RASSEGNA STAMPA 5 Ottobre 2019 prova

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Il Sole 24 Ore Sabato 5 Ottobre 2019

Politica ANSA

INTERVISTA

Francesco Boccia. Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie: «Serve prima una legge cornice nazionale»

«Sulle autonomie avanti, ma è prioritario il riequilibrio territoriale» di Barbara Fiammeri

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essuno stop, assicura. Il confronto con Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna ripartirà già la prossima settimana ma per realizzare l’autonomia differenziata tra le regioni è «indispensabile» avere prima una legge «cornice» che garantisca il riequilibrio territoriale. Francesco Boccia è appena rientrato da Napoli, sesta tappa del suo tour tra le Regioni per riaprire il dibattito sull’Autonomia e va dritto al punto: «Il mio obiettivo - dice il ministro per gli Affari regionali - non è bloccare il processo ma renderlo coerente con i principi costituzionali e per farlo serve avere una legge che imponga il riequilibrio territoriale non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle stesse regioni settentrionali attraverso una riprogrammazione di tutti i fondi pluriennali di spesa in conto capitale, esclusi quelli europei,individuando contemporaneamente i livelli essenziali per le prestazioni (Lep) che ci impone la Costituzione proprio per rimuovere le diseguaglianze economiche e sociali. Qualora non arrivassimo all’individua-

zione dei Lep definiamo una fase transitoria attraverso i fabbisogni standard che deve essere condivisa. Ma ripeto:con la certezza che si arrivi rapidamente alla definizione dei livelli essenziali». Questo significa che le intese che sono già all’attenzione del Governo rimarranno ferme in attesa della legge cornice? Le intese sono già ferme e non perché l’ho deciso io ma perché ministri del precedente Governo, come quello dell’Istruzione che faceva riferimento allo stesso partito (la Lega ndr) del presidente della Lombardia Fontana e del Veneto Zaia, avevano manifestato obiezioni su alcuni punti specifici, ad esempio sulla regionalizzazione dei concorsi degli insegnanti. Ho garantito ai governatori che andremo avanti e con alcune correzioni credo che si possa arrivare, in particolare per Veneto ed Emilia Romagna, alla conclusione in tempi ragionevoli ma anche queste intese dovranno comunque rispondere alle indicazioni contenute nella futura legge cornice. I tempi di fatto si allungano... Siamo rimasti fermi 14 mesi, non si può pensare di risolvere tutto in 15 giorni. Le riforme che si sono realizzate portando benefici al Pa-

ese sono state quelle più condivise. Se le si fa di corsa fuggendo dalle responsabilità, anzitutto verso la Costituzione, ci si schianta e c’è una vasta letteratura che documenta questi schianti...Per questo ribadisco che alimentare lo scontro, come si è fatto nel corso dell’ultimo anno, non porta da nessuna parte e il fatto che le intese siano rimaste ferme a Palazzo Chigi lo conferma. Il nostro tentativo è invece quello di far comprendere che l’autonomia non è utile al Nord e nociva per il Sud ma contribuisce alla crescita complessiva del Paese e devo dire che dal confronto che ho avuto con i presidenti delle Regioni, a partire da quelli del Nord, ho trovato grande senso di responsabilità. Se terremo fuori la propaganda elettorale sono certo che taglieremo il traguardo con soddisfazione di tutti. Nel frattempo però gli studenti lombardi avranno anche quest’anno insegnanti con la valigia in mano! Il problema della continuità didattica lo conosco bene avendo anch’io figli. Ma le soluzioni ci sono e le abbiamo già sperimentate ad esempio all’Agenzia delle entrate, inserendo nei concorsi l’obbligo per i vincitori a restare per cinque

Rai, via libera del governo al piano industriale 2019-21 TV PUBBLICA

L’ad Salini: «Una nuova era» Il ministro Patuanelli atteso il 23 ottobre in Vigilanza Andrea Biondi Per la Rai dell’ad Fabrizio Salini ora la strada è sgombra da ostacoli (formali). Resta in realtà da attendere l’ok della Commissione di Vigilanza Rai, il cui parere si concentrerà prevalentemente sul Piano editoriale, pur non avendo uno stretto potere di veto. Certo, l’indirizzo politico che emergerà dalla bicamerale presieduta da Alberto Barachini sarà tutt’altro che ininfluente. Se ne dovrebbe comunque riparlare dopo il 23 ottobre: dopo cioè l’audizione in Vigilanza del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Ma il passaggio di ieri, con l’ok del Mise al piano industriale 2019-21, segna un punto a favore della gestione Salini, con un placet arrivato in un tempo relativamente breve dall’insediamendo del nuovo governo giallo-

rosso. «La componente del Ministero dello Sviluppo economico della Commissione paritetica (Mise-Rai, ndr) si legge in una nota del Ministero dopo aver esaminato e valutato il Piano industriale della Rai per il triennio 2019-2021, ha formulato le determinazioni di propria competenza ritenendo il Piano presentato compatibile con quanto previsto dal Contratto stesso». A questo il Mise aggiunge che la tempistica di attuazione del Piano sarà tenuta sotto controllo «attraverso riunioni bimestrali». Il piano, che ha avuto il via libera del Cda Rai a metà marzo, è sicuramente sfidante. Le principali novità sono sostanzialmente quattro: il canale in lingua inglese affidato alla controllata commerciale Rai Com; newsroom unica ma senza Tg1, Tg2 e Tg3 (da qui le dietrologie sul peso dei partiti che così avranno più “referenti”); canale istituzionale, allo scopo di avvicinare cittadini e istituzioni, con un palinsesto dedicato e le 9 direzioni “orizzontali” – intrattenimento prime-time, intrattenimento day-time, intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e digital, ap-

profondimenti – che sostanzialmente faranno girare la macchina della Rai, a scapito evidentemente della struttura “verticale” rappresentata dai direttori di rete per come li si è conosciuti sinora. «Oggi comincia la nuova Rai» ha commentato il numero uno di una tv pubblica il cui board giovedì ha approvato una semestrale di gruppo con risultato in utile di 3,3 milioni rispetto alla perdita di poco inferiore a 5 milioni del semestre 2018. Per Salini ora si apre la grande partita legata alle nomine, nel contesto di malumori che si stanno palesando per risultati di ascolto della rete ammiraglia, guidata da Teresa De Santis, che ultimamente stanno finendo sempre più spesso nel mirino. La fine del mandato a Rai2 di Carlo Freccero potrebbe aprire un primo valzer, in attesa delle nomine ben più pesanti alle nuove direzioni orizzontali. Il tutto mentre sullo sfondo rimane il tema Foa, con il presidente Rai deciso a rimanere al suo posto, ma pur sempre con l’incognita della sentenza del Tar sul ricorso della consigliera Rita Borioni contro la sua eleggibilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Iv: forse già in Toscana il simbolo LA STRATEGIA DI RENZI

Intanto sì a liste civiche in tutte le Regioni, a partire dall’Emilia Romagna Emilia Patta Vero è che Italia Viva non è ancora nata ufficialmente (il simbolo del nuovo partito renziano sarà presentato alla Leopolda del 18\20 ottobre). E vero è che Matteo Renzi ha detto che il battesimo della nuova forza politica ci sarà

alle elezioni politiche del 2023, fermo restando l’appoggio ai candidati comuni del centrosinistra alle regionali delle prossime settimane e mesi («Se fossi umbro voterei Bianconi, se fossi emiliano voterei Bonaccini. In Toscana non è stato ancora deciso il candidato ma io voterò quello indicato dal centrosinistra»). Eppure nelle ultime ore si sta affacciando una tentazione in casa renziana: misurarsi con il nuovo simbolo già alle regionali in Toscana nella primavera del 2020, in un certo senso “in casa”. La decisione ancora non è stata presa ed è prematura, ma il tema c’è: sono molti gli amministra-

tori locali che vorrebbero seguire Renzi nella nuova avventura ma che, se il primo test restasse quello delle prossime politiche, rischierebbero di restare senza casa per almeno tre anni senza potersi candidare o ricandidare alle amministrative. Da qui la decisione di stare comunque in campo già dalle prossime regionali in Calabria e in Emilia Romagna (per l’Umbria le liste sono già chiuse) con liste civiche di riferimento in appoggio ai candidati del centrosinistra: cominciare a contarsi, e soprattutto cominciare a dare una casa ai renziani in sonno sul territorio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Boccia Ministro per gli affari regionali e le autonomie, 51 anni, milita nel Partito democratico. Nella scorsa legislatura ha ricoperto l’incarico di presidente della V Commissione Bilancio della Camera. È stato ricercatore alla London School of Economics e direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Territorio dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza.

‘‘ Occorre fissare livelli essenziali e fabbisogni standard. Non è escluso il ricorso a un decreto

IL PERCORSO DELL’AUTONOMIA REGIONALE I referendum Nell’ottobre del 2017 si è tenuto un referendum consultivo in Lombardia e Veneto, in cui i cittadini con percentuali plebiscitarie (i Sì hanno ottenuto rispettivamente il 96% e il 98% dei voti) hanno chiesto che fosse avviato l’iter per una richiesta di maggiore autonomia. In ballo soprattutto competenze su scuola e fisco. Oltre al Veneto e la Lombardia, anche l’Emilia Romagna ha fatto richiesta di poter ottenere maggiore autonomia. Il referendum del 2017 aveva soltanto valore consultivo, con lo Stato che non ha nessun obbligo di acconsentire alle richieste

La trattativa con il Conte 1 La prima mossa da parte di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è stata quella di inviare, al precedente ministero degli Affari Regionali guidato dalla leghista Erika Stefani, delle bozze contenenti le richieste in materia di autonomia. La Lega aveva promesso entro il 2018 una legge sull’autonomia ma il confronto fra governo e Regioni si è bloccato in particolare sul tema della scuola. Nel governo gialloverde il Movimento Cinque stelle si è detto contrario a regionalizzare il reclutamento degli insegnanti. E i’autonomia è stato uno dei principali temi di scontro della precedente maggioranza

‘‘ Anche le intese con Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna dovranno rispettare la norma quadro

anni sul territorio cui erano stati assegnati. In questo modo si risponderebbe al problema ma senza smontare il sistema scolastico nazionale. Ministro l’autonomia non c’è ancora ma scuole, ospedali e in genere i servizi al Sud non funzionano. Non teme che l’arrivo di nuove risorse anziché annullare le distanze rischi di aumentare gli sperperi e le inefficienze? L’Autonomia non può essere fatta contro il Nord ma neppure senza il Sud. In ogni caso non eludo la sua domanda: ai diritti devono corrispondere altrettanti doveri e proprio per questo nella legge cornice verranno inseriti meccanismi premiali e sanzioni per favorire chi amministra meglio. L’Autonomia significa ottimizzare la fruizione dei servizi per i cittadini in relazione alle esigenze e alle vocazioni del territorio e alle sue priorità ma partendo dal presupposto che in ogni parte d’Italia venga comunque garantito un livello di prestazioni minimo. Lei parla di tempi ragionevoli ma quando verrà presentata la legge cornice? Il testo arriverà dopo una interlocuzione approfondita tanto con le Regioni che con le parti sociali. Il mio obiettivo è entro l’anno. Ma ripeto: se si arriverà con un testo condiviso almeno nelle sue linee essenziali, il percorso parlamentare potrebbe anche essere veloce e non è da escludere che anziché un disegno di legge si scelga la strada del decreto legge. Anche le intese dovranno passare per il Parlamento? Certamente, è impensabile che le Camere non intervengano, come qualcuno ha incautamente ipotizzato nei mesi scorsi. Significa che saranno emendabili e quindi potranno essere modificate? Assolutamente sì, siamo una Repubblica parlamentare e quindi è il Parlamento che deve avere l’ultima parola. Ma se questo processo avverrà all’interno di una cornice stabilita per legge anche il passaggio parlamentare delle intese sarà più semplice e di conseguenza più celere. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

L’arrivo di Tomasi Ex pattinodromo Appiani

L’ATTESA

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Le parole di Zaia sono una mano tesa al lavoro di Michele Tomasi, la voglia di guardare negli occhi un quasi coetaneo e di condividerne non solo scelte, ma forse modalità. «Nella Regione Veneto troverà, nel rispetto di ruoli e nelle diverse responsabilità, un’ampia e totale collaborazione». Al saluto lontano dai protocolli di Zaia si unisce il sindaco Mario Conte. «Domenica sarà una bellissima giornata. Al Vescovo vorrei dare il benvenuto da aprte della città, raccontare la nostra

Manifestazione mercatino autunno in Borgo

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TREVISO Domani è il giorno dell’arrivo. Per la Treviso cristiana inizia ufficialmente un nuovo capitolo. C’è un senso diffuso di attesa. E, unita alla gratitudine per l’opera di Monsignor Agostino Gardin, capace e tenace tessitore, la voglia di dare alla Chiesa trevigiana un volto più volitivo e modalità di comunicazione più in linea con i tempi. Il nuovo vescovo Michele Tomasi nei giorni scorsi ha ultimato il trasloco: oggetti personali e libri sono stati preparati nella sua nuova casa. Ma la prima notte ufficiale a Treviso è quella di domani. Il primo saluto è quello di Luca Zaia tramite Il Gazzettino: «Eccellenza Reverendissima, il Veneto è una terra di fede indiscussa e sincera, ma anche una terra di forte volontariato e associazionismo cattolico, che Lei avrà modo di conoscere e apprezzare-esordisce il Governatore-Vorrei esprimerle, a nome di tutti i trevigiani della città e del territorio, ma anche a nome di tutti Veneti che ho l’onore di rappresentare, la mia gioia per questo Suo nuovo cammino pastorale a Treviso, certo e consapevole che fra le Istituzioni e la Diocesi il colloquio e la collaborazione saranno costanti». Il Presidente della Regione guarda con particolare simpatia ai modi non convenzionali del nuovo Vescovo. «Sono certo che la Sua guida saprà orientare i fedeli, e il relativo messaggio arrivare al cuore dei trevigiani. Un popolo operoso, intraprendente ma anche solidale. Ma sono certo che il Suo messaggio arriverà diritto ed efficace anche ai giovani, per i quali Lei è già simpaticamente il “vescovo rock”, perché Lei saprà utilizzare la loro stessa lingua, e saprà trasferire loro il senso dell’accoglienza, del bene comune, della carità che è patrimonio inscalfibile di noi cristiani. Come Papa Francesco ci rammenta e ci insegna».

Lungo le Mura

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Il benvenuto di Zaia «Vescovo dei giovani» Domani nella Marca, il governatore al “Gazzettino”: «Come Papa Francesco il suo messaggio ai trevigiani e al Veneto terra di volontari e associazionismo» `

Treviso, una città in cui si vive a stretto contatto, si riceve moltissimo dalle persone. Sono cresciuto in mezzo all’associazionismo che è la traccia più evidente della nostra cultura civica. Sono certo che potremo camminare insieme». Quello di domani sarà il giorno più lungo: monsignor Tomasi partirà da Bolzano per arrivare verso le 9,30 a Pederobba. Ad attenderlo le autorità, la musica della banda e moltissimi bambini pronti a liberare in cielo i palloni. Tra i doni, anche

le castagne del Monfenera, simbolo della fatica ed espressione del territorio. Poi il corteo del Vescovo toccherà Signoressa, Postioma e lo stadio del Rugby dove incontrerà le famiglie dei quartieri (San Liberale, San Paolo, Monigo, San Giuseppe, Chiesa Votiva). Poi l’incontro con ospiti e operatori della Caritas tarvisina, il pranzo nella casa del clero, l’arrivo a Madona Granda per pregare con i giovani e la passeggiata nel cuore della città, a diretto contatto con i trevigiani.

IL MAXI SCHERMO

«IL SUO MESSAGGIO ARRIVERÀ DIRITTO ANCHE AI RAGAZZI, PER I QUALI LEI È ROCK PERCHÉ SAPRÀ USARE LA LORO LINGUA»

Durante la grande messa delle 16, che potrà essere seguita dal maxi-schermo in piazza e in diretta tv su Telechiara, ci sarà un momento di grande intensità. Alcuni ammalati, accompagnati dai volontari dell’Unitalsi, metteranno nelle mani del Successore degli apo-

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Primo Piano

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

I varchi e le chiusure ma anche i palloncini dei bimbi di Pederobba Tre gli accessi pedonali per entrare in piazza Duomo L’ordinanza del questore: la scorta e le strade interdette `

IL TRAGITTO TREVISO È tutto pronto per l’arrivo di monsignor Michele Tomasi, il nuovo vescovo che entrerà a Treviso domani. L’attesa è alta, e anche le misure di sicurezza sono state già ampiamente calibrate. Il questore, Vito Montaruli, ha firmato ieri l’ordinanza che dispone il servizio di scorta, sia in auto, insieme ai carabinieri, che a piedi, con i vigili, per garantire l’incolumità del prelato. Piazza Duomo, a Treviso, sarà chiusa al traffico e saranno garantiti soltanto tre accessi per i pedoni, sorvegliati da forze dell’ordine insieme ai volontari della Diocesi. I passaggi saranno garantiti da via Cornarotta, da via Battisti, all’altezza dell’ex Provincia, e da via Canova. Pre-accessi, sempre presidiati, saranno creati all’altezza di Porta Calvi e di Borgo Cavour.

LA FOTO VIRALE Monsignor Michele Tomasi ripreso mentre suona la chitarra in mezzo ai suoi parrocchiani a Bolzano: l’immagine è diventata virale nel web e il prelato è diventato ormai per tutti il “vescovo rock”. A sinistra, la mappa della camminata domani in città

stoli i doni.Parte di questi, insieme alle offerte raccolte saranno destinate per il “Progetto pozzi per il Ciad”, dove operano sacerdoti trevigiani. Gli ultimi, la sofferenza, la carità, gli esclusi della terra: a loro guarda con particolare affetto il nuovo Vescovo. Insieme alle famiglie, con cui si è detto deciso a compiere un cammino corale. A sostenerlo nel giorno più bello e più difficile, infine, oltre un centinaio di fedeli altoatesini, assieme al vescovo Ivo Muser e a una decina di sacerdoti della Chiesa di Bolzano-Bressanone. Elena Filini © riproduzione riservata

LA MESSA DELLE 16 POTRÀ ESSERE SEGUITA DAL MAXI-SCHERMO IN PIAZZA DUOMO E IN DIRETTA TV SU TELECHIARA

L’ultima omelia a Bolzano

«Serve accogliere, non costruire muri» «Non possiamo costruire muri contro i nostri simili». Con queste parole monsignor Michele Tomasi, da domani ufficialmente vescovo di Treviso, ha salutato la comunità di Bressanone e Bolzano domenica scorsa, nel corso dell’ultima messa, officiata nella chiesa di Santa Maria in Augia di Bolzano in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2019. Un gesto non solo dovuto alla cadenza di calendario. La Messa crea infatti un ponte tra il saluto e l’arrivo: tra le prime tappe di monsignor Tomasi c’è l’incontro con gli ospiti della Caritas di Treviso, gli ultimi degli ultimi, gli “scartati” della terra. E ai migranti e alle loro sofferenze ha pensato il presule.

«Noi non dobbiamo accoglierli, semplicemente perchè questa è già casa loro. Sono già parte della nostra comunità e del nostro tessuto sociale e il loro lavoro, penso a quello negli ospedali e alle badanti, è insostituibile». Il nuovo Vescovo che domani subentra a monsignor Agostino Gardin, si è espresso con fermezza a favore dell’accoglienza all’interno di una celebrazione multilingue dove Tomasi ha pregato insieme a cittadini ucraini, iraniani, rumeni, polacchi. «Siamo fratelli, lui ci ama in egual modo». Poi, davanti ai bambini, italiani di prima generazione, ha ribadito. «Non saremo noi a costruire muri davanti ai nostri fratelli». © riproduzione riservata

TUTTE LE TAPPE Intanto, il tragitto di monsignor Tomasi è stato definito da tempo e i trevigiani si apprestano ad accoglierlo. Il nuovo vescovo partirà domani da Bressanone, dove ha ricevuto l’ordinazione il 14 settembre scorso, ed entrerà nella Marca, a Pederobba per la precisione, alle 9.30. Sarà accolto dagli Alpini lungo la Feltrina e poi l’arrivo in chiesa dove sarà salutato dalla popolazione, dalle autorità civili e dalla banda musicale locale. Il vero benvenuto sarà dato, però, dai bimbi di materne ed elementari che faranno volare in cielo decine di palloncini colorati mentre al vescovo sarà consegnato un cesto di marroni del Monfenera. Poi, la preghiera in chiesa. Dopo Pederobba, il vescovo passerà per le parrocchie di Signoressa, Postioma, allo stadio del rugby, dove incontrerà i parrochiani di San Paolo, San Liberale, Monigo e San Giuseppe e la comunità della chiesa Votiva. Quindi l’arrivo a Treviso, alle 11.30 alla Casa della Carità per un incontro con gli operatori della Caritas, i volontari e alcuni ospiti; alle 12.30 nella Casa del clero per

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incontrare i sacerdoti anziani e pranzare con loro. Alle 14, poi, mons. Tomasi, raggiungerà i giovani che lo attendono per un momento di preghiera all’interno della basilica di Santa Maria Maggiore. Qui riceverà il saluto delle autorità civili, prima dell’inizio della messa solenne di ingresso nella diocesi di Treviso, preceduta dalla processione dei sacerdoti e degli altri vescovi concelebranti.

IN CITTA’ In occasione della cerimonia solenne di insediamento del nuovo Vescovo, verrà interdetta la circolazione dalle 13 e fino al termine della cerimonia nelle vie interessate dal percorso dei fedeli. E cioè, piazza Santa Maria Maggiore, via Carlo Alberto, via e piazza San Leonardo, via Martiri della Libertà , via Indipendenza, piazza dei Signori, Calmaggiore, piazza Duomo, via Risorgimento, via delle Absidi e via San Nicolò.

NELLA MARCA DOMANI ALLE 9.30 POI L’INCONTRO CON DIVERSE COMUNITA’ FINO ALL’INGRESSO IN CENTRO STORICO

Inoltre, sarà vietata la sosta con rimozione delle vetture dalle 7 alle 20 in piazza Duomo, viale Cesare Battisti (da ambo i lati), via Sauro (nell’area parcheggio “Cantarane”), via Achille Papa, via Riccati, via Carlo Alberto, via e Piazza San leonardo, via Indipendenza, via XX Settembre, Calmaggiore, via Risorgimento, via Longhin, via Castelmenardo (relativamente alla piazzetta situata di fronte alla banca), via Isola di Mezzo (nel tratto da piazza Pio X a via Risorgimento, da ambo i lati). Sarà consentito l’accesso ai residenti, compatibilmente all’afflusso di persone nelle aree interessate. Verranno predisposte deviazioni del traffico sulle strade affluenti all’area dell’evento mentre il trasporto pubblico sarà deviato su percorsi alternativi individuati dal gestore del servizio. Per i parcheggi bisognerà osservare un po’ di attenzione in quanto le strade del centro resteranno chiuse. È meglio, quindi, dirigere l’auto nei park un po’ più esterni. Le persone provviste di pass potranno parcheggiare, invece, fino a esaurimento dei posti disponibili, lungo viale Cesare Battisti, in piazza Pio X, in via Risorgimento e in via Longhin. Valeria Lipparini

I CONTROLLI Strade chiuse e i varchi presidiati dalle forze di polizia


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Primo Piano

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

LA QUESTURA Transennato lo spazio davanti al palazzo della polizia a Trieste dove si è svolta la sparatoria nel pomeriggio di ieri

Pierluigi come il papà e Matteo il ballerino «Due ragazzi speciali» Il 34enne Rotta era di Pozzuoli, in divisa sulle orme del padre Demenego, 31 anni domenica, era di Velletri e amava la danza `

LE VITTIME dal nostro inviato

TRIESTE Poco più che ragazzi. Originari del centro e del sud del Paese, come moltissimi degli uomini che innervano le forze dell’ordine. A Trieste erano arrivati entrambi qualche anno fa, e in città avevano portato le loro passioni e il loro modo di vivere. Il sorriso, che diventava forza interiore con addosso la divisa. L’agente scelto Pierluigi Rotta e l’agente semplice Matteo Demenego avevano scelto la polizia per diventare uomini. Con quella divisa hanno trovato la morte quando da poco non erano più considerati dei ragazzi. Trentaquattro anni il primo, trentuno il secondo, pieni di amici.

tarda sera hanno compiuto una bonifica dei locali della Questura, a scanso di equivoci. Sono intervenuti anche gli specialisti della polizia scientifica, mentre alla spicciolata sono arrivati a Trieste gli amici e i famigliari delle due vittime. Entrambi i fratelli Stephan Meran sono in stato di fermo. Il viale sul quale si affaccia la Questura di Trieste è presidiato e transennato: si notano ancora i bossoli dei colpi esplosi dalla polizia all’esterno per fermare la fuga di Alejandro Augusto Stephan Meran.

Le indagini

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LA CHIESA Nette anche le parole di monsignor Giampaolo Crepaldi: «Il Vescovo e la Chiesa di Trieste assicurano la loro fervida preghiera al Signore per le vittime che hanno perso la vita mentre stavano svolgendo, con dedizione e generosità, il loro dovere al servizio del bene di tutti». Eventi come questo, ha sottolineato il presule in una nota, «devono ricevere la più ferma condanna da parte di tutta la città, che deve restare custode gelosa della sua lunga e solida tradizione di convivenza civile e pacifica». R.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORIGINI LAZIALI Matteo Demenego, 31 anni, era invece originario di Velletri, nella Città metropolitana di Roma. Anche lui, come il collega e amico Rotta, era a Trieste da qualche anno. Domenica scorsa aveva compiuto gli anni, e la sua pagina Facebook ieri pomerig-

DALLA CAMPANIA Pierluigi Rotta aveva seguito le orme del padre Pasquale, poliziotto ora in pensione che aveva servito lo Stato a Napoli e al commissariato di Pozzuoli. Proprio a Pozzuoli, in provincia, era nato Pierluigi, che secondo quanto è

I TESTIMONI

L’UFFICIO

Entrambi i poliziotti uccisi ieri in Questura a Trieste facevano parte dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. Vivevano la loro vita lavorativa nelle Volanti, e l’ultimo viaggio verso la Questura è stato quello che mai nessuno avrebbe immaginato di dover raccontare e ricordare. «Erano due ragazzi speciali», ha detto un collega in lacrime. M.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BLOCCATO L’assassino a terra tra le auto catturato dagli agenti dal nostro inviato

Gli investigatori a caccia di reperti dopo la sparatoria mortale davanti alla questura

Festa Lega friulana dell’ordine, che hanno reagito con grande professionalità». Il Pd provinciale ha sospeso tutte le attività pubbliche.

la collettività. Tutta la mia vicinanza alla famiglia di Pierluigi e a quella del collega a cui barbaramente è stata strappata la vita da criminali», ha aggiunto il primo cittadino. Rotta era nato il 2 maggio del 1985 e a Trieste viveva in via Pietro Mascagni, in un quartiere popolare non lontano dal noto centro industriale di Servola. Un appartamento normale in una zona difficile della città.

I FAMILIARI SONO STATI SCORTATI DALLE VOLANTI ALL’AEROPORTO PER RAGGIUNGERE LO SCALO DI RONCHI

LA SCIMITARRA

Le indagini condotte dalla polizia si stanno concentrando soprattutto sul carattere difficile del 29enne dominicano, che ieri mattina per rubare lo scooter a una donna di Trieste l’ha spinta violentemente a terra. A Belluno, era stato fermato perché in possesso di una scimitarra. Anche i suoi stessi familiari recentemente si erano mostrati preoccupati per le reazioni furiose e violente manifestate dal 29enne. Ieri, dopo aver compiuto un furto e dopo essere stato condotto in Questura, ha deciso di spezzare due vite, di far pagare il prezzo più alto a chi, compiendo il proprio dovere, gli stava chiedendo conto di un comportamento contro la legge. Marco Agrusti

filtrato ieri dalla Questura partenopea, non aveva mai avuto alcun dubbio: voleva fare la stessa carriera del padre. L’agente scelto freddato in Questura a Trieste, prima di essere trasferito nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia aveva prestato servizio proprio a Napoli. Poi era partito, come capita spesso a chi decide di fare della divisa il proprio futuro. L’incarico al nord gli piaceva, in Questura aveva legato con tanti colleghi. «Pozzuoli perde uno dei suoi figli migliori. Notizie che mai vorremmo sentire», ha detto il sindaco della cittadina campana, Vincenzo Figliolia. «Chi sceglie di servire lo Stato è un eroe dei giorni nostri che con spirito di abnegazione porta avanti una missione a difesa del-

Fedriga e Zaia annullano i discorsi PORCIA (PORDENONE) Per rispetto degli agenti uccisi e delle loro famiglie, alla Festa regionale della Lega del Friuli apertasi ieri sera a Porcia sono stati annullati i momenti di intrattenimento e gli interventi politici dei governatori del Friuli, Fedriga, del Veneto, Zaia, del Piemonte, Cirio, e della Provincia di Trento, Fugatti. «Due poliziotti, due servitori dello Stato e della legalità, uccisi a sangue freddo da criminali», ha commentato Luca Zaia su Facebook esprimendo cordoglio «alle famiglie dei due agenti, agli uomini della Polizia di Stato che a loro rischio ci difendono ogni giorno, ai colleghi dei due angeli caduti per la nostra sicurezza».

TRIESTE Trieste è una città sospesa, ammutolita. Via del Teatro romano, dove bianca e imponente svetta la Questura, dà le spalle a piazza Unità, un fiore colorato per l’attesa della Barcolana, la regata velica in programma domenica 13 ottobre. La strada è transennata, si sentono solo le sirene della polizia che fa la spola superando le barriere. L’aria è pesante, lo sguardo di chi passa è quello dell’incredulità. Trieste, città aperta, si è spaventata. E nelle prime ore che seguono la tragedia, non reagisce. Il centro si spegne, la musica dei locali è diffusa a basso volume. Il tempo si è fermato alle 16.55, quando in via del Teatro romano è cambiata la storia recente del capoluogo giuliano.

RACCONTO IN DIRETTA Una poliziotta in borghese è tra i più vicini testimoni oculari e racconta quello che ha visto in una chat di agenti: «Ero con mia sorella e mio cognato quando ho visto arrivare i due colleghi con i due uomini, erano troppo vicini senza manette. Uno dei due ha fatto una battuta, abbiamo riso, quello che ha sparato scherzava sul fatto di fare basket. Quando sono entrati, ho salutato mia sorella, appena ho aperto il portone della Questura ho sentito un colpo sordo ma non avevo capito in un primo momento». Continua l’agente:

gio era ancora piena di messaggi di auguri degli amici più cari e dei colleghi con cui aveva legato maggiormente. Demenego era agente semplice, essendo più giovane del collega con cui ha condiviso un tragico destino. Era diventato poliziotto con il 186° corso allievi agenti ed era stato assegnato a Trieste il 24 settembre 2013. In città aveva continuato a seguire la sua grande passione per il ballo latinoamericano, che praticava quando poteva dopo il lavoro. Viveva in via Piero Lucano, dove la città si impenna per seguire il profilo del Carso con strade strette e ripide. I familiari del 31enne, residenti ancora a Velletri, sono stati raggiunti nel tardo pomeriggio di ieri dalla dirigente del commissariato cittadino, Liliana Galiani. È stata lei a comunicare che Matteo non c’era più, che aveva trovato la morte lontano da casa. Gli stessi familiari, poi, sono stati scortati dalle volanti della Questura laziale alla volta dell’aeroporto, per raggiungere il Friuli Venezia Giulia e quindi Trieste. «Ho fatto le condoglianze alla famiglia poco prima che partisse per l’aeroporto - ha detto il vicesindaco di Velletri, Giulia Ciafrei - e ho dato la disponibilità dell’amministrazione a qualsiasi cosa potesse servire. È un dolore enorme per la comunità; una grossa perdita». In serata il Comune ha fatto stampare un manifesto: “Dolore e profonda commozione per l’omicidio dell’agente di polizia e concittadino Matteo Demenego”.

«Quello sparava all’impazzata, sembrava Beirut» «Il collega dell’ufficio armi è sceso di corsa, mi ha gridato “dove sono?”, “si sono sparati”, “corri corri corri”, uno dei due era con la pistola in mano, hanno iniziato a sparare, non so quanti colpi hanno esploso, c’erano vetri e calcinacci dappertutto. Sembrava Beirut. C’è stato un conflitto a fuoco, un collega in atrio gli ha sparato, nonostante sia stato colpito l’uomo ha continuato ed è uscito. Una volta fuori ha incontrato la macchina della Mobile e gli ha sparato ad altezza uomo, colpendo il montante della portiera lato passeggero». La poliziotta parla veloce: «I tre col-

UNA POLIZIOTTA IN BORGHESE TESTE OCULARE. IL TITOLARE DEL BAR A FIANCO: «CI SIAMO BARRICATI DENTRO»

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leghi si sono buttati per terra, hanno “cecchinato” la macchina dietro, ma lui ha sparato 15 colpi e, ferito, si è accasciato a terra. L’altro, intanto, era con me, sono corsa nel sotterraneo. Io ero in borghese, senza armi, lui scarrellava, metteva e toglieva la sicura. Ho avuto paura, cominciava a vagare per tutta la Questura, c’erano colleghi che sparavano, alla fine sono arrivati gli Uopi (unità operative di pronto intervento) nel sotterraneo e l’hanno preso».

IL TERRORE Lorenzo Novak, titolare di un bar che si trova a pochi passi dalla Questura, stava lavorando all’interno del locale. Serviva i clienti, in quel momento il bar era pieno. «Ho sentito un rumore simile a quello di tanti petardi - ha detto -, e sono immediatamente uscito per capire chi, a ottobre e a quell’ora, li stesse sparando proprio di fronte alla Questura». Non erano petardi,

Lorenzo Novak di lì a pochi secondi sarebbe diventato uno dei primi testimoni oculari del tentativo di fuga e del ferimento di uno dei due assalitori. «Ho visto un uomo correre disperatamente - ha aggiunto con voce affannata - e tanti poliziotti. Ho visto e sentito sparare». A quel punto il titolare del bar di via del Teatro romano ha pensato ai suoi clienti e a se stesso. Si è rifugiato all’interno del locale e ha sbarrato la porta. «Avevamo paura che entrassero da noi», ha detto. Attimi di terrore per il gestore e per i clienti. Di fronte alla Questura c’è un palazzo più alto del “gigante” bianco che ospita la polizia di Stato. In uno degli appartamenti c’erano tre ragazzi. Anche loro, impauriti, hanno inizialmente creduto che si trattasse dello scoppio di petardi. Poi hanno capito di aver sentito, dalla loro camera, «ripetuti colpi di pistola, esplosi in serie». Un centinaio di metri più in là, in direzione di Ponte Rosso, un supermercato assisteva al picco di presenze. I clienti affollavano il punto vendita, e le cassiere erano concentrate sul lavoro. All’improvviso il piccolo mondo interno ha dovuto fare i conti con il dramma che si manifestava all’esterno. «Avevamo le porte chiuse - ha riferito una delle cassiere - ma abbiamo sentito lo stesso i colpi. Per un secondo non ci siamo preoccupate, poi abbiamo capito cosa stesse accadendo. È stato tremendo». M.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mestre

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Negozianti aggrediti per strada Una commerciante malmenata in viale San Marco e costretta a consegnare l’intero incasso della giornata `

Un bengalese titolare di un bar inseguito e picchiato in centro a Marghera, malvivente costretto alla fuga `

I separatisti danno il via alla campagna per il “sì”

NEL MIRINO MESTRE Negozianti nel mirino

dei malviventi. Due aggressioni fotocopia nella stessa serata, a distanza di qualche ora, l’altro ieri. Una più o meno all’ora di cena, l’altra passata la mezzanotte. Entrambi, da quando è emerso, stavano rientrando a casa con l’incasso della giornata, una donna italiana, e un uomo straniero. L’ipotesi più probabile è che fossero tenuti d’occhio da tempo e pedinati.

REFERENDUM

VIALE SAN MARCO Sono all’incirca le 20 quando a entrare in azione sono due individui non molto alti, vestiti di scuro e con il cappellino calato sugli occhi. Aspettano che il loro obiettivo raggiunga il cortile dell’abitazione in cui risiede. Si tratta di una 71enne che ha appena lasciato il suo esercizio commerciale: giusto il tempo di appoggiare la bici che viene sorpresa alle spalle e malmenata. Lei tenta di reagire e grida: ma nessuno le viene in aiuto perché nessuno la sente. Capisce che vogliono la borsetta che è ancora nel cestino attaccato al manubrio. Ma più di tanto non può fare perché sono in due e determinati e potrebbero passare a modi ancora più cruenti. Tutto finisce quando si impossessano appunto della borsetta: all’interno un paio di migliaia di euro. Scappano a piedi, forse attesi da un complice in auto appostato nelle vicinanze. Siamo in viale San Marco a Mestre. A chiamare il 113 è il fratello che è il primo a soccorrere la sorella, la quale seppur agitata e sotto choc rifiuta di ricorrere alle cure mediche. Ai poliziotti della Volante racconta le fasi della rapina cercando di ricordare più dettagli possibili degli aggressori.

MARGHERA L’episodio che vede protagonista suo malgrado il titolare di un bar bengalese, di 33 anni, è ancora più cruento. La brutale aggressione avviene attorno all’una. Ha appena chiuso il lo-

LA DONNA HA CERCATO DI REAGIRE ED È STATA POI SOCCORSA DAL FRATELLO SUI DUE EPISODI INDAGA LA POLIZIA

AGGRESSIONE Viale San Marco, dove è stata aggredita e rapinata una commerciante mentre rincasava dopo la chiusura del negozio

cale in via Rizzardi e si è incamminato verso casa con l’incasso della giornata di lavoro. L’agguato a freddo avviene in via Francesconi. Con ogni probabilità il rapinatore lo tallona fin da quando ha abbassato la serranda, un’ombra furtiva che lo ha seguito senza dare nell’occhio, per colpirlo non appena si è sentito al sicuro. Lo fa da dietro all’improvviso, sferrando un pugno alla schiena della sua vittima che nonostante il dolore e lo sbigottimento, ingaggia subito una colluttazione. Lo sconosciuto è travisato e lo picchia selvaggiamente, il 33enne non molla e nel parapiglia gli sfila il passamontagna. Ed è a questo punto che il bandito scappa a mani vuote. Un marocchino su trent’anni dirà l’asiatico agli agenti della Volante, arrivati sul posto dopo la telefonata al 113 da parte di un residente che lo ha soccorso per strada. Il bengalese è ferito a un orecchio e a un braccio e viene accompagnato all’ospedale. Monica Andolfatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Colori per “cancellare” il bullismo Progetto alla scuola Calamandrei POLITICHE SOCIALI MESTRE “Dritti sui diritti”, la set-

tima edizione del programma cittadino di dieci giorni dedicato al benessere e alla crescita dei ragazzini, entra nel vivo a Venezia e Mestre. La manifestazione, organizzata dall’Assessorato alla Coesione sociale, in collaborazione con le tante realtà del territorio che si occupano di età evolutiva, ha aperto i battenti ieri e continuerà fino a sabato 13 ottobre. Il primo appuntamento, nella scuola media Calamandrei di Mestre, prende spunto da “Dipingiamoci di blu. Cancelliamo il bullismo con il colore”, una storia contro il bullismo raccontata da Francesca Anzalone in forma di diario. Ieri alla Calamandrei è stato presentato il progetto e la mostra realizzata dagli

alunni delle classi prime e poi è stata organizzata una visita all’omonimo murale realizzato a giugno dai ragazzini della elementare Colombo. I ragazzi poi hanno dialogato con l’autrice, gli insegnanti e i genitori e poi proposto una canzone contro il bullismo, scritta da studenti e insegnanti delle elementari. La mostra resterà aperta fino al 13 ottobre. Al centro del racconto l’esperienza di Andrea Celeste, una ragazzina piena di sogni che dalle elementari passa alle

INAUGURATA LA SETTIMA EDIZIONE DELL’INIZIATIVA “DRITTI SUI DIRITTI” PER IL BENESSERE DEI RAGAZZINI

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medie con grandi aspettative, ma che si ritrova isolata e vittima di un bullo, Stefano, e dei suoi “aiutanti”. A raccontare la storia è sempre Andrea Celeste, attraverso le pagine del suo diario, scritto nell’ottobre del 2025 quando, grazie ad alcune amiche, ha già risolto i suoi problemi ed è felice. «Ho scelto di raccontare le emozioni di un gruppo di adolescenti partendo da una situazione risolta e gettata alle spalle, per sottolineare come il punto di vista cambia tra il trovarsi nel mezzo della tempesta e, il dopo, quando tutto è risolto – spiega Francesca Anzalone, autrice della storia – Un’occasione di confronto che si aggiunge ai tanti punti di vista dei personaggi ma che sottolinea il ruolo dell’insegnante che, senza troppe parole, mostra una grande consapevolezza della situazione». (m.fus.)

MESTRE Parte oggi la campagna referendaria degli autonomisti che puntano a separare Mestre da Venezia. Tutti i comitati si sono dati appuntamento alle 12, al 9Bistrot dell’M9, per una convention in cui, per la prima volta da quando è stato fissato il voto del primo dicembre, compariranno tutti uniti a spiegare le iniziative che da qui alle prossime settimane metteranno in campo per spingere la gente ad andare a votare e votare “Sì”. Dopo l’indizione del referendum, alcune componenti avevano annunciato il silenzio stampa in vista dell’organizzazione congiunta della breve campagna referendaria (meno di due mesi) e per la quale gli attivisti sono pronti a correre per non fallire l’appuntamento. «Organizzeremo tante iniziative e soprattutto qualificate. L’importante è arrivare al voto consapevoli dei vantaggi che la separazione amministrativa della terraferma dal centro storico potrà portare», anticipa Maria Laura Faccini che coordina l’evento. Sono previsti gli interventi di Andrea Sperandio di Mestre Mia, di Marco Sitran di Mestre e Venezia Due Grandi Città, di Marco Gasparinetti per il Gruppo 25 Aprile, di Giovanni Armellin e Debora Esposti per MuoverSì. Parleranno lo storico Sergio Barizza e l’ex deputato Luciano Falcier, entrambi fautori della separazione, mentre aderiscono anche gli esponenti del Movimento per l’Autonomia di Mestre “Piero Bergamo” e del Movimento per Venezia Autonoma. Nel frattempo, la Giunta comunale ha approvato il prelevamento dal fondo di riserva anche dei 701.500 euro come anticipo per garantire la copertura finanziaria delle spese necessarie alla consultazione. «Dato che le spese sono a carico della Regione Veneto, alla prima variazione verrà rimpinguato il fondo», hanno spiegato da Ca’ Farsetti. (a.spe.)


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Nordest

PASSANTE CHIUSO PER LAVORI Il passante di Mestre rimane chiuso al traffico, in direzione Milano, fino alle 6 di lunedì e i veicoli saranno dirottati sulla A57

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Regioni-Governo, è scontro sulle leggi I giallorossi in un mese hanno impugnato 7 provvedimenti `Ciambetti: «Pregiudizio e sospetto nei confronti del Veneto» del Nordest, più di quelli contestati durante l’intero Conte I Gava: «Così hanno dichiarato guerra al Friuli Venezia Giulia» `

Il ministro: «Autonomia, Zaia e De Luca sono simili»

LA POLEMICA VENEZIA Sul campo delle impugnazioni delle leggi regionali del Nordest, i giallorossi battono i gialloverdi 7 a 6. Nei primi trenta giorni dell’asse demostellato, è stata sollevata questione di costituzionalità per più norme di quanto era accaduto nei quindici mesi dell’alleanza pentaleghista. Solo nel Consiglio dei ministri di giovedì sono state approvate tre delibere in tal senso, riguardanti gli assestamenti di bilancio del Friuli Venezia Giulia e di Trento e la disciplina sul controllo di vicinato del Veneto, tanto da rinfocolare lo scontro politico con il Governo a guida Pd-M5s, accusato di guardare «con pregiudizio e sospetto», se non addirittura di aver «dichiarato guerra», agli enti guidati dalla Lega.

NORD E SUD

FRONTI CONTRAPPOSTI Nella foto grande i dem Vincenzo De Luca e Francesco Boccia ieri a Napoli (foto FACEBOOK) Qui sopra i leghisti Roberto Ciambetti e Vannia Gava

IL CONTENZIOSO Pensare che proprio l’altro ieri, prima di entrare a Palazzo Chigi e di proporre le impugnative, il ministro dem Francesco Boccia aveva sottolineato al Festival delle Città l’eccesso di contenzioso: «Ogni anno vengono impugnate oltre 120 leggi regionali. Così non si può andare avanti. Questo si traduce in un continuo stop&go per i cittadini. Ho proposto una conciliazione Stato-Regioni per risolvere questo problema». L’indagine annunciata dal titolare degli Affari Regionali dovrà quantificare i risultati dei ricorsi davanti alla Consulta, per capire se sono le normative regionali ad essere incostituzionali, o se invece sono i giuristi ministeriali a mal consigliare il Governo di turno. Nell’attesa, i numeri di-

BOCCIA HA ANNUNCIATO UN’INDAGINE SULL’ESITO DEI RICORSI: «COSÌ NON SI PUÒ ANDARE AVANTI, HO PROPOSTO UNA CONCILIAZIONE»

I numeri

3-3 Le leggi impugnate al Veneto dai gialloverdi e dai giallorossi

0 Le norme contestate al Fvg da Lega-M5s (2 da Pd-M5s)

3 Le impugnative nordestine deliberate giovedì

cono che durante l’intero Conte I erano state contestate tre leggi al Veneto (fondi per il personale, utilizzo dei falchi, assunzioni in sanità), zero a Friuli Venezia Giulia, una a Trento (orsi e lupi), due a Bolzano (variazione di bilancio e grandi carnivori). Invece in questo inizio di Conte II sono stati formulati rilievi per tre provvedimenti del Veneto (sanzioni amministrative, contributo di costruzione e controllo di vicinato), due del Friuli Venezia Giulia (misure urgenti e assestamento di bilancio), una ciascuna per Trento e Bolzano (assestamento di bilancio).

LE REAZIONI A Palazzo Ferro Fini non va giù la tesi governativa secondo cui la Regione avrebbe esercitato un «eccesso di competenza» sul controllo di vicinato, in quanto non legittimata «a legiferare in materia di coordinamento interistituzionale per la promozione e l’attuazione di un sistema unitario e integrato di si-

curezza». Perché questa conclusione? «Tre – dice il leghista Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale – sono le possibili risposte a questa domanda. Prima: il governo nutre profondi e radicati pregiudizi contro il Veneto; seconda, qualche burocrate pensa di poter fermare il degrado, il disagio sociale e l’insicurezza diffusa a colpi di carta bollata e decreti; terza, la combinazione delle due precedenti ipotesi: il governo guarda con pregiudizio e sospetto al Veneto e ha trovato un formidabile alleato in quei burocrati che vedono il mondo solo sullo sulla carta e attraverso formalismi vuoti, indipendentemente dall’essere o meno al servizio del cittadino, del contribuente, delle persone più deboli». Luigi Tarzia, consigliere comunale a Padova nella maggioranza di centrosinistra e promotore del controllo di vicinato, sottolinea la contraddizione: «Da un lato il ministero dell’Interno invita i sindaci a firmare i

protocolli delle prefetture, dall’altro la Presidenza del Consiglio impugna la legge regionale». Fa discutere pure l’impugnazione della norma friulgiuliana che condizionava l’erogazione degli interventi anti-povertà alla residenza da almeno cinque anni, mentre a Roma rimarcano che lo stato di bisogno «non tollera distinzioni» e ricordano che la Regione già in passato aveva subìto una procedura di infrazione per un’analoga previsione in materia di case popolari. Vannia Gava, deputata e commissaria regionale della Lega, va all’attacco: «Il governo delle tasse ha dichiarato guerra al Friuli Venezia Giulia. Per quanto politica, l’impugnazione della legge regionale di bilancio è una decisione gravissima. È un attacco ai princìpi di autonomia e autodeterminazione del nostro popolo, oltre che al buongoverno regionale. Lo respingeremo. Il governicchio di Conte non può pensare di farsi propaganda sulle spalle della nostra regione e della nostra gente. Non passeranno». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Luca Zaia come Vincenzo De Luca? Ad accomunare le proposte dei governatori di Veneto e Campania sull’autonomia è stato ieri il ministro Francesco Boccia, al termine dell’incontro a Napoli con l’esponente del Partito Democratico. «La sfida che lancia De Luca da qui oggi – ha detto il titolare degli Affari Regionali – è molto simile a quella lanciata di recente da Zaia. Se ci si ritrova sugli strumenti, alla fine le istanze si accorciano. La ricostruzione strumentale da propaganda becera che voleva il Nord contro il Sud e il Sud che scappava dal confronto è ricostruzione che derubrichiamo a pagina penosa di politica che non porta da nessuna parte. Alimentare lo scontro porta solo ad avvelenare le istituzioni. C’è voglia di costruire un percorso comune, sono sicuro che De Luca ci aiuterà».

LA REPLICA Non si è fatta attendere la replica del suo predecessore Erika Stefani (Lega): «La scelta di cavalcare l’assurda dialettica di contrapposizione Nord/Sud è stucchevole. Non l’ha creata la Lega, ma i detrattori del concetto stesso di autonomia - alcuni siedono nell’esecutivo - che hanno voluto annegare un bel progetto pur di continuare a garantire un sistema centralista che ha fallito con i cittadini ma che garantisce la loro esistenza e sussistenza». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una rete oncologica veneta per curare i malati di cancro IL CONVEGNO PADOVA In media ogni anno in Veneto vengono diagnosticati circa 31.400 casi di tumore. Per la presa in carico dei pazienti è stata istituita la rete oncologica regionale del Veneto, un modello organizzativo che ha l’obiettivo di definire i migliori percorsi diagnostici e terapeutici personalizzati. Se n’è parlato ieri al convegno “Oncorete Sharing and Innovation System: le best practices della rete oncologica del Veneto” al Vimm di Padova. «Proprio nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la bella notizia che, per la prima volta, il numero di tumori in Italia è diminuito - ha dichiarato Manuela Lanzarin,

assessore alla Sanità del Veneto -. Credo di poter dire senza tema di smentita che la rete oncologica veneta, strutturata in modo capillare com’è, abbia dato un sostanzioso contributo a questo risultato, perché in Veneto abbiamo raggiunto un obbiettivo per noi strategico: grazie alla rete tutti i cittadini, su tutto il territorio, hanno le medesime possibilità di ricevere le

OGNI ANNO NEL TERRITORIO REGIONALE VENGONO DIAGNOSTICATI 31.400 NUOVI CASI DI TUMORE

cure migliori». Le diagnosi di tumore coinvolgono circa 16.400 uomini e 14.900 donne. Il più frequente tra le donne è il tumore alla mammella, negli uomini alla prostata.

IL SISTEMA SANITARIO

PADOVA I laboratori dell’Istituto Oncologico Veneto

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«Il successo di un sistema sanitario regionale è dato al 50% dalla politica e al 50% dagli operatori - afferma Domenico Mantoan, direttore generale della sanità veneta -. Le leggi che fa la Regione, dunque, sono fondamentali per ottenere un buon modello organizzativo. Dal 2012 noi abbiamo chiesto alle anatomie patologiche di riferirci il numero di diagnosi di tumore per consolidare il nostro Registro tumori». La sfida nella governance delle reti è quella di

individuare strategie di valutazione per il monitoraggio dei percorsi e delle tecnologie. «La sfida attuale necessita di un continuo adeguamento nell’organizzazione – sottolinea il professor Pierfranco Conte, coordinatore della Rov -. Ad oggi sono stati definiti più di 20 percorsi diagnostico terapeutici e centri di riferimento per 5 patologie neoplastiche: mammella, melanoma, sarcomi colon e retto. Sul fronte della terapia oncologica, sono disponibili farmaci innovativi. Ogni innovazione, prima di essere introdotta, non può prescindere da una riorganizzazione del sistema anche in considerazione del costo/beneficio economico e sociale». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 5 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

che, a parole, tutti vogliono difendere».

braccio di ferro in consiglio regionale

Berlato rilancia la caccia al lupo No della Lega, lo scontro in aula Il capogruppo di Fdi, lobbista delle doppiette: «Proteggere allevatori e malghesi» La speaker zaiana Rizzotto: «Basta, il suo progetto legislativo è incostituzionale» sure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori», deciso com’è a dare battaglia. «Abbiamo vissuto un’altra stagione di alpeggio martoriata da continue e crescenti aggressioni da parte dei lupi», le sue parole «è un’emergenza che sta portando all’esasperazione i nostri allevatori e malghesi, abbandonati da istituzioni troppo condizionate

Filippo Tosatto VENEZIA. Altro che il Lupo di

Gubbio ammansito dal santo. Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia e lobbista delle doppiette in consiglio regionale, sceglie la ricorrenza di Francesco d’Assisi per sfidare la maggioranza sul versante che più gli sta a cuore: la licenza di sparare ai lupi, rei di predare le greggi e le mandrie seminando il panico nei pascoli della Lessinia e sull’Altopiano di Asiago.

LA MAGGIORANZA DIVISA

Le cifre del fenomeno in Veneto; 163 predazioni e 357 i capi di bestiame uccisi

A novembre – effetto Brexit – il vicentino saluterà l’assemblea di Venezia per traslocare al Parlamento di Bruxelles e la circostanza gli impone di stringere i tempi. Sconfitto in terza commissione (che egli stesso presiede) dove leghisti e opposizione hanno sonoramente bocciato il suo progetto legislativo, Berlato ha scelto di riproporre in aula le «mi-

da una demagogia animalista pronta a fare crociate per garantire i diritti dei predatori ma poco sensibili a tutelare quelli dei lavoratori e della gente di montagna che, con la sua attività quotidiana, ha sempre assicurato la manutenzione e la salvaguardia del territorio e dell’ecosistema

Il lupo è ricomparso sulle montagne venete e c’è chi lancia l’allarme

LO STRAPPO ALTOATESINO

Di che parliamo in concreto? Nel Veneto, le ultime stime ufficiali (risalenti al 2017) registrano 163 eventi predatori che hanno portato alla morte di 357 capi di bestiame; la Regione ha stanziato fondi per risarcire gli allevatori danneggiati e dotarli di sistemi d’allarme e prevenzione ma l’esponente della destra si appella alla legge varata dal Trentino Alto Adige – che autorizza il «contenimento» della fauna selvatica – e sollecita un analogo via libera alla “selezione degli esemplari in esubero» nostrani. Difficilmente sarà accontentato. VETO DEL GOVERNATORE

Perché il governatore Luca Zaia (che ieri ha celebrato la giornata francescana postando un selfie in compagnia dell’amato cavallo) ha posto un veto a riguardo, ammonendo i consiglieri leghisti a «lasciare in pace i lupi». Perché la speaker del Carroccio, Silvia Rizzotto, in vista dell’esame in aula, ribadisce la contrarietà del suo gruppo: «Non comprendo la forzatura di Berlato. La tutela del bestiame è un’esigenza reale, che condividiamo e vogliamo soddisfare con ulteriori stanziamenti di risorse, ma la sua proposta di legge presenta rischi di incostituzionalità che ne sconsigliano l’approvazione. Lasci perdere la propaganda e se ne faccia una ragione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

si molTiPlicano i ricorsi

Leggi venete impugnate a Roma Ciambetti: «Un Governo ostile» Contestati i controlli di vicinato che il consiglio regionale aveva approvato all’unanimità Fracasso (Pd): ribadiamo il sì ma evitiamo scontri ideologici VENEZIA. Impallinate. Riguar-

dino il paesaggio o le sanzioni amministrative, l’urbanistica o il bilancio, le leggi approvate dall’assemblea regionale finiscono sempre più spesso nel mirino di Roma. Ultima in ordine di tempo, quella che istituisce e regola i “controlli di vicinato”: al sì

unanime di Palazzo Ferro-Fini ha fatto eco l’impugnazione del Governo che, su proposta del ministro dem Francesco Boccia, si è rivolto alla Corte Costituzionale invocando «la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza». La circostanza fa infuriare Roberto Ciambetti, il presidente del consiglio veneto: «La sicurezza partecipata attraverso la collaborazione tra vicini non è lotta al crimine, è la risposta all’indifferen-

za, è l’espressione del senso civico, è uno strumento di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale», replica sul punto il leghista; e poi alza il tiro: «Il ministro Boccia si è assunto una responsabilità gravissima e mi chiedo quali siano state le motivazioni reali che hanno spinto l’esecutivo ad accogliere la sua proposta, assumendo una posizione disinformata oltre che antistorica e priva di qualsiasi senso etico. Tre sono le possibili risposte a questa do-

Roberto Ciambetti, il presidente leghista del Consiglio del Veneto

manda: il governo Conte nutre profondi e radicati pregiudizi contro il Veneto; secondo, qualche burocrate pensa di poter fermare il degrado, il disagio sociale e l’insicurezza diffusa a colpi di carta bollata e decreti; terza, la combinazione delle due precedenti ipotesi: evidentemente il governo guarda con pregiudi-

olimPiadi 2026

Avviso d’asta - Immobili DATA DELL’ASTA

18 Novembre 2019 alle ore 10:30 LUOGO DELL’ASTA

Sede “ASTE 33”, 31100 - Treviso (TV) Strada Vecchia di San Pelajo, 20

ministro come sia importante partire rapidamente sulle Olimpiadi Milano-Cortina, anche se è presto. Non c’è nulla da inventare. Suggerisco un tavolo di coordinamento gestito dalla prefettura, ce ne sono diverse coinvolte, come per Expo, e questo chiede un collegamento con una sala di controllo. È l’unica soluzione che posso vedere». Parole del sindaco milanese, Beppe Sala, a con-

auTonomia

De Luca apre ai nordisti Lite tra Boccia e Stefani VENEZIA. Frecciate a distanza sul tema autonomia. Nel suo viaggio “pastorale” tra i governatori, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ha incontrato Vincenzo De Luca: «Un colloquio positivo», il commento del governatore campano «ci sono tutte le condizioni per contribuire allo sforzo unitario anche con Veneto e Lombardia alle quali spiegheremo che se ci addentriamo in sconvolgimenti costituzionali perdiamo solo tempo. Se invece ipotizziamo soluzioni amministrative e istituzionali ragionevoli, potremo fare un lavoro proficuo». Da parte sua, il ministro del Pd parla di «fallimento del progetto leghista dell’autonomia» e rilancia la «cornice unitaria» della riforma: «Boccia ha un atteggiamento ideologico e purtroppo dimostra di non essere in grado di avere un approccio tecnico e oggettivo sul tema dell’autonomia differenziata», la secca replica di Erika Stefani, predecessore al dicastero «dovrebbe smetterla di criticare il lavoro fatto e “partorire” finalmente una proposta sua». —

il Pd per voce di Stefano Fracasso: «L’abbiamo votata dopo un ampio confronto con le forze dell’ordine, gli amministratori e il territorio, il testo finale accoglie alcuni nostri emendamenti, perciò ribadiamo il sostegno espresso»; detto questo, il capogruppo getta acqua sul fuoco: «Non leggo in questa vicenda un segnale di ostilità del Governo nei confronti del Veneto, si tratta in fondo di una dialettica fisiologica tra legislatori concorrenti, non dimentichiamo che in via precauzionale Roma impugna atti approvati da tutte le Regioni e che più volte l’amministrazione Zaia si è rivolta ala Consulta contro leggi dello Stato. Semmai, in futuro, eviterei altre leggi “stile Pontida”, quelle sì destinate a bocciatura certa». — Filippo Tosatto

TRIBUNALE di TREVISO - FALLIMENTO n. 172/2017

Sala: «Milano-Cortina adotti il modello Expo» VENEZIA. «Ho sottolineato al

zio e sospetto al Veneto e ha trovato un formidabile alleato in quei burocrati che vedono il mondo solo sullo sulla carta e attraverso formalismi vuoti, indipendentemente dall’essere o meno al servizio del cittadino, del contribuente, delle persone più deboli». In difesa della normativa controversa di schiera anche

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clusione di un colloquio con Vincenzo Spadafora, il ministro dello sport. Quest’ultimo, lunedì, sarà a Verona per incontrare i partner dei Giochi 2026: oltre a Sala, i governatori Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia), Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. In agenda, le linee d’indirizzo e scelta dell’ad che guiderà la Fondazione olimpica. —

Tribunale di Treviso - Piani del Consumatore N. 3/2019 e N. 4/2019 R.G.

Si rende noto che il giorno 05 dicembre 2019 alle ore 12.00 avanti al Notaio dott. Paolo TALICE, con Studio in Treviso, Via S. Pellico n. 1, si procederà alla vendita tramite procedura competitiva del seguente bene immobile appreso all’attivo del fallimento: LOTTO UNICO - PIENA PROPRIETÀ - unità immobiliare ad uso direzionale (A/10) all’interno di un fabbricato ottocentesco denominato Palazzo Sernagiotto sito in Venezia, Cannaregio 5723. La superficie commerciale, di circa 787 mq, comprende il piano terra ed il primo piano, cortile interno, ampia terrazza affacciata sul Canal Grande con vista panoramica sul ponte di Rialto e un approdo privato. Si evidenzia che l’immobile è stato dichiarato di particolare interesse culturale ed è pertanto soggetto alla disciplina del Codice dei Beni Culturali di cui al D. Lgs. 42/2004. Stato dell’immobile: libero. Classe energetica D.

PREZZO BASE D’ASTA: EURO 6.000.000,00 PREZZO BASE DI VENDITA € 78.000,00 Unità Immobiliare a destinazione Residenziale di tipologia a schiera con annesso garage e scoperto esclusivo di circa mq. 123,00 Ubicazione: Giavera del Montello (TV), Vicolo Padre Alberione, 9 Stato di occupazione: Occupato senza titolo

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pari al valore di perizia e al valore di un’offerta irrevocabile già pervenuta a mani del Curatore. Gli interessati potranno presentare in busta chiusa le istanze di partecipazione alla vendita presso lo Studio del Notaio Talice, entro le ore 11.00 del giorno 05 dicembre 2019. Si rinvia alla perizia di stima pubblicata sul Portale delle Vendite Pubbliche e sui siti internet: www.tribunale.treviso.it, www.asteannunci.it, www.asteavvisi. it, www.rivistaastegiudiziarie.it, www.canaleaste.it, www.asteonline.it. Maggiori informazioni potranno essere assunte presso il Curatore Fallimentare dott. Aldo Van den Borre, con studio in Silea (TV), Via Treviso n. 61 - tel: 0422.363491 - fax: 0422.363475 - e-mail: studioass@celdaco.it PEC: f172.2017treviso@pecfallimenti.it.


XXV

Cultura

IL SINDACO Conte: «Faremo squadra con gli altri Comuni della Marca. A fare da padrini all’iniziativa un pugno di testimonial vip»

& Spettacoli

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Treviso si candida a diventare città della cultura 2021 forte della programmazione quadriennale di mostre che raccontano Paris Bordon, il paesaggio e le donne venete e della promozione delle Colline del Prosecco a patrimonio dell’Umanità

«Noi capitale con l’Unesco» IL PROGETTO TREVISO “Treviso e i paesaggi delle Colline Unesco”: così si chiamerà la candidatura della città a capitale della cultura 2021. I tempi? «Aspettiamo che il ministro Franceschini si insedi e capiremo subito quali potrebbero essere le tempistiche di emanazione del bando» conferma il sindaco Mario Conte. Che quest’avventura potesse essere decisiva per Treviso l’aveva intuito in tempi non sospetti, da semplice consigliere di opposizione. «Ricordo perfettamente la mozione presentata. E ricordo come subito ci trovammo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione». Ora però Conte ha ben altri strumenti. E dopo la presentazione del quadriennio di mostre, avvenuta l’altra sera a Santa Caterina, Conte è deciso. «Il nostro valore aggiunto si chiamerà il modello culturale Treviso, basato su programmazione, internazionalità ed esclusività. Abbiamo voluto cucire un abito su misura per la città, dialogando con i maggiori musei europei» commenta il sindaco. L’esclusività è data appunto dal progetto quadriennale che partirà quest’anno con i fiamminghi, per vedere il prossimo la grande retrospettiva su Paris Bordon e approdare alla nascita del paesaggio con il Veneto di Bellini, Tiziano e Palladio oltre al percorso monografico al femminile, Signore e Patrone.

LA PROGRAMMAZIONE «Questo consente una programmazione anche a livello economico: come città capoluogo ci mettiamo il fascino della città e le grandi mostre che raccontano, con l’arte, anche la natura. Poi la città è il punto di irradiazione del territorio. In questo senso le Colline Unesco rappresentano l’approdo ideale». La candidatura a Capitale della Cultura punterà quindi sul paesaggio e includerà tutta la Marca. Benchè Castelfranco e il monte-

bellunese abbiano in piedi una propria partita. «Noi crediamo che fare rete risulti vincente, ma ognuno sceglierà di regolarsi come crede». Conte ha già chiesto ad altri sindaci di indossare la maglia della candidatura di Treviso. «Sono in contatto con il sindaco di Conegliano Fabio Chies e con quello di Valdobbiadene. Sono al corrente di questa operazione. Scopro ogni giorno il valore dell’Unesco, e devo ribadire il grazie al governatore Zaia. È stata un’acquisizione decisiva». Il futuro si giocherà dunque su eventi culturali in città e la valorizzazione del patrimonio naturale e dell’architettura in provincia. «L’aereoporto è il perno di un sistema turistico facile e in grado di collegare Treviso all’Europa. Da qui il turista arriva nel cuore della città, ne scopre l’atmosfera e l’enogastronomia, va a teatro e alle mostre e poi parte per le Colline attraversando un territorio di ville».

Susegana

“La somma di due” con le attrici Massironi e Fabbri a Libri in cantina `Susegana capitale della

IL PRIMO TENTATIVO Conte ragiona anche sul primo tentativo avvenuto nel 2018. «Tutti hanno cercato di dare il meglio ma credo che il dossier precedente sia stato un ottimo elenco di potenzialità. Mancava il racconto, la parte emozionale. Oggi siamo più strutturati: il Teatro è stato messo in sicurezza, partiamo con le grandi mostre, punteremo sui percorsi green e ciclabili». Santa Caterina diventerà già dalla mostra “Natura in Posa” anche il luogo in cui trovare oggetti esclusivi. «Inaugureremo a brevissimo il bookshop che in realtà sarà un giftshop con cose belle, di alta gamma e design. Saranno oggetti simbolo del territorio». A fare da padrini alla candidatura un pugno di testimonial vip. «Ancora non mi sbilancio - conclude il sindaco - ma saranno nomi di primo livello. Il loro ruolo sarà fondamentale per raccontare all’Italia perchè Treviso e il paesaggio delle Colline Unesco meritano di diventare Capitale della cultura». Elena Filini

LA CANDIDATURA Treviso città della cultura 2021 grazie anche alle Colline Unesco

Vittorio Veneto

La Torre Disegnata, grafica e fumetto diventano arte Si inaugura oggi, alle 18.30, la mostra “La Torre Disegnata”, ospitata nella Torre dell’Orologio a Serravalle di Vittorio Veneto. Sarà visitabile fino al 27 ottobre, tutti i sabati (16-22) e tutte le domeniche (16-22). Si tratta di un’esposizione di una decina di artisti vittoriesi (di nascita o di adozione) che portano all’attenzione della propria comunità le loro opere di illustrazione, grafica e

fumetto. Le opere degli artisti Corinne Zanette, Michele Vespini, Donata Dal Molin, Luigi Marcon, Roberto Da Re Giustiniani, Arcadio Lobato, Mario Vigiak, Anna Casaburi, Tamara Zambon e Andrea Meneghin sono state radunate attorno ad un’idea originale di Michele Vespini che con stile ironicamente evangelico ha voluto come sottotitolo dell’edizione 2019: “Nemo propheta in patria”. Un modo,

questo, per indicare l’importanza di non trascurare la conoscenza dell’attività degli illustratori che vivono tra le colline a nord della Marca, zona ricca di talenti e di successi in questo campo, grazie sicuramente all’importanza storica di figure come Mario Vigiak (a cui è dedicata questa terza edizione di “La Torre Disegnata”) e di Stepan Zavrel, ricordati nella presente edizione con eventi particolari.

L’ambiente “salvato” negli acquerelli di 25 artisti LE OPERE ASOLO Acqua, colori e vita sulla

terra prendono forma negli acquerelli di 25 artisti provenienti da tutto il Mondo. La sensibilità per l’ambiente entra in maniera preponderante anche nella sala della Ragione di Asolo che dalle 18 di oggi ospita i contributi di alcuni degli acquarellisti più noti che hanno sviluppato nei loro lavori il tema della crisi climatica mostrando uno stato d’emergenza ambientale attraverso le rappresentazioni di un pianeta svilito, maltrattato e vittima dell’inquinamento. Nelle tele entrano così deforestazione, effetto serra, spopolamento delle zone montuose e collinari, disastri climatici e sviluppo urbano incontrollato. Cia-

scuna opera sarà affiancata da interventi scritti da scienziati contemporanei all’interno di alcuni loro saggi. Tra loro Theodor Schwenk, Rachel Carson e David Brower. Gesto artistico e parole per mostrare quanto la terra sia sensibile e vada per questo tutelata. Nel farlo, gli artisti Naomi Tydeman (Stati Uniti), Deborah Walker (Stati Uniti), Francisco Castro (Spagna), Piet Lap (Olanda), Doug Lew (Stati Uniti), Joseph Zbukvic (Australia), Keiko Tanabe (Japan), David Parfitt (UK), Thomas Schaller (Stati Uniti), Tony Smibert (Nuova Zelanda), Will Maclean (Scozia), Marian Leven (Scozia), Angus MacEwan (Scozia), Barbara Nechis (Stati Uniti), David Firmstone (Stati Uniti), Richard Bolton (Tasmania), Franco Dugo, Ugo Riva, Pie-

piccola e media editoria italiana: apre oggi alle 14 nel Castello San Salvatore la mostra mercato do “Libri in cantina”. Attesissimo domani sera (ore 21, Sala dei Conti nel Castello San Salvatore) il reading “La somma di due” con le attrici Marina Massironi e Nicoletta Fabbri, dirette dalla regista Elisabetta Ratti. Sarà una mise en espace tratta dal libro di Lidia Ravera “La somma di due”, in uscita il 16 ottobre per Bompiani. In scena il rapporto fra due sorelle, che rinasce e si rigenera nel corso della vita. L’autrice, Lidia Ravera, ne parlerà domani, alle 11.30, nella biblioteca comunale di Susegana, in dialogo con Marina Massironi. Nel pomeriggio un filo rosso sarà dedicato all’attualità. Fra i relatori d’eccezione ci sarà l’economista Leonardo Becchetti, (ore 18, Sala dei Conti di Treviso) in dialogo con

DEFORESTAZIONE, EFFETTO SERRA, DISASTRI CLIMATICI SONO SOLO ALCUNI DEI TEMI TRATTATI NELLA MOSTRA ASOLANA

rantonio Tanzola, Silvia De Bastiani, Salvo Scafiti e Ottorino De Lucchi (Italia) hanno scelto lo strumento a loro più familiare, l’acquerello grazie al quale è possibile catturare al meglio la luce e l’espressione degli elementi naturali. Acquarello che in questo caso chiede anche di riflettere

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sulla distruzione dell’armonia del pianeta. «Bellezza e sostenibilità ambientale sono i temi di questa mostra ma anche due direttrici fondamentali per Asolo, impegnato in questi anni a tutelare la biodiversità e i diversi ecosistemi del territorio – afferma il sindaco Mauro Migliorini - Viviamo e amministriamo luoghi che esprimono una bellezza straordinaria e perciò necessitano di attenzioni e azioni che li tutelino». Coinvolti anche i ragazzi degli istituti scolastici del territorio che durante tutto il mese di ottobre prenderanno parte ad eventi collaterali che li porteranno, oltre che a cogliere i singoli dettagli di ciascuna opera, anche a riflettere su cosa voglia dire per loro salvare il proprio ambiente. Lucia Russo

il giornalista Alberto Friso: ci racconterà che una vita a misura di persona e di ambiente è ormai necessaria. L’autrice Giovanna Zucca, personalità stimolante con la sua “second life” di infermiera – scrittrice, sarà alle 15 nella Sala dei Conti di Treviso dove anche il giornalista e attivista Andrea Degli Innocenti, fondatore di «Italia che cambia», incontrerà il pubblico alle 16. Molte le novità editoriali: alle 18.30 nella Sala della Terrazza riflettori sul nuovo romanzo di Ginevra Lamberti, “Perché comincio dalla fine” (Marsilio). E ancora appuntamento con i racconti fotografici di Chiara Tedeschi Hebling, “Il mio Brasile. Isole di resistenza” (ore 14,30); e con l’imprenditoria al femminile raccontata nel saggio “Le donne che fecero l’impresa – Veneto”, a cura di Emanuela Zilio (ore 15,30).


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Nordest

PASSANTE CHIUSO PER LAVORI Il passante di Mestre rimane chiuso al traffico, in direzione Milano, fino alle 6 di lunedì e i veicoli saranno dirottati sulla A57

Sabato 5 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Regioni-Governo, è scontro sulle leggi I giallorossi in un mese hanno impugnato 7 provvedimenti `Ciambetti: «Pregiudizio e sospetto nei confronti del Veneto» del Nordest, più di quelli contestati durante l’intero Conte I Gava: «Così hanno dichiarato guerra al Friuli Venezia Giulia» `

Il ministro: «Autonomia, Zaia e De Luca sono simili»

LA POLEMICA VENEZIA Sul campo delle impugnazioni delle leggi regionali del Nordest, i giallorossi battono i gialloverdi 7 a 6. Nei primi trenta giorni dell’asse demostellato, è stata sollevata questione di costituzionalità per più norme di quanto era accaduto nei quindici mesi dell’alleanza pentaleghista. Solo nel Consiglio dei ministri di giovedì sono state approvate tre delibere in tal senso, riguardanti gli assestamenti di bilancio del Friuli Venezia Giulia e di Trento e la disciplina sul controllo di vicinato del Veneto, tanto da rinfocolare lo scontro politico con il Governo a guida Pd-M5s, accusato di guardare «con pregiudizio e sospetto», se non addirittura di aver «dichiarato guerra», agli enti guidati dalla Lega.

NORD E SUD

FRONTI CONTRAPPOSTI Nella foto grande i dem Vincenzo De Luca e Francesco Boccia ieri a Napoli (foto FACEBOOK) Qui sopra i leghisti Roberto Ciambetti e Vannia Gava

IL CONTENZIOSO Pensare che proprio l’altro ieri, prima di entrare a Palazzo Chigi e di proporre le impugnative, il ministro dem Francesco Boccia aveva sottolineato al Festival delle Città l’eccesso di contenzioso: «Ogni anno vengono impugnate oltre 120 leggi regionali. Così non si può andare avanti. Questo si traduce in un continuo stop&go per i cittadini. Ho proposto una conciliazione Stato-Regioni per risolvere questo problema». L’indagine annunciata dal titolare degli Affari Regionali dovrà quantificare i risultati dei ricorsi davanti alla Consulta, per capire se sono le normative regionali ad essere incostituzionali, o se invece sono i giuristi ministeriali a mal consigliare il Governo di turno. Nell’attesa, i numeri di-

BOCCIA HA ANNUNCIATO UN’INDAGINE SULL’ESITO DEI RICORSI: «COSÌ NON SI PUÒ ANDARE AVANTI, HO PROPOSTO UNA CONCILIAZIONE»

I numeri

3-3 Le leggi impugnate al Veneto dai gialloverdi e dai giallorossi

0 Le norme contestate al Fvg da Lega-M5s (2 da Pd-M5s)

3 Le impugnative nordestine deliberate giovedì

cono che durante l’intero Conte I erano state contestate tre leggi al Veneto (fondi per il personale, utilizzo dei falchi, assunzioni in sanità), zero a Friuli Venezia Giulia, una a Trento (orsi e lupi), due a Bolzano (variazione di bilancio e grandi carnivori). Invece in questo inizio di Conte II sono stati formulati rilievi per tre provvedimenti del Veneto (sanzioni amministrative, contributo di costruzione e controllo di vicinato), due del Friuli Venezia Giulia (misure urgenti e assestamento di bilancio), una ciascuna per Trento e Bolzano (assestamento di bilancio).

LE REAZIONI A Palazzo Ferro Fini non va giù la tesi governativa secondo cui la Regione avrebbe esercitato un «eccesso di competenza» sul controllo di vicinato, in quanto non legittimata «a legiferare in materia di coordinamento interistituzionale per la promozione e l’attuazione di un sistema unitario e integrato di si-

curezza». Perché questa conclusione? «Tre – dice il leghista Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale – sono le possibili risposte a questa domanda. Prima: il governo nutre profondi e radicati pregiudizi contro il Veneto; seconda, qualche burocrate pensa di poter fermare il degrado, il disagio sociale e l’insicurezza diffusa a colpi di carta bollata e decreti; terza, la combinazione delle due precedenti ipotesi: il governo guarda con pregiudizio e sospetto al Veneto e ha trovato un formidabile alleato in quei burocrati che vedono il mondo solo sullo sulla carta e attraverso formalismi vuoti, indipendentemente dall’essere o meno al servizio del cittadino, del contribuente, delle persone più deboli». Luigi Tarzia, consigliere comunale a Padova nella maggioranza di centrosinistra e promotore del controllo di vicinato, sottolinea la contraddizione: «Da un lato il ministero dell’Interno invita i sindaci a firmare i

protocolli delle prefetture, dall’altro la Presidenza del Consiglio impugna la legge regionale». Fa discutere pure l’impugnazione della norma friulgiuliana che condizionava l’erogazione degli interventi anti-povertà alla residenza da almeno cinque anni, mentre a Roma rimarcano che lo stato di bisogno «non tollera distinzioni» e ricordano che la Regione già in passato aveva subìto una procedura di infrazione per un’analoga previsione in materia di case popolari. Vannia Gava, deputata e commissaria regionale della Lega, va all’attacco: «Il governo delle tasse ha dichiarato guerra al Friuli Venezia Giulia. Per quanto politica, l’impugnazione della legge regionale di bilancio è una decisione gravissima. È un attacco ai princìpi di autonomia e autodeterminazione del nostro popolo, oltre che al buongoverno regionale. Lo respingeremo. Il governicchio di Conte non può pensare di farsi propaganda sulle spalle della nostra regione e della nostra gente. Non passeranno». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Luca Zaia come Vincenzo De Luca? Ad accomunare le proposte dei governatori di Veneto e Campania sull’autonomia è stato ieri il ministro Francesco Boccia, al termine dell’incontro a Napoli con l’esponente del Partito Democratico. «La sfida che lancia De Luca da qui oggi – ha detto il titolare degli Affari Regionali – è molto simile a quella lanciata di recente da Zaia. Se ci si ritrova sugli strumenti, alla fine le istanze si accorciano. La ricostruzione strumentale da propaganda becera che voleva il Nord contro il Sud e il Sud che scappava dal confronto è ricostruzione che derubrichiamo a pagina penosa di politica che non porta da nessuna parte. Alimentare lo scontro porta solo ad avvelenare le istituzioni. C’è voglia di costruire un percorso comune, sono sicuro che De Luca ci aiuterà».

LA REPLICA Non si è fatta attendere la replica del suo predecessore Erika Stefani (Lega): «La scelta di cavalcare l’assurda dialettica di contrapposizione Nord/Sud è stucchevole. Non l’ha creata la Lega, ma i detrattori del concetto stesso di autonomia - alcuni siedono nell’esecutivo - che hanno voluto annegare un bel progetto pur di continuare a garantire un sistema centralista che ha fallito con i cittadini ma che garantisce la loro esistenza e sussistenza». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una rete oncologica veneta per curare i malati di cancro IL CONVEGNO PADOVA In media ogni anno in Veneto vengono diagnosticati circa 31.400 casi di tumore. Per la presa in carico dei pazienti è stata istituita la rete oncologica regionale del Veneto, un modello organizzativo che ha l’obiettivo di definire i migliori percorsi diagnostici e terapeutici personalizzati. Se n’è parlato ieri al convegno “Oncorete Sharing and Innovation System: le best practices della rete oncologica del Veneto” al Vimm di Padova. «Proprio nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la bella notizia che, per la prima volta, il numero di tumori in Italia è diminuito - ha dichiarato Manuela Lanzarin,

assessore alla Sanità del Veneto -. Credo di poter dire senza tema di smentita che la rete oncologica veneta, strutturata in modo capillare com’è, abbia dato un sostanzioso contributo a questo risultato, perché in Veneto abbiamo raggiunto un obbiettivo per noi strategico: grazie alla rete tutti i cittadini, su tutto il territorio, hanno le medesime possibilità di ricevere le

OGNI ANNO NEL TERRITORIO REGIONALE VENGONO DIAGNOSTICATI 31.400 NUOVI CASI DI TUMORE

cure migliori». Le diagnosi di tumore coinvolgono circa 16.400 uomini e 14.900 donne. Il più frequente tra le donne è il tumore alla mammella, negli uomini alla prostata.

IL SISTEMA SANITARIO

PADOVA I laboratori dell’Istituto Oncologico Veneto

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«Il successo di un sistema sanitario regionale è dato al 50% dalla politica e al 50% dagli operatori - afferma Domenico Mantoan, direttore generale della sanità veneta -. Le leggi che fa la Regione, dunque, sono fondamentali per ottenere un buon modello organizzativo. Dal 2012 noi abbiamo chiesto alle anatomie patologiche di riferirci il numero di diagnosi di tumore per consolidare il nostro Registro tumori». La sfida nella governance delle reti è quella di

individuare strategie di valutazione per il monitoraggio dei percorsi e delle tecnologie. «La sfida attuale necessita di un continuo adeguamento nell’organizzazione – sottolinea il professor Pierfranco Conte, coordinatore della Rov -. Ad oggi sono stati definiti più di 20 percorsi diagnostico terapeutici e centri di riferimento per 5 patologie neoplastiche: mammella, melanoma, sarcomi colon e retto. Sul fronte della terapia oncologica, sono disponibili farmaci innovativi. Ogni innovazione, prima di essere introdotta, non può prescindere da una riorganizzazione del sistema anche in considerazione del costo/beneficio economico e sociale». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 5 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

che, a parole, tutti vogliono difendere».

braccio di ferro in consiglio regionale

Berlato rilancia la caccia al lupo No della Lega, lo scontro in aula Il capogruppo di Fdi, lobbista delle doppiette: «Proteggere allevatori e malghesi» La speaker zaiana Rizzotto: «Basta, il suo progetto legislativo è incostituzionale» sure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori», deciso com’è a dare battaglia. «Abbiamo vissuto un’altra stagione di alpeggio martoriata da continue e crescenti aggressioni da parte dei lupi», le sue parole «è un’emergenza che sta portando all’esasperazione i nostri allevatori e malghesi, abbandonati da istituzioni troppo condizionate

Filippo Tosatto VENEZIA. Altro che il Lupo di

Gubbio ammansito dal santo. Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia e lobbista delle doppiette in consiglio regionale, sceglie la ricorrenza di Francesco d’Assisi per sfidare la maggioranza sul versante che più gli sta a cuore: la licenza di sparare ai lupi, rei di predare le greggi e le mandrie seminando il panico nei pascoli della Lessinia e sull’Altopiano di Asiago.

LA MAGGIORANZA DIVISA

Le cifre del fenomeno in Veneto; 163 predazioni e 357 i capi di bestiame uccisi

A novembre – effetto Brexit – il vicentino saluterà l’assemblea di Venezia per traslocare al Parlamento di Bruxelles e la circostanza gli impone di stringere i tempi. Sconfitto in terza commissione (che egli stesso presiede) dove leghisti e opposizione hanno sonoramente bocciato il suo progetto legislativo, Berlato ha scelto di riproporre in aula le «mi-

da una demagogia animalista pronta a fare crociate per garantire i diritti dei predatori ma poco sensibili a tutelare quelli dei lavoratori e della gente di montagna che, con la sua attività quotidiana, ha sempre assicurato la manutenzione e la salvaguardia del territorio e dell’ecosistema

Il lupo è ricomparso sulle montagne venete e c’è chi lancia l’allarme

LO STRAPPO ALTOATESINO

Di che parliamo in concreto? Nel Veneto, le ultime stime ufficiali (risalenti al 2017) registrano 163 eventi predatori che hanno portato alla morte di 357 capi di bestiame; la Regione ha stanziato fondi per risarcire gli allevatori danneggiati e dotarli di sistemi d’allarme e prevenzione ma l’esponente della destra si appella alla legge varata dal Trentino Alto Adige – che autorizza il «contenimento» della fauna selvatica – e sollecita un analogo via libera alla “selezione degli esemplari in esubero» nostrani. Difficilmente sarà accontentato. VETO DEL GOVERNATORE

Perché il governatore Luca Zaia (che ieri ha celebrato la giornata francescana postando un selfie in compagnia dell’amato cavallo) ha posto un veto a riguardo, ammonendo i consiglieri leghisti a «lasciare in pace i lupi». Perché la speaker del Carroccio, Silvia Rizzotto, in vista dell’esame in aula, ribadisce la contrarietà del suo gruppo: «Non comprendo la forzatura di Berlato. La tutela del bestiame è un’esigenza reale, che condividiamo e vogliamo soddisfare con ulteriori stanziamenti di risorse, ma la sua proposta di legge presenta rischi di incostituzionalità che ne sconsigliano l’approvazione. Lasci perdere la propaganda e se ne faccia una ragione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

si molTiPlicano i ricorsi

Leggi venete impugnate a Roma Ciambetti: «Un Governo ostile» Contestati i controlli di vicinato che il consiglio regionale aveva approvato all’unanimità Fracasso (Pd): ribadiamo il sì ma evitiamo scontri ideologici VENEZIA. Impallinate. Riguar-

dino il paesaggio o le sanzioni amministrative, l’urbanistica o il bilancio, le leggi approvate dall’assemblea regionale finiscono sempre più spesso nel mirino di Roma. Ultima in ordine di tempo, quella che istituisce e regola i “controlli di vicinato”: al sì

unanime di Palazzo Ferro-Fini ha fatto eco l’impugnazione del Governo che, su proposta del ministro dem Francesco Boccia, si è rivolto alla Corte Costituzionale invocando «la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza». La circostanza fa infuriare Roberto Ciambetti, il presidente del consiglio veneto: «La sicurezza partecipata attraverso la collaborazione tra vicini non è lotta al crimine, è la risposta all’indifferen-

za, è l’espressione del senso civico, è uno strumento di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale», replica sul punto il leghista; e poi alza il tiro: «Il ministro Boccia si è assunto una responsabilità gravissima e mi chiedo quali siano state le motivazioni reali che hanno spinto l’esecutivo ad accogliere la sua proposta, assumendo una posizione disinformata oltre che antistorica e priva di qualsiasi senso etico. Tre sono le possibili risposte a questa do-

Roberto Ciambetti, il presidente leghista del Consiglio del Veneto

manda: il governo Conte nutre profondi e radicati pregiudizi contro il Veneto; secondo, qualche burocrate pensa di poter fermare il degrado, il disagio sociale e l’insicurezza diffusa a colpi di carta bollata e decreti; terza, la combinazione delle due precedenti ipotesi: evidentemente il governo guarda con pregiudi-

olimPiadi 2026

Avviso d’asta - Immobili DATA DELL’ASTA

18 Novembre 2019 alle ore 10:30 LUOGO DELL’ASTA

Sede “ASTE 33”, 31100 - Treviso (TV) Strada Vecchia di San Pelajo, 20

ministro come sia importante partire rapidamente sulle Olimpiadi Milano-Cortina, anche se è presto. Non c’è nulla da inventare. Suggerisco un tavolo di coordinamento gestito dalla prefettura, ce ne sono diverse coinvolte, come per Expo, e questo chiede un collegamento con una sala di controllo. È l’unica soluzione che posso vedere». Parole del sindaco milanese, Beppe Sala, a con-

auTonomia

De Luca apre ai nordisti Lite tra Boccia e Stefani VENEZIA. Frecciate a distanza sul tema autonomia. Nel suo viaggio “pastorale” tra i governatori, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ha incontrato Vincenzo De Luca: «Un colloquio positivo», il commento del governatore campano «ci sono tutte le condizioni per contribuire allo sforzo unitario anche con Veneto e Lombardia alle quali spiegheremo che se ci addentriamo in sconvolgimenti costituzionali perdiamo solo tempo. Se invece ipotizziamo soluzioni amministrative e istituzionali ragionevoli, potremo fare un lavoro proficuo». Da parte sua, il ministro del Pd parla di «fallimento del progetto leghista dell’autonomia» e rilancia la «cornice unitaria» della riforma: «Boccia ha un atteggiamento ideologico e purtroppo dimostra di non essere in grado di avere un approccio tecnico e oggettivo sul tema dell’autonomia differenziata», la secca replica di Erika Stefani, predecessore al dicastero «dovrebbe smetterla di criticare il lavoro fatto e “partorire” finalmente una proposta sua». —

il Pd per voce di Stefano Fracasso: «L’abbiamo votata dopo un ampio confronto con le forze dell’ordine, gli amministratori e il territorio, il testo finale accoglie alcuni nostri emendamenti, perciò ribadiamo il sostegno espresso»; detto questo, il capogruppo getta acqua sul fuoco: «Non leggo in questa vicenda un segnale di ostilità del Governo nei confronti del Veneto, si tratta in fondo di una dialettica fisiologica tra legislatori concorrenti, non dimentichiamo che in via precauzionale Roma impugna atti approvati da tutte le Regioni e che più volte l’amministrazione Zaia si è rivolta ala Consulta contro leggi dello Stato. Semmai, in futuro, eviterei altre leggi “stile Pontida”, quelle sì destinate a bocciatura certa». — Filippo Tosatto

TRIBUNALE di TREVISO - FALLIMENTO n. 172/2017

Sala: «Milano-Cortina adotti il modello Expo» VENEZIA. «Ho sottolineato al

zio e sospetto al Veneto e ha trovato un formidabile alleato in quei burocrati che vedono il mondo solo sullo sulla carta e attraverso formalismi vuoti, indipendentemente dall’essere o meno al servizio del cittadino, del contribuente, delle persone più deboli». In difesa della normativa controversa di schiera anche

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clusione di un colloquio con Vincenzo Spadafora, il ministro dello sport. Quest’ultimo, lunedì, sarà a Verona per incontrare i partner dei Giochi 2026: oltre a Sala, i governatori Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia), Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. In agenda, le linee d’indirizzo e scelta dell’ad che guiderà la Fondazione olimpica. —

Tribunale di Treviso - Piani del Consumatore N. 3/2019 e N. 4/2019 R.G.

Si rende noto che il giorno 05 dicembre 2019 alle ore 12.00 avanti al Notaio dott. Paolo TALICE, con Studio in Treviso, Via S. Pellico n. 1, si procederà alla vendita tramite procedura competitiva del seguente bene immobile appreso all’attivo del fallimento: LOTTO UNICO - PIENA PROPRIETÀ - unità immobiliare ad uso direzionale (A/10) all’interno di un fabbricato ottocentesco denominato Palazzo Sernagiotto sito in Venezia, Cannaregio 5723. La superficie commerciale, di circa 787 mq, comprende il piano terra ed il primo piano, cortile interno, ampia terrazza affacciata sul Canal Grande con vista panoramica sul ponte di Rialto e un approdo privato. Si evidenzia che l’immobile è stato dichiarato di particolare interesse culturale ed è pertanto soggetto alla disciplina del Codice dei Beni Culturali di cui al D. Lgs. 42/2004. Stato dell’immobile: libero. Classe energetica D.

PREZZO BASE D’ASTA: EURO 6.000.000,00 PREZZO BASE DI VENDITA € 78.000,00 Unità Immobiliare a destinazione Residenziale di tipologia a schiera con annesso garage e scoperto esclusivo di circa mq. 123,00 Ubicazione: Giavera del Montello (TV), Vicolo Padre Alberione, 9 Stato di occupazione: Occupato senza titolo

WWW.ASTE33.COM | 0422 693028

pari al valore di perizia e al valore di un’offerta irrevocabile già pervenuta a mani del Curatore. Gli interessati potranno presentare in busta chiusa le istanze di partecipazione alla vendita presso lo Studio del Notaio Talice, entro le ore 11.00 del giorno 05 dicembre 2019. Si rinvia alla perizia di stima pubblicata sul Portale delle Vendite Pubbliche e sui siti internet: www.tribunale.treviso.it, www.asteannunci.it, www.asteavvisi. it, www.rivistaastegiudiziarie.it, www.canaleaste.it, www.asteonline.it. Maggiori informazioni potranno essere assunte presso il Curatore Fallimentare dott. Aldo Van den Borre, con studio in Silea (TV), Via Treviso n. 61 - tel: 0422.363491 - fax: 0422.363475 - e-mail: studioass@celdaco.it PEC: f172.2017treviso@pecfallimenti.it.


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IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 5 Ottobre 2019

VENETO

TREVISO.Imamviolentocoibimbi,aidomiciliari

Daldivietodidimoraaidomiciliari:èquantohadecisoilTribunaledellalibertàperun imamtrevigianoche,secondol’accusa,picchiavaibimbi.Èunnuovacasodopoquello diPadovasegnalatoconconseguentiindaginieprovvedimentidellamagistratura.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

POLITICA.OggiaPadovapresentazionedelreportdell’UniversitàdiPadovasucomediventareunaregioneecocompatibile INCONSIGLIO. È giàscontrotra Lega eM5s

rifiuti La sfida elettorale sull’ambiente Grillini,sui èattacco a Zaia Pd:«CosìilVenetosostenibile» Bottacinsmonta Laricetta percostruire“lacasa diGreta”:40 miliardiin30 anni perdirestop a case colabrodo esì amobilità elettrica efotovoltaico Cristina Giacomuzzo

«Ghiacciai che perdono i pezzi, l’autunno più caldo di sempre, il blocco del traffico: basta aprire i giornali e i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. La salvaguardia dell’ambiente è un tema che coinvolge, studenti compresi. Ed è il tema della campagna elettorale delle regionali del 2020. Ci siamo chiesti: come si può passare dalla teoria alla pratica? Come il Veneto può diventare al 100% sostenibile, rinnovabile ed efficiente? La risposta c’è, in numeri e cifre. Sono tutte qui - e mostra un report di oltre 200 pagine -. L’ha stilato un team di docenti, coordinati da Alberto Bertucco, direttore del Centro studi di economia e tecnica dell’energia Levi Cases dell’Università di Padova». Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione, è entusiasta di questo primo studio in Italia che mette nero su bianco, con tanto di cifre basate su dati reali, il modo in cui il Veneto, in 30 anni, potrà diventare “La casa di Greta”. «Questo report è il quadro che permette di fare scelte politiche di prospettiva. È il pilastro del programma elettorale del Pd per le regionali. Ed è una via che consentirà al Veneto di mettesi all’avanguardia di questa trasformazione cogliendone le potenzialità: miglioramen-

«Scempiambientaliquotidiani» «Lorocriticano,ma ilimitiPfas?»

to di salute, crescita economica e nuova occupazione. Una cifra su tutte: 40 miliardi. A tanto ammontano gli investimenti da fare in Veneto al 2050 per farne un territorio sostenibile al 100%». L’ANALISI. I punti focali della

ricerca si possono ricondurre a tre, come sintetizza Fracasso. Primo. Stop alle case colabrodo. «Le nostre abitazioni - dice - consumano il 30% di tutta l’energia del Veneto. Oltre l’80% degli edifici (più di un milione) è stato costruito dopo il 1945 con criteri tali per cui il calore sfugge e il fresco dei condizionatori pure. L’efficientamento può muovere 20 miliardi e ridurre del 35% i consumi energetici». Secondo. Mobilità. «Dovrà essere elettrica, intelligente e condivisa. Si stimano investimenti miliardari che ridurranno lo smog». Terzo. Energia rinnovabile. «Stando all’analisi, il fotovoltaico, più che ogni altra fonte di energia rinnovabile, è quella che è destinata a espandersi in Veneto. Oggi copre il 24,7%. Per sostituire tutti i combustibili fossili serviranno 12mila ettari di nuovi impianti, lo 0,65% della superficie regionale. I tetti non basteranno. Avremo bisogno di un grande piano per recuperare quanto possa servire a costruire il polmone solare del Veneto». ELEZIONI. Tutto questo come

Dallostudio labaseperlescelte politicheche migliorinosalute edeconomia STEFANOFRACASSO CAPOGRUPPOPD INREGIONE

Un’immagine-simbolodelVeneto nella pianura padanasempre colpitadall’altoinquinamento

si traduce in politica? «Ci sono tantissime cose da fare. Per esempio, nei regolamenti edilizi dei Comuni va previsto che, in casi di nuova costruzione o ristrutturazione, nei garage ci sia la presa per la ricarica dell’auto. Una banalità fondamentale per cambiare», dice Fracasso. Il report è il trampolino di lancio della campagna elettorale 2020 del Pd. «In Regione ci sono tante cose da cambiare: dall’ultima legge sul Piano casa, al bonus di rottamazione perché il futuro non è gpl, ma elettrico. Più mobilità condivisa. Incentivi. Sono queste le grandi sfide cui si deve rispondere per dare un futuro». La ricerca sarà presentata oggi al Crowne Plaza Hotel a Padova. Ci saranno i ricercatori Bertucco, Paola Valbonesi e Arturo Lorenzoni dell’Università di Padova che hanno realizzato la ricerca commissionata dal gruppo regionale del Pd. Interverranno, tra gli altri, Paolo Ghiotti, presidente Ance Veneto, e Pier Paolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia e Finanze. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Giorgetti,FdI, haproposto una legge

«Stopbottigliediplastica Veronafacciadaapripista» Unalegge per “sbottigliare“ l’acqua.Laproponeil vicepresidentedelConsiglio regionale,il veroneseMassimo Giorgetti,FdI.«Uno dei probleminellariduzionedel consumodellaplasticasono le bottiglie-dice -:perfabbricare uncontenitoredipet, imbottigliarel’acqua, trasportareetenere al fresco unabottigliaserveun’energia duemilavoltesuperiorea quellaper ottenerela stessa quantitàd’acqua daun rubinetto.L’Italiaèal secondo postonellaclassificamondiale perquestouso. Verona, essendounacittà turistica,poi haunproblema inpiù:quelledei turisti.Peraffrontare il tema servedareservizi: cioè distributoripubblici diacqua. Suquestoil Comune diVerona, comemoltialtri, èfermo. Perchénon faredaapripista?». L’invitoarrivaa seguito della

MassimoGiorgetti,FdI decisionedelComune scaligero di emettereordinanze contro posateestoviglie diplastica. «Ma -ribadisceGiorgetti - ilvero problemasono le bottiglie».A questoscopohadepositatoun progettodilegge,per «darespiega-un quadro normativo omogeneo.Gli obiettivi sono: entroil 2022,per gli enti pubblici, l’installazionedierogatori diacqua allaspina; entroil 2023per i Comunil’attivazionedelle “casette dell’acqua”inareepubbliche». © RIPRODUZIONERISERVATA

La campagna elettorale in vista del rinnovo del Consiglio regionale - elezioni previste a primavera del prossimo anno - anche se non ufficialmente è già iniziata. Il M5s, con Jacopo Berti e Manuel Brusco, attacca frontalmente il governatore leghista Luca Zaia, praticamente dato per certo nella corsa per il mandato numero tre. «Di fronte alle notizie ormai quotidiane di scempi ambientali - dichiarano i grillini-, diciamo che ha sempre più importanza sostenere la nostra proposta di una Corte e Procura Europea per i reati contro l’ambiente affinché abbia come sede Venezia. Vanno colpiti i furbi che aggirano leggi ed evadono tasse. Vanno tutelati i cittadini. Una volta per tutte il Governo regionale pensi a mettere la tutela del territorio in cima alle sue priorità e lo faccia con un’azione forte e simbolica, unendosi a noi nel chiedere la Corte Penale Europea per l’Ambiente a Venezia. Tra due settimane, a Vicenza, poi, si aprirà la vicenda giudiziaria per l’inquinamento da Pfas delle acque in tre province. Quante altri rifiuti o sostanze possono esserci in giro? E ancora. Cosa c’è negli 11.000 capannoni industriali dismessi in Veneto? Possibile che un patrimonio del valore di 4 miliardi di euro vanga lasciato all’abbandono? Presidente Zaia, ora basta. Noi nella battaglia per mettere la tutela dell’ambiente al centro della politica, dell’impresa, dell’educazione, crediamo e ci impegneremo sempre. Non è una battaglia nostra, ma di tutti: aspettiamo anche lei». A distanza difende l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin: «Se, come chiedono i consiglieri pentastellati, la Giunta regionale dovesse sposare i loro propositi in materia ambientalista, otterremmo soltanto di regre-

GianpaoloBottacin, assessore

ManuelBrusco, consigliere M5s

dire dai risultati già ottenuti, tanto è vero che a me sono giunte anche minacce di morte. Se mai si decidessero ad informarsi veramente su quanto la Regione è impegnata, sarebbe la volta che potrebbero facilitare loro il nostro lavoro, intervenendo presso il Ministro del loro stesso partito, affinché ci dia tutte le risposte necessarie che attendiamo senza risultato, a cominciare dai tanto attesi limiti per i Pfas. Poi, sullo smaltimento illegale dei rifiuti, vale la pena ricordare che in Emilia si è registrato un numero di roghi triplo rispetto al Veneto e in Lombardia addirittura superiore. Ricordo ai grillini poi che siamo l'unica regione in Italia ad aver attivato una task Force con Vigili del Fuoco, Università, Anci, Arpav e Carabinieri per la lotta a questo fenomeno. Pertanto, mentre i consiglieri dei 5 Stelle cercano uscite mediatiche ad effetto, la Giunta è al lavoro e agisce concretamente». • © RIPRODUZIONERISERVATA

NUOVOSCONTROGOVERNO-REGIONE. Perpalazzo Chigisiintroducono «formedicoordinamentointeristituzionale» che spettanoallo Stato

Controlli di vicinato, impugnata la legge veneta Ciambetti:«Ègrave,noi avevamoconfezionato la norma dopo un confronto conleforzedell’ordine»

zione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità» che era stata approvata dal Veneto in agosto.

VENEZIA

SCONTRO DI COMPETENZE. La

Altra doccia fredda dal nuovo Governo per la Regione Veneto: questa volta lo scontro è sui controlli di vicinato. Nell’ultima seduta ha deciso di impugnare le «Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di coopera-

legge veneta, secondo palazzo Chigi «introducendo forme di coordinamento interistituzionale in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana integrata, esula dalla competenza legislativa regionale e invade la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e di disciplina delle forme di coor-

dinamento interistituzionale in tali materie, in violazione degli articoli della Costituzione» (il 117 e il 118). Inoltre la legge «attribuendo compiti ad organi statali invade la materia “ordinamento e organizzazione amministrativa della Stato e degli enti pubblici nazionali». «ATTO GRAVE». Immediata la

replica del presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che è uno dei padri della norma. «Il Governo si è assunto una grave responsabilità», afferma, ricordando che la legge era stata ap-

provata all’unanimità in Consiglio e «dopo un ampio dibattito e un confronto con le autorità di pubblica sicurezza, le forze dell’ordine, i Comuni». Se la materia è di “stretta competenza” statale, allora lo Stato «provveda ad assicurare a tutti i cittadini servizi, personale, strumenti e mezzi per assicurare quanto da noi previsto in maniera organica e in stretta sintonia operativa e cooperazione con i tutori dell’ordine pubblico e le forze dell’ordine». «La sicurezza partecipata - rimarca Ciambetti - non è lotta al crimine, è la risposta all’indiffe-

renza, è l’espressione del senso civico, è uno strumento di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale. Il controllo di vicinato non è il controllo del vicino di casa, è invece prestare attenzione a quanto accade attorno a noi. Noi avevamo dato norme chiare su quella che chiamiamo sicurezza partecipata e lo avevamo fatto lavorando con prefetture, questure, forze dell’ordine, enti locali e mondo delle associazionistico e della solidarietà sociale: avevamo stabilito dei paletti chiari, mettendo bene in evi-

Ilpresidente Roberto Ciambetti

denza che l’azione di prevenzione e contrasto alla delinquenza spetta esclusivamente alle forze dell’ordine, mentre le associazioni, le amministrazioni locali, sono chiamate a svolgere quell’opera di attenzione sociale che permette di individuare situazioni a rischio, persone o nuclei famigliari in condizioni di necessità, aiutando i cittadini più vulnerabili. Avevamo messo ordine in un vuoto legislativo, dicendo chi fa cosa, individuando anche risorse e fondi per attivare la partecipazione consapevole, informata e formata dei cittadini. Ora il Governo dice che tutto ciò è compito suo. Se è compito suo conclude Ciambetti - lo svolga. E lo svolga subito». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 5 Ottobre 2019

VENETO

TREVISO.Imamviolentocoibimbi,aidomiciliari

Daldivietodidimoraaidomiciliari:èquantohadecisoilTribunaledellalibertàperun imamtrevigianoche,secondol’accusa,picchiavaibimbi.Èunnuovacasodopoquello diPadovasegnalatoconconseguentiindaginieprovvedimentidellamagistratura.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

POLITICA.OggiaPadovapresentazionedelreportdell’UniversitàdiPadovasucomediventareunaregioneecocompatibile INCONSIGLIO. È giàscontrotra Lega eM5s

rifiuti La sfida elettorale sull’ambiente Grillini,sui èattacco a Zaia Pd:«CosìilVenetosostenibile» Bottacinsmonta Laricetta percostruire“lacasa diGreta”:40 miliardiin30 anni perdirestop a case colabrodo esì amobilità elettrica efotovoltaico Cristina Giacomuzzo

«Ghiacciai che perdono i pezzi, l’autunno più caldo di sempre, il blocco del traffico: basta aprire i giornali e i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. La salvaguardia dell’ambiente è un tema che coinvolge, studenti compresi. Ed è il tema della campagna elettorale delle regionali del 2020. Ci siamo chiesti: come si può passare dalla teoria alla pratica? Come il Veneto può diventare al 100% sostenibile, rinnovabile ed efficiente? La risposta c’è, in numeri e cifre. Sono tutte qui - e mostra un report di oltre 200 pagine -. L’ha stilato un team di docenti, coordinati da Alberto Bertucco, direttore del Centro studi di economia e tecnica dell’energia Levi Cases dell’Università di Padova». Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione, è entusiasta di questo primo studio in Italia che mette nero su bianco, con tanto di cifre basate su dati reali, il modo in cui il Veneto, in 30 anni, potrà diventare “La casa di Greta”. «Questo report è il quadro che permette di fare scelte politiche di prospettiva. È il pilastro del programma elettorale del Pd per le regionali. Ed è una via che consentirà al Veneto di mettesi all’avanguardia di questa trasformazione cogliendone le potenzialità: miglioramen-

«Scempiambientaliquotidiani» «Lorocriticano,ma ilimitiPfas?»

to di salute, crescita economica e nuova occupazione. Una cifra su tutte: 40 miliardi. A tanto ammontano gli investimenti da fare in Veneto al 2050 per farne un territorio sostenibile al 100%». L’ANALISI. I punti focali della

ricerca si possono ricondurre a tre, come sintetizza Fracasso. Primo. Stop alle case colabrodo. «Le nostre abitazioni - dice - consumano il 30% di tutta l’energia del Veneto. Oltre l’80% degli edifici (più di un milione) è stato costruito dopo il 1945 con criteri tali per cui il calore sfugge e il fresco dei condizionatori pure. L’efficientamento può muovere 20 miliardi e ridurre del 35% i consumi energetici». Secondo. Mobilità. «Dovrà essere elettrica, intelligente e condivisa. Si stimano investimenti miliardari che ridurranno lo smog». Terzo. Energia rinnovabile. «Stando all’analisi, il fotovoltaico, più che ogni altra fonte di energia rinnovabile, è quella che è destinata a espandersi in Veneto. Oggi copre il 24,7%. Per sostituire tutti i combustibili fossili serviranno 12mila ettari di nuovi impianti, lo 0,65% della superficie regionale. I tetti non basteranno. Avremo bisogno di un grande piano per recuperare quanto possa servire a costruire il polmone solare del Veneto». ELEZIONI. Tutto questo come

Dallostudio labaseperlescelte politicheche migliorinosalute edeconomia STEFANOFRACASSO CAPOGRUPPOPD INREGIONE

Un’immagine-simbolodelVeneto nella pianura padanasempre colpitadall’altoinquinamento

si traduce in politica? «Ci sono tantissime cose da fare. Per esempio, nei regolamenti edilizi dei Comuni va previsto che, in casi di nuova costruzione o ristrutturazione, nei garage ci sia la presa per la ricarica dell’auto. Una banalità fondamentale per cambiare», dice Fracasso. Il report è il trampolino di lancio della campagna elettorale 2020 del Pd. «In Regione ci sono tante cose da cambiare: dall’ultima legge sul Piano casa, al bonus di rottamazione perché il futuro non è gpl, ma elettrico. Più mobilità condivisa. Incentivi. Sono queste le grandi sfide cui si deve rispondere per dare un futuro». La ricerca sarà presentata oggi al Crowne Plaza Hotel a Padova. Ci saranno i ricercatori Bertucco, Paola Valbonesi e Arturo Lorenzoni dell’Università di Padova che hanno realizzato la ricerca commissionata dal gruppo regionale del Pd. Interverranno, tra gli altri, Paolo Ghiotti, presidente Ance Veneto, e Pier Paolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia e Finanze. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Giorgetti,FdI, haproposto una legge

«Stopbottigliediplastica Veronafacciadaapripista» Unalegge per “sbottigliare“ l’acqua.Laproponeil vicepresidentedelConsiglio regionale,il veroneseMassimo Giorgetti,FdI.«Uno dei probleminellariduzionedel consumodellaplasticasono le bottiglie-dice -:perfabbricare uncontenitoredipet, imbottigliarel’acqua, trasportareetenere al fresco unabottigliaserveun’energia duemilavoltesuperiorea quellaper ottenerela stessa quantitàd’acqua daun rubinetto.L’Italiaèal secondo postonellaclassificamondiale perquestouso. Verona, essendounacittà turistica,poi haunproblema inpiù:quelledei turisti.Peraffrontare il tema servedareservizi: cioè distributoripubblici diacqua. Suquestoil Comune diVerona, comemoltialtri, èfermo. Perchénon faredaapripista?». L’invitoarrivaa seguito della

MassimoGiorgetti,FdI decisionedelComune scaligero di emettereordinanze contro posateestoviglie diplastica. «Ma -ribadisceGiorgetti - ilvero problemasono le bottiglie».A questoscopohadepositatoun progettodilegge,per «darespiega-un quadro normativo omogeneo.Gli obiettivi sono: entroil 2022,per gli enti pubblici, l’installazionedierogatori diacqua allaspina; entroil 2023per i Comunil’attivazionedelle “casette dell’acqua”inareepubbliche». © RIPRODUZIONERISERVATA

La campagna elettorale in vista del rinnovo del Consiglio regionale - elezioni previste a primavera del prossimo anno - anche se non ufficialmente è già iniziata. Il M5s, con Jacopo Berti e Manuel Brusco, attacca frontalmente il governatore leghista Luca Zaia, praticamente dato per certo nella corsa per il mandato numero tre. «Di fronte alle notizie ormai quotidiane di scempi ambientali - dichiarano i grillini-, diciamo che ha sempre più importanza sostenere la nostra proposta di una Corte e Procura Europea per i reati contro l’ambiente affinché abbia come sede Venezia. Vanno colpiti i furbi che aggirano leggi ed evadono tasse. Vanno tutelati i cittadini. Una volta per tutte il Governo regionale pensi a mettere la tutela del territorio in cima alle sue priorità e lo faccia con un’azione forte e simbolica, unendosi a noi nel chiedere la Corte Penale Europea per l’Ambiente a Venezia. Tra due settimane, a Vicenza, poi, si aprirà la vicenda giudiziaria per l’inquinamento da Pfas delle acque in tre province. Quante altri rifiuti o sostanze possono esserci in giro? E ancora. Cosa c’è negli 11.000 capannoni industriali dismessi in Veneto? Possibile che un patrimonio del valore di 4 miliardi di euro vanga lasciato all’abbandono? Presidente Zaia, ora basta. Noi nella battaglia per mettere la tutela dell’ambiente al centro della politica, dell’impresa, dell’educazione, crediamo e ci impegneremo sempre. Non è una battaglia nostra, ma di tutti: aspettiamo anche lei». A distanza difende l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin: «Se, come chiedono i consiglieri pentastellati, la Giunta regionale dovesse sposare i loro propositi in materia ambientalista, otterremmo soltanto di regre-

GianpaoloBottacin, assessore

ManuelBrusco, consigliere M5s

dire dai risultati già ottenuti, tanto è vero che a me sono giunte anche minacce di morte. Se mai si decidessero ad informarsi veramente su quanto la Regione è impegnata, sarebbe la volta che potrebbero facilitare loro il nostro lavoro, intervenendo presso il Ministro del loro stesso partito, affinché ci dia tutte le risposte necessarie che attendiamo senza risultato, a cominciare dai tanto attesi limiti per i Pfas. Poi, sullo smaltimento illegale dei rifiuti, vale la pena ricordare che in Emilia si è registrato un numero di roghi triplo rispetto al Veneto e in Lombardia addirittura superiore. Ricordo ai grillini poi che siamo l'unica regione in Italia ad aver attivato una task Force con Vigili del Fuoco, Università, Anci, Arpav e Carabinieri per la lotta a questo fenomeno. Pertanto, mentre i consiglieri dei 5 Stelle cercano uscite mediatiche ad effetto, la Giunta è al lavoro e agisce concretamente». • © RIPRODUZIONERISERVATA

NUOVOSCONTROGOVERNO-REGIONE. Perpalazzo Chigisiintroducono «formedicoordinamentointeristituzionale» che spettanoallo Stato

Controlli di vicinato, impugnata la legge veneta Ciambetti:«Ègrave,noi avevamoconfezionato la norma dopo un confronto conleforzedell’ordine»

zione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità» che era stata approvata dal Veneto in agosto.

VENEZIA

SCONTRO DI COMPETENZE. La

Altra doccia fredda dal nuovo Governo per la Regione Veneto: questa volta lo scontro è sui controlli di vicinato. Nell’ultima seduta ha deciso di impugnare le «Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di coopera-

legge veneta, secondo palazzo Chigi «introducendo forme di coordinamento interistituzionale in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana integrata, esula dalla competenza legislativa regionale e invade la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e di disciplina delle forme di coor-

dinamento interistituzionale in tali materie, in violazione degli articoli della Costituzione» (il 117 e il 118). Inoltre la legge «attribuendo compiti ad organi statali invade la materia “ordinamento e organizzazione amministrativa della Stato e degli enti pubblici nazionali». «ATTO GRAVE». Immediata la

replica del presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che è uno dei padri della norma. «Il Governo si è assunto una grave responsabilità», afferma, ricordando che la legge era stata ap-

provata all’unanimità in Consiglio e «dopo un ampio dibattito e un confronto con le autorità di pubblica sicurezza, le forze dell’ordine, i Comuni». Se la materia è di “stretta competenza” statale, allora lo Stato «provveda ad assicurare a tutti i cittadini servizi, personale, strumenti e mezzi per assicurare quanto da noi previsto in maniera organica e in stretta sintonia operativa e cooperazione con i tutori dell’ordine pubblico e le forze dell’ordine». «La sicurezza partecipata - rimarca Ciambetti - non è lotta al crimine, è la risposta all’indiffe-

renza, è l’espressione del senso civico, è uno strumento di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale. Il controllo di vicinato non è il controllo del vicino di casa, è invece prestare attenzione a quanto accade attorno a noi. Noi avevamo dato norme chiare su quella che chiamiamo sicurezza partecipata e lo avevamo fatto lavorando con prefetture, questure, forze dell’ordine, enti locali e mondo delle associazionistico e della solidarietà sociale: avevamo stabilito dei paletti chiari, mettendo bene in evi-

Ilpresidente Roberto Ciambetti

denza che l’azione di prevenzione e contrasto alla delinquenza spetta esclusivamente alle forze dell’ordine, mentre le associazioni, le amministrazioni locali, sono chiamate a svolgere quell’opera di attenzione sociale che permette di individuare situazioni a rischio, persone o nuclei famigliari in condizioni di necessità, aiutando i cittadini più vulnerabili. Avevamo messo ordine in un vuoto legislativo, dicendo chi fa cosa, individuando anche risorse e fondi per attivare la partecipazione consapevole, informata e formata dei cittadini. Ora il Governo dice che tutto ciò è compito suo. Se è compito suo conclude Ciambetti - lo svolga. E lo svolga subito». • © RIPRODUZIONERISERVATA


-MSGR - 20_CITTA - 2 - 05/10/19-N:

2

Primo Piano

Sabato 5 Ottobre 2019 www.ilmessaggero.it

La lite sulla manovra

Renzi attacca sul cuneo Conte: fa il fenomeno Il Pd con Palazzo Chigi Il premier: abbia più rispetto per i lavoratori `Di Maio: «Abbassare i toni e basta litigi» La replica del leader di Italia Viva: do una mano Franceschini: «Serve un lavoro di squadra»

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LA GIORNATA ROMA La fatica del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per reperire i soldini necessari a ridurre le tasse sul lavoro ieri è stata messa in secondo piano dalla battaglia politica sull’entità del taglio. Matteo Renzi e Giuseppe Conte, infatti, hanno dato vita a un duello a viso aperto come non si vedeva da qualche tempo. Il leader di Italia Viva ha mirato contro la misura più cara al suo ex partito, il Pd: «Mettono solo 2 miliardi sul cuneo fiscale, mica possono dire che è la rivoluzione del proletariato». E mentre gli alleati di governo gli rispondevano misurando le parole, il presidente del Consiglio ha mostrato una inusuale irritazione: «Quando parliamo di lavoratori bisogna avere rispetto per loro», ha detto, specie se si fa dall’alto di «uno stipendio consistente. Non abbiamo bisogno di fenomeni». La replica di Conte non è pia-

E LETTA AVVERTE: «SERVE UN PATTO CON MATTEO SUBITO O QUESTO ESECUTIVO NON MANGIA IL PANETTONE»

ciuta a Renzi che in serata ha replicato: «Non ho fatto il fenomeno, non gioco a fare il simpatico ma a dare una mano al mio Paese: ci pagano per questo». «Nessuno di noi fa il fenomeno - ha ribadito Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva- Quelli che facevano i fenomeni sono quelli con cui lei ha governato lo scorso anno, non siamo noi». Per attaccare il cuneo fiscale, Renzi ha fatto pesare i suoi 80 euro. Certo, lui «ha dato molto di più ha detto il premier - ma noi abbiamo un quadro di finanza molto delicato».

CONSIGLIO NON RICHIESTO Memore del famoso «Enrico stai sereno», l’ex premier Letta ha dato «un consiglio non richiesto a Conte e a Zingaretti. Non facciano come me - ha detto - Facciano con Renzi un patto, nel momento in cui lui non lo rispetterà si vada al voto. Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone». Preso in mezzo fra consigli non richiesti - e forse nemmeno particolarmente graditi - e attacchi alle sue misure bandiera, il Pd ha mantenuto la linea dettata da Nicola Zingaretti e Dario Franceschini: limitare al massimo distinguo e polemiche. Se il vicesegretario Andrea Orlando ha chiesto che non «ricominci la trafila delle campagne elettorali parallele», sul cuneo fiscale, il segretario dem ha ribadito che «abbassare le tasse sul lavo-

Il Russiagate

Il capo dell’esecutivo: «Nessuna anomalia» Copasir, per il vertice duello Urso-Molinari «Io non ho mai incontrato nessuno della delegazione americana, ma non posso rispondere a voi prima di aver parlato davanti al Copasir». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, rispondendo ad Assisi a una domande dei giornalisti sui presunti contatti tra Servizi e amministrazione americana. «Non c’è nessuna anomalia, è tutto trasparente secondo le ordinarie prassi. Non ho commesso nessuna anomalia, anzi i vertici dell’intelligence non hanno commesso alcuna scorrettezza o anomalia. Se poi volete speculare, speculate. Ma lo state facendo scorrettamente». Il Copasir dovrebbe riunirsi la prossima settimana. Per il ruolo di presidente, che per prassi spetta all’opposizione, sono in corsa l’esponente di Fratelli d’Italia Adolfo Urso e il leghista Riccardo Molinari che Salvini vuole assolutamente nel ruolo di presidente.

Risparmi di spesa, 2 miliardi da ministeri e aiuti alle imprese LE MISURE ROMA «Sono lieto che il dibattito pubblico sia ricco di proposte che sono più numerose sul lato della spesa e meno sul lato del reperimento delle risorse. E questo ripropone l’annoso problema delle coperture». Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, trova il modo per ironizzare sul nodo cruciale della legge di bilancio. Ed anche se il titolare di Via XX Settembre, nei giorni scorsi, ha spiegato che la nuova edizione della Spending review si aprirà nel 2020, a manovra chiusa, per quella in costruzione qualche taglio bisognerà pur farlo. Su questo versante il Def è chiaro, per quanto poco generoso di parole e idee.

EFFICIENTAMENTO Si parla, piuttosto genericamente di «efficientamento della spesa pubblica e di revisione o soppressione di disposizioni normative vigenti in relazione alla loro

efficacia o priorità», per un risparmio di oltre 0,1 punti percentuali di Pil. Vale a dire circa 2 miliardi. In queste ore, i collaboratori di Gualtieri tengono la bocca cucita spiegando che, sul fronte della riduzione della spesa, è ancora prematuro entrare nel dettaglio. Ma poi, qualche fonte fa trapelare che la dieta toccherà certamente i ministeri. Con una avvertenza. Nella scorsa primavera, i dicasteri sono stati già colpiti da una dieta piuttosto dura e necessaria per evitare all’Italia l’apertura della procedura d’infrazione. Si parla di 2 miliardi di euro, vale a dire la garanzia fornita a Bruxelles alla fine dello scorso dicembre sul congela-

mento, non più temporaneo ma in via permanente, di alcune voci di spesa racchiuse nei budget 2019 dei ministeri. Quel passaggio delicato ha lasciato tracce pesanti, tanto che, adesso, si cercherà di non calcare troppo la mano. Al riparo, ad esempio, ci sarebbe certamente il ministero dei Trasporti. Ma tagli potrebbero invece riguardare il ministero dell’Istruzione, in particolare sul versante dell’Università e alla ricerca. E potrebbe pagare un prezzo anche il ministero della Difesa. Incerto il destino degli enti territoriali, Regioni e Comuni, anche se questi ultimi nei giorni scorsi hanno messo le mani avanti ricordando all’esecutivo i sacrifici già fatti.

I DICASTERI AVEVANO GIÀ SUBITO I DEFINANZIAMENTI NECESSARI A SCONGIURARE LA PROCEDURA UE

IL RAPPORTO Al ministero del Tesoro presto passeranno al setaccio i circa 500 milioni iscritti a bilancio alla voce «competitività e sviluppo delle imprese». Si tratta di incentivi e interventi, pronto cassa, di sostegno attraverso il sistema della fiscalità, ai quali si aggiun-

ro e alzare gli stipendi è una delle priorità». Il ministro dei Beni culturali ha difeso l’azione del governo: «Non è un pannicello caldo». E ha risposto a Renzi, chiedendo più «lavoro di squadra». Da questa linea si è smarcato il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, renziano che ha preferito restare con i Dem.«Un normale confronto di idee tra partner della maggioranza non può trasformarsi ogni volta in un caso ha detto Marcucci - Da questo punto di vista è consigliabile che il Presidente del Consiglio ed i ministri aiutino a risolvere e non ad alimentare polemiche. Dobbiamo essere tutti consapevoli che fare la legge di bilancio, con i disastri lasciati dal precedente governo, non è semplicissimo». Dal fronte M5S, anche il mini-

Matteo Renzi e Nicola Zingaretti (foto ANSA)

stro degli Esteri Luigi Di Maio, che ultimamente è apparso incrociare le tesi di Renzi, stavolta si è schierato con il premier: «Mi fido di Giuseppe Conte. Secondo me dobbiamo abbassare i toni, non c’è bisogno di litigi». Anche Leu sta con Conte: «Il cuneo fiscale è una buona cosa»,

Le principali voci di spesa Risultati e previsioni in % del Pil 2018

2019

2020 9,8 9,7 9,6

Redditi lavoro dipendente

8,3 8,2 8,2

Consumi intermedi

19,8 20,3 20,5

Prestazioni sociali

3,7 3,4 3,2 45,1 45,4 45,2

Totale spese correnti di cui spesa sanitaria Spese in conto capitale (investimenti)

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15,2 15,5 15,6

di cui pensioni Interessi passivi

6,5 6,6 6,6 3,3 3,3 3,3

Totale spese

48,4 48,7 8,5

Fonte: Nadef

gono 200 milioni del ministero dello Sviluppo economico sempre con le stesse finalità. Una dote di 700 milioni che potrebbe subire un ridimensionamento. Certo, come ha fatto notare ieri Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici esper-

RIPARTIRÀ, MA CON TEMPI MENO IMMEDIATI, LA SPENDING REVIEW BASATA SUI COSTI STANDARD

ha detto il ministro alla salute Roberto Speranza. Mentre il premier e Renzi si scontrano, il ministero dell’Economia è al lavoro sui numeri. Palazzo Chigi ricorda che il taglio al cuneo «conduce ad un beneficio medio di 40 euro mensili in busta paga per i lavoratori». Una cifra che si raggiungerebbe se la nuova misura si applicasse alla stessa platea che beneficia del bonus Irpef voluto dal governo Renzi: i lavoratori con reddito fino a 26 mila euro. Ma si stanno ancora facendo le simulazioni. L’idea sarebbe quella di ampliare l’intervento ai redditi fino a 35 mila euro (e il Pd punterebbe a spingersi fino a 40 mila euro), cercando una soluzione per fare arrivare il beneficio anche agli incapienti, cioè a chi guadagna meno di 8 mila euro, rimanendo sotto la no tax area. Diodato Pirone

to in materia di tagli alla spesa pubblica, la spending review prevista nella manovra è «modesta e la sostanza è che si cercano solo 1,8 miliardi quando anche negli altri anni senza fare tanto si riuscivano a trovare 4-5 miliardi». Forse non proprio a caso, in questi giorni, alcuni tecnici suggeriscono di rispolverare proprio un vecchio documento messo a punto da Cottarelli, sotto l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel quale, attraverso il meccanismo dei costi standard, veniva suggerito alla pubblica amministrazione di acquistare beni e servizi senza sforare i tetti suggeriti. «L’identificazio-

ne delle caratteristiche – si legge nelle 126 pagine ora di nuovo al vaglio del Tesoro – impedirà che lievi variazioni delle caratteristiche del bene possano essere prese a giustificazione per acquisti fuori convenzione a prezzi più elevati, garantendo così il raggiungimento dell’obiettivo di razionalizzazione della spesa pubblica». Il Tesoro sarebbe pronto a fare le pulci su tutto: servizi, sanità, mense e pure la connessione internet. Si parte con i buoni pasto che per i 3,3 milioni di dipendenti pubblici vengono fissati a un massimo di 6 euro, indiscriminatamente se lo statale lavori a Milano o Reggio Calabria. Gli economisti di via XX Settembre suggeriscono alle amministrazioni pubbliche di comprarli in economia di scala per trattare condizioni di sconto tra il 16 e il 17%. Con la stessa minuzia con cui passa a rassegna i principali prodotti alimentari la griglia sanitaria analizza i costi e i prezzi dei macchinari più delicati. Per esempio: per avere un apparecchio per la mammografia full risk gli ospedali non potranno spendere più di 70mila euro. Per la macchina che controlla la glicemia, invece, viene fissata una prestazione ogni 5 secondi. Il costo? 39 euro. Michele Di Branco

-TRX IL:04/10/19 22:40-NOTE:

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6 MILANO CRONACA LA SFIDA di Marta Bravi

L

unedì potrebbe essere il d-day per le Olimpiadi invernali: si parlerà di infrastrutture sostenibili a Milano, mentre a Verona si terrà il vertice sulla governance dei Giochi dle 2026. A Palazzo delle Stelline di corso Magenta 61 (ore 9) si parlerà della sfida ingegneristica delle infrastrutture di una olimpiadi che ha tra i suoi cavalli di battaglia la sostenibilità e il basso impatto ambientale. «Infrastrutture e Olimpiadi. Innovazione, approccio integrato e sviluppo sostenibile» è il titolo del dibattito organizzato da Milano Serravalle Engineering, in collaborazione con Milano Serravalle - Milano Tangenziali S.p.A. I lavori si concentreranno sulla realizzazione di nuove infrastrutture e sull’adeguamento di quelle esistenti, che richiederanno nuovi paradigmi di innovazione e flessibilità a garanzia di un futuro riutilizzo intelligente del patrimonio infrastrutturale. L’evento è stato pensato come uno spazio di confronto fra pubbliche autorità, operatori di settore e tecnici: ognuno metterà a disposizione il proprio punto di vista strategico e le proprie specifiche competenze. «Si parlerà di gover-

Sabato 5 ottobre 2019

I GIOCHI DEL 2026

Olimpiadi Milano-Cortina Manager, infrastrutture e prove di sostenibilità

il Giornale

UN BIMBO DI SEI ANNI

Rubata bici del compleanno I vigili gliela ricomprano

Alle Stelline si parla di grandi opere e a Verona un vertice per scegliere il Ceo nance regionale e nazionale quali il finanziamento delle grandi opere, la creazione di valore a lungo termine e il loro rapporto essenziale con la sostenibilità - spiega Fabio Saldini, amministratore unico di Miano Serravalle Engineering e promotore del convegno così verranno ripercorse esperienze di reversibilità e “smart-reuse”, di contenimento del consumo del suolo ed efficienza gestionale ed economica del costruito». Un focus importante riguarderà il Building Information Modeling un sistema per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione delle costruzioni. Con questa iniziativa Milano Serravalle Engineering si

vuole confermare come uno degli interlocutori più dinamici nel panorama dell’ingegneria italiana, con l’auspicio di chiamare a raccolta contributi decisivi su un evento sportivo di rilievo mondiale. Sempre lunedì potrebbe essere il d-day per la governance dalla società che dovrà organizzare l’evento del 2026. Ci sarà anche il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora a Veronafiere quando si riuniranno tutti i soggetti che sono chiamati a lanciare la macchina operativa dei Giochi, ovvero il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sindaco di Milano Beppe Sala e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia. All’ordine del giorno l’atte-

5 mld

1,9 mld

l’indotto aggiuntivo previsto per il Paese e 20mila i nuovi posti di lavoro

il costo totale stimato, di cui 1,170 miliardi solo per la gestione complessiva contro i 1,2 di Torino 2006

sissimo nome del supermanager che dovrà appunto guidare l’organizzazione, più tecnicamente il Chief executive officer (Ceo). L’identikit: manager di lungo corso nel campo del pubblico e del privato, l’impegno a rimanere per sette anni ovvero fino al 2026, in cambio di uno stipendio non parametrato a quello di un manager di una multinazionale. Il comitato dovrà scegliere tra una rosa dai tre a cinque nomi individuati da una società di cacciatori di teste. La seconda parte dell’incontro, invece, sarà dedicato alla definizione della governance. Sembra che i soci siano orientati alla formula della fondazione, che dovrà trovare una definizione e contorni precisi, sopratutto i nomi da mettere nell’organigramma. Compito del ministro, tra le altre cose, sarà anche quello di garantire che la legge olimpica, che il sindaco Sala e il governatore Attilio Fontana il 18 settembre scorso sono tornati a chiedere a gran voce, venga approvata entro fine anno.

Gli rubano la bici nel giorno del suo sesto compleanno, e gli agenti fanno una colletta per donargliene una nuova. Succede al Comando di zona 6 giovedì quando un agente interviene su richiesta di una mamma: il bambino non trova la bicicletta nuova che aveva parcheggiato di fronte alla scuola. È il regalo ricevuto la stessa mattina per festeggiare il compleanno. L’agente intervenuto prende la denuncia di furto, ma commosso decide di coinvolgere i colleghi per fare una colletta e comprare una nuova bicicletta. La bici è stata consegnata al bambino insieme al berretto della Polizia Locale e ad un biglietto: «Ciao piccolo grande uomo, qualcuno giovedì ha provato a rovinarti la giornata, ma non c’è riuscito. Buon compleanno dai tuoi amici vigili».


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REGIONE

SABATO 5 OTTOBRE 2019 IL MATTINO

che, a parole, tutti vogliono difendere».

braccio di ferro in consiglio regionale

Berlato rilancia la caccia al lupo No della Lega, lo scontro in aula Il capogruppo di Fdi, lobbista delle doppiette: «Proteggere allevatori e malghesi» La speaker zaiana Rizzotto: «Basta, il suo progetto legislativo è incostituzionale» sure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori», deciso com’è a dare battaglia. «Abbiamo vissuto un’altra stagione di alpeggio martoriata da continue e crescenti aggressioni da parte dei lupi», le sue parole «è un’emergenza che sta portando all’esasperazione i nostri allevatori e malghesi, abbandonati da istituzioni troppo condizionate

Filippo Tosatto VENEZIA. Altro che il Lupo di

Gubbio ammansito dal santo. Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia e lobbista delle doppiette in consiglio regionale, sceglie la ricorrenza di Francesco d’Assisi per sfidare la maggioranza sul versante che più gli sta a cuore: la licenza di sparare ai lupi, rei di predare le greggi e le mandrie seminando il panico nei pascoli della Lessinia e sull’Altopiano di Asiago.

LA MAGGIORANZA DIVISA

Le cifre del fenomeno in Veneto; 163 predazioni e 357 i capi di bestiame uccisi

A novembre – effetto Brexit – il vicentino saluterà l’assemblea di Venezia per traslocare al Parlamento di Bruxelles e la circostanza gli impone di stringere i tempi. Sconfitto in terza commissione (che egli stesso presiede) dove leghisti e opposizione hanno sonoramente bocciato il suo progetto legislativo, Berlato ha scelto di riproporre in aula le «mi-

da una demagogia animalista pronta a fare crociate per garantire i diritti dei predatori ma poco sensibili a tutelare quelli dei lavoratori e della gente di montagna che, con la sua attività quotidiana, ha sempre assicurato la manutenzione e la salvaguardia del territorio e dell’ecosistema

Il lupo è ricomparso sulle montagne venete e c’è chi lancia l’allarme

LO STRAPPO ALTOATESINO

Di che parliamo in concreto? Nel Veneto, le ultime stime ufficiali (risalenti al 2017) registrano 163 eventi predatori che hanno portato alla morte di 357 capi di bestiame; la Regione ha stanziato fondi per risarcire gli allevatori danneggiati e dotarli di sistemi d’allarme e prevenzione ma l’esponente della destra si appella alla legge varata dal Trentino Alto Adige – che autorizza il «contenimento» della fauna selvatica – e sollecita un analogo via libera alla “selezione degli esemplari in esubero» nostrani. Difficilmente sarà accontentato. VETO DEL GOVERNATORE

Perché il governatore Luca Zaia (che ieri ha celebrato la giornata francescana postando un selfie in compagnia dell’amato cavallo) ha posto un veto a riguardo, ammonendo i consiglieri leghisti a «lasciare in pace i lupi». Perché la speaker del Carroccio, Silvia Rizzotto, in vista dell’esame in aula, ribadisce la contrarietà del suo gruppo: «Non comprendo la forzatura di Berlato. La tutela del bestiame è un’esigenza reale, che condividiamo e vogliamo soddisfare con ulteriori stanziamenti di risorse, ma la sua proposta di legge presenta rischi di incostituzionalità che ne sconsigliano l’approvazione. Lasci perdere la propaganda e se ne faccia una ragione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

si moltiPlicano i ricorsi

Leggi venete impugnate a Roma Ciambetti: «Un Governo ostile» Contestati i controlli di vicinato che il consiglio regionale aveva approvato all’unanimità Fracasso (Pd): ribadiamo il sì ma evitiamo scontri ideologici VENEZIA. Impallinate. Riguar-

dino il paesaggio o le sanzioni amministrative, l’urbanistica o il bilancio, le leggi approvate dall’assemblea regionale finiscono sempre più spesso nel mirino di Roma. Ultima in ordine di tempo, quella che istituisce e regola i “controlli di vicinato”: al sì

unanime di Palazzo Ferro-Fini ha fatto eco l’impugnazione del Governo che, su proposta del ministro dem Francesco Boccia, si è rivolto alla Corte Costituzionale invocando «la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza». La circostanza fa infuriare Roberto Ciambetti, il presidente del consiglio veneto: «La sicurezza partecipata attraverso la collaborazione tra vicini non è lotta al crimine, è la risposta all’indifferen-

za, è l’espressione del senso civico, è uno strumento di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale», replica sul punto il leghista; e poi alza il tiro: «Il ministro Boccia si è assunto una responsabilità gravissima e mi chiedo quali siano state le motivazioni reali che hanno spinto l’esecutivo ad accogliere la sua proposta, assumendo una posizione disinformata oltre che antistorica e priva di qualsiasi senso etico. Tre sono le possibili risposte a questa do-

Roberto Ciambetti, il presidente leghista del Consiglio del Veneto

manda: il governo Conte nutre profondi e radicati pregiudizi contro il Veneto; secondo, qualche burocrate pensa di poter fermare il degrado, il disagio sociale e l’insicurezza diffusa a colpi di carta bollata e decreti; terza, la combinazione delle due precedenti ipotesi: evidentemente il governo guarda con pregiudi-

olimPiadi 2026

Avviso d’asta - Immobili DATA DELL’ASTA

18 Novembre 2019 alle ore 10:30 LUOGO DELL’ASTA

Sede “ASTE 33”, 31100 - Treviso (TV) Strada Vecchia di San Pelajo, 20

ministro come sia importante partire rapidamente sulle Olimpiadi Milano-Cortina, anche se è presto. Non c’è nulla da inventare. Suggerisco un tavolo di coordinamento gestito dalla prefettura, ce ne sono diverse coinvolte, come per Expo, e questo chiede un collegamento con una sala di controllo. È l’unica soluzione che posso vedere». Parole del sindaco milanese, Beppe Sala, a con-

De Luca apre ai nordisti Lite tra Boccia e Stefani VENEZIA. Frecciate a distanza sul tema autonomia. Nel suo viaggio “pastorale” tra i governatori, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ha incontrato Vincenzo De Luca: «Un colloquio positivo», il commento del governatore campano «ci sono tutte le condizioni per contribuire allo sforzo unitario anche con Veneto e Lombardia alle quali spiegheremo che se ci addentriamo in sconvolgimenti costituzionali perdiamo solo tempo. Se invece ipotizziamo soluzioni amministrative e istituzionali ragionevoli, potremo fare un lavoro proficuo». Da parte sua, il ministro del Pd parla di «fallimento del progetto leghista dell’autonomia» e rilancia la «cornice unitaria» della riforma: «Boccia ha un atteggiamento ideologico e purtroppo dimostra di non essere in grado di avere un approccio tecnico e oggettivo sul tema dell’autonomia differenziata», la secca replica di Erika Stefani, predecessore al dicastero «dovrebbe smetterla di criticare il lavoro fatto e “partorire” finalmente una proposta sua». —

il Pd per voce di Stefano Fracasso: «L’abbiamo votata dopo un ampio confronto con le forze dell’ordine, gli amministratori e il territorio, il testo finale accoglie alcuni nostri emendamenti, perciò ribadiamo il sostegno espresso»; detto questo, il capogruppo getta acqua sul fuoco: «Non leggo in questa vicenda un segnale di ostilità del Governo nei confronti del Veneto, si tratta in fondo di una dialettica fisiologica tra legislatori concorrenti, non dimentichiamo che in via precauzionale Roma impugna atti approvati da tutte le Regioni e che più volte l’amministrazione Zaia si è rivolta ala Consulta contro leggi dello Stato. Semmai, in futuro, eviterei altre leggi “stile Pontida”, quelle sì destinate a bocciatura certa». — Filippo Tosatto

TRIBUNALE di TREVISO - FALLIMENTO n. 172/2017

Sala: «Milano-Cortina adotti il modello Expo» VENEZIA. «Ho sottolineato al

zio e sospetto al Veneto e ha trovato un formidabile alleato in quei burocrati che vedono il mondo solo sullo sulla carta e attraverso formalismi vuoti, indipendentemente dall’essere o meno al servizio del cittadino, del contribuente, delle persone più deboli». In difesa della normativa controversa di schiera anche

autonomia

clusione di un colloquio con Vincenzo Spadafora, il ministro dello sport. Quest’ultimo, lunedì, sarà a Verona per incontrare i partner dei Giochi 2026: oltre a Sala, i governatori Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia), Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. In agenda, le linee d’indirizzo e scelta dell’ad che guiderà la Fondazione olimpica. —

Tribunale di Treviso - Piani del Consumatore N. 3/2019 e N. 4/2019 R.G.

Si rende noto che il giorno 05 dicembre 2019 alle ore 12.00 avanti al Notaio dott. Paolo TALICE, con Studio in Treviso, Via S. Pellico n. 1, si procederà alla vendita tramite procedura competitiva del seguente bene immobile appreso all’attivo del fallimento: LOTTO UNICO - PIENA PROPRIETÀ - unità immobiliare ad uso direzionale (A/10) all’interno di un fabbricato ottocentesco denominato Palazzo Sernagiotto sito in Venezia, Cannaregio 5723. La superficie commerciale, di circa 787 mq, comprende il piano terra ed il primo piano, cortile interno, ampia terrazza affacciata sul Canal Grande con vista panoramica sul ponte di Rialto e un approdo privato. Si evidenzia che l’immobile è stato dichiarato di particolare interesse culturale ed è pertanto soggetto alla disciplina del Codice dei Beni Culturali di cui al D. Lgs. 42/2004. Stato dell’immobile: libero. Classe energetica D.

PREZZO BASE D’ASTA: EURO 6.000.000,00 PREZZO BASE DI VENDITA € 78.000,00 Unità Immobiliare a destinazione Residenziale di tipologia a schiera con annesso garage e scoperto esclusivo di circa mq. 123,00 Ubicazione: Giavera del Montello (TV), Vicolo Padre Alberione, 9 Stato di occupazione: Occupato senza titolo

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pari al valore di perizia e al valore di un’offerta irrevocabile già pervenuta a mani del Curatore. Gli interessati potranno presentare in busta chiusa le istanze di partecipazione alla vendita presso lo Studio del Notaio Talice, entro le ore 11.00 del giorno 05 dicembre 2019. Si rinvia alla perizia di stima pubblicata sul Portale delle Vendite Pubbliche e sui siti internet: www.tribunale.treviso.it, www.asteannunci.it, www.asteavvisi. it, www.rivistaastegiudiziarie.it, www.canaleaste.it, www.asteonline.it. Maggiori informazioni potranno essere assunte presso il Curatore Fallimentare dott. Aldo Van den Borre, con studio in Silea (TV), Via Treviso n. 61 - tel: 0422.363491 - fax: 0422.363475 - e-mail: studioass@celdaco.it PEC: f172.2017treviso@pecfallimenti.it.


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