Cortina d’Ampezzo
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Partecipano gli scultori
legno Andrea Alberti Fabiano De Martin Franco Vergerio Kurt Wierer Heidi Leitner Marco Nones Paolo Frattari Roberto Merotto Roberto Nones Silvano Ferretti
Ferro battuto Bruno Corriani
Ferro assemblato Mario Padovani Pietra Marcello Martini roccia artificiale Andrea Gaspari
VOTA Il TuO sCulTORE PREFERITO Trovi la scheda presso la Conchiglia di piazza Venezia (sono in gara solo gli scultori della sezione legno). 2
CORTINA D’AMPEZZO ARTE A CIELO APERTO Buongiorno a tutti, è con estremo piacere che porgo il benvenuto, mio personale e di tutta l’Amministrazione Comunale, all’edizione 2009 del simposio di sculture LA BOTTEGA DELL’ARTE. Considerando l’ottimo riscontro di pubblico e di critica che la manifestazione ha ottenuto l’anno scorso, è con entusiasmo e determinazione che la riproponiamo, convinti che questo grande simposio di scultura del legno stia diventando un appuntamento fisso e apprezzato dell’estate ampezzana. Come Amministrazione abbiamo subito colto l’importanza e lo spessore di questa kermesse e per renderla ancora più interessante e vivace quest’anno abbiamo voluto coinvolgere anche i commercianti del centro cittadino, i quali diventeranno parte integrante dell’evento, ospitando all’interno delle vetrine le opere dei partecipanti. Per la prima volta la storia, la tradizione, la passione e l’ingegno dell’antica arte della lavorazione del legno si amalgameranno alla fantasia, alla tecnica ed all’abilità dell’uso di nuovi materiali quali ferro, pietra e roccia artificiale. Prima di concludere non posso non rivolgere un ringraziamento particolare a Eddy Demenego, ideatore, curatore della manifestazione e fonte inesauribile di idee e non posso non rivolgere un sincero grazie a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa. Sicuro del successo, a nome mio personale e dell’Amministrazione Comunale, invito cittadini e ospiti a partecipare all’evento, inebriandosi del delicato profumo di resina che si sprigionerà dalle opere, nate sotto le abili mani degli artisti. Buon divertimento a tutti. Dott. Andrea Franceschi
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lEGNO
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ANDREA ALBERTI 37 anni – Vive e lavora a Cortina d’Ampezzo
“Sono legato al figurativo. Ho fatto qualche cosa di astratto, ma preferisco le forme riconoscibili. Per le mie opere mi ispiro alla natura, una grande maestra; certi effetti di plasticità, di chiaroscuri, si ottengono solo studiandola con attenzione. Lo stesso vale per il movimento: una volta rispettati i principi e i criteri che lo regolano, questi diventano fluidi, soprattutto “naturali” anche quando sono fissati in una scultura. Mi è capitato di scolpire nel legno l’acqua e le nuvole, dei quali ho cercato di riprodurre il moto e la dinamica. Le più grandi sculture del mondo sono quelle prodotte dalla natura. In Cornovaglia ho visto la vertebra di una balena. Un vero capolavoro: nessun artista ha mai fatto niente di così bello. Quando lavoro sul tronco lo sfrutto completamente, cerco di tirare fuori quello che vedo dentro. Non uso colori, non taglio e non riassembro porzioni di pianta. Scolpisco in maniera classica; mi è capitato di utilizzare materiali come l’argilla per ottenere degli effetti che mi servivano – le mani di un uomo che scavavano nella terra – ma normalmente li evito. Scolpisco da sedici anni, non sono partito dalla pittura ma dal disegno. Alla scultura sono arrivato attraverso la matita. La mia è anche una ricerca di contenuti, dietro alcune opere, ad alcune strutture, ci sono motivazioni profonde. Ho realizzato una figura tutta fasciata, con solamente la testa libera, il viso aperto e sorridente. Perché è vero che la società tende a imbrigliare in certi schemi, e a legare gli individui, ma è anche vero che chi è consapevole di questo meccanismo, chi lo riconosce, è più autonomo, può operare delle scelte. La libertà, per me, è nella consapevolezza, anche dei vincoli”.
Andrea Alberti Via Lacedel, 18 32043 Cortina (BL) tel. 0436 3272 368 3923933 andreacapazo@libero.it
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FABIANO DE MARTIN TOPRANIN 25 anni – Vive e lavora a Padola di Comelico
Alcune pennellate di vernice nera tracciate su un pannello definiscono lo spazio da cui emerge una figura. Come uscita dalle pagine di un fumetto, la figura, un mezzo busto scolpito in legno di ciliegio dipinto sommariamente di bianco, lascia lo spazio bidimensionale ed entra a far parte dell’ambiente. Proietta le braccia avanti mimando l’atto di sparare. Oppure, ancora, guarda dritto davanti a sé o si abbandona alla forza di un vento, di un’energia fluida. È del 2008 il ciclo “Noir series” che l’artista ha presentato al GaBLs, la rassegna di Belluno sulla Giovane Arte Contemporanea. Opere che mettono in diretto contatto con l’abilità dell’artista nell’affondare la sgorbia nei linguaggi espressivi contemporanei. Eppure la sua è una formazione classica: sei anni di scuole di intaglio tra Brunico e Bolzano, nel segno della più consolidata tradizione scultorea dell’Alto Adige. Nessuna contraddizione, segnala un critico d’arte: “Pur continuando ad affinare il proprio mestiere, l’artista si segnala presto per un originale attitudine al superamento dei modelli espressivi ed iconografici artigianali”. E ancora: “Il lavoro di De Martin, pur conservando un equilibrio che lo tiene ben distante da qualsiasi forma di eclettismo, utilizza registri differenti, venendo declinato di volta in volta attraverso l’ironia caustica, il gioco, la citazione educata, la melanconia”.
Fabiano De Martin Via Milano, 59/a 32040 Padola (BL) tel. 334 3182178
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Spiega l’artista: “Mi piace giocare con le forme, cerco il paradosso, un gioco fine, sottile, scherzoso e simbolico”. Un esempio? “A gennaio, con altri artisti del GaBLs, ho partecipato a una mostra dal titolo “Animal Mirrors”, animali allo specchio. Ho fatto un coniglio assassino. Da dietro sembrava una nuvoletta bianca, davanti un killer con le fauci spalancate, insanguinate”.
FRANCO VERGERIO 64 anni – Vive e lavora a Lentiai
“Tu lascerai ogni cosa diletta/più caramente; e questo è quello strale che l’arco dello essilio pria saetta. /Tu proverai sì come sa di sale/lo pane altrui, e come è duro calle/ lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. A differenza di quello di Dante Alighieri, l’esilio di Vergerio dalla terra natia - Lentiai, che lascia all’età di sette anni per Genova dove emigra con la famiglia - a un certo punto avrà fine. Esattamente dopo diciassette anni quando l’artista abbandonerà “la vita di città e l’opprimente lavoro d’ufficio per tornare al paese d’origine”. Così è scritto, tra l’altro, nelle sue note biografiche. “Facevo il disegnatore presso uno studio tecnico. Un buon lavoro. A ventun’anni ho mollato tutto e sono tornato qui, a Lentiai, nella mia terra. Un ritorno alla vita aperta. Ho iniziato per scherzo a fare il malgaro, senza immaginare che lo avrei fatto per un ventennio. Anno dopo anno, senza quasi accorgermene risalivo sui pascoli alti. Ad avvicinarmi all’arte sono stati decisivi gli incontri con molti personaggi. E così, oltre a fare il malgaro, ho incominciato anche a intagliare il legno, che col tempo è diventata la mia unica occupazione”. Riferendosi al suo stile, Franco Vergerio dice di essersi inspirato inizialmente a Henry Moore “per la sua capacità di fondere insieme la figura umana e la natura”, anche se la sua attenzione è più orientata alla “ricerca degli equilibri e dell’armonia dei soggetti” più che dei temi da rappresentare: “Cerco di appagare l’occhio. Il mio. La scultura mi deve soddisfare visivamente: ricerco la forma pura”. “Ho incominciato con il figurativo e sono arrivato all’astratto, ma tengo sempre in considerazione la figura”. I materiali? “Il legno. Ma anche il bronzo e la terracotta”.
Franco Vergerio Via Garibaldi, 38/c 32022 Lentiai (BL) tel. 338 2604728
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KURT WIERER 58 anni – Vive e lavora a Monguelfo
Alla domanda “da quanto tempo scolpisce”, Wierer risponde senza pensarci troppo: “Da sempre”. In effetti la sua biografia conferma che è una passione che viene da lontano; si sviluppa sui banchi del Liceo Artistico di Ortisei, prosegue nella docenza in discipline artistiche, si tempra nella bottega di Monguelfo, dove ancora oggi realizza le sue opere a cavallo tra il classico e il moderno. Spiega l’artista: “Lavoro a cavallo tra le due espressioni: le mie sono figure concettualizzate, ma non al punto da essere irriconoscibili. Non serve leggere il titolo dell’opera per capire cosa si ha di fronte. Le manifestazioni come “La Bottega dell’Arte” sono molto importanti, sono gli unici momenti nel corso dell’anno che scolpisco come mi pare, che faccio quello che sento e che mi piace, a prescindere da committenti e dal mercato. Eppoi c’è poco da dire: le opere che nascono in queste situazioni, tra amici con stili e linguaggi artistici diversi, sono più ‘fresche’, non si perde il tempo a curare il dettaglio, non si torna a limare le sbavature, le sculture sono più vere, meno leccate. Meno dettagli, più incisività, più forza”.
Kurt Wierer Via Punteria, 13 39035 Monguelfo (BZ) tel. 339 4783630 info@kurtwierer.com
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HEIDI LEITNER 41 anni – Vive e lavora a Terento
Ha frequentato la scuola per scultori del legno in Val Aurina e Val Gardena e ha raggiunto il massimo dei voti mai assegnati in questa specializzazione. Ha partecipato a numerosi simposi e concorsi in Italia, Austria, Francia e negli Stati Uniti, dove l’artista ha creato sculture in legno, pietra e ghiaccio. Le sue creazioni artistiche sono state premiate dalle giurie e dal pubblico soprattutto per la forte espressività. Ciò che caratterizza Heidi Leitner è un vasto spettro tematico che però si riduce ad un comune denominatore. Ogni creazione artistica per Heidi Leitner rappresenta una manifestazione dettagliata e minuziosa delle sue osservazioni. Cerca poi di guidare l’occhio dell’osservatore su irregolarità e incrinature dell’apparente ”struttura esteriore” completamente integrato nel contesto. La visione artistica sta nel creare uno spazio sociale immaginario in cui Heidi Leitner assieme al suo pubblico si incontra in un dialogo. Testo di Brunhilde Rossi Agostini
Heidi Leitner Via Sonnberg, 2 39030 Terento (BZ) tel. 340 3034591 www.heidileitner.com
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MARCO NONES 41 anni – Vive e lavora a Cavalese
C’è una fotografia che ritrae il Dalai Lama mentre stringe tra le mani una piccola scultura. Sua Santità sorride. Di fronte un uomo, un’artista, l’autore dell’opera, intitolata “Speranza per il Tibet”: Marco Nones. Se l’artista fosse uno di quelli abituati al presenzialismo a tutti costi, si tratterebbe di una fotografia come un’altra. Ma non è così. L’immagine rappresenta, infatti, una potente sintesi dell’attività artistica di Nones, che ruota attorno alla rappresentazione del Sacro. Non solo i soggetti rappresentati da Nones sono oggetto di ricerca, ma lo è anche il legno utilizzato per le sculture (radici di pino cimbro d’alta quota), che l’artista cerca personalmente in montagna e in cui “costringe” poi le sue immagini. Pochi i soggetti profani, non per niente il curriculum espositivo di Nones si snoda principalmente tra Basiliche, Chiese e Santuari. Spiccano il Foyer della Sala Nervi in Vaticano, la Sagrestia del Bramante della Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano, la Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola di Assisi.
Marco Nones Piazza Scopoli, 3 38033 Cavalese (TN) tel. 347 2347488 marconones@alice.it
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PAOLO FRATTARI 46 anni – Vive e lavora a Cerveteri
Chi conosce Cerveteri, la cittadina etrusca tra i monti della Tolfa e il mare Tirreno, fa fatica a capacitarsi di come un giovane del posto, nato in una famiglia di contadini, nutra un’autentica passione e uno spiccato talento per scolpire il legno. In primo luogo perché in quella terra di alberi ce ne sono pochi – almeno di quelli buoni per farne sculture – e poi perché di intagliatori da cui andare a bottega ce n’è ancora meno. Ora solo lui. Ma se a Cerveteri la cultura del legno latita, non si può dire lo stesso per altre epifanie artistiche che là sono emerse copiose come funghi. Più che altrove, e con una forza e un’immanenza tale da condizionare anche le scelte espressive di Paolo Frattari. “Sotto la presenza etrusca – spiega Frattari - ci nasci, non la capisci ma ce l’hai dentro. Questa presenza ce l’hai dentro ma non te ne accorgi, è talmente radicata in te che non te ne rendi conto, anzi sei attratto da altro. Io ero attratto dall’arte contemporanea, da Modigliani, per esempio. Ma la corda resta attaccata al figurativo, al classico. Non ce la fai ad andare verso l’astrazione. Guardi alla Grecia, all’arte classica. L’imprinting è quello classico, greco-etrusco. Eufonio, massimo pittore greco dipinge in Etruria”. Le note biografiche dell’artista aiutano a sciogliere alcuni nodi, principalmente quello della sua formazione. Si legge, tra l’altro: “Inizia a scolpire poco più che adolescente e la passione iniziale (di giorno lavora la terra e da sera fino a notte inoltrata scolpisce il legno) diventa amore: lo studio si fa costante, una ragione di vita. Frattari è un autodidatta e la sua formazione avviene grazie ad un impegno profondo ed una grande caparbietà: “ruba” il mestiere agli artisti-artigiani della Val Gardena, studi l’anatomia e Michelangelo. Poi iniziano le mostre. Con il tempo si afferma, le sue opere “viaggiano”: Stati Uniti, Germania, Svizzera”. Attualmente insegna al UPTER di Roma.
Paolo Fra ari Via Colorado 9/a 00055 Ladispoli (Roma) tel. 349 0994779
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ROBERTO MEROTTO 41 anni – Vive e lavora a Falzè di Piave
Nelle sculture di Merotto le figure femminili hanno un ruolo centrale. Una ricerca che spinge l’artista ad analizzare il femminile – “principio generatore universale” – in tutte le sue complesse dimensioni simboliche. Che sia la “Dea Madre” primigenia, la “Venere” del mondo classico, o la donna “reale e surreale” dell’età contemporanea, alla donna è affidato sempre il compito di rigenerare la vita del genere umano. A seconda del suo stato d’animo, lo scultore fissa nel legno le qualità di madre (custodisce nel grembo il figlio, lo protegge stringendolo al seno) o ne fotografa la bellezza fisica, il movimento flessuoso, il candore. Non mancano le rivisitazioni in chiave contemporanea di temi classici, e anche qui l’artista dimostra una potente capacità di leggere e interpretare lo spirito del tempo: se la Venere di Botticelli ‘sboccia’ dalla natura, quella di Merotto si eleva dagli scarti metallici dell’”homo economicus”. Merotto si è formato all’Accademia di Belle Arti di Venezia ed è stato allievo degli scultori Giancarlo Franco Tramontin e Antonio Giancaterino. In vent’anni di attività ha realizzato le sue opere sperimentando materiali diversi: argilla, gesso, pietra, ferro, bronzo. E ovviamente legno, che ha imparato a conoscere frequentando la ‘bottega’ dell’intagliatore Armando Tittonel a Barbisano. Partecipa a concorsi nazionali ed internazionali di scultura e le sue opere sono esposte in Italia e all’estero.
Roberto Mero o Via Ferraglia, 112 31020 Falzè di Piave (TV) tel. 347 9840408
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ROBERTO NONES 35 anni – Vive e lavora a Capriana
Spazza via con una battuta il tentativo di chi vuole vedere dietro alla sua produzione artistica una puntigliosa ricerca di nuovi canoni e modelli espressivi: “Lavorare il legno è una terapia: un modo di stare bene con me e con gli altri”. Poi precisa: “Non è che ricerco qualche cosa di particolare, scolpire è un fatto personale, non ambisco alle mostre anche se ne ho fatte diverse”. Le abbiamo contate: circa due all’anno a partire dal 2000; tre nel 2003 e nel 2005, per un totale di 16 tra mostre e esposizioni. Non proprio poche per un artista che non le ama. Ma probabilmente avrebbero potuto anche essere più numerose. Poi ci sono i simposi, ma quelli sono un’altra cosa, e anche qui le partecipazioni si sprecano. I simposi sono ‘altro’ perché consentono all’artista di scolpire in compagnia e di riscaldare l’atmosfera a suon di musica. “Suono la fisarmonica è sempre accanto a me, mi accompagna dappertutto”. Tornando al suo stile scultoreo, così lo definisce l’artista: “Naturalistico, anatomico. Cerco di modificare le forme senza arrivare all’astratto. Le forme libere, astratte, hanno bisogno di grandi significati per essere interessanti. Poi i temi religiosi, l’arte sacra, senza cadere nel bigottismo. La mia rappresentazione della Sacra famiglia? Una famiglia normale, legata dall’amore”. Roberto Nones si è diplomato nel 1992 all’Istituto Statale d’Arte di Pozza di Fassa conseguendo il titolo di “Maestro d’Arte”. Nel 1994 ha completato la formazione presso la Scuola Provinciale D’Arte di Selva Gardena conseguendo il diploma di “Intagliatore del legno”. Dal 1995 lavora in proprio nel suo laboratorio di Capriana.
Roberto Nones Via Miravalle, 9 38030 Capriana (TN) tel. 328 5512336
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SILVANO FERRETTI 60 anni – Vive e lavora a Chatillon
La tentazione di definire la sua opera come uno “Spoon River” della vita di montagna, probabilmente lascerebbe freddo Ferretti. Perché il suo è un mondo di vivi. Ferretti scrive con la sgorbia e nel legno racconta le storie della sua terra, la Valle d’Aosta. “Racconto la fatica del lavoro e dedico le opere alle nuove generazioni. Devono conoscere la vita dura dei vecchi e devono ricordarla”. Ai tronchi, al tutto tondo “che finisce lì”, l’artista predilige i pannelli “perché permettono di descrivere meglio”. “Ho lo spirito libero dell’autodidatta, per me la scultura non è un lavoro. Faccio solo quello che ‘sento’”. E in quel sentire, trova spazio la rappresentazione delle emozioni e dei ricordi: la montagna come la vive e come l’ha vissuta lui. Di sé parla poco, ma ci tiene a ricordare un amico che lo ha aiutato nel suo percorso artistico: lo scultore Angelo Bettoni. “Un uomo che viaggia in silenzio, che mi ha stimolato a lasciarmi andare e che mi ha dato consigli importanti”. Partecipa dal 1974 alla Fiera di Sant’Orso di Aosta ma non tralascia anche molti altri appuntamenti nazionali. I premi vinti? Ferretti glissa: preferisce i simposi ai concorsi perché “il vero giudice è il pubblico”.
Silvano Ferre i Via Grange de Barme, 39 11024 Chatillon (AO) tel. 338 4719061
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Ferro battuto Ferro assemblato Pietra roccia artificiale
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BRUNO CORRIANI 44 anni - Vive e lavora a Lentiai
È un esplosione di allegria la voce di Corriani mentre al telefono descrive la sua attività con una bella parlata fresca e genuina. “Io un’artista? Beh, piuttosto una figura artigianale” chiosa scherzando, ma fino a un certo punto, Corriani. “I miei sono oggetti di arte applicata: lampade, candelieri, letti, inferiate e tutto quello che ruota nel campo del ferro battuto artistico”. Chiaro il concetto? Tutti considerano gli oggetti che realizza e che nobilitano le collezioni di mezzo mondo come artistici, mentre lui che li pensa, li disegna e li crea si sente una “figura artigianale”. Un sottile distinguo. La fucina di tanta modestia porta il nome del nonno, Candido “Bepi” Corriani, che nel 1929 fondò la ditta che dal 1984 conduce il nipote Bruno. “Ho iniziato nel 1979 effettuando i lavori più umili come si usava nelle botteghe di un tempo per poi passare al vero e proprio lavoro del fabbro facilitato in ciò da una intera vita a contatto con l’arte e il disegno”. Sempre dal nonno, che tra il 1976 e il 1978 ha restaurato insieme al figlio Arrigo le cancellate monumentali della Villa Reale di Monza su incarico della Soprintendenza ai Beni culturali della Lombardia, Bruno ha ereditato la passione per il restauro dei metalli ma anche del legno, e con la Lombardia l’intesa prosegue tuttora. A Cortina porterà “la forgia, l’incudine e tanto carbone” per fare oggetti di “arte applicata”. Poi una promessa: “Se mi gira, farò anche qualche cosa di mio estro”.
Bruno Corriani Via Andrea Costa, 2 32020 Lentiai (BL) tel. 328 7476862
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MARIO PADOVANI 35 anni – Vive e lavora a Belluno
Non c’è il legno nel suo Dna artistico, ma soprattutto il metallo. Metallo, metallo e ancora metallo. Che forgia, salda, fonde. Che piega e ridisegna sull’incudine, che addomestica con il cannello e la saldatrice o che costringe liquefatto dentro le forme dei calchi. Metallo nobile di fusione o ‘vile’ perché riciclato da ferraglia: oggetti arrugginiti e in disarmo non più utilizzati, o utilizzabili, almeno per lo scopo per cui erano stati realizzati. “Immondizia della nostra società che recupero e valorizzo attraverso opere figurative. Utilizzo gli oggetti più impensabili: vecchi attrezzi, ferramenta di qualunque tipo – ho utilizzato anche lame di pattini da ghiaccio – che assemblo insieme. Alcuni li rimodello, cambiandone la forma, altri li lascio riconoscibili per il divertimento di chi osserva l’opera”. Di questo genere sarà la scultura che realizzerà nel simposio di Cortina, “anche se la tecnica dell’assemblaggio – spiega l’artista – ormai l’ho abbandonata”. Un critico, così descrive lo stile e l’attuale produzione artistica di Padovani: “E’ uno scultore dall’immaginario surreale, nutrito di cultura cyber-gotica, ed al tempo stesso filologicamente attento alla lezione dei maestri classici. Le sue originali fusioni metalliche sono il frutto di una profonda riflessione sulle figurazioni di una contemporaneità postmoderna e di un vivace sperimentalismo, che lo porta ad utilizzare svariate tecniche di lavoro febbrile, talvolta inedite”.
Mario Padovani Via San Giuseppe, 1 32100 Belluno tel. 328 0336960 scarla i@autistici.org
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MARCELLO MARTINI 58 anni – Lavora a Cimolais
Nessuno meglio di Martini, per chi lo conosce ‘Vif’ può raccontare con esattezza come gli sia nata la voglia, o forse l’esigenza, di “tirare fuori dalla pietra quello che vedeva imprigionato all’interno di essa”. Così l’artista descrive sul suo sito web il primo impulso di quell’amore creativo che lo accompagna ormai da quasi trent’anni.
Marcello Martini Via Pinedo, 5 33080 Cimolais (PN) tel. 329 0795584 www.artenellapietra.it
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“Vif – scrive l’artista – è il nome di un borgo del comune di Claut dove sono nato la mattina del 2 Dicembre 1951 mentre fuori nevicava copiosamente. La passione per la scultura, penso mi sia stata tramandata dal mio bisnonno Domenico Martini detto ‘Vif’. Egli faceva il mestiere di scalpellino, e a detta dei vecchi che lo hanno conosciuto era molto valente nell’intagliare la pietra. Molti dei suoi manufatti sono stati realizzati per le chiese, case di abitazione, fontane, piazze e monumenti. Io iniziai a cimentarmi con la scultura nel 1983 come autodidatta, usando alcuni dei suoi attrezzi rimasti nella soffitta. Percorrevo in lungo e in largo i greti dei torrenti della Valcellina alla ricerca di massi da portare a casa dove potevo sperimentare e dare sfogo a questa nuova passione, ma già dalle prime martellate capii che se volevo scolpire qualcosa di bello con la pietra dovevo disporre di utensili in acciaio di buona qualità e temprati nella giusta maniera altrimenti, le punte e i taglienti si sarebbero arrotondati dopo i primi colpi. Mi costruii una rudimentale forgia a manovella e dopo numerosi tentativi riuscii a capire quando era il momento giusto per immergere la punta rovente nell’acqua per ottenere la durezza ottimale e quindi intagliare la pietra senza particolari difficoltà. A quel punto capii che avrei potuto scolpire qualsiasi cosa nella pietra. Da quel giorno, ogni volta che ne osservavo una “vedevo qualcosa o qualcuno” imprigionati all’interno di essa”.
ANDREA GASPARI 48 anni – Lavora a Cortina d’Ampezzo
Nell’ambito di parchi acquatici, parchi divertimento e centri benessere SPA, dove lavoro da moltissimi anni sempre più diffuso è l’uso della roccia artificiale che riesce a creare ambientazioni scenografiche sorprendenti con un realismo che spesso confonde lo spettatore. Questi effetti vengono ottenuti con l’uso di pannelli prestampati in negativi siliconici presi su rocce “vere”. Adattati su un telaio metallico, assemblati, stuccati e colorati manualmente, danno la possibilità di avere delle “rocce” in posizioni (dato il peso ridotto) e forme che si adattano a qualsiasi esigenza. Possono essere completate con incisioni, luci e giochi d’acqua. Possono però servire anche come “materia” per realizzare sculture o installazioni. Come quella che inventerò a Cortina.
Andrea Gaspari Via Manzoni, 18 23877 Paterno d’Adda (LC) tel. 339 5082179 gaspariandrea@virgilio.it
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Con la collaborazione ed il supporto di Associazione Albergatori Associazione Commercianti Testi a cura di Ivan Demenego Ideatore, curatore e coordinatore artistico Eddy Demenego Logistica e assistenza artisti Mauro Olivotto Lampo Si ringraziano i ristoranti: birreria Hacker, hotel Menardi, pizzeria al Passetto, pizzeria Vienna, ristorante Al Camin, e gli alberghi: hotel Ancora, hotel Concordia, hotel Europa, hotel Franceschi, hotel Impero, hotel Menardi, hotel Montana, hotel Nord, hotel Olimpia, hotel Trieste, sporting hotel Villa Sporting.
info: 0436 881812 20
www.cortina.dolomiti.org