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LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2019
QUOTIDIANO INDIPENDENTE DEL BELLUNESE - EDIZIONE DEL LUNEDÌ € 1,20 ANNO XXVI-N¡ 255
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GENTILONI: UE, NUOVO CORSO
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Intervista al neocommissario: «Ambiente e diritti per l’Europa»
RESA DEI CONTI IN ATLANTIA IN BILICO L’AD CASTELLUCCI
MOLINARI / A PAG. 4
A PAG. 5
il raduno della lega a pontida
Sicurezza, la sfida di Salvini Il leader: referendum se smontano il decreto Zaia: «Sull’autonomia ci hanno preso in giro» Stefani: «Accordo di potere fra Pd e M5S»
«Questa è l’Italia che vincerà», è la promessa di Salvini al popolo di Pontida. Il leader della Lega porta sul palco una bimba di Bibbiano. Sui migranti va all’attacco: «Se
smonteranno il decreto sicurezza faremo un referendum». In 5 mila dal Veneto. Zaia: «Sull’autonomia Conte e Di Maio ci hanno preso in giro». MATTIOLI E SALMASO / PAGINE 2 E 3
IL COMMENTO
BIVIO FRA POLITICA O DELEGA AL CAPO JORI / A PAG. 6
il progetto in marmolada
Impianti di sci: un anello tra Bellunese e Trentino Un circuito di impianti ad anello dal passo Fedaia a punta Rocca e nel Bellunese: un progetto dei trentini. / A PAG. 12
CONCORSI Belluno&Dolomiti, 1.500 foto per il nostro “patrimonio di emozioni” Il nostro concorso fotografico “Belluno&Dolomiti - Un patrimonio di emozioni” ha avuto un successo oltre le sia pur rosee previsioni della vigilia. Chiusosi ieri dopo quasi un mese e mezzo, il contest ha visto la partecipazione di centi-
naia di fotoamatori: quasi 1.500 le foto approvate. Qui sopra la foto più votata sul nostro portale: l’ha realizzata Ivan Brandalise e si intitola “Luce e Nebbia in Erera Brendol”(particolare dall’originale). Da oggi giuria al lavoro. / A PAG. 16
dopo vaia, parla l’esperto
alleghe
«Il legname schiantato non andava svenduto»
Deposito attrezzi distrutto dalle fiamme Salvata la casa
«Non si doveva vendere subito il legname, magari alla Cina o all’Austria. Andava conservato e venduto tra qualche anno a prezzi sicuramente migliori di adesso». È il parere di Paola Berto, consulente di Ve-
neto Agricoltura, intervenuta a Longarone dove ieri si è conclusa una interessa fiera sul dopo Vaia, con molti esperti a confronto per parlare di boschi e del loro futuro. DAL MAS / A PAG. 11
Sei mezzi e ventuno uomini sono intervenuti sopra Alleghe per spegnere l’incendio ad una baracca. SOSSO / A PAG. 13
sChianto in alemagna auto Contro sCooter grave il motoCiClista A PAG. 12
longarone / A PAG. 11 Nuove mappe stradali dell’Anas per la variante di Faè Vertice giovedì con la proprietà Belluno / A PAG. 9 L’occhialeria all’avanguardia nel fine settimana va in mostra all’evento DaTe di Firenze
Quel che resta della baracca
seren del grappa / A PAG. 14 Gli ingredienti della biodiversità sempre più richiesti per i menù degli chef stellati
skiroll
Coppa del mondo nella bacheca di Laura Mortagna rande spettacolo sul Cermis nell’ultima giornata della Coppa del mondo di skiroll, che ha visto la giornata colorarsi di bellunese. Nella classifica Juniores, infatti, la santagiustinese Laura Mortagna ha vinto la sfera di cristallo dopo una super stagione. TANCON / A PAG. 33
in contemporanea con
5-6-7 OTTOBRE 2019 LONGARONE FIERE
OTTOBRE 2019
G
5-6 OTTOBRE 2019 LONGARONE FIERE
LONGARONE FIERE FIERA DELLA MONTAGNA
LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
3
Il raduno della Lega i dirigenti del movimento veneto
Zaia: «Solo insulti contro di noi così sull’autonomia sarà dura» Attacco contro il ministro Boccia. «E Provenzano non ha letto la nostra proposta» Stefani: «Accordo di potere fra Pd e M5S che non ne vuole sapere della riforma»
dall’inviato Albino Salmaso PONTIDA. No, nessuna nostal-
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, saluta la folla di militanti accorsa a Pontida per il tradizionale raduno della Lega. Salvini mentre pronuncia il suo discorso con accanto Luca Zaia
che passerà alla storia per spalancare le porte al ribaltone, all’alleanza con il Pd. Pagheranno il conto con gli interessi. E Di Maio farà la fine
gia del governo con Di Maio. Luca Zaia non ha dubbi: «Abbiamo sentito sproloquiare i ministri 5 Stelle contro la Tav che in Veneto è ferma sui binari e ha un solo comitato: quello del sì. Matteo ha fatto bene a staccare la spina del governo, ma doveva anche togliere la corrente e oscurare Palazzo Chigi: Conte ha tradito. Lui e Di Maio ci hanno presi in giro con l’autonomia: invece di firmare l’intesa hanno creato una commissione d’esperti con l’università di Napoli. Siamo al ridicolo». Luca Zaia sussurra “Doge moea el leon” e dal palco invoca subito il federalismo, difende i giornalisti e il presidente emerito Napolitano dai fischi del popolo padano. Come da rito, s’inchina davanti a San Marco mentre gli assessori e i consiglieri regionali srotolano l’immenso drappo rosso. «Voi qui a Pontida avete un buon occhio e la bandiera del Veneto è nettamente più grande di quella della Lombardia» dice con un sussulto d’orgoglio per vincere il derby con Attilio Fontana che gli ricorda i “100 pullman” arrivati dalla sua terra. Dopo Matteo Salvini c’è Luca Zaia come leader incontrastato nel cuore del popolo della Lega. Un coro da stadio accoglie il governatore serenissimo, che firma autografi, scatta selfie e mostra il video sulla vendemmia del Prosecco che ha tre milioni di condivisioni. Lo presentano come una star, ma senza le note del “Vincerò” di Puccini: «Zaia ha ottenuto due grandissimi risultati: le Olimpiadi di Cortina 2026 e il marchio Unesco alle colline del Prosecco di Valdob-
Vittorio Sambin, Guido Marchioro e, sopra, la delegazione padovana
biadene», grida lo speaker. E nei suoi undici minuti, il governatore parla solo del terzo trofeo che il Veneto insegue da 40 anni, la maratona dell’autonomia che riparte da zero ad ogni crisi di governo. I 5 Stelle? Bravi a dire solo dei no. «Ho chiesto le Olimpiadi di Cortina e ci hanno lasciati soli, a inaugurare la Pedemontana ho dovuto chiamare Salvini perché Toninelli non ne voleva sapere. Era un suo dovere istituzionale tagliare quel nastro…». Poi inizia il pianto greco dell’autonomia negata. «Dicono che la Lega vuole distruggere l’Italia, ho fatto un referendum 693 giorni fa, spero che i giornalisti se
Il governatore punge i lombardi: «Più grande la nostra bandiera» E Fontana risponde Il governatore leghista Zaia mentre tiene il suo discorso ai militanti
lo ricordino, non è stata una passeggiata». Dalla folla parte una raffica di “buu “ e lui ribatte: «No, calma, ci vuole rispetto, l’ospitalità è sacra», parole che cadono nel vuoto quando arriva Gad Lerner, insultato dai militanti al grido di «vai via ebreo». Ha un bel dire Matteo Salvini che «l’odio e la paura non abitano a Pontida», la tolleranza è una virtù liberale che non si pratica nei raduni di piazza. Zaia non si fa intimorire, anzi invita il “suo” popolo a raccogliere le carte dal prato, come fanno nei paesi nordici. Poi mette sotto accusa Renzi e anche Gentiloni che ha vietato la tessera elettorale per il referendum del 2017. «Noi siamo pronti per l’autonomia, ringrazio il ministro Stefani per l’eccellente lavoro ma sarà dura. Il premier Conte ha blocca-
di Renzi, scomparirà». E i giovani leoni di Salvini? Sono guidati da Filippo Lazzarin, sindaco di Arzergrande, commissario del partito su imprimatur di Fontana, Zaia, Stefani e Finco. Lui è un manager del settore immobiliare e commerciale ma gli amici lo chiamano mister “5 primati”. Lazzarin sorride e ammette: «Ho stabilito i guinness mondiali della tavoletta di ciocciolato, del panino, dello spritz, della focaccia genovese e del tiramisù alla trevigiana. Primati omologati a Londra» racconta mentre sul pullman recluta nuovi iscritti alla Lega. «Sono orgoglioso del Veneto, che a Pontida arriva con 60 pullman, 3 mila iscritti e altri 2 mila in auto. Padova
to per sette mesi il nostro dossier elaborato da docenti di diritto costituzionale. È una riforma che chiede una vera assunzione di responsabilità, come diceva il presidente Napolitano». E dal prato parte una nuova raffica di insulti. Urla e rabbia. Ma Zaia tira dritto e doma la protesta. E se la prende con Boccia e Provenzano, che «ci insulta senza aver mai letto una riga della nostra proposta. Undici regioni hanno chiesto l’autonomia differenziata, cinque hanno da sempre quella speciale. E tu caro ministro del Sud ti dovresti preoccupare dei tuoi cittadini che fanno la valigia per curarsi in Veneto». Sul palco tra le autorità c’è anche Erika Stefani, che qualche giorno fa ha passato le consegne a Francesco Boccia. «Il ministro dice che vuole par-
tire dalla bozza dell’Emilia Romagna ma nella parte finanziaria sul prelievo di aliquota fiscale è in tutto simile a quella di Veneto e Lombardia. Anzi, Bonaccini ha presentato richieste molto più complesse rispetto a Zaia, spero che non vogliano distruggere il grande lavoro costruito in 14 mesi». E il ribaltone? Stefani ribatte: «Non ha trionfato la democrazia parlamentare, ma l’accordo di potere tra Pd e 5 Stelle che non ne vuole sapere di approvare l’autonomia». Parla anche il sindaco di Treviso, unico del Nord. «Sono il Conte vero, eletto dal popolo. Matteo ha fermato l’ondata migratoria che ha messo in ginocchio la mia città nei cinque anni di governo del Pd. Da quando c’è la Lega di Salvini la festa è finita». —
ha organizzato 24 pullmann. A casa conservo come una reliquia la pergamena regalata alla mia famiglia quando ha comprato un metro quadrato del prato di Pontida. L’idea è venuta a Bossi per fermare Berlusconi che voleva costruire un centro commerciale su quel terreno sacro alla Lega». E il ribaltone? Non si stava meglio al governo? «No, Matteo Salvini ha fatto benissimo a staccare la spina, la crisi di governo ci ha fatto perdere solo 2 punti, la Lega è ancora al 32-33%. Ci vuole pazienza e tenacia. Dobbiamo essere inclusivi, coinvolgere la società civile e non solo i mille sindaci e i governatori eletti con la Lega. Senza flat tax e autonomia non si
poteva governare con i 5 Stelle. So che i padri che hanno fondato la Liga attendono il federalismo. Ce la faremo. Il ministro Boccia dovrà fare i conti con i governatori delle nostre regioni. Ne abbiamo 10 e presto saranno 12 e 13 e poi 15». L’altro “giovane leone” è Alessandro Aggio, sindaco di Cona che riapre la questione migranti. «Salvini ha smantellato il centro di accoglienza, ora vogliamo che quella caserma sia venduta per spendere poi i soldi in servizi sociali. L’Italia ha un debito con noi e il premier Conte lo deve saldare. In fretta». Poi tutti sul prato, ad applaudire Zaia e Salvini. — Albino Salmaso
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del NordEst
ANNO 133- N° 36
VENEZIA MESTRE
Lunedì 16 Settembre 2019
Mestre Ragazzo aggredito da un senzatetto Sale la tensione con i residenti
Campiello 2019 Tarabbia: «Speravo solo di non arrivare secondo: è andata bene, ho vinto io»
Le idee
I (molti) rischi di un’alleanza giallorossa alle regionali Giovanni Diamanti
S
i parla con insistenza di un’alleanza elettorale tra 5 Stelle e Pd in vista delle sfide regionali dei prossimi mesi. Una proposta che nasce dai dirigenti democratici, per ora rispedita al mittente dai partner grillini con l’eccezione dell’apertura di Di Maio in Umbria. Si tratta tuttavia di una prospettiva che, ne siamo certi, si ripresenterà in futuro. Per un motivo semplice: questo governo può sopravvivere solo se il proprio gradimento si mantiene su livelli accettabili nell’opinione pubblica. Se le regionali dei prossimi mesi dovessero bocciare più volte i partiti di governo, sarebbe difficile prolungare questo esperimento. Anche perché in ballo ci sono regione “rosse”, nelle quali un eventuale ribaltone sarebbe storico: il prossimo mese tocca all’Umbria, dove il centrodestra gioca da favorito, poi sarà il turno dell’Emilia-Romagna, per la prima volta contendibile, mentre in primavera si voterà in Toscana e Marche. Sembra poco verosimile, ad oggi, pensare che l’alleanza si concretizzi davvero: da un lato, il tempo gioca un ruolo rilevante contro l’intesa, dall’altro ci sono rischi di spaccature nel MoVimento 5 Stelle, che mai prima d’ora ha ceduto a logiche di coalizione, sarebbero molti. Inoltre, in politica raramente uno più uno fa due: non è detto che gli elettorati dei due partiti siano sommabili e le potenziali perdite potrebbero rendere l’operazione poco utile oltre che complessa. Segue a pagina 23
Passioni e Solitudini
Mangiare poco allunga la vita: ecco il perché Alessandra Graziottin
G
uido Kroemer è un professore tedesco che da 14 anni ha concentrato le sue ricerche sui fattori che aiutano la longevità. Dirige una squadra di ricercatori formidabili che si occupano di “Apoptosis, Cancer and Immunity”, del French Medical Research Council, alla Facoltà di Medicina di Paris Descartes, dove è professore. I risultati delle sue ricerche (...) Segue a pagina 23
Calcio Il Milan espugna Verona: 0-1 Il Bologna ribalta il Brescia: 3-4
Navarro Dina a pagina 13
Tamiello a pag. V
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Da pagina 15 a pagina 21
Pontida, la sfida di Salvini `Zaia sul palco: «Si doveva staccare la spina? Certo, Il capo della Lega davanti a 90mila militanti «Referendum se smontano il decreto sicurezza» anzi tutto il quadro elettrico fino al palo della luce» `
«Questa è l’Italia che vincerà», ha detto Salvini dal palco di Pontida davanti a «ottantamila, forse novantamila persone», secondo gli organizzatori (la metà per la questura). Il leader della Lega promette una flat tax al 15% «per chi lavora e per chi crea lavoro: sarà il primo provvedimento quando torneremo al governo». Salvini fa sapere come intende procedere: «Ogni mese faremo un’iniziativa». E sui migranti attacca e lancia l’altolà al governo: «Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un’altra occasione di referendum». Nuovi
insulti da parte dei militanti contro Mattarella, il leader li frena: «Bisogna portare rispetto». L’ex ministro dell’Interno ha chiuso il comizio con Greta, una bimba di Bibbiano. Sul palco di Pontida anche il governatore Zaia: «Mi hanno chiesto se Salvini ha fatto bene a staccare la spina - ha detto Zaia - Io ho detto che ha fatto ancora poco, doveva staccare il quadro elettrico e arrivare fino al palo della luce per essere sicuri che il segnale fosse chiaro». Canettieri e Vanzan alle pagine 2 e 3
Il reportage
Il caso
E il Veneto vince il derby delle bandiere
Benetton smentisce le voci: «Non vendiamo Autostrade»
Alda Vanzan
Roberta Amoruso
È
«N
mezzogiorno e mezzo, sul palco sta urlando perché ai microfoni di Pontida non si parla, a tutti vien naturale urlare (...)
essuna intenzione di spin off o vendita parziale di Autostrade». Ma la linea a Ponzano Veneto è chiara: le novità (...)
Segue a pagina 2
Treviso. L’iniziativa della casa di riposo: anziani come modelli
Segue a pagina 5
M5s-Pd, prove di asse alle elezioni regionali Ma è subito scontro Umbria, ok Di Maio ma stop al candidato dem L’ex sindaco di Mira: «Dico no anche nel Veneto» `
Migranti
Conte a Macron: «Ora la rotazione dei porti di sbarco»
I malati di Alzheimer diventano arte IN POSA Anziani malati come modelli nei capolavori dell’arte.
Pederiva a pagina 11
Il premier Conte chiederà al presidente francese Macron, che dopodomani sarà in visita in Italia, l’impegno ad adottare una «rotazione» dei porti di sbarco. Gentili e Mangani a pagina 4
A poche ore di distanza dalla scelta dei sottosegretari, Luigi Di Maio scioglie la riserva ed annuncia la disponibilità a sperimentare già alle prossime elezioni in Umbria l’apertura al Pd tramite liste civiche. Ma sull’intesa ecco il primo siluro grillino: il no al candidato civico del Pd in quanto sotto processo. Critico l’ex sindaco di Mira, Maniero (M5s): «Non ha senso. E sono assolutamente contrario a un asse Pd-M5s alle Regionali in Veneto». Canettieri, Giantin e Pirone alle pagine 6 e 7
Prosecco, cercansi operai italiani Gli italiani ci mettono vitigni, know-how e contratti. Ma nelle colline del Prosecco le braccia ormai sono quasi esclusivamente straniere. La vendemmia eroica, insomma, è una faccenda globale. «Il rito familiare come formula esiste ancora: solo che tra i filari di italiani non se ne vedono più. La raccolta è oggi appannaggio di nuclei familiari stranieri - confermano i “vigneron” delle colline del prosecco superiore - Ma trovare personale specializzato e formato è tutt’altro che facile. Vendemmiatori locali? Ormai sono una STRANIERI Niente più italiani chimera. nella vendemmia del Prosecco: Filini a pagina 10 quasi tutti lavoratori stranieri
Venezia
Pacciani, la mostra per beneficenza L’alt dell’ospedale «Il Meyer non è a conoscenza di questa iniziativa e tutte le iniziative di raccolta fondi ad esso dedicate devono essere preventivamente concordate». L’ospedale pediatrico di Firenze prende le distanze dalla mostra dei disegni di Pietro Pacciani a Venezia. Ianuale a pagina 8
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *”Veneto e Friuli a tavola” + € 6,80. ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ *”Tutti gli chef sono in tv...E noi andiamo in trattoria” + € 8,80. ∆ *”Coppi per sempre” vol.2 + € 12,90.
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del NordEst
ANNO 133- N° 36
VENEZIA MESTRE
Lunedì 16 Settembre 2019
Mestre Ragazzo aggredito da un senzatetto Sale la tensione con i residenti
Campiello 2019 Tarabbia: «Speravo solo di non arrivare secondo: è andata bene, ho vinto io»
Le idee
I (molti) rischi di un’alleanza giallorossa alle regionali Giovanni Diamanti
S
i parla con insistenza di un’alleanza elettorale tra 5 Stelle e Pd in vista delle sfide regionali dei prossimi mesi. Una proposta che nasce dai dirigenti democratici, per ora rispedita al mittente dai partner grillini con l’eccezione dell’apertura di Di Maio in Umbria. Si tratta tuttavia di una prospettiva che, ne siamo certi, si ripresenterà in futuro. Per un motivo semplice: questo governo può sopravvivere solo se il proprio gradimento si mantiene su livelli accettabili nell’opinione pubblica. Se le regionali dei prossimi mesi dovessero bocciare più volte i partiti di governo, sarebbe difficile prolungare questo esperimento. Anche perché in ballo ci sono regione “rosse”, nelle quali un eventuale ribaltone sarebbe storico: il prossimo mese tocca all’Umbria, dove il centrodestra gioca da favorito, poi sarà il turno dell’Emilia-Romagna, per la prima volta contendibile, mentre in primavera si voterà in Toscana e Marche. Sembra poco verosimile, ad oggi, pensare che l’alleanza si concretizzi davvero: da un lato, il tempo gioca un ruolo rilevante contro l’intesa, dall’altro ci sono rischi di spaccature nel MoVimento 5 Stelle, che mai prima d’ora ha ceduto a logiche di coalizione, sarebbero molti. Inoltre, in politica raramente uno più uno fa due: non è detto che gli elettorati dei due partiti siano sommabili e le potenziali perdite potrebbero rendere l’operazione poco utile oltre che complessa. Segue a pagina 23
Passioni e Solitudini
Mangiare poco allunga la vita: ecco il perché Alessandra Graziottin
G
uido Kroemer è un professore tedesco che da 14 anni ha concentrato le sue ricerche sui fattori che aiutano la longevità. Dirige una squadra di ricercatori formidabili che si occupano di “Apoptosis, Cancer and Immunity”, del French Medical Research Council, alla Facoltà di Medicina di Paris Descartes, dove è professore. I risultati delle sue ricerche (...) Segue a pagina 23
Calcio Il Milan espugna Verona: 0-1 Il Bologna ribalta il Brescia: 3-4
Navarro Dina a pagina 13
Tamiello a pag. V
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Pontida, la sfida di Salvini `Zaia sul palco: «Si doveva staccare la spina? Certo, Il capo della Lega davanti a 90mila militanti «Referendum se smontano il decreto sicurezza» anzi tutto il quadro elettrico fino al palo della luce» `
«Questa è l’Italia che vincerà», ha detto Salvini dal palco di Pontida davanti a «ottantamila, forse novantamila persone», secondo gli organizzatori (la metà per la questura). Il leader della Lega promette una flat tax al 15% «per chi lavora e per chi crea lavoro: sarà il primo provvedimento quando torneremo al governo». Salvini fa sapere come intende procedere: «Ogni mese faremo un’iniziativa». E sui migranti attacca e lancia l’altolà al governo: «Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un’altra occasione di referendum». Nuovi
insulti da parte dei militanti contro Mattarella, il leader li frena: «Bisogna portare rispetto». L’ex ministro dell’Interno ha chiuso il comizio con Greta, una bimba di Bibbiano. Sul palco di Pontida anche il governatore Zaia: «Mi hanno chiesto se Salvini ha fatto bene a staccare la spina - ha detto Zaia - Io ho detto che ha fatto ancora poco, doveva staccare il quadro elettrico e arrivare fino al palo della luce per essere sicuri che il segnale fosse chiaro». Canettieri e Vanzan alle pagine 2 e 3
Il reportage
Il caso
E il Veneto vince il derby delle bandiere
Benetton smentisce le voci: «Non vendiamo Autostrade»
Alda Vanzan
Roberta Amoruso
È
«N
mezzogiorno e mezzo, sul palco sta urlando perché ai microfoni di Pontida non si parla, a tutti vien naturale urlare (...)
essuna intenzione di spin off o vendita parziale di Autostrade». Ma la linea a Ponzano Veneto è chiara: le novità (...)
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Treviso. L’iniziativa della casa di riposo: anziani come modelli
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M5s-Pd, prove di asse alle elezioni regionali Ma è subito scontro Umbria, ok Di Maio ma stop al candidato dem L’ex sindaco di Mira: «Dico no anche nel Veneto» `
Migranti
Conte a Macron: «Ora la rotazione dei porti di sbarco»
I malati di Alzheimer diventano arte IN POSA Anziani malati come modelli nei capolavori dell’arte.
Pederiva a pagina 11
Il premier Conte chiederà al presidente francese Macron, che dopodomani sarà in visita in Italia, l’impegno ad adottare una «rotazione» dei porti di sbarco. Gentili e Mangani a pagina 4
A poche ore di distanza dalla scelta dei sottosegretari, Luigi Di Maio scioglie la riserva ed annuncia la disponibilità a sperimentare già alle prossime elezioni in Umbria l’apertura al Pd tramite liste civiche. Ma sull’intesa ecco il primo siluro grillino: il no al candidato civico del Pd in quanto sotto processo. Critico l’ex sindaco di Mira, Maniero (M5s): «Non ha senso. E sono assolutamente contrario a un asse Pd-M5s alle Regionali in Veneto». Canettieri, Giantin e Pirone alle pagine 6 e 7
Prosecco, cercansi operai italiani Gli italiani ci mettono vitigni, know-how e contratti. Ma nelle colline del Prosecco le braccia ormai sono quasi esclusivamente straniere. La vendemmia eroica, insomma, è una faccenda globale. «Il rito familiare come formula esiste ancora: solo che tra i filari di italiani non se ne vedono più. La raccolta è oggi appannaggio di nuclei familiari stranieri - confermano i “vigneron” delle colline del prosecco superiore - Ma trovare personale specializzato e formato è tutt’altro che facile. Vendemmiatori locali? Ormai sono una STRANIERI Niente più italiani chimera. nella vendemmia del Prosecco: Filini a pagina 10 quasi tutti lavoratori stranieri
Venezia
Pacciani, la mostra per beneficenza L’alt dell’ospedale «Il Meyer non è a conoscenza di questa iniziativa e tutte le iniziative di raccolta fondi ad esso dedicate devono essere preventivamente concordate». L’ospedale pediatrico di Firenze prende le distanze dalla mostra dei disegni di Pietro Pacciani a Venezia. Ianuale a pagina 8
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *”Veneto e Friuli a tavola” + € 6,80. ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ *”Tutti gli chef sono in tv...E noi andiamo in trattoria” + € 8,80. ∆ *”Coppi per sempre” vol.2 + € 12,90.
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III
Primo Piano
Lunedì 16 Settembre 2019 www.gazzettino.it
L’economia in Polesine
Donne fuori dal mondo del lavoro `Lo stipendio medio annuo femminile è di 28mila euro Sono meno del 37 per cento della forza del personale nelle imprese analizzate, quelle sopra i cento dipendenti che rappresenta l’imponibile più basso della regione `
LO STUDIO ROVIGO Il lavoro in Polesine non dice donna. A dirlo sono i numeri del rapporto “L’occupazione maschile e femminile in Veneto”, un’analisi sulla situazione del personale e le pari opportunità nelle 1.047 aziende con oltre 100 dipendenti presenti in Veneto, curato dalla consigliere regionale di parità ed edito dalla Regione.
LE PERCENTUALI La fotografia, per la stessa natura delle aziende in esame, quelle con più di 100 dipendenti, con dati aggiornati ad aprile 2018, è inevitabilmente parziale. E in Polesine deve fare i conti anche con un numero limitato di grandi aziende, attive in settori particolari. Il dato che emerge è comunque rilevante: «Il tasso di femminilizzazione - si legge nella ricerca - varia in modo significativo fra le province venete: si passa dal 36,9% della provincia di Rovigo al 54% di Venezia e al 57,4% di Belluno». L’aspetto settoriale viene esplicitamente richiamato nello studio: «Si sottolinea che a Rovigo il 67% degli occupati delle aziende rispondenti lavora nel settore manifatturiero (rispetto al 19% del totale), settore che tradizionalmente conta una presenza maschile più marcata, mentre a Venezia il 37% lavora nel commercio (rispetto al 15% del totale)».
Il divario, tuttavia, rispetto al resto del Veneto si acuisce ulteriormente se si va a considerare la qualifica raggiunta per genere: a livello provinciale le donne dirigenti e quadri superano il 30% del totale a Belluno, Padova e Venezia, mentre scendono al 17% a Rovigo. E in questo caso, nel dato aggregato regionale, la riflessione che è contenuta nel rapporto è che, comunque, il problema, seppur più acuto a Rovigo, è diffuso e non riguarda solo i settori storicamente più maschili: «Anche nei settori della ristorazione-alberghi e del commercio, dove il personale è più rosa, poche sono le donne che ricoprono le cariche più alte: nel primo caso sono il 9,1% le cariche dirigenziali offerte alle femmine contro il 69-70% delle impiegate e operaie, mentre per il commercio meno del 15% dei dirigenti sono donna contro il 67,5% degli impiegati».
FRAZIONE RIDOTTA Nelle grandi aziende sono poche le donne
DISPARITÀ DI REDDITO Questo, inevitabilmente si riflette anche sulle retribuzioni. In tutte le province venete, si sottolinea, lo stipendio medio annuo lordo delle donne è inferiore a quello degli uomini. Treviso, la provincia con gli stipendi complessivi più elevati, registra la differenza per genere più ampia: a fronte di una paga annua media delle donne di circa 30.500 euro, i colleghi maschi portano a casa circa 39.500 euro, quasi 9mila euro in più. Seguono Venezia, Vicenza e Pado-
Le pensioni diventano la prima fonte di reddito SALARI ROVIGO La prima fonte di reddito in Polesine sembra sempre più avvicinarsi a essere la pensione. Se in Italia, secondo un’analisi Infodata del Sole 24 Ore su dati del ministero dell’Economia, in Italia il 35,78% dei cittadini che lo scorso anno ha dichiarato un reddito, lo ha guadagnato grazie a una pensione, in provincia di Rovigo le percentuali sono mediamente più alte. Con il record fatto registrare da Crespino, dove nel 2017 il 50,56% dei contribuenti ha dichiarato un reddito da pensione. Analoga situazione, con pochi decimali di differenza, a Papozze, dove le pensioni sono il 50,26 del totale delle fonti di reddito dichiarato.
IL SORPASSO Ovvero, il numero dei pensionati ha già sorpassato quello dei lavoratori, dimostrando plasticamente l’avvenuto ribaltamento della piramide occupazionale, che dovrebbe avere alla base una platea di lavoratori tale da sostenere la spesa pensionistica. In Veneto questo sorpasso si verifica solo in altri tre comuni, tutti nella fascia montana: Cibiana di Cadore con il 54,43% e Gosaldo con il 53,09%, entrambi in provincia di Belluno e con un totale di circa 800 abitanti in due, e Pedemonte con il 50,53%, minuscolo comune di 740 abitanti della provincia di Vicenza. Verona con il 37,32%, è leggermente sopra la media così come Vicenza con il 37,55% e Padova con il 37,79%, percentuali maggiori a Treviso, 38,55%, Belluno,
39,26%, e Venezia, 39,33%. Rovigo, con il 38,13%, è più o meno nella media dei capoluoghi veneti, ma è il Polesine a dare nell’occhio, perché in generale, quasi tutti i comuni della provincia sono sopra la media italiana per questo rapporto.
I PIÙ “GIOVANI” A fare eccezione, ovvero ad attestarsi sotto al 35,78%, sono solo quattro su 50: Pontecchio con il 32,77%, Rosolina con il 32,77%, Occhiobello con il 34,82% e Villanova del Ghebbo con il 35,50%. Gli altri sono tutti al di sopra della media. Ad Adria la quota dei pensionati sul totale di chi ha dichiarato un reddito è di 40,99%, a Porto Viro il 44,68%, a Lendinara il 41,80%, a Badia il 41,80% ed a Porto Tolle il 44,68%. Rovigo è la provincia veneta con più trattamenti previdenziali di anzianità in rapporto alla popolazione. Al decimo posto in Italia con 112,4 pensionati ogni mille abitanti, a fronte di una media italiana di 72 per mille, preceduta solo da Biella, Ferrara, Asti, Vercelli, Cuneo, Ravenna, Lecco, Novara e Cremona. Curiosamente, tutte province padane. È invece la cenerentola della Padania, se si guarda alle cifre che questi pensionati si mettono in tasca: 1.336 euro. La cifra riguarda le sole pensioni di anzianità, escludendo dalla media quelle di natura assistenziale. In ogni caso, la cifra media che si registra in Polesine è la 24. più bassa a livello nazionale. Peggio dei polesani solo gli anziani delle province del sud. F.Cam.
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va con un gap di oltre ottomila euro, mentre a Belluno si conta quello minore: la differenza uomo-donna è inferiore ai 4.800 euro. Se Verona, la città di Giulietta, è il capoluogo della provincia con gli stipendi femminili medi più elevati, 32mila euro, il Polesine anche in questo caso è la Cenerentola: è la provincia con lo stipendio femminile minore, 28mila euro, come del resto anche lo stipendio medio dei colleghi maschi, 34mila euro, è il più basso in Veneto. Che il matrimonio fra donne e lavoro in Rovigo non sia tutto rose e fiori emerge anche dalla fotografia scattata sul 2018 dalla Camera di commercio di Venezia e Rovigo sullo stato di salute delle imprese femminili in Pole-
sine, in calo dell’1%, rispetto al 2017. Una dinamica opposta rispetto a quella registrata nella provincia di Venezia, dove le imprese femminili hanno il segno più. Più di un quarto delle imprese “in rosa” della provincia di Rovigo è nel settore primario: ben 1.827 aziende a guida femminile sono attive in agricoltura e pesca, circa il 31% di tutte quelle che hanno al vertice una donna. La parità è, anche in questo caso, comunque lontana: in Polesine sono a guida maschile il 75,8% delle imprese attive. Il settore dove la parità fra i sessi è più vicina è quello delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, dove le imprese femminili, 601, sono il 40,3% del totale. Francesco Campi