MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS
FAB! Si presenta
29 giugno 2012 dalle 17.30 in via S. Francesco a Pordenone
PRIMO PIANO
Empowerment non è una destinazione ma un viaggio
Giù le mani dalla 180 Noi ci teniamo la 180, voi
mettete i fondi
N°06/2012 www.itaca.coopsoc.it 2 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 12/2011
PORDENONE 20 DI ITACA LANCIA IN ORBITA FAB 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 1
editoriale di Leo Tomarchio Presidente
29 giugno BUON COMPLEANNO ITACA
UN UOMO, UN UOVO... UN LAVORO FABook:
Opere realizzate da DMAV per FAB
2 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Nelle ultime settimane, in vista del Ventennale della Cooperativa Itaca (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), sono andato a rileggere minuziosamente tutti i verbali dei Consigli di amministrazione succedutisi dal 1992 ai nostri giorni. È stata un’esperienza utile oltre che, per alcuni versi, piacevole ricordare il susseguirsi degli avvenimenti attraverso il dibattito che avveniva in quei consessi. Pagine e pagine pazientemente scritte (per i primi due anni a penna) dai diversi soci verbalizzanti che si sono avvicendati. Dibattiti veri, alcune volte improbabili, divertenti o drammatici. Non senza un qualche conflitto, per la verità, che però il buon senso ha fatto risolvere in tempi ragionevolmente brevi e senza conseguenze negative per Itaca. Da quella lettura ho ricavato un resoconto, una sorta di puzzle del nostro viaggio in vent’anni di impegno sociale a favore delle persone. Desidero condividere con voi alcuni di quei tasselli, significativi e simbolici per la vita della nostra Cooperativa, ma che rappresentano tappe concrete del nostro viaggio. Nel novembre del 1994, un consigliere di amministrazione di Itaca (non socio-lavoratore, di professione medico e dipendente pubblico), propone di pagare i soci con tre mesi di ritardo per far fronte alla carenza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte degli enti pubblici (!), la proposta viene bocciata. In questi vent’anni possiamo dire con orgoglio di non aver mai ritardato di un giorno la corresponsione delle retribuzioni ed il versamento dei relativi contributi. Sempre nel 1994, la metà del fatturato è in capo a due soli appalti, di cui uno di una società privata, e l’allora presidente Gian Luigi Bettoli lancia “l’allarme rosso”. Bisogna crescere, aumentare il fatturato, diminuire e differenziare il rischio. A partire dall’anno successivo inizia l’era delle gare d’appalto a tappeto. Fu per lo più e per i primi tempi una grande palestra, ma alla fine del 1995 cominciano ad arrivare i primi risultati. Ed il fatturato cresce notevolmente al punto che, nel 2001, quando quei due appalti non ci vengono più rinnovati, non ne soffriamo. Nel 1998 avevamo già 600 soci-lavoratori ed il fatturato era di 8 milioni di euro (oltre 15 miliardi delle vecchie lire).
Nel 1997 collaboriamo alla stesura del libro Manicomio addio curata dal giornalista Letterio Scopelliti. Il testo ripercorreva la storia dell’ex Opp Sant’Osvaldo di Udine, il manicomio, dando voce alle persone internate che lo avevano abitato, a chi quel lager lo aveva vissuto personalmente, infermieri compresi. Itaca è ancora lì, impegnata nelle attività di riabilitazione delle persone con sofferenza mentale e nella battaglia per la tutela delle legge 180, per i diritti delle persone liberate da Franco Basaglia. A marzo, sempre del 1997, dopo mesi di trattative, Finreco delibera di diventare socio sovventore di Itaca per 350 milioni di Lire: non se ne pentirà. Nel 2002 si tiene il primo Consiglio di amministrazione non presieduto da Gian Luigi Bettoli (il presidente è Leo Tomarchio, in carica ancora oggi, ndr) con 17 consiglieri di amministrazione. Attiviamo il prestito sociale, la quota sociale per diventare soci Itaca diventa di 700 euro. Acquistiamo la sede di Calicantus a Pasian di Prato. Nel 2010 il Cda è per la prima volta a maggioranza femminile (9 su 15), i consiglieri vengono scelti da liste scaturite nei vari territori in cui Itaca lavora. Iniziamo a ragionare su servizi rivolti alla conciliazione. E’ un ulteriore passo che incrementa la nostra mutualità interna. Nel 2011 acquistiamo a Bertiolo un terreno per costruire una nuova struttura per la salute mentale, rinnoviamo il sito internet ed apriamo una pagina su Facebook. Ci aggiudichiamo un altro appalto in Alto Adige e diventiamo la Coop sociale di riferimento di Legacoopbund Bolzano. Iniziamo a lavorare su progetti innovativi come The Village. Attiviamo il fondo integrativo sanitario per i soli soci. Anticipiamo così di più di un anno quello che da marzo 2013 sarà un obbligo contrattuale. Ovviamente c’è molto di altro in questi venti anni. L’impegno per superare le gare al massimo ribasso ad esempio; nei primi anni di attività questa tipologia di criterio di aggiudicazione era quello che andava per la maggiore, con il risultato della mortificazione dei servizi e dei diritti dei lavoratori che vi operavano. Il tema dell’applicazione del CCNL è stata una costante tensione di Itaca. L’attenzione alla mutualità, con l’introduzione di diversi elementi migliorativi rispetto al Contratto per i soci ed ancora molte altre cose… Dovrò trovare il tempo (e le giuste parole) per raccontarli un po’ più nel dettaglio questi venti belli e intensi anni; da scrivere nella storia restano invece i prossimi di anni, dove ci auguriamo germogli quello che abbiamo continuato a seminare.
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 3
editoriale di Leo Tomarchio Presidente
29 giugno BUON COMPLEANNO ITACA
UN UOMO, UN UOVO... UN LAVORO FABook:
Opere realizzate da DMAV per FAB
2 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Nelle ultime settimane, in vista del Ventennale della Cooperativa Itaca (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), sono andato a rileggere minuziosamente tutti i verbali dei Consigli di amministrazione succedutisi dal 1992 ai nostri giorni. È stata un’esperienza utile oltre che, per alcuni versi, piacevole ricordare il susseguirsi degli avvenimenti attraverso il dibattito che avveniva in quei consessi. Pagine e pagine pazientemente scritte (per i primi due anni a penna) dai diversi soci verbalizzanti che si sono avvicendati. Dibattiti veri, alcune volte improbabili, divertenti o drammatici. Non senza un qualche conflitto, per la verità, che però il buon senso ha fatto risolvere in tempi ragionevolmente brevi e senza conseguenze negative per Itaca. Da quella lettura ho ricavato un resoconto, una sorta di puzzle del nostro viaggio in vent’anni di impegno sociale a favore delle persone. Desidero condividere con voi alcuni di quei tasselli, significativi e simbolici per la vita della nostra Cooperativa, ma che rappresentano tappe concrete del nostro viaggio. Nel novembre del 1994, un consigliere di amministrazione di Itaca (non socio-lavoratore, di professione medico e dipendente pubblico), propone di pagare i soci con tre mesi di ritardo per far fronte alla carenza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte degli enti pubblici (!), la proposta viene bocciata. In questi vent’anni possiamo dire con orgoglio di non aver mai ritardato di un giorno la corresponsione delle retribuzioni ed il versamento dei relativi contributi. Sempre nel 1994, la metà del fatturato è in capo a due soli appalti, di cui uno di una società privata, e l’allora presidente Gian Luigi Bettoli lancia “l’allarme rosso”. Bisogna crescere, aumentare il fatturato, diminuire e differenziare il rischio. A partire dall’anno successivo inizia l’era delle gare d’appalto a tappeto. Fu per lo più e per i primi tempi una grande palestra, ma alla fine del 1995 cominciano ad arrivare i primi risultati. Ed il fatturato cresce notevolmente al punto che, nel 2001, quando quei due appalti non ci vengono più rinnovati, non ne soffriamo. Nel 1998 avevamo già 600 soci-lavoratori ed il fatturato era di 8 milioni di euro (oltre 15 miliardi delle vecchie lire).
Nel 1997 collaboriamo alla stesura del libro Manicomio addio curata dal giornalista Letterio Scopelliti. Il testo ripercorreva la storia dell’ex Opp Sant’Osvaldo di Udine, il manicomio, dando voce alle persone internate che lo avevano abitato, a chi quel lager lo aveva vissuto personalmente, infermieri compresi. Itaca è ancora lì, impegnata nelle attività di riabilitazione delle persone con sofferenza mentale e nella battaglia per la tutela delle legge 180, per i diritti delle persone liberate da Franco Basaglia. A marzo, sempre del 1997, dopo mesi di trattative, Finreco delibera di diventare socio sovventore di Itaca per 350 milioni di Lire: non se ne pentirà. Nel 2002 si tiene il primo Consiglio di amministrazione non presieduto da Gian Luigi Bettoli (il presidente è Leo Tomarchio, in carica ancora oggi, ndr) con 17 consiglieri di amministrazione. Attiviamo il prestito sociale, la quota sociale per diventare soci Itaca diventa di 700 euro. Acquistiamo la sede di Calicantus a Pasian di Prato. Nel 2010 il Cda è per la prima volta a maggioranza femminile (9 su 15), i consiglieri vengono scelti da liste scaturite nei vari territori in cui Itaca lavora. Iniziamo a ragionare su servizi rivolti alla conciliazione. E’ un ulteriore passo che incrementa la nostra mutualità interna. Nel 2011 acquistiamo a Bertiolo un terreno per costruire una nuova struttura per la salute mentale, rinnoviamo il sito internet ed apriamo una pagina su Facebook. Ci aggiudichiamo un altro appalto in Alto Adige e diventiamo la Coop sociale di riferimento di Legacoopbund Bolzano. Iniziamo a lavorare su progetti innovativi come The Village. Attiviamo il fondo integrativo sanitario per i soli soci. Anticipiamo così di più di un anno quello che da marzo 2013 sarà un obbligo contrattuale. Ovviamente c’è molto di altro in questi venti anni. L’impegno per superare le gare al massimo ribasso ad esempio; nei primi anni di attività questa tipologia di criterio di aggiudicazione era quello che andava per la maggiore, con il risultato della mortificazione dei servizi e dei diritti dei lavoratori che vi operavano. Il tema dell’applicazione del CCNL è stata una costante tensione di Itaca. L’attenzione alla mutualità, con l’introduzione di diversi elementi migliorativi rispetto al Contratto per i soci ed ancora molte altre cose… Dovrò trovare il tempo (e le giuste parole) per raccontarli un po’ più nel dettaglio questi venti belli e intensi anni; da scrivere nella storia restano invece i prossimi di anni, dove ci auguriamo germogli quello che abbiamo continuato a seminare.
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 3
Sommario
Primo piano
05∙Empowerment non è
una destinazione ma un viaggio Quando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze
IN COPERTINA immagine di Studiocreta
L’intervista del mese
07∙“Siamo pazzi che
riescono a realizzare bene i propri sogni” Dialogo con Cecilia Strada
Attualità
Ricerca e sviluppo
26∙Interventi a favore
Carnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio
10∙Palestra multisensoriale all’aria aperta L’Arca di Noé inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo di Latisana
Portogruaro 23 giugno – 2 agosto
34∙Ulisse, Itaca e la Questura Pordenone 21 luglio: la festa per i 20 anni di Itaca
Gioco, sport, laboratori, divertimento a misura di bambino
24∙Il boom dell’area Anziani Residenziale
Cresce il fatturato, interventi personalizzati in un approccio globale
NOTIZIE DAL CDA
23∙Itaca concilia lavoro e famiglia
Approvato il nuovo regolamento, domande entro il 31 luglio
4 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
17∙
Discorso intorno all’essere dell’intelligenza
CulturE
estivo aperto tutta l’estate
• Foto di Nicola Artico
12∙Pensieri all’aperto a Casa Ricchieri
17∙Venti di Itaca a Folkest
20∙Il sogno di un Centro
Orietta Antonini
e20
14∙Notturni di_versi 2012
Il 22 luglio a Pordenone “Saba Anglana” canta per i diritti
Quando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze
del welfare di comunità
16∙Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi
Dalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012
07∙
EMPOWERMENT NON È UNA DESTINAZIONE MA UN VIAGGIO
Pordenone
18∙
Qualche giorno fa, sul far della sera, ascoltando una trasmissione radiofonica, sento Luca Bonaccorsi - giornalista ecologista, ex direttore del mensile Terra - sostenere che le due cose migliori che uno può fare per l’ambiente sono mangiare meno carne e pesce e mandare una bambina a scuola in un Paese in via di sviluppo, perché le bambine che studiano fanno meno figli, quindi impattano meno sul nostro pianeta e arginano il problema demografico. Benché pensi che abbia ragione - della questione demografica si parla poco e male, e il raggiunto traguardo dei 7 miliardi di abitanti sulla terra dovrebbe essere affrontato non
solo con meno celebrazioni, ma anche con riflessioni e misure concrete in materia di promozione dell’uguaglianza -, quell’affermazione mi ha messo a disagio e, anche se non ho figli, sono giorni che ci rimugino. E non sono affatto convinta della riuscita di un approccio che, in partenza, esclude il genere maschile da un percorso di crescita culturale. Empowerment letteralmente significa dare potere ma, facendo un frullato delle definizioni tratte dal web, il termine restituisce diverse definizioni - mettere in grado, aumento della consapevolezza di sé e del gruppo, responsabilizzare… - a volte nemmeno sovrapponibili. Forse è per questo che alla complessità semantica racchiusa nel concetto si risponde con la sintesi in inglese. 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 5
Sommario
Primo piano
05∙Empowerment non è
una destinazione ma un viaggio Quando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze
IN COPERTINA immagine di Studiocreta
L’intervista del mese
07∙“Siamo pazzi che
riescono a realizzare bene i propri sogni” Dialogo con Cecilia Strada
Attualità
Ricerca e sviluppo
26∙Interventi a favore
Carnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio
10∙Palestra multisensoriale all’aria aperta L’Arca di Noé inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo di Latisana
Portogruaro 23 giugno – 2 agosto
34∙Ulisse, Itaca e la Questura Pordenone 21 luglio: la festa per i 20 anni di Itaca
Gioco, sport, laboratori, divertimento a misura di bambino
24∙Il boom dell’area Anziani Residenziale
Cresce il fatturato, interventi personalizzati in un approccio globale
NOTIZIE DAL CDA
23∙Itaca concilia lavoro e famiglia
Approvato il nuovo regolamento, domande entro il 31 luglio
4 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
17∙
Discorso intorno all’essere dell’intelligenza
CulturE
estivo aperto tutta l’estate
• Foto di Nicola Artico
12∙Pensieri all’aperto a Casa Ricchieri
17∙Venti di Itaca a Folkest
20∙Il sogno di un Centro
Orietta Antonini
e20
14∙Notturni di_versi 2012
Il 22 luglio a Pordenone “Saba Anglana” canta per i diritti
Quando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze
del welfare di comunità
16∙Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi
Dalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012
07∙
EMPOWERMENT NON È UNA DESTINAZIONE MA UN VIAGGIO
Pordenone
18∙
Qualche giorno fa, sul far della sera, ascoltando una trasmissione radiofonica, sento Luca Bonaccorsi - giornalista ecologista, ex direttore del mensile Terra - sostenere che le due cose migliori che uno può fare per l’ambiente sono mangiare meno carne e pesce e mandare una bambina a scuola in un Paese in via di sviluppo, perché le bambine che studiano fanno meno figli, quindi impattano meno sul nostro pianeta e arginano il problema demografico. Benché pensi che abbia ragione - della questione demografica si parla poco e male, e il raggiunto traguardo dei 7 miliardi di abitanti sulla terra dovrebbe essere affrontato non
solo con meno celebrazioni, ma anche con riflessioni e misure concrete in materia di promozione dell’uguaglianza -, quell’affermazione mi ha messo a disagio e, anche se non ho figli, sono giorni che ci rimugino. E non sono affatto convinta della riuscita di un approccio che, in partenza, esclude il genere maschile da un percorso di crescita culturale. Empowerment letteralmente significa dare potere ma, facendo un frullato delle definizioni tratte dal web, il termine restituisce diverse definizioni - mettere in grado, aumento della consapevolezza di sé e del gruppo, responsabilizzare… - a volte nemmeno sovrapponibili. Forse è per questo che alla complessità semantica racchiusa nel concetto si risponde con la sintesi in inglese. 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 5
PRIMO PIANO Il tema empowerment l’avevo suggerito per la comunicazione istituzionale e valoriale - Itaca Cooperativa di donne -, nonché come filo conduttore da contestualizzare all’interno di un altro filone, quello delle pari opportunità e politiche di conciliazione. Tema a noi particolarmente caro che continuiamo a trattare, approfondire e diffondere, come nel corso del nostro intervento dell’11 maggio scorso alla Confederazione Trentina della Cooperazione (www.ftcoop.it), dove abbiamo illustrato il percorso di Itaca per lo sviluppo delle competenze, dal regolamento per l’elezione del Consiglio di Amministrazione, che ha introdotto le quote di genere, al percorso di sviluppo delle job description. Il nostro presupposto è semplice. Siamo una Cooperativa sociale di lavoro che produce servizi assistenziali ed educativi con una presenza quasi esclusiva di donne (83%), un sistema che racchiude una complessità organizzativa adattata alla specificità di noi donne. Perché vi sono più del 50% di part time, moltissime maternità, che in alcuni anni hanno sfiorato il 10% del personale, moltissime esigenze di conciliazione (l’ultima rilevazione interna indicava che più del 60% delle donne di Itaca ha figli sotto i 12 anni). Perciò il modello e gli strumenti di governo della Cooperativa Itaca contengono implicitamente il rafforzamento della valorizzazione delle donne e, quindi, la crescita professionale, la tutela della salute, gli interventi di mutualità. Tutti percorsi di empowerment che rappresentano il sistema complessivo di gestione della nostra Cooperativa. A qualcuno forse potrebbe apparire scontato, ma posso assicurare che anche nel variegato universo cooperativo non lo è affatto. Sul piano organizzativo ed economico, affrontare le quasi 100 maternità all’anno senza che sembri un’epidemia non è un impresa per tutti. Un fatto assolutamente naturale in una Cooperativa come la nostra abitata da donne con un’età media sotto i 40 anni. Altrimenti non si capisce perché, in questi giorni, tra le discussioni sulla riforma del lavoro, vi sia anche la reintroduzione di una procedura cancellata dal governo precedente (chissà perché) utile a combattere la pratica delle lettere in bianco fatte firmare, soprattutto alle donne, al momento dell’assunzione e poi tirate fuori dai datori di lavoro in caso di maternità. Diversi percorsi progettuali e strumenti di rafforzamento della nostra mutualità interna (tanto per citarne alcuni, il progetto Family friendly che prevede sia l’utilizzo della videoconferenza in quattro sedi di lavoro sia un azione di supporto per il rientro dalla maternità, i voucher per la conciliazione che sulla base di un regolamento supportano servizi come doposcuola, nidi, lavanderia, centri diurni, …) non sono disgiunti da ciò che accade comunemente nella società, 6 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
l'INTERVISTA del mese dove la politica – quella italiana in modo particolare rispetto ad altri Paesi europei - ha mantenuto fragile e sottosviluppato il lavoro femminile (quando non lo ha palesemente ostacolato), al punto che oggi in piena fase recessiva sarà difficilissimo recuperare il tempo perduto. Tra gli effetti della mancanza di politiche efficaci per la conciliazione lavoro-famiglia (servizi sociali, tutela della maternità e anche introduzione della paternità, politiche fiscali di vantaggio sia per l’occupazione sia per l’imprenditoria femminile), vi è l’abbandono del lavoro da parte delle donne che si colloca intorno al 15-20% per il primo figlio e raggiunge il 30% se nasce il secondo. In Itaca va molto meglio (dalla rilevazione 2010 il problema della conciliazione riguardava solo il 5% del personale dimesso) ed è per questo che continuiamo ad attivare azioni di sostegno che possano, se non eliminare, almeno alleviare il problema. Gli strumenti potrebbero essere non sempre centrati e adeguati (a volte hanno il carattere della sperimentazione), ma ci lavoriamo ancora. L’obiettivo prioritario resta quello di non perdere il lavoro delle socie. Stiamo attendendo l’esito di un progetto presentato al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che, se finanziato, consentirà di dare molta più consistenza alle nostre intenzioni. Secondo l’osservatorio di Bankitalia, se il tasso di occupazione femminile italiano raggiungesse il target comune (il 60%) indicato dall’Unione Europea il Pil aumenterebbe di 7 punti percentuali. Ma per incrementare l’occupazione femminile è indispensabile attivare una forte politica di investimenti nel welfare, che è esattamente il contrario di ciò che i governi italiani stanno facendo. Servirebbe invece un’azione coraggiosa, capace di trasformare fattori di debolezza in punti di forza, un’azione che, vista la situazione attuale di difficoltà e sofferenza non solo economica, assurgerebbe al miracolo. L’insistenza di Itaca sulla formazione professionale mi fa dire spesso che le nostre socie fanno le assistenti e le educatrici non per vocazione, ma per mestiere, e che il loro lavoro in Cooperativa non rientra in un percorso di professionalizzazione del lavoro domestico. Che, intendiamoci, esiste e deve essere affrontato, come ha fatto anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) con provvedimenti che mirano a garantire un impiego dignitoso dei lavori domestici e che tocca il tema della condizione femminile, visto che il lavoro domestico impiega quasi esclusivamente le donne. Interventi di empowerment femminile sono stati efficacemente realizzati in Itaca grazie all’accrescimento delle competenze e conoscenze, oppure attraverso la possibilità di accedere e permanere negli organi di governo.
Ma esistono diversi livelli di empowerment femminile, diversi target di donne cui ci si rivolge e diversi strumenti utilizzabili. E tra questi la formazione gioca un ruolo rilevante, soprattutto se contestualizzata non solo alle esigenze del lavoro ma finalizzata alla promozione della risorsa femminile. Non così significative come invece meriterebbero sono, ad esempio, tutte quelle azioni che accompagnano e sostengono le donne nel perseverare in iniziative che riguardano le altre sfere del convivere sociale, prima tra tutte la politica. Le riflessioni che derivano dalla mia esperienza fuori da Itaca, ma dentro il mondo cooperativo, mi restituiscono che la partecipazione delle donne alle diverse sfere della vita associativa è, nel migliore dei casi, considerata normale e auspicabile purché “vogliano partecipare”. Senza pensare agli ostacoli che ne impediscono la reale partecipazione (e ma se anche le donne non votano le donne, ... e via dicendo). E senza pensare che l’assenza delle donne dai processi partecipativi è dannosa (per la società e quindi anche per gli uomini) e la loro presenza è quindi necessaria. All’interno del mio recente incarico a coordinatrice della Commissione Pari opportunità della Lega delle Cooperative del Friuli Venezia Giulia, mi adopererò per dare evidenza e oggettività a questa considerazione. Essere consapevoli del proprio ruolo è un percorso di empowerment, di crescita personale e sociale che non si limita ad analizzare il ruolo delle donne con il contesto lavorativo in quanto madri, figlie, mogli (e vi assicuro che anche non avere nessuno di questi ruoli richiede una spiegazione). Ma che, visto il mestiere proprio di Itaca, chiama in causa i processi sociali che concorrono allo sviluppo di comunità. Processi che investono le donne e gli uomini e che, non potendo sognare politiche miracolose, dovranno concretizzarsi con la sintonia di articolati percorsi partecipativi, che supportino e sviluppino il senso di responsabilità sociale e presuppongano la possibilità di percepire nonché acquisire un adeguato livello di potere per contribuire al cambiamento. L’empowerment non è una destinazione ma un viaggio. Lo riporta la copertina della dichiarazione dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms su “L’empowerment dell’utente nella salute mentale”,tradotto a cura del Coordinamento toscano delle Associazioni per la Salute mentale. Ma per non restare intrappolata nella complessità dell’empowerment, rinvio questo ulteriore e complesso tema ad uno dei prossimi approfondimenti. Per finire segnalo l’ultimo film di Nadine Labaki dal titolo E ora dove andiamo, che rappresenta un grandissimo esempio di responsabilità, consapevolezza, solidarietà, … per dirla in inglese di empowerment.
“Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni” Dialogo con Cecilia Strada Fabio Della Pietra
fabbricazione, vendita, stoccaggio, esportazione e possesso di mine. Perché l’Italia di quell’articolato processo era grande protagonista. Quel medico milanese era Gino Strada, il palco quello del Maurizio Costanzo Show.
Sacile
Sostenere Emergency e raccogliere fondi per il mantenimento del Centro Salam è stato l’obiettivo che l’associazione Sacile Live si è posta con l’organizzazione della manifestazione Il Mondo che vorrei – Incontriamo Cecilia Strada, due settimane di eventi culturali e solidarietà sociale svoltesi con grande successo di pubblico e critica a Sacile dal 24 marzo al 6 aprile 2012. La kermesse ha avuto il patrocinio della Città di Sacile, la collaborazione di oltre una ventina di enti tra associazioni e scuole del territorio, nonché il prezioso sostegno di Graphistudio e Bcc Pordenonese. Clou della manifestazione la serata del 30 marzo al teatro Zancanaro, ospite d’eccezione Cecilia Strada, presidente di Emergency, che ho avuto il piacere e l’onore di intervistare. Qui di seguito un estratto di quel colloquio, con tutti i limiti (in primis la sintesi dovuta al passaggio dal parlato allo scritto). Un ringraziamento a Sara Giroldo che ha messo a disposizione gli appunti di quella sera, permettendo di ricostruire, seppur parzialmente, i preziosi fili di quell’emozione. Giugno 1994, Italia. Una delle prime sere di giugno. E’ una serata calda e sono a casa. E’ tardi, sono davanti al televisore in attesa di sintonizzarmi su Canale 5, seconda serata, per quello che è ormai divenuto per me un appuntamento quasi d’obbligo. Un medico milanese, sino a quel momento sconosciuto, dal palco del teatro Parioli di Roma denuncia la vergogna delle mine antiuomo. Stupide e criminali come tutte le armi, perché non ‘riconoscono’ i bambini, le donne, gli anziani, i malati. Quel medico, un chirurgo, rompe il silenzio, sensibilizza gli italiani al problema, all’epoca sconosciuto ai più. Seguirà una richiesta al Ministro della Difesa, accolta nel 1997 con la promulgazione della legge 374 che proibisce in Italia la
Ancora 1994, Ruanda. Alphonsine e la sua famiglia scappano nella foresta dalla guerra civile, restano nascoste per quattro mesi (aprile-luglio 1994). Il conflitto finisce, rientrano a casa. Si incamminano sul sentiero in fila indiana, Alphonsine per prima, poi la sorellina Ancille di 10 anni, papà, mamma e gli altri. Un’esplosione terrificante, la mina antiuomo abbatte i primi tre della fila. Gino Strada è nell’ospedale di Emergency a meno di 5 Km. Dopo una lunga notte, la piccola Ancille non si risveglierà dal coma, Alphonsine invece è fuori pericolo (La ragazza bella e la mina, Dimensioni Nuove, aprile 2001). Hai circa 8 anni e mezzo quando tuo padre decide di partire per curare altri bambini. Nei primi anni avete giocato insieme per pomeriggi, sulla moquette, a quattro zampe, nel lettone. Di colpo lui non c’è più, va via per aiutare altri bambini che le mine antiuomo riducono a mucchietti di carne sanguinante. Tu sei triste, tieni una foto di papà Gino sotto il cuscino. Un giorno, durante le vacanze di Pasqua, tua madre Teresa ti prende e ti porta da lui, in viaggio sino ai confini dell’Afghanistan… Cecilia: C’era un mondo fuori totalmente diverso da quello cui ero abituata. Sapevo cosa faceva mio padre, che era un medico e che era questo il motivo per cui a casa era spesso assente, ma lì a Quetta ho capito il ruolo di mio padre e che era giusto che fosse lì; mi mancava a volte, ma nell’ospedale da campo in cui operava ho compreso che molti avevano bisogno di lui più di quanto ne avevo io. Decisi che da grande avrei voluto fare quello perché quando vedi che puoi agire e dare un aiuto ai tuoi bisogni, nasce l’amore per questo lavoro. San Marino, 2003, secondo incontro nazionale di Emergency. Mi sono avvicinato da poco 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 7
PRIMO PIANO Il tema empowerment l’avevo suggerito per la comunicazione istituzionale e valoriale - Itaca Cooperativa di donne -, nonché come filo conduttore da contestualizzare all’interno di un altro filone, quello delle pari opportunità e politiche di conciliazione. Tema a noi particolarmente caro che continuiamo a trattare, approfondire e diffondere, come nel corso del nostro intervento dell’11 maggio scorso alla Confederazione Trentina della Cooperazione (www.ftcoop.it), dove abbiamo illustrato il percorso di Itaca per lo sviluppo delle competenze, dal regolamento per l’elezione del Consiglio di Amministrazione, che ha introdotto le quote di genere, al percorso di sviluppo delle job description. Il nostro presupposto è semplice. Siamo una Cooperativa sociale di lavoro che produce servizi assistenziali ed educativi con una presenza quasi esclusiva di donne (83%), un sistema che racchiude una complessità organizzativa adattata alla specificità di noi donne. Perché vi sono più del 50% di part time, moltissime maternità, che in alcuni anni hanno sfiorato il 10% del personale, moltissime esigenze di conciliazione (l’ultima rilevazione interna indicava che più del 60% delle donne di Itaca ha figli sotto i 12 anni). Perciò il modello e gli strumenti di governo della Cooperativa Itaca contengono implicitamente il rafforzamento della valorizzazione delle donne e, quindi, la crescita professionale, la tutela della salute, gli interventi di mutualità. Tutti percorsi di empowerment che rappresentano il sistema complessivo di gestione della nostra Cooperativa. A qualcuno forse potrebbe apparire scontato, ma posso assicurare che anche nel variegato universo cooperativo non lo è affatto. Sul piano organizzativo ed economico, affrontare le quasi 100 maternità all’anno senza che sembri un’epidemia non è un impresa per tutti. Un fatto assolutamente naturale in una Cooperativa come la nostra abitata da donne con un’età media sotto i 40 anni. Altrimenti non si capisce perché, in questi giorni, tra le discussioni sulla riforma del lavoro, vi sia anche la reintroduzione di una procedura cancellata dal governo precedente (chissà perché) utile a combattere la pratica delle lettere in bianco fatte firmare, soprattutto alle donne, al momento dell’assunzione e poi tirate fuori dai datori di lavoro in caso di maternità. Diversi percorsi progettuali e strumenti di rafforzamento della nostra mutualità interna (tanto per citarne alcuni, il progetto Family friendly che prevede sia l’utilizzo della videoconferenza in quattro sedi di lavoro sia un azione di supporto per il rientro dalla maternità, i voucher per la conciliazione che sulla base di un regolamento supportano servizi come doposcuola, nidi, lavanderia, centri diurni, …) non sono disgiunti da ciò che accade comunemente nella società, 6 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
l'INTERVISTA del mese dove la politica – quella italiana in modo particolare rispetto ad altri Paesi europei - ha mantenuto fragile e sottosviluppato il lavoro femminile (quando non lo ha palesemente ostacolato), al punto che oggi in piena fase recessiva sarà difficilissimo recuperare il tempo perduto. Tra gli effetti della mancanza di politiche efficaci per la conciliazione lavoro-famiglia (servizi sociali, tutela della maternità e anche introduzione della paternità, politiche fiscali di vantaggio sia per l’occupazione sia per l’imprenditoria femminile), vi è l’abbandono del lavoro da parte delle donne che si colloca intorno al 15-20% per il primo figlio e raggiunge il 30% se nasce il secondo. In Itaca va molto meglio (dalla rilevazione 2010 il problema della conciliazione riguardava solo il 5% del personale dimesso) ed è per questo che continuiamo ad attivare azioni di sostegno che possano, se non eliminare, almeno alleviare il problema. Gli strumenti potrebbero essere non sempre centrati e adeguati (a volte hanno il carattere della sperimentazione), ma ci lavoriamo ancora. L’obiettivo prioritario resta quello di non perdere il lavoro delle socie. Stiamo attendendo l’esito di un progetto presentato al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che, se finanziato, consentirà di dare molta più consistenza alle nostre intenzioni. Secondo l’osservatorio di Bankitalia, se il tasso di occupazione femminile italiano raggiungesse il target comune (il 60%) indicato dall’Unione Europea il Pil aumenterebbe di 7 punti percentuali. Ma per incrementare l’occupazione femminile è indispensabile attivare una forte politica di investimenti nel welfare, che è esattamente il contrario di ciò che i governi italiani stanno facendo. Servirebbe invece un’azione coraggiosa, capace di trasformare fattori di debolezza in punti di forza, un’azione che, vista la situazione attuale di difficoltà e sofferenza non solo economica, assurgerebbe al miracolo. L’insistenza di Itaca sulla formazione professionale mi fa dire spesso che le nostre socie fanno le assistenti e le educatrici non per vocazione, ma per mestiere, e che il loro lavoro in Cooperativa non rientra in un percorso di professionalizzazione del lavoro domestico. Che, intendiamoci, esiste e deve essere affrontato, come ha fatto anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) con provvedimenti che mirano a garantire un impiego dignitoso dei lavori domestici e che tocca il tema della condizione femminile, visto che il lavoro domestico impiega quasi esclusivamente le donne. Interventi di empowerment femminile sono stati efficacemente realizzati in Itaca grazie all’accrescimento delle competenze e conoscenze, oppure attraverso la possibilità di accedere e permanere negli organi di governo.
Ma esistono diversi livelli di empowerment femminile, diversi target di donne cui ci si rivolge e diversi strumenti utilizzabili. E tra questi la formazione gioca un ruolo rilevante, soprattutto se contestualizzata non solo alle esigenze del lavoro ma finalizzata alla promozione della risorsa femminile. Non così significative come invece meriterebbero sono, ad esempio, tutte quelle azioni che accompagnano e sostengono le donne nel perseverare in iniziative che riguardano le altre sfere del convivere sociale, prima tra tutte la politica. Le riflessioni che derivano dalla mia esperienza fuori da Itaca, ma dentro il mondo cooperativo, mi restituiscono che la partecipazione delle donne alle diverse sfere della vita associativa è, nel migliore dei casi, considerata normale e auspicabile purché “vogliano partecipare”. Senza pensare agli ostacoli che ne impediscono la reale partecipazione (e ma se anche le donne non votano le donne, ... e via dicendo). E senza pensare che l’assenza delle donne dai processi partecipativi è dannosa (per la società e quindi anche per gli uomini) e la loro presenza è quindi necessaria. All’interno del mio recente incarico a coordinatrice della Commissione Pari opportunità della Lega delle Cooperative del Friuli Venezia Giulia, mi adopererò per dare evidenza e oggettività a questa considerazione. Essere consapevoli del proprio ruolo è un percorso di empowerment, di crescita personale e sociale che non si limita ad analizzare il ruolo delle donne con il contesto lavorativo in quanto madri, figlie, mogli (e vi assicuro che anche non avere nessuno di questi ruoli richiede una spiegazione). Ma che, visto il mestiere proprio di Itaca, chiama in causa i processi sociali che concorrono allo sviluppo di comunità. Processi che investono le donne e gli uomini e che, non potendo sognare politiche miracolose, dovranno concretizzarsi con la sintonia di articolati percorsi partecipativi, che supportino e sviluppino il senso di responsabilità sociale e presuppongano la possibilità di percepire nonché acquisire un adeguato livello di potere per contribuire al cambiamento. L’empowerment non è una destinazione ma un viaggio. Lo riporta la copertina della dichiarazione dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms su “L’empowerment dell’utente nella salute mentale”,tradotto a cura del Coordinamento toscano delle Associazioni per la Salute mentale. Ma per non restare intrappolata nella complessità dell’empowerment, rinvio questo ulteriore e complesso tema ad uno dei prossimi approfondimenti. Per finire segnalo l’ultimo film di Nadine Labaki dal titolo E ora dove andiamo, che rappresenta un grandissimo esempio di responsabilità, consapevolezza, solidarietà, … per dirla in inglese di empowerment.
“Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni” Dialogo con Cecilia Strada Fabio Della Pietra
fabbricazione, vendita, stoccaggio, esportazione e possesso di mine. Perché l’Italia di quell’articolato processo era grande protagonista. Quel medico milanese era Gino Strada, il palco quello del Maurizio Costanzo Show.
Sacile
Sostenere Emergency e raccogliere fondi per il mantenimento del Centro Salam è stato l’obiettivo che l’associazione Sacile Live si è posta con l’organizzazione della manifestazione Il Mondo che vorrei – Incontriamo Cecilia Strada, due settimane di eventi culturali e solidarietà sociale svoltesi con grande successo di pubblico e critica a Sacile dal 24 marzo al 6 aprile 2012. La kermesse ha avuto il patrocinio della Città di Sacile, la collaborazione di oltre una ventina di enti tra associazioni e scuole del territorio, nonché il prezioso sostegno di Graphistudio e Bcc Pordenonese. Clou della manifestazione la serata del 30 marzo al teatro Zancanaro, ospite d’eccezione Cecilia Strada, presidente di Emergency, che ho avuto il piacere e l’onore di intervistare. Qui di seguito un estratto di quel colloquio, con tutti i limiti (in primis la sintesi dovuta al passaggio dal parlato allo scritto). Un ringraziamento a Sara Giroldo che ha messo a disposizione gli appunti di quella sera, permettendo di ricostruire, seppur parzialmente, i preziosi fili di quell’emozione. Giugno 1994, Italia. Una delle prime sere di giugno. E’ una serata calda e sono a casa. E’ tardi, sono davanti al televisore in attesa di sintonizzarmi su Canale 5, seconda serata, per quello che è ormai divenuto per me un appuntamento quasi d’obbligo. Un medico milanese, sino a quel momento sconosciuto, dal palco del teatro Parioli di Roma denuncia la vergogna delle mine antiuomo. Stupide e criminali come tutte le armi, perché non ‘riconoscono’ i bambini, le donne, gli anziani, i malati. Quel medico, un chirurgo, rompe il silenzio, sensibilizza gli italiani al problema, all’epoca sconosciuto ai più. Seguirà una richiesta al Ministro della Difesa, accolta nel 1997 con la promulgazione della legge 374 che proibisce in Italia la
Ancora 1994, Ruanda. Alphonsine e la sua famiglia scappano nella foresta dalla guerra civile, restano nascoste per quattro mesi (aprile-luglio 1994). Il conflitto finisce, rientrano a casa. Si incamminano sul sentiero in fila indiana, Alphonsine per prima, poi la sorellina Ancille di 10 anni, papà, mamma e gli altri. Un’esplosione terrificante, la mina antiuomo abbatte i primi tre della fila. Gino Strada è nell’ospedale di Emergency a meno di 5 Km. Dopo una lunga notte, la piccola Ancille non si risveglierà dal coma, Alphonsine invece è fuori pericolo (La ragazza bella e la mina, Dimensioni Nuove, aprile 2001). Hai circa 8 anni e mezzo quando tuo padre decide di partire per curare altri bambini. Nei primi anni avete giocato insieme per pomeriggi, sulla moquette, a quattro zampe, nel lettone. Di colpo lui non c’è più, va via per aiutare altri bambini che le mine antiuomo riducono a mucchietti di carne sanguinante. Tu sei triste, tieni una foto di papà Gino sotto il cuscino. Un giorno, durante le vacanze di Pasqua, tua madre Teresa ti prende e ti porta da lui, in viaggio sino ai confini dell’Afghanistan… Cecilia: C’era un mondo fuori totalmente diverso da quello cui ero abituata. Sapevo cosa faceva mio padre, che era un medico e che era questo il motivo per cui a casa era spesso assente, ma lì a Quetta ho capito il ruolo di mio padre e che era giusto che fosse lì; mi mancava a volte, ma nell’ospedale da campo in cui operava ho compreso che molti avevano bisogno di lui più di quanto ne avevo io. Decisi che da grande avrei voluto fare quello perché quando vedi che puoi agire e dare un aiuto ai tuoi bisogni, nasce l’amore per questo lavoro. San Marino, 2003, secondo incontro nazionale di Emergency. Mi sono avvicinato da poco 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 7
l'INTERVISTA del mese all’associazione che, per quel che ne so io, è presieduta da Gino Strada (scoprirò poi che non è così, ndr). Un ricordo ben nitido mi ha sempre accompagnato in questi anni: l’accoglienza a braccia aperte da parte di tutti, ma in particolare di una persona. C’era questa signora, che non conoscevo, come non conoscevo nessuno lì se non le persone con cui ero in viaggio. Ma lei emanava una luce particolare. Dolce negli occhi e nelle movenze, accogliente nel modo di porsi, ti parlava e ti guardava come se ti accarezzasse. Ti sorrideva come se ti abbracciasse. Durante il viaggio di ritorno ho condiviso quella presenza con gli altri e Mauro, spiazzandomi completamente, mi ha risposto: “Ma quella è Teresa, la moglie di Gino!” (e presidente di Emergency sino alla sua scomparsa, ndr). Moni Ovadia ha fatto riferimento a una tradizione ebraica la quale sostiene che, anche nei tempi peggiori, il mondo riesca ad andare avanti grazie alla presenza di trentasei giusti. Uno dei quali era proprio tua madre. Teresa, Gino, Cecilia, Maso e ora Leone… la vostra è una famiglia che ci indica la strada da percorrere. Quali valori ti ha trasmesso tua madre Teresa che tu ora stai trasmettendo a tuo figlio, il piccolo Leone? Sono stata cresciuta da mia madre, a causa delle missioni di mio padre lei si è ritrovata a farmi sia da madre che da padre. è lei che mi ha trasmesso tutto quello che so e che voglio trasmettere a mio figlio; da lei quindi ho imparato tutto, ma il messaggio principale è: se ognuno fa il proprio pezzettino ci ritroviamo in un mondo più bello. Noi pos-
siamo fare la differenza in un modo molto semplice. Bambini, nel Centro di maternità in Afghanistan ne nascono 12 al giorno, ci lavorano principalmente donne afghane. Costa 700 mila euro l’anno, quello che l’Italia spende per 8 ore di guerra… Siamo lì dal ’99, ma nonostante le ostilità iniziali sono nati oltre 4 mila bambini. Come molte altre volte, in quell’occasione, ci siamo sentiti dire che eravamo dei pazzi, fortunatamente siamo testardi e ce l’abbiamo fatta. Inizialmente abbiamo avuto molti problemi coi capi religiosi e gli uomini del posto; volevo toccare le loro donne, i loro bambini, ma non comprendevano che era per il loro bene. L’imam aveva svolto un vero attacco nei nostri confronti e allora l’abbiamo invitato a vedere cos’era realmente ciò che avevamo realizzato. Gli abbiamo mostrato realmente l’essenza del posto, essendo uomini, non sono potuti entrare in un luogo dedicato alle donne, ma per quanto hanno visto hanno capito il nostro intento e cos’era il Centro. L’indomani il successo più grande. Il capo religioso, durante la predica ai fedeli, ha invitato tutti gli uomini a recarsi al nostro Centro per donare il sangue: “andate al Centro! E’ per i nostri figli”. Ora lì lavorano 37 ragazze, la mortalità è passata da un’incidenza di 1400 a 80.
l'INTERVISTA del mese La vera rivoluzione riguarda le donne, ci sentiamo colpevoli di avere dato vita a una vera rivoluzione: il lavoro femminile è diventato un lavoro. Le donne che operano al Centro hanno una formazione, un’occupazione con cui contribuiscono a mantenere la famiglia, il rispetto della comunità, un’istruzione. È bellissimo uscire dal Centro e vedere le bambine della scuola di fronte che, nell’ora del cambio turno, si sporgono dal cancello della scuola e iniziano a salutare: mi piace pensare che nelle donne del Centro vedano il proprio futuro. Il lavoro femminile non è più visto come un disonore, bensì come un valore. Quando cominci a dare qualcosa la popolazione, anche più lontana da noi, è meno disposta a prendere le armi perché la sua condizione è cambiata: prima non aveva niente da perdere. Ancora mine antiuomo, purtroppo una costante nell’impegno di Emergency. In Iraq avete fondato un Centro protesi per mutilati, ma il dato strabiliante è che avete anche costituito ben 275 Cooperative di lavoro… E’ vero, esistono 275 Cooperative di lavoro fondate in Iraq, il nostro punto di arrivo è dare un lavoro ai mutilati dalle mine antiuomo, dar loro una formazione professionale con il relativo rilascio di un diploma. La Cooperativa nasce per dare lavoro a queste persone che hanno un corpo nuovo, le protesi. La logica criminale delle mine antiuomo è distruggere un uomo: un mutila-
Emergency compie 18 anni (1994-2012) (FDP) Dal 1994, anno di nascita, al 2011 Emergency ha curato una persona ogni 2 minuti, oltre 4,5 milioni le persone curate per guerra o povertà, tenuto conto che il 90% delle vittime delle guerre sono civili; 1 letto su 2 è occupato da bambini vittime di guerra, 1 persona curata su 3 è un bambino, il 20% dei pazienti curati da Emergency sono italiani, l’80% delle risorse arriva da privati cittadini; 8000 persone costituiscono la forza lavoro di Emergency, 4000 i volontari in Italia, 170 i gruppi locali, 16 i Paesi di intervento dalla nascita, 84,7 milioni di euro le spese sostenute nel decennio 1994-2004 con costi di gestione incidenti per il 5,11%. Emergency è un’organizzazione umanitaria indipendente e neutrale che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Tra il 1994 - anno in cui venne fondata da Gino Strada e Teresa Sarti Strada - e il dicembre 2011, negli ospedali, cliniche e centri di riabilitazione di Emergency sono state curate oltre 4 milioni 668 mila persone. Emergency ha iniziato a lavorare in Sudan nel 2004 in due ospedali del Nord Darfur, nel 2005 ha allestito un Centro pediatrico nel campo profughi di Mayo e ha poi iniziato a costruire il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum per offrire assistenza altamente specializzata e gratuita ai malati provenienti dal Sudan e dai Paesi vicini. Visite ambulatoriali 36.359, visite cardiologiche specialistiche 28.092, pazienti ricoverati 4.894, pazienti provenienti dal Sudan 4.179 (715 provenienti da Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Giordania, Iraq, Italia, Kenya, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe), interventi di cardiochirurgia 4.167. Sono solamente alcuni numeri, numeri di persone, registrati in quattro anni di attività dal Centro Salam aperto nel 2007, la sola struttura cardiochirurgia di eccellenza completamente gratuita e altamente qualificata in Africa, fulcro del Programma di pediatria e cardiochirurgia che Emergency sta realizzando nel continente attraverso una rete di Centri che - oltre all’attività pediatrica - offrono visite di screening e di follow-up di bambini e adulti cardiopatici da operare a Khartoum.
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to è una persona che non può più far nulla, noi siamo in grado di dargli una nuova vita. Gli sforzi sono molti e in più campi, ma il tornaconto è in grado di cancellare ogni pena. Vedere un ragazzo vittima delle mine antiuomo tornare da noi, con le protesi che gli abbiamo donato, e sapere che ora, grazie anche alla formazione che gli abbiamo offerto, è in grado di mantenere la propria famiglia o anche di dare lavoro ad altre, è la soddisfazione più grande. Il bello è che ci esprimono la loro gratitudine in diverse forme ed ora, appena possono, cercano di darci aiuto a loro volta. Anzi, molto spesso passano da noi, qui dal Centro, chiedendoci se c’è qualcosa di cui abbiamo bisogno, se possono fare a loro volta qualcosa per noi. Insomma, il messaggio è chiaro: se abbiamo bisogno di loro, loro ci sono, loro sono pronti ad aiutarci. Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni. Sudan, il Centro Salam, “pace”, si occupa dal 2007 di malattie cardiovascolari, la nuova emergenza in Africa. Da gennaio a dicembre 2011 le visite ambulatoriali sono state 8.032, quelle cardiologiche specialistiche 8.393, i pazienti ricoverati 1.207, di cui minori di 14 anni il 33%, minori di 26 anni il 60%. Uno degli obiettivi che ha portato alla sua costruzione è stato quello di favorire i rapporti dei Paesi coinvolti attraverso la reciproca collaborazione in campo sanitario in una regione segnata da decenni di conflitti. Anche per questa ragione, il Centro di cardiochirurgia si chiama Salam, "pace”. La critica maggiore che ci hanno mosso è la sua specializzazione: “a cosa serve un Centro di cardiochirurgia in un posto dove la gente muore di fame?”. Basta vedere che i pazienti per il 60% sono al di sotto dei 26 anni. Il Centro Salam, operativo da aprile 2007, offre gratuitamente assistenza sanitaria a bambini e adulti affetti da patologie cardiache, in particolare malformazioni congenite e patologie valvolari acquisite di interesse chirurgico. E’ l’unica struttura di alto livello e gratuita presente in Sudan e nei nove Paesi confinanti, un’area di 11,5 milioni di Km quadrati (più di tre volte l’Europa) abitata da oltre 300 milioni di persone – dove le cardiopatie congenite e quelle reumatiche acquisite in età pediatrica, dovute a malattie infettive e a malnutrizione, sono una delle principali cause di mortalità infantile. Salam è un progetto innovativo negli obiettivi e nei metodi, intende affermare il diritto a essere curati per tutti gli esseri umani, ren-
Centro Salam di Khartoum (Sudan) Fonte: Emergency
dendo accessibili le stesse cure disponibili nei Paesi ricchi condividendo i risultati della scienza medica. Per gli obiettivi che si prefigge, l’alto livello delle competenze impiegate, l’elevata qualità delle cure, l’innovazione della struttura, il Centro cardiochirurgia è un centro di eccellenza che produrrà effetti positivi di lungo periodo nel contesto in cui è inserito: moltiplicherà le competenze dello staff medico locale, affermerà il diritto alle cure per tutti, influirà sul modello sanitario locale. Palermo 2006, Marghera 2010. Da qualche anno, è questo non è un buon segno, Emergency offre cure gratuite ai migranti senza permesso di soggiorno anche in Italia. Ciò significa che lo Stato non se ne occupa. Ma c’è di più. Nei poliambulatori di Palermo e Marghera – peraltro Emergency ha a disposizione anche 12 ambulatori mobili – sono sempre di più gli italiani, nella più parte anziani, che chiedono aiuto. Sì, stiamo operando per l’Italia. Nel 2006 con l’apertura di un poliambulatorio a Palermo abbiamo risposto al bisogno di migranti, stranieri, poveri che spesso non hanno l’accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all'interno di un sistema sanitario complesso. Il 2 dicembre 2010 una struttura simile è stata aperta a Marghera. Le nostre strutture sono aperte a tutti, anche
se, ad esempio, per Marghera pensavamo a chi non aveva il permesso di soggiorno. Invece abbiamo visto che, in quel Centro, i pazienti l’anno scorso sono stati per il 20% dei nostri connazionali. Noi non vogliamo affatto sostituirci al servizio sanitario, ma vogliamo integrarlo. Anche qui abbiamo ricevuto critiche all’inizio, ma non ci siamo fermati. Abbiamo dato vita a un servizio Polibus, che si rivolge in particolar modo all’agricoltura e va a cercare le persone bisognose di cure e che svolgono operazioni di raccolta in Sud Italia. Quello relativo ai nostri connazionali è il risultato che ci ha sconvolto maggiormente. Vengono qui da Emergency, nata per le vittime di guerra… e ora curiamo gli italiani. Riceviamo costantemente telefonate allarmate da tutta l’Italia, con le quali le persone, in particolare anziane ma non solo, allarmate, ci chiedono di intervenire perché nel loro paese o in quello vicino stanno chiudendo l’ospedale, o lo hanno già chiuso. E non sanno dove andare a farsi curare. O non hanno i soldi per accedere alle cure mediche. Vogliamo che nessuno venga da Emergency pieno di vergogna a chiedere cure. Ne “Il mondo che vorrei”, nei nostri progetti c’è l’Italia e il mondo dei nuovi poveri. È un’utopia? No, forse era solo un sogno che andava costruito, basta rimboccarsi le maniche.
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l'INTERVISTA del mese all’associazione che, per quel che ne so io, è presieduta da Gino Strada (scoprirò poi che non è così, ndr). Un ricordo ben nitido mi ha sempre accompagnato in questi anni: l’accoglienza a braccia aperte da parte di tutti, ma in particolare di una persona. C’era questa signora, che non conoscevo, come non conoscevo nessuno lì se non le persone con cui ero in viaggio. Ma lei emanava una luce particolare. Dolce negli occhi e nelle movenze, accogliente nel modo di porsi, ti parlava e ti guardava come se ti accarezzasse. Ti sorrideva come se ti abbracciasse. Durante il viaggio di ritorno ho condiviso quella presenza con gli altri e Mauro, spiazzandomi completamente, mi ha risposto: “Ma quella è Teresa, la moglie di Gino!” (e presidente di Emergency sino alla sua scomparsa, ndr). Moni Ovadia ha fatto riferimento a una tradizione ebraica la quale sostiene che, anche nei tempi peggiori, il mondo riesca ad andare avanti grazie alla presenza di trentasei giusti. Uno dei quali era proprio tua madre. Teresa, Gino, Cecilia, Maso e ora Leone… la vostra è una famiglia che ci indica la strada da percorrere. Quali valori ti ha trasmesso tua madre Teresa che tu ora stai trasmettendo a tuo figlio, il piccolo Leone? Sono stata cresciuta da mia madre, a causa delle missioni di mio padre lei si è ritrovata a farmi sia da madre che da padre. è lei che mi ha trasmesso tutto quello che so e che voglio trasmettere a mio figlio; da lei quindi ho imparato tutto, ma il messaggio principale è: se ognuno fa il proprio pezzettino ci ritroviamo in un mondo più bello. Noi pos-
siamo fare la differenza in un modo molto semplice. Bambini, nel Centro di maternità in Afghanistan ne nascono 12 al giorno, ci lavorano principalmente donne afghane. Costa 700 mila euro l’anno, quello che l’Italia spende per 8 ore di guerra… Siamo lì dal ’99, ma nonostante le ostilità iniziali sono nati oltre 4 mila bambini. Come molte altre volte, in quell’occasione, ci siamo sentiti dire che eravamo dei pazzi, fortunatamente siamo testardi e ce l’abbiamo fatta. Inizialmente abbiamo avuto molti problemi coi capi religiosi e gli uomini del posto; volevo toccare le loro donne, i loro bambini, ma non comprendevano che era per il loro bene. L’imam aveva svolto un vero attacco nei nostri confronti e allora l’abbiamo invitato a vedere cos’era realmente ciò che avevamo realizzato. Gli abbiamo mostrato realmente l’essenza del posto, essendo uomini, non sono potuti entrare in un luogo dedicato alle donne, ma per quanto hanno visto hanno capito il nostro intento e cos’era il Centro. L’indomani il successo più grande. Il capo religioso, durante la predica ai fedeli, ha invitato tutti gli uomini a recarsi al nostro Centro per donare il sangue: “andate al Centro! E’ per i nostri figli”. Ora lì lavorano 37 ragazze, la mortalità è passata da un’incidenza di 1400 a 80.
l'INTERVISTA del mese La vera rivoluzione riguarda le donne, ci sentiamo colpevoli di avere dato vita a una vera rivoluzione: il lavoro femminile è diventato un lavoro. Le donne che operano al Centro hanno una formazione, un’occupazione con cui contribuiscono a mantenere la famiglia, il rispetto della comunità, un’istruzione. È bellissimo uscire dal Centro e vedere le bambine della scuola di fronte che, nell’ora del cambio turno, si sporgono dal cancello della scuola e iniziano a salutare: mi piace pensare che nelle donne del Centro vedano il proprio futuro. Il lavoro femminile non è più visto come un disonore, bensì come un valore. Quando cominci a dare qualcosa la popolazione, anche più lontana da noi, è meno disposta a prendere le armi perché la sua condizione è cambiata: prima non aveva niente da perdere. Ancora mine antiuomo, purtroppo una costante nell’impegno di Emergency. In Iraq avete fondato un Centro protesi per mutilati, ma il dato strabiliante è che avete anche costituito ben 275 Cooperative di lavoro… E’ vero, esistono 275 Cooperative di lavoro fondate in Iraq, il nostro punto di arrivo è dare un lavoro ai mutilati dalle mine antiuomo, dar loro una formazione professionale con il relativo rilascio di un diploma. La Cooperativa nasce per dare lavoro a queste persone che hanno un corpo nuovo, le protesi. La logica criminale delle mine antiuomo è distruggere un uomo: un mutila-
Emergency compie 18 anni (1994-2012) (FDP) Dal 1994, anno di nascita, al 2011 Emergency ha curato una persona ogni 2 minuti, oltre 4,5 milioni le persone curate per guerra o povertà, tenuto conto che il 90% delle vittime delle guerre sono civili; 1 letto su 2 è occupato da bambini vittime di guerra, 1 persona curata su 3 è un bambino, il 20% dei pazienti curati da Emergency sono italiani, l’80% delle risorse arriva da privati cittadini; 8000 persone costituiscono la forza lavoro di Emergency, 4000 i volontari in Italia, 170 i gruppi locali, 16 i Paesi di intervento dalla nascita, 84,7 milioni di euro le spese sostenute nel decennio 1994-2004 con costi di gestione incidenti per il 5,11%. Emergency è un’organizzazione umanitaria indipendente e neutrale che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Tra il 1994 - anno in cui venne fondata da Gino Strada e Teresa Sarti Strada - e il dicembre 2011, negli ospedali, cliniche e centri di riabilitazione di Emergency sono state curate oltre 4 milioni 668 mila persone. Emergency ha iniziato a lavorare in Sudan nel 2004 in due ospedali del Nord Darfur, nel 2005 ha allestito un Centro pediatrico nel campo profughi di Mayo e ha poi iniziato a costruire il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum per offrire assistenza altamente specializzata e gratuita ai malati provenienti dal Sudan e dai Paesi vicini. Visite ambulatoriali 36.359, visite cardiologiche specialistiche 28.092, pazienti ricoverati 4.894, pazienti provenienti dal Sudan 4.179 (715 provenienti da Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Giordania, Iraq, Italia, Kenya, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe), interventi di cardiochirurgia 4.167. Sono solamente alcuni numeri, numeri di persone, registrati in quattro anni di attività dal Centro Salam aperto nel 2007, la sola struttura cardiochirurgia di eccellenza completamente gratuita e altamente qualificata in Africa, fulcro del Programma di pediatria e cardiochirurgia che Emergency sta realizzando nel continente attraverso una rete di Centri che - oltre all’attività pediatrica - offrono visite di screening e di follow-up di bambini e adulti cardiopatici da operare a Khartoum.
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to è una persona che non può più far nulla, noi siamo in grado di dargli una nuova vita. Gli sforzi sono molti e in più campi, ma il tornaconto è in grado di cancellare ogni pena. Vedere un ragazzo vittima delle mine antiuomo tornare da noi, con le protesi che gli abbiamo donato, e sapere che ora, grazie anche alla formazione che gli abbiamo offerto, è in grado di mantenere la propria famiglia o anche di dare lavoro ad altre, è la soddisfazione più grande. Il bello è che ci esprimono la loro gratitudine in diverse forme ed ora, appena possono, cercano di darci aiuto a loro volta. Anzi, molto spesso passano da noi, qui dal Centro, chiedendoci se c’è qualcosa di cui abbiamo bisogno, se possono fare a loro volta qualcosa per noi. Insomma, il messaggio è chiaro: se abbiamo bisogno di loro, loro ci sono, loro sono pronti ad aiutarci. Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni. Sudan, il Centro Salam, “pace”, si occupa dal 2007 di malattie cardiovascolari, la nuova emergenza in Africa. Da gennaio a dicembre 2011 le visite ambulatoriali sono state 8.032, quelle cardiologiche specialistiche 8.393, i pazienti ricoverati 1.207, di cui minori di 14 anni il 33%, minori di 26 anni il 60%. Uno degli obiettivi che ha portato alla sua costruzione è stato quello di favorire i rapporti dei Paesi coinvolti attraverso la reciproca collaborazione in campo sanitario in una regione segnata da decenni di conflitti. Anche per questa ragione, il Centro di cardiochirurgia si chiama Salam, "pace”. La critica maggiore che ci hanno mosso è la sua specializzazione: “a cosa serve un Centro di cardiochirurgia in un posto dove la gente muore di fame?”. Basta vedere che i pazienti per il 60% sono al di sotto dei 26 anni. Il Centro Salam, operativo da aprile 2007, offre gratuitamente assistenza sanitaria a bambini e adulti affetti da patologie cardiache, in particolare malformazioni congenite e patologie valvolari acquisite di interesse chirurgico. E’ l’unica struttura di alto livello e gratuita presente in Sudan e nei nove Paesi confinanti, un’area di 11,5 milioni di Km quadrati (più di tre volte l’Europa) abitata da oltre 300 milioni di persone – dove le cardiopatie congenite e quelle reumatiche acquisite in età pediatrica, dovute a malattie infettive e a malnutrizione, sono una delle principali cause di mortalità infantile. Salam è un progetto innovativo negli obiettivi e nei metodi, intende affermare il diritto a essere curati per tutti gli esseri umani, ren-
Centro Salam di Khartoum (Sudan) Fonte: Emergency
dendo accessibili le stesse cure disponibili nei Paesi ricchi condividendo i risultati della scienza medica. Per gli obiettivi che si prefigge, l’alto livello delle competenze impiegate, l’elevata qualità delle cure, l’innovazione della struttura, il Centro cardiochirurgia è un centro di eccellenza che produrrà effetti positivi di lungo periodo nel contesto in cui è inserito: moltiplicherà le competenze dello staff medico locale, affermerà il diritto alle cure per tutti, influirà sul modello sanitario locale. Palermo 2006, Marghera 2010. Da qualche anno, è questo non è un buon segno, Emergency offre cure gratuite ai migranti senza permesso di soggiorno anche in Italia. Ciò significa che lo Stato non se ne occupa. Ma c’è di più. Nei poliambulatori di Palermo e Marghera – peraltro Emergency ha a disposizione anche 12 ambulatori mobili – sono sempre di più gli italiani, nella più parte anziani, che chiedono aiuto. Sì, stiamo operando per l’Italia. Nel 2006 con l’apertura di un poliambulatorio a Palermo abbiamo risposto al bisogno di migranti, stranieri, poveri che spesso non hanno l’accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all'interno di un sistema sanitario complesso. Il 2 dicembre 2010 una struttura simile è stata aperta a Marghera. Le nostre strutture sono aperte a tutti, anche
se, ad esempio, per Marghera pensavamo a chi non aveva il permesso di soggiorno. Invece abbiamo visto che, in quel Centro, i pazienti l’anno scorso sono stati per il 20% dei nostri connazionali. Noi non vogliamo affatto sostituirci al servizio sanitario, ma vogliamo integrarlo. Anche qui abbiamo ricevuto critiche all’inizio, ma non ci siamo fermati. Abbiamo dato vita a un servizio Polibus, che si rivolge in particolar modo all’agricoltura e va a cercare le persone bisognose di cure e che svolgono operazioni di raccolta in Sud Italia. Quello relativo ai nostri connazionali è il risultato che ci ha sconvolto maggiormente. Vengono qui da Emergency, nata per le vittime di guerra… e ora curiamo gli italiani. Riceviamo costantemente telefonate allarmate da tutta l’Italia, con le quali le persone, in particolare anziane ma non solo, allarmate, ci chiedono di intervenire perché nel loro paese o in quello vicino stanno chiudendo l’ospedale, o lo hanno già chiuso. E non sanno dove andare a farsi curare. O non hanno i soldi per accedere alle cure mediche. Vogliamo che nessuno venga da Emergency pieno di vergogna a chiedere cure. Ne “Il mondo che vorrei”, nei nostri progetti c’è l’Italia e il mondo dei nuovi poveri. È un’utopia? No, forse era solo un sogno che andava costruito, basta rimboccarsi le maniche.
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Palestra multi sensoriale all’aria aperta
Il Sad di Caorle nel Tempio dei Longobardi
L’Arca di Noè inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo Latisana Inaugurato ufficialmente lo scorso 17 maggio l’orto dell’Arca di Noè, l’asilo nido gestito dalla Cooperativa Itaca. Alla presenza di una rappresentanza dell’Amministrazione comunale, di Itaca stessa e di tutte le famiglie frequentanti il nido, è stato presentato alla cittadinanza il piccolo orto realizzato dai bambini, dalle educatrici e da alcune figure esterne. L’idea è nata traendo spunto dalla programmazione di quest’anno, uno degli obiettivi era di trasformare, con l’arrivo della bella stagione, una sezione del nostro giardino in un orto, al fine di farlo diventare palestra multi sensoriale all’aria aperta. I bambini vivono immersi nel ciclo delle stagioni, che comporta cambiamenti del paesaggio, delle condizioni climatiche, della vita delle piante e degli animali; l’ incontro con la natura coinvolge in modo speciale e personale ogni bambino. L’importanza di questi momenti sta nel poter sviluppare nei bimbi la sensibilità verso il mondo naturale per imparare ad amarlo, rispettarlo e conoscerne gli aspetti fondamentali. Sollecitare l’interesse per la natura, in particolare per il mondo vegetale, entrando in contatto con le piante attraverso la cura e la sperimentazione, è particolarmente importante nella vita di oggi che, sempre più frenetica, difficilmente offre ai piccoli l’opportunità di vivere pienamente il contatto con la natura. Un ringraziamento speciale è andato al signor Angelo della Cooperativa sociale L’Agorà, che assieme ai suoi collaboratori ci ha aiutato ad arare il pezzo di giardino, a togliere le erbacce e a creare così lo spazio del nostro orto. Poi è arrivata Barbara, un’amica speciale, che con pala, rastrello e tanta buona volontà ha realizzato i “strops” (montagne - le chiamano i bambini - cioè gli appezzamenti di piccolo orto), dove abbiamo potuto trapiantare le nostre piantine precedentemente coltivate all’interno del nido. Durante il periodo invernale, i bambini si sono 10 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Gita fuori porta a Cividale per il servizio di assistenza domiciliare avvicinati gradualmente al mondo vegetale, il piano esplorativo si è intrecciato a quello ludico-simbolico fino ad arrivare all’aspetto della cura quotidiana di qualcosa che cresce proprio grazie ai gesti e alle attenzioni dei bambini. Il contatto tra natura e bimbi e stato realizzato attraverso azioni articolate come, ad esempio, i semi che sono stati mescolati e poi messi in un grande foglio di carta. Abbiamo chiesto ai piccoli di formulare delle ipotesi su cosa fossero (ai più grandi), li abbiamo anche invitati a trovare dei semi uguali, che poi sono stati messi a germogliare in un grande contenitore sistemato con del cotone idrofilo bagnato. I bambini hanno innaffiato giornalmente il semino e già dopo 3-4 giorni hanno potuto ammirare i primi cambiamenti, dopo pochi giorni è spuntata la piantina. A questo punto i bambini sono stati invitati a commentare quello che stava succedendo sotto i loro occhi, a individuare differenze e uguaglianze tra le varie piantine, che poi sono state trapiantate nel nostro orto. A questo punto i bambini potranno scoprire che le piantine per crescere hanno bisogno di luce, acqua e vanno innaffiate regolarmente.
L’allestimento dell’orto coinvolge un po’ tutti gli attori presenti all’interno e all’esterno del nido per un lavoro di rete territoriale. Le piantine o la semina vanno bagnate regolarmente, vanno tolte le erbacce, facendo attenzione a non calpestare o rimuovere le piantine dalla terra, un lavoro costante che impegna i bambini… ma anche una grande soddisfazione nel raccogliere i prodotti dell’orto per gustarli assieme. E’ stato proprio un pomeriggio intenso, dopo la merenda i bambini assieme alle loro famiglie hanno indossato le scarpe e ci siamo diretti tutti in giardino. L’assessore alle politiche sociali, Claudio Garbuio, ci ha donato da parte dell’Amministrazione comunale le piantine di pomodori, cetrioli, peperoni, zucchine dopo di che, tagliato ufficialmente il nastro, via ai giochi in giardino. Palloni, scivolo, bolle di sapone e canti hanno rallegrato la nostra festa dell’orto. Arca di Noè
Cividale del Friuli Gita fuori porta a Cividale del Friuli per gli utenti del Sad (Servizio di assistenza domiciliare) di Caorle, che il 19 maggio, in collaborazione con il Comune di Caorle, si sono recati nella antica Forum Iulii. Molte le persone che hanno aderito all’iniziativa, in numero crescente rispetto all'anno precedente. In quindici hanno accettato l'invito, chi accompagnato dai figli chi dall'assistente familiare. La coordinatrice del servizio, Giovanna Artico, si è attivata per organizzare la gita nel migliore dei modi. Non è stato facile, soprattutto perché il gruppo richiedeva la presenza di ulteriori operatori, mentre altri presenti sul territorio dovevano garantire il normale servizio. Il gruppo di operatori del Sad di Caorle è sempre stato un ottimo gruppo, molto unito. Grazie al loro aiuto e alle proposte costruttive idee dell'assistente sociale, Cristina Braida, la coordinatrice si è potuta muovere più facilmente per organizzare la gita. Il risultato è stato un vero successo. Due i furgoni messi a disposizione da Itaca e
uno dal Comune di Caorle. Grazie alla collaborazione di quattro operatori, Monia, Carla, Silvia e Juana, di due volontari, Bertha e Josuè, della coordinatrice e dell'assistente sociale, abbiamo accompagnato non solo gli utenti autosufficienti ma anche due in carrozzina. Meta, la bella Cividale del Friuli. Il gruppo ha pranzato presso l'agriturismo “Bosco Romagno”, gestito dalla famiglia Paolini. Un incantevole posto immerso nel verde e nella natura. Il signor Paolo Paolini ha organizzato, oltre al pranzo, una visita alla città con il supporto di una guida locale. Cividale conserva rilevanti testimonianze monumentali, artistiche e culturali della civiltà Longobarda. Il gruppo ha visitato il tempietto Longobardo sito all'interno del Monastero di Santa Maria in Valle, il Duomo di Santa Maria Assunta e il suggestivo Ponte del Diavolo, con la sua curiosa leggenda (il Diavolo avrebbe chiesto, in cambio della facilitazione nella costruzione del ponte, l'anima del primo essere che vi fosse transitato. La furbizia dei Cividalesi avrebbe fatto transitare per primo sul ponte un cane, risparmiando così le anime umane).
La gita si è conclusa piacevolmente a tavola, degustando il famoso “frico”, piatto tipico friulano composto da formaggio cotto e patate, oltre ad altre pietanze succulente proposti dalla casa. Una giornata trascorsa tra la natura, lo stare insieme in armonia e in allegria che ha portato una ventata di benessere a coloro che per vari motivi sono costretti tra le mura domestiche. Un ringraziamento va soprattutto agli anziani che hanno colto l'occasione per stare insieme e agli operatori che hanno reso possibile questa giornata meravigliosa. Inoltre un grande ringraziamento va alle operatrici Berta, Dacia e Wendi che hanno gestito gli utenti a Caorle, nonché a Cinzia che è venuta in aiuto dal Sad di Portogruaro. Monia Bergamo
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Palestra multi sensoriale all’aria aperta
Il Sad di Caorle nel Tempio dei Longobardi
L’Arca di Noè inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo Latisana Inaugurato ufficialmente lo scorso 17 maggio l’orto dell’Arca di Noè, l’asilo nido gestito dalla Cooperativa Itaca. Alla presenza di una rappresentanza dell’Amministrazione comunale, di Itaca stessa e di tutte le famiglie frequentanti il nido, è stato presentato alla cittadinanza il piccolo orto realizzato dai bambini, dalle educatrici e da alcune figure esterne. L’idea è nata traendo spunto dalla programmazione di quest’anno, uno degli obiettivi era di trasformare, con l’arrivo della bella stagione, una sezione del nostro giardino in un orto, al fine di farlo diventare palestra multi sensoriale all’aria aperta. I bambini vivono immersi nel ciclo delle stagioni, che comporta cambiamenti del paesaggio, delle condizioni climatiche, della vita delle piante e degli animali; l’ incontro con la natura coinvolge in modo speciale e personale ogni bambino. L’importanza di questi momenti sta nel poter sviluppare nei bimbi la sensibilità verso il mondo naturale per imparare ad amarlo, rispettarlo e conoscerne gli aspetti fondamentali. Sollecitare l’interesse per la natura, in particolare per il mondo vegetale, entrando in contatto con le piante attraverso la cura e la sperimentazione, è particolarmente importante nella vita di oggi che, sempre più frenetica, difficilmente offre ai piccoli l’opportunità di vivere pienamente il contatto con la natura. Un ringraziamento speciale è andato al signor Angelo della Cooperativa sociale L’Agorà, che assieme ai suoi collaboratori ci ha aiutato ad arare il pezzo di giardino, a togliere le erbacce e a creare così lo spazio del nostro orto. Poi è arrivata Barbara, un’amica speciale, che con pala, rastrello e tanta buona volontà ha realizzato i “strops” (montagne - le chiamano i bambini - cioè gli appezzamenti di piccolo orto), dove abbiamo potuto trapiantare le nostre piantine precedentemente coltivate all’interno del nido. Durante il periodo invernale, i bambini si sono 10 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Gita fuori porta a Cividale per il servizio di assistenza domiciliare avvicinati gradualmente al mondo vegetale, il piano esplorativo si è intrecciato a quello ludico-simbolico fino ad arrivare all’aspetto della cura quotidiana di qualcosa che cresce proprio grazie ai gesti e alle attenzioni dei bambini. Il contatto tra natura e bimbi e stato realizzato attraverso azioni articolate come, ad esempio, i semi che sono stati mescolati e poi messi in un grande foglio di carta. Abbiamo chiesto ai piccoli di formulare delle ipotesi su cosa fossero (ai più grandi), li abbiamo anche invitati a trovare dei semi uguali, che poi sono stati messi a germogliare in un grande contenitore sistemato con del cotone idrofilo bagnato. I bambini hanno innaffiato giornalmente il semino e già dopo 3-4 giorni hanno potuto ammirare i primi cambiamenti, dopo pochi giorni è spuntata la piantina. A questo punto i bambini sono stati invitati a commentare quello che stava succedendo sotto i loro occhi, a individuare differenze e uguaglianze tra le varie piantine, che poi sono state trapiantate nel nostro orto. A questo punto i bambini potranno scoprire che le piantine per crescere hanno bisogno di luce, acqua e vanno innaffiate regolarmente.
L’allestimento dell’orto coinvolge un po’ tutti gli attori presenti all’interno e all’esterno del nido per un lavoro di rete territoriale. Le piantine o la semina vanno bagnate regolarmente, vanno tolte le erbacce, facendo attenzione a non calpestare o rimuovere le piantine dalla terra, un lavoro costante che impegna i bambini… ma anche una grande soddisfazione nel raccogliere i prodotti dell’orto per gustarli assieme. E’ stato proprio un pomeriggio intenso, dopo la merenda i bambini assieme alle loro famiglie hanno indossato le scarpe e ci siamo diretti tutti in giardino. L’assessore alle politiche sociali, Claudio Garbuio, ci ha donato da parte dell’Amministrazione comunale le piantine di pomodori, cetrioli, peperoni, zucchine dopo di che, tagliato ufficialmente il nastro, via ai giochi in giardino. Palloni, scivolo, bolle di sapone e canti hanno rallegrato la nostra festa dell’orto. Arca di Noè
Cividale del Friuli Gita fuori porta a Cividale del Friuli per gli utenti del Sad (Servizio di assistenza domiciliare) di Caorle, che il 19 maggio, in collaborazione con il Comune di Caorle, si sono recati nella antica Forum Iulii. Molte le persone che hanno aderito all’iniziativa, in numero crescente rispetto all'anno precedente. In quindici hanno accettato l'invito, chi accompagnato dai figli chi dall'assistente familiare. La coordinatrice del servizio, Giovanna Artico, si è attivata per organizzare la gita nel migliore dei modi. Non è stato facile, soprattutto perché il gruppo richiedeva la presenza di ulteriori operatori, mentre altri presenti sul territorio dovevano garantire il normale servizio. Il gruppo di operatori del Sad di Caorle è sempre stato un ottimo gruppo, molto unito. Grazie al loro aiuto e alle proposte costruttive idee dell'assistente sociale, Cristina Braida, la coordinatrice si è potuta muovere più facilmente per organizzare la gita. Il risultato è stato un vero successo. Due i furgoni messi a disposizione da Itaca e
uno dal Comune di Caorle. Grazie alla collaborazione di quattro operatori, Monia, Carla, Silvia e Juana, di due volontari, Bertha e Josuè, della coordinatrice e dell'assistente sociale, abbiamo accompagnato non solo gli utenti autosufficienti ma anche due in carrozzina. Meta, la bella Cividale del Friuli. Il gruppo ha pranzato presso l'agriturismo “Bosco Romagno”, gestito dalla famiglia Paolini. Un incantevole posto immerso nel verde e nella natura. Il signor Paolo Paolini ha organizzato, oltre al pranzo, una visita alla città con il supporto di una guida locale. Cividale conserva rilevanti testimonianze monumentali, artistiche e culturali della civiltà Longobarda. Il gruppo ha visitato il tempietto Longobardo sito all'interno del Monastero di Santa Maria in Valle, il Duomo di Santa Maria Assunta e il suggestivo Ponte del Diavolo, con la sua curiosa leggenda (il Diavolo avrebbe chiesto, in cambio della facilitazione nella costruzione del ponte, l'anima del primo essere che vi fosse transitato. La furbizia dei Cividalesi avrebbe fatto transitare per primo sul ponte un cane, risparmiando così le anime umane).
La gita si è conclusa piacevolmente a tavola, degustando il famoso “frico”, piatto tipico friulano composto da formaggio cotto e patate, oltre ad altre pietanze succulente proposti dalla casa. Una giornata trascorsa tra la natura, lo stare insieme in armonia e in allegria che ha portato una ventata di benessere a coloro che per vari motivi sono costretti tra le mura domestiche. Un ringraziamento va soprattutto agli anziani che hanno colto l'occasione per stare insieme e agli operatori che hanno reso possibile questa giornata meravigliosa. Inoltre un grande ringraziamento va alle operatrici Berta, Dacia e Wendi che hanno gestito gli utenti a Caorle, nonché a Cinzia che è venuta in aiuto dal Sad di Portogruaro. Monia Bergamo
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“Pensieri all'Aperto” a Casa Ricchieri
I nonni insegnano l’orticoltura alle elementari
Discorso intorno all'essere dell'intelligenza Pordenone L'esperienza vissuta attraverso il libero fluire dei pensieri, all'aperto, nel giardino esposto sul retro di Casa Ricchieri, svela subito agli occhi della mente uno scenario che permette di destrutturare i preconcetti di quanti vivono ancora il concetto di follia come difetto umano. La scorsa estate le persone che vivono Casa Ricchieri hanno semplicemente espresso intorno ad un tavolo la capacità di mettere insieme una carica esplosiva di passioni ed emozioni, che come in uno scorrere di un fiume in piena straripano in parole che, in breve tempo, diventano discorso e poi discorso intorno all'essere, nel senso più autentico del termine composto da “ontos” (essere) e “logos” (discorso, così come lo intendevano i Greci). Come dimenticare il primo incontro, in cui dopo aver brevemente introdotto i concetti di “intelligenza” e di “dubbio” nella misura in cui sono reciprocamente interconnessi, un ospite della comunità è intervenuto entrando immediatamente nel vivo dell'argomento e sostenendo che il concetto di intelligenza deve avere una sua autonomia, indipendentemente dalla sfera etica (bene, male, coscienza, ecc...). L'intelligenza – continua sempre lo stesso ospite – non ha bisogno di essere affiliata né a Dio né tantomeno all'“Io” e a tutto ciò che ne deriva, essa è svincolata da tutto ed è di per se stessa libera. Questo è il semplice prologo del discorso intorno all'essere dell'intelligenza che abbiamo avuto il piacere di intavolare insieme alle persone che abitano questa Casa. E' chiaro che le connessioni, la messa in discussione degli argomenti e le varie sinapsi provocate dal gruppo sono state molteplici e qui non possiamo citarle tutte, ma già questo esempio rende l'idea di ciò che si è generato. Sul fare iniziale dell'argomento si è messo sul tavolo l'abbozzo di una trattazione infinita (autonomia o eteronomia dell'intelligenza), che ha attraversato tutta la storia del pensiero occidentale e sta ancora impegnando l'orizzonte attuale della 12 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
riflessione. Su quest'ultimo proposito ed in particolare sull'attualità “destrutturante” della capacità di giudizio, il gruppo di pensiero ha sperimentato ampiamente la necessità di mettere in campo la decostruzione degli argomenti ritenuti comodi e certi. L'incontro di luglio infatti era stato dedicato alla “nascita dell'errore” e nel dibattito all'aperto sono state sfatate molte verità preconfezionate dal sistema in cui viviamo. Basti pensare alle verità della televisione che, secondo quanto sostiene un ospite della comunità, sono costruite per togliere spazio all'immaginazione, in quanto si limiterebbero a proporre un'immagine prestabilita e valida per tutti. Da qui la necessità di decostruire l'impianto conformista dell'industria televisiva e dare aria e nuova linfa al potere della creazione, in modo che si possa finalmente attuare una produzione artistica scatenata dal nostro intelletto e non da un apparecchio (quello televisivo) che aumenta continuamente di potenza e distrugge in modo direttamente proporzionale la nostra capacità di giudizio, poiché ci sostituisce nel pensare e nell'immaginare. Anche qui siamo solo all'inizio della discussione, che è proseguita attraversando gli argomenti del consumismo legato alla creazione dei falsi bisogni, alle ragioni profonde dell'economia che strutturano l'assetto del potere temporale e spirituale ecc... Ecco da dove deriva la necessità di destrutturare, dalla capacità critica (e dirompente) di scoprire dove sta l'errore e rendere manifesta la falsificazione della realtà. Si potrebbe andare avanti all'infinito citando altri contributi al confronto, come quello squisitamente ermeneutico legato al tema dell'interpretazione e di come, nella fattispecie, diversi autori sono stati strumentalizzati dal potere ma, arrivati a questo punto, nessuno meglio di Nietzsche (che sempre accompagna queste serate), può aiutarci a comprendere l'atmosfera che quella sera abbiamo avuto la fortuna di creare. “Non c'è realtà, non c'è “idealità” che in questo scritto non venga toccata (- toccata: che prudente
Il progetto “Orti e giardini” rende protagonista la Casa di riposo
GIO 5 Luglio Imprimere all'essere il carattere in divenire GIO 26 LUGLIO Le convinzioni nemiche "Non esistono fatti ma solo interpretazioni"F.N. MAR 11 settembre Il "cattivo" passato "la memoria è ridondante, ripete i segni perchè (...) cominci a esistere" I.C. lun 17 settembre Stazione Zero Lettura scenica su test di I.Calvino a cura del "Teatro della Sabbia" a seguire discussione e conclusione. Tutti gli incontri si terranno alle 20.30 presso il giardino di Casa Ricchieri in via G. Ricchieri 2 Moderatore: Domenico Bocale INGRESSO GRATUITO
eufemismo!...). Non solo gli idoli eterni, anche i recentissimi, e perciò i più decrepiti. Per esempio le “idee moderne”. Un gran vento soffia fra gli alberi, dappertutto cadono a terra dei frutti - delle verità. Vediamo lo sperpero di un autunno troppo ricco: si inciampa nelle verità, se ne schiacciano persino alcune – ce ne sono troppe... (….1) Tutto questo è successo durante gli incontri che hanno caratterizzato i “pensieri all'aperto” in questo piccolo giardino, e tutto questo succede ogni qualvolta si scatena la “macchina desiderante”2 del nostro pensiero, a patto che sia veramente nostro e non di quello che il più delle volte si vuole far credere, pensare, immaginare, “desiderare” e se è necessario anche “creare”, ad immagine e somiglianza di chi “ci comanda” e detiene il controllo non solo delle nostre “buone” azioni ma anche dei nostri “cattivi” pensieri. Ed ecco allora che anche quest’anno il giardino di Casa Ricchieri si riapre a tutto ciò con la speranza che i pensieri (vedi locandina con eventi in programma, ndr) possano continuare a fluire guidati nel suo cammino da Italo Calvino che con “Le Città invisibili” sarà un faro nella notte per portarci per mano verso riflessioni ed interrogativi. Casa Ricchieri 1
F. Nietzsche, Ecce homo, come si diventa ciò
che si è. Ed. Adelphi, Milano, 2004. Op. cit. p. 115 af. 2. 2
G. Deleuze e F. Guattari, Lanti-Edipo, capitali-
smo e schizofrenia, ed. Einaudi, 2002. Op. cit. p. 129.
Muggia Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno proclamato il 2012 “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”. Per questo il Comune di Muggia ha deciso di destinare il cinque per mille del gettito Irpef 2008 alla Casa di riposo (per un totale di 4.319 euro) per la realizzazione di iniziative e eventi per e con gli anziani ospiti. La Casa di riposo intrattiene da anni una significativa collaborazione con le scuole muggesane, promuovendo incontri e condividendo progetti finalizzati a favorire i rapporti intergenerazionali. Con l’inizio del nuovo anno scolastico la collaborazione si è arricchita con la programmazione congiunta di un progetto biennale in tema di coltura di erbe aromatiche e medicinal,i consolidando così rapporti significativi e importanti tra i nonni e i ragazzi. Il progetto “Orti e giardini” (traendo ispirazione dal pluripremiato Teddybear, progetto europeo intergenerazionale e transnazionale di Itaca che ha fatto scuola in Europa, ndr) coinvolge, quindi, gli anziani ospiti della Casa di riposo e gli alunni delle classi 4A e 4B della scuola primaria E. De Amicis ma ambisce ad allargare nel tempo la sua condivisione a sempre più classi. Fondamentale la fase “teorica” di presentazione agli alunni da parte degli anziani delle varie piante aromatiche (una ventina), delle loro caratteristiche, proprietà, usi, tecniche di coltivazione, ma anche la fase “pratica” di coltivazione dell'orto, nella quale le classi, con la consulenza tecnica di Marco Marinaz, cureranno le scelte di coltivazione, le semine o i trapianti e lo sviluppo degli ortaggi fino alla raccolta, sempre accompagnati dai “nonni”. Non mancheranno anche “lezioni sull’uso e le tradizioni” che si svilupperanno sull’utilizzo di piante, erbe aromatiche ecc. in cucina e nella medicina popolare da parte degli anziani della Casa di riposo, dell’erborista dott. Laura Marzi e del docente di Fitoterapia dott. Nerio Nesladek. Particolare attenzione sarà rivolta anche al
recupero e alla pulizia degli spazi attraverso la sistemazione dell’area verde attigua al plesso scolastico, la manutenzione della serra comunale e la sistemazione del giardino della Casa di riposo. A conclusione del progetto, le attività svolte, i racconti e gli aneddoti, le curiosità locali, le ricette così come la documentazione fotografica, scritta ed il materiale raccolto saranno elaborati, organizzati e pubblicati in un opuscolo sulla coltivazione, essicazione e consumo delle erbe aromatiche. L’assessore Giorgio Kosic: «È un’iniziativa particolarmente significativa, non solo perché offre
ai ragazzi la possibilità di apprendere nuove conoscenze in modo interattivo, ma anche perché favorisce la condivisione di progetti e la collaborazione tra generazioni attraverso la trasmissione di sapere e di ricordi. L’obiettivo è il recupero di quella memoria storica che è il grande patrimonio del nostro territorio. Un ringraziamento va, in particolar modo, ai volontari ed ai collaboratori, grazie alla passione ed all’impegno dei quali si è potuto attuare questo progetto». Fonte: Il Piccolo 06-04-12, 34 Nazionale
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“Pensieri all'Aperto” a Casa Ricchieri
I nonni insegnano l’orticoltura alle elementari
Discorso intorno all'essere dell'intelligenza Pordenone L'esperienza vissuta attraverso il libero fluire dei pensieri, all'aperto, nel giardino esposto sul retro di Casa Ricchieri, svela subito agli occhi della mente uno scenario che permette di destrutturare i preconcetti di quanti vivono ancora il concetto di follia come difetto umano. La scorsa estate le persone che vivono Casa Ricchieri hanno semplicemente espresso intorno ad un tavolo la capacità di mettere insieme una carica esplosiva di passioni ed emozioni, che come in uno scorrere di un fiume in piena straripano in parole che, in breve tempo, diventano discorso e poi discorso intorno all'essere, nel senso più autentico del termine composto da “ontos” (essere) e “logos” (discorso, così come lo intendevano i Greci). Come dimenticare il primo incontro, in cui dopo aver brevemente introdotto i concetti di “intelligenza” e di “dubbio” nella misura in cui sono reciprocamente interconnessi, un ospite della comunità è intervenuto entrando immediatamente nel vivo dell'argomento e sostenendo che il concetto di intelligenza deve avere una sua autonomia, indipendentemente dalla sfera etica (bene, male, coscienza, ecc...). L'intelligenza – continua sempre lo stesso ospite – non ha bisogno di essere affiliata né a Dio né tantomeno all'“Io” e a tutto ciò che ne deriva, essa è svincolata da tutto ed è di per se stessa libera. Questo è il semplice prologo del discorso intorno all'essere dell'intelligenza che abbiamo avuto il piacere di intavolare insieme alle persone che abitano questa Casa. E' chiaro che le connessioni, la messa in discussione degli argomenti e le varie sinapsi provocate dal gruppo sono state molteplici e qui non possiamo citarle tutte, ma già questo esempio rende l'idea di ciò che si è generato. Sul fare iniziale dell'argomento si è messo sul tavolo l'abbozzo di una trattazione infinita (autonomia o eteronomia dell'intelligenza), che ha attraversato tutta la storia del pensiero occidentale e sta ancora impegnando l'orizzonte attuale della 12 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
riflessione. Su quest'ultimo proposito ed in particolare sull'attualità “destrutturante” della capacità di giudizio, il gruppo di pensiero ha sperimentato ampiamente la necessità di mettere in campo la decostruzione degli argomenti ritenuti comodi e certi. L'incontro di luglio infatti era stato dedicato alla “nascita dell'errore” e nel dibattito all'aperto sono state sfatate molte verità preconfezionate dal sistema in cui viviamo. Basti pensare alle verità della televisione che, secondo quanto sostiene un ospite della comunità, sono costruite per togliere spazio all'immaginazione, in quanto si limiterebbero a proporre un'immagine prestabilita e valida per tutti. Da qui la necessità di decostruire l'impianto conformista dell'industria televisiva e dare aria e nuova linfa al potere della creazione, in modo che si possa finalmente attuare una produzione artistica scatenata dal nostro intelletto e non da un apparecchio (quello televisivo) che aumenta continuamente di potenza e distrugge in modo direttamente proporzionale la nostra capacità di giudizio, poiché ci sostituisce nel pensare e nell'immaginare. Anche qui siamo solo all'inizio della discussione, che è proseguita attraversando gli argomenti del consumismo legato alla creazione dei falsi bisogni, alle ragioni profonde dell'economia che strutturano l'assetto del potere temporale e spirituale ecc... Ecco da dove deriva la necessità di destrutturare, dalla capacità critica (e dirompente) di scoprire dove sta l'errore e rendere manifesta la falsificazione della realtà. Si potrebbe andare avanti all'infinito citando altri contributi al confronto, come quello squisitamente ermeneutico legato al tema dell'interpretazione e di come, nella fattispecie, diversi autori sono stati strumentalizzati dal potere ma, arrivati a questo punto, nessuno meglio di Nietzsche (che sempre accompagna queste serate), può aiutarci a comprendere l'atmosfera che quella sera abbiamo avuto la fortuna di creare. “Non c'è realtà, non c'è “idealità” che in questo scritto non venga toccata (- toccata: che prudente
Il progetto “Orti e giardini” rende protagonista la Casa di riposo
GIO 5 Luglio Imprimere all'essere il carattere in divenire GIO 26 LUGLIO Le convinzioni nemiche "Non esistono fatti ma solo interpretazioni"F.N. MAR 11 settembre Il "cattivo" passato "la memoria è ridondante, ripete i segni perchè (...) cominci a esistere" I.C. lun 17 settembre Stazione Zero Lettura scenica su test di I.Calvino a cura del "Teatro della Sabbia" a seguire discussione e conclusione. Tutti gli incontri si terranno alle 20.30 presso il giardino di Casa Ricchieri in via G. Ricchieri 2 Moderatore: Domenico Bocale INGRESSO GRATUITO
eufemismo!...). Non solo gli idoli eterni, anche i recentissimi, e perciò i più decrepiti. Per esempio le “idee moderne”. Un gran vento soffia fra gli alberi, dappertutto cadono a terra dei frutti - delle verità. Vediamo lo sperpero di un autunno troppo ricco: si inciampa nelle verità, se ne schiacciano persino alcune – ce ne sono troppe... (….1) Tutto questo è successo durante gli incontri che hanno caratterizzato i “pensieri all'aperto” in questo piccolo giardino, e tutto questo succede ogni qualvolta si scatena la “macchina desiderante”2 del nostro pensiero, a patto che sia veramente nostro e non di quello che il più delle volte si vuole far credere, pensare, immaginare, “desiderare” e se è necessario anche “creare”, ad immagine e somiglianza di chi “ci comanda” e detiene il controllo non solo delle nostre “buone” azioni ma anche dei nostri “cattivi” pensieri. Ed ecco allora che anche quest’anno il giardino di Casa Ricchieri si riapre a tutto ciò con la speranza che i pensieri (vedi locandina con eventi in programma, ndr) possano continuare a fluire guidati nel suo cammino da Italo Calvino che con “Le Città invisibili” sarà un faro nella notte per portarci per mano verso riflessioni ed interrogativi. Casa Ricchieri 1
F. Nietzsche, Ecce homo, come si diventa ciò
che si è. Ed. Adelphi, Milano, 2004. Op. cit. p. 115 af. 2. 2
G. Deleuze e F. Guattari, Lanti-Edipo, capitali-
smo e schizofrenia, ed. Einaudi, 2002. Op. cit. p. 129.
Muggia Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno proclamato il 2012 “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”. Per questo il Comune di Muggia ha deciso di destinare il cinque per mille del gettito Irpef 2008 alla Casa di riposo (per un totale di 4.319 euro) per la realizzazione di iniziative e eventi per e con gli anziani ospiti. La Casa di riposo intrattiene da anni una significativa collaborazione con le scuole muggesane, promuovendo incontri e condividendo progetti finalizzati a favorire i rapporti intergenerazionali. Con l’inizio del nuovo anno scolastico la collaborazione si è arricchita con la programmazione congiunta di un progetto biennale in tema di coltura di erbe aromatiche e medicinal,i consolidando così rapporti significativi e importanti tra i nonni e i ragazzi. Il progetto “Orti e giardini” (traendo ispirazione dal pluripremiato Teddybear, progetto europeo intergenerazionale e transnazionale di Itaca che ha fatto scuola in Europa, ndr) coinvolge, quindi, gli anziani ospiti della Casa di riposo e gli alunni delle classi 4A e 4B della scuola primaria E. De Amicis ma ambisce ad allargare nel tempo la sua condivisione a sempre più classi. Fondamentale la fase “teorica” di presentazione agli alunni da parte degli anziani delle varie piante aromatiche (una ventina), delle loro caratteristiche, proprietà, usi, tecniche di coltivazione, ma anche la fase “pratica” di coltivazione dell'orto, nella quale le classi, con la consulenza tecnica di Marco Marinaz, cureranno le scelte di coltivazione, le semine o i trapianti e lo sviluppo degli ortaggi fino alla raccolta, sempre accompagnati dai “nonni”. Non mancheranno anche “lezioni sull’uso e le tradizioni” che si svilupperanno sull’utilizzo di piante, erbe aromatiche ecc. in cucina e nella medicina popolare da parte degli anziani della Casa di riposo, dell’erborista dott. Laura Marzi e del docente di Fitoterapia dott. Nerio Nesladek. Particolare attenzione sarà rivolta anche al
recupero e alla pulizia degli spazi attraverso la sistemazione dell’area verde attigua al plesso scolastico, la manutenzione della serra comunale e la sistemazione del giardino della Casa di riposo. A conclusione del progetto, le attività svolte, i racconti e gli aneddoti, le curiosità locali, le ricette così come la documentazione fotografica, scritta ed il materiale raccolto saranno elaborati, organizzati e pubblicati in un opuscolo sulla coltivazione, essicazione e consumo delle erbe aromatiche. L’assessore Giorgio Kosic: «È un’iniziativa particolarmente significativa, non solo perché offre
ai ragazzi la possibilità di apprendere nuove conoscenze in modo interattivo, ma anche perché favorisce la condivisione di progetti e la collaborazione tra generazioni attraverso la trasmissione di sapere e di ricordi. L’obiettivo è il recupero di quella memoria storica che è il grande patrimonio del nostro territorio. Un ringraziamento va, in particolar modo, ai volontari ed ai collaboratori, grazie alla passione ed all’impegno dei quali si è potuto attuare questo progetto». Fonte: Il Piccolo 06-04-12, 34 Nazionale
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notturni di_versi 2012
Portogruaro – Galleria d’Arte Contemporanea Ai Molini e Piazzetta della Pescheria ore 21.00
Quanta limpidezza d’aria c’è oggi Se lo sguardo ha spazio siamo tutti viaggiatori Bastano i filari delle viti come rotta E la scia di aerei a sostenere il cielo
piccolo festival della poesia e delle arti notturne per Sara Orlando
Regione Veneto
sabato 7 luglio 2012
Francesco Tomada
RetEventi
Provincia di Venezia
L’iniziativa viene realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Regione del Veneto – Province del Veneto
Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Teglio Veneto 23 giugno - 2 agosto 2012
PROGRAMMA sabato 23 giugno 2012
Portogruaro - Vivai Bejaflor - Viale Udine, 34 ore 21.00
READING Acque di Acqua in collaborazione con Associazione Culturale Cultura Globale di Cormons (GO). A seguire Nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di Pramaggiore Rinfresco offerto da Vivai Bejaflor
sabato 30 giugno 2012
Teglio Veneto - Villa Dell'Anna-Brezzi - Via Parz, 4 ore 21.00
TEGLIO POESIA Premiazione del premio Teglio Poesia Accompagnamento musicale dei jazzisti Daniele D'Agaro (sassofoni) e Luigi Vitale (vibrafono e marimba). La giuria è presieduta da Gianmario Villalta (direttore artistico del pordenonelegge). Presenta Daniele Chiarotto. Rinfresco offerto dal Comune di Teglio Veneto 14 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Concordia Sagittaria - Alchemica Officina delle Arti - Via Casona, 7 - Località Franzona ore 21.00
ESPOZIONE - READING Libri di_versi#4
ESPOSIZIONI - READING Poetico Pachtwork
a seguire Nutri_menti a cura del PdB La mostra sarà aperta fino al 22 luglio Con i seguenti orari: mercoledì 21.00 – 23.00; giovedì 10.00 - 12.00; venerdì, sabato, domenica 17.00 – 19.00
A seguire Nutri_menti a cura di Alchemica Officina delle Arti
Assessorato alla Cultura
notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne Associazione Culturale Porto dei Benandanti (VE) Amministrazione Comunale di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Concordia Sagittaria (VE) Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Teglio Veneto (VE) Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone (PN)
venerdì 13 luglio 2012
mercoledì 11 luglio 2012
Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00
INCONTRI Il paese dei buoni e dei cattivi
sabato 14 luglio 2012
Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Giovanni, 10 ore 21.00
ESPOSIZIONI Personale di Ennio Malisan In collaborazione con L&A di Teglio Veneto e Studio Arkema di Portogruaro
di Federica Sgaggio a cura di Simone Marcuzzi. In collaborazione con Libreria LAB.
sabato 14 luglio 2012
Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Giovanni, 10 ore 21.30
INCONTRI Il riparo che non ho di Giovanni Fierro presentazione a cura di Piero Simon Ostan In collaborazione con L&A di Teglio Veneto e Studio Arkema di Portogruaro
mercoledì 18 luglio 2012
Portogruaro – Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00
INCONTRI 10 italiani che hanno conquistato il mondo di Simone Marcuzzi Il libro di Simone Marcuzzi è una raccolta di dieci racconti su dieci italiani che hanno reso famoso il nostro a cura di Roberto Cescon. In collaborazione con Libreria LAB.
mercoledì 4 luglio 2012
Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00
INCONTRI Perciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta a cura di Piero Simon Ostan e Roberto Cescon. In collaborazione con Libreria LAB
venerdì 6 luglio 2012
Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.00
INCONTRI La generazione entrante a cura di Matteo Fantuzzi
venerdì 6 luglio 2012
Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.30
TEATRALITà Magari Compagnia teatrale La Luna al Guinzaglio. A seguire Nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Mazzolada di Portogruaro
“Tutto per tutti” alla 2^ edizione Con Genius Loci il mercatino dell’usato si fa intergenerazionale Pordenone Successo a Villanova di Pordenone per la seconda edizione di “Tutto per tutti”, mercatino dell’usato aperto ad adulti e bambini svoltosi domenica 13 maggio. Una iniziativa nata dalla volontà e dall’entusiasmo delle associazioni e dei singoli cittadini del quartiere, partecipanti alle riunioni mensili del progetto Genius Loci. Nonostante i molti concomitanti eventi previsti nel fine settimana in città, la manifestazione ha riscontrato un buon successo di pubblico. Ben sessanta i banchetti dei venditori, la metà dei quali occupati dai bambini insieme ai loro genitori. Presenti anche diversi cittadini stranieri (africani, sudamericani, turchi) e una rappresentanza dei genitori degli alunni della scuola primaria di Villanova e della scuola dell’infanzia di Borgomeduna. Causa le avverse condizioni climatiche, la manifestazione si è svolta all’interno del Palatenda del centro sportivo A. Lupieri, comunque garantendo delle ottime condizioni di vivibilità e sicurezza. Nel corso della mattinata si è proceduto con ordine e
tranquillità all’allestimento dei banchetti. Dopo la ‘pastasciuttata’, preparata e offerta dall’associazione Festa in Piassa, e che ha visto la presenza di circa 130 persone (tra cui anche alcuni anziani del centro sociale Glorialanza), si è ufficialmente aperto il mercatino. Nel corso del pomeriggio diversi sono stati i momenti di animazione: alle 15 con i giochi proposti dal gruppo Assiscout e alle 17 con l’esibizione della scuola di ballo Fantasy. A metà pomeriggio è stata offerta la merenda a tutti i bambini. Non sono poi mancate altre gradite sorprese, tra cui un’inattesa lezione di musica africana che un cittadino del Burkina Faso ha tenuto a diversi bambini, quasi increduli di poter utilizzare liberamente (e senza limitazioni di tempo) quegli stessi strumenti tradizionali che nel corso della mattinata avevano ammirato in vendita in uno dei banchetti del mercatino. Noi operatori di Genius Loci abbiamo ricevuto l’apprezzamento per la buona organizzazione da parte di molti standisti ma anche da diversi clienti del mercatino stesso. Nonostante qualcuno abbia realizzato guadagni un po’ inferiori rispetto alle
aspettative, nessuno ha mancato di sottolineare che ciò è stato ampiamente compensato dal divertimento e dal positivo spirito di aggregazione percepito durante tutto l’arco della giornata. Tanto che parecchi sono stati i cittadini a chiederci di ripetere l’iniziativa. Gianluca Dal Cin
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Portogruaro – Galleria d’Arte Contemporanea Ai Molini e Piazzetta della Pescheria ore 21.00
Quanta limpidezza d’aria c’è oggi Se lo sguardo ha spazio siamo tutti viaggiatori Bastano i filari delle viti come rotta E la scia di aerei a sostenere il cielo
piccolo festival della poesia e delle arti notturne per Sara Orlando
Regione Veneto
sabato 7 luglio 2012
Francesco Tomada
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L’iniziativa viene realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Regione del Veneto – Province del Veneto
Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Teglio Veneto 23 giugno - 2 agosto 2012
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Portogruaro - Vivai Bejaflor - Viale Udine, 34 ore 21.00
READING Acque di Acqua in collaborazione con Associazione Culturale Cultura Globale di Cormons (GO). A seguire Nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di Pramaggiore Rinfresco offerto da Vivai Bejaflor
sabato 30 giugno 2012
Teglio Veneto - Villa Dell'Anna-Brezzi - Via Parz, 4 ore 21.00
TEGLIO POESIA Premiazione del premio Teglio Poesia Accompagnamento musicale dei jazzisti Daniele D'Agaro (sassofoni) e Luigi Vitale (vibrafono e marimba). La giuria è presieduta da Gianmario Villalta (direttore artistico del pordenonelegge). Presenta Daniele Chiarotto. Rinfresco offerto dal Comune di Teglio Veneto 14 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Concordia Sagittaria - Alchemica Officina delle Arti - Via Casona, 7 - Località Franzona ore 21.00
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ESPOSIZIONI - READING Poetico Pachtwork
a seguire Nutri_menti a cura del PdB La mostra sarà aperta fino al 22 luglio Con i seguenti orari: mercoledì 21.00 – 23.00; giovedì 10.00 - 12.00; venerdì, sabato, domenica 17.00 – 19.00
A seguire Nutri_menti a cura di Alchemica Officina delle Arti
Assessorato alla Cultura
notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne Associazione Culturale Porto dei Benandanti (VE) Amministrazione Comunale di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Concordia Sagittaria (VE) Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro (VE) Amministrazione Comunale di Teglio Veneto (VE) Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone (PN)
venerdì 13 luglio 2012
mercoledì 11 luglio 2012
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di Federica Sgaggio a cura di Simone Marcuzzi. In collaborazione con Libreria LAB.
sabato 14 luglio 2012
Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Giovanni, 10 ore 21.30
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mercoledì 18 luglio 2012
Portogruaro – Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00
INCONTRI 10 italiani che hanno conquistato il mondo di Simone Marcuzzi Il libro di Simone Marcuzzi è una raccolta di dieci racconti su dieci italiani che hanno reso famoso il nostro a cura di Roberto Cescon. In collaborazione con Libreria LAB.
mercoledì 4 luglio 2012
Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00
INCONTRI Perciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta a cura di Piero Simon Ostan e Roberto Cescon. In collaborazione con Libreria LAB
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Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.00
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Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.30
TEATRALITà Magari Compagnia teatrale La Luna al Guinzaglio. A seguire Nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Mazzolada di Portogruaro
“Tutto per tutti” alla 2^ edizione Con Genius Loci il mercatino dell’usato si fa intergenerazionale Pordenone Successo a Villanova di Pordenone per la seconda edizione di “Tutto per tutti”, mercatino dell’usato aperto ad adulti e bambini svoltosi domenica 13 maggio. Una iniziativa nata dalla volontà e dall’entusiasmo delle associazioni e dei singoli cittadini del quartiere, partecipanti alle riunioni mensili del progetto Genius Loci. Nonostante i molti concomitanti eventi previsti nel fine settimana in città, la manifestazione ha riscontrato un buon successo di pubblico. Ben sessanta i banchetti dei venditori, la metà dei quali occupati dai bambini insieme ai loro genitori. Presenti anche diversi cittadini stranieri (africani, sudamericani, turchi) e una rappresentanza dei genitori degli alunni della scuola primaria di Villanova e della scuola dell’infanzia di Borgomeduna. Causa le avverse condizioni climatiche, la manifestazione si è svolta all’interno del Palatenda del centro sportivo A. Lupieri, comunque garantendo delle ottime condizioni di vivibilità e sicurezza. Nel corso della mattinata si è proceduto con ordine e
tranquillità all’allestimento dei banchetti. Dopo la ‘pastasciuttata’, preparata e offerta dall’associazione Festa in Piassa, e che ha visto la presenza di circa 130 persone (tra cui anche alcuni anziani del centro sociale Glorialanza), si è ufficialmente aperto il mercatino. Nel corso del pomeriggio diversi sono stati i momenti di animazione: alle 15 con i giochi proposti dal gruppo Assiscout e alle 17 con l’esibizione della scuola di ballo Fantasy. A metà pomeriggio è stata offerta la merenda a tutti i bambini. Non sono poi mancate altre gradite sorprese, tra cui un’inattesa lezione di musica africana che un cittadino del Burkina Faso ha tenuto a diversi bambini, quasi increduli di poter utilizzare liberamente (e senza limitazioni di tempo) quegli stessi strumenti tradizionali che nel corso della mattinata avevano ammirato in vendita in uno dei banchetti del mercatino. Noi operatori di Genius Loci abbiamo ricevuto l’apprezzamento per la buona organizzazione da parte di molti standisti ma anche da diversi clienti del mercatino stesso. Nonostante qualcuno abbia realizzato guadagni un po’ inferiori rispetto alle
aspettative, nessuno ha mancato di sottolineare che ciò è stato ampiamente compensato dal divertimento e dal positivo spirito di aggregazione percepito durante tutto l’arco della giornata. Tanto che parecchi sono stati i cittadini a chiederci di ripetere l’iniziativa. Gianluca Dal Cin
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 15
Attualità
Attualità
Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi Dalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012
Pordenone Mentre nel 1978 la legge 180 fu approvata in Parlamento praticamente all’unanimità, il 17 maggio 2012 la Commissione parlamentare Affari sociali adotta un testo base in materia di assistenza psichiatrica non condiviso neppure dal Governo, cha ha però il merito di sollevare tante critiche e rimettere in moto la riflessione sulla salute mentale. Ricordiamo che il 31 marzo è scaduto il termine entro cui Regioni ed enti locali si sarebbero dovuti dotare di piani per l’accoglienza degli internati negli Opg, cosa che non è avvenuta in alcun posto. E che è in atto un confronto Stato – Regioni, dove è in corso di elaborazione un Atto di intesa per definire le linee per l’assistenza sanitaria e sociale delle persone con disturbi mentali. Dal lavoro della Commissione parlamentare scaturiscono delle “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica”, dal confronto Stato – Regione un “Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale”. Sappiamo che ogni parola ha un significato 16 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
che va ben oltre la stessa. Passare dal termine “psichiatria” a quello “salute mentale” è stato per molti un percorso lungo, anche sofferto e contrastato, che ha significato passare da un concetto ed un mondo di chiusura, violazione, negazione ad uno di apertura, rispetto, affermazione. Non per niente si chiamano Dipartimenti di Salute Mentale e Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Leggendo la proposta di testo unificato in materia di assistenza psichiatrica, è triste constatare che il legislatore si ponga chiaramente (primo articolo) l’obiettivo di garantire la continuità degli interventi psichiatrici per l’intero ciclo di vita, dando l’impressione di ritenere scontato che dalla malattia mentale non si possa “guarire”. Passando ad interpretare un po’ di sigle, ci accorgiamo che l’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio, su disposizione medica, avvisato il Sindaco) è un pre - TSO, che può durare al massimo 48 ore, che viene effettuato al di fuori dei reparti di diagnosi e cura qualora il paziente manifesti un rifiuto attivo. Il TSN (Trattamento Sanitario Necessario) è nella pratica il vecchio TSO, infatti si riman-
da all’art. 35 della legge 833/78. Con qualche piccola differenza però: i 7 giorni previsti dalla 833 diventano 15. Tempo comunque limitato probabilmente per non aggravare i costi di degenza ospedaliera. Infatti l’articolo successivo introduce il TSN sine-die. E’ quello extraospedaliero che, offrendo la garanzia di un progetto terapeutico personalizzato scritto, verificato dal giudice tutelare trimestralmente, può durare un anno per “vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici”, obbligandolo a stare nelle comunità accreditate o nelle residenze protette. Se non è chiaro cosa succede, se lui vuole andarsene e magari se ne va (ogni tanto accade, a meno che non si mettano le sbarre alle finestre, ma per fortuna anche in questo caso a volte si evade), è chiaro che, come prescritto nella legge n. 36 del 1904, il giudice nomina automaticamente, in caso di trattamento necessario extraospedaliero prolungato, “un tutore e amministratore provvisorio che abbia la rappresentanza legale dell’alienato”, pardon, siamo nel 2012, un “amministratore di sostegno per la persona sottoposta al trattamento”. È questo che rende “inutile” l’iniziativa di legge e rende vane anche quelle affermazioni condivisibili, che pur ci sono, ma che nell’agire quotidiano già si praticano ogniqualvolta possibile. Le iniziative di prevenzione e lotta allo stigma, il lavoro sulla doppia diagnosi, gli inserimenti lavorativi, i rapporti con le università, le visite a domicilio, l’informazione ai familiari (la formazione anche, le tecniche di autodifesa no) sono buone prassi, certo non presenti in tutti i territori. Dipende dalle risorse, umane ed economiche a disposizione, per cui come dieci anni fa proviamo a pensare quanti soldi vengono spesi in questa vuota discussione invece che in modo utile e condiviso… , ed iniziamo a farlo. Ardea Moretti
Venti di Itaca a Folkest Pordenone 22 luglio ore 21.15 piazza XX Settembre
Pordenone Itaca festeggia i suoi primi 20 anni di vita intrecciando musica e diritti assieme a Folkest, il più importante Folk Festival d’Europa, che farà tappa a Pordenone domenica 22 luglio dedicando una serata di riflessione ai temi del sociale, più precisamente alla sensibilizzazione sulla salute mentale. All’interno di un evento completamente gratuito e dedicato alla città, che si svolgerà sul palcoscenico naturale di piazza XX Settembre, Saba Anglana, nata a Mogadiscio da mamma etiope e padre italiano, presenterà il suo personalissimo melting pot – prima di tutto interiore e culturale - di parole e suoni, di note ed emozioni, di ricerca e valorizzazione delle proprie radici multi ed inter etniche. All’appuntamento del 22 luglio Itaca vuole dare una connotazione simbolica legata alla salute mentale, tema principe della collaborazione (dal 2001) con Folkest. Che arriva in concomitanza con il recente atto politico della Commissione Affari sociali che ha adottato – con un blitz di Pdl e Lega – il testo base in materia di assistenza psichiatrica (non condiviso neppure dal Governo) volto alla controriforma della Legge 180. Un tentativo - già fallito più volte in passato - di scardinare l’epocale rivoluzione partita nel 1978 grazie allo psichiatra veneziano Franco Basaglia, che abolì i manicomi e restituì il diritto ad avere diritti e ad essere persone, prima di tutto, ai “matti” che vi erano stati vergognosamente rinchiusi. Lager, istituzioni totali e totalizzanti che il relatore del testo, Carlo Ciccioli (Pdl), vorrebbe riaprire restaurandone l’orrore e l’infamia. Trasformandoli in “manicomietti” dati in gestione a privati. Un passo indietro improvviso di 40 anni avverso il quale la Cooperativa Itaca da sempre ha fatto sentire la sua voce e che, se approvato, prevede che la persona con sofferenza mentale venga reclusa nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, anche contro la propria volontà. Tornando all’appuntamento pordenonese con “Itaca a Folkest per la salute mentale”, il progetto vede da ben 8 estati il Comune di Pordenone
Saba Anglana per i diritti Sul palco naturale della centralissima e suggestiva piazza XX Settembre di Pordenone il 22 luglio alle 21.15 arriva il progetto artistico di Saba Anglana, cantante italo-etiope. Autrice di un disco dalle sonorità afro-occidentali che è un inno al meticciato musicale (Jidtka, The Line con l'etichetta World Music Network), Saba è cresciuta fino a cinque anni a Mogadiscio in Somalia quando, dopo l’arrivo di Siad Barre (1969), suo padre, un dirigente italiano, e sua madre, una somala di sangue etiope, furono costretti a fare le valigie. Troppo pericoloso rimanere lì per una famiglia di sangue misto malvista dalle autorità somale. Una fuga traumatica che si è trasformata oggi, qualche decennio dopo, in un'occasione di riflessione artistica per questa figlia della diaspora che vive a Roma e che nella sua vita ha fatto anche l’attrice teatrale e televisiva, la doppiatrice, l'autrice. Il suo album e la sua ricerca sono soprattutto un tentativo di ritrovare le proprie radici, di parlare attraverso l’arte di un’identità impossibile, plurima e sfaccettata: mezza etiope, mezza somala, mezza italiana, né africana né italiana. Forse solo apolide o come lei dice "straniera in ogni dove", come tutti i figli della diaspora e dell'immigrazione, costretti a uno sdoppiamento identitario che a volte li rende più forti.
partecipare attivamente grazie all’Assessorato alla Cultura. Perché salvaguardia delle persone con sofferenza mentale e delle loro famiglie significa anche accoglienza e rispetto di tutte le individualità. Perché tutela del diritto di cittadinanza è sinonimo anche di potenziamento dell'autonomia della persona e valorizzazione di tutte le abilità. L’appuntamento – che rientra nel ricco cartellone pordenonese di Estate in Città 2012 e nell’altrettanto fecondo programma di Folkest – è previsto domenica 22 luglio alle 21.15 con un grande concerto (ad ingresso libero) sul palcoscenico naturale della suggestiva piazza XX Settembre (in caso di maltempo al Deposito Giordani). E’ iniziato nel frattempo il conto alla rovescia per FAB (www.i-fab.it), il grande evento del 29 giugno ore 17.30 previsto sempre a Pordenone tra il chiostro dell’ex convento di San Francesco e la nostra prima e storica sede (nella via omonima). Il 29 giugno del 1992 nacque ufficialmente Itaca. Il 29 giugno del 2012 presenteremo in anteprima nazionale il nostro progetto rivolto alla comunità. Una sorta di restituzione
al territorio del nostro impegno sociale in questi primi 20 anni. Fondato sulla collaborazione e la condivisione delle esperienze, FAB è dedicato a chi sente di avere l’idea buona, e vuole farla crescere assieme agli altri. Perché FAB è un generatore di impresa, ma diverso. E' uno strumento innovativo che funziona grazie alla forza delle persone. È un progetto che rende migliore la qualità della vita, dell’ambiente, della comunità. Tornando a Folkest, sono oramai dodici gli anni trascorsi da quel primo incontro. Con il Comune di Pordenone e con Saba Anglana vogliamo continuare a condividere un cammino ed un progetto comune per promuovere il lavoro di rete e di incontri. Per sostenere (e osteggiare le derive della democrazia) diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l'aiuto reciproco al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico, sociale, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere. Fabio Della Pietra
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Attualità
Attualità
Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi Dalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012
Pordenone Mentre nel 1978 la legge 180 fu approvata in Parlamento praticamente all’unanimità, il 17 maggio 2012 la Commissione parlamentare Affari sociali adotta un testo base in materia di assistenza psichiatrica non condiviso neppure dal Governo, cha ha però il merito di sollevare tante critiche e rimettere in moto la riflessione sulla salute mentale. Ricordiamo che il 31 marzo è scaduto il termine entro cui Regioni ed enti locali si sarebbero dovuti dotare di piani per l’accoglienza degli internati negli Opg, cosa che non è avvenuta in alcun posto. E che è in atto un confronto Stato – Regioni, dove è in corso di elaborazione un Atto di intesa per definire le linee per l’assistenza sanitaria e sociale delle persone con disturbi mentali. Dal lavoro della Commissione parlamentare scaturiscono delle “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica”, dal confronto Stato – Regione un “Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale”. Sappiamo che ogni parola ha un significato 16 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
che va ben oltre la stessa. Passare dal termine “psichiatria” a quello “salute mentale” è stato per molti un percorso lungo, anche sofferto e contrastato, che ha significato passare da un concetto ed un mondo di chiusura, violazione, negazione ad uno di apertura, rispetto, affermazione. Non per niente si chiamano Dipartimenti di Salute Mentale e Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Leggendo la proposta di testo unificato in materia di assistenza psichiatrica, è triste constatare che il legislatore si ponga chiaramente (primo articolo) l’obiettivo di garantire la continuità degli interventi psichiatrici per l’intero ciclo di vita, dando l’impressione di ritenere scontato che dalla malattia mentale non si possa “guarire”. Passando ad interpretare un po’ di sigle, ci accorgiamo che l’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio, su disposizione medica, avvisato il Sindaco) è un pre - TSO, che può durare al massimo 48 ore, che viene effettuato al di fuori dei reparti di diagnosi e cura qualora il paziente manifesti un rifiuto attivo. Il TSN (Trattamento Sanitario Necessario) è nella pratica il vecchio TSO, infatti si riman-
da all’art. 35 della legge 833/78. Con qualche piccola differenza però: i 7 giorni previsti dalla 833 diventano 15. Tempo comunque limitato probabilmente per non aggravare i costi di degenza ospedaliera. Infatti l’articolo successivo introduce il TSN sine-die. E’ quello extraospedaliero che, offrendo la garanzia di un progetto terapeutico personalizzato scritto, verificato dal giudice tutelare trimestralmente, può durare un anno per “vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici”, obbligandolo a stare nelle comunità accreditate o nelle residenze protette. Se non è chiaro cosa succede, se lui vuole andarsene e magari se ne va (ogni tanto accade, a meno che non si mettano le sbarre alle finestre, ma per fortuna anche in questo caso a volte si evade), è chiaro che, come prescritto nella legge n. 36 del 1904, il giudice nomina automaticamente, in caso di trattamento necessario extraospedaliero prolungato, “un tutore e amministratore provvisorio che abbia la rappresentanza legale dell’alienato”, pardon, siamo nel 2012, un “amministratore di sostegno per la persona sottoposta al trattamento”. È questo che rende “inutile” l’iniziativa di legge e rende vane anche quelle affermazioni condivisibili, che pur ci sono, ma che nell’agire quotidiano già si praticano ogniqualvolta possibile. Le iniziative di prevenzione e lotta allo stigma, il lavoro sulla doppia diagnosi, gli inserimenti lavorativi, i rapporti con le università, le visite a domicilio, l’informazione ai familiari (la formazione anche, le tecniche di autodifesa no) sono buone prassi, certo non presenti in tutti i territori. Dipende dalle risorse, umane ed economiche a disposizione, per cui come dieci anni fa proviamo a pensare quanti soldi vengono spesi in questa vuota discussione invece che in modo utile e condiviso… , ed iniziamo a farlo. Ardea Moretti
Venti di Itaca a Folkest Pordenone 22 luglio ore 21.15 piazza XX Settembre
Pordenone Itaca festeggia i suoi primi 20 anni di vita intrecciando musica e diritti assieme a Folkest, il più importante Folk Festival d’Europa, che farà tappa a Pordenone domenica 22 luglio dedicando una serata di riflessione ai temi del sociale, più precisamente alla sensibilizzazione sulla salute mentale. All’interno di un evento completamente gratuito e dedicato alla città, che si svolgerà sul palcoscenico naturale di piazza XX Settembre, Saba Anglana, nata a Mogadiscio da mamma etiope e padre italiano, presenterà il suo personalissimo melting pot – prima di tutto interiore e culturale - di parole e suoni, di note ed emozioni, di ricerca e valorizzazione delle proprie radici multi ed inter etniche. All’appuntamento del 22 luglio Itaca vuole dare una connotazione simbolica legata alla salute mentale, tema principe della collaborazione (dal 2001) con Folkest. Che arriva in concomitanza con il recente atto politico della Commissione Affari sociali che ha adottato – con un blitz di Pdl e Lega – il testo base in materia di assistenza psichiatrica (non condiviso neppure dal Governo) volto alla controriforma della Legge 180. Un tentativo - già fallito più volte in passato - di scardinare l’epocale rivoluzione partita nel 1978 grazie allo psichiatra veneziano Franco Basaglia, che abolì i manicomi e restituì il diritto ad avere diritti e ad essere persone, prima di tutto, ai “matti” che vi erano stati vergognosamente rinchiusi. Lager, istituzioni totali e totalizzanti che il relatore del testo, Carlo Ciccioli (Pdl), vorrebbe riaprire restaurandone l’orrore e l’infamia. Trasformandoli in “manicomietti” dati in gestione a privati. Un passo indietro improvviso di 40 anni avverso il quale la Cooperativa Itaca da sempre ha fatto sentire la sua voce e che, se approvato, prevede che la persona con sofferenza mentale venga reclusa nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, anche contro la propria volontà. Tornando all’appuntamento pordenonese con “Itaca a Folkest per la salute mentale”, il progetto vede da ben 8 estati il Comune di Pordenone
Saba Anglana per i diritti Sul palco naturale della centralissima e suggestiva piazza XX Settembre di Pordenone il 22 luglio alle 21.15 arriva il progetto artistico di Saba Anglana, cantante italo-etiope. Autrice di un disco dalle sonorità afro-occidentali che è un inno al meticciato musicale (Jidtka, The Line con l'etichetta World Music Network), Saba è cresciuta fino a cinque anni a Mogadiscio in Somalia quando, dopo l’arrivo di Siad Barre (1969), suo padre, un dirigente italiano, e sua madre, una somala di sangue etiope, furono costretti a fare le valigie. Troppo pericoloso rimanere lì per una famiglia di sangue misto malvista dalle autorità somale. Una fuga traumatica che si è trasformata oggi, qualche decennio dopo, in un'occasione di riflessione artistica per questa figlia della diaspora che vive a Roma e che nella sua vita ha fatto anche l’attrice teatrale e televisiva, la doppiatrice, l'autrice. Il suo album e la sua ricerca sono soprattutto un tentativo di ritrovare le proprie radici, di parlare attraverso l’arte di un’identità impossibile, plurima e sfaccettata: mezza etiope, mezza somala, mezza italiana, né africana né italiana. Forse solo apolide o come lei dice "straniera in ogni dove", come tutti i figli della diaspora e dell'immigrazione, costretti a uno sdoppiamento identitario che a volte li rende più forti.
partecipare attivamente grazie all’Assessorato alla Cultura. Perché salvaguardia delle persone con sofferenza mentale e delle loro famiglie significa anche accoglienza e rispetto di tutte le individualità. Perché tutela del diritto di cittadinanza è sinonimo anche di potenziamento dell'autonomia della persona e valorizzazione di tutte le abilità. L’appuntamento – che rientra nel ricco cartellone pordenonese di Estate in Città 2012 e nell’altrettanto fecondo programma di Folkest – è previsto domenica 22 luglio alle 21.15 con un grande concerto (ad ingresso libero) sul palcoscenico naturale della suggestiva piazza XX Settembre (in caso di maltempo al Deposito Giordani). E’ iniziato nel frattempo il conto alla rovescia per FAB (www.i-fab.it), il grande evento del 29 giugno ore 17.30 previsto sempre a Pordenone tra il chiostro dell’ex convento di San Francesco e la nostra prima e storica sede (nella via omonima). Il 29 giugno del 1992 nacque ufficialmente Itaca. Il 29 giugno del 2012 presenteremo in anteprima nazionale il nostro progetto rivolto alla comunità. Una sorta di restituzione
al territorio del nostro impegno sociale in questi primi 20 anni. Fondato sulla collaborazione e la condivisione delle esperienze, FAB è dedicato a chi sente di avere l’idea buona, e vuole farla crescere assieme agli altri. Perché FAB è un generatore di impresa, ma diverso. E' uno strumento innovativo che funziona grazie alla forza delle persone. È un progetto che rende migliore la qualità della vita, dell’ambiente, della comunità. Tornando a Folkest, sono oramai dodici gli anni trascorsi da quel primo incontro. Con il Comune di Pordenone e con Saba Anglana vogliamo continuare a condividere un cammino ed un progetto comune per promuovere il lavoro di rete e di incontri. Per sostenere (e osteggiare le derive della democrazia) diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l'aiuto reciproco al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico, sociale, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere. Fabio Della Pietra
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CENTRI ESTIVI
CENTRI ESTIVI
Il sogno di un Centro estivo aperto tutta l’estate Gioco, sport, laboratori, divertimento. A misura di bambino Pordenone All’interno dei servizi rivolti ai minori, i Centri estivi rappresentano per Itaca uno dei denominatori comuni delle annate di nostra attività. Costituiscono uno di quei tasselli, oramai rodati, che contribuiscono a raccontare la storia e il divenire dell’area Minori, lo stile che connota il nostro modo di intendere l’animazione, l’attenzione riposta nel costruire servizi ritagliati a misura sulla specificità di ciascun territorio nel quale operiamo, con in primo piano gli interessi dei bambini e i bisogni dei contesti comunitari. Sì, perché i nostri Centri estivi sono tutt’altro dalla riproposizione, nei diversi Comuni, di uno stesso format. E’ proprio l’accurato lavoro di intaglio calibrato sulle peculiarità dei contesti territoriali, sulla valorizzazione delle risorse in essi presenti, sull’attivazione di sinergie con le realtà associative locali, a rappresentare quel quid distintivo della qualità dei nostri Punti verdi. Una qualità che non ha bisogno di dispositivi particolarmente sofisticati per essere colta: basta la voce diretta dei bambini e dei loro genitori a rivelarla, bastano i numeri relativi ai partecipanti intercettati (la scorsa estate si è arrivati a 2 mila minori!), basta farsi catturare per un istante dal clima di leggerezza, di divertimento ma anche di stimolo, di creatività che nei nostri Centri estivi si respira… Ma qual è allora il segreto di queste conduzioni così felici? Indubbio: il valore e la passione di quella fetta del nostro personale che fedelmente, anno dopo anno, programma le attività e le gestisce, mettendo a frutto oltre alla propria professionalità anche la fantasia, il piacere di giocare e di sognare insieme ai bambini e fungendo così da modello - forse inconsapevole, ma prezioso - per quei lavoratori che ogni estate inseriamo nei nostri Centri estivi, attingendo dal bacino esterno. Ma ancora, per cogliere con disincanto ciò che sta dietro alla buona riuscita delle nostre attività estive, va considerata anche la dedizione con la 20 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
quale il gruppo di coordinatori dell’area Minori, negli anni, ha lavorato tenacemente per dare struttura, impostazione organizzativa ed identità chiara ai nostri Punti verdi. Contenitori sì di gioco, sport, laboratori manuali, divertimento, ma all’interno di una cornice educativa più ampia, che vuol sostenere il bambino nell’interiorizzazione delle sane regole di convivenza civile, nel prendersi cura responsabilmente del pezzo di mondo che ci ospita, provando ad approfondirne l’esperienza e la conoscenza. E che orienta il bambino a mettersi alla prova in libertà, a sperimentarsi il più possibile al fine di poter riconoscere e dare espressione al proprio talento individuale. Se a questi elementi si aggiunge la tensione, sempre viva, ad offrire quel di più, frutto di una lettura sempre aggiornata dei bisogni e degli interessi dei minori, si arriva al motore che anima questo tipo di proposte, garantendone freschezza e spirito sempre rinnovato: la ricerca e l’innovazione. Il quadro fin qui steso suggerisce la mole di lavoro che presuppone la gestione dei Centri estivi - progettazione, partecipazione alle gare indette per l’assegnazione degli appalti, organizzazione dei singoli Centri a noi affidati, gestione e chiusura degli stessi, con la raccolta di dati
utili alla lettura delle migliorie apportabili -, che negli anni si sono evoluti da servizi arginati ad una parentesi circoscritta all’interno dell’anno a servizi in continuum e che nei mesi invernali diventano per l’area Minori oggetto di studio, di riflessioni, terreno di ricerca delle ottimizzazioni e delle semplificazioni gestionali applicabili, campo d’analisi di nuove collaborazioni attivabili per accrescerne il valore aggiunto. C’è da chiedersi allora: “cos’è che motiva questo corposo investimento, in termini di energia e di impegno, che l’area Minori di Itaca dedica per l’appunto a questi servizi-meteora, destinati ogni anno a consumarsi nell’arco di un mese, o poco più, di attività?”. Sono tre i concetti-chiave che orientano a trovare le possibili risposte: continuità lavorativa, conciliazione tempi di lavoro e tempi per la famiglia, appartenenza territoriale. La natura frazionata e discontinua dei servizi caratteristici dell’area, eleva le attività di animazione estiva a servizi di sostanziale importanza per un gruppo considerevole di soci afferenti a quest’area produttiva, assicurando loro la possibilità di continuità lavorativa, che diversamente sarebbe limitata perlopiù alla durata dell’anno scolastico. E’ questo l’aspetto con il quale la nostra Cooperativa fa i conti anche quando si decide per la partecipazione a gare di appalto le cui basi d’asta non consentono alcun margine
di guadagno, o come accade in taluni casi, che rischiano addirittura di comportare perdite più o meno significative. Dietro alla scelta di continuare nell’erogazione dei Centri estivi vi è anche la volontà di dare concretezza e materia a quello spirito cooperativistico con il quale Itaca sceglie di stare all’interno dei territori e dei contesti comunitari nei quali opera. Se infatti le attività estive rispondono al bisogno di socializzazione, di occupazione del minore, nel tempo non breve della chiusura delle scuole, non si può trascurare la considerazione di quanto esse siano necessarie per dar risposta ai bisogni di conciliazione tempi lavoro/ tempi famiglia dei genitori/lavoratori. Risposte che peraltro, come balza agli occhi di quei genitori che non hanno la fortuna di potersi appoggiare alla rete parentale nella gestione dei propri figli, sono ancora fortemente lacunose. Basta mettere in fila questi tre dati: tre mesi di stop delle scuole (ai quali si aggiungono le tre settimane di chiusura natalizia e pasquale, ovviamente), Centri estivi comunali o parrocchiali perlopiù della durata di un solo mese e genitori che, come tutti i lavoratori, maturano quattro settimane annue di ferie. C’è ancora un bel po’ di strada da fare se si vuol consentire al genitore-lavoratore che queste sue due identità trovino un punto di contatto più sereno, liberan-
dolo dall’attività spesso logorante e fastidiosa della ricerca del tappa-buco (sia la baby sitter o la nonna o la zia di turno) e consentendo a due genitori (che teoricamente dovrebbero anche essere una coppia, con il diritto di condividere tempo, vita e piacere) di poter scegliere le stesse settimane di ferie, anziché essere costretti ad alternarsi per riuscire appunto a gestire il figlio/a nei periodi di vacanza scolastica. Questo accenno amaro assume tinte ancor più fosche, se si considera che non solo la durata dei Centri estivi spesso non compensa le complessive necessità di copertura delle famiglie, ma che da un paio di anni è sempre più presente nell’aria lo spettro della loro drastica riduzione, o quanto meno dell’abbassamento dell’offerta fino ad ora garantita. Il quadro di recessione globale che interessa il nostro Paese e le ripercussioni evidenziatesi sulla distribuzione dei finanziamenti pubblici, destinati alle varie amministrazioni comunali, sono stati e sono tuttora preludio di ridimensionamenti corposi dei finanziamenti destinati a garantire i servizi rivolti all’agio, che in misura più o meno drastica, a seconda dei territori, sono divenuti oggetto di tagli e sfoltimenti dei budget di spesa previsti, anche sostanziali. Intuibili le conseguenze: alcuni dei Comuni più
piccoli ritrovandosi con risorse limitate corrono ai ripari sostenendo la gestione delle attività estive di associazioni locali, sportive, nelle mani di volontari dalla buona volontà, ma non sempre capaci di sostenere il livello qualitativo dell’offerta proposta in passato; le basi d’asta delle gare indette sono sempre più magre o magari sono in linea con quelle dell’anno passato, ma richiedono all’aggiudicatario oneri aggiuntivi (raccolta delle iscrizioni, aumento del numero di bambini da accogliere, aumento delle gite, ecc.); la concorrenza tra gli aspiranti gestori si fa sempre più dura, quando non scivola sul piano inclinato della scorrettezza. E’ all’interno di questo mare un po’ agitato ed incerto che la nostra Cooperativa da un paio di anni sta provando a cavalcare l’onda del Centro estivo a gestione autonoma. E’ una sperimentazione avviata lo scorso anno a Pordenone, in collaborazione con l’associazione sportiva Gymnasium. La proposta, rivolta a bambini e ragazzi in fascia d’età 6-14 anni, coniuga attività ludiche, manuali e di scoperta del territorio con l’attività sportiva, sia di squadra che a carattere individuale. Il risultato raggiuto lo scorso hanno ha lasciato a desiderare sul piano del numero di bambini accolti, ma ottimo è stato il livello di soddisfazione manifestato dai frequentanti e dalle loro famiglie. Questo ha funzionato da spinta primaria a ritentare l’avventura, che nei nostri sogni vorrebbe essere diversa da quello che di fatto è. Ci piacerebbe aprire questo tipo di servizio dalla chiusura della scuola alla riapertura del nuovo anno scolastico, ci piacerebbe poter proporre delle rette di iscrizione in grado di competere con quelle dei Centri estivi comunali o parrocchiali. Il fatto è che il nostro Centro estivo a gestione autonoma è un sogno che si è realizzato, ma che inevitabilmente si trova a fare i conti con i limiti imposti dalla realtà delle cose: l’impossibilità di trovare una sede disponibile, a costi limitati, per tutto il periodo estivo, l’impossibilità di proporre delle rette più vantaggiose sul piano economico (visto e considerato che quelle prodotte sono frutto del reale costo di gestione e dell’applicazione del Ccnl, in materia di inquadramento contrattuale del personale). Ciò che conta però è non demordere e magari, così facendo, i nostri sogni guadagneranno, ogni anno un po’ di più, spazio e possibilità di contaminazione sulla realtà dintorno. … e noi vogliamo provarci. Samantha Marcon
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CENTRI ESTIVI
CENTRI ESTIVI
Il sogno di un Centro estivo aperto tutta l’estate Gioco, sport, laboratori, divertimento. A misura di bambino Pordenone All’interno dei servizi rivolti ai minori, i Centri estivi rappresentano per Itaca uno dei denominatori comuni delle annate di nostra attività. Costituiscono uno di quei tasselli, oramai rodati, che contribuiscono a raccontare la storia e il divenire dell’area Minori, lo stile che connota il nostro modo di intendere l’animazione, l’attenzione riposta nel costruire servizi ritagliati a misura sulla specificità di ciascun territorio nel quale operiamo, con in primo piano gli interessi dei bambini e i bisogni dei contesti comunitari. Sì, perché i nostri Centri estivi sono tutt’altro dalla riproposizione, nei diversi Comuni, di uno stesso format. E’ proprio l’accurato lavoro di intaglio calibrato sulle peculiarità dei contesti territoriali, sulla valorizzazione delle risorse in essi presenti, sull’attivazione di sinergie con le realtà associative locali, a rappresentare quel quid distintivo della qualità dei nostri Punti verdi. Una qualità che non ha bisogno di dispositivi particolarmente sofisticati per essere colta: basta la voce diretta dei bambini e dei loro genitori a rivelarla, bastano i numeri relativi ai partecipanti intercettati (la scorsa estate si è arrivati a 2 mila minori!), basta farsi catturare per un istante dal clima di leggerezza, di divertimento ma anche di stimolo, di creatività che nei nostri Centri estivi si respira… Ma qual è allora il segreto di queste conduzioni così felici? Indubbio: il valore e la passione di quella fetta del nostro personale che fedelmente, anno dopo anno, programma le attività e le gestisce, mettendo a frutto oltre alla propria professionalità anche la fantasia, il piacere di giocare e di sognare insieme ai bambini e fungendo così da modello - forse inconsapevole, ma prezioso - per quei lavoratori che ogni estate inseriamo nei nostri Centri estivi, attingendo dal bacino esterno. Ma ancora, per cogliere con disincanto ciò che sta dietro alla buona riuscita delle nostre attività estive, va considerata anche la dedizione con la 20 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
quale il gruppo di coordinatori dell’area Minori, negli anni, ha lavorato tenacemente per dare struttura, impostazione organizzativa ed identità chiara ai nostri Punti verdi. Contenitori sì di gioco, sport, laboratori manuali, divertimento, ma all’interno di una cornice educativa più ampia, che vuol sostenere il bambino nell’interiorizzazione delle sane regole di convivenza civile, nel prendersi cura responsabilmente del pezzo di mondo che ci ospita, provando ad approfondirne l’esperienza e la conoscenza. E che orienta il bambino a mettersi alla prova in libertà, a sperimentarsi il più possibile al fine di poter riconoscere e dare espressione al proprio talento individuale. Se a questi elementi si aggiunge la tensione, sempre viva, ad offrire quel di più, frutto di una lettura sempre aggiornata dei bisogni e degli interessi dei minori, si arriva al motore che anima questo tipo di proposte, garantendone freschezza e spirito sempre rinnovato: la ricerca e l’innovazione. Il quadro fin qui steso suggerisce la mole di lavoro che presuppone la gestione dei Centri estivi - progettazione, partecipazione alle gare indette per l’assegnazione degli appalti, organizzazione dei singoli Centri a noi affidati, gestione e chiusura degli stessi, con la raccolta di dati
utili alla lettura delle migliorie apportabili -, che negli anni si sono evoluti da servizi arginati ad una parentesi circoscritta all’interno dell’anno a servizi in continuum e che nei mesi invernali diventano per l’area Minori oggetto di studio, di riflessioni, terreno di ricerca delle ottimizzazioni e delle semplificazioni gestionali applicabili, campo d’analisi di nuove collaborazioni attivabili per accrescerne il valore aggiunto. C’è da chiedersi allora: “cos’è che motiva questo corposo investimento, in termini di energia e di impegno, che l’area Minori di Itaca dedica per l’appunto a questi servizi-meteora, destinati ogni anno a consumarsi nell’arco di un mese, o poco più, di attività?”. Sono tre i concetti-chiave che orientano a trovare le possibili risposte: continuità lavorativa, conciliazione tempi di lavoro e tempi per la famiglia, appartenenza territoriale. La natura frazionata e discontinua dei servizi caratteristici dell’area, eleva le attività di animazione estiva a servizi di sostanziale importanza per un gruppo considerevole di soci afferenti a quest’area produttiva, assicurando loro la possibilità di continuità lavorativa, che diversamente sarebbe limitata perlopiù alla durata dell’anno scolastico. E’ questo l’aspetto con il quale la nostra Cooperativa fa i conti anche quando si decide per la partecipazione a gare di appalto le cui basi d’asta non consentono alcun margine
di guadagno, o come accade in taluni casi, che rischiano addirittura di comportare perdite più o meno significative. Dietro alla scelta di continuare nell’erogazione dei Centri estivi vi è anche la volontà di dare concretezza e materia a quello spirito cooperativistico con il quale Itaca sceglie di stare all’interno dei territori e dei contesti comunitari nei quali opera. Se infatti le attività estive rispondono al bisogno di socializzazione, di occupazione del minore, nel tempo non breve della chiusura delle scuole, non si può trascurare la considerazione di quanto esse siano necessarie per dar risposta ai bisogni di conciliazione tempi lavoro/ tempi famiglia dei genitori/lavoratori. Risposte che peraltro, come balza agli occhi di quei genitori che non hanno la fortuna di potersi appoggiare alla rete parentale nella gestione dei propri figli, sono ancora fortemente lacunose. Basta mettere in fila questi tre dati: tre mesi di stop delle scuole (ai quali si aggiungono le tre settimane di chiusura natalizia e pasquale, ovviamente), Centri estivi comunali o parrocchiali perlopiù della durata di un solo mese e genitori che, come tutti i lavoratori, maturano quattro settimane annue di ferie. C’è ancora un bel po’ di strada da fare se si vuol consentire al genitore-lavoratore che queste sue due identità trovino un punto di contatto più sereno, liberan-
dolo dall’attività spesso logorante e fastidiosa della ricerca del tappa-buco (sia la baby sitter o la nonna o la zia di turno) e consentendo a due genitori (che teoricamente dovrebbero anche essere una coppia, con il diritto di condividere tempo, vita e piacere) di poter scegliere le stesse settimane di ferie, anziché essere costretti ad alternarsi per riuscire appunto a gestire il figlio/a nei periodi di vacanza scolastica. Questo accenno amaro assume tinte ancor più fosche, se si considera che non solo la durata dei Centri estivi spesso non compensa le complessive necessità di copertura delle famiglie, ma che da un paio di anni è sempre più presente nell’aria lo spettro della loro drastica riduzione, o quanto meno dell’abbassamento dell’offerta fino ad ora garantita. Il quadro di recessione globale che interessa il nostro Paese e le ripercussioni evidenziatesi sulla distribuzione dei finanziamenti pubblici, destinati alle varie amministrazioni comunali, sono stati e sono tuttora preludio di ridimensionamenti corposi dei finanziamenti destinati a garantire i servizi rivolti all’agio, che in misura più o meno drastica, a seconda dei territori, sono divenuti oggetto di tagli e sfoltimenti dei budget di spesa previsti, anche sostanziali. Intuibili le conseguenze: alcuni dei Comuni più
piccoli ritrovandosi con risorse limitate corrono ai ripari sostenendo la gestione delle attività estive di associazioni locali, sportive, nelle mani di volontari dalla buona volontà, ma non sempre capaci di sostenere il livello qualitativo dell’offerta proposta in passato; le basi d’asta delle gare indette sono sempre più magre o magari sono in linea con quelle dell’anno passato, ma richiedono all’aggiudicatario oneri aggiuntivi (raccolta delle iscrizioni, aumento del numero di bambini da accogliere, aumento delle gite, ecc.); la concorrenza tra gli aspiranti gestori si fa sempre più dura, quando non scivola sul piano inclinato della scorrettezza. E’ all’interno di questo mare un po’ agitato ed incerto che la nostra Cooperativa da un paio di anni sta provando a cavalcare l’onda del Centro estivo a gestione autonoma. E’ una sperimentazione avviata lo scorso anno a Pordenone, in collaborazione con l’associazione sportiva Gymnasium. La proposta, rivolta a bambini e ragazzi in fascia d’età 6-14 anni, coniuga attività ludiche, manuali e di scoperta del territorio con l’attività sportiva, sia di squadra che a carattere individuale. Il risultato raggiuto lo scorso hanno ha lasciato a desiderare sul piano del numero di bambini accolti, ma ottimo è stato il livello di soddisfazione manifestato dai frequentanti e dalle loro famiglie. Questo ha funzionato da spinta primaria a ritentare l’avventura, che nei nostri sogni vorrebbe essere diversa da quello che di fatto è. Ci piacerebbe aprire questo tipo di servizio dalla chiusura della scuola alla riapertura del nuovo anno scolastico, ci piacerebbe poter proporre delle rette di iscrizione in grado di competere con quelle dei Centri estivi comunali o parrocchiali. Il fatto è che il nostro Centro estivo a gestione autonoma è un sogno che si è realizzato, ma che inevitabilmente si trova a fare i conti con i limiti imposti dalla realtà delle cose: l’impossibilità di trovare una sede disponibile, a costi limitati, per tutto il periodo estivo, l’impossibilità di proporre delle rette più vantaggiose sul piano economico (visto e considerato che quelle prodotte sono frutto del reale costo di gestione e dell’applicazione del Ccnl, in materia di inquadramento contrattuale del personale). Ciò che conta però è non demordere e magari, così facendo, i nostri sogni guadagneranno, ogni anno un po’ di più, spazio e possibilità di contaminazione sulla realtà dintorno. … e noi vogliamo provarci. Samantha Marcon
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NOTIZIE DAL CDA
NOTIZIE DAL CDA
Video-rewind dei nostri primi 20 anni Una affollata assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2011 di Itaca
Udine Perché esserci… Perché l’assemblea di approvazione del bilancio è un momento importante della vita della Cooperativa. E’ il momento in cui il viene relazionato l’andamento organizzativo, amministrativo delle attività ed occasione per presentare i progetti futuri, ma anche per conoscere e riconoscersi. La stessa scelta della giornata e del luogo è sempre frutto di analisi e discussioni da parte del Consiglio di amministrazione, con la precisa indicazione e volontà di dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di soci di parteciparvi. Poi ci sono i dati reali, molti dei nostri servizi sono sulle 24 ore e per 365 giorni all’anno, e anche le più fantasiose alchimie non sempre ci fanno arrivare al risultato sperato. Perché la presenza di oltre 200 soci (e le deleghe) è stato il risultato, oltre che della formula giorno-orario, anche dell’accurato lavoro capillare che i consiglieri hanno fatto nelle rispettive aree territoriali. Perché ancora una volta il bilancio 2011 si è chiuso con un segno positivo. Perché, come ha affermato il presidente Leo Tomarchio in apertura dei lavori, è la prima assemblea 22 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
dell’anno in cui Itaca compie 20 anni. Perché il presidente di Legacoop Fvg, Enzo Gasparutti, nel suo intervento di saluto ha sottolineato che il positivo risultato di bilancio di Itaca dimostra come il sistema cooperativo ed un’attenta e accurata gestione riescano ancora a reggere in una situazione di sofferenza lavorativa e sociale. Perché Orietta Antonini, il nostro direttore, ha rappresentato quello che è stato l’andamento della Cooperativa Itaca sul piano occupazionale, della mutualità interna, sull’aumento dei servizi a voucher, ma anche le prospettive future, i nuovi sviluppi e progetti fuori regione, l’orientamento verso servizi che stanno diventando sempre più sanitari. Perché nell’analisi del bilancio fatta da Paolo Castagna, responsabile amministrativo, abbiamo ripercorso questo anno di lavoro che ha portato all’aumento di fatturato e del valore dell’utile (ricordandoci sempre della situazione sociale che stiamo vivendo), comunque mantenendo gli impegni presi da ciascuna delle aree produttive e dalla Cooperativa in generale. Con la dimostrazione che Itaca mantiene salda la capacità di comprendere la realtà che la circonda, adattando e migliorando i servizi che
eroga in una visione precisa e puntuale delle cose. Interessante e puntuale l’analisi delle diverse aree produttive, luogo in cui ogni singolo socio si ritrova e ritrova il proprio servizio. Perché eravamo partiti da un’idea, un momento, che ha visto diverse tipologie di emozioni e letture, come la visione del filmato (realizzato a mo’ di interviste), prima parte di un “film” più lungo sui 20 anni di Itaca. Festeggiare certi numeri significa anche fermarsi a rivedere quello che in questo periodo è successo, è ricordare come eravamo e che cosa facevamo, ma è anche sapere cosa siamo e facciamo oggi. La prima indicazione era stata “cerchiamo un evento per ogni anno”, poi la certosina lettura da parte del nostro presidente di tutti i verbali dei CdA dal 1992 ad oggi, scritti alle volte anche in forma molto prolissa. Insomma gli avvenimenti erano molteplici ed era difficile dire che cos’era più importante, tutti lo erano… Gigi (Fasolino) ha così potuto, avvantaggiato da una visione obiettiva delle cose e delle persone, conoscendole nell’attimo dell’intervista, raccogliere le storie dei nostri soci (i ricordi del momento dell’assunzione, delle prime persone incontrate...) e dei nostri servizi… Per motivi oggettivi non è stato possibile recarsi in ogni luogo, soprattutto per una questione di tempi (sia di registrazione che di durata del video). L’insieme di immagini, storie, avvenimenti politici e musiche si è concretizzato in un video che ha trasmesso passione e rispetto, come pure valorizzazione di quello che è l’elemento principale della Cooperativa, il socio che ha scelto di lavorare per e con le persone. Qualcuno si è ritrovato e visto, qualcun altro no, ma ci impegniamo a proseguire il lavoro di raccolta materiale e, per fine anno, preparare un filmato più completo, da lasciare a chi festeggerà i prossimi 40 anni e magari mandarlo ad un festival del cinema… Perché Massimo Tuzzato, responsabile area ricerca e sviluppo, ha presentato FAB, il progettoevento che il 29 giugno aprirà i festeggiamenti del Ventennale a Pordenone. Perché ultimo, ma non meno importante, il momento conviviale è stato “autogestito” da Itaca grazie all’apporto delle varie comunità e dei vari uffici periferici. A tutti va un sincero ringraziamento, sia per la quantità che per la qualità delle cibarie. Ed un ringraziamento anche a tutti i soci presenti e non, anche a quelli pur in servizio ci erano vicini con il pensiero. Enrichetta Zamò
Itaca concilia lavoro e famiglia
Approvato il nuovo Regolamento a favore dei soci. Domande entro il 31 luglio
Pordenone Per facilitare la conciliazione dei tempi della famiglia e di lavoro, Itaca ha stanziato 20 mila euro da destinarsi a servizi per le proprie socie e i propri soci da fruirsi nel periodo maggio – dicembre 2012. Lo ha deliberato il Consiglio di amministrazione nella seduta del 5 giugno approvando il Regolamento che disciplina le condizioni e le modalità di accesso a tali agevolazioni. Definita anche la tipologia dei servizi per i quali è possibile fruire delle facilitazioni nonché il numero massimo dei beneficiari aventi diritto. Ogni socio (avente diritto) potrà esprimere in ordine decrescente le proprie priorità. Verrà data risposta alle domande dei richiedenti sulla base della graduatoria di cui ai punti successivi. Ogni socio potrà accedere ad una sola agevolazione. Servizi per la conciliazione
Buono singolo Persone beneficiarie Totale budget
Punti verdi / Centri estivi
Doposcuola centro gioco ed attività pomeridiane*
Nido
Centro Scuola diurno infanzia
Scuola primaria (buono mensa)
Badante
100 €
100 €
500 €
250 €
250 €
€ 250
250 €
20
30
10
5
14
11
10
2000
3000
5000
1250
3500
2750
2500
* Attività pomeridiane: corsi di musica, attività sportive , ricreative, ecc.
Modalità e tempi di presentazione della domanda Per poter concorrere alla assegnazione dei servizi di conciliazione è necessario far pervenire, entro e non oltre il 31 luglio dell’anno in corso, apposita domanda presso la sede centrale della Cooperativa Itaca (vicolo Selvatico 16, fax 0434 253266, oppure scrivendo a sportellosoci@itaca.coopsoc.it). I moduli potranno essere ritirati anche nelle sedi decentrate della Cooperativa Itaca o scaricate dal sito www.itaca.coopsoc.it nella sezione “Sportello soci”. La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata entro il 31 agosto 2012. Gli aventi diritto verranno avvisati tramite comunicazione in busta paga. Destinatari delle agevolazioni Le agevolazioni sono riservate alle socie ed ai soci della Cooperativa Itaca che si trovino in almeno una delle seguenti situazioni: familiare sino
al 3° grado convivente con invalidità/disabilità; genitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare); figli a carico (fino a 14 anni). Criteri per la graduatoria L’accesso alla fruizione delle agevolazioni è basato sui seguenti criteri: A) Genitore unico affidatario del proprio figlio – 20 punti; B) Socio con familiare a carico con invalidità certificata (anche genitore fuori il nucleo familiare) – 20 punti; C) Anzianità di servizio - massimo 15 punti; D) Situazione economica (ISEE = indicatore situazione economica equivalente) – massimo 30 punti; E) Non avere fruito dei servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia a favore delle socie e dei soci della Cooperativa Itaca di cui alle precedenti edizioni – massimo 15 punti.
La determinazione dei punteggi di cui alle lettere C e D avverrà nei seguenti modi: C) x = (anzianità socio richiedente / anzianità massima tra i richiedenti) moltiplicato 30 D) x = (ISEE minimo tra i richiedenti / ISEE socio richiedente ) moltiplicato per 30 Modalità e tempi di erogazione delle agevolazioni In riferimento ai servizi di conciliazione, Itaca darà priorità all’erogazione di servizi propri (nido, punti verdi, doposcuola, ecc.). In subordine provvederà ad erogare l’agevolazione sotto forma di voucher. I servizi, per cui si usufruirà dello sconto (se gestiti da Itaca) o del voucher (se gestiti da enti esterni), dovranno essere goduti entro e non oltre la fine di dicembre 2012, previa presentazione di fatture o altri documenti giustificativi di spesa uguali o superiori al voucher da erogare. Tali documenti dovranno pervenire all’ufficio amministrazione della Cooperativa Itaca entro e non oltre il 31-01-2013. Comitato di garanzia La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata dalla Referente delle pari opportunità in collaborazione con l’Ufficio risorse umane e verrà approvata dal Consiglio di amministrazione della Cooperativa Itaca. A parità di risultato verrà considerata l’anzianità di servizio.
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 23
NOTIZIE DAL CDA
NOTIZIE DAL CDA
Video-rewind dei nostri primi 20 anni Una affollata assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2011 di Itaca
Udine Perché esserci… Perché l’assemblea di approvazione del bilancio è un momento importante della vita della Cooperativa. E’ il momento in cui il viene relazionato l’andamento organizzativo, amministrativo delle attività ed occasione per presentare i progetti futuri, ma anche per conoscere e riconoscersi. La stessa scelta della giornata e del luogo è sempre frutto di analisi e discussioni da parte del Consiglio di amministrazione, con la precisa indicazione e volontà di dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di soci di parteciparvi. Poi ci sono i dati reali, molti dei nostri servizi sono sulle 24 ore e per 365 giorni all’anno, e anche le più fantasiose alchimie non sempre ci fanno arrivare al risultato sperato. Perché la presenza di oltre 200 soci (e le deleghe) è stato il risultato, oltre che della formula giorno-orario, anche dell’accurato lavoro capillare che i consiglieri hanno fatto nelle rispettive aree territoriali. Perché ancora una volta il bilancio 2011 si è chiuso con un segno positivo. Perché, come ha affermato il presidente Leo Tomarchio in apertura dei lavori, è la prima assemblea 22 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
dell’anno in cui Itaca compie 20 anni. Perché il presidente di Legacoop Fvg, Enzo Gasparutti, nel suo intervento di saluto ha sottolineato che il positivo risultato di bilancio di Itaca dimostra come il sistema cooperativo ed un’attenta e accurata gestione riescano ancora a reggere in una situazione di sofferenza lavorativa e sociale. Perché Orietta Antonini, il nostro direttore, ha rappresentato quello che è stato l’andamento della Cooperativa Itaca sul piano occupazionale, della mutualità interna, sull’aumento dei servizi a voucher, ma anche le prospettive future, i nuovi sviluppi e progetti fuori regione, l’orientamento verso servizi che stanno diventando sempre più sanitari. Perché nell’analisi del bilancio fatta da Paolo Castagna, responsabile amministrativo, abbiamo ripercorso questo anno di lavoro che ha portato all’aumento di fatturato e del valore dell’utile (ricordandoci sempre della situazione sociale che stiamo vivendo), comunque mantenendo gli impegni presi da ciascuna delle aree produttive e dalla Cooperativa in generale. Con la dimostrazione che Itaca mantiene salda la capacità di comprendere la realtà che la circonda, adattando e migliorando i servizi che
eroga in una visione precisa e puntuale delle cose. Interessante e puntuale l’analisi delle diverse aree produttive, luogo in cui ogni singolo socio si ritrova e ritrova il proprio servizio. Perché eravamo partiti da un’idea, un momento, che ha visto diverse tipologie di emozioni e letture, come la visione del filmato (realizzato a mo’ di interviste), prima parte di un “film” più lungo sui 20 anni di Itaca. Festeggiare certi numeri significa anche fermarsi a rivedere quello che in questo periodo è successo, è ricordare come eravamo e che cosa facevamo, ma è anche sapere cosa siamo e facciamo oggi. La prima indicazione era stata “cerchiamo un evento per ogni anno”, poi la certosina lettura da parte del nostro presidente di tutti i verbali dei CdA dal 1992 ad oggi, scritti alle volte anche in forma molto prolissa. Insomma gli avvenimenti erano molteplici ed era difficile dire che cos’era più importante, tutti lo erano… Gigi (Fasolino) ha così potuto, avvantaggiato da una visione obiettiva delle cose e delle persone, conoscendole nell’attimo dell’intervista, raccogliere le storie dei nostri soci (i ricordi del momento dell’assunzione, delle prime persone incontrate...) e dei nostri servizi… Per motivi oggettivi non è stato possibile recarsi in ogni luogo, soprattutto per una questione di tempi (sia di registrazione che di durata del video). L’insieme di immagini, storie, avvenimenti politici e musiche si è concretizzato in un video che ha trasmesso passione e rispetto, come pure valorizzazione di quello che è l’elemento principale della Cooperativa, il socio che ha scelto di lavorare per e con le persone. Qualcuno si è ritrovato e visto, qualcun altro no, ma ci impegniamo a proseguire il lavoro di raccolta materiale e, per fine anno, preparare un filmato più completo, da lasciare a chi festeggerà i prossimi 40 anni e magari mandarlo ad un festival del cinema… Perché Massimo Tuzzato, responsabile area ricerca e sviluppo, ha presentato FAB, il progettoevento che il 29 giugno aprirà i festeggiamenti del Ventennale a Pordenone. Perché ultimo, ma non meno importante, il momento conviviale è stato “autogestito” da Itaca grazie all’apporto delle varie comunità e dei vari uffici periferici. A tutti va un sincero ringraziamento, sia per la quantità che per la qualità delle cibarie. Ed un ringraziamento anche a tutti i soci presenti e non, anche a quelli pur in servizio ci erano vicini con il pensiero. Enrichetta Zamò
Itaca concilia lavoro e famiglia
Approvato il nuovo Regolamento a favore dei soci. Domande entro il 31 luglio
Pordenone Per facilitare la conciliazione dei tempi della famiglia e di lavoro, Itaca ha stanziato 20 mila euro da destinarsi a servizi per le proprie socie e i propri soci da fruirsi nel periodo maggio – dicembre 2012. Lo ha deliberato il Consiglio di amministrazione nella seduta del 5 giugno approvando il Regolamento che disciplina le condizioni e le modalità di accesso a tali agevolazioni. Definita anche la tipologia dei servizi per i quali è possibile fruire delle facilitazioni nonché il numero massimo dei beneficiari aventi diritto. Ogni socio (avente diritto) potrà esprimere in ordine decrescente le proprie priorità. Verrà data risposta alle domande dei richiedenti sulla base della graduatoria di cui ai punti successivi. Ogni socio potrà accedere ad una sola agevolazione. Servizi per la conciliazione
Buono singolo Persone beneficiarie Totale budget
Punti verdi / Centri estivi
Doposcuola centro gioco ed attività pomeridiane*
Nido
Centro Scuola diurno infanzia
Scuola primaria (buono mensa)
Badante
100 €
100 €
500 €
250 €
250 €
€ 250
250 €
20
30
10
5
14
11
10
2000
3000
5000
1250
3500
2750
2500
* Attività pomeridiane: corsi di musica, attività sportive , ricreative, ecc.
Modalità e tempi di presentazione della domanda Per poter concorrere alla assegnazione dei servizi di conciliazione è necessario far pervenire, entro e non oltre il 31 luglio dell’anno in corso, apposita domanda presso la sede centrale della Cooperativa Itaca (vicolo Selvatico 16, fax 0434 253266, oppure scrivendo a sportellosoci@itaca.coopsoc.it). I moduli potranno essere ritirati anche nelle sedi decentrate della Cooperativa Itaca o scaricate dal sito www.itaca.coopsoc.it nella sezione “Sportello soci”. La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata entro il 31 agosto 2012. Gli aventi diritto verranno avvisati tramite comunicazione in busta paga. Destinatari delle agevolazioni Le agevolazioni sono riservate alle socie ed ai soci della Cooperativa Itaca che si trovino in almeno una delle seguenti situazioni: familiare sino
al 3° grado convivente con invalidità/disabilità; genitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare); figli a carico (fino a 14 anni). Criteri per la graduatoria L’accesso alla fruizione delle agevolazioni è basato sui seguenti criteri: A) Genitore unico affidatario del proprio figlio – 20 punti; B) Socio con familiare a carico con invalidità certificata (anche genitore fuori il nucleo familiare) – 20 punti; C) Anzianità di servizio - massimo 15 punti; D) Situazione economica (ISEE = indicatore situazione economica equivalente) – massimo 30 punti; E) Non avere fruito dei servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia a favore delle socie e dei soci della Cooperativa Itaca di cui alle precedenti edizioni – massimo 15 punti.
La determinazione dei punteggi di cui alle lettere C e D avverrà nei seguenti modi: C) x = (anzianità socio richiedente / anzianità massima tra i richiedenti) moltiplicato 30 D) x = (ISEE minimo tra i richiedenti / ISEE socio richiedente ) moltiplicato per 30 Modalità e tempi di erogazione delle agevolazioni In riferimento ai servizi di conciliazione, Itaca darà priorità all’erogazione di servizi propri (nido, punti verdi, doposcuola, ecc.). In subordine provvederà ad erogare l’agevolazione sotto forma di voucher. I servizi, per cui si usufruirà dello sconto (se gestiti da Itaca) o del voucher (se gestiti da enti esterni), dovranno essere goduti entro e non oltre la fine di dicembre 2012, previa presentazione di fatture o altri documenti giustificativi di spesa uguali o superiori al voucher da erogare. Tali documenti dovranno pervenire all’ufficio amministrazione della Cooperativa Itaca entro e non oltre il 31-01-2013. Comitato di garanzia La graduatoria degli aventi diritto verrà stilata dalla Referente delle pari opportunità in collaborazione con l’Ufficio risorse umane e verrà approvata dal Consiglio di amministrazione della Cooperativa Itaca. A parità di risultato verrà considerata l’anzianità di servizio.
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 23
AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO
AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO
Il boom dell’area Anziani Residenziale
qualifica personale Qualifica addetti ass qualificati addetti ass non qualificati infermieri fisioterapisti animatori/educatori cuochi ausiliari altro
Cresce il fatturato (+17%). Interventi personalizzati in un approccio globale
% 78,4 4,7 5 2 0,9 2 0 4
0,3% 4,4% 1,5% 1,5% 0,9% 2,0%
Pordenone
addette/i assistenza qualificati addette/i assistenza non qualificati
5,0%
Nel quinquennio 2007-2011 l’evoluzione del fatturato è la più importante e segna un + 17,4%. L’area Anziani Residenziale ha registrato nel solo 2011 il risultato più performante con il consolidamento dei servizi acquisiti nei precedenti esercizi e il positivo avvio di nuovi appalti. Dai 5,7 milioni di euro del 2007 si è passati ai 7,7 del 2008, poi ai 5,9 milioni nel 2009 e ancora ai 7,1 del 2010 sino agli 8.698.665 milioni di euro del 2011. Dati che si inseriscono all’interno di una cornice generalmente positiva per Itaca. Nonostante il periodo contingente di crisi economica, la Cooperativa registra nel 2011 una crescita di occupazione che supera le 1300 unità, l’80% è rappresentato da soci lavoratori e l’83% da donne, positiva anche la crescita di attività con un valore della produzione che supera i 34,2 milioni di euro (il 27,4% è dell’area Anziani Residenziale) e segna un +7,8% rispetto all’anno precedente. Positiva la marginalità con un utile di 738 mila euro pari al 2% del fatturato. Le strutture residenziali gestite da Itaca accolgono anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti (20,3%) e non autosufficienti (79,7%) con diversa compromissione delle capacità fisiche e cognitive. Il numero di persone nell’anno è aumentato grazie all’acquisizione di due nuovi servizi, che dalle 571 nel 2009 e passato nel 2010 a 609 e nel 2011 a 852 con una prevalenza piuttosto netta del genere femminile. La progettazione e gestione dei servizi parte dalla necessità di assicurare una presa in carico integrata, mediante una personalizzazione dell’intervento in grado di mantenere l’autonomia della persona e/o potenziare le capacità residue. L’approccio ha un carattere globale e prende in considerazione la totalità organizzata del sistema dei servizi. Diversi gli elementi chiave, tra cui la filosofia di intervento, che si basa sui principi di riferimento delle professioni di aiuto, quali il rispetto e l’accoglienza della persona, l’individualizzazione e 24 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
infermiere/i professionali fisioterapiste/i
4,7%
animatrici/ori/educatrici/ori cuochi ausiliare/i coordinatrici/ori 78,4%
altro
Il personale dell’area per l’83% è composto da addette all’assistenza delle quali il 78,4% è qualificato 900
852
800
n. serv. area 12
prov. servizi PN, UD, GO,TS, BL
700 609 600
500
571
2009
2010
razione). In un’ottica di miglioramento continuo l’attenzione alla qualità dei servizi è costante, come anche l’interconnessione con il territorio, la rete familiare e di vicinato. Tre gli eventi principali dell’annata: il convegno “La Responsabilità dell’Operatore Socio Sanitario: una decisione libera o una costrizione del ruolo? Tra professione, etica e responsabilità” tenutosi ad ottobre a Belluno (nato dalla volontà di raccordare la pratica del lavoro quotidiano con la necessità di riflessione), l’avvio del servizio nella Casa di riposo per anziani del Comune di Muggia (Ts) e nella Casa di riposo per anziani Centro Servizi SER.SA di Belluno. Nell’area produttiva nel 2011 hanno operato mediamente 321 addetti, pari al 24% dei lavoratori della Cooperativa, di cui il 93,2% donne, (316 donne su 342 lavoratori). E’ comunque in leggero aumento il numero dei maschi nel triennio.
A.S.P. 2
numero tot 852
autosufficienti 173
Servizi, committenti, utenti
n. serv. +5 anni 2
committenti servizi comunità montana 1
comuni 7 2011
utenza
personalizzazione dell’intervento, la promozione dell’autodeterminazione e dell’autonomia, il rispetto della riservatezza. La mission è focalizzata sulla centralità dell’ospite e dei familiari ed in primo piano restano sempre la vocazione alla soddisfazione del committente e del cliente attraverso un’organizzazione flessibile e una comunicazione puntuale e trasparente. La metodologia di lavoro proposta è per progetti, condivisa e diffusa, da realizzarsi attraverso un’équipe multiprofessionale (coordinamento, infermieristico, fisioterapico, educativo e di animazione, assistenza psicologica, assistenza sociale, assistenza di base, trasporti, ausiliari integrativi, parrucchiere/barbiere/podologo/pedicure) utilizzando strumenti di valutazione multidimensionale. Inoltre si favorisce un approccio specialistico ai servizi attraverso la collaborazione con partner qualificati (igiene e sanificazione dell’ambiente, lavanderia, manutenzione, risto-
n. serv. +10 anni 4
utenti servizi non autosufficienti 679
Dati al 31/12. Utenti, soci e committenti hanno restituito tramite apposito questionario un notevole apprezzamento per il servizio erogato. Molto alta la soddisfazione degli utenti dei servizi campionati, con una media di 8,79 punti (in una scala da 1 a 10). Nel 2011, sono aumentati in modo significativo i numeri relativi l’organizzazione e la partecipazione a gite e l’organizzazione e partecipazione ad eventi con numeri che passano da 90 del 2010 a ben 152 nel 2011. Alta anche la soddisfazione dei committenti che si attesta a una media complessiva di 8,35 (in una scala da 1 a 10). Punto di forza la “qualità dei rapporti con la Cooperativa” con la media più alta (9). Da evidenziare la sempre maggior attenzione dei committenti all’attuazione delle proposte progettuali, difatti con puntualità vengono richiesti
n. serv. -5 anni 6
privati 2 servizi gestione propria non anziani 19
report sull’erogazione delle migliorie proposte, della formazione pianificata e dell’andamento generale del servizio. Molto spesso per la committenza la Cooperativa diventa depositaria di innovazione e flessibilità, con richieste frequenti di modifiche alla pianificazione condivisa sia in termini di erogazione del servizio che in termini di formazione da erogare.
pevolezza della propria responsabilità e centralità di ruolo, per orientare i propri pensieri, emozioni ed azioni, sapendo che condizionano le persone cui sono destinati i servizi, oltre che se stessi e i colleghi. Anna La Diega
In una scala da 1 a 4, ottima la media generale di soddisfazione dei soci valutata in 3,51, nell’analisi per genere le socie hanno mostrato un grado di soddisfazione generale maggiore, mentre la soddisfazione massima è andata alla voce "organizzazione". Infine in riferimento al personale, importante è la tensione costante alla stimolazione del pensiero delle risorse impiegate al fine di dare senso al lavoro e di mantenere attiva la consa06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 25
AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO
AREE PRODUTTIVE AL MICROSCOPIO
Il boom dell’area Anziani Residenziale
qualifica personale Qualifica addetti ass qualificati addetti ass non qualificati infermieri fisioterapisti animatori/educatori cuochi ausiliari altro
Cresce il fatturato (+17%). Interventi personalizzati in un approccio globale
% 78,4 4,7 5 2 0,9 2 0 4
0,3% 4,4% 1,5% 1,5% 0,9% 2,0%
Pordenone
addette/i assistenza qualificati addette/i assistenza non qualificati
5,0%
Nel quinquennio 2007-2011 l’evoluzione del fatturato è la più importante e segna un + 17,4%. L’area Anziani Residenziale ha registrato nel solo 2011 il risultato più performante con il consolidamento dei servizi acquisiti nei precedenti esercizi e il positivo avvio di nuovi appalti. Dai 5,7 milioni di euro del 2007 si è passati ai 7,7 del 2008, poi ai 5,9 milioni nel 2009 e ancora ai 7,1 del 2010 sino agli 8.698.665 milioni di euro del 2011. Dati che si inseriscono all’interno di una cornice generalmente positiva per Itaca. Nonostante il periodo contingente di crisi economica, la Cooperativa registra nel 2011 una crescita di occupazione che supera le 1300 unità, l’80% è rappresentato da soci lavoratori e l’83% da donne, positiva anche la crescita di attività con un valore della produzione che supera i 34,2 milioni di euro (il 27,4% è dell’area Anziani Residenziale) e segna un +7,8% rispetto all’anno precedente. Positiva la marginalità con un utile di 738 mila euro pari al 2% del fatturato. Le strutture residenziali gestite da Itaca accolgono anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti (20,3%) e non autosufficienti (79,7%) con diversa compromissione delle capacità fisiche e cognitive. Il numero di persone nell’anno è aumentato grazie all’acquisizione di due nuovi servizi, che dalle 571 nel 2009 e passato nel 2010 a 609 e nel 2011 a 852 con una prevalenza piuttosto netta del genere femminile. La progettazione e gestione dei servizi parte dalla necessità di assicurare una presa in carico integrata, mediante una personalizzazione dell’intervento in grado di mantenere l’autonomia della persona e/o potenziare le capacità residue. L’approccio ha un carattere globale e prende in considerazione la totalità organizzata del sistema dei servizi. Diversi gli elementi chiave, tra cui la filosofia di intervento, che si basa sui principi di riferimento delle professioni di aiuto, quali il rispetto e l’accoglienza della persona, l’individualizzazione e 24 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
infermiere/i professionali fisioterapiste/i
4,7%
animatrici/ori/educatrici/ori cuochi ausiliare/i coordinatrici/ori 78,4%
altro
Il personale dell’area per l’83% è composto da addette all’assistenza delle quali il 78,4% è qualificato 900
852
800
n. serv. area 12
prov. servizi PN, UD, GO,TS, BL
700 609 600
500
571
2009
2010
razione). In un’ottica di miglioramento continuo l’attenzione alla qualità dei servizi è costante, come anche l’interconnessione con il territorio, la rete familiare e di vicinato. Tre gli eventi principali dell’annata: il convegno “La Responsabilità dell’Operatore Socio Sanitario: una decisione libera o una costrizione del ruolo? Tra professione, etica e responsabilità” tenutosi ad ottobre a Belluno (nato dalla volontà di raccordare la pratica del lavoro quotidiano con la necessità di riflessione), l’avvio del servizio nella Casa di riposo per anziani del Comune di Muggia (Ts) e nella Casa di riposo per anziani Centro Servizi SER.SA di Belluno. Nell’area produttiva nel 2011 hanno operato mediamente 321 addetti, pari al 24% dei lavoratori della Cooperativa, di cui il 93,2% donne, (316 donne su 342 lavoratori). E’ comunque in leggero aumento il numero dei maschi nel triennio.
A.S.P. 2
numero tot 852
autosufficienti 173
Servizi, committenti, utenti
n. serv. +5 anni 2
committenti servizi comunità montana 1
comuni 7 2011
utenza
personalizzazione dell’intervento, la promozione dell’autodeterminazione e dell’autonomia, il rispetto della riservatezza. La mission è focalizzata sulla centralità dell’ospite e dei familiari ed in primo piano restano sempre la vocazione alla soddisfazione del committente e del cliente attraverso un’organizzazione flessibile e una comunicazione puntuale e trasparente. La metodologia di lavoro proposta è per progetti, condivisa e diffusa, da realizzarsi attraverso un’équipe multiprofessionale (coordinamento, infermieristico, fisioterapico, educativo e di animazione, assistenza psicologica, assistenza sociale, assistenza di base, trasporti, ausiliari integrativi, parrucchiere/barbiere/podologo/pedicure) utilizzando strumenti di valutazione multidimensionale. Inoltre si favorisce un approccio specialistico ai servizi attraverso la collaborazione con partner qualificati (igiene e sanificazione dell’ambiente, lavanderia, manutenzione, risto-
n. serv. +10 anni 4
utenti servizi non autosufficienti 679
Dati al 31/12. Utenti, soci e committenti hanno restituito tramite apposito questionario un notevole apprezzamento per il servizio erogato. Molto alta la soddisfazione degli utenti dei servizi campionati, con una media di 8,79 punti (in una scala da 1 a 10). Nel 2011, sono aumentati in modo significativo i numeri relativi l’organizzazione e la partecipazione a gite e l’organizzazione e partecipazione ad eventi con numeri che passano da 90 del 2010 a ben 152 nel 2011. Alta anche la soddisfazione dei committenti che si attesta a una media complessiva di 8,35 (in una scala da 1 a 10). Punto di forza la “qualità dei rapporti con la Cooperativa” con la media più alta (9). Da evidenziare la sempre maggior attenzione dei committenti all’attuazione delle proposte progettuali, difatti con puntualità vengono richiesti
n. serv. -5 anni 6
privati 2 servizi gestione propria non anziani 19
report sull’erogazione delle migliorie proposte, della formazione pianificata e dell’andamento generale del servizio. Molto spesso per la committenza la Cooperativa diventa depositaria di innovazione e flessibilità, con richieste frequenti di modifiche alla pianificazione condivisa sia in termini di erogazione del servizio che in termini di formazione da erogare.
pevolezza della propria responsabilità e centralità di ruolo, per orientare i propri pensieri, emozioni ed azioni, sapendo che condizionano le persone cui sono destinati i servizi, oltre che se stessi e i colleghi. Anna La Diega
In una scala da 1 a 4, ottima la media generale di soddisfazione dei soci valutata in 3,51, nell’analisi per genere le socie hanno mostrato un grado di soddisfazione generale maggiore, mentre la soddisfazione massima è andata alla voce "organizzazione". Infine in riferimento al personale, importante è la tensione costante alla stimolazione del pensiero delle risorse impiegate al fine di dare senso al lavoro e di mantenere attiva la consa06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 25
Ricerca e sviluppo
Interventi a favore del welfare di comunità
Foto di Gigi Fasolino
Carnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio
Pordenone La sperimentazione di nuovi percorsi - in termini di processo, di servizio, di differenziazione e ampliamento delle attività possibili – tocca necessariamente il tema della dimensione economica e l’esigenza di differenziare anche le fonti e le origini delle risorse. Itaca ha da tempo imboccato la strada di andare oltre le traiettorie sperimentate della gara d’appalto di servizi, innovando ed esplorando territori inediti sia nella proposta agli enti di forme innovative nell’affidamento, sia proponendosi con nuove progettualità cercando diverse forme di finanziamento che uniscano le risorse di più partner. Una pista battuta negli ultimi due anni è la partecipazione a bandi regionali o europei che vadano a sostenere in parte progettualità piccole o grandi, comune denominatore è che vengano
26 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
incontro ai bisogni delle comunità e mettano insieme più attori dello stesso territorio. Attualmente sono in corso tre progetti sostenuti dalla legge regionale 30 dicembre 2008, n. 17 (Legge Finanziaria 2009), norma destinata a promuovere il ruolo sociale dei soggetti del terzo settore. Si tratta di progetti di piccole dimensioni e durata annuale ma che dovrebbero rappresentare un inizio di percorso, destinato nel tempo ad autosostenersi con le risorse della società civile. I progetti sono volutamente pensati in tre contesti differenti, quello montano della Carnia, quello urbano di Pordenone e quello di una cittadina come Sacile. Pur differenziandosi per utenza e obiettivi, le progettualità hanno una caratteristica comune, quella di mettere insieme istituzioni, associazioni e cittadini per la promozione di un obiettivo e di investire capitale umano
ed economico non completamente coperto da fondi regionali. Nel caso della Carnia la realizzazione di un “Orto sinergico” ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale delle persone disabili in collaborazione con diverse realtà distributive del territorio. Ci si attende l’acquisizione di nuove abilità, la promozione delle autonomie e soprattutto la possibilità di sentirsi parte attiva di un processo produttivo, acquisendo competenze spendibili nel contesto sociale. L’inclusione sociale viene sottolineata anche da azioni con le scuole del territorio per la condivisione delle esperienze in un rapporto di peer education tra i ragazzi. A Pordenone ci si orienta invece verso il “Progetto di Quartiere” nella declinazione di “prevenzione … e contrasto ai fenomeni di esclusione” citata nel regolamento della LR 17, che offre lo spunto per portare la metodologia del
lavoro di Comunità - che a Pordenone già si tenta di operare attraverso il progetto Genius Loci-, in un altro quartiere della città con operatori della Cooperativa Itaca a promuovere l’empowerment comunitario, come interlocutori credibili che si affiancano agli attuali e naturali protagonisti della vita sociale nel prevenire fenomeni di esclusione sociale, nel sostenere percorsi di cittadinanza attiva e mantenere nel tempo percorsi di integrazione a più livelli. A Sacile e a Budoia, in collaborazione con i Comuni dell’Ambito, si sta dando vita e struttura a un “Centro di Incontro” finalizzato a promuovere il ruolo attivo delle persone anziane e a connotare strutture esistenti come luogo di ritrovo e attività per gli anziani di quella comunità. Ci si propone di attivare con efficacia e continuità le risorse della comunità e delle persone anziane, proponendo un progetto starter di Centro so-
ciale che in futuro potrà vedere gli anziani autogestirsi in tempi, spazi e attività. Tutti i progetti, che hanno visto la luce all’inizio del 2012, dovranno concludere la loro progettualità entro dicembre, ma si ritiene non si esauriranno in questo tempo. L’auspicio è infatti che la promozione di interventi a favore del welfare di comunità e l’implementazione di azioni sinergiche con le associazioni locali che, attraverso le proprie attività, vengono in contatto con situazioni di disagio, sia di stimolo a nuovi attori e a percorsi di auto-organizzazione che, attraverso questo tempo di accompagnamento professionale, incontrino strumenti, modi, motivazioni per proseguire nelle strade intraprese. Paola Ricchiuti
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Ricerca e sviluppo
Interventi a favore del welfare di comunità
Foto di Gigi Fasolino
Carnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio
Pordenone La sperimentazione di nuovi percorsi - in termini di processo, di servizio, di differenziazione e ampliamento delle attività possibili – tocca necessariamente il tema della dimensione economica e l’esigenza di differenziare anche le fonti e le origini delle risorse. Itaca ha da tempo imboccato la strada di andare oltre le traiettorie sperimentate della gara d’appalto di servizi, innovando ed esplorando territori inediti sia nella proposta agli enti di forme innovative nell’affidamento, sia proponendosi con nuove progettualità cercando diverse forme di finanziamento che uniscano le risorse di più partner. Una pista battuta negli ultimi due anni è la partecipazione a bandi regionali o europei che vadano a sostenere in parte progettualità piccole o grandi, comune denominatore è che vengano
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incontro ai bisogni delle comunità e mettano insieme più attori dello stesso territorio. Attualmente sono in corso tre progetti sostenuti dalla legge regionale 30 dicembre 2008, n. 17 (Legge Finanziaria 2009), norma destinata a promuovere il ruolo sociale dei soggetti del terzo settore. Si tratta di progetti di piccole dimensioni e durata annuale ma che dovrebbero rappresentare un inizio di percorso, destinato nel tempo ad autosostenersi con le risorse della società civile. I progetti sono volutamente pensati in tre contesti differenti, quello montano della Carnia, quello urbano di Pordenone e quello di una cittadina come Sacile. Pur differenziandosi per utenza e obiettivi, le progettualità hanno una caratteristica comune, quella di mettere insieme istituzioni, associazioni e cittadini per la promozione di un obiettivo e di investire capitale umano
ed economico non completamente coperto da fondi regionali. Nel caso della Carnia la realizzazione di un “Orto sinergico” ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale delle persone disabili in collaborazione con diverse realtà distributive del territorio. Ci si attende l’acquisizione di nuove abilità, la promozione delle autonomie e soprattutto la possibilità di sentirsi parte attiva di un processo produttivo, acquisendo competenze spendibili nel contesto sociale. L’inclusione sociale viene sottolineata anche da azioni con le scuole del territorio per la condivisione delle esperienze in un rapporto di peer education tra i ragazzi. A Pordenone ci si orienta invece verso il “Progetto di Quartiere” nella declinazione di “prevenzione … e contrasto ai fenomeni di esclusione” citata nel regolamento della LR 17, che offre lo spunto per portare la metodologia del
lavoro di Comunità - che a Pordenone già si tenta di operare attraverso il progetto Genius Loci-, in un altro quartiere della città con operatori della Cooperativa Itaca a promuovere l’empowerment comunitario, come interlocutori credibili che si affiancano agli attuali e naturali protagonisti della vita sociale nel prevenire fenomeni di esclusione sociale, nel sostenere percorsi di cittadinanza attiva e mantenere nel tempo percorsi di integrazione a più livelli. A Sacile e a Budoia, in collaborazione con i Comuni dell’Ambito, si sta dando vita e struttura a un “Centro di Incontro” finalizzato a promuovere il ruolo attivo delle persone anziane e a connotare strutture esistenti come luogo di ritrovo e attività per gli anziani di quella comunità. Ci si propone di attivare con efficacia e continuità le risorse della comunità e delle persone anziane, proponendo un progetto starter di Centro so-
ciale che in futuro potrà vedere gli anziani autogestirsi in tempi, spazi e attività. Tutti i progetti, che hanno visto la luce all’inizio del 2012, dovranno concludere la loro progettualità entro dicembre, ma si ritiene non si esauriranno in questo tempo. L’auspicio è infatti che la promozione di interventi a favore del welfare di comunità e l’implementazione di azioni sinergiche con le associazioni locali che, attraverso le proprie attività, vengono in contatto con situazioni di disagio, sia di stimolo a nuovi attori e a percorsi di auto-organizzazione che, attraverso questo tempo di accompagnamento professionale, incontrino strumenti, modi, motivazioni per proseguire nelle strade intraprese. Paola Ricchiuti
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informazione
insicurezza
Qualifica Oss si riparte Via ai corsi di misure compensative per il conseguimento del livello di Operatore socio sanitario
Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 (gratuito) e le segreterie degli Enti accreditati nelle sedi e negli orari di seguito indicati.
TRIESTE Pordenone A seguito dell’avviso pubblico emanato dall’Autorità di Gestione dell’Obiettivo 2 del POR FSE 2007/2013, la Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato ad una associazione temporanea di Enti di formazione accreditati dalla Regione stessa l’attuazione, per il periodo 2012 -2014, del programma specifico n. 34 dedicato a promuovere una adeguata offerta formativa a favore di quanti sono in possesso di crediti formativi e lavorativi nell’assistenza alla persona e sono interessati a conseguire Per informazioni è disponibile la qualifica di Operatore socio-sanitario. il numero verde 800-145538 e le In considerazione segreterie degli Enti accreditati dell’alto numero di manifestazioni di interesse registrate nel 2011 e del numero di corsi autorizzati per il 2012 (28 edizioni), sono state prioritariamente ammesse a frequentare i corsi (gratuiti) le persone occupate presso Rsa, Strutture residenziali per anziani non autosufficienti e le persone provenienti da situazione di crisi occupazionale nel settore socio sanitario e assistenziale. Per quanto riguarda la Cooperativa Itaca, sono stati inclusi nella proposta anche operatori afferenti alla Salute mentale. Ai fini della selezione è stato applicato il criterio dell’anzianità di servizio (credito lavorativo documentato). In considerazione del fabbisogno rilevato, la partenza dei corsi è stata anticipata al mese di aprile (anziché al periodo autunnale come inizialmente preventivato), ed anche il numero dei corsi previsti per il triennio 2012-2014 ha conosciuto un considerevole incremento rispetto a quanto previsto in un primo momento. Alla luce di ciò, davvero significativo risulta lo sforzo messo in campo dalla Cooperativa nei mesi scorsi e per quelli prossimi per garantire, nelle persone dei propri coordinatori, la frequenza ai corsi da parte degli operatori coinvolti dalla formazione. 28 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
ENAIP FVG , Via dell’Istria, 57- Trieste Tel. 040 3788 888 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
GORIZIA ENAIP FVG - Via del Boschetto, 37 - Gorizia Tel. - 0481 585411 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
CERVIGNANO DEL FRIULI ENAIP FVG - Via Aquileia, 22 – Cervignano del Friuli Tel. 0431 33508 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
UDINE SEGRETERIA UNICA c/o Fondazione OSF Viale Ungheria, 22 - Udine Tel. 0432-506892 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 per i corsi realizzati da: FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA –INDAR FORMAZIONE E SVILUPPO - IRES FVG –
PORDENONE FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA Viale de La Comina, 25 - Pordenone Tel. 0434-361470 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
TOLMEZZO CRAMARS SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE - Via della Coopeartiva, 11/n - Tolmezzo Tel. 0433 41943 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 Renato Esposito
ELETTI I NUOVI RAPPRESENTANTI PER LA SICUREZZA Sono 19 gli Rls nominati in 19 collegi: tutti i nomi
Pordenone Lo scorso 19 marzo si svolte in Itaca le elezioni degli “Rls”, l’evento è avvenuto con la regia del sindacato a seguito di un accordo siglato tra la Cooperativa e le principali organizzazioni sindacali firmatarie del nostro CCNL. Nei 19 collegi in cui si sono svolte le operazioni di voto sono risultati eletti altrettanti Rls, di seguito l’elenco con il collegio di appartenenza. NUMERO COLLEGIO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
NOME COLLEGIO Pordenone sede Pordenone centro Sanvitese Valcellina Maniaghese Sacilese Azzanese Territoriale* Azzanese Residenziale Udinese Udine Città Tolmezzo Carnia Bassa Friulana Latisana Gorizia Trieste
16 17 18 19
Feltrino Belluno Portogruaro-Venezia Alto Adige
RLS ELETTI Gaetano Amendola Giovanni Gustinelli Flavia Cudini Elisa Cancian Eluana De Marco Maurizio Perrotta* Mary Pittana Nazario Lombardi Francesca Pletti Fabio Gardelli Fabio Gardelli Barbara Comelli Angela Campeotto GianLuca Braida Alessia Polonia Nicoletta De Lorenzo Buffolo Leonardo Cardella Daniele Franco Luca Casagrande
PREFERENZE 48 6 21 22 36 6* 21 14 15 19 10 21 15 15 27 18 11 13 25
L’ufficio formazione di Itaca sta predisponendo il corso di formazione per i neo-Rls, 15, e il corso di aggiornamento per quelli che sono stati riconfermati, in tutto 4.
- diritto all’informazione; - diritto alla formazione; - diritto alla partecipazione; - diritto al controllo.
Chi sono gli Rls? Sono dei lavoratori eletti o designati per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.
Quali le responsabilità degli Rls? Il DLgs 81/08 non ha previsto alcuna specifica sanzione a carico dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il motivo risiede nel fatto che gli Rls, in considerazione dei compiti consultivi loro assegnati, non hanno alcun potere decisionale in merito alle scelte in materia di prevenzione infortuni effettuate dal datore di lavoro. Quanto sopra non significa però che i rappresentanti dei lavoratori per la
Quali sono i diritti degli Rls? Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha, sostanzialmente, quattro diritti fondamentali:
*NB: l’Rls Perrotta è stato eletto nel collegio di Pordenone centro, poiché nel collegio di Pordenone centro è stato eletto a pari merito anche un altro Rls è stato spostato nel collegio “Azzanese territoriale”.
sicurezza vadano esenti da responsabilità, indipendentemente dalle modalità con cui svolgono il proprio compito; infatti, nel caso in cui l’Rls abbia contribuito all’adozione di una misura protettiva rivelatasi inadeguata, insufficiente o addirittura contraria alla legge, e l’abbia pretesa dal datore di lavoro, potrà essere chiamato a rispondere dell’infortunio che ne sia derivato. A tutti i nuovi eletti va un caloroso augurio di proficuo lavoro. Ufficio Sicurezza
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informazione
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Qualifica Oss si riparte Via ai corsi di misure compensative per il conseguimento del livello di Operatore socio sanitario
Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 (gratuito) e le segreterie degli Enti accreditati nelle sedi e negli orari di seguito indicati.
TRIESTE Pordenone A seguito dell’avviso pubblico emanato dall’Autorità di Gestione dell’Obiettivo 2 del POR FSE 2007/2013, la Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato ad una associazione temporanea di Enti di formazione accreditati dalla Regione stessa l’attuazione, per il periodo 2012 -2014, del programma specifico n. 34 dedicato a promuovere una adeguata offerta formativa a favore di quanti sono in possesso di crediti formativi e lavorativi nell’assistenza alla persona e sono interessati a conseguire Per informazioni è disponibile la qualifica di Operatore socio-sanitario. il numero verde 800-145538 e le In considerazione segreterie degli Enti accreditati dell’alto numero di manifestazioni di interesse registrate nel 2011 e del numero di corsi autorizzati per il 2012 (28 edizioni), sono state prioritariamente ammesse a frequentare i corsi (gratuiti) le persone occupate presso Rsa, Strutture residenziali per anziani non autosufficienti e le persone provenienti da situazione di crisi occupazionale nel settore socio sanitario e assistenziale. Per quanto riguarda la Cooperativa Itaca, sono stati inclusi nella proposta anche operatori afferenti alla Salute mentale. Ai fini della selezione è stato applicato il criterio dell’anzianità di servizio (credito lavorativo documentato). In considerazione del fabbisogno rilevato, la partenza dei corsi è stata anticipata al mese di aprile (anziché al periodo autunnale come inizialmente preventivato), ed anche il numero dei corsi previsti per il triennio 2012-2014 ha conosciuto un considerevole incremento rispetto a quanto previsto in un primo momento. Alla luce di ciò, davvero significativo risulta lo sforzo messo in campo dalla Cooperativa nei mesi scorsi e per quelli prossimi per garantire, nelle persone dei propri coordinatori, la frequenza ai corsi da parte degli operatori coinvolti dalla formazione. 28 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
ENAIP FVG , Via dell’Istria, 57- Trieste Tel. 040 3788 888 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
GORIZIA ENAIP FVG - Via del Boschetto, 37 - Gorizia Tel. - 0481 585411 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
CERVIGNANO DEL FRIULI ENAIP FVG - Via Aquileia, 22 – Cervignano del Friuli Tel. 0431 33508 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
UDINE SEGRETERIA UNICA c/o Fondazione OSF Viale Ungheria, 22 - Udine Tel. 0432-506892 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 per i corsi realizzati da: FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA –INDAR FORMAZIONE E SVILUPPO - IRES FVG –
PORDENONE FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA Viale de La Comina, 25 - Pordenone Tel. 0434-361470 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
TOLMEZZO CRAMARS SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE - Via della Coopeartiva, 11/n - Tolmezzo Tel. 0433 41943 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 Renato Esposito
ELETTI I NUOVI RAPPRESENTANTI PER LA SICUREZZA Sono 19 gli Rls nominati in 19 collegi: tutti i nomi
Pordenone Lo scorso 19 marzo si svolte in Itaca le elezioni degli “Rls”, l’evento è avvenuto con la regia del sindacato a seguito di un accordo siglato tra la Cooperativa e le principali organizzazioni sindacali firmatarie del nostro CCNL. Nei 19 collegi in cui si sono svolte le operazioni di voto sono risultati eletti altrettanti Rls, di seguito l’elenco con il collegio di appartenenza. NUMERO COLLEGIO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
NOME COLLEGIO Pordenone sede Pordenone centro Sanvitese Valcellina Maniaghese Sacilese Azzanese Territoriale* Azzanese Residenziale Udinese Udine Città Tolmezzo Carnia Bassa Friulana Latisana Gorizia Trieste
16 17 18 19
Feltrino Belluno Portogruaro-Venezia Alto Adige
RLS ELETTI Gaetano Amendola Giovanni Gustinelli Flavia Cudini Elisa Cancian Eluana De Marco Maurizio Perrotta* Mary Pittana Nazario Lombardi Francesca Pletti Fabio Gardelli Fabio Gardelli Barbara Comelli Angela Campeotto GianLuca Braida Alessia Polonia Nicoletta De Lorenzo Buffolo Leonardo Cardella Daniele Franco Luca Casagrande
PREFERENZE 48 6 21 22 36 6* 21 14 15 19 10 21 15 15 27 18 11 13 25
L’ufficio formazione di Itaca sta predisponendo il corso di formazione per i neo-Rls, 15, e il corso di aggiornamento per quelli che sono stati riconfermati, in tutto 4.
- diritto all’informazione; - diritto alla formazione; - diritto alla partecipazione; - diritto al controllo.
Chi sono gli Rls? Sono dei lavoratori eletti o designati per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.
Quali le responsabilità degli Rls? Il DLgs 81/08 non ha previsto alcuna specifica sanzione a carico dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il motivo risiede nel fatto che gli Rls, in considerazione dei compiti consultivi loro assegnati, non hanno alcun potere decisionale in merito alle scelte in materia di prevenzione infortuni effettuate dal datore di lavoro. Quanto sopra non significa però che i rappresentanti dei lavoratori per la
Quali sono i diritti degli Rls? Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha, sostanzialmente, quattro diritti fondamentali:
*NB: l’Rls Perrotta è stato eletto nel collegio di Pordenone centro, poiché nel collegio di Pordenone centro è stato eletto a pari merito anche un altro Rls è stato spostato nel collegio “Azzanese territoriale”.
sicurezza vadano esenti da responsabilità, indipendentemente dalle modalità con cui svolgono il proprio compito; infatti, nel caso in cui l’Rls abbia contribuito all’adozione di una misura protettiva rivelatasi inadeguata, insufficiente o addirittura contraria alla legge, e l’abbia pretesa dal datore di lavoro, potrà essere chiamato a rispondere dell’infortunio che ne sia derivato. A tutti i nuovi eletti va un caloroso augurio di proficuo lavoro. Ufficio Sicurezza
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inpersonale
Culture
Retribuzioni cooperative, ma disallineate dal “pubblico” Spazio alle risorse umane sulla realtà del nostro lavoro
Pordenone Quando si confeziona un nuovo prodotto editoriale, chi se lo ritrova fra le mani coltiva l’aspettativa che ad essere nuovi siano certamente, oltre che la veste grafica, anche e soprattutto i contenuti. E’ proprio questa l’esigenza ispiratrice di questa rubrica: dare vita ad uno spazio partecipato e aperto sulla realtà del nostro lavoro, sulle potenzialità e sulle prospettive che vi si possono scorgere, dove possano trovare voce e risposte le varie questioni inerenti l’area vasta delle risorse umane. In linea con questo intendimento, scegliamo di aprire questo nostro dialogo rispondendo alle numerose sollecitazioni evidenziate nel questionario di soddisfazione distribuito Più del 76% dei 600 mila euro destinati alla mutualità interna è stato in passato ai soci, documenti in cui, al di là di questioni di ordine specifico la cui destinato a maggiori costi per trattazione si è ritenuto opportuno del’inquadramento del personale mandare ai rispettivi Rap (responsabili di area produttiva) coinvolti. Ebbene su 22 quesiti di ordine generale ascrivibili all’area delle Risorse Umane, ben 15 facevano chiaro riferimento al “problema delle retribuzioni”, segnalando come criticità il disallineamento medio delle stesse rispetto a quelle erogate dal comparto pubblico per professionalità affini e, in alcuni casi, assolutamente identiche. Il livello di retribuzione, sicuramente migliorabile, è determinato, inutile nasconderlo, dalla sempre maggiore scarsità di risorse economiche destinate dalla pubblica amministrazione ai servizi tradizionalmente erogati dalle Cooperative sociali. Motivo per cui a Itaca spetta il compito, difficile, di governare il complesso equilibrio generato da un lato dal tenore delle richieste del committente e, dall’altro, dalla necessità imprescindibile di tutelare l’interesse dei nostri soci. 30 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Vi sono tuttavia anche alcuni punti di forza. E’ bene segnalare come il CCNL delle Cooperative sociali, pur “inferiore” al contratto vigente nel comparto della sanità pubblica, si attesti su posizioni di sostanziale parità con altri contratti del settore sociosanitario. Considerevole poi appare l’impegno dei nostri referenti in tutte le sedi opportune per l’attivazione e lo sviluppo di un ragionamento sempre più approfondito sulle prospettive di sostenibilità economica di un siffatto sistema, che di fatto costringe l’organizzazione a porsi come attore primo di una continua “moral suasion” con gli interlocutori del caso. Anche il tanto sofferto disallineamento con i livelli retributivi vigenti nella sanità pubblica sta conoscendo, ormai da qualche tempo, un significativo decremento tanto che anche questo settore non sembra essere più il sospirato “bengodi” per chi proviene dal sociale (si pensi, ad esempio, al blocco delle assunzioni). Un’altra riposta importante con cui la Cooperativa Itaca afferma la sua chiara e ferma volontà di reagire ed insieme di lanciare un messaggio a tutti i soci, è costituita dalle iniziative realizzate grazie ai ben 600 mila euro destinati nell’anno 2011 alla cosiddetta “mutualità interna”. Di questi, più del 76% è stato destinato a maggiori costi per l’inquadramento del personale (pensiamo alla creazione del livello intermedio B1CM, con ricadute dirette quindi sui livelli retributivi), e buona parte della quota restante è ascrivibile alla tutela e promozione della conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro (ad esempio, integrazione al 100% della maternità obbligatoria). Una scelta che, visti i tempi che corrono, amiamo sottolineare come non scontata e che colloca Itaca fra le prime realtà italiane in questo campo, con una competenza riconosciuta recentemente, fra gli altri, anche dalla Presidenza della Repubblica Italiana. Ufficio Risorse Umane
MU SI CA
ci ne ma
Ed Sheeran +
Pollo alle prugne
Pubblicato per il mercato italiano solo tre mesi fa, con il consueto ritardo rispetto al resto del mondo, il primo Lp di Ed Sheeran è la sintesi perfetta del duro lavoro che ha portato questo giovane ventenne cantautore inglese ad aggiudicarsi 2 brit awards ed a raggiungere la vetta della classifica nel Regno Unito e quella di altri Paesi europei. La copertina di + (“PLUS”) lo ritrae in un primissimo piano con un colore arancione a mascherare il rosso dei suoi capelli ed il suo sangue irlandese, ma non lasciatevi ingannare dalla sua giovane faccia pulita, non si tratta dell’ennesimo artista al debutto con ancora poco carisma e maturità. A 16 anni aveva già le idee chiare riguardo al suo futuro e trasferitosi a Londra, si esibisce in centinaia di concerti (oltre trecento soltanto nell’anno 2009) dal vivo e si auto-produce ben 5 Ep, l'ultimo di questi entra in classifica quando lui è ancora senza contratto discografico. Il suo stile musicale ha radici profonde nel folk irlandese di Damien Rice e Nizlopi con il quale mischia e contamina Rap e Grime (inglese) e l'album è una prova della sua straordinaria vocalità e versatilità. Le 12 tracce vi faranno conoscere un cantautore capace di trattare con semplicità, sensibilità ed in modo diretto temi non scontati che vanno dall’industria discografica, al disagio sociale, alla paternità, giusto per citarne alcuni. Ascoltando con una attenzione maggiore i brani si può notare che gli arrangiamenti sono semplici ed essenziali, quindi molto lontani dal resto del mercato musicale odierno. I suoi arrangiamenti e il suo modo di comporre, infatti, nasce dalle corde della sua piccola chitarra acustica a scala corta (Lxm Little Martin) e dalle sovra-incisioni in tempo reale di parti ritmiche e armoniche registrate e immediatamente riprodotte con l’ausilio di un loop-pedal che permettono all’artista di esibirsi dal vivo in un one man show. I singoli di quest'album che avrete certamente sentito per radio o tv, o come colonna sonora a spot pubblicitari, sono “A-Team”, “Lego House”. Se vi è ancora capitata l’occasione cercate su Youtube i video ufficiali dei singoli estratti dall'album: “A-Team”, “You Need Me, I Don’t Need You”, “Lego House”, “Drunk”, “Small Bump” o sul suo sito ufficiale (http://edsheeran.com/). Vi auguro buon ascolto e fatemi sapere che ne pensate.
“Pollo alle prugne” è un film scritto e diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud, gli stessi autori di “Persepolis”. In questo caso, però, non si tratta di un film d’animazione, ma di un vero e proprio lungometraggio con attori in carne e ossa. Le immagini sono state comunque ritoccate per consentire un effetto visivo simile ad una vignetta, con alcune scene dai tratti quasi fiabeschi. La storia si svolge a Teheran e narra di un musicista, Nasser-Alì (Mathieu Amalric), che fin da piccolo manifesta interesse verso la musica e così impara a suonare divinamente il violino. Il suo maestro gli fa un dono prezioso: un violino antico le cui note gli faranno ricordare la donna amata e persa per sempre, perché il padre di lei si oppone al matrimonio tra i due. La perdita dell’amata segnerà la sua esistenza rendendolo un uomo triste e privo di voglia di vivere, ma con l’unico desiderio di suonare quel violino che gli fa ricordare la bella Irane (Golshifteh Farahani), sua ispirazione artistica. Dopo anni di solitudine sposerà, per mezzo di un matrimonio combinato dalla madre (Isabella Rossellini), una donna che non ama e che non amerà mai (Maria De Medeiros). La moglie, in preda ad un momento di rabbia, gli romperà il violino mettendo fine per sempre alla sua ispirazione artistica. Nasser-Alì, distrutto dal dolore, cercherà invano di rimpiazzare lo strumento ma nessun altro violino riuscirà più a dargli l’ispirazione. E’ così che deciderà di mettersi a letto ad aspettare la morte. I personaggi del film sono decisamente particolari e, alcuni, particolarmente bizzarri come il proprietario del bazar che propone un violino nuovo a NasserAlì, il maestro di musica dall’aria zen e l’angelo della morte, che gli appare nella sua stanza da letto poco prima di morire. Altri personaggi da ricordare sono i due figli di Nasser-Alì: un maschio ed una femmina, entrambe molto legati al padre. Nel film sono rappresentati sia da bambini sia da adulti. E qui segnalo la figura della figlia adulta, interpretata da una bellissima e cinica Chiara Mastroianni (da evidenziare che nel film appaiono due grandi attrici italiane: Chiara Mastroianni, per l’appunto, e Isabella Rossellini). La trama del film ruota attorno ad un amore bellissimo e impossibile tra due persone che si amano ma non riescono a coronare il loro sogno di una vita insieme. Nasser-Alì potrà “toccare” e “ricordare” la propria amata solo grazie al violino e alla musica prodotta dalle sue corde. Da vedere, se non altro per le immagini fiabesche della pellicola.
Paolo Frigo
Anna Bagnarol
INVIACI LA TUA RECENSIONE Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto? Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni? Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 31
inpersonale
Culture
Retribuzioni cooperative, ma disallineate dal “pubblico” Spazio alle risorse umane sulla realtà del nostro lavoro
Pordenone Quando si confeziona un nuovo prodotto editoriale, chi se lo ritrova fra le mani coltiva l’aspettativa che ad essere nuovi siano certamente, oltre che la veste grafica, anche e soprattutto i contenuti. E’ proprio questa l’esigenza ispiratrice di questa rubrica: dare vita ad uno spazio partecipato e aperto sulla realtà del nostro lavoro, sulle potenzialità e sulle prospettive che vi si possono scorgere, dove possano trovare voce e risposte le varie questioni inerenti l’area vasta delle risorse umane. In linea con questo intendimento, scegliamo di aprire questo nostro dialogo rispondendo alle numerose sollecitazioni evidenziate nel questionario di soddisfazione distribuito Più del 76% dei 600 mila euro destinati alla mutualità interna è stato in passato ai soci, documenti in cui, al di là di questioni di ordine specifico la cui destinato a maggiori costi per trattazione si è ritenuto opportuno del’inquadramento del personale mandare ai rispettivi Rap (responsabili di area produttiva) coinvolti. Ebbene su 22 quesiti di ordine generale ascrivibili all’area delle Risorse Umane, ben 15 facevano chiaro riferimento al “problema delle retribuzioni”, segnalando come criticità il disallineamento medio delle stesse rispetto a quelle erogate dal comparto pubblico per professionalità affini e, in alcuni casi, assolutamente identiche. Il livello di retribuzione, sicuramente migliorabile, è determinato, inutile nasconderlo, dalla sempre maggiore scarsità di risorse economiche destinate dalla pubblica amministrazione ai servizi tradizionalmente erogati dalle Cooperative sociali. Motivo per cui a Itaca spetta il compito, difficile, di governare il complesso equilibrio generato da un lato dal tenore delle richieste del committente e, dall’altro, dalla necessità imprescindibile di tutelare l’interesse dei nostri soci. 30 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Vi sono tuttavia anche alcuni punti di forza. E’ bene segnalare come il CCNL delle Cooperative sociali, pur “inferiore” al contratto vigente nel comparto della sanità pubblica, si attesti su posizioni di sostanziale parità con altri contratti del settore sociosanitario. Considerevole poi appare l’impegno dei nostri referenti in tutte le sedi opportune per l’attivazione e lo sviluppo di un ragionamento sempre più approfondito sulle prospettive di sostenibilità economica di un siffatto sistema, che di fatto costringe l’organizzazione a porsi come attore primo di una continua “moral suasion” con gli interlocutori del caso. Anche il tanto sofferto disallineamento con i livelli retributivi vigenti nella sanità pubblica sta conoscendo, ormai da qualche tempo, un significativo decremento tanto che anche questo settore non sembra essere più il sospirato “bengodi” per chi proviene dal sociale (si pensi, ad esempio, al blocco delle assunzioni). Un’altra riposta importante con cui la Cooperativa Itaca afferma la sua chiara e ferma volontà di reagire ed insieme di lanciare un messaggio a tutti i soci, è costituita dalle iniziative realizzate grazie ai ben 600 mila euro destinati nell’anno 2011 alla cosiddetta “mutualità interna”. Di questi, più del 76% è stato destinato a maggiori costi per l’inquadramento del personale (pensiamo alla creazione del livello intermedio B1CM, con ricadute dirette quindi sui livelli retributivi), e buona parte della quota restante è ascrivibile alla tutela e promozione della conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro (ad esempio, integrazione al 100% della maternità obbligatoria). Una scelta che, visti i tempi che corrono, amiamo sottolineare come non scontata e che colloca Itaca fra le prime realtà italiane in questo campo, con una competenza riconosciuta recentemente, fra gli altri, anche dalla Presidenza della Repubblica Italiana. Ufficio Risorse Umane
MU SI CA
ci ne ma
Ed Sheeran +
Pollo alle prugne
Pubblicato per il mercato italiano solo tre mesi fa, con il consueto ritardo rispetto al resto del mondo, il primo Lp di Ed Sheeran è la sintesi perfetta del duro lavoro che ha portato questo giovane ventenne cantautore inglese ad aggiudicarsi 2 brit awards ed a raggiungere la vetta della classifica nel Regno Unito e quella di altri Paesi europei. La copertina di + (“PLUS”) lo ritrae in un primissimo piano con un colore arancione a mascherare il rosso dei suoi capelli ed il suo sangue irlandese, ma non lasciatevi ingannare dalla sua giovane faccia pulita, non si tratta dell’ennesimo artista al debutto con ancora poco carisma e maturità. A 16 anni aveva già le idee chiare riguardo al suo futuro e trasferitosi a Londra, si esibisce in centinaia di concerti (oltre trecento soltanto nell’anno 2009) dal vivo e si auto-produce ben 5 Ep, l'ultimo di questi entra in classifica quando lui è ancora senza contratto discografico. Il suo stile musicale ha radici profonde nel folk irlandese di Damien Rice e Nizlopi con il quale mischia e contamina Rap e Grime (inglese) e l'album è una prova della sua straordinaria vocalità e versatilità. Le 12 tracce vi faranno conoscere un cantautore capace di trattare con semplicità, sensibilità ed in modo diretto temi non scontati che vanno dall’industria discografica, al disagio sociale, alla paternità, giusto per citarne alcuni. Ascoltando con una attenzione maggiore i brani si può notare che gli arrangiamenti sono semplici ed essenziali, quindi molto lontani dal resto del mercato musicale odierno. I suoi arrangiamenti e il suo modo di comporre, infatti, nasce dalle corde della sua piccola chitarra acustica a scala corta (Lxm Little Martin) e dalle sovra-incisioni in tempo reale di parti ritmiche e armoniche registrate e immediatamente riprodotte con l’ausilio di un loop-pedal che permettono all’artista di esibirsi dal vivo in un one man show. I singoli di quest'album che avrete certamente sentito per radio o tv, o come colonna sonora a spot pubblicitari, sono “A-Team”, “Lego House”. Se vi è ancora capitata l’occasione cercate su Youtube i video ufficiali dei singoli estratti dall'album: “A-Team”, “You Need Me, I Don’t Need You”, “Lego House”, “Drunk”, “Small Bump” o sul suo sito ufficiale (http://edsheeran.com/). Vi auguro buon ascolto e fatemi sapere che ne pensate.
“Pollo alle prugne” è un film scritto e diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud, gli stessi autori di “Persepolis”. In questo caso, però, non si tratta di un film d’animazione, ma di un vero e proprio lungometraggio con attori in carne e ossa. Le immagini sono state comunque ritoccate per consentire un effetto visivo simile ad una vignetta, con alcune scene dai tratti quasi fiabeschi. La storia si svolge a Teheran e narra di un musicista, Nasser-Alì (Mathieu Amalric), che fin da piccolo manifesta interesse verso la musica e così impara a suonare divinamente il violino. Il suo maestro gli fa un dono prezioso: un violino antico le cui note gli faranno ricordare la donna amata e persa per sempre, perché il padre di lei si oppone al matrimonio tra i due. La perdita dell’amata segnerà la sua esistenza rendendolo un uomo triste e privo di voglia di vivere, ma con l’unico desiderio di suonare quel violino che gli fa ricordare la bella Irane (Golshifteh Farahani), sua ispirazione artistica. Dopo anni di solitudine sposerà, per mezzo di un matrimonio combinato dalla madre (Isabella Rossellini), una donna che non ama e che non amerà mai (Maria De Medeiros). La moglie, in preda ad un momento di rabbia, gli romperà il violino mettendo fine per sempre alla sua ispirazione artistica. Nasser-Alì, distrutto dal dolore, cercherà invano di rimpiazzare lo strumento ma nessun altro violino riuscirà più a dargli l’ispirazione. E’ così che deciderà di mettersi a letto ad aspettare la morte. I personaggi del film sono decisamente particolari e, alcuni, particolarmente bizzarri come il proprietario del bazar che propone un violino nuovo a NasserAlì, il maestro di musica dall’aria zen e l’angelo della morte, che gli appare nella sua stanza da letto poco prima di morire. Altri personaggi da ricordare sono i due figli di Nasser-Alì: un maschio ed una femmina, entrambe molto legati al padre. Nel film sono rappresentati sia da bambini sia da adulti. E qui segnalo la figura della figlia adulta, interpretata da una bellissima e cinica Chiara Mastroianni (da evidenziare che nel film appaiono due grandi attrici italiane: Chiara Mastroianni, per l’appunto, e Isabella Rossellini). La trama del film ruota attorno ad un amore bellissimo e impossibile tra due persone che si amano ma non riescono a coronare il loro sogno di una vita insieme. Nasser-Alì potrà “toccare” e “ricordare” la propria amata solo grazie al violino e alla musica prodotta dalle sue corde. Da vedere, se non altro per le immagini fiabesche della pellicola.
Paolo Frigo
Anna Bagnarol
INVIACI LA TUA RECENSIONE Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto? Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni? Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 31
Culture
Quando l’hi-tech diventa diversamente utile Alcune novità pescate in rete Pordenone Confesso di non essere sufficientemente tecnologica ma ci sono notizie che non possono non destare apprezzamento per il contenuto. A tal proposito segnalo due interessanti novità “pescate” in “rete” (fonte Inail, Superabile). Un libro multisensoriale per aiutare la socializzazione e la comunicazione di bambini con disabilità. Lo ha progettato Monica Maccaferri, musicoterapeuta con alle spalle 16 anni di esperienza, nonché direttrice del Centro di Musicoterapia Uboldi. «L’idea mi è venuta 5 anni fa perché sentivo la mancanza di uno strumento come questo, ma la realizzazione sembrava impossibile – dice – In questi anni però abbiamo fatto tanta strada, rivisitato più volte il progetto e cercato di potenziarlo al massimo». Il tablet presenta la classica funzione touchscreen e un software, elaborato da un’equipe di esperti, che rende il prodotto versatile e adattabile alle più svariate situazioni di disagio. Poca attinenza (in generale) fra suono e immagine - «Nel mondo che ci circonda spesso riscontro molta poca attinenza fra suono e immagine – afferma Maccaferri – Questo può non destabilizzare un adulto, ma sicuramente
non aiuta i bimbi che presentano deficit». Per questo la musicoterapeuta ha attrezzato il tablet di 30 mila suoni diversi, ognuno con una corrispondenza più o meno appropriata rispetto alle immagini mostrate sullo schermo. «Il software ha caratteristiche tali da poter permettere l’adattamento del libro alle esigenze di ogni singolo bambino che lo utilizzerà» spiega l’ideatrice. Tra le caratteristiche del tablet anche la possibilità di registrare autonomamente dei suoni da associare a immagini per aiutare l’evocazione di situazioni. «Così si entra nel campo della semiologia musicale – dice Maccaferri – L’accordo musicale minore, per esempio, evoca sensazioni di tristezza che possono aiutare il bambino autistico, notoriamente in difficoltà nel leggere le emozioni, a identificare musicalmente le sensazioni». Per ora è solo un prototipo - Attualmente il prodotto esiste soltanto in forma di prototipo. A brevetto depositato, verrà preso in sperimentazione presso l’Usl di Reggio Emilia per essere testato sul campo e vedere quali migliorie possono essergli apportate. Il prototipo è costato 25 mila euro ma si prevede che, dopo la fase di sperimentazione, possa entrare in commercio al prezzo di circa 50-60 euro, per essere pienamente accessibile anche alle famiglie. Il libro è dedicato al nipote della musicoterapeuta, Leonard. «Leonard ha gli stessi anni del libro – racconta Maccaferri – e non presenta alcuna disabilità ma grazie al tablet riesce a interagire con altri bambini. Si fa presto a dire integrazione,
ma com’è possibile far integrare un bimbo con i propri coetanei se i mezzi per metterli in comunicazione non esistono o non sono adeguati?». Tra i progetti futuri c’è l’idea di estendere l’applicabilità del software anche a campi che non riguardino soltanto la neuropsichiatria infantile. «La memoria musicale è una di quelle con più resistenza – spiega Maccaferri – rimane a lungo integra e sfruttare questa sua qualità potrebbe anche in parte prevenire certe malattie come l’Alzheimer».
E ancora segnalo il sito “wheelmap.org”; si tratta di una mappa on line in cui, previo login, si possono segnalare ristoranti, cinema, stazioni, supermercati, luoghi di culto etc. privi di barriere architettoniche, marcandoli sul web o usando l’applicazione per iPhone, o una per i cellulari con sistema Android di Google. Chi l’ha inventato? Raul Krauthausen, 34 anni di Berlino, in sedia a rotelle per una malattia genetica. Il sito è disponibile in diverse lingue, incluso l’italiano, censisce oltre 100 mila locali, indicando in verde i luoghi accessibili, in giallo quelli parzialmente accessibili, in rosso i non accessibili. Utilizzando le carte del progetto alternativo “OpenStreetMap”, può rivelarsi utile anche per persone anziane con deambulatore e a genitori con figli in passeggino o carrozzina. Caterina BORIA
e20
Giu-lug 2012 12 giugno - 12 luglio
Servizio: Comunità alloggio Casa Carli Maniago
Mostra fotografica itinerante 12-22 giugno c/o bar Pantera Maniago 23 giugno-2 luglio c/o bar Dream Maniago 3-12 luglio c/o bar Barile Maniago
16-23 giugno
Servizio: Servizi socio educativi Ambito San Vito al T.to
Mostra "Passo dopo passo…" Presso ex negozio Sfriso via Pascatti San Vito. Apertura nei week-end del 16 e 23 giugno
16 giugno
Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo di Latisana
Laboratorio con i genitori ore 14.30 - 16.30 Presso il nido: realizzazione di costumi di ortaggi per la recita finale
Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di luglio è venerdì 22 giugno alle ore 9. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.
32 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Uscita
Musical "Aggiungi un posto a tavola"
Gita in barca a Barbana
22 giugno
Servizio: Associazione I ragazzi della panchina Pordenone
Teatro "La legge è uguale per tutti?" ore 21.00 Presso ex convento di San Francesco a Pordenone. Testi di Pino Roveredo
23 giugno
Servizio: Residenza per anziani De Gressi Fogliano
Festa con concerto ore 16.00 Presso la residenza. Con la partecipazione della banda di Villesse
24 giugno
Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone
Festa di San Giovanni Battista ore 13.00 Presso la parrocchia Cristo Re. Pranzo con la comunità romena
26 giugno
Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone
ore 20.45 Presso la parrocchia Cristo Re. Compagnia teatrale 'Circolo delle Idee"
29 giugno
Servizio: Asilo nido Cervignano
Festa di fine anno ore 17.00 Presso il nido
29 giugno
Servizio: Asilo nido Arcobaleno San Vito al T.to
Festa di fine anno ore 16.00 Presso il nido
30 giugno
Servizio: Residenze Tre Vie Udine
UscitA in barca a vela Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
5 luglio
Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo
Festa di fine anno e consegna diplomi ore 16.00 Presso il nido. Recita con la partecipazione dei genitori
Servizio: Laboratorio Cucina Ambito Azzano Decimo
Uscite in barca a vela
Inaugurazione mostra e rinfresco
12 luglio
ore 17.00 Presso la sede dell'associazione 'Sulla Soglia' a Chions. A cura degli utenti del Laboratorio Cucina
Anguriata
Servizio: Residenze Tre Vie Udine Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
16 giugno
Rassegna di canti popolari
Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266.
26 giugno
Servizio: Centro Sociale di Bagnarola/Sesto
16 giugno
Servizio: Casa albergo Cimolais
Vuoi contribuire a IT La Gazzetta di Itaca?
20 giugno
ore 15.00 Presso la casa albergo. In collaborazione con il gruppo folcloristico 'I Proagner'. Seguirà rinfresco
18 giugno
Servizio: Residenza per anziani Sarcinelli Cervignano
Festa di fine anno ore 10.00 resso la residenza
Servizio: Residenza per anziani Sacile ore 15.15 Presso la residenza. In collaborazione con il gruppo Alpini di Sacile
14 luglio
Servizio: Residenze Tre Vie Udine
Uscita in barca a vela Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
vuoi segnalare un evento?
Nel tuo servizio organizzate iniziative che coinvolgono in qualche modo il territorio? Inviaci le informazioni relative complete di data, ora, luogo, titolo e tipologia (mostra, teatro, festa, ballo, concerto, ecc). Tutti gli eventi verranno inseriti nel box “e20” all’interno dei prossimi numeri di IT La Gazzetta di Itaca. E’ un modo per valorizzare ciò che - come soci di Itaca - con tanta fatica organizzate all’interno dei servizi, ma è anche una testimonianza della vitalità che vi contraddistingue, oltre che un indice della vostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 33
Culture
Quando l’hi-tech diventa diversamente utile Alcune novità pescate in rete Pordenone Confesso di non essere sufficientemente tecnologica ma ci sono notizie che non possono non destare apprezzamento per il contenuto. A tal proposito segnalo due interessanti novità “pescate” in “rete” (fonte Inail, Superabile). Un libro multisensoriale per aiutare la socializzazione e la comunicazione di bambini con disabilità. Lo ha progettato Monica Maccaferri, musicoterapeuta con alle spalle 16 anni di esperienza, nonché direttrice del Centro di Musicoterapia Uboldi. «L’idea mi è venuta 5 anni fa perché sentivo la mancanza di uno strumento come questo, ma la realizzazione sembrava impossibile – dice – In questi anni però abbiamo fatto tanta strada, rivisitato più volte il progetto e cercato di potenziarlo al massimo». Il tablet presenta la classica funzione touchscreen e un software, elaborato da un’equipe di esperti, che rende il prodotto versatile e adattabile alle più svariate situazioni di disagio. Poca attinenza (in generale) fra suono e immagine - «Nel mondo che ci circonda spesso riscontro molta poca attinenza fra suono e immagine – afferma Maccaferri – Questo può non destabilizzare un adulto, ma sicuramente
non aiuta i bimbi che presentano deficit». Per questo la musicoterapeuta ha attrezzato il tablet di 30 mila suoni diversi, ognuno con una corrispondenza più o meno appropriata rispetto alle immagini mostrate sullo schermo. «Il software ha caratteristiche tali da poter permettere l’adattamento del libro alle esigenze di ogni singolo bambino che lo utilizzerà» spiega l’ideatrice. Tra le caratteristiche del tablet anche la possibilità di registrare autonomamente dei suoni da associare a immagini per aiutare l’evocazione di situazioni. «Così si entra nel campo della semiologia musicale – dice Maccaferri – L’accordo musicale minore, per esempio, evoca sensazioni di tristezza che possono aiutare il bambino autistico, notoriamente in difficoltà nel leggere le emozioni, a identificare musicalmente le sensazioni». Per ora è solo un prototipo - Attualmente il prodotto esiste soltanto in forma di prototipo. A brevetto depositato, verrà preso in sperimentazione presso l’Usl di Reggio Emilia per essere testato sul campo e vedere quali migliorie possono essergli apportate. Il prototipo è costato 25 mila euro ma si prevede che, dopo la fase di sperimentazione, possa entrare in commercio al prezzo di circa 50-60 euro, per essere pienamente accessibile anche alle famiglie. Il libro è dedicato al nipote della musicoterapeuta, Leonard. «Leonard ha gli stessi anni del libro – racconta Maccaferri – e non presenta alcuna disabilità ma grazie al tablet riesce a interagire con altri bambini. Si fa presto a dire integrazione,
ma com’è possibile far integrare un bimbo con i propri coetanei se i mezzi per metterli in comunicazione non esistono o non sono adeguati?». Tra i progetti futuri c’è l’idea di estendere l’applicabilità del software anche a campi che non riguardino soltanto la neuropsichiatria infantile. «La memoria musicale è una di quelle con più resistenza – spiega Maccaferri – rimane a lungo integra e sfruttare questa sua qualità potrebbe anche in parte prevenire certe malattie come l’Alzheimer».
E ancora segnalo il sito “wheelmap.org”; si tratta di una mappa on line in cui, previo login, si possono segnalare ristoranti, cinema, stazioni, supermercati, luoghi di culto etc. privi di barriere architettoniche, marcandoli sul web o usando l’applicazione per iPhone, o una per i cellulari con sistema Android di Google. Chi l’ha inventato? Raul Krauthausen, 34 anni di Berlino, in sedia a rotelle per una malattia genetica. Il sito è disponibile in diverse lingue, incluso l’italiano, censisce oltre 100 mila locali, indicando in verde i luoghi accessibili, in giallo quelli parzialmente accessibili, in rosso i non accessibili. Utilizzando le carte del progetto alternativo “OpenStreetMap”, può rivelarsi utile anche per persone anziane con deambulatore e a genitori con figli in passeggino o carrozzina. Caterina BORIA
e20
Giu-lug 2012 12 giugno - 12 luglio
Servizio: Comunità alloggio Casa Carli Maniago
Mostra fotografica itinerante 12-22 giugno c/o bar Pantera Maniago 23 giugno-2 luglio c/o bar Dream Maniago 3-12 luglio c/o bar Barile Maniago
16-23 giugno
Servizio: Servizi socio educativi Ambito San Vito al T.to
Mostra "Passo dopo passo…" Presso ex negozio Sfriso via Pascatti San Vito. Apertura nei week-end del 16 e 23 giugno
16 giugno
Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo di Latisana
Laboratorio con i genitori ore 14.30 - 16.30 Presso il nido: realizzazione di costumi di ortaggi per la recita finale
Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497. Il termine ultimo per il numero di luglio è venerdì 22 giugno alle ore 9. Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.
32 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
Uscita
Musical "Aggiungi un posto a tavola"
Gita in barca a Barbana
22 giugno
Servizio: Associazione I ragazzi della panchina Pordenone
Teatro "La legge è uguale per tutti?" ore 21.00 Presso ex convento di San Francesco a Pordenone. Testi di Pino Roveredo
23 giugno
Servizio: Residenza per anziani De Gressi Fogliano
Festa con concerto ore 16.00 Presso la residenza. Con la partecipazione della banda di Villesse
24 giugno
Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone
Festa di San Giovanni Battista ore 13.00 Presso la parrocchia Cristo Re. Pranzo con la comunità romena
26 giugno
Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone
ore 20.45 Presso la parrocchia Cristo Re. Compagnia teatrale 'Circolo delle Idee"
29 giugno
Servizio: Asilo nido Cervignano
Festa di fine anno ore 17.00 Presso il nido
29 giugno
Servizio: Asilo nido Arcobaleno San Vito al T.to
Festa di fine anno ore 16.00 Presso il nido
30 giugno
Servizio: Residenze Tre Vie Udine
UscitA in barca a vela Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
5 luglio
Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo
Festa di fine anno e consegna diplomi ore 16.00 Presso il nido. Recita con la partecipazione dei genitori
Servizio: Laboratorio Cucina Ambito Azzano Decimo
Uscite in barca a vela
Inaugurazione mostra e rinfresco
12 luglio
ore 17.00 Presso la sede dell'associazione 'Sulla Soglia' a Chions. A cura degli utenti del Laboratorio Cucina
Anguriata
Servizio: Residenze Tre Vie Udine Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
16 giugno
Rassegna di canti popolari
Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: f.dellapietra@itaca.coopsoc.it oppure al fax 0434 253266.
26 giugno
Servizio: Centro Sociale di Bagnarola/Sesto
16 giugno
Servizio: Casa albergo Cimolais
Vuoi contribuire a IT La Gazzetta di Itaca?
20 giugno
ore 15.00 Presso la casa albergo. In collaborazione con il gruppo folcloristico 'I Proagner'. Seguirà rinfresco
18 giugno
Servizio: Residenza per anziani Sarcinelli Cervignano
Festa di fine anno ore 10.00 resso la residenza
Servizio: Residenza per anziani Sacile ore 15.15 Presso la residenza. In collaborazione con il gruppo Alpini di Sacile
14 luglio
Servizio: Residenze Tre Vie Udine
Uscita in barca a vela Partenza dalla darsena di Lignano con veleggiata nel Golfo di Trieste
vuoi segnalare un evento?
Nel tuo servizio organizzate iniziative che coinvolgono in qualche modo il territorio? Inviaci le informazioni relative complete di data, ora, luogo, titolo e tipologia (mostra, teatro, festa, ballo, concerto, ecc). Tutti gli eventi verranno inseriti nel box “e20” all’interno dei prossimi numeri di IT La Gazzetta di Itaca. E’ un modo per valorizzare ciò che - come soci di Itaca - con tanta fatica organizzate all’interno dei servizi, ma è anche una testimonianza della vitalità che vi contraddistingue, oltre che un indice della vostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 33
20 ANNI DI ITACA
Ulisse, Itaca e la Questura La festa per i 20 anni di Itaca
Pordenone sabato 21 luglio 2012 Palatenda di Villanova dalle ore 11 Pordenone Immagino Ulisse in piedi sulla sua barca a scrutare l’orizzonte (qualche tempo dopo Francesco De Gregori avrebbe sicuramente aggiunto “dritto sul cassero, fuma la pipa […]. Il capitano non tiene mai paura”: ma forse le pipe non erano ancora così di moda tra i comandanti dell’epoca). Sembra aver intravisto una sfumatura più scura, laggiù, proprio davanti al suo naso. Potrebbe essere la terraferma. Quella terra pensata e sognata giorni e notti. L’avvicinamento è lento, ma onda dopo onda i contorni si fanno più netti. Ora si distinguono i colori. Verde e marrone su tutto. “E’ terra! E’ terra! E’ terra sicuramente! E’ Itaca! E’ Itaca! E’ la mia Itaca!”. Sarà andata veramente così? Mi piace pensarlo. Ma l’immaginazione, si sa, ha le gambe corte. Soprattutto, in questo caso, ne ha solamente due: le mie. Urgono rinforzi. A ben guardare i rinforzi ci sono già, e sono tanti. E non serve nemmeno immaginare alcunché perché la nostra avventura è reale, verissima, più viva che mai! Una nave da millequattrocento coperti, donna più, donna meno (per la Questura è sicuramente meno). E Itaca la vediamo e la tocchiamo ogni giorno dell’anno. Quindi, a questo punto, non dovrebbe mancare nulla. Ambientazione e interpreti sono al posto giusto. La scena da me immaginata potrebbe trasformarsi in realtà. Mancano però da organizzare alcuni aspetti. Partiamo con metodo: 1) mettiamo assieme quelle millequattrocento persone di cui parlavo prima; 2) facciamo intervenire anche i loro familiari e amici; 3) serviamo loro del buon cibo; 4) allietiamoli con un po’ di musica. “Bello”, direte voi. “Sembra una festa”. Ah!, dimenticavo. Ancora un dettaglio: l’urlo. E’ vero, l’urlo di Ulisse manca. Ma vi immaginate millequattrocento persone gridare contemporaneamente “Itaca”? Che potenza! Potrebbero sentirci fino in 34 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
RICERCHIAMO Per
sabato 11 luglio
buon compleanno itaca
Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, festeggeremo assieme i 20 anni di Itaca! Soci, lavoratori, parenti ed amici: siamo tutti invitati dalle 11 in poi. Una vera Festa, con la F maiuscola! Cibo, bevande, musica e ‘good vibrations’. Non dovrebbe mancare nulla … solo le vostre adesioni! A breve vi verranno inviati i ‘fogli-prenotazione’ dove troverete tutte le indicazioni utili per organizzare la vostra partecipazione. Intanto, però, segnate la data in agenda e diffondete la notizia ai colleghi. E un giorno potrete dire: io c’ero!
Veneto o in Lombardia… e forse anche più in là. Ma, onestamente, non so se ce la faremo a produrlo all’unisono. Poco importa. Sarà un urlo silenzioso, che partirà da dentro. La festa invece ci sarà, eccome: la festa di Itaca! Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, dalle 11 di mattina in poi, faremo festa. La Festa dei nostri vent’anni! La Festa di Itaca alla quale saremo tutti invitati, parenti e amici compresi. A breve i nostri coordinatori ci consegneranno un “foglio di prenotazione” che ci aiuterà a capire in quanti saremo, in modo da poter organizzare al meglio cibi e bevande. Dove troverete tutte le info utili per partecipare alla prima-vera-grande Festa di Itaca! Ritornando per un attimo ad Ulisse ed ai suoi marinai, immagino che la gioia incontenibile di amici e paesani non si sia limitata all’organizzazione di una sola festa, per quanto grandiosa, ma abbia trovato sfogo in una serie di avvenimenti sentiti e partecipati. Ed anche per noi sarà così. La Festa non sarà l’unico evento per ricordare i Nostri Vent’Anni. Ce ne saranno altri, molti altri. Non vi parlerò qui di Fab e della sua misteriosa discesa nelle piazze e nelle vie pordenonesi, né di questa nostra Gazzetta che sembra essersi rifatta il trucco – qualcuno, tra i più maligni, parla di botox e di lifting completo – per sembrare più giovane. Accennerò invece al ‘calendario-eventi’ e al ‘diario di viaggio’. In merito al primo: molti di voi hanno già avuto modo di inviare al proprio coordinatore una lista che mette in evidenza tutti gli eventi che il vostro servizio organizza durante l’anno.
Ebbene: a tutto questo fervore a marchio Itaca proveniente da ogni luogo vanno dati il giusto peso e considerazione, e l’idea è quella di pubblicarlo in Gazzetta. Infatti, già in questo numero di IT – La Gazzetta e fino a dicembre, troverete un box che raccoglie le info relative agli avvenimenti del mese programmati nei vari servizi di Itaca sparsi sul territorio. E’ un modo per valorizzare ciò che con tanta fatica riusciamo ad organizzare ma è anche una testimonianza della vitalità che ci contraddistingue, oltre che un indice della nostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. In merito al diario di viaggio: è un piccolo taccuino, un breve resoconto del nostro viaggio lungo 20 anni. Pensiamoci: la storia di Ulisse non sarebbe arrivata fino ai nostri giorni se qualcuno non avesse deciso di metterla per iscritto. E cosi faremo noi. In misura ridotta, certo. E con un altro approccio. La pubblicazione che abbiamo in mente non avrà pretese storicistiche, né tantomeno sarà esaustiva. Ma questo breve diario fatto di foto e parole, forse, ci permetterà di immaginare il percorso fatto fino ad oggi. Alcuni momenti li vedremo rappresentati, altri li sfioreremo soltanto. E ognuno di noi potrà farsi coinvolgere se lo vorrà. Lasciando andare i propri pensieri. Aggiungendo i propri ricordi. Perché la nostra è una memoria condivisa. Dicono che, più o meno, tiene 1400 giga… Ma forse anche di più. Lo dice anche la Questura! Simone Ciprian
AREA RESIDENZIALE ANZIANI Casa di Riposo Puos D’Alpago (BL) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
AREA DISABILITà Comunità per Disabili Gorizia Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Trieste Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Udine Addetta/o all’assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Tricesimo (UD) Educatrice/ore
AREA SALUTE MENTALE Comunità Psichiatrica Maniago (PN) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità Psichiatrica Udine Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Si richiede: Laurea scienze dell’educazione/ Educatore professionale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali. Le domande vanno inviate a uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca • Ufficio Risorse Umane Vicolo Selvatico 16 • 33170 Pordenone e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it Tel. 0434-366064 • Fax 0434-253266 Redazione Fabio Della Pietra Caterina Boria Simone Ciprian Renato Esposito Laura Lionetti Enrichetta Zamò impaginazione La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste STAMPA Hand Consorzio di comunicazione sociale - Udine Numero chiuso l’8 giugno alle ore 17.00 e stampato in 1400 copie
06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 35
20 ANNI DI ITACA
Ulisse, Itaca e la Questura La festa per i 20 anni di Itaca
Pordenone sabato 21 luglio 2012 Palatenda di Villanova dalle ore 11 Pordenone Immagino Ulisse in piedi sulla sua barca a scrutare l’orizzonte (qualche tempo dopo Francesco De Gregori avrebbe sicuramente aggiunto “dritto sul cassero, fuma la pipa […]. Il capitano non tiene mai paura”: ma forse le pipe non erano ancora così di moda tra i comandanti dell’epoca). Sembra aver intravisto una sfumatura più scura, laggiù, proprio davanti al suo naso. Potrebbe essere la terraferma. Quella terra pensata e sognata giorni e notti. L’avvicinamento è lento, ma onda dopo onda i contorni si fanno più netti. Ora si distinguono i colori. Verde e marrone su tutto. “E’ terra! E’ terra! E’ terra sicuramente! E’ Itaca! E’ Itaca! E’ la mia Itaca!”. Sarà andata veramente così? Mi piace pensarlo. Ma l’immaginazione, si sa, ha le gambe corte. Soprattutto, in questo caso, ne ha solamente due: le mie. Urgono rinforzi. A ben guardare i rinforzi ci sono già, e sono tanti. E non serve nemmeno immaginare alcunché perché la nostra avventura è reale, verissima, più viva che mai! Una nave da millequattrocento coperti, donna più, donna meno (per la Questura è sicuramente meno). E Itaca la vediamo e la tocchiamo ogni giorno dell’anno. Quindi, a questo punto, non dovrebbe mancare nulla. Ambientazione e interpreti sono al posto giusto. La scena da me immaginata potrebbe trasformarsi in realtà. Mancano però da organizzare alcuni aspetti. Partiamo con metodo: 1) mettiamo assieme quelle millequattrocento persone di cui parlavo prima; 2) facciamo intervenire anche i loro familiari e amici; 3) serviamo loro del buon cibo; 4) allietiamoli con un po’ di musica. “Bello”, direte voi. “Sembra una festa”. Ah!, dimenticavo. Ancora un dettaglio: l’urlo. E’ vero, l’urlo di Ulisse manca. Ma vi immaginate millequattrocento persone gridare contemporaneamente “Itaca”? Che potenza! Potrebbero sentirci fino in 34 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012
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sabato 11 luglio
buon compleanno itaca
Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, festeggeremo assieme i 20 anni di Itaca! Soci, lavoratori, parenti ed amici: siamo tutti invitati dalle 11 in poi. Una vera Festa, con la F maiuscola! Cibo, bevande, musica e ‘good vibrations’. Non dovrebbe mancare nulla … solo le vostre adesioni! A breve vi verranno inviati i ‘fogli-prenotazione’ dove troverete tutte le indicazioni utili per organizzare la vostra partecipazione. Intanto, però, segnate la data in agenda e diffondete la notizia ai colleghi. E un giorno potrete dire: io c’ero!
Veneto o in Lombardia… e forse anche più in là. Ma, onestamente, non so se ce la faremo a produrlo all’unisono. Poco importa. Sarà un urlo silenzioso, che partirà da dentro. La festa invece ci sarà, eccome: la festa di Itaca! Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, dalle 11 di mattina in poi, faremo festa. La Festa dei nostri vent’anni! La Festa di Itaca alla quale saremo tutti invitati, parenti e amici compresi. A breve i nostri coordinatori ci consegneranno un “foglio di prenotazione” che ci aiuterà a capire in quanti saremo, in modo da poter organizzare al meglio cibi e bevande. Dove troverete tutte le info utili per partecipare alla prima-vera-grande Festa di Itaca! Ritornando per un attimo ad Ulisse ed ai suoi marinai, immagino che la gioia incontenibile di amici e paesani non si sia limitata all’organizzazione di una sola festa, per quanto grandiosa, ma abbia trovato sfogo in una serie di avvenimenti sentiti e partecipati. Ed anche per noi sarà così. La Festa non sarà l’unico evento per ricordare i Nostri Vent’Anni. Ce ne saranno altri, molti altri. Non vi parlerò qui di Fab e della sua misteriosa discesa nelle piazze e nelle vie pordenonesi, né di questa nostra Gazzetta che sembra essersi rifatta il trucco – qualcuno, tra i più maligni, parla di botox e di lifting completo – per sembrare più giovane. Accennerò invece al ‘calendario-eventi’ e al ‘diario di viaggio’. In merito al primo: molti di voi hanno già avuto modo di inviare al proprio coordinatore una lista che mette in evidenza tutti gli eventi che il vostro servizio organizza durante l’anno.
Ebbene: a tutto questo fervore a marchio Itaca proveniente da ogni luogo vanno dati il giusto peso e considerazione, e l’idea è quella di pubblicarlo in Gazzetta. Infatti, già in questo numero di IT – La Gazzetta e fino a dicembre, troverete un box che raccoglie le info relative agli avvenimenti del mese programmati nei vari servizi di Itaca sparsi sul territorio. E’ un modo per valorizzare ciò che con tanta fatica riusciamo ad organizzare ma è anche una testimonianza della vitalità che ci contraddistingue, oltre che un indice della nostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. In merito al diario di viaggio: è un piccolo taccuino, un breve resoconto del nostro viaggio lungo 20 anni. Pensiamoci: la storia di Ulisse non sarebbe arrivata fino ai nostri giorni se qualcuno non avesse deciso di metterla per iscritto. E cosi faremo noi. In misura ridotta, certo. E con un altro approccio. La pubblicazione che abbiamo in mente non avrà pretese storicistiche, né tantomeno sarà esaustiva. Ma questo breve diario fatto di foto e parole, forse, ci permetterà di immaginare il percorso fatto fino ad oggi. Alcuni momenti li vedremo rappresentati, altri li sfioreremo soltanto. E ognuno di noi potrà farsi coinvolgere se lo vorrà. Lasciando andare i propri pensieri. Aggiungendo i propri ricordi. Perché la nostra è una memoria condivisa. Dicono che, più o meno, tiene 1400 giga… Ma forse anche di più. Lo dice anche la Questura! Simone Ciprian
AREA RESIDENZIALE ANZIANI Casa di Riposo Puos D’Alpago (BL) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
AREA DISABILITà Comunità per Disabili Gorizia Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Trieste Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Udine Addetta/o all’assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità per Disabili Tricesimo (UD) Educatrice/ore
AREA SALUTE MENTALE Comunità Psichiatrica Maniago (PN) Addetta/o all’assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Comunità Psichiatrica Udine Addetta/o all’Assistenza Si richiede: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.
Si richiede: Laurea scienze dell’educazione/ Educatore professionale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria. Si offre: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali. Le domande vanno inviate a uno dei seguenti recapiti: Cooperativa Itaca • Ufficio Risorse Umane Vicolo Selvatico 16 • 33170 Pordenone e-mail: ricerca.personale@itaca.coopsoc.it Tel. 0434-366064 • Fax 0434-253266 Redazione Fabio Della Pietra Caterina Boria Simone Ciprian Renato Esposito Laura Lionetti Enrichetta Zamò impaginazione La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste STAMPA Hand Consorzio di comunicazione sociale - Udine Numero chiuso l’8 giugno alle ore 17.00 e stampato in 1400 copie
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