S
O M M A R IO
EDITORIALE
LA VISIONE OLISTICA
PAG. 3 PAG. 4
di Domenico Scilipoti
NO AL NUCLEARE
PAG. 10
di Vittorio Marinelli
L’ILLUSIONE DEL TEMPO
PAG. 11
di Valentina Chiarappa
ENERGIA O INFORMAZIONE
PAG.14
di Silvana Cascone
LA CRISTALLIZZAZIONE SENSIBILE
PAG. 17
di Federico Calviello
ABBONAMENTI
PAG. 47
LE COSTELLAZIONI FAMILIARI
PAG. 48
di Raffaele Cavaliere
L’INTEGRAZIONE DELLE SCIENZE
PAG. 20
di Ciro Aurigemma
PAG. 24
di Eaco Cogliani
LA COSCIENZA DI VERITÀ
PAG. 50
di Franco Libero Manco
DEDICATO AD EACO COGLIANI PAG. 22 SINCRONICITA’
VEGETARIANISMO CONSUMO CRITICO
PAG. 52
di Adriano Zaccagnini
UN ESSENO CRUDISTA
PAG. 54
Rossella Sofi intervista TONINO BIANCONI
PAG. 26
di Paola de Paolis
ENERGIA DEGLI ALIMENTI
PAG. 57
di Vally Hans
POESIE aa.vv.
PAG. 29
IL VANGELO DI GIOVANNI
PAG. 30
L’AGLIO
PAG. 58
di Gaetano Tessidan
di Massimo Marinelli
EDUCAZIONE: ULTIMA FRONTIERA
PAG. 32
RUBRICHE
di Giovanna Cambi
I BAMBINI INDACO
PAG. 36
di Danilo Casertano
SALUTE E GUARIGIONE
PAG. 39
di Massimo Marinelli
VINCIAMO NOOOOOI
PAG. 62
PSICOLOGIA
PAG. 64
OGGI
a cura di Massimo Marinelli
PAG. 42
di Matteo Dall’Osso
COMUNICAZIONE CORPOREA di Daniela di Savino
VIVERE CON CURA di Daniela Rosellini
ESSERE ED APPARIRE
PAG. 65
di Pietro Volpe
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LETTURE
Lux Terrae 2
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lux terrae Anno II Numero 3 Periodico Bimestrale GENNAIO - FEBBRAIO 2011 Registrato presso il tribunale di Roma n. 277 / 2010 del 22 Giugno 2010 Numero ROC: 19038 Direttore Responsabile Valeria Masutti valeriama@luxterrae.com Direttore Editoriale Pietro Volpe pietrovo@luxterrae.com Coordinamento culturale Dott. Massimo Marinelli Dott. Pietro Volpe Comitato scientifico Dott.ssa Valentina Chiarappa Dott. Massimo Corbucci Pubbliche relazioni e marketing Luisa Mei Redazione Via Pandino 60 00188 Roma RM redazione@luxterrae.com Pubblicità Pietro Volpe pietrovo@luxterrae.com Grafica e impaginazione Pietro Volpe Distribuzione REDS Distribuzione Via Bastioni di Michelangelo 5/a 00192 Roma Tel. 06.397.45.482 Stampato da: GRAFICHE SAN BENEDETTO SrL Via Vicinale Latina- Località Case Diana 03030 CASTROCIELO ( FROSINONE)
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IL NOSTRO SITO :
Editoriale La comunicazione olistica La democrazia ai giorni nostri ormai è una democrazia mediatica. I media, in primis televisione, poi radio, giornali e quindi internet, determinano il senso della comunicazione e quindi della conoscenza. Un tempo si diceva ‘Conoscere per deliberare’, ora il fenomeno mediatico si impone al di là della conoscenza, che diventa sempre meno cosciente e quindi sempre meno partecipata. Il ‘conoscere’ di un tempo era la possibilità di avere accesso alle informazioni per potere prenderne coscienza. Ai tempi nostri, dove la televisione ha drogato, in tutti i sensi, ogni possibile comunicazione, la conoscenza è divenuta partecipazione, tra l’altro sempre più, emotiva: la comunicazione, da mezzo di trasmissione, si è trasformata in mezzo di consumazione, si è appiattita alla logica del pensiero occidentale, nei quali meandri si disperde, annacqua e ingloba a sua volta ogni referente, disperdendo paradossalmente persino la distinzione tra mezzo, messaggio, contenuto e contenente. Se un tempo era lineare il passaggio di un contenuto da un emittente ad un ricevente, mediato dal mezzo di comunicazione, oggigiorno è il mezzo di comunicazione che è diventato il contenuto, perdendo il significato del messaggio, che, il mezzo di comunicazione, da mediatore tra due oggetti, diviene esso stesso oggetto che ‘spiega’ l’esistenza. Gli oggetti, che sono tra loro in competizione, solamente per inglobare ‘di più e prima’, secondo la logica del consumo, il mezzo, che, a sua volta, ne spiega ontologicamente la loro esistenza , addivengono ‘all’orizzonte degli eventi’ al limitare del momento in cui esistono in quanto attraverso del mezzo, si apra la scintilla della loro esistenza. In questa logica non ha spazio, né tempo, un contenuto che non serve più a nulla. Il contenuto non spiega, non porge, non mostra, non illumina, non asseconda, non manifesta. Non serve più. L’unico dio, l’unico Ente, che assurge a demiurgo, plasmatore di se stesso, è il mezzo. Ecco perché la comunicazione, ai nostri tempi, tempi in cui non si ha più tempo per perdere tempo, e dove è giunto il tempo della previsione dei tempi, è diventata, da espressione e spiegazione degli ‘oggetti’, a ‘Oggetto Unico’, ed in quanto tale non necessitante di altri oltre Sé. Il problema è che questo unico Sé non possiede gli attibuti tali da giustificarne un percorso escatologico, sulla salvezza, o soteriologico, sul bene ed il male, o ermeneutico, in quanto tautologico: E’, senza porsi cosa. Ma se l’Uno di altri percorsi, determina la creazione, questo Uno esistente ne determina l’annichilimento. Quello che è fuori da lui, non è necessario. Ma anche quello che è dentro lui non è necessario, perché lui è il vuoto, l’assenza di ogni oggetto. Se uno credesse nell’esistenza del male, esso potrebbe ‘incarnarlo’ ( ovviamente tra virgolette!). Il tempo della comunicazione, paradossalmente è diventato il tempo della assenza di ogni referente comunicativo, in cui la comunicazione soddisfa se stessa e annichila l’oggetto. Ma ovviamente tale creazione non si è appalesata come Nibiru ( se ne potrebbe forse studiarne la relazione: vediamo se c’è tempo più avanti…), ovvero come un fenomeno improvviso e fuori dalle orbite decisionali e previsionali terrestri. La tra virgolette evoluzione del bioma terrestre, è stata tale che ha generato un percorso esistenziale quale quello che noi pensiamo di vedere. Pietro Volpe
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S P I R I T U A L “Quando anche l’azienda ha un’anima…” di Serenella Ballore
“L’azienda vista come un essere vivente in evoluzione. Un’entità viva, grazie alla cooperazione di tante cellule, unite dall’intento di crescere e crescere bene” S.B. Attualmente lo scenario che riguarda il mondo delle imprese e delle aziende appare sempre più competitivo ed in via d’espansione. È grazie alla elevata professionalità dei manager e degli imprenditori odierni che molte aziende raggiungono in breve ambiziosi indici di mercato ed eccezionali performance in fatto di produttività. Resta sempre di più un ricordo l’antico modello della piccola impresa, nel quale l’azienda si configurava come una grande famiglia. Milioni di euro spesi in forme pubblicitarie spettacolari, stipendi faraonici per conquistare la collaborazione di prestigiosi professionisti iper specializzati (e chi più ne ha più ne metta) ma l’azienda, si sa, desidera aumentare ogni anno il proprio fatturato, la propria crescita e solidità; in altre parole, ambisce ed è determinata ad ottenere il successo ad ogni costo. Ecco quindi che, di qualunque settore si parli, emerge una nuova realtà: nonostante il fascino delle lussuose prospettive incentivanti, economiche e tecnologiche insieme, emerge la difficoltà, per chi muove le file di questi scenari, di mantenere alta, viva ed esuberante la motivazione di coloro i quali-“esseri umani”- partecipano con il loro lavoro e la loro competenza alla realizzazione di successi e traguardi sempre più ambiziosi, minacciati da una crescente e agguerrita concorrenza. Da ciò deriva una considerazione, una dubitativa: non
sarebbe forse il caso di rimettere al centro del microcosmo aziendale “l’essere umano”, prima ancora che il manager, il tecnico e l’amministrativo; l’umano, con la sua coscienza, i suoi sogni, la sua creatività, la sua unicità e la sua voglia di offrirsi manifestando il suo bene e determinando il benessere di altri? “L’essere umano” non diventa obsoleto, non passa di moda e, se vuole, sa farsi ricordare in eterno; non si svaluta come un’auto usata, anzi: aumenta il suo valore con l’esperienza; è in continuo divenire ed ha, se ben motivata, la naturale propensione ad evolvere adeguandosi ed assecondando i cambiamenti di una società dove “l’unica cosa che non cambia è il cambiamento”. Puntare efficacemente sull’umano, quindi, significa consolidare, arricchire e garantire la “storia di un’azienda” che dal passato viaggia verso il futuro attraverso il presente, generato da azioni intrise di umanità, intelligenza creativa e “cuore”. Alla luce di queste semplici e profonde considerazioni, dalla fine del secolo scorso cominciano a nascere nel resto del mondo e in Italia nuove società
I T À NEL MONDO SOCIO-ECONOMICO di fo fformazione, rmazione, tendenti ad inqu inquadrare q adrare l’essere umano come principale protagonista del successo aziendale aziendale. Un nuovo metodo mirato a sviluppare il valore del singolo che, unito a quello di altri, può realizzare un team ed un’azienda veramente unica e speciale. In quest’opera sono coinvolti formatori specializzati (in crescita professionale, nello sviluppo delle risorse interiori e del potenziale umano), team building (lavoro di squadra), psicologia, counseling olistico, coaching, filosofia delle relazioni, esperti della comunicazione consapevole ed efficace, della cultura delle relazioni, dell’arte- terapia e delle arti espressive. Il loro intervento mira a sviluppare il talento ed il valore individuale per poi agevolare l’integrazione del singolo nel team, con la consapevolezza del proprio ruolo e della propria unicità, unicità che raggiunge la massima espressione mediante l’unione del singolo con altri individui altrettanto consapevoli. Sviluppando il senso di appartenenza all’azienda ed uno stimolante spirito di squadra, diviene più facile realizzare sfide apparentemente impossibili e garantire una crescita della società per affrontare sfide future. Il compito iniziale della nuova formazione olistica è quello di individuare, insieme all’azienda, il percorso di crescita. Vengono realizzati, infatti, modelli personalizzati, originali, flessibili ed intercambiabili nel rispetto della specificità di ogni singola situazione.
Di norma i corsi si svolgono in aule -per quanto riprefe f ribilmente si la guarda il lavoro teorico teorico- ma preferibilmente lavora in luoghi situati nel verde. È importante operare in luoghi ove è possibile trovare confortevoli spazi interni, con la possibilità di lavorare all’esterno, a contato con gli elementi, immersi nella natura, dove la quiete e la straordinaria bellezza permettono quell’indispensabile intimità e concentrazione, e possono durare in media da uno a cinque giorni. Chi si rivolge a dette società di formazione, sono tutte quelle aziende che intendono rinnovare lo stile ed il clima aziendale, favorire una rigenerazione di valori innovativi, al passo con le nuove esigenze del mercato, il quale, sempre di più, risente dei cambiamenti generati da una rapida evoluzione umana, che chiede maggiore intuito e slancio, anche nei confronti delle esigenze celate. Sono aziende che desiderano sviluppare un nuovo Know how, l’attitudine a non arrendersi mai e il desiderio di superare limiti e barriere. Un’altra esigenza è quella di superare lo stress generato da decisioni importanti e determinanti, gestire efficacemente l’imprevisto e trasformare i problemi in opportunità. Il lavoro di queste nuove società non sostituisce l’attività di formazione e motivazione aziendale di tipo tradizionale; vuole invece integrare e rinnovare tale lavoro offrendo un’importante marcia in più. L’approccio “olistico” (holos tutto intero) determina così un sostanziale cambiamento nel panorama della formazione orientata allo sviluppo delle risorse umane. L’olismo, grazie alla sua armonica visione di integrazione del corpo, della mente e dello spirito di ogni essere umano, diviene un prezioso strumento che permette di riconoscere e valorizzare l’”Essere umano” in ogni sua parte al di là del ruolo svolto nell’ambito lavorativo, favorendo così non solo un aumento della prosperità aziendale (senza creare
LE NUOVE ECONOMIE Dalle teorie economiche classiche basate sull’esclusivo non monetari fondati sull’altruismo, sul dono, sulla reciprocità per
Il denaro, da semplice “bene strumentale” originato dal bisogno di facilitare l’atto dello scambio, assurge nei tempi attuali a “bene sostanziale”, ovvero, il possesso e l’accumulazione dello stesso si sono trasformati nello scopo ultimo dell’attività umana, ponendo non poche ed irrilevanti questioni relative all’aspetto etico insito nella distribuzione della ricchezza e, dunque, nelle relazioni tra gli individui. Nonostante il sistema odierno delle transazioni economico-finanziarie ci ponga in una realtà in cui il denaro perde persino la sua stessa connotazione tangibile subendo un sostanziale processo di smaterializzazione (come quando il solo pigiare un tasto è in grado di trasferire enormi quantità di ricchezza virtuale da un punto all’altro del globo), il denaro possiede la capacità di condizionare straordinariamente le nostre esistenze. Interpretazioni del concetto di “denaro” In effetti, il concetto di libertà connesso alla positiva condizione garantita dalla possibilità di usufruire di denaro ha, nel tempo, subìto una deviazione interpretativa ed attuativa che ha spinto l’essere umano verso un paradigma gradualmente sempre più individualistico e fortemente egocentrico nel quale perdono rilevanza le connaturate caratteristiche umane attinenti al vivere sociale, quali l’altruismo e la solidarietà. L’estremizzazione della portata delle teorie classiche
dell’economia elaborate da storici economisti come Adam Smith, teorie che individuano esclusivamente nella massimizzazione dell’utilità del singolo agente l’unico fine dell’operare economico di quest’ultimo, sembrerebbe aver condotto all’attuale sistema capitalistico nel quale viene posta massima rilevanza all’accumulazione del capitale, capitale costituente in sé la rappresentazione dell’autonomia dai rapporti sociali di scambio e non più metro di valutazione e misurazione dell’impegno lavorativo occorso al suo ottenimento. Il denaro, dunque, svincolato dal correlativo valore in termini di beni capaci di soddisfare i bisogni umani, si è trasformato in bene in sé, per ottenere il quale l’essere umano è potenzialmente (e non solo) capace di commettere ogni sorta di azione, finanche di scatenare vere e proprie guerre che la storia ci insegna essere, in ogni tempo, lo strumento impiegato affinché l’economia di uno stato possa riprendere vigore e vitalità. Il denaro ha subìto, dal suo lontano esordio risalente alla fine dell’VIII secolo a.C., rilevanti cambiamenti che lo hanno, nel tempo, condotto ad assumere forme tecniche evolute le quali hanno avuto l’effetto di separare sempre più lo scambio dagli agenti economici che lo pongono in atto. Si parla, a tal proposito, di “spersonalizzazione” dello scambio il cui esempio più evidente è l’abbandono, avvenuto nel 1971, del sistema di conversione della moneta in oro, sistema che aveva lo scopo di garantire gli individui del valore intrinseco della moneta.
S EN ZA DE NA R O di Valentina Ivana Chiarappa
interesse personale, il raggiungimento del
all’attuale riscoperta degli scambi bene comune
Denaro e tempo Se consideriamo l’attuale distribuzione delle risorse monetarie, che mostra una netta tendenza all’esasperazione dei due fenomeni sociali della povertà e della ricchezza, con un loro drastico allontanamento in termini di reddito procapite, ci rendiamo conto della grande rilevanza che il denaro possiede per la maggior parte degli individui, importanza causata e sostenuta da imperanti modelli educativi, informazione, mass media e schemi di pensiero. A ciò si deve l’incredibile forza propositiva e trainante (che a volte può rasentare l’illegalità) posseduta dal denaro il quale, però, a ben riflettere, non avendo un valore d’uso (valore del bene connesso al suo uso) caratteristico di ogni tipo di bene, si comporta come un bene sui generis in quanto mostra una fortissima desiderabilità ovvero, utilizzando la terminologia economica, ad esso viene attribuita una elevatissima utilità (unità di misura della soddisfazione ricevuta dall’utilizzazione del bene). Il maestro indiano Aurobindo afferma: “sempre di più, le nazioni che si credono civilizzate definiscono
utile tutto quel che possa apportare, acquisire o produrre denaro; tutto è giudicato e valutato dal punto di vista monetario: è appunto quel che io definisco utilitarismo”. Il grande bisogno percepito di possedere denaro è strettamente connesso al concetto di tempo e di divenire, in quanto tale necessità può essere appagata solo dedicando una parte sostanziale della propria vita ad attività economiche che, oltre a garantire l’acquisizione dei basilari mezzi di sussistenza, possano permettere l’accumulazione di denaro. L’attuale società post-industriale conduce, inevitabilmente, per tale motivo, ad allontanarsi dal tempo presente ed a proiettare la propria esistenza in un’epoca futura (vedi art. “L’illusione del tempo psicologico” Lux Terrae n.2). Dunque il denaro, così come il pensiero, è tempo. L’economia dell’altruismo Lo scambio effettuato per il tramite della moneta sottrae importanza alla relazione interpersonale che sottende lo scambio stesso ed alle motivazioni atti-
Lux Terrae 9
S alto
201 di Fiorella Capuano
l Giardino di Pace Mondiale o Base Terrestre del Nuovo Tempo é un progetto pilota come risposta alla attuale situazione planetaria. Si tratta di un archetipo sociale diverso da qualsiasi altra forma sino ad ora esistita. Certamente nel Giardino si aderisce alla filosofia degli ecosistemi e si prefigge di vivere comunque in modo ecologico, per un mondo totalmente eco-sostenibile e questo allo stesso modo di molti altri sistemi sempre più numerosi in tutto il mondo. Ma qualcosa di completamente nuovo differenzia nella sostanza i Giardini dalle altre strutture organizzative simili: al Giardino si vive un Nuovo Tempo! In modo totalmente pacifico, ci si sottrae dal sostenere e finanziare il sistema della globalizzazione, delle multinazionali e della monocultura
della mente; ci si prepare per lo shift planetario 2012/2013. Il Giardino nasce come momento evolutivo della specie umana. Il salto quantico della coscienza pone l'uomo di fronte ad una scelta definitiva: perseverare nell'errore e distruggere l'intera biosfera o dar seguito ad una svolta epocale per la salvaguardia del pianeta tutto. Lo stallo della Loop Current, "motore" della Corrente del Golfo, causato dalla fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, ha determinato un cambiamento climatico in tutta Europa dove ci sono stati eventi eccezionali come alluvioni e nevicate massicce. In Russia, a causa di grandi ondate di calore e siccità, enormi incendi hanno causato la perdita di un quinto della produzione di grano di tutto il paese. E' in atto una carestia globale. Anche in Italia, migliaia di uccelli sono improvvisamente morti e la stessa cosa é successa inspiegabilmente a un gran numero di pesci. Gli ecosistemi si stanno alterando e questo non possiamo più permetterlo. Quando si parla di possibili catastrofi, ci dicono che Nostradamus ha esagerato nelle sue predizioni. Questo perché spesso é occultato il vero stato planetario in cui siamo. L'istituzione dei Giardini é ormai un passo evolutivo essenziale. Non basta spostare la spazzatura che produciamo, occorre non produrne più. Non si può chiedere la pace nel mondo se si autorizzano i business che fi-
Passaggio dalla biosfera alla Noosfera
Lux Terrae 12
Nuovi Modelli Sociali
I
Q
nanziano le guerre. Non si può promuovere la Pace senza diffondere la Cultura di Pace. Questi sono i veri problemi alla base della regressione sociale e culturale che stiamo vivendo: é da qui che dobbiamo cominciare. I Giardini sono un'università per emancipare e coltivare un nuovo stato della mente, una nuova percezione del corpo fisico, una nuova consapevolezza e integrazione del nostro "Sé" evoluto o - come diciamo - doppio dimensionale. Questo nuovo livello della coscienza segna il passaggio dall'attuale era tecno-sferica alla successiva era psicozoica.
Passaggio biosfera-noosfera
Questo é la base, il fondamento della nuova struttura del mondo (vedi vol. 1 Cronache della Storia Cosmica di José Arguelles - WIP Edizioni).
La Matrice Universale Tzolkin (13 x 20 = 260 unità) I princìpi che governano la creazione hanno rapporti matematici di assoluta armonia e bellezza. La Nuova Legge del Tempo descrive i livelli di sincronicità rispetto all'ordine ciclico naturale. Ci sono 13 Lune in un anno e abbiamo 13 articolazioni principali nel corpo; 20 dita di mani e piedi come 20 aminoacidi del DNA. 13:20 é la frequenza dell'armonia cosmica, della pulsazione del vero Tempo che é Arte, 13:20 é la frequenza sincronica della creazione divina.
La coscienza del singolo evolve e diventa planetaria per la tutela dei diritti biosferici e noosferici Mentre 12:60 é la frequenza entropica (noos = mente, sfera = pianeta). del disordine e della confusione menBisogna coltivare nuovi paratale: dodici irregolari mesi in un anno digmi mentali, nuovi modelli soper misurare gli interessi bancari e il deciali, nuove forme di economia, bito pubblico, sessanta minuti dell'oronuove fonti energetiche... tutto logio meccanico per indicare che siamo per la tutela e la salvaguardia schiavi di un sistema che ci usa senza della Terra. restituirci ne certezze, ne gratificazioni. Il percorso di conoscenza, conSiamo asserviti al falso tempo che ci sapevolezza e evoluzione spiristrozza, induce al suicidio e porta i giotuale dell'uomo, inteso come vani verso l'abuso di droghe, la violenza singolo individuo, é giunto al e la prostituzione. suo termine, il passo successivo é evolvere collettivamente. La Nuova Legge del Tempo suggeriQuesto é il tempo dell'Unificasce una vita al servizio della Terra, in zione, usciamo dal 'tempo é desincronia con la natura, restituisce naro' ed entriamo nel 'Tempo ossigeno alle nostre menti, protegge i é Arte'. I Giardini offrono una nostri cuori, attiva la creatività e libera visione allargata dei nuovi orizil potenziale che é in ognuno. Matrice Universale Tzolkin zonti evoluzionistici. Consolidano un nuovo modello sociale che riflette il cambio Famiglie Terrestri di coscienza dall'archetipo homo sapiens a quello dell'homo noosfericus. L'applicazione pratica della Legge del Tempo con il cambio del calendario delle L'organizzazione sociale del Giardino si basa sulla 13 Lune, costituisce una prospettiva completamente forza cooperativa delle 5 Famiglie Terrestri che si nuova. alternano ogni 5 giorni per pulizia e gestione degli spazi comuni interni ed esterni, dando la possibilità Il cambio del calendario da quello gregoriano al Sin- a ciascuno di esprimere la propria arte nei rimanenti cronario Galattico delle 13 Lune di 28 giorni rap- 4 giorni. Chiunque arriva conosce la propria Identità presenta il portale di accesso per la comprensione Galattica quindi il proprio proposito di vita, il comdella realtà cosmica, pito, la missione personale cioé entrare nello e può, sintonizzandosi stato cosmico con i cicli naturali, atdella mente. tingere alla verità co-
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Holon Planetario Nave del Tempo Terra 2013
ANTROPOCENTRISMO
La visione antropocentrica della vita nel mondo occidentale è un fatto abbastanza recente. Nelle tradizioni antiche, quelle celtiche, sciamaniche, nella cultura egizia, induista e della stessa area del Mediterraneo, vi era una visione unitaria delle cose: gli animali erano visti come componenti la famiglia dei viventi e spesso come messaggeri delle divinità; gli alberi della foresta erano spiriti protettivi della comunità. Un tempo i boschi erano santuari, gli alberi simboli viventi e l’uomo nella natura si sentiva ospite e non padrone. La demarcazione tra il regno minerale, vegetale e animale avviene principalmente a causa di Aristotele che per primo stabilisce una demarcazione attribuendo al mondo animale un’anima sensitiva e agli umani quella razionale. Il mondo occidentale eredita tale visione del mondo al punto da influenzare molti filosofi e la stessa tradizione cristiana.
Gli animali sacri Ma nell’America Latina, ragni, scorpioni e millepiedi erano considerati Divinità della Morte e i gufi e i pipistrelli i loro messaggeri. Inoltre sono venerati il giaguaro ed il serpente. In Cina il leggendario imperatore Keng-Uong è rap-
presentato con la testa bovina bovina, la tartaruga è consi considerata sacra e la tigre, simbolo del principio femminile. In quella Egiziana il Dio della Saggezza si manifesta sotto l’aspetto dell’ibis (l’uccello sterminatore di serpenti) oppure del babbuino, dell’ippopotamo, del toro, della leonessa. Scrive Erotodo nel IV sec. a.C. che in Egitto tutti gli animali erano considerati sacri. Osiride ed Iside (che presiedono alla fecondità degli animali e delle piante) aborriscono il sacrificio di animali. Per la più alta religiosità egiziana gli animali sono lo specchio della divinità. Scrive Porfirio: “Gli egiziani riconoscono che il divino non è presente solo nell’uomo ma è diffuso identicamente anche in tutti gli animali.” Plutarco scrive che tutti gli egiziani pagano una tassa per l’edificazione delle tombe degli animali e che ad ogni bambino era assegnato un animale affinché ne avesse cura per tutta la sua esistenza. In India tutti gli animali sono rispettati: la vacca è considerata sacra, simbolo della luce spirituale e dell’illuminazione interiore. Il serpente e l’elefante sono considerati simboli di saggezza e di forza. Sono venerati il pesce, la tartaruga e il cinghiale nei quali s’incarna e si manifesta la divinità Visnù. Rispettati sono il cigno, le scimmie, il pappagallo, l’avvoltoio.
di Franco Libero Manco
DUE REALTA’ A CONFRONTO
O
L’alimentazione vegetariana nelle antiche culture In Grecia, Orfeo, vegetariano, sacerdote di Apollo, viene raffigurato attorniato di animali affascinati dal suo amore. Tutta la letteratura greca manifesta sentimenti nobili nei riguardi degli animali. Tutti coloro che venivano iniziati ai misteri antichi dovevano essere rigorosamente vegetariani essendo il regime carnivoro nocivo allo sviluppo spirituale. Empedocle diceva che se gli dei non mangiano la carne neppure noi dobbiamo mangiarla. L’uomo, l’essere più simile agli dei deve nutrirsi nel modo più simile a loro: la carne ottenebra la psiche. Se il corpo è il tempio dello spirito non possiamo riempirlo di animali. In paradiso certo non si mangia la carne. C’è una relazione diretta tra alimentazione e crescita spirituale: purezza di cibo produce purezza di mente. Nella Stoa si parla del soffio verde, pneùma, che permea tutte le cose. Per Platone (per il quale una sola anima passa attraverso una pluralità di corpi e di vita) la carne deve essere consentita solo ai soldati in guerra. Per i Veda per ottenere il sapere spirituale occorre essere vegetariani E’ necessario astenersi dal mangiare qualunque tipo di carne perché tale cibo ìm-
plica sempre l’atto di uccidere. La compassione e la liberazione del dolore di ogni essere sono i punti principali della filosofia buddista. La carne impedisce di raggiungere le vie dell’illuminazione. Buddha: “Perché infliggere sofferenza agli altri quando noi stessi cerchiamo di sfuggirla? Si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcune essere vivente”. Zoroastro, riformatore religioso dell’Iran dell’8° a.C. dice:“Chi rinuncia a cibarsi delle carni martoriate avrà lo spirito santo e la verità”. In Egitto i sacerdoti si astenevano da carne e pesce per elevarsi spiritualmente, per rendere più limpida la mente e controllare le passioni. Nella tradizione cristiana S. Girolamo dice: “Meta del cammino spirituale dell’uomo è il ritorno allo stadio originale prima del peccato, per questo è necessario escludere la carne dalla propria dieta che inchioda l’anima al corpo materiale”. Nilo asceta scriveva: “L’alimentazione carnea caratterizza l’uomo decaduto, allontanatosi dalla prima condizione paradisiaca. Il rifiuto di questo cibo non può che contribuire a recuperare lo stato perduto”. S. Clemente Alessandrino: “La carne ottenebra l’anima. Dobbiamo cibarci come Adamo prima della caduta non come Noè dopo il peccato.” Nel Monachesimo digiuno e astinenza assumono carattere purificatorio. Nel bacino mediterraneo del VI secolo a.C. l’alimentazione vegetariana assume carattere non solo catartico ma salvifico. La proibizione del cibo animale e dei prodotti, comprese le uova, libera l’anima dal vincolo del corpo. Alberto Magno, maestro di Tommaso d’Aquino, riteneva che l’astinenza dalla carne e derivati animali fosse una preghiera più intensa ed il mezzo per unire l’anima a Dio. L’enciclopedia cattolica afferma che l’astinenza potenzia le facoltà mentali e predispone all’esperienza contemplativa. L’alimentazione carnea turba la preghiera generando pensieri fuorvianti. Nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947, l’Angelo dice a Maria: “Tu non mangerai
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BIOCENTRISMO
Le leg leggi di Manou, il colegislativo dice leg indiano antico , più evol evoluto, vigente da dal IX a. s d.C. C. al V sec. prescriveva: “Ch C i consente c “Chi l’uccis i io di un l’uccisione essere vivente, chi colpisce, chi ammazza, chi compra e chi vende, chi cucina e chi serve, chi mangia, sono tutti uccisori”. E ancora: “La carne non può essere ottenuta senza uccidere, questo impedisce di raggiungere la pace celeste”. Nelle culture sciamaniche riconoscevano negli animali una sacralità e la presenza dell’anima. L’animale ha natura divina salvifica, protettrice. Si ritiene che il Grande Spirito sia in ogni cosa che esiste. Egli è uno ed è lo stesso per tutto e per tutti. Ogni cosa esistente di materiale e di spirituale è emanazione e manifestazione del Grande Spirito. Ogni cosa è interconnessa con tutto ciò che esiste. Tutto è vita, tutto vibra, animali, alberi, piante, perfino le rocce.
Le vene di Gaia: geobiologia ed edifici ecclesiali
di Antonio Bonifacio
“Ma il Tempio è ben altra cosa che una chiesa: è il luogo magico che trasporta l’essere umano al di là di se stesso. Nel Tempio, l’umano subisce ciò che normalmente è incapace di comprendere; vi prende coscienza di uno stato d’essere che il pensiero razionale non è più capace di formulare. Tutto il mondo già subisce questa influenza nelle grandi cattedrali del nostro Medio Evo. Evidentemente, si cercherà invano questo ambiente magico in San Pietro a Roma, per esempio, che è il prototipo stesso della chiesa e non del Tempio, pur pienamente rispettando certi simboli della Conoscenza” (R. A. Schwaller de Lubicz: La scienza sacra dei faraoni)
“Non esiste alcuna funzione nell’Universo che non possa essere compresa e riconosciuta dall’essere umano nella sua forma umana energetica, fisiologica, psichica e mentale.” (R.A. Schwaller de Lubicz)
I
l noto storico delle religioni Mircea Eliade ha più volte impiegato, nel corso delle sue esposizioni, l’espressione “energia del sacro”, alludendo alla manifestazione o, per meglio dire, alla “irruzione” di una forza “altra” che si dispiega nella manifestazione con quella modalità definita, dal citato studioso, con il termine tecnico di “ierofania”. Per offrire un riferimento concreto e universalmente noto a ciò che può definirsi ierofania, rimandiamo nella circostanza all’esempio del “roveto ardente”, il noto episodio dell’Esodo in cui l’Altissimo si manifestò direttamente al successore di Abramo come fiamma che non brucia. La discesa del “sacro” sulla Terra può avvenire in maniera quindi “occasionale”, come nel caso appena descritto, oppure periodica, seguendo un ritmo calendariale (i cinque giorni epagomeni egizi, l’Avvento cristiano, tempo appunto “benedetto” per le “avventure” etc.), oppure può investire permanentemente un settore della
realtà materiale come i “prodigi” che avvengono nella grotta di Lourdes o in altre sorgenti sacre sparse nel mondo. Qui la qualità terapeutica, di cui si ritengono portatrici le acque, s’interseca inestricabilmente all’esperienza di fede degli astanti la cui partecipazione ai rituali appare vissuta in maniera assai più profonda che altrove. Proprio riguardo a quest’ultima considerazione è lecito chiedersi se può ipotizzarsi una relazione permanente tra un determinato luogo e la manifestazione ierofanica che avviene in esso o comunque, formulando diversamente l’interrogativo, se può ipotizzarsi un rapporto di causalità tra l’orografia dell’ambiente e la manifestazione sacrale fino al punto di renderla possibile, o almeno maggiormente conseguibile, nelle circostanze specifiche offerte dal luogo.
LUOGHI DI CULTO Sappiamo che molti luoghi di culto cristiani, pur antichissimi, si situano su preesistenze pagane o addirittura preistoriche, al punto da potersi immaginare la
Blanche Merz, una delle prime studiose della nuova disciplina, la geobiologia
Walter Kunnen, il riscopritore dell’”energia sacra”
vera e propria sostituzione di un culto sopravvenuto e vincitore, rispetto a una pregressa e ancestrale ritualità. Di fronte ai numerosi esempi che si potrebbero addurre in proposito viene da domandarsi se si trattò di un’appropriazione “politica” di un certo spazio, sottraendolo al culto popolare e facendone scomparire la memoria storica, o piuttosto si tentò di legittimare la sacralità del luogo sostituendo con una nuova “corretta” forma religiosa, la vecchia espressione del sacro. Questo però non è l’argomento che qui c’interessa e su cui indubitabilmente si potrebbero portare molte considerazioni, di opposta e confliggente natura, piuttosto si vuole osservare che la ricerca di un luogo idoneo all’edificazione non è mai stato casuale nell’antichità o frutto di mere considerazioni “profane”, quanto piuttosto il risultato di una valutazione accurata, che comprendeva la lettura dei
segni divini (che indicavano un favore superno), uniti a una serie di coincidenze astronomico-geometriche; esse tutte concorrevano al fine di concretare nel sito prescelto uno “specchio del cielo”. Un terzo elemento sembra dover interessare ulteriormente la valutazione dell’idoneità della località alla sua elezione templare operata sempre attraverso una consacrazione, e, vale a dire, la presenza di determinate caratteristiche del suolo e ancor più del sottosuolo che, naturalmente, dal punto di vista del mondo tradizionale, costituiva parte integrante del sistema di relazioni con il cosmo e in particolare con la sfera degli “inferi”. Un aspetto quindi della realtà sacrale che non poteva essere trascurato riguardo alla ricerca di armonizzazione di tutto il complesso.
ENERGIE DI ORDINE COSMICO E TELLURICO Nella circostanza l’oggetto di queste nostre considerazioni riguarda più esattamente quel tipo di “energie” di ordine cosmico e altresì tellurico che percorrono la Terra e che troverebbero la loro espressione simbolica più aderente nel simbolo fondamentale della loro manifestazione e cioè la “vouivre” e, come si vedrà appena successivamente, tale scelta rivela tutta la sua congruità. La vouivre è una figura scultorea draghiforme che enigmaticamente accompagna “certi” edifici templari e specificamente “certi” punti degli stessi edifici, non assumendo affatto il carattere di mera ornamentazione, ma obbedendo la sua presenza a un requisito quasi d’ordine tecnico. Naturalmente non si tratta nella circostanza di stabilire l’esistenza o l’inesistenza di tali energie (il compito per fortuna non spetta a noi) ma piuttosto constatare se i nostri predecessori vi credettero e se si adoperarono, e con quali modalità, per gestirle secondo i propri fini: in sostanza se i “tracciatori” della sagoma templare considerarono la presenza di tali forze durante l’opera basilare di armonizzazione degli edifici appena invocata precedentemente.
IL DRAGO E LA TIGRE Si potrebbe accostare il lavoro di questi operatori del medioevo, alla ricerca di quelle linee energetiche proprie della disciplina del
Cattedrale di Chartres
MM II SS TT II CC II SS MM OO ((E E VITA V I T A ) E R T S E R R E T A R E X TE EXTRATERRESTRE XTRATE di Alberto Cogliani - Nityanand
SITS M O ECST RE RIR EX TR AT ER S e vogliamo capire profondamente la vita extraterrestre dobbiamo capire l'importanza degli stati di coscienza. Lo studio della coscienza è la chiave di questa comprensione. Per questo motivo il concetto di Exoconsciousness formulato da Rebecca Hardcastle è estremamente importante e divinamente ispirato. Lei si spinge anche oltre, andando ad esplorare la dimensione extraterrestre della coscienza umana: “Esseri Cosmici che noi siamo: il potere del corpo fisico, muove la nostra coscienza in mondi inter-dimensionali dove la nostra eredità di coscienza extraterrestre può essere sperimentata attraverso il viaggio e la comunicazione con regni di coscienza che sono uno con noi”.
La Dichiarazione ‘Mt. Adams’ di Alfred Webre fu anch’essa divinamente ispirata ed ebbe luogo nel corso di un picco di esperienza di coscienza, un momento di divina riunione con esseri ultra dimensionali d'Amore che si manifestarono come una nave di luce nel cielo.
Per questo motivo, la meditazione, il Kundalini Yoga, il Tantra e le altre tecniche mistiche svolgono un grande ruolo nel contatto con altre forme di vita intelligenti nell'universo. Le Scritture di tutte le religioni sono piene di testimonianze di UFO; alcuni contattati nella storia sono stati profeti e maestri spirituali. Il profeta Elia è un esempio di questo. È scritto nell’Antico Testamento che egli è stato portato via in un carro di fuoco nel cielo. Oggi abbiamo l'esempio di Sixto Paz Wells che iniziò a fare meditazione e yoga quando era appena diciassettenne e, a causa di queste pratiche, ha cominciato a ricevere messaggi telepatici ed, infine, ha avuto un incontro ravvicinato con entità di Orione. Inoltre abbiamo naturalmente l’esempio di Giorgio Bongiovanni. Lui veramente connette la realtà mistica con quella extraterrestre in modo indelebile e fa capire all’umanità la vera connessione tra le due realtà. In lui le due esperienze sono sempre state unite nella comprensione che tali entità extraterrestri sono connesse e servono la Coscienza Solare Cristica.
La chiave per comprendere la vita extraterrestre è lo stato di Supracoscienza chiamato Turiya e la chiave per vivere il primo contatto è la meditazione I quattro stati di coscienza Alcuni contattati come Bongiovanni hanno le loro esperienze di contatto in uno stato di supracoscienza. In effetti, la verità è che vi sono esseri ultra dimensionali che fanno permanentemente esperienza di stati di coscienza molto elevati: questa è la chiave per comprendere il loro sorprendente livello di evoluzione e la loro capacità di muoversi nello spazio e nel tempo, passato e futuro. Anche su questo pianeta ci sono stati esempi di tali entità altamente evolute: Paramahansa Yogananda e Baba Muktananda Paramahansa. Questi due grandi maestri mistici del nostro tempo potevano visitare altri pianeti e dimensioni a volontà, perché essi erano stabiliti nel cosiddetto stato Turiya. Questo è chiamato in sanscrito lo stato di coscienza ‘Sahaja’, cioe’ lo stato spontaneo e naturale di meditazione e veglia allo stesso tempo, in cui il mistico è sveglio, ma anche in profonda meditazione e supracoscienza. Ci sono quattro stati di coscienza: lo stato di veglia, lo stato di sogno, lo stato di sonno profondo e lo stato di Turiya (profonda trance, stato raggiunto attraverso la meditazione). Baba Muktananda praticò il Siddha Yoga con un grande Siddha Guru chiamato B h a g a w a n Nityananda. Muktananda infine raggiunse lo Stato di Realizzazione del Sé, il che significa che ha unito tutti e quattro gli stati di coscienza. Egli raggiunse e realizzò in
modo permanente in se stesso lo stato di coscienza ‘Turiya’ attraverso il Siddha Yoga. Per questo motivo egli era onnisciente ed era in contatto con tutto il Cosmo. Egli poteva visitare la luna, le stelle e anche il Siddha Loka e altre sorprendenti dimensioni. Egli affermò la realtà e la verità della vita extraterrestre nel cosmo. Muktananda fece nove ore di meditazione e tecniche di Siddha Yoga al giorno per nove anni consecutivi, dopo avere praticato altri yoga per venticinque anni. La Meditazione è la chiave del primo contatto La chiave per contattare altre forme di vita intelligenti nell'universo è la meditazione. I grandi maestri mistici di tutti i tempi hanno sempre detto che, andando dentro al proprio Se’ profondo attraverso la meditazione, si scoprono interi universi, a molti livelli. Baba Muktananda ha compiuto la trasformazione alchemica‘Siddha’. Alla fine anche il suo corpo si è trasformato in Prana e lui effettivamente poteva volare. Il grande mistico buddista Milarepa poteva anch’egli volare, alla fine del processo alchemico di trasformazione del suo corpo fisico in Prana. La meditazione ci porta in contatto con la realtà sottile al di là di spazio e tempo perché influenza le nostre energie corporee trasformandoci in Prana.
Paramahansa Yogananda
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Tratto dal libro “Anima e Realtà” di Carlo Dorofatti, di prossima pubblicazione, con Nexus Edizioni, in anteprima per gentile concessione dell’Autore
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espressione completa e controllata delle nostre facoltà interiori non può prescindere dalla reintegrazione della nostra identità, dal risveglio armonico dei nostri chakra e dall'uso corretto e consapevole delle nostre energie vitali. La quasi totalità delle nostre energie vitali e spirituali si originano dalla sfera sessuale (concetto ben più esteso rispetto al “fare sesso”). L’energia sessuale di cui sto parlando può esprimersi in forma più o meno controllata e armonica, direttamente o indirettamente. L'espressione indiretta dell'energia sessuale comprende tutte le nostre espressioni creative, soprattutto artistiche, ma anche relazionali, che attingono forza dall'energia sessuale intesa come fonte. L’espressione diretta della sessualità, dal punto di vista esoterico, in linea di massima si distingue in una via umida attiva ed in una via secca contenitiva . Ci sono tradizioni spirituali e operatività magiche differenti, che prescindono da valutazioni di stampo moralistico, per sperimentare in piena libertà e coscienza - sempre nell’ambito di una tradizione e di una disciplina magico-mistica - diverse forme di sessualità individuale, di coppia etero/omosessuale o in contesti di rapporti plurimi, che a loro volta possono seguire diverse formule. Nel contesto di tali tradizioni, l’individuo maturo e consapevole viene ritenuto libero di relazionarsi o
meno a qualunque livello con chiunque altro, così come di trascendere completamente la sessualità sia vivendola pienamente sia sublimandola. La Magia Sessuale è l’aspetto più importante e complesso dell’Alchimia delle Forze Vive. L’energia può essere indirizzata dentro di sé (per esempio per il risveglio dei chakra, o di kundalini, ovvero per la realizzazione androginica) e al di fuori di sé, per creare e nutrire forme-pensiero o entità, oppure per agire sulla sincronicità, secondo formule molto complesse. L'orientamento delle energie sessuali è una possibilità magica e spirituale di grande importanza perché corrisponde all’impiego consapevole del più grande potenziale energetico contenuto dentro di noi. E’ importante comunque ricordare che si tratta di una disciplina alchemica che esige serietà, maturità ed elevazione del proprio modo di vivere non solo il rapporto sessuale, ma anche le emozioni e i sentimenti coinvolti. Solo in questo modo la nostra sessualità, espressa o contenuta, può essere consapevolmente finalizzata al risveglio spirituale, al completamento di sé, all'operatività alchemica, magica e teurgica e generare o risvegliare energie e facoltà sottili e spirituali. Queste forze, che comunque esprimiamo anche nella nostra vita ordinaria (seppure in forma inconsapevole e casuale), possono essere impiegate in modo costruttivo, oppure subire il condizionamento dei nostri limiti e dei nostri istinti più bassi ed egoistici e, di conseguenza, trasformarsi in deformazioni, ossessioni ed entità parassite. Nel Tantra la realizzazione dell’androgino avviene
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attraverso la relazione con un partner, nel contesto di un rapporto che assurge a dignità sacerdotale (ierogamìa): nella donna, l'uomo trova un riflesso della propria parte femminile, così come la donna trova nell’uomo un punto di riferimento per risvegliare la propria parte maschile. Nella cultura europea la figura dell'androgino entra con la descrizione che ne fa Platone nel Simposio: è Aristofane, nel dialogo, che narra di questo terzo genere, non figlio del Sole come gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna, che della natura di entrambi partecipa. Il mito racconta che la completezza autosufficiente rese gli umani androgini così arroganti da immaginare di dare la scalata a l -
l'Olimpo, e Zeus (non volendo distruggerli per non privare l'Olimpo dei loro sacrifici), separò ciascuno di loro in due metà, riducendoli a solo maschio e solo femmina. Quella che Elémire Zolla chiama "l'umana nostalgia dell'interezza", mai placata, è la radice e in qualche modo la costrizione all'amore («alla brama e all'inseguimento dell'interezza, ebbene, tocca il nome di amore»). Nella metafisica induista, la polarità maschile rappresentata da Śhiva, e quella femminile rappresentata da Shakti, hanno bisogno, per fondersi, di Ardhanarishvara, ovvero l'androgino.
In occidente il racconto platonico, la sua persistenza e il suo uso in culture successive, come l'alchimia, segnalano nell'androgino l'archetipo della coincidentia oppositorum. Nutriti di neoplatonismo e di studi alchemici, gli uomini dell'Umanesimo e del Rinascimento fecero gran conto della figura dell'androgino. L'immaginario moderno legato all'androginia mira alla completezza e all'integrazione, non solo sul piano religioso o mistico, ma anche su quello psicologico e del-
l'immagine. Tale completezza implica, oltre che un’integrazione delle essenze sul piano alchemico e metafisico, anche l’integrazione della percezione del mondo, grazie al contemporaneo e completo impiego dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro del cervello, quindi dell’elaborazione razionale-maschile così come di quella intuitiva-femminile. Ma non solo: si celebra anche una presa di coscienza delle proprie dimensioni profonde e l’integrazione di quelle che, nel capitolo successivo, indagheremo come personalità individuali della struttura d’anima. L’androginia sarebbe prodromo alle cosiddette Nozze Alchemiche: l’unione della nostra parte umana con la nostra
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Antropologia Ufologia
e
Contattismo di Vincenzo Pinelli
L e discipline antropologiche hanno da sempre sottolineato la necessità dell'uomo di avere dei punti di riferimento esterni alla sua realtà, che gli permettano di guardare all'Universo come ad una struttura periodicamente “scandita” che garantisca la costante armonia tra uomo e divinità. Derivato dalla traduzione italiana -"contattista" - del neologismo americano contactee, il termine contattismo, indica, in ufologia, i soggetti che si dicono in contatto con le intelligenze che piloterebbero gli UFO. Occorre precisare subito che è necessario distinguere quanti sostengono di avere avuto contatti fisici, e quanti, al contrario, si dicono in rapporto continuato con “ intelligenze extraterrestri” da cui sarebbero stati scelti quali loro emissari: i "contattisti", sovente caratterizzati dal fatto che alla loro prima esperienza fisica ne avrebbero, in breve, fatte seguito altre attraverso varie percezioni extra-sensoriali. Gli UFO sarebbero, secondo tale visione, i "segni dei tempi" che precedono il ristabilimento del Regno di Dio in Terra. I piloti delle astronavi sono visti in un’ottica angelica, come divini strumenti di punizione e salvezza che entrano in contatto con l' "eletto" terrestre. Pertanto, questi, caratterizzati invariabilmente da una dimensione carismatica, sono indicati come il tramite fra l’umanità ed una superiore realtà cosmica. L’astronomo Carl Sagan ha tracciato delle analogie tra il mondo antico e quello moderno affermando che "le moderne sette ufologiche che si creano attorno al contattista rappresentano il tentativo di surrogare le antiche divinità abbattute dalla scienza con entità superiori di origine interplanetaria". A livello non più settario, ma come fenomeno di massa, il discorso po-
trebbe ricollegarsi in chiave psicosociologica all’odierno successo delle teorie "paleoastronautiche" della cosiddetta archeologia spaziale, secondo cui la Terra sarebbe stata visitata, in un lontano passato, da astronauti extraterrestri successivamente divinizzati dai nostri primitivi genitori.
Il “culto del cargo” Sotto il profilo antropologico-culturale non è improprio fare un parallelo tra questo moderno fenomeno sorto ai limiti dell’enigma degli UFO e l’australiano "culto del cargo". Questi sono parte integrante della tradizione culturale-religiosa di buona parte della popolazione indigena dell'Oceania, dove, le navi dei primi colonizzatori europei venivano considerate oggetti carichi di doni loro inviati dagli Dei. Una ulteriore rivisitazione di questi culti si ebbe durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli aerei da trasporto militari, furono interpretati come “uccelli celesti” che trasportavano doni divini. Di particolare interesse è la genesi di tali culti ed il meccanismo socioculturale alla base del fenomeno, tendente a divinizzare realtà tecnologiche estranee, aventi tutt'altro ruolo e finalità, in nome di aspettative completamente gratuite, ma insite e radicate nella cultura locale. Nell'operazione di evocazione magica dei "culti del cargo" i nativi realizzavano dettagliati simulacri degli aerei da trasporto americani, al fine di indurre gli “uccelli celesti” a scendere e consegnare il carico di doni loro destinato dagli Dei.
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di Pietro Volpe
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ono nella piazza del paese dove abito, nel Nord, ed esco dal un palazzo adornato e lussuoso. E’ mattino presto, forse l’alba, e sto andando da una signora, forse una venditrice di case, che aveva il viso, addolorato, della mia precedente fidanzata. La incontro e parlo calorosamente con lei, però poi vado via amareggiato, come sentissi un dolore, un distacco, la voglia di fuggire via il più lontano possibile. Credo avessimo parlato di vendite, ma era molto confuso, forse ero il compratore, o il venditore, ma comunque se avessi fatto quel passo avrei commesso una scorrettezza nei confronti dell’altro, non sò però perchè. Mi sveglio di soprassalto, con una grande sete e mi viene da piangere...
La casa dalla quale esci è adornata e lussuosa, un palazzo che rappresenta il luogo del tuo tempo presente e dei tuoi pensieri adornati. Da quella calda ed accogliente dimora ne esci di mattino presto addirittura l’alba ( i primi pensieri, più urgenti, ma anche quelli che affiorano alla mente dell’Io, che bilancia e programma, il sole nascente) per incontrare questa misteriosa signora, la tua, dolorosa, compagna. E’ un destino diverso, una casa, zodiacale, distante. Si gioca di case e si gira sul sole: è l’alba, il sole si muove. Le case si spostano, si vendono, facce nuove si spalancano da balconi ridenti. E’ il gioco del destino che si mostra e ti soffia tra i capelli dolci suggerimenti d’amore. Il nuovo-vecchio incontro t’illumina da dentro, ti scalda, ti accalora, ti emoziona. Ma le labbra rilasciano pensieri acuminati, ferite riaperte e sorrisi distorti. Non ti piace questo nuovo edificio che si sta progettando, questa casa non s’ha da vendere, nè edificare. Il commercio svela il tradimento, ma non di qualcun altro se non di te stesso! L’altro a cui non vuoi piegare il labbro dal dispiacere sei proprio tu, quello che abita nel lusso adornato (contestualizzato, ovvero circondato da una rete di attenzioni e di affetti) e che in una fredda giornata invernale ripensa con nostalgia, ma soprattutto con sollievo, ad una vecchia, e dolorosa, storia finita. Fai attenzione a non dilapidare tali tesori, almeno fintantochè rimangono tali...
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n casa, con mia figlia, guardiamo la televisione, poi siccome ci annoiamo, iniziamo a fare dei piccoli lavoretti, puliamo la casa e laviamo i vetri. Facendo ciò però ci accorgiamo che la porta d’ingresso cigola e vorremmo fare qualcosa. Ci servirebbe l’aiuto di mio marito, ma non è in casa, è sempre fuori, e chissà quando potremo allora ripararla. Decidiamo di smontarla, vediamo che non è difficile, la sistemiamo e la rimettiamo a posto. Quando tornerà vedrà una casa nuova e sarà molto contento. Mia figlia esce a giocare con le amiche, io vorrei uscire per trovare mio marito, ma non me la sento di lasciare la casa e con grande rammarico aspetto triste.
Anche questo secondo testo vede il tema della casa in primo piano, una casa che rappresenta la personalità del sognatore. Qui però ha un’ulteriore valenza, quella di essere il portavoce delle istanze interiori. La casa, attraverso le tante attenzioni che richiede, richiede a sua volta, è l’istanza che si propone, le attenzioni che la personalità del sognatore non riceve. Il rapporto è problematico con il tuo compagno, mentre con tua figlia è molto buono. Oltre a “vedere” ( guardare insieme significa progettare insieme, e difatti poi operate) riuscite anche a “ toccare”, cioè a lavorare operativamente insieme su una progettualità ( “pulire casa” significa riposizionarsi reciprocamente nei rapporti interpersonali) al punto che smontate e rimontate una porta. Il “cigolio”, infatti, è il logoramento, che viene elaborato; tanto quanto il successivo, il concetto di porta, che equivale al concetto di “riconoscimento”: ogni porta permette, o meno il passaggio, ovvero è il mezzo attraverso il quale si viene riconosciuti, accolti, accettati. Ed è infatti il tema del sogno, il riconoscimento, ricercato e apparentemente non accolto, nei confronti di tuo marito. Lavorare, sognando - ricordiamoci che il sogno è un vero, gioiosissimo, lavoro - su questo concetto equivale ad elaborare problematiche sul riconoscimento e l’accettazione. La parte difficile ovviamente si mostra nel finale, dove tua figlia si contestualizza (va a giocare con le amiche) ed a te non rimane che la presenza dell’assenza del compagno.
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