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La rivoluzione di cinque vignaioli

Franz Haas, Pojer & Sandri, Graziano Prà, Silvio Jermann e Walter Massa per la chiusura delle loro bottiglie hanno scelto il tappo a vite. I pregiudizi, le comparazioni e i riscontri scientifici: basta col sughero?

Ottimi risultati non solo coi vini bianchi, ma anche con molti rossi

di Giuseppe Casagrande

Tappi di sughero addio? Forse è presto per dirlo. Le statistiche sembrano propendere per questa ipotesi, specialmente dopo che molti operatori del settore, soprattutto australiani, americani e sudafricani, per non parlare dei vignaioli austriaci, tedeschi, alsaziani stanno abbandonando il tradizionale sughero per sposare la causa del tappo a vite. E ciò vale non solo per i vini bianchi, ma anche per molti vini rossi. Certo il fascino di stappare una bottiglia con la chiusura tradizionale è altra cosa. Ma ormai molte aziende, grazie anche alle nuove tecnologie, sono orientate verso il tappo a vite. Una chiusura organoletticamente neutra a protezione dell'integrità del vino e universalmente riconosciuta eccellente soprattutto per i vini giovani. Una chiusura che, oltre a eliminare il maledetto sentore di tappo, consente al tempo stesso una perfetta conservazione del prodotto. Tra coloro che stanno abbandonando il sughero per puntare sul tappo a vite molta curiosità ha destato la scelta di optare per questa soluzione praticata da cinque prestigiose aziende italiane: Franz Haas, Pojer & Sandri, Silvio Jermann, Graziano Prà, Walter Musso. Cinque amici, cinque visionari, cinque profeti del pianeta vino che hanno dato vita al Gruppo degli “Svitati”.

Le basi del gruppo erano state poste già negli anni Ottanta, quasi quattro decenni fa, quando le cinque cantine hanno iniziato a riflettere sul possibile utilizzo di altre tipologie di chiusure in sostituzione del sughero.

Lo sguardo pionieristico di queste cantine si è spostato verso le nuove frontiere del vino, che in quel momento si stavano facendo largo negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Anni di viaggi, degustazioni, confronti e giri di vite, fino ad arrivare al tappo a vite che Franz Haas, Graziano Prà, Silvio Jermann, Pojer & Sandri e Walter Massa hanno identificato come soluzione ottimale per preservare il lavoro svolto in vigna e in cantina.

Franz Haas

Della continua e instancabile ricerca della perfezione l'azienda altoatesina ne ha fatto una filosofia di vita, tramandata da Franziskus alias Franz VII alla squadra che oggi porta avanti i suoi insegnamenti, a partire dalla moglie Luisa Manna che ha contribuito dalla fine degli anni Ottanta a far crescere l'azienda assieme a Franz Haas.

Pojer & Sandri

Nel 1975 nasce l’azienda agricola Pojer & Sandri: due giovani con idee chiare, molto coraggio e il sogno di produrre un vino dove la chimica non è ammessa, dove tutto deve seguire un filo logico verso la purezza assoluta. Oggi questo sogno è realtà e, tra

Cembra (Tn) e Grumes (Tn), Pojer & Sandri coltivano vigneti di montagna nel pieno rispetto della natura.

Silvio Jermann

Quella di Jermann è un’azienda storica fondata nel XVIII secolo, ma è negli anni Settanta che subisce una svolta epocale, grazie al nipote Silvio Jermann. Un vignaiolo visionario, che dopo un’esperienza in Canada ha scelto di dedicarsi a vini fatti di testa sua, secondo la sua indole avanguardista. Vintage Tunina nasce quando parlare di “blend” sembrava infrangere un tabù.

Graziano Prà

Graziano Prà è un uomo di vigna che ha scelto di percorrere la sua strada nel mondo del vino con impegno, passione e sincerità. Dai primi ettari tra le colline del Soave fino agli appezzamenti nella parte più alta e fresca della Valpolicella, Graziano ha scelto di votare la sua viticoltura a una celebrazione e valorizzazione del suo territorio.

Walter Musso

Genio e sregolatezza, Walter Massa è il pioniere della viticoltura sui Colli Tortonesi e un visionario nel mondo del vino italiano. Negli anni Settanta prende le redini dell’azienda familiare e, in un momento in cui tutti i produttori locali si rivolgevano all’uva Cortese, ridà vita al Timorasso e al suo territorio, recuperando questo vitigno dimenticato. �� cod 94825

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