RASSEGNA STAMPA DEL 12 OTTOBRE 2019

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Corriere del Veneto Sabato 12 Ottobre 2019

novra elettorale. Il mercato del lavoro del Veneto funziona già da solo e bene, anche per la perfetta sincronia tra pubblico e privato». In effetti le ultime statistiche dicono che il Veneto ha recuperato i livelli occupazionali precedenti alla crisi economica del 2008. Nel 2018 il tasso di occupazione è salito al 66,6% e l’indice di disoccupazione è sceso al 6,4% (il minimo storico è del 3,4%). Ma allora a che servono i Navigator? «Non servivano, sono altri giovani ai quali stiamo trovando lavoro noi — dice con il sorriso Donazzan —. Magari riusciremo a creare nuove professionalità. Quel che è certo è che il nostro obiettivo è di trovare un impiego a tutti i percettori del reddito di cittadinanza. Vogliamo farli lavorare e toglierli dalla spesa pubblica. Farò in modo che le proposte occupazionali siano loro illustrate una dopo l’altra, nell’arco di pochi mesi, senza perdere tempo». La legge prevede che nei primi 12 mesi il destinatario del reddito di cittadinanza o un componente della famiglia altrettanto disoccupato ricevano un’offerta nel raggio di 100 chilometri dalla residenza, seguita da una seconda che coprirà un raggio di 250 chilometri e da un’ultima in arrivo da qualsiasi regione d’Italia. Al terzo «no», lo Stato sospenderà la misura di sostegno, che salta pure se il percettore risulti in realtà occupato, anche in nero. «Finora nessuno dei 4564 veneti da noi seguiti l’ha perso — dice Claudio Zaccarin, responsabile regionale dei Caf Cgil — ma nessuno ha nemmeno iniziato a lavorare, perché a livello nazionale l’iniziativa è stata organizzata male. In Veneto solo lo 0,3% dei disoccupati passa per i Centri per l’impiego, gli altri si affidano alle agenzie interinali o al passaparola». «Alcune decine di disoccupati che si sono rivolti a noi (il sindacato ha sbrigato 10mila pratiche, ndr) ha trovato un impiego stagionale, quest’estate — anticipa Lorenzo De Vecchi, responsabile Caf Cisl —. Quest’estate sono stati assunti per tre mesi, come camerieri e baristi negli hotel, nei ristoranti e nei locali del mare e del lago. Vedremo se questi contratti a tempo determinato saranno rinnovati o meno». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

mai completati, di futuro ancora incerto. Non c’erano in sala, invece, i protagonisti quasi principali del filmP, i tantissimi lavoratori stranieri di Fincantieri, che davanti alla macchina da presa raccontano, parlando tra loro, le difficoltà delle commesse navali, la solitudine di chi viaggia da anni di cantiere in cantiere con la famiglia lontana, i sogni di chi spera di averla presto vicina, le case tristi, le cene via skype con i figli. Bengalesi, romeni, ucraini, accumunati dai contratti più stringenti, dalle pause pranzo ricavate a stento. Eppure Marghera è anche bellezza, come ha detto Segre, che ormai ha sviluppato una fascinazione estrema per l’archeologia industriale veneziana: «Andavamo in sopralluogo nei capannoni abbandonati, anche solo per senso estetico», sorrideva ieri guardando verso Bettin. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giochi 2026 di Marika Damaggio

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Milano-Cortina, evento da 1,4 miliardi di euro e 25 mila posti di lavoro

Cairo: occasione per l’Italia. Ghedina: formeremo giovani

TRENTO Poi verranno le infrastrutture avveniristiche. Verrà la tecnologia. Verranno le migliorie. Verrà la grande macchina organizzativa. Ma a consegnare nelle mani dell’Italia i Giochi del 2026, in quell’epica giornata a Losanna dello scorso 26 giugno, alla fine sono state le persone: donne e uomini. «È questo che ha convinto il Comitato internazionale olimpico», ha spiegato ieri a Trento Octavian Morariu, presidente della commissione del Cio che ha valutato le candidature sfilando alla Svezia il gonfalone della vittoria. «Ci hanno convinti la passione, la competenza e l’unione fra sindaci, governatori, Coni, atleti». Uno spirito di gruppo che ha allacciato le intenzioni arrivando a meta. «Budget minimo», come ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò, e ritorno economico garantito. A cominciare dai posti di lavoro. Perché, per dirla con le parole del sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, «grazie ai Giochi cree-

Protagonisti Qui sopra il presidente di Rcs Media Group, Urbano Cairo, In alto, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entrambi presenti ieri a Trento al Festival dello Sport

remo la classe dirigente del futuro». Novantadue Paesi attesi, quindici discipline, 109 gare, 2,5 milioni di biglietti che saranno staccati, 25.000 posti di lavoro generati nei territori toccati dalla macchina organizzativa, un investimento che oscilla nel complesso fra 1,3 e 1,4 miliardi, di cui i trequarti coperti dal Comitato internazionale olimpico. L’evento degli eventi già porta in dote un bel po’ di numeri snocciolati dal direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti. Tant’è che nel palinsesto del Festival dello sport non poteva mancare uno spazio per Milano-Cortina. «L’Olimpiade del 2026 è una grandissima opportunità», ha esordito al Teatro Sociale Urbano Cairo, presidente di Rcs Media Group. «Ho preso il Torino nel 2005 e nel 2006 ci fu l’Olimpiade. La città era in crisi, ma da quell’evento ne riuscì a trarre un enorme beneficio. Osare ci ha fatto bene: quando l’Italia fa squadra, e qui tutti hanno

collaborato, dai sindaci agli atleti al Coni, alla fine ce la facciamo sempre. Tutti insieme hanno fatto qualcosa di spettacolare». Ed è proprio la coesione di Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige (quest’ultimo a fasi alterne) che hanno convinto i commissari. «Perché abbiamo scelto l’Italia? Perché le persone hanno fatto la differenza» ha detto Morariu, ovvero colui che ha guidato la commissione di valutazione del Cio. «C’erano due Paesi importanti e c’erano molte caratteristiche in comune, ma in Milano-Cortina abbiamo trovato l’eccellenza, con professionisti mossi da tanta passione, da competenze e conoscenze. Persone che volevano impegnarsi e avevano la volontà di riuscirci», ha concluso Morariu. «Abbiamo fatto tutto con un budget minimo, abbiamo lavorato molto con i territori coinvolti, ma abbiamo osato e questo ha fatto la differenza» ha rimarcato il presidente del Coni, Malagò, che ha

Octavian Morariu «Perché abbiamo scelto l’Italia? Perché le persone hanno fatto la differenza» poi sottolineato difficoltà ma al tempo stesso chance nell’organizzare un evento che coinvolte più Regioni: «Allargare il territorio può essere un rischio, per la logistica e le distanze. Ma abbiamo scelto uno spazio diffuso per poter utilizzare le strutture esistenti unite al background e alle competenze di alcuni territori già rodati». «Le Olimpiadi saranno una grandissima opportunità per tutto il Paese — ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana —. Con il grande evento di Expo, Milano ha potuto mostrare il meglio di sé e spero che ci sia una continuità tra l’evento del 2015 e le Olimpiadi del 2026». «Vogliamo sia l’Olimpiade della sostenibilità, dello spreco zero, dell’investimento sui territori e della crescita», ha rimarcato invece Cristiano Corazzari, assessore allo Sport della Regione Veneto. Una lettura condivisa d a l s i n d a co d i C o r t i n a , Gianpietro Ghedina, ormai celebre per il suo (gelido) tuffo nel lago di Ginevra per festeggiare la vittoria dei Giochi. «Cortina ricorda ancora l’ultimo evento del 1956 — ha spiegato — E ancora una volta costruiremo qualcosa per il futuro, per i nostri ragazzi». Come? Dando loro uno spazio di crescita professionale: «Formeremo giovani, creeremo una classe dirigente, genereremo lavoro sostenibile». Detta con quattro parole: «Saremo volano per l’economia». Touché. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

Sabato 12 Ottobre 2019 Corriere del Veneto

L’occupazione Le regole

Reddito di cittadinanza, 4200 convocati «Possiamo trovare un impiego a tutti»

Donazzan: «Al Veneto questa politica assistenziale non serviva, spesa da cancellare». Navigator operativi La protesta

Inail e Spisal in sottorganico sciopero in vista VENEZIA Mentre gli infortuni sul lavoro hanno superato in Veneto soglia 50mila, i servizi ispettivi restano in sofferenza. L’Inail accusa una carenza d’organico del 30% e gli Spisal hanno il personale all’osso. Dopo l’esito negativo dell’incontro in prefettura a Venezia, dove le controparti non si sono presentate, i lavoratori si preparano allo sciopero. «Sono state fatte 25 assunzioni, ma la Regione non ha stanziato risorse aggiuntive — dice Sonia Todesco, segretaria regionale della Fp Cgil — ha attinto al fondo incentivante, scippando i lavoratori di una quota di retribuzione. In più sta diventando un problema enorme la formazione dei neoassunti e in diverse Usl è impossibile garantire, con il personale in servizio, l’affiancamento dei nuovi tecnici. Risultato: le ispezioni diventano veloci, si è costretti a privilegiare contesti facili e la prevenzione non è realizzabile». I 140 addetti dovrebbero infatti eseguire 21mila interventi all’anno (5% delle imprese), ossia 150 accertamenti a testa, uno al giorno. Tempo insufficiente, per la Cgil, «a svolgere un serio lavoro di prevenzione». «Serve più personale», la conclusione.

❞ L’assessore Nel Veneto il sistema lavoro funziona, il reddito di cittadinanza non ci serviva. I Navigator? Troveremo un posto anche a loro

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VENEZIA Sono finalmente operativi quasi tutti i Navigator assegnati al Veneto, cioè i tutor incaricati dal governo di facilitare accesso e pratiche ai Centri per l’impiego ai soggetti fragili che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza versato dall’Inps. Su 142 Navigator, 120 sono stati assegnati ai Centri per l’impiego di tutta la regione, hanno concluso la formazione e ora sono in affiancamento agli operatori degli stessi centri per gestire gli incontri e ricontattare i percettori del sostegno al reddito che non si sono presentati alla prima chiamata. «Una percentuale di assenza alle convocazioni tra il 10% e il 20% è fisiologica», dicono dalla Regione. I veneti che da sei mesi percepiscono un importo compreso tra 40 e un massimale di 780 euro risultano 12.851 (su 27.248 richiedenti): 999 sono iscritti al collocamento disabili e quindi esclusi dai colloqui; 3268 hanno un contratto a tempo determinato e 251 sono in tirocinio. «Abbiamo convocato 4272 destinatari del reddito di cittadinanza, attraverso sms o e-mail — rivela Elena Donazzan, assessore al Lavoro —. Affronteranno un colloquio e ne tracceremo il profilo, in base al quale proporremo loro o le nostre offerte di lavoro o le politiche attive. Cioè l’assegno per il lavoro, riservato agli over 30, o Garanzia Giovani agli under 30». L’assegno per il lavoro, introdotto in via sperimentale a fine 2017 e finanziato dalla Regione con 27 milioni di euro, è un voucher virtuale del valore massimo di 5.796 euro da utilizzare in uno degli enti accreditati ai servizi per il lavoro per ricevere supporto all’inserimento lavorativo, assistenza alla ricollocazione, orientamento e formazione. Si contano 25mila beneficiari. Garanzia Giovani è invece il programma regionale contro

142

sono i Navigator in Veneto: 120 hanno concluso la formazione e ora sono in affiancamento agli operatori dei Centri per l’impiego

12.851

i veneti che da sei mesi percepiscono un importo tra 40 e un massimale di 780 euro (su 27.248 richiedenti)

4272

i destinatari del reddito di cittadinanza convocati per il primo colloquio dai Centri per l’impiego attraverso sms o email

la disoccupazione riservato ai «Neet» (soggetti che non lavorano nè studiano) tra i 15 e i 29 anni. Registra 136mila adesioni. «Insomma su 9281 disoccupati, 6195 li avevamo già intercettati e presi in carico, non con politiche assistenziali ma attive — spiega Donazzan —. Si tratta di disabili, persone sotto reddito o con contratti a rischio, suddivisi in occupabili, fragili e fragilissimi. La nostra politica è: non ti do la paghetta per stare a casa ma per andare a lavorare. Ovvero garantisco un incentivo a chi ti assume. A noi il reddito di cittadinanza non serviva — ammette l’assessore — è una spesa passiva per il sistema pubblico, uno strumento di sostegno organizzato in fretta e male, che sa più di ma-

Denunciato dalla Finanza

Prof si finge malato per non lavorare PADOVA Un professore di 36 anni è stato denunciato per truffa dalla guardia di finanza di Reggio Calabria. Il giovane insegnante di sostegno doveva prendere servizio nell’ottobre scorso (e rimanerci fino a giugno) in un istituto superiore di Lonigo, in provincia di Vicenza. In realtà non ha lavorato neppure un giorno accanto agli studenti disabili, perché a inviato una serie di referti medici stando ai quali era gravemente malato. I finanzieri hanno scoperto che i documenti erano falsi. (altri servizi sul fascicolo nazionale)

Marghera, il film di Segre nel cuore del Petrolchimico

Proiezione nel capannone, simbolo delle battaglie sindacali. Bettin: non smettiamo di interrogarci

Il regista Io e Gianfranco andavamo in giro tra le fabbriche abbandonate anche solo per senso estetico

Entrano con passo quasi deferente, entrambi fasciati nella tuta da lavoro del petrolchimico. Il più anziano, il veterano, subito acquista le movenze rapide del padrone di casa; il giovane neo assunto rallenta, il naso puntato verso il soffitto vetrato, verso i murales con le bandiere rosse, brillanti come vernice fresca, eppure coperte di slogan che sembrano senza tempo ma che tradiscono la loro età nel rivolgersi al governo Andreotti. «Vedi? Qui è consumato, perché chi parlava batteva sempre il pugno», spiega l’operaio veterano in piedi sul «pulpito», imitando i gesti di tante assemblee. Il commento del giovane operaio dice tutto: «Non ero mai entrato qui». La scena prosegue mostrando i due operai che si scambiano MESTRE

sogni e progetti per la pensione - se mai ci arriveranno - ma negli occhi dello spettatore resta l’amaro di quella distanza, quel divario tra il passato e il presente. Ieri sera, appena il sole si è nascosto (prima i lucernari non lo permettevano) il docufilm «Il pianeta in mare» del regista Andrea Segre che lo ha scritto insieme a Gianfranco Bettin è stato proiettato proprio in quel capannone, teatro di uno degli scambi più significativi della pellicola. Davanti a circa duecento persone - troppo poche, rispetto ai numeri delle assemblee negli anni di fuoco - è stato preceduto da un lungo dibattito con il regista stesso e Bettin in veste di co-sceneggiatore ma anche presidente della Municipalità di Marghera. Con lo-

ro, sul palco e in prima fila, i sindacalisti di oggi e di ieri, gli amministratori delegati delle società che ancora investono nell’area industriale veneziana, persino il sottosegretario Pierpaolo Barletta (lui, in realtà, in collegamento Skype), che ha preso impegni per accelerare le bonifiche e finanziare il rilancio di Marghera. «Qui, per cambiare, per recuperare questo spazio, bisogna puntare davvero sull’industria 4.0 e sull’economia circolare - ha sottolineato Bettin - Ma non dobbiamo neanche smettere di interrogarci sui versamenti, sugli incidenti industriali che ancora si verificano a intervalli regolari negli impianti Versalis». Nel film si parla anche di questo, ma a farlo sono quasi sempre

La scena La gondola con sullo sfondo le ciminiere e l’arco di Porto Marghera

i lavoratori, veri protagonisti della pellicola: Nicoletta e Lucio, attori «a progetto», operai di lungo corso della Vinyls, protagonisti delle proteste più eclatanti, erano mescolati agli spettatori del capannone ieri, che li hanno riconosciuti

sulle schermo mentre camminavano malinconici nei terreni abbandonati che furono la Vinyls. E mentre le loro sagome si stagliano contro la laguna, tra le file di sedie si mormora di bonifiche, di marginamenti


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 12 Ottobre 2019

novra elettorale. Il mercato del lavoro del Veneto funziona già da solo e bene, anche per la perfetta sincronia tra pubblico e privato». In effetti le ultime statistiche dicono che il Veneto ha recuperato i livelli occupazionali precedenti alla crisi economica del 2008. Nel 2018 il tasso di occupazione è salito al 66,6% e l’indice di disoccupazione è sceso al 6,4% (il minimo storico è del 3,4%). Ma allora a che servono i Navigator? «Non servivano, sono altri giovani ai quali stiamo trovando lavoro noi — dice con il sorriso Donazzan —. Magari riusciremo a creare nuove professionalità. Quel che è certo è che il nostro obiettivo è di trovare un impiego a tutti i percettori del reddito di cittadinanza. Vogliamo farli lavorare e toglierli dalla spesa pubblica. Farò in modo che le proposte occupazionali siano loro illustrate una dopo l’altra, nell’arco di pochi mesi, senza perdere tempo». La legge prevede che nei primi 12 mesi il destinatario del reddito di cittadinanza o un componente della famiglia altrettanto disoccupato ricevano un’offerta nel raggio di 100 chilometri dalla residenza, seguita da una seconda che coprirà un raggio di 250 chilometri e da un’ultima in arrivo da qualsiasi regione d’Italia. Al terzo «no», lo Stato sospenderà la misura di sostegno, che salta pure se il percettore risulti in realtà occupato, anche in nero. «Finora nessuno dei 4564 veneti da noi seguiti l’ha perso — dice Claudio Zaccarin, responsabile regionale dei Caf Cgil — ma nessuno ha nemmeno iniziato a lavorare, perché a livello nazionale l’iniziativa è stata organizzata male. In Veneto solo lo 0,3% dei disoccupati passa per i Centri per l’impiego, gli altri si affidano alle agenzie interinali o al passaparola». «Alcune decine di disoccupati che si sono rivolti a noi (il sindacato ha sbrigato 10mila pratiche, ndr) ha trovato un impiego stagionale, quest’estate — anticipa Lorenzo De Vecchi, responsabile Caf Cisl —. Quest’estate sono stati assunti per tre mesi, come camerieri e baristi negli hotel, nei ristoranti e nei locali del mare e del lago. Vedremo se questi contratti a tempo determinato saranno rinnovati o meno». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

mai completati, di futuro ancora incerto. Non c’erano in sala, invece, i protagonisti quasi principali del filmP, i tantissimi lavoratori stranieri di Fincantieri, che davanti alla macchina da presa raccontano, parlando tra loro, le difficoltà delle commesse navali, la solitudine di chi viaggia da anni di cantiere in cantiere con la famiglia lontana, i sogni di chi spera di averla presto vicina, le case tristi, le cene via skype con i figli. Bengalesi, romeni, ucraini, accumunati dai contratti più stringenti, dalle pause pranzo ricavate a stento. Eppure Marghera è anche bellezza, come ha detto Segre, che ormai ha sviluppato una fascinazione estrema per l’archeologia industriale veneziana: «Andavamo in sopralluogo nei capannoni abbandonati, anche solo per senso estetico», sorrideva ieri guardando verso Bettin. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giochi 2026 di Marika Damaggio

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Milano-Cortina, evento da 1,4 miliardi di euro e 25 mila posti di lavoro

Cairo: occasione per l’Italia. Ghedina: formeremo giovani

TRENTO Poi verranno le infrastrutture avveniristiche. Verrà la tecnologia. Verranno le migliorie. Verrà la grande macchina organizzativa. Ma a consegnare nelle mani dell’Italia i Giochi del 2026, in quell’epica giornata a Losanna dello scorso 26 giugno, alla fine sono state le persone: donne e uomini. «È questo che ha convinto il Comitato internazionale olimpico», ha spiegato ieri a Trento Octavian Morariu, presidente della commissione del Cio che ha valutato le candidature sfilando alla Svezia il gonfalone della vittoria. «Ci hanno convinti la passione, la competenza e l’unione fra sindaci, governatori, Coni, atleti». Uno spirito di gruppo che ha allacciato le intenzioni arrivando a meta. «Budget minimo», come ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò, e ritorno economico garantito. A cominciare dai posti di lavoro. Perché, per dirla con le parole del sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, «grazie ai Giochi cree-

Protagonisti Qui sopra il presidente di Rcs Media Group, Urbano Cairo, In alto, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entrambi presenti ieri a Trento al Festival dello Sport

remo la classe dirigente del futuro». Novantadue Paesi attesi, quindici discipline, 109 gare, 2,5 milioni di biglietti che saranno staccati, 25.000 posti di lavoro generati nei territori toccati dalla macchina organizzativa, un investimento che oscilla nel complesso fra 1,3 e 1,4 miliardi, di cui i trequarti coperti dal Comitato internazionale olimpico. L’evento degli eventi già porta in dote un bel po’ di numeri snocciolati dal direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti. Tant’è che nel palinsesto del Festival dello sport non poteva mancare uno spazio per Milano-Cortina. «L’Olimpiade del 2026 è una grandissima opportunità», ha esordito al Teatro Sociale Urbano Cairo, presidente di Rcs Media Group. «Ho preso il Torino nel 2005 e nel 2006 ci fu l’Olimpiade. La città era in crisi, ma da quell’evento ne riuscì a trarre un enorme beneficio. Osare ci ha fatto bene: quando l’Italia fa squadra, e qui tutti hanno

collaborato, dai sindaci agli atleti al Coni, alla fine ce la facciamo sempre. Tutti insieme hanno fatto qualcosa di spettacolare». Ed è proprio la coesione di Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige (quest’ultimo a fasi alterne) che hanno convinto i commissari. «Perché abbiamo scelto l’Italia? Perché le persone hanno fatto la differenza» ha detto Morariu, ovvero colui che ha guidato la commissione di valutazione del Cio. «C’erano due Paesi importanti e c’erano molte caratteristiche in comune, ma in Milano-Cortina abbiamo trovato l’eccellenza, con professionisti mossi da tanta passione, da competenze e conoscenze. Persone che volevano impegnarsi e avevano la volontà di riuscirci», ha concluso Morariu. «Abbiamo fatto tutto con un budget minimo, abbiamo lavorato molto con i territori coinvolti, ma abbiamo osato e questo ha fatto la differenza» ha rimarcato il presidente del Coni, Malagò, che ha

Octavian Morariu «Perché abbiamo scelto l’Italia? Perché le persone hanno fatto la differenza» poi sottolineato difficoltà ma al tempo stesso chance nell’organizzare un evento che coinvolte più Regioni: «Allargare il territorio può essere un rischio, per la logistica e le distanze. Ma abbiamo scelto uno spazio diffuso per poter utilizzare le strutture esistenti unite al background e alle competenze di alcuni territori già rodati». «Le Olimpiadi saranno una grandissima opportunità per tutto il Paese — ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana —. Con il grande evento di Expo, Milano ha potuto mostrare il meglio di sé e spero che ci sia una continuità tra l’evento del 2015 e le Olimpiadi del 2026». «Vogliamo sia l’Olimpiade della sostenibilità, dello spreco zero, dell’investimento sui territori e della crescita», ha rimarcato invece Cristiano Corazzari, assessore allo Sport della Regione Veneto. Una lettura condivisa d a l s i n d a co d i C o r t i n a , Gianpietro Ghedina, ormai celebre per il suo (gelido) tuffo nel lago di Ginevra per festeggiare la vittoria dei Giochi. «Cortina ricorda ancora l’ultimo evento del 1956 — ha spiegato — E ancora una volta costruiremo qualcosa per il futuro, per i nostri ragazzi». Come? Dando loro uno spazio di crescita professionale: «Formeremo giovani, creeremo una classe dirigente, genereremo lavoro sostenibile». Detta con quattro parole: «Saremo volano per l’economia». Touché. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SABATO 12 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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CORTINA

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il retroscena svelato al “festival dello sport” di trento

Giochi 2026, la confessione di Malagò: «Ci hanno salvati la Goggia e la Moioli» Il presidente Coni: «La sera prima del voto eravamo dietro, ero pronto a dimettermi. E ho dato carta bianca a loro due...» Gianluca De Rosa TRENTO. «Se non ci avessero assegnato le Olimpiadi invernali 2026 mi sarei dimesso»: le parole di Giovanni Malagò riecheggiano prepotenti dal palco del teatro sociale di Trento. Mattatore assoluto dell’incontro “Milano-Cortina, la nostra Olimpiade” , tenutosi ieri nell’ambito della rassegna “Festival dello sport” organizzata da Rcs e giunta alla seconda edizione, è stato il numero uno del Coni. Al suo fianco una passerella scintillante di medaglie olimpiche che hanno segnato la storia sportiva italiana: da Stefania Belmondo a Pietro Piller Cottrer passando per Manuela di Centa, Gabriella Paruzzi, Giuliano Razzoli e Gustavo Thoeni solo per citare qualche nome. Poi loro, “il segreto del successo” , Michela Moioli e Sofia Goggia. La loro presenza ha offerto al presidente Malagò l’occasione per raccontare un curioso retroscena relativo al caldo pomeriggio di Losanna del 24 giugno 2019. «Il giorno precedente all’assegnazione delle Olimpiadi 2026 eravamo in svantaggio. Avevo fatto i miei calcoli, in silenzio per non turbare la serenità della delegazione, ma eravamo sotto rispetto a Stoccolma. Avevamo 40 voti assicurati, ne mancavano diversi. Dovevamo necessariamente portare gli indecisi dalla nostra parte. Come ho fatto? Finora è rimasto un segreto, adesso posso finalmente svelarlo». Ed eccole entrare in scena, le protagoniste dell’assegnazione: Michela Moioli e Sofia Goggia. «Durante le prove generali che svolgemmo a porte

chiuse c’era qualcosa che non convinceva, era tutto troppo piatto. A quel punto decido, assumendomene completamente la responsabilità, di stravolgere la scaletta», racconta Malagò, «abbiamo così deciso di mettere davanti le atlete facendo tutti noi un passo indietro. Il programma iniziale prevedeva i saluti istituzionali in apertura. Ed invece abbiamo deciso di partire diversamente, mettendo in copertina il volto, giovane e scanzonato, di Michela e Sofia. Non solo. Durante le prove della nuova scaletta, ad un certo punto me le ritrovo davanti che mi dicono: “Ti fidi di noi, pres?”. Potevo rispondergli di no, secondo voi? Non sapevo cosa volessero fare, ho tremato per un attimo vedendole scappare dietro le quinte. “Abbiamo una sorpresa, andiamo a provare una cosa” mi dissero con un sorriso beffardo. Lì è nata l’idea della dab dance olimpica, divenuto l’elemento caratterizzante di una presentazione con i fiocchi che ha colpito nel segno anche grazie al supporto di un video fantastico, in grado di generare ancora oggi emozioni. Ci è andata bene, e ne siamo tutti felici: ma se le cose fossero andate diversamente avrei sicuramente fatto un passo indietro». Parole, quelle di Malagò, applaudite anche da Octavian Morariu, membro Cio e presidente della commissione di valutazione dei Giochi invernali 2026 che ha detto: “Come ci siamo fatti convincere dal progetto Milano-Cortina? Più del progetto ci hanno colpito le persone. I loro volti trasmettevano unione, passione e voglia di farcela». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Foto di gruppo del team di Milano-Cortina 2026; il sindaco Ghedina con Sofia Goggia e (sopra) un’altra immagine della giornata

le rassicurazioni del sindaco ghedina

«Nel comitato organizzatore il territorio sarà ben presente» TRENTO. «Il territorio sarà ade-

Il sindaco Ghedina durante il suo intervento a Treento

guatamente rappresentato all’interno del comitato organizzatore delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026»: la rassicurazione arriva dal sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, intervenuto ieri mattina a Trento per l’evento che il festival dello sport ha dedicato alla rassegna a cinque cerchi. Al suo fianco Alessandro Benetton ed i “colleghi” Attilio Fontana, Maurizio Fugat-

ti e l’assessore regionale allo sport, Cristiano Corazzari. Sotto lo sguardo attento del presidente di Rcs, Urbano Cairo, con il quale Ghedina si è intrattenuto a colloquio, il primo cittadino di Cortina ha raccontato il curioso episodio del tuffo nel lago di Losanna che lo ha visto protagonista nel giorno dell’assegnazione delle Olimpiadi: «Sono un montanaro, noi che abitiamo in montagna non abbiamo paura del freddo», ha sottolineato Ghedina tra gli applausi della folta platea. Unico spazio, questo, per le battute. Poi si torna seri quando si parla del duro lavoro che si presenta all’orizzonte: «In questi giorni c’è un continuo susseguirsi di nomi», ha sottolineato Ghedi-

na, «non abbiamo posto condizioni in merito alla scelta del manager che sarà a capo dell’organizzazione. Ci convincono tutti, perché hanno la giusta professionalità per fare un ottimo lavoro. Mi preme invece sottolineare, in questa fase in cui si fanno tanti nomi, che all’interno del co-

E racconta del tuffo nel lago di Losanna subito dopo il risultato del voto del Cio mitato organizzatore troveranno spazio i rappresentanti del territorio. Dieci per l’esattezza, in rappresentanza di Veneto, Lombardia e Tren-

tino Alto Adige. A loro saranno affiancati altri dieci rappresentanti dell’ambito sportivo che saranno selezionati dal comitato olimpico». La road map di Cortina si presenta già fitta di impegni. «Lunedì riceveremo una delegazione proveniente dalla Repubblica popolare cinese. La accoglieremo in sala consiliare e poi andremo a cena. Davanti a noi abbiamo sei anni importanti che rappresentano un punto di svolta per Cortina. Siamo un cantiere in questo momento, segno che i primi a credere negli eventi 2021 e 2026 sono in primis i privati che hanno deciso in massa di investire su di noi». — %JFSSF BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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SPORT

SABATO 12 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

contratto biennale legato alla salvezza

Ranieri è il nuovo tecnico della Samp E l’esordio sarà contro la sua Roma GENOVA. Claudio Ranieri riparte dalla Sampdoria e dalla sua Roma. Che affronterà il 20 ottobre al Ferraris, quando si tornerà in campo dopo la pausa per gli impegni della Nazionale. Il blitz da parte del presidente Massimo Ferrero è andato a segno: il tecnico firmerà un contratto biennale legato alla permanenza in serie A. Si aspetta solo il comunicato ufficiale. Resta ancora top secret l’ingaggio,

ma lo stipendio nella prossima stagione dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro. Mentre da qui a giugno Ranieri dovrebbe percepire poco meno di un milione e mezzo di euro. Doppia coincidenza, non solo la Roma, ma il 20 ottobre il nuovo allenatore blucerchiato festeggerà 68 anni. È stato trovato dunque il sostituto di Eusebio Di Francesco e per la seconda volta consecutiva Ranieri prenderà il suo posto, l’an-

no scorso era accaduto alla Roma, che portò ad un passo dalla qualificazione in Champions League, e ora alla Samp. Il nuovo tecnico ha avuto da Massimo Ferrero ampie garanzie di interventi sul mercato di gennaio, necessari per rendere più competitiva la squadra. Dopo i tentativi con Stefano Pioli (approdato poi al Milan) e Gennaro Gattuso che ha detto no alla Samp, la scelta della società era

quella di provare il colpo con Ranieri, tecnico dall’importantissimo palmares internazionale, per dare alla Sampdoria, ultima in classifica, una svolta decisa dopo appena una vittoria e sei sconfitte. A parte l’ex tecnico del Leicester, l’unico rimasto in corsa sarebbe stato Beppe Iachini, che ha un legame speciale con i tifosi blucerchiati. Ieri c’è stato l’ultimo incontro con l’entourage di Ranieri per cercare di limare le distanze evidenziate durante le riunioni e la cena di ieri sera. Ferrero ha fatto uno sforzo economico importante e ora si affida a lui per risollevare la squadra blucerchiata. —

Claudio Ranieri è il nuovo tecnico della Sampdoria

IN BREVE

gran premio del giappone

Formula 1 sotto chiave per difendersi dal tifone Coprifuoco a Suzuka

Tennis Impresa Berrettini Djokovic e Federer ko La prima volta di Matteo Berrettini in semifinale in un Masters 1000, e non solo. È stata una giornata piena di sorprese al torneo di Shanghai, che in poche ore ha perso i principali favoriti, Djokovic e Federer, regalando all’assente Nadal una prossima promozione a n. 1 al mondo per l’eliminazione del serbo. Tra i quattro che si sfideranno per l’accesso in finale c’è a pieno diritto il romano, che ha battuto in due set il n. 4 del ranking, Thiem, e cercherà di completare l’impresa superando Zverev, autore dell’eliminazione di King Roger. Il sogno di una finale tutta italiana si è infranto quando Fognini è stato fermato da Medvedev.

Box smontati e qualifiche rinviate a domani prima della gara Prove libere: Hamilton e Bottas davanti, le Ferrari inseguono dall'inviato Jacopo D’Orsi SUZUKA. Anche la F1 si arrende

al tifone Hagibis, sua «velocità», atteso oggi sulla costa centro orientale del Giappone per poi abbattersi su Tokyo. Spostate le qualifiche a Suzuka: se ne riparla domani mattina, stanotte alle 3 ora italiana, prima della gara che resta alle 7,10. Quinta volta nella storia, dopo 2004 e 2010 (proprio qui), 2013 (Australia, Melbourne) e 2015 (Usa, Austin). Sempre che ci siano le condizioni per andare a caccia della pole – i dubbi riguardano eventuali danni più che il meteo – altrimenti varrà la classifica della seconda sessione di libere e per la Ferrari sarebbe una pessima notizia, visto che le Mercedes sono tornate davanti. Prima fila virtuale con Bottas e Hamilton (che oggi è annunciato a Tokyo e non si sa come

Sacchi di sabbia ai box per evitare allagamenti con il tifone Hagibis

tornerà indietro), solo 4° Leclerc e 5° Vettel, preceduti pure da Verstappen. «Non penso che siamo al loro livello», dice Charles a tre decimi e mezzo dal finlandese: dopo 4 pole di

fila vorrebbe la 5ª, la nuova ala anteriore potrebbe aiutarlo. Di certo «per tutte le squadre», come spiega il team principal della Rossa, Binotto, è un week-end difficile e non solo

ciclismo

Le tappe del Giro d’Italia in Veneto Monselice e la crono del Prosecco Antonio Simeoli PADOVA. Il Giro a Nord Est sarà un gran bel Giro e inciderà non poco sulla classifica finale. Segnatevi queste date: venerdì 22 maggio e mercoledì 27 maggio 2020. In mezzo quattro giorni di grande ciclismo col giorno di riposo che le squadre e la carovana passeranno tra il Trevigiano e il Pordenonese visto il tracciato. Ancora una vol-

ta ha fatto centro il messaggio caro alla Regione Veneto, in testa il governatore Luca Zaia: il grande ciclismo è un partner perfetto per lo sviluppo turistico. Come un anno fa col gran finale della corsa che fu dell’ ecuadoriano Carapaz tra Feltre, Monte Avena e lo spettacolare epilogo all’Arena di Verona. La corsa 102 partirà dall’Ungheria il 9 maggio con tre tappe in territorio magiaro. Poi il

trasferimento in aereo in Sicilia, non è ancora chiaro se a Palermo o a Catania, senza giorno di riposo e la risalita dello stivale tutta “adriatica”. A Nord Est la carovana rosa arriverà alla fine della seconda settimana di gara con la Cervia-Monselice. Cartina alla mano, scontato il menù della frazione: fuga da lontano, probabilmente con il gruppo stanco da una tappa insidiosa “stile” Granfondo Nove Colli a Cese-

Ciclismo Nibali cerca il tris al Giro di Lombardia

perché c’è meno tempo per provare la macchina: «Ma la sicurezza viene prima di tutto». Scene mai viste nel paddock, in regime di coprifuoco: oggi solo un gruppo scelto di addetti per team potrà avvicinarsi al circuito, off limits per chiunque altro. Blindati i box: saracinesche abbassate, reti di protezione e sacchi di sabbia come in trincea per evitare allagamenti. Anche Ferrari ha dovuto smontare la struttura per i pit stop, sistemandola all’interno e rialzando tutta la stru-

mentazione nel caso dovesse entrare acqua. Muretto piegato, impacchettato e legato con cinghie. Smontato come fosse già finito il Gp anche tutto l’arredamento delle varie hospitality, che stanno all’interno di tendoni in apparenza vulnerabili di fronte a venti da 200 km/h come quelli attesi: vedremo se basteranno i ganci a cui sono assicurati. Staccata, infine, l’energia elettrica: in attesa della quiete dopo la tempesta. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Vincenzo Nibali cerca il tris al Giro Lombardia, dopo i trionfi del 2015 e del 2017, ma la lista degli avversari è lunga e agguerrita: oggi ai nastri di partenza della 113esima edizione della «Classica delle Foglie Morte» – dedicata al grande Felice Gimondi – ci sarà anche il re dell’ultimo Tour de France Egan Bernal. Percorso tradizionale: da Bergamo a Como, 243 chilometri di salite e picchiate nella Monumento più dura di tutte.

natico e gettonatissimo arrivo in volata. Perché, da quel che risulta quella all’ombra dei Colli Euganei rischia di essere la terz’ultima, o forse addirittura penultima, frazione disegnata per velocisti. Il sabato, giornata clou per presenze di tifosi sulle strade e TIBSF in tv, ecco uno dei crocevia del Giro d’Italia 2020: la cronometro del Prosecco. Grande ciclismo uguale sviluppo turistico. Eccoci quindi a celebrare le colline del Prosecco da poco entrate nel ristretto club dell’Unesco. Ricordate la crono del 2015, quando Kiryenka vinse, e soprattutto Contador rifilò oltre tre minuti ad Aru? Ecco, stavolta la gara contro il tempo partirà da Conegliano, quattro anni fa partì da Treviso. Ma le colline di

Guia, Santo Stefano e San Pietro di Barbozza, l’attraversamento di Col San Martino o l’imperdibile muro di Ca’ del Poggio, ormai santuario per i cicloturisti veneti e non, la faranno da padrone. A Valdobbiadene il Giro d’Italia non sarà ipotecato da nessun atleta, ma indirizzato sicuramente sì. Domenica 24 maggio: le carte Rcs, cioè gli organizzatori del Giro, le hanno cambiate da pochi giorni. La frazione, tutta friulana, partirà dalla Base delle Frecce Tricolori di Rivolto. L’annuncio è già stato dato in pompa magna a inizio marzo, ma adesso vi possiamo dire che quella mattina la base militare sarà aperta ai tifosi (sono stati richiesti 14 km di transenne) e prima della partenza la Pattuglia acrobatica si esibirà

sulla testa del gruppo pronto alla partenza e lo spettacolo “volerà”, grazie alla tv, in 180 paesi del mondo. Arrivo? Piancavallo, come nel 2017, sulla salita domata da Pantani nel “suo” Giro 1998. Lunedì 25 maggio il secondo giorno di riposo dell’edizione, poi da Udine a San Daniele, divise da 30 km, eppure la frazione più lunga del Giro. Oltre 200 km con 7 salite e il circuito finale sul Muro di Ragogna. Quello che incoronò Gianni Bugno campione d’Italia nel 1991. E rieccoci al Veneto. Mercoledì 27 maggio la partenza da Bassano (come nel 2015 dopo la crono di Valdobbiadene) verso Madonna di Campiglio. Solo aperitivo allo Stelvio del giorno dopo e al gran finale in Piemonte sopra il Sestriere. —


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REGIONE

SABATO 12 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

giocHi milano-cortina 2026

Primi veleni olimpici Ministro contro Coni «Non è trasparente» Cda, le cordate rivali Spadafora: manca una lettera d’incarico alla Spencer Stuart Candidati ad: Domenicali piace a Giorgetti, Novari ai renziani che troppo, il braccio di ferro tra i partner che si contendono il controllo del consiglio d’amministrazione della Fondazione olimpica che sarà denominato Ocog (è l’Organising Committee for the Olympic Games) e gestirà i 925 milioni di dollari stanziati dal Cio nonché le ulteriori risorse (circa 300 milioni di euro) garantite dalle fidejussioni di Lombardia e Veneto.

Filippo Tosatto VENEZIA. Sci, slittino, pattinag-

gio, hockey. Suvvia. Agli albori dei Giochi invernali Milano-Cortina la specialità regina è la corsa alla poltrona più ambita e redditizia, quella dell’amministratore delegato che - di qui al 2026 - capeggerà una macchina organizzata dotata di 1,4 miliardi di budget. Così, la sfida tra i quattro candidati in lizza (ma non si escludono ulteriori sorprese) accende uno scontro di potere senza esclusione di colpi, con alleanze trasversali e a volte sorprendenti tra la politica e la finanza, l’industria e lo sport. Sullo sfondo, ma nean-

UNA FRECCIATA A MALAGÒ

Un confronto già intriso di veleni con il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, lesto a contestare la “scarsa trasparenza” dell’incarico attribuito agli americani di Spencer Stuart. Pur priva di un manda-

to formale, l’agenzia (fiduciaria del Mef e del Coni) ha selezionato una rosa di tre manager e ora reclama la spettanza: 10 mila euro di “spese vive” più il 30% dello stipendio di 4-500 mila erogato al prescelto. La circostanza ha già innescato una lite a distanza tra l’esponente di governo grillino e il battagliero Giovanni Malagò, presidente del Coni, acuito da una circostanza: lunedì, a Luca Zaia e agli altri soci del comitato d’indirizzo riuniti a VeronaFiere, i “cacciatori di teste” hanno riassunto la scrematura delle segnalazioni in una terna composta da Tom Mockridge, il neozelandese artefice dello sbarco di Sky in Italia; Alberto Baldan, il venezia-

Il comitato d’indirizzo dei Giochi Milano-Cortina 2026 riunitò lunedì a Verona con il ministro Spadafora

no balzato dal Gruppo Rinascente al vertice di Grandi Stazioni Retail; e Vincenzo Novari, già ad Omnitel e ora special advisor per gli investimenti di CK Hutchinson nel Belpaese. LA SORPRESA DI SALA

«Dove caschi, caschi bene», il commento a caldo di Beppe Sala, il sindaco di Milano già battistrada dell’Expo, sorpreso - al pari di altri - dalla comparsa del “quarto uomo”: Stefano Domenicali. Più volte evocato dai media (e puntualmente escluso alla luce di uno stipendio a sei zeri giudicato

insostenibile), il presidente e direttore di Lamborghini ha manifestato invece “interesse e disponibilità” a valutare la chance: stimato da Malagò, buon amico dell’influente leghista Giancarlo Giorgetti, non sembra entusiasmare i 5 Stelle. E se a tifare per Novari (ospite abituale della Leopolda) sono i renziani, Mockridge (che in passato ha attaccato Berlusconi in nome della concorrenza televisiva) e Baldan spiccano invece per le rispettive competenze in due ambiti giudicati cruciali, comunicazione e mobilità ferro-

chi dubbi: «Oggi le controperizie e le ulteriori indagini, non solo smentiscono questa fantasiosa versione, ma svelano uno scenario che saprebbe di manipolazione della verità. Nella prima perizia venivano indicati esami, procedure, analisi che in realtà non sarebbero mai state effettuate. Tutto fal-

so, insomma. Ma c’è di più. Nello studio del professor Montisci sarebbe stato trovato nascosto il pacemaker della vittima, dal quale si poteva verificare quando davvero fosse avvenuta la morte per arresto cardiaco. Riassumendo: un uomo viene travolto da un’auto, ma muore per i fatti suoi. Il corpo viene sottoposto ad analisi che risultano false e la prova di quanto accaduto davvero viene trafugata. Vogliamo la verità e diciamo che ce n’è più che a sufficienza per chiedere le dimissioni di Domenico Mantoan, o almeno la sua sospensione. Zaia che dice?». Nulla. Interpellato, Palazzo Balbi fa sapere che il governatore si astiene «da sempre» dal commentare indagini in corso. Muti anche Montisci e Mantoan. Ma la vicenda è urticante. E tutt’altro che chiusa. — Filippo Tosatto

è arrivata nessuna comunicazione e nessuna giustificazione per l'assenza ad un tavolo di conciliazione che avrebbe potuto far partire un dialogo necessario alla tutela della sicurezza su lavoro di circa 1,6 milioni di veneti. E questo mentre gli infortuni hanno superato la soglia del 50.000 già nell'estate di quest'anno». Gli ispettori contestano anche un taglio dello stipendio di circa 5 mila euro annui a fronte di 25 assunzioni che non coprono nemmeno il turnover degli addetti, dei quali più una decina almeno sono nel frattempo andati in pensione. «I 140 addetti in forze attualmente agli Spisal regionali dovrebbero effettuare 21 mila interventi all’anno (5% delle impre-

se), ossia 150 accertamenti a testa» continuano i sindacalisti. «Il che significa poco più di una giornata per intervento: un tempo assolutamente insufficiente per procedure complesse necessarie a svolgere un serio lavoro di prevenzione che in imprese grandi e articolate richiede anche settimane. Di fatto per garantire la prevenzione e la sicurezza sui posti di lavoro serve più personale, più tempo e un adeguato investimento di risorse». Una situazione esplosiva che aveva visto gli ispettori dello Spisal incontrarsi a Padova alla fine di settembre. Un'assemblea a cui avevano partecipato la quasi totalità degli operatori veneti della sicurezza.— Riccardo Sandre

un caso politico-giudiziario

Omicidio stradale e sospetti sull’autopsia I 5 Stelle accusano Mantoan: lasci la sanità La vicenda riguarda la morte di un settantenne investito dall’auto blu su cui viaggiava il top manager: la nuova perizia smentisce il referto di Montisci VENEZIA. Diventa un caso politico-istituzionale l’inchiesta della magistratura padovana sulla morte del settantenne Cesare Tiveron, che il 13 settembre fu investito e ucciso da un auto blu della Regione sulla quale, alle spalle del conducente, viaggiava Domenico Mantoan, il top manager della sani-

tà del Veneto. Indagato l’autista – che procedeva in direzione vietata – l’omicidio stradale ha messo nei guai anche Massimo Montisci, il docente e direttore dell’Unità complessa di Medicina legale e tossicologia: a conclusione dell’autopsia, l’universitario stabilì che a provocare il decesso era stato un infarto, di qualche istante precedente lo scontro tra la vettura e lo scooter della vittima, affetta da cardiopatia. Morte naturale, insomma. Una tesi ora contraddetta dalla perizia dei cinque esperti no-

a partire dalle 21

Uilt-Uil, Ugl, Fast ed Orsa hanno proclamato uno sciopero regionale di 24 ore a partire dalle 21 di questa sera sino alla stessa ora di domani. Lo sciopero interesserà solo i treni regionali, sia quelli veloci che i locali che fermano in tutte le stazioni, mentre le Frecce di TrenItalia e gli Italo di Ntv viaggeranno regolarmente. I motivi della mobilitazione sono gli stessi dello sciopero dell’8 settembre.

Scarabel, Erika Baldin e Manuel Brusco ricostruiscono la dinamica dell’incidente avvenuto nella città del Santo, all’uscita dall’Iov, definito in premessa «l’omicidio stradale di un povero settantenne, forse fatto passare per sfortunato incidente per togliere dall’imbarazzo un alto esponente della Regione. Se fosse questa la verità», è il sospetto dei grillini«saremmo davanti ad una brutta storia degna di un thriller, sulla quale vogliamo la massima trasparenza». A riguardo, il M5S nutre po-

Il direttore Domenico Mantoan

la mobilitazione

Oggi sciopero di 24 ore dei soli treni regionali VENEZIA. Filt-Cgil, Fit-Cisl,

minati dal gip, che contestano l’incompletezza e le omissioni nel referto autoptico stilato dal pure rinomato collega. La circostanza– già oggetto dell’interrogazione rivolta al governatore Luca Zaia dai consiglieri Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda, lesti a sollecitare provvedimenti cautelari o disciplinari a carico di Montisci – è rilanciata dal gruppo 5 Stelle all’assemblea regionale, che alza il tiro e chiede severi provvedimenti nei confronti di Mantoan. Jacopo Berti, Simone

viaria. Che altro? Il prossimo round si svolgerà a Milano, a fine mese: in agenda i criteri di nomina degli organismi decisionali. Indolore il comitato secutivo “ristretto”, che avrà natura prevalentemente tecnica, mentre nell’Ocog il Coni rivendica la maggioranza “sportiva” prevista dalla Carta olimpic a nonché la presidenza affidata a Malagò: i “territoriali” acconsentiranno purché la formula sia quella del 6+1 ovvero equa spartizione dei consiglieri (12 in tutto) con il voto presidenziale che vale doppio in caso di parità. Vedremo. —

Ovvero i turni di lavoro che continuano a essere gravosi in tutti gli impianti e non vengono distribuiti equamente; la formazione professionale insufficiente e il mancato rispetto degli accordi nazionali. L’azienda ha infine trasferito un intero impianto (quello dei capi-treno) da Mestre a Venezia Santa Lucia senza un accordo sindacale che tenga conto dei disagi che sta causando al personale. Felice Paduano

Gli ispettori degli Spisal si fermano il 25 ottobre «Pochi e pagati meno» PADOVA. Sono pronti allo scio-

pero proprio durante la settimana europea della sicurezza prevista tra il 21 e il 25 ottobre prossimo i 140 dipendenti dello Spisal rimasti in forze alle Ulss del Veneto. Ieri mattina i rappresentati delle categorie della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto un incontro in prefettura a Venezia per trovare una forma di dialogo con la Regione. Un in-

contro disertato dall'ente regionale di fatto attivando le procedure di agitazione sindacale degli ispettori della sicurezza sui posti di lavoro. «Con ogni probabilità i dipendenti degli Spisal veneti incroceranno le braccia proprio il 25 ottobre» annunciano Sonia Todesco, Alessandro Peruzzi e D'Emanuele Scarparo, segretari Fp di Cgil, Cisl e Uil. «Da parte della Regione non


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REGIONE

SABATO 12 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

verso le regionali 2020

Nervi tesi in casa dem Bisato ribatte ai critici «Il Pd perde da 25 anni» Il segretario convoca la direzione e punge i consiglieri veneti «È tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità»

Filippo Tosatto VENEZIA. Nervi tesi tra i dem alla vigilia del redde rationem interno su candidati, alleanze e programmi in vista del voto di primavera. Imputato da più parti di attendismo – «Zaia fa campagna quotidiana sul territorio, che aspettiamo a uscire dal limbo e individuare uno sfidante all’altezza? », il richiamo del veterano Claudio Sinigaglia – il segretario veneto Alessandro Bisato batte un colpo e fa sapere in una nota che «la direzione del partito democratico si riunirà la settimana prossima per definire un percorso per le elezioni regionali del 2020»; «In cantiere», aggiunge «ci sono le attività per la redazione del programma e quelle per arrivare ad una coalizione di centrosinistra più ampia e inclusiva possibile».

Annuncio scontato, si dirà, che tuttavia diventa segnale politico nel passaggio successivo, laddove il padovano sindaco di Noventa traccia la rotta futura, convinto com’è che «il Pd non potrà che essere il perno di un’eventuale alleanza», pur concepita «in collaborazione con tutti i movimenti civici che abbiano a cuore un Veneto solidale, sostenibile e che sappia trattenere e dare prospettiva ai giovani che fuggono all’estero e in altre parti d’Italia».

DA SINIGAGLIA A FRACASSO

Misurata nella forma, acuminata nella sostanza, la replica di Bisato: «Ogni decisione va assunta dal partito nella collegialità dei suoi organi», la premessa «bene il dibattito interno, ma con lo scopo ultimo di contribuire fattivamente a risollevare la situazione, magari assumendosi anche la propria parte di responsabilità»; poi, la stoccata: «Il Pd veneto ha certamente dei limiti di contesto e di organizzazione ma non è, obiettivamente, un problema di questi giorni, visto che da venticinque anni le coalizioni di centrosinistra non riescono a incidere sulla scena politica regionale». Dove l’allusione corre alla sconfitte incassate a ripetizione, dalla stagione di Galan a quella zaiana, culminate nel minimo storico dei consensi (22,8%) raccolti da Alessandra Moretti nel 2015. QUAL È LA POSTA IN PALIO

ADDIO ALL’INTESA CON M5S

Decriptato dal lessico di Palazzo, il messaggio prende atto, in via definitiva, dell’impossibilità di sperimentare in terra veneta l’intesa giallorossa che regge il Governo Conte bis e viene replicata nell’Umbria chiamata alle urne; un’eventualità più volte esclusa dai 5 Stelle per voce di Jacopo Berti,

listiche, il partito deve metterci la faccia evitando di mascherarsi dietro a figure esterne attinte tra gli indipendenti, nell’impresa o all’università».

Alessandro Bisato segretario Pd

al punto da indurre il capogruppo dem Stefano Fracasso a rivolgere al segretario un invito dai toni ultimativi: «Siamo in grave ritardo, smettiamola di inseguire ipotesi irrea-

Che altro? «Lavoriamo tutti compatti per una visione del Veneto che vada ben oltre l’appuntamento elettorale dell’anno prossimo. Ne va della qualità dei servizi socio-sanitari in progressivo peggioramento, del sistema dei trasporti superato e caotico, della qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua. Ben più, quindi, dei nostri distinguo». Una conclusione ecumenica che non cancella i tam tam bellicosi nell’aria. —

a palazzo ferro fini

premio ttg a rimini

Esposizione al pubblico delle tavole del Ptrc

Veneto destinazione turistica più amata

VENEZIA. “Valorizzare il ter-

VENEZIA. Il premio “Italia Destinazione Digitale” come Regione italiana più amata dai turisti stranieri nel 2019 è stato assegnato al Veneto nel corso della manifestazione fieristica Ttg Travel Experience a Rimini. «Un riconoscimento che ci rende felici e che conferma la forte vocazione turistica internazionale della nostra terra» dice l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner «Un primato sancito dai numeri e avvalorato anche dal notevole gradimento di iniziative come quella del “Buy Veneto”, il workshop più importante del nostro Paese svoltosi pochi giorni fa a Mestre, che ha visto crescere di anno in anno la partecipazione di tour operator esteri». Dai circa 10 milioni di arrivi turistici totali nel 1997 si è giunti quasi a 20 milioni nel 2018, registrando un aumento dell’88,9% nel ventennio, pari a una crescita media annua del 3,1%. Le presenze turistiche totali sono passate dai 51 milioni del 1997 ai circa 70 milioni del 2018, +35,3%, pari ad una crescita media annua dell’1, 5%». —

ritorio, esaltandone le peculiarità, affinché sia vissuto come una “risorsa collettiva”, un elemento identitario in cui ciascuno di noi si riconosce: questo il miglior modo per tutelare il nostro Veneto». Così l’assessore regionale al Territorio e all’urbanistica, Cristiano Corazzari, sintetizza il principio fondamentale, sia nei metodi che nei contenuti, sul quale si sta costruendo il nuovo Ptrc, Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, la cui ultima versione sarà disponibile nei prossimi giorni a palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale del Veneto, dove sarà possibile visionare le principali tavole tematiche dell’elaborato esposte in grandi pannelli e dove, in orari prestabiliti, i tecnici regionali illustreranno gli argomenti e gli obiettivi del Piano stesso. «Il nuovo Ptrc» aggiunge l’assessore «riassumerà in un quadro organico le politiche economiche, trasportistiche, infrastrutturali, turistiche e via dicendo, con un approccio flessibile e dinamico». —


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Nordest

IL NUOVO PTRC IN MOSTRA AL FERRO FINI Le principali tavole del Ptrc esposte dal 15 ottobre in Consiglio regionale. Il presidente di Commissione Francesco Calzavara: il voto entro novembre

Sabato 12 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Grillo: Venezia si divida da Mestre Il “padre nobile” del M5s ha pubblicato un post sul suo blog `Referendum, il Movimento cittadino non ha dato indicazioni «Condivido e sostengo l’appello del Comitato per l’autonomia» di voto. Entusiasti invece i consiglieri regionali: «Grazie Beppe» `

LA CONSULTAZIONE VENEZIA Che sia in grado di spostare gli equilibri anche alle urne, si è già visto. La voce di Beppe Grillo, a volte, sa essere un richiamo irresistibile per il popolo. Non a caso, infatti, il suo endorsement alla separazione tra Venezia e Mestre ha caricato a mille gli autonomisti. Il comico genovese, vate e fondatore del Movimento 5 Stelle, ieri è uscito allo scoperto prendendo una posizione inequivocabile sulla questione: «Condivido e sostengo pienamente l’appello del comitato per l’autonomia di Venezia, per il referendum che si terrà domenica 1 dicembre 2019». Due righe, a corredo del lungo comunicato del comitato, rilanciato appunto sul blog di Grillo. Sullo sfondo, la famosa grande nave di Banksy, scomposta in più cornici a mo’ di collage, come a dare l’idea dell’immensità del colosso del mare a confronto con la fragilità di piazza San Marco. E l’appello citato appunto parla dei macro temi che affliggono Venezia: grandi navi, turismo, spopolamento. «Il Comitato per l’autonomia di Venezia intende dunque restituire a Venezia la dignità di “città in se”, riconoscendole la legittimità di tornare ad essere un Comune autonomo senza l’appendice della terraferma ma con autorità sulla sua laguna. Solo così infatti sarebbe possibile varare misure legislative necessarie per questa citta`unica al mondo».

DIVISI Beppe, però, in questo modo ha un po’ dribblato i suoi. Perché la linea del Movimento 5 stelle, a Venezia, è quella di partecipare al referendum, sì, ma senza dare indicazioni di voto. «Non cambia nulla, la nostra posizione rimane invariata - commenta la consigliera comunale pentastellata Elena La Rocca - Beppe è un libero cittadino e come tale dice quello che pensa. Certo, non possiamo negare che la sua opinione possa essere decisamente più influente di altre, ma noi continuiamo a dire che ciò che è fondamentale è an-

IL QUADRO VENEZIA La campagna elettorale per la divisione di Mestre da Venezia di fatto si è aperta con l’invito del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, molto criticato per questo, all’astensione. Brugnaro è il primo avversario della separazione amministrativa della terraferma dalla città insulare ritenendola una pietra tombale per la “Grande Venezia” dentro la Città metropolitana, anche se quattro anni fa, in occasione del ballottaggio con Felice Casson che l’avrebbe portato all’elezione, aveva sottoscritto un accordo con il candidato della Lega e delle liste autonomiste, Gian Angelo Bellati, che prevedeva l’impegno a celebrare il referendum. Il sindaco punta a far fallire il quorum del 50% più uno dei

I precedenti

1979 No Sì

72,4% 27,6%

1989 No Sì

57,8% 42,2%

1994 No Sì

55,6% 44,4%

2003 IN GONDOLA Beppe Grillo a Venezia nel marzo 2010 per le elezioni comunali

Non è stato raggiunto il quorum. Ha votato solo il 39,3% degli aventi VOLATA diritto: risultato nullo Il referendum del 1. dicembre

Le posizioni politiche Lunedì la direzione comunale del Pd

LeU deve decidere Lega: tutti alle urne FI è per l’astensione lista Casson pro-voto Ma non si schiera FdI promuove il Sì

Il Partito Democratico d Venezia riunirà la direzione comunale lunedì prossimo. All’ultimo congresso, nel 2017, la valutazione era di netta contrarietà alla separazione amministrativa. Nel partito ci sono posizioni differenti: il segretario comunale Giorgio Dodi voterà no, il presidente della Municipalità di Mestre Vincenzo Conte è per il sì.

Articolo 1 - LeU si riunirà la prossima settimana per ufficializzare la posizione. Finora singoli esponenti, come Michele Mognato e Gabriele Scaramuzza, si sono espressi per l’unione. La Lista civica Casson che fa riferimento all’ex senatore Felice Casson invita i cittadini ad andare a votare ma senza specificare se per il sì o per il no.

La Lega invita i suoi al voto, ma senza lasciare indicazioni. Questa la linea richiesta dal segretario metropolitano Andrea Tomaello. Inutile nascondersi: la maggior parte dei leghisti è a favore della separazione. Non tutti, però, motivo per cui il partito ha deciso di non schierarsi e di lasciare la partita interamente nelle mani dei comitati.

dare a votare. Questo è un tema cruciale e vogliamo sapere che cosa ne pensano i cittadini». La vedono un po’ diversamente, invece, i consiglieri regionali M5s: Erika Baldin, Jacopo Berti, Manuel Brusco e Simone Scarabel hanno accolto con entusiasmo la chiamata al voto di Grillo. «Grazie Beppe! Grazie per essere sceso in campo a supporto di una battaglia che in Veneto portiamo avanti con forza». In realtà, anche nei pentastellati veneziani non c’è una visione unica sulla questione. Come in tanti altri partiti, c’è una corrente unitaria e una separatista. A questa seconda appartiene sicuramente il consigliere comunale Davide Scano, che però a differenza di Beppe, è schierato sull’altra sponda della laguna, quella mestrina. «Chi ci vede da fuori è ovvio che senta maggiormente il problema di Venezia - commenta - perché la città sta morendo e solo l’autonomia dalla terraferma può salvarla. Con la separazione Mestre potrà occuparsi delle faccende più adeguate a un Comune “normale”, ispirandosi a realtà come Padova o Vicenza. Venezia, invece, con una propria amministrazione potrà concentrarsi sui problemi speciali che la riguardano, quelli appunto rilanciati da Beppe».

L’indicazione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è stata inequivocabile: non andate a votare. Il primo cittadino non ha mai negato di essere estremamente contrario al referendum sulla separazione. Il suo appello all’astensione è stato appoggiato anche da Forza Italia. Diversa invece la linea di Fratelli D’Italia, schierata e pro separazione.

ha dei precedenti poco incoraggianti sul fronte autonomista: siamo alla quinta edizione del quesito, l’ultima volta - nel 2003 - non si è raggiunto il quorum, mentre le tre volte precedenti (1979, 1989, 1994) ha vinto il “No”. Certo, i tempi sono differenti e nell’era dei social e del 4.0, la volata di Grillo potrebbe rimescolare non poco le carte, anche se tra campagna elettorale e referendaria la differenza è enorme. Slogan e tormentoni solitamente hanno meno presa, in caso di quesito puntuale. Che risposta darà il popolo di Grillo (che non necessariamente deve essere quello dei 5 Stelle) alla chiamata alle urne? Non rimane che attendere. Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

Brugnaro punta a far mancare il quorum anche i partiti si spaccano al loro interno votanti, per cui la consultazione non sarebbe valida a prescindere dalla vittoria del “Sì” o del “No” alla divisione.

mo ha fatto sapere la sua posizione. Favorevole alla divisione anche l’ex sindaco Ugo Bergamo. La Lega, che appoggia Brugnaro, ma non è rappresentata in Giunta, critica il sindaco sull’invito all’astensione, invitando i cittadini a votare, ma senza schierarsi ufficialmente

LE POSIZIONI Se questa è la posizione del primo cittadino, tra le forze politiche veneziane il quadro è variegato, anche con prese di posizioni diverse dentro a uno stesso partito. Per l’astensione è anche l’ex sindaco Massimo Cacciari. Nel centrodestra, che a Ca’ Farsetti è maggioranza, Brugnaro trova sponda in Forza Italia, ma non in Fratelli d’Italia, che prende le distanze e dichiara il sostegno al “Sì”, affiancandosi al Partito dei Veneti che per pri-

SINDACO Luigi Brugnaro

L’EX SINDACO CACCIARI PER L’ASTENSIONE, CASSON INVITA AD ANDARE AI SEGGI. E IN GIUNTA C’È CHI CAMBIA IDEA

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sul “Sì” o sul “No”, anche se la separazione è sempre stato un cavallo di battaglio del partito.

PRO E CONTRO Nel centrosinistra, il Pd all’ultimo congresso si era espresso contro la separazione, ma registra a sua volta posizioni opposte: c’è chi è apertamente contro la divisione, come il deputato ed ex consigliere comunale Nicola Pellicani, e chi invece è schierato per Mestre Comune, come il presidente della Municipalità di Mestre Vincenzo Conte. Favorevoli a votare anche la lista civica Casson e i Cinquestelle, paladini della democrazia diretta che ora ricevono l’indicazione sul

merito dal padre nobile Beppe Grillo. Contrari gli esponenti di Leu. In Giunta c’è chi, come l’assessore alla Mobilità Renato Boraso, un tempo era fautore della divisione e faceva i banchetti per raccogliere le firme per il referendum, ma adesso ha cambiato idea ed è unionista convinto. In Consiglio siedono invece due che all’inizio erano in maggioranza, ma poi sono passati nel Gruppo Misto, Ottavio Serena e Renzo Scarpa, che sostengono senza esitazioni il “Sì”. Conte, Serena e Scarpa erano gli unici politici presenti sabato scorso a Mestre all’avvio della campagna elettorale per il “Sì” dei comitati autonomisti, veneziani e mestrini, uniti per centrare l’obiettivo. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Montebelluna Pederobba Maser

Sabato 12 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

«Nervesa e Cima Grappa, ossari dimenticati» Favero denuncia: «Sono in condizioni pessime, il Centenario `Intanto il Memoriale a Villa Pisani festeggia il primo anno della Grande Guerra avrebbe potuto essere un’opportunità» Il documentario “Fucilateli” diventa proiezione permanente `

MONTEBELLUNA Il documentario d’inchiesta “Fucilateli” diventerà proiezione permanente al Memoriale della Grande Guerra di Villa Pisani. Dove ieri, in occasione della presentazione dell’importante lavoro e di varie iniziative che faranno da colonna sonora al compleanno del memoriale, il sindaco Marzio Favero non ha rinunciato a un’amara denuncia. «Il centenario della Grande Guerra ha rappresentato uno spunto per politiche di investimento sul tema. Dobbiamo supplire al vuoto di azioni dello Stato». Che, in sostanza, ha perso un’occasione.

LA STOCCATA E ha citato le «condizioni pessime in cui versano ossario di Nervesa e sacrario di Cima Grappa». Aggiungendo che «è grave che una Nazione si dimentichi di personaggi che hanno dato la vita per lei». Poi, a confermare l’importanza di Grappa e Montello, ha aggiunto: «La battaglia di Vittorio Veneto è stata inutile; la guerra era finita». Per quanto riguarda “Fucilateli” - Commissione d’Inchiesta su Caporetto 1918-19”, si tratta dell’ultimo lavoro dei registi Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato di Sole e Luna Production, che hanno contribuito a fornire anche i materiali videografici dello stesso Memoriale. Il documentario sarà proiettato venerdì prossimo alle 20.45 al Teatro

Binotto di Villa Pisani. La proiezione sarà anticipata nel pomeriggio da un corso di formazione rivolto ai docenti della provincia di Treviso.

Maser

Camion nel fosso per un malore code e disagi sulla Marosticana

L’INDAGINE “Fucilateli” è un documentario di inchiesta, che affronta un argomento nuovo rispetto alla retorica tradizionale approfondendo un lato oscuro, per decenni celato e mai pienamente analizzato: quello della giustizia militare e della gestione del capitale umano. L’indagine idealmente prosegue il lavoro di approfondimento sul primo conflitto mondiale già avviato con “Cieli Rossi-Bassano in Guerra” uscito nel 2015. L’accuratezza che contraddistingue entrambi i prodotti è testimoniata anche dall’esclusiva certificazione rilasciata dal Comitato d’Ateneo per il Centenario della Grande Guerra dell’Università padovana, che ha avviato per “Fucilateli” una collaborazione che ha contribuito a rendere unico il progetto. Il documentario fornisce una visione inedita di una delle pagine più tristi della storia italiana con i suoi 5 milioni di uomini mobilitati, 800mila uomini a processo, 750 condanne a morte eseguite e racconta la vicenda, piena di ombre e di incertezze, delle centinaia di fucilazioni sommarie avvenute durante la Grande Guerra. «Dopo la tournée del documentario nelle sale cinematografiche -ha spiegato Favero- Fucilateli sarà stabilmente proiettato nella sala del tea-

PRIMO COMPLEANNO Il momento dell’inaugurazione del MeVe sulla Grande Guerra a Montebelluna

tro del MeVe».

Castelfranco

LE INIZIATIVE

Sezione arbitri, festa per i 45 anni (m.m.) Era il 12 ottobre 1974 quando nasceva la sezione arbitri di calcio di Castelfranco. Fu l’allora presidente nazionale dell’Aia Giulio Campanati a inaugurare la sede ospitata all’ultimo piano della biblioteca. Artefice della nascita, con il presidente regionale, il padovano Danilo Bigi, fu Sergio Costeniero, castellano doc, ex arbitro a livello nazionale nominato primo presidente e in seguito presidente regionale. E con lui i

primi fischietti della castellana, come Giampietro Mazzoleni (a lungo fiduciario veneto dei fischietti), Piero Cuogo, i fratelli Mario e Paride Costacurta e altri come Ballan, Barco, Binda, Marelli, Marin, Frattin, Guidolin, Pellizzon, Rizzante, Volpato. Sono passati 45 anni da allora e oggi la sezione, presieduta da Giambattista Pivato, festeggia i 45 anni da Fior a Salvarosa. Sarà presente anche il presidente nazionale Marcello Nicchi.

Impianto a biomasse, il Tar boccia i ricorsi di comune e ambientalisti PEDEROBBA Tutti infondati i motivi su cui si sono basati i ricorsi al Tar, presentanti dal Comune di Pederobba, da alcuni cittadini e associazioni ambientaliste e conservazioniste, tra cui il World Wide Fund For Nature Ong - Onlus, Italia Nostra e l’ associazione Arianova, contro l’autorizzazione concessa dalla Regione Veneto ormai nel 2012, all’impianto a biomasse della Laser Industries. Sei anni dopo il deposito il Tribunale Amministrativo del Veneto, a esclusione del provvedimento regionale relativo alla verifica di equivalenza dei limiti di emissione rispetto al combustibile sostituito, ha fatto tabula rasa degli articolati ricorsi che puntavano a contestare la legittimità delle decisioni assunte dalla giunta regionale che aveva dato il semaforo verde all’accensione dell’impianto.

diventare autonoma nella produzione dell’olio grazie alla coltura della Jatropha, una pianta sospetta di essere invasiva e i cui semi sarebbero altamente tossici per l’uomo e gli animali. Infondato, in particolare, il ricorso del Comune in cui si lamentava il difetto di motivazione del provvedimento della Regione con riguardo al parere sfavorevole espresso

IL VIA LIBERA ERA STATO DATO NEL 2012 DALLA REGIONE ALLA LASER MA CONTESTATO DAL MUNICIPIO

LA DIATRIBA

LO SCONTRO Le doglianze al Tar erano particolareggiate, in alcuni casi un vero gioco a fare il rimbalzo fra incongruità fra diverse norme e queste e la concreta attività della Laser. Terreno dello scontro, che era stato aperto dal precedente sindaco di Pederobba Raffaele Baratto (oggi parlamentare di Forza Italia) anche le tipologie di olio che avrebbe dovuto essere bruciato - prima solo vegetale, poi anche animale così come a fare molto scalpore era stata la decisione dell’azienda di piantare 300 ettari di terreno grazie ai quali

dall’Amministrazione guidata da Baratto. «La determinazione finale della conferenza di servizi scrivono i giudici amministrativi - salvo il caso in cui emerga un fatto o un dato nuovo non ancora esaminato ovvero si riscontri una radicale carenza di istruttoria, non può che rifarsi agli elementi di dissenso emersi in sede di conferenza, e in casi come questi la motivazione deve trarsi senza che sia necessaria una rinnovata ed autonoma valutazione dei pareri sfavorevoli . Dal confronto del parere del Comune, i verbali della Conferenza dei servizi depositati in atti e i chiarimenti forniti dalla ditta, emerge che tutti i profili problematici sollevati dal Comune sono stati espressamente affrontati. Quelli di natura tecnico-giuridica sono stati riprodotti nel ricorso del Comune di Pederobba e risultati infondati».

MUNICIPIO Il palazzo comunale

Sulla diatriba apertasi tra l’altro su una presunta non congruità delle misure di sicurezza e contenimento di presunte emissione nocive nell’ambiente circostante che sono anche queste state oggetto di ricorso il Tribunale amministrativo nota come «dalla documentazione versata agli atti risulta che vi sono stati numerosi tentativi di pervenire ad una soluzione concordata tra la ditta ed il Comune e che essi sono cessati, in ultimo, a causa del rifiuto del Comune di ulteriormente interloquire». Denis Barea

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E l’assessore Debora Varaschin ne ha evidenziato il «linguaggio cinematografico, adatto a coinvolgere anche una fascia della cittadinanza, quella più giovane, cui abbiamo il dovere di trasferire la memoria del recente passato». La direttrice Monica Celi, infine, ha ricordato le numerose iniziative in programma in connessione con il compleanno del Memoriale: laboratori per bambini, visite agli affreschi, corsi sulla tecnica dell’affresco, spettacoli teatrali. Ma, soprattutto, a una mostra su Edison che promette scintille. Laura Bon

(n.c.) Poteva avere conseguenze tragiche l’incidente avvenuto nel pomeriggio di ieri lungo via Schiavonesca Marosticana, a Maser. Un camion, con alla guida P.D., un 77enne di Crocetta, è uscito fuori strada, finendo la sua corsa in un fossato. A provocare lo schianto è stato, con ogni probabilità, un malore improvviso dell’anziano autotrasportatore. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Montebelluna, i carabinieri e un’ambulanza del Suem 118 che ha soccorso l’uomo, trasportandolo al pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna . Le sue condizioni non sono gravi. Disagi al traffico con lunghe code in entrambi i sensi di marcia.


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La posta dei lettori

Lettere LA POLITICA

L’alternativa alla Lega di Zaia Anche noi crediamo sia necessario costruire in Veneto un fronte largo che sia l’alternativa a Zaia nelle elezioni regionali del 2020. Un fronte che comprenda le forze politiche del centrosinistra, il Movimento 5 Stelle, le esperienze civiche che in questi mesi si stanno organizzando. Un fronte che trovi il suo elemento unificante non tanto in formule, bensì in precisi punti programmatici, per costruire un altro modello sociale, ambientale ed economico del Veneto. Il tema della salvaguardia ambientale e del territorio, la tutela della salute di chi vive in territori esposti a inquinanti come nel caso dei Pfas, la salvaguardia del

modello di integrazione socio-sanitaria contro la carsica privatizzazione che se ne sta facendo, una strategia per impedire che i giovani veneti emigrino in altre regioni o all’estero. Cogliamo molto positivamente le dichiarazioni del vicesindaco Lorenzoni di Padova; con quegli stessi intenti stiamo contribuendo ad animare l’esperienza di Veneto 2020, che vede 3 consiglieri regionali da molti mesi impegnati nella costruzione di un pezzo concreto dell’alternativa. Costruiamo presto un momento che, a partire dalle proposte programmatiche concrete, renda evidente che un altro Veneto è possibile. Piero Ruzzante Consigliere regionale di Veneto 2020 - Liberi e Uguali Gabriele Scaramuzza Segretario regionale di Articolo Uno

TRASPORTO PUBBLICO

Troppi ritardi sul bus dei Colli Ecco come viaggiamo: bus dei

Sabato 12 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Colli con orario invernale con ritardi consistenti, mezzi con poca manutenzione, la scorsa settimana si viaggiava a 30 chilometri o poco più perché il tachigrafo non funzionava, oggi con il pannello elettrico aperto. Forse si può fare di più? Anche ieri linea M Padova-Montegrotto prevista in partenza a Padova stazione alle 8.10 è arrivata alle 8.25. Busitalia cosa dice? Qualche ritocco agli orari? Giovanna Cescon

IL DELITTO DI HALLE

La condanna dell’antisemitismo Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Padova – formato dalle Chiese cattolica, luterana, metodista, ortodossa greca e ortodossa romena – esecra con decisione e con vivo dolore il gesto assassino compiuto da un giovane neo-nazista nella città tedesca di Halle, in Sassonia. Ad aggravare ancor più l’avvenimento è la scelta della data: mercoledì 9 ottobre, Festa di Yom Kippur, grande giorno di Penitenza, mentre i fratelli Ebrei si trovavano riuniti in preghiera.

L’episodio, motivato e pubblicizzato espressamente come antiebraico e antisemita, si situa all’interno di una catena di azioni, parole, comportamenti e silenzi che stanno costellando la nostra Europa con un crescendo sempre più veemente, drammatico e pericoloso, sia per la vita degli Ebrei, sia per la pace sociale, indice di una recrudescenza dell’odio, motore di un’esperienza – il nazismo – fonte di distruzione e di morte. Le nostre Chiese, nell’affermare la loro vicinanza al popolo ebraico, intendono denunciare l’antisemitismo e tutte le forme di odio e di violenza e intendono invitare i propri fedeli a impegnarsi attivamente nel contrastare questa mentalità. Perorano che tutti i cittadini, di qualunque credo, e tutte le istituzioni preposte si impegnino a reagire, nell’ordine della pacifica convivenza e della legalità, affinché questi episodi, espressione di un malcostume e di una mentalità bellicista, siano saldamente condannati, denunciati, impediti e perseguiti. P. Liviu Verzea Presidente

A Palazzo Nalin PADOVA REDAZIONE: Via Squarcione, 5 Tel. (049) 8756011 - Fax (041) 665174 E-mail: padova@gazzettino.it

Vintage e curiosità al mercatino “Chic, pop e retrò”

CAPOCRONISTA:

Egle Luca Cocco

VICE CAPOCRONISTA: Antonio Bochicchio

REDAZIONE: Marco Aldighieri, Maria Grazia Bocci, Nicoletta Cozza, Mauro Giacon, Luca Ingegneri, Marina Lucchin, Claudio Malagoli, Giovanni Piva, Lisa Rizzo, Claudio Strati, Donatella Vetuli

Torna l’appuntamento con “Chic, pop e retrò” a Palazzo Nalin, in via Marsala 49, dove si tiene un weekend all’insegna dell’handmade, del vintage e del bric à brac. Oggi e domani dalle 10 alle 19 è stata organizzata l’edizione autunnale del mercatino che vede espositori con abbigliamento handmade, gioielli, borse, cappelli, decori per la casa, giardino, abbigliamento vintage e curiosità del passato. Ingresso libero.

Contamination Lab Veneto

Innovare nelle imprese ecco i progetti vincitori

IL CONCORSO Hanno presentato un progetto innovativo con lo scopo di ideare una piattaforma software per il telecontrollo, il monitoraggio e l’automazione delle componenti degli impianti di spillatura. Sono Marco Costantini, Giacomo Lazzerini, Daniele Bonesso, Francesco Grimaldi e Chiara Baraldini che, con il progetto Neoma, si sono aggiudicati il primo premio di co-working di “Contamination Lab Veneto” (C-Lab Veneto) voluto dalle Università di Padova e Verona, lo spazio di collaborazione con imprese e associazioni per la realizzazione di servizi ed eventi innovativi finalizzati a far emergere le abilità dei giovani. Elisa Pozzebon, Damiano Piccolo, Lorenzo Crosetta e Jacopo Pelizzari con un progetto di riorganizzazione e valorizzazione della produzione in un’azienda di manu-

fatti plastici sono invece risultati vincitori del primo premio co-living. I C-Labbers selezionati provenivano da ambiti disciplinari diversi con un’appartenenza al settore scientifico, specie delle ingegnerie, nella percentuale del 50%. Seguono l’area umanistica con il 40% (che è aumentata rispetto allo scorso anno), psicologia e l’area medica con il 10%. Quest’anno il 77% sono studenti e il restante 23% laureati. Si sono formati otto team di cui uno intorno all’idea di un C-Labber (lo sviluppo di una piattaforma per effettuare spedizioni) e gli altri che affiancano aziende individuate da Unismart. «È stata un’esperienza entusiasmante - sostiene Fabrizio Dughiero, prorettore al trasferimento tecnologico che ha coinvolto per 6 mesi 34 studenti e laureati dell’Ateneo di Padova, provenienti da tutte le aree disciplinari, che hanno seguito un programma di formazione su tematiche legate all’imprenditorialità, con metodologie innovative».

I figli Giandomenico, Biancamaria e Salvatore con le loro famiglie annunciano la perdita del Professor

ETTORE BELLOMO I funerali avranno luogo Lunedì 14 Ottobre: alle ore 10.30 le esequie nella Chiesa di Cristo Re; alle ore 12.00 il Rito Accademico nel Cortile Antico del Bo’.

Dal lunedì al venerdì 10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00

800.893.426

Padova, 12 ottobre 2019

La Direzione, i Dipendenti e i Collaboratori tutti dell’ULSS 6 Euganea sono vicini, in questo momento di dolore, al loro Direttore Generale per la perdita dell’amata sorella

Maria Scibetta Padova, 12 ottobre 2019

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IL PORTAVOCE ENNIO VIT

Portogruaro

«Mancano le “quinte a verde” che avrebbero ridotto l’impatto dell’autostrada. Previsti in certi punti due filari di alberi, ma in altri, più vicini alle abitazioni, solo uno»

Sabato 12 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Terza corsia, scontro totale con Autovie Incontro infuocato tra comitato San Nicolò e società autostradale sulle opere di protezione dei centri abitati `

PORTOGRUARO È scontro sulle mitigazioni ambientali per la terza corsia dell’A4. Incontro infuocato quello che si è svolto ieri tra Autovie Venete, Regione Veneto e Comitato San Nicolò. Nella riunione con la società concessionaria, svoltosi nell’edificio della barriera di Venezia est, erano presenti alcuni rappresentanti del Comitato, guidati da Ennio Vit, Giuseppe Fasiol per la Regione Veneto e tre tecnici di Autovie Venete, il direttore dei lavori Denis Padoani e, per il commissario straordinario, Michele Zadro e l’esperto ambientale Marco Vecchiato. Sul tavolo il progetto di allargamento autostradale nel territorio comunale di Portogruaro e, in particolare, le opere a verde per la mitigazione ambientale dell’abitato. Sulle quali Vit ha esposto tutte le perplessità del Comitato sul progetto, evidenziando come manchino le “quinte a verde”, filari di alberi che avrebbero ridotto l’impatto della terza corsia, soprattutto dal punto di vista della qualità dell’aria, e come in certi punti siano previsti due filari di alberi ed in altri invece, più vicini alle abitazioni, solo uno.

BOTTA E RISPOSTA «Tutte le prescrizioni e raccomandazioni formulate dal Cipe in relazione alle misure di mitigazione ambientale previste nel primo sub-lotto (il tratto Alvisopoli-Portogruaro) del secondo lotto della terza corsia in A4 - ha commentato seccamente Enrico Razzini, direttore operativo di Autovie Venete - sono state recepite nel progetto definitivo e, ovviamente, attuate perché Autovie

IL COMITATO CHIAMA IN CAUSA IL COMUNE: «NON HANNO DETTO NULLA SULLA SALVAGUARDIA DELLA SICUREZZA AMBIENTALE»

Venete rispetta la legge, sempre. Non possiamo accettare le accuse che il Comitato San Nicolò continua a rivolgerci che ledono la professionalità di chi sta lavorando all’opera seguendo rigorosamente norme e prescrizioni». Autovie ha ribadito che le misure di mitigazione ambientale adottate nell’intervento sono esattamente quelle contenute nel progetto esecutivo approvato. «Peraltro, l’approvazione del progetto definitivo da parte del commissario delegato - spiegano ancora dalla concessionaria - è avvenuta previo parere positivo espresso dal Comitato tecnico scientifico all’interno del quale sedevano un rappresentante del Ministero dell’Ambiente e uno del Ministero per i beni culturali. Si specifica ancora una volta che l’unica sede riconosciuta dalla legge dove presentare eventuali osservazioni al progetto - aggiungono - è la Conferenza dei servizi, alla quale partecipano, fra gli altri enti territoriali, anche i Comuni interessati dai lavori. Sia il progetto definitivo che il progetto esecutivo sono stati approvati dal commissario dopo le conferenze dei servizi tenutesi proprio nella sede del Comune di Portogruaro».

«SINDACO IN SILENZIO» «Da Portogruaro a Trieste non esiste alcuna situazione analoga a quella di San Nicolò e Portovecchio, spezzati in due da questa arteria autostradale e che meritano la dovuta attenzione, soprattutto in termini di tutela della salute. Prendiamo atto - ha detto Vit che Autovie sta portando avanti ciò che è previsto nel progetto esecutivo che, secondo noi, non recepisce tutte indicazioni della Valutazione d’impatto ambientale. Anche da questo incontro abbiamo poi capito che il nostro sindaco non ha proferito parola sul progetto, sulle opere di mitigazione e sulla salvaguardia della sicurezza ambientale e dei cittadini. È paradossale che debba essere un Comitato e non il primo cittadino a difendere le ragioni dei portogruaresi». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scambi di accuse sugli interventi giudicati insufficienti dai cittadini. La società: «Sono quelli previsti dal progetto» `

Portogruaro Strage di Capaci Incontri con l’agente sopravvissuto

MITIGAZIONI AMBIENTALI Il cantiere della terza corsia dell’autostrada A4 a Portogruaro

Morte in carcere, prime testimonianze `Entra nel vivo il processo vinta - ha detto al termine la, 65 anni, medico della casa biotici e paracetamolo per con-

che dovrà fare chiarezza sul decesso di Borriello IL CASO PORDENONE Entra nel vivo il processo che dovrà far chiarezza sulla morte di Stefano Borriello, il 29enne di Portogruaro mancato il 7 agosto 2015 mentre era in misura cautelare nel carcere di Pordenone. Ieri sono sfilati i testimoni citati dal pm Monica Carraturo: infermieri, medici e agenti della penitenziaria in servizio nei giorni in cui il giovane stava male. In aula ha seguito con attenzione tutte le deposizioni anche Laura Gottai, la mamma di Stefano. «Sono con-

dell’udienza ponendosi diversi interrogativi - che fuori dal contesto carcerario l’esito sarebbe stato diverso. Stefano aveva più volte chiesto l’intervento medico perché da giorni stava male, tanto che la polizia penitenziaria aveva alzato il grado di attenzione su di lui. Se dopo diversi accessi in infermeria il suo stato di salute non migliorava, perché non è stato chiesto l’intervento dell’ospedale per esami e approfondimenti ulteriori?». Di omicidio colposo è chiamato a difendersi con un’imputazione coatta Giovanni Capovil-

circondariale a cui si contesta di non aver tutelato la salute del detenuto. «Come abbiamo sempre sostenuto - ha detto l’avvocato Manilo Contento - il comportamento del medico e degli altri sanitari è stato corretto e rivolto alla tutela della salute di Borriello». I testimoni hanno riferito che il 29enne era un ragazzo tranquillo e pacato. Soltanto negli ultimi cinque giorni gli accessi in infermeria si erano intensificati. Gli era stato diagnosticato un herpes cervicale, ma lamentava anche dolori al petto, come confermato da un agente. È stato curato con anti-

Faro, non solo turisti. «Lavoro per 15 persone» SAN MICHELE Il Faro di Bibione diventa anche un volano per l’economia e occasione di lavoro. Dal momento della sua riqualificazione il Faro è diventato infatti sempre più meta e riferimento dei turisti, di fatto creando una nuova economia che finora non c’era. Ne sanno qualcosa le 15 persone che hanno infatti trovato occupazione proprio a Punta Tagliamento. «Un Faro, motivo di orgoglio spiega il sindaco Pasqualino Codognotto -, soprattutto per i numeri riguardanti l’economia del nostro territorio e dell’occupazione. Grazie ad una oculata gestione di fondi, tra i quali quelli europei, ben 15 persone hanno trovato lavoro in quel tratto di li-

torale che un tempo non era nemmeno preso in considerazione. Tra il Faro e il Passo barca Bibione-Lignano, sono stati creati nuovi posti di lavoro. Grazie a queste risorse le persone sono state così impegnate nei vari servizi». Dei 15 addetti che vi lavorano, tre sono per la custodia esterna e due per le visite interne guidate al Faro, altre quattro per la gestione del traghetto che attraversa il Tagliamento, una per la gestione del noleggio biciclette. Ma ci sono anche due ditte che forniscono i distributori automatici sulla sponda veneta e friulana. Altri addetti sono impegnati invece nel lavoro di manutenzione delle piste ciclabili e nella pulizia dei siti. «Su questa strada si può e si deve proseguire - riprende Codognotto -. Abbiamo infatti capito che oggi il

Doppio appuntamento oggi sul tema “Appuntamento con la storia”, a cura del Lions Club Portogruaro. Ospite di entrambi gli incontri sarà Luciano Tirindelli, già componente della scorta di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci in quanto il suo amico, Antonio Montinaro, poi deceduto, gli aveva chiesto di cambiare turno. Il primo incontro si terrà alle 10.30 nell’aula magna dell’Itis “Da Vinci” ed è rivolto agli studenti delle istituti scolastici superiori, mentre il secondo è programmato nel pomeriggio, alle 17.30, nella sala consiliare del palazzo municipale. (t.inf.)

turismo non è solo spiaggia e ombrellone. L’offerta turistica va modificata e va oltre. È un turismo che “ruota” sì attorno alla spiaggia, ma dobbiamo essere in grado di rendere appetibile tutto il nostro territorio con tutte le sue potenzialità». Codognotto, che ha sempre puntato sul green, dopo aver reso il Faro una meta di riferimento, crede sulla pista ciclabile lun-

IL SINDACO CODOGNOTTO: «CON QUASI 25MILA VISITE E IL PASSO BARCA ABBIAMO CREATO NUOVI POSTI E OPPORTUNITÁ. È LA STRADA DA SEGUIRE»

FARO Da aprile a settembre contati 24.789 visitatori

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go il Tagliamento. «Abbiamo molte opportunità lungo l’entroterra - spiega ancora il sindaco -. Potremmo mettere in vetrina il meglio delle nostre offerte e servizi proprio lungo l’argine del Tagliamento con nuovi posti di lavoro». Un progetto che se rispecchia i numeri di Punta Tagliamento non può che essere un successo. Dall’inizio di aprile alla fine di settembre, infatti, ben 24.789 persone hanno visitato il Faro, e complessivamente sono addirittura oltre 80mila i turisti arrivati nella zona. La parte del leone l’hanno fatta i turisti provenienti dalla Germania con 9mila presenze. Da precisare che nel mese di aprile il Faro è stato aperto per soli cinque giorni per cui si registra una media di 5mila turisti al mese. Marco Corazza

tenere la febbre. Sui registri vi è traccia di misurazione della pressione e della febbre, non di prove di auscultamento. Secondo l’accusa, il medico non avrebbe rilevato i parametri vitali ed eseguito l’esame clinico toracico che avrebbe potuto far emergere i sintomi che si associano alle polmoniti (l’autopsia individuò una polmonite batterica aggravata da una endomiocardite). Alla prossima udienza saranno sentiti i tre detenuti che erano in cella con Borriello, il consulente del Pm e quello della parte civile rappresentata da Daniela Lizzi per la madre (l’avvocato Simona Filippi si è invece costituita per l’associazione Antigone). © RIPRODUZIONE RISERVATA

CAORLE I “CICCHETTI” LOCALI OSPITI A VERONA I sapori di Caorle in vetrina da “Hostaria”, l’evento enogastronomico che si sta svolgendo da ieri a Verona fino a domani, 13 ottobre. La manifestazione porta nel centro storico veronese oltre una cinquantina di aziende vinicole italiane e francesi, distribuite su 77 stand dove saranno proposti 250 tipi di vino. Durante “Hostaria” Caorle sarà presente con un proprio stand presso il quale verranno offerti ai visitatori un piatto di polenta e moscardini di Caorle ed altri cicchetti tipici della tradizione culinaria della località balneare. L’iniziativa rientra nel progetto “#GustaCaorle”, promosso da Comune e Dmo Caorle, l’organizzazione per la gestione della denominazione turistica caorlotta. (r.cop.)


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IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 12 Ottobre 2019

VENETO

CORTINA.Unsecondocervopiombatralecase

LaPoliziaprovincialediBellunoèintervenutaieriall’albaadAlverà(Cortina)perliberareuncervorimastoimpigliatoconlecornanellaretedelcamposportivo.Ilfattoè accadutoalleprimelucidell’alba.Giàunaltrocervoerafinitoinunnegozioincentro.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

NUOVOREPORT ARPAV. Ufficialii dati del 2017:+4,3%di produzione,balzo dei materialiedili

Rifiuti speciali, aumenta l’arrivodafuoriconfine MaèperchéilVeneto salavorarli:insetteanni ècresciuta del+11% lapercentualediscartiavviati ariciclaggiorispetto allamassatotale Piero Erle

Il Veneto torna a essere un grande importatore di rifiuti speciali non pericolosi altrui, perché sa come lavorarli. Lo certifica il nuovo “Rapporto rifiuti speciali” da poco pubblicato dall’agenzia Arpav della Regione, che ha aggiornato tutti i dati sui flussi e lo smaltimento di rifiuti al 2017. Detto questo, balza all’occhio che proprio l’altro ieri Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni (un ruolo storicamente considerabile come quello di un super-ministro italiano degli esteri e dell’energia) di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato: «I rifiuti saranno sovrabbondanti e quelli che, ad oggi producono 2,2 miliardi di tonnellate di Co2 all’anno ma sono inutilizzati, saranno il prossimo oil e gas». Insomma, forse il Veneto non è danneggiato dal saper gestire questo flusso, ma di-

mostra capacità industriale. PIÙSCARTI. Per i rifiuti specia-

li, cioè quelli prodotti dalle aziende e non dalle case, il Veneto nel 2017 ha visto ulteriormente crescere la produzione: dopo il +2,7% del 2016, l’anno seguente abbiamo registrato un +4,3%, con un totale di 14,4 milioni di tonnellate prodotte. Ma sono solo in leggera crescita i rifiuti non pericolosi (+1,3%), mentre quelli pericolosi sono addirittura stabili. L’aumento infatti, sottolinea Arpav, è dovuto prima di tutto all’ulteriore balzo degli scarti da costruzione-demolizione, cioè quelli dell’edilizia: segnano addirittura un +9,4% a dimostrazione che l’economia delle costruzioni si sta via via potenziando sulla strada delle sostituzioni-ampliamenti edilizi. «Il 40% del totale - rimarca Arpav infatti - deriva dal settore edile». Da notare anche che «il 24% sono rifiuti “secondari”, cioè provenienti dal trattamento di rifiuti o

di materiali destinati ad essere recuperati nei cicli produttivi, come quelli ferrosi e non ferrosi, materie plastiche, e viceversa una contestuale diminuzione dell’esportazione dei rifiuti non pericolosi di scarto». Il saldo import-export di rifiuti non pericolosi dice che in Veneto ne abbiamo portate qui 495 mila tonnellate in più di quelle uscite, mentre viceversa il saldo per i rifiuti pericolosi dice che ne abbiamo mandate via 218 mila tonnellate più di quelle ricevute qui. Morale: il bilancio è di un saldo di 270 mila tonnellate in più arrivate qui. I RISULTATI DI GESTIONE. In

Arpav:isaldi import-exportdi rifiuti pericolosi(Rp)e non (Rnp)

dal trattamento di acque reflue», mentre il restante 36% sono rifiuti primari prodotti da attività produttive o commerciali, in cui prevale la metallurgia, e la lavorazione delle materie plastiche, industria della pietra-vetro e l’altro manifatturiero principale (cartiere, mobilifici, concerie, agroalimentare). Dopo il calo iniziato nel 2010, la pro-

duzione totale ha ripreso a crescere nel 2016 e 2017. L’IMPORTAZIONE DI RIFIUTI.

Ma come detto a colpire di più è il fatto che il Veneto nel 2017 «inverte la tendenza registrata nei due anni precedenti» rispetto all’importazione di rifiuti da fuori confine (vedi grafico). C’è «una forte ripresa di importazioni

tutto quindi, il Veneto nel 2017 ha gestito 15,1 milioni di tonnellate di rifiuti aziendali: è il +5% sul 2016. E di questi ben «il 78% è stato avviato a impianti di recupero». I rifiuti avviati a recupero di materia segnano +8,3% (sono ben 11,7 milioni di tonnellate), mentre quelli a recupero di energia sono pochissimi e calano del -10%. C’è un +20% di rifiuti inceneriti e un +3% di scarti inviati a discarica. Ma attenzione: Arpav segnala che è diminuito del -16% l’arrivo in discarica di rifiuti non pericolosi, mentre è salito del 20% quello di rifiuti già usciti come scarti da altre lavorazioni-selezioni. Infine in sette anni, dal 2010, è salita del +11% la percentuale di rifiuti avviati a riciclaggio rispetto a quelli prodotti. • © RIPRODUZIONERISERVATA

«Siamo pattumiera».«ÈRoma alatitare»

Maènuovapolemica tra5StelleeBottacin «Dopogli Pfasnell’acqua, le migliaiadicapannoni abbandonati,i depositi abusivi dirifiutitessili, ecco discariche diamiantoa Murano.Poi qualcunodicechenon c’è allarme.El’assessoreregionale Bottacindàlacolpa al governo. Loripetiamo: ilVeneto ,sotto gliocchi dichi lo amministra, è diventatounapattumiera ec’è chici guadagna». Èil nuovo attaccolanciatodai 5Stelle con ilconsigliere regionaleJacopo Berti:«Davvero vogliamo continuarecosi, con veneti che lavoranoepaganole tasse e altricheimbottiscono il territoriodiporcheriee si riempionoil portafogli?Noi diciamobasta,el’abbiamo dettoanchea Bruxelles, perché laculturadellospregio per l’ambienteinfunzionedel guadagnofacileva contrastata epunita.Vogliamo subito la Corteela Procura penale europeaper i reatiambientali, consede aVenezia: vogliamo chedal nostro territorio,così gravementecompromesso, partal’affermazione del principiochechi inquina commetteun delitto.Epaga». Durareplicadell’assessore GianpaoloBottcin: «Mentre Bertidisquisiscesulla sede dellaCorteeuropea per i reati ambientali,laRegionefa tutto

Uncumulodi rifiutispeciali quellochepuò, eanchedipiù,per latutela dell’ambiente.Sui Pfas, mentreil ministropentastellato Costafa promesseenessuna Regionesièmossa, il Venetoha postolimitizeroeavviato tutta unaseriediiniziative: stiamo lavorandoinaccordo con tuttii gestoridellediscarichedel Venetoaffinchéi Pfas siano trattatigià neipercolati. Ela Regionel’hafatto esclusivamente perchéloStato erainadempiente. Cosìcomesul tema deiroghidei rifiuti:neiverbalidella commissionebicamerale Ecoreati silegge che“ilVenetoèl’unica regioneche haattivatounatask forcemodello chedovrebbe essereesportata intuttaItalia”.E seinVeneto registriamounterzo deiroghidell’Emilia nonèuncaso. Comenoncredo sianoun casole minaccedimorte cheio ricevo in quest’ambito.Evidentemente mentreBertiblatera, qualcuno ha ‘disturbatoqualche interesse’».

PRIMAUDIENZAL’11 NOVEMBRE. «Egli impianti chimici sonoancora là»

Cgil:«Processo Pfas,noi partecivile. Ei Comuni?» Ilsindacato:«La Procura sta ancheindagandosulnostro espostoperla salutedegli exdipendentidellaMiteni» Maria Elena Bonacini

Cgil e Filctem parte civile nel processo Miteni. L’avv. Lucia Rupolo depositerà al giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti la dichiarazione di costituzione di parte civile nei confronti di tutti gli imputati del processo Miteni, sottoscritta da Giampaolo Zanni, segretario generale Cgil Vicenza e Giuliano Ezzelini Storti, omologo per la Filctem-Cgil, che rappresenta i lavoratori del settore chimico. Con loro ad illustrare l’iniziativa, ieri, anche il segretario veneto Paolo Righetti. «La decisione - spiega infatti Zanni - è stata presa a livello regionale, perché l’avvelenamento delle acque riguarda quattro province, arrivando la falda fino a Rovigo. Si tratta di una risoluzione politica, perché ci consideriamo parte lesa, visto che il nostro statuto prevede non solo la difesa dei lavoratori, ma anche della loro salute e di quella dei cittadini e tra i nostri iscritti ci sono tanti dipendenti della Miteni, colpiti sia come lavoratori, che come residenti nella zona rossa». «Intanto ci è stato comuni-

EzzeliniStorti,Zannie Righetti

cato dal pubblico ministero De Munari, che il nostro esposto dell’11 gennaio rientrerà nei filoni d’indagine». Il sindacato infatti vuole costituirsi parte civile in entrambi i filoni «ma per quello che riguarda la salute dei lavoratori, le indagini sono ancora in corso. Il processo che dovrebbe aprirsi è per disastro ambientale e avvelenamento delle acque e degli alimenti, con una decina di imputati». L’udienza preliminare, come noto, è rinviata all’11 novembre. Nel mirino della Cgil ci sono anche i Comuni di Montecchio M. e Trissino: non si son costituiti parte civile. «È un errore, ma la cosa più preoccupante - dice Zanni - è che non abbiano nemmeno chiesto alla Regione di essere trattati come i territori della zona rossa, con sorveglianza sanitaria e approvvigionamento di acqua non contaminata». Procedure che la Cgil

ha richiesto all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin di estendere alla zona arancione. «In un incontro a luglio le abbiamo domandato questi due provvedimenti - sottolinea Zanni - ma anche di effettuare ulteriori studi riguardanti le conseguenze per la salute delle persone, visto che gli ex dipendenti hanno i valori più alti al mondo di pfas e pfoa nel sangue. Abbiamo visto nel caso dell’amianto, che le malattie possono insorgere anche ad anni di distanza. Vogliamo capire quali patologie possano essere correlate e quali no. Ci ha ascoltati, ma per ora non abbiamo visto nulla». A proposito di studi, invece, riguardo alla tiepida reazione della Regione a quello Girardi-Merler sugli effetti subiti dai lavoratori Miteni, la Cgil sottolinea che «evidentemente, essendo le amministrazioni regionali da ormai un ventennio dello stesso colore, la reticenza sarà dovuta al fatto che si parla di mancati controlli». I sindacalisti, che hanno annunciato una rappresentanza alla manifestazione di Venezia, segnalano anche la situazione attuale: «Ad oggi ci sono 35 dipendenti in cassa integrazione fino a fine novembre. Gli impianti, invece, sono stati svuotati, ma non smontati e continuano ad inquinare». • © RIPRODUZIONERISERVATA


10 Economia

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 12 Ottobre 2019

BANCOBPM Bavera nuova responsabile commercialeNordEst

BancoBpm: apartire dal28ottobre saràCecilia Bavera ilnuovoResponsabile commercialedellaDirezione territoriale Veronae NordEst. CeciliaBavera subentra adAlbertoMelotti nel coordinamento commercialedi un’areaterritoriale di radicamentostorico delgruppo. Melottiassumerà invece l’incaricodi Responsabile dellaDirezioneterritoriale Lodi Pavia Liguria(Levante). Cecilia Bavera, 45anni, è

entratanel grupponel 1998: ha sempreoperato inambito commercialeassumendo ruolidicrescente responsabilità,finoadiventare nel gennaio 2018Responsabile dell’areaComo Lecco. Lasua nomina «oltreariconoscerne laprofessionalità e l’elevatacompetenza, conferma lacrescita dellacomponente femminilein ruoli managerialiall’internodi BancoBpm».

CONFINDUSTRIA E L’INDAGINE SULLE RETRIBUZIONI. L’analisi: a Nord lo stipendio è leggermente superiore alla media nazionale, ma non perle donne

Lavoro:unabuonapaganonbastapiù Perattrarregiovani talentibisognaoffrirewelfare criterichiaridiprogressionidicarriera, equità ebuonambiente dilavoro. Vicenzafa da apripista Cinzia Zuccon

La buona retribuzione non basta più. Se oggi un’azienda vuole attrarre e trattenere giovani talenti deve garantire criteri chiari di progressione nella carriera e di equità, meritocrazia, un adeguato welfare e un buon ambiente di lavoro che preveda anche flessibilità oraria e smart working. Il Vicentino da questo punto di vista è già avanti perché più di tre aziende su quattro hanno introdotto almeno un benefit e una su otto lo smart working. Inoltre la media complessiva di tutte le retribuzioni è leggermente più alta che a livello nazionale. È quanto emerge dall’indagine retributiva 2019 svolta da Confindustria Vicenza insieme ad altre otto associazioni confindustriali del Nord Italia e illustrata ieri a Palazzo Bonin Longare. LE RETRIBUZIONI MEDIE LORDE. Il campione di una cin-

quantina di aziende associate che hanno aderito all’analisi occupa complessivamente

8mila lavoratori. Dai primi elementi illustrati da Miriam Quarti responsabile dell’area Reward& performance & wellbeing strategy di Od&M Consulting che ha elaborato i dati raccolti, è emerso che il salario medio lordo di un operaio al Nord si attesta sui 29.550 euro (i meglio pagati sono chimici e metalmeccanici) e le aziende nazionali pagano meglio delle multinazionali: il 5% in più. Un impiegato in media percepisce 39.200 lordi l’anno, ma con uno scarto anche oltre il 15% che dipende dall’area aziendale. Vale anche per i quadri, che percepiscono in media 69.100 euro lordi. Per i dirigenti la media annua si attesta sui 127.800 euro lordi, ma un direttore generale può guadagnare il doppio di un dirigente della qualità. Le donne dirigenti, il 13% nell’indagine, sono più giovani e scolarizzate dei maschi ma il gap salariale è intorno al 15%. Considerate tutte le categorie di inquadramento, l’aumento medio delle retribuzioni in Italia, la netto dell’inflazione, è stato del +1,3%. Que-

sti i dati generali, ma lo studio ha analizzato nel dettaglio per il Vicentino le retribuzioni di 53 profili professionali, di cui 8 riferibili alle figure in chiave Industria 4.0. Sono consultabili su richiesta rivolgendosi a Confindustria Vicenza. IL LAVORO? LO SI CERCA VICINO A CASA E SENZA TURNI.

«Lo scorso anno - ha sottolineato Laura Dalla Vecchia, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle Relazioni industriali - è emerso che per gli under 35 le competenze digitali valevano un plus salariale del 16% in più rispetto a chi non le possedeva. Ora dal campione di aziende dell’ultima indagine è emerso che negli ultimi 30 mesi sono state 210 le assunzioni e per bel il 60% si trattava di diplomati Its». L’indagine 2019 è stata integrata da un focus sui fabbisogni professionali. Silvia Oliva l’ha curata per la Fondazione Nord Est: ha elencato i profili più ricercati nel Vicentino nei settori che assommano i tre quarti delle assunzioni: mec-

ElenaDonazzan, FrancoBeltrame, LauraDalla Vecchia, Debora Rosciani,Silvia Oliva eDaniele Marini

canica, moda, gomma-plastica e legno. Servono sia competenze artigiane (tessitore, tintore, falegname) che tecniche e digitali (meccanici, progettisti, ingegneri e informatici) ma ad accomunarle ci sono identiche criticità: i giovani sono poco interessati a questi percorsi, le persone vogliono un lavoro vicino a casa, senza turni, non sono sufficientemente autonome o capaci di lavorare in gruppo e se l’azienda spende per formarle nel giro di qualche anno cercano un altro posto di lavoro perché ormai le imprese “se li rubano”.

DONAZZAN: APPASSIONARE I RAGAZZI ALLE PROFESSIONI TECNICHE. La ‘fame tecnici’ è

endemica tanto che Franco Beltrame - dell’area lavoro previdenza e education di Confindustria Vicenza - ha chiesto alla Regione di agevolare le imprese con un database che raccolga le qualifiche dei giovani in cerca di lavoro. Elena Donazzan, assessore regionale a formazione-lavoro ha anticipato che la ricerca sul portale cliclavoroveneto.it sarà presto organizzata per settori industriali. A monte invece c’è un grande lavoro da fare nell’orientamento sco-

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lastico. «Entrare in fabbrica per Dalla Vecchia - non significa diventare un ‘Cipputi’ ma operare in aziende digitalizzate e con un’organizzazione diversa dal passato». «Attraverso le testimonianze di imprenditori e di ragazzi inseriti nel lavoro puntiamo ad appassionare i ragazzi - ha aggiunto Donazzan - ma è necessario anche che i docenti si lascino coinvolgere di più. Inoltre, col calo demografico già in atto, non ci potremo più permettere che uno studente lasci la scuola né alle superiori né all’università”. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilsociologo Marini «LASCUOLA SOLA ÈKO SIALLEI ALLEAZIENDE» «L’implementazionedi tecnologie4.0 sta cambiandonon soloil mododilavorare, ma anchedi apprendere.Èin attouncambiamento radicaleela sfida,più che diformazione,è educativa».Lo sottolinea alconvegnoil sociologo DanieleMarini, docente all’universitàdi Padova e direttorescientificodi CommunityMedia Research.«Il cambiamentotecnologicoè troppo veloceperché lascuola, percomeè impostata, possaformare giovanicon competenzespecifiche perlavoridi domani;oltre alle conoscenzedi base bisogneràallenaregli studentiadusaregli strumentidella conoscenzaperanalizzare larealtà,costruire progettualitàed affrontareproblemida risolvereingruppo. Uno scenarioincui ilruolo delleaziendesarà fondamentalee incui l’Alternanzascuola-lavoro, purtropporidimensionata dalprecedente Governo, dovrebbeinvece rivestire unruolo fondamentale perchérestal’unico modo peravvicinarescuolae mondodelleimprese». C.Z.


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