si fa risalire al fatto che nel luogo in cui gli ebrei veneziani furono costretti a risiedere vi era precedenteLeone di Venezia mente una fonderia, infatti in Venezialodge.com dialetto veneziano la parola gèto corrisponde all’italiano getto cioè gettata di metallo fuso. Gli ebrei di provenienza tedesca, pronunciando la parola con la -g- dura, diedero origine al vocabolo tuttora in uso; inoltre, in lingua tedesca, la ge si pronuncia ghe. N.B. Come sempre, quando si tratta di Shakespeare, ho utilizzato più traduzioni scegliendo arbitrariamente quelle che più mi sembravano efficaci. È stata un’esperienza interessante detenere nelle proprie mani tutto questo potere è cioè quello di decidere quale sia la versione migliore da consegnare a voi lettori; è una sensazione inebriante e mi provoca un brivido di piacere da onnipotenza e qualche vertigine. Il tutto è facilitato dal fatto che, pur popolando il Macbeth, l’Amleto e il Riccardo III di spettri che turbano i sogni dei vari personaggi di turno, Shakespeare mai se ne lamenterà (spero).


IN PRIMO PIANO

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Valorizzazione dei contesti familiari

“Scuola per famiglie”

Percorso di rete per il benessere delle figure parentali Pordenone, Cervignano del Friuli, Latisana Formazione e informazione sulla vita di coppia e sulla realtà familiare, ma anche sulla valorizzazione sociale della maternità e della paternità. E’ l’oggetto del bando legato all’articolo 7 bis della legge regionale 11/2006 che prevedeva un finanziamento per l’organizzazione e gestione di attività specifiche. La Cooperativa sociale Itaca vi ha potuto accedere a seguito della presentazione di un progetto, accolto con successo (e finanziato) dalla Regione Friuli Venezia Giulia, denominato Scuola per famiglie: percorso di rete per il benessere delle figure parentali e valorizzazione dei contesti familiari che avrà luogo in tre grandi Comuni della regione, ovvero Pordenone, Cervignano del Friuli e Latisana. Altrettanti i nidi d’infanzia che ospiteranno i corsi, il Farfabruco a Pordenone, l’Arca di Noè a Latisana e il nido di Cervignano. “Spf” consta di attività formative inerenti i diversi aspetti della vita di coppia e familiare ovvero a sostegno della funzione genitoriale. Le finalità generali del progetto sono articolate e riguardano sia la promozione del benessere e del valore sociale della famiglia nel rispetto delle tappe del ciclo di vita della famiglia stessa, sia la valorizzazione e rafforzamento dell’autonomia e delle competenze dei genitori affinché riconoscano e utilizzino le risorse che già possiedono. Nondimeno particolare attenzione andrà allo sviluppo e consolidamento delle abilità emozionali al fine di riconoscere, ed eventualmente modificare, le situazioni problematiche che creano disagio proprio o altrui. Altro macro obiettivo certamente il creare momenti di confronto tra esperienze diverse al fine di promuovere, ove possibile e nel rispetto delle sensibilità di ciascuno, esperienze di “auto-aiuto” tra i genitori stessi. Itaca gestisce servizi educativi a minori in tutto il Friuli Venezia Giulia, la scelta di proporre il progetto nei territori dove già siamo presenti nella prima infanzia e con altri servizi educativi a minori è motivata dalla possibilità quotidiana di avere relazioni con i genitori e quindi di rilevare le loro esigenze. A ciò si aggiunge la consapevolezza dell’importanza di accompagnarli fin da subito nella loro formazione educativa. In quest’ottica i servizi diventano osservatori privilegiati della società ma non i destinatari unici del progetto, essendo il percorso formativo rivolto a tutta la comunità. Le famiglie “campione” coinvolte nel progetto sono 1094. Nell’Ambito di Latisana Itaca interagisce con 310 famiglie gestendo il Nido d’infanzia Arca di Noè (23 utenti ), Tempo per la famiglia (Centro per bambini e genitori) nei Comuni di Teor, Rivignano, Latisana, Muzzana e Pocenia (101 utenti), doposcuola di Lignano Sabbiadoro (30 utenti), interventi educativi a minori in difficoltà e disabili nei Comuni di tutto l’ambito (156 utenti). A Cervignano e Monfalcone abbiamo a che fare con

414 famiglie grazie a Nido d’infanzia di Cervignano (26 utenti), Ludoteca comunale di Fiumicello (50 utenti), interventi educativi a disabili e minori in difficoltà nei Comuni di tutto l’Ambito (95 utenti), Ludoteca di Monfalcone (120 utenti), Centro gioco (Centro per bambini e genitori) a Monfalcone (123 utenti). Infine nell’Ambito di Pordenone dove interagiamo con 370 famiglie gestendo Nido d’infanzia Farfabruco (22 utenti), Centro gioco (Centro per bambini e genitori), Spazio Gioco, Informagenitori (97 utenti), interventi educativi a disabili nei Comuni di tutto l’Ambito (63), servizi socio educativi territoriali a minori multiproblematici nei Comuni di tutto l’Ambito (152), servizi educativi presso il Nido d’infanzia a Cordenons (21), doposcuola per minori di origine straniera (15).

SCUOLA PER FAMIGLIE iato Relatori: Dott.ssa Leila Rum Dott.ssa Marzia Basei

16/02 La relazione genitoriale 02/03 Come aiutare lo sviluppo emotivo dei figli 16/03 Comunicazione affettiva: ascoltare 30/03 Comunicazione affettiva: esprimere 13/04 Importanza e senso delle regole 27/04 La relazione tra fratelli o incontri 20.30-22.30 Ingresso gratuito - Orari ne Farfabruco di Pordeno Presso Nido d’Infanzia ne no rde Viale Treviso 4/b - Po

Cooperativa ITACA La cooperativa Itaca gestisce dal 1996 asili nido e strutture per la prima infanzia. Le esperienze di questi hanni hanno rafforzato le competenze professionali che si ispirano all’idea di bambino, quale individuo partiicolare ed unico che si sviluppa e cresce in seno alla primaria agenzia educativa: la famiglia. Il percorso proposto si pone di valorizzare e consolidare la convinzione che la famiglia sia protagonista delle più importanti e significative azioni educative.

con il contributo:

in collaborazione con:

Comune di Cervignano

Comune di Latisana


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in primo piano

I destinatari dell’attività formativa sono i genitori con figli minori, due i percorsi formativi previsti: uno aperto ai papà ed alle mamme con figli nella fascia 0-5 anni, uno ai genitori con figli nella fascia 6-10 anni. E’ importante far confrontare e riflettere i genitori sul loro ruolo genitoriale fin dalla prima infanzia dei bimbi, una scelta che vuol essere anche un primo livello di prevenzione di possibili e futuri problemi che potrebbero acuirsi nel tempo. Il percorso formativo si propone di favorire uno scambio sinergico da una parte tra genitori e rete locale, dall’altra tra formatori ed esperti, ciò anche per sensibilizzare e promuovere una nuova consapevolezza rispetto ad una “cultura del bambino e della famiglia”. Genitori e figli vanno responsabilizzati nei loro ruoli ed aiutati a comprendere la funzionalità di una adeguata impostazione delle relazioni affettive all’interno della famiglia. Aiutare i genitori ad esplorare, esprimere e confrontare le proprie emozioni può essere una buona via per favorire in loro la consapevolezza rispetto alle emozioni dei bambini. In buona sostanza, fornire conoscenze approfondite sulle tappe del ciclo della vita della famiglia può fornire parallelamente strumenti utili per la gestione di possibili situazioni problematiche, come anche ampliare le conoscenze che favoriscono un corretto ed armonioso sviluppo fisico e psichico del bambino. Del resto, promuovere le competenze genitoriali attraverso l’analisi delle dinamiche relazionali tra genitori e figli può essere utile a diffondere l’idea di un’educazione “condivisa” e sostenuta anche dalle reti territoriali, sensibilizzando e promuovendo così una cooperazione tra famiglie.

SCUOLA PER FAMIGLIE r Laura Relatori: Dott.ssa Fornasie Dott. Moratti Michele

16/02 La relazione genitoriale 02/03 Come aiutare lo sviluppo emotivo dei figli 14/03 Comunicazione affettiva: ascoltare

06/04 Importanza e senso delle regole

21/02 La relazione genitoriale 09/03 Come aiutare lo sviluppo emotivo dei figli 21/03 Comunicazione affettiva: ascoltare 04/04 Comunicazione affettiva: esprimere 11/04 Importanza e senso delle regole 18/04 La relazione tra fratelli

SCUOLA PE FAMIGLI

o incontri 20.30-22.30 Ingresso gratuito - Orari ) Arca di Noè (Latisana Presso Nido d’Infanzia na tisa La 33 le Sede: Via Manin Danie

Cooperativa ITACA

Relatori: Dott

Do La cooperativa Itaca gestisce dal 1996 asili nido e La filosofia cheper sottende il progetto è l’idea che ognuno strutture la prima infanzia. Le esperienze di questi hanni hanno rafforzato le 16/02 dei partecipanti possa scoprire attraverso il confronto competenze professionali che si ispirano all’idea di La relazione bambino, quale individuo partiicolare ed cheogenitoriale si della con gli altri anche solo una cosa nuovaunico di sé sviluppa e cresce in seno alla primaria agenzia educativa: relazionela di coppia o della relazione con il bambino. Alla 02/03 famiglia. percorso proposto si pone di valorizzare e consolidare Come aiutare lo sviluppo e fine del Ilpercorso di formazione, dunque, è verosimile la convinzione che la famiglia sia protagonista delle più attendersi tra i partecipanti unaeducative. maggior consapevolezimportanti e significative azioni 14/03

za del proprio ruolo genitoriale, una maggior conoscenComunicazione affettiva: a za dei propri limiti e delle proprie potenzialità ed un 30/03 incremento delle conoscenze degliComunicazione strumenti utili affettiva: al in collaborazionee con: e con il contributo: benessere della famiglia. Al contempo un rafforzamen06/04 genitoriale to della relazione di coppia e della coppia Comune di Cervignano Comune di Latisana Importanza e senso delle r ma anche la capacità di saper leggere e riconoscere le emozioni ed i bisogni dei bambini, nonché una maggior 20/04 relazione fratelli serenità nella relazione con i propriLa figli. Infine tra ci si attende una più approfondita conoscenza delle realtà ario in gratuito - Or Ingres territoriali a sostegno della genitorialità e sisoauspica un di C Presso Nido d’Infanzia aumento nella partecipazione delle famiglie agli evenrvig Ce 1 rdi Da C. Sede: Via ti promossi dal territorio. Anche perché si riscoprono Cooperativa ITACA così l’importanza sia di un confronto continuo con altre La cooperativa Itaca gestisce da famiglie, sia di un’educazione “condivisa” tra famiglia, strutture per la prima infanzia. Le esperienze di questi hann comunità locale, scuola e servizi pubblici.

promuovere opportunità di scambi sociali ed esperienze significative in un’ottica di corresponsabilità tra adulti-genitori ed educatori. Tali servizi accolgono bambini in collaborazione co di età compresa fra 3 mesi e 3 anni con la presenza con il contributo: di genitori, familiari o adulti accompagnatori in spazi di Cervignano Com adeguatamente organizzati. Vi sono poi gli Spazi Comune gioco con finalità educative e di socializzazione che accolgono bambini di età compresa fra 18 e 36 mesi. Prevedono

SCUOLA PER FAMIGLIE

o incontri 20.30-22.30 Ingresso gratuito - Orari Cervignano di Presso Nido d’Infanzia rvignano Ce 1 rdi Da C. Via e: Sed

Cooperativa ITACA

r Laura Relatori: Dott.ssa Fornasie Dott.ssa Rumiato Leila

competenze professionali che bambino, quale individuo partiic sviluppa e cresce in seno alla prim La Cooperativa Itaca gestisce, in tutto il Friuli Venela famiglia. zia Giulia servizi all’infanzia: Nidi d’infanzia, Centri persi pone di v Il percorso proposto convinzione che la famiglia sia bambini e genitori a carattere ludico la e educativo per importanti e significative azioni ed

30/03 Comunicazione affettiva: esprimere

20/04 La relazione tra fratelli

SCUOLA PER FAMIGLIE

r Laura Relatori: Dott.ssa Fornasie Dott. Moratti Michele

La cooperativa Itaca gestisce dal 1996 asili nido e strutture per la prima infanzia. Le esperienze di questi hanni hanno rafforzato le


in primo piano una frequenza flessibile e preventivamente concordata con la famiglia per un tempo non superiore a cinque ore giornaliere anche su giornate non continuative. E ancora gli Informagenitori ed i Laboratori per genitori. Servizi che per Itaca sono un osservatorio privilegiato della situazione e dei bisogni che le famiglie manifestano e vivono. Proprio per questo nel gennaio del 2009 è stato stilato e somministrato un questionario allo scopo di rilevare gli eventuali bisogni delle famiglie che utilizzano tali servizi per poter conseguentemente costruire un percorso formativo capace di saper leggere e rispondere ad esigenze reali e sentite. Una formazione che parta dai bisogni della comunità locale può avere più possibilità di radicarsi e di ottenere un maggior

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coinvolgimento e partecipazione. Fondamentale in questa prospettiva risulta il ruolo della famiglia che, in quanto colonna portante della società, diviene parte fondante del processo di cambiamento, determinando la nascita di nuove relazioni e nuove progettualità fra soggetti sociali e politico-istituzionali. Oggi più che mai i nuclei familiari hanno l’esigenza di vedere soddisfatti bisogni di socializzazione e di sostegno come anche di orientamento alla funzione genitoriale. Sulla medesima lunghezza d’onda si sono espressi i Piani di zona che tra gli obiettivi da raggiungere hanno evidenziato una comunità educante consapevole e competente nell’affrontare la relazione con i minori e la promozione di reti familiari.

Percorso per genitori con figli fascia 0-6 N°incontro Titolo incontro

Contenuti

Durata

Ciclo di vita della famiglia, la relazione genitoriale all’interno di una relazione coniugale, ruolo dei genitori vs ruolo dei figli, l’affettività come elemento in 2 ore primo piano.

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La relazione genitoriale

2

Come si sviluppano le emozioni. Le paure dei bambini/ragazzi: analisi Come aiutare lo sviluppo personalizzate. Come aiutare il proprio figlio a esplorare, identificare e gestire 2 ore emotivo dei figli le emozioni.

3

Imparare ad ascoltare con l’intento di comprendere di più i figli ed essere loro Comunicazione affettiva: più emotivamente vicini, facendo attenzione che ascoltare non è un nostro 2 ore ascoltare bisogno ma è un dono che facciamo all’altro. L’importanza di comprendere i doppi messaggi dei nostri figli.

4

Comunicare, farci capire in modo efficace non è per nulla facile. Per poterlo Comunicazione affettiva: fare in modo autentico è necessario stare e sentire prima le nostre intuizioni 2 ore esprimere ed emozioni più profonde e poi esprimerle all’altro in modo assertivo. L’importanza dei messaggi assertivi.

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Obbedienza, paura, castighi,…sono solo alcune parole che ci vengono in Importanza e senso delle mente se nominiamo la parola “regole”, ma, forse è importante partire dal 2 ore regole significato del termine regole per scoprire poi che esistono tre tipi di regole ognuno dei quali richiede modalità diverse per poter essere trasmesso.

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La relazione tra fratelli

Il dialogo tra fratelli, come favorire la cooperazione e la collaborazione, l’aiuto 2 ore in casa, risolvere i problemi tra fratelli, la gelosia e l’invidia.

Percorso per genitori con figli fascia 0-6 N°incontro Titolo incontro

Contenuti

Durata

Ciclo di vita della famiglia, la relazione genitoriale all’interno di una relazione coniugale, ruolo dei genitori vs ruolo dei figli, l’affettività come el emento in 2 ore primo piano.

1

La relazione genitoriale

2

Come si sviluppano le emozioni. Le paure dei bambini/ragazzi: analisi Come aiutare lo sviluppo personalizzate. Come aiutare il proprio figlio a esplorare, identificare e 2 ore emotivo dei figli gestire le emozioni.

3

La sessualità

le dimensioni della sessualità, l’identità sessuale, come affrontare la sessualità con i propri figli, informazione personalizzata preventiva alla 2 ore pedofilia, differenza tra segreti buoni e segreti cattivi.

4

La negoziazione efficace

Uno strumento corresponsabilizzare i figli nelle scelte.

5

La gestione dei conflitti

Il conflitto come dimensione normale in ciascuno di noi e nella quotidianità. Esistono diversi tipi di conflitto a cui corrispondono diverse modalità 2 ore di gestione e soluzione. Come riconoscere il conflitto e gestirlo in modo collaborativo e soddisfacente per entrambe le parti.

6

Comportamenti di rischio Analisi dei comportamenti di rischio e degli stili e atteggiamenti educativi 2 ore dei minori genitoriali che li favoriscono, i fattori protettivi intra ed extra-familiari.

2 ore

A cura di Sabina CAPOLO


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news dal cda Nuovi servizi per la cooperazione B

Misure di sostegno alla Cooperativa L’Agorà L’inserimento lavorativo necessita di innovazione

Udine Il Consiglio di amministrazione della Cooperativa sociale Itaca, riunitosi nell’ultima seduta del 2010 a Udine presso l’ex Opp di Sant’Osvaldo, ha deliberato all’unanimità di intervenire con misure di sostegno all’attività della Cooperativa sociale L’Agorà. Alla presenza del presidente della Coop B pordenonese, Sergio Della Valle, il presidente di Itaca, Leo Tomarchio, e l’intero CdA hanno confermato la ferma volontà di proseguire nell’appoggio alla Coop di produzione lavoro nata dalla stessa Itaca. L’Agorà negli ultimi anni ha dovuto sopportare difficoltà di carattere economico e finanziario acuite dalla crisi generalizzata ed il supporto di Itaca non è mai mancato - ha spiegato Tomarchio -, anche perché L’Agorà è nata da un progetto gemmato proprio dentro Itaca. Il presidente Della Valle ha riferito che oggi L’Agorà occupa 58 persone in diversi servizi - tra cui pulizia, manutenzione del verde, laboratorio di assemblaggio, ecc. – evidenziando come la mission della Cooperativa (propria delle Cooperative di tipo B) è di assicurare l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Nel corso degli ultimi anni si è prodotto un calo di fatturato e attualmente la maggior parte dei servizi

provengono da Itaca. Le difficoltà rispetto ad un possibile incremento di attività sono molteplici sia per la contestualità del mercato e della concorrenza che per la consistenza dei costi di gestione. Per l’anno futuro Della Valle auspica di poter mantenere i servizi per conto del Consorzio Cosm di cui L’Agorà è socia e tutti i servizi in cui sono presenti gli inserimenti lavorativi. Tomarchio ha ribadito, come già aveva fatto in passato anche attraverso le pagine de La Gazzetta, che le Cooperative di tipo B per essere competitive ed assicurare lavoro alle persone svantaggiate devono lasciare i tradizionali settori di intervento ed investire in nuovi servizi. Il mantenimento di alcune attività strategiche unitamente al contenimento di perdite e costi generali sono condizione indispensabile per poter sperimentare innovazioni e sinergie. Su proposta del presidente Tomarchio, il Consiglio ha così deliberato, anche su suggerimento della direzione, una donazione di circa 40 mila euro per consentire la parziale copertura di maggiori costi sostenuti nell’anno in corso e, per l’anno futuro, il subentro nel contratto di leasing del capannone attualmente in uso a L’Agorà con conseguente assorbimento dei relativi costi residui, oltre ovviamente ad un parziale utilizzo dello stesso considerate le attuali necessità di magazzino di Itaca.

Permessi studio, 42 le richieste

Fondo formazione pari a 25 mila euro Accolte tutte le domande

Udine Stabilito il monte ore a disposizione per il periodo compreso fra il primo novembre 2010 ed il 31 ottobre 2011, secondo quanto stabilito dall’art.50 del Regolamento Interno della Cooperativa Itaca sul “diritto allo studio”: lo stesso è pari a 2928 ore, ovvero 3 ore per ciascun socio in forza al primo settembre 2010 (il dato registra 976 lavoratori riparametrati sul tempo pieno). Le richieste pervenute di permesso studio sono state 42, come il responsabile risorse umane, Emanuele Ceschin ha reso noto al CdA. Il Consiglio ha così deliberato di accogliere tutte le domande di permessi studio pervenute entro il termine fissato al periodo succitato, mediante il pagamento ai soci e ai dipendenti, ciascuno in ragione del proprio monte ore contrattuale, delle sole giornate di assenza per sostenere gli esami. Invariati i criteri di assegnazione: • una giornata lavorativa pagata per sostenere gli esami universitari (non verrà pagata la giornata di assenza per sostenere uno stesso esame non superato in precedenza);

• •

da una a tre giornate lavorative pagate per sostenere gli esami finali di corsi di formazione e aggiornamento; cinque giornate lavorative pagate per la discussione della tesi universitaria, per gli esami di licenza della scuola secondaria inferiore e superiore.

Nel corso dell’anno precedente, ha proseguito Ceschin, il monte ore messo a disposizione (periodo 1/11/2009 – 31/10/2010) era stato pari a 2796 ore, di cui erogate 1198. Il presidente della Cooperativa Itaca, su suggerimento della direzione, ha proposto come da prassi consolidata di accantonare l’eccedenza allo specifico Fondo Formazione istituito dal 2003 per far fronte agli oneri costanti della formazione. Tale eccedenza assomma per l’anno in corso a 1598 ore che, quantificate a 15,65 euro orari (si considera il costo orario medio di un operatore operatore C1), fanno un totale di 25.008,7 euro. Il Consiglio ha così deliberato alimentare il Fondo Formazione per l’anno 2010 con l’importo di 25 mila euro.


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Ati tra Itaca, Universiis e Cosm

Disabili, apre il centro atteso 30 anni Inaugurata la struttura riabilitativa per gravi e gravissimi

“…e noi ora finalmente potremo morire in pace.” Questa la conclusione dell’intervento di Ernestina Tam membro del Comitato per lo sviluppo sociale rappresentativo di tutto il territorio. Nel momento in cui so come genitore che posso andarmene serenamente, perché la società cosiddetta civile si occuperà di un mio congiunto non in grado di condurre una vita in autonomia, ho fiducia. Ricordo che i doveri di una società civile non sono unicamente riferibili ai politici, alle aziende sanitarie illuminate ma anche a quelle categorie di professionisti espressione forte di un terzo settore qualificato che quotidianamente diventano protesi umane. Ed è qui che nasce la sfida, nel comprendere che in un contesto di “GraviGravissimi” o, per usare un ansiolitico linguistico “diversamente ospedalizzati”, la presa in carico assicura un servizio di assistenza che rende meno gravosa l’insostenibile pesantezza del quotidiano per gli utenti stessi e per i loro familiari ai quali è delegata in toto la loro stessa sopravvivenza. Udine Lungaggini, ricorsi, rinvii, momenti di scoramento delle famiglie. Un’attesa lunga trent’anni, ma adesso il centro di riabilitazione per disabili gravi e gravissimi è lì, spicca nel verde della campagna di Gervasutta, completo anche nei dettagli, con arredi e strumenti di cure all’avanguardia e rivoluzionario anche nella gestione. Sarà inaugurato domani. Il taglio del nastro, in programma alle 11, segnerà dunque davvero una svolta nella presa in carico della disabilità sul territorio. Darà il via all’apertura del centro diurno per 24 utenti, che cominceranno a frequentare già a inizio febbraio, mentre un mese più tardi è previsto il graduale inserimento degli ospiti residenziali: una ventina, cui si aggiungono quattro posti letto per le emergenze. Alla cerimonia interverranno il presidente della provincia e l’assessore alle politiche sociali, Fontanini e Piuzzi, il presidente della regione Tondo con l’assessore alla salute Kosic, il sindaco Honsell con l’assessore comunale Corrias, il direttore dell’azienda sanitaria 4, Ros. La provincia è l’ente che ha seguito il lungo iter di progettazione e poi di realizzazione: «Un cammino finalmente concluso e che ora mette a disposizione delle famiglie una struttura affidabile e qualificata»,

dice Adriano Piuzzi che sottolinea la portata innovativa della gestione del centro. «Tutti i servizi sono in mano all’azienda sanitaria 4, ma in base alle linee guida decise dal tavolo di lavoro che si è riunito in maniera assidua in questo periodo, sarà attivato un Comitato per lo sviluppo sociale con il compito di promuovere iniziative e suggerimenti per possibili migliorie». Il nuovo organismo, che prevede di incontrarsi una volta ogni 30-40 giorni, è già bello pronto. Oltre a esponenti delle istituzioni, comune, provincia, regione, rappresentante dei sindaci e l’Ass 4, spiega ancora Piuzzi, «vi fanno parte il mondo dell’economia con la Camera di commercio, l’università e le associazioni di tutela sia quelle che si riconoscono nello “storico” comitato di coordinamento di Ernestina Tam, sia quelle di nuova costituzione». Questo significa che anche genitori e parenti degli ospiti potranno in qualche modo dire la loro. Alla cinquantina di utenti che sarà raggiunta a regime, fanno da contraltare altrettanti operatori tra personale medico, infermieristico e assistenziale. «Il rapporto è di uno su uno per quanto riguardo il centro socioeducativo diurno, mentre nell’area destinata alla residenza sarà ancora più favorevole all’utente grazie a 4 educatori e 26 addetti all’assistenza». Così Federica Rolli, coordinatrice socioassistenziale dell’azienda sanitaria, che sottolinea la gradualità nell’accogliemento dei portatori di handicap che arriveranno da varie strutture del Medio Friuli. «L’inserimento - aggiunge - sarà deciso con il distretto di valutazione in base al quadro clinico, educativo e assistenziale della persona. Alcuni posti sono riservati a casi di emergenza, ma anche all’accoglienza temporanea o di di sollievo per le famiglie. Del resto l’età media degli utenti è di 40 anni, dunque per la maggior parte abbiamo a che fare con genitori anziani che non ce la fanno a prendersi carico continuamente dei loro congiunti». L’accesso al centro, al civico 123 di via Gervasutta, al momento è off limits essendo la strada interrotta al traffico da entrambe le parte per consentire dei lavori di allacciamento alla rete fognaria, lavori che si sono protratti oltre il previsto a causa della pioggia. Da stasera, tuttavia – assicurano in Comune –, tutto sarà completato e la via tornerà percorribile. Paola LENARDUZZI Messaggero Veneto 13-01-11, 05 Udine

Il direttore dell’Ass

«Si potrà collaborare col vicino Gervasutta» Udine «È un tassello, per quanto importantissimo, dell’am-

pio panorama della presa in carico di cittadini con handicap dei Comuni che si riconoscono nell’azienda sanitaria Medio Friuli». Giorgio Ros, direttore dell’Ass


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4, sottolinea che «sono 455 i disabili con con più di 14 anni che fanno riferimento alla nostra realtà sanitaria. Finalmente abbiamo a disposizione una risposta adeguata e qualificata per gli utenti più gravi». Una struttura – ricorda Ros – che ha coinvolto tutte le istituzioni, dalla regione che ha messo i fondi ai comuni che finanzieranno la gestione («a carico dell’Azienda sanitaria ci saranno solo gli infermieri e i riabilitatori, mentre a educatori, trasporti e mensa ci penseranno le amministrazioni locali anche in base al numero degli utenti accolti», precisa), passando ovviamente per la provincia che ha curato la parte realizzativa dell’edificio. «Sta per diventare operativa una realtà molto attesa – continua il direttore – e che nella provincia di Udine ancora non esisteva». È importante, dice ancora Ros, la vicinanza con l’ospe-

dale Gervasutta «che può garantire alcune sinergie operative considerato che i nostri utenti saranno seguiti sì sotto il profilo assistenziale, ma anche di riabilitazione». Quindi il direttore guarda più avanti: «Con il centro per gravi e gravissimi non lontano dal Gervasutta e i giù progettati hospice da 60 posti letto e l’Rsa nel sito della ex caserma Piave, Udine sud si avvia a diventare un importante polo socio-assistenziale con servizi legati al territorio, distinti dall’area di Udine nord che verte su ospedale civile e università. In un prossimo futuro nell’area della ex Piave troveranno posto anche alcuni presìdi distretto sanitario dell’azienda Medio Friuli». Messaggero Veneto 13-01-11, 05 Udine

«Questo centro è un monumento di civiltà» Udine Dopo 10 anni di sogni e speranze (ma addirittura 30 di ipotesi) ieri il Centro per disabili gravi e gravissimi denominato Il vecjo rôlha aperto le porte alla comunità. Un investimento di 6 milioni di euro (due terzi finanziati dalla Regione, il resto dalla Provincia), su un’area di 15.500 metri quadrati (4 mila di coperto, 6.500 di verde e 4.500 per parcheggi) suddivisa in due moduli: un centro diurno che da febbraio accoglierà 24 persone e uno residenziale per ospitare 20 utenti. E ieri nessuno è voluto mancare al taglio del nastro, dagli esponenti politici (con una presenza bipartisan inedita) alle associazioni, fino ai disabili e ai loro familiari. «Noto con soddisfazione la massiccia presenza delle istituzioni – ha rilevato il presidente della Regione, Renzo Tondo –: qui raccogliamo i risultati di una politica che funziona perché sulle scelte importanti, pur nella divisione dei ruoli, ci troviamo uniti. Con il Centro gravi e gravissimi si mette in pratica un modello: i servizi si adeguano alle esigenze delle persone. Dobbiamo uscire da una visione centralizzata per scendere sul territorio, puntare all’eccellenza creando nuclei specializzati». Da via Gervasutta 123 è stato lanciato un segnale importante. «Non siete soli – ha detto l’assessore provinciale alle politiche sociali Adriano Piuzzi rivolgendosi alle famiglie delle persone disabili – questa comunità guardando ai meno fortunati dimostra di avere a cuore il futuro di tutti». E non a caso il Centro è stato intitolato Il vecjo rôl, l’antica quercia è infatti «simbolo della comunità intera – ha proseguito Piuzzi – che dà riparo e protezione ai più deboli».

Un plauso per i tempi di realizzazione è venuto dal presidente della Provincia, Pietro Fontanini, accompagnato in rappresentanza dell’esecutivo di Palazzo Belgrado dall’assessore Teghil. «Il 21 luglio 2008, in occasione della cerimonia di posa della prima pietra, – ha ricordato Fontanini – non eravamo così ottimisti, ma in due anni la struttura è stata consegnata e aperta completa degli arredi sei mesi dopo». Il Centro gravi e gravissimi secondo il sindaco Honsell è un «monumento di civiltà, adesso il compito della comunità è essere pronta, attenta e precisa affinché risponda alle esigenze dei cittadini più deboli». A gestire Il vecjo rôl sarà l’Azienda per i servizi sanitari 4, rappresentata dal direttore generale Giorgio Ros. «Dal 1999 Provincia e amministrazioni comunali del territorio hanno delegato all’Ass 4 la gestione dell’handicap – ha detto –, da allora i 282 assistiti sono saliti a 455 e le strutture sono passate da 16 a 39. Oggi dunque abbiamo 26 centri diurni con 335 utenti e 13 residenziali con 120 ospiti». Un impegno garantito anche dai finanziamenti regionali: «La finanziaria 2011 ha riservato 42 milioni di euro alla sanità – ha spiegato l’assessore regionale Vladimir Kosic – aumentando il fondo per l’autonomia possibile a 29 milioni di euro e quello per i gravissimi a 3,5. C’è bisogno di una riorganizzazione dei servizi secondo il principio della responsabilità per garantire le risorse e intercettare più cittadini». Michela ZANUTTO Messaggero Veneto 15-01-11, 05 Udine

Il 3 gennaio è nato Damiano, il bimbo della socia Stefania Novello. Da parte del settore disabilità e di tutti gli operatori dei Csre dell’Ass n. 4 e della Comunità di Villa Veroi i migliori auguri di buona vita a Damiano e le congratulazioni a mamma Stefania e papà Davide!


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23 febbraio - Teatro Pileo

SOS Conciliazione in pratica Lavoro, Banca del tempo e Pari opportunità

Prata di Pordenone

zione che il tempo è oggi un risorsa scarsa per alcuni e troppo abbondante per altri. La Banca del Tempo voleva promuovere inoltre prestazioni che permettessero di soddisfare piccoli bisogni immediati, ben consci che il risultato più ampio e duraturo consiste nella ricostruzione di reti sociali e solidali nel territorio che rinsaldino i vecchi rapporti di buon vicinato.

Il Comune di Prata di Pordenone da dicembre 2009 nno: si è impegnato con successo in un progetto dedicato e incaricato di P.O. del ai Tempi di Conciliazione grazie ad un finanziamento Prata di Pordenone: della Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale uditta Rombolà del Lavoro, servizio Pari opportunità e politiche giovalle politiche sociali del denominato “SOS Conciliazione in nili. Tale progetto, Prata dipratica”, Pordenone: COMUNE DI accogliere ITACA aveva tra i suoi obiettivi anzitutto Dopo aver capito un po’ meglio cos’era una banca COOPERATIVA SOCIALE a Pigozzidonne in cerca di occupazio- PRATA DI PORDENONE del tempo, dopo aver scanComune Prata loro di orientamento ne,dioffrire dagliato il Friuli Venezia Giulia e organizzare servizi di supalla ricerca di altre esperienBelfanti porto alla famiglia per sosteze significative, si è scoperto Regionale Parità: neredil’inserimento lavorativo che con la Banca del tempo attraverso lo sportello-donna si può veramente fare ogni na Fasan “Filo did’Arianna”. In seconda tipo di scambio e non solo tra Provinciale Parità battuta l’avvio di una Banca singoli, l’importante è che si via Maraston del tempo nel territorio di muova solo tempo e non dedi Pari e Dispari: Prata. naro. a Madami A chiusura onale del lavoro: del progetto possiamo È emerso che primi beneficiari ara Cristini dire che lo sportello è diventato un punto di riferisono infatti i soci che possodell’università di Trieste, mento per le signore che ne no offrire prima di tutto quel to di scienze dell’Uomo” hanno usufruito. Filo d’Arianche più gli piace fare (dalla derica Amistani e Dott.ssa na, aperto due mattine a settorta, al ricamo, alla lezione etti timana, ha accolto circa cendi hip-hop ecc…) per ricevere e Pari Opportunità della e stranieto donne, italiane ciò di cui hanno bisogno (un Itaca: re, in cerca di occupazione. passaggio a scuola per il fiara Stabile Le utenti che si sono rivolte glio, un piccolo lavoro domece del Progetto allo sportello però non l’hanstico, una lezione di cucito o iazioneno in pratica: riconosciuto solo come di burraco). A chiusura del rina Turchetto opportunità per trovare laprogetto, dopo diversi tenri s.r.l. voro, ma anche come luogo tativi e non tutti di successo, ra Bassanini dove poter essere accolte ed per raccogliere degli adepascoltate. ti possiamo dire di avercela empo di Prata di Pordenone: “quasi “ fatta (diciamo “quasa De Biasio Mercoledì 23 Febbraio Se dal punto di vista della risi per scaramanzia”). Anche po di Trieste: Teatro Pileo Prata di Pordenone avrà la sua Banca del tempo. Si è Lanza cerca del lavoro i risultati sono stati complessi (a Prata di Pordenone creato infatti un piccolo gruppo, ma determinato, di empo difronte Udine:del perdurare della crisi economica), quanto alle relazioni costruite ed ai servizi offerti possiamo persone interessate, diverse tra loro per età, profesa Del Fabbro considerarci soddisfatti: le ore erogate gratuitamensione ed esperienza, che hanno detto sì, e ad oggi INGRESSO GRATUITO empo di Casarsa: te a favore degli utenti in un anno sono state circa stanno definendo il regolamento e si prepareranno ero Grosso 1000, il 43% delle utenti sono ritornate più volte allo ad eleggere il loro presidente, che avremo spero il lla Cooperativa Itaca: sportello o sono state ricontattate per delle proposte piacere di presentare al convegno finale. etta Antonini di lavoro. Sono stati offerti inoltre servizi sia educativi che di trasporto, a favore della conciliazione Il convegno si terrà nella mattinata del 23 febbraio, famiglia lavoro, inoltre, sono stati favori percorsi di presso il teatro Pileo di Prata di Pordenone e vuole esformazione e di riconoscimento dei titoli di studio ed sere un momento di momento di sintesi del percorso infine sarà avviata una collaborazione con due utenti fatto, ma anche occasione di confronto e di dibattito dello sportello che organizzeranno un “Lunch etnico” sulle tematiche della conciliazione e delle pari opporal convegno finale. tunità. Un momento di riflessione che parta da una fotografia su quel che succede in Friuli Venezia Giulia “SOS conciliazione in Pratica” si proponeva finanche e su cosa potrebbe succedere, per poi aprire l’orizzondi avviare una Banca del tempo nel territorio di Prate al resto d’Italia... e anche un po’ più in là. ta, una occasione preziosa per ricostruire e rinsaldare le relazioni tra persone, a partire dalla consideraMarina TURCHETTO

s.o.s. Conciliazione in pratica


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Dieci anni di comunicazione sociale 2001-2011

Informare e occupare spazi (Sempre che ci sia vita intelligente)

Pordenone

India, siamo stati ricevuti subito dopo l’apertura del Media Center La Quinta Dimensione da un signore con i capelli bianchi (Alberto Chicayban ha partecipato Oggi tutto il mondo dell’Ina diversi FSM e Forum Sociali Euroformazione conosce bene pei in quegli anni in quanto delegala sigla BRICs - che sta per to della Cooperativa sociale Itaca, Brasile, Russia, India e Cina ndr), vestito in jeans e con ciabatcome associata ad un proceste ai piedi. In mezz’ora ci ha spieso di crescita economica ingato il funzionamento del browser vidiabile che cambierà (forse e di un programma di video scritha già cambiato) l’attuale astura open source inventati da loro, India 2004: Forum Sociale Mondiale appunto niente Firefox, Explorer, setto geopolitico (e non solo) Open Office o Word. Era lui l’autore dei programmi. del pianeta , nonostante i problemi che ancora restano Sarebbe un po’ difficile immaginare la ricerca in inforda affrontare in quei paesi. matica a Silicon Valley negli USA senza scienziati proveNon tutti gli osservatori nel campo dell’informanienti dalla Cina o dall’India, molti di loro, però, hanno zione, giornalisti ed analisti vari, sono però in ritrovato la strada per rientrare nei loro paesi dal 2009 grado di individuare quello che accomuna culture per collaborare in progetti lungimiranti2. Risale al 1998 così distanti, accelerate come auto da corsa sulle la creazione del primo motore di ricerca in lingua vie dello sviluppo . Il fatto di contare di una buona cinese, creato da Zhang, detto il Bill Gates cinese. quantità di risorse naturali non è sufficiente per costruire Oggi Sohu.com è arrivato fra i primi cinque portauna teoria volta a spiegare la sorprendente performanli a livello mondiale3. ce di Brasile, Russia, India e Cina. Non lo è neanche Dall’altra parte dell’oceano il Brasile ha fatto passi da gila crescita dei mercati interni ai BRICs, anche se questi gante per diffondere l’informatica fra la gente e liberalizquattro stati insieme hanno il 42% della popolazione del zare l’informazione. È stato forse il primo stato a creare, pianeta e i loro mercati, se sommati, rappresentano il come servizio del Ministero della Pubblica Istruzione, una 12,8% del volume globale degli affari con tendenza a banca dati in Internet con migliaia di titoli (anche audio crescere molto di più. Nemmeno la quantità di giovani e immagine) considerati di dominio pubblico, scaricabili nei BRICs può fornire in maniera isolata una spiegazione gratuitamente da chiunque4 e non solo in portoghese. per l’espansione economica di quei paesi. Infatti, è possibile effettuare il download di più di 600 ePuò sembrare paradossale e divertente, ai giornabook in italiano nel solo campo della letteratura, oppure listi in primis, questa difficoltà di analisi degli addetti all’Informazione perché probabilmente non oltre 9000 in inglese. Quando si apre la prima pagina si ci sarebbero i BRICs senza una vera rivoluzione può leggere in alto a sinistra: Dominio Pubblico – biblioteca digitale sviluppata tramite il libero software. nel campo informativo, a cominciare dall’inforL’idea del Forum Sociale Mondiale, sostenuta con forza matica! Iniziative sconvolgenti nel senso di produrre e nel 2000-2001 dal Governo dello Stato del Rio Grande diffondere Informazione sono state e sono tuttora punti do Sul, storica provincia brasiliana associata a grandi lotmolto importanti per capire le trasformazioni che agevote per l’indipendenza, è stata un potente catalizzatore lano il fenomeno BRICs. per le trasformazioni nell’Informazione in Sud America Vediamo alcuni esempi. e in altre zone del pianeta. Il Forum Sociale Mondiale Il 13 ottobre dell’anno scorso, l’India ha pubbliha dato la spinta fondamentale alla creazione di agenzie cizzato l’inizio dei lavori su un sistema operativo di stampa in rete in tutto il mondo, oltre a costituire la informatico fatto completamente in casa. Il siprima opportunità per Telesur, enorme catena di mezzi stema operativo indiano sarà più sicuro di Wind’informazione creata per contrastare il potere egemodows e Linux messi insieme e punta a sostituire nico del capitale nord americano ed europeo nel settore completamente l’attuale tecnologia occidentale delle telecomunicazioni nel Sud del mondo5. che non può garantire la sicurezza e neanche la Gli strumenti informatici e l’informazione trovano il loro stabilità. Oggi l’India può contare su 50 centri di ricerca punto di incontro principale in Internet, che ha tutti i nel suo territorio e tutto quello sforzo, conosciuto da potitoli per essere considerato una Quinta Dimensione. chi, riguarda la stessa mancanza di fiducia che hanno le sorelle dei BRICs, Russia e Cina, che hanno ugualmente 2 http://www.corriereuniv.it/cms/2009/09/by-by-ameripuntato sullo sviluppo di sistemi operativi capaci di renca-i-ricercatori-ritornano-a-casa/ 3 http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/123/123_sorr.htm derle più autonome e sicure nel produrre l’informazione1. 4 http://www.dominiopublico.gov.br/pesquisa/PesquisaObraForm.do Nel 2004 durante il Forum Sociale Mondiale a Mumbai, 1 http://punto-informatico.it/3009101/PI/News/indiaautarchia-informatica-os-proprietario.aspx

5 TeleSur è stata molto stimolata da Chavez ed è forse uno dei motivi per i quali la stampa europea e nord americana insiste nell’ignorare l'importanza del presidente del Venezuela per il Sud America.


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Informatica e diffusione dell’informazione L’utente di Internet potrebbe essere definito come soggetto veramente attivo nella scelta dei contenuti , può navigare attraverso le notizie nel campo che gli interessa di più, forse creare un percorso personale o addirittura raggiungere un gruppo di persone sparpagliate in diversi angoli del pianeta in tempo reale. È possibile per lui il contatto diretto con le fonti, vivere una vera interazione con il campo dove accadono i fatti tramite le chat, i famosi messaggi email, i forum di discussione e gli attualissimi blog che si possono definire come veri giornali on line: una stampa casalinga molto più vicina alla realtà e più veloce nelle risposte rispetto alla carta stampata. Questa rivoluzione di Internet ha spinto la stampa a cambiare radicalmente i suoi concetti, i suoi assetti, ma ci vorrà del tempo prima che la maggioranza dei lettori e degli editori siano in grado di assimilare davvero il fenomeno. Oggi la grande stampa a volte ci sembra più manipolatrice e meno credibile di una volta: l’effetto è stato certamente molto aiutato da Internet. Giornalisti, politici, scienziati, manager o sindacalisti possono raccontare le loro frottole solamente a persone incapaci di cercare l’informazione dalle fonti. Allo stesso tempo, non è facile arrivare al luogo dove i fatti stanno accadendo, la stessa maggioranza della popolazione italiana si informa ancora guardando la televisione. Pare che la maggioranza degli elettori di Berlusconi, per esempio, sia costituita da donne che, oltre la televisione, cercano di informarsi prevalentemente all’interno di Chi e Novella Duemila – carta stampata che segue, guarda caso, il modello televisivo: nessun pensiero, poche righe con delle idiozie dette in maniera stringata in mezzo a tante immagini di gusto discutibile. Per cercare le notizie dalle fonti si richiede principalmente: a) vivacità intellettuale; b) capacità di trovare le mappe del tesoro tramite le parole chiave giuste da mettere nei motori di ricerca (non è detto che solo Google riesca a fornirci tutte le risposte giuste); c) buona conoscenza delle lingue e delle culture coinvolte (chi pensa che i traduttori in Internet siano in grado di risolvere problemi così è una Pollyanna, ovvero l’archetipo dell’ingenuità); d) apertura mentale per metabolizzare idee nuove e visioni non ortodosse delle realtà. Se qualcuno deve lavorare con l’Informazione e non dispone della maggioranza delle qualità sopracitate, sia il presidente di un giornale, direttore, vice-direttore, editorialista o semplice giornalista di turno, dovrà sostituire i fatti con frasi ad effetto. Il nostro tizio potrà scegliere di inventarsi notizie di sana pianta o creare scandali dal nulla per continuare a vendere i suoi giornali. Gli esempi migliori sono

disponibili nelle edicole europee ogni giorno. In molti casi i giornali hanno perso agilità nell’informare solamente perché: 1) cercano di sostituire il talento con l’ubbidienza ad una linea editoriale molto stretta; 2) provano a rimpiazzare l’intelligenza con saggi consigli di economisti o ragionieri (tradizionalmente ridurre il numero di pagine o mettere delle donne scarsamente vestite sulle copertine per ottenere un alto gradimento); 3) assumono degli incapaci molto simpatici (ormai una mania nazionale). Il fatto è che oggi se hai delle capacità unite ad una solida determinazione puoi diffondere informazione di buona qualità, anche se hai un periodico di piccole dimensioni come La Gazzetta o un sito molto discreto come quello di Itaca. Ciò dipenderà da cosa hai da dire e come riesci a dirla. Nel mondo dei nostri giorni un topino dell’informazione può diffondersi nello stesso spazio occupato da molti elefanti (vale sempre come modello la superba lezione di WikiLEaks): per un periodo siamo stati formalmente una delle fonti d’informazione di Google.

Il topino dell’informazione Ero arrivato al Forum Sociale Mondiale del 2002 in Brasile con il compito di inviare delle notizie al buon Fabio Della Pietra per La Gazzetta. Si trattava di coprire la realizzazione di un evento storico, che, nella contrapposizione al Forum Economico di Davos (riunione dei paesi ricchi e globalizzatori), cerca di impostare le alternative. Subito all’ingresso del quartier generale ho trovato una scena curiosa: una troupe della televisione francese riprendeva delle modelle vestite in maniera esotica che facevano finta di partecipare all’evento. Non era una sfilata di moda. Perché lo facevano? L’ho scoperto solo più tardi, perché in quel momento ero impegnato a trovare la maniera di partecipare alla conferenza stampa di Noam Chomsky. Sul gazebo per l’accreditamento della stampa richiedevano l’identificazione dei giornalisti, perché non era sufficiente avere la credenziale da delegato al Forum Sociale Mondiale per frequentare il Media Center. Allora mi sono fabbricato la tessera della Gazzetta in albergo: non era assolutamente un documento falso perché non era mai esistita prima. È venuta fuori una tessera dignitosa, seria. La conferenza stampa di Noam Chomsky era all’Università Cattolica di Porto Alegre, in un’area sorvegliata dal servizio d’ordine. Circa duecento giornalisti impazziti erano all’opera con costosissime macchine fotografiche e cineprese. Ero accanto a due corrispondenti italiani e un francese della grande stampa, tutti e tre sembravo persi perché non sapevano parla-


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re inglese, molto meno ancora il portoghese o lo tibaleno). Quando, uscito per l’intervallo del pranzo dal spagnolo, le lingue ufficiali del Forum. Sono stato tavolo sulle questioni cooperativistiche in India, vedo un la loro salvezza e così mi sono fatto coraggio. Ascoltavo furioso corteo, gente nera di rabbia. Prendo la camera le domande fatte al professore del MIT e (per averlo digitale di Itaca (un catorcio pesante e mezzo rovinaseguito rispetto alla linguistica e agli studi geopolitici) to) e scatto diverse foto. Vicino, un fotografo armato avevo capito che la maggioranza dei giornalisti in quel di diverse macchine fotografiche costosissime faceva lo preciso momento ignorava l’interesse principale del mastesso. Era un giornalista nord americano. Dopo un po’ estro: la possibilità di un’invasione e occupazione militasi è girato verso di me con quell’inglese nasale: re dell’Iraq da parte di Bush e compagnia bella. - Chi è questa gente? Ho risposto: Sono i Dalit! Mentalmente mi ero preparato tre domande al riguarLui ha fatto un’espressione di dispiacere: - Dalit? do, alzai la mano con il registratore e sparai. Chomsky È una religione? Ho risposto ancora: No, sono le fu molto generoso. Subito dopo avevo fatto una corsa persone al di fuori delle caste, i paria (inglese = al Media Center per trascrivere l’intervista e inviarla a Pariah). Il giornalista: - Ma che cavolo significa paria? Fabio, che l’ha poi piazzata sapientemente in comunicati Mi vengono in mente anche gli avvenimenti del Forum Sostampa dopo la depurazione degli errori del mio scarso ciale Europeo 2002 a Firenze. italiano. Il risultato è staQuella volta eravamo io e Fato sorprendente per noi bio a coprire l’evento per La stessi: il nome della CoGazzetta e gestire lo spazio di operativa Itaca era balItaca all’interno della Fortezza zato sulle prime pagine da Basso, sede della manifedi diversi giornali naziostazione. Dopo le violenze nali perché le agenzie di accadute durante il G-8 stampa erano state bata Genova ci aspettavamo tute sul tempo dal nostro di tutto, morti inclusi. Ho piccolo schema. insistito con Fabio sulla Eravamo collegati a Porto Alenecessità di arrivare molgre in tempo reale senza fronto presto a Firenze per zoli e con una via preferenziacontrollare il percorso del le: le tre domande a Chomsky corteo programmato, il avevano aperto alcune porte Firenze 2002: Forum Sociale Europeo momento debole della mainteressanti. Diversi giornalisti nifestazione nel quale aspettavamo di vedere arridella grande stampa invece erano disorientati perché non vare i soliti infiltrati black block e i loro camerati in conoscevano la maggioranza dei nomi del movimento no-global, non riuscivano a capire il profondo senso del divisa. Invece, niente. C’era calma totale in città, solo Forum Sociale Mondiale (continuano a non capirlo, anzi alcune saracinesche abbassate per precauzione. Nonopensano che sia passato di moda – ma l’importanza dei stante ciò, la televisione gridava all’inizio della Battaglia di Firenze, la madre di tutte le battaglie. Parlavano dei primi movimenti nati all’interno del Forum Sociale Mondiale ha scontri per strada. Abbiamo subito iniziato a diffonpreparato la strada della consapevolezza che ha portato a dere i comunicati stampa per smentire quelle panmolte delle cose fatte all’interno dei BRICs). zane, piccole interviste con i fiorentini e fotografie Ma, Dio santo, cos’era quella strana sfilata proallegate. I fondali di cartapesta insanguinata delmossa dai giornalisti della televisione francese? la grande stampa reazionaria sono stati abbattuti Era la perfetta metafora della situazione della stampa professionale: una messa in scena per da tanti articoli dei topini dell’informazione come mandare in onda immagini carine con belle ranoi. gazze al posto di informazioni decenti e coerenti Orianna Fallaci aveva scritto un articolo delirante sul Corrispetto al Forum che i professionisti dell’inforriere della Sera del 6 novembre 2002, giorno dell’inizio mazione non avevano in mano! del Forum (“Fiorentini, esprimiamo il nostro sdegno”), Cosa avranno pensato rispetto al Forum Sociale Mondianel quale chiedeva ai fiorentini di sbarrare le porte e non le i telespettatori che hanno guardato quelle immagini inviare i figli a scuola: come una vera terrorista seminava la paura e spingeva alla violenza. Non si davano – forse che si trattava di una sorta di Woodstock esotico creato da latino americani furbacchioni di sinistra senza pace la Fallaci e l’amico Zeffirelli perché odoravoglia di lavorare. Tale e quale all’immagine trasmessa vano sangue, un’invasione barbarica degli Uffizi. Invece, niente. Il questore Achille Serra aveva indalla maggioranza della stampa conservatrice europea e vitato la signora Fallaci a fare un giro in macchina sud americana. Non sarebbe mai venuta in mente agli scortata da lui per vedere con i suoi occhi che non innocenti telespettatori l’idea di una vera truffa. accadeva niente. Lei non aveva creduto alla parola del Nel 2004 ero al Forum Sociale Mondiale in India, a MumQuestore, forse se n’è andata nel 2006 convinta delle bai (ex Bombay City degli inglesi che non riuscivano a violenze che le strade di Firenze non avevano visto. Era dire Mumbai). All’interno del venue, il parco nel quale l’evento veniva allestito, c’erano dibattiti, conferenze, credente nella scrittura e atea rispetto ai fatti. mostre e manifestazioni politiche a volte esaltate (la gente in India passa dall’estasi alla violenza in un batAlberto CHICAYBAN


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in primo piano Noam Chomsky a Porto Alegre

Non potrebbe essere diverso

Un’intervista assembleare inedita concessa a Alberto Chicayban [8 Febbraio 2002 – Fonte: Sagarana.net]

Porto Alegre Il linguista nord-americano Noam Chomsky ha abbandonato da molti anni le sue riflessioni riguardo alla teoria dell’esistenza di una grammatica interna, propria del parlante, accanto ad una serie di norme scelte culturalmente per determinare l’esistenza del codice che riassume la struttura di una lingua. Sbagliata o no, tale ricerca lo ha deluso. Fatto è che Chomsky ha deviato il suo pensiero verso una considerazione di grande interesse: come i mezzi di comunicazione vengano usati per manipolare l’opinione della gente che, ingenuamente, crede nella loro neutralità. Ieri Chomsky ha attratto una folla impensabile a Porto Alegre. Buona parte dei presenti all’evento ha voluto ascoltarlo e duemila persone si sono messe strette strette, in assoluto silenzio. Chomsky ha parlato per un’ora e dieci, ha criticato impietosamente quelli che lui chiama signori dell’ universo e diverse volte ha parlato del “terrorismo di Stato degli USA”. - “Noi, i pazzi, siamo gli anti Davos - facendo riferimento ad una definizione che i neoliberali avrebbero creato per il Forum di Porto Alegre - Loro, da Davos o da Manhattan, come questo anno, sono sempre gli stessi, si definiscono come la comunità internazionale, ma io preferirei la definizione del Times, che li ha chiamati signori dell’universo. Il vero conflitto mondiale si genera fra il Forum di Davos e questo Forum di Porto Alegre”. Chomsky ha cominciato il discorso nella conferenza stampa con l’analisi della guerra al terrorismo, dal punto di vista del governo degli Stati Uniti. La reazione americana, secondo lui, è la scusa che mancava per far sì che l’industria nord-americana ricevesse nuovamente gli incentivi del governo, visto che la spesa nell’area militare era cresciuta prima dell’episodio dell’11 Settembre. Chomsky ha espresso la paura che gli Stati Uniti agiscano come negli anni ‘80, quando hanno creato stati mercenari nell’America Centrale con il pretesto di combattere il terrorismo, che in verità era praticato dagli stessi Stati Uniti contro le popolazioni civili e l’opposizione politica di quei paesi. Secondo Noam Chomsky, la definizione di terrorismo che si può trovare nei manuali militari degli USA è perfettamente uguale a quella che il governo nord-americano chiama politica anti-terrorismo. Il prossimo passo, nella serie dei pretesti per rafforzare la sicurezza interna, sarà la priorità attribuita alla spesa nel campo della guerra biologica, un settore che i militari USA considerano importante. Il popolo degli Stati Uniti non sa che sta pagando il conto per l’industria di armamenti, che rende privati i profitti e socializza le perdite. Per Chomsky, gli Stati Nazionali sono stati rimpiazzati dalla tirannia privata e questa comanda la liberazione del commercio che sta creando povertà ovunque. Questo modello neoliberale e’stato imposto, secondo Chomsky, con piú rigore nell’America Latina, citando una frase di Joseph Stiglitz, ex vicepresidente della Banca Mondiale. C’è, così, una delusione riguardo la democrazia formale. La mancanza di fiducia nelle istituzioni democratiche è conseguenza diretta del neo-liberalismo Chomsky ha parlato anche dell’elezione “rubata” di Bush alla presidenza degli USA e ha detto inoltre che tre quarti degli americani considerano tutto questo una farsa dei partiti e dei grandi gruppi economici. Questi gruppi hanno imposto al popolo la filosofia della futilità, che ha demoralizzato la democrazia, e l’ha resa una messa in scena. Mi sono avvicinato a lui, durante la conferenza stampa, e gli ho posto le seguenti domande:

Cosa ne pensa dell’ultimo discorso del presidente Bush? Le minacce fatte alla Corea del Nord e all’Irak rappresentano una vittoria del gruppo della destra più dura dell’attuale amministrazione nord-americana? Quali sarebbero le conseguenze? Penso che la gente che scrive i discorsi del Presidente Bush creda che, per mantenere una popolarità permanente, ci sia bisogno di vendere un’immagine eroica del governo. Loro di certo non vorrebbero che il pubblico in generale si accorgesse dello scandalo Iran-Contras, oppure vorrebbero nascondere l’intenzione del governo Bush di trasferire ancora più ricchezza ai ricchi con la proposta di tagli all’imposta sui redditi. Uno che si mette in posa come un leader in grado di ridurre in polvere i nemici come in un attacco all’Iran o all’Irak riesce a farsi vedere molto positivamente secondo la mentalità yankee. Ma la retorica dei ghost writers del Presidente Bush non ci dice niente di concreto sulle vere intenzioni del governo. Secondo me, lui non intraprenderà nessuna delle azioni ipotizzate, per gli stessi motivi per cui non ha intrapreso le stesse azioni prima, motivi che ancora non sono cambiati. Lei ha da sempre difeso un sistema economico democratico e i comandi del sistema sono stati sempre nelle mani dei grandi gruppi internazionali. Come potrebbe essere costruito questo sistema democratico? Esiste da qualche parte un’esperienza positiva o un esempio pratico della creazione di un tale sistema? La questione, posta così, ci potrebbe portare ad una cattiva interpretazione. Sarebbe come se andassimo indietro nel tempo e domandassimo, in mezzo al periodo schiavista, se fosse possibile finirla con la propria schiavitù. Sarebbe possibile parlare di un esempio pratico e concreto di effettiva democrazia parlamentare oggi? Potrebbe fornirmi un esempio di una qualsiasi società, oltre alla solita retorica, dove le donne abbiano tutte i normali diritti? La risposta sarebbe un secco no. Dunque, il prossimo pensiero potrebbe portarci alla convinzione di poter creare una società dove questo sia assolutamente e chiaramente possibile. Però, guardando in faccia la realtà, direi che molto è stato ottenuto in quella direzione. La struttura di una democrazia economica è stata discussa ed esaminata da molti già da diverso tempo. Centocinquanta anni fa lavoratori degli Stati Uniti già dicevano che il lavoro schiavo, senza alcuna paga, non avrebbe dovuto essere ammesso e che loro, lavoratori, avrebbero dovuto assumere la gestione delle fabbriche. Un altro esempio è che oggi si parla di una richiesta di pieni diritti per le donne che è stata formulata duecento anni fa. Pensi che ci sono ancora trenta milioni di persone che vivono in stato di schiavitù e, quando dico schiavitù, intendo una schiavitù tecnicamente e concretamente riconosciuta. Bene, tutto ciò è da eliminare, da combattere, ma dobbiamo riconoscere di essere in numero superiore a quella povera gente. Lei sa che abbiamo bisogno di percorrere un lungo cammino in tanti posti nel mondo per ottenere pieni diritti per intere società e questo cammino ci metterà lentamente in possesso di strumenti di controllo democratico dei mezzi economici. Le formule magiche non esistono. (A. Chicayban)


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Punta dell’iceberg, protesta verso Nord

La vergogna delle istituzioni indifferenti Ma i vescovi difendono il welfare

E, mentre le Istituzioni responsabili (RegioProsegue la mobilitazione ne Campania, Comune degli operatori sociali riuniti di Napoli, altri Comuni nel comitato “Il welfare non della regione, Asl) si è un lusso” che da due setrimbalzano la respontimane occupano il Maschio sabilità e manifestano Angioino e dal 9 dicembre l’incapacità o la manscorso l’ex ospedale psichiacata volontà di lavorare trico Leonardo Bianchi. insieme per il bene comune, a pagare sono i La prima novità riguarda più poveri. il fatto che i vescovi del“Quando due elefanti si la Campania sono scesi in affrontano, a rimetterci La protesta dei cooperatori di Napoli campo compatti per difenè l’erba del campo”, dice dere il sistema del welfare nella regione. Per i vescovi un proverbio africano. Non intendiamo entrare in della Campania, infatti, “sta assumendo proporzioni inmerito alle ragioni dell’una o dell’altra Istituziotollerabili” la situazione del welfare in regione. Con una ne: constatiamo, semplicemente, che, mentre si nota, la conferenza episcopale campana lancia l’allarme discute, molti servizi sono chiusi o stanno chiusulla vertenza condotta dagli operatori dei servizi sociali: dendo. le istituzioni, è l’appello della Chiesa, devono “superare i 3. Accanto alla risposta della carità (“avevo fame particolarismi e non disperdere le proprie energie in un e mi avete dato da mangiare.”), non minore atrimpallo delle responsabilità che non giova al benessere tenzione merita la via istituzionale della ricerca dei cittadini più deboli”. del bene comune, inteso come esigenza di giustiNella riunione della Conferenza Episcopale Campana, zia e di carità. Le politiche sociali non sono margitenutasi a Pompei martedì 1° febbraio, i vescovi hanno nali né possono essere considerate come “un inapprovato il seguente comunicato, riportato a seguire in vestimento a perdere” ma, al contrario, rivestono versione integrale. un ruolo centrale nella vita di un Paese. 4. Alla luce di queste considerazioni, noi Vesco1. Sta assumendo proporzioni intollerabili la sivi della Campania, senza entrare nel merito delle tuazione del settore socio-assistenziale (il cosidsingole questioni che sono oggetto di confronto detto Terzo Settore) nella nostra regione. tra le Istituzioni statali ai diversi livelli e il Terzo Si registrano gravi ritardi (più di due anni) dei Settore, pagamenti per alcuni servizi fondamentali: caserivolgiamo un vivo appello alle Istituzioni ai vari famiglia, centri diurni e semiconvitti, assistenza livelli domiciliare e scolastica... a superare i particolarismi e a non disperdere le Tutto ciò ha portato l’intero settore socio-assiproprie energie in un rimpallo delle responsabistenziale ad una crisi di dimensioni spaventose: lità che non giova al benessere dei cittadini più molti servizi sono chiusi o stanno chiudendo e le deboli; persone più deboli ritornano nelle strade; molte a collaborare tra loro in un dialogo costruttivo per comunità per minori chiudono; gli operatori soindividuare azioni precise di uscita dall’emergenciali impegnati in tali servizi non percepiscono za economica del settore e concrete opportunità da mesi uno stipendio; sono già circa duemila gli di soluzione della crisi. operatori sociali senza lavoro per questo motivo. La seconda novità riguarda la nuova presa di posizio2. Lo stato di privazione dei diritti di sopravvine da parte del Comitato “Il Welfare non è un lusso” venza, cura e tutela nel quale si trovano decine attraverso una Lettera aperta sottoscritta dal portavoce di migliaia di cittadini “utenti” di tali servizi inSergio d’Angelo che qui di seguito è riportata in versione terpella fortemente noi, Vescovi della Campania. integrale. Siamo preoccupati per i più deboli: data la grave crisi economica e lavorativa degli organismi che Caro collega, Cara collega assicurano da anni servizi pubblici essenziali per i gli operatori sociali del Terzo settore credono, cittadini più deboli, ci chiediamo: chi si prenderà come voi, all’impossibile perché pensano che sia cura di loro? possibile una vita migliore per le persone più fraSiamo, altresì, preoccupati per quanti sono impegili e soprattutto che sia possibile che siano risolgnati nei servizi sociali e rivendicano il loro sacrote le condizioni sociali che creano le fragilità: santo diritto alla giusta remunerazione. Napoli


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• bambini abusati, maltrattati, abbandonati • uomini e donne senza tetto, lavoro, famiglia • anziani ormai ridotti alla solitudine e all’isolamento che rischiano l’abbandono • adulti e bambini disabili ai quali viene quotidianamente espropriato il piacere di crescere e di vivere • uomini e donne etichettati come folli, considerati rifiuti sociali ai quali viene negato ogni diritto di cittadinanza • giovani e meno giovani, consumatori di droghe e sostanze psicoattive legali e illegali demonizzati come mostri e destinati al carcere e alla marginalità • donne vittime di tratta chiamate “puttane” e non escort.

unici ammortizzatori sociali che resteranno in piedi saranno quelli della criminalità organizzata. Per questo vogliamo sapere dalle istituzioni se intendono contrastare il disagio o i disagiati. Se ritengono che i tossicodipendenti debbano espiare le proprie colpe o si debba offrire loro un aiuto. Ci dicano se la riabilitazione per i disabili o per i sofferenti psichici rappresenta solo una costosa ed inutile ricreazione oppure una valida strategia di sostegno ai percorsi di autonomia per costruire condizioni di vita migliori. Infine, ci dicano come intendono garantire ai bambini il diritto a crescere meglio o agli anziani il diritto ad essere assistiti. Se le istituzioni non sono più in grado di offrire aiuto alle persone più deboli, allora si decidano a dichiarare il proprio fallimento.

Gli operatori del Terzo settore fino a oggi hanLa vertenza interessa circa 200 associazioni e coopeno lavorato insieme alle istituzioni, agli operatorative sociali su tutto il territorio campano e 20 mila ri pubblici, alle agenzie del persone impiegate nel Terzo setterritorio dimostrando che tore: educatori, assistenti sociaè possibile ridurre i rischi li, psicologi, sociologi, operatori sociali ed esistenziali delche stanno lottando da mesi per le persone, che la fragilità vedersi riconosciuto il diritto al è determinata dalla quanlavoro, il pagamento degli arretità e qualità di risorse sotrati da parte di Comuni, Asl e cio-sanitarie e sociali, che Regione – che verso il Terzo setle persone, se sostenute e tore hanno un debito complessiaccompagnate, diventano vo di 500 milioni di euro – e per esse stesse risorse imporscongiurare il rischio di chiusura tanti per la società e sono dei servizi sociali per le persone capaci di recuperare e di più fragili, come bambini e raapprendere le competenze gazzi, anziani, disabili, sofferenti Sergio D’Angelo sociali necessarie per essere psichici, tossicodipendenti, amcittadini autonomi felici e produttivi. malati e persone vittime di violenza. Fino a questo momento gli operatori sociali hanno Per la sola città di Napoli, le organizzazioni sociali sono lavorato fianco a fianco con le istituzioni cercando ancora in attesa di una risposta dal Comune per la coparole per capirsi, rispettarsi, riconoscersi. Perché pertura del debito di circa 100 milioni di euro, relativo ai le istituzioni rappresentano, o almeno dovrebbero pagamenti dei servizi socio assistenziali ed educativi degli rappresentare tutti, soprattutto i più fragili. ultimi tre anni, e dalla Regione Campania di un trasferiIn questi giorni, però, il dialogo è a un punto mento all’amministrazione comunale di 12 milioni di euro morto, non procede, non riesce a trovare forme del fondo sociale, ancora bloccato per una mera questione di collaborazione che consentano a tutti noi di burocratica tra i due enti, che potrebbe sbloccarsi solo in credere nel possibile per continuare a realizzare virtù di un atto di responsabilità da parte della Regione. l’impossibile. “Da mesi – incalza il portavoce della vertenza, Sergio Siamo certi che trasformare in possibile l’impossiD’Angelo – ci stiamo mobilitando per farci pagare servizi bile non sia solo un nostro desiderio perché conogià realizzati e per scongiurare che vengano chiusi. Ci sciamo l’impegno e la fatica che, come noi, anche siamo indebitati più di quanto avremmo potuto permettu impieghi ogni giorno nel prenderti cura delle terci, per coprire i costi di gestione, mantenere i posti persone che incontri nei servizi pubblici. di lavoro e non abbandonare gli utenti. Nonostante la Per questo credo che le nostre ragioni siano anche drammaticità della situazione, continuiamo a non avere le tue ragioni, che la nostra fatica sia anche la tua alcuna risposta concreta dalle istituzioni: la Regione confatica e i nostri obiettivi anche i tuoi obiettivi. tinua a tagliare i fondi per la sanità, l’infanzia e la scuola; Ora è il tempo di raccogliere le forze per non far il Comune di Napoli pensa solo a come aumentare le morire ciò in cui abbiamo creduto e che abbiamo tasse tagliando i servizi”. costruito un giorno dopo l’altro, con passione e “Nel Napoletano, in particolare, la crisi sociale – prosecon tenacia. gue D’Angelo - sta peggiorando, come ha dimostrato anPerché la mancata partecipazione diventa la forche l’ultimo, terribile episodio di cronaca nera che ancora za di chi vuole indebolire le nostre ragioni. una volta ha comportato la fine di due ragazzi, di cui uno Quando il sistema di protezione sociale sarà croldi appena sedici anni. Quando il sistema di protezione lato a causa del disinteresse delle istituzioni, gli sociale sarà crollato a causa del disinteresse delle isti-


attualità tuzioni, gli unici ammortizzatori sociali che resteranno in piedi saranno quelli della criminalità organizzata”. “Vogliamo sapere dalle istituzioni se intendono contrastare il disagio o i disagiati. Se ritengono che i tossicodipendenti debbano espiare le proprie colpe o gli si debba offrire un aiuto. Ci dicano se la riabilitazione per disabili e sofferenti psichici è per loro una costosa ed inutile ricreazione o una valida strategia di sostegno ai percorsi di autonomia per costruire condizioni di vita decenti. Infine, come intendono garantire ai bambini il diritto a crescere meglio o agli anziani il diritto ad essere assistiti. Se le istituzioni non fossero più in grado di offrire aiuto alle categorie più deboli, allora si decidano a dichiarare lo stato di crisi e a chiedere l’aiuto del governo nazionale”. Intanto la protesta degli operatori sociali contro i tagli nel settore si è ulteriormente inasprita negli ultimi giorni anche a causa della perdurante assenza di risposte da parte delle istituzioni. Ripercorriamo le ultime fasi della vicenda.

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la sede dell’assessorato al bilancio del Comune di Napoli. Affissi anche mega striscioni con slogan Iil welfare non è un lusso” e sulla facciata principale “Contro i tagli alla spesa sociale e precarietà”. Stavolta le proteste chiamano direttamente in causa il governatore regionale. “Chiediamo un incontro con il presidente regionale Stefano Caldoro - afferma il presidente di Gesco e portavoce del comitato, Sergio D’Angelo - Se le istituzioni locali non sono in grado di sostenere il sistema di welfare, si decidano a dichiarare lo stato di crisi e si rivolgano al Governo nazionale. Chiediamo a tutti un atto di responsabilità perché Napoli e la Campania stanno precipitando in una situazione di non ritorno, dove dall’emergenza si passerà allo smantellamento vero e proprio dei servizi sociali realizzati in questi anni con l’apporto fondamentale delle cooperative sociali e delle associazioni”. “Il 24, 25 e 26 febbraio a Napoli ospiteremo un cantiere nazionale sul tema della crisi e dei diritti – afferma ancora D’Angelo – Proprio a Napoli Maschio angioino occupato organizzeremo laboratori di idee E’ il 14 gennaio quando i quatsulla crisi e chiamiamo a raccoltro rappresentanti del comitato Il ta tutte le esperienze significatiwelfare non è un lusso - Sergio ve fatte sul territorio. Dobbiamo D’Angelo, Fedele Salvatore, Tafar capire a chi ci governa che nia Castellaccio e Gianni Manzo se l’unico modo di uscire dalla – annunciano l’intenzione di procrisi è il progressivo smantellaseguire l’occupazione di Palazzo mento dello stato sociale, l’Italia San Giacomo, nello specifico la è destinata ad affogare”. stanza dell’assessore al bilancio, A rischio anche la certezza Michele Saggese, con tanto di dell’assistenza a diverse censciopero della fame. Attivato il tinaia di migliaia di persone in Immagini tratte da Gesco sociale (Facebook) giorno precedente negli spazi andifficoltà, con sofferenza mentatistanti la sede comunale anche le, in situazione di estrema marun presidio permanente di qualche centinaio di operaginalità sociale tra le più fragili della popolazione. “Finora tori sociali, mentre all’ex ospedale psichiatrico Leonarle risposte da parte delle istituzioni sono state evasive e do Bianchi prosegue l’occupazione. Al sindaco di Napoli, non ci si rende conto che Napoli è solo la punta di un Rosa Russo Iervolino, le organizzazioni sociali chiedono iceberg – denuncia D’Angelo – E’ tutto il Sud a rischiare che riconosca le responsabilità del Comune sull’attuale un tracollo sociale”. situazione delle politiche sociali a Napoli. Cooperative sociali e associazioni chiedono che il CoAl Comune le organizzazioni sociali chiedono anche mune paghi i restanti 2,7 milioni e mezzo dei cosiddetti l’erogazione del pagamento di almeno un bimestre dei “progetti finanziati” dalla Regione o dai progetti europrogetti “indispensabili”, quelli per le case famiglia, non pei, che non gravano sul bilancio comunale per i quali inseriti nel meccanismo del cronologico. Un’ulteriore riil Comune ha elargito solo una parte dei fondi, su un chiesta al Comune è di avere maggiore chiarezza sulle totale di 4 milioni e mezzo di euro previsti. Al Comuazioni intraprese per la cessione del credito alle banche. ne le organizzazioni sociali chiedono anche l’erogazione Il 20 gennaio il comitato occupa il Maschio Angioino. del pagamento di almeno un bimestre dei progetti “inUna cinquantina di operatori sociali afferenti al comitato dispensabili”, quelli per le case famiglia, non inseriti nel hanno preso possesso di uno dei simboli della città e meccanismo del cronologico. dell’Italia tutta. Quanto sta accadendo a Napoli è solSi muove Legacoopsociali tanto la punta dell’iceberg dal momento che i tagli nel “A fronte di risposte sinora drammaticamente parziali e settore delle politiche sociali dalla Campania potrebbero inadeguate – dichiara la presidente nazionale di Legacoespandersi quanto prima in tutta Italia, raggiungendo opsociali, Paola Menetti - Legacoopsociali sostiene e riben presto anche le regioni del Nord. badisce l’appello alle istituzioni ed amministrazioni locali Così alcuni operatori sociali hanno bloccato piazza Muniperché si esprima una ben più esplicita e concreta dicipio e due di loro sono saliti su una gru del cantiere delsponibilità all’ascolto ed al confronto per trovare risposte la Metropolitana ad un una quindicina di metri di altezza. concrete ad una situazione ormai pesantissima. QuanDa mesi stanno denunciando i tagli nel settore in seguito to sta accadendo a Napoli, e le crescenti criticità che si al blocco del Piano Sociale di Zona. Non è la prima volta vanno manifestando in molti altri territori del meridione, che vengono messe in atto proteste del genere, visto segnalano tuttavia problemi che non hanno un profilo che solo pochi giorni prima il Comitato aveva occupato


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attualità

soltanto locale. A porsi sono questioni di evidente rilevanza nazionale, poiché rimandano alla messa in discussione della sostenibilità di servizi sociali e socio sanitari a base universalistica, e della loro funzione pubblica”. “Per questo – aggiunge Menetti - un mese fa abbiamo chiesto alle istituzioni nazionali, parlamentari e di governo, l’attivazione di tavoli di confronto concreto e di merito sullo stato e le prospettive dei servizi di welfare in questo Paese, a partire dalla realtà meridionale: è grave e preoccupante che ad oggi non vi sia stato riscontro. Rinnoviamo oggi la richiesta, nonostante altre paiano essere in queste settimane e in questi giorni, le priorità nell’agenda politica»”

Solidarietà dal Friuli Venezia Giulia Leonardo Bianchi occupato, Palazzo San Giacomo occupato, Palazzo Reale occupato, San Carlo occupato, Maschio Angioino occupato. Il 24 gennaio la protesta si sposta al teatro San Carlo, in occasione dell’inaugurazione della stagione lirica con il ‘Pergolesi in Olimpiade’. Le contestazioni degli operatori delle cooperative sociali di assistenza ad anziani e disabili proseguono con un sit in per denunciare nell’ingresso del teatro i tagli nel settore. Solidarietà ai colleghi campani arriva intanto dal Friuli Venezia Giulia, il presidente regionale di Legacoopsociali Fvg, Gian Luigi Bettoli, ribadisce la vicinanza alle operatrici, operatori, familiari e utenti che stanno manifestando in maniera pacifica e non violenta. Dal Friuli Venezia Giulia patria della rivoluzione guidata da Franco Basaglia, che nel 1978 portò alla chiusura dei manicomi quali istituzioni totali ed alla restituzione dei diritti alle persone con sofferenza mentale. “Quanto stiamo vivendo sembra fantascienza con l’unica differenza che nei nuovi ghetti chi nasce non avrà speranza di un lavoro – afferma il presidente di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia, Gian Luigi Bettoli -, chi lavora non ha prospettive di sicurezza, regolarità contrattuale e previdenza per una maternità od una malattia”. In questa “epoca di decadenza la pensione diventa una prospettiva da ricchi”. “Nel dubbio, meglio – come avete fatto voi occupando un vecchio manicomio – denunciare lo scandalo della distruzione del sistema di protezione sociale italiano (mai giunto alla maturità di un moderno Welfare), nascosta alla vista dell’opinione pubblica da una politica occupata in tutt’altre cose. Mettendo il dito sulla piaga di una regressione sociale sminuzzata, parcellizzata, in cui ognuno di noi viene sconfitto singolarmente, mentre gli altri sono ancora distratti perché si sentono estranei”. Una voce che giunge da “una regione, il Friuli Venezia Giulia, dove la crisi sembra colpire meno duramente e c’è ancora spazio per la progettazione sociale: i colpi di maglio della restaurazione neoliberista che risuonano in Grecia, Irlanda e Portogallo preannunciano il nostro

destino comune – prosegue il presidente Bettoli -. Chi si vede ancora pagare le fatture nei mesi successivi al lavoro, chi riesce ancora a sopravvivere usando con moderazione gli ammortizzatori sociali, sarà la vittima certa di domani”. In questo momento “decenni di riforme vengono smantellati in nome di un presunto riformismo. I diritti tornano a diventare privilegi e lo Stato – se non ancora “minimo” certo in via di riduzione estrema – sembra ritornato alla vocazione originaria di puro gendarme e repressore della disperazione sociale. E’ stato giusto assumere come obiettivo uno dei vecchi monumenti all’internamento istituzionale di migliaia di sofferenti ed esclusi. Puntando il dito – incalza Bettoli - non solo su politiche scandalose e sulla omologazione e subalternità di chi dovrebbe avversarle, ma sul pericolo che una delle poche rivoluzioni accadute in Italia venga annullata da un giorno all’altro, a causa del convergere alchemico dei bisogni securitari del leader politico del momento, e delle fumisterie repressorie e reazionarie del suo psichiatra favorito”. Grazie alla protesta che da giorni è montata a Napoli, “con la Vostra provocazione avete mosso le acque stagnanti di una situazione assurda. Quella in cui teorici del sociale, invece di guardare alla realtà e denunciarla, hanno delirato per mesi su una “open society” inesistente: quella del conservatore Cameron che sta distruggendo il più antico e glorioso Welfare europeo. Quella in cui certi esponenti del “terzo settore” passano le giornate a pietire la carità di un 5 per mille, proprio da chi ha deciso di far fare un balzo di secolo all’indietro alla storia italiana. Quella di politici trasversalmente succubi dei poteri forti, ed incapaci di costruire od almeno difendere modelli alternativi”. “Noi, friulani e giuliani, proprio un anno fa sfidammo la politica regionale per opporci all’attacco al nostro diritto a vivere, lavorare e godere di servizi. Voi – conclude Bettoli, che è anche responsabile del Gruppo di lavoro sulla Salute Mentale di Legacoopsociali nazionale -, oggi, in una situazione così diversa e così comune, indicate la strada della costruzione di un movimento nazionale”.

Messa “sociale” per i diritti Il 26 gennaio si tiene la messa “sociale” officiata da don Peppino Gambardella. Un incontro spirituale ma non solo nel corso del quale si alternano riflessioni tratte dalla Bibbia e storie di vita, omelie canoniche ed omelie laiche rivolte ai “signori del palazzo” a cura di don Peppino, dei familiari degli utenti e degli stessi operatori sociali dei servizi a rischio di chiusura. Il giorno precedente intanto due operatori sociali sono saliti in cima a una delle due torri del Maschio Angioino, armati di corde, imbragatura e morsetti di sicurezza, e poi uno alla volta si sono calati dalle merlature del torrione. Per oltre un’ora sono rimasti sospesi nel vuoto, a ricordare la situazione di difficoltà che stanno vivendo, mantenendosi però aggrappati alla


attualità fune con i piedi puntati e ben saldi sulle pareti del castello, a testimoniare l’attaccamento al loro lavoro. Don Peppino, parroco e presidente del Coordinamento regionale delle Case famiglia, ha fatto appello al cardinale Crescenzio Sepe e ai vescovi, chiedendo loro di schierarsi apertamente al fianco degli operatori sociali: “Rinnovo mio appello, che al momento è ancora senza risposta - ha affermato don Gambardella - Parliamo di minori, anziani, persone in difficoltà. Se non ci aiuta la Chiesa, chi altro potrà farlo?”. Tuttavia la vicenda appare ancora lontana da uno sbocco positivo, stante il fatto che le istituzioni, ovvero Regione e Comune, continuano a rimpallarsi le responsabilità. Le coop sociali e le associazioni non hanno comunque intenzione di mollare la presa, stante il fatto che per loro la battaglia è battaglia di vita, civiltà e democrazia prima ancora che battaglia sociale. Già da qualche mese manifestano per scongiurare la chiusura dei servizi: “le nostre azioni di lotta sono pacifiche, simboliche ed educative – incalza Sergio D’Angelo -. In tutta la vertenza abbiamo voluto mantenere questo profilo dando soprattutto importanza alla forza dei simboli. Abbiamo scalato la parete del castello perché siamo abituati a scalare montagne, ad affrontare difficoltà”.

Legacoop Campania affianca la protesta Il perdurante mutismo delle istituzioni suona come uno schiaffo, tanto che il 27 gennaio la presidente di Legacoop Campania, Vanda Spoto, interviene pubblicamente. L’indifferenza delle istituzioni ha il sapore della vergogna, come il loro silenzio. “Non si tratta solo di dare solidarietà a questi operatori sociali, che pure è necessaria affinché non si sentano soli e abbandonati a se stessi”. Già perché è ora giunto “il momento di schierarsi, di essere fisicamente al loro fianco e alle loro sofferenze, di pronunciarsi”. Sono parole piene di forza quelle pronunciate da Vanda Spoto, presidente di Legacoop Campania, che sferzano quel silenzio e si rivolgono a tutte le associazioni di rappresentanza del mondo produttivo, la società civile e le forze politiche, “affinché questa divenga la lotta di tutti noi. I giorni di protesta ormai non si contano più ma sono tanti, “troppi per centinaia di persone che mai avrebbero detto di dover essere costrette a scegliere le forme più estreme di protesta come l’occupazione di siti di interesse pubblico, lo sciopero della fame o le cosiddette azioni eclatanti per tenere alta l’attenzione sul tema di un diritto negato: quello della retribuzione alle imprese del terzo settore, da parte della pubblica amministrazione, per servizi svolti nel sociale e nella sanità, negli ultimi tre anni”. La Spoto con sgomento ed amarezza riferisce della “lotta degli uomini e delle donne, lavoratori e lavoratrici, riuniti nel Comitato “Il welfare non è un lusso”. Una lotta che mi addolora e mi inorgoglisce nel contempo”.

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L’augurio era che “il confronto tra mondo produttivo e Istituzioni” potesse “ristabilire il rispetto degli impegni, in questo caso i pagamenti per i servizi erogati, essenziali per un settore pubblico che non riesce a garantirne autonomamente ai cittadini, senza obbligare persone, che chiedono solo di svolgere il proprio lavoro, creando ricchezza materiale e culturale per un territorio come il nostro, che ne ha un bisogno straordinario, a mettere a rischio le proprie vite”. Tuttavia, seppure a malincuore, va constatato “che c’è una parte di Paese e, in particolare, una parte di questa città, che non abbassa la testa, che è conscia dei propri doveri ma sa rivendicare con civiltà i propri diritti: a continuare ad avere un lavoro e un reddito, per poter garantire per sé e le proprie famiglie una vita dignitosa; a fare impresa nel rispetto dei contratti di lavoro; a vivere all’interno delle regole democratiche; a portare la cultura della legalità e della socialità; a continuare a fare un lavoro difficile, votato all’altro, al diverso da sé, impegnati nell’aiuto e nel sostegno delle persone di ogni età che soffrono perché malate, povere, abusate, maltrattate e per questo emarginate. Da tutte queste persone, perbene - aggettivo desueto, che si può usare sempre più raramente, evidenzia la Spoto - ci tengo a sottolinearlo, mi sento rappresentata, nel senso che la loro lotta è anche la lotta di Legacoop”. “Non si tratta solo di dare solidarietà a questi operatori sociali, che pure è necessaria affinché non si sentano soli e abbandonati a se stessi, ma è arrivato il momento di schierarsi – incalza la Spoto -, di essere fisicamente al loro fianco e alle loro sofferenze, di pronunciarsi”. Anche perché, in fin dei conti, “questa lotta rappresenta un disagio che sta attraversando l’economia sana del nostro Paese, specie al Sud. Basta ricordare la recente manifestazione contro i ritardi di pagamenti della pubblica amministrazione in cui, eccezionalmente, si sono ritrovati fianco a fianco maestranze e costruttori, uniti dall’impossibilità di vedere uno sbocco per la ripresa, per la risalita di un Paese che sta franando sotto i colpi di una cattiva amministrazione e di un malaffare che, così, trova sempre più terreno fertile. Ecco perché questa lotta è la lotta di tutti coloro che rappresentano la forza sana e operosa di questa città e di questo Paese”. A cura di Ida PALISI ufficio.stampa@gescosociale.it Fabio DELLA PIETRA ufficio.stampa@itaca.coopsoc.it Giuseppe MANZO ufficio.stampa@legacoopsociali.it


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eventi - carnia Che fine ha fatto Babbo Natale?

Natale con i Folletti in Carnia I “Cavazzo’s Friends” recitano per i bambini

Cavazzo Carnico Otto folletti, una Befana e due fatine nella scuola primaria di Cavazzo alla vigilia di Natale. Un sogno? Un film? No, realtà. Ma facciamo un salto indietro nel tempo: ad aprile 2010 vengono attivati due laboratori extra-scolastici per i ragazzi delle scuole medie e superiori di Cavazzo. Lo scopo è di creare una base di giovani attivi sul territorio, che si adoperino per la comunità. In estate i due gruppi si fondono al fine di organizzare una caccia al tesoro per i bambini del Centro estivo di Amaro e Cavazzo, basata sulle leggende dei due paesi. L’iniziativa riscuote consensi da parte della comunità, e allora, a settembre, l’esperienza insieme continua e si consolida, nonostante la differenza d’età (dai 13 ai 17 anni), e ne nasce un gruppo unico, col nome di “Cavazzo’s Friends – Uniti nella diversi(e)tà”. Traendo sempre spunto dalle tradizioni locali, i ragazzi hanno proposto di organizzare una recita, da presentare in occasione dell’arrivo di Babbo Natale, che ogni anno, alla vigilia di Natale, consegna i doni ai bambini del paese. Durante gli incontri sono stati quindi creati la sceneggiatura ed i semplici elementi della scenografia, mentre grazie alla collaborazione avviata con il Centro di aggregazione anziani di Cavazzo sono stati realizzati i costumi di scena. Quali costumi? Ma dei folletti, naturalmente, (Simone, Eleonora, Arianna, Silvia, Lisa, Andrea e Michela) che agli ordini del terribile “Paco” (Federica) devono affrontare mille peripezie per salvare il Natale: Babbo Natale è ammalato, le macchine di produzione

dei giochi si fermano, le due aiutanti di Babbo Natale (Chiara e Greta, vestite con i costumi prestati dalla locale compagnia teatrale “Siro Angeli”) li incalzano; come se non bastasse, la lontana provenienza di alcuni folletti li espone a critiche ingiuste e pericolose per la serenità del gruppo. Tutto sembra preludere ad un Natale triste e senza regali, ma i folletti non si perdono d’animo e, dopo aver scoperto il problema che blocca le macchine, uniscono le forze riuscendo a portare felicemente a termine il loro compito. Non mancano i colpi di scena, con l’arrivo del postino di Maria de Filippi, di Barbon Atale (improbabile fratello di Babbo Natale), nonché degli inattesi coniglio Pasquale e Befana, con tanto di scopa munita di navigatore satellitare. L’imprevisto ritardo di Babbo Natale ha dato modo ai ragazzi di esibirsi come improvvisati animatori, con canti e balli insieme ai bambini, tutti in trepida attesa del barbuto signore vestito di rosso. Non ancora stanchi, i folletti hanno inoltre fatto poi da valenti valletti a Babbo Natale, durante la consegna dei doni. Alla fine, cioccolata calda, vin brulè e dolci per tutti, grazie all’organizzazione di Dennis, dell’Afds e del Centro di aggregazione anziani “Ator dal Fogolar”. L’impegno dei ragazzi è stato molto apprezzato dalla comunità di Cavazzo, oltre che dai bambini di Lauco, che avevano avuto in precedenza l’opportunità di assistere alla “prima”, in occasione della loro festa di Natale. Grazie a tutti e arrivederci al prossimo appuntamento! P.S.: vi state chiedendo come mai le macchine si erano fermate? Per colpa… dell’Enel! Matteo PALLA & Ilaria DA ROLD

I Fantastici 4

Un week-end sulla (poca) neve della Carnia Per la prima volta due giorni lontani da casa

Forni di Sopra Siccome ogni promessa è debito (vedi Gazzetta di dicembre) ancora una volta i “Fantastici 4” (Iuri, Florin, Nicola e Giulio) fanno la loro apparizione sulle pagine della nostra Gazzetta per proporvi le mirabolanti avventure che li vedono protagonisti. Il 7 e 8 gennaio hanno preso parte ad un week-end sulle nevi di Forni

di Sopra. Dopo i dovuti contatti con la Direzione dell’accogliente e confortevole Albergo Centrale, il giorno 7 di buon mattino e a bordo dei sempre più performanti mezzi Itaca, tutta l’allegra brigata si dirige verso Forni. La nostra permanenza prevedeva tra gli obiettivi lo sviluppo e il consolidamento delle capacità legate all’autonomia in contesti pubblici inediti compreso il pernottamento,


eventi - carnia colazione, pranzo e cena (è infatti la prima volta che tutti i componenti trascorrono due giorni lontano dal nucleo familiare!). Per rendere ulteriormente piacevole e proficua l’esperienza abbiamo proposto e organizzato attività ludiche sulla neve che comprendevano passeggiate lungo i sentieri innevati del Davost, discese con bob a 2, a 3 e a 1 sullo snow-park omonimo, ciaspolata al chiaro di luna (ben poco chiaro in verità per le nuvole) e sopralluogo alla sorgente del Tagliamento e al rinomato e trafficato passo della Mauria. A conclusione di tale evento non possiamo fare altro che confermarne l’efficacia, dal momento che in un breve periodo di tempo è stato possibile concentrare e raggiungere (anche se per alcuni in modo parziale) diversi obiettivi che nei contesti di routine sono, per vari motivi, più difficilmente perseguibili. Da parte dei ragazzi è più volte emerso il desiderio di riproporre simili esperienze visto il buon esito di questa iniziativa sperimentale. Chissà… P.S. la lunga notte insonne degli operatori (per ovvi motivi preferiamo rimanere nell’anonimato) non verrà sicuramente dimenticata poiché i portentosi “motori aspirati” dei ragazzi si facevano sentire con incessante fragore e scientifica cadenza. Vagavano nell’etere propositi espliciti di vendetta in lingua rumena, senza sottotitoli; allestimento di cantieri boschivi con relativo collaudo dell’attrezzatura ed infine a causa della scarsa umidità dei locali, sinistri cigolii provenivano da esofagi e laringi bisognose di acqua… Giona e Thomas

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eventi - veneto

Successo per la partecipazione ai mercatini

Natale ricco di iniziative a Lamon Podio sfiorato con l’Albero della Pazienza

Lamon I mesi di novembre e di dicembre hanno visto impegnati i nostri ospiti, operatori e volontari nella preparazione dei lavoretti per il Mercatino di Natale 2010. Un’iniziativa del tutto artigianale, realizzata nel centro della piazza di Lamon, in occasione del mercato settimanale, il cui ricavato sarà impiegato nelle spese di animazione previste durante l’anno. La novità è stata la partecipazione della nostra Casa di riposo ai rinomati Mercatini di Natale di Zorzoi, una frazione di Sovramonte in provincia di Belluno. Una buona parte del tempo è servita alla creazione di un albero del tutto particolare, intitolato “Albero della Pazienza”, destinato al Concorso degli Alberi di Natale 2010. Diverso dal comune, realizzato con la tecnica del bidermaier, frutto dell’impegno di molti ospiti, in particolare dal nostro Bortolo, che ha lavorato ore ed ore per la sua realizzazione. Il tempo è stato clemente e così un gruppo di ospiti è

stato accompagnato a vedere la mostra degli alberi di Natale, collocata presso i Mercatini di Siror a Fiera di Primiero. Un podio sfiorato anche questa volta… anche se ci speravamo, vista l’originalità dell’albero ma soprattutto per il lavoro fatto! Sarà per la prossima occasione. Il 30 dicembre, in occasione della Festa di fine anno, è stato festeggiato l’anniversario di matrimonio di Gigiotta e Virgilio, uniti nell’amore per ben sessant’anni. La ricorrenza, allietata dalla musica del maestro Claudio, ha visto una grande partecipazione di tutti e ha salutato in bellezza l’anno appena trascorso. Un grazie a tutti coloro che hanno passato il loro tempo presso la nostra Casa di riposo, in particolare ai volontari che hanno lavorato per la realizzazione del mercatino, a coloro che hanno organizzato il Babbo Natale e la Befana, al coro dei bambini delle elementari e al coro paesano “Drio le Peche”. Un arrivederci a tutti. Cinzia MAGNABOSCO


eventi - ALTO ADIGE

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Visita di una delegazione del Friuli Venezia Giulia in Alto Adige

Le Tagesmütter fanno scuola

Obiettivo conoscere da vicino l’assistenza domiciliare per la prima infanzia Bolzano Una delegazione di cooperative sociali aderenti alla Legacoop del Friuli Venezia-Giulia, tra cui anche alcune componenti della Cooperativa sociale Itaca, si è incontrata su invito della LegacoopBund locale, presieduta da Alberto Stenico, con i rappresentanti dell’Ufficio famiglia, donna e gioventù, il direttore Eugenio Bizzotto, nonché Gerhard Mair e Roberta Bovo. Al centro del cordiale incontro vi è stata la tematica del servizio di assistenza domiciliare per la prima infanzia “Tagesmutter”. Questo servizio registra una costante crescita ed attualmente le 154 Tagesmütter che svolgono questa attività assistono complessivamente 803 bambini, tra 0 e 3 anni. Questo dato corrisponde ad un aumento tra il 2009 ed il 2010 del 13,74%. Anche a livello nazionale questo tipo d’offerta, aggiungendosi ad asili nido e microstrutture, ha suscitato molto interesse e l’Alto Adige viene quindi considerato un modello da seguire. La visita da parte della delegazione regionale si è conclusa con il sopralluogo a due cooperative sociali che gestiscono il Servizio di Tagesmutter.

La prova del fuoco

«Chi l’ha ordinato, il presidente?» Bravi tutti a Casa e piazza

Cordenons «Chi l’ha ordinato, il presidente!?!!». Pietro mi guarda tra il perplesso e il meravigliato. Io guardo il cronometro: in un minuto e diciassette siamo tutti al punto di raccolta. Manca solo Elia: operatore addetto a spegnere l‘incendio e alla messa in sicurezza. Alzo lo sguardo e gli occhi di Pietro continuano ad interrogarmi. «È per legge», gli rispondo. «Per legge?», scuote la testa, «ogni giorno di tutti i colori». Pasqualina e Antonella se la ridono a crepapelle, mentre guardano Stefano, collega

cronometrista, che sbuca con una faccia sempre nuova da un cespuglio. Ivano, a modo suo, ritiene che già che siamo al cancello potremmo pure andare al bar. Fabio è un po’ preoccupato, ma ride anche lui per semplice contagio d’allegria. E lo Stefano II fa coro: «Ce ridi, eh!». Pietro, tuttavia, rimane nel suo dubbio: «Capisco ci fosse stato un incendio vero, ma per gioco…». E riprende a scuotere la testa stupito dall’apparente insensatezza di questo mondo che, a detta sua, scorre troppo veloce. Vorrei rispondergli che non è un gioco, ma non ho la risposta pronta. Avrei bisogno di tempo e intanto arriva Elia. Fermo il cronometro.


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eventi - pordenonese

Secondo me siamo stati bravi. Dal vialetto scende Nadia con un sorriso e la macchina fotografica. Posa, scatto, qualche altra risata, poi c’è il ritorno in equipe. E ci avviamo un po’ davvero come fosse finito un gioco o una piccola festa. Ora riuniti ci facciamo seri ed elenchiamo le procedure seguite con dovizia di particolari. E passo passo Nadia approva. Una certa soddisfazione aleggia nell’aria. Bene, e adesso i tempi. Tempo per spegnere il fuoco OK. Tempo per portare al punto di raccolta tutti escluso il suddetto operatore addetto: OK. Tempo totale? Con

un certo orgoglio, enuncio: «4 e 48». C’è un micro iato di silenzio. «Beh, siamo dentro: il tempo massimo è di cinque minuti» Per un attimo ci siamo guardati l’un l’altro e intorno con un leggero imbarazzo. Ma secondo noi siamo stati bravi lo stesso. Marco SPONGA (Casa e Piazza)


amori boliviani

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Dal 2 al 16 aprile 2011

Amori boliviani a Pordenone

Ampio il partenariato a sostegno del progetto Monteagudo Pordenone Promuovere l’ultimo libro di Letterio Scopelliti è solo uno degli obiettivi di quello che è oramai diventato un progetto, quello degli “Amori boliviani a Pordenone”. Già perché quel lavoro il nostro Letterio – come ricorda giustamente qualcuno che lo conosce bene come Sergio – lo ha “scritto con tanto amore”. Ma non solo. Anche affinché “possa essere venduto e procuri un utile per la realizzazione del progetto Monteagudo”. Inoltre poter “trasmettere un messaggio ai giovani e perché no, anche ai meno giovani di quanto importante sia la solidarietà ed il rapporto con i paesi in via di sviluppo”. Stiamo parlando di Amori boliviani, Vola dove il cielo abbraccia la Madre Terra, di Letterio Scopelliti, edito da www.bracciaaperte.it (euro 15). Un lavoro che è un invito alla Bolivia. Un reportage a quattromila metri di cultura raccontato sul filo di amori boliviani, come quello ambientato tra La Paz e la Rute del Che, dove il guerrigliero medico argentino venne ucciso. Un viaggio dentro un viaggio compiuto da Antonio, trevigiano oggi in pensione, alla ricerca delle origini della moglie Valeria, boliviana e sin da bambina orfana. E della sua Madre Terra, la Bolivia. Il desiderio nato dopo aver vinto il cancro lo porterà a ricostruire la sua storia d’amore in America Latina. Ci riuscirà e Antonio ritroverà una seconda vita. Si adopererà per la costruzione di una scuola di bambini abbandonati e orfani come Valeria: il “Progetto di Monteagudo”, di cui diventerà il coordinatore. Un filo rosso che continua con altri racconti di bambini incontrati negli orfanotrofi, nei villaggi, sulle strade di Monteagudo e nelle città di Santa Cruz e La Paz. Pagine che racchiudono storie vere e inedite piene di sorrisi e poesie. Il libro racconta la vita di oggi nelle strade, famiglie e scuole del Paese più povero dell’America Latina. Dai luoghi ricchi di storia di Tiwanacu e Copacabana alle miniere, dal narcotraffico allo sfruttamento dei bambini e al loro recupero in centri e case di accoglienza. Uno dei sei capitoli è dedicato a Ernesto Che Guevara diventato un santo e resuscitato dal presidente Evo Morales. A parlarne da La Higuera, dove venne ammazzato, e Vallegrande, dove fu trasportato all’ospedale e poi segretamente seppellito per trent’anni, chi lo conobbe da vivo e lo vide morto nella barella di tela e legno appoggiata sul marmo della lavanderia. La città di Pordenone da sabato 2 aprile a sabato 16 aprile 2011 ospiterà l’evento “Amori boliviani , Vola dove il cielo abbraccia la Madre Terra”. Il titolo è quello del libro, che sarà presentato la sera del 13 aprile alle 20.30. Un reportage-romanzo di storie inedite e autentiche di amori, sorrisi, colori e dignità di bambini e bambine, donne e uomini della Bolivia di oggi. E la

storia della realizzazione di una scuola per bimbi orfani, abbandonati e poveri (l’ultimo blocco dell’edificio sarà inaugurato nel 2012) a Monteagudo. Il progetto è sostenuto e coordinato dall’associazione “Braccia Aperte onlus” (www.bracciaaperte.it), che è anche l’editore del libro “Amori boliviani”. Nell’ambito delle due settimane sulle rive del Noncello, sarà proposta una mostra fotografica “ La sonrisa de un nino” di 48 immagini (43x33 – volti di bambini e colori della Bolivia) sempre a cura di “Braccia Aperte” (per promuovere e sostenere il Progetto Monteagudo), filmati e altro materiale realizzato nel percorso del libro (in particolare La Paz, Santa Cruz, Monteagudo, Vallegrande e La Higuera). Gli eventi saranno ospitati all’interno della nuova biblioteca civica di Pordenone in piazza XX Settembre. La mostra fotografica sarà allestita all’interno di una delle sale del chiostro e sarà visitabile, eccetto la domenica, tutti i giorni dalle 9 alle 19. Sono previsti nelle mattinate, collegati alla visita della mostra fotografica, laboratori pedagogici (con giochi boliviani) e culturali con classi di scuole primarie e secondarie del pordenonese. E inoltre un incontro sul tema della cooperazione e sviluppo sociale. Laboratori e incontri resi possibili solo grazie alla organizzazione delle Cooperative sociali Itaca e Fai che hanno messo sul campo le loro professionalità ed esperienze. La sera del 16 aprile è stato organizzato - a chiusura delle manifestazioni e per ringraziare la città e chi ha collaborato a questo percorso - un concerto gratuito del Laboratorio sperimentale di musica andina “Taller experimentale de musica andina (8 elementi)” e del musicista “brasilian-furlan” Alberto Chicayban che proporrà un repertorio latino-americano. Si terrà alle 21 al Ridotto del Teatro Verdi di Pordenone. Le due settimane pordenonesi hanno l’obiettivo di sostenere e far conoscere in particolare il “Progetto Monteagudo”, con la realizzazione della scuola. E di diffondere la cultura del sorriso, dei colori e della dignità della gente boliviana pur nella loro grande povertà e bisogno d’aiuto. Antonio Ferronato coordinatore del “Progetto Monteagudo” sarà presente dal 2 al 16 aprile e a disposizione di enti, associazioni e scuole. Comune di Pordenone, Cooperativa sociale Itaca, Cooperativa sociale Fai e associazione “Braccia Aperte onlus” sono gli enti organizzatori dell’evento “Amori boliviani” e l’iniziativa gode del patrocinio del Circolo della stampa di Pordenone e degli Amici boliviani di Pordenone. Il “Progetto Monteagudo” a cui è devoluto l’intero ricavato del libro, gode del patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Zero Branco Un programma di massima per le due settimane pordenonesi è stato stilato, lo riportiamo qui di seguito con la specifica che non è ancora definitivo.


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amori boliviani

Amori boliviani Vola dove il cielo abbraccia la Madre Terra dal 2 al 16 aprile Nuova Biblioteca Civica Piazza XX Settembre Pordenone

Sabato 2 aprile Dalle 9 alle 11 Giochi Boliviani Laboratorio pedagogico con i bambini delle scuole primarie con Federica Dal Mas, pedagogista clinica organizza la cooperativa Fai Alle 11,15 inaugurazione della mostra fotografica “La sonrisa de un nino” (aperta sino al 16 aprile dalle 9 alle 19 eccetto la domenica) Lunedì 4 aprile Dalle 9 alle 11 Laboratorio culturale per gli studenti delle scuole secondarie con Walter Mattiussi, esperto di cooperazione allo sviluppo organizza la cooperativa Itaca Sabato 9 aprile Dalle 9 alle 11 Giochi Boliviani Laboratorio pedagogico con i bambini delle scuole primarie con Federica Dal Mas, pedagogista clinica organizza la cooperativa Fai Lunedì 11 aprile Dalle 9 alle 11 Giochi Boliviani Laboratorio pedagogico con i bambini delle scuole primarie con Federica Dal Mas, pedagogista clinica organizza la cooperativa Fai Mercoledì 13 aprile Alle 20.30 presentazione del libro Amori boliviani / Vola dove il cielo abbraccia la Madre Terra Fabio Della Pietra, giornalista e ufficio stampa Cooperativa Itaca Fabio Fedrigo, giornalista e presidente Cooperativa Fai intervistano Letterio Scopelliti, giornalista e autore del libro Sergio Bonato, presidente di Braccia Aperte onlus Gianantonio Collaoni, assessore alla cultura Città di Pordenone Antonio Ferronato, coordinatore del Progetto Monteagudo Annalisa Finati, responsabile di Amici della Bolivia Sabato 16 aprile Dalle 9 alle 11 Laboratorio culturale per gli studenti delle scuole secondarie con Walter Mattiussi, esperto di cooperazione allo sviluppo organizza la Cooperativa Itaca

Alle 21 Sala Ridotto del Teatro Verdi concerto gratuito per la città di musica andina e latino-americana con: Taller experimental de musica andina (Laboratorio sperimentale di musica andina) Alberto Chicayban grazie a Cooperativa Itaca ORGANIZZANO: Città di Pordenone Cooperativa sociale Itaca Cooperativa Fai Braccia Aperte onlus Amici della Bolivia PATROCINIO: Regione Veneto Provincia di Treviso Comune di Zero Branco Circolo della Stampa Per chi fosse interessato a ricevere a casa Amori boliviani, si ricorda che il libro viene venduto al costo di euro 15,00 a copia spese di spedizione comprese. Per ordinarlo è necessario spedire una mail all’indirizzo amoriboliviani@email.it specificando: 1- La quantità delle copie desiderate 2- Nome Cognome e indirizzo completo (è gradito un numero di cellulare per eventuali comunicazioni di servizio) 3- L’attestazione del versamento effettuato (copia del bonifico o del tagliando del versamento postale) INFORMAZIONI IMPORTANTI: L’attestazione del versamento non è indispensabile ma permette di velocizzare di molto i tempi anticipando la spedizione. Normalmente per il pagamento attraverso bonifico ci vogliono dai 3 ai 4 giorni lavorativi e circa una quindicina per l’arrivo di un tagliando di avvenuta operazione di CC postale. La causale del versamento per ambedue le forme di pagamento è “ libro AMORI BOLIVIANI “. La spedizione avviene tramite pacco postale ordinario dopo 2 giorni lavorativi dalla verifica del pagamento. Tutti i vostri dati anagrafici forniti attraverso la mail di ordinazione, dopo 10 giorni dalla spedizione dell’ordine saranno cancellati per garantire il rispetto del D.Lgs 196/2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali.

BONIFICO BANCARIO: ASSOCIAZIONE BRACCIA APERTE - ONLUS CASSA RURALE E ARTIGIANA DI TREVISO (Ag. S.ALBERTO) IBAN: IT49 Y089 2762 2200 0500 0453 672 CONTO CORRENTE POSTALE 12574 315 ASSOCIAZIONE BRACCIA APERTE – ONLUS altre informazioni sul sito www.bracciaaperte.it


sicurezza

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Quiz febbraio 2011

Valuta le tue conoscenze

...e verificale con le risposte che troverai nella prossima “Gazzetta” Che tipo di attrezzatura indicano questi cartelli?

ȿȿ Pittogrammi ȿȿ Dispositivi antincendio ȿȿ Estintori

Quali di queste sono sostanze infiammabili? ȿȿ Bombolette spray ȿȿ Tessuti di arredamento e abbigliamento ȿȿ Trielina, vernici Questi pittogrammi cosa indicano? ȿȿ Le scale per uscire ȿȿ Uscite d’emergenza ȿȿ Il giardino Quali rischi comportano gli apparecchi elettrici difettosi o malfunzionanti? ȿȿ Incendio, folgorazione , corto circuito ȿȿ Non si possono pulire, igienizzare ȿȿ Devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi

Quali sono le indicazioni per il mantenimento dei climatizzatori portatili? ȿȿ Farlo installare da un tecnico specializzato ȿȿ Togliere la polvere prima d’installarlo ȿȿ Sostituire i filtri all’inizio di ogni stagione e ogni volta che l’apparecchio viene abbandonato in un ambiente polveroso o umido (ripostiglio, solaio, cantina, box...) Quali sono le indicazioni per il mantenimento in sicurezza del ferro da stiro, quale strumento di lavoro? ȿȿ Utilizzarlo 2 ore al giorno consecutivamente ȿȿ Provvedere alla sua disincrostazione ogni 6 mesi ȿȿ Pulire l’apparecchio quando è staccato dalla presa di corrente Il gas metano è … l’ossido di carbonio è …. ȿȿ Il gas metano è esplosivo, l’ossido di carbonio è tossico ȿȿ Provoca gravi ustioni, sia il gas metano che l’ossido di carbonio ȿȿ Il gas metano è pericoloso per l’ambiente, l’ossido di carbonio provoca irritazione pruriginose della cute

Quiz gennaio 2011

Valuta le tue conoscenze …e controlla le risposte

Se supero di oltre 10 km/h, ma meno di 40 km/h, il limite di velocità, quanti punti perdo? ȿȿ Nessuno ȿȿ Tre ȿȿ Dieci Se mi fermano mentre guido e alla prova dell’alcool test mi viene rilevato un tasso alcolico superiore ai 1.5 g/l rischio la confisca della vettura che non può in alcun modo essere revocata? ȿȿ Si, sempre ȿȿ Si, ma solo se la vettura è intestata a me ȿȿ Si, ma solo se la vettura è intestata a me e non svolgo positivamente lavori socialmente utili al posto della detenzione. Se in bicicletta transito con il rosso, perdo punti dalla patente? ȿȿ Si, ma solo se sono possessore di patente ȿȿ No, mai ȿȿ Si, ma metà punti rispetto alla guida di un’autovettura è consentita la vendita di superalcolici in autostrada? ȿȿ Si, sempree ȿȿ No, mai ȿȿ Soltanto dalle 10.00 alle 22.00

è sanzionato il rifiuto di soffiare nel “palloncino”? ȿȿ Si ȿȿ No ȿȿ Solo di notte Se ho l’obbligo di lenti, devo usarle anche se guido un ciclomotore? ȿȿ Si, sempre ȿȿ No, mai ȿȿ Si, ma solo se le lenti prescritte sono bifocali Se un pedone attraversa la strada sulle strisce pedonali, è obbligatorio fermarsi? ȿȿ Si, sempre ȿȿ No, mai ȿȿ Si, ma solo se non ha oltrepassato la metà della strada Una donna incinta, deve allacciare le cinture di sicurezza? ȿȿ Si, sempre ȿȿ No, mai ȿȿ No, ma solo con certificato medico di esenzione Sui farmaci che inducono sonnolenza sarà obbligatorio riportare sulla confezione un avviso in tal senso? ȿȿ Si ȿȿ No ȿȿ Si, ma solo sui farmaci da banco


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sicurezza La sicurezza comincia da noi

Auto e furgoni, massima attenzione Sei consigli utili Pordenone Tutti vorremmo vivere sicuri e senza rischi in casa, tra i familiari e gli amici, ma anche al lavoro. Riflettiamo, quanto tempo della nostra vita passiamo a bordo di auto e furgoni che ogni giorno utilizziamo per recarci al lavoro, per eseguire i nostri compiti, per consegnare dei prodotti. Percorrere in un anno 40000 km a 60 km/h di media significa guidare ininterrottamente notte e giorno per quasi un mese! Ecco perché la guida deve essere sempre considerata un’attività estremamente seria, durante la quale è richiesta un’estrema concentrazione. Un furgone e un’auto: cosa hanno in comune? Sembra una domanda banale ma la risposta che forse non tutti ricordano è questa: sono tutti e due uno strumento di lavoro. E come un qualsiasi strumento di lavoro che vi viene affidato, auto e furgoni hanno delle precauzioni d’uso da rispettare con attenzione. Solo conoscendo a fondo questi strumenti e utilizzandoli correttamente potrete ottenere vantaggi e sicurezza. Lavorare, o guidare sicuri, significa quindi essere sempre consapevoli delle proprie azioni. Tutti dobbiamo diventare protagonisti attivi della sicurezza nei luoghi di lavoro! Il guidatore Una guida sicura dipende quindi dal conducente: dalla sua conoscenza del veicolo, dalla sua condizione fisica e mentale, dalla prontezza con cui è in grado di reagire agli eventi più diversi. La guida sicura non si può quindi improvvisare. Non basta avere la patente per essere dei bravi guidatori. Troppa fiducia, può farvi sottovalutare un pericolo. Inoltre ricordate sempre che, mentre siete alla guida di un automezzo con il logo della Cooperativa ogni vostro comportamento rappresenta l’azienda. L’immagine della Cooperativa è quindi anche nelle vostre “mani” di guidatore. Concentrati sulla strada L’atteggiamento con cui ci si mette alla guida è perciò fondamentale. La maggior parte degli incidenti avvengono per errore umano. Regolare l’autoradio, parlare al telefono,

fumare una sigaretta, tutto questo ed altro può distrarvi dalla guida o da un pericolo. Nel tempo necessario per dire “pronto”, circa un secondo, un veicolo che viaggia alla modesta velocità di 50 km l’ora percorre ben 14 metri. Se, poi, stiamo procedendo in autostrada alla velocità di 130 km all’ora questi metri diventano 36: quasi 2 autotreni in fila! Dunque accorgersi di un ostacolo con un anticipo di un secondo, può darci dai 14 ai 36 metri in più di spazio utile per frenare. Prima di tutto, il riposo Ma anche un riposo insufficiente e la stanchezza diminuiscono la concentrazione: la capacità di valutare l’imprevisto non è più adeguata. I tempi di reazione aumentano e subentrano reazioni eccessive. A queste situazioni non si può rimediare con una tazzina di caffè: l’unica alternativa alla stanchezza è il riposo. Prudenza a tavola Per una buona condizione psicofisica è importante essere attenti alla quantità e qualità del cibo assunto. Inoltre, è necessario evitare quantitativi eccessivi di grassi, che causano una digestione più lunga e difficile. La soluzione ideale è quella di non mettersi mai al volante immediatamente dopo aver mangiato. Lontani dal bicchiere Eccoci al pericolo maggiore per un guidatore: l’alcol! Bere oltre un bicchiere di vino è sufficiente per trasformare in un pericolo anche il guidatore più attento: l’alcol, infatti, riduce l’attenzione, rallenta i riflessi e favorisce il sonno. Le insidie dei farmaci Anche se può sembrare strano, i farmaci possono diventare pericolosi per la guida. Ci sono infatti sostanze che possono ridurre l’attenzione e favorire il sonno. Effetti pericolosi che possono aumentare se si prendono più medicinali nello stesso momento o insieme a bevande alcoliche. Nadia LORENZON

CODICE DELLA STRADA

Alcune novità introdotte dalle modifiche contenute nella Legge 29 luglio 2010 n. 120. (art. 172) Mancato uso delle cinture di sicurezza o dei sistemi di ritenuta, anche su minicar con carrozzeria chiusa

Meno 5 punti

Contravvenzione da € 74.00 a € 299.00 più sospensione della patente con 2 violazioni nel biennio


sicurezza I bambini di statura inferiore a 1.50 mt devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta adeguato al loro peso, di tipo omologato.

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Meno 5 punti

Multa da € 74.00 a € 299.00 più sospensione della patente con 2 violazioni nel biennio

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Contravvenzione da € 1842.00 a € 7.369.00 + revoca patente + fermo 3 mesi

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Contravvenzione da € 23.00 a € 92.00

I bambini non possono essere trasportati utilizzando un seggiolino di sicurezza rivolto all’indietro su un sedile passeggeri protetto da airbag frontale, a meno che l’airbag medesimo NON sia stato disattivato (art. 176) Sulle carreggiate, sulle rampe e sugli svincoli delle autostrade e strade extraurbane principali è vietato … •

Invertire il senso di marcia e attraversare lo spartitraffico, anche all’altezza dei varchi, nonché percorrere la carreggiata o parte di essa nel senso di marcia opposto a quello consentito;

(art. 182) I conducenti di velocipedi hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima

Vigente dal 12.10.2010

(art. 186) Chiunque guida in stato di ebbrezza è punito: •

Tasso alcolemico superiore a 0.5 e non superiore a 0.8 grammi per litro – sanz amministrativa

Meno 10 punti

Tasso alcolemico superiore a 0.8 e non superiore a 1.5 grammi per litro – ammenda

Meno 10 punti

Tasso alcolemico superiore a 1.5 grammi per litro – ammenda

Meno 10 punti

Da € 500.00 a € 2.000.00 + sospensione patente 3-6 mesi Da € 800.00 a € 3.200.00 + arresto fino a 6 mesi + sospens patente 6 mesi – 1 anno Da € 1.500.00 a € 6.000.00 + arresto fino a 6 mesi – 1anno + sospens patente 1-2 anno + confisca veic

Se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le sanzioni sono raddoppiate ed è disposto il fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni (art 186 bis ) Guida sotto l’influenza dell’alcool per minori di anni ventuno, neopatentati e trasportatori professionali

Meno 5 punti

Da € 155.00 a € 624.00

(art. 187) Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti

Meno 10 punti

Da € 1.500.00 a € 6.000.00 + sospensione della patente 1-2° + confisca

Misure compensative per il conseguimento della qualifica di Oss

La Regione Fvg proroga i termini al 15 febbraio Pordenone La Regione Friuli Venezia Giulia informa che c’è tempo fino al 15 febbraio 2011 per comunicare la propria manifestazione di interesse riguardo le misure compensative per il conseguimento della qualifica di operatore socio sanitario. Nonostante i termini temporali di questa comunicazione siano comunque oltremodo ridotti, risulta fondamentale che i sollecitino i propri operatori a segnalare il loro interesse alla frequenza il 15 febbraio secondo le modalità sotto riportate. Le modalità di compilazione della scheda sono sostanzialmente tre: 1. ON LINE, ovvero collegandosi al link http://infofse. abclick.it/registrazione_operatori_sanitari.php e compilando in ogni parte il modulo che si aprirà in un’apposita pagina web;

2. TELEFONICAMENTE, chiamando il numero verde 800 145538 e rispondendo alle domande dell’operatore; 3. RECANDOSI DI PERSONA presso gli Enti di formazione accreditati sportelli URP dalla Regione Friuli Venezia Giulia. E’ importante che l’interessato: • Compili tutti i campi previsti, specialmente quelli relativi all’indirizzo mail e/o al numero di cellulare personale, così da poter facilitare e velocizzare le comunicazioni successive. • Perfezioni la manifestazione di interesse stampando il modulo, firmandolo e inviandolo per posta, assieme ad una fotocopia di un documento di identità, all’indirizzo: INFO FSE FVG Via Alcide De Gasperi, 37 33100 Udine (UD)


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Quanto agli sportelli URP, l’orario dell’Ufficio per le relazioni con il pubblico è: da lunedì a venerdì 09.00-12.30 lunedì e mercoledì 15.00-16.30 Le sedi sono: GORIZIA via Roma 9 (Palazzo della Regione – 1° piano) - 34170 Gorizia tel. 0481 386286 fax 0481 386276 e-mail regurp.go@regione.fvg.it PORDENONE via Oberdan 18 - 33170 Pordenone tel. 0434 529055 fax 0434 529350 e-mail regurp.pn@regione.fvg.it TOLMEZZO via della Cooperativa 4 - 33028 Tolmezzo (UD) tel. 0433 41559 fax 0433 44733 e-mail regurp.tol@regione.fvg.it TRIESTE Piazza dell’Unità d’Italia 1 - 34121 Trieste (Ingresso via dell’Orologio 1) tel. 040 3773634 fax 3773614 e-mail regurp.ts@regione.fvg.it UDINE piazza I Maggio 6 - 33100 Udine tel. 0432 555627, 0432 555629, fax 0432 502855

Come si ricorderà, gli operatori privi di titolo che però hanno già maturato almeno 2 anni di esperienza presso una struttura socio sanitaria e assistenziale, residenziale, semiresidenziale o nei servizi domiciliari e desiderano conseguire la qualifica di operatore socio sanitario, potranno presto partecipare alle attività formative previste dalla Regione Friuli Venezia Giulia come misura compensativa per il conseguimento della qualifica di operatore socio sanitario. I destinatari sono gli operatori che hanno conseguito già il titolo di Competenze minime nei processi di assistenza alla persona, oppure la qualifica regionale di Assistente domiciliare e servizi tutelari, l’attestato di qualifica di Operatore tecnico addetto all’assistenza, la qualifica professionale di Operatore dei servizi sociali, il diploma di istruzione professionale di Tecnico dei servizi sociali, oppure anche altri titoli conseguiti nel campo dell’assistenza alla persona. In questa fase la Regione, al fine di predisporre i percorsi formativi che tengano conto delle abilità e competenze già acquisite dal personale addetto all’assistenza alla persona, invita tutti gli interessati a compilare in ogni parte la scheda predisposta per la manifestazione di interesse. La dichiarazione di interesse per le “misure compensative” non è vincolante per chi la inoltra, ma aiuta notevolmente il lavoro di programmazione e predisposizione degli interventi formativi da attuare nell’ambito del Piano regionale delle attività formative. Ufficio Formazione

Pordenone 25 febbraio

Promuovere la partecipazione nella/della comunità locale Valutare l’efficacia degli interventi Pordenone Il welfare di comunità è lo strumento privilegiato per creare connessioni fra la società e coloro che necessitano di una bussola per orientarsi nel contesto di appartenenza, oppure cercano di valorizzare le proprie capacità. Pordenone 25 Febbraio ore 9 - 13.30 Sala Conferenze della Biblioteca Civica Piazza XX Settembre Uno dei problemi più grandi dei cosiddetti interventi di comunità è la valutazione della loro validità. Valutarne l’efficacia non significa rispondere ad un bisogno di “rendicontare” a qualcuno (o almeno non solo), ma significa soprattutto aiutare ad implementare un percorso di lavoro sulla comunità che non si perda per la mancanza di feed back; che non venga distratto da umori e clima temporanei ma che invece persegua con passione e per-

sistenza il difficile percorso di incontro con i luoghi, le persone e le loro rappresentazioni. La fase della valutazione degli interventi assume un’importanza fondamentale e critica. Si tratta di orientare il focus dell’azione dalla persona, ai gruppi e comunità in generale. Un processo analitico di costruzione di strumenti atti a misurare l’impatto in termini quali-quantitativi, che sappiano restituire in modo chiaro risultati e criticità in itinere. Interventi Stefano Carbone, formatore e consulente – Politiche educative e sviluppo di comunità Pina De Angelis, formatrice e consulente – Politiche educative e sviluppo di comunità Info Area produttiva Minori: Andrea Fregonese, a.fregonese@itaca.coopsoc.it, 334 6985616


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Anna Norio (nostra socia dell’area minori) e Jimmi annunciano con gioia che il 25 gennaio alle 14.57 è nato Nicolò. La mamma e il piccolo stanno bene, il babbo sprizza di gioia. Congratulazioni a tutti (nonni compresi) e un abbraccio. E benvenuto a Nicolò!

RICERCA PERSONALE AREA minori Ricerchiamo per Asilo Nido Cordenons (PN) Educatrice/ore • Si richiede: Diploma o laurea ambito socio educativo, 1 anno di esperienza nei servizi educativi alla prima infanzia (0-3 anni); possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AREA SALUTE MENTALE Ricerchiamo per Comunità Psichiatrica Portogruaro (VE) Infermiere/i Professionali • Si richiede: Laurea Scienze Infermieristiche o diploma Infermiere Professionale; iscrizione IPASVI, esperienza minima nella salute mentale; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo indeterminato; full time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali, incentivi non contemplati nel contratto nazionale.

• Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Ricerchiamo per Servizio di Assistenza Domiciliare Latisana (UD) e San Vito al Tagliameno (PN) Addetta/o all’Assistenza • Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. • Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Le domande di lavoro vanno inviate ad uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca - Ufficio Personale 1. 2. 3. 4.

Vicolo Selvatico n. 16 - 33170 Pordenone e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it Telefono: 0434-366064; Fax: 0434-253266

Redazione: Fabio Della Pietra - Cooperativa sociale Itaca

AREA DOMICILIARE ANZIANI

In copertina: Il Farfabruco, foto di Donatella Vendrame

Ricerchiamo per Servizio di Assistenza Domiciliare Sacile (PN)

Impaginazione / Grafica: La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste

Addetta all’Assistenza • Si richiede: Qualifica settore socio assistenziale; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria.

Stampa: Rosso Grafica&Stampa - Gemona del Friuli (Ud) Numero chiuso il 7 febbraio alle ore 16.00 e stampato in 1100 copie



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