Magazine jennifer silvia

Page 1

and we dance

and we dance


and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance


indice 4 6 8 12 14 18 20

classic music classic dance modern dance rap music hip hop rock music head bagging / twist


CLASSIC MUSIC The origins Data l’estremamente ampia varietà di forme, stili, generi e periodi storici generalmente percepiti come “musica classica”, è difficile individuare delle caratteristiche comuni che possano caratterizzare tutte le opere di questo tipo.

Col termine musica classica ci si riferisce alla musica colta, sacra e profana, composta o avente radici nel contesto della cultura occidentale. Essa abbraccia approssimativamente un arco di tempo che comincia dall’XI secolo e si estende fino al XX secolo o, a seconda delle convenzioni, fino all’età contemporanea. Tale periodo include, in particolare, il periodo caratterizzato dallo sviluppo e impiego prevalente dell’armonia tonale, codificata tra il XVII e il XIX secolo. In contesti più specializzati il termine “musica classica” può essere anche riferito, in senso più restrittivo, al periodo musicale detto Classicismo, ma nel linguaggio comune l’espressione è intesa nel suo significato più esteso (in opposizione a musica leggera o a musica popolare). Le descrizioni più tipiche sono vaghe e di vario genere, facendo magari riferimento alla prospettiva storica (qualcosa “composto molto tempo addietro”, una dichiarazione piuttosto discutibile se si considera lo stesso concetto di musica classica contemporanea).

4

Tuttavia, ci sono caratteristiche che la musica classica condivide con pochi o nessun altro genere di musica. Tra le caratteristiche determinanti, vi sono l’adozione di un sistema di notazione musicale che ha permesso il passaggio dalla tradizione orale alla letteratura scritta, alterando profondamente la trasmissione della musica e cambiando radicalmente sia il modo di studiare e comunicare sia quello di trasmettere ai posteri il repertorio. v Altro punto chiave, reso possibile dal passaggio dalla cultura musicale orale a quella scritta, è lo sviluppo di un’armonia solida e metodica che rende possibile la costruzione di composizioni musicali di dimensioni e complessità notevoli, senza precedenti e non comparabili con le altre culture musicali, grazie anche all’introduzione della tecnica della modulazione e la sua applicazione alla costruzione del discorso musicale, permettendo maggiore varietà.


5


6


la danza classica

La danza accademica o danza classica è un particolare stile di danza teatrale. Questo tipo di danza si avvale di una tecnica accademica codificata inizialmente dai maestri dell’Académie royale de danse, fondata a Parigi nel 1661 da Luigi XIV con l’intento di fissare e sviluppare i principi fondamentali dell’arte coreografica. Nell’ambito dell’Académie Royale, il maestro e coreografo Pierre Beauchamp codificò la gran parte dei passi principali e le cinque posizioni classiche. Per questo motivo i nomi dei passi della danza accademica sono tutt’oggi in lingua francese.

Alla corte del Re Sole Fu proprio in Francia che la danza classica si sviluppò maggiormente e si ufficializzò, grazie a Luigi XIV, tra le tante Accademie istituite per sua volontà, creò nel 1661 anche quella dedicata al ballo, l’Académie Royale de danse. È qui che ha origine la danza classica come la conosciamo oggi. Pierre Beauchamp, maestro e coreografo dell’”Académie”, codificò le cinque posizioni classiche (già stabilite in precedenza dai maestri di ballo del Quattrocento e del Cinquecento) assumendole come regola per iniziare e terminare i passi, e fissò le norme per l’esecuzione dei principali passi di danza allora conosciuti stabilendone anche la terminologia.

Pierre Beauchamp All’inizio tutti i danzatori erano uomini. La prima donna a ballare, M.lle de La Fontaine, salì sul palco nel 1681 nel balletto Le Triomphe de l’amour, coreografato da Pierre Beauchamp. Nel 1700 Raoul-Auger Feuliet raccolse in un libro tutte le posizioni e i passi base della danza, ancora oggi utilizzati, pur con le trasformazioni apportate nei secoli successivi. L’Ottocento prende forma il balletto classico: Amalia Brugnoli (1802-1892) Nell’Ottocento, secolo nel quale la danza femminile prevalse su quella maschile, le gambe iniziarono a divenire visibili, e poco dopo la metà del secolo venne introdotto un gonnellino più corto, il tutù e iniziarono ad apparire le scarpette da punta. La tecnica delle punte viene avviata nel 1823, per lo più per due o tre passaggi, ad opera della danzatrice italiana Amalia Brugnoli nel balletto La fée et le chevalier, coreografia di Augusto Vestris, celebre danzatore e virtuoso.

7


Le influenze della danza moderna su quella classica A partire dagli anni ‘60 l’interesse economico prese il sopravvento sull’arte. All’interno dei balletti furono così inseriti virtuosismi atletici, ritmi moderni e temi attuali (spesso male amalgamati) che portarono allo smarrimento

8 8

del significato di bellezza tipico della danza classica. Anche la percezione del pubblico iniziò a calare vistosamente, essendo stimolate sensazioni superficiali ed immediate. Molti balletti classici cominciarono ad essere accompagnati da musica Jazz o addirittura dal Rock ‘n’ roll. Questa alterazione diede impulso allo sviluppo della danza moderna, la


quale fin dall’inizio del Novecento e nel corso di tutto il secolo influenzò negativamente la danza classica, snaturandola. Ciò è evidente in alcuni ballerini fortemente carenti in espressività, pur essendo abili nella tecnica. In essi non vi è alcun messaggio sentimentale o di bellezza. La capacità di distinzione del pubblico iniziò ad alterarsi finché, all’inizio

del nuovo millennio, la “danza classica” iniziò ad essere confusa con esercizi statici o addirittura con la ginnastica artistica. È di recente apparizione una corrente tradizionalista, il cui scopo è la distinzione della danza classica dallo sport o dagli esercizi, al fine di riportarla al suo ruolo originale come forma d’arte.

9


10


11


RAP MUSIC Uno dei primi fenomeni musicali afro-americani furono i gospel e gli spiritual, canti consolatori di ispirazione religiosa. Successivamente verso la metà degli anni settanta, presso le feste di strada di New York (o chiamati anche BlockParty), il giamaicano DJ Kool Herc cominciò a campionare e a separare le sezioni ritmiche di vari brani, di generi come funk, reggae, jazz, R&B e disco music. In quel periodo DJs come Afrika Bambaataa avevano come principale obiettivo l’intrattenimento, facendo ballare la gente ai party, nei giardini pubblici, nei campetti da basket, lungo le spiagge semplicemente esibendosi con il loro DJ set e mixando basi e dischi. Dj Hollywood fu il primo MC della storia (“MC”, abbreviazione di “Master of Ceremonies) che rappava e coinvolgeva il pubblico delle disco. Aveva la capacità di rappare raccontando anche aneddoti improvvisati su parti non cantante dei dischi in vinile continuando a utilizzare tecniche di DJing. Quindi il primo ruolo dell’MC era quello di attirare l’attenzione del pubblico. Alla fine questa pratica si affinò e divenne nota come rapping. Tutto ciò non aveva però il benché minimo peso discografico, trattandosi di improvvisazioni e non di prodotti confezionati in studio. L’uscita del disco omonimo della Sugarhill Gang è quindi significativa perché contribuì a diffondere questo genere, relativamente nuovo, presso una vasta schiera di persone che non erano direttamente coinvolte nel clima culturale newyorkese e delle zone limitrofe, ovvero la patria del genere; da lì in poi fu molto più facile far conoscere questo modo di fare musica. Negli anni novanta l’hip hop iniziò a diversificarsi e a svilupparsi in una forma più complessa. Nello stesso tempo si svilupparono notevolmente tecniche più sofisticate, come lo scratching e i campionamenti. Nel 1980 arrivò al successo un altro grande nome, Kurtis Blow. Seguì Grandmaster Flash con i suoi Furious Five, nel 1982, che aprirono la strada al rap impegnato a partire da The Message.

12


13


14 14


HIP HOP Non solo uno stile di ballo ma una vera e propria filosofia di vita: l’Hip Hop arriva dagli Stati Uniti e nasce nel melting pot delle culture fiorito a New York negli anni Settanta. La cultura Hip Hop nasce a New York tra i giovani delle comunità latino-americane e africane durante la fine degli anni Sessanta e, semplificando molto, si può dire si esprima e si fondi su quattro punti cardine: l’ MCing (MC sta per Master of Ceremonies), ovvero il RAP; il BBoying, più noto come break dance; il Djing, ovvero la tecnica sviluppata dai deejay che isolano i “break” dal resto dei brani musicali e il Writing, i graffiti della cultura Hip Hop. Nella danza Hip Hop le basi dei balli africani e della capoeira, della rumba e della salsa si fondono con movimenti della tap dance, delle arti marziali e della ginnastica acrobatica che si adattano al rap (anche definita scratch music). Lo stile Hip Hop più riconoscibile si definisce nei movimenti della break-dance e del body popping e viene riconosciuto a livello internazionale fin dagli anni Settanta. Moltissime sono le personalità a influenzare il genere: dai deejay (Kool Herc per citarne uno) al sound “break beat” dei generi soul, funk e R&B all’MC (letteralmente “Master of Ceremonies”, usato come sinonimo11 dei padrini del sound e delle movenze Hip Hop.

15 15


16


17


ROCK MUSIC Le sonorità del rock si improntano prevalentemente sull’utilizzo di strumenti elettrici, in particolare la chitarra elettrica, che in genere viene accompagnata da una sezione ritmica costituita da basso elettrico e batteria. Frequente negli anni sessanta fu la presenza dell’organo elettronico, come il Vox Continental e l’Hammond. Dagli anni settanta e poi sempre più frequentemente hanno cominciato a fare la loro comparsa anche i sintetizzatori. Altri strumenti di contorno, ad esempio il sassofono e l’armonica a bocca, sono usati per lo più in qualità di solisti. Nelle composizioni più elaborate, o nelle ballad, sono talvolta presenti arrangiamenti per archi e ottoni. La maggior parte delle formazioni rock sono composte da quattro elementi, un quartetto solitamente formato da un chitarrista, un cantante, un bassista e un batterista. Esistono comunque anche formazioni più articolate, di cinque o più elementi, o meno articolate, con due o tre elementi soltanto. La ripartizione dei ruoli non rispetta inoltre uno standard e uno stesso musicista può ricoprire più ruoli all’interno di un gruppo musicale. La musica rock è tradizionalmente costruita su semplici ritmi non sincopati in 4/4, tendenzialmente ripetitivi e con accento sul secondo e quarto movimento. Le melodie spesso sono derivate da vecchi modelli musicali, per es. quello dorico e altri simili. Le armonie spaziano ampiamente, fino a progressioni dissonanti. Soprattutto negli anni 60 è forte la derivazione da blues e folk

18 18


19 19


20


Il rock and roll acrobatico è un genere di danza sportiva molto competitiva che si originò negli Stati Uniti attorno al 1955. Tale tipologia di ballo nasce dal più famoso Lindy Hop tuttavia, a differenza di quest’ultimo, il Rock’n’Roll è coreografato; progettato per gare e competizioni si balla sia in coppia che in formazione. Mentre andava sviluppandosi il genere musicale rock iniziarono quasi contemporaneamente a essere create delle danze che potessero essere accompagnate da tale tipologia di musica. La prima di queste fu il famoso Swing che si evolse poco tempo dopo nel Lindy Hop il primo ballo, che poteva essere ballato in coppia, ad avere degli elementi acrobatici. Quest’ultimo fu ulteriormente modificato attorno al 1940 in quanto vi era la necessità di ballare seguendo musiche più veloci e ritmate; e così, poco tempo dopo, fece la sua comparsa lo stile che oggi noi chiamiamo Boogie-woogie.

21


22


23


and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance and we dance


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.