ANTONIETTA AGOSTINI
NON POSSO NON AMARTI
Copyright © 2016 Antonietta Agostini Progetto grafico: Le Muse – Grafica.
A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.
All’interno ci sono scene di sesso esplicite e dettagliate, sconsigliate ad un lettore minorenne.
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Della stessa autrice
Quel maledetto Cupido Amori a metà Amore proibito
Voglio perdermi in te Passione proibita Infinita Pasion Non posso amarti Prova a dirmi di no Infinita Pasion – Edizione Spagnola
Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è assolutamente casuale.
Ci sono persone che quando hanno sofferto
scelgono di non affezionarsi più, per potersi proteggere.
- Grey's Anatomy -
NICOLE
“Agente Marchetti mi sente?” la voce del commissario Boschi ci fa sobbalzare. Afferro la ricetrasmittente con una mano, prendo fiato e dico: “Sì commissario, siamo ancora fuori l’abitazione.” Adriano è seduto accanto a me, ed è agitato come non mai. Lo guardo, mentre si mangiucchia le unghie. È una settimana che lavoriamo a stretto contatto e a differenza del mio rapporto iniziale con Fabio, Adriano ed io non discutiamo mai e siamo molto affiatati. Con Fabio invece non facevamo altro che litigare, sin dalla prima volta che ci siamo ritrovati nello stesso ufficio insieme. Non so perché il commissario ha deciso di dividerci, siamo stati attenti a non far sapere della nostra relazione, ma evidentemente Boschi deve averlo intuito lo stesso. Tommaso sin dall'inizio ha capito che eravamo attratti l'uno dall'altro, la prima volta che io e Fabio ci siamo baciati, lui ci ha visti. «Ho una fame assurda, quando abbiamo finito andiamo a farci un panino da Orfeo?» Annuisco e sorrido. È il nostro rito serale ormai, ogni volta che finiamo il turno di notte prima di tornare a casa andiamo su Viale Palmiro Togliatti e ci fermiamo da Orfeo, conosciutissimo per i suoi ottimi panini mega galattici! Il mio telefono trilla, e la casella dei messaggi su Whatsapp lampeggia. Apro il messaggio e leggo.
Fabio: State facendo i bravi?
«Scommetto che è quel rompipalle di Fabio!» ridacchia Adriano. «Beh dai oggi si è contenuto, ha mandato solo sei messaggi nel giro di un'ora!» rido divertita. Anche se non vuole ammetterlo, si capisce benissimo che Fabio è geloso di Adriano, quando siamo in servizio insieme mi bombarda di messaggi e di chiamate. «Ah beh, allora si sta comportando bene. Ma tu non avevi detto che mi avresti fatto conoscere la tua amichetta?» mi fissa serio cambiando discorso. «Cristina, sì certo. Possiamo organizzare una cena a casa mia, io, te, Fabio e la mia amica, se vuoi!» propongo, anche se conosco già la risposta. «E lo chiedi? Ovvio che possiamo!» Risposta scontata! «Sei a corto di donne?» lo canzono divertita. «No. Ma sono stanco di cacciare. La cena me la procacci tu!» si sbellica dalle risate, l'idiota! «Guarda che la mia amica non è come le altre, non si usa e non si getta!» lo minaccio. Mi fa una smorfia e torna serio. «Questa non esce, stiamo solo facendo la muffa qui sotto. E quei due ancora non arrivano per darci il cambio...» sbuffa. Da alcuni giorni stiamo dietro a un caso delicato, la famiglia che stiamo pedinando sembra essere coinvolta in maltrattamento minorile. L'ospedale Umberto Primo ci ha contattati perché un bambino di otto anni si è recato in ospedale accompagnato dai suoi genitori con delle fratture multiple su tutto il corpo, dovute a una caduta dalla bicicletta a quanto hanno dichiarato i genitori. Ma se non fosse così? Se quel povero bambino venisse davvero maltrattato dai suoi genitori? Dio mio, mi si stringe il cuore solo al pensiero.
Non ho figli, e non so se sarei in grado di accudirne uno, non so neanche cosa significhi sentire l’istinto materno scorrere nelle vene, ma quando si tratta di bambini che vengono maltrattati, violati, privati della loro innocenza, il cuore mi si spezza. Forse perché, quella violazione l’ho provata sulla mia pelle e so cosa si prova. «Tra poco Carmela dovrebbe andare a lavorare, ha il turno di notte...» dico cercando di rassicurarlo. La madre del ragazzo, è una netturbina e lavora soprattutto la notte. Sin dall'inizio ho avuto sospetti sul padre, Armando, perché quando lo abbiamo interrogato il giorno dopo l'accaduto, è stato molto scontroso con noi ed era molto nervoso, non faceva altro che ripetere che il bambino essendo vispo non fa altro che cadere e farsi male, lei invece mi è sembrata molto agitata, come se nascondesse qualcosa. Qualcosa in loro non mi convince, e vorrei fare del mio meglio per capire bene cosa si nasconde dietro all'apparenza di una famiglia serena. «Io sto morendo di fame!» brontola peggio del suo stomaco. Mi volto verso di lui e mi viene da ridere, pensa solo a due cose questo uomo: mangiare e trombare! Resto a fissarlo, somiglia molto a Fabio, al distretto tutti li chiamano 'i gemellini' ed ora che lo guardo meglio, penso che hanno davvero ragione. Stessa mascella marcata, stesso profilo, stesso sorriso. Ma caratterialmente sono l’opposto l’uno dell’altro. Forse è per questo che si compensano in amicizia, uno è sempre incazzato con il mondo intero e Adriano invece con il mondo ci gioca e lo rende più frizzante. «Che hai da guardare?» mi scruta. «Pensavo...» «A quanto sono bello vero? Lo so, ma tu sei già impegnata ed io non faccio queste cose al mio migliore amico» si sbellica dalle risate. Sbotto a ridere anche io, è un bambinone quando si comporta così. «Guarda che lo dico a Fabio...» continua a ridere. «Ma smettila!» gli tiro un pugno sul braccio destro. «Ahia, sei perfida...dirò a Fabio di metterti in castigo e di sculacciarti per benino» mi minaccia divertito.
Il cancello del civico 23 si apre e una donna minuta esce stringendosi nel cappotto, per poi entrare di corsa in macchina. La riconosco, è la signora Minetti. «Sta uscendo» chiamo subito Boschi al telefono. «Bene. Rimanete lì e tenete d'occhio l'appartamento» dice nel ricevitore il commissario. Attacco e incrocio le braccia. Vorrei tanto tornare a casa e dormire. Da alcuni giorni a questa parte non dormo come vorrei, sono distrutta. Per fortuna che c'è lui a farmi compagnia altrimenti crollerei sul sedile. E poi la notte, quando rientro a casa, trovo Fabio nel mio letto ad aspettarmi. «Tu sei innamorata di Fabio?» chiede improvvisamente Adriano, senza perdere di vista la finestra dei Minetti. La sua domanda mi ha spiazzata, non lo so neanche io cosa provo per Fabio, o forse sì. So che con lui sto bene, ma so anche che ci conosciamo da così poco tempo. Posso dire con certezza di non sapere quasi nulla di lui, come posso essere innamorata di una persona che non conosco? Lo sono davvero? «Non lo so...» ammetto mentre accendo una sigaretta. Adriano mi guarda sorpreso. Forse si aspettava una risposta diversa. «Come fai a non saperlo?» ora la sua attenzione è solo su di me. «Io e Fabio ci conosciamo da pochissimo, è troppo presto per parlare d'amore» cerco di giustificarmi, anche se in realtà non dovrei. È troppo presto per dirlo a Fabio, ma forse lo sono già. Non lo so davvero. Che eterna indecisa che sono! «Mhm...» si lascia scappare. «Perché lui mi ama?» chiedo ingenuamente. «Non lo so...» dice impacciato. Torna a guardare verso la palazzina e non dice più nulla. Sembra essere da un'altra parte con la testa però. Il telefono squilla, ed io mi affretto a rispondere senza guardare chi è. «Allora, come procede?» chiede Fabio con una voce molto calda. Vorrei essere con lui ora, nel mio appartamento, nel mio letto, a fare l'amore con lui.
FABIO
Nicole è con Adriano. Sì, lo so, dovrei fidarmi di lei, ma soprattutto di lui, ma come posso? Non ci riesco. Adriano è come un fratello per me, ma lo era anche Francesco, e invece mi ha pugnalato alle spalle. E se accadesse un'altra volta la stessa cosa? Nicole è una donna molto attraente, e quando è entrata nella nostra squadra, Adriano mi ha detto più volte che se fosse dipeso da lui se la sarebbe portata a letto molto volentieri. Ricordo ancora tutte le sue battutine spinte su Nicole, sul suo corpo, sulle sue labbra, ricordo tutto, e quei pensieri sconci di Adriano su Nicole, mi fanno venire dei dubbi anche su lui. Lavorando a stretto contatto con una persona potrebbe capitare di invaghirsi l’uno dell’altro, o che possa comunque nascere qualcosa, anche solo una scappatella, ma il rischio c’è. Proprio come è successo tra me e lei. Ci siamo attratti da subito come due calamite, e perché non potrebbe accadere anche tra loro due? No, così non posso andare avanti, è impossibile, la gelosia mi sta divorando l'anima. Prendo il telefono e la chiamo, devo assolutamente sentire la sua voce. «Allora, come procede?»
«Va tutto bene...» risponde allegra. «Sei sicura?» cerco di indagare ancora. «Sì Fabio, sì...» si altera senza motivo. Eppure due secondi prima era felice, si percepiva. Che diavolo le prende? Non credo di aver detto nulla di male, non capisco il suo atteggiamento scontroso. «Devo andare...» mormora. «Di già?» dico scocciato, ma lei non risponde. C'è qualcosa che non va, ne sono certo. Quando Nicole è scontrosa o è troppo silenziosa con me è un brutto segno. Pensavo che avendo una relazione stabile, saremmo riusciti a lavorare insieme senza scannarci, invece mi sbagliavo. Forse è proprio per questo che Tommaso ha deciso di dividerci. O forse, cosa più probabile, l'ha fatto perché ha capito che abbiamo una relazione. «Ci vediamo dopo allora...» vorrei insistere per sapere se va davvero tutto bene, ma so che finiremmo per litigare, ed è l'ultima cosa che vorrei ora da lei. Questa notte l'aspetterò a casa sua, come ogni notte, e la farò mia, perché lei è solo mia e nessuno deve avvicinarsi a lei. Non sono mai stato un tipo geloso, la storia con Vittoria mi ha stravolto, ha cambiato tutto di me, ora sento che la gelosia mi assale ogni volta che so che qualcuno le sta vicino. Mi urtano anche gli sguardi affamati dei nostri colleghi in commissariato. La mangiano con gli occhi ed io vorrei prenderli tutti a pugni ogni volta che i loro occhi si posano su lei. Sono consapevole che Nicole e Vittoria sono molto diverse, ma l'amore prima o poi ti frega, ed io non voglio essere più tradito da questo sentimento, è per questo che non sono ancora riuscito a confessare a Nicole cosa provo per lei. Non provo solo attrazione fisica, quando sto con lei il cuore non smette mai di battere, vorrei stare sempre con lei, riempire il mio cuore di lei.
NICOLE
La telefonata di Fabio mi ha messo di cattivo umore. So che non si fida, si capisce dal suo comportamento morboso nei miei confronti, ma la cosa comincia a darmi sui nervi. Vorrei che si fidasse di me, perché so quello che provo per lui, mi riesce difficile ammetterlo anche solo a me stessa, anche se non glielo ho ancora detto, e non credo che lo farò per ora, poiché è da pochissimo che stiamo insieme e non vorrei rovinare tutto, ho bisogno di altro tempo per lasciarmi andare del tutto con lui. Speravo però che lo percepisse, ma evidentemente non è così, non può non rendersi conto che quando sto con lui sono felice, come non lo sono mai stata. Amo tornare a casa e trovarlo nel mio letto. Quando rientro, la prima cosa che faccio è controllare se Fabio è in casa o no. Entro senza fare rumore, mi spoglio e lo sveglio stuzzicandolo, e finiamo sempre a fare l'amore come due selvaggi, per poi coccolarci fino a quando il sonno non prende il sopravvento su uno dei due. «Marchetti, tra poco arriva il cambio così mangiamo qualcosa...» mi rendo conto che Adriano mi sta fissando. Annuisco senza dire nulla. «Tutto ok?» mi chiede preoccupato. Passo una mano tra i capelli e li scosto da un lato con un gesto rapido. Sospiro. «Fabio...» dico con un filo di voce. «Cosa?» si volta verso di me del tutto e mi scruta serio incrociando le braccia. «Niente...» mormoro rassegnata. Come posso confidarmi con lui che è il suo migliore amico da sempre. «Dai dimmi» insiste. Sospiro ancora, e accendo un'altra sigaretta. Non posso e non voglio confidarmi con lui su Fabio, sono amici e lui non capirebbe. «Sono arrivati...ti sei salvata!» dice Adriano indicando Salvo e Paolo che sono venuti a darci il cambio. «Meglio, non solo perché così la smetti di fare l'impiccione, ma anche perché finalmente mangio qualcosa!» gli faccio l'occhiolino.
«Se hai voglia, puoi sempre parlare con me dopo...» poggia una mano sulla mia gamba e istintivamente la scosto. So che lui non è come gli altri, sta sempre al suo posto, anche se ha manifestato molte volte di essere attratto da me, ma quando ha capito che tra me e Fabio le cose erano diventate serie, lui ha smesso di fare apprezzamenti su di me, o battutine che infastidivano Fabio in qualche modo. Arriviamo da Orfeo e ordiniamo i soliti panini da asporto e li mangiamo in macchina. «Allora, che succede?» dice mentre addenta il suo panino. «Nulla, te l'ho detto» mento ancora. «Guarda che non ti credo» insiste puntando i suoi occhi indagatori su di me. Arrossisco e faccio finta di nulla. Continuo a mangiare il mio panino ma sento ancora gli occhi di Adriano addosso. «Guarda che anche se sono suo amico, non è detto che debba andare da lui a spifferare le cose che mi dici.» «Mhm, ora sono io a crederci poco» sorrido.
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