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Il latte e le sue alternative: un’offerta in continua crescita
Per capire quanto le cose siano cambiate è sufficiente recarsi in un qualsiasi bar, anche lontano dalla città. Anzi, magari proprio un’attività della sterminata provincia italiana. Oppure in un qualsiasi albergo. E lì chiedere, chessò, un cappuccio fatto con una bevanda che non sia latte vaccino. È ormai praticamente impossibile sentirsi rispondere di “no”. Ci sarà sempre alme
Bar e alberghi scelgono il parzialmente scremato
Il latte vaccino, ve lo abbiamo già sottolineato, ha dovuto fare i conti con una contrazione dei consumi, ma non per questo ha perso il suo ruolo centrale nella prima colazione a casa, ma anche in albergo o al bar. Qualunque sia il contesto, la scelta cade nella maggior parte dei casi sul latte parzialmente scremato, che ha cioè una percentuale di grassi www.trevalli.cooperlat.it) propone per la prima colazione quattro tipologie di latte alta digeribilità senza lattosio e con 100% di latte italiano: Latte Uht Trevalli Senza Lattosio Viviforte, Latte Uht Trevalli Senza Lattosio Vivilleggero, Latte Uht Trevalli Senza Lattosio Vividigeribile e Latte Uht Trevalli Senza Lattosio Vivisano.
L’azienda presenta, inoltre, un’importante novità: il Latte , che contribuisce alla crescita ed il mantenimento della massa muscolare e facilita l’assorbimento del calcio. Si tratta di un prodotto ideale per chi ama il latte, ma non riesce a digerirlo, perché ha meno dello 0,1% di lattosio, che viene scisso nei suoi due zuccheri più facili da assimilare: glucosio e galattosio. È un latte 100% italiano, senza grassi (solo lo 0,1%), con il 50% di proteine e il 30% di calcio in più rispetto al latte compresa tra l’1,5 e l’1,8%. Una perfetta via di mezzo per una clientela ampia, rispetto al latte intero (contenuto di grassi non inferiore al 3,5%) o scremato (inferiore allo 0,5%).
Diversa la valutazione da fare sul latte fresco, vale a dire pastorizzato entro 48 ore dalla mungitura, che può essere utilizzato soltanto laddove venga garantito una quantità sufficiente di consumo. In caso con- trario viene preferito il latte UHT, sottoposto a una sterilizzazione ad alte temperature che, pur mantenendone intatte le proprietà, ne consente una più lunga conservazione. Una condizione perfetta per evitare sprechi. Ultimo, ma non per importanza, il latte HD, pensato per chi fatica a “gestire” il lattosio. Al suo interno, infatti, la quantità di lattosio viene ridotta al minimo tramite un processo produt-
The Bridge linea Barista
La linea Barista delle bevande The Bridge (www.thebridgebio.com), ideata appositamente per l’Horeca, è composta dalle varianti soia e avena, altamente performanti e versatili. Già in uso in Italia e all’estero in numerose strutture ricettive per cappuccini e smoothie, è stata selezionata anche in cocktail bar per innovativi cocktail, con e senza alcool. Sul profilo Instagram dell’azienda è possibile trovare idee “effetto wow”, firmate dal bartender Dennis Zoppi. Biologici e con etichetta chiara, le bevande della linea Barista creano una schiuma perfetta e duratura, grazie alla tecnologia studiata dall’azienda veneta. Per quanto riguarda il Made In Italy, le bevande The Bridge non ne racchiudono solo il know how, ma anche l’ingrediente principe che è l’acqua della sorgente che sgorga nel Parco Naturale dei Monti Lissini. La soia e l’avena, tivo. Questo lo rende per fetto per chi vuole offrire al cliente un’ulteriore alter nativa.
Il latte di capra: valido sostituto
Prima di addentrarci nel mondo dei sostituti vegetali del latte, è giusto soffermarsi su un’al ternativa poco conosciuta, almeno a livello di bar e hotel, ma sicuramen te valida. Stiamo parlando del di capra, facilmente disponibile in commercio in diverse forme, anche parzialmente scremato e a lunga conservazione rendono un sostituto perfetto del lat te vaccino: è leggermente più gras so, ma decisamente più digeribile, oltre a essere ricco di calcio.
Bevande vegetali, quante alternative: quale scegliere?
Il mercato delle bevande vegetali è al centro di un vero e proprio boom. Una crescita costante che si è tradotta in un aumento esponenziale non soltanto dei consumi, ma anche dell’offerta. Esistono alternative al latte vaccino di ogni genere e per bar e alberghi è complesso orientarsi tra le decine di colesterolo cattivo nel sangue.
C’è la mandorla, bevanda millenaria che affonda le sue radici nel Sud Italia e che ha registrato una clamorosa impennata di consumi
. Merito del suo basso contenuto calorico, meno anche della soia, e della sua facilità di digestione. Non solo: il consumo di bevana vegetale alla mandorla aiuta chi ha problemi di colesterolo, riducendo la presenza di quello cattivo, e chi ha problemi gastrointestinali, grazie all’alto livello di fibra.
La bevanda vegetale di riso è, in assoluto, l’alternativa al latte vaccino con il più basso contenuto di grassi L’assenza di colesterolo la rende perfetta per chi ha problemi cardiovascolari, ma l’elevata presenza di zuccheri semplici la rende di contro inadatta a chi soffre di diabete.
La bevanda vegetale di cocco è ricca di potassio, fosforo e ferro e può essere un’alternativa più che valida al latte vaccino, per il suo importante apporto di calcio. L'avena ha importanti proprietà diuretiche. Ricca di potassio e fibre, ha un basso indice glicemico, così come basso è anche il suo contenuto calorico. Caratteristiche che la rendono, per valori nutrizionali e benefici, molto simile al latte di riso.
Quelli appena nominati sono le bevande vegetali più diffuse sia nelle case sia nei locali italiani. In queste alternative al latte vaccino è, infatti, facile imbattersi nei bar e nelle colazioni in albergo. La platea è, però, come dicevamo, infinita. Citiamo, per esempio, la bevanda vegetale di canapa e il suo altissimo valore nutrizionale, o quella di amaranto, ideale per celiaci e intolleranti al lattosio (alti valori di ferro e calcio), ma anche il miglio, benefico per pelle, capelli e unghie o la bevanda vegetale di castagna, le cui caratteristiche la rendono ideale per chi soffre di acidità di stomaco.
Qualsiasi sia la versione, esistono poi due caratteristiche aggiuntive: la presenza o meno di zuccheri aggiunti e la possibilità di integrare la bevanda vegetale con gusti diversi, come per esempio cioccolato o pistacchio.
Un universo da esplorare
Insomma, un vero e proprio universo tutto da esplorare e un’occasione, quella delle bevande vegetali, per bar e alberghi. Tra i maggiori fattori di scelta c’è, infatti, la curiosità. E allora, con una proposta così variegata, le strutture possono sbizzarrirsi, offrire soluzioni sempre nuove e lavorare proprio sulla curiosità dei clienti, trovando con il tempo e con l’esperienza il modo migliore per interpretare questo trend in continua crescita. Certo, senza scordarsi del latte “tradizionale” e dell’importanza di offrirlo di qualità. D’altronde, ancora oggi è il centro della colazione all’italiana.
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