Kaire 09 anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 2 | NUMERO 9 | 28 FEBBRAIO 2015 | â‚Ź 1,00

TERZO SETTORE

PASTORALE GIOVANILE

Asmae Dachan, giornalista e mamma musulmana: ecco cosa dico ai miei ďŹ gli spaventati.

Dieci candeline per l’associazione Isole D’Amore. Per dare una speranza ai piÚ deboli.

In vista della Gmg di ₏ 1,00 Cracovia 2016, le diocesi italiane si preparano per l’evento.

iove, l’isola frana e ci scappa il morto: ormai A cura di negli ultimi dieAmedeo ci anni, l’elenco Romano delle persone travolte dal fango e dal terriccio che viene giĂš dalla montagna, si allunga con una frequenza spaventosa. A farne le spese è stato il 50enne Giuseppe Iallonardo, che è stato travolto dallo smottamento di terreno nel vallone di Olmitello, sulla spiaggia dei Maronti. Peppe ha letteralmente speso la sua vita per i Maronti e per Olmitello, dove viveva per gran parte dell’anno, portando avanti il ristorante di famiglia, l’oasi “La Vignaâ€?. Per decenni, lo abbiamo visto in prima linea battersi per la soluzione dei problemi che si riconducevano alla sorgente di Olmitello, dalla sua risistemazione caparbiamente difendere la salubritĂ , ottenendo la realizzazione di una tubazione che conducesse direttamente in mare lo scarico di acqua sorgiva che proviene dall’alto e percorre tutto il mare dei Maronti. Personaggio a tratti eccentrico, quasi sempre riconoscibile per la sua bandana portata quasi come segno distintivo, Peppino Iallonardo ha sempre fatto sentire la sua voce, da singolo e come Continua a pag. 2

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

LA VIOLENZA DELL’ISIS

Piove sul bagnato

P

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Ciao Peppe‌ Grazie per le tue battaglie per il “bene comuneâ€?, per la tua gioia e la tua voglia di vivere.

COMUNI ITALIANI

L’aggregazione dei piccoli comuni per rafforzarsi contro le lobby regionali.

SANTO PATRONO

KAIRE TERRITORIO

SPORT-CALCIO

La prima via Crucis con il corpo di San Giovan Giuseppe ad Ischia Ponte.

In trasferta nella vicina Procida per scoprire il fascino e le bellezze dell’isola.

campionato isolano Csi e le pagelle della Serie A.


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In Primo Piano 28 febbraio 2015

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Continua da pag. 1 membro di associazioni e comitati,

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TWEET DEL VESCOVO LAGNESE Apprendo con vivo dolore della tragica morte di Peppe Iallonardo a causa d'una frana. Prego x lui è i suoi cari. Non si ripetano piÚ tali fatti! @LagnesePietro

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

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La Voce di Pietro kaire@chiesaischia.it

3 28 febbraio 2015

QUARESIMA tempo di ricominciare I

n queste domeniche del Tempo di Quaresima la S.Messa delle ore 10 nella Chiesa Cattedrale di Ischia viene presieduta da mons. Lagnese, quasi a voler accompagnare passo dopo passo A cura di " "" > 1 # 8 Francesco Schiano passo, dopo il mercoledĂŹ delle ceneri, è stato dunque quello della liturgia della I domenica di Quaresima, una liturgia che ci ha presentato l’esperienza di GesĂš che viene sospinto dallo Spirito nel "" > F # = 3 ' ' da mons. Lagnese per questo tempo in cui riprendere in mano la propria 4 " & * 8 F Quaresima, iniziata mercoledĂŹ scorso con il Rito delle ceneri. Il Signore " 1 H > 1 # Questo tempo ci è regalato per ricominciare. Ogni volta che ci allontaniamo dal Signore noi facciamo esperienza di un naufragio, di una morte, di un fallimento. Il Signore ci dice: ricominciamo! Allora carissimi fratelli e sorelle la Quaresima è innanzitutto tempo di ascolto, per noi che forse sperimentiamo le conseguenze nefaste di altri ascolti. Chi

to di qualcuno che vuole che la nostra sia una vita triste. Cedere alla " B ) " 1 "" ci dona questa pagina del Vangelo in cui GesĂš, sospinto dallo Spirito, va nel deserto. Anche noi, Chiesa del Signore, sospinti da Lui siamo chiamati ad andare nel deserto, luogo della veritĂ in cui sei messo di fronte a te stesso e non puoi prendertela con nessuno; noi siamo sempre quelli che pensano che i nostri problemi e i nostri guai ci vengano dagli altri: io non sono contento per colpa di mio marito, per colpa di mia moglie, per colpa del mio datore di lavoro, per colpa del mio paese dove non c’è la possibilitĂ di trovare un lavoro e vivere una vita sicura. Questa è la tentazione: pensare che i nostri problemi ci vengano dagli altri: non è proprio cosĂŹ, certamente è anche questo, perchĂŠ ognuno di noi è ferito e quando si è feriti si vive come cani rabbiosi che devono ringhiare, abbaiare, difendersi. Chi è ferito, ferisce. Chi è ucciso, uccide. Chi è offeso, offende. Ma non è innanzitutto questa la nostra vita. A Madre Teresa di Calcutta venne chiesto da un giornalista cosa non andava nella Chiesa, e da dove cominciare per risolvere i problemi. Lei rispose: le cose che non vanno siamo io e lei, siamo noi! Che ciosa 8 N '3 > N Cos’è che non va nella tua casa? Cos’è che non va nel tuo lavoro? Non

to è il modo per scoprire che i problemi stanno dentro, siamo noi

SEGUI IL VESCOVO PIETRO LAGNESE SU TWITTER: @LAGNESEPIETRO Ogni giorno un suo commento sul Vangelo per farti compagnia durante i tuoi impegni.

Messa in Cattedrale del nostro vescovo Pietro nella prima domenica di Quaresima che dobbiamo cambiare e questo è il Tempo per far parlare Dio abbassando tutte le altre voci menzognere e bugiarde che spesso riteniamo come veritĂ . Il maligno è colui che semina la menzogna, che ci fa credere cose che non sono vere, e allora la Quaresima è il tempo in cui diciamo al Signore: vogliamo ascoltare soltanto Te! Sei tu l’unico che ci tiene veramente a noi, che non ci vuol far vivere una vita schiacciata dal peccato ma una vita da risortiâ€?.


Cronaca

4 28 febbraio 2015

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LE DOMANDE DEI BAMBINI

L'

Isis minaccia: siamo pronti ad attaccare Roma. La notizia va sui A cura di tg, viaggia sul web e i Maria ragazzi, a casa, cominChiara Biagioni ciano a fare domande. “E’ vero, mamma? Ci attaccheranno?â€?. E poi le immagini dei vetri rotti, dei morti e degli attentatori con le tute nere e i kalashnikov. L’Isis è entrata nelle case degli italiani senza chiedere permesso. Asmae Dachan è una giornalista italo-siriana, madre di due ragazzi. L’Ordine dei giornalisti delle Marche le conferirĂ il 7 marzo il premio “A passo di notiziaâ€?, dedicato al giornalismo in zone di guerra per i suoi reportage nelle cittĂ siriane devastate dai combattimenti e nei campi profughi di con # * '8 Y 3 vite di tutti, anche qui in Occidente, da alcuni mesi, ma sta seminando morte in Siria e in Iraq da piĂš di un anno. LĂŹ ci sono i nostri familiari e quindi la preoccupazione, purtroppo, alberga nei nostri cuori giĂ da tempoâ€?. hai detto? “Cerco di rassicurarli, di dire loro che stiamo effettivamente vivendo un brutto periodo, che questi uo-

Asmae Dachan è una giornalista italo-siriana, madre di due ragazzi: “Cerco di rassicurarli, di dire loro che stiamo effettivamente vivendo un brutto periodo, che questi uomini vocati alla morte e alla distruzione sono una piaga per l’umanitĂ , ma che le Forze dell’Ordine sono vigili e attenteâ€?. E ancora: “Ai miei ďŹ gli ho raccontato la sofferenza e le paure dei loro coetanei, le privazioni a cui sono costrettiâ€?

“Io, mamma musulmana spiego il male dell’Isis ai miei figli spaventatiâ€? mini vocati alla morte e alla distruzione sono una piaga per l’umanitĂ , ma che le Forze dell’Ordine sono vigili e attenteâ€?. " # $ % & '

“A volte è meglio cambiare canale, " " e parlare loro direttamente, senza passare per gli schemi che certa Tv, o l’informazione su internet propongono. Bisogna però parlare del ‘male’, delle persone che in nome

del potere e del denaro commettono orrori indicibili, ancor piĂš gravi quando cercano di spacciarli per atti commessi in nome della religione, ma che con la religione non hanno assolutamente nulla a che vedere. Non sono discorsi semplici da affrontare e bisogna farlo informandoci noi per primi su cosa sta davvero accadendo, per evitare di creare ulteriore confusione e cadere su luoghi comuni. E’ importante anche che i ragazzi sappiano che nel mondo ci sono tante guerre, ingiustizie, popolazioni costrette alla curarsi. Tutto questo è ‘il male’ e per quanto ogni genitore ami i suoi

" nerli sotto una campana di vetro e chiudere loro gli occhi. Vanno presi per mano e accompagnati anche affrontando temi dolorosi, che però saranno utili al cammino della loro crescitaâ€?. # ( " â€œĂˆ triste dover affrontare certi di " ( maginato di raccontare una guerra al presente, tantomeno la guerra che sta martoriando la terra delle mie

" # @ " sofferenza e le paure dei loro coetanei, le privazioni a cui sono costretti, quando anche andare a scuola o mangiare, o correre in un prato diventano sogni. Troppo il dolore per tutte le vittime innocenti e grande il senso di impotenza quando i ragazzi ti chiedono: ‘perchĂŠ?. Ma esiste davvero un perchĂŠ ai crimini che l’essere umano compie?â€?. '

“Sono fermamente convinta che noi stessi abbiamo da imparare " & 1 coli giocano insieme anche senza parlare la stessa lingua. Siamo noi genitori a trasmettere, forse incon-

denza e la paura dell’altro. Spiegare 3 bile, ma stando vigili, informandosi, aprendosi all’altro, cercando un confronto, si evita di annegare nel mare dell’ignoto e della paura�. ' '

“I bambini sono sempre molto sensibili e si accorgono degli sguardi spesso sospettosi o insofferenti (rivolti magari ai loro genitori) da par " ( rivolgere domande molto piĂš grandi di loro, che debbano rispondere alle curiositĂ e alle paure dei coetanei e tante volte anche di insegnanti o adulti. In generale, tutto avviene 1 ( per fortuna sono rari i casi in cui ci hanno raccontato di discriminazioni o di episodi spiacevoli. Il ruolo della scuola e dello sport è fonda denza e la paura dell’altro e in Italia questo ruolo è vissuto pienamente. _ come luogo di crescita personale, oltre che culturaleâ€?.

% & “Vorrei che fossero liberi, perchĂŠ la privazione della libertĂ a mio avviso è la premessa per la distruzione del # @ 3 ( al suo commiato sono venuti amici, conoscenti, vicini di casa, colleghi di studio e lavoro: chi recitava la fatiha (preghiera islamica), chi faceva il segno della croce, chi, semplicemente, stava in silenzio. Ognuno a ( ' # ` " umanitĂ . Insieme. Ecco, vorrei che i " " H è stata capace di amare e farsi amare rispettando le diversitĂ di tutti e facendone una ricchezzaâ€?.


Terzo Settore

5 28 febbraio 2015

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Isole d’amore compie 10 anni L’associazione delle famiglie amici dei diversamente abili di Ischia e Procida ha spento le sue prime dieci candeline con una grande torta. Il Vescovo Pietro ha partecipato alla festa: “che Ischia, grazie a voi, possa diventare un’isola d’Amore�

D

omenica 22 febbraio, presso la sala dell’associazione Luca A cura della Brandi si è celebrato Redazione il decimo compleanno dell’associazione “I.sole d’amore Onlusâ€?. Un evento tanto atteso, per la gioia di tutti i partecipanti. Fra gli amici accorsi a festeggiare l’importante traguardo, il vescovo d’Ischia Pietro Lagnese: “oggi il santo Padre vi ha menzionato perchĂŠ riferendosi al mare dell’indifferenza ha auspicato che nascessero isole d’amore, ed in un certo senso ha fatto riferimento a voi che in questi anni siete stati in grado di creare e far crescere quest’associazione, aprendo le porte della disabilitĂ in tutto il territorio. Siamo noi a ringraziarvi e vi chiediamo di spronarci sempre di piĂš in azioni concrete di aiuto ai diversamente abili isolani e le loro famiglieâ€?. “Sull’isola di Ischia ci sono circa 800 disabili – ha dichiarato la dott. ssa Di Iorio, presidentessa dell’Associazione – ed è una problematica che coinvolge tutta la famiglia che, a volte, ha poco tempo per socializzare. L’attenzione che la diocesi presta a queste famiglie per noi è un segno importante, è un passo di costruzione verso l’integrazione parole spesso abusata. Per noi integrazione è la societĂ che apre le porte ai disabili come tutti questi posti che abbiamo frequentato in questi 10 anniâ€?. Al termine degli interventi, la presidente Di Iorio ha donato a Padre Pietro e ai collaboratori dell’associazione un orologio con il simbolo dell’associazione costruito dai ragazzi al laboratorio La.bor.arte, che dal 2014 si svolge alla Bottega dell’Arte in Barano d’Ischia del maestro Antonio Cutaneo, ispirato alla concezione di una vera e propria bottega artigianale dove l’allievo impara dall’artista maestro a

creare piccole opere artistiche. L’idea conduttrice è quella di inserire all’interno della bottega disabili adulti, fuoriusciti dal percorso scolastico e riabilitativo, facendo sentire loro di far parte dell’attivitĂ lavorativa dell’atelier. I disabili sono accompagnati da un tutor, che lavora alla pari con loro seguendo le direttive del maestro e il suo staff. La scuola occupa un luogo di rilievo nella vita dei bambini e ragazzi diversamente abili, perciò in rappresentazione del loro concreto operato quotidiano è stato consegnato l’omaggio alla dirigente scolastica Maria Rosaria Mazzella, che dall’inizio ha incoraggiato la nascita d’I.sole d’amore. Un ringraziamento particolare va a chi da sempre ci ha creduto in questo progetto, come La cooperativa Kalimera e la cooperativa Arke insieme all’Associazione Luca Brandi che ha offerto loro una sede. La Lega Navale con la quale svolgono attivitĂ estive in spiaggia, l’Inner Wheel che aiuta a portare avanti i progetti quando 1 " % come la compagnia Pane Amore e Fantasia che con le sue commedie devolve parte del ricavato in bene # Tra i momenti toccanti della festa la premiazione ai ragazzi e ragazze che partecipano alle diverse attivitĂ dell’associazione, “sono loro i veri protagonisti d’Isole d’amoreâ€? ha detto commossa la presidente. Una menzione particolare per il lavoro che quotidianamente svolgono le volontarie dell’associazione, Jonida, Nicoletta, Raffaella e Giusy, alla maestra con la emme maiuscola Pierina Di Costanzo che in questo momento coordina il laboratorio I.sole Point per la sua vicinanza e lavoro. La presidente ha chiesto un riconoscimento al lavoro svolto dal

direttivo dell’associazione, Emilia Di Costanzo, Ersilia Fortezza, Ilia De Angelis e Irma Di Costanzo che negli anni hanno contribuito a portare avanti l’importante lavoro d’I.sole d’amore, ha detto: “Oggi queste quattro compagne di viaggio, Emilia, Ersilia, Ilia e Irma sono persone amiche, sorelle colleghe. A loro e le loro famiglie un GRAZIE di cuore!�. Ha inoltre annunciato il prossimo avvio del progetto Casa A.M.I.G.A,

una speranza concreta di creazione di una soluzione residenziale diurna per i diversamente abili d’Ischia > = Y ne con il Sud e realizzato insieme alla cooperativa Piccola Assat, le associazione Gabbiano Onlus, @))8 ! > # 8 Y " # Arrivederci al prossimo anniversario. Foto di Renata Di Iorio


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Pastorale Giovanile 28 febbraio 2015

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PREGHIERA GIOVANI CON IL VESCOVO

Alzati L'

appuntamento mensile con la Preghiera Giovani per tanti ragazzi A cura di appartenenti alle varie Giuseppe Galano realtĂ parrocchiali isolane è sempre molto atteso. I ragazzi, grazie alla straordinarietĂ del nostro Vescovo Pietro che cura nei minimi dettagli questo incontro, riescono ad entrare nel vivo della Parola di GesĂš e a sperimentare cosa sia il vero Amore, quello che GesĂš trasmette a tutti noi. Chi partecipa a questo evento fa ritorno alle proprie case con un animo stracolmo di felicitĂ . Tanti ragazzi si sono ritrovati venerdĂŹ 20 febbraio nella Chiesa Cattedrale di Ischia Ponte. Tra di loro vi era forte curiositĂ sul tema che da li a poco sarebbe stato trattato da Mons. Lagnese e sul canto che sarebbe stato proposto quale supporto alla meditazione. Padre Pietro ogni mese sceglie un brano del Vangelo sul quale invita tutti a meditare, un passo che puntualmente appare come un potente strumento capace di donare ai presenti nuova forza e vigore. “Alzatiâ€? è il tema trattato questa volta dal Vescovo, un invito a tutti ad alzarsi verso i fratelli, verso coloro che sono piĂš # " to d’introduzione, un’invocazione allo Spirito Santo, “Spirito Santo vieni in noiâ€?, un invito ad acco" ) H possa entrare nelle nostre vite, nei nostri cuori e trasmettere l’amore vero. “Chiediamo al Signore di farci sentire il suo amore verso di noi. Egli ci ama immensamente e vuole prendersi cura di noi. Lasciamoci amare da Luiâ€?. Il Vescovo invita tutti i ragazzi a lasciar parlare il Signore aprendo il cuore all’ascolto

della Sua Parola. “Chiediamo allo Spirito di liberare i nostri cuori ed aiutarci a seguire GesĂšâ€?. Il brano del Vangelo scelto in questa occasione ci parla di GesĂš che fa ritorno a Cafarnao, cittĂ nella quale aveva avuto molto seguito. Si seppe che era in casa e tante persone si radunarono attorno a Lui che non vi era posto neanche davanti alla porta ed Egli annunciava loro la Parola. Le persone venivano guarite, sanate. “Tante volte noi ascoltiamo la Parola di GesĂš, una Parola che ha potere di cambiare tante cose, trasforma, libera, guarisce le persone.â€? Il passo del Vangelo ci racconta che la gente andava in massa verso GesĂš. Il brano continua raccontando di un paralitico che viene portato a GesĂš; quattro persone si recano da Lui e non riuscendo ad entrare in casa talmente era tanta la gente presente davanti alla porta lo calano dal tetto scoperchiandolo nel punto esatto dove Egli si trova # ƒ „ ( quattro persone che accompagnano il paralitico non si arrendono 9 " coli e pur di portare l’ammalato dinanzi a GesĂš scoperchiano il tetto della casa. GesĂš, grazie alla profonda fede di queste quattro persone, si commuove ed interviene. Ciò ci permette di comprendere che tutti noi possiamo fare qualcosa per una persona che sta a noi a cuore, aiutandola con la nostra preghiera, favorendo cosĂŹ l’incontro con GesĂš. Egli dice al paralitico: Ti sono perdonati i tuoi peccatiâ€?. “GesĂš ci fa comprendere come il peccato sia equiparabile ad una paralisi; il peccato ci schiaccia a terra e ci impedisce di seguire GesĂš fa-

cendoci restare fermi sempre allo stesso posto. GesÚ può liberarci dal peccato e tirarci fuori da questa condizione se lo vogliamo e ci

+# F tato sul brano del Vangelo di Marco il nostro Vescovo ha proposto all’attenzione di tutti un brano musicale tratto dal repertorio di Renato Zero, “Magariâ€?, per aiutare " „ # 8 Vescovo ancora una volta ha sorpreso tutti trasformando il canto di Renato Zero in una meravigliosa preghiera ed estrapolando dal testo „ per la vita di tutti i giorni. Questa " tiva, potrebbe essere interpretata come il parlare del Signore alle nostre vite, ai nostri cuori. Magari toccasse a me prendermi cura dei giorni tuoi. Sciogliere i nodi dentro di te, le piĂš ostinate malinconie. Il desiderio del Signore è proprio quello di prendersi cura di noi e di sciogliere i nostri nodi irrisolti, quello che ci portiamo dentro e che ci ostacola nella vita di tutti i giorni. A volte si è presi da malinconia, da ostinata tristezza H# ) darti a lasciarmi il cuore. Egli ci # al Signore è preservato dal dolore, 9# $" re in noi, intervenire nelle nostre vite ed operare con noi. Io come un’ombra ti seguirò/le tenerezze ed il talento mio/non ti deluderò. GesĂš non ha deluso mai nessuno in 2000 anni. Tutti coloro che hanno messo nelle mani di GesĂš la loro vita non sono mai rimasti delusi. Mi provi. La Quaresima potrebbe essere sintetizzata nel “mi proviâ€? detto a ciascuno di

noi da GesĂš. Il senso della Quaresima è permettere a GesĂš di prendersi cura di noi; Egli ci ha a cuore, non è per nulla indifferente a noi. Se tu mi conoscessi certo che non mi negheresti. Se davvero conoscessimo GesĂš non avrem " # del canto di Renato Zero sembra voler fare riferimento al desiderio di voler prendersi cura dell’altro. Solo tu mi potrai guarire. GesĂš è malato d’amore per noi. Solo Lui potrĂ guarire, basta solo volerlo. GesĂš si è fatto paralitico sulla Croce per noi, per liberarci dal peccato e guarirci. Ha preso su di sen tutti i peccati del mondo, i nostri nodi, le nostre catene. Io sono pronto a fermarmi qui. GesĂš è pronto a fermarsi # F tato intensamente su questa Parola molto profonda, il Vescovo Pietro ha asperso il capo dei presenti con le Ceneri. I ragazzi sono stati invitati, man mano che si avvicinavano ai piedi dell’altare a deporre ai piedi di GesĂš un nodo particolare, una sofferenza o un qualcosa che ostacola il loro cammino verso la felicitĂ e verso GesĂš. In seguito è stato proposto il Canto “Io ti amoâ€? del Rinnovamento nello Spirito, in risposata a quanto medi 1 # @ mine dell’incontro si leggeva nei volti di quanti avevano partecipato un senso di benessere e gioia. I ragazzi che sono intervenuti alla Preghiera Giovani hanno fatto ritorno nelle loro famiglie con animo profondamente arricchito e desiderosi di ripetere quanto prima questa meravigliosa esperienza. Foto di Andrea Di Massa


Pastorale Giovanile

7 28 febbraio 2015

kaire@chiesaischia.it

DIOCESI IN CAMPO DAL 4 OTTOBRE Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile, è ben consapevole che occorre un cammino di preparazione per evitare il rischio che la Gmg del 2016 rimanga solo un grande evento posto ai margini della pastorale ordinaria. Già pronto il primo dei sussidi che accompagnerà le azioni diocesane. Un fitto calendario di appuntamenti, già a partire dalla Domenica delle Palme

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l cammino delle Diocesi italiane verso la Gmg di Cracovia 2016 (25-31 A cura di luglio) partirà il prossiDaniele Rocchi mo 4 ottobre, festa di san Francesco. A dare l’annuncio è stato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile (Snpg), al termine del XIV convegno di pastorale giovanile sul tema “Il cantiere e le stelle”, svoltosi a Brindisi dal 9 al 12 febbraio. Un cammino di preparazione necessario per evitare il rischio che la Gmg rimanga solo un grande evento posto ai margini della pastorale ordinaria. Come agganciare la cura delle nuove generazioni ad un evento importante ma sporadico come la Gmg? O forse, in modo più idoneo, come trasformarla in un itinerario da percorrere comunitariamente? Per dare risposte a queste domande nel corso a Brindisi è stato presentato il primo dei sussidi previsti per preparare Cracovia 2016. Nel Sussidio “numero zero” viene presentato il progetto, " Y storali che occorre avere perché sia un vero “evento di Chiesa”, quindi parte di un itinerario che prevede un tempo di preparazione, quello dell’evento e, dopo che si è rientrati a casa, il momento della ripartenza. La carica dei 100mila. I giovani italiani attesi nella città polacca dovrebbero essere circa “100mila, con loro 100 vescovi”, ma il cammino di preparazione non si rivolge solo ai potenziali partecipanti ma a tutti i giovani, anche quelli che resteranno a casa. Tanti gli appuntamenti: il primo è il pellegrinaggio della Croce di san Damiano e dell’icona della Madonna di Loreto, che rag-

Attesi a Cracovia 100mila giovani italiani

giungerà le diocesi italiane a partire dalla prossima Domenica delle Palme (29 marzo) per concludersi in quella del 2016. In questo anno i due simboli sosteranno anche negli ospedali, nelle carceri e nei monasteri di clausura. Altro momento di rilievo sarà l’approfondimento sulle Beatitudini proposto durante la Quaresima 2016. Nell’attesa, poi, che le diocesi stabiliscano programmi a livello locale si conoscono già alcuni dettagli relativi alla presenza italiana in Polonia. Come tradizione il contingente azzurro avrà quale punto di riferimento “Casa Italia”, una struttura in pieno centro a Cracovia e per questo vicina ai luoghi della Gmg. Altro grande momento sarà la “Festa degli italiani”. Data prescelta mercoledì 27 luglio 2016, quando i giovani azzurri andranno in pellegrinaggio al santuario mariano di Czestochowa. Per loro sono già pronti almeno 1000 bus. I temi della Gmg. In questo itinerario una valenza particolare la assumono i temi della Gmg. A febbraio 2014 Papa Francesco li aveva stabiliti, scandendo le tappe dell’itinerario di preparazione spirituale verso Cracovia. Per la Gmg 2014, il tema è stato “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”; per la Gmg 2015 sarà “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. La Gmg di Cracovia 2016 avrà “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. I tre temi sono presi dalle Beatitudini che Papa Francesco, a Rio de Janeiro, aveva proposto ai giovani perché ne facessero un concreto programma di vita. Ma la Gmg offre anche altri sguardi, spiega il Sussidio, “uno sulla vita della Chiesa ed uno, più ampio, che si allarga al mondo”.

Guardando a Cracovia “il primo è legato all’esperienza della Chiesa polacca e alla devozione alla Divina ! +# > " Y vanni Paolo II, “un santo che molti dei giovani che saranno a Cracovia non hanno conosciuto direttamente per motivi generazionali. Si tratta " 9 Y ta, non solo perché ha inventato la Gmg ma anche perché ha segnato la storia della Chiesa”. Altri sguardi sono quelli rivolti alle “vicine Chiese dell’Est” a quella ucraina in particolare, che, afferma don Falabretti, “vive un momento particolare”. Le ultime Gmg di Madrid e Rio hanno mostrato la Chiesa latino americana. Ora è il tempo di quella Orientale. E poi c’è Auschwitz, vicino Cracovia, “luogo che se-

gna in modo drammatico la storia dell’uomo”. “In uscita”. “Pensiamo già da oggi a ciò che c’è da fare per prepararci, a come andarci e soprattutto a cosa fare una volta a casa” conclude don Falabretti. “La Gmg non deve rimanere solo un bel ricordo ma diventare un momento forte di un itinerario pensato e coinvolgente. Non possiamo più fare una pastorale di conservazione ma siamo chiamati ad una pastorale di ‘uscita’, che va verso gli altri, non preoccupata di conservare le proprie strutture. Dobbiamo ' va verso la giovinezza, dobbiamo riempire i vuoti che abbiamo lasciato. Il compito di educare non si può delegare ma va condiviso dalla comunità cristiana”.


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SocietĂ 28 febbraio 2015

Contributi per avvio imprese individuali

L'

A cura di Giovan Giuseppe Lauro Dottore Commercialista

ag evolazione, curata da Sviluppo Italia, è rivol che per aiutarle ad avviare un’attivitĂ di impresa sotto forma di ditta individuale.

CHI PUĂ’ ACCEDERE AI CONTRIBUTI

Soggetti in possesso dei seguenti requisiti: - Maggiore etĂ e non occupazione al momento della presentazione della domanda; - Residenza nel territorio nazionale. ATTIVITĂ€ AMMESSE AI BENEFICI

- Le attivitĂ agevolabili possono riguardare qualsiasi settore tra produzione di beni, fornitura di servizi e commercio. Sono tuttavia escluse le attivitĂ che si riferiscono a: produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura. TIPOLOGIA DI CONTRIBUTI

Le agevolazioni concesse consistono nella copertura totale dell’investimento (del valore massimo di euro 25,823 Iva esclusa) mediante concessione di contributo a fondo perduto per il 50% e di mutuo agevolato per il restante 50%: per quest’ultimo sarĂ concesso un tasso agevolato ed il prestito va restituito in 5 anni, trascorso il primo anno di attivitĂ . Inoltre, solo per il primo anno di attivitĂ , è concesso un con un massimo di euro 5.165,00. Per eventuali osservazioni o ricevere ulteriori informazioni si può inviare un e-mail a gglauro@gmail.com

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Non strozziamo i comuni Il governo sia forte con i forti (Regioni). Mite con i deboli

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l Comune non solo è il piĂš antico sistema di organizzazione sociale delle libere cittĂ italiane, ma anche la piĂš funzionale A cura di istituzione di servizio al territorio. TanNicola Salvagnin. to piĂš nel momento in cui il governo sta progressivamente svuotando di poteri e mezzi le Province: tra un paese di montagna e i palazzi regionali c’è troppa distanza in tutti i sensi, per pensare che qualcuno si faccia realmente carico dei problemi locali. In Italia i Comuni sono oltre 8mila: certamente troppi, certamente a quota 5mila le cose non cambierebbero molto da ora, e si contrasterebbe l’eccessiva parcellizzazione delle funzioni amministrative comunali. LĂŹ si andrĂ : nuove norme stanno spingendo-imponendo ai piccoli Comuni di aggregarsi, di fondersi, di mettere assieme i propri " *

anagrafe per ognuno degli 8mila e passa Comuni italiani è semplicemente assurdo. Queste giuste esigenze di razionalizzazione della spesa e di miglioramento del servizio (a volte l’acquisto di un computer è giĂ un grosso problema, per una piccola comunitĂ ) però non devono spingere a gettare via il bambino assieme all’acqua sporca. Non sono i Comuni italiani la principale macchina dello spreco delle risorse pubbliche: la sanitĂ assorbe piĂš di 100 miliardi di euro all’anno, con risultati in alcuni casi assolutamente sconfortanti, tanto per dire. Le Regioni hanno tra le mani budget di grande consistenza, gestiti spesso con grande irresponsabilitĂ . Solo per fare un paio di esempi. Quindi non strozziamo i Comuni, non obblighiamoli a non poter assolvere ai servizi minimi - ma importanti per chi vive su un territorio - per

l’assoluta mancanza di risorse. I tempi dei palasport ' " co del momento o per fare un favore a Tizio o Caio, # lampioni spenti tutta la notte; di biblioteche chiuse; di vigili a piedi. Di sindaci che spostano la sede comunale in una casupola ma a 600 metri d’altitudine, per diventare cosĂŹ Comune montano e sfuggire al pagamento dell’Imu... Come nelle crisi economiche il prezzo piĂš pesante lo pagano sempre le fasce sociali piĂš deboli, cosĂŹ i tagli ai trasferimenti statali colpiscono soprattutto i tanti piccoli e medi Comuni italiani. Non le grandi cittĂ , la cui incapacitĂ di gestire le risorse a disposizione è da tempo un problema nel problema: è vero che grandi comunitĂ hanno grandi problemi, e bisogni maggiori. Ma è anche vero che, ancor oggi, tutti piangono miseria ma nessuno si priva della municipalizzata molto scadente, ma cosĂŹ utile quando c’è da piazzare questo o quello, o c’è da sponsorizzare quanto la politica richiede: dalla manifestazione “culturaleâ€? alla locale squadra di calcio. Qui sta il punto: obbligare gli amministratori di queste realtĂ a rinunciare agli “annessi e connessiâ€?, piuttosto che tagliare posti negli asili-nido o insegnanti di sostegno. Il governo sia forte con i forti, mite con i deboli: un modo per riaccostare chi fa politica ai bisogni della gente, piĂš che ai consigli di amministrazione ###

Bando artigianato campania, nuovi termini per ďŹ nanziamenti ďŹ no a 15.000 Euro

C

on Decreto Dirigenziale n. 175 del 19 febbraio 2015, la Regione Campania ha Dal Burc Regione domande realtive al bando per l’erogazione Campania al potenziamento delle piccole imprese artigiane. 3 # # di euro. I soggetti destinatari del bando potranno accedere ad un contributo che puo’ raggiungere l’importo massimo di euro 15.000 pari al 50% delle spese ammissibili. + Possono presentare la domanda le micro imprese artigiane, operanti in tutte le attività artigianali ad esclusione del settore siderurgico, carbonifero, navale,

primaria, agricolo, pesca e acquacoltura. Alla data di presentazione della domanda gli interessati devono avere sede legale ed operativa in Campania ed essere regolarmente iscritti nell’albo delle imprese

artigiane di una delle Camere di Commercio regionali. Gli investimenti devono essere realizzati in unità produttive locali situate nel territorio della Regione Campania. Investimenti ammissibili ) 8 dall’impresa dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda di agevolazione. Sono ammessi i seguenti investimenti: - Impianti, macchinari ed attrezzature, mezzi di trasporto strettamente funzionali allo svolgimento dell’attività ; Y ) / " ' commercio elettronico, siti web, adesioni a sistemi di # 0 1

domanda Le domande di accesso ai contributi devono essere 6 ‹ Œ marzo 2015.


Opinioni

9 28 febbraio 2015

kaire@chiesaischia.it

PUNTI DI VISTA

1.

“Spezzeremo le reni alla Grecia!â€? Questo pare l’intento di una EntitĂ A cura di Franco impalpabile, quale è diIacono. ventata l’Europa. Non mi addentrerò nelle alchimie delle cosiddette regole: lĂŹ c’è un popolo che soffre, di cui una buona parte rischia di non avere neppure da mangiare! Tsipras ha vinto per questo, perchĂŠ ha interpretato quelle ansie e quei bisogni, magari con approssimazione radicaleggiante, magari con leggerezza da principiante, ma i problemi sono lĂŹ, duri nella loro veritĂ : la Grecia, i Greci, non hanno i soldi per pagare i loro debiti! E allora, che facciamo, li strangoliamo, li minacciamo, ce ne freghiamo di quello che accade a quella gente?! E che cosa di diverso fanno gli usurai?! L’Europa, nonostante i suoi leader piĂš “pesantiâ€?, Merkel ed Hollande, ci abbiano messo la faccia, (perdendola per ora!) non riesce ad evitare la guerra sanguinosa in Ucraina, non riesce a trovare una voce univoca per riparare alle tragiche stupidaggini in Libia di Sarkosy, di Cameron, di un riluttante Berlusconi, dei soliti Americani! Ebbene, quella stessa Europa ora trova una voce sola per dire, con fermezza, “spezzeremo le reni alla Grecia!â€? E quale Europa è questa?! Certo non quella che aveva vagheggiato Altieri Spinelli (Merkel Angela dirĂ : chi era costui?!): l’Europa Unita o è solidale o non risponde piĂš ai suoi principi fondanti! Senza riprendere la giusta querelle dei danni di guerra, provocati in Grecia da Italia (era “nostroâ€? quello che voleva “spezzare le reniâ€? alla Grecia coraggiosa!) e Germania, basterebbe ricordare il Piano Marshall, la generositĂ della stessa Europa per aiutare 1 Berlino, per evidenziare la stortura di queste posizioni ingenerose. Ma

Europa unita - Razzismo

Papa Francesco Dopo la pubblicazione su Repubblica della telefonata fra il Dg dell’Ischia Isolaverde Pino Iodice e Caludio Lotito, ci chiediamo seriamente se possa esistere il gioco del calcio lontano dai soldi e dal potere

perchĂŠ nessuno lo ricorda, perchĂŠ Renzi fa il timido, si accontenta di " „ 9 la bandiera dell’Europa solidale, come si converrebbe al leader del Partito piĂš forte del Socialismo $ 1 siero?! E che cosa è, che senso ha, un’Europa forte con i deboli e debole con i forti? Se non per questo sogno, per quale altro lottarono i Padri Costituenti dell’Europa Unita?! Non credo per una Europa dello spread, delle banche, aiutate costo zero! Chi caccerĂ i mercanti dal tempio, chi penserĂ che in ballo c’è il destino di uomini in carne ed ossa, che lavorano, soffrono, cercano di costruire un futuro degno, " N; ‘ listi, perchĂŠ è da quel campo che mi aspetto voce diversa e forte, dovremmo invocare gli spiriti dei nostri Numi Tutelari, Turati, Nenni, Brandt, Schmitdt, Mitterand, Papandreu. Non credo che Bettino Craxi (voglio vedere chi mi insulterĂ !), Presidente del Consiglio,

vice Presidente dell’Internazionale Socialista, quello dell’onore italiano salvaguardato a Sigonella, avrebbe consentito questo scempio contro la Grecia, e poi contro l’Italia, e poi ancora contro il piĂš debole di turno! 2. Ci mancava Arrigo Sacchi a farsi equivocare su un terreno scivoloso, 9 sappochismo, quale è quello del razzismo. Anche nel calcio! Non andrò a vedere il colore della pelle di tanti giocatori di tutte, o quasi, le Nazionali europee, e, per fortuna, ora anche della nostra. Dico solo che chi nasce, chi va a scuola, chi parla la lingua, chi si riconosce in una identitĂ , quello è Italiano. A meno che non vogliamo salvaguardare una razza, la nostra, in via di estinzione, con il tasso di natalitĂ che ci ritroviamo. Non ripeterò la osservazione, elementare sul numero di giocatori italiani delle squadre di seria A e di serie B, non dirò della incapacitĂ di tanti vantati imprenditori, che non riescono ad organizzare un vivaio degno e vanno ad acquistare all’estero

tanti mezzi-giocatori. Basterebbe prendere esempio da Paesi anche piccoli, come la Croazia! D’altro canto se il calcio italiano è in mano ai Tavecchio ed ai Lotito, c’è poco da sperare. Epperò mi viene da dire: ma chi li ha votati, chi li ha eletti, dove sono quelli che ora si vergognano di quello che hanno fatto, eleggendo dei soggetti, che oscillano, non sono i soli!, fra ignoranza, tout court, e dimensione biecamente mercantile? Dove sono i Galliani e De Laurentiis, che sostennero, fra gli altri, il duo Tavecchio-Lotito? Tornando al tema, la nostra organizzazione sociale, civile, non solo quella calcistica, deve saper cogliere la fortuna di tanti migranti, mettendoli nella condizione di esprimere al meglio le loro qualitĂ , anche sportive, le loro energie vitali, per rinvigorire di nuova linfa il tessuto via via piĂš povero, anche di entusiasmo e di capacitĂ creativa. E quando diventeranno piĂš numerosi i matrimoni fra migranti ed italiani, segno di crescente integrazione, allora saremo tanto piĂš ricchi, e lo sarĂ anche il mondo del calcio! 3. Per fortuna c’è questo Papa! Nel discorso tenuto in occasione del * grande forza e bellezzaâ€?, il Papa ha ricordato ai Cardinali che essi “non possono essere tentati di stare con GesĂš senza voler stare con gli emarginati, isolandosi in una casta che nulla ha di autenticamente di ecclesialeâ€?. Mille aperture, mille fermenti, ora anche sul tema dei preti sposati! Ha detto il Papa: “il problema dei preti sposati è nella mia agendaâ€?! Per rinnovare la Chiesa dalle fondamenta, per vivere la Religione Cattolica in chiave squisitamente evangelica, liberandola da mille orpelli curiali, per cogliere la bellezza della vita nella sua B ; Nel segno dell’Amore!


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Stazione Quaresimale 28 febbraio 2015

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“Lontani dal Signore c’è solo il naufragioâ€? La prima Stazione quaresimale con il Vescovo nel decanato di Barano-Serrara Fontana

S

abato 21 febbraio. A dispetto di un cupo pomeriggio piovoso, è stato dato avvio alla prima Stazione quaresimale delle A cura di quattro in programma nella nostra Diocesi. Secondo un’antica Giulia tradizione romana risalente al V secolo, durante la Stazione Mattera quaresimale i fedeli si riunivano presso una chiesa – denominata “collettaâ€?, ossia di raccolta dei pellegrini – e, al canto delle Litanie dei Santi, la processione dei presenti iniziava il proprio cammino di fede verso una seconda chiesa – detta “stazionaleâ€? – dove veniva celebrata la Santa Messa. La nostra foranĂŹa avrebbe voluto simboleggiare questo cammino di fede percorrendo, in atteggiamento di penitenza e di preghiera, le strade del nostro paese dalla Chiesa di S. Alfonso al Vatoliere sino alla Chiesa S. Maria la Porta di Piedimonte, accompagnati dal Vescovo Pietro Lagnese, a testimonianza di GesĂš Cristo e del Vangelo. Sebbene le avverse condizioni meteo abbiano impedito l’esecuzione della processione, la

celebrazione si è svolta ugualmente presso la Chiesa S. Maria la Porta di Piedimonte. Poco dopo il primo pomeriggio molti fedeli si sono recati presso la Chiesa di Piedimonte pervasa da un’attesa tinta di una singolare e composta trepidazione. Alle ore 18,00 circa è ivi giunto il Vescovo. Lungo l’uscio della Chiesa lo attendevano i sacerdoti delle diverse parrocchie site nei Comuni di Barano e di Serrara Fontana, che lo hanno giovialmente condotto all’interno della Chiesa. Il Vescovo, dopo essersi inchinato dinanzi al Tabernacolo, ha salutato con sorriso sincero i numerosi fedeli presenti. Chi ha avuto modo di incontrarlo in altre occasioni conosce il suo sorriso spontaneo espressione di un’autentica affabilitĂ . Con le Litanie dei Santi cantate con lode e con gioia, il Vescovo, seguito dai predetti sacerdoti, è giunto con passo sostenuto sino all’altare. Il canto delle Litanie, ovattato di riverente silenzio, ha colto la profonda attenzione dei fedeli, dando luogo ad un’atmosfera di incomparabile unicitĂ . Durante l’omelia il Vescovo ha chiarito l’importanza della Quaresima, attribuendo ad essa il valore di ritorno al Battesimo, di ritorno alle radici in una prospettiva di rinascita guidata dal coraggio, dalla voglia di ricominciare, contro lo scoraggiamento degli anni che avanzano inesorabilmente. Ăˆ stato, altresĂŹ, evidenziato che la “voglia di ricominciareâ€? consiste nel non commettere piĂš gli stessi peccati, nel voler rompere quei “ganciâ€? che ci trattengono e che ci impediscono di procedere la nostra vita con il Signore. Sul punto, il Vescovo ha precisato che spesso veniamo sedotti dal maligno che ci propone una vita lontani da GesĂš ed ha aggiunto che ÂŤlontani dal Signore c’è solo il naufragio, il fallimentoÂť. La Quaresima è, 1 9 H essere migliore. Nel fare riferimento a GesĂš che nel deserto vince Satana per noi nel nome della Chiesa, il Vescovo ci ha esortati: a rinunciare a Satana e a proseguire il nostro cammino di fede, in modo che ÂŤil Vangelo sarĂ espressione non di labbra che si muovono, ma di vita nuovaÂť; ad uscire dal nostro egoismo, ad imparare a tendere la mano per creare un’armonia con i nostri fratelli. Dopo l’Eucarestia è giunta, dunque, a termine questa prima tappa quaresimale. Come la vita, anche la fede è qualcosa di dinamico. Non si arriva mai, si è sempre in cammino, ma abbiamo sempre un’unica meta precisa: Dio. Foto di Margherita La Muro


Santi kaire@chiesaischia.it

11 28 febbraio 2015

Un santo che ci manca

DON BOSCO E

sĂŹ che ci manca, perchĂŠ il 31 gennaio nell’isola d’Ischia, San Ciro fa la parte del leone. Ma chissĂ , che in occasione del 2° centenario della nascita di don Bosco, qualche sacerdote saleA cura di siano non verrĂ ad accendere il fuoco del suo carisma anche don Vincenzo ad Ischia! Avallone Don Bosco nel mondo, oggi I salesiani attualmente sono 15494. Sono presenti nei cinque continenti, in 132 paesi, dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Svezia al Sudafrica. La maggior parte sono sacerdoti (10374), ma ci sono anche salesiani coadiutori (1824), cui vanno aggiunti 2676 seminaristi, 19 diaconi permanenti, 121 vescovi, 480 novizi. Le attivitĂ dei Salesiani: scuole, oratori, centri giovanili, formazione professionale, case-famiglia, centri di recupero, minori di stradaâ€? (dal settimanale OGGI del 2 febbraio 2015) La parola dei Salesiani di oggi *4 " 3 '“ " # ” " • • " quindi con le prime Case aperte in diverse regioni del neonato Regno '8 D ‘ con le autoritĂ , politiche e civili del suo tempo, vide riconosciuto il valore della sua azione educativa e sociale a favore dei giovani piĂš svantaggia D F • ) = sco di Sales. Il carisma della famiglia salesiana viene oggi riconosciuto ' " + –F @ " = @ ) generale dei salesiani). *8 3 ' per stare accanto ai giovani, soprattutto i piĂš poveri. La Statua di don Bosco che verrĂ collocata il 2 febbraio 2015 nel carcere minorile di Torino ci 1 " • " + – @ —# *8 3 ' " D # F • " avevano piĂš nessuno che si prendeva cura di loro, nĂŠ avevano una casa dove vivere nĂŠ un lavoro, e che spesso vagabondavano per le strade di Torino. I giovani poveri abbandonati e pericolanti furono i suoi destina " # $ "" D 8 popolati di ragazzi lasciati a sĂŠ stessi, che cercano un luogo dove stare e D " "" H " " B '3 # ƒ 3 ' ' D ‘ & " "

tende ad appiattire tutto. Una cultura basata su valanghe di informazioni che spesso vengono assunte senza vaglio e in modo acritico. Per questo ) & 3 Salesiani hanno sviluppato in tutti luoghi. E non abbiamo timore di confrontarci con il panorama culturale attuale, perchÊ la cultura cristiana ha radici profonde ed ha molto da dire ad una società , ossessionata dall’im " 9+ – $ ` —# Come post scriptum, a proposito delle attività culturali dei Salesiani vorrei soltanto ricordare: l’editrice SEI, l’editrice Elledici, l’Istituto Superiore > " " D ; ! "

• & trovato traccia in qualche libro che ancora rimane nella biblioteca della parrocchia della Maddalena in Casamicciola. @"" " F'@ 3 3 quando ci fu il terremoto a Casamicciola, don Bosco mise a disposizione

le sue case per cinque orfanelli del terremoto, i quali poi non vi andarono H ` # F ha aggiunto che Monsignor Buonocore – e a Ischia chi non lo conosce – ha scritto un libro della sua collana La cultura dal titolo “Come incontrai +( 1 ! # " 3 ` ha incontrato don Bosco. HANNO DETTO DI LUI San Giovanni bosco è il padre e il maestro della gioventĂš. Il suo particolare segreto fu quello di non eludere le aspirazioni profonde dei giovani (San Giovanni Paolo II, 1920-2005) Don Bosco è il Tesoro d’Italia (Pio IX, 1792-1878) Ho sempre amato molto Don bosco per la sua missione in mezzo alla gioventĂš (Suor Lucia Fatima, 1907-2005)

faceva per quei monelli lo faceva per GesĂš (Madre Teresa di Calcutta, 1910-1997)

!"##$!%&#' Don Bosco è veramente il tipo di un grande fondatore: idealista e realista insieme * $+ !%/!$!%#&' 3 4 6; so ma poi accoglie tutti (Umberto Eco, 1932) Don Bosco è un uomo da leggenda (Victor Hugo, 1802-1885) Don Bosco: il suo nome è un poema di grazia e apostolato (San Giovanni XXIII, !""!$!%#='


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Santo Patrono 28 febbraio 2015

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FEDE & DEVOZIONE. Completamente restaurat concittadino translato nella chiesa dello Spirito

di quell’assolato pomeriggio del 30 settembre 20

della Croce fece deďŹ nitivamente ritorno nella sua Vescovo Strofaldi che ottenne che la Chiesa Colle pre il culto per San Giovan Giuseppe, diventasse

La Via Crucis per le strade Il Borgo in festa in attesa della Rico

G

li ischitani venerdĂŹ 20 febbraio scorso sono stati partecipi di un A cura di Antonio evento eccezionale ed Lubrano unico che passerĂ alla storia delle manifestazioni religiose che si organizzano sull’isola. Protagonista dello straordinario accadimento è stato proprio San Giovan Giuseppe della Croce con la sua Sacra Urna completamente restaurata che conteneva le sue spoglie mortali. Ha “vissutoâ€? le 15 stazioni della Via Crucis di GesĂš Cristo, l’una dopo l’altra, nel primo VenerdĂŹ di Passione lungo un percorso, dalla Mandra all’antico Borgo di Celsa (Ischia Ponte) che egli aveva piĂš volte fatto da vivace giovanetto in compagnia di sua madre Donna Laura Gargiulo, oltre 370 anni fa. Quindi una Quaresima iniziata alla grande con la “presenzaâ€? concreta del nostro Santo Concittadino tornato fra noi, per vivere con noi la spiritualitĂ che gli ha permesso di diventare un “grandeâ€? al cospetto di Dio. La storia del suo ritorno ad Ischia stimola la nostra memoria e ci spinge oltre il semplice ricordo. Ci piace riviverla sia pur riassumendola all’osso. Sono passati poco meno di 12 anni da quell’ assolato pomeriggio del 30 settembre del 2003, allorquando la Sacra Urna, contenente le spoglie mortali di Carlo Gaetano Calosirto, divenuto San Giova Giuseppe

della Croce, portata a spalle dai frati minori del suo stesso ordine francescano alcantarino, toccò de avrebbe detto e scritto Mons. Onofrio Buonocore, sbarcando sulla banchina di Ischia Ponte, testimone secolare degli anni in cui il giovinetto viveva la sua spensierata fanciullezza, fra gli scogli, il ponte aragonese e la marina del vecchio Borgo di Celsa. Dodici anni durante i quali gli ischitani devoti hanno potuto godere della vicinanza diretta del proprio illustre concittadino, Santo e protettore dell’isola intera. I giorni che precedettero ) la sua Ischia, sembravano lunghi, troppo lunghi da passare, e l’ansia fra la gente in attesa cresceva di ora in ora. Al riguardo ci piace riportare uno stralcio di un nostro articolo pubblicato su Ischia Mondo del Febbraio del 2003, in cui seguivamo l’iter del trasferimento e tutte le decisioni che in quel frangente si prendevano a Napoli e sull’isola, per restituire il Corpo di San Giova Giuseppe a Ischia e agli ischitani. Infatti cosi scrivevamo: “Ormai ' San Giovan Giuseppe della Croce nella sua Ischia. L’attesa lunga sta esaurendo i suoi tempi necessari. Insomma è questione di giorni o forse di ore per conoscere la decisione di trasferimento e le condizioni che regoleranno lo storico


Santo Patrono

13 28 febbraio 2015

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a la Sacra Urna che custodisce il corpo del Santo Santo per il Novenario a Lui dedicato. Il ricordo

03 allorquando il Corpo di San Giovan Giuseppe a Ischia per deciso interessamento del compianto egiata dello Spirito Santo, dove si pratica da sem-

Santuario.

s di San Giovan Giuseppe della sua Ischia Ponte

rrenza del Santo di giovedĂŹ 5 marzo “passaggioâ€? del Santo da Napoli ad Ischia. Intanto pare proprio stabilito che la Sacra Urna contenente il Corpo del Santo Protettore verrĂ sistemata presso la chiesa di Sant’Antonio alla Mandra, retta dai frati francescani, Ordine Religioso al quale San Giovan Giuseppe apparteneva. L’evento, senza dubbio è di grande portata storica, e accade a poco distante dall’altro grande e storico evento relativo alla visita del Papa Giovanni Paolo II ad Ischia. Due pagine esaltanti e di straordinario valore della storia moderna della nostra isola, che re ' 4 di Ischia S.E. Mons. Filippo Strofaldi. Comunque l’attesa è grande. Resta però il rammarico di non avercela fatta per il prossimo 5 di marzo giorno festivo dedicato al Santo ischitanoâ€?. La Sacra Urna arrivò il 30 settembre di quell’anno, " # 4 % 20 febbraio, come sta avvenendo da dodici anni ad oggi, la Sacra Urna con le spoglie mortali di San Giovan Giuseppe è trasferita dalla chiesa conventuale di Sant’Antonio alla Mandra dove stabilmente è collocata, alla Chiesa Santuario dello Spirito Santo ad Ischia Ponte. Ci è andata in bella veste, perchĂŠ l’antica, artistica e preziosa Urna, nelle settimane scorse è stata sottoposta ad accurato restauro, seguita per altro nelle varie fasi dell’importante lavoro, dal Superiore del Convento di Sant’Antonio Padre Fra Ma-

rio Lauro. La traslazione del Corpo del Santo è avvenuta attraverso la 4 chiesa di Sant’Antonio alla Mandra alla Collegiata dello Spirito Santo nel Centro Storico. A tenere su l’intera comunitĂ parrocchiale che ruota intorno alla chiesa dove si venera il Santo isclano, ci pensa da par suo il parroco Don Carlo Candido. Infatti, insieme al Capitolo, al Comitato, all’amministrazione del Consiglio pastorale parrocchiale ha varato un programma di celebrazioni, appuntamenti e festeggiamenti con i

# F braio, prima domenica di Quaresima si è partiti con la celebrazione della Giornata dei Giovani, marte % ˜ 3 % ‹ 3 dato vita alla Giornata degli Emi" " % 6 3 $ 4 % ™ sono state rivolte alla Giornata degli Ammalati. Sabato 28 la Giornata Mariana e dei bambini che visiteranno in modo guidato i luoghi di San Giovan Giuseppe. Domenica 1° marzo è la Giornata dedicata = " % 4 % ÂŒ ! ! % ˜ ! % ‹ = dedicata al Santo Concittadino con Solenne celebrazione Eucaristica

4 vo d’Ischia Mons. Pietro Lagnese – > — mezzogiorno lo sparo pirotecnico di 21 colpi per festeggiare la gloria ) cale “CittĂ di Ischiaâ€? per le vie del Centro Storico, nel tardo pome "" della Sacra Urna restaurata con le spoglie mortali di san Govan Giu > Aragonese, Benedizione del Mare e Spettacolo di Fuochi Pirotecni-

ci. Al termine ritorno della Sacra Urna di San Giovan Giuseppe alla chiesa di Sant’Antonio, da dove i devoti del Santo sperano che quanto prima la medesima Urna venga zionata nella Chiesa dello Spirito Santo, sua sede naturale per storia e tradizione. Questo era anche un " 4 Strofaldi intendeva realizzare nel tempo giusto. Non ne ha avuto la possibilità per la malattia che ce lo ha portato via. Foto di Giovan Giuseppe Lubrano



Santo Patrono

15 28 febbraio 2015

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IL NOSTRO SANTO CONCITTADINO

Dalla vita alla morte N

acque ad Ischia con il nome di Carlo Gaetano Calosirto, il 15 A cura di Michele agosto del 1654 nel Lubrano borgo di Ischia Pon " Giuseppe e di donna Laura Gargiulo. Frequentò nell’isola i padri agostiniani, da cui ricevette la prima formazione umanistica e religiosa; a 15 anni scelse la vita religiosa per la grande attrazione che esercitava sul suo animo, aderendo ai Francescani scalzi della Riforma di San Pietro d’Alcantara, detti anche alcantarini dal nome del riformatore, dipendenti dal convento di Santa Lucia al Monte in Napoli. Cambiò il nome in quello di Giovan Giuseppe della Croce e fece il noviziato sotto la guida ascetica di padre Giuseppe Robles. Nel gennaio 1671 fu inviato insieme ad altri 11 frati, di cui egli era il piĂš giovane, presso il santuario di Santa Maria Occorrevole a Piedimonte d’Alife, dove grazie alla sua fattiva opera fu costruito un convento; divenne sacerdote il 18 settembre 1677. Durante la sua permanenza a Piedimonte, fece costruire in una zona piĂš nascosta del bosco un altro piccolo conventino detto “la solitudineâ€?, ancora oggi meta di pellegrinaggi, per poter pregare piĂš in ritiro; per parecchi anni guidò contemporaneamente il noviziato a Napoli come maestro, e il convento a Piedimonte come padre guardiano, adoperandosi tra l’altro in forma molto attiva per la costruzione del convento del Granatello in Portici (Napoli). Agli inizi del Settecento l’Ordine Francescano subĂŹ una tempesta organizzativa, dovuta ai forti dissensi sorti fra gli alcantarini, provenienti in gran parte dalla Spagna, e quelli italiani, che provocò, con l’appro dei due gruppi per le loro nazionalitĂ ; gli spagnoli ottennero il convento di Santa Lucia al Monte e del Granatello. Padre Giovan Giuseppe, nominato capo e guida del gruppo italiano, dovette barcame 9 vano poste dai potenti confratelli spagnoli, richiamò i circa 200 frati ad un rispetto piĂš conforme alla Regola e riordinò gli studi. Scadu-

le tappe della sua santita

to il suo mandato, ebbe dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Francesco Pignatelli, l’incarico di dirigere settanta fra monasteri e ritiri napoletani, uguale incarico ebbe anche dal cardinale Innico Caracciolo per la diocesi di Aversa. Essendo qua si rivolsero celebri ecclesiastici, nobili illustri, persino Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori e San Francesco De Geronimo; il Signore gli donò vari carismi, come la bilocazione, la profezia, la lettura dei cuori, la levitazione, apparizioni della Madonna e di GesĂš Bambino, i miracoli, come quello della resurrezione del marchesino Gennaro Spada; fu visto inoltre passare per le strade di Napoli sollevato di un palmo da terra, in completa estasi. Il 22 giu" ™ due rami alcantarini, furono riuniti di nuovo e quindi anche il convento di Santa Lucia al Monte ritornò ai frati italiani, ed è lĂŹ che Giovan Giuseppe della Croce, dopo averci vissuto per altri dodici anni, morĂŹ il 5 marzo 1734; la sua tomba, posta nel convento, è stata ed è tuttora centro di grande devozione dei napoletani, che lo elessero loro ™7 # da papa Pio VI il 24 maggio 1789,

fu poi elevato agli onori degli altari come santo da papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839, insieme ad altri quattro santi: San Francesco De Geronimo, Sant’Alfonso Ma ' ) > ) ) rino e Santa Veronica Giuliani. Il 4 ottobre 1779 il papa Pio VI ne esaltò Liguori, le virtĂš nella chiesa francescana di Santa Maria in Aracoeli e lo proclamò Beato nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il 24 maggio 1789. Il 26 maggio 1839 fu canonizzato da papa Gregorio XVI. Ăˆ a lui consacrata una cappella nel Castello Aragonese di Ischia, all’interno della galleria fatta costruire nel 1425 da Alfonso d’Aragona. Nel borgo di Totari della cittadina casertana di Alife, negli anni ottanta del Novecento è stata eretta una chiesa parrocchiale (prima unica nel mondo cattolico) dedicata a questo Santo che è patrono del borgo e compatrono dell’unitĂ pastorale alifana. Le sue spoglie, durante il pellegrinaggio nella diocesi di Alife, si fermarono in questa chiesa (all’epoca appena eretta), come segno di profondo legame tra il santo alcantarino e le popolazioni alifane. Nella chiesa vi è una pregevole statua policroma in legno di tiglio del santo patrono,

realizzata ad Ortisei presso il laboratorio d’arte sacra di Ferdinando Perathoner, fatta erigere dalla pietĂ popolare. . Il compianto Vescovo di Ischia, Monsignor Filippo Strofaldi, ha ottenuto che le spoglie del Santo venissero trasferite da Santa Lucia al Monte in Napoli al convento francescano dell’isola. Festeggiamenti Il santo è patrono protettore dell’isola d’Ischia. La prima domenica di settembre vengono organizzati festeggiamenti pubblici della durata di quattro giorni nelle strade dell’antico borgo di Ischia Ponte; le reliquie del santo sono portate in processione lungo le strade della cittĂ e per mare, attraverso un corteo costituito dalle barche dei pescatori. Il 5 marzo si celebra la festa religiosa, con novenario e processione, anche nel borgo Totari di Alife; il martedĂŹ in Albis, altra sentita festa dedicata al santo si svolge presso il santuario di Santa Maria Occorrevole (sulle alture di Piedimonte Matese in diocesi di Alife), con tradizionale pellegrinaggio a piedi, attraverso un antico sentiero in pietra e con scampagnate nei prati dell’antico convento francescano. Foto di Giovan Giuseppe Lubrano


16 21 febbraio 2015

TERRITORIO

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ISCHIA IN 3P: IN TRASFERTA A PROCIDA

PROCIDA Storia di un amore tardivo E

ro stato a Procida da bambino, diverse volte, con i miei genitoA cura di ri e con mio fratello Francesco Mattera Tonino: ci recavamo in visita ad una zia di mio padre sposata con un procidano, nelle vicinanze della Starza. Persone dalla cordialitĂ spontanea, semplice, che ti metteva prontamente a tuo agio creando un feeling immediato e poco impegnativo. La processione del Cristo Morto di un VenerdĂŹ Santo, cui assistetti nelle prime ore del mattino, ancora assonnato ed un tantino imbronciato con i miei, mi procurò un violento spavento acuito dalla vista di strani personaggi incappucciati, e dall’atmosfera greve, carica di tensione, propria della sacra rappresentazione cui ero involontario e poco informato spettatore. A pranzo furono tutti prodighi di attenzioni nei miei riguardi (e sotto sotto mi sfottevano anche un tantino!) per ristorarmi da quell’infantile trauma cui volentieri mi sarei sottratto solo a saperne qualcosa di piĂš anticipatamente. Di quell’epoca ricordo poco di Procida: il giardino con il giallo sorprendente dei limoni e l’orto ordinatissimo dei nostri parenti, il loro modo di cucinare tanto diverso da quello di mia madre, certe carezze-scappellotto, accompagnate da affettuositĂ verbali dalla tonalitĂ esageratamente alta (che poi ho realizzato essere un tratto peculiare di quasi tutti i procidani!) cui mi ribellavo in maniera sproporzionata, e‌poco altro. Condividevo con mio fratello la novitĂ di stare in un posto diverso dal solito con scorribande tieri che cingevano la casa e ‌

ovunque ci capitava di andare, senza badare troppo al contesto in cui ci muovevamo, anche perchĂŠ non molto diverso nella sua strutturazione da quello solito della nostra casa. Per tanti anni non sono piĂš sbarcato a Procida: l’isola è rimasta comunque, e per tanti motivi, una costante, quasi un elemento familiare, della mia vita. Mio padre ci lavorò quale cantoniere provinciale per alcuni anni, mia zia Angelina vi si portava da Ischia per vendere ciliegie, mele, mazzetti di origano e quanto intuiva essere gradito ai procidani, portando poi in estate di ritorno “limoni paneâ€?, vasetti di alici salate, piantine di ortaggi. Tutte cose che destavano in noi sempre grande meraviglia. L’unica associazione negativa che ci veniva con il nome dell’isola, a noi ragazzini, era lo spauracchio della “mamm(a) re Proceteâ€?, una sorta di

" saremmo giunti, a detta degli adulti, se non ci fossimo comportati bene in certe occasioni. Da Ischia, osservare Procida dalle colline della Costa del Lenzuolo o da quelle che fanno da contrappunto basso al Montagnone, specialmente nella bella stagione, appoggiato con gomiti e mento alle traverse di castagno delle spalliere dei nostri vigneti, solleticava la mia fantasia. Vivara, Procida, erano le gigantesche orme lasciate da un mitico ciclope che a balzi da Ischia si era spostato sulla terraferma per inopinate conquiste! Per lungo tempo Procida l’ho vista da lontano o dal ponte dei traghetti diretti a Napoli o Pozzuoli. Una visita lampo nel 1970 a Vivara in compagnia di alcuni studenti di Agraria che lÏ si portavano per alcuni studi di entomologia: nessuna

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Estratto da: Procida, il giardino segreto (Elisabetta Montaldo, Libero De Cunzo) – Clean edizioni luglio 2009 - Scritti infra ospitati PRIMA PARTE Nel 1974 ho incominciato a frequentare Procida con una certa assiduitĂ : ero entrato in una famiglia procidana che poi sarebbe diventata parte integrante della mia fami" " # ” „ to, con frequenti ed accese dispute verbali, sul presunto primato di Procida su Ischia, condito da tanti sfottò nei miei riguardi, manifestamente in condizione di inferioritĂ numerica rispetto al parentado di nuovo acquisto, ha suscitato sin dall’inizio in me un inconscio pregiudizio su Procida: “Ma dove stanno mai tutte queste terre col

N+ *ƒ sono solo case su case!â€? Una volta magari c’erano anche i giardini di limoni e gli orti irrigati che dite ; *8 > N ! ridere!â€? E giĂš, giĂš in un batti e ri ; piĂš seria d’estate quando da Milano giungeva lo zio Totonno (Antonio Ambrosino Di Bruttopilo, Sindaco di Procida nei primi anni cinquanta). Con lui non si poteva scherzare su Procida! Mi adeguavo , ma era una sorta di tregua armata : Procida ed Ischia contrapposte ! ! " „ oggi, di decantare e mettere in lustro due bellissime realtĂ , seppure tanto diverse. Per amare veramente bisogna entrare completamente nel cuore dell’amata! Farsi uno con essa!

A me è successo con Procida a partire dal 1998 quando per motivi professionali ho iniziato ad entrare nel grande cuore di Procida ! La cosa è divenuta poi piĂš seria dal 2002 quando ho avuto l’onore di fornire la mia consulenza al Comune per un progetto di recupero dell’agricoltura di Procida. Da lĂŹ è partito un nuovo e, per molti ver ' di Graziella. Paradossalmente nei tratti piĂš intimi e reconditi dell’isola, quelli nascosti all’occhio disattento e poco propizio all’osservazione del viandante, del visitatore mordi e fuggi, ho riconosciuto cose a me un tempo familiari e proprie della mia terra, Ischia, ed oggi lĂŹ per lo piĂš non osservabili H ' adeguamento generalizzato ai rigidi canoni dell’industria turistica, poco o punto incline ai sentimentalismi. Oggi posso dire di avere una buona conoscenza di Procida, e dei procidani! Da essi ho appreso anche alcune sfumature lessicali del dialetto, con stupita meraviglia dei parenti di mia moglie, come pure – " canze socio-antropologiche) della accentuata e sonora mimica che accompagna caratteristicamente il loro discorrere. Ecco le mie personalissime impressioni colte nel corso dello spezzettato ma costan-


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te viaggio sull’isola: oltre le schiere di case multicolori che cingono le strade piĂš importanti di Procida v’è da fare una scoperta sull’altra a getto continuo! Ciò è precluso del tutto a coloro che con i velocissimi autobus dalla Marina Grande si portano alla Chiaiolella per fare il bagno, per poi riprendere la via di Napoli al tramonto! Bisogna, invece, andare dietro quelle cortine, addentrarsi nei vicoletti angusti tagliati di sbieco dagli archetti a sbalzo che sorreggono antiche scale esterne, spesso prive di parapetto, entrare nei porticati con volte dall’architettura dolce, ma nel contempo rassicurante nella sua pienezza strutturale, che liberano spesso, poi, lo sguardo miracolosamente su giardini di limoni frammisti ad una gazzarra di viti alte, posate su alti pali di castagni detti qui “ciarraoniâ€?, in un labirinto intricatissimo e irrazionale, quasi una selva, normale per il contadino del posto. Le viuzze dritte cinte da muri ad altezza d’uomo, negli assolati pomeriggi estivi resi 1 " accompagnano i solitari visitatori - spesso giovani nord-europei con pesantissimi zaini in spalla - solo con l’incessante frinire delle cicale, in un’atmosfera quasi messicana, di grande suggestione per chi proviene da contesti iperurbani. Le terre circostanti sono trapun-

TERRITORIO

tate da coltivazioni feracissime di " albicocchi e pruni, agrumi di ogni tipo, come pure capita di incrociare piante che ti aspetti ai tropici, come l’avocado, l’asimina, il banano, di uno splendore non facilmente descrivibile, fruttifere anche. Spesso lo sguardo si rende accessibile a costruzioni isolate che, stagliate di netto sull’intorno pianeggiante, ricordano antiche cappelle di campagna: una volta a botte con sesto un tantino rialzato restituisce sul fronte, sovente con una sobria decorazione a stucco, il portale austero di una cantina sacralmente eletta a tempio del dio vino. All’interno non è raro rinvenire piccole edicole votive con tracce di semplici disegni e fregi colorati. Sulla corte esterna, spesso scopri, in posizione un tantino de tanti strati di colore blu oltremarino: è la vasca del verderame usata dai contadini per preparare la poltiglia cuprocalcica per difendere i limoni e le viti dalle crittogame. Il lavatoio esterno, con piano inclinato in pietra, lo trovi se la cantina è accostata alla casa contadina. La cisterna interrata è il naturale complemento architettonico dell’insediamento rurale. Nel passare sotto un portico che mena per il dolce pendio del Cottimo si ha l’impressione di riudire le voci gioiose di

schiere di ragazzini che nel passato sicuramente si riunivano in quegli angusti slarghi di umili case per il rito quotidiano del gioco, senza mai allontanarsi troppo dai rispettivi focolari: come se esse fossero incise nei vecchi e scrostati intonaci delle antiche mura. Poi, giunti al culmine della colli " ' lari e contorte querce castagnaie, inoltrarsi negli splendidi vigneti di aglianico di “Anselmoâ€? e “Francescoâ€?, gloriosi ed indimenticati contadini, ormai parte piena della storia del luogo. E di lĂŹ, sorpassate le vestigia di alcune postazioni militari retaggio dell’ultimo con„ settentrione, inoltrarsi verso il mitico Fiumicello, toponimo di origine incerta, ma affascinante nel suo " -

21 febbraio 2015

colissima isola mediterranea. Al tramonto il sole infuocato ravviva di calde tonalità l’alta ed irta scogliera fatta di antichi strati di tufo giallo, trachiti, pomici ed arenarie rossastre costellate da timide e precarie macchie di vegetazione rupestre: su tutto il dominio della legge di gravità che con lo stillicidio di piccole frane alimenta lo zoccolo del sedimento, la dove il mare non smette di portare l’insidia inesauribile della sua energia. In quel cielo di un azzurro indicibile, pari solo all’omologo acqueo sottostante, il Nibbio ed il Falco pescatore hanno da tempo eletto il loro regno: corvi e gabbiani invano cercano di insidiarli, ma sono privi di trono, privi di nobiltà vera, e " li duelli aerei del crepuscolo! Francesco Mattera (06.04.09)


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Cultura 28 febbraio 2015

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Tra i nidi del ragno. Il primo

ITALO CALVINO I

talo Calvino è stato uno scrittore complesso proprio perchĂŠ ha cercato di non esserlo. Molteplici sono i clichĂŠ consolidati intorno alla sua opera: il tono favolistico della sua narrativa, A cura di la teorizzata e quanto mai controversa leggerezza, le istanze Enzo etiche e di testimonianza sempre presenti in un’opera che D' Acunto non si allontana poi tanto dall’eleganza e dalla giusta misura del suo autore. Il Calvino gentiluomo, pacato, riservato, è lo stesso uomo che ci ammonisce, ci illumina, ci mette in guardia attraverso l’agilitĂ e la delicatezza della sua penna. Per comprendere il senso di queste parole bisognerebbe ripercorrere l’intera sua opera: i suoi scritti impegnati, 1 "" 1 # > è sufficiente prendere o magari riprendere tra le mani il suo primo romanzo: “Il sentiero dei nidi di ragnoâ€?; leggibile nell’edizione degli oscar Mondadori, e pubblicato nel 1947, quando Italo aveva all’incirca ventiquattro anni. Il suo oggetto: la Resistenza partigiana; pagina centrale della nostra storia recente, turbolenta e troppo spesso macchiata dalla retorica o dal revisionismo storico. Che cosa è stata la Resistenza? Chi sono stati i partigiani che con slancio d’idealitĂ , impegno ed azione, ripulirono per quanto possibile la nostra coscienza? Si trattava di eroi o di uomini devastati dalla miseria, dalle sofferenze, e che non avevano piĂš nulla a cui credere? Di straordinarie creature o di comuni mortali? Tutte domande ambiziose e per nulla esaustive,

eppure, leggendo “Il sentiero dei nidi di ragnoâ€?, ognuno ne potrĂ trarre qualcosa di diverso, ma chiunque potrĂ trovare almeno un abbozzo a queste fondamentali domande. Il piccolo Pin, protagonista leggendario e avventuroso di questo romanzo, è un bambino appartenente a quella nobile categoria di monelli, piccoli grandi uomini, che da sempre popo " # > 3 " perfetto picaro e il romanzo una fabula dal tono estremamente realistico, o come ha scritto il suo autore: una “storia di sangue e corpi nudi che è " +# > 3 8 " ovviamente, e questo lo sappiamo per espressa ammissione dell’autore. Il senso d’inferioritĂ che Pin prova nei confronti del comitato di resistenza, che considera ingenuamente una persona in carne ed ossa, è lo stesso senso d’inferioritĂ che Calvino proverĂ nei confronti dell’azione, anche violenta, alla quale era chiamato, e che lo scrittore supererĂ solo grazie alla tempra da intellettuale: tempra vera, solida, fondata sulla riservatezza e sulle buone maniere, e che tanto avrebbe da insegnare ancora oggi in un tempo di eccessi e d’inconcludenza. Questo romanzo fornisce della Resistenza un’ immagine genuina e autentica, la rappresentazione di un momento chiave del nostro passato presente come l’intreccio di tanti fatti umani e per tanto, grande e misera al tempo stesso. Il tono del romanzo non è di celebrazione nĂŠ di esaltazione, la guerra è sempre guerra, e gli uomini del comitato quando tornano dalla battaglia possono anche aver vinto ma mai sorridere. Pin è sorpreso da tutto questo, la vita per lui è ancora un gioco, tutto è ancora un gioco: rubare la ' si prostituiva, sparare, nasconderla lĂŹ dove i ragni vi avevano costruito " lasciarsi liberare, correre per le strade del carrugio, fare il pagliaccio scanzonato per intrattenere i grandi e magari conquistarli. SĂŹ, i grandi, proprio loro, forse i veri protagonisti di questo libro, non eroi ma uomini, talvolta ragazzini ai quali il tempo ha imposto di crescere in fretta. Alcuni di essi meschini, altri egoisti, altri ancora permalosi o gelosi, alcuni fortemente ideologizzati e altri disposti a dare la vita. La Resistenza sembra essere un fatto confuso ma necessario, e in ogni caso tragico. Italo Calvino è stato un sacerdote della letteratura, e la sua opera, il risultato di un processo costante d’interiorizzazione del tempo " 1 ' " # $ " ) ' luminista, mi permetto di dissentire, per me Italo Calvino è stato soprattutto un grande romantico, e la sua opera una lotta continua e incessante "" ha mai avuto paura d’infrangere e di stravolgere. I suoi libri sono un inno alla sana ribellione, e il suo essere uomo, un testamento profondo in un Italietta tanto piccola e cosĂŹ mal ridotta, dove un suo pensiero trattenuto, " B quali quotidianamente ci sentiamo aggredire.


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19 28 febbraio 2015

Dalla fratellanza alla fraternitĂ francescana

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apa Francesco continua il suo discorso sulla famiglia parlando dei fratelli nell’udienza generale del 18 febbraio scorso: â€œĂˆ proprio la famiglia che introduce la fraternitĂ nel mondo! A A cura partire da questa prima esperienza di fraternitĂ , nutrita dagli affetti e dell'Ordine dall’educazione familiare, lo stile della fraternitĂ si irradia come una Francescano Secolare promessa sull’intera societĂ e sui rapporti tra i popoli.â€? Ai tempi di Forio di San Francesco la forma piĂš comune di vita religiosa era il monachesimo. Il Poverello d’Assisi, per volontĂ di Dio, fu ispirato a fondare la prima forma di fraternitĂ spirituale: “ Francesco fondò l’Ordine dei frati minori. ‌ Mentre si scrivevano nella Regola quelle parole: ÂŤ Siano minoriÂť, esclamò: ÂŤ Voglio che questa FraternitĂ sia › Âœ# D ) 1 la costruzione della caritĂ . E, come pietre vive raccolte da ogni parte del mondo, crebbero in tempio dello Spirito Santo. Com’era ardente l’amore fraterno dei nuovi discepoli di Cristo! Quanto era forte in essi l’amore per la loro famiglia religiosa! Ogni volta che in qualche luogo si incontravano era una esplosione del loro affetto spirituale, il solo amore che sopra ogni altro amore è fonte di vera caritĂ fraternaâ€? (FF 386). Un altro passo delle FF racconta: “Quand’era ancora nel mondo e viveva vita mondana, egli si occupava dei poveri, li soccorreva nella loro indigenza e aveva affetto di

" „ # ” te un povero che gli aveva chiesto l’elemosina, pentitosi subito, ritenne vergognosa villania non esaudire le preghiere fatte in nome di un Re cosÏ grande. Prese allora la risoluzione di non negar mai ad alcuno qualunque cosa gli fosse domandata in nome di Dio. E fu fedele a questo proposito,

" " & DĂ a chi ti domanda qualcosa e non voltar le spalle a chi ti chiede un prestitoâ€? (FF 349). Per i frati tutte le creature di Dio erano fratelli e sorelle, tutto ciò che apparteneva al creato come il sole , la luna, gli uccelli, ecc ‌, e gli ultimi diseredati dalla societĂ come i lebbrosi, i briganti, i poveri assoluti. Anche papa Francesco continua la catechesi parlando di fraternitĂ cristiana: “I piĂš piccoli, i piĂš deboli, i piĂš poveri hanno diritto a prenderci l’anima e il cuore. ‌ Quando i poveri sono come di casa, la nostra stessa fraternitĂ cristiana riprende vita. I cristiani vanno incontro ai poveri e deboli non per obbedire ad un programma ideologico, ma perchĂŠ la parola e l’esempio del Signore ci dicono che tutti siamo fratelli.â€? Allo stesso modo San Bonaventura da Bagnoregio racconta di san Francesco: “Come la pietĂ del cuore lo aveva reso fratello di tutte le altre creature , cosĂŹ la caritĂ di Cristo lo rendeva ancor piĂš intensamente fratello di co H ' " sangue del Redentoreâ€? (FF 1168).

Nella sofferenza, la salvezza delle anime

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a missione di GesĂš, consiste nel vincere il peccato con la ) ) Risurrezione: - è un Amore grande che non si rassegna A cura di dinanzi al male irreparabile - la perdita della vita Eterna. Antonio Magaldi GesĂš è stato dato dal Padre all’umanitĂ per proteggere Discepoli e l’uomo contro la sofferenza Eterna. Apostoli E’ l’Amore della Santissima TrinitĂ per ogni uomo. GesĂš, dello ' H Spirito Santo ' # ) ) di Dio vince e trasforma il dolore in Amore, Amore gratuito. “GesĂš le risponde: E’ cosĂŹ che io tratto le mie spose... quelle che hanno creduto al mio amore, H " to, per la gloria del Padre. Ora, tieniti bene in mente che è questo il sistema per i miei prediletti .... > H me, la gioia del mio Cuore e il trionfo del mio Amore. E poi, come pretenderesti di crederti mia prediletta, se poi nel tuo cuore non bru 1 N Non ti dissi io giĂ piĂš volte che il mio amore ti "" 9N ### ) anime. Oh, se tu comprendessi quale tremenda passione tormenta continuamente il mio Cuo ' " 1 ho versato tutto il mio Sangue! Vedi, dunque la necessitĂ di fare tuoi i miei sen-

timenti...di non cercare che i miei interessi...in una parola, di non vivere in tutto e per tutto se non per meâ€? (Dal libro Potenza divina d’Amore 24.8.65 GesĂš a M. C. Venturella) ƒ ' 3 " N ƒ F # ) abbiamo offerto la nostra vita a Dio attraverso Maria, donandogli tutto, allora le prove che Dio permetterĂ saranno in funzione della rinascita come creature nuove. “Carissimi, vi invito a unire le vostre sofferenze a quelle di Cristo, sospeso sulla croce, e di offrirle per la salvezza di tutti gli uominiâ€? (San Giovanni Paolo II) Attraverso la mia offerta, sincera e incondizionata, Dio prende in mano le situazioni, i problemi e mi conduce nel - Suo riposo -, che non è assenza di sofferenza, ma è quella capacitĂ di trasformare ogni croce in Resurrezione. GesĂš, sulla croce anche se soffre riposa nell’Amore del Padre e, in quel riposo, trasforma la stoltezza in sapienza, la debolezza in fortezza. Cristo ha voluto che questa esperienza fosse accessibile ad ogni uomo, perciò è importante conse" " ! H non viviamo di teorie ma di veritĂ . Penso che ognuno di noi voglia vivere un rinnovamento interiore, una rinascita dal profondo per correre come san Paolo verso la meta, '@ F 1 '@ " ' 9 H diventi il popolo di Dio, che regna con Cristo in tutto l’universo.


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Arte & Liturgia 28 febbraio 2015

IL SANTO DELLA SETTIMANA A cura di Antonio Borrelli

3 MARZO San Tiziano di Brescia Vescovo Dal 1962 la sua festa liturgica è stata conglobata al 20 aprile insieme a tutti i santi bresciani, in un’unica celebrazione. Nell’elenco dei vescovi di Brescia occupa il 15° posto tra Vigilio e Paolo II, il suo episcopato si pone 4 il nome. Fu sepolto nella chiesa dei ss. Cosma e Damiano, forse fatta costruire proprio da lui, in seguito fu annesso un monastero, l’intero complesso fu demolito dal vescovo Berardo Maggi nel 1302 per dare spazio al Palazzo Broletto, attualmente in Piazza del Duomo. La chiesa e il monastero furono ricostruiti ad occidente della cittĂ , nella zona dei Campi Bassi ove stanno tuttora. Le sue reliquie vennero deposte dal vescovo Paolo Zane nel 1505 in un arca marmorea eretta sull’altare nella cappella di sinistra. Il suo primitivo sarcofago, dopo vari spostamenti, fu '“ " lo di piazzetta Tito Speri, ove è attualmente. Tiziano deriva dal latino Titus poi divenu ` – " ` —#

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ARTE SACRA

Le sue vesti divennero splendenti bianchissime

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a liturgia della prima domenica del tempo di Quaresima narrava della tentazione di Cristo, oggi seconda A cura di domenica la Chiesa invita a contemErnesta Mazzella plare la sua gloria divina. Il vangelo narra che “GesĂš prese con sĂŠ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, ? J le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosĂŹ bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con GesĂšâ€?. Questa scena evangelica è stata rappresentata nella celebre opera, la # , iniziata da 7

( ed ultimata da collaboratori dopo la morte del maestro nel 1520. Nella parte alta, eseguita interamente da Raf 3 " annunciato la propria morte: ha le mani alzate, quasi alludendo alla croce; colui che doveva essere “riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribiâ€? appare poi tra Mosè ed Elia, rappresentanti della Legge e dei profeti, con le " % te sembrano un gesto di preghiera. Il senso è chiaro il salvatore cambia d’aspetto viene “tra " + H " " ' legislazione e la tradizione profetica d’Israele, comprende che davvero il messia dovrĂ soffrire e morire. La sua preghiera diventa allora un atto

TrasďŹ gurazione, Raffaello Sanzio, 1520 circa. CittĂ del Vaticano, Pinacoteca Vaticana

d’interiore accettazione, e dalla nube risuona la voce del Padre che riconosce Cristo come suo Figlio, l’amato. Nella parte inferiore della composizione viene rappresentato invece l’episodio che segue im " " " di un ragazzo epilettico. Il padre del giovinetto l’aveva condotto ai discepoli di GesĂš, chiedendo che scacciassero il demonio che tormentava il ragazzo sin dall’infanzia, rischiando di ucciderlo, ma i discepoli non ne erano capaci: è la scena illustrata nel dipinto, con a destra il giovane tenuto dal padre e i discepoli gesticolanti a sinistra. Sceso dal monte GesĂš guarirĂ il ragazzo lo darĂ al padre, e poi, quando i discepoli " H grado di compiere la guarigione, risponderĂ che “questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghieraâ€?. Nell’opera di Raffaello i discepoli sembrano averlo giĂ compreso, e mentre alcuni di essi indicano il ragazzo altri portano l’attenzione sul monte, " " Calvario. 8 " " 1 " " 3 & ' ' 3 " amato.


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Arte & Liturgia

28 febbraio 2015

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 1 marzo 2015

Il tuo volto Signore io cerco

SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

C'

è una sola domanda che percorre tutte le pagine del Vangelo di A cura di Marco: chi è GesĂš? don Cristian Dal primo versetto, Solmonese nel quale l’Evangelista ci mostra la vera identitĂ di B ' Vangelo, il lettore cerca la risposta a questa domanda. Il racconto della ` " 4 " – Y“ ÂŒ —( il lettore, attraverso le parole di Pietro, aveva giĂ compreso l’identitĂ B –! “ ÂŒ — # ÂŒ cammino di sequela verso la croce. In questo contesto s’inserisce il rac " 1 ' unica e irripetibile. Tutte le immagini proposte dal testo richiamano il tema della sequela. La prima immagine è quella della montagna. Il suo simbolismo è di grande im # 8 3 1 ' ! 3 ) " Dio e dello splendore rifulgente sul ! 3# ƒ 3 accentuata da altri due termini che Marco inserisce nel testo: ÂŤun luogo in disparteÂť e ÂŤloro soliÂť. Questi ' " litudine che richiede quel momento H = " F gurarsi davanti a loro. La seconda immagine ci viene offerta pro

;. Egli si " splendenti. Ăˆ chiaro che questo fenomeno richiama quello del volto ! 3 $ Œ˜ 7# )# Paolo usando questo verbo, vi im " so cioè di una luce permanente, che contrassegna il volto dei credenti. Le vesti di Cristo che nel linguaggio biblico indicano il rango cui appartiene un individuo, richiamano un’immagine frequente degli scritti apocalittici cioè esprimono la gloria di Dio di cui saranno rivestiti an # > un momento questa gloria futura è giĂ visibile in GesĂš. A conferma di quello che il Cristo sta per fare morendo e risorgendo, compaiono ! 3 $ # )

biblica essi rappresentano la Legge ei Profeti, entrambi in stretto rapporto con il monte Sinai. Essi sono la prova scritturistica che GesĂš porta a compimento l’AT. Egli è la pie > # $ " H F – ? # Œ— –! ÂŒ Œ—& sotto questo aspetto quindi egli ' GesĂš giudice della storia. Per quan " ! 3 1 quasi come accompagnatore di Elia 1 sto senso, se non molto tardi, forse solo dopo il I secolo a.C. Probabilmente in alcuni settori del giudaismo si attribuiva anche a lui la stessa sorte di Elia. L’ultima immagine ci è offerta dai discepoli. Essi H ' # ” mento di preghiera che ci ha coinvolto, una messa in cui siamo stati toccati dentro, una giornata in quo della natura che diventa sinfonia e # @ cui sentiamo l’immenso che ci abita. E il sentimento diventa ambiguo: talmente grande da aver sentircene schiacciati, talmente immenso da restarne travolti. Ăˆ la paura che prende Pietro e compagni, è il terrore che abita Abramo prima di incontrare il suo F # 8 F stĂ ci motiva e ci spinge. Pietro lo sa: â€œĂˆ bello per noi restare quiâ€?. FinchĂŠ non giungeremo a cre " avvolge, ci mancherĂ sempre un tassello della fede cristiana. Sapete perchĂŠ sono cristiano, amici? PerchĂŠ non ho trovato nulla di piĂš bello di Cristo. Dovremo forse ricuperare questo aspetto nella nostra vita cristiana, # periferie sono orrende, orrende le 9 Y " ti paesaggi immacolati. Orribile il linguaggio e le persone che ci raggiungono dal mondo della politica

e dello spettacolo. Orribile la vita caotica e tesa che siamo costretti a vivere, sempre spronati alla concor # › il dolore che nasce quando l’amore esplode, quando il dolore che ci creiamo e alimentiamo, ci travolge. Abbiamo urgente bisogno di bel F 3 9 9#” di preghiera che ci ha coinvolto, una messa in cui siamo stati toccati den " 1 # @ sentiamo l’immenso che ci abita. E il sentimento diventa ambiguo: talmente grande da aver sentircene schiacciati, talmente immenso da restarne travolti. Ăˆ la paura che prende Pietro e compagni, è il terrore che abita Abramo prima di incontrare il suo F # 8 F stĂ ci motiva e ci spinge. Pietro lo sa: â€œĂˆ bello per noi restare quiâ€?. FinchĂŠ non giungeremo a cre " avvolge, ci mancherĂ sempre un tassello della fede cristiana. Sapete perchĂŠ sono cristiano, amici? PerchĂŠ non ho trovato nulla di piĂš bello di Cristo. Dovremo forse ricuperare questo aspetto nella nostra vita cristiana, # periferie sono orrende, orrende le 9 Y " ti paesaggi immacolati. Orribile il linguaggio e le persone che ci raggiungono dal mondo della politica e dello spettacolo. Orribile la vita caotica e tesa che siamo costretti a vivere, sempre spronati alla concor # › il dolore che nasce quando l’amo-

re esplode, quando il dolore che ci creiamo e alimentiamo, ci travolge. Abbiamo urgente bisogno di bel F 3 veritĂ e bene e bontĂ .Dio ci dona - a volte – di assistere alla sua gloria. *? + " @" no. Fugacemente. In queste occasioni il sentimento diventa ambiguo: talmente grande da averne cene schiacciati, talmente immenso da restarne travolti. Ăˆ la paura che prende Pietro e compagni, è il terrore che abita Abramo prima di incontrare il suo Dio. Il sentimento della bellezza di Dio sua maestĂ ci motiva e ci spinge. Pietro lo sa: ÂŤĂˆ bello per noi restare quiÂť. Sapete perchĂŠ sono cristiano, amici? PerchĂŠ non ho trovato nulla di piĂš bello di Cristo. Dovremo forse ricuperare questo aspetto nella nostra vita cristiana, ripartire dalla # Quaresima è il tempo della ricerca F ( 3 ' ) gnore. Egli vuole mostrarci il suo volto. Il mondo e noi tutti abbiamo " # > biamo avere il coraggio di salire la montagna, di cercare la solitudine " # possiamo incontrarla solo spegnen dai rumori quotidiani. Gli strumen 1 ( Signore il coraggio di convertirci e di cominciare a salire. Egli non tarderĂ a mostrarsi nel nostro cuore. Egli ci inviterĂ a seguirlo come ha fatto con i discepoli la voce del Padre: Ascoltatelo! Questo è l’invito alla sequela, questa è la strada per # 8 volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto! Buona domenica a tutti!

PARROCCHIA DI SANT’ANTONIO ABATE – DECANATO DI ISCHIA

In adorazione tutta la notte Sabato 7 marzo dalle 19,30 alle 7,30 di domenica 8, un’intera notte di adorazione al Santissimo per tutti i Cristiani perseguitati nel mondo. Chiesa di San Domenico via Vecchia Cartaromana, Ischia


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Sport 28 febbraio 2015

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CAMPIONATO PROVINCIALE 2014/2015

Girone Isolano - Categoria Open TABELLINI E ARTICOLI FIAIANO – MATER ECCLESIAE BIANCA 2 - 3 FIAIANO: Cuomo A., Cuomo V., Cenatiempo P., Di Iorio (1), Lubrano, Cenatiempo C., Cenatiempo F. (1) All. Patalano C. MATER ECCL. BIANCA: Vuolo, Di Iorio S., Marena, Di Meglio M. (1), Picardi, Di Massa F. (2), Capezza, Casciello, Impagliazzo C. All. Mattera F. Incontro molto acceso e che costituisce l’ultima spiaggia per entrambe le squadre in quanto l’ultima classificata rischia l’eliminazione dal torneo. Parte meglio la Mater Ecclesiae Bianca che per i primi quindici minuti nasconde il pallone ai più esperti fiaianesi e raggiunge il doppio vantaggio grazie a Di Massa F., rientrato dopo un lungo infortunio, con due ottimi tiri dalla distanza. Reazione del Fiaiano che si sveglia dal torpore e dimezza lo svantaggio con Cenatiempo F., che batte il portiere avversario, non esente da colpe, con un rasoterra dal vertice destro. Sul finire del primo tempo, la Mater Bianca allunga nuovamente con Di Meglio M., bravo a trasformare un tiro libero assegnatogli. Nel secondo tempo il Fiaiano alza i ritmi e cerca disperatamente di riaprire il match, ma la difesa “mariana” fa buona guardia e addirittura recrimina per le svariate occasioni sciupate di rimessa. Solo nel finale il Fiaiano accende un barlume di speranza con la rete di Di Iorio, ma non basta. La Mater Ecclesiae con questa vittoria scavalca in classifica proprio il Fiaiano, lasciando a questi ultimi l’ultima posizione. NEVADA ABBIGLIAMENTO - EPOMEO CALCIO A 5 4 – 6 NEVADA ABBIG.: Buono, Ferrandino, Vitale (2), Pesce, Albiani S., Marino (2), Albiani A., Scotti U. All. Agnese EPOMEO C5: D’Ambra G., Mattera M., Castaldi S. (2), Iacono A. , Mattera M., Scotti L., Onorato, Scotti A. (1), Iacono F. (3). All. Finzi G L’Epomeo calcio a 5 continua la sua striscia positiva ai danni di un Nevada Abbigliamento che fino all’ultimo minuto ha tenuto testa ai capo classifica. Match che si mette subito in discesa per i serraresi che si portano sul doppio vantaggio con Iacono F. e Castaldi. Pronta risposta del Nevada con Marino e Vitale che impattano. Epomeo C5 che riprende a macinare gioco mentre il Nevada sfrutta le azioni di contropiede. Sale in cattedra Iacono F., che realizza una doppietta. Replica Marino che dimezza. La partita è un concentrato di emozioni, con occasioni che entrambe le squadre non riescono a concretizzare. Ancora Castaldi, in azione di contrattacco per l’ulteriore allungo Epomeo. Vitale C. non si si da per vinto e che un azione in solitaria porta i suoi sul 4 a 5. Nei minuti di recupero Scotti A. sigla il definitvo sei a quattro per l’Epomeo che consente ai suoi di mantenere tre punti di vantaggio sul Real San Ciro sua diretta inseguitrice. FUTSAL ISCHIA – REAL SAN CIRO 1 – 5 FUTSAL ISCHIA: Schiano, Calise, Santaniello, Vitale, Puca, Spiezia, Fiore, Di Meglio S., Castaldo (1), Di Iorio L., Di Iorio M. All. Ilarità V. REAL SAN CIRO: Borriello, D’Abundo, Costagliola, Lamonaca (1), Basile, Pesce C., Di Meglio A. (1), Pesenti, Sampieri G., Tufano (3), Galdi A. All. Pesce G. / Migliaccio Il Real San Ciro continua la sua marcia di avvicinamento alla vetta e regola con estrema facilità una Futsal Ischia apparsa troppo contratta e paurosa di giocare un match che si preannunciava molto combattuto. San Ciro che opta per una tattica a specchio e imbriglia la Futsal Ischia, che non riesca mai a rendersi pericolosa se non con conclusioni da fuori area. Real San Ciro che sfrutta a pieno gli spazi offerti e con una doppietta di Tufano e un gol di Di Meglio A. Si porta sul tre a zero. Al termine della prima frazione Castaldo riesce a capitalizzare una buona trama e accorcia sul tre a uno. Nella ripresa ancora Tufano realizza la sua personale tripletta. Futsal Ischia ormai nel pallone e soltanto Schiano G. riesce ad evitare un passivo ancora più evidente. Nel finale, però Lamonaca stabilisce il risultato sul definitivo cinque a uno per il Real San Ciro.

RISULTATI 10A GIORNATA - 3° DI RITORNO Fiaiano

Mater Ecclesiae Bianca

2–3

Nevada Abbigliamento

Epomeo calcio a 5

4–6

Futsal Ischia

Real San Ciro

1–5

Riposava Mater Ecclesiae

CLASSIFICA SOCIETÀ

Punti

Gare Giocate

Gare Vinte

Gare Perse

Gare Nulle

Goal Fatti

Goal Subiti

Epomeo calcio a 5

22

9

7

1

1

51

29

Real San Ciro

19

8

6

1

1

42

34

Mater Ecclesiae

15

8

4

3

1

39

18

Nevada Abbigliamento

15

9

5

0

4

30

23

Futsal Ischia

8

9

2

2

5

24

28

Mater Ecclesiae Bianca

4

8

1

1

6

18

42

Fiaiano

3

9

1

0

8

28

58

Nevada Abbigliamento


23

Sport

28 febbraio 2015

kaire@chiesaischia.it

FUGA PER LA VITTORIA

Il Napoli ringrazia la pareggite cronica della Roma. Tre stop che fanno clamore

O

gni domenica ormai si assiste ad un allungo della Juve: la Roma è affetta da pareggite cronica e continua a A cura di perdere punti per strada, sia rispetAlberto Arcamone to alla capolista sia al Napoli che

" rossi. Sono ben 9 ora i punti di distacco fra le prime due, frutti della vittoria sofferta dei bianconeri contro l’Atalanta e dell’ennesimo X della banda Garcia a Verona. Adesso c’è lo scontro diretto, in programma lunedĂŹ, che dirĂ tanto sul & ? 9 9 pensare ad una riapertura dei giochi. E mentre perde terreno dalla vetta, altrettanto avviene alle sue spalle. Il Napoli non fallisce la prova contro il Sassuolo e si porta a meno tre. Domenica trasferta delicata a Torino dove gli azzurri dovranno dimostrare di aver compiuto il salto 1 9# ) Lazio che pare essersi ripresa e che riesce a battere un Palermo in grande spolvero grazie ad un gol geniale di Candreva. Pioli inseguirĂ il terzo successo domenica nella trasferta di Reggio-Emilia proprio contro i neroverdi. Stecca invece la Fiorentina che sciupa tutto contro il Torino gettando alle ortiche una vittoria che sarebbe stata fondamentale in chiave Europa. Il calendario non aiuta Montella che, dopo l’impegno prostrante di Europa League, se la vedrĂ nel posticipo contro l’Inter, anch’essa impegnata in campo europeo. Settimo posto proprio per i nerazzurri che dopo tre anni acciuffano la terza vittoria consecutiva a Cagliari con una presta & ! • soddisfatto per quanto ha fatto in tre mesi e la corsa all’Europa continua. Genoa e Sampdoria, che hanno disputato il derby martedĂŹ a causa della pioggia incessante di sabato, sono adesso impegnate rispettivamente con Parma e Atalanta. Il derby della lanterna è stato spettacolare,

' con entrambe le squadre che avrebbero meritato di vincere. Ma è solo uno a uno. Il Milan riprende ossigeno grazie alla vittoria col Cesena che lo rilancia. Adesso serve la tanto agognata continuitĂ se a Milanello vogliono davvero costruire qualcosa di importante, altrimenti sarĂ un altro campionato gettato al vento: sabato la prova del nove contro il Chievo. Undicesimo risultato utile consecutivo per il Toro che è riuscito a risalire la china e a ritrovarsi vici '$ # ) gare invece per il Palermo che tuttavia non è affatto in crisi: la squadra di Iachini non appare mai disorientata ma sa sempre insidiare ogni # ) • 3 & il riscatto domenica contro l’Empoli. Periodo particolare anche per il Sassuolo che rimedia la verso una prestazione scialba rispetto a quelle a cui siamo abituati. Turno di riposo per l’Udinese la cui partita contro il Parma è stata rinviata a data da destinarsi a causa delle condizioni drammatiche in cui gli emiliani versano negli ultimi tempi. Strama cercherĂ dunque di riscatta ' molto delicato. Massima tranquillitĂ , dopo un periodo fatto di soli pareggi e vittorie mancate, per l’Empoli, che ha racimolato due vittorie nelle ultime tre gare, l’ultima nel match-salvezza contro il Chievo. Sono sette i punti che ora separano i toscani dalla zona torrida. Dal 15esimo posto in giĂš la situazione si fa sempre piĂš delicata: il Verona, 25 punti, si riprende pareggiando con la Roma, il Chievo, 24, perde male ad Empoli, l’Atalanta, 23, perde contro la Juve ma con una prova degna di nota, mentre il Cagliari, a 20 punti, perde in casa contro l’Inter, ancora un volta a causa di una mancanza di concretezza (come con la Roma).

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