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...e quelle dei ristoranti
Un locale deve avere un'enoteca che unisca etichette locali e nazionali, la prossimità è molto richiesta, un prezzo accessibile per molti con tipologie diverse di gradazione contenuta e profumi, sia a Do e Ig, con evidente e chiaro il nome del vitigno se trattasi di origine non storica-tradizionale. Il mondo Horeca ha ripeso alla grande nel 2022, dopo il tracollo pandemico, e continuerà sia per pranzi tecnici di lavoro che di convivialità, ovviamente con un occhio di riguardo a fasce e menu, anche stagionali e in base alla location. Il mercato di vini nei locali di mescita e consumo diretto, soprattutto se si vuole che vi sia una spinta a ordinare, risponde a tutti i fattori che abbiamo evidenziato in premessa: una enoteca varia, ma che non metta a disagio il consumatore. Allo stesso tempo deve essere ricca di informazioni sull’etichetta, offrire una scelta delle tipologie prodotte nel raggio di 150 km, avere una lista sempre con i prezzi, un carnet diviso per geografia Docg e Doc, per tipologia di caratteristiche primarie, piccole o grandi cantine e qualche etichetta arcinota, sempre più Do e/o Ig con identità unica distinta, sottolineare i vitigni soprattutto se autoctoni e avere sempre qualche brand di moda, ma senza strafare e ricercare cose impossibili. Oggi e domani ci sarà meno destagionalizzazione, più attenzione a servizi e costi, necessità che l’operatore in sala conosca bene la lista dei vini per rispondere alle domande anche fuori luogo del commensale. Con attenzione anche gli aspetti salutistici, al titolo alcolico, all'annata della vendemmia anche per i vini bianchi, al soddisfare esigenze di un non classico abbinamento: tutto ciò forma un target di elementi necessari per costruire un'enoteca al passo con la domanda che non sia da guinness dei primati, ma domestica e differenziata che invogli a bere, ma con misura e con attenzione, come un buon gestore di locale deve sempre fare.
dei consumi per bollicine tricolori (+ 1,1% volumi e + 3,1% valore) e vini passiti dolci, purchè con elaborazioni naturali e bio. Da tener presente: 1 consumatore su 10 è disposto a spendere più di 10 euro la bottiglia in Gdo e più di 35 euro in Horeca. I grandi Paesi consumatori, e anche i maggior produttori, segneranno le maggiori frenate e distinguo: nel Nord Europa e America si presumono in crescita vini e bevande a basso tenore alcolico. In crescita anche “ altri spumanti” metodo italiano e metodo tradizionale sia Do che Ig di zone diverse non tradizionali. Calo ancora dei consumi pro capite e una conferma di una segnale già annotato: i giovanissimi compresi entro la fascia di età fino a 22-24 anni non bevono vino, meno della media anche di birra, anche di bassa gradazione. �� cod 94424