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L’INTERVENTO
INVESTIRE SUI MEDICI E SULLA SANITÀ DEL FUTURO: LA LEZIONE PIÙ IMPORTANTE DEL COVID-19
La pandemia ha fatto emergere la necessità di salvaguardare il nostro Servizio Sanitario Nazionale e di considerare le risorse destinate alla sanità non come spese ma come investimento per migliorare la qualità della vita delle persone. Un investimento di lungo periodo nel SSN, che parta innanzitutto dalle persone che vi lavorano dentro ogni giorno.
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di ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute
La pandemia che stiamo affrontando ha fatto emergere la necessità di salvaguardare e rafforzare sempre più il nostro Servizio Sanitario Nazionale, nell’assoluta convinzione che le risorse destinate alla sanità non possono considerarsi semplici spese quanto, piuttosto, un vero e proprio investimento per migliorare la qualità della vita delle persone. Per troppi anni sono stati i bilanci a decidere quanto diritto alla salute si poteva tutelare. Io penso che la lezione del Covid-19 ci aiuti a rovesciare questo schema. Finalmente, dopo anni di definanziamenti e tagli, si è aperta una stagione senza precedenti, fatta di riforme e investimenti sulla sanità pubblica. Ci sono ora le condizioni e le risorse per trasformare questa crisi in una, opportunità. Se penso ad un nuovo investimento sul credo che la prima grande sfida riguardi le persone che vi lavorano dentro ogni giorno, e che voglio ringraziare per il grande lavoro di questo anno e mezzo.
La partita del personale è quella fondamentale: nei giorni più drammatici di questa crisi, noi abbiamo comprato mascherine, respiratori e c’è stato un mercato internazionale che ci ha aiutato. Ma un bravo medico non lo puoi acquistare, o lo hai formato o non ce l’hai nel momento del bisogno. Non possiamo permetterci di avere un ragazzo laureato e formato che scelga di lavorare in un altro Paese perché lì lo trattano e pagano meglio. Serve, in altre parole, un investimento di lungo periodo, che significa innanzitutto più borse di specializzazione per chi intraprende questo percorso. Le borse di specializzazione in Medicina finanziate dallo Stato a disposizione per l’anno accademico 2020/2021 sono in tutto 17.400. Sono il doppio di quelle che esistevano fino a 2 anni fa e quasi il triplo di quelle stanziate negli anni precedenti: si consideri che veniamo da anni in cui si finanziavano circa 6mila borse all’anno. L’aumento di 4.200 contratti per rispondere ai fabbisogni segnalati dalle Regioni e dalle Province Autonome, rispetto ai 13.200 inizialmente programmati per l’anno accademico 2020/2021, è stato possibile grazie a quanto previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di un risultato straordinario che accresce le opportunità per tanti giovani medici laureati e pone le fondamenta per il SSN del futuro. Continuiamo ora ad impegnarci per prosciugare il più possibile l’imbuto formativo. Un’operazione simile la stiamo facendo per quanto riguarda i Medici di Medicina Generale (MMG): avremo 900 borse in più all’anno, che finanzieremo con il PNRR. Tra il 2014 e il 2017, la media annuale di borse finanziate per la Medicina Generale è stata di poco superiore alla cifra di 1.000: nel 2020-2023 questa cifra è salita a 1.332 borse, poi si aggiungono sempre, chiaramente, i soprannumerari.
Quest’anno il mio obiettivo è di raddoppiare, almeno rispetto all’anno passato, il numero di borse che andremo a fi nanziare. Questo raddoppio è realistico, anche grazie alla scelta del Governo di investire una parte delle risorse del PNRR proprio sulla formazione dei MMG. Useremo quindi una parte dei fondi europei per fi nanziare, già da quest’anno e poi per tre anni di fila, 900 borse, che si andranno ad aggiungere ai fi nanziamenti ordinari. Ricordo, poi, che i medici che si iscrivono al corso di formazione specifi ca in Medicina Generale potranno continuare a mantenere anche incarichi convenzionali, in deroga alla normativa vigente. Questo lo ritengo indispensabile, anche per il lavoro eccezionale che i MMG stanno svolgendo durante l’emergenza Covid-19. Voglio garantire, inoltre, il massimo impegno, mio e del Governo, per valorizzare il più possibile una fi gura essenziale per il rafforzamento del SSN. Infatti, i MMG sono dotati di una preziosa capacità di relazione diretta con le persone e di una straordinaria rete di capillarità, che credo sia perfettamente compatibile con quella idea di sanità di prossimità che io considero la chiave della sanità del futuro.
È su questa che dobbiamo investire, con forza e con coraggio. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo la crisi del Covid-19 sulla nostra pelle e sulle nostre esistenze e, grazie a questa crisi, ora c’è una nuova consapevolezza: bisogna riportare la tutela della salute, e dunque gli investimenti sulla sanità pubblica, al centro delle nostre priorità. Purtroppo, non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma in questa fase, caratterizzata dalla campagna di vaccinazione - che ritengo l’arma fondamentale per chiudere questa stagione - possiamo e dobbiamo concentrarci sul costruire un SSN non solo più capace di rispondere a nuove potenziali emergenze di domani ma anche all’esigenza di cura che viene già oggi da ogni cittadino del nostro Paese.