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UNA MOBILITÀ CONDIVISA

La cosiddetta sharing mobility è ormai oggettivamente un fenomeno in rapida crescita a livello internazionale ed europeo, grazie anche alla diffusione di dispostivi connessi a Internet, allo sviluppo di adeguate piattaforme digitali e di altre tecnologie come i sistemi di geolocalizzazione, che hanno contribuito alla crescita dell’offerta dei servizi di sharing secondo modalità sempre più flessibili.

Da semplice fenomeno di nicchia, lo sharing è oggi una concreta opzione di mobilità, individuale e sostenibile, anche se resta ancora da valutare il suo effettivo impatto sia sul piano della sicurezza sia su quello della regolamentazione. Nelle grandi città europee i diversi servizi di sharing (auto, biciclette e monopattini) sono realtà ormai consolidate, gestite da operatori pubblici e privati. La distinzione non è irrilevante, soprattutto se dalle capitali europee si passa ad analizzare il caso “Roma”, al secondo posto, dopo Milano, per quanto riguarda il numero di veicoli in sharing circolanti. La “posizione in classifica”, chiamiamola così, sembra un dato positivo, ma vanno però considerati almeno due aspetti decisivi: in base ai dati del 2022, su un totale di circa 20 servizi di sharing mobility, la quasi totalità risulta gestita da aziende private e la prevalenza di servizi si concentra solo nelle aree centrali della città, considerate dalle aziende più remunerative (tanto per rendere l’idea, il 72% delle flotte sono concentrate solo nei primi due Municipi). Eppure, sarebbe proprio nelle periferie, dove i servizi di linea pubblica faticano ad arrivare, che i servizi on demand e in sharing potrebbero fare la differenza.

Queste nuove soluzioni di mobilità, che in molti casi sono anche a modestissimo impatto ambientale, sono destinate a generare effetti positivi in termini di ampliamento dell’offerta di trasporto, riduzione delle emissioni, riduzione della congestione. Anche se con numeri ancora modesti, rappresentano un passo in direzione di una mobilità sempre più sostenibile. Che è quella che ci auguriamo per il nuovo decennio.

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