Master Thesis 2014 _ J.Puccio

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MARZONA ARCHIVE BERLIN



UniversitĂ degli studi di Cagliari FacoltĂ di Architettura Laboratorio di tesi Relatore Arch. Nicola Di Battista

Correlatore Prof. Pier Francesco Cherchi

Studente Jacopo Puccio

www.atelierndb.altervista.org


L AVORO COL L E T TIVO

Tomo 1 Prefazione di Nicola di Battista. L’opinione dell’artista, dialogo con Alfredo Pirri.

1. Egidio Marzona 1.2 Collezione 1.3 Incontro con Marzona a Napoli 1.4 Casa Marzona a Berlino

2.1 Me Collectors Room 2.2 Boros Collection 2.3 Schaulager Fondazione Hoffman 2.4 Museo Jean Tinguely 2.5 Beyeler Foundation 2.6 Donation Albers-Honegger

Tomo 2 L’opinione dell’architetto, dialogo con Vittorio Magnago Lampugnani

3. Berlino 3.1 Berlino: una cronologia 3.2 Evoluzione urbana 3.3 Architetture della città 3.4 Museuminsel 3.5 Potsdamer Platz 3.6 Kulturforum

4. Archivio Marzona Berlino 4.1 L’evoluzione storica del Kulturforum 4.2 Scenario del Kulturforum 4.3 Concorso e considerazioni


L AVORO I NDIVIDUALE

Tomo 3 Prefazione dello studente

5.1 L’importanza del committente: Egidio Marzona 5.2 L’area di intervento: il Kulturforum

6.1 Inserimento nel contesto 6.2 Aspetti compositivi e volumetrici 6.3 Programma e sviluppo spaziale 6.4 La Promenade de l’Avantgarde 6.5 La biblioteca 6.6 L’archivio: “Megaron” della ricerca Ringraziamenti



Prefazione dello studente

Il progetto per l’Archivio Marzona a Berlino, rappresenta il lavoro più importante e più duraturo su cui mi sia ad oggi cimentato. Iniziato nell’ Ottobre del 2011 ha alimentato in questi anni la mia personale ricerca architettonica e ha portato spesl’architettura e la sua pratica. Questo sopratutto grazie anche alla formula scelta per il laboratorio, organizzato dall’arch. Nicola Di Battista con la formula del lavoro d’Atelier, che ha permesso di lavorare a contatto con altri studenti e di poter quindi usufruire di esperienze, abilità e modi di pensare diversi. In quel periodo, quando i miei compagni mi invitarono alla riunione per discutere di questo progetto di tesi, lavoravo come collaboratore presso uno studio di architettura di Cagliari ed ero molto preoccupato all’idea di dovermi imbattere in un ulteriore impegno, per giunta senza aver ancora terminato gli esami; la mia paura svanì immediatamente nel momento in cui ascoltai le parole del nostro professore, il quale ci presentò con passione il tema del lavoro e l’importanza che questo aveva a livello internazionale.

Il tema di progetto e il luogo rappresentavano per me un nuovo campo d’indagine e mi fornirono di fatto il primo impulso per tellettuali che territoriali. Con il viaggio di gruppo, prima a Napoli nel Dicembre 2011 e in seguito a Berlino nel Maggio 2012, ho avuto modo insieme ai miei compagni, di conoscere il committente di questo lavoro e di provare per la prima volta la sensazione di lavorare a qualcosa di concreto e importante. Sin da subito ci siamo dati da fare e la prima parte di ricerca su Berlino e sulla tato che sotto la guida del nostro professore è stato in grado di produrre: due tomi di analisi e progetto collettivo, un modello in scala al 5000 dell’area vasta di intervento e un modello in legno in scala al 500 dell’area del kulturforum. Spinto dall’interesse verso la Germania, suscitato proprio dall’esperienza con l’Atelier, nel Settembre 2012 sono partito alla volta di Amburgo per trascorrere un anno alla Hafen City Universität. Durante il soggiorno in Germania ho mantenuto i contatti con il mio professo-

re, il quale mi ha dato carta bianca nel momento in cui ho deciso di riprendere in mano il progetto, partendo comunque dalle basi poste dal lavoro collettivo svolto a Cagliari. In Germania ho lavorato al progetto all’interno del laboratorio “Frei Wettbewerb” tenuto dall’arch. Gesine Weinmiller di Berlino, sfruttando inoltre la possibilità di recarmi a Berlino più facilmente per i sopralluoghi e le visite all’area di progetto. Nel Giugno 2012 ho presentato il progetto ad Amburgo e un architetto di Berlino si è interessato a questo e mi ha lasciato il suo biglietto da visita con la promessa di passare in studio a trovarlo a Berlino. Al mio rientro in Italia nel Settembre 2013 mi sono impegnato a terminare quanto prima gli esami e ho avuto modo in questi ultimi mesi di perfezionare ulteriormente il progetto grazie anche alla disponibilità del mio professore e del mio correlatore. Sono pertanto contento di mostrare i frutti di questo lungo ed importante lavoro, portato sempre avanti con passione e dedizione durante gli ultimi anni di studio. Jacopo Puccio

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“Io non ho un e-mail. Non ho neanche un computer. Però ho un milione e mezzo di oggetti nel mio archivio.”

Con questa frase esordì Egidio Marzona al nostro primo incontro a Napoli in occasione della sua conferenza alla mostra per l’archivio “Jodice” nel Dicembre del 2011. A primo impatto ci sembrò un affermazione simpatica anche se forse un po presuntuosa, ma conoscendolo meglio ci rendemmo subito conto di trovarci di fronte ad una persona con una storia straordinaria da raccontare. Collezionista e mecenate d’arte, nonchè già editore di importanti volumi sull’architettura di inizio secolo, Egidio Marzona sua passione per l’arte e l’evoluzione di essa la sua ragione di vita, tanto da divenire uno dei massimi collezionisti al mondo nel campo delle Avanguardie storiche. Tutto comincia circa 40 anni fa quando, in seguito ad altri progetti nel campo dell’editoria e dell’arte, Marzona acquista la sua prima opera da un importante gallerista di Düsseldorf, oggi scomparso. Nasce in quel periodo l’idea di creare un archivio incentrato sulle avanguardie del

ventesimo secolo; questa idea ha cominciato a concretizzarsi e con il tempo, grazie anche alle acquisizioni di interi archivi, è divenuta un’imponente collezione interdisciplinare che consta di libri, cataloghi lettere autografe e di un numero impressionante di oggetti d’arte come dipinti, disegni, sculture, collages, pellicole, dischi e arredi, tutto relativo alle Avanguardie storiche. Questa enorme collezione frutto di sasizione e catalogazione, contribuisce a rendere con precisione l’immagine di un’epoca, il cui fermento artistico e sociale ha viaggiato ad una velocità tale, da rendere impossibile per le successive correnti arportante progetto di Marzona, il quale auspica con la sua collezione di offrire in una soluzione unica tutto il materiale possibile per poter riprendere al meglio la ricerca su questo periodo storico che ha ancora tanto da insegnarci e che purtroppo abbiamo dimenticato presto. E’ dunque questa idea, ovvero quella di

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In questa pagina: na a villa Manin. sotto: foto che ritrae insieme Le Courbusier e Albert Einstein, collezione Marzona. In basso a destra: portfolio originale di Le Corbusier, collezione Marzona. Pagina a fronte: Foto scattate in occasione della visita di casa Marzona a Berlino.

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questo immenso patrimonio ad aver spinto Marzona a pensare di offrire all’Italia tutta la collezione a patto però di non frazionarla e collocarla, come spesso si fa in tante piccole istituzioni museali e archivistiche. Purtroppo l’Italia, scelta da Marzona legate alla sua famiglia, non comprese o forse non ebbe la possibilità di accettare l’offerta così da indurre il collezionista a guardare alla Germania. Quest’ultima e in particolare la città di Berlino comprese subito l’importanza del progetto del collezionista e, non dispo-

tale volume di opere, decise di mettere a disposizione alcune aree di proprietà della città per costruirne uno apposito. La trattativa va avanti da ormai 10 anni, periodo durante il quale numerose proposte sono state avanzate; da ultima quella del concorso di progettazione rivolto a diverse Università Europee tra cui anche l’ Università di Cagliari, che l’ha viste partecipe con il nostro laboratorio di tesi. L’area di progetto suggerita dalla municipalità di Berlino è quella del Kulturforum, dell’architettura moderna e in particolare in prossimità del capolavoro ultimo di Ludwig Mies Van der Rohe, la sua Neue Nationalgalerie.

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“... una città come bosco, prato, montagna e lago in un bel paesaggio.” Hans Scharoun Il kulturformum di Berlino comincia a deXX secolo, per dotare l’allora parte ovest di una realtà culturale occidentale che facesse da contrappunto alla Museum Insel situata nella parte est. La posizione scelta fu periferica rispetto al centro della città ovest in maniera tale che potesse risultare baricentrica rispetto invece all’eventualità di una Berlino nuovamente unita. I primi progetti risalgono al concorso “Berlin Hauptstadt” del 1957 in occasione del quale vinse la mirabile proposta di Hans Scharoun che opponeva alla storica “città di pietra” tanto cara al decaduto nazional-socialismo una visione più moderna e romantica di “città Bosco”. L’architetto pensò di raggruppare in un’area unica, all’interni di una sorta di parco

Pagina a fronte: Pianta morfologica dell’area vasta Berlino, sc. 1:10.000

spazi da dedicare ai libri, alla musica e all’arte Questa moderna concezione urbanistica non venne mai realizzata e le tracce di essa si ritrovano oggi solo esclu-

Philarmonie (1960-63) e la Stadtbibliothek (1967-76). Col tempo il Kulturforum si è rivelato essere una sorta di cimitero dei giganti, in cui i capolavori del moderno tra cui anche la Neue Naltionalgalerie di Mies van der Rohe (1963-68) giacciono all’interno di uno spazio urbano mal progettato fatto unicamente di strade, marciapiedi e pseudo-piazze di scarsa qualità. Naturalmente il Kulturforum non fu mai in grado di competere con l’attrazione suscitata dal più antico complesso museale della Museum Insel ma è chiaramente un unicum e possiede un potenziale incredibile limitato da problematiche che scaturipensati che li circondano. Il lavoro portato avanti dall’Atelier e presentato compiutamente nel secondo tomo, ha cercato di risolvere le problematiche relative al Kulturforum prima ancora di pensare al singolo progetto per l’archivio Marzona. A partire dallo studio effettuato si è nell’area tornino a dialogare tra loro grazie ad un sistema di assi e traguardi situato all’interno di una “foresta urbana” da

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cui sia possibile via via il passaggio da un organica, come già suggeriva la visione sorta di “Kulturgarten” si è pensato di estendere il Tiergarten sino al limite sud con il Landwehrkanal e a sud est con la Neue Nationalgalerie; a questo punto si è scelto il lotto prospiciente il fronte ovest della galleria Nazionale come lotto da dedicare all’archivio Marzona, in modo funzione urbana, quella di conclusione dell’isolato sud-est dove sono presenti sia residenze che un laboratorio di ricerca (Wissenschaftszentrum für Sozialforschung) e quello di limite all’eventuale estensione del parco della cultura sopra descritto. Questo accorgimento sarebbe ulteriormente coerente rispetto alla decisione di 11

straordinaria del lavoro di un privato con quella storica della cultura Nazionale tedesca rappresentata dalle istituzioni del Kulturforum.

Pagina a fronte: scenario di trasformazione del Kulturforum nel “Kulturgarten”. In questa pagina: Stato attuale del Kulturforum, modello in legno sc. 1:500 Pagina che sugue: Ludwig Mies van der Rohe, Neue National Galerie, Berlino, 1968.







Pagina a fronte: planivolumetrico, sc. 1 : 2000

Il lotto scelto per l’intervento, di proprietà della città di Berlino si presenta come un terreno libero rettangolare, incolto, delimitato dalla Sigismund Staße a nord, da una strada secondaria su cui prospetta anche il muro posteriore del giardino della Nationalgalerie a est e da una strada privata su cui si sviluppa il Wissenschaft Zentrum di Stirling a sud. Il limite ovest è invece caratterizzato da un blocco residenziale di cinque piani che si estende per tutta la lunghezza del terreno. Le caratteristiche dell’area e la sua posizione secondaria rispetto alla galleria Nazionale hanno suggerito allineare l’edidel Wissenschaft Zentrum e del blocco residenziale; questa scelta permette infatti di delimitare in maniera chiara l’isolato dal carattere più urbano e di creare planimetricamente una leggera inclinazione rispetto alla parallela alla linea del fronte della Neue, sottolineando ulteriormente una posizione di secondo piano rispetto a quest’ultima. rezza, distaccandosi di 11 metri dal fronte residenziale e lasciando circa 5 metri rispetto alla strada a est. L’ingresso è posto sul lato nord, traslato a

est rispetto all’asse longitudinale dell’edifronte in modo da risultare in asse con la scalinata nord del basamento della galleria Nazionale. Questi accorgimenti sono stati studiati per rispondere a due esigenze diverse, una relativa l’inserimento nel contesto e l’altra l’effetto spaziale interno immaginato. Più precisamente, la disposizione tangenziale in asse con la scalinata della Neue, riguarda la volontà di instaurare da subito una prima sottile relazione con quest’ultima e più in generale con il Kulturforum, dichiarando l’interesse dell’edirisparmiato dalle distruzioni belliche della seconda guerra mondiale. Il posizionamento non baricentrico dell’ingresso invece, costringe il visitatore ad attraversare il portico di accesso e scoprire solo all’interno l’impianto simmecilmente la visita rispetto alla ritrovata assialità longitudinale su cui si succedono la sequenza di foyer, corte, libreria e volume dell’archivio. L’ingresso secondario insieme a quelli tecnici e di sicurezza si trovano lungo i fronti sud ed ovest, serviti da due strade private ad accesso controllato.

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Prospetti sulla SigismundstraĂ&#x;e, 1:500

Neue National Gallerie


Marzona Archiv



Pagina a fronte: disegno fuori scala

Gli aspetti che hanno determinato la concezione, l’ideazione e l’aspetto dell’editra questi è stato determinante la conoscenza del committente e la possibilità di osservare e comprendere la speciale relazione tra il collezionista e le sue opere e la straordinaria domesticità e semplicità con la quale si rapporta ad esse durante il proprio vivere quotidiano. Per Marzona si tratta davvero di una vita nell’arte, o meglio di un vivere l’arte senza esserne in qualche modo suggestionato, tanto da far si che i diversi pezzi della collezione siano in realtà i suoi oggetti di uso quotidiano, partendo dagli arredi d’autore e gli oggetti di Design sino alle installazioni sul pavimento inevitabilmente calpestate al passaggio. Questa sorta di domesticila collezione Marzona come a una “Casa dell’esperienza con l’arte” all’interno della quale ognuno sia veramente libero di venire a “contatto” con l’arte e i suoi oggetti. Da qui nasce l’idea di fare riferimento all’impianto tipologico della casa a corte mediterranea, la quale con il suo sviluppo introverso verso il cortile interno e l’orga-

nizzazione delle funzioni vitali attorno ad esso ben si addice alla creazione di una spazialità intima e domestica favorevole alla nuova possibilità di fruizione dell’arte e di ricerca offerta dall’istituto Marzona. Partendo inizialmente dallo studio della “Domus romana” mi sono poi concentrato su il suo antenato Greco costituito dalla casa a “prostas” del IV sec a.C che si sviluppò nella Ionia e più precisamente a Priene. Questa tipologia è caratterizzata dalla copresenza della corte e del “megaron”, tipico modello greco che assumeva la connotazione di spazio vitale all’interper incontri pubblici all’interno della città. Questo modello è sembrato rispecchiare perfettamente l’idea posta alla base del pubblico e aperto ma in grado di offrire un esperienza più intima, quasi domestica. que con un impianto tipologico a corte, attorno alla quale si sviluppano e si affacciano gli spazi dal carattere più pubblico quali foyer, caffetteria e sale espositive. Inoltre è presente un ulteriore volume , contenente l’archivio e la biblioteca, che

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In questa pagina: Karl Friedrich Schinkel, Altes Museum, 1823 - 1830. Pagina a fronte: Ludwig Mies van der Rohe, Neue National Galerie, Berlino, 1968. Pagina che segue: Vista dell’ archivio Marzona, ingresso sulla SigismundstraĂ&#x;e, disegno digitale.

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la strada, volendo ulteriormente dichiarare l’importanza del suo contenuto. Esternamente, sui lati rivolti a nord ed metri formato da pilastri a sezione rettangolare con un interasse di 3,50 metri. Il portico, rigirando l’angolo, assume le sembianze di un vero e proprio peristilio e assume il compito di mediare il rapporto con la strada e di compensare la forte orizzontalità data dalla notevole estensiomento si rifà direttamente all’opera di Karl Friedrich Schinkel ed allo studio svolto sul suo Altes Museum, realizzato tra il 1823 e il 1830 all’interno della Museum Insel. A questo progetto si ispira anche la scelta di una composizione volumetrica basata su un grande basamento da cui fuoriesce il volume dell’archivio, cuore della composizione, in analogia col volume della rotonda nella composizione Schinkeliana, la quale si elevandosi dal basamento orizzontale del museo, assume esternamente le sembianze di un parallelepipedo puro.

sione è stata ovviamente la Neue Nationalgallerie il cui retro, determinato dall’allungamento del basamento a formare il giardino delle sculture, si trova direttamente di fronte all’area. Dall’analisi del capolavoro di Mies sono emerse alcune componenti-forza grazie alle quali è possibile rendere immediataparete di vetro e il tetto. Analogalmente, la composizione Miesiana di basamento, parete vetrata e tetto attraverso l’arretramento volumetrico del fronte est e nord lasciando spazio ad un un portico su strada ed il successivo svuotamento del primo nade vetrata in quota. Il tetto, sostenuto dal portico dai setti interni e dai colonnati della corte, assolve il 23

composizione, accogliendo sotto di se in maniera continua tutti gli spazi e i volumi chivio, il quale, come sopra accennato, si eleva al di sopra della linea dei prospetti.




LIVELLO 0

0.00 m

Ingresso Servizi di spazi relax Attività logistiche Laboratori Corte Archivio Biblioteca

LIVELLO -1

-4,50 m

Archivio / Kavò

Foyer / Accoglienza, 470 mq

Galleria Avantgarde + Spazi Espositivi, 1500 mq

Laboratori restauro, 195 mq

Caffetteria, 200 mq

Archivio / Kavò, 1770 + 514 mq

Gestione consegna, 215 mq

Auditorium (60 posti), 140 mq

Archivio multimediale, 110 mq

Gestione rifiuti, 45 mq

Biblioteca , 740 mq

Sala impianti tecnologici, 120 + 90 mq


di due livelli dove sono contenuti tutti i servizi di supporto alle attività e gli spazi espositivi temporanei; è presente inoltre di grande volume di quattro livelli contenente l’archivio e la biblioteca. I due volumi sono tenuti insieme dalla copertura continua e la tensione tra essi viene bilanciata internamente dallo svuotamento generato dalla corte. Per quanto riguarda il basamento, esso presenta al piano terra gli spazi dedicati all’accoglienza e alle attività di supporto tecnico e logistico. Nella parte nord, si trovano, organizzati intorno alla corte, gli spazi dal carattere più pubblico quali Foyer, caffetteria, auditorium e la galleria degli arredi, uno spazio a lato della corte che precede l’accesso all’archivio e alla biblioteca. Nella parte sud invece, organizzati intorno

Pagina a fronte: programma funzionale del piano terra e del piano interrato, esploso assonometrico, f. scala.

al volume dell’archivio, si trovano i laboratori di restauro, gli spazi per la conseimpianti. Inoltre lungo i fronti sud e ovest sono collocati gli accessi tecnici, quelli per il personale e le uscite di emergenza. Il piano primo del basamento è invece dedicato agli spazi espositivi, agli allestimenti temporanei e alla parte amministrativa. Lo spazio espositivo occupa la totalità del primo livello attraverso percorso continuo che abbraccia la corte e il volume dell’archivio; l’accesso avviene dalla scala presente nel foyer che conduce alla prima galleria espositiva chiamata la “Promenade de l’Avantgarde” e situata nel lato est di affaccio sulla Neue Nationalgalerie e sul Kulturforum. Il percorso prosegue lungo tutto il perimetro del basamento lasciando scorgere gli spazi interni della biblioteca e dell’archivio senza con-

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LIVELLO +2

+9.00 m

Archivio Sala ricerche Biblioteca

LIVELLO +1

+4.50 m

Promenade dell’ Avantgarde Esposizione Archivio Amministrazione Galleria Avantgarde + Spazi Espositivi, 1500 mq Archivio / Kavò, 1770 + 514 mq Archivio multimediale, 110 mq

Uffici + ufficio curatore, 120 mq

Biblioteca , 740 mq

Ufficio / Studio Marzona, 60 mq


sentirne però l’accesso diretto, grazie alla presenza di vetrate a tutta altezza. con la galleria in quota che attraversando il foyer d’ingresso in prossimità del portico della corte, porta nuovamente al punto di accesso iniziale e quindi alla scala. Gli spazi dedicati all’amministrazione si trovano anch’essi al livello primo, localizzati in corrispondenza dello spigolo nord-ovest del basamento; questi comratore per le mostre temporanee e la stanza di Marzona. Quest’ultima presenta due aperture a tutta altezza, sul fronte ovest e sul foyer che permettono al collezionista di avere sia un affaccio all’esterno, sia una relazione visiva diretta con lo spazio Per quanto riguarda il volume che emerge rispetto al basamento invece, esso ospita il cuore della collezione ed è costituito dall’archivio e dalla biblioteca. Queste due funzioni sono separate da un blocco trasversale nella quale sono contenuti i collegamenti verticali, gli accessi ai servizi e alle vie di fuga, in modo da servire entrambe le funzioni. A sud del blocco è localizzato l’archivio, il quale si sviluppa su quattro livelli di cui uno interrato ad accesso controllato che può fungere da deposito e da Caveau; l’accesso all’archivio avviene dal lato est at-

Pagina a fronte: programma funzionale del primo e secondo piano, esploso assonometrico, f. scala.

traverso uno spazio laterale al piano terra dove sono presenti la sala multimediale, il punto informazioni e i supporti per la ricerca indicizzata. I livelli fuori terra dell’archivio presentano uno spazio centrale a tripla altezza attorno al quale si sviluppano gli ambienti dedicati alla ricerca e allo studio e nel lato sud il blocco delle stanze tematiche dedicate ognuna ad una Avanguardia. I bagni e i locali tecnici e di servizio sono localizzati all’interno dei blocchi addossati sui lati est ed ovest e i collegamenti verticali si trovano come sopradescritto nel blocco trasversale. A nord di quest’ultimo è situata la biblioteca; questa si sviluppa su tre livelli, due dei quali affacciano sulla corte interna attraverso una doppia altezza porticata, lasciando scorgere la monumentale parete dei libri dalla corte e ancor prima dal foyer. L’accesso, come per l’archivio avviene al piano terra in corrispondenza del portico sud della corte che ospita il percorso pubblico che gira attorno a quest’ultima. L’ultimo livello presenta una sala più intima dedicata alle ricerche più approfondite e alla consultazione di pezzi speciali; questa sala è illuminata con luce zenitale ed è anch’essa posta in continuità con gli spazi dell’archivio evitando così di limitare le attività di ricerca degli studiosi.

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In questa pagina: a sinistra: prospetto nord sc. 1:500 sotto da sinistra: piante del piano terra e del livello interrato, sc. 1:500 Pagina a fronte: dall’alto a scendere: sezione longitudinale sc. 1:500, sezione trasversale del Foyer d’ingresso sc. 1:500, prospetto ovest sc. 1:500.


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In questa pagina: sopra da sinistra: piante del primo piano e del secondo piano, sc. 1:500 Pagina a fronte: dall’alto a scendere: prospetto est, sc. 1:500, sezione trasversale della biblioteca, sc. 1:500, sezione trasversale dell’ archivio, sc. 1:500.


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Schizzo di studio per la “promenade de l’Avantgarde”, matita, acquarelli e collage.


concepito pensando a diverse tipologie di utenti tra i quali lo studioso, il ricercatore, l’artista e il semplice visitatore. Questa concezione, insieme al fatto che il cuore della collezione è custodito all’interno dell’Archivio, mi ha portato a considerare lo spazio espositivo come di supporto all’esperienza più profonda che ciascun individuo può intraprendere all’interno Considerato ciò ho deciso letteralmente di avvolgere l’archivio e la corte interna con un percorso espositivo che oltre al compito di permettere la messa in mostra delle opere e del materiale della collezione, offre la possibilità di avere una panodelle architetture presenti nell’area in cui è situato. Lo spazio espositivo si trova al primo livello ed è pensato come la prima fase di

un’esperienza all’interno delle avanguardie; si presenta come una passeggiata continua che attraversa alcune fasi delle Avanguardie, permettendo al visitatore di iniziare a prendere consapevolezza del tema e del periodo storico a cui è dedicata la collezione. La prima galleria che incontriamo una volta saliti dalle scale del Foyer, si trova nell’ala est e prende il nome di “Promenade de l’Avantgarde”. Questo spazio è caratterizzato dall’affaccio verso il kulturforum ad est e da quello sulla corte interna ad ovest. In particolare l’idea di affacciarsi a est con una vetrata continua, protetta dal portico esterno, nasce dalla volontà e dalla possibilità più unica che rara di estendere l’attenzione del visitatore all’opera ultima del grande maestro Ludwig Mies Van der Rohe, di cui oltretutto Marzona possiede numerosissimi disegni ed oggetti.

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Sotto: sezione longitudinale sulla “Promenade de l’Avantgarde”, sc. 1:200. Nella pagina che segue: vista interna della “promenade de l’Avantgarde”, disegno digitale.

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L’affaccio ovest offre invece, un punto di vista sullo spazio esterno della corte, pensato per accogliere eventuali allestimenti esterni o per interventi di Land-art. Proseguendo il percorso e superando la corte si incontra un terzo affaccio, quello sulla doppia altezza del portico sud, su cui affaccia anche la biblioteca. E’ dunque possibile scorgere meglio gli spazi di quest’ultima e capire che la collezione riserva alcuni “ambienti dedicati” che potranno essere visitati e utilizzati in un secondo momento. Avanzando ancora di qualche metro ci troche grazie ad una apertura vetrata consente di scoprirne la spazialità interna, ca-

ratterizzata dalla tripla altezza illuminata zenitalmente con luce naturale. La scoperta dell’archivio lascia presagire la possibilità di un’altro tipo di esperienza, quella dell’immersione totale nell’arte delle Avanguardie e del vero “contatto” con le opere. Questa esperienza potrà essere fatta dopo aver concluso il percorso espositivo, una volta superate le successive tre gallerie, le quali susseguendosi per le restanti tre ali del basamento, riconducono il visitatore al Foyer; qui si ha la possibilità di chiedere informazioni e dunque di poter accedere alle sale più importanti dell’edi-

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6.5 La biblioteca

Pagina a fronte: Etienne-Louise Boulleè, progetto per la biblioteca Nazionale, Parigi 1874. Tratto da “Klassizismus und Romantik. 1750-1848”, Hrsg. Rolf Toman, Verlag Ullmann und Könemann, Sonderausgabe.

Lo spazio dedicato ai libri assume all’intertale; i libri e i documenti costituiscono una parte preziosa della collezione e allo stesso tempo rappresentano concretamente la possibilità di ricostruire il racconto legato alle Avanguardie e al loro periodo storico. Il collezionista, inoltre, in passato ha fatto l’editore e conosce bene l’importanza dei libri e la piacevole esperienza che si prova nel maneggiarli. Partendo da queste considerazioni ho cercato di ideare uno spazio in modo da focalizzare l’attenzione dei visitatori e degli studiosi sulla monumentale quantità di libri contenuti all’interno della collezione e permettere una totale immersione in essa. Questa è una condizione tipica delle biblioteche e degli studi presenti all’interno delle abitazioni private che, come ho potuto notare anche a casa Marzona a Berlino, sono caratterizzate dal “tappezzare” intere pareti con i libri. Inoltre la storia dell’architettura presenta diversi casi di biblioteche che pongono al centro della composizione la monumentalità data dalla ordinata disposizione di libri uno vicino all’altro, come ad esempio

nel progetto di Etienne Louis Boullèe per la biblioteca Nazionale a Parigi del 1784 o quello di Giorgio Grassi per la biblioteca universitaria alla Bovisa di Milano del 1990. La biblioteca dell’archivio Marzona cerca di interpretare queste visioni spaziali, in cui i libri costituiscono l’elemento architettonico dominante, attraverso la costruzione di un blocco verticale che disposto tra l’archivio e la biblioteca permetta la distribuzione e il collegamento degli ambienti. La parete nord del blocco appartiene alla biblioteca e fornisce il supporto per la costruzione della monumentale parete di libri che permette di fondere in un unico spazio sia il deposito che l’ambiente per la lettura, consentendo di fatto una relazione continua tra l’uomo e il libro. La biblioteca conta tre livelli di cui i primi due affacciano sullo spazio a tutta altezza generato dal portico sud della corte; l’accesso avviene al piano terra proprio in corrispondenza del portico. A questo livello sono collocati l’accoglienza, lo schedario, la prima sala lettura e la parete continua letteralmente “tappezzata” di libri; questa parete cela al suo interno le scale,

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l’ascensore e gli accessi a toilette e scale di emergenza. La possibilità di sfruttare un blocco servizi in posizione mediana tra biblioteca e archivio ha permesso inoltre non solo di distribuire al meglio le due funzioni ma di elevare ulteriormente l’esperienza di accesso e passaggio tra un ambiente e l’altro grazie alle aperture a tutta altezza che danno l’impressione di fendere il grande muro di libri. Al primo livello si trova la seconda sala lettura, caratterizzata dall’affaccio sullo spazio a doppia altezza; la sala lettura di questo livello, dove prosegue la parete di libri come al piano terra, offre un’esperienza più aperta al visitatore, grazie alla possibilità di stare seduti sulle postazioni per la lettura affacciate sulla corte, godendo così di una ottimale luce da Nord. Salendo ulteriormente arriviamo all’ultimo livello che ospita una terza sala lettura dal carattere più intimo e riservato, illumi-

Pagina a fronte: In alto: pianta primo piano della biblioteca, sc. 1:200. Sotto: sezione trasversale passante nel portico sud della corte, sc. 1:200. Pagina che seue: Vista interna del piano primo della biblioteca, disegno digitale.

nata con luce zenitale diffusa; questo spazio è pensato per chi preferisce intraprendere uno studio più ricercato e profondo, in maniera più tranquilla rispetto ai due livelli che lo precedono. E possibile inoltre organizzare qui gli incontri tra i ricercatori e gli studiosi in maniera da avere sempre la possibilità di accedere velocemente e facilmente ai pezzi della collezione contenuta negli ambienti dell’archivio. La biblioteca si presenta come uno spacaso è contenuta anch’essa nel volume in cui è contenuto l’archivio; la sua posizione a sud della corte inoltre, caratterizzata dall’apertura a giorno verso di essa, contribuisce alla costruzione di una precisa sequenza spaziale, che mira a mettere in scena la successione di spazio espositivo, corte e parete di libri della biblioteca già a partire dall’entrata del visitatore nel foyer d’ingresso.

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Pagina a fronte: ricostruzione dello spazio interno di un Megaron Miceneo risalente al IV secolo a.C, British museum website.

Lo spazio dedicato all’archivio e al deposito della collezione Marzona si presenta come il cuore del progetto, tanto che gran parte delle scelte compositive ed organiz-

alla corte, rende subito chiara la sua posizione dominante nella gerarchia della composizione. Al suo interno gli ambienti si sviluppano su quattro livelli, di cui uno interrato che accoglie il deposito dei pezzi più delicati a cui è possibile solo in maniera limitata. I tre livelli superiori ruotano intorno ad uno spazio centrale a tripla altezza che permette di cogliere da ogni punto la grandiosità della collezione e di irrorare di luce naturale gli ambienti. La costruzione spaziale interpreta e ripropone quella del “megaron”, partendo dall’utilizzo della luce zenitale proveniente dall’ultimo livello. Questo è caratterizzato da grandi travi di copertura su cui sono installate le lamelle per il controllo della

partire dalla sua concezione. La duplice volontà di creare una spazialità valida sia per accogliere una monumentale collezione, sia per rendere possibile una fruizione quasi “domestica” di questa, ha suggerito sin da subito di guardare alle tipologie classiche e alla loro capacità di generare una monumentalità a scala umana. Come già accennato nella parte relativa agli aspetti compositivi, la tipologia scelta per lo studio è stata quella della casa a “prostas” della Grecia Ionica del IV secolo a.C, progenitrice della casa a corte mediterranea e della “Domus romana”. vetro opalino che contribuisce a diffondeIn particolare la casa a corte più “megaron” re la luce in maniera omogenea. tipica della città di Priene è parsa adatta Tutti i servizi di supporto quali toilette, magazzino, elevatore museale e collegamenper i Greci il megaron rappresentava sia lo ti verticali, sono alloggiati nei blocchi perimetrali i quali offrono anche le pareti per e spazi di riunione pubblici. la messa in mostra delle opere e dei pezzi della collezione, in analogia con la parete lo spazio dell’archivio si sviluppa all’inter- di libri della biblioteca. no di un grande volume, il quale emergenIl blocco sud ospita ad ogni livello, le do plasticamente dal basamento dinanzi stanze tematiche che mirano a creare

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Sotto: spaccato prospettico longitudinale, f. scala. Pagina che segue: vista interna dello spazio a tripla altezza dell’archivio, modello in legno e carta, sc. 1:50.

ambienti più intimi in cui poter respirare e immergersi nelle diverse atmosfere legata alle differenti avanguardie. L’accesso all’archivio si trova al piano terra sul lato est del volume in e avviene in maniera tangenziale dopo aver attraversato alcuni ambienti di supporto all’archivio stesso tra cui la “galleria degli Arredi” situata nell’ala ovest della corte. Questo spazio si presenta come una sorta di spazio relax, dove però i visitatori e gli studiosi possono apprezzare gli arredi d’epoca e di design grazie al loro diretto utilizzo. Superata la galleria degli arredi, la sequenza spaziale prosegue con l’ingresso alla sala d’accoglienza dell’archivio, dove sono situati i cataloghi digitali, lo scheda-

rio, le postazioni computer e la sala per i supporti multimediali. Questo ambiente risulta adiacente al blocco est dell’archivio a cui si accede in maniera tangenziale grazie ad una apertura a tutta altezza. Superata questa ci si ritrova all’interno del grande volume a tripla altezza che propone un improvviso salto di scala e un cambio di condizione luminosa. L’ingresso laterale all’archivio rispecchia inoltre una peculiare condizione della distribuzione delle case Greche a “megaron” , dove sebbene i fabbricati erano organizzati secondo precisi assi geometrici e di simmetria, il sistema degli accessi non prevedeva una sequenza ortogonale ma bensì tangenziale.

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L INGUA I TAL IANA

AA.VV. “Architettura del XX secolo - volume 1,2” Taschen (Köln 2008) AA.VV. “L’architettura e i protagonisti - Peter Eisenman” L’Espresso (Milano 2000) AA.VV. “Walter Gropius” Electa (Verona 2006) AA.VV. “Karl Friedrich Schinkel - Collected Architectural Designs” Academy Editions (London 1982) AA.VV. “Documenti di Architettura - Hans Kollhoff” Electa (Venezia 2003) AA.VV. “Documenti di Architettura - Giorgio Grassi” Electa (Venezia 2004) AA.VV. “Documenti di Architettura - Karl Friedrich Schinkel” Electa (Venezia 2004) AA.VV. “I Maestri del Novecento - Le Corbusier” - Sadea Sansoni (Firenze 1969) AA.VV. “Storia dell’Architettura – Età contemporanea” Electa (Milano 2009) AA.VV. “LA Storia dell’Arte - Le Avanguardie” Electa (Milano 2006) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Ludwig Mies van der Rohe” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Daniel Libeskind” Hachette (Milano 2010)

AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Aldo Rossi” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Gregotti Associati” Hachette (Milano 2010)

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AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Walter Gropius” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Le Corbusier” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Peter Behrens” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “I Maestri dell’ Architettura – Sauerbruch Hutton” Hachette (Milano 2010) AA.VV. “Scharoun” Taschen (Köln 2007) AA.VV. “Berlino - L’IBA e l’architettura del XX secolo” Edil Stampa (Roma 1988) Rafael Moneo “Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti” Electa (Milano 2005) Philipp Oswalt “Berlino - città senza forma” Meltemi (Milano 2006) Jean-Louis Cohen “Le Corbusier” Taschen (Köln 2005) Rita Capezzuto “Berlino - IBA 1979/1987” Cooperativa libraria universitaria del politecnico (Milano 1988) 56 Ludwig Hilberseimer “Architettura a Berlino negli Anni Venti” Franco Angeli Editore (Milano 1979) Vittorio Pizzigoni “Ludwig Mies van der Rohe - Gli scritti e le parole” Einaudi (Torino 2010) Nicola Di Battista “Verso una architettura d’oggi” Quart Edizioni (Lucerna 2001) Alexandra Richie “Berlino - Storia di una metropoli” Mondadori (Milano 2003) Leonard Gross “L’ultimo ebreo a Berlino” Carroll & Graf Publishers (Milano 1999) Chandler Tertius “Quattrocento anni di crescita urbana: Un censimento storico” Edwin Mellen Pr (Milano 1987) Wolfgang Ribbe “Storia di Berlino” Berliner Wissenschafts - Verlag (Roma 2002) M. Kaufman Gwertzman “Il collasso del comunismo” Einaudi (Torino 1990)

York City 1994)


L I NGUA S TR ANIE RA

AA.VV. “Archivio Jodice - An Archive of Contemporary Art in the Historic Centre of Naples” Pàlffy Editions (Wien 2012) AA.VV. “Berlin” FAB Verlag (Berlin 1995) AA.VV. “Berlin - Kunst und Architecture” Tandem Verlag GmbH(Berlin 2009) Brigitte Stamm “Schinkel in Berlin und Potsdam - Führer zum Schinkeljahr 1981” Nicolaische Verlagsbuchhandlung Berlin (Berlin 1981) Andreas Marx und Paul Weber “Berlin - in Geschichte und Gegenwart” Verlag (Berlin 2003) Wolgang Haney “Berlin - in Gestern Heute Morgen” Verlagsgeselschaft (Berlin 1950) Vittorio Magnago Lampugnani and Romana Schneider “An Urban Experiment in Central Berlin Planning Potsdamer Platz” ifa (Stuttgart1997) Hans Stimmann “Berlin - Physiognomie einer Großstadt” Skira (Milano 2000) Alfred Döblin “Berlin - Alexanderplatz” Verlag (Berlin 1929) David Clay Large “Berlin” Basic Books (New York 2001) 57 Neumeyer Fritz “Mies van der Rohe” Skira (Berlin 1970) J. Christoph Bürkle, Urs Stuber, “Max Dudler - Architektur für die Stadt” Niggli (Zürich 2003) Gesine Weinmiller /Klaus Kinold, “Das Bundesarbeitsgericht zu Erfurt” (Berlin 2003) AA.VV. “Karl Friedrich Schinkel; Eine Austellung aus der Deutschen Demokratischen Republik” Henschelverlag Kunst und Gesellschaft (Berlin 1982)


Projects, design and layout of this work are completely designed be me. Typefonts : Futura Medium Futura Medium Italic Franklin Gothic Regular Franklin Gothic Italic Thanks a lot for your interest, I hope to hear soon from you.


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