Incontri ravvicinati Jill Mathis
La
potenza delle immagini La fotografa americana è un’artista sensibile e profonda. Con la sua poetica Mathis è in grado di trasformare freddi blocchi d’acciaio in vere e proprie sculture di estremo fascino. Il suo viaggio, nel mondo dell’azienda di componentistica navale Guidi, è anche un evento di grande spessore culturale di Francesco Michienzi
Osservando le immagini di Jill Mathis istintivamente mi sono chiesto cosa le rendesse così affascinanti. La risposta, quasi banale, che mi sono dato è perché appaiono leggere e senza peso in aperta contraddizione con la nostra istintiva esperienza del mondo e delle cose e, in particolare, della legge di gravità! L’acciaio perde la sua materialità e diventa un elemento etereo, filo conduttore di un pensiero molto profondo. La potenza delle sue immagini va oltre gli stati delle cose, per indicare o toccare quel limite a partire dal quale ogni vera creazione è possibile. Questa potenza è anche la capacità intrinseca delle immagini di riconfigurare l'ordine del sensibile, e si oppone al loro potere, alla loro discorsività codificata e orientata dai modi di organizzazione del nostro pensiero. Jill Mathis ha studiato scultura e fotografia al College of Fine Arts presso l’Università del Texas di San Antonio. Ha iniziato la propria carriera giornalistica mentre frequentava ancora la scuola ed ha lavorato per varie testate nel sud degli Stati Uniti. Nel 1988 Jill è stata accettata alla School of Photojournalism presso l’Università del Texas di Austin grazie a un suo reportage che documentava la situazione dei senzatetto e lo scenario politico a San Antonio. Dopo aver lasciato la scuola Jill ha iniziato internati presso alcuni dei più grandi fotografi di moda a New York. È rimasta nella Grande Mela
Quello di Jill Mathis è un viaggio nella profondità dell’essere umano dove le sue attività manuali vengono pennellate su uno sfondo onirico, la forza e l’intensità dei colori sostiene la materialità degli oggetti per sottoliearne la potenza assoluta.
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BARCHE febbraio 2015
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