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BELLUNO
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
17
I problemi della viabilità
Caner rilancia l’A27, il ministro lo stoppa Il prolungamento dell’autostrada diventa uno dei temi portanti del dibattito: «Adesso bisogna cominciare a discuterne» LONGARONE. Chi si rivede? La Venezia-Monaco. L’ipotesi è stata rilanciata ieri, alla kermesse “Dolomiti Show”, nel corso della tavola rotonda sui grandi eventi dolomitici coordinata dal condirettore del “Corriere delle Alpi”, Paolo Cagnan. L’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, è uscito di botto proponendo che non ci si limiti a riqualificare la statale di Alemagna, ma che si rilanci l’ipotesi di proseguire l’autostrada per portare nuovo turismo europeo sulle montagne più belle del mondo. «Va ripreso subito il dialogo con gli austriaci» ha raccomandato Caner, ricordando che proprio da quel Paese sono arrivati sono arrivati, nel passato, i no più fermi all’attraversamento autostradale delle loro valli. Caner ha detto di comprendere le ragioni degli ambientalisti, ma proprio per questo – ha aggiunto – un’autostrada si può costruire anche in modo nient’affatto impattante: magari in galleria e attrezzata di un corridoio tecnologico che lungo il suo percorso faccia transitare tutti i servizi possibili. Caner ha posto l’esigenza di uno sbocco a nord del Veneto, e quindi della Provincia di Belluno, perché il Brennero porta i treni a Verona per poi orientarli verso il porto di Genova. «Noi invece abbiamo bisogno che i turisti arrivino sulle Dolomiti e in Veneto e che il commercio approdi direttamente a Venezia». Con Caner, si è dichiarato d’accordo il presidente della Provincia Roberto Padrin, ricordando però che bisognerà tener conto della contrarietà di numerosi sindaci e anche di quella – ha precisato – di «qualche autorevole esponente di Governo che è pure qui presente». Padrin ha fatto riferimento al ministro Federico D’Incà. Il presidente ha confermato di aver già avuto alcu-
ni incontri chiarificatori sulla possibilità di proseguire l’autostrada. Che uno sbocco a nord ci debba essere è pure la convinzione del sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina. Decisamente contrario, invece, proprio il ministro D’Incà, secondo il quale «i sogni sono legittimi, ma bisogna essere molto concreti» e con le disponibilità fi-
Per gli sbocchi a nord ci sono già Tarvisio e Brennero e c’è la convenzione delle Alpi nanziarie del Paese è già molto – ha aggiunto il rappresentante del Governo – se riusciamo a scucire i 200 milioni necessari per la circonvallazione di Longarone». D’Incà ha ricordato che come sbocchi a nord ci sono il Brennero e Tarvisio e che esiste una “Convenzione delle Alpi” contraria a nuovi attraversamenti autostradali della montagna. In ogni caso – ha suggerito – bisognerà andare dagli austriaci e chiedere se veramente sono disponibili a farsi attraversare da una nuova autostrada. A questo punto, però, il ministro ha invitato anche la Regione Veneto, attraverso Caner, a chiarire finalmente se la possibile ed auspicabile alternativa del “Treno delle Dolomiti” resterà un sogno oppure se è un progetto concretizzabile. Intanto, senz’altro utile è il collegamento ferroviario tra Primolano e Feltre. Replica dell’assessore Caner: «Non voglio dire che l’autostrada si possa fare domani, ma appunto perché è un’opera complessa, e non tutte le comunità locali sono d’accordo, bisogna cominciare a discuterne». — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il dibattito a Longarone Fiere condotto dal condirettore del Corriere delle Alpi Paolo Cagnan con Ghedina, D’Incà, Caner e Padrin
la promessa
Vincoli in Cadore e Comelico «Parlerò con Franceschini» Il ministro predica pazienza sulla autonomia per Belluno Spiega che il governo durerà fino a fine legislatura E poi il taglio ai parlamentari LONGARONE. A quando l’autonomia della Provincia di Belluno? In Fiera a Longarone, tra i padiglioni di “Dolomiti show” il ministro Federico D’Incà sorride. Bisogna avere pazienza, dice. Prima arriverà l’autonomia del Veneto, poi quella della Provincia. Ma i tempi? «Questo Governo rimarrà in carica si-
l’appello
Caner e Ghedina: il governo si impegni per le Olimpiadi Dal vertice di domani a Verona potrebbero uscire le indicazioni sul nome del manager «I 260 milioni promessi finora da Roma non sono sufficienti» LONGARONE. Il Governo deve impegnarsi di più per le Olimpiadi del 2026; non può limitarsi solamente a farsi carico delle spese di sicurezza e delle Paralimpiadi. Lo hanno detto chiaro e tondo, ieri a “Dolo-
miti Show”, l’assessore regionale Caner e il sindaco di Cortina Ghedina. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha dal canto suo assicurato che il suo collega Spadafora sta verificando la possibilità di una partecipazione diretta al grande evento. Il condirettore de “Il Corriere delle Alpi” Paolo Cagnan, coordinatore della tavola rotonda, ha ricordato che proprio domani
a Verona si terrà un importante vertice con lo stesso ministro, i governatori Zaia, Fontana, Fugatti e Kompatscher, i sindaci Ghedina e Sala e il presidente del Coni Malagò. D’Incà ha fatto sapere che probabilmente già domani si saprà il nome del manager che gestirà l’organizzazione dei Giochi e ha garantito che la Legge Olimpica sarà pronta entro la fine dell’anno. Il ministro ha pure annunciato
no a fine legislatura. Non ci sono dubbi…». E uno dei passaggi fondamentali del Conte bis è la prossima riduzione dei parlamentari. D’Incà dice di contarci molto; proprio lui, d’altra parte, è il ministro direttamente coinvolto. Ma, a proposito di autonomia, il Veneto e la stessa Provincia di Belluno “sognano” una Soprintendenza regionalizzata se non addirittura provincializzata. In questo modo si eviterebbero complicazioni come quelle per il collega-
che maggiori risorse per la preparazione dell’evento saranno previste dalla prossima manovra economica. L’assessore regionale Federico Caner si è in ogni caso raccomandato che il general manager “sia una persona di qualità”, magari riconosciuta a livello internazionale. E come sostiene da sempre il presidente Zaia – ha insistito Caner – questo manager non sia un riciclato della politica. Per l’assessore non ci sono dubbi: i 260 milioni promessi dal Governo non sono affatto sufficienti; lo Stato ci deve essere in modo diretto – ha sottolineato -, non può lasciare sole le Regioni. In effetti – ha ammesso il sindaco di Cortina – il Governo precedente ha un po’ fatto
mento sciistico tra la Valgrande e la Val Pusteria. E anche l’imposizione di vincoli paesaggistici, come quelli su Auronzo e sul Comelico. Altro sorriso del ministro. Fa capire, D’Incà, che le difficoltà al riguardo non sarebbero poche. Ma i vincoli verranno confermati sui Comuni? «La competenza è della Regione Veneto» ci risponde. Non è forse del Ministero dei Beni Culturali? Non era stato il direttore generale del Ministero a raccogliere l’istan-
troppo da spettatore. «Non può limitarsi – ha specificato – a finanziare soltanto le Paralimpiadi, lasciando che si arrangino le Regioni e le Province autonome». Il primo cittadino ha confermato che il ministro Spadafora si sta interessando per andare oltre, come ha ammesso an-
Il presidente Padrin «I Giochi 2026 sono una grande occasione per il Bellunese» che nel primo contatto avuto con il presidente della Regione Zaia. «L’occasione dei Mondiali di Cortina 2021 e delle Olimpiadi 2026 – ha sot-
za della Soprintendenza e a sottoporla al ministro Bonisoli? «Ne discuterò con il collega Franceschini – taglia corto D’Incà, mentre ci passa accanto l’on. De Menech, pure lui in attesa di un confronto chiarificatore con il capo dei Beni culturali -. Al vertice del ministero è cambiato un po’ tutto, non ci sono né Bonisoli né il direttore. Io sono ottimista e sono sicuro che qualcosa lo si potrà fare». Ottimista anche per il superamento degli altri vincoli, quelli per il collegamento sciistico? «Sì, in questo caso ritengo che siamo vicini ad una soluzione. Il sindaco di Comelico Superiore lo sa già». Infine l’Acc. D’Incà si dichiara fiducioso in una soluzione positiva per i lavoratori. — F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
tolineato, dal canto suo, il presidente della Provincia Roberto Padrin – sono una doppia, grandissima occasione da non perdere per testimoniare le potenzialità del Bellunese. E non solo dal punto di vista turistico. Le Olimpiadi, in particolare, metteranno il nostro territorio sotto i riflettori del mondo. Non possiamo presentarci come una montagna votata ancora allo spopolamento e alla marginalità. Il turismo oggi presenta dati confortanti e deve diventare una delle armi con cui contrastare la “desertificazione”». I numeri relativi ai primi cinque mesi del 2019 indicano in 296.530 gli arrivi tra gennaio e maggio e in 1 milione 259.099 le presenze. — F.D.M.
Nordest
PROCESSO ALLE BANCHE
Vicenza ha già archiviato Zonin, l’uomo del crack costato all’Italia 5 miliardi di euro Nessuna protesta, pochissimo pubblico: il primo dei procedimenti contro l’ex re della città va in scena nella generale indiferenza. Perché l’economia locale si è ripresa. E tutti vogliono rimuovere il volto oscuro del “Veneto operoso” di Vittorio
S
eduto al tavolino di un bar, Gianni Zonin consuma svelto un panino triste in compagnia del suo avvocato. Siamo a Vicenza, sono quasi le tre del pomeriggio e la folla degli impiegati in pausa pranzo è rientrata di corsa in uicio, alla ricerca di un riparo dal caldo appiccicoso di una giornata afosa di ine settembre. I pochi passanti degnano appena di uno sguardo quell’uomo anziano in gessato grigio. Lo riconoscono. Non può essere altrimenti. Zonin era il padrone della città. Per vent’anni e più, il suo uicio di presidente della Popolare di Vicenza è stato il crocevia di ogni sorta di afare, lecito e anche illecito. Questa è l’accusa dei magistrati che hanno messo sotto processo il banchiere simbolo di un’epoca inita all’improvviso quattro anni fa, quando il gran capo della Popolare fu costretto a scendere dal trono, inseguito dai sospetti e dalle indagini. Poi venne il crack. Un buco da oltre 3 miliardi. Prestiti irregolari per centinaia di milioni, bilanci addomesticati per nascondere le perdite. E decine di migliaia di risparmiatori che hanno perso per intero il proprio investimento nelle azioni di una banca che si illudevano fosse indistruttibile. Dopo molte false partenze, la macchina della giustizia inine si è mossa. È 82
6 ottobre 2019
Malagutti
tempo di processi, ora. Zonin deve rispondere di aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza e falso in prospetto. Il dibattimento ha preso il via a dicembre dell’anno scorso a Vicenza in un tribunale assediato da centinaia di cittadini che chiedevano giustizia armati di megafoni, cartelli e slogan minacciosi. Adesso di tanto clamore resta ben poco. Le udienze vanno in scena una dopo l’altra nell’indiferenza generale. Una manciata di secondi nei notiziari regionali in tv Qualche riga in cronaca sui giornali locali. In Rete, anche i blog più agguerriti hanno abbassato il volume delle proteste, forse perché nel frattempo si è inalmente materializzato il fondo di indennizzo ai risparmiatori a suo tempo promesso dal governo Lega-Cinque stelle. I soldi spariti nella voragine del crack verranno in parte rimborsati ad azionisti e obbligazionisti che per reddito e patrimonio personale potranno dimostrare di non essere speculatori incalliti. Un risarcimento parziale che arriverà chissà quando, ma è comunque meglio di niente. I conti che ancora non tornano, a questo punto, sono quelli della giustizia. Il processo iniziato a Vicenza corre sul ilo della prescrizione e riguarda, oltre all’ex presidente, anche un altro consigliere di amministrazio-
ne, l’imprenditore Giuseppe Zigliotto, insieme a un pugno di manager dell’istituto, quelli che occupavano i posti di comando. Tra loro non c’è Samuele Sorato, l’ex direttore generale la cui posizione è stata stralciata per motivi di salute. Rimane invece in sospeso l’accusa più grave di tutte, la bancarotta. Zonin si è opposto ino in Cassazione alla dichiarazione di insolvenza della banca. E in attesa della sentenza della Suprema Corte, il crack resta senza colpevoli. Sono innocenti, per il momento e ino a prova contraria, gli amministratori che si sono succeduti nel board dell’istituto. Così come i responsabili dei controlli, cioè sindaci e revisori. E poi gli alti dirigenti che hanno personalmente ideato e gestito le operazioni che si sono trasformate in una bomba a orologeria nei conti dell’istituto. Tocca ai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori tirare le ila dei sospetti, ricostruire gli episodi che hanno materialmente causato il fallimento, illuminare i fatti salienti di una vicenda complicatissima raccontata in milioni di pagine di un’istruttoria immensa per dimensioni. Una storia triste con un cast a dir poco afollato: decine e decine di attori, comprese comparse e comprimari. Tutti partecipi, in un modo o nell’altro, di un sistema di potere che ha
Storie
Gianni Zonin, 81 anni (a destra), in aula durante il processo in corso a Vicenza
dissanguato quella che per decenni è stata descritta come la banca simbolo dell’opulento e operoso Nordest.
Foto: M. Toniolo - Errebi / Agf
S
erviranno mesi, nella migliore delle ipotesi, per portare alla sbarra i presunti responsabili del fallimento. Nel frattempo va in scena un altro processo, minore se si vuole, ma che serve comunque ad aprire squarci di luce in una vicenda di malainanza per molti aspetti ancora oscura. A quanto sembra però, Vicenza ha fretta di voltare pagina. E allora succede che giovedì 26 settembre, l’aula di tribunale appare quasi vuota di pubblico. All’ingresso del palazzo
di giustizia un cartello giallo indica le scale che portano al sotterraneo dove si svolgerà l’udienza. L’informazione si rivela inutile, perché solo una pattuglia di addetti ai lavori, avvocati e giornalisti, si presenta di buon mattino per assistere ai lavori e questi habitué sanno orientarsi senza problemi tra stanze e corridoi. È un incontro tra pochi intimi, quindi. Eppure all’ordine del giorno c’è una deposizione di grande importanza, quella di Emanuele Gatti, l’ispettore della Vigilanza di Bankitalia che su mandato della Bce di Francoforte nella primavera del 2015 ha scoperchiato il pentolone dello scandalo. È lui il teste chiave che può spiegare le
irregolarità nella gestione della banca messe a verbale nella sua relazione di quattro anni fa, quella che poi portò al ribaltone al vertice dell’istituto, con l’uscita della prima linea dei manager. Le parole di Gatti, interrogato dal pm Salvadori, cadono nel silenzio di una platea semideserta. Ad ascoltarlo, seduto in prima ila, c’è l’imputato Zonin. Dal dicembre scorso, l’ex presidente, 81 anni, non perde un’udienza. Nei primi mesi dopo il crollo, circolavano racconti più o meno fantasiosi che lo descrivevano come un uomo in fuga dalla furia dei risparmiatori, forse barricato in qualcuna delle sue residenze sparse per l’Italia, dal 6 ottobre 2019
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Nordest
Palazzo Thiene a Vicenza, messo in vendita dai liquidatori della Popolare
Friuli alla Sicilia, oppure addirittura sull’altra sponda dell’Atlantico, negli Stati Uniti. Gran parte dell’immenso patrimonio del banchiere risulta da tempo intestato a società controllate da moglie e igli ed è quindi al riparo dai sequestri giudiziari, che hanno in qui colpito beni per un valore di alcuni milioni. Briciole, se davvero Zonin verrà chiamato a rispondere dei danni causati a decine di migliaia di azionisti. Nel frattempo però, l’ex patron della Popolare ha deciso di sfoderare davanti ai giudici l’orgoglio dei giorni migliori. Si è sempre dichiarato innocente. Sostiene di non essere stato messo a conoscenza dei particolari, e delle possibili conseguenze, delle manovre inanziarie vietate dalla legge che per anni sono servite a coprire i buchi in bilancio Nel racconto dell’imputato eccellente sarebbero stati i manager a gestire in autonomia quegli afari dai contorni opachi. Un lungo elenco che comprende, per esempio, i cosiddetti “prestiti baciati”, cioè i inanziamenti elargiti a clienti che si impegnavano a comprare titoli della banca. Oppure le lettere di garanzia con cui l’istituto di credito veneto assicurava un rendimento isso e predeterminato delle proprie azioni a beneicio di una ristretta cerchia di soci privilegiati. Tra 84
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le operazioni taciute ino all’ultimo alla Vigilanza compaiono anche i giochi di sponda con alcuni fondi lussemburghesi che oltre a sostenere gli aumenti di capitale della Popolare, avevano dirottato decine di milioni verso imprenditori amici. Tutti soldi usciti dalle casse della banca vicentina. Rispondendo per oltre cinque ore alle domande del pm, Gatti ha squadernato il libro nero della Popolare. Zonin, impassibile, lo sguardo isso verso il testimone, ha seguito per intero la luviale deposizione dell’ispettore di Bankitalia. Il quale non ha mancato di rievocare anche la svolta decisiva dell’intera vicenda: l’incontro, il 7 maggio del 2015, tra lo stesso Gatti e l’allora presidente dell’istituto veneto, ancora ben saldo in sella nonostante si accumulassero le voci sulle crescenti diicoltà della banca vicentina. In quell’occasione, per la prima volta, il banchiere fu messo di fronte alle sue responsabilità. Per anni, infatti, le autorità di controllo avevano dato via libera ai bilanci della Popolare e i inanziamenti irregolari: quelli “baciati”, ben nascosti nelle pieghe dei conti, si erano accumulati ino a superare di slancio i 500 milioni. Adesso, al processo, Consob e Banca d’Italia igurano tra le parti ofese, al pari dei risparmiatori a cui fu raccontata una realtà ben diversa da
quella efettiva. Le istituzioni sono salve, quindi. E per tutti gli altri coinvolti nel caso, la strada verso la verità, almeno quella giudiziaria, appare ancora molto lunga e complicata. Il processo per la bancarotta miliardaria, se mai ci sarà, prenderà il via non prima del 2020 e forse anche dopo, a sei anni di distanza dall’inizio delle indagini. Il procedimento di primo grado cominciato a Vicenza durerà ancora mesi e si concentra più che altro sull’operato dei manager di comando come l’ex direttore inanza Andrea Piazzetta o Emanuele Giustini, già responsabile delle politiche commerciali e quindi dei rapporti con i clienti. Sono loro, nella ricostruzione della Vigilanza bancaria e poi dei pubblici ministeri, ad aver irmato i documenti più compromettenti. Tra i componenti del consiglio di amministrazione l’accusa, come detto, ha invece circoscritto le imputazioni ai soli Zonin e Zigliotto, archiviando la posizione di altri 21 indagati, tra cui anche i membri del collegio sindacale.
N
iente maxi processo, quindi. Tutto rimandato a data da destinarsi. Quello che ci vuole per far scomparire la memoria del crack dalla coscienza collettiva di una città ansiosa di dimenticare la pagina più nera della sua storia. Il presente incombe e Vicenza festeggia perché ha ripreso a correre. La grande paura della crisi inanziaria, quella innescata dall’esplosione della bolla del debito tra il 2008 e il 2011, ormai è un ricordo lontano. Le statistiche più aggiornate raccontano di un’economia che cresce. Il valore delle esportazioni non è mai stato così alto, segnala la Camera di commercio locale commentando i dati del primo semestre del 2019. Un record diicile da battere, almeno nell’immediato, visto che mercati di sbocco importanti come Cina e Germania segnano il passo. Intanto però la provincia berica si conferma al terzo posto nella graduatoria nazionale dell’export, davanti a Brescia e sempre più vicina a Torino, che viaggia in seconda posizione molto
Storie
Una manifestazione di protesta, nel luglio di tre anni fa, dei piccoli azionisti delle banche venete fallite
Foto: Arco Images - Agf, M. Toniolo - Errebi / Agf
distante dalla capolista Milano. Buone notizie anche sul fronte del lavoro, con la disoccupazione che l’anno scorso è scesa dal 6,8 al 5,3 per cento, quasi la metà del dato nazionale, che a ine 2018 era attorno al 10 per cento.
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allora è vero, Vicenza ha perso la sua banca, ma si fa presto a esorcizzare il fantasma di Zonin se la cronaca abbonda di buone notizie. Anche la politica locale adesso può permettersi di festeggiare, dopo che per mesi le istituzioni e i partiti si sono afannati a prendere le distanze dal banchiere caduto in disgrazia. Achille Variati, sindaco della città tra il 2008 e il 2018, ha conquistato addirittura una poltrona di governo: sottosegretario agli Interni nel Conte bis. Un successone per il navigatissi-
mo ex democristiano, poi Margherita e quindi Pd, lo stesso che dopo il naufragio della banca fu costretto a derubricare a semplice “obbligo istituzionale” la sua frequentazione, da primo cittadino, con Zonin. Storie vecchie, quelle. La Popolare non c’è più. Scomparsa. Intesa ne ha cancellato l’insegna, dopo che nel giugno del 2017 ha assorbito al prezzo simbolico di un euro la parte migliore dell’attivo di bilancio dell’istituto fallito. In quei giorni si è chiusa allo stesso modo anche la storia di Veneto Banca, sede a Montebelluna, naufragata, come la rivale di Vicenza, in un mare di prestiti incagliati. A pagare il conto dell’ operazione è stato il bilancio pubblico, con un assegno a fondo perduto di 3,5 miliardi a favore di Intesa e a carico dei contribuenti. A questa somma vanno aggiunti altri 1.285 mi-
lioni che sono serviti a inanziare, sempre a spese dell’Erario, l’uscita di quasi 4 mila dipendenti dalle ila del gruppo nato con la doppia acquisizione. A carico della liquidazione restano i crediti ad alto rischio e poi gran parte del patrimonio immobiliare, che è stato messo in vendita. Tra l’altro è inito all’asta anche Palazzo hiene, capolavoro del Palladio in pieno centro città. Le indiscrezioni più recenti raccontano che l’oferta migliore sarebbe arrivata dal fondo statunitense Bain, che sembra in vantaggio su Cerberus, un altro marchio della inanza Usa. Questione di giorni e poi con questo afare si chiuderà davvero il cerchio. L’ultima eredità della banca di Zonin inirà agli americani e la città potrà illudersi di aver fatto i conti con il suo passato. Q 6 ottobre 2019
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II
Belluno
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
IL NODO DI LONGARONE Per il ministro Federico D’Incà, Movimento 5 Stelle, la priorità è intervenire sul nodo di Longarone per evitare le lunghe code.
L’ATTRITO LONGARONE Governo e Regione
si incontrano (e scontrano) a “Dolomiti Show” in Fiera Longarone. Dove l’autostrada A27 finisce comincia il dibattito sul prolungamento e sullo sbocco a nord per la provincia di Belluno. Federico Caner, Lega, assessore al turismo della Regione Veneto siede alla sinistra del ministro per i rapporti con il parlamento, Federico D’Incà M5S, alla sua sinistra c’è il presidente della provincia di Belluno e sindaco di Longarone Roberto Padrin, dall’altro lato invece siede il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina.
Sbocco a nord dell’autostrada: scintille tra Regione e governo `Il pentastellato: «Concentriamoci su opere utili» Faccia a faccia ieri in Fiera al “Dolomiti Show” tra il ministro D’Incà e l’assessore regionale Caner Il leghista: «Basta dire che gli altri sono contrari» `
bisogna investire su autostrada o ferrovia. Non è più tempo per le grandi opere senza una condivisione del territorio».
LE VARIANTI A ROMA
FUOCO ALLE POLVERI È Federico Caner ad accedere la miccia e a dire, senza troppi giri di parole, che lo sviluppo turistico della provincia di Belluno è vincolato dall’assenza di infrastrutture. Che questo territorio paga un peso elevato per l’assenza di un asse viario di scorrimento. Padrin, gioca di sponda: si dice d’accordo ma sottolinea che serve un dibattito con i sindaci contrari e una condivisione ampia. Il ministro Federico D’Incà, pur apparendo contrariato non perde l’aplomb. «La Lega ha una nutrita rappresentanza nel parlamento europeo, perché non valuta se Eusalp permette l’apertura di un nuovo valico. Chiedete all’Austria cosa ne pensa. La prima cosa che va chiarita è se
«IN QUESTA FASE È MEGLIO CONCENTRARSI SU OBIETTIVI A PORTATA DI MANO, LAVORANDO TUTTI ASSIEME»
Il ministro Federico D’Incà ha anche portato all’incontro importanti novità sul fronte delle quattro varianti per i mondiali: «Entro fine mese potrebbe essere terminato il percorso autorizzativo per quelle che riguardano l’Alemagna. Ve lo dico come lo hanno detto a me, nelle ultime ore. Non so quanto sia attendibile la data ma queste sono le tempistiche che mi sono state indicate. Non possiamo permetterci opere che proseguono di due metri al giorno e che se ci mettiamo con la pala e il piccone facciamo addirittura più in fretta». Il ministro bellunese ha poi spiegato che il commissario del Governo per i mondiali 2021 Luigivalerio Sant’Andrea sarà confermato per dare continuità all’iter.
Al fianco delle autorizzazioni d’Incà ha anche spiegato che nell’estate si sono sbloccati 130 milioni di euro che riguardano elettrificazione Feltre Montebelluna, le varianti della 51 di Alemagna e Coltrondo. «Credo in questa fase - prosegue D’Incà sia meglio mettere da parte idee faraoniche e concentrarci sui progetti a portata di mano. Primo su tutti il nodo di Longarone. Secondo me questo è l’obiettivo da raggiungere. Lavoriamo tutti assieme, superando le divisioni». Pronta la replica di Caner: «Autostrada non esclude treno e viceversa. Non possiamo sempre dire che gli altri sono contrari. Sono d’accordo di lavorare sugli obiettivi di breve raggio ma bisogna avere anche una visione d’insieme. Parliamone».
CORTINA Viabilità e olimpiadi nei prossimi anni diventeranno centrali nel dibattito. Gianpietro Ghedi-
na, sindaco di Cortina, ieri ha anche chiesto al governo di sciogliere il nodo delle risorse: «Fin ora il supporto del governo, pur importantissimo, non è andato oltre le parole. Non possiamo essere lasciati soli. Vorremmo capire e sentire con quale spirito potrà sostenere i giochi. Sulla viabilità c’è stato un cortocircuito tra Anas e ministero dell’Ambiente. Una battuta d’arresto che fatico a giustificare in vista dei grandi eventi. Vogliamo vedere i cantieri partire. Ci crederemo quando vederemo arrivare le ruspe. Siamo estremamente in ritardo e mi sento di lanciare un appello». Anche Ghedina si è schierato per lo sbocco a nord: «Potrebbe far fare a questa provincia il salto di qualità. Senza sbocco si muore». Opinioni contrapposte, visioni distanti. L’autostrada verso l’Austria è tutta in salita, piena di curve e a una sola corsia. Andrea Zambenedetti
Olimpiadi Lunedì c’è l’incontro per il nuovo manager Si riunisce lunedì a Verona il comitato d’indirizzo delle olimpiadi 2026. All’inizio si svolgerà una riunione per l’individuazione del nuovo general manager. «Mi auguro non sia un riciclato» ha spiegato l’assessore regionale Federico Caner. «Il nome si saprà solo lunedì» ha spiegato il ministro Federico D’Incà che ha spiegato di parlare con il collega Vincenzo Spadafora (ministro dello sport) ad ogni consiglio dei ministri della questione olimpiadi di Cortina 2026. «Contiamo di chiudere con la legge sulle olimpiadi entro il prossimo anno - ha spiegato D’Incà - l’obiettivo è evitare sprechi di denaro pubblico».
Fare turismo tra le Dolomiti? È davvero un’impresa LA RASSEGNA BELLUNO Camminando tra gli
stand della Dolomiti Show non ci sono solo aziende ma storie, storie d’impresa e di business, storie di persone che hanno deciso di investire le proprie risorse in un’idea o in un’intuizione: imprese radicate nel territorio, che mantengono salde le proprie radici con uno sguardo puntato verso un futuro di innovazione e sostenibilità e lo fanno sfidando spopolamento e fatica, resistendo. È il caso dell’impresa di Luca Bertagnolli, fondatore di Mente Mobile. Partito dal mondo dello scialpinismo ha deciso di trasportare il proprio bagaglio di conoscen-
ze nel mondo della comunicazione. «A 35 anni ho invertito le cose, mi sono iscritto a Psicologia. Di solito prima si studia, ma io prima ho fatto la formazione sul campo» spiega. Il suo è un progetto ambizioso: punta a fornire servizi di formazione alle imprese e ai privati, «per adattarci mentalmente alle persone e alle realtà». Emergono inoltre altri volti, altre realtà aziendali sempre legate al territorio, come quella di Evòo, azienda nata da pochissimo che opera nel settore dell’arredamento, spaziando dalla realtà alberghiera alla ristorazione, progettando e realizzando allestimenti su misura. Il punto focale di questa azienda è proprio la volontà di personalizza-
re il prodotto finale, come sostiene Alberto Segato, fondatore dell’azienda insieme a Stefano e Alessandro Segato, «siamo in grado di lavorare molto su misura, in modo da vestire le cucine o qualunque ambiente sull’esigenza del cliente, in modo da ottimizzare gli spazi e ridurre i tempi di trasformazione e i costi». Insomma, fare gli
LUCA A 35 ANNI HA AVVIATO MENTE MOBILE: PUNTA A DARE SERVIZI ALLE AZIENDE E AI PRIVATI
IMPRENDITORI Geo Nordest si occupa di energia e gas
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imprenditori qui impone la riscoperta e l’attaccamento alla terra e alle Dolomiti bellunesi, patrimonio mondiale Unesco. Ed è proprio qui che si inserisce l’associazione sportiva Dolomiti Sport Republik, associazione che promuove un turismo sostenibile ed eco friendly, mettendo a disposizione del turista figure professionali qualificate che permettono di esplorare l’ambiente naturalistico in tutta sicurezza, attraverso percorsi studiati ad hoc. L’offerta è varia, da semplici escursioni a percorsi più avventurosi dall’ice climbling alle vie ferrate che portano alla riscoperta di panorami e sentieri del bellunese. Dal turismo si passa all’energia: Geo Nordest, azien-
da di fornitura di energia elettrica e gas naturale. «Siamo convinti che il Veneto - sostiene Boris Caldart, amministratore delegato - e in generale questo territorio aveva bisogno di una società che avesse un’organizzazione stabile, proprio perché - continua Caldart - la cultura e le esigenze delle persone e degli utenti non sono quelle della grande società globalizzata». Grande attenzione dunque viene posta sul territorio bellunese, che tra le Dolomiti fa emergere centri e città come Cortina d’Ampezzo, culla dello sport invernale e dello sci d’alpinismo, che nel 2021 ospiterà i Campionati del Mondo di Sci alpino maschile e femminile. Gloria Vardanega
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Cittadella
IL PROGRAMMA Oggi dalla mattina a alle sera una vasta gamma di proposte con spettacoli, eventi e i piatti tipici della nostra tradizione
Camposampiero
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Zaia: «Pro Loco risorsa del turismo» Il governatore è intervenuto ieri al Festival del Veneto sottolineando l’importanza del ruolo dei volontari `
I presidenti delle associazioni locali hanno ribadito la necessità di cambiare la normativa sulla sicurezza `
Protezione civile: festa in piazza con i ragazzi
PIAZZOLA SUL BRENTA Fare manifestazioni sicure per i visitatori, ma anche per i volontari, modificando le norme per la sicurezza tarate sugli eventi organizzati. E’ questa la pressante richiesta che i presidenti nazionale, regionale e provinciale dell’Unione nazionale delle Pro loco d’Italia, rispettivamente Antonino La Spina, Giovanni Follador e Fernando Tomasello, hanno evidenziato ieri pomeriggio a Piazzola sul Brenta, al numeroso parterre di politici, schierati sulla scalinata di Villa Contarini, per il taglio del nastro della terza edizione del Festival delle Pro Loco del Veneto. Palla presa al balzo dal presidente della Regione Luca Zaia, il quale ha voluto innanzitutto ricordare i due agenti di polizia uccisi a Trieste, chiedendo un applauso per l’opera delle forze dell’ordine. «Il nostro è un Paese strano, dove i volontari vengono trattati come delinquenti, mentre i delinquenti non si possono ammanettare - le parole del governatore -. Se domani si spegnessero le luci delle Pro loco, di turismo ne vedremmo davvero poco. Turismo che ha un fatturato regionale di 18 miliardi. Grazie, quindi, ai volontari che lavorano gratis per la comunità. Alcuni compaesani pensano ci sia qualche cosa che non va. Non c’è nessun interesse». Zaia, poi, ha sottolineato la vicenda di Refrontolo dove sono morte 4 persone. «Dopo 5 anni nelle sedi penali sono stati assolti il Comune e il presidente della Pro loco che due giorni prima aveva prestato il capannone. Quella la sua colpa. Ma ora c’è il processo civile. Noi siamo al loro fianco».
LE RIFLESSIONI Zaia ha poi ringraziato i sindaci per la loro opera, ricordato come il turismo si stia evolvendo nel digitale e come negli eventi ci siano sempre più cittadini stranieri. «Noi politici dovremmo toglierci la casacca del partito e lavorare per garantire alle Pro loco, ai sindaci e ai cittadini,
FONTANIVA
LA MANIFESTAZIONE Il Governatore Luca Zaia ha aperto il 3° Festival delle Pro Loco del Veneto: numerose le autorità intervenute
la possibilità di vivere gli eventi in assoluta sicurezza», ha detto il senatore Antonio De Poli in rappresentanza della Presidenza del Senato. «Sono cresciuto anch’io e crescono intere generazioni nelle Pro loco - ha evidenziato Federico D’Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento - Molti volontari oggi sono sindaci, consiglieri o siedono in Parlamento. Le Pro Loco sono un modello che dovrebbe essere esteso alle attività di Governo. Lavorare insieme, dialogare, superare le barriere per raggiungere l’obiettivo vuol dire fare un salto di qualità e dare ai giovani certezze e futuro. Faremo il possibile per modificare la normativa». «Chiediamo - ha ribadito Follador - una legge ad hoc sulla sicurezza delle manifestazioni delle Pro loco. Non si possono applicare le regole dei grandi
eventi che arrivano ad assorbire il 40% della spesa». Per quanto riguarda il Festival, con padrone di casa il sindaco piazzolese Valter Milani e con madrina l’attrice padovana Stella Sabbadin, oggi nella sala della Filatura nell’ex jutificio, ci sarà il meglio della terra veneta, ma non solo. Dalle 10 alle 20, ingresso gratuito, a disposizione del pubblico una vasta gamma di proposte;enogastronomiche, culturali e di intrattenimento. E poi musica, teatro, canto, antichi mestieri, attività didattiche e laboratori per bambini. In particolare alle 16,30 l’estrazione della lotteria benefica del Festival. Un evento per tutti, in particolare per i giovani affinchè conoscano, imparino e tramandino, le tradizioni e l’amore per la propria terra. Michelangelo Cecchetto
Discorsi ridotti all’essenziale e tanta azione. Poche parole e tanti fatti, com’è nello stile dei volontari della Protezione civile e com’è stato ieri per il gruppo comunale di Fontaniva coordinato da Flamiano De Marzi, che ha voluto festeggiare i 20 anni di fondazione, con l’attività “Volontari per un giorno”. Ha coinvolto una quarantina di “ragazzi speciali”, ossia con alcuni limiti, ma che non per questo devono essere considerati al di fuori delle normali dinamiche sociali. I 26 volontari fontanivesi, coadiuvati dai colleghi del Distretto Alta Padovana che conta i Comuni di Carmignano di Brenta, Cittadella, Galliera Veneta, Grantorto, Gazzo, San Martino di Lupari e Tombolo, hanno diviso i giovanissimi in varie squadre, consegnato caschi, casacche e radio, e attraverso un percorso a stazioni, li hanno coinvolti in modo dinamico in varie situazioni. Ecco quindi alzare al cielo la torre faro, utilizzare la motopompa, fare una saccata, salire sul fuoristrada ed avviarsi a sirene spiegate verso l’emergenza. Ed ancora, utilizzando un camion antincendio della sezione Montegrappa della Protezione civile Sette Comuni spegnere un principio di rogo e poi salire su un’ambulanza dell’associazione locale Sos Alta Padovana, imparando a conoscere tutte le attrezzature. «Ringrazio i volontari per la loro opera e per questa iniziativa straordinaria nel segno dell’inclusione», ha detto il sindaco Edoardo Pitton. E De Marzi ha aggiunto: «Una festa nel segno dell’inclusione, un volontariato che si aggiorna costantemente grazie all’attenzione del Comune. Abbiamo, unica sede, un nuovissimo ponte radio». Oggi alle 10,30 messa in Duomo e poi benedizione dei mezzi. Per gli interessati dai 18 anni in poi, la sede nella zona industriale è aperta ogni primo e terzo martedì del mese dalle 21. M.C.
LA RICORRENZA La Protezione civile ha festeggiato i 20 anni
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DAL 1887
il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 131- N° 111
VENEZIA MESTRE
Domenica 6 Ottobre 2019
Mestre La campagna separatista si apre subito tra le polemiche Sperandio a pag. II
L’analisi
La storia A Nordest corre la locomotiva: percorsi storici record di viaggi
www.gazzettino.it
Calcio Il Genoa sbaglia un rigore, Milan e Giampaolo “graziati” Callai a pagina 22
Marzo Magno a pagina 14
Trieste, bufera sulle fondine
La necessità di dare agli Usa `Sotto sequestro le custodie delle armi `Il sindacato di polizia accusa: «Difettose» un risposta sottratte ai due agenti uccisi in questura Ma il Viminale: arbitrario, non speculate forte sui dazi Romano Prodi a battaglia commerciale in corso fra Stati Uniti e Europa nasce da un caso specifico ma è parte di un’ormai lunga guerra che, almeno per ora, non da segno di volere finire. La causa occasionale è la sentenza riguardante la lunga e nota controversia sui sussidi che l’Unione Europea avrebbe dato al Consorzio dell’Airbus. Questo è tuttavia solo un aspetto dell’ormai consolidata strategia americana di passare dal multilateralismo al bilateralismo sia in politica sia in economia. Dal punto di vista economico la decisione di inasprire i dazi è strumentale all’obiettivo, più volte indicato dal Presidente Trump, di porre fine al pauroso deficit accumulato nel tempo dalla bilancia commerciale americana. Una strategia che dovrà probabilmente essere portata avanti per lungo tempo dato che le sanzioni e i dazi già messi in atto (ad esempio nei confronti della Cina e della Russia) non hanno dato fino ad ora i risultati rispondenti alle aspettative e hanno solo contribuito al rallentamento di tutta l’economia mondiale. Nel caso dei rapporti con l’Unione Europea non ci si deve sorprendere che i dazi americani, che entreranno presumibilmente in vigore il prossimo 18 ottobre, comprendano beni (come i prodotti alimentari) che non hanno nulla a che fare con l’industria aeronautica e paesi (come l’Italia) che non fanno parte del consorzio Airbus. Le guerre commerciali, come tutte le guerre, nascono per fare male e portano con sé l’ovvia (...) Continua a pagina 27
La Procura ha disposto il sequestro delle fondine dei due agenti uccisi nella questura di Trieste, nonché delle armi stesse, estratte dalle loro custodie dal killer. «Sarebbe stato un difetto nelle fondine in dotazione a costare la vita ai due agenti», è l’affondo del segretario del Sap. Da mesi inoltre il ministero dell’Interno era alla ricerca di nuove soluzioni per superare le «criticità». Ma il Dipartimento di pubblica sicurezza esclude che al momento possa esserci correlazione con «la tragica morte di Matteo e Pierluigi. Non speculate». Agrusti e Bonetti da pagina 2 a pagina 5
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La madre
«La notte prima Alejandro sentiva le voci, era agitato» «Sentiva le voci» Alejandro Augusto Stephan Meran. A raccontarlo è la madre che spiega di aver passato la notte a cercare di tranquillizzarlo: «Mi aveva chiamato per dirmi che sentiva delle voci. Diceva che c’era qualcuno che voleva ucciderlo, mi chiedeva aiuto». A pagina 4
Piano del governo per ripartire 70 miliardi per le grandi opere Sblocco dei cantieri e nuove risorse: le mosse per rilanciare gli investimenti
` FIDANZATI Matteo Demenego e la fidanzata Valentina Saponaro
«Il mio Matteo morto? Non può essere vero» Marco Agrusti
Dopo il tweet
orri, Matteo è morto». Le urla nelle sale della società triestina di zumba e fitness Maxima, dove lavora Valentina Saponaro, la fidanzata di Matteo Demenego (l’agente semplice originario di Velletri ucciso in Questura a Trieste (...) Segue a pagina 3
«Mandati a morire» Tutti contro chef Rubio
«C
A pagina 3
Non solo taglio del costo del lavoro. Il rilancio degli investimenti pubblici è l’altro obiettivo politico della legge di Bilancio che sarà firmata da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri: un obiettivo da perseguire con i limitati margini finanziari disponibili, ma con una forte caratterizzazione ecologica da spendere anche a livello europeo, nell’ambito del più complessivo green new deal. L’accelerazione del governo sarà in due mosse: alla fine della prossima settimana un consiglio dei ministri dedicato al tema infrastrutture, che passerà in esame l’elenco dei cantieri più o meno fermi per un valore di circa 70 miliardi. Cifoni a pagina 7
Il caso
Salvini-Lamorgese, botta e risposta sui trasferimenti dei migranti Matteo Salvini pubblica una circolare del ministero dell’Interno che redistribuisce una novantina di migranti in vari centri d’accoglienza, e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, per la prima volta, va su tutte le furie. «Ecco la prima circolare di ridistribuzione
immigrati. Verso l’Europa? No. Verso Umbria, Marche e Campania», l’attacco di Salvini. Fedele all’impegno di apparire il meno possibile, affida ai suoi uffici il compito di stilare una replica elencando le redistribuzioni di Salvini compresa quella di 2.500 migranti dal Friuli il 5 luglio scorso. Conti a pagina 9
«I controlli di vicinato non si fermano» Caccia all’anti-Zaia, il Pd chiama Calenda «Siamo partiti molto prima della legge regionale e andremo avanti indipendentemente da ciò che verrà deciso dalla Corte costituzionale». I responsabili veneti del Controllo del vicinato tirano dritto, dopo l’impugnazione delle legge regionale: «Non cambia niente, non sarà certo la burocrazia a fermarci», spiega Antonella Chiavalin, responsabile regionale. Il prefetto di Padova, che da anni applaude queste iniziative, conferma: «I protocolli che noi sigliamo con i Comuni non sono intaccati dalla legge regionale. Se serviranno verifiche le faremo, ma per ora andiamo avanti e presto sottoscriveremo il documento con altri tre sindaci». Pipia a pagina 12
Alda Vanzan
«Bimbo adottabile» Scontro con la madre
NIENTE STOP In Veneto prosegue l’iniziativa
Dopo anni trascorsi in una comunità di recupero sostiene di essere cambiata, di aver compreso i propri errori e di essere pronta a prendersi cura degli figlio che oggi ha poco più di cinque anni. Ma il Tribunale per i minorenni di Venezia è stato di diverso avviso e, dopo aver affidato il piccolo ad una famiglia esterna, lo ha dichiarato adottabile con un provvedimento che è stato impugnato e sarà discusso domani dai giudici della Corte d’appello. Amadori a pagina 12
ancano otto mesi alle elezioni regionali del Veneto e il Pd, il principale partito di opposizione, non ha ancora deciso cosa fare, chi candidare, con chi allearsi. Sindrome del perdente o necessità di aspettare che il pallino - dopo il cambio di governo da gialloverde a giallorosso, dopo la nomina di ministri e sottosegretari e in attesa del voto in Umbria e in Emilia Romagna - finalmente si fermi? L’aspetto singolare è che in questo quadro di perenne attesa si è pensato di chiedere a un ex dem di candidarsi contro Luca Zaia. Segue a pagina 11
La scuola
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REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Chiamata-lampo per le cattedre vuote
EX DEM Carlo Calenda, oggi a capo di “Siamo Europei”
Una chiamata lampo per i docenti nelle scuole, per coprire il maggior numero di cattedre che restano vuote e assumere i precari che ne hanno diritto. Il ministero dell’Istruzione ha messo a punto un nuovo sistema di reclutamento che andrà a regime da settembre 2020, per andare a sistemare tutti i posti che all’inizio dell’anno si ritrovano puntualmente senza docente titolare. Loiacono a pagina 10
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Rovigo
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Dodici milioni per gli acquedotti Sette, grazie a un finanziamento regionale, destinati a Boara `L’intervento si è reso necessario per scongiurare il rischio per la messa in sicurezza della stazione di prelievo dall’Adige di black-out come quello che un anno fa lasciò Rovigo senz’acqua `
SERVIZIO IDRICO ROVIGO I polesani non rischieran-
no mai più di restare a con i rubinetti a secco in caso di piena del fiume Adige o altri episodi di maltempo. Sono infatti partiti in questi giorni i lavori di potenziamento della centrale Acquevenete di Boara Polesine che andrà ad aumentare la capacità di trattamento dell’impianto aumentandone l’efficienza in caso di situazioni di emergenza, come quella che si verificò un anno fa costringendo senz’acqua potabile, per diversi giorni, centinaia di famiglie.
RISCHIO BLACK-OUT IDRICO Un disagio enorme per gli utenti costretti a lavarsi, lavorare e preparare il cibo con l’acqua di bottiglia. Ora, però, grazie ad un investimento della Regione di 1 milione e mezzo di euro, Acquevente metterà mano all’acquedotto polesano, dotandolo di sistemi di ultima generazione. A controllare lo stato dei lavori, l’altro giorno, il direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua, inviato dal commissario per l’emergenza maltempo Luca Zaia. Presenti anche Loris Toniato della direzione Tutela e sviluppo del territorio regionale, il direttore di Arpav Rovigo Vincenzo Restaino, il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara, il numero uno di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo e il membro del cda dell’ente Antonio Bombonato. Ad esprimere soddisfazione per il potenziamento della centrale idrica di Boara, anche il prefetto Maddalena De Luca.
IL PREFETTO «Dopo l’emergenza idrica dello scorso anno abbiamo riscontrato subito da parte di Acquevenete una forte sensibilità nel farsi carico e nel risolvere la problematica – ha detto l’altro giorno il prefetto - Sono stati infatti avviati subito i lavori di ammodernamento degli impianti per renderli idonei a far fronte anche a situazioni di carattere eccezionale». «Un’altra importante innovazione introdotta - ha
IL SISTEMA DI DEPURAZIONE DELLA CENTRALE È STATO POTENZIATO PER FAR FRONTE ALL’INQUINAMENTO
aggiunto il prefetto - è l’app per gli utenti, uno strumento di comunicazione che avevo chiesto in occasione dell’emergenza. Da qualche mese è infatti attivo un servizio di informazione costante all’utenza, con la finalità di ridurre al minimo i disagi per la popolazione, informando tempestivamente delle sospensioni di erogazione dell’acqua».
GRAN GUARDIA MOSTRA DI FUNGHI, TARTUFI E BONSAI
I LAVORI «Il cantiere è partito nei tempi previsti e, una volta portato a termine, consentirà un significativo miglioramento del servizio offerto, soprattutto in caso di crisi – ha fatto sapere il presidente di Acquevenete Cortelazzo - Chiediamo ai nostri utenti di pazientare per le sospensioni che saranno necessarie in corso d’opera, che verranno comunque sempre annunciate con anticipo, ricordando che il fine ultimo è quello di non ripetere situazioni di disagio come quelle vissute in passato».
PRESENTAZIONE Il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo e alcuni amministratori polesani
CENTRO FRANCESCANO NUOVO NUMERO DI “PROSPETTIVA ESSE”
IL PROGETTO Nel dettaglio, i lavori consentiranno di rimettere in funzione una sezione di trattamento parallela alla “chiariflocculazione”, ovvero i decantatori, che svolgono di fatto la stessa funzione. È poi previsto il rifacimento completo dell’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi. Il terzo obiettivo riguarderà, invece, l’adeguamento dell’opera di presa e infine verrà realizzato un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. Sempre per la centrale di Boara, è già stato ultimato un intervento di rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e al ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800 mila euro, mentre il progetto da 5,5 milioni di euro per l’ulteriore potenziamento della centrale è in fase di affidamento dell’incarico di progettazione definitiva.
INTERVENTO ORGANICO La sistemazione dell’ impianto rientra in un progetto più ampio interventi per oltre 12 milioni di euro, in parte sostenute dalla Regione. Nel frattempo, per quanto riguarda le altre centrali che attingono dall’Adige, sono in corso i lavori di adeguamento a Badia e Cavarzere, un progetto del costo totale di 680 mila euro. A Badia è in corso anche l’escavazione dell’alveo dell’Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200 mila euro. Roberta Merlin
(F.Cam.) I funghi a Rovigo fanno 43. Oggi dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 20 è aperta in Gran Guardia la Mostra micologica, organizzata come di consueto dall’Associazione micologica Bresadola, che permetterà ai visitatori di fare la conoscenza dei funghi più comuni e anche di quelli più rari. Al loro fianco anche alcune varietà di tartufo, grazie allo storico sodalizio con l’associazione “Amici del tartufo Polesano”, ma anche, questa la novità dell’edizione 2019, di alcuni esemplari di bonsai, grazie alla collaborazione con l’ associazione Delta Bonsai. L’iniziativa rientra nel calendario della 537^ edizione dell’Ottobre Rodigino.
Furto al magazzino comunale di via del Lavoro
Va a riprendersi la bici sequestrata, ma è stata rubata ` Furto al magazzino comunale via del Lavoro. I
ladri hanno sottratto una bici sequestrata dalla Polizia Locale in seguito all’ordinanza dello scorso anno per lo sgombero di piazza della Riconoscenza. Davanti alla stazione dei treni, infatti, non è più possibile parcheggiare le biciclette fuori dallo spazio loro riservato, all’interno dell’attrezzata rimessa pubblica. Esattamente come avviene per le auto, anche le bici incatenate fuori dagli spazi dedicati saranno rimosse e restituite solo previo pagamento dei costi sostenuti dalla Polizia Locale, incaricata del controllo. Stesso discorso per i rottami abbandonati, che venivano lasciati al loro destino dopo che il proprietario, sconsolato, si
accorgeva di essere stato derubato di alcuni pezzi importanti come le ruote, la sella oppure i pedali. In questo caso la restituzione del rottame, invece, ha un costo di 10 euro. Una rodigina, qualche giorno fa, andando a ritirare la propria bici rimossa dalla Polizia Locale, dopo avere pagato la custodia di 20 euro, una sorta di “sanzione” imposta dall’ex Amministrazione Bergamin per rispetto del decoro della piazza dedicata ai soccorsi dell’alluvione del 1951, si è accorta che la bicicletta non c’era più e che dei ladri devono averla sottratta in un momento di scarsa vigilanza. Il Comune è stato così costretto a rimborsare con 150 euro la sfortunata ciclista. A.Luc.
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(A.Gar.) Con una veste grafica completamente rinnovata è uscito il nuovo numero di Prospettiva Esse, la rivista del Centro francescano di ascolto scritta interamente dalle persone detenute nella casa circondariale di Rovigo, dal titolo “Amicizia e amore, tra progetti e futuro, pensati dietro le sbarre”. Il numero 1/2 primavera-estate di Prospettiva Esse, esse come speranza, è corredata dalle foto di Carlo Chiarion, in redazione Rossella Magosso e Bruno De Sero, direttore responsabile Livio Ferrari. Le copie cartacee sono disponibili nella sede dell’associazione Centro francescano di ascolto in via Mure soccorso, 5 a Rovigo, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Nel numero in uscita, spazio agli affetti e ai racconti di vita all’interno della casa circondariale, ma anche l’incontro con gli studenti del liceo Paleocapa, con una classe quinta che si è avvicinata alla triste realtà del carcere, il ricordo del 21 giugno, giornata internazionale della musica in carcere, i concetti di amicizia e rispetto per chi vive dietro le sbarre di una casa circondariale e le storie raccontate in prima persona sulle origini dei detenuti e su come una coabitazione forzata possa trasformarsi a volte in qualcosa di più.
III
Primo Piano
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
La campagna 4.0 unionista Social e rete “armi” di massa Le strategie delineate dall’Associazione “Una&Unica”. Cuman: «Puntiamo soprattutto sui messaggi Whatsapp. E non è più tempo di volantini: inquinano» `
L’ALTRO VERSANTE
VERSO IL VOTO Un momento dell’incontro di ieri al 9Bistrot
MESTRE Se gli autonomisti sono pronti a correre dappertutto pancia a terra, optando per il contatto diretto con il territorio, il fronte unionista sceglie invece di fare una “campagna referendaria 4.0”, come annuncia il coordinatore dell’Associazione “Una&Unica” Paolo Cuman: «Stiamo studiando con un paio di agenzie specializzate come raggiungere tutti i cittadini residenti con un messaggio su Whatsapp per spiegare che questo referendum è anacronistico e sbagliato».
CAMPAGNA SOCIAL
I costi della consultazione
La Giunta “anticipa” 700mila euro La Giunta comunale ha approvato nell’ultima riunione a Ca’ Farsetti il prelevamento dal fondo di riserva di oltre 1,3 milioni di euro necessari a garantire la copertura finanziaria di alcuni progetti. Tale somma sarà rimpinguata alla prima variazione di bilancio. In particolare con il prelevamento dal fondo di riserva la Giunta ha destinato 701.500 euro come anticipo per garantire la copertura finanziaria delle spese
necessarie alla consultazione referendaria sul progetto di Legge n.8 di iniziativa popolare relativo alla “Suddivisione del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre” previsto come noto per domenica 1 dicembre 2019. «Dato che le spese per la consultazione sono a carico della Regione Veneto - precisa una nota di Ca’ Farsetti -alla prima variazione verrà rimpinguato il fondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Insomma, se i primi puntano ad essere presenti capillarmente nei quartieri, gli altri mirano a raggiungere gli elettori con lo strumento oggi più diretto di comunicazione: lo smartphone. «Presteremo grande attenzione ai social network, da Facebook a Twitter fino a Instagram – precisa Cuman – Le dinamiche sono cambiate e noi vogliamo essere al passo con i tempi. I volantini vecchio stampo oggi come oggi producono solo carta da rifiuto mollata in terra. Molto dipenderà anche dai costi, ma contiamo su qualche finanziamento e confidiamo di raggiungere nei prossimi giorni l’accordo con l’azienda che sarà incaricata e di partire con l’invio dei messaggi». Che
l’invito sia di astenersi o di votare “No” è ancora presto per dirlo, anche se nell’ultima assemblea la propensione dei partecipanti era di dare man forte alla linea del sindaco Brugnaro sul disertare le urne. «Non andare a votare è un’opzione legittima, come votare “Sì” o votare “No”, checché ne voglia sostenere qualcun altro – sostiene Cuman – Vorrei ricordare che io stesso, come consigliere della Municipalità, quando voto ho quattro possibilità a disposizione: favorevole, contrario, non voto o astensione».
IL FRONTE TRASVERSALE Sul fatto che ieri al 9Bistrot ci fosse una buona rappresentanza di veneziani, il coordinatore di “Una&Unica” osserva: «Ci sono separatisti in centro storico come a Mestre, ma andrebbe ricordato che la terraferma non è solo Mestre: ci sono anche Marghera, Favaro, Chirignago e tanti altri quartieri e lì la musica è diversa». Da osservare che con Cuman pro unione e il presidente Conte pro separazione, il Pd in
LE DIVISIONI DEL PD IN MUNICIPALITA’ A MESTRE IL PRESIDENTE CONTE FAVOREVOLE ALLA SEPARAZIONE
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OPERATIVI Un incontro degli unionisti
Municipalità a Mestre Carpenedo è spaccato, mentre l’orientamento prevalente interno al partito è contrario alla separazione. «Finalmente c’è la possibilità di ripristinare il Comune di Mestre – ha dichiarato ieri Conte – Ricordo quando negli anni Settanta dallo Stato arrivarono i codici fiscali sbagliati, con il codice F159 per i mestrini, poi corretto nel 736 quando si accorsero che il Comune era unico». «Quella volta mi chiamarono da Roma quasi in segreto per chiedere spiegazioni, a loro sembrava stranissimo che una città
da 150 mila abitanti non fosse Comune», ha confidato a margine Barizza, allora direttore dell’Archivio comunale. Se per gli unionisti il tema non è all’ordine del giorno, gli autonomisti non escludono di unirsi in una lista civica per le comunali della prossima primavera: «Scendere in campo? Intanto siamo qua, per questa battaglia, trasversali. Una cosa alla volta, magari ci troviamo il 2 dicembre e vediamo insieme», ha risposto a precisa domanda Maria Laura Faccini. (a.spe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
A MESTRE TORNA “BUY VENETO” Si terrà domani al Laguna Palace di Mestre il 18° workshop internazionale del turismo. L’anno scorso ci furono 196 partecipanti da 46 Paesi
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Regionali 2020, il Pd chiama Calenda Contatti con l’ex ministro uscito dal partito dopo l’alleanza `I giovani dem infuriati: «Dal 2014 non si sta facendo niente» con il M5s per sfidare il prossimo anno il governatore Zaia Il segretario Bisato: «Non c’è inerzia, gli scenari sono cambiati» `
LE MANOVRE dal nostro inviato
PADOVA Mancano otto mesi alle elezioni regionali del Veneto e il Pd, il principale partito di opposizione, non ha ancora deciso cosa fare, chi candidare, con chi allearsi. Sindrome del perdente o necessità di aspettare che il pallino - dopo il cambio di governo da gialloverde a giallorosso, dopo la nomina di ministri e sottosegretari e in attesa del voto in Umbria e in Emilia Romagna - finalmente si fermi? L’aspetto singolare è che in questo quadro di perenne attesa si è pensato di chiedere a un ex dem di candidarsi contro Luca Zaia. Cioè di correre sì per perdere, ma onorevolmente e, soprattutto, per cominciare a investire sulla rinascita del centrosinistra in Veneto. Che, sulla carta, dovrebbe iniziare quando Zaia se ne andrà e cioè mal che vada nel 2025, quando il leghista finirà come impone lo statuto della Regione il suo terzo e ultimo mandato o magari prima, a seconda di quello che succederà in via Bellerio. Comunque sia, nel Pd veneto c’è chi ha pensato di candidare a presidente della Regione l’ex ministro allo Sviluppo economico ed ex dem, oggi a capo della formazione Siamo Europei il cui debutto nazionale è avvenuto a Tre-
VICENZA E TREVISO CHIEDONO DI CONVOCARE SUBITO GLI ORGANI DIRETTIVI: «NON C’È PIÙ TEMPO»
viso pochi giorno fa, Carlo Calenda. L’ex ministro - che aveva promesso “Mai col M5s” e quando è nato il governo giallorosso se ne è andato, pur restando europarlamentare, il più votato dei dem a Nordest - è stato individuato da autorevoli esponenti del Partito Democratico come uno dei più forti dei candidati possibili, in grado di tener testa a Zaia e di generare, in un elettorato moderato che pur apprezzando il governatore in carica non si riconosce nella Lega sovranista di Salvini, un sano entusiasmo. A quanto ri-
sulta, il leader di Siamo Europei avrebbe però declinato l’invito. Almeno per ora.
LE LETTERE Il fatto di aver pensato a un “esterno”, per quanto Calenda fino a ieri fosse organico al Pd, dà il segno della situazione di incertezza, e di difficoltà, che regna nel partito. I territori, però, premono: sia da Treviso che da Vicenza è arrivato al segretario regionale Alessandro Bisato l’invito a muoversi. «Bisogna partire ha detto la segretaria provinciale
di Vicenza Chiara Luisetto - Subito, però. Individuiamo quattro temi, e per me in cima ci stanno autonomia e sociosanitario, e facciamo vedere che abbiamo una proposta alternativa a quella di Zaia». Lo scorso 26 settembre anche la direzione provinciale del Pd di Treviso ha chiesto «la convocazione urgente» dei vertici regionali. Furiosi i giovani. Dice Andrea Vezzaro, 32 anni, della segreteria provinciale berica: «Sono passati cinque anni dalle primarie in cui vinse Alessandra Moretti, quat-
tro dalle elezioni regionali con la peggiore sconfitta di sempre e non è stato fatto niente. Tolta l’attività amministrativa in consiglio regionale e nei Comuni, il vuoto assoluto». «Il problema del Pd è che non abbiamo fatto opposizione fuori delle aule consiliari, il partito veneto è inesistente», rincara Angelo Tonello, 28 anni, membro dell’assemblea nazionale. Lui e Davide Giacomin, 20 anni, segretario dei Giovani Dem di Vicenza, non hanno dubbi: «Il candidato governatore? Achille Variati».
PAPABILI Carlo Calenda l’altro giorno a Roma con i lavoratori del gruppo Whirpool. A destra il segretario del Pd veneto Alessandro Bisato e il capogruppo in Regione Stefano Fracasso
La ricerca
Energia elettrica da fonti rinnovabili 36.697
6.955 Totale mix energetico
2017
Totale mix energetico
2050
2.032
3.687
fotovoltaico
idro
2.949
LE ALLEANZE A sentire i più, i Cinquestelle non andrebbero imbarcati in una alleanza. «L’accordo nazionale con il M5s è stato importante, ma sono perplesso su un’intesa a livello regionale - dice il senatore veneziano Andrea Ferrazzi Per “colpire” dovremmo puntare su una aggregazione con il civismo, penso a un accordo civico con i territori». Sulla stessa linea il capogruppo in Regione, Stefano Fracasso, che ieri con il convegno a Padova sul Veneto “sostenibile” ha di fatto avviato la sfida sui programmi: «Oggi non ci sono le condizioni per un rapporto con il M5s in Veneto». Dopodiché c’è chi riconosce che un conto è il M5s di Jacopo Berti, altro il M5s del ministro bellunese Federico D’Incà. E a proposito di Belluno, tra i papabili candidati governatori “interni” è spuntato il nome del deputato Roger De Menech. E il segretario veneto Alessandro Bisato cosa dice? «Faremo a brevissimo una direzione regionale, ma a chi accusa che abbiamo perso tempo faccio presente che nel giro di poche settimane è cambiato il mondo, gli scenari sono completamente cambiati, non c’è stata nessuna inerzia». Anche Bisato vorrebbe una coalizione di centrosinistra allargata al mondo civico e senza i Cinquestelle e magari con il candidato governatore che emerga «spontaneamente, naturalmente, senza dover ricorrere alle primarie». Ma la preoccupazione, per tutti, è che poi Roma si imponga. E, magari, obblighi a un accordo con i pentastellati. Che qui, però, (quasi) nessuno vuole. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
idro
2.200
724
biomasse
biomasse
1.232 biogas
Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari Ancona 071 2149811 Lecce 0832 2781 Mestre 041 5320200 Milano 02 757091 Napoli 081 2473111 Roma 06 377081
18 eolico
2.954 biogas
27.806 fotovoltaico
50 eolico
Energia elettrica da fonte rinnovabile (GWh) - Fonte: Università di Padova
La sfida ambientale: «Le nostre case sono dei colabrodo energetici» LO STUDIO PADOVA La sfida del Pd a Luca Zaia parte dall’ambiente. Perché i veneti pagano le bollette energetiche più care d’Italia, mediamente 1.592 euro all’anno e finora, dicono i dem, la Regione a guida leghista ha trascurato il te-
L’OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE NEL 2050: ENERGIE RINNOVABILI ED EMISSIONI DI CO2 PARI A ZERO aa17e976-2371-4b09-93c3-b5f24a9ca6a0
ma della sostenibilità ambientale. E cioè dello sviluppo dell’energia solare, dell’efficienza energetica degli edifici, di una mobilità elettrica e condivisa. «Un Veneto completamente a energia rinnovabile e a zero emissioni di CO2 nel 2050? Si può fare» è la sintesi dello studio commissionato dal gruppo consiliare regionale del Pd a un team di professori e ricercatori del Centro studi di Economia e Tecnica dell’energia “Levi Cases” dell’Università di Padova e illustrato ieri in un convegno a Limena dai professori Alberto Bertucco, Arturo Lorenzoni e Paola Valbonesi. Tre le linee di intervento tracciate: le abitazioni, oggi dei “colabrodo energeti-
ci”; la mobilità; le energie rinnovabili. Un’iniziativa che di fatto ha aperto il confronto programmatico in vista delle elezioni regionali del prossimo anno e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta.
LE MISURE Ma quali dovrebbero essere le azioni regionali per un Veneto 100% sostenibile? Tra le proposte avanzate dal Pd, un nuovo regolamento edilizio regionale per edifici a zero emissioni con la revisione della legge 49/2019, una legge regionale per la promozione delle comunità energetiche e un programma fotovoltaico fuori tetto con zonizzazione di parcheggi, discariche, aree dismesse, aree di risulta per il polmone fotovoltaico del Veneto. E poi l’istituzione di un fondo regionale per la transizione energetica e un piano colonnine ricarica con 5000 stazioni pubbliche al 2050 e l’adozione di piani comunali per infrastrutture di ricarica. Ovviamente, sul fronte dei trasporti, il biglietto unico regionale di cui si parla da anni. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
VeneziaMestre OGGI
Domenica 6, Ottobre 2019
L’INFINITO DI VECCHIONI RIPARTE DA MESTRE
CODICE VERDE
12°C 19°C
DOMANI
55 ore 07:25
70 ore 09:00
0
20 ore 23:20
20 ore 01:30
40 ore 15:30
Il Sole Sorge 7.12 Tramonta 18.43 La Luna Sorge 15.30 Cala N/A
Marghera
Atletica Family run: un fiume rosso da record a Chioggia
Cantautore Roberto Vecchioni Ferrarese a pagina XXV
I fiori di Serena per i due poliziotti uccisi a Trieste Serena, una ragazza down, si è presentata davanti al commissariato con una pianta di ciclamini per ricordare i due agenti uccisi a Trieste.
A pagina XVI
A pagina XV
Separazione, è subito polemica All’incontro di apertura della campagna per il sì spuntano `I comitati per la divisione: «Tante iniziative, andremo ovunque» bandiere sulle pareti dell’M9. Il museo stigmatizza l’accaduto Gli unionisti puntano sui social: «Raggiungeremo tutti i cittadini» `
La campagna referendaria entra nel vivo e le polemiche non tardano ad arrivare. A tenere banco, questa volta, la querelle sugli spazi utilizzati, con botta e risposta a distanza tra M9 e autonomisti. Dopo una decina di giorni di silenzio e di riunioni interne serrate, ieri i comitati e le associazioni pro separazione della terraferma dal centro storico, schierati tutti insieme, hanno scelto il 9Bistrot dell’M9, nuovo locale di tendenza in pieno centro, per dare il via alla marcia verso il voto del primo dicembre. La polemica è scoppiata un paio di ore dopo quando la direzione di M9 ha diffuso una nota che non lascia spazio a fraintendimenti: «Prendiamo le distanze dalla manife-
stazione organizzata questa mattina negli spazi di pertinenza del museo». Maria Laura Faccini, per conto di Mestre Mia prima organizzatrice dell’evento, ha rilanciato: «Non si comprende a quale titolo M9 si dissoci considerata la evidente sua totalità ed estraneità alle iniziative referendarie e autonomiste». Intanto gli unionisti puntano ai nuovi media, come annuncia il coordinatore dell’associazione “Una&Unica” Paolo Cuman: «Stiamo studiando con un paio di agenzie specializzate come raggiungere tutti i cittadini residenti con un messaggio su WhatsApp per spiegare che questo referendum è anacronistico e sbagliato». Sperandio a pagina II e III
Un 26enne morì per errore medico: 1 milione ai familiari
Mestre
Lavoro all’ostello per i minori non accompagnati I minori non accompagnati? Trovano lavoro in ostello. Il Comune ha scelto l’Anda per una mostra fotografica sul tema proprio perché qui vengono assunti molti giovani proposti dai servizi. «Spesso iniziano come tirocinanti e stagisti ma poi continuano e li assumiamo». SULL’M9 Una bandiera che la direzione ha fatto rimuovere
Fusaro a pagina XI
Calcio Pari a Cosenza, 4 gare esterne senza sconfitta
Il giovane si era presentato all’ospedale di Dolo con fitte lancinanti all’addome Noale
Promotore truffa famiglia di medici per 750mila euro Ha truffato un’intera famiglia di medici padovani di oltre 750 mila euro. Promotore finanziario noalese nel registro degli indagati Aldighieri a pagina XVIII
Stalli fissi per i carretti dei facchini I lavori inizieranno a metà ottobre e in pochi giorni porteranno all’istituzione di stalli fissi per i porter. Ce ne saranno a lato della scalinata della stazione di Santa Lucia e in piazzale Roma. L’idea è quella di limitare l’assalto disordinato ai turisti. Munaro a pagina V
San Donà
“Nuova” fiera La Regione: «Ci saremo»
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Un risarcimento di un milione di euro destinato alla famiglia di un ventiseienne deceduto sei anni fa all’ospedale di Dolo, a causa di un errore commesso dai medici. Lo ha stabilito il Tribunale a conclusione della causa avviata da padre, madre, fratello e zii della vittima contro la Ulss Serenissima, nella quale nel frattempo è confluita l’Ulss 13. Per il Tribunale il giovane, arrivato al pronto soccorso con dolori all’addome, morì per una scelta sbagliata dei medici. Amadori a pagina XVII
Venezia
Un Venezia imbattibile in trasferta DI RIGORE Il perfetto penalty di Montalto: poi esultanza e scontro col portiere a pag. XXII e XXIII
Ritratti Veneziani
La Regione ci sarà: «Faremo la nostra parte per la fiera del futuro». Lo hanno promesso il governatore Luca Zaia, il consigliere delegato della Città metropolitana Saverio Centenaro e le deputate leghiste Giorgia Andreuzza e Ketty Fogliani, ieri all’inaugurazione della fiera campionaria di San Donà. Tutti d’accordo nel sostenere il progetto per la fiera prevista nello spazio di Confrutta. La stima del Comune è di 300mila euro per ristrutturare lo spazio interno con nuovi spazi espositivi, ma serve circa 1 milione per sistemare l’area esterna, puntando a realizzare uno spazio polifunzionale per concerti, incontri pubblici, convegni. De Bortoli a pagina XIX
di Alberto Toso Fei
Padre Ernetti e il mistero della macchina del tempo e fosse vera – poiché il mistero che vi aleggia e il dibattito che vi si svolse attorno rendono tutto indistinguibile – sarebbe la più sconvolgente scoperta scientifica di tutti i tempi: il “Cronovisore”, un apparecchio che poteva catturare immagini e suoni dal passato, e mostrarli come in una diretta televisiva. Il suo inventore, Pellegrino Ernetti, ebbe per questo buona fama, finché ogni cosa – tra smentite e silenzi – fu seppellita dall’oblio. Eppure questo monaco benedettino, che visse
S
e operò per decenni sull’isola di San Giorgio Maggiore, fece parlare a lungo di sé e dei suoi studi, e prima di portare con sé il segreto nella tomba – nel 1994 – operò in più settori singolari. Frate, fisico, esorcista ufficiale della diocesi di Venezia e titolare dell’unica cattedra del suo genere al mondo (quella di musica prepolifonica) al Conservatorio “Benedetto Marcello”, Pellegrino Alfredo Maria Ernetti nacque a Rocca Santo Stefano – in provincia di Roma – nel 1925: uomo di vasta
MONACO Pellegrino Ernetti nel disegno di Matteo Bergamelli
cultura e di mente estremamente aperta, ebbe la prima intuizione della possibilità di esplorare i confini del tempo dopo la laurea in fisica, a Milano, mentre all’Università Cattolica del Sacro Cuore collaborava con padre Agostino Gemelli. Secondo il suo stesso racconto, gli accadde di essere testimone di un fatto singolare: sul nastro di un registratore era rimasta impressa la voce del defunto genitore di Padre Gemelli, in risposta a una invocazione da parte di suo figlio. Continua a pagina XXVII
Redazione Venezia: 30124 - Venezia, San Marco 4410 - Tel. 041.5239301 - fax 041.665173 venezia cronaca@gazzettino.it - Redazione Mestre: Via Torino 110, 30172 - Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 - fax 041.665160 mestrecronaca@gazzettino.it
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XIX
San Donà
IL SINDACO Andrea Cereser: «Abbiamo 41975 abitanti, non sono mai stati così tanti, e vorremmo raccogliere la sfida dell’innovazione»
di Piave
Domenica 6 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Nuova Fiera, il sì della Regione Il sindaco Cereser illustra i costi del trasferimento `Anche la Città metropolitana, e le deputate Fogliani Il presidente Zaia: «Faremo volentieri il possibile» e Andreuzza, promettono di sostenere il progetto `
Degrado nei parchi, nuove segnalazioni SAN DONA’
SAN DONÀ «Faremo la nostra parte per la fiera del futuro». Lo hanno promesso il presidente della Regione Luca Zaia, il consigliere delegato della Città metropolitana Saverio Centenaro e le deputate leghiste Giorgia Andreuzza e Ketty Fogliani, ieri all’inaugurazione della campionaria. Tutti d’accordo nel sostenere il progetto per la fiera prevista nello spazio di Confrutta. La stima del Comune è di 300mila euro per ristrutturare lo spazio interno, sostituendo l’area delle celle frigorifere con nuovi spazi espositivi, ma serve circa 1 milione per sistemare anche l’area esterna, puntando a realizzare uno spazio polifunzionale che potrà ospitare anche concerti, incontri pubblici, convegni.
PORTA NORD Si tratta di un tassello della Porta Nord che comprende le nuove stazioni ferroviaria e dei bus e la riqualificazione dell’ex cantina sociale, sempre in via Pralungo. «Siamo al fianco del Comune – spiega Zaia – e faremo volentieri quanto sarà possibile. Questa è una buona amministrazione e la fiera ne è lo specchio, c’è voglia di fare». La campionaria mette insieme, infatti, tradizione, economia, scuola, cultura e volontariato. Anche Centenaro ha confermato che «la Città metropolitana è pronta a fare la sua parte, poniamo sempre attenzione alle infrastrutture». Impegno condiviso dalle deputate Andreuzza e Fogliani. «Attendiamo il progetto – conferma Andreuzza - come è stato fatto lo scorso anno per sbloccare il finanziamento relativo al resto della Porta Nord». «L’impegno c’è sempre per progetti importanti per il territorio – ribadisce Fogliani – indipendentemente dal colore politico del Comune». I politici, quindi, hanno risposto all’appello del sindaco Cereser che ha spiegato che quest’anno «si chiude un ciclo poiché l’80% dell’area espositiva attuale è di Cantine Vivo e dei titolari di
PRIMO GIORNO Il sindaco Andrea Cereser (primo da sx) e il presidente Luca Zaia (terzo da sx) dai panificatori Nuove Tecniche/Luca Padovani
Confrutta. Un cantiere sarà aperto per le due nuove stazioni legate alla mobilità e la riqualificazione dell’ex cantina sociale. San Donà conta 41.975 abitanti, e non sono mai stati così tanti. È una città che attrae per le opportunità lavorative e la qualità dei sevizi che comprende tanti aspetti tra cui la sanità, il giudice di pace, le scuole. Ci sono tutte le condizioni per cogliere la sfida dell’innovazione. Non è semplice ma è una sfida di tutti, non solo di Comune o Ascom, che da soli non ce la possono fare. Sarà un obiettivo realizzabile se condivi-
GLI SPAZI FUTURI TENGONO BANCO NEL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE
so da tutti». Nella stessa direzione il progetto di valenza regionale “Fiere del Piave” che mette insieme San Donà, Longarone, Santa Lucia di Piave e Godega di Sant’Urbano, «realtà piccole ma essenziali per il territorio». Il nodo è ottenere i finanziamenti per riqualificare la struttura e insieme una sfida nel campo dell’occupazione, in particolare sul versante turistico come sottolineato da Angelo Faloppa il presidente di Ascom-Confcommercio che organizza la campionaria. Al taglio del nastro tra autorità civili e militari, per la prima volta anche il presidente del tribunale di Venezia Salvatore Laganà. Due lunghi applausi sono andati alle forze dell’ordine su invito di Zaia e Cereser, in ricordo dei due agenti morti venerdì a Trieste. Davide De Bortoli
Noventa
Il giorno di Rossella Brescia all’Outlet Ultimo appuntamento della rassegna “Storie d’artista” al Noventa Designer Outlet. Oggi alle 17.30 la famosa presentatrice e danzatrice Rossella Brescia sarà intervistata dal giornalista Fabrizio Cibin. Dopo gli incontri dedicati al mondo del teatro con l’attrice Milena Vukotic, alla musica con il pianista Remo Anzovino, questa volta l’appuntamento sarà con la danza, che avrà come ospite Rossella Brescia, una delle più note danzatrici, oltre che presentatrice e conduttrice della radio e della televisione. Di origini pugliesi,
dopo essersi diplomata all’Accademia di danza classica di Roma, Rossella Brescia ha esordito giovanissima in televisione, partecipando poi al talent show “Saranno famosi”, conduttrice di “Colorado Cafè” su Italia 1, inviata di “C’è posta per te” e inoltre da anni interviene a radio Rds. All’evento di questo pomeriggio all’outlet, Rossella Brescia svelerà qualche retroscena, racconterà episodi della sua carriera, i successi ma anche le difficoltà, la paura del debutto, i dietro le quinte. (E. Fur.)
«I cittadini continuano a segnalarci situazioni di ampio degrado nei parchi della città, dove i cestini della spazzatura sono ricolmi, poiché da settimane gli operatori ecologici non passano». La segnalazione è di Andrea Marin, responsabile veneziano della Leidaa (Lega italiana difesa animali ambiente) e viceresponsabile regionale del Movimento Animalista. «I cestini sono colmi – insiste – e in conseguenza a ciò i rifiuti vengono abbandonati anche intorno, sia gente civile sia gente meno civile è indotta a insudiciare di più. È come se gli enti preposti all’asporto dei materiali si siano dimenticati della loro esistenza». Marin propone anche un intervento preventivo. «In alcune aree la richiesta è quella che i contenitori per rifiuti vengano potenziati di numero. Oltre alla questione principale della pulizia dei parchi, è giusto far presente che i cittadini sandonatesi pagano la tassa dei rifiuti ed è giusto che di contro abbiano un servizio ineccepibile. Chiediamo quindi a chi di dovere una verifica dello stato delle cose». Marin più volte ha segnalato situazioni di degrado nelle aree verdi o addirittura vere e proprie discariche a cielo aperto, come avvenuto anche di recente. (f.cib)
RIFIUTI Cestini stracolmi
Zaia: «Il bando per i medici? Hanno già risposto in 150» SAN DONÀ «In 150 hanno già aderito al bando per 500 medici». Il presidente della Regione Luca Zaia dal palco della campionaria è tornato sul bando destinato a potenziare l’organico degli ospedali. «Mi hanno criticato per l’assunzione di 500 medici – spiega Zaia - Difendo la specialità, ma il laureato in medicina e chirurgia studia per sette anni, può fare anche la guardia medica per cui non capisco perché non possa lavorare in pronto soccorso. Siamo seri, andiamo avanti in questa direzione: è giusto che i cittadini siano visitati in modo veloce». Anche in questo settore una marcia in più può essere data dall’autonomia? «L’autonomia
è soprattutto efficienza e responsabilità – precisa Zaia – oltre alle risorse è importate poter decidere in autonomia. Non ci sarebbe un cittadino veneto che andrebbe a votare per il trasferimento a Roma della competenza nella sanità ma al contrario tutti andrebbero a votare per dire: “guai a chi mette le mani alla nostra competenza”». E non a caso Zaia nel giro tra gli stand si è fermato in particolare in quello dell’azienda sanitaria, facendosi fotografare con lo slogan “Io mi dono” dedicato alla donazione degli organi. Nello stand dell’Ulss 4, infatti, anche oggi sarà possibile farsi visitare, sottoporsi a screening ottenere qualche consiglio. Il programma odierno prevede nella mattinata la spiegazione sulle cure palliati-
ve, l’accesso e la gestione dei servizi territoriali e residenziali per le persone anziane o non autosufficienti e la gestione dell’affido familiare. Dalle 14 consigli utili in tema di gioco d’azzardo e come prevenire i sintomi e la cura dell’ictus. Alle 17 per mamme e papà una lezione teorica e pratica sulla disostruzione delle vie aeree nei bambini. All’ingresso della campionaria la mostra “Ar-
IL GOVERNATORE IERI ALLA FIERA CAMPIONARIA FINO A DOMANI 400 BANCARELLE DI STAND ARTIGIANALI
BANCHETTI E STAND La fiera campionaria di San Donà ospita oltre 400 bancarelle, il programma continuerà fino a domani
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te in fiera” a cura di 12 pittori della zona: Monia Ferrazzo, Cristina Maravacchio, Martina Bidogia, Valentina Rossetton, Cristina Bittante, Angela Florian, Leda Anthea Vizzini, Genny Fuser, Luigi Furlan, Franco Zecchinel, Danilo Marchesin, Claudio Donà. Lungo le vie cittadine circa 4 km di bancarelle. Tra le curiosità in piazza Indipendenza la cupola dello stand di Crunchlab che si occupa di innovazione, lavoro e tecnologia. Il cortile interno del palazzo del Consorzio di bonifica ospita il comparto agricolo, accessibile anche da piazza Trevisan. In città fino a lunedì sono circa 400 le bancarelle allestite con stand artigianali, gastronomici e delle associazioni nelle aree centrali. (D.Deb.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 6 Ottobre 2019
VENETO
ROVIGO.Picchialamogliedavantiaifigli:arrestato
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
IcarabinieridiBadiaPolesinehannoarrestatopermaltrattamentiinfamigliaun36enne marocchino.Nelcorsodiunalitefamiliareincasa,davantiaifigliminori,haaggreditoepicchiato lamoglie,suaconnazionale,provocandolelesionilievianchedavantiaglistessiCc.
ENERGIA. Entromarzo sipunta avararelanormaregionale:«AllavoroconPiemonte-Lombardia»
MAXI-REPORTDEL PD. C’è il calcolodei fabbisognienergetici al2050
ilfotovoltaico Automomia,alVeneto «Vaimposto sututte learee diparking» le centrali idroelettriche Ildocente Lorenzoni:«È questala fonte-polmone rinnovabiledi energia peril futuro dellaregione»
Ilpassaggioallascadenzadelle concessioni:lo stabilisce una legge varatamesifa.Bottacin:«Svolta epocale,stabiliremo noiicanoni» Piero Erle
«Finora è l’unico pezzo di autonomia che abbiamo portato a casa», sorride l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin. Da una parte la bagarre politica sull’autonomia diffonde parole ogni giorno. Dall’altra, anche per la rivoluzione che vive il mercato delle auto, tutti i cittadini sanno che una delle più grande sfide che abbiamo davanti è quella dell’energia. E anche se pochi finora se ne sono accorti, il Veneto può vantare un risultato concreto sui due versanti: avrà per legge la gestione regionalizzata delle centrali idroelettriche. Tutto nasce da una legge voluta dalla Lega a inizio anno, spiega Bottacin: prevede che «alla scadenza delle concessioni» delle centrali idroelettriche queste «passano, senza
compenso, in proprietà alle Regioni e in stato di regolare funzionamento». «Praticamente abbiamo fatto il copia-incolla di ciò che è già per il Trentino AA sull’idroelettrico. Per il Veneto, ma anche Lombardia e Piemonte, è una partita da decine di milioni di euro. Poi le Regioni possono decidere di gestirle direttamente, o fare un bando e assegnare la concessione. Oppure anche di costituire una società mista pubblico-privata cui dare le centrali. È una svolta: siamo noi a decidere tutto, compreso l’importo dei canoni». A livello nazionale la situazione è variegata, ma in Veneto molte centrali - sono più di 60 - sono in capo a Enel (specie nel Bellunese, ma è interessato anche il Vicentino). «Stiamo affrontando la questione assieme alle altre regioni, perché occorre declinare
PADOVA
Unacentrale idroelettrica
L’assessoreGianpaolo Bottacin
la riforma a livello territoriale. In Lombardia e Piemonte ci sono già concessioni scadute e adesso in regime di proroga, quindi stiamo studiando con loro una legge omogenea. Siamo nella fase in cui occorre preparare e varare una norma regionale». L’obiettivo è di votare questa norma prima della fine dell’attuale legislatura, entro fine marzo. Ma Bottacin avvisa: «La norma prevederà tutte e tre le possibilità di gestione delle concessioni: sarà chi governerà nella prossima legislatura a stabilire cosa fare». Tempo ce n’è: per il Veneto mancano ancora alcuni anni prima di prendere in
mano le concessioni «ma è una svolta epocale. Gratuitamente diveniamo proprietari di centrali, e per il Veneto che ha avuto 2mila morti per il Vajoint (era di Sade, poi subentrò Enel) è una questione di grande rilievo. Al di là dei proclami di chi come i 5stelle invoca proprietà pubbliche, noi abbiamo realizzato un fatto concreto: c’è la legge e indietro non si torna. Anche perché c’è un ulteriore vantaggio: i concessionari hanno l’obbligo di fornire gratuitamente ogni anno alle Regioni 220 kilowattora per ogni kilowatt di potenza nominale media di concessione». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Rendere il Veneto per il 100% a energia rinnovabile si può. E devo dire che la scienza e la tecnica dimostrano di essere più avanti della politica». È stato presentato ieri in un convegno del Pd aperto da Stefano Fracasso, capogruppo in Regione, lo studio che lo stesso gruppo politico ha affidato per otto mesi al Centro studi di economia e tecnica dell’energia Levi Cases con un obiettivo preciso: come azzerare le emissioni di anidride carbonica in Veneto. E tra gli interventi dei docenti Alberto Bertucco e Paola Valbonesi, era atteso quello su “Traiettorie per un 100% rinnovabile” di Arturo Lorenzoni, docente universitario e vicesindaco e assessore alla mobilità a Padova. Il lavoro commissionato dal Pd a Lorenzoni e agli altri ha fotografato tutti i dati sui consumi attuali e i fabbisogni futuri di energia del Veneto. A partire dal presupposto che «l’incremento di efficienza
Ilprof. ArturoLorenzoni
energetica sarà capace di fronteggiare la crescita dell’economia», confermando o riducendo i consumi di energia. E il report, che ha preso in considerazione tutte le fonti energetiche rinnovabili già oggi utilizzabili e a prezzi ormai ben concorrenziali con quelle tradizionali fossili, ha dato un’indicazione precisa alla politica: «È il solare fotovoltaico - ha spiegato Lorenzoni - la fonte/polmone per giungere al 100% di fonti rinnovabili per il Veneto. Ha mostrato di avere costi interessanti e ha un potenziale infinito», ovviamente con una riorganizzazione della gestione-distribuzione d’energia. La biomassa legnosa già ora dà un suo grande contributo alla produzione di energia termica (occhio però alle polveri che produce), e le altre fonti come il biogas danno
un contributo minore. Gli edifici veneti consumano il 50% dell’intero fabbisogno di energia della regione: nel 2050 si spera che per metà saranno efficientati (-70% di consumi energetici), con pompe di calore poi in tutte le costruzioni. I trasporti a loro volta saranno efficientati e “elettrificati”, supponendo che quasi tutti i nuovi veicoli acquistati saranno elettrici. Ma come si potrà sostituire tutta la domanda di fonti fossili con energia elettrica, con l’aumento del +40% di fabbisogno che ci sarà da qui al 2050? Come detto, Lorenzoni dà una risposta precisa: il fotovoltaico sui tetti può giungere a quintuplicare la produzione, ma non basta. Serve «il fotovoltaico non su tetto»: deve fornire il 44% del fabbisogno futuro. Come si fa? «Serve lo 0,65% del territorio veneto, 12 mila ettari». Bisogna spingere su «parcheggi e aree utilizzate ma che possono essere coperte: occorre premere, imponendo di realizzare parcheggi solo se coperti dal fotovoltaico e così pure per altre strutture». Sono 20 miliardi di investimento da fare, spesso a carico dei privati ma con redditività interessanti. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
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PRIMO PIANO
DOMENICA 6 OTTOBRE 2019 LA TRIBUNA
L’ingresso in Diocesi la sanità
«Una guida vicina agli ammalati in corsia»
Francesco Benazzi
Francesco Benazzi (direttore generale Usl 2): «Un benvenuto con il cuore al nuovo vescovo, con la certezza che saprà unire le anime del nostro territorio». Benazzi accoglie l’arrivo di monsignor Michele Tomasi con favore e lo aspetta presto negli ospedali della Marca per una visita agli ammalati. «Il vescovo è per i giovani un pastore che guida, per i cittadini adulti o
anziani rappresenta il sostegno morale e materiale. Ce n’è quanto mai bisogno per superare le grandi difficoltà del nostro tempo: la crisi economica, la solitudine, la povertà e la malattia» evidenzia il numero uno della sanità trevigiana. Temi complessi che toccano da vicino le corsie degli ospedali, dove sempre più pazienti devono fare i conti con la mancanza di una famiglia che possa prendersi cura di loro, nell’assistenza e nella vicinanza umana. «Sono certo– conclude Benazzi– che il vescovo Tomasi saprà stare vicino agli ultimi, tra i quali ci sono anche molti ammalati. E lo aspettiamo presto per una messa dedicata a chi sta male». —
l’ente camerale
«Noi attività produttive insieme al volontariato»
Mario Pozza
Mario Pozza (presidente Camera di Commercio): «Il vescovo Tomasi troverà nella Marca una realtà produttiva tra le più dinamiche del Veneto, anzi d’Italia. L’impatto non potrà che essere positivo» non esita ad affermare Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno. Il valore aggiunto, però, è un altro. Pozza lo definisce il “model-
dalla regione
oggi pomeriggio l’insediamento
Zaia: «La nostra sfida dialogare insieme»
«Benvenuto Michele» La città abbraccia il suo nuovo vescovo
Luca Zaia (governatore del Veneto): «Chi ben inizia è già a metà dell’opera». Il presidente Luca Zaia accoglie di buon grado l’insediamento del vescovo Michele Tomasi, cerca di andare oltre i mal di pancia di casa Lega, suscitati dalle dichiarazioni del prelato, stuzzicato proprio sui cavalli di battaglia del Carroccio: lo stop all’immigrazione e i baci al crocifisso. «Il vescovo Tomasi arriva in un territorio che conosce la solidarietà, dove una persona su cinque fa volontariato» evidenzia Zaia, riportando la discussione dentro a questa cornice, cercando di trovare gli elementi che uniscono, anziché quelli che dividono. «Le radici cristiane e cattoliche della nostra comunità sono evidenti, a prescindere dal credo di ognuno. Papa Francesco ha inaugurato il nuovo corso, il nuovo vescovo di Treviso, con tanto di chitarra, segue quella scia». Nel segno dell’unione, Zaia getta acqua sulle polemiche per le dichiarazioni di Tomasi che promette un confronto franco con tutti, anche con i rappresentanti della politica. «La Chiesa si occupa delle anime e le istituzioni dei corpi– prosegue Zaia– ammini-
lo Treviso” e si appresta a spiegarne le peculiarità che lo rendono unico nel suo genere. «Il mondo economico locale poggia su buone relazioni con l’universo del volontariato– evidenzia il presidente dell’ente camerale– il vescovo troverà in noi una porta aperta e una sinergia consolidata nel corso del tempo». Non sono mai mancate le collaborazioni tra la Chiesa e le realtà camerali guidate da Pozza. «La Marca è la terra dei papi, proprio questa ricchezza culturale, legata alla Chiesa va intesa come una risorsa da valorizzare– conclude Pozza– come sistema camerale crediamo e puntiamo molto sul turismo religioso che significa bellezza». —
Attraverserà tutta la provincia scendendo da Bolzano Centro chiuso al traffico, parcheggi soppressi e controlli TREVISO. La provincia si prepa-
Luca Zaia
strare non è facile, la vera sfida sarà fare assieme il percorso nella comunità». Una Chiesa al passo con i tempi è ciò che Zaia intravede nel dinamismo che don Michele Tomasi ha dimostrato nel corso di questi anni: il servizio in numerose parrocchie, l’assistenza spirituale nelle Acli, l’incarico di Rettore del seminario, Vicario episcopale, docente di Dottrina sociale della Chiesa a Bressanone, una laurea in economia e la passione per i Genesis. «La Chiesa deve stare al passo con i tempi– conclude Zaia–credo che Tomasi sarà un ottimo vescovo. Se il buon giorno si vede dal mattino...». — Valentina Calzavara
le suore del san camillo
«Pregheremo per lui e per tutta la Diocesi»
Suor Bianca De Luca e suor Lancy Ezhupara
ra ad accogliere oggi il suo nuovo vescovo. E il suo ingresso sarà una passeggiata in centro per ricevere l’abbraccio dei trevigiani, dalla chiesa di Santa Maria Maggiore fino al Duomo. Il nuovo vescovo di Treviso, Michele Tomasi, partirà dai giovani che incontrerà a Madona Granda alle 14, dove arriverà dopo un percorso nella Diocesi di Treviso, quindi il rito d’ingresso prima in Battistero, alle 15, e poi in Duomo. Ma prima abbraccerà tutta la Marca.
rà anche donato un cesto di marroni del Monfenera. Dopo Pederobba, il vescovo passerà per le parrocchie di Signoressa, Postioma, allo stadio del rugby, dove incontrerà le parrocchie di San Paolo, San Liberale e Monigo, San Giuseppe di Treviso e la comunità della chiesa Votiva. Intorno alle 11.30 arriverà in Casa della Carità per un incontro con gli operatori Caritas, i volontari e gli ospiti; alle 12.30 sarà nella Casa del Clero per incontrare i sacerdoti anziani e pranzare con loro. Quindi l’incontro con i giovani a Madona Granda.
Martiri della Libertà , via Indipendenza, piazza dei Signori, Calmaggiore, piazza Duomo. Oltre a via Risorgimento, via delle Absidi e via San Nicolò che saranno interessate dal trasferimento del corteo al termine della cerimonia. Fin dalle 7 oggi scatterà il divieto di sosta oltre che lungo il percorso anche nell’area vicina al Duomo (via Cesare Battisti, via Riccati, via Sauro, via Risorgimento, via Castelmenardo, via Longhin) compreso il park Cantarane. Dovranno rispettare il divieto di transito anche gli autobus.
I DIVIETI
CONTROLLI ECCEZIONALI
A Treviso in centro fin dalle 13 sarà vietata la circolazione nelle vie interessate dalla cerimonia di ingresso del nuovo vescovo: piazza Santa Maria Maggiore, via Carlo Alberto, via e piazza San Leonardo, via
Un lavoro super per la polizia locale, che metterà al lavoro quaranta agenti coadiuvati da una ventina di operatori della Protezione civile. Le prime limitazioni al traffico scatteranno in Borgo Cavour per il mer-
IL PROGRAMMA
Monsignor Michele Tomasi, scendendo da Bolzano, farà sosta a Pederobba a partire dalle 9.30, e sarà accolto dagli Alpini lungo la Feltrina. Accompagnato in chiesa dai cittadini e dalla banda, vi celebrerà un momento di preghiera. Gli sa-
Suor Lancy Ezhupara e suor Bianca De Luca, San Camillo: «Aspettiamo il vescovo a braccia aperte, da figlie della Chiesa. Lo accogliamo con molto amore e confidenza». Concordano su tutta la linea suor Lancy Ezhupara e suor Bianca De Luca, rispettivamente direttore amministrativo e madre superiore della struttura di viale Vittorio Veneto. «Il vescovo Tomasi saprà guidare la nostra diocesi da buon pastore, con quella umiltà gioiosa e quella disponibilità che già si vedono in lui» proseguono le sorelle del San Camillo «ci uniamo al Signore nel ringraziamento per la sua presenza e lo sosterremo con la nostra preghiera per la Chiesa di Treviso». —
la comunità straniera
«Sia un interlocutore tra le diverse culture»
Abdallah Kezraji
Abdallah Kezraji, presidente della cooperativa Hilal: «La comunità straniera trevigiana accoglie con entusiasmo il nuovo vescovo. Siamo convinti che volgerà il suo sguardo a tutta la collettività, pronto a svolgere la sua missione nel migliore dei modi» evidenzia Kezraji, tra i referenti della comunità musulmana della Marca. L’impegno a fare da ponte tra le culture, per facilitare il dialogo e l’integrazione di tutte le componenti so-
catino (dalle 6 alle 21). Niente transito né sosta nel Borgo da porta Santi Quaranta a via Riccati; via San Liberale (nel tratto compreso fra via Sauro e Borgo Cavour), via Filzi (fra via Chiesa e Borgo Cavour) e via Canova (tratto tra via Fra’ Giocondo e Borgo Cavour). Dalle 7 alle 12 non si potrà parcheggiare in viale D’Alviano nel tratto da Porta Santi Quaranta a Porta Caccianiga. Dalle 10.45, invece, viale d’Alvia-
ciali costituisce, secondo Kezraji, una delle principali sfide che attendono monsignor Tomasi. «Serve un argine contro la spettacolarizzazione dell’immigrazione, che rappresenta a tutti i livelli un male– aggiunge Kezraji– anche la Chiesa deve fare la propria parte e impostare un confronto reale, che coinvolga l’intera comunità. Solo così si potranno superare i pregiudizi che tanto male stanno facendo alla nostra società». In questo contesto, le parrocchie rappresentano un punto di riferimento imprescindibile, in grado di fare da collante tra le componenti della comunità. «Le parrocchie sono dei validi interlocutori– dice Kezraji– non c’è bisogno di pietismo, bensì di vicinanza e responsabilità». —