Karpòs Magazine - Alimentazione e stili di vita - n. 3 - Luglio 2012

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Mensile € 4,90 - Anno I - N° 3 Luglio-Agosto 2012 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI - In caso di mancato recapito si prega inviare al CMP Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto

N° 3 - LUGLIO - AGOSTO 2012

KARPOS 1

KARPÒS ALIMENTAZIONE E STILI DI VITA www.karposmagazine.net

STILI DI VITA

ALLARME OBESITÀ ABITI ECO-FRIENDLY

AGRICOLTURA OGGI

UVA DA TAVOLA PESCO MELONE ANGURIA

OLTRE IL TERREMOTO


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EDITORIALE

CONSEGUENZE DEL TERREMOTO Renzo Angelini Direttore editoriale

Produrre un mensile di approfondimento e di valorizzazione della ricerca scientifica significa programmare con un certo anticipo i temi che verranno presentati, di numero in numero, ai lettori. Anche ciò che nella nostra rivista appare sotto la voce “Stili di vita” risulta fatalmente collegato al qui e ora in modo più serrato rispetto ad un intervento scientifico, richiede di essere trattato con maggiore profondità rispetto alla normale percezione dei fatti così come viene codificata dall’informazione quotidiana. Tuttavia, a volte, il cosiddetto mondo dei fatti interviene sulle nostre vite in modo così drammatico e violento da sconvolgere il concetto stesso della realtà comunicabile. Per esempio: il terremoto dello scorso maggio, documentato su tutti i media del mondo, è ancora un evento sconvolgente che reclama di essere vissuto come qualcosa che persiste nelle nostre vite. Ho il sospetto che sarà così ancora per mesi, se siamo bravi. Se ognuno non farà il suo dovere probabilmente il terremoto sarà uno di quei fatti che accompagnerà a lungo il nostro futuro. Per questi motivi, l’evento sismico, anche se trattato con dovizia dai mass media orientati a informare i lettori sul mondo dei fatti, non cessa di proporsi come ostacolo per il nostro futuro, reclamando forme di comunicazione via via sempre più composite e complesse, rispetto la semplice restituzione dei fatti tipica della prima fase traumatica. Così ho deciso di rivoluzionare questo numero di Karpòs per dedicare un grande spazio editoriale agli aspetti proiettivi del tragico avvenimento: il terremoto non sarà più un fatto quando avremo ripristinato le condizioni di vita e di produzione economica, riportandole agli standard precedenti l’evento. Per ora, e chissà per quanto, il sisma rimane un fatto sottoposto alla legge della complessità. Come tale reclama attenzioni, riflessioni, prese di posizione. Quindi, rispetto alle anticipazioni dei temi che avevamo promesso ai nostri lettori apparse sul n.2 della rivista,

siamo stati costretti a sostituire articoli importanti per focalizzare l’attenzione su una dimensione del problema che mi sta particolarmente a cuore. Io sono molto legato al territorio colpito. Ho vissuto a San Felice sul Panaro per quasi otto anni. Quando viaggio, parlo spesso di questa tragedia e mi sono fatto la seguente idea: alla gente non è perfettamente chiara la somma dei danni del sisma. Non si tratta solo di edifici e di opere d’arte che andranno, me lo auspico, interamente recuperati e migliorati. Il terremoto ha colpito uno dei territori chiave della nostra agricoltura. Decine e decine di prodotti di eccellenza corrono il rischio di finire fuori mercato se nei prossimi mesi le istituzioni non interverranno in modo tempestivo, razionale, efficiente. Ho creduto che fosse necessario per Karpòs, una rivista che ambisce a far conoscere al consumatore l’intera filiera produttiva agroalimentare, attivarsi per difendere le nostre eccellenze produttive dei territori coinvolti . Ecco perché abbiamo rivoluzionato il palinsesto della rivista per far spazio ad un’ampio reportage intitolato “Oltre il terremoto” nel quale presentiamo l’assunzione di responsabilità dei soggetti politici che dovranno prendersi cura delle operazioni di ricostruzione. All’interno dello speciale rivolgiamo un appello al consumatore affinchè comprenda che si può collaborare con il progetto di ripristino delle condizioni di vita aiutando le aziende agroalimentari coinvolte dal sisma a superare il difficile momento. Come? Per esempio comprando tutti i giorni i prodotti tipici che il lettore troverà elencati nella cover dedicata al terremoto. Non si tratta di prodotti come tutti gli altri. Si tratta di eccellenze vere, nate a partire dalla lunga storia dei territori nei quali vengono prodotte. Si tratta di prodotti famosi nel mondo. Difendendoli non facciamo altre che sostenere il nostro stile di vita, la nostra gente, la nostra economia.

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EDITORIALE RENZO ANGELINI


KARPÒS MAGAZINE

Q LUGLIO-AGOSTO 2012

Direttore editoriale Renzo Angelini Direttore responsabile Giancarlo Roversi Condirettore Lamberto Cantoni Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 Proprietario ed editore della testata Karpòs Srl Via Zara 53 - 47042 - Cesenatico (FC) CF 04008690408 - REA 325872 Redazione e progettazione grafica Moruzzi’s Group Srl Via di Jola, 4 - 40141 Bologna Tel. 051 3763170 redazione@karposmagazine.it Relazioni esterne Roberta Maresci Cell. 340 1827487 roberta.maresci@karposmagazine.net Ufficio stampa e coordinatrice eventi Roberta Filippi Cell. 366 3822344 roberta.filippi@karposmagazine.net Stampa Grafica Editoriale Printing Bologna

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Diffusione online Karpòs Magazine viene inviato a una community di oltre 120.000 stakeholder della filiera agroalimentare, tra cui Università, istituzioni, industrie, fornitori di mezzi tecnici e servizi, associazioni, agroindustrie, produttori, tecnici e centri media. www.karposmagazine.net Distribuzione Poligrafici Editoriale Spa, Via Enrico Mattei 106 - 40138 Bologna: Emilia Romagna, Marche,Lombardia, Toscana, Umbria, Provincia di La Spezia e Rovigo. Press-Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl, Via Bianca di Savoia 162 - 20122 Milano: resto d’Italia (intendendosi per l’Italia anche San Marino e Città del Vaticano) nelle edicole, aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, autostazioni, metropolitane, aree di servizio autostrade e supermercati.

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EDITORIALE Renzo Angelini Conseguenze del terremoto

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STILI DI VITA Michele Carruba Allarme obesità. Dall’extralarge alla proporzione ideale

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SOLILOQUI Antonio Pascale Dagli OGM virus e tumori?

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COVER STORY Renzo Angelini Oltre il terremoto

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Mario Tozzi Conoscere, prevenire, controllare

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Tiberio Rabboni Dal dire al fare

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Giulio De Capitani Ripartire al più presto...

Sisma: una rete satellitare misura i movimenti del suolo

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Valtiero Mazzotti Difendere l’agricoltura

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Paolo Baccolo ...Ma soprattutto agire subito

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Prodotti tipici dell’area danneggiata dal terremoto

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STILI DI VITA Roberta Maresci Rita Levi Montalcini “Mai darsi per vinti”

CULTURA E SOCIETÀ Lamberto Selleri Agriturismo, vivere il territorio

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CALEIDOSCOPIO Assoenologi, in rotta verso il futuro

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STILI DI VITA Lamberto Cantoni Gli abiti eco-friendly vestiranno il mondo?

CALEIDOSCOPIO www.conipiediperterra.com


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VIAGGI E SAPORI Giancarlo Roversi Sicilia, l’isola dei sapori intensi

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AGRICOLTURA OGGI Luciano Trentini Il riposo del melone

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AGRICOLTURA OGGI Luciano Trentini L’anguria come alleata

Per le fotografie:

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CALEIDOSCOPIO Unicredit premia la digitalizzazione in agricoltura

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CALEIDOSCOPIO

AGRICOLTURA OGGI Mario Colapietra Produrre uva da tavola

AGRICOLTURA OGGI Carlo Fideghelli Il pesco

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CALEIDOSCOPIO

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FOTOSINTESI Roberta Filippi Oltre le bio-illusioni

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ANTEPRIMA Nel prossimo numero

In copertina: immagine di Renzo Angelini

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AGRICOLTURA OGGI Roberta Maresci Pesco, dalla Cina con furore

Renzo Angelini: 16, 18, 22-31, 34-41,45, 72-28,80-88, 90-98, 100-116, 118-124, 126-131 Giorgio Armani: 64 Assoenologi: 63 Paolo Barone: 74 Mario Colapietra: 110,112 Consorzio Aceto Balsamico di Modena IGP: 44 Consorzio Parmigiano Reggiano: 42 Fabrizio Dell’Aquila (Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna): 46-57 Alberta Ferretti: 67 INGV-CNR: 33 Stella McCartney: 68-70 Yoox: 66,68

CALEIDOSCOPIO

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ABBONAMENTI

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CALEIDOSCOPIO

Ufficio abbonamenti Sered Srl via Salvo D’Acquisto 26/A 20037 Paderno Dugnano MI Tel. 02 91080062 Fax 02 9189197 abbonamenti@karposmagazine.net

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SOLILOQUI

DAGLI OGM VIRUS E TUMORI? ANTONIO PASCALE

Scrittore

Un altro giorno, il 19 marzo 2012, al Tg1 delle venti ascolto il genetista e ricercatore del Cnr Roberto Defez e il biologo ex parlamentare verde Gianni Tamino discutere di OGM. Tamino dice: “Quando si inseriscono geni estranei in una pianta si è costretti a inserire anche frammenti virali che possono dare dei problemi”. Anche qui, il consumatore si spaventa: mi devo mangiare un mais con un frammento virale? Questa convinzione è molto diffusa, il consumatore pensa che questa metodologia di miglioramento genetico sia: a) nuova, dunque pericolosa; b) malsana perché utilizza virus. Tempo fa il senatore Tomaso Zanoletti presentò un’interrogazione parlamentare che lessi anch’io (in genere rispondo alle interrogazioni sulle calamità naturali, ma quel giorno mi capitò per sbaglio quella del senatore). Diceva:

I virus transgenici con cui oggi si realizzano gli OGM penetrano nel Dna della pianta, modificandola in maniera sconosciuta; tali virus transgenici dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga a noti virus tumorali induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi; essi possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (Aids, mucca pazza eccetera); il Cauliflower Mosaic Virus (Camv) è utilizzato dalle multinazionali OGM per modificare geneticamente le piante in grado di penetrare e di replicarsi anche nelle cellule degli animali, comprese quelle dei mammiferi e anche quelle umane, in quanto possiede particolari pro-moters (motori di attivazione genetica).

Fa un po’ paura, non è vero? Ecco, generalmente nelle interrogazioni si pongono domande, ma stranamente sulla questione OGM chi ne parla non domanda, perché convinto di avere già parecchie certezze al riguardo, dunque non perde tempo a chiedere, accusa. Se provate a fare il gioco delle domande, quello che facevamo da bambini per definire meglio la questione

– quale virus si usa? come potrebbe modificare il Dna della pianta? eccetera – vedrete che il vostro interlocutore si mantiene sul generico. In effetti è una buona strategia: si rischia poco e si inquieta molto il prossimo tuo. Quale costrutto logico è più forte di quello che unisce multinazionale e virus? Vincete di sicuro. Eppure, in una società complessa è nostro dovere gestire la complessità, dunque dobbiamo provare a definire meglio la questione. Si usano i virus? Per rispondere ci serviamo della stessa interrogazione parlamentare, ovvero vediamo cosa hanno risposto gli esperti (pubblici ricercatori).

Il metodo di trasformazione che utilizza sequenze geniche provenienti da virus non consiste nell’inoculare la pianta con il virus tal quale (che provocherebbe l’insorgenza della malattia nella pianta stessa), bensì sono state invece sviluppate piante transgeniche impiegando geni che provengono dai virus contro i quali si voleva proteggerle. Un esempio è il caso del virus Prsv (Papaya Ringspot Virus) che ha messo in pericolo l’intera produzione di papaia nelle isole Hawaii, dove questa coltura rappresenta una delle principali fonti di reddito per gli agricoltori locali. È stata messa a punto una varietà di papaia transgenica in grado di resistere all’attacco del virus. Ciò è stato possibile integrando nel genoma della pianta la sequenza di Dna che codifica proprio la proteina che ricopre la particella virale (capside). In questo modo la pianta risulta «vaccinata» e se anche il virus dovesse attaccarla non è più in grado di replicarsi e diffondersi. Per quanto riguarda il virus del mosaico del cavolfiore (Camv), di cui è stata sfruttata la sequenza del promotore 35S in alcune varietà GM commerciali allo scopo di ottenere una forte espressione del gene a esso collegato in tutta la pianta, più volte è stata sollevata l’obiezione che tale promotore potrebbe essere instabile e soggetto a trasferimento e inserzione nel Dna di altre cellule, a causa di un evento di ricombinazione del promotore. Questa teoria ha fatto

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S O L I LO Q U I A N T O N I O PA S C A L E


nascere la preoccupazione che l’uso dei promotori 35S e altri promotori virali usati negli OGM facciano aumentare i casi di cancro nell’uomo attraverso l’attivazione di geni non virali nelle specie (l’uomo) in cui è avvenuto un trasferimento genetico. Va sottolineato che, a causa della sua elevata diffusione negli alimenti, gli esseri umani hanno consumato Camv e il suo promotore in grandi quantità per decenni senza effetti osservabili. Ad esempio, in Gran Bretagna è stato stimato che circa il 14-25 per cento della colza in campo è stata infettata da Camv e valori simili sono stati stimati per i cavolfiori e altre brassicacee. La presenza del promotore del virus del mosaico nelle piante GM non rappresenta una situazione diversa. Inoltre, il Dna presente nei prodotti alimentari è rapidamente degradato durante la digestione, lasciandogli poco tempo di interagire con i tessuti di rivestimento di stomaco e colon. Poi, si può anche aggiungere che allo stato attuale il gene esogeno è introdotto nel Dna della pianta con una pistola.


SOLILOQUI Sì, sembra fantascienza: il gene da inserire è posto su minuscole lamine d’oro che vengono sparate nel tessuto vegetale in cui si desidera integrare il gene. Capite bene che per spiegare questa procedura c’è bisogno di stare sui libri e di affrontare tematiche specialistiche, e allora, invece di studiare e domandare, non è meglio fare come il senatore Zanoletti, e cioè costruire la suddetta frase che tira in ballo virus e tumori? Si fa più bella figura, si passa per competenti ed eroi che si preoccupano dello stato di salute del pianeta. Vuoi mettere?

SEMI TERMINATOR

Capita anche che il consumatore sia convinto che i semi GM siano sterili. Questa è proprio una vigliaccata. Il contadino non può così ripiantare i semi e dipende dalle multinazionali, che fanno il loro comodo, appunto, oltre a mettere sul mercato prodotti segretati e virosati. Quando chiedi al tuo interlocutore come si chiamano i semi sterili, nel 60 per cento dei casi non ottieni risposta. Nel restante 40 per cento dei casi ti citano i semi Terminator. Se chiedi ancora: «Dove si possono comprare questi semi, esistono dei vivai che li vendono?». Nessuno ti sa indicare il rivenditore, si fa genericamente cenno alla multinazionale. Oppure si risponde: «Mi informo e te lo dico». Nel 100 per cento dei casi la fonte di informazione è Vandana Shiva, l’attivista indiana. Ma anche in quel caso, se incontrate Vandana Shiva e le chiedete: «Dove si comprano questi semi sterili?». Nemmeno lei saprà rispondere. Se chiedi ancora – e non a Vandana Shiva, anche perché è difficile che ti risponda – ma al tuo interlocutore: «Secondo te i contadini moderni ripiantano i semi?». La maggioranza risponde sì. Insomma, il problema è sempre lo stesso: non sappiamo come si coltiva un pezzo di terra, ma ne vogliamo parlare lo stesso. Se io e voi avessimo un po’ di ettari da coltivare, mettiamo a mais, be’, nessuno di noi proporrebbe di conservare una parte della granella per usarla come seme. Lo facevano i contadini ottant’anni fa. Tutti ora comprano il seme da aziende sementiere, in alcuni casi sono obbligati a farlo dalla legge (il seme certificato è più sano, produttivo ed esente da virus). Perché? Perché se io risemino i semi, il prossimo anno rischio di avere una progenie disomogenea. Avrò piante buone e altre meno buone, e la produzione non sarà costante. È una legge di natura, i caratteri delle piante si diversificano con il passare delle generazioni. Se fate un giro nella Pianura Padana potete vedere i campi di mais composti da piante tutte uguali, stessa altezza, stessa densità; se andate in Africa troverete campi di mais disomogenei, piante alte, alcune basse, altre sane, altre ancora malate.

Se non avete voglia di viaggiare potete basarvi sui seguenti dati: nel 1861 (anno fatidico), siccome i contadini riseminavano, la resa di mais si aggirava intorno agli 8 quintali per ettaro. Nel 1911 a 12 quintali per ettaro. Nel 1961, quando si cominciò ad acquistare il seme dalle industrie sementiere, la produzione passò a 25 quintali per ettaro. Nel 2011 siamo arrivati a 100 quintali. Nessuno conserva più il seme per riseminarlo l’anno dopo. Lo compriamo presso le industrie sementiere. Poi negli anni Sessanta sono arrivati gli ibridi. Piante ottenute da genitori con caratteri omogenei. I figli producono più dei genitori, ma se ripianti quel seme otterrai via via piante poco produttive. Come fare più volte la stessa copia: il prodotto si sbiadisce. Dunque, i semi non sono sterili, si possono anche riseminare, le piante nascono lo stesso. In India, per esempio, gli agricoltori hanno contrabbandato il seme, se lo sono scambiati, ma con notevoli problemi sulla resa produttiva. Questo è il motivo per cui gli agricoltori acquistano ogni anno i semi. Li pagano di più, quelli GM, ma poi impiegano meno trattamenti contro alcuni lepidotteri. Presto poi entreranno nel mercato aziende biotech africane e cinesi e il prezzo scenderà, a patto che il settore si liberalizzi, i controlli si abbassino. Solo allora sarà più facile per la ricerca pubblica mettere in campo piante per usi specifici, locali, e non così costose. Perché poi il problema è solo quello: c’è un regime di monopolio che governa questa innovativa tecnica di miglioramento. Se non si abbasserà la dose di paura che in genere le associazioni ambientaliste e la sinistra tendono a iniettare nel bravo consumatore, costui chiederà tanti costosi e inutili controlli e questi limiteranno l’accesso al mercato di altre aziende biotech. Senza volerlo, i migliori alleati delle cattive multinazionali oggi sono i bravi ambientalisti. X

(Da A. Pascale, “Pane e pace” , Chiarelettere Editore, 2012)

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S O L I LO Q U I A N T O N I O PA S C A L E


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a sicurezza alimentare è un tema sempre più importante e dibattuto. E nel contesto di una agricoltura moderna e di qualità, l’industria agrochimica si impegna a fornire strumenti il cui uso sia sicuro e sostenibile, contribuendo all’incremento della disponibilità di frutta e verdura fresche. I formulati Chimiberg rispettano le rigorose normative del settore per garantire al consumatore finale cibo sano e sicuro, nel pieno rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente. Affinché Biancaneve possa mangiare la mela, senza più paura della Strega.

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L’uomo vitruviano, realizzato da Leonardo Da Vinci nel 1490, rappresenta le proporzioni ideali del corpo umano, dimostrando come esso possa essere armoniosamente LQVFULWWR QHOOH GXH ÀJXUH ´SHUIHWWHµ del cerchio e del quadrato.


STILI DI VITA Michele Carruba

ALLARME OBESITÀ DALL’EXTRALARGE

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ALLA PROPORZIONE IDEALE La prova costume e il caldo che alleggerisce i vestiti mettendo a nudo i chili di troppo, sono le molle che fanno scattare lo sciopero della forchetta. Attenzione però: le diete da ‘meno 7 chili in 7 giorni’ sono scriteriate. Sul momento faranno anche dimagrire, ma sono lontane da uno stile di vita regolare. Malgrado il partito degli italiani a “stecchetto” sia nutrito, metà della popolazione soffre di malnutrizione per eccesso.

Se è vero che siamo quello che mangiamo, allora ci nutriamo davvero male. Dormiamo male. E rischiamo di morire di più per tumori, diabete e malattie cardiovascolari. Sono tutte poche buone notizie ma legate ai tanti allarmi per le troppe persone che hanno un cuore davvero “matto”: un italiano su dieci ormai ha i ritmi naturali andati in tilt a causa del girovita eccessivo. E la prossima generazione potrebbe essere la prima ad avere un’aspettativa di vita inferiore rispetto alla precedente solo per una questione di sovrappeso. Ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando la pancia era un segno di potere. Oggi è diventata un incubo per tutti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il problema obesità rappresenta “IL” problema importante dell’umanità e si dovrà affrontare in questo secolo. Attualmente, nella popolazione mondiale un miliardo di persone muore di mal nutrizione per difetto e di fame nel mondo, e un altro miliardo di persone muore per eccesso di cibo e di obesità. Questo deve farci riflettere. Perché, nonostante la continua crescita della popolazione mondiale, la Terra garantisce energia per sfamare tutti. Dove per energia intendiamo il cibo. Il punto è un altro: è mal distribuita nel globo. E una ridistribuzione del cibo potrebbe garantire una vita migliore e più lunga: sia per quelli che mangiano troppo, sia per quelli che mangiano poco. Guardando al futuro, una ulteriore crescita i

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S T I L I D I V I TA MICHELE CARRUBA




COVER STORY

OLTRE IL TERREMOTO

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La gente colpita dal sisma è di fronte ad una grande sfida: riparare, ricostruire, migliorare le strutture compromesse dal drammatico evento, per aiutare se stessi, le proprie famiglie e per il bene dell’intero Paese.

Nei confronti di eventi come le grandi calamità naturali le nostre possibilità di previsione e prevenzione conoscono dei limiti evidenti. Per esempio sappiamo quali sono i territori più a rischio, ma non sappiamo come e quando colpirà un terremoto con la precisione necessaria per azzerare il rischio di perdere vite umane. I limiti della nostra conoscenza esaltano tuttavia lo spirito con il quale reagiamo alle sventure. La ricostruzione e il ripristino delle condizioni di vita in un’area colpita da calamità mettono in campo la parte migliore dell’umanità, ed è a questa componente umana che facciamo appello per diffondere un progetto che aiuti le aziende e i lavoratori delle località dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto a superare l’impasse del momento per ritornare ad essere uno dei motori della nostra economia. Infatti, come hanno già sottolineato da i settimane i quotidiani e le televisioni,

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C OV E R STO RY RENZO ANGELINI


CULTURA E SOCIETÀ Lamberto Selleri

C U LT U R A E S O C I E TÀ L A M B E RTO S E L L E R I

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C U LT U R A E S O C I E TÀ L A M B E RTO S E L L E R I

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AGRITURISMO VIVERE IL TERRITORIO

Finestra aperta sul mondo sostenibile dove le famiglie vivono seguendo ritmi di vita più a misura d’uomo, crescono a vista d’occhio i luoghi preferiti da chi ha voglia di ricaricare le batterie: sei su dieci sono gestiti da donne. Per tornare bambini o riscoprire i lavori di una volta,il rapporto con la natura e i suoi abitanti, in agriturismo si va per mungere una mucca e guardare il latte che viene trasformato in formaggio, imparare a fare il pane, tosare una pecora oppure cominciare a riconoscere e a raccogliere erbe aromatiche.


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Il cervello non deve mai andare in pensione. Esiste un antidoto alla vecchiaia: essere consapevoli delle formidabili capacità cerebrali in proprio possesso e farne buon uso. In virtù di questa potenzialità l’individuo, potrà così usufruire in pieno delle facoltà intellettuali e di quanto la vita gli offre, e anche gioire di un futuro.


STILI DI VITA

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Rita Levi Montalcini “Mai darsi per vinti”

La scienziata premio Nobel per la medicina 1986, richiama alla “conoscenza” come bene fondamentale, per godere giorno per giorno della straordinaria esperienza di vivere.

“Bisogna dimenticarsi di vivere”. È questo, secondo Rita Levi Montalcini, il segreto per avvicinarsi a qualcosa che può assomigliare all’illusione dell’immortalità. Ha da pochi giorni superato i 103 anni. Le sue abitudini non sono molto cambiate da quando andava a letto alle undici. Si sveglia al mattino presto e preferisce consumare un pasto completo a pranzo anche se in piccole quantità: “Non mi interessano né il cibo né il sonno”. La sera al più cede alle lusinghe di un brodo e un frutto. Ha gli occhi limpidi e curiosi. Candidi capelli a corona. Un’innata eleganza. Una protesi acustica l’aiuta a non perdere i contatti col mondo. Può contare sui suoi collaboratori di una vita. Attraverso la sua équipe in laboratorio, continua la ricerca sull’Nfg, la sigla della proteina da lei scoperta che stimola la crescita delle cellule nervose, uno studio sulle malattie neurodegenerative che ha cominciato più di mezzo secolo fa. “Mi occupo della fondazione creata assieme alla mia gemella Paola in memoria di mio padre per il conferimento di borse di studio a studentesse africane a livello universitario, con l’obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale dei loro paesi”. Ultimamente non va più in laboratorio, non si china più sul microscopio, non esamina più gli embrioni di pollo. Con la leggerezza di una foglia, abita nella casa di sempre a Roma. In una dimora costellata dai quadri di sua sorella e dallo splendido mosaico, ispirato dalle traiettorie compiute dalle particelle atomiche, realizzato sul pavimento del

terrazzo. Dice: “Considero una delle maggiori, se non la mia maggiore fortuna, la mancanza di complessi, una notevole tenacia nel perseguire la strada che ritenevo giusta e la noncuranza per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti: lati del carattere che ritengo di avere ereditato da mio padre e che mi hanno enormemente aiutato a far fronte agli anni difficili della vita. Quand’ero giovane pensavo che la mia missione sarebbe stata quella di aiutare gli altri, volevo andare a curare i lebbrosi in Africa. Volevo disinteressarmi totalmente della mia persona, non volevo riconoscimenti”. Non è andata così. Nel 1986 le viene conferito il Nobel per la medicina. “Ricordo che era quasi notte quando mi telefonarono per darmi la notizia. Stavo leggendo un giallo di Agatha Christie. Lo rammento perché è raro che io legga romanzi, prediligo i saggi di filosofia. Ho fatto eccezione per Tolstoj, Michael Crichton e Agatha Christie”.

SENATRICE A VITA

Che donna. Ha attraversato il Novecento. Con le sue ricerche ha dimostrato che anche i neuroni si rinnovano, aprendo le porte alla ricerca di soluzioni a gravi problemi di salute. Schierata a favore della fine del proibizionismo, attiva in campagne come quelle contro le mine anti-uomo, partecipe dell’attività del Movimento di Liberazione Femminile, ha fatto perfino da testimonial per due spot televisivi usando il ricavato per sostenere la ricerca scientifica. Nel 2001 è stata i

S T I L I D I V I TA R O B E R TA M A R E S C I

Roberta Maresci

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CALEIDOSCOPIO

Il 67° Congresso Nazionale Assoenologi

“Clima, tecnologia e mercati che cambiano: comprenderne le dinamiche per essere sempre più competitivi”: questo il titolo del 67° Congresso Nazionale di Assoenologi che si è svolto dal 3 al 7 giugno tra Barcellona, Ibiza e Marsiglia a bordo di Costa Atlantica. Concetti chiave del congresso sono stati la crisi economica ed i successi dell’export, le difficoltà di fare impresa in Italia e la necessità di razionalizzare i costi senza ledere la qualità, passando per gli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione vinicola. L’appuntamento è stato aperto dal telegramma di augurio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, seguito dagli interventi in videoconferenza del ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, dell’On. Paolo De Castro della Commissione agricoltura dell’Unione Europea e di Paolo Russo, presidente Commissione agricoltura Camera dei Deputati. Sono intervenuti anche il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, Lamberto Vallarino Gancia, dell’azienda F.lli Gancia & C. S.p.a. e Serge Dubois, presidente Union Internationale des Oenologues. Un momento di incontro importante, ricco di partecipazione e in cui non è mancato, durante la cerimonia di apertura presieduta dal presidente di Assoenologi Giancarlo Prevarin e dal direttore generale Giuseppe Martelli, il riconoscimento Targa d’Oro 2012 al direttore del Tg1 Rai Alberto Maccari (ritirato da Anna Scafuri) “per il concreto contributo dato alla

sempre maggiore affermazione del vino italiano e della professionalità dell’enologo con una corretta e obiettiva informazione nell’ambito dei prestigiosi incarichi televisivi ricoperti”. Durante la prima sessione si sono confrontati Luigi Mariani, docente di meteorologia all’Università degli Studi di Milano, Giuliano D’Ignazi, direttore tecnico di Terre Cortesi Moncaro, e Riccardo Cotarella, docente di viticoltura ed enologia all’Università di Viterbo per analizzare i cambiamenti climatici durante questi anni e le conseguenti ripercussioni e rimedi in vigneto e in cantina. Il giorno successivo, gli interventi del direttore Assoenologi Giuseppe Martelli, dell’A.D. del gruppo triveneto Santa Margherita Ettore Nicoletto e del Direttore Enologia e Servizi Caviro Giordano Zinzani hanno permesso agli oltre 800 presenti di approfondire le aspettative e le difficoltà di chi produce e chi vende. La parola è passata poi a Luigi Bonato, Direttore Evoluzione Ambiente, al Direttore di Antesi Paolo Peira ed al Direttore del gruppo Cavit Enrico Zanoni che hanno affrontato l’argomento della razionalizzazione dei costi. Ad accompagnare la crociera la degustazione di più di 3600 bottiglie della regione Marche: Alberto Mazzoni direttore dell’IMT, si è fatto carico di raccogliere e offrire oltre 120 tipologie di vini marchigiani durante momenti tecnici, conviviali e di brindisi.

CALEIDOSCOPIO

In rotta verso il futuro

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Livia Giuggioli indossa un abito di Giorgio Armani


STILI DI VITA Lamberto cantoni

GLI ABITI ECO-FRIENDLY

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vestiranno il mondo? L’abbigliamento ecologico non può sostituire su scala globale quello industriale. Tuttavia, cominciano a prendere consistenza linee di prodotti green che rappresentano una valida alternativa all’abbigliamento tradizionale. La mobilitazione delle grandi marche e di testimonial prestigiosi è fondamentale per immaginare un cambiamento di vasta portata tra la gente.

Fino a pochi anni fa, uno dei limiti dell’abbigliamento eco-friendly era rappresentato dall’estrema essenzialità del design e sulle caratteristiche naif del materiali usati. In altre parole, per molti anni gli abiti che oggi ci piace definire “sostenibili” erano bruttini, fatti con stoffe naturali ma anche involute e per giunta più costosi di prodotti aventi la stessa funzione. Se non eri un fanatico dell’ideologia eco, potevi certo indignarti per lo sfruttamento indiscriminato del pianeta, partecipare a qualche camminata, essere d’accordo per la raccolta differenziata dei rifiuti, auspicare l’intervento dello Stato per sostenere il mercato dei pannelli solari, ma non avresti mai comperato per il tuo guardaroba serio l’abbigliamento green. La trasformazione dell’ideologia eco in un sistema di valori work in progress basati su pochi assiomi condivisi dalla maggioranza della gente ha cambiato le carte in tavola. L’idea assolutamente generale che da un po’ circola tra la gente ovvero che possiamo produrre meglio, risparmiando energia e riducendo l’inquinamento, è divenuta una sorta di principio valido a priori, sul quale tutti scommettono. Inutile aggiungere che il più delle volte non abbiamo affatto le idee chiare su cosa possa significare realmente i

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S T I L I D I V I TA L A M B E RTO CA N TO N I


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CALEIDOSCOPIO

www.conipiediperterra.com

Per un’agricoltura che sceglie la multifunzionalita’, la comunicazione sposa la multimedialità. Per questo, dopo vent’anni di trasmissioni e mille puntate, il programma tv “Con i piedi per terra” consolida la sua posizione sul web. Non solo come visibilita’ video, ma con una chiave più completa, diventando un portale da consultare minuto per minuto perche’ in grado di monitorare e pubblicare tutte le principali informazioni dal mondo, legate al settore. La politica europea, le strategie globali, ma anche le scelte regionali per sostenere gli agricoltori, le curiosità dal mondo della produzione e della ricerca, le corrette informazioni sull’alimentazione e la nutrizione, gli appuntamenti che costellano l’Italia, dalle sagre alle fiere, dagli eventi alle grandi manifestazioni, le ricette con i prodotti tipici ma soprattutto legate alla stagionalità e all’italianità del cibo. Un giornale completo ed aggiornato per chi è del settore, ma anche un album interessante da sfogliare per il consumatore, che ad esempio

CON I PIEDI PER TERRA

riesce a comprendere come nasce una marmellata, con chi deve combattere un produttore di pesche, come funzionano le scelte dei supermercati, cosa vuol dire biologico o integrato, quali processi di lavorazione subisce una verdura di quarta gamma cioè lavata e pronta in busta, chi sono i competitori principali dell’agricoltura italiana e quali sono i nostri primati , le novità della meccanizzazione, le tecnologie più innovative, comprendere la grande evoluzione del mondo del vino, saper selezionare i veri agriturismi e cosa vuol dire ambiente o biodiversità. Inoltre c’è tutta una parte video, con streaming on demand, che consente di visualizzare l’intera trasmissione, il telegiornale agricolo quotidiano, i principali contenuti di Antenna verde (il nuovo canale monotematico sul digitale terrestre dell’Emilia Romagna al 656), altre icone che riguardano il Ministero per le politiche agricole con vari reportage sulle iniziative di educazione alimentare o progetti europei, e anche la sezione delle Video ricette con i “Sapori d’Italia” .

LA TRASMISSIONE SETTIMANALE SUL WEB La vite, il vivaio, le mele di montagna e le antiche pietre… mescolate il tutto e avrete un pezzo dell’estate del programma di agricoltura alimentazione che da 20 anni raccoglie consensi in tutta Italia. Con i piedi per terra non si ferma, anche perchè sono proprio i mesi estivi quelli più impegnativi per il settore agricolo, dai cereali alla frutticoltura, e proprio a luglio in particolare parleremo di grandi colture dalla veneta Valle Miana Serraglia, il cui nome deriva dal sistema di chiusura della valle mediante apposite strutture dette appunto serraglie, e di mele di montagna dal Trentino. Ma anche di antichi vitigni come l’alionza coltivato un tempo nelle famose “alberate” del bolognese e del modenese, detto anche Uva schiava. E qualche piatto curioso e dimenticato, dalla salsiccia gialla alla piemontese crema dei cinque cucchiai. Ed ogni puntata viene proposta per uan settimana su www.conipiediperterra.com cliccando sulla relativa icona.

CALEIDOSCOPIO

Il quotidiano on line su agricoltura, nutrizione, territorio

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Un antico colonnato dorico nella Valle dei Templi di Agrigento


VIAGGI E SAPORI Giancarlo Roversi

SICILIA L’ISOLA DEI

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SAPORI INTENSI Oltre la Sicilia del turismo esiste la Sicilia dei prodotti agro-alimentari che offrono un mondo di sapori unici da conoscere

Ci sono nomi che solo a udirli spalancano un mondo di miti, di incanti, evocano una storia intensa fatta di tante civiltà che si sono armoniosamente sedimentate, lasciando un segno incancellabile di cui si godono ancora i frutti. E questo fin da epoca remota. Potrebbe sembrare uno stereotipo da depliant turistico, ma non lo è. E’ invece l’immagine che si affaccia nella mente quando si parla della Sicilia, una delle terre più affascinanti e prodighe d’Italia sotto l’aspetto della cultura. Una cultura nel senso più ampio e sfaccettato del termine, che non comprende soltanto lo sterminato patrimonio di arte e di storia che si cela in ogni lembo dell’isola, ma anche la cultura del fare: quella delle attività artigiane, della lunga tradizione peschereccia, del lavoro dei campi e della trasformazione dei prodotti agricoli e ittici, in una parola, la grande cultura del cibo. Una realtà straordinaria, senza dubbio non meno attraente di quella rappresentata dai beni culturali e dall’ambiente, una realtà su cui vale la pena di spendere qualche parola. La Sicilia agroalimentare – ma non solo questa - negli ultimi 20 anni di strada ne ha fatta tanta e con passi da gigante. L’isola si è affrancata dalle catene dell’autocontemplazione e, pur senza ripudiare i valori della tradizione, con uno slancio da neofita, grazie all’ingegno della sua gente, ha svecchiato e riqualificato i sistemi di coltivazione e di lavorazione dei prodotti per sintonizzarli con le esigenze e con le propensioni alimentari del nostro tempo. Ed è partita lancia in i

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VIAGGI E SAPORI G I A N C A R LO R O V E R S I


CALEIDOSCOPIO

Unicredit premia la digitalizzazione in agricoltura

L’arcaica immagine del “contadino con mani grosse e cervello fino” è stata definitivamente soppiantata dalla realtà dei fatti: oggi gli agricoltori non solo sono imprenditori a tutti gli effetti (infatti si chiamano imprenditori agricoli) ma utilizzano a piene mani la tecnologia. Oltre agli operatori del settore, che fanno sempre più ricorso a internet, soluzioni informatiche, tablet e smartphone, se ne sono accorti anche altri attori economici tanto che nel recente premio di Unicredit denominato “OK Italia 2012” per l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese è stata premiata anche un’azienda che sviluppa servizi internet per l’agricoltura.

Il premio “OK Italia 2012” di Unicredit

Ogni anno Unicredit premia 15 aziende italiane che si sono distinte nell’innovazione e la lungimiranza: quest’anno, per la prima volta, è stata premiata un’azienda che si occupa di servizi per il settore agrario. Infatti secondo Roberto Nicastro, direttore generale di Unicredit, l’innovazione non è una prerogativa esclusiva delle grandi imprese ma raggiunge tutte le aziende in tutti i settori. Per questo, tra le aziende che sono riuscite a creare nuovi modelli di business operando prevalentemente on-line e che hanno ampliato il proprio giro d’affari sfruttando le potenzialità di nuovi canali digitali è stata scelta anche Image Line, l’azienda romagnola che pubblica la rivista on-line “Agronotizie” e che sviluppa servizi all’avanguardia per il settore agroalimentare.

Agronotizie: una delle “innovazioni da premiare”

Con Agronotizie (www.agronotizie.it) Image Line ha saputo cogliere con tempismo le opportunità del mercato sfruttando le possibilità offerte dalla digitalizzazione e

Da sinistra: Maria Concetta Mattei - giornalista TG2 RAI Ivano Valmori - CEO Image Line Roberto Nicastro - Direttore Generale UniCredit Gabriele Piccini - Country Chairman Italy UniCredit

fornendo servizi informativi per oltre 110.000 operatori del settore; una community di 110.000 persone che usa internet per l’agricoltura e che fa dell’Italia la nazione con la più grande community su internet di operatori agricoli in Europa. Questa la motivazione del premio: grazie allo sviluppo di soluzioni informatiche e divulgative per l’agricoltura ha realizzato Agronotizie, un quotidiano on line sul settore primario operando come leader europeo nella “divulgazione attraverso internet dell’innovazione nel settore agricolo”. Secondo Ivano Valmori, direttore responsabile di Agronotizie, gli agricoltori stanno sfruttando solo una parte infinitesimale delle opportunità offerte da internet per il settore: il futuro vedrà un maggior numero di servizi tecnici erogati alle aziende agricole attraverso la rete e la possibilità di creare un rapporto trasparente tra il produttore e il consumatore. Anche in agricoltura “fare rete” premia! Per leggere gratuitamente la rivista: www.agronotizie.it

CALEIDOSCOPIO

Un premio a “internet che raggiunge il campo”: con Agronotizie e la sua community di oltre 110.000 operatori del settore

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AGRICOLTURA OGGI Luciano Trentini

Il riposo DEL MELONE

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Piatto estivo fin dai tempi di Plinio il Vecchio, Marco Polo lo essiccava al sole mentre erano in molti a mangiarlo con pepe e aceto, condito come un’insalata. Dissetante e dietetico, ogni famiglia italiana ne consuma 16 chili l’anno.

Che si chiami popone nell’Italia meridionale o melone in quella settentrionale, il melone appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee. Frutto della specie Cucumis melo viene assimilato più a un frutto che a un ortaggio. È la stessa sorte che tocca anche all’anguria. La sua origine non è certa; secondo alcuni studiosi, la pianta trova la sua origine nell’Africa tropicale o sub tropicale, come la maggior parte delle Cucurbitacee. Altri invece ne attribuiscono la provenienza all’Asia centrale da dove si è diffuso in India, in Cina, in Medio Oriente, poi nel bacino del Mediterraneo. Fu Plinio il Vecchio, naturalista e scrittore romano, nella sua Naturalis Historia a scrivere di melone, magnificandolo in quanto molto gradito all’imperatore romano Tiberio. È invece a Ercolano che si trovano le prime testimonianze della sua presenza in Italia; attraverso dipinti murali dell’età cristiana sono raffigurati meloni tagliati a metà. Il melone è descritto anche da Marco Polo durante il suo viaggio in Cina (1254-1324), dove lo cita tagliato a fette sottili, essiccato al sole, ricordandolo per il suo sapore gradevole e particolarmente dolce. In tempi più vicini a noi Carlo VIII, nel 1495, portò in Francia meloni a frutto solcato, oggi meglio conosciuti i come i Cantalupo, nome che ha preso origine dalla

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A G R I C O LT U R A O G G I LUCIANO TRENTINI


CALEIDOSCOPIO “FRUTTA NELLE SCUOLE” DELLE MARCHE

FRUTTA E VERDURA SANA E SICURA: NASCE IL PROGETTO DEL FRESCO DI QUALITÁ Promuovere il consumo e rafforzare la percezione della sicurezza di frutta e verdura di qualità in Italia, Francia e Germania. Questo l’obiettivo del progetto “Frutta e Verdura Sana e Sicura - un percorso di conoscenza e informazione dal campo alle tavole d’Europa” sotto il coordinamento di Alimos - Alimenta la Salute, che riunisce enti pubblici, associazioni, unioni di produttori e gruppi cooperativi del settore agroalimentare. La campagna, co-finanziata dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e da Alimos, ha l’obiettivo di rassicurare e informare i consumatori di Italia, Francia e Germania, sui temi della sicurezza dei prodotti ortofrutticoli e della tracciabilità all’interno della filiera, promuovendone il consumo per una alimentazione sana ed equilibrata. Il budget complessivo per tre anni di attività è di 1,5 milioni di euro. Nell’ambito del programma “Frutta e Verdura Sana e Sicura”, verranno offerte ai consumatori italiani, francesi e tedeschi, informazioni sulla salubrità e sicurezza di frutta e verdura. Per raggiungere questo scopo, il progetto si articolerà in diverse attività, tra cui promozioni e iniziative sui punti di vendita e attività mirate sul web e sui social media, tra cui un sito internet dedicato, campagne web ADV e attivazione dei principali social network. Info: www.fruitylife.eu

BELISARIO RINNOVA LA GAMMA DI VINI BIANCHI La Cantina Belisario di Matelica (MC) rinnova la sua linea base di vini bianchi. Lo fa con un nuovo packaging, fresco e spigliato; lo fa con un nuovo assortimento, che ora comprende l’Esino Bianco, il Bianchello del Metauro, la Passerina e il Pecorino, vini che sposano perfettamente qualsiasi proposta gastronomica della cucina di mare, e particolarmente adatti alla tavola della bella stagione. La Cantina Belisario è nata nel 1971, e conta oggi 180 soci conferitori; riceve uva da oltre 300 ettari di vigneti, tutti rientranti nell’ Alta Valle Esina e situati in prossimità della sede aziendale. Oggi produce prevalentemente Verdicchio di Matelica DOC, del quale rappresenta la realtà principale con oltre il 60 per cento della produzione totale. Il ruolo di cooperativa della Cantina Belisario le ha consentito di armonizzare perfettamente le risorse, mettendo a disposizione dei soci le conoscenze, le attrezzature e le tecnologie. Negli anni, il rigore tecnico in vigna e in cantina ha consentito di esprimere al meglio la tipicità, il carattere e la straordinaria eleganza del “Verdicchio di montagna”. www.belisario.it

CALEIDOSCOPIO

E’ in pieno svolgimento nelle Marche il progetto “Frutta nelle scuole – Se la mangi ti frutta”, terza annualità del programma di educazione alimentare per gli alunni delle scuole primarie promosso dall’Unione Europea e dal Ministero delle Politiche Agricole. Il programma riguardante la regione Marche è stato presentato ad Ancona, in Regione, lunedì 19 marzo da Caterina Cogliano, del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Mario Tamanti, Direttore di Apofruit Italia (che produce e distribuisce la frutta), Massimo Brusaporci di Alimos, coordinati da Roberto Luciani, Dirigente PF Competitività e Sviluppo dell’Impresa Agricola. I numeri parlano chiaro: oltre 135 mila kg di f\rutta e verdura distribuiti a 20.300 alunni in 154 scuole della Regione con la realizzazione di oltre 145 iniziative didattiche per i ragazzi delle scuole primarie . “Frutta nelle scuole” è attuata dalla Organizzazione di Produttori Apofruit Italia con il supporto di Alimos e indirizzata ad una corretta educazione alimentare per i ragazzi tra i sei e gli undici anni, notoriamente più attratti dagli ipercalorici cibi snack più che dall’ottima e salutare frutta. info: www.apofruit.it

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AGRICOLTURA OGGI Luciano Trentini

L’ANGURIA come alleata della salute

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Rimedio contro la stanchezza e la spossatezza estiva, ottima per reintegrare i liquidi e i sali persi, è ricca di potassio, magnesio e carotenoidi. Capace di favorire il buon funzionamento del sistema circolatorio, agli italiani piace nelle varianti mignon e maxi.

In botanica prende il nome di Citrullus lanatus o Cucumis citrullus ma è chiamata volgarmente anche cocomero o melone d’acqua. È una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, originaria dell’Africa meridionale e tropicale. Ha un portamento strisciante con lunghi fusti che possono raggiungere fino ai 10 metri di lunghezza, frutti di grosse dimensioni di forma rotondeggiante ma anche di forma ovale o allungata. Le note storiche confermano che David Livingston, famoso per le sue esplorazioni in Africa, si accorse della presenza di questo frutto nel deserto del Kalahari, dove appunto sembra essere originaria. In quell’ambiente la pianta è spontanea e il frutto viene descritto come di piccola pezzatura e in numero elevatissimo, fino a 100 esemplari per pianta. È una importante fonte d’acqua, necessaria sia per coloro che vivono in quei luoghi che per gli animali. Sono gli abitanti dell’antico Egitto che hanno sviluppato la coltivazione circa 5.000 anni fa. Nel i

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A G R I C O LT U R A O G G I LUCIANO TRENTINI


Le miniangurie

Denise e Nikas: kg 3

Perchè?

Denise

Senza semi Più croccante Si conserva di più, grazie alla mancanza di semi

Genetica polpa rossa più ricca di licopene, importante antiossidante nella prevenzione del cancro e prontamente assimilabile dall’organismo.

È più buono Pochi e piccolissimi semi

Nikas Trova sempre spazio nel tuo frigorifero. kg 2.5

Non butti via niente

Contattaci se non le trovi nel tuo supermercato!



AGRICOLTURA OGGI Mario Colapietra

Produrre

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uva da tavola Viaggio virtuale tra i vigneti italiani per far conoscere ai consumatori i luoghi di origine, il clima, il terreno, la pianta, le strutture per il sostegno e far variare il periodo di maturazione, le operazioni colturali, la raccolta, la commercializzazione, il consumo.

La produzione di uva da tavola nel mondo è di circa 180 milioni di quintali (dati OIV, Parigi). I Paesi asiatici sono i maggiori produttori (50 per cento) con la Cina leader mondiale, seguita da Turchia, Italia, Cile, Stati Uniti, Sud Africa, Spagna e Grecia per il consumo fresco. Tra le nuove realtà vi è l’Egitto, favorito dalle condizioni climatiche ottimali per l’ottenimento di produzioni di varietà precoci di uve senza semi. I maggiori quantitativi di uva fresca destinati ai mercati internazionali, provengono dal Cile e dall’Italia. Insieme contribuiscono per il 45 per cento delle esportazioni mondiali. La produzione di uva da tavola italiana, rappresenta la punta di diamante dell’esportazione di frutta italiana nel mondo. La produzione media nazionale è di circa 14 milioni di quintali di uva, il 70 per cento è prodotto in Puglia. Minori quantitativi si ottengono in Sicilia, coste ioniche della Basilicata, Abruzzo e Lazio. Particolare interesse ha questa coltura in Sardegna: con la modernizzazione della coltivazione si sta ottenendo l’autonomia produttiva regionale, con l’obiettivo di assecondare le richieste di frutta del notevole afflusso turistico estivo. Nel mese di maggio i

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A G R I C O LT U R A O G G I MARIO COLAPIETRA



Il pesco è originario della Cina che è anche il maggior Paese produttore mondiale. In primo piano, pesco spontaneo del parco del Lago del Dragone Nero di Lijiang, nella provincia dello Yunnan.


AGRICOLTURA OGGI Carlo Fideghelli

CONOSCERE IL PESCO

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Frutto tipicamente estivo, coltivato da tempo immemorabile in Cina, è oggi molto diffuso nell’area del Mediterraneo. L’Italia è il maggior produttore tra i Paesi occidentali.

La coltivazione del pesco, in Italia, risale ai tempi dell’Impero Romano, quando fu portato dall’Asia sud-occidentale e, per molto tempo si ritenne originario della Persia, paese che ha dato il nome botanico alla specie (Prunus persica). In realtà l’origine botanica del pesco è la Cina che è anche il maggior produttore mondiale di questo frutto che, più di tutti gli altri, caratterizza la stagione estiva e il cui consumo è fortemente influenzato dal caldo e dal sole. i

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A G R I C O LT U R A O G G I C A R LO F I D E G H E L L I




AGRICOLTURA OGGI Roberta Maresci

PESCO

dalla Cina con furore

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Ipocalorica, ricca di potassio, diuretica e remineralizzante, la pesca è il frutto dell’albero del pesco, considerato in Cina simbolo di lunga vita. Perfetta come spuntino di metà mattinata, fornisce zuccheri senza appesantire. Che sia gialla, bianca o rossa, è antiossidante, stimola i succhi gastrici e regola la pressione arteriosa grazie al suo contenuto di potassio e manganese. Contenendo anche il fluoro, rafforza denti e ossa.

Creduto originario della Persia (da cui il nome botanico Prunus persica), l’origine del pesco è la Cina, dove veniva utilizzato anche come albero ornamentale, lasciato crescere allo stato selvatico o semicoltivato già cinquemila anni fa. Poi si è diffuso in tutto il mondo, attraverso l’Asia centrale e il Medio Oriente, fino all’Impero Romano. Il suo nome scientifico è stato dato da Linneo che riteneva che questa pianta da frutto fosse arrivata dalla Persia, che invece era solo una delle tante tappe intermedie della sua diffusione verso l’Europa. Sono stati i romani a diffonderlo fino in’Inghilterra, attraverso il loro impero. Molto ha potuto il clima mediterraneo, perfettamente adatto alla specie. In Grecia, il pesco era già conosciuto nel IV secolo avanti Cristo. In Italia la coltura è arrivata nel I secolo avanti Cristo, mentre in America fu introdotta dai colonizzatori spagnoli dopo la scoperta dell’America. Poi è toccato ai padri pellegrini diffondere le varietà rimaste in Inghilterra. Le varietà moderne derivano, però, da un’unica varietà cinese “Chinese Cline” importata negli Stati Uniti nella seconda metà dell’Ottocento e progenitrice di quasi tutte le varietà attualmente coltivate nei paesi occidentali. Benché la tecnica dell’innesto fosse già conosciuta dai greci il pesco veniva propagato attraverso i semi che erano di più facile trasporto. Dopo alcune generazioni ed il relativo adattamento il pesco cominciò a differenziarsi: le pesche a polpa bianca erano tipiche della Francia, mentre quelle a polpa gialla i erano caratteristiche della Spagna.

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A G R I C O LT U R A O G G I R O B E R TA M A R E S C I


IL CHIANTI COLLI FIORENTINI VA IN RUSSIA Il Chianti Colli Fiorentini DOCG è stato tra i protagonisti dell’appuntamento Simply Italian – Great Wines a Mosca e San Pietroburgo. Il Consorzio, presente attraverso Cantina Sociale Colli Fiorentini, Castello di Poppiano, Catelvecchio, Fiano, Il Corno, La Querce, Lanciola, Malenchini e SanVito in Fior di Selva, non ha voluto rinunciare alla possibilità di partecipare a workshop, degustazioni guidate e incontri con importatori, distributori ristoratori e retailer di un paese così importante, per le esportazioni come la Russia. “Il mercato russo – ha commentato la presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini Marina Malenchini – offre grandi opportunità, in particolar modo per quanti, come noi, hanno una spiccata vocazione verso l’export di vini italiani di qualità”. Il Chianti Colli Fiorentini DOCG, è un vino molto apprezzato all’estero, sia per le sue caratteristiche di leggerezza ed eleganza, unite a note acide che conferiscono dinamismo e un gusto caratteristico, sia per l’alto valore simbolico che il collegamento con Firenze, una delle città più ammirate al mondo, gli conferisce. Info: www.chianti-collifiorentini.it

CALEIDOSCOPIO

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NUOVO GUSTO PER IL PECORINO ROMANO Bilancia, fegato, anima e da oggi anche cuore. Il Pecorino Romano DOP fa sempre meglio alla salute, grazie anche ad una nuova gamma con meno sale dal Consorzio del Pecorino Romano. “Si tratta - ha detto il presidente del Consorzio, Gianni Maoddi - di un pecorino speciale, che manterrà la Dop: avrà un livello massimo di sale del 5 per cento, ma arriverà a breve anche al 4 per cento. La nuova produzione sarà riconoscibile attraverso un’etichetta del Consorzio che garantirà al consumatore queste caratteristiche”. In produzione entro il 2012 accanto a quello tradizionale, il nuovo Pecorino sarà più dolce e gradevole, mantenendo inalterati i suoi elementi distintivi. Andrà così incontro alle esigenze del mercato interno - che chiede un prodotto meno saporito – e al tempo stesso soddisferà le linee guida del Ministero della Salute, che consigliano un uso moderato del sale. “Ottanta grammi di questo Pecorino Romano DOP in abbinamento alla verdura o alla frutta - ha spiegato la nutrizionista Samantha Biale - possono essere una valida alternativa alla carne o al pesce anche per chi vuole fare pasti più bilanciati in sodio. In questo modo potranno concederselo con più tranquillità due o tre volte a settimana”. Info: www. pecorinoromano.net

“PREMIO INTERNAZIONALE DEL VINO 2012” AL LAMBRUSCO OTELLO DELLE CANTINE CECI Otello Nero di Lambrusco delle Cantine Ceci, con sede a Torrile di Parma, si è aggiudicato uno dei più prestigiosi riconoscimenti dell’enologia, il “Premio Internazionale del Vino 2012”. Tenacia e sperimentazione hanno valso all’Azienda la conquista di questo autentico Oscar enologico nella categoria Migliore Innovazione del Vino alla tredicesima edizione del Premio organizzato da Ais e Bibenda all’Hotel Rome Cavalieri di Roma. Un evento che segna la storia del Lambrusco, da sempre considerato uno dei vini meno nobili, ma che sta vivendo, grazie all’impegno di produttori come Cantine Ceci, una nuova era, affermandosi nell’olimpo dell’enologia italiana. Otello Nero non è nuovo a prestigiosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, da non dimenticare infatti che è stato il primo Lambrusco in assoluto a ricevere il massimo punteggio su una guida, contribuendo così ad una nuova cultura del vino emiliano che ad oggi, è uno dei più richiesti all’estero. Info: www.lambrusco.it


CALEIDOSCOPIO LE CONSERVE DELLA NONNA: BUONE ANCHE PER L’AMBIENTE!

UN CONCORSO PER I 100 ANNI DI FINI

L’ACETO CHIEDE LA PROTEZIONE PER IL TERMINE ‘BALSAMICO’

Fini festeggia il proprio centenario con un concorso dedicato a tutti. Giocare è semplicissimo: basta acquistare una confezione di pasta “La Selezione Fini” o una bottiglia di Aceto Balsamico di Modena IGP con la coccarda del concorso e scoprire il codice di gioco. Per tentare la fortuna e vincere subito un cesto con deliziose proposte di pasta e condimenti Fini, basta iscriversi al Club Gastronomico e inserire il codice di gioco nella sezione dedicata al concorso. Anche coloro che non avranno vinto, parteciperanno all’estrazione del Super Premio Finale: una Lambretta LN 125, personalizzata nel colore blu cobalto del marchio Fini. Durata del concorso: dal 02.05.12 al 09.08.12. Estrazione finale: entro IL 31 AGOSTO 2012. Valore montepremi: 6.150,00 €. Info: www.finimodena.it

Troppe le contraffazioni all’estero per un settore che esporta l’85 per cento dei volumi. Sollecitata l’azione del Governo. Per questo i Consorzi per la tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio-Emilia DOP hanno presentato i risultati di un progetto per la tutela e la valorizzazione di questi tre prodotti a denominazione protetta. Il progetto, svolto con la collaborazione e il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è partito dalla constatazione che un numero crescente di prodotti imitativi sta minando l’economia e i risultati dei produttori del vero Balsamico di Modena che costituiscono un fiore all’occhiello della produzione agroalimentare italiana di qualità, sia per immagine che per volumi. In particolare, l’Aceto balsamico di Modena IGP si posiziona tra le prime dieci denominazioni italiane, con una produzione che nel 2011 ha superato i 95 milioni di litri, ma soprattutto con un export dell’85 per cento, che lo pone al vertice di tutte le IGP e DOP nazionali. Il fenomeno ha raggiunto livelli di allarme: Nomisma ha stimato che nei soli centri commerciali USA la quota di prodotto contraffatto supera il 20 per cento, e per questo il Ministero delle Politiche Agricole ha deciso di dare il proprio sostegno ai Consorzi dei produttori. Info: www.consorziobalsamico.it

CALEIDOSCOPIO

Tutti i deliziosi prodotti delle “Conserve della nonna”, le proposte di pasta fresca Fini, le raffinate ricette della linea La Selezione Fini, le golose puree Gusta La Frutta: si possono trovare con tutti gli altri prodotti a prezzi speciali nel nuovo negozio presso lo storico stabilimento di via Albareto 211 a Modena (orari di apertura: dal martedì al venerdì 15.30-18.30, sabato 9-11.30). “Le conserve della nonna” portano in tavola tantissimi prodotti, tutti preparati nel rispetto delle tradizioni e con ingredienti di prima scelta, per mantenere tutto il gusto genuino, la corposa consistenza e il profumo naturale delle conserve fatte in casa. Una gamma ampia che ti accompagna dalla colazione alla cena facendo riscoprire i piaceri di una volta! Tra gli ingredienti delle Conserve della nonna c’è anche il sole! Info: www.leconservedellanonna.it

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o FOTOSINTESI

OLTRE LE BIO-ILLUSIONI ROBERTA FILIPPI

Il racconto di un evento culturale d’avanguardia

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Salute, prevenzione, eccellenze, economia: questi i temi dell’evento culturale “Oltre le bio-illusioni”, una collaborazione tra l’Università di Teramo e Karpòs.

I protagonisti del convegno “Oltre le bioillusioni”: da sinistra Michele Carruba, Antonio Calò, Paolo Bruni, Duccio Caccioni, Samantha Biale, Michele Pisante, Renzo Angelini e Luciano Trentini

Oggi, quello che mangiamo e abbiamo comprato in un piccolo negozio o in un supermercato, è stato prodotto grazie a studi applicati e a innovazioni quasi sempre sconosciute al grande pubblico. Questo significa che sono centrali per la nostra vita le competenze di agronomi, patologi, entomologi, chimici, tecnici, medici, nutrizionisti. Senza la loro interazione non è possibile nessun miglioramento del virtuoso circuito produzione-alimentazione-prevenzione-salute. Senza una buona comunicazione il “tour de force” dei saperi alleati per migliorare la nostra alimentazione, arrivando ad un pubblico distratto, non avrebbero modo di materializzarsi in stili di vita compatibili e consapevoli. A partire da queste considerazioni Università di Teramo e Karpòs hanno organizzato il 31 maggio un evento culturale intitolato “Oltre le bio-illusioni”, chiamando a confronto autorevoli esperti del settore, con l’obiettivo di diffondere una nuova cultura sulla nostra alimentazione. Non si è trattato di un semplice convegno, bensì di un “work in progress culturale” proposto da una rete di intelligenze che si va formando intorno a Karpòs e alle migliori Università, che ha l’obiettivo di far scendere la verità e le responsabilità sul terreno


60 (altezza media dello sguardo delle massaie) ed è auspicabile comprare non solo “in base al prezzo o alla simpatia ma sarebbe meglio comprare italiano e di stagione”. Non nascondiamoci inoltre dietro alla credenza che il pesce sia caro: “Non si deve pensare solo all’orata o al branzino, ma iniziamo a comprare il pesce azzurro, meno caro e ricco di grassi preziosi”. La dott.ssa Biale cerca inoltre di sensibilizzare l’acquisto ragionato: attualmente non esiste un’acqua minerale migliore dell’altra; tendenzialmente tutte le acque sono oligominerali (50/100 mg/litro). La migliore è quella che ha la fonte più vicina al proprio supermercato. Come migliori sono le uova delle galline non allevate in batteria. Vi è inoltre l’ossessione per la carne magrissima e completamente rossa: “Queste caratteristiche sono sintomo di un animale nutrito forzatamente, delle striature di grasso fanno solo bene”. E a sfatare il concetto che “mangiamo meno frutta perché troppo cara” ci ha pensato il Direttore del CSO e vicepresidente AREFLH Luciano Trentini. Mediamente al giorno spendiamo 2 euro in frutta che, tradotto per anno, vuol dire una spesa per ogni famiglia media di 600 euro all’anno. Nulla a confronto di quanto spendiamo per la colazione al bar, considerando i 2/3 caffè a mattina e all’irrinunciabile cornetto. L’Italia è inoltre il primo paese produttore in Europa: produciamo soprattutto frutta e ortaggi. “Dobbiamo imparare a conoscere la disponibilità, la stagionalità, le eccellenze dei nostri prodotti – dichiara il dott. Trentini - manca la comunicazione e attraverso Karpòs potremo raggiungere l’obiettivo.” Comunicazione, dunque. Ma anche formazione e ricerca perché “educare, informare, formare e riqualificare sono le basi del nostro futuro” evidenzia il prof. Michele Pisante, prorettore e ordinario di agronomia e coltivazioni erbacee alla facoltà di agraria dell’Università degli Studi di Teramo. Abbiamo qualità eccellenti e soprattutto un profilo etico per preservare le future generazioni: partiamo quindi dalla conoscenza e dalla consapevolezza dei prodotti italiani. Ricollegandosi al concetto di apertura, il prof. Antonio Calò presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, ha dichiarato che “siamo non solo quello che mangiamo ma anche quello che beviamo”. Dovremmo tenere in somma considerazione i valori legati al bere che ci provengono da informazioni corrette. Uno di i

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della nostra alimentazione. Ciò che segue rappresenta uno dei possibili racconti a partire da una ricchezza di contenuti che necessiterebbero di ben altro spazio. Partendo dalla provocazione “noi siamo quello che mangiamo” con la quale ha esordito Duccio Caccioni, moderatore dell’evento, il prof. Michele Carruba ha fotografato la nostra società sottolineando che ogni alimento che immettiamo nella bocca si trasforma in salute o in malattia. Se mangiamo bene abbiamo una vita, una salute, un benessere, viceversa si trasforma in malanno. A livello mondiale ci troviamo di fronte a una popolazione che è in sovrappeso, addirittura l’11 per cento di persone sono obese. Il modo di alimentarsi è fondamentale per prevenire il 35/40 per cento dei tumori legati alla cattiva alimentazione. Ci sono cibi che possono essere protettivi e cibi che possono indurre a malattie, se consumati in eccesso. Generalmente commettiamo due grossi errori: ingeriamo poca frutta e poca verdura e troppi grassi. “Dobbiamo correggere questi errori nella popolazione ad esempio grazie alla dieta mediterranea che prevede 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. La dieta mediterranea in assoluto è quella che ha un impatto migliore sulla salute. Un bambino obeso ha l’80 per cento di probabilità di rimanere obeso da adulto”. Non dobbiamo tradurre questo dato solamente immaginando che in futuro saremo tutti più grassi ma dobbiamo fare i conti anche con l’economia: 28 sono i miliardi di euro ogni anno vengono spesi per la salute. Il SSN paga il 60 per cento ma il 40 per cento è a diretto carico per le persone affette da queste patologie. Basterebbe mezz’ora di cammino al giorno per ridurre il rischio di mortalità di 3 volte rispetto a chi non fa movimento fisico. Carruba ha concluso il suo intervento ricordando il grande appuntamento di Expo 2015 a Milano: “Abbiamo una grande occasione per alfabetizzare un consumatore che va sensibilizzato su stili alimentari più attenti alla salute. Per raggiungere questo obiettivo saranno decisive alleanze con riviste come Karpòs, progettate per dialogare a 360° con la contemporaneità.” In aggiunta agli errori espressi dal prof. Carruba, ci sono quelli elencati dalla dott.ssa Samantha Biale che spiega in maniera molto semplice ed intuitiva che quando andiamo a fare la spesa non dobbiamo farci sedurre solamente dai prodotti disposti abilmente dai responsabili marketing all’altezza di 1 metro e

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FOTOSINTESI

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questi valori fondamentali è il collegamento tra il vino e la sua zona di produzione. Un consumatore consapevole trasforma il vino in un alimento straordinario ma il vino accompagna ancora meglio il pensiero, e pensando col vino s’impara non solo a sorseggiare riflettendo ma anche a riflettere sorseggiando. Il prof. Calò ha concluso con una chiosa: “Tutti sappiamo i danni che provoca il vino a stomaco vuoto, ma ci siamo mai posti l’interrogativo dei danni provocati dal bere vino con testa vuota”. La questione etica è stata ribadita nell’intervento del cav. Paolo Bruni , presidente della Confederazione Generale delle Cooperative Europee. “Abbiamo – ha precisato fin dall’inizio - una responsabilità importante che noi specialisti, tecnici e politici del settore agroalimentare ci siamo presi di fronte a tutti i cittadini: produrre cibo di qualità per tutti e fare uno sforzo affinché la sana alimentazione divenga uno standard riconosciuto e praticato. Sul primo aspetto del problema il nostro sistema ha ben funzionato. Sul secondo ci sono dei ritardi da colmare. I 127 miliardi di fatturato del nostro settore agroalimentare nel 2011 sono una eccellente performance, nonostante un trend in lieve calo del 2011 (-1,5 per cento) che interrompe una progressione positiva che dal 2000 ad oggi ha visto una crescita del +10,4 per cento”. Le latenze e le omissioni sulla corretta informazione, riscontrabili ad ogni livello, sono invece inaccettabili per un Paese come l’Italia che fa della qualità del cibo un valore che trascende la mera alimentazione. “Per esempio – conclude Bruni - sul cibo biologico, nel recente passato, sono state fornite informazioni di dubbia consistenza scientifica, spesso contro l’agricoltura che sfama realmente le persone. Sono errori che potremmo benissimo evitare: va invece riconosciuto al biologico il merito di avere stimolato una coscienza e una sensibilità che ci ha portato ad integrare l’agricoltura tradizionale con l’ottimizzazione dell’utilizzo della chimica. Quindi dovremmo, al posto del fondamentalismo alimentare, praticare l’arte del confronto serio, critico ma anche costruttivo”. Renzo Angelini in sintonia con gli interventi ascoltati ha sottolineato che l’anello mancante della filiera alimentare sembra essere la corretta comunicazione al consumatore. La forte innovazione che ha permesso all’agroalimentare italiano di essere riconosciuto

nel mondo (e spesso imitato) non è percepita dal consumatore italiano e, come tale, non crea valore. A tal riguardo “l’uscita sul mercato di Karpòs – ha detto Angelini – rappresenta un segno di discontinuità con il passato che dovrebbe essere sostenuto da tutta la filiera”. Per la prima volta uno strumento di comunicazione al passo con gli standard editoriali più sofisticati si propone come interfaccia con un pubblico che sarà sempre più interessato a trasformare ciò che mangia in valori cognitivi. “E proprio nella prospettiva di creare valore – ha ribadito il direttore editoriale della rivista - abbiamo privilegiato la parola dei veri esperti ovvero di chi ha dedicato la propria vita allo studio e alla soluzione dei problemi veri. Grazie al loro sapere vorremmo demolire i miti ingannevoli sul naturale e sui luoghi comuni che spadroneggiano tra la gente. Non sarà un lavoro facile ma partire con un network di intelligenze, unite nel raggiungimento di un obiettivo così strategico , è una novità straordinaria in un Paese come il nostro, sempre diviso sulle questioni fondamentali e per questo oggi bisognoso di messaggi positivi”.

Roberta Filippi Giornalista

KARPÒS ON LINE Tutto il mondo Karpòs, dagli eventi culturali alla rivista, dalle immagini ai video dei protagonisti fino alla rassegna stampa è consultabile sul sito www.karposmagazine.net.


Mille allevatori, 60mila mucche italiane. La passione per il latte la alleviamo ogni giorno.

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IL PROSCIUTTO DI PARMA: un concentrato di bontà e salute per un’alimentazione sana ed equilibrata Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha presentato l’indagine sui valori nutrizionali del Prosciutto di Parma condotta di concerto con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) e l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) allo scopo di informare adeguatamente il consumatore per sostenerlo nella fase di acquisto e aiutarlo a fare scelte consapevoli, sicuri di offrire al contempo un prodotto con intrinseche garanzie di sicurezza e affidabilità. I risultati dell’indagine sono stati raccolti nella pubblicazione “Benessere e alimentazione”, cui hanno collaborato INRAN, SSICA e il Prof. Marco De Angelis, docente di Scienze Motorie e Scienza dello Sport presso l’Università di Parma. Il Prosciutto di Parma si dimostra inoltre un ottimo alimento che aiuta a combattere e inibire l’azione dei radicali liberi, principale causa di invecchiamento e malattie degenerative, e a ripristinare l’equilibrio fisiologico dell’organismo, grazie alla presenza di antiossidanti naturali come la vitamina E e il selenio. Info: www.prosciuttodiparma.com CALEIDOSCOPIO

IL PROSECCO ALLA CONQUISTA DELLA CINA

138 USSEGLIO TORNA CAPITALE DELLA TOMA Torna per il XVI anno consecutivo l’appuntamento con la Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d’Alpeggio. Due weekend dedicati al gusto dal 13 al 15 luglio e il 21 e 22 luglio con un unico grande protagonista, la toma, regina della valle, accompagnata dal salame di Turgia e dalle migliore selezione di prodotti caseari ed eccellenze italiane. Usseglio, la location dell’evento: un piccolo paese delle Valli di Lanzo situato a 1300 mt di quota e a 60 chilometri da Torino. Tra le novità il 1° Concorso Nazionale di Scultura su Toma. Cuore della manifestazione, come sempre, la Mostra Mercato con 100 produttori provenienti da diverse regioni italiane pronti a proporre degustazioni di formaggi e di prodotti tipici, oltre che ad esporre oggetti di artigianato e delle tradizioni locali. I formaggi del Paniere della Provincia di Torino saranno in degustazione insieme ad altri prodotti caseari d’eccezione come Fontina d’Aosta, Tête de Moine, formaggi della Val Camonica, caprini, Testun, Murazzano, Roccaverano, Castelmagno... Info: www.sagradellatoma.it

China Daily, uno dei principale giornali cinesi, ha pubblicato oggi uno speciale sul Prosecco DOP che la Cina ha da poco iniziato ad apprezzare. L’articolo analizza la situazione economica in Europa e in Italia, e sostiene che il comparto vinicolo italiano è in buona saluta e rappresenta l’industria che meglio di altre può far fronte alla crisi economica che affligge il Vecchio continente. “Il Prosecco in questo momento sta vivendo un momento felice. Anche in Cina le richieste iniziano ad essere consistenti e riteniamo, nel 2013, di raddoppiare le esportazioni verso Pechino e Shanghai. Secondo il centro ricerche inglese International Wine and Spirit Research, la Cina sta per diventare il primo mercato per consumo complessivo di vino: nel 2016 verranno consumati nel Paese del dragone oltre 3 miliardi di bottiglie. Questi sono dati che devono far riflettere – affermano nell’articolo pubblicato da China Daily i responsabili dell’azienda Battistella, casa vinicola veneta produttrice di Prosecco DOP d’alta gamma, intervistati in qualità di portavoce del mondo dei produttori di vino italiano a denominazione protetta. Info: www.proseccobattistella.com


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In Sicilia, in particolare, vengono coltivate varietà specifiche, particolarmente adatte alla produzione di patate novelle. La loro coltivazione risale ai primi anni del ‘900, nella fascia costiera ionica catanese. Da allora, la patata novella siciliana ha visto incrementare le superfici coltivate, dislocate soprattutto lungo le zone costiere delle province di Messina, Siracusa e Catania, anche se negli ultimi decenni la coltura si è diffusa nelle zone costiere di Ragusa e Caltanissetta. “La situazione della coltura delle patate novelle Selenella in Sicilia, presenta complessivamente una certa “tardività” giustificata da un andamento climatico sfavorevole - spiega Giacomo Accinelli, Tecnico Agronomo del Consorzio delle Buone Idee - In questo momento la coltura nelle varie aziende agricole è sana e non presenta alcun tipo di malattia. Abbiamo inoltre già effettuato il primo trattamento di concimazione fogliare per la somministrazione del selenio. Dai primi dati delle aree coltivate in Sicilia, la superficie investita dovrebbe aver subito una flessione rispetto al 2011 di circa il 50%, mentre si aspettano rese produttive di circa 250/300 qli/ha, quindi più scarse rispetto alla norma. La produzione siciliana contribuisce a far ottenere a Selenella patate novelle pari a 2500 tonnellate. Info: www.selenella.it/

“SMART PROTECTION BY BASF”: la giusta risposta per le filiere agroalimentari Cresce la richiesta di produzioni agricole sostenibili, che garantiscano cibi sani nel rispetto dell’ambiente. I programmi “Smart Protection by BASF” aiutano l’agricoltore a soddisfare le esigenze delle moderne filiere, massimizzando il proprio reddito. Agli agricoltori si richiedono oggi produzioni ottenute grazie a pratiche agricole sostenibili nel tempo, a garanzia del rispetto dell’ambiente e delle aspettative del consumatore, in materia di residui. BASF offre competenze tecniche specifiche e programmi di difesa che aiutano l’operatore agricolo ad essere competitivo in un mercato in continua evoluzione. “Smart Protection by BASF” permette di integrare al meglio i benefici dei più evoluti agrofarmaci tradizionali e quelli dei più efficaci prodotti naturali. Il risultato si traduce in una maggiore qualità dei raccolti. Inoltre, i programmi “Smart Protection by BASF” permettono di pianificare in maniera più flessibile le tempistiche di raccolta. Specifici programmi di difesa sono già stati realizzati per colture quali pomodoro, fragola, lattuga, uva da vino e uva da tavola. Info: www.agro.basf.it

OSCAR DEL VINO 2012: delle tenute la Montina Nomination per il Franciacorta DOCG Vintage 2005 Riserva Extra Brut delle Tenute La Montina di Monticelli Brusati, che è fra i tre candidati selezionati per l’Oscar del Vino 2012 nelle sezione Miglior Vino Spumante, dedicata ai migliori spumanti italiani che hanno conquistato i lettori di BIBENDA per qualità, eleganza e grande piacevolezza. “Il lavoro dei fratelli Bozza e del loro staff ha portato negli ultimi anni le La Montina – così si legge nella motivazione - ai vertici della qualità del nostro Paese, grazie a una produzione che rispecchia in pieno le caratteristiche peculiari dell’area nord orientale della Franciacorta, caratterizzata da terreni collinari calcarei e argillosi e da un clima mitigato dai benevoli influssi del vicino Lago d’Iseo”. Le premiazioni si sono svolte il 28 maggio, all’Hotel Rome Cavalieri di Roma, nel corso della Serata degli Oscar del vino 2012. Info: www.lamontina.it

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LE PATATE NOVELLE “SELENELLA”: buone notizie dalla Sicilia

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ANTEPRIMA N° 4

NUTRIMENTI TRE GIORNI DI SCIENZA, COSCIENZA E CONOSCENZA BOLOGNA 13-16 SETTEMBRE

KARPÒS

Massimo Rinaldi Ceroni BIODIVERSITÀ Il tarassaco, umile ma pieno di benefiche virtù

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AGRICOLTURA OGGI Frutti di bosco (piccoli frutti)

ALIMENTAZIONE E STILI DI VITA

Luigi Caricato GEOGRAFIE DELL’OLIO Viaggio nell’Italia oliandola (2)

Lamberto Cantoni FOTOGRAFIA E NATURA Nuvole Nicola Calabrese ALIMENTAZIONE E COLTURE Lo zucchino, dall’America con sapore

COVER STORY NUTRIMENTI 4 giorni di eventi culturali sull’Alimentazione a Bologna A. Del Prete, A. Federico, C. Lo Guercio ALIMENTAZIONE E SALUTE Se hai fegato, mettiti a regime Giovanni Ballarini ALIMENTAZIONE E SOCIETÀ Un’irresistibile voglia di cibo fresco


Lamberto Cantoni STILI DI VITA Cibo e bellezza Renzo Angelini AMBIENTE RURALE E PAESAGGIO Rajasthan, dai Maharaja al mercato globale Simona Gavioli ARTE E NATURA Il corpo sostenibile

Daniele Tirelli COVER STORY Alla conquista di Conegliano Veneto

COMITATO SCIENTIFICO Giovanni Ballarini Presidente Accademia Italiana della Cucina Paolo Balsari DEIAFA, Università degli Studi di Torino Corrado Barberis Presidente Istituto Nazionale Sociologia Rurale - INSOR Alessandro Bertaccini Urologo, Università degli Studi di Bologna Samantha Biale Nutrizionista di “Occhio alla spesa” e “Linea Verde”, giornalista, diet coach Cav. Paolo Bruni Presidente Cogeca (Confederazione Cooperative Agroalimentari Europee) Giorgio Cantelli Forti Presidente del Polo Scientifico-Didattico di Rimini, Alma Mater Studiorum-Università degli Studi di Bologna Ettore Capri Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale Università Cattolica del Sacro Cuore (PC) Luigi Caricato Olio Officina Michele Carruba Direttore del Centro di Studi e Ricerca sull’Obesità dell’Univertità degli Studi di Milano Dario Casati Prorettore Vicario Università degli Studi di Milano Federico Castellucci Direttore Generale Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) Sergio Coccheri Professore Ordinario di Malattie Cardiovascolari dell’Università di Bologna On. Paolo De Castro Presidente Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Ambrogio De Ponti Presidente Unaproa Roberto Della Casa Università degli Studi di Bologna, Polo di Forlì Carlo Fideghelli CRA - FRU (Centro di Ricerca per la Frutticoltura, Roma)

Maurizio Gardini Presidente FedagriConfcooperative Maria Lodovica Gullino Centro Agroinnova, Università degli Studi di Torino Giovanni Lercker Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Università degli Studi di Bologna Vitangelo Magnifico Già Direttore Centro di Ricerca per l’Orticoltura, Pontecagnano (NA) Alberto Marcomini Scrittore e giornalista Ornella Melogli Istituto Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, San Raffaele, Milano Antonio Pascale Scrittore Walter Pasini Direttore Centro Travel Medicine and Global Health Corrado Piccinetti Facoltà di Scienze, Università degli Studi di Bologna Michele Pisante Agronomia e Coltivazioni Erbacee, Università degli Studi di Teramo Gianfranco Piva Università Cattolica del Sacro Cuore (PC) Francesco Salamini Fondazione Edmund Mach, San Michele all’Adige (TN ) Mons. Prof. Marcelo Sànchez Sorondo Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Silviero Sansavini DCA – Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna Claudio Scalise SG Marketing Agroalimentare Bologna Attilio Scienza Di.Pro.Ve. Dipartimento di Produzione Vegetale Università degli Studi di Milano Daniele Tirelli IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione, Milano Luciano Trentini Vicepresidente AREFLH (Associazione delle Regioni Europee Ortofrutticole)


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CALEIDOSCOPIO IL GRASSO È IL SESTO SAPORE ? Una recente ricerca inglese afferma che il grasso sarebbe il sesto sapore. Quindi ai tradizionali quattro (acido, amaro, dolce e salato), non solo si è venuto ad aggiungere negli anni l’umami (ripreso in italiano con l’indefinibile “sapido”), ma oggi ci troveremmo davanti un’ennesima new entry. La ricerca giustifica la promozione del grasso a sesto sapore sulla base della scoperta di uno specifico recettore. “Se l’esistenza di un recettore è condizione essenziale, non è probabilmente sufficiente a definire un sapore - afferma Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori e professore di Analisi sensoriale in varie università italiane ed estere - E’ infatti fondamentale è che si abbia coscienza del sapore, il che può dipendere anche dalla cultura di riferimento.Tra le teorie più affascinanti che stiamo verificando c’è quella che vorrebbe il gusto essere una specializzazione del tatto e l’olfatto a sua volta una specializzazione del gusto. Questi tre sensi avrebbero quindi delle parentele forti, il che aiuterebbe a spiegare molti fenomeni di interazione”. Info: www.assaggiatori.com

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L’ORTOFRUTTA ITALIANA STA CAMBIANDO

144 PARMIGIANO REGGIANO: NUOVO SITO CONTRO LE IMITAZIONI

Con ben 900.000 visitatori entro il 2012 punta decisamente in alto il nuovo sito internet “parmesan. com” lanciato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e realizzato interamente in inglese per raggiungere più facilmente quei consumatori e quei mercati internazionali che già oggi garantiscono il collocamento del 30 per cento della produzione. Il suo nuovo sito web per i consumatori mette in vetrina più di 100 ricette e tante informazioni sulla storia del Parmesan, sull’artigianalità della produzione, sui benefici per la salute. Il sito permette ai consumatori di presentare e valutare ricette, creare link al blog di parmesan.com e alla pagina Facebook e iscriversi per speciali promozioni e omaggi. Le ricette su Parmesan.com includono numerose variazioni di piatti classici, ma anche molti spunti innovativi per aperitivi, zuppe, insalate, portate principali e salse; uno sguardo, poi, all’alimentazione dei bambini con piatti semplici e gustosi, che si affiancano alle ricette di grandi gourmet . Info: www.parmigiano-reggiano.it

L’ortofrutta italiana sta vivendo in questi ultimi anni momenti di forte cambiamento; la produzione di ortofrutta (escluso pomodoro da industria, olive e vite da vino) ha superato nel 2011 i 20 milioni di tonnellate in Italia con una sostanziale stabilità o lieve incremento negli ultimi 10 anni. La PLV ha raggiunto nel 2010 (ultimo dato disponibile) 13,8 miliardi di euro, pari al 34 per cento della PLV agricola, contro gli 11 miliardi di euro del 2000 e un peso sul comparto agricolo del 28 per cento. Gli acquisti totali di ortofrutta sono invece in costante decremento negli ultimi dieci anni. Dal 2000 ad oggi gli acquisti di ortofrutta sono scesi da 9,5 milioni a 8,3 milioni di tonnellate, quelli di frutta da 5 milioni a 4,5 milioni di tonnellate e quelli di verdura da quasi 4,5 milioni a 3,8 milioni di tonnellate. L’export è positivo ma al pari cresce l’import e così si sta riducendo la forbice positiva della bilancia commerciale. Questo il messaggio che emerge dall’intervento di Mario Tamanti, in qualità di Consigliere Delegato di CSO di Ferrara: “Ho voluto analizzare i problemi del nostro settore con un approccio metodologico legato a fatti ed esempi concreti. Abbiamo sempre più bisogno di promuovere i prodotti, comunicando insieme ai consumatori i requisiti plus dell’ortofrutta italiana, come già stiamo iniziando a fare con il progetto “Ortofrutta d’Italia”. Info: www.csoservizi.com


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