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Decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt
Proprio per promuovere un consumo di latte consapevole e opporsi alla diminuzione dei consumi, il ministero della Salute ha stilato un decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt.
1. Consuma ogni giorno 3 porzioni tra latte e yogurt. Una porzione corrisponde a 125 grammi cioè un bicchiere piccolo oppure 1/2 tazza o un vasetto di yogurt.
2. Il latte e lo yogurt sono alimenti per iniziare bene la giornata. Con una tazza intera di latte (2 porzioni) a colazione e uno yogurt come spuntino si raggiungono le 3 porzioni raccomandate.
3. Il latte e lo yogurt sono fonti di calcio, inoltre contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e altri sali minerali come fosforo, magnesio, zinco e selenio.
Se c’è un alimento che fa pensare immediatamente alla colazione all’italiana quello è il latte. Nelle case del Belpaese, infatti, iniziare la giornata con una tazza di latte caldo è ancora un’abitudine dura a morire.
Basti pensare che, stando alle ultime statistiche, lo fa il 45,6% della popolazione adulta, una percentuale inferiore soltanto al caffè, che raggiunge il 68%, mentre il the si ferma soltanto al 22%. Un’abitudine solida e storica, vero, ma che sta facendo i conti con nuovi trend, che guardano, come spesso accade, al mondo vegetale. E bar e hotel non possono far altro che adattarsi…
Latte in crisi?
Calano i consumi
Il cambiamento in atto sta nei numeri. Secondo l’ultimo report del ministero della Salute, tra il 1998 e il 2020 le persone con più di tre anni che consumano latte quotidianamente sono passate dal 62,2% al 48,1%. Numeri ancora importanti, ma che fanno riflettere. Se il calo è in parte mitigato dall’aumento del consumo saltua- rio (dal 18 al 28,7%), i non consumatori di latte hanno raggiunto il 22,2% (erano al 17,2%). Questa tendenza, non potrebbe essere altrimenti, sta condizionando la colazione. Anche in questo caso, vengono in supporto i numeri: il 56,6% degli italiani diceva di consumare latte a colazione, oggi lo consuma il 45,6%. E il calo è ancora più marcato nella fascia giovane della popolazione, raggiungendo addirittura i venti punti percentuali nella fascia 3-10 anni.
4. Il latte e lo yogurt bianco senza zuccheri aggiunti sono molto simili dal punto di vista nutrizionale. Lo yogurt, grazie ai fermenti lattici, favorisce l’equilibrio della flora intestinale.
5. Puoi scegliere tra latte fresco pastorizzato, fresco pastorizzato di alta qualità, pastorizzato, microfiltrato e a lunga conservazione (UHT).
6. Lo yogurt si ottiene per fermentazione del latte ad opera di specifici microrganismi. Quando la fermentazione del latte non è dovuta all’azione dei microrganismi dello yogurt, si ottengono latti fermentati.
7. Latte e yogurt possono essere interi, scremati o parzialmente scremati in base alla percentuale di grassi. Il latte e lo yogurt scremati o parzialmente scremati hanno un ridotto contenuto di grassi e di calorie senza alcuna riduzione di calcio e proteine.
8. Il latte può essere bevuto ad ogni età. Nell’intestino umano è presente la lattasi, enzima necessario per la digestione del lattosio (zucchero del latte). Ciò rende il latte un alimento adeguato per bambini, adulti e anziani, ad eccezione degli intolleranti al lattosio.
9. Lo yogurt è ben tollerato dalla maggior parte di coloro che soffrono di intolleranza al lattosio.
10. Il calcio e il fosforo presenti nel latte e nello yogurt sono facilmente assorbiti dall’organismo. Il loro consumo contribuisce a diminuire il rischio di insorgenza di osteoporosi.
A essere maggiormente consumato è il latte parzialmente scremato, che copre circa il 75% del mercato. Curioso, invece, come a fronte di una diminuzione dei consumi del latte vaccino, non faccia seguito una contrazione dei consumi dei suoi derivati. I formaggi, ma anche gli yogurt, restano saldamente sulle tavole degli italiani, anche a colazione, con contrazioni minime e in alcuni casi addirittura crescite.
Eppur fa bene…
Una contrazione, quella dei consumi di latte, che fa “a cazzotti” con i molti benefici dimostrati del consumo di latte. Anche in questo caso è il ministero della Salute a confermarlo: “il consumo di latte è più frequentemente associato ad effetti positivi che eventuali effetti sfavorevoli sulla salute”. Si fa riferimento a diversi studi, che spiegano come il latte aiuti a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colon-retto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi ed anche diabete mellito di tipo 2 e morbo di Alzheimer.
La tendenza vegetale
A spingere il cambiamento del mercato sembrano esserci diversi fattori. Si va da chi sceglie le bevande vegetali in alternativa al latte vaccino perché le reputa più sane, chi più digeribili. C’è chi le sceglie perché meno caloriche e chi per semplice curiosità. Di certo, come accade anche per altri alimenti, l’attenzione verso il mondo vegetale e vegano da un lato e agli aspetti nutrizionali dall’altro sono in continua crescita e condizionano fortemente i consumi. Se, come abbiamo visto, sempre meno italiani consumano il latte vaccino a colazione, di contro c’è un aumento notevole del consumo di bevande vegetali: l’aumento è stato dell’8,2% in volume e del 7,5% in valore. In soldoni, quasi 200 milioni di litri consumati e 12 milioni di consumatori. Tra le regioni più inclini al consumo di bevande vegetali figurano la Lombardia e il Veneto. La provincia nella quale si consumano in assoluto più bevande vegetali è, invece, Torino davanti a Milano, Roma, Trieste, Padova, Napoli, Genova, Bologna, Brescia e Treviso. Le alternative sono quasi infinite. La più amata, stando ai dati di consumo, è la soia, seguito dalla bevanda vegetale di riso e da quella di mandorla. In costante crescita, infine, l'avena.
Bar e alberghi devono stare al passo
Il quadro della situazione, pur in mutamento, appare molto chiaro. E se è vero che il latte, per tradizione e abitudine, è un prodotto più legato al consumo casalingo, è altrettanto vero che sia i bar sia gli alberghi non possono restare indifferenti alle nuove tendenze nelle loro proposte di colazione. Così è ormai cosa rara, anche nei piccoli paesi, trovare un bar che non offra ai propri clienti un’alternativa vegetale al latte vaccino (solitamente la soia). Stesso discorso anche per le strutture alberghiere che, sia per il servizio al tavolo sia in caso di buffet, propongono diverse alternative anche vegetali. Certo, senza dimenticarsi del latte “tradizionale” che, pur in calo, continua a essere il “re” della colazione italiana.
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