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NOTIZIE DAL MONDO

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Settembre 2020 Fonte: CERN

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DAL CERN UN ACCELERATORE COMPATTO PER LA RADIOTERAPIA FLASH Il CERN di Ginevra e l’Ospedale universitario di Losanna hanno progettato un nuovo acceleratore compatto per la radioterapia FLASH, con impulsi ultrabrevi di particelle ad altissima energia. I risultati terapeutici sono uguali a quelli della radioterapia convenzionale, ma con minori danni secondari ai tessuti sani. Ricercatori e clinici dei due centri hanno annunciato la conclusione della fase di design concettuale del nuovo dispositivo che, se la ricerca andrà bene, potrà essere usato per le prime sperimentazioni cliniche nel giro di tre anni circa e successivamente, per le dimensioni ridotte, potrebbe essere ospitato in qualsiasi ospedale. Anche se manca ancora una spiegazione sulle cause del fenomeno (è possibile che siano coinvolti i livelli di ossigenazione dei tessuti e la distribuzione delle specie reattive dell’ossigeno come i radicali liberi, ma non è chiaro né come né perché), in seguito a promettenti risultati l’équipe di Jean Bourhis, responsabile del servizio di radio-oncologia del CHUV, ha avviato una sperimentazione clinica a cura della REDAZIONE

per il trattamento con radioterapia FLASH di tumori cutanei e per un suo uso in ambito intraoperatorio. Il vero obiettivo è però riuscire ad arrivare a tumori profondi e resistenti alla radioterapia non aggredibili con gli strumenti oggi disponibili, ed è qui che la collaborazione con il CERN entra in campo.

Ottobre 2020 Fonte: LANCET

GLOBAL BURDEN OF DISEASE: AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA, MA ANCHE DELLE MALATTIE CRONICHE Il Global Burden of Disease, studio condotto dall’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, Usa, pubblicato oggi sulla rivista anglosassone “The Lancet” rivela che le persone vivono 6,5 anni in più ma con un netto aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Lo studio coinvolge 204 paesi tra cui l’Italia e si ripropone dal 1990 di misurare a livello mondiale gli andamenti epidemiologici, valutando le cause della perdita di salute intesa non solo come morte prematura, ma anche come anni vissuti con disabilità. Questa situazione di fragilità dettata dalla grande presenza di malattie croniche ha fornito, in Italia, come nel resto del mondo, terreno fertile alla diffusione del Covid, come rivelano i dati Istat e i rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità. Il miglioramento della salute ristagna nella maggior parte dei paesi a reddito più elevato. La ragione di questo potrebbe includere l’aumento dei tassi di obesità, la diminuzione della riduzione del fumo e la mancanza di interventi mirati per trattare l’ipertensione arteriosa e il colesterolo alto, tutti fattori che determinano i decessi cardiovascolari.

Ottobre 2020 Fonte: ANSA

TUMORE ALLA PROSTATA, ARRIVA UN’APP PER DEFINIRE LE TERAPIE Si dice ci sia un’app per tutto, ormai. Sicuramente, durante l’ultimo Congresso nazionale Siu (Società Italiana di Urologia) svoltosi a ottobre, il dipartimento di urologia della Erasmus University Medical Center in Olanda ha presentato una nuova applicazione capace di fornire stime accurate sull’aggressività

della malattia. Questa permetterà di individuare con precisione i pazienti che necessitano di un intervento e consentirà di evitare operazioni superflue a chi invece non corre rischi immediati. La tecnologia è già stata sperimentata su 14.380 pazienti e si potrebbe rivelare uno strumento utile per una patologia che colpisce 37 mila italiani ogni anno, in particolare uomini, provocando 7 mila morti. “Si tratta di un progetto con un impatto clinico potenzialmente molto importante –dice Francesco Porpiglia, responsabile dell’Ufficio Scientifico della SIU e ordinario di Urologia dell’Università degli studi di Torino - inquadrare correttamente il paziente a basso rischio permetterà di evitare interventi inutili e consentirà di concentrare le risorse operatorie per i pazienti con malattia più aggressiva”.

Ottobre 2020 Fonte: JAMA Network Open

DALLA CINA IDENTIFICATI GENI RIPARATORI DEL DNA, POSSIBILE PROGNOSI A TRE E CINQUE ANNI PER TUMORE AL SENO Un team di scienziati guidato da Zhijun Dai della Zhejiang University in Cina hanno utilizzato i dati raccolti nei database Cancer Genome Atlas e Gene Expression Omnibus per costruire dei modelli prognostici basati sui DRG in grado di predire la sopravvivenza globale a tre e cinque anni delle donne con tumore del seno. L’analisi multivariata ha consentito di identificare gli otto DRG: MDC1, RPA3, MED17, XRCC4, CYP19A1 e PARP3, che sono stati incorporati in un punteggio di rischio totale. Le donne con punteggi più alti avrebbero quindi prognosi peggiori. L’esattezza del punteggio era del 70,8% per la sopravvivenza a tre anni e del 70,4% per quella a cinque anni. Il punteggio di rischio ha mostrato un’accuratezza simile in due set di dati usati per la convalida, raccolti da donne con tumore del seno. Nelle donne con punteggio di rischio elevate, i pathways di regolazione dell’angiogenesi sarebbero quelli maggiormente coinvolti. La firma 8-DRG potrebbe essere considerata nelle decisioni sui trattamenti come potenziale biomarcatore prognostico del cancro del seno, si augurano gli autori.

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