Dante Ipermoderno | Hyper-Modern Dante

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Dante illustrato: dalle prime figurazioni al Novecento Marcello Ciccuto, Alberto Casadei

1. Dalla prima fortuna figurativa agli anni Ottanta del Novecento La cosiddetta interpretazione figurata della Divina commedia prese forza negli anni immediatamente successivi alla diffusione del mirabile testo dantesco, appoggiandosi ai commenti che lettori precoci quali Guido da Pisa, Francesco da Buti o Benvenuto da Imola vennero subito apprestando per un pubblico desideroso di addentrarsi con qualche guida sicura nel gigantesco congegno culturale messo in opera dal poeta. Si trattò appunto sulle prime di mettere a disposizione di un pubblico vario una ‘visualizzazione’ del poema tale da affiancare la forza rappresentativa del poema e i tanti suoi luoghi ricchi di storie, di significati, di contenuti non sempre immediatamente disponibili al lettore comune e talvolta così complessi da rendere ardua l’interpretazione anche per gli intellettuali meglio dotati da un punto di vista culturale. Specialmente tra Firenze e Pisa il lavoro dei primi illustratori trecenteschi prese perciò la forma di una ‘recensione figurata’, intesa a soddisfare ora il reperimento di una prospettiva morale-pedagogica o anche squisitamente allegorica all’interno del testo dantesco, ora l’apprezzamento della perizia messa in mostra dal poeta nel creare un universo visionario dove l’immaginazione si era potuta sbrigliare oltre ogni limite umano1. E allora fiorirono scuole miniatorie impegnate ad accompagnare con immagini più o meno familiari – spesso desunte da altri testi classici illustrati quali l’Eneide o la Bibbia o anche i codici di uso universitario – il racconto del viaggio dantesco nell’Aldilà; prima ancora che l’idea di una figurazione più dinamica e inventiva della Divina commedia prendesse corpo, certo sulla scia di una definizione più o meno solida di un immaginario dantesco dell’Oltremondo raggiunta in alcuni cicli monumentali (un esempio, gli affreschi di Nardo di Cione per la Cappella Strozzi in Santa Maria Novella a Firenze) ma anche in particolare attraverso il lavoro di promozione di un’immagine del grande spessore culturale dell’esperienza dantesca portato avanti dal Boccaccio editore, copista e ‘presentatore’ delle opere dell’Alighieri. Il primo capitolo, Dalla prima fortuna figurativa agli anni Ottanta del Novecento, è stato scritto da Marcello Ciccuto, mentre il secondo, Dagli anni Novanta a oggi, è stato scritto da Alberto Casadei. 1

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Per un rapido panorama sulla vicenda dell’illustrazione antica della Divina commedia si può vedere Ciccuto 2001.


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