È da una dimensione senza tempo che emergono questi otto racconti di Grazia Dore, densi di struggente inquietudine e di voglia di vivere. Ci parlano di un isolamento fisico, forse cercato, a volte subito; di una dimensione asfittica che pure dà adito a una narrazione che si fa di racconto in racconto quando fantastica, quando naturalistica, quando introspettiva. Un’intellettuale dalla cultura poliedrica che alla prova della narrazione si mostra particolarmente sensibile e capace di confrontarsi con le fragilità dell’umana natura.
Grazia Dore nasce a Orune, in Barbagia, nel 1908. Si forma a Roma, città in cui, nel dopoguerra, con il Movimento cristiano per la pace, contribuisce al dibattito tra la corrente cristiana e quella comunista. Torna nel 1968 in Sardegna, a Olzai, dove muore nel 1984.