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REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Mercoledì 30 Ottobre 2019
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Il ministro: Grandi Navi, stop ad aprile
L’annuncio di De Micheli, che poi va vedere le aree di Marghera: «Il commissario per il Mose? La prossima settimana». A breve il protocollo fanghi e Fincantieri consegna la Carnival Panorama La vicenda ● Dopo l’incidente del Giglio del 2012 il decreto CliniPassera ha vietato il passaggio delle grandi navi davanti a San Marco, ma solo dopo aver trovato una via alternativa ● In questi 7 anni ci sono state molte ipotesi e tanti dietrofront: l’unico progetto che ha superato la Via è stato il Duferco, con un terminal di scalo alla bocca di Lido, che però le istituzioni non vogliono ● Il Comitatone del 2017, guidato dal Pd Graziano Delrio, aveva scelto Marghera e lo scavo del canale Vittorio Emanuele. Danilo Toninelli puntava invece su Chioggia o San Nicolò, ma il nuovo ministro Paola De Micheli sembra tornata al piano di due anni fa
«Ho chiesto alla struttura di missione del mio ministero di acquisire tutti gli studi del Comitatone del 2017 e quelli del mio predecessore. Conto di arrivare a una proposta da condividere con gli enti locali entro fine anno, in modo tale che in aprile si possano già spostare le grandi navi in un’altra sede e toglierle da piazza San Marco». Paola De Micheli ha un piglio da politica navigata: «anche se sono giovane per gli standard italiani», aveva appena detto sul palco della Carnival Panorama, la nave del gruppo americano presentata ieri allo stabilimento Fincantieri di Marghera e pronta per partire a giorni, diretta a Long Beach, porto crociere di Los Angeles. Il nuovo ministro per le Infrastrutture arriva a Venezia per la prima volta dall’insediamento del governo e fa promesse importanti sui tanti temi veneziani aperti. Si dà tempi stretti sulle grandi navi, senza sbottonarsi sulle ipotesi in campo. Anche se poi il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino la porta a vedere di persona le aree della soluzione condivisa da tutti gli enti due anni fa – la sponda nord del Canale industriale nord per le navi più grandi e l’uso del canale Vittorio Emanuele (adeguatamente scavato) per portare all’attuale Marittima quelle medie – e quelle per le ipotesi temporanee a cui stava già lavorando il suo predecessore Danilo Toninelli, ovvero la banchina commerciale del Terminal intermodale Venezia e quella per i traghetti di Fusina. «Ci possono essere soluzioni definitive, ma serve tempo per sceglierle, finanziarle e realizzarle - aveva detto prima il ministro - L’esigenza di questa comunità è avere una risposta veloce e per questo credo che possiamo intanto accontentarci di soluzioni temporanee per poi immagiVENEZIA
❞
La roadmap del governo Entro fine anno condividerò con gli enti locali una proposta. Intanto partiamo con una soluzione temporanea, per quella definitiva servono tempo e soldi
nare quella definitiva e prenderci il giusto tempo per fare i lavori». Ed è qui che rispunta la zona di Marghera e il canale Vittorio, percorsi in barca anche con l’ammiraglio Piero Pellizzari e il prefetto Vittorio Zappalorto: e peraltro il dominus di quella scelta del Comitatone era stato il suo collega pd Graziano Delrio, mentre Toninelli puntava su Chioggia o San Nicolò del Lido, che ora sembrano sparite. Ma De Micheli non risparmia annunci su altri due temi caldi, a partire dal futuro del Mose. «Ho finito la selezione, la prossima settimana farò i colloqui e nominerò sia il nuovo provveditore del Triveneto che il commissario previsto dal decreto sblocca-cantieri», promette. In lizza ci sono nomi «veneziani» come l’attuale reggente Cinzia Zincone, il dirigente Francesco Sorrentino e l’ex Fabio Riva.
L’evento Un momento della presentazione nello stabilimento Fincantieri di Marghera della nave da crociera «Carnival Panorama» (Errebi)
«Non tutti i bimbi sono vaccinati» E Cortina taglia i fondi alla scuola CORTINA D’AMPEZZO
La struttura Le maestre della scuola montessoria na di Cortina con alcuni dei bambini (foto archivio)
pello alla comunità per chiedere sostegno e permettere agli 80 bambini iscritti di poter proseguire il loro percorso formativo con il metodo prescelto. «La scuola si trova in difficoltà economica aggravata dal fatto che il Comune non ha versato l’atteso contributo e ancora non è chiaro come lo stesso immobile che ospita il Centro andrà a bando», dice Giorgio Da Rin, capogruppo di
minoranza. «Durante il consiglio - prosegue - nonostante sia stata data la colpa a un’irregolarità vaccinale non si comprende come questa sia stata valutata, poiché di certo non può essere l’Anci a stabilirlo. Ricordo inoltre che anche i contributi vanno valutati in base al merito e di certo al Montessori andrebbe riconosciuto anche questo aspetto». La replica del primo cittadi-
tanti per questa città solo contando sulla vostra strepitosa competenza e passione». E ha visto in serata anche il governatore Luca Zaia, con cui ha parlato non solo di crociere, ma anche di Olimpiadi, concessioni autostradali, Pedemontana, Valdastico Nord e trasporto pubblico locale. Tutto era iniziato sulla Carnival Panorama, aperto con la testimonianza di Irene Versaggi, ingegnere donna di appena 28 anni, e chiuso con lo scambio dell’ampolla tra il direttore dello stabilimento di Marghera Antonio Quintano e il comandante della nave Carlo Queirolo. De Micheli ha ringraziato Carnival Cruise Line per aver realizzato 15 navi con Fincantieri, auspicando anche torni a scegliere l’azienda italiana, visto che allo stato questa è l’ultima nave realizzata. «Fincantieri fa lavorare 400 piccole e medie imprese locali - ha sottolineato - Mi hanno impressionato le 650 mila ore di formazione perché condivido l’investimento sulle persone». «In questo paese si sente di tante aziende in crisi e noi ci sentiamo una mosca bianca - ha detto Bono - facciamo di tutto per salvaguardare le pmi,il tessuto della nostra economia». La Panorama ha una stazza di 133.500 tonnellate e dunque a Venezia non tornerà, visto il limite di 96 mila tonnellate autoimposto dalle compagnie. Ha 2 mila cabine e può ospitare 6500 persone, equipaggio compreso. «Le grandi navi devono continuare a venire a Venezia - ha detto Bono - poi la laguna è grande e va trovato il posto migliore. D’altra parte anche chi va a Roma arriva a Civitavecchia, le soluzioni si trovano». A giorni sarà varata nel bacino di Marghera la Costa Firenze, poi via alla costruzione di una nave Holland America Line. Alberto Zorzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Autonomia, Bertolissi nella commissione
Boccia: «Legge quadro a metà novembre, rispetto per il Veneto Va evitata un’altra Catalogna»
Niente contributo dal Comune alla «Montessori». È polemica
L’Amministrazione comunale ampezzana ha deciso di non erogare il contributo all’associazione «Facciamo un Nido» che gestisce la scuola Montessori di Cortina. Il motivo? Presunte inadempienze vaccinali. La questione è stata portata all’ordine del giorno del consiglio comunale di ieri pomeriggio da parte del gruppo di minoranza «Cortina presente e futuro» con un’interrogazione in cui si chiedeva il motivo del ritardo nell’erogazione del contributo, stabilito da una convenzione. Una sala gremita da una cinquantina di genitori e bambini, ha evidenziato l’interesse per la questione e la volontà dei soci di «Facciamo un Nido» di comprendere le dinamiche che, in assenza di contributo, stanno mettendo in difficoltà l’attività della realtà ampezzana. Nei giorni scorsi i genitori del Centro hanno diffuso un vero e proprio ap-
Le dighe mobili sono state oggetto anche della veloce visita al Provveditorato, dove si è informata sullo stato dei lavori, chiedendo di fondi e tempi e incassando l’allarme sulla carenza di personale. L’altra questione riguarda il via libera al «protocollo fanghi», fondamentale per gli scavi manutentivi dei canali portuali: un mese fa Musolino aveva lanciato l’allarme dopo che la Capitaneria aveva ridotto il pescaggio del canale dei Petroli, facendo perdere al Porto la nave container più grande mai vista da queste parti. «Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa mi ha garantito che il lavoro procede velocemente, credo di poter dare in poche settimane una risposta alle richieste del Porto». Nel suo tour ha anche visitato la Capitaneria, lasciando un affettuoso messaggio: «Potrò prenderle decisioni impor-
no di Cortina, Gianpietro Ghedina: «Siamo consapevoli dell’importanza e del prestigio della scuola, ma dobbiamo sottostare a contratti e parametri che valgono per tutte le strutture». La presidente dell’associazione «Facciamo un Nido», Giorgia De Lotti, continua la battaglia: «Una sospensione dei contributi basata su voci di paese che ci viene riferita ora, ben 14 mesi dopo la sospensione dello stesso. Sono stati inoltre riferiti dati assolutamente errati, a partire dalla situazione debitoria dell’associazione che esiste, ma non nell’entità riferita. Inoltre il documento portato sul tavolo del Consiglio riporta dati parziali e in fase di itinere della messa in regola di alcuni bambini relativamente ai vaccini. Invitiamo l’amministrazione a valutare con maggior attenzione». Katia Tafner © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA «L’autonomia differenziata si fa se mettiamo in sicurezza il Paese, attuazione del principio di sussidiarietà, inteso come modello sociale, la si fa se noi lottiamo contro le diseguaglianze. L’autonomia differenziata può essere solo la riduzione del gap tra le aree più povere e quelle più ricche». Lo ha detto ieri il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. Subito dopo l’incontro con il governatore della Puglia Michele Emiliano, Boccia ha mandato una frecciata alla Lega. «L’autonomia non può essere quella che era stata raccontata al Paese fino a due mesi fa. Non ce l’ho con la Lega. Ma tutte le certezze che aveva la Lega su quel modello di autonomia non solo non le capivo, ma quando ho toccato con mano cosa c’era dentro ho
scoperto che non c’era nulla, c’era solo l’idea di raccontare a una parte del Paese che bisognasse staccarsi e fosse necessario correre». Poi Boccia ha parlato del referendum veneto. «Ho immenso rispetto soprattutto per il Veneto, dove hanno votato più della metà dei cittadini. Solo chi vive lì può capire quanta importanza abbia questo sentimento popolare. E bisogna non solo intercettarlo, ma bisogna raccontarlo con intelligenza. Quando la politica sottovaluta o peggio ancora alimenta le pulsioni, si finisce con la Brexit, con la Catalogna. Ci vuole poco per fare danni per chi rappresenta le istituzioni, poi dopo ci si pente». Boccia ha annunciato anche la formazione di una Commissione di esperti di cui fanno parte l’ex ministro Maroni e il professor Mario Bertolissi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
2 VE
PRIMO PIANO
Mercoledì 30 Ottobre 2019 Corriere del Veneto
L’anniversario Il capo della protezione civile e il capo dei vigili del fuoco a Venezia per non dimenticare: «Veneto modello per la gestione dell’emergenza»
Laricostruzioneècostata470milioni «Orascudiantislavineepontipiùalti» IlVenetosiaspettadalloStatoaltri540milioni.Zaia:«Liuseremopermettereinsicurezzailterritorio»
❞
Borrelli Il Veneto è un modello per l’Italia, sia per la gestione dell’emergenza sia per la ricostruzione in atto
❞
Dattilo Stupisce vedere come il problema sia stato trasformato dalle popolazioni colpite in opportunità
❞
Zaia Questa catastrofe terribile ci ha fatto crescere come comunità, i sindaci combattono in prima linea
In un anno molto è stato fatto ed è stato fatto in fretta. Lo ha riconosciuto anche il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli: «Il Veneto ha dato ottima prova di sé, nell’emergenza prima e nella ricostruzione poi. È un modello per tutta l’Italia per come ha saputo rialzarsi dopo l’Apocalisse, la tempesta più grave mai accaduta in Italia dopo l’alluvione del 1966». Borrelli è arrivato a Venezia ieri, in occasione dell’anniversario di Vaia, insieme al capo nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo e ai sindaci delle zone colpite, dal Bellunese all’Altopiano di Asiago, accolti a Palazzo Balbi dal governatore Luca Zaia e dalla squadra che con lui ha affrontato la catastrofe, dal direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua ai direttori di Avepa Fabrizio Stella e Veneto Strade Silvano Vernizzi. Una celebrazione innervata d’orgoglio veneto, introdotta da tre video «emozionali» e da una sequenza di slide che ben hanno testimoniato come la Pubblica amministrazione sappia essere efficiente ed efficace, oltre lo stereotipo del «burosauro» che spesso le viene affibbiato.
VENEZIA
Cosa è stato fatto
«Questa storia ci ha fatto crescere tutti, come comunità» ha detto Zaia, che nelle vesti di commissario (in tutti i sensi: abbandonato il consueto completo blu ha indossato per l’occasione la giacca della Protezione civile) ha rievocato le macerie provocate dal vento che ha sferzato la nostra regione a 200 chilometri orari: 20 mila ettari di bosco colpiti, l’equivalente di 40 mila campi da calcio, 3 milioni di metri cubi di alberi abbattuti, che per trasportarli tutti si dovrebbero allineare camion per 1.200 chilometri, da Belluno a Reggio Calabria. Quindi ha
L’Ego - Hub
Le risorse
COMUNE DI ROCCA PIETORE Tratto Ru Scalon - Valle Ombretta Rifugio Falier
SINTESI ATTIVITÀ COMMISSARIALE PIANO DEL COMMISSARIO - OPERE
Tratto Bio Ombretta - Valle Franzedas - Forca Rossa
NUMERO INTERVENTI
Interventi di mitigazione del danno e aumento della resilienza
Primi interventi emergenziali
762
984
TOTALE 1.746
€ 15.000.000,00
€ 354.096.210,99
Tratto Col di Rocca - Albe - Valier - Monte Migogn TOTALE COMUNE DI ROCCA PIETORE COMUNE DI TAIBON AGORDINO Tratto viabilità in valle di S.Lucano
DESCRIZIONE
SMS solidali Contributi a favore di privati e attività produttive "DANNI" FSUE - Fondo di Solidarietà dell'Unione Europea Risorse regionali "Veneto in Ginocchio" Serrai di Sottoguda TOTALE TOTALE COMPLESSIVO
tracciato il bilancio del primo anno di lavori: «Abbiamo firmato più di mille decreti, aperto 1.746 cantieri e impegnato 468 milioni di euro (di cui 369 milioni arrivati dallo Stato, prima di tre tranche per un totale atteso di un miliardo; 68 milioni dall’Europa; 25 milioni dalla Regione; 4 milioni di donazioni e 814 mila euro dall’sms solidale, ndr.). Un lavoro duro, ad alto rischio di inchieste civili, penali, del-
112.000,00 235.000,00
137.500,00
TOTALE COMPLESSIVO
ULTERIORI RISORSE
Dat in euro 258.000,00
605.000,00
TOTALE COMUNE DI TAIBON AGORDINO € 369.096.210,99
SMS SOLIDALI
137.500,00 742.500,00
COMUNE DI ROCCA PIETORE
Importo in euro 814.796,00 25.000.000,00 68.620.678,00 4.378.674,00 98.814.148,00 € 467.910.358,99
la Corte dei conti,portato avanti da dirigenti che per questo non percepiscono un euro in più di stipendio. Ricordo bene quando mi assunsi la responsabilità di chiudere tutte le scuole del Veneto, con la spada di Damocle di una denuncia per interruzione di pubblico servizio. E identiche responsabilità si stanno assumendo i sindaci che ho nominato tra i 160 soggetti attuatori, nel nome del-
225.000,00
Tratto Digonera – Col Da Daut Da avviare nel 2020 integrando le risorse assegnate da SMS pari ad € 72.296,00
CONTRIBUTI A FAVORE DI PRIVATI Totale richieste E ATTIVITÀ PRODUTTIVE (DANNI) (al 19 luglio 2019) (circa) N. 833 domande ammesse a contributo € 90 milioni € 57.217.485,04 Danni attrezzature e scorte € 13.345.393,38 Risorse da Piano del Commissario Totale ammissibile (al 19/07/2019) erogabili per il 2019 € 25.000.000 € 70.562.878,42 Restano da erogare (domande già certificate
ammissibili a contributo) per circa € 45.000.000
è stato venduto, a un prezzo medio di 20 euro al metro cubo» ha spiegato Zaia.
l’autonomia e della sussidiarietà. Sono loro a sovrintendere ai cantieri nei loro territori». Tutti gli interventi saranno via via resi disponibili sul sito dedicato (ci si arriva da un link sul sito della Regione) con l’indicazione del progetto, l’importo, la ditta incaricata, il Responsabile unico del procedimento. Prosegue anche la rimozione dei tronchi: «Il 90% del legname abbattuto
Cosa resta da fare
A Palazzo Balbi Da sinistra Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, il governatore Luca Zaia e il capo dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo (Zanfron)
Molto è stato fatto, si diceva, ma molto ancora resta da fare: «Ci servono circa 200 milioni per la messa in sicurezza dei centri urbani minacciati da frane e valanghe - ha elencato Zaia - poi, insieme all’università, ridisegneremo i confini del bosco, restituendo terreno ai prati e ai pascoli». Ha proseguito Dell’Acqua: «Dovremo fare interventi poderosi per la resilienza del territorio. Prendiamo i ponti sull’Adige, il Piave, il Tagliamento: sono generalmente troppo bassi, con le piogge attuali è alto il pericolo che il materiale si blocchi sotto le campate, provocando esondazioni. Vanno alzati e per farlo occorrono milioni». I progetti sono già in via di scrittura, si tratta
I progetti
«I giorni di Vaia»
Dagli sms alle donazioni ecco che fine ha fatto la solidarietà degli italiani
Quei giorni terribili nel libro scritto dall’assessore Bottacin
Generosità Zaia con uno dei tanti assegni solidali
Con l’sms solidale attivato dalla Protezione civile sono stati raccolti 814.796 euro. Saranno utilizzati per sistemare viabilità e sentieri a Rocca Pietore e Taibon Agordino. Il conto corrente aperto dalla Regione «Veneto in ginocchio» ha invece un saldo 4,3 milioni di euro che saranno destinati al ripristino dei Serrai di Sottoguda (costo 8 milioni), meta turistica di grande richiamo ai piedi della Marmolada
«I giorni di Vaia» è il titolo del libro scritto da Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente, la persona che più da vicino ha seguito la catastrofe al fianco del governatore Luca Zaia (che scherza: «Compratelo, è un ottimo rimedio all’insonnia!»). Edito da Cleup, il libro sarà disponibile da novembre: «È una raccolta delle emozioni provate in quei giorni ma anche un riconoscimento alla nostra Protezione civile» ha detto Bottacin.
Cleup edizioni Il libro di Bottacin disponibile da novembre
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ATTUALITÀ
MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Lo scontro politico
Rivolta contro Di Maio tra i 5 Stelle «Non può più essere intoccabile» Raccolta firme per cambiare lo statuto e mettere in discussione il capo. Rabbia per le parole dopo il voto umbro
Ilario Lombardo ROMA. Un pomeriggio qualsia-
si alla Camera e al Senato a chiacchierare con un Movimento che non segue più il leader. E che ora vuole togliergli dalle mani lo scudo che gli garantisce i suoi super poteri. Senza che Beppe Grillo muova un muscolo per difenderlo. Quello statuto costruito ad arte per renderlo intoccabile, dove è scritto che solo il garante, il comico-fondatore può licenziare il capo politico. Luigi Di Maio aveva calcolato che una navigazione tranquilla gli avrebbe assicurato dieci anni alla testa del M5S. «Nemmeno Fidel Castro» scherza Giorgio Trizzino. L’asfissia percepita in 14 mesi di M5S lo hanno portato a comporre un documento, custodito per settimane, poi pubblicato su Facebook. «Vedo crescere il consenso attorno a quelle proposte». Se Di Maio dovesse snobbarlo, la raccolta firme sarebbe conseguente e potrebbe coalizzare i tanti malcontenti esplosi verso il capo politico. Trizzino ha confermato che almeno cinquanta parlamentari condividono il suo progetto. «Ma dopo essere uscito allo scoperto ho ricevuto tante altre adesioni». Li chiamano «i competenti». Molti di loro sono stati eletti agli uninominali. Chiedono: di restare nell’area di centro sinistra, alleati del Pd, vogliono un congresso, una segreteria politica vera, una condivisione delle scelte politiche, un ridimensionamento di Di Maio. Ma, soprattutto, «va cambiato lo statuto», perché «non c’è democrazia senza una leadership contendibile». A chi dice che non si vede un’alternativa a Di Maio la risposta è sem-
pre la stessa: fino a quando lo statuto non prevede un meccanismo di sfiducia che renda il ruolo del leader contendibile, nessuno può emergere. Il tonfo dell’Umbria ha ricaricato lo sfogatoio grillino. Ormai deputati e senatori, di fronde anche opposte, sembrano convergere su tesi simili. Anche a Palazzo Madama gira l’idea di un documento per chiedere a Di Maio di scegliere: o guida il M5S o fa il ministro degli Esteri e il capodelegazione. Mario Michele Giarrusso, Elio Lannutti e la
Avanza la proposta di dare più poteri all’assemblea per toglierli al numero uno Molti pretendono che il leader capitoli in nome di una maggiore collegialità deputata Carla Ruocco pretendono che il leader capitoli in nome di una maggiore collegialità. E Primo Di Nicola ricorda il progetto dare una squadra ai vertici del M5S, promesso da Di Maio ma rimasto sulla carta. A Montecitorio Riccardo Ricciardi chiede ancora di più: poteri deliberanti all’assemblea dei parlamentari. In altri termini, Di Maio e tutti i ministri devono adeguarsi alla linea politica decisa a maggioranza dai deputati e dai senatori. Intanto però non si riesce a trovare una maggioranza nemmeno per nominare il capogruppo. «Serve responsabilità, va trovata una soluzione» chiede il ministro dei Rapporti con il Parlamento preoccupato per i lavori sulla
manovra. Ieri, durante l’ennesima assemblea qualcuno ha proposto di eleggere chi prende più voti e non – da regolamento – chi ottiene la maggioranza assoluta. Restano in corsa Francesco Silvestri e, per la corrente più critica, Raffaele Trano. Ma salgono le quotazioni proprio di Ricciardi, che potrebbe saldare attorno a sé anche il gruppo vicino a Trizzino e quello di Fico. Ieri bastava fermare un qualsiasi deputato per capire che ormai Di Maio non ha più presa sui gruppi. Il renziano Roberto Giachetti ha ricevuto adesioni tra i 5 Stelle alla raccolta firme per il referendum contro la legge grillinissima che taglia il numero dei parlamentari. A molti non piace la decisione, presa in solitaria, di abbandonare la strada dei patti regionali con il Pd. Raccontano che durante la festa di laurea di Paola Taverna, prima che andasse via, con in mano i primi tragici exit poll sull’Umbria, Di Maio si sia rivolto ai parlamentari lì presenti: «Sarete contenti, l’avete voluto voi...». Lui non ci ha mai creduto. I parlamentari emiliani lo hanno accontentato e chiedono di correre da soli, al massimo con liste civiche alleate, mentre gli eletti locali vorrebbero provarci con il Pd. Non è escluso, però, che si arrivi a un patto di desistenza per non aiutare Salvini. Tra i calabresi la spaccatura è simile, ma c’è chi come Federica Dieni vede nell’accordo con il Pd l’unico modo per sperare di ottenere almeno un consigliere. Nicola Morra invece è convinto che non sia obbligatorio partecipare: «Se dobbiamo correre ancora una volta per testimoniare la nostra esistenza – dice – io non ci s to». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la commissione tecnica a roma
Autonomia, Maroni e Bertolissi scelti da Boccia come consulenti PADOVA. Mario Bertolissi en-
tra nella cabina di regia del governo per disegnare l’autonomia differenziata con la legge quadro sui Lep. A fianco del docente di diritto costituzionale e capo-delegazione del Veneto nella trattativa a Roma, ci sarà anche Roberto Maroni, ex governatore della Lombardia, consulente di Mediobanca e senza incarichi nella Lega di Salvini. La notizia l’ha diffusa il
ministro Francesco Boccia, che ha incontrato il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Dopo aver ribadito che la proposta della Lega era «una scatola vuota» ha annunciato che sarà «affiancato da una commissione autorevole di persone che dovranno aiutarmi a darmi torto. Non ho la verità in tasca e ho bisogno che vengano messe in discussione molte delle cose che elaboriamo.
Sarà una commissione parallela alla mia attività e la presiederò io» ha spiegato Boccia. Il nome più autorevole del team è certamente quello di Bobo Maroni, che ha promosso il referendum del 2017 con Luca Zaia, per lasciare poi la poltrona ad Attilio Fontana. Boccia ha diffuso i nomi solo di 4 esperti, scelti tra «accademici e giuristi che si sono occupati
In alto il fondatore del M5s Beppe Grillo che abbraccia il capo politico Luigi Di Maio: la sua leadership è fortemente messa in discussione all’interno del Movimento. Sopra il premier Giuseppe Conte
dell’attuazione del Titolo V dal punto di vista costituzionale e finanziario. Tra gli accademici pugliesi ci saranno Giancarlo Viesti ed Ernesto Longobardi», che ha visto formalizzata la proposta nella cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bari. Farà parte della commissione anche il professor Mario Bertolissi, capo della delegazione trattante della Regione Veneto, «che ha posizioni profondamente alternative a quelle del governo. Sull'autonomia» ha spiegato il ministro Boccia, «servono posizioni diverse altrimenti non avremo mai il quadro completo delle complessità». Ieri in commissione Finan-
IL PROFESSOR MARIO BERTOLISSI È IL CAPO DELLA DELEGAZIONE VENETA CHE TRATTA L’AUTONOMIA A ROMA
Il ministro: «Il docente di diritto Costituzionale ha idee alternative alle mie sul titolo V»
ze della Camera c’è stata l’audizione della Sose con il professor Vincenzo Atella che ha spiegato i criteri con i quali sono stati calcolati i fabbisogni standard di Comuni, Provice, Città metropolitane e Regioni. Si tratta di una spesa di 54 miliardi da cui partire per calcolare i costi standard e i Lep, i livelli essenziali dei servizi sociali che il ministro Boccia intende definire nella legge quadro entro dicembre: il testo è già scritto. Che diranno Bertolissi e Maroni? Oggi la squadra veneta torna a Roma per il primo esame della “bozza Stefani”, naufragata sui veti dei ministri 5 Stelle del governo Conte1. — Al.Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATII
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MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
A un anno dalla tempesta QUADRO INTERVENTI 2019 Vicenza Importo lavori
Belluno
€ 27.108.327,16
Importo lavori € 229.339.509,86
Verona
Treviso
Importo lavori
Importo lavori
€ 14.697.000,00
€ 19.141.726,57
Padova Rovigo
Importo lavori
Importo lavori
€ 10.039.000,00
€ 22.933.055,50
Venezia Totale regionale
Importo lavori
Importo lavori € 354.096.210,99
€ 27.960.778,90
Vaia, 1700 cantieri 470 milioni investiti Nel 2020 nuovi ponti per reggere le piene
VENEZIA. Riposto il cappello
di governatore, Luca Zaia sfoggia la tuta di commissario governativo all’emergenza Vaia. E un anno dopo la tempesta, snocciola le cifre del lavoro compiuto: «I cantieri aperti sono 1746, valgono quasi 468 milioni di euro, vale a dire tutte le risorse disponibili già investite»; la calamità ha investito più zone del Veneto con la montagna bellunese epicentro della fu-
ria: «Solo per citare i boschi, la superficie colpita è stata di 20 mila ettari con 3 milioni di metri cubi di legname abbattuto – immaginate una fila di camion lunga 1300 km – che al 90% è stato venduto. Molti tronchi non possono essere rimossi perché devono fungere da difesa paravalanghiva. Una volta sgombrati, saranno realizzate le opere di protezione». FONDI E RIMBORSI
Da dove arrivano i quattrini? Il Governo ha stanziato 377
Libro-diario dell’assessore alla Protezione civile
Bottacin e l’emergenza narrata minuto per minuto LA TESTIMONIANZA
E
mozioni, ansie, paure, ma anche decisioni delicate prese senza esitazioni, raccontate in un diario che ripercorre il disastro che ha colpito il Veneto lo scorso autunno. Questo è «I giorni di Vaia», racconto personale e dettagliato di quanto accaduto un anno fa sulle montagne della nostra regione, in parti-
La copertina del nuovo libro
guda. E sul versante dei risarcimenti? «Il totale delle richieste di contributo ammonta a circa 90 milioni di euro, le domande ammesse sono state 833, in base alle abbiamo certificato danni per quasi 58 milioni ai quali vanno sommati quelli per attrezzature e scorte per oltre 12 milioni di euro. Nell’anno in corso sono in liquidazione 25 milioni di rimborsi, la copertura dei restanti è prevista nel 2020». DA BORRELLI A DATTILO
le ciFre
3 I milioni di metri cubi di legname abbattuti dalla furia della tempesta Vaia: la pulizia dei boschi dagli alberi spezzati, promette la Regione, si concluderà nel 2020.
68 I milioni di euro erogati dalla Commissione europea e destinati al ripristino e alla sistemazione fluviale del Piave e di alcuni torrenti. Le opere dovranno essere completata entro diciotto mesi pena revoca dei fondi.
milioni di euro, compresi i primi sostegni a privati e imprese; 68 milioni sono stati erogati dalla Commissione Europea e destinati a interventi di sistemazione e ripristino fluviale dal Piave ai torrenti Cordevole, Maè e Ansiei: le opere dovranno essere completate entro 18 mesi, pena revoca dei fondi; ancora: gli sms solidali hanno fruttato 814.796 euro mentre il fondo “Veneto in ginocchio” ha rastrellato 4,378 milioni, dirottati sul recupero del canyon a Serrai di Sotto-
Ad ascoltare il report (preceduto da un filmato illustrativo di Avepa), Angelo Borrelli direttore del dipartimento Protezione civile, Fabio Dattilo capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Nicola Dell’Acqua che coordina i 160 “soggetti attuatori” della ricostruzione e – anzi, soprattutto – i tanti sindaci («Autentici eroi», li esalta il governatore leghista, prodigo di ringraziamenti ai convenuti) che affluiscono al piano nobile di Palazzo Balbi esibendo la fascia tricolore. «Le operazioni stanno procedendo in modo soddisfacente», commenta Roberto Padrin, a capo dell’amministrazione di Longarone e della Provincia di Belluno «ma ora serve una strategia per arginare l’espansione incontrol-
colare nel Bellunese e sull’altopiano di Asiago, viste con l’occhio e con il cuore di Gianpaolo Bottacin, ingegnere bellunese e assessore regionale alla Protezione Civile che un anno fa si è trovato al centro di uno degli eventi atmosferici di maggiore impatto che il nostro Paese abbia mai vissuto. La pubblicazione, edita da Cleup, sarà in distribuzione dal 16 novembre: «Ho scritto questo libro per due motivi», spiega Bottacin «da un lato ho voluto raccontare la mia esperienza personale, condividendo tutte le esperienze umane, gli incontri, l’umanità, le reazioni e capacità della nostra gente di rimboccarsi le maniche senza piangersi addosso»; «Dall’al-
tra, mi è sembrato importante anche spiegare come funziona la macchina della Protezione civile. Nel nostro caso, poi, era la prima volta che si metteva in pratica quanto contenuto nel nuovo codice nazionale dell’emergenza. Un’esperienza unica, che ha permesso di dimostrare a tutti quanto la Protezione civile del Veneto sia un’eccellenza e per me, personalmente, un grandissimo orgoglio». Nei giorni critici di Vaia, Bottacin trascorse parecchie notti in una brandina piazzata nella sala operativa dei soccorsi, a Marghera: «Per lui», commenta il governatore Zaia «la giubba della Protezione Civile era diventata una seconda pelle». —
il deputato democratico
Sorgeranno lungo Piave, Adige, Tagliamento, Bacchiglione Zaia: «Le scuole chiuse? Si rischiava una strage, lo rifarei» Filippo Tosatto
Da sinistra Angelo Borrelli direttore della Protezione civile, Fabio Dattilo comandante dei Vigili del fuoco e il governatore Luca Zaia
883 Le domande di contributo a famiglie e imprese danneggiate vagliate e ammesse: valgono 58 milioni ai quali se ne sommano altri 12 per attrezzature e scorte.
4,3 I milioni raccoltI dal fondo “Veneto in ginocchio”: serviranno a ripulire Serrai di Sottoguda.
lata dei boschi che ha via via inghiottito prati e pascoli, danneggiando l’alpeggio. Da soli, gli amministratori locali non possono farcela, ci serve l’aiuto scientifico degli esperti». MAPPA IN TEMPO REALE
Tant’è. Se l’andamento dei lavori è aggiornato in tempo reale da una “mappa georeferenziata” (indica appalti, imprese e stato d’avanzamento), Borrelli plaude «la squadra capace di fronteggiare la peggiore tempesta registrata in Italia dopo l’alluvione del 1966», Dell’Acqua anticipa che nel 2020 «inizierà la costruzione di almeno cinque nuovi ponti su Piave, Adige, Tagliamento e Bacchiglione. Gli attuali non offrono complete garanzie in caso di piena». Zaia, poi, si toglie un sassolino: «Mi hanno criticato quando ho chiuso tutte le scuole ma le previsioni meteo erano pessime, ne parlai anche con il ministro Salvini, si rischiava una strage. Se tornassi indietro, prenderei la stessa decisione». E chiude in gloria: «Ringrazio tutti ma in particolare le popolazioni colpite che hanno affrontato il disastro con silenzio, dignità e determinazione: un comportamento che è stato di lezione all’Italia intera». —
De Menech: «Incentivare la filiera corta del legno» BELLUNO. «A un anno dalla
tempesta Vaia molto resta ancora da fare. Mentre alcune famiglie sfollate sono riuscite a rientrare nelle loro case solo pochi giorni fa, si calcola che tre quarti del legname schiantato sia ancora a terra». L’anniversario dello straordinario evento meteo che ha colpito il Bellunese «è lo spunto per ringraziare i volontari e per una riflessione sulla filiera del legno nel nostro territorio», suggerisce il deputato bellunese
del Pd Roger De Menech. «Ormai da diversi decenni mancano imprese locali che si dedichino alla coltivazione e alla manutenzione dei boschi. Il legname lavorato dalle poche segherie ancora attive proviene in gran parte dall’Austria o dalla Slovenia», ricorda l’esponente dem «dal confronto con gli operatori del settore emerge con chiarezza la necessità di incentivare nuovi soggetti che riattivino la filiera corta. —
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Nordest
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Il disastro un anno dopo
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IL BILANCIO VENEZIA Ieri, un anno fa, al governatore del Veneto Luca Zaia veniva chiesto perché aveva deciso di chiudere le scuole. L’Arpav aveva previsto un’allerta maltempo, effettivamente pioveva e tirava vento, in 48 ore erano venuti giù 400 millimetri di acqua, ma quella mattina di lunedì 29 ottobre 2018, nella sede della Protezione civile regionale a Marghera, ancora non si aveva contezza del disastro che il meteo stava regalando. Tanto che qualche burlone si era divertito a modificare la pagina Wikipedia del governatore (“Salvò decine di studenti da verifiche il 29 ottobre 2018 inducendo allerta meteo”), mentre alcuni esponenti politici avevano sacramentato per il temporaneo divieto di cacciare. «Il terreno è saturo, i fiumi sono pieni, c’è scirocco: sono condizioni da tempesta perfetta», rispondeva il governatore. Si sa com’è andata. Ieri, un anno dopo, con la stessa divisa della Protezione civile, Zaia ha accolto a Palazzo Balbi, nei panni di Commissario delegato all’emergenza maltempo che ha colpito il Veneto dal 27 ottobre al 5 novembre 2018, tutti i 160 soggetti attuatori, di cui 115 sindaci. Al suo fianco il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli e il capo dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo. L’occasione per dire cosa è stato fatto in un anno. Ringraziare, prima di tutti, le popolazioni delle zone colpite. E denunciare qualche stortura burocratica del sistema nell’erogazione dei fondi. Ossia: lo Stato li ha stanziati, l’Europa pure, ma fisicamente perché arrivino a Venezia passano mesi, solo che poi i lavori vanno cantierati o addirittura fatti e finiti nel giro di poco tempo perché altrimenti vengono persi.
I COMMENTI Il Veneto aveva inaugurato il modello di Protezione civile nazionale ancora con l’alluvione del 2010: un commissario straordinario (Zaia), tanti soggetti attuatori (i sindaci, i dirigenti regionali), così da invertire la piramide decisionale e responsabilizzare i territori. Nel 2018, con Vaia, il sistema ha funzionato ancor di più e meglio: «Un perfetto gioco di squadra», ha detto Borrelli ricordando che Vaia è stata «la tempesta più grande del Paese dopo l’alluvione del 1966». Non a caso aveva parlato di «apolicasse» dopo i primi sopralluoghi. «Il Veneto - ha detto Dattilo - è stato una palestra per il sistema di Protezione civile che vorremmo così in tutta Italia». «Quella di Vaia poteva essere una strage», ha aggiunto Zaia intestandosi decisioni che in quel momento potevano sembrare eccessive, come appunto la chiusura delle scuole. I numeri, poi, hanno dato conto
Gli interventi di mitigazione del danno per 354 milioni di euro
160 I soggetti attuatori di cui 115 sindaci dei territori coinvolti
1.000 I contratti firmati da giugno a settembre appena avuti i soldi
Vaia, mille cantieri Ma la nuova sfida è la burocrazia I fondi stanziati da Roma e da Bruxelles arrivano in ritardo Ma se non vengono spesi entro i termini vanno poi restituiti `
dell’enormità di quell’ondata di maltempo ed è stato grazie a tre video - uno curato da Avepa di Fabrizio Stella, uno da Veneto Acque di Gianvittore Vaccari, uno da Veneto Strade di Silvano Vernizzi - che si è capito il prima e il dopo e, soprattutto, la mole
di lavoro svolto. «Abbiamo ancora molte sfide da portare a termine - ha detto Zaia - ma stiamo lavorando senza sosta: 1.746 cantieri aperti, quasi 468 milioni di euro, vale a dire tutte le risorse disponibili, investite e cantierate».
LA CRITICITÀ Cos’è allora che non va? La burocrazia. L’ha spiegato bene il coordinatore per l’emergenza Nicola Dell’Acqua, ricapitolando gli interventi e i fondi raccolti: 1.000 cantieri per 369 milioni (lo Stato ha promesso 960 milio-
UN ANNO DOPO Il 29 ottobre 2019 la tempesta Vaia cambiò il panorama delle nostre Dolomiti. Da allora sono stati avviati mille interventi. In alto, da sinistra, Angelo Borrelli, Luca Zaia, Fabio Dattilo.
ni nel triennio), 814mila euro dall’Sms solidale, 68 milioni dal Fondo di solidarietà europeo. «Ma avremo poco tempo per spenderli». Stato ed Europa, sono due meccanismi differenti. I 300 milioni e rotti avuti da Roma erano stati stanziati a fine
La cerimonia
A Rocca Pietore il ringraziamento per la gara di solidarietà BELLUNO È trascorso un anno dalla devastante tempesta che si è scatenata un anno fa segliendo come epicentro Rocca Pietore e il comprensorio agordino, causando in poche ore 110 milioni di euro di danni e abbattendo seicentomila alberi. E ieri a Rocca sono ritornati molti tra coloro che si mobilitarono fin dalle prime ore. Per ricordare guardando filmati che hanno riproposto le terribili scene di un anno fa di un territorio ferito profondamente, alternati alle testimonianze di quei protagonisti che nei
RICORRENZA Pubblico e ospiti durante la cerimonia loro settori specifici hanno diretto con grande professionalità e impegno la macchina dei soccorsi e della Protezione civile. Il vescovo Marangoni ha ricordato le tre
vittime di “Vaia”. In quei giorni si è vista e toccata con mano la grande macchina della solidarietà, non solo uomini della Protezione civile, dei vigili del fuoco,
dell’esercito ma anche tanti volontari che sono arrivati da fuori per dare una mano alla gente del posto. Una solidarietà che tutti hanno sottolineato a grande voce e tra questi il sindaco Andrea De Bernardin. Oltre cinquemila donazioni private sono arrivate a Rocca per un totale di un milione e seicento mila euro. E tra queste anche i cinque euro mandati da Achille, un bambino che il sindaco di Rocca ha voluto con lui sul palco come esempio per ringraziare tutti di tanta generosità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
2018, ma a Venezia sono arrivati il 15 maggio scorso: per non perderli, bisognava cantierare gli interventi entro il 30 settembre. Ed è stato fatto. I fondi europei, invece, sono stati annunciati il 18 settembre e da quella data è scattato il conto alla rovescia: 18 mesi per fare, finire e collaudare i lavori. Solo che i soldi fisicamente ancora non ci sono e, anche se c’è un regime commissariale, senza soldi i soggetti attuatori non possono fare poi tanto. Non a caso Borrelli ha ammesso: «Auspico norme più snelle».
LA POLEMICA Da registrare: la polemica sulla prevenzione. Secondo Zaia prevenire vuol dire mettere in sicurezza il territorio e i lavori eseguiti dopo l’alluvione del 2010 sono serviti. Secondo il dem Andrea Zanoni, invece, la Regione continua a non affrontare i cambiamenti climatici, l’effetto serra, il CO2. Replica di Zaia: «L’uomo è un grande devastatore, ma le catastrofi ci sono state anche in passato». Da ultimo, l’assessore Gianpaolo Bottacin sulla tempesta ci ha scritto un libro: “I giorni di Vaia”, edizioni Cleup. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
«La legge sulle slot produce disastri» `Duro attacco del M5s trastare le ludopatie e non inve-
a due mesi dal varo della nuova norma IL CASO
Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari
Ancona Lecce Mestre Milano Napoli Roma
071 2149811 0832 2781 041 5320200 02 757091 081 2473111 06 377081
VENEZIA A distanza di quasi due mesi dall’approvazione della legge sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico, in consiglio regionale del Veneto è ancora polemica. Già in aula, al momento del voto, l’opposizione aveva protestato, sostenendo che la proposta normativa tutelava troppo le lobby delle macchinette, era eccessivamente permissiva in ordine agli orari, non fissava limiti forti e stringenti per con-
stiva sufficientemente nella prevenzione. Tutte accuse respinte dall’assessore al Sociale Manuela Lanzarin: «Questa legge - aveva detto - è molto restrittiva, alza l’aliquota Irap al massimo possibile, è la prima normativa che a livello nazionale fissa distanze e limiti temporali per il gioco d’azzardo e aumenta la tassazione». Era il 3 settembre.
L’ATTACCO Adesso le opposizioni sono tornate alla carica. Ultimo, in ordine di tempo, il gruppo del M5s che ieri ha diffuso un durissimo comunicato contro la giunta Zaia: «La norma regionale si sta rivelando il più grande regalo alle lobby dell’azzardo, lasciando che tanti nostri con-
b9f58d37-e71b-41b9-a5ac-c04491a12470
La delibera Sportelli-consumatori Ripartiti 800mila euro VENEZIA Sul Bur di ieri la delibera di giunta che assegna fondi del ministero dello Sviluppo economico per potenziare gli sportelli dei cittadini-consumatori. I complessivi 791.959 euro sono stati ripartiti tra Adiconsum (183.165,72 e 30.000 euro) Adoc (69.210,19 e 38.959 euro), Federconsumatori (204.693,11 e 20.000 euro), Lega Consumatori (112.667,94), Unione Nazionale Consumatori (130.263,04 euro), più 30mila euro alla Commissione di verifica.
cittadini rovinino se stessi e le proprie famiglie per gonfiare il portafogli di chi specula su un vizio che spesso è vera malattia. Il solito favore agli speculatori, sulla pelle dei veneti». I consiglieri del M5s hanno dato voce al sindaco di Sarego, Roberto Castiglion: «In seguito alla legge regionale 38/2019 sul gioco d’azzardo, le sale slot crescono come funghi, la Regione ci lega le mani nella prevenzione». Nei giorni scorsi sullo stesso tema erano intervenuti i consiglieri di Veneto 2020 Guarda, Bartelle e Ruzzante («Regione piegata alla lobby, è responsabile dei drammi della ludopatia») e del Pd Fracasso e Sinigaglia («La nuova legge regionale produce disastri»). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Rovigo
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Cantieri contro l’emergenza idrica Un anno dopo i rubinetti a secco per la piena dell’Adige, `Lavori di potenziamento delle centrali di adduzione Acquevenete mette in campo investimenti per 12 milioni lungo il fiume e progressivo abbandono del prelievo dal Po `
SICUREZZA IDRICA ROVIGO E’ passato un anno esat-
to dall’eccezionale ondata di maltempo, con la piena dell’Adige che aveva paradossalmente lasciato a secco i rubinetti di 75mila polesani, fra Rovigo e gli altri otto comuni alimentati dalla centrale di Boara Polesine che era andata in tilt, fu spiegato a causa di un’eccezionale torbidità dell’acqua pescata dal fiume in piena e, in particolare, da valori «particolarmente anomali di alluminio e ferro».
L’EMERGENZA Erano state 48 ore di passione: dalle 15.30 circa di martedì 30 ottobre a poco dopo le 18 del giorno dopo. Oggi, spiega Acquevenete in una nota, a un anno di distanza, «sono già diversi i cantieri del “piano post-emergenza” conclusi o in corso di esecuzione: complessivamente, investimenti per 12 milioni di euro, che compongono il masterplan di adeguamento e potenziamento delle centrali sull’Adige, a cominciare
da quella di Boara Polesine. Opere che sono in parte sostenute dalla Regione Veneto, nell’ambito della gestione emergenziale che vede il governatore Luca Zaia nel ruolo di commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione civile».
MASTERPLAN Fra le novità per fronteggiare l’emergenza, così come fu richiesto anche nei vertici in Prefettura, un’apposita “app” di Acquevenete scaricabile sul telefono in modo da ricevere notifiche in tempo reale. Il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo rimarca come «immediatamente dopo aver dichiarato conclusa l’emergenza, i nostri tecnici si sono messi al lavoro per un piano che ci permetta, auspicabilmente, di evitare nuove situazioni simili in futuro. Alcuni interventi erano già previsti, altri sono stati aggiunti o potenziati, dando forma a un masterplan che ci permetterà, nel medio periodo, di rinnovare profondamente l’architettura del servizio idrico nel Polesine, sempre con
PRESIDENTE Piergiorgio Cortelazzo
l’obiettivo di offrire un servizio migliore agli utenti».
CENTRALI POTENZIATE Per potenziare la centrale di Boara Polesine, sono in corso lavori da 1.550.000 euro: «Ver-
PREDISPOSTA UN’APPLICAZIONE PER I TELEFONI CELLULARI CON CUI POTER RICEVERE NOTIZIE IMMEDIATE
ranno rimessi in funzione i decantatori, sarà rinnovata l’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi; un adeguamento è previsto anche per l’opera di presa dal fiume ed è previsto inoltre un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. Obiettivo principale di questo intervento, incrementare la ridondanza di trattamento dell’impianto, garantendo per il futuro quel “margine di manovra” a fronte di eventi estremi di piena che è mancato nella situazione estrema verificatasi un anno fa».
SERBATOIO RIPRISTINATO È invece già terminato, sempre nella centrale di Boara, il rifacimento dell’impianto di rilancio in rete con il ripristino del serbatoio, per un importo complessivo di 800mila euro. C’è poi un ulteriore progetto da 5,5 milioni di euro per il potenziamento della centrale per il quale è in fase di affidamento l’incarico di progettazione definitiva. Questo, spiega Acquevenete «potrà garantire la potenzialità necessaria alla dismissione della centrale di Occhiobello e creare una filiera paral-
lela di processo». Come spiegato dal direttore di Acquevenete Monica Manto nei giorni scorsi, infatti, è prevista «la graduale dismissione delle centrali di potabilizzazione sul Po», sia per minimizzare i rischi sia per ridurre i costi di depurazione, nell’ambito della realizzazione del Mosav, il Modello strutturale degli acquedotti del Veneto, che mira a rifornire per quanto più possibile il Polesine con acqua pedemontana, proveniente dalle fonti di Carmignano di Brenta, in provincia di Padova. Le centrali sull’Adige, invece, verranno potenziate. Lavori già in corso a quella di Badia Polesine e quella di Cavarzere, con un costo totale di 680mila euro. A Badia è attivo anche un intervento da 200mila euro di escavazione dell’alveo dell’Adige, per liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, mentre a Cavarzere uno da 380mila euro, per ricevere l’acqua pedemontana attraverso il Mosav. Altri tre adeguamenti, con un investimento di 3,2 milioni di euro sono in programma per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara. Francesco Campi
Via Pertini, sottopasso invaso dall’acqua
VIA PERTINI ROVIGO Di nuovo allagata la car-
reggiata di via Pertini. Ieri mattina è tornata a tracimare acqua da una fessura delle pareti, a causa della fortissima pressione esercitata dalla falda. In questi giorni i responsabili incaricati dal Comune stanno già eseguendo controlli in altre zone e interverranno per sistemare nuovamente quella perdita che, ad oggi, non crea gravi problemi, ma con il prossimo abbassamento delle temperature rischia di produrre seri incidenti se non risolta per tempo.
VELOCITÀ RIDOTTA
BLACK-OUT IDRICO Esattamente un anno fa nove Comuni polesani, compreso Rovigo, si trovarono senz’acqua potabile per un guasto alla centrale di Boara
Ad ogni modo, la Polizia Locale invita gli automobilisti a mantenere in qualunque momento una velocità adeguata alle condizioni della strada e a percorrere con attenzione quel tratto. Il problema dell’allagamento del sottopasso Pertini, purtroppo, è ben noto ai rodigini, perché soffre da tempo di un difetto estremamente costoso e molto dannoso per l’ambiente. Nel giugno 2018 l’ex assessore ai Lavori Pubblici Antonio Saccardin aveva comunicato l’esecuzione di lavori di sistemazione per un costo di 13 mila euro. Oltre a questa spesa, qualche tempo prima ne erano stati spesi altri 50 mila per sistemare, per un analogo problema, il vicino sottopasso Forlanini, sotto i binari ferroviari. Per quanto riguarda sempre i lavori pubblici del Comune, invece, sono ormai quasi terminati i lavori di asfaltatura in via Gaetano Oliva e via Boccaccio, che nonostante il tempo inclemente volgeranno al termine entro la fine della settimana. Stesso discorso poi per via Monte Grappa, dove è stata chiusa una voragine davanti alla chiesa di San Leopoldo in Tassina. A.Luc.
Termosifoni accesi, polveri in salita: Pm 10 a quota 73 INQUINAMENTO Nuovi sforamenti di Pm10: lunedì toccati i 73 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria. Il dato è più alto rispetto alla soglia massima di ben 23 microgrammi, il maggiore finora raggiunto dall’attivazione dell’ordinanza antinquinamento ad inizio mese, probabilmente dovuto alle condizioni atmosferiche particolarmente cattive. La causa principale di questo primo picco di smog è da attribuire alle caldaie, visto non poche famiglie e i principali uffici pubblici hanno già messo mano al termostato per intiepidire le stanze. Per questo, occorre ricordare che l’ordinanza sindacale impone che la temperatura inROVIGO
terna nelle case e degli uffici privati non può superare i 19 gradi, con una tolleranza massima di due gradi; negli edifici industriali ed artigianali, non potrà andare oltre i 16 gradi. È inoltre vietato utilizzare sistemi di riscaldamento domestico a legna o pellet con classificazione energetica a “2 Stelle”, dall’1 gennaio anche quelle a “3 Stelle”.
IL TRAFFICO Come per gli anni passati, infatti, gli automobilisti e gli autotrasportatori dovranno fare riferimento, oltre alla segnaletica a led agli accessi della città, anche al sito internet di Arpav e del Comune per sapere quale sia il grado di allerta della qualità dell’aria, strutturato come fosse appunto un semaforo: “verde”,
“arancione” o “rosso”. Fino al 31 marzo, di base, sarà attivo il Verde, per cui i veicoli privati alimentati a gasolio classificati come Euro 0, 1, 2 o 3 non potranno circolare; stesso destino per le auto a benzina Euro 0 e 1, e i motorini o le motociclette immatricolate prima dell’1 gennaio 2000. Qualora si susseguano quattro giornate consecutive di sforamento dei livelli di Pm10 (50 mi-
L’ORDINANZA IN VIGORE DA INIZIO OTTOBRE PREVEDE UN SISTEMA DI VINCOLI AL TRAFFICO LEGATI ALLO SMOG
PANNELLI A MESSAGGIO VARIABILE Quelli ai varchi della città segnalano l’eventuale limitazione al traffico dovuta all’inquinamento
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crogrammi per metro cubo d’aria), scatta l’allerta Arancione, o Livello Uno, che intensifica le restrizioni al traffico fermando anche i mezzi privati Euro 4 alimentati a gasolio e i mezzi commerciali delle categorie Euro 0, 1, 2 o 3. Infine, con il susseguirsi di ben dieci giornate consecutive oltre i livelli massimi consentiti di polveri sottili, scatta l’allerta Rossa, o Livello Due, che impone il blocco di qualsiasi emissione ritenuta inquinante per il territorio: oltre a tutte le limitazioni imposte dal Verde e dell’Arancio, dalle 8:30 alle 12:30 dovranno rimanere fermi anche i veicoli commerciali Euro 4. I veicoli ibridi, elettrici o alimentati a Gpl o Metano possono circolare senza alcuna limitazione. Alberto Lucchin
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Nordest
LA VISITA A PALAZZO BALBI Il ministro Paola De Micheli ha fatto visita ieri pomeriggio al governatore Luca Zaia a Palazzo Balbi: 45 minuti su Pedemontana, Valdastico, Olimpiadi
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
Il varo L’ultima consegna di Fincantieri: 133mila tonnellate, 323 metri di lunghezza, in 6.500 a bordo “Panorama”, terzo gigante per Carnival
SALVAGUARDIA VENEZIA Almeno c’è una data. Aprile 2020 è il mese entro il quale il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli si è impegnata a varare il provvedimento per non far più passare le grandi navi da crociera davanti piazza San Marco. È vero, molti suoi predecessori avevano azzardato date e non le hanno poi mantenute, anche per la caduta degli esecutivi cui facevano parte. Ora però, i tempi sembrano maturi per una decisione, poiché il sistema portuale di Venezia sta cominciando a pagare la lunga situazione di stallo. L’annuncio è arrivato, dalla Fincantieri di Porto Marghera, a margine della cerimonia di consegna della Carnival Panorama all’armatore. È l’ennesimo gigante del mare varato in laguna che, dopo le regole del Clini Passera non potrà mai entrare a Venezia durante l’esercizio per via delle sue dimensioni: 323 metri di lunghezza per 133mila 500 tonnellate di stazza lorda. Attualmente, anche se la regola delle 96mila tonnellate è stata superata da un algoritmo che tiene conto anche di altri parametri, entrano in laguna navi fino a circa 290 metri.
MOSE E PROVVEDITORATO Ma non è finita, perché De Micheli ha intenzione di risolvere presto anche l’impasse su Mose e salvaguardia della laguna, procedendo alle nomine che erano state messe sul tavolo dal suo predecessore Danilo Toninelli e poi giocoforza bloccate. Si tratta del commissario straordinario per l’ultimazione del sistema di dighe mobili e del Provveditore alle Opere pubbliche, figura fondamentale per la salvaguardia di Venezia e della laguna che tra le altre cose tiene i cordoni della borsa dei finanziamenti che servono per ultimare il Mose. E, per superare le litigiosità dell’ultimo anno, le due figure saran-
Un gigante del mare costruito in laguna per solcare altri mari. Fincantieri ha consegnato ieri la “Carnival Panorama”. È la terza nave della stessa serie dopo “Vista” e “Horizon”, varate tra il 2016 e il 2019. Con una stazza lorda di 133.500 tonnellate, è lunga 323 metri: 2.004 le cabine per i passeggeri alle quali si sommano le 770 destinate all’equipaggio; può ospitare a bordo 6.500 persone. Il cantiere di Marghera di Fincantieri ha costruito dal 1990 ad oggi 29 navi da crociera.
Grandi navi, al largo da aprile Mose, un “tandem” per finirlo Doppio annuncio del ministro De Micheli a Venezia: `«La prossima settimana le nomine del commissario mesi contati per i colossi del mare in bacino San Marco per le dighe e del provveditore alle opere pubbliche» `
no scelte in modo da essere il più possibile compatibili. «La prossima settimana saranno nominati il commissario straordinario e il provveditore. Ho proceduto “in tandem” - ha detto De Micheli - nell’effettuare le selezioni, ora con lo stesso metodo faccio i colloqui e passo alle nomine».
Le grandi navi non devono più passare per San Marco, ha detto il ministro, per la prima volta sul territorio veneziano: «La soluzione non è semplice, ma deve essere veloce, tenendo conto dei fattori ambientali, del traffico nautico e delle ricadute economiche. I miei tecnici hanno acquisito tutto il materiale
guito, anche in relazione alle risorse economiche da investire». Con molta probabilità si tratterà di adottare la soluzione suggerita e caldeggiata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: il passaggio delle navi via canale dei Petroli e poi nell’attuale stazione marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele che pe-
Al via l’Osservatorio federato
Dati turistici, incarico a Unioncamere
SOLUZIONE PROVVISORIA PER I TRANSITI: DAL CANALE DEI PETROLI FINO ALLA MARITTIMA, SCAVI PERMETTENDO
IL FOCUS VENEZIA Eravamo rimasti alle tre ipotesi annunciate quest’anno dal precedente ministro Danilo Toninelli. Ipotesi che rispecchiavano l’imperativo del Movimento 5 Stelle “Fuori le grandi navi dalla laguna”. Anzi, a dire il vero, erano due visto che la costruzione del terminal sull’ex cantiere del Mose in bocca di porto di Malamocco era subito tramontata per la decisione di demolire la piattaforma in cemento e ripristinare la spiaggia originaria, come previsto fin dall’inizio della progettazione del sistema di paratoie mobili. Restano quindi il porto crociere a ridosso della diga foranea del Lido di Venezia, inviso alla popolazione dell’isola e non solo, e l’utilizzo del porto di Chioggia, che però non ha pro-
disponibile; da quello del Comitatone del 2017 fino a quanto prodotto dal mio predecessore. Valutato ciò - ha aggiunto - incontrerò il territorio per una soluzione definitiva. I tempi sono oggettivamente stretti per cui si andrà, ritengo, verso una soluzione provvisoria, mentre valuteremo quella definitiva in se-
MINISTRO Paola De Micheli ieri alla Fincantieri (foto NUOVE TECNICHE)
VENEZIA Sarà Unioncamere, l’Unione regionale delle Camere di Commercio del Veneto, a istituire e avviare l’Osservatorio turistico regionale federato. Questo organismo, che potrà avvalersi di enti già esistenti sul territorio, dovrà principalmente raccogliere ed elaborare i dati degli arrivi e delle presenze nelle strutture extralberghiere: mentre hotel e camping - riferisce l’assessore Federico Caner - trasmettono i dati alla Regione con costanza, i B&B e le altre strutture si limitano ad informare solo la rispettiva questura. «Ma alla
Regione - spiega Caner - i dati servono pressoché in tempo reale per capire l’andamento della stagione e pianificare la programmazione». Con le forze interne la Regione non era in grado di garantire questa attività e così l’incarico è stato affidato a Unioncamere assieme ad altri due interventi: “Digital Tourism Online 2019” (attività di sensibilizzazione degli attori all’innovazione) e diffusione del marchio ombrello The Land of Venice. La Regione impegnerà 170mila euro, Unioncamere ne metterà altri 150mila. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ipotesi in campo per le crociere Lido, Porto Marghera o Chioggia fondità né attrezzature e inoltre è gravato da un grande deposito di Gpl che non è compatibile con le crociere. C’è poi la soluzione del Venis Cruise 2.0, progetto di Duferco Engineering e di Cesare De Piccoli, che ha passato la Valutazione di impatto ambientale, ma che i Comuni di Venezia e Cavallino Treporti non vogliono e che, an-
che per questo, è finora rimasto in qualche cassetto negli uffici del Mit, a Porta Pia. Si tratta di un terminal crociere in bocca di porto di Lido “appoggiato” sul fondale prima del Mose (e quindi formalmente fuori dalla laguna) in grado di ospitare quattro grandi navi e utilizzare comunque l’attuale Marittima per le operazioni di imbarco e sbarco
DALLE PROPOSTE DI TONINELLI ALLE PREFERENZE DEL COMUNE: ORMEGGI DIVISI TRA VENEZIA E AREA INDUSTRIALE
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dei passeggeri e la spedizione dei loro bagagli. Il governo Conte 1 aveva lasciato in dote al Mit anche lo studio di una collocazione provvisoria di qualche grande nave sull’attuale porto traghetti di Fusina e l’utilizzo saltuario di alcune banchine commerciali di Porto Marghera, come è accaduto tra il 13 e il 14 luglio scorsi durante la festi-
rò deve essere dragato.
PROTOCOLLO FANGHI Per arrivare a questo è necessario il decreto che stabilisca la gestione dei fanghi, che il ministero dell’Ambiente Sergio Costa dovrebbe licenziare a breve. «Stiamo lavorando gomito a gomito con il ministro dell’Ambiente - ha concluso De Micheli - e aspetto nelle prossime settimane che i documenti arrivino sul mio tavolo». «Risolvere il problema delle grandi navi a Venezia - ha chiosato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono vuol dire capire, prima, se si vogliono o meno. Poi, se si vogliono, bisogna trovare una soluzione per evitare San Marco. Le navi hanno le dimensioni che conosciamo, e in base a questo fatto bisogna decidere». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
vità veneziana del Redentore. Le navi passeggeri avevano all’epoca seguito il percorso delle navi container e di trasporto rinfuse e avevano imbarcato e sbarcato i passeggeri in un momento in cui i moli non erano occupati. Infine, resta l’ipotesi da sempre caldeggiata dal sindaco di Venezia, fin dalla sua presidenza di Confindustria, di utilizzare per le navi da crociera più grandi alcune banchine del canale industriale Nord, che è lo stesso di cui si serve Fincantieri. E poi, di scavare e adattare alle altre navi il canale Vittorio Emanuele III, che collega Venezia a Marghera dal quale dovrebbe essere estratta una grande quantità di fanghi. Soluzione che trova contro il mondo ambientalista e gran parte della cittadinanza attiva. M.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mestre
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
«Venderemo le case di “sabbia”» Il presidente Ater sul piano di 1.782 dismissioni: «Sono immobili `Il 46 per cento degli appartamenti si trova in terraferma, di difficile gestione, in certi casi costruiti con poco cemento» il resto nei comuni della provincia. Escluso il centro storico `
CASE POPOLARI MESTRE Case “di sabbia” costruite
al risparmio. Le case che l’Ater punta a vendere saranno quelle che si trovano in immobili di proprietà mista (pubblica e privata), dunque di difficile gestione, costruiti e terminati prima degli anni ‘90. Ma il presidente dell’Ater non usa tanti giri di parole: «Non stiamo parlando di immobili di pregio. Per la loro costruzione, in certi casi, è stata utilizzata sabbia al posto del cemento». Un’affermazione che non lascia indifferenti per le 1.782 case che l’Ater di Venezia ritiene di poter vendere. Alloggi distribuiti in 40 comuni della Città Metropolitana (ad eccezione di Cinto Caomaggiore, Annone, Teglio e Pramaggiore) concentrati soprattutto nel Comune di Venezia, Cavarzere e San Donà di Piave, di cui 1.530 assegnati ed abitati e 252 sfitti. Inquilini che potranno acquistare l’immobile, tra quelli locati già individuati, solamente dopo averci vissuto per 5 anni. Destino diverso toccherà invece alle case sfitte, destinate ad un’asta pubblica.
SFITTI ALL’ASTA «Per gli alloggi sfitti – ha detto Raffaele Speranzon, presidente dell’Azienda territoriale di edilizia residenziale veneziana – in questi anni non abbiamo ottenuto finanziamenti soddisfacenti per il riutilizzo ed hanno bisogno di importanti interventi in tale direzione. Alloggi il cui rischio sarebbe quello di vedere il proprio valore immobiliare crollare». Un piano di vendita che Speranzon si augura – previa autorizzazione della Regione – possa concretizzarsi ad inizio 2020. I 1.782 alloggi – esclusivamente ad uso residenziale, per 5 anni non vendibili – rappresentano circa il 18% del
RAFFAELE SPERANZON CONTA DI AVVIARE LE CESSIONI DEI 1.530 ALLOGGI ABITATI E 252 SFITTI NEI PRIMI MESI DEL 2020 PER VENEZIA SI STANNO VALUTANDO I COSTI DELLE MANUTENZIONI MOLTO PIÚ ALTI RISPETTO AL RESTO DEL PATRIMONIO iamo i discendenti del pittore mestrino Giuseppe Urbani de Gheltof e con sorpresa e perplessità abbiamo appreso della decisione della Giunta comunale di intitolare la piazzetta a fianco al Teatro Toniolo, verso il collegamento con il piazzale Candiani, al musicista veneziano Gian Francesco Malipiero. Il nostro stupore è motivato dal fatto che, in passato e in varie occasioni, avevamo segnalato alle autorità competenti l’operato di Giuseppe Urbani de Gheltof affinché si prendesse in considerazione l’intitolazione di una nuova strada a suo nome, considerando fin da allora adatta proprio la zona adiacente il teatro Toniolo. A tale proposito esiste una “Proposta e petizione per intitolazione di una nuova strada”, da noi inviata il 12 ottobre 2013 all’assessorato alla Cultura e Toponomastica. In essa si os-
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totale delle case Erp, 9.800 in tutto, di proprietà Ater, di cui quasi la metà (il 46%, ossia 828 abitazioni) si trova nella terraferma del Comune di Venezia. E il rimanente (54%) nel resto della provincia. Sul totale, i numeri diventano maggiori – arrivando a 11.800 – se si considera anche il migliaio di alloggi di proprietà del Comune, oltre ai mille non Erp, parte del patrimonio di quest’ultimo che non risponde alla legge regionale 38. «Ci risulta che siano circa 3.500 le domande di partecipazione al bando Erp, ma in base alla capacità di risposta di Comune ed Ater saranno solo 300-350 gli alloggi disponibili. Solo il 10 per cento».
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OBIETTIVI E INCASSI Insomma, pur avendone diritto, tante famiglie resteranno fuori. E il piano vendite vuole rispondere proprio a questo: recuperare quella parte di patrimonio immobiliare che necessita di importanti interventi e che non ha goduto di finanziamenti negli ultimi 5 anni, per reperire risorse economiche per poter sistemare e assegnare più abitazioni possibili. Sulla base delle esperienze acquisite in passato, Ater ipotizza una vendita di circa 180 alloggi locati – a fronte dei 150 venduti tra il 2013 e 2018 – a cui vanno sommati quelli destinati all’asta, prevedendo un introito di circa 9 milioni di euro «da destinare all’intero patrimonio Ater», derivanti dal prezzo medio di cessione per alloggio locato che si stima intorno ai 50mila euro, e dai 55mila per quelli liberi ceduti all’asta. «Mi auguro di poter vendere agli inquilini che superano l’Isee e si valuterà con la Regione la soglia per i requisiti. Con quella attuale dei 20mila euro si corre il rischio che la possibilità di vendere sia pari a zero».
IL CASO VENEZIA Discorso a parte riguarda Venezia per la quale, finora, non è stato inserito alcun immobile nel piano vendita. Un tavolo tecnico sta valutando la questione, soprattutto per quanto riguarda gli alloggi sfitti del centro storico che richiedono spese di manutenzioni altissime che raggiungono anche i 40mila euro, contro i 25mila della terraferma. «Stiamo cercando canali per ottenere finanziamenti per questo nostro enorme patrimonio immobiliare». Intanto, entro fine anno termineranno i lavori – per 1 milione di euro – su 26 alloggi tra Marghera e Chirignago che, una volta pronti, saranno assegnati in base alla graduatoria. Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA
ATER Raffaele Speranzon e il Quartiere Triestina 68 a Favaro, il più grande condominio Ater della terraferma
Disabili, Legacoop lancia un progetto per cambiare gli attuali centri diurni `«Superare
l’approccio di tipo assistenziale» SERVIZI SOCIALI MESTRE La richiesta di evolvere il sistema di assistenza alle persone disabili, superando un approccio di tipo prevalentemente assistenziale, arriva dalle stesse famiglie che ogni giorno accompagnano nei centri diurni chi soffre di disabilità fisica o psichica. I centri diurni, aperti 8 ore al giorno, sono infatti sempre più percepiti come spazi statici e chiusi, non in grado di sviluppare sufficientemente l’autonomia e l’autostima degli ospiti, quando dalle famiglie arriva invece la richiesta di riconoscere e valorizzare l’identità, i desideri ed i bisogni della persona disabile, supportandola nella costruzione di un progetto di vita. Ma tali istanze sono state recepite
dal sistema della cooperazione sociale veneta, che da tempo progetta il superamento dei servizi semiresidenziali. Questo sistema si fonda su tre pilastri quali sono la continuità dei progetti di assistenza e inserimento sociale, il radicamento sul territorio e l’innovazione dei servizi offerti alla persona disabile e alla sua famiglia. «Come cooperazione sociale oggi siamo in grado di offrire servizi sociosanitari innovativi - spiega Loris Cervato, responsabile settore sociale Legacoop Veneto – Diventa importante cercare di attivare un percorso alternativo e di
«BISOGNA FAVORIRE L’INSERIMENTO SOCIALE DEGLI OSPITI SVILUPPANDONE L’AUTONOMIA E L’AUTOSTIMA»
superamento dei tradizionali centri diurni attraverso nuovi modelli strutturati di assistenza che prevedano una maggiore responsabilità da parte della collettività, attraverso percorsi di socializzazione della persona disabile, non più relegata solo all’interno dei centri diurni ma che possa esprimersi a tutti gli effetti come cittadino». I nuovi progetti tarati sulle necessità di queste persone hanno l’obiettivo di favorirne l’inserimento lavorativo e di rendere il più possibile autonome le persone con disabilità di medio grado per facilitare la loro permanenza nel contesto familiare, unica vera alternativa all’inserimento nelle comunità alloggio. «Ci auguriamo che il nuovo Piano di zona dei servizi sociali 2020-2022 recepisca tutto questo - sottolinea Cervato - e metta in rete i diversi soggetti che potranno fornire risorse e competenze per l’innovazione dei centri diurni». Paolo Guidone
L’intervento Piazzetta del Toniolo intitolata a Malipiero
«Urbani de Gheltof ancora dimenticato» servava che con l’intitolazione di quel “passaggio” a Giuseppe Urbani de Gheltof si sarebbe dato forma tangibile - nel cuore di Mestre - ad una concentrazione coerente di nomi di artisti e di storici importanti per questa città: lo storico Barcella
L’AMAREZZA DEI DISCENDENTI DEL PITTORE E ARCHEOLOGO «È DAL 2013 CHE ASPETTIAMO»
(a cui è intitolata la Galleria), il pittore Candiani (a cui è intitolato il Centro culturale) e il suo maestro negli anni intorno al 1923 Giuseppe Urbani de Gheltof, accomunati da un profondo senso di appartenenza a questa città. L’istanza venne ripresentata il 2 luglio 2015 all’assessore Paola Mar. Giuseppe Urbani de Gheltof (1899-1982) operò a Mestre come pittore facendosi conoscere dal Comune di Venezia già nel lontano 1926 con l’opera “Apoteosi di Mestre”, donata al medesimo e tuttora visibile in quanto ancora collocata nel Palazzo della Provve-
INSTANCABILE Urbani de Gheltof nel 1970 tra le pietre antiche raccolte a villa Querini
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deria sul soffitto della sala in cui oggi si celebrano i matrimoni; partecipò a varie edizioni del Premio Bevilacqua la Masa e nel 1928, con un disegno che venne acquistato dal re Vittorio Emanuele III, fu presente in varie Biennali e partecipò a tutte le dieci rassegne del Premio Mestre (1958-1968/69); diresse la Scuola d’Arte Napoleone Ticozzi da cui uscirono molti bravi artigiani e pittori. Fu inoltre appassionato e instancabile ricercatore di reperti e testimonianze storico-archeologiche presenti nel territorio mestrino, col sogno di dare alla propria città
Domani divertimento “da brividi” con Happy Halloween Sarà un pomeriggio di eventi, shopping e musica all’insegna del motto “dolcetto o scherzetto?” quello in programma dalle 15 nel centro di Mestre. In occasione della Festa di Halloween infatti verranno promosse numerose iniziative per grandi e piccini. In piazza Ferretto si inizia con il Truccabimbi a tema “pirata” e poi con un laboratorio in compagnia di Mummia, Vampirina e Licantropo per realizzare mostruosi sacchettini da riempire con i dolcetti. Le vie del centro saranno percorse da personaggi paurosi, dalla famiglia Addams a King Kong fino a Jack Skeleton, il Re delle zucche della città di Halloween. Ci sarà anche la musica con le Bande Vittoria e Vivaldi. Iniziative e allestimenti a tema anche in galleria Barcella, via Sarpi, galleria Aldighieri. In via Cappuccina e piazzale Leonardo da Vinci laboratorio per la creazione di una maschera in cartapesta. Se si raggiunge il centro in auto si può parcheggiare nei piazzali e negli stalli a strisce blu di Mestre e la sosta è gratuita. Sono escluse le aree di Marghera, San Giuliano , Piazzale Roma e Vega. Tramite i tagliandi distribuiti dagli esercizi aderenti all’iniziativa, la prima ora al Park Costa (per sole autovetture-no Gpl aperto h24) e al Park Candiani sarà gratuita.
IN CASA DI RIPOSO NONNA RAFFAELA DORIA HA SPENTO 100 CANDELINE Ieri ha spento 100 candeline Raffaela Doria, ospite dell’Antica Scuola dei Battuti, nata in
provincia di Padova. È stata festeggiata dai nipoti, dalla presidente dell’Ente Laura Besio, dal delegato della Municipalità di Mestre Antonino Marra, e da tutto il personale.
un museo. In considerazione di una vita intensa e dedicata interamente all’Arte e alla Storia, ci sembrava opportuno mantenere viva la memoria di una personalità puramente mestrina, rendendole omaggio concreto e visibile nella toponomastica, quale punto di riferimento per la conoscenza dei protagonisti del nostro recente passato. Senza nulla togliere al gioiello veneziano, anche il territorio mestrino ha i suoi protagonisti meritevoli di essere salvati dall’oblio e se veramente si ama la nostra città, sia che la si consideri nel suo legame con Venezia, sia che la si veda nella sua singolarità, la sua identità si descrive attraverso l’operato di quelle persone che le hanno dedicato tutte le proprie energie intellettuali e fisiche e tra le quali, pensiamo, si debba annoverare anche Giuseppe Urbani de Gheltof. Famiglia Urbani de Gheltof
Belluno Mercoledì 30, Ottobre 2019
San Marciano A Siracusa, san Marciano, ritenuto primo vescovo di questa città.
I RAGAZZI DEL CATULLO RIPULISCONO I PARCHI SOTTO LA PIOGGIA: LA PROTEZIONE CIVILE DA’ LEZIONI DI CIVILTÀ
In Val Visdende Uno studio di registrazione fatto col legno degli schianti
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8°C 12°C Il Sole Sorge 06.46 Tramonta 17.01 La Luna Sorge 09.19 Cala 18.49
Il caso delle targhe straniere
Il sindaco di Val di Zoldo: «Soluzione entro Natale» Le targhe straniere stanno ancora assillando molti bellunesi residenti all’estero, soprattutto gelatai: De Pellegrin a giorni andrà a Roma.
Trentin a pagina VIII
Nevegal: inverno salvo, sì alla società mista `Massaro convince
l’Alpe: impianti aperti ma la New.co va fatta L’Alpe srl si è convinta: la prossima stagione invernale gli impianti del Nevegàl potranno aprire a patto che venga costituita la New.co, la nuova società pubblico-privata. C’è voluta un’assemblea fiume, lunedì sera, per trovare un punto d’incontro tra soci e sindaco. Tre ore in cui Massaro, accompagnato dai tre capigruppo di maggioranza e da alcuni componenti della Commissione speciale
del Nevegàl (assente giustificata la presidente Maria Filippin), ha spinto gli attuali gestori a proseguire rassicurando verbalmente, con una sorta di accordo non scritto (ma che i soci ritengono vincolante) sulla costituzione della New.co. E il presidente Maurizio Curti, alla fine ha avuto il benestare a proseguire dalla maggioranza dei soci (non tutti, quindi), compreso Ernesto Riva, presidente di Unifarco, che ha spiegato i tecnicismi dell’operazione. L’Alpe, nella nuova società, conferirà gli impianti il cui valore sarà stabilito da un perito giurato. Fant a pagina IV
Cortina
Scuola Montessori in bilico: le famiglie infiammano il consiglio comunale Cortina vuole continuare a sostenere l’associazione “Facciamo un nido” che gestisce le scuole Montessori, ma sia rispettata la trasparenza. E’ la risposta data ieri a un’interrogazione della minoranza, in un consiglio comunale affollato di genitori. SI RIPARTE In pista sul Nevegal
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LA SALA I genitori in Consiglio
«Così vendo i tronchi ai cinesi» Massimo Maugeri, manager della Duferco, spiega i nuovi mercati: «Ma la Val Visdende mi ha respinto»
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Feltre
Panettiere morì per un’infezione: l’Usl deve risarcire Morì per infezione dopo la sostituzione della valvola cardiaca: l’Usl condannata dal Tribunale di Belluno a un maxi-risarcimento alla famiglia. Lo rende noto Giesse Risarcimento Danni di Belluno, che ha seguito il caso della morte di Elio Faoro, 71enne di Arsiè deceduto a causa di una tardiva diagnosi di endocardite acuta. All’origine della tragedia, avvenuta a marzo del 2013, un errore medico: una diagnosi tardiva e le mancate cure. A pagina VI
Il manager della Duferco Biomasse, Massimo Maugeri, con un passato a Legambiente, spiega i retroscena dell’operazione che ha portato la multinazionale a diventare il primo acquirente del legno di Vaia. «Si è trattato di un esigenza per tutelare la filiera con cui lavoriamo - ha spiegato ieri mattina ad un convegno organizzato dalla Fondazione Angelini - ci siamo posti il problema di cosa sarebbe potuto succedere nei prossimi anni con tutto quel legno a terra». Così hanno deciso di scommetterci: il legno viene lavorato in quota, caricato sui container e portato a Marghera dove viene fumigato per eliminare il rischio bostrico. Maugeri ha anche raccontato del suo tentativo di dialogo con la Val Visdende: «Siamo stati visti come dei nemici, ma non ha importanza l’importante è che siano riusciti a risolvere e a vendere il loro legno». Insomma, nessun rancore. Zambenedetti a pagina III
Vaia un anno dopo Sindaco e soccorritori possono sorridere
Rocca, la rinascita in un abbraccio UN ANNO DOPO Il sindaco De Bernardin tra i vigili del fuoco
Alpago
Le fiamme distruggono una stalla ma la causa è un mistero: dolose? C’è l’ombra del dolo sul rogo che lunedì sera ha distrutto una stalla di 90 metri quadrati a Tanon di Spert, in Alpago. I vigili del fuoco hanno lavorato per ore, fino alle 2 di ieri notte per bloccare l’incendio. Persi tutti gli attrezzi che c’erano all’interno. Il proprietario, Cristian Ferpi, non si spiega l’accaduto: «Non c’era nulla di infiammabile». SOSPESO Don Giulio Antoniol non è più prete da nove anni
Ecco i medici per il pronto intervento I sindacati chiedono un incontro urgente al direttore generale dell’Usl 1, Adriano Rasi Caldogno, per evitare la privatizzazione del Punto di primo intervento dell’ospedale di Auronzo. Fp-Cgil e Nursing Up “pescano” la possibile soluzione dall’ospedale Codivilla-Putti dal quale sono pronti sono pronti ad andarsene 16 infermieri e 5 medici. Si tratta di personale dipendente dell’Usl che non passerà con la nuova gestione privata della Gvm e che è quindi disponibile per essere redistribuito in altri ospedali pubblici. Superabile anche lo scoglio della mancata specializzazione da parte di 4 dei 5 medici: la soluzione, spiegano i sindacati, l’ha data direttamente il governatore Zaia. Marsiglia a pagina XV
Cibiana
Orari sballati: un bus in più agli studenti
Si è sposato: «Se il Papa vuole, torno a fare il prete» Se le cose cambiassero è pronto a tornare. Se l’ipotesi di riaprire le porte dell’altare ai preti sposati, avanzata da papa Francesco nel corso del Sinodo per l’Amazzonia, avesse un seguito reale, Giulio Antoniol 50enne originario di Lamon, ex arciprete del Duomo di Feltre, ora sposato e papà già da una decina di anni, sarebbe pronto a riindossare lo tonaca. Un’ipotesi che potrebbe avvenire in un futuro non ancora definito. Nell’animo di Giulio Antoniol, ritornato laico a settembre del 2009, che attualmente gestisce una tabaccheria, il desiderio di poter coniugare l’amore per la famiglia con quello per Dio rimettendo la tonaca è forte. Tibolla a pagina V
Auronzo
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SPERT La stalla incendiata
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
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Fontanive a pagina III
Buone notizie per gli studenti di Cibiana che frequentano le scuole a Cortina e Pieve di Cadore: avranno una nuova corsa autobus dedicata da lunedì prossimo. Il provvedimento è stato disposto da Dolomitibus, su indicazione della Provincia di Belluno, e fa seguito alle richieste giunte dagli utenti e dall’amministrazione comunale. Gli studenti di Cibiana attualmente hanno qualche difficoltà nel collegamento di ritorno dalle scuole, in quanto le coincidenze orarie non coincidono. Bolzonello a pagina XV
IX
Albignasego
WALTER STEFAN «Questo successo è frutto del gioco di squadra con la Regione e i comitati locali»
Piove di Sacco
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Elettrodotto, cambia il percorso Terna ha scelto di realizzare il tracciato interrato tra Dolo `In base alle recenti normative in tema di ambiente e Camin a sud del Brenta, lontano dal territorio comunale non c’erano le distanze sufficienti dal centro abitato `
La famiglia del medico: «Vogliamo l’autopsia»
SAONARA Sul piatto c’erano tre possibilità. Alla fine si è deciso di percorrere la strada più favorevole al comune e alla sua gente. Dopo anni di battaglie, quella di ieri rimarrà una giornata storica per tutti coloro che da tempo si battono per proteggere l’ambiente e tutelare gli interessi della collettività. Nel corso di un incontro a Palazzo Balbi alla presenza dell’assessore regionale Roberto Marcato, i vertici di Terna e tutti i sindaci interessati al passaggio dell’elettrodotto interrato Dolo-Camin, si è deciso che il territorio di Saonara non verrà interessato dal progetto. Il motivo è semplice: secondo le ultime normative sul fronte della sicurezza ambientale, non ci sarebbero le distanze sufficienti tra il passaggio del percorso dell’elettrodotto e le abitazioni.
ALBIGNASEGO
VITTORIA EPOCALE «É una vittoria epocale - ha detto il sindaco Walter Stefan alla fine dell’incontro - ringrazio l’assessore Marcato per l’interesse che ha messo in questo delicato progetto e soprattutto per aver risposto in maniera ottimale a tutte le richieste della nostra gente. Questa vittoria è la dimostrazione che con il gioco di squadra si possono risolvere criticità anche di una certa rilevanza. Voglio pensare al duro lavoro portato avanti negli anni dai comitati ambientalisti che da sempre si battono per il benessere della gente e agli stessi cittadini che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto a noi amministratori facendo muro quando si ventilava l’ipotesi di elettrodotto aereo». E ancora: «Un plauso è doveroso rivolgerlo anche ai vertici di Terna che hanno avuto il coraggio di confrontarsi con tutti gli attori in causa e un passo alla volta hanno optato per il dialogo, trovando una soluzione che possa accontentare un po’ tutti». Prima dell’incontro, tre era-
INTERRATO L’elettrodotto Dolo-Camin non attraverserà il territorio saonarese: vittoria dell’assessore Marcato e del sindaco Stefan
no le ipotesi al vaglio degli addetti ai lavori. La prima avrebbe visto il passaggio dell’elettrodotto interrato lungo l’idrovia. La seconda si sarebbe concentrata sul passaggio dell’elettrodotto a sud del Brenta e quindi fuori dai confini di Saonara, la terza sul sedime dell’idrovia. Ebbene, alla fine si è scelto per la seconda ipotesi con l’elettrodotto interrato che passerà a sud del Brenta. Nello specifico passerà a nord della frazione di Tombelle, ma di fatto non toccherà i confini di Saonara. Nell’accordo siglato ieri mattina è stato inoltre messo nero su bianco che Terna, la multinazionale dell’energia elettrica incaricata di effettuare l’elettrodotto, è pronta a dismettere novanta chilometri di tralicci dell’alta tensione ormai vetusti ed inutili quando verrà installa-
Auchan, commesse in sciopero e presidio oggi all’IperSimply PIOVE DI SACCO I lavoratori Auchan oggi incroceranno le braccia. In ballo c’è il loro futuro professionale dopo che il marchio è stato acquisito da Conad. Filcams Cgil, Sisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno indetto per la giornata odierna uno sciopero dei lavoratori Auchan e Sma. Il presidio è fissato per le 9 davanti all’IperSimply di via fratelli Sanguinazzi. Verrà fatto il punto sulla situazione dei punti vendita presenti nel territorio padovano. La ragione fondamentale dello sciopero è lo stallo della vertenza Auchan. Da ottobre fino al prossimo febbraio sarà organizzato il
passaggio dei primi 109 punti vendita, individuati tra quelli coerenti con il format Conad, per un totale di 5.700 lavoratori. La rottura delle trattative è stata decisa da Filcms, Fisascat e Uiltucs, per la mancanza da parte di Conad delle garanzie occupazionali. I sindacati si aspettano invece che al Mise arrivi un vero piano di rilancio della rete di vendita e risposte per tutti i lavoratori coinvolti dall’operazione. Sono stati quindi chiesti l’intervento urgente del Ministero dello Sviluppo economico e una maggiore attenzione alla vertenza. Nello specifico i sindacati chiedono se la soluzione di Conad sia quella più conveniente. C.Arc.
Piove di Sacco
Ubriaco, simula il furto della patente Trovato positivo ad un controllo all’alcoltest aveva detto ai carabinieri di aver smarrito la patente. I militari dell’Arma della stazione di Piove di Sacco non hanno creduto alla versione dell’automobilista ucraino A.O., di 26 anni, residente in paese, e hanno approfondito gli accertamenti. Ieri mattina la svolta: nel corso di una perquisizione domiciliare a casa del giovane gli investigatori hanno rinvenuto una patente rilasciata dalle autorità ucraine. Il cittadino dell’Est è stato
accompagnato in caserma e denunciato per falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale. Avrebbe riferito ai carabinieri di aver inventato lo smarrimento per paura di non poter più guidare. La sua sterile giustificazione non gli è bastata ad evitare i provvedimenti di legge. Nel fine settimana l’attività delle forze dell’ordine tesa a scovare possibili ubriachi al volante verrà ulteriormente potenziata al fine di scongiurare gravi incidenti stradali. C.Arc.
ta la nuova opera sotterranea. “Terna conferma il proprio impegno a fianco della Regione del Veneto e dei comuni interessati dal nuovo elettrodotto Dolo-Camin per studiare insieme, in un percorso di dialogo e progettazione partecipata, le migliori soluzioni realizzative dell’opera” recita una nota della sopcietà. «Saonara - ha concluso Stefan - è interessata dalla presenza di 40 km di tralicci ad alta tensione. Una volta che queste strutture verranno eliminate anche dal punto di vista paesaggistico il nostro territorio trarrà non pochi benefici». Ma non è tutto. Verranno eliminate le cinque basi d’appoggio per piloni realizzate nel momento in cui si ipotizzava il progetto di elettrodotto aereo. Cesare Arcolini
Casa di riposo, il sindaco vuole chiarezza BOVOLENTA Il sindaco ha convocato per oggi la direzione della casa di riposo, dopo il blitz della scorsa settimana che ha portato in carcere alcuni esponenti della società friulana Sereni Orizzonti Spa, che gestisce la struttura in paese con 68 posti letto, oltre a due moduli di Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) dell’Ulss Euganea 6, nell’ospedale di Conselve, con 59 ospiti. «Ho convocato la direzione di Sereni Orizzonti in municipio per conoscere la situazione e per avere rassicurazioni sulla continuità assistenziale degli ospiti, nonché sulle garanzie lavorative del personale dipendente, spiega il sindaco Anna Pittarello. La prima cittadina
assicura che «L’amministrazione da parte sua si farà garante di vigilare la struttura in collaborazione con gli enti competenti, per assicurare il benessere degli anziani e la serenità dei lavoratori». Una maxi inchiesta della procura di Udine aveva portato qualche giorno fa all’arresto di otto persone, tra le quali il fondatore di Sereni Orizzonti Massimo Blasoni, all’obbligo di dimora per una nona e a un avviso di garanzia per un’altra per fatti riguardanti la società udinese, che opera in Italia e all’estero nel settore dell’assistenza per anziani e nella gestione di comunità terapeutiche e riabilitative per minori e adolescenti, con tremila dipendenti e 80 strutture. La Sereni Orizzonti da parte
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sua, ribadisce che «Quanto è avvenuto giovedì della scorsa settimana non ha peraltro interrotto in alcun modo la normale attività in tutte le nostre strutture, comprese quelle di Bovolenta e Conselve. Abbiamo già messo a disposizione dell’autorità giudiziaria la somma sequestrata a titolo cautelativo e confermiamo che quanto è accaduto non ha in alcun modo compromesso la solidità economico-finanziaria del gruppo, che resta in grado di adempiere a tutti i suoi impegni, senza creare nessun tipo di problema ai lavoratori nello svolgimento del servizio e agli ospiti delle strutture per i quali viene mantenuto lo standard previsto dalla normativa vigente». n.b.
La famiglia del medico di base Gianmaria Beccari, morto lunedì mattina all’alba per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto sabato scorso, si è affidata all’avvocato Alberto Meneguzzi del foro di Padova per seguire l’inchiesta sulle cause che hanno portato al decesso del settantaduenne. Al momento non è stata fissata in Procura alcuna autopsia, ma il legale ha fatto sapere che nel caso fosse conferito l’incarico per l’esame autoptico nominerà un medico legale di fiducia per prendervi parte. Nel frattempo tutti gli amici del medico continuano ad essere increduli per quanto accaduto. Da sempre appassionato di moto, da qualche tempo Gianmaria Beccari guidava una Bmw GX 1200. Considerato un centauro prudente, sabato stava rientrando a casa dopo essere andato a fare una gita a Noventa Vicentina. In via Romana, ad Abano, si è scontrato con un’auto ad una rotatoria ed è finito a terra. Arrivato in ospedale cosciente, poco dopo il ricovero ha lamentato forti dolori addominali. Soltanto in tarda serata è stato trasferito a Padova per accertamenti più approfonditi, ma ormai il suo quadro clinico era compromesso. Il decesso è sopraggiunto a 36 ore dall’incidente stradale, lasciando nello strazio la moglie e tutte le persone che lo hanno apprezzato in questi anni. Vista la lunga trafila ospedaliera da Abano a Padova, la famiglia chiede che sia fatta luce sulla dinamica dei soccorsi e desidera rimuovere qualsiasi dubbio sulle cause che hanno portato al decesso. In particolare la consorte e i familiari vogliono capire se siano state o meno commesse leggerezze che possano aver pregiudicato lo stato psicofisico del paziente. Alla famiglia Beccari sono arrivate centinaia di attestazioni di vicinanza anche da ex pazienti del compianto medico di base. C.Arc.
EX MEDICO DI BASE Gianmaria Beccari aveva 72 anni
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Rovigo
Mercoledì 30 Ottobre 2019 www.gazzettino.it
“Dante”, i giovani convivono per fare gruppo `Quattro giorni
insieme nella casa creata dalla diocesi SOCIALE ROVIGO È stata un successo la
PALAZZO FERRO FINI Nadia Romeo e l’aula del Consiglio regionale: in primavera si voterà per il rinnovo
«Dico no al terzo mandato» Nadia Romeo chiede al Pd il cambio `La presidente del consiglio rodigino delle candidature per le Regionali punta a un programma convincente `
POLITICA ROVIGO «Terzo mandato? Mi pre-
occupo di più del programma elettorale, io non farei più di dieci anni la stessa carica». A dirlo è Nadia Romeo, esponente del Partito democratico, commentando la situazione politica del centrosinistra veneto e polesano all’indomani dei risultati definitivi delle elezioni regionali in Umbria, dove il suo partito, in alleanza con il Movimento 5 Stelle, si è fermato al 37 per cento (22,3 il dato del pd stesso). Romeo ritiene che l’argomento prioritario in vista dell’appuntamento primaverile alle urne per le Regionali sia quello del programma politico e del suo candidato presidente, cose, tra l’altro, di cui il partito crede avrebbe già dovuto iniziato a discuterne da un pezzo.
Roma, con una legge di bilancio che spero possa cambiare, visto che quella che c’è ora è una bozza e deve ancora affrontare la discussione parlamentare, dove vedo poco spazio per le partite Iva, per esempio. Quindi, prima di guardare alle alleanze, dobbiamo sicuramente far capire ai cittadini cosa vogliamo fare per rilanciare il tessuto economico che vogliamo rappresentare e motivare, a cui va dato ossigeno». Secondo la presidente del consiglio di Palazzo Nodari, prima di avviare i colloqui con gli eventuali alleati «va rintracciato internamente un leader vincente, non preso da fuori perché di gente in gamba questo partito ne ha già» e fatta anche «un’attenta riflessione su cosa si è sbagliato in questi dieci anni, visto che qualcosa deve non essere andato come si sperava».
OBIETTIVO PROGRAMMA «Al di là dell’alleanza con i pentastellati, come Partito democratico dobbiamo prima avere un’idea precisa del Veneto che vorremmo e trovare un leader in grado di convincere le istanze dell’elettorato. Il risultato umbro rispecchia anche un po’ quello che sta accadendo a
NUOVE DEFEZIONI PER SEGUIRE RENZI: DOPO LEONARDO RAITO E VINICIO PIASENTINI, STRACCIA LA TESSERA GIOVANNI PAPUZZI
Emerge un tema sul quale quasi certamente si incentreranno i dibattiti elettorali da qui a maggio, quello dell’autonomia, sulla quale Romeo tiene a precisare che «non è portata avanti dalla Lega o da Luca Zaia, ma dal Pd e dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia» e che dovrà servire a rilanciare non solo tutta la regione, ma anche la provincia rodigina, da sempre fanalino di coda. «Con la cascata di denaro delle olimpiadi invernali, dalla quale Rovigo rimarrà fuori, è impensabile che questo territorio rimanga ancora più arretrato rispetto alle altre province. Per questo motivo l’autonomia differenziata sulla quale si sta lavorando tanto è un tema centrale».
I CANDIDATI Sul banco della segreteria veneta e nazionale, però, balla anche la questione del terzo mandato per i consiglieri di palazzo Ferro Fini a Venezia. Sono quattro i democratici potenzialmente interessati a ripresentarsi come candidati e aspettano un’autorizzazione da parte del partito: Stefano Fracasso di Vicenza, Claudio Sinigaglia di Padova, Bruno Pigozzo di Venezia e il rodigino Graziano Azzalin, da giu-
gno divenuto anche capogruppo nel consesso comunale. Su questa partita Romeo non sembra dimostrare particolare interesse, quanto più riluttanza davanti al fatto che un consigliere possa concorrere per un terzo mandato. «Non mi interessa come si porrà il Pd, ma ci sono diverse persone che possono dare molto per il territorio. Io stessa non riuscirei a fare dieci anni la stessa cosa, per questo credo che il ruolo debba poi modificarsi. Abbiamo grandi potenzialità se troviamo la persona giusta, il terzo mandato non mi appassiona».
DEFEZIONI Nel frattempo, il partito di Nicola Zingaretti continua a perdere pezzi. Con la nascita del movimento renziano di Italia Viva hanno già fatto le valige Vinicio Piasentini e Leonardo Raito, mentre altri stanno restituendo la tessera. Come Giovanni Papuzzi, ex esponente della Democrazia cristiana: «Dopo gli ultimi avvenimenti, sono giunto alla decisione di restituire la tessera del Pd. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di allearsi e formare il nuovo governo con i 5 Stelle, un’alleanza innaturale, improponibile». Alberto Lucchin
convivenza organizzata dal gruppo giovani della Società Dante Alighieri in Gp2, la casa che il seminario diocesano mette a disposizione di ragazze e ragazzi per esperienze formative e di crescita personale, in particolare attraverso il team building. La convivenza è stata supportata e coordinata da Gli amici della Gp2, un gruppo di giovani, generalmente universitari, che si offre di trascorrere la convivenza insieme a chi è interessato a rafforzare il proprio gruppo. Uno degli obiettivi annuali è lasciare, a ogni gruppo che viene a convivere, un minimo di conoscenza su come è organizzata e gestita la casa messa a disposizione dal seminario. Lo scopo primario della Società Dante Alighieri è quello di “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Il comitato, presente in città da oltre 120 anni, è guidato dalla presidente Mirella Rigobello e la sezione giovani, fondata nel 2017, è una delle più numerose e attive in Italia, coordinata da Federica Zannarini.
LE TESTIMONIANZE I soci giovani hanno da poco terminato una convivenza di quattro giorni, come racconta Paolo Caporossi, oste della casa Gp2. «Abbiamo voluto questa convivenza per svolgere attività finalizzate ad accrescere l’unità del gruppo. Abbiamo organizzato, per esempio, un momento in cui ogni socio ha avuto per cinque minuti la possibilità di approfondire la conoscenza degli altri membri del gruppo. Ci aspettavamo domande di rito, invece sono emerse questioni importanti: tutto è stato preso sul serio». «Le attività - aggiunge Zannarini - sono piaciute tanto da andare avanti fino a tarda notte. Abbiamo deciso, per favorire la reciproca conoscenza, di sederci a ogni pasto vicino a persone diverse». «La convivenza - si allaccia l’oste Nicola Shehu
- è stata una grande occasione per scoprire paure e inclinazioni di ognuno. Abbiamo cercato di stabilire una connessione l’uno con l’altro, per esempio realizzando identikit caratteriali per ogni persona e poi mescolarli: l’attività consisteva nel riuscire ad associare correttamente la descrizione alla persona in questione. Ogni giorno abbiamo svolto sia attività di team building, collaborando nella vita quotidiana, sia abbiamo pianificato eventi per i prossimi mesi, in modo da raggiungere concretamente gli obiettivi della Società. È stata un’occasione di divertimento, il clima era disteso e tutti hanno partecipato con piacere alle attività. Uno degli obiettivi che abbiamo deciso di porci è provare a ristabilire contatti con alcuni ex soci, che sono stati apprezzati per la competenza e la simpatia. La convivenza ha altresì coinvolto i soci partecipi nell’evoluzione che sta avvenendo nelle dinamiche interne al gruppo».
PRIMA ESPERIENZA
Chiara Rudian, socia da pochi giorni, racconta che «non sapevo cosa aspettarmi. È stata un’esperienza molto positiva, ci sarei stata più giorni. Ho apprezzato molto le attività, soprattutto per rompere il ghiaccio e conoscere facilmente le persone». «Non vediamo l’ora - conclude Caterina Nale, socia storica e consigliere comunale - di organizzarne un’altra. Ci poniamo come obiettivo di organizzare sempre più frequentemente eventi culturali e incontri per rafforzare il gruppo e coinvolgere i nuovi soci. Il prossimo evento pubblico sarà a novembre, in collaborazione con la neonata associazione Cultura Identità, e verterà su un confronto tra la poesia su carta stampata e quella sui social: la prima rappresentata da Leonardo Bologna, la seconda dal nostro socio Paolo Caporossi».
LA CASA Un momento delle attività dei ragazzi
Autonomia ancora lontana, VenetoVivo insiste Tutti al lavoro per preparare POLITICA ROVIGO «Un’autonomia reale,
non propagandistica, che nasce dall’esigenza di rispondere alle richieste della popolazione produttiva e delle giovani generazioni». Espone tale intendimento l’associazione VenetoVivo che ha chiuso in Polesine gli eventi programmati per la Settimana dell’autonomia, in occasione del secondo anniversario del referendum del 22 ottobre 2017 per l’autonomia del Veneto.
IL CONFRONTO Simonetta Rubinato, presidente dell’associazione, insieme a Tiziana Virgili, referente della stessa associazione per la provincia di Rovigo, ha incon-
trato nei mercati, prima di Fiesso Umbertiano e poi di Rovigo, numerosi cittadini, «che si sono dimostrati attenti e interessati a capire perché dopo due anni dal risultato straordinario del referendum, non si sia ancora raggiunto neppure parzialmente l’obiettivo di attuare una norma costituzionale che pure è necessaria a riformare il sistema, che oggi penalizza in termini di risorse pubbliche le famiglie e le imprese, nonostante l‘ingente contributo fiscale che il Veneto apporta al Paese».
cratico e fiscale e per la concorrenza, che vivono come sleale, sia delle grandi multinazionali dell’e-commerce, sia dell’abusivismo, sul quale mancano adeguati controlli e regole chiare».
LE RAGIONI
IL LAVORO Anche gli ambulanti incontrati «hanno rappresentato le gravi difficoltà in cui versa il loro settore da anni, costringendo molti di loro a chiudere l’attività per il crescente peso buro-
MERCATO Virgili e Rubinato con un ambulante
Le due referenti sottolineano che «solo l’autonomia differenziata, conferendo più poteri alle comunità locali per meglio rispondere ai diversi bisogni e potenzialità dei differenti territori, può consentirci in futuro di migliorare le condizioni della sanità, della scuola, delle infrastrutture, dei trasporti e della sicurezza del territorio che servono a cittadini e imprese». VenetoVivo intende continuare a promuovere la partecipazione di tutti i cittadini mediante incontri e convegni.
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un Natale pieno di attrattive MANIFESTAZIONI ROVIGO «Sarà un Natale bellis-
simo, grazie alla collaborazione, all’impegno, alla professionalità che da anni le associazioni dei commercianti, Pro loco e Rovigo Fiere mettono in campo, per regalare dei giorni di festa durante il periodo più bello dell’anno: il Natale». È quanto afferma il sindaco Edoardo Gaffeo a seguito dell’incontro tenutosi ieri con tutti gli attori che fanno parte dell’organizzazione del Natale in città, che punta a seguire e ove possibile, migliorare quanto fatto l’anno scorso in occasione delle festività per
attrarre visitatori in centro storico. «Stiamo lavorando sulle varie iniziative che come ormai da tradizione, vedranno le luci, le casette di legno e il grande albero nella principale piazza cittadina». In questi giorni verranno definiti i dettagli e gli eventi che saranno il cuore pulsante degli allestimenti. «Ringrazio - conclude il sindaco - le varie associazioni e chi partecipa all’organizzazione di questo grande progetto, sono sicuro che anche quest’anno ci saranno tutti gli ingredienti per far si che i rodigini possano trascorre il periodo natalizio in una città ricca di atmosfera e iniziative».
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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 30 Ottobre 2019
VENETO
ROVIGO.MortiallaCoimpodiAdria:seicondanneedueassoluzioni
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
Con6 condannee2assoluzionisièchiusoilprocessodiprimogradoper iquattromortisullavoroallaCoimpodiCàEmo(frazione diAdria):nelsettembre2014unanubetossicaletalesisviluppòinseguitoallosversamentodiacidosolforico,inunavasca contenenteliquamiealtresostanzecheeraingestioneall’Agribiofert,aziendainternaallaCoimpocheproducevafertilizzanti.
LEREGIONALI. Dopoilvoto inUmbria cambianogli scenariin Venetoin vista delleelezioni
IlM5Schiudeleporte Niente alleanze con il Pd Berti: «Noi lontani dai partiti. Per i candidati forse un test psicologico» Bisato:«Dialogocontutteleforzenonsovraniste,compresi igrillini» Roberta Labruna
I Cinque Stelle chiudono la porta in faccia al Pd. «Alle regionali nessuna alleanza, siamo alternativi ai partiti», scandiscono i consiglieri regionale pentastellati. Ma il Pd, sedotto e abbandonato, non la dà per persa: «Per noi nulla è cambiato, vogliamo avviare un dialogo con tutte le forze che non si riconoscono nel sovranismo, compresi i 5 Stelle», ribadisce il segretario veneto Alssandro Bisato. Difficile però che i due si ritrovino uniti alle urne. Perché, come nelle storie d’amore, un matrimonio funziona
Sbrolliniguarda al2020: ItaliaViva saràdellapartita «Sognounfronte largoemagariun candidatocivico»
se entrambe le parti vogliono stare assieme. In questo caso invece la virata dei “grillini” non offre grandi margini di ripensamento ed è la diretta conseguenza del pessimo risultato del voto in Umbria. 5STELLE. Anzi, in verità, la vi-
rata è quella che hanno imboccato i vertici nazionali del movimento perché a queste latitudini, in Veneto, quasi tutti i pentastellati che contano l’hanno sempre pensata così. Jacopo Berti, per dire, che da ieri ha di nuovo i galloni di capogruppo regionale, la sua posizione di contrarietà rispetto ad un patto elettorale con i dem non l’ha mai cambiata e mai nascosta. E adesso il “capo” Luigi Di Maio, con il de profundis intonato a poche ore dalla batosta umbra («L’esperimento con il Pd è fallito, non è più praticabile»), è giunto alla stessa conclusione di Berti. «Non mi sono mai avvicinato alla Lega e mai al Pd. Non entro nelle ragioni romane di go-
verno, lì io non c’entro, ma la mia visone del M5S - dice il capogruppo - è quella di Gianroberto Casaleggio, ed è una visione alternativa rispetto ai partiti. Io tengo la barra dritta». Un ritorno alle origini, che forse metterà una pezza all’emorragia di voti. Rimanendo in Veneto, dove ci sono le regionali di primavera da preparare, Berti apre invece al «dialogo con le liste civiche con cui collaboriamo sul territorio». Di là da venire i ragionamenti sul candidato presidente, d’altronde se si vuole avviare un dialogo con le civiche non ci si può presentare con il “pacchetto chiuso”, mentre durante l’assemblea di sabato scorso è stata abbozzata la tabella di marcia per la scelta degli aspiranti consiglieri: autocandidature su Rousseau, “graticole” davanti agli attivisti e selezione definitiva sempre su Rousseau. Con una possibile novità, che non avrebbe precedenti in giro per il globo: «Ho proposto - prosegue Berti - di
Partitodei veneti
Guadagnini: «Incorsacon un candidato» AlessandroBisato- Pd
JacopoBerti- M5s
DanielaSbrollini- Iv
AntonioGuadagnini -Pdv
bero cinque mesi di campagna elettorale per cercare di arginare un pò l’avanzata leghista. Nessuno pensa di poter sconfiggere Luca Zaia, ma in una competizione come questa anche la dimensione della non-vittoria ha un peso per preparare il terreno a sfide future e mettere le basi per un progetto politico. Le regionali che verranno saranno anche il primo banco di prova del nuovo partito di Renzi. Forse. «Non abbiamo ancora affrontato questo tema», mette le mani avanti la senatrice e referente veneta di Italia Viva Daniela Sbrollini. Ma mentre in Umbria il partito non si è presentato e
Renzi, forse fiutando l’aria nefasta che tirava da quelle parti, si è guardato bene dallo spendersi per il candidato del centrosinistra, in Veneto le cose dovrebbero andare diversamente. «Sì, è penso che qui ci presenteremo». Con un candidato proprio o appoggiando quello di Pd e compagni? L’ipotesi più probabile è la seconda. A maggior ragione adesso che i 5 Stelle faranno parte di un’altra squadra: «Noi siamo per il no ad una alleanza organica». Sono stati accontentati. «In Veneto vedrei bene una coalizione larga, magari con un candidato civico». •
inserire, a metà del percorso di selezione dei candidati, un test psicoattitudinale». IL PD. Si vedrà. Anche il Pd si
prepara a dare il la al percorso di avvicinamento alle regionali. Niente graticole o test, l’approccio è tradizionale. Per ora le carte sono tutte coperte. Non è detto che il Pd si presenti con un candidato di partito e non è detto al cento per cento nemmeno che venga utilizzato il simbolo classico del Pd. «Non è un dogma». Il mese prossimo, spiega Bisato, «faremo un doppio percorso di ascolto: uno interno, con i nostri iscritti, ed uno esterno, con tutti i soggetti civici e politici che non si riconoscono nel fronte sovranista. Durante questa fase speriamo di arrivare già all’individuazione di una candidatura condivisa». Non ce la si facesse, prosegue, «valuteremo altri strumenti. Le primarie? Può essere. Di certo per dicembre il nome ci deve essere». Davanti ci sareb-
© RIPRODUZIONERISERVATA
Drittiallameta.«Alle elezioni regionalidiprimaveranoi ci saremoeci presenteremocon unnostro candidato presidente».Antonio Guadagnini,consigliere regionalediSiamo Veneto, è unodeifondatori delneonato PartitodeiVeneti edhale idee chiaresui prossimi passi.Alle nascitadiquestaforza politica, cheriuniscesei sigle delmondo indipendentista,si sono presentatiin1.500,un paiodi settimanefaa Padova. E adesso,dopoil debuttoin grandestile,siguarda avanti. «All’appuntamento conle urnecipresenteremoda soli, nientealleanze.Noi non siamonédidestrané di sinistra».Il partito,va dasé, punta(anche)aidelusi della Lega.«IlCarroccio? Noisiamo alternativialpartito diSalvini. Nonabbiamo nullaa che vederecon questaforza nazionalee collocatamoltoa destra.Noi siamo- prosegue Guadagnini- unpartito nato perdifendere le istanzedei veneti,vogliamo arrivare all’autogovernodellaRegione: laprimacosa daportarea casa èl’autonomiafiscale».Poi, chiude:«Ci rifacciamo allaLiga Veneta». RO.LA.
UN ANNO DALL’URAGANO. Il governatore-commissario e i “capi” Borrelli e Dattilo celebrano il “sistema veneto” che ha mosso mille cantieri: «Legno già venduto al 90%»
Zaia:«Vaia, entrofine 2020 lapuliziasarà completa» «Prepariamoparavalanghe perisiti arischio Aquel puntoporteremo via itronchi ancheda lì» Piero Erle
INVIATO A VENEZIA
Le imprese, specie se compiute da una massa di persone abituate al detto alpino “tasi e tira”, per essere riconosciute come tali hanno sempre bisogno di chi le sappia raccontare, far conoscere al mondo. Luca Zaia, il governatore del Veneto, è un maestro anche in questo. E così ieri a palazzo Balbi - chiamati autorità, sindaci e stampa - ha proiettato video con musiche da cerimonia, divulgato numeri, foto e piantine e perfino una mappa georeferenziata che indica ad ogni cittadino uno per uno i 1746 cantieri avviati (https://idt2.regione.veneto.it/idt/webgis/viewer?webgisId=137). Per rendere epico un messaggio semplice, ma storico: il Veneto a un anno dalla tempesta-uragano Vaia ha rialzato la testa. E al suo fianco Zaia ha avuto il riconoscimento di quanto «siamo stati bravi a fare tutti
I4,3milionigiunti daicontributidei cittadinisono destinatiper l’opera-simbolo:i SerraiaSottoguda
squadra» dal capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli e dal capo del Corpo dei vigili del fuoco Fabio Dattilo (un vecchio amico di Vicenza e del Veneto), entrambi presenti un anno fa nelle zone del disastro con Zaia e con l’assessore Gianpaolo Bottacin. IPROTAGONISTI. Lui, Zaia, go-
vernatore ma anche “commissario di governo” per il post-Vaia, cerca di ringraziare i protagonisti di quel Veneto che 12 mesi fa si piegò ma riuscì a resistere a una quantità d’acqua che avrebbe potuto fare disastri con il Piave e l’Adige, e poi a ore di raffiche di vento pazzesche che hanno messo a terra 20 mila ettari di boschi e fatto franare strade e tubazioni, ma senza causare decine di vittime grazie alla prevenzione (scuole chiuse e altro) scattata già dal 28 ottobre. Zaia li ha ricordati tutti. Le popolazioni dei paesi che hanno mostrato «silenzio, dignità e determinazione a sistemare tutto». I volontari tutti, a iniziare da quelli di Protezione civile e dei pompieri. Le istituzioni statali e quelle regionali: Avepa (col vicecommissario Fabrizio Stella), Veneto acque, Veneto strade, Veneto agricoltura, Arpav, Consorzi di bonifica, Genio civile. Ma anche tutti
gli italiani che hanno inviato un sms solidale permettendo di raccogliere 814 mila euro (già destinati a opere precise di viabilità sotto i monti veneti): le altre Regioni hanno lasciato la cifra al Veneto, l’area più colpita da Vaia. E poi i cittadini che un anno fa hanno inviato mini-contributi al conto corrente “Veneto in ginocchio”, arrivando a ben 4,38 milioni che sono ora destinati a un’opera-simbolo della ricostruzione: i Serrai di Sottoguda, meta ogni anno di migliaia di turisti sotto le pareti della Marmolada. ILSISTEMA. C’è un altro “pun-
to” che Zaia tiene a marcare forte: il sistema che ha creato. Come già nell’alluvione del 2010, è riuscito prima (anche grazie a tv e giornali) ad attirare l’attenzione dello Stato. Poi a ottenere risorse: Borrelli conferma che al Veneto in tutto andrà un miliardo di euro rispetto ai 3,1 stanziati da Roma per tutto il disastro di Vaia. E poi a evitare di “tenersi i soldi in mano”: coinvolgendo dirigenti pubblici e sindaci, è arrivato a nominare 160 “soggetti attuatori”, cioè dotati di poteri e soldi per agire sul territorio. Un “sistema operativo veneto” che ha funzionato anche nel far fronte alla regola ferrea imposta dallo Stato: i 354 milioni
Ilquadro riassuntivodeilavorisvolti quest’anno peril“dopoVaia” (dopoquelli urgentidel2018)
concessi come tranche del 2019 li ha dati a metà maggio, ma ha imposto che fossero tutti “spesi”, cioè tradotti in contratti per cantieri, entro fine settembre. E il Veneto ce l’ha fatta: mille contratti siglati in 4 mesi. LE OPERE. È il direttore gene-
AngeloBorrelli(Protez. Civ.), FabioDattilo(Vigili delf.) eLuca Zaia
rale “Territorio” Nicola Dell’Acqua, già capo dell’Arpav, a fare il quadro di questa super ricostruzione-sprint. Prima 762 mini-interventi di emergenza. Poi, con quei 354 milioni statali, ben 984 singoli cantieri già avviati tutti. E adesso c’è già anche l’elenco delle opere a cui saranno de-
stinati i 98 milioni del “Fondo di solidarietà” concessi dall’Ue. Tra questi anche la seconda opera-simbolo dopo Sottoguda: la sistemazione del lago di Alleghe sommerso un anno fa di detriti. Non solo: il team del commissario Zaia ha già erogato anche 25 milioni a privati con danni alle case, alle aziende, ai campi, ed è pronto a darne altri 45 appena giungeranno le fatture delle spese fatte (e i nuovi fondi statali). Ma negli occhi di tutti, ovviamente, ci sono le foto dei boschi devastati. In Regione in realtà, grazie a sensori, droni, rilievi satellitari e tecnologie digitali, sono già tutti dati calcolati con precisione e “geolocalizzati” in ogni area: il conto è salito a 3 milioni di metri cubi di legname a terra, pari a 1200 chilometri di camion carichi di tronchi messi in fila. Ma la buona notizia è che «il 90% del legname abbattuto è stato venduto - rimarca Zaia - a un prezzo tra i 12 e i 30 euro al metro cubo, grazie anche alla creazione della filiera del legno». E i tronchi ancora lasciati sui pendii più scoscesi? Zaia segnala una novità: «Stiamo preparando i para-valanghe per tutti i nuovi siti a rischio slavine (sono una novantina) e quando andremo a installarli tireremo via anche i tronchi ancora là». «Per la fine del 2020 promette il governatore avremo la pulizia pressoché totale di tutto». • © RIPRODUZIONERISERVATA