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n.25

FABIO TROIANO cinema, teatro e un progetto da produttore a Roma un grande show dedicato a Michelangelo

INTERVISTE

Giudizio Universale

ESSERE QUI

Il nuovo tour di

EMMA

DECIBEL ◗ RED CANZIAN ◗






Sommario

in questo numero 8

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8 Notes 8. Il gusto della tradizione 10. Praticare contro lo stress 12. Cocktail al top 14. Anteprima Salone del Mobile

17 Arte 17. Ritratti autentici/Roma 18. La magia a portata di mano/Milano 22. Dialoghi contemporanei/Milano 26. Momenti di vita quotidiana/Bologna 28. Appuntamenti

31 Musica 31. Live in versione acustica 32. Ascoltate la mia musica sono qui e so fare il mio mestiere 38. Qualcuno ci manipola attenzione a l’anticristo 42. Un ritorno alle origini molto rock 46. Appuntamenti

53 Classica 53. La filarmonica di Rotterdam/Bologna 54. Settecento e Ottocento/Milano 56. Appuntamenti

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Sommario

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Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Milano al numero 335 del 25/10/2013 n.25 aprile/maggio 2018

Direttore Responsabile Maurizio Costanzo Caporedattore Cristiana Zappoli

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59 Teatro 59. Nessuno è come appare 60. La tecnologia a servizio dell’arte 64. Appuntamenti

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69. Un horror stile british 70. Disposti a tutto per affermarsi 74. La fedeltà non va più di moda 78. Escobar il fascino del male / Molly’s game 79. Doppio amore / Il cratere

80 Diario

80. Progetti? Fare ciò che mi piace

84 Tempo libero

84. Il vino in primo piano a Verona

88 Viaggiare

Art Director Laura Lebro Redazione Alessandra Arini, Alessandra Cinque, Clara Dalledonne, Andrea Giuliani, Margot Rossi, Giovanni Salerno, Mercedes Vescio Editore MediaAdv srl Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Pubblicità MediaAdv srl (concessionaria) Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Stampa Mediaprint Srl Via Brenta, 7 37047 San Giovanni Lupatoto (Vr) finito di stampare in marzo 2018 In copertina foto di Kat Irlin

88. A Viareggio per scoprire il santuario dei cetacei

92 Angolo dei consigli

92. Calvizie: le nuove frontiere della medicina rigenerativa

94 Leggere

94. Alla ricerca del libro perfetto 95. Una rivoluzione 96. In libreria

Via Antonio Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. 02.43986531 - 02.45506260 www.mediaadv.it

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Via F. Argelati, 19 - 40138 Bologna Tel. 051.343060 - www.koreedizioni.it



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IL GUSTO DELLA TRADIZIONE A marzo, all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, è stato inaugurato il primo percorso espositivo permanente legato al culatello e ai norcini, che macellano il maiale

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n vero e proprio tragitto nel cuore della cultura enogastronomica emiliana, voluto da chi a quell’area del gusto deve la propria passione e, a conti fatti, la propria vita. A 10 minuti dal Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna e a 20 da quello dell’Arte Olearia di San Secondo, è stato inaugurato il Museo del Culatello e del Masalén (i masalén sono i norcini, ovvero coloro che macellano il maiale), a Polesine Parmense, che diventa così l’ideale chiusura di un triangolo dei sapori che giustifica un percorso nell’anima di un territorio ricco e generoso, anA fianco: la galleria dei culatelli, che stagionano nell’umidità e nella penombra. Sopra: l’Antica Corte Pallavicina

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che in termini di diffusione delle proprie pratiche tradizionali, declinate e illustrate in una concezione contemporanea e multimediale, fatta di foto, disegni, mappe e touch screen. L’idea è stata della Famiglia Spigaroli che possiede il complesso dell’Antica Corte Pallavicina all’interno del quale hanno creato il museo. Il percorso espositivo racconta la terra del culatello, la figura del maiale come animale addomesticato dall’uomo, la storia della famiglia Spigaroli, in principio mezzadri di Giuseppe Verdi, capaci di spostarsi sulle rive del Po per poi reinventarsi

ristoratori. Il clou della visita è dedicato al “mondo segreto” del culatello: le caratteristiche della carne di maiale, del sale (con riferimenti necessari a quello prezioso di Salsomaggiore), del pepe (dalle sue origini orientali ai risvolti economici) e dei principali salumi della Bassa Parmense. Per informazioni: Relais Antica Corte Pallavicina Strada del Palazzo Due Torri, 3 43010 Polesine Parmense (PR) Tel. 0524 936539 E-mail: relais@acpallavicina.com www.acpallavicina.com/relais



Notes

PRATICARE CONTRO LO STRESS L’ottava edizione di Yoga Meeting Merano, dal 13 al 15 aprile, si propone come momento di ritrovo dedicato alla pratica yoga, alla meditazione e alle vie olistiche di cura e di ricerca

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o yoga e le discipline olistiche mirano a mantenere e ristabilire l'equilibrio e le funzionalità dell’organismo, garantendo all'individuo un buono stato di salute, prevenendo disturbi e patologie. Yoga Meeting Merano si propone come un pon-

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te interculturale per offrire la possibilità ai praticanti yoga di conoscere insegnanti italiani e stranieri in un week end di primavera a Merano, beneficiando di giardini, verde, natura, della vista sulle montagne e delle famose terme. Il tema di questa edizione sarà “Yoga Good News”, un’occasione per sottolineare le recenti ricerche scientifiche che testimoniano la validità dello yoga per combattere lo stress, la depressione e perfino il declino cognitivo degli anziani. Durante i due giorni, alle lezioni yoga seminariali si affiancano numerose open-class, conferenze, green workshop e dimostrazioni da parte di operatori olistici. Le ampie e luminose sale dell’edificio liberty del Kurhaus accoglieranno i praticanti yoga esperti, ma anche chi sia inten-

zionato a fare una prima esperienza, proponendo classi adatte ai vari livelli. Al desk di accoglienza operatori esperti aiuteranno a scegliere le esperienze più adatte alle esigenze di ciascuno. Tutti gli insegnamenti saranno impartiti in italiano e in tedesco. Stand informativi delle scuole yoga e dei centri olistici saranno a disposizione dei visitatori. Un catering vegano, specialmente studiato per favorire l’energia e la leggerezza, sarà a disposizione di tutti: tra le sue specialità il “cioccolato crudo”. Per informazioni: Yoga Meeting Merano Dal 13 al 15 aprile 2018 www.merano.eu Associazione Artè: www.yogameeting.org



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COCKTAIL AL TOP La Florence Cocktail Week torna a Firenze dal 30 aprile al 6 maggio 2018: tanti eventi e novità per la terza edizione della kermesse dedicata al bere responsabile e di qualità

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ette giorni ideati e organizzati da Paola Mencarelli e Lorenzo Nigro per dar risalto alla qualità della miscelazione fiorentina, con incontri, appuntamenti, masterclass, night shift ed eventi rivolti a un pubblico di professionisti e appassionati, con il coinvolgimento di ospiti italiani e internazionali. Tra i dati significativi della Florence Cocktail Week del 2018 il numero di cocktail bar selezionati, che da 16 arrivano a più di 20, tra caffè storici, bar di lussuosi alberghi e locali di tendenza, a sottolineare la crescita qualitativa della mi-

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scelazione fiorentina, che rende la città una delle più vive nel panorama del bartending italiano. Ogni Cocktail Bar presenterà quattro cocktail nella Cocktail List FCW 2018, studiata ad hoc per l’intera settimana a un prezzo speciale. Nei 7 giorni della kermesse sarà possibile scegliere fra 1 Signature Cocktail - ovvero una creazione libera del Bartender prescelto dal Cocktail Bar che lo porterà a partecipare al Contest Finale - 1 Cocktail RiEsco a Bere Italiano - con prodotti esclusivamente made in Italy - 1 Twist sul Cocktail Negroni e 1 Cocktail


Abituati al Futuro. Importante novità di quest’anno RiEsco a Bere Italiano, il Salone dei Liquori, Amari e Distillati Italiani organizzato in collaborazione con Shaker Club, che si terrà nella giornata di venerdì 4 maggio. In questa terza edizione FCW ha infatti scelto di valorizzare il made in Italy di qualità, coinvolgendo piccole realtà e grandi aziende in un unico spazio di condivisione. Come da tradizione il Contest Finale si terrà nell’ultima giornata del festival, domenica 6 Maggio, di fronte a una giuria di professionisti ed esperti del settore. A differenza degli altri anni però, potranno partecipare alla finale solo 6 bartender, preselezionati da un panel di esperti che effettuerà delle visite nei cocktail bar partecipanti nei

giorni dell’evento per valutare accoglienza, servizio e qualità della miscelazione. Florence Cocktail Week nasce per istruire e per far crescere la qualità del bere miscelato. Per questo motivo nella giornata di domenica verrà replicato il Contest Giovane Talento under 25, gara formativa indirizzata a ragazzi fra i 18 e i 25 anni provenienti dagli Istituti Alberghieri e dalle Scuole di Formazione Professionale o che già esercitano la professione. Linea guida del 2018 è la volontà di creare interconnessioni tra il mondo della miscelazione e altri mondi quali Arte, Artigianato, Cinema, Fotografia, Design, Moda, Musica, Religione. Diversi gli eventi in programma creati ad hoc in questi ambiti, come il Convegno Spirito and Spirits di sabato 5 maggio, un dibattito singolare sul tema religioni e lifestyle, a cura della sociologa delle religioni dott.ssa Simona Scotti. Il 2019 sarà l’anno del centenario della nascita del Negroni e Florence Cocktail Week ne anticiperà i festeggiamenti ospitando Mauro Mahjoub, “il Re del Negroni”, direttamente dal Boulevardier Bar di Monaco di Baviera. Per informazioni: Florence Cocktail Week Firenze, 30/04 – 6/05 2018 www.florencecocktailweek.it Follow us @FlorenceCocktailWeek

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Notes

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ANTEPRIMA SALONE DEL MOBILE Una piccola anticipazione di quello che vedremo in occasione dell’appuntamento più importante nell’ambito dell’arredamento e del design. A Milano, dal 17 al 22 aprile, si raduneranno tutte le eccellenze del settore, nessuna esclusa

1. Candle Chandelier di Badgley Mischka Home è un lampadario a sospensione con una struttura metallica dorata a mano. 2. BBB Italia presenta il tavolo Square2Square, con base in alluminio. Il tavolo è allungabile tramite rotazione del piano e successiva apertura dei lati.

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3. Cara Mosshart è una poltroncina dallo stile semplice e retrò prevista da Kartell in numerose tonalità. 4. Lampada da tavolo Tiara in vetro di Murano, by Venini.

5. È la natura a ispirare il nuovo progetto pensato da Emanuel Gargano per Amura: il divano Mimesi.

6. Divano da esterno Grand Life disegnato da Christophe Pillet per Ethimo: la struttura è in teak con anima in metallo. 7. Yuumi, la nuova seduta di Bross, con scocca in frassino, disegnata da Michael Schmidt.

8. Con un pratico vano contenitore che sfrutta con intelligenza gli spazi, Konan è il nuovo letto di MY home collection.

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9. Lampadario Starlight: un’architettura luminosa in fusione di bronzo effetto anticato, di Henge.

10. Il tavolo Globe, di Alivar, recupera la tradizione ebanista italiana attraverso l’uso del legno impiegato nella struttura.

11. Twibe è la nuova poltrona disegnata da Daniele Lo Scalzo Moscheri per I 4 Mariani e si inserisce nella nuova linea di imbottiti. 12. Divano componibile Adam by Giorgetti, con rivestimenti in pelle, tessuto e cuoio.

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13. Matrix Chair, disegnata da Tokujin Yoshioka per Kartell, è realizzata con un’innovativa struttura tridimensionale.

14. Sedia Rock, per indoor e outdoor, firmata da Marc Sadler per DA A.

15. Da un gioco di volumi e materiali nasce Fusion Kitchen di Lago.

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Arte

ANDARE PER MOSTRE NEI MUSEI PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA

MAIER • HIROSHIGE • AD REINHARDT • TIZIANO • OLIVIERI UN’EPOCA RACCONTATA ATTRAVERSO I VOLTI FOTOGRAFATI DA O’NEILL

RITRATTI AUTENTICI Dopo il grande successo di pubblico e critica della mostra I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica, al Vittoriano di Roma continua la stagione espositiva di Arthemisia dedicata ai più importanti fotografi del panorama mondiale. Fino al 20 maggio è la volta del fotografo britannico Terry O’Neill. Vivendo tra i miti dello spettacolo e avendo con loro un rapporto di grande vicinanza e complicità, nei suoi cinquant’anni di carriera O’Neill realizza alcuni dei ritratti più autentici: da Frank Sinatra (fotografato nell’arco di trent’anni) a Elvis Presley, da Elton John a Bono Vox, da Elizabeth Taylor a Audrey

Hepburn, da Brigitte Bardot ad Ava Gardner fino a Marlene Dietrich. Tra gli oltre 50 scatti leggendari che hanno catturato momenti cruciali della storia dei più grandi personaggi, una sezione è interamente dedicata a una delle più poliedriche figure dello star system mondiale, icona dandy di stile che ha fortemente influenzato la percezione dell’arte e il mondo della moda di questo ultimo secolo: David Bowie. ◗ Terry O’Neill, Icons Complesso del Vittoriano, Roma Fino al 20 maggio 2018

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Arte

LA MAGIA A PORTATA DI MANO Arriva a Milano, a maggio, una delle mostre più attese (e non solo dai più giovani), Harry Potter: The exhibition. Ambientazioni riprodotte fedelmente, oggetti di scena, intrattenimento interattivo: i fan della saga non rimarranno delusi di Alessandra Arini

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a saga di Harry Potter tiene incollati al suo mistero e al suo fascino milioni di fan dal 1997, i romanzi di J.K. Rowling, trasposti poi cinematograficamente, hanno saputo portare in vita la magia e creare un vero e proprio mito che è penetrato nella nostra cultura. Per gli appassionati di questa saga e dei suoi personaggi il 2018 sarà un anno da ricordare: arriverà a maggio, infatti, alla Fabbrica del Vapore di Milano, la mostra Harry Potter:

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The exhibition. La mostra è realizzata dalla società GES Events, in collaborazione con la Warner Bros. Consumer Products e ha toccato già città importanti, riscuotendo un successo di oltre quattro milioni di visitatori tra Boston, Toronto, New York, Sydney, Singapore, Bruxelles, Madrid. Si tratta di un evento dall’ampia risonanza, come è facile intuire dai luoghi che l’hanno già ospitato, e per questo l’annuncio del suo arrivo a Milano è stato dato

durante un’apposita cerimonia, nella quinta edizione annuale di A Celebration of Harry Potter, presso l’Universal Orlando Resort la sera del 26 gennaio scorso. In rappresentanza della città di Milano c’era il vice sindaco Anna Scavuzzo. La mostra si articola in uno spazio di ben 1600 metri quadri ed è dotata di spazi e ambientazioni che riproducono quasi integralmente le scene della saga, dalla sala comune al dormitorio del Grifondoro: è questo


In apertura, la capanna di Hagrid, la stanza numero 6 della mostra. A fianco, la riproduzione dello Hogwarts Express, l’inizio formale dell’area della mostra. Sopra, il necessario per giocare a Quidditch. In basso, un modello utilizzato nel film dell’elfo domestico Kreacher

visione della scuola: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso, Corvonero. Questi sono i nomi dei capostipiti di Hogwarts. Da questo momento in poi i visitatori proseguiranno tutto il percorso in questi schieramenti.

che rende l’esposizione assolutamente unica nel suo genere. Il percorso della mostra è suddiviso in stanze, riuscendo a raccontare la storia al meglio, passo dopo passo, attraverso i luoghi della Fabbrica del Vapore di Milano allestiti in maniera assolutamente verosimile. Cappello parlante In questa prima stanza i visitatori vengono distribuiti in gruppi che riprendono la tradizionale di-

Pre show Nella seconda stanza i visitatori assisteranno al montaggio di una serie di proiezioni tratte da varie stagioni della saga, interrotte a un certo punto dal fischio dell’Hogwarts Express. È a questo punto che si apre davanti agli occhi un altro spaccato di scenario, il muro dell’area pre show si alza per lasciare spazio alla vista della straordinaria riproduzione del treno che ha fatto sognare e incantato decine di generazioni. Sala Comune del Grifondoro Dalla terza stanza in poi si entra nel vivo dell’atmosfera. Siamo infatti nella sala comune di Grifondoro, dove Harry, Ermione e ITA EVENTI 19


Arte

Sopra, alcuni contenitori per le pozioni e la sala dedicata al Grifondoro, con il dormitorio. A destra, l’abito di Horace Eugene Flaccus Lumacorno, uno dei personaggi della saga. Sotto, l’ippogrifo Fierobecco, amico di Harry

Ron trascorrono la maggior parte della loro vita. I Grifondoro hanno sempre spiccato per coraggio e per lealtà: l’oro e il rosso, i loro colori, riflettono questa fierezza e tutto l’ambiente si decora di questa regalità. Aule La stanza numero quattro porta i visitatori negli ambienti e nelle classi dove si svolge lo studio pratico degli allievi di Hogwarts. Dall’aula della Divinazione della professoressa Cooman, a quella di difesa contro le arti oscure e di Erbologia, dove gli ospiti potranno, proprio come nel film, estrarre una Mandragola e ascoltare dal vivo i suoni che emettono queste piante quando vengono disturbate. Quidditch La quinta stanza è dedicata proprio a questo sport che tanto caratterizza questa saga. Harry è il più giovane Cercatore della storia della scuola. I visitatori potranno ammirare una ricostru20 ITA EVENTI


La mostra occupa uno spazio di 1600 metri quadri dove sono riprodotte le ambientazioni della saga e sono esposti oggetti utilizzati nei film

zione verosimile del boccino d’oro e cimentarsi anche loro nel gioco tramite uno spazio predisposto appositamente. Hagrid La stanza numero 6 è una vera e propria capanna, quella di Hagrid appunto, mitico custode delle chiavi di Hogwarts. Con il suo

aspetto imponente da gigante buono è stato una guida indimenticabile e ai visitatori verrà fatto il regalo di potersi sedere proprio sulla sua leggendaria poltrona, grande quasi quanto lui. Tutti gli oggetti di questa stanza rispettano infatti le sue forme da gigante e sono enormi. È una stanza interattiva, ogni oggetto è animato. La foresta proibita Questa è la stanza invalicabile, nessuno degli allievi ha il permesso di entrare. Harry, però, spinto da una serie di casualità si ritroverà più volte catapultato nella foresta proibita a cui si accede dalla stanza, e lì combatterà forze oscure e centauri che sono riprodotti nella mostra proprio a grandezza naturale. Le ultime due stanze sono una dedicata alla magia nera, con oggetti che riprendono tutta la storia e la lotta tra Woldemort ed Harry, la stanza delle Forze Oscure, mentre l’altra è quella della Sala

Grande, il luogo principale di incontro e di convivialità per i ragazzi, che ha visto svolgersi al suo interno anche tutti i momenti più regali della tradizione della scuola, come il Gran Ballo. Le stanze passate in rassegna contengono ovviamente anche tutta una serie di artefatti originali, tra cui: la bacchetta magica, la divisa scolastica e gli occhiali di Harry, il Gira-tempo, il boccino d’oro, le vesti di Lord Voldemort, la Pietra filosofale, la scopa volante, l’ippogrifo, il vestito da festa di Hermione Granger, la mappa del malandrino, gli Horcrux di Lord Voldemort, la teca del Calice di Fuoco. Immedesimarsi in questa storia e avere la sensazione di viverla sulla propria pelle è un’esperienza possibile solo in occasione di questa mostra, c’è una ricchezza di luoghi e di atmosfere che non potevano essere ricostruite meglio, per questo c’è da scommettere che Harry Potter: the exhibition, che si fermerà a Milano per qualche mese, non deluderà le aspettative, confermandosi una vera e propria scoperta indimenticabile, sia per gli appassionati di lunga data, sia per quelli che lo diverranno dopo averla visitata. Harry Potter: e Exhibition Fabbrica del Vapore, Milano Dal 12/05 al 9/09 2018 www.harrypotterexhibition.it ITA EVENTI 21


Arte

DIALOGHI CONTEMPORANEI Il Guggenheim Museum e la Galleria d’Arte Moderna di Milano presentano una mostra d’arte contemporanea dedicata a Medio Oriente e Nord Africa. Tredici gli artisti che espongono le loro opere: lavori su carta, installazioni, fotografie, sculture, video di Giovanni Salerno

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a mostra rappresenta l’ultima tappa della Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative, una collaborazione a lungo termine tra il Guggenheim Museum di New York e UBS. Il progetto evidenzia il comune impegno a sostenere gli artisti più innovativi della contemporaneità accrescendo la visibilità del loro lavoro in tutto il mondo. Al centro del progetto MAP c’è la stretta collaborazione tra curatori, artisti e organizzazioni culturali e Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa è l’ottava e ultima mostra del progetto. Grazie a MAP, il Guggenheim ha acquisito oltre 125 nuove opere provenienti dal Sud e Sud-Est Asiatico, America Latina, Medio Oriente e Nord Africa, contribuendo a creare un racconto più ricco e ampio di storie del-

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l’arte moderna e contemporanea. Organizzata da Sara Raza, curatrice della Guggenheim UBS MAP per il Medio Oriente e il Nord Africa, in collaborazione con Paola Zatti e Omar Cucciniello, Conservatore della Galleria d’Arte Moderna, la mostra è imperniata su un gruppo variegato di voci artistiche e su problematiche critiche emergenti da una regione in rapida evoluzione e al centro di una diaspora internazionale. Le opere di tredici artisti esplorano i temi interconnessi della migrazione, della dislocazione, dell’architettura, della geometria e della storia grazie a strumenti tra cui lavori su carta, installazioni, fotografia, scultura e video. Molti degli artisti in mostra scelgono metafore visive poetiche per sfidare le visioni normalmente associate al Medio Oriente e al Nord Africa. «Navigano - spiega Sara


Raza - tra un passato inquieto e un presente altrettanto complesso, anche attraverso riferimenti alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale, alla creazione del mondo moderno e alla migrazione di persone e idee. La nuova esposizione alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, in particolare, dialoga con il patrimonio architettonico dell’edificio e solleva questioni urgenti sugli spostamenti di popoli e idee che coinvolgono il mondo intero, in primo luogo proprio l’Italia e la grande Europa». Molte delle opere in mostra usano gli elementi architettonici come strumenti per mettere in discussione e tentare di risolvere temi legati alle persistenze del colonialismo, ai regimi monolitici e all'impatto del globalismo. Un’intera antica città nordafricana modellata col cous cous, una serie di piante estinte realizzate in bronzo e filmati di sorveglianza fotografica sull’espansione della città santa di La Mecca, affrontano il modo in cui l’architettura viene spesso utilizzata come simbolo di potere per controllare e mobilitare le masse. Il programma presso la GAM prevede eventi pubblici e iniziative didattiche destinati a visitatori, studenti e famiglie. «Il taglio trasversale della mostra

tocca i punti più caldi della nostra contemporaneità in connessione con la storia passata e presente e la varietà di iniziative collaterali sono coerenti con lo spirito di apertura e dialogo che caratterizza il messaggio culturale dei nostri musei», dichiara Anna Maria Montaldo, Direttore del Polo Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano. Una Tempesta dal Paradiso offre una circolazione incrociata di idee di ambito scientifico, matematico e filosofico. Con i suoi tredici artisti esposti (Lida Abdul, Abbas Akhavan, Kader Attia, Ergin Çavuso̧ğlu, Ali Cherri, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, Rokni Haerizadeh, Susan Hefuna, Iman Issa, Gülsün Karamustafa, Hassan Khan e Ahmed Mater), considera anche l’architettura come uno stru-

In apertura, Abbas Akhavan, veduta dell’installazione: Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa. In basso, Ali Cherri, Trembling Landscapes-Damascus (Paysages Tremblants-Damascus), 2014, litografia con stampa a inchiostro, Edizione 3/7


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In alto, Lida Abdul, In Transit, 2008, video a colori, con suono, trasferito da pellicola 16 mm, 4 min., 55 sec., edizione 3/5. Sopra, Susan Hefuna, Building, 2009, inchiostro e grafite su carta da ricalco e cartone, nove parti. A fianco, Ahmed Mater, Disarm 1-10 (from Desert of Pharan), 2013, Dieci trasparenze cromogene in lightbox Edizione 3/5

mento per rievocare sia la storia coloniale sia le implicazioni della globalizzazione e della gentrificazione. «Mi piace pensare a questa mostra – prosegue Sara Raza - come a tredici strade diverse in cui, attraverso le diverse prospettive artistiche in vista, si ricostruisce la realtà». Il titolo Una Tempesta dal Paradiso si ispira a un passaggio dell’ultimo saggio del filosofo tedesco Walter Benjamin, le tesi “Sul concetto di storia”. «Benjamin, ebreo tedesco, morì durante la seconda guerra mondiale - spiega ancora Sara Raza - mentre dalla Francia cercava di fuggire in Spagna per raggiungere il Portogallo neutrale. Giunto al con24 ITA EVENTI

fine, fu informato che il suo visto sarebbe stato revocato e scelse così di togliersi la vita. Allo stesso tempo Una Tempesta dal Paradiso è anche il titolo di un’opera centrale all'interno dell'esposizione. Si tratta di una serie di immagini dell’artista iraniano Rokni Haerizadeh, dipinte direttamente su frame estratti da YouTube che mostrano, in ambientazioni differenti, figure le cui teste sono state sostituite da altre teste umane dando vita a ibridi. Nel clima attuale, il titolo originale di Benjamin evoca poeticamente le implicazioni del passato sul presente. Al contrario, i dipinti di Haerizadeh aprono una più ampia discussione sulla capacità virale e avvolgente dei media di alterare e manipolare i fatti». Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa Galleria d’Arte Moderna, Milano Dall’11 aprile al 17 giugno 2018



Arte

MOMENTI DI VITA QUOTIDIANA In mostra le fotografie originali di una delle fotografe più apprezzate di questo secolo: Vivian Maier. Sconosciuta fino al 2007, quando il suo lavoro è stato scoperto per caso di Alessandra Arini

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alazzo Pallavicini a Bologna apre le porte a una mostra preziosa, che viaggerà in questo 2018 per tutta l’Italia. Vivian Maier - La fotografa ritrovata è il percorso in fotografie di un’artista che il mondo ha scoperto da poco, ed è anche la biografia in immagini di una vita venuta a galla per caso. Vivian Maier era una donna americana, nata nel 1926 a Chicago, dove ha trascorso buona parte della sua vita. Una vita apparentemente ordinaria, ma che nasconde una profonda introspezione artistica, un modo davvero originale di catturare il mondo. Vivian si avvicina alla fotografia abbastanza casualmente, una Rolleiflex acquistata con tanti sacrifici diviene inaspettatamente nelle sue mani un mezzo unico. Conserverà però sempre per sé questa ispirazione e questo talento, scattando foto di nascosto mentre trascorre i proprio giorni nell’ombra guadagnandosi da vivere facendo la bambinaia, e utilizzando proprio i ripostigli nelle case delle famiglie di cui si occupa come stanze oscure per sviluppare i negativi dei suoi lavori. Vivian, ed è questo il particolare più interessante fra quelli inediti della sua storia, morirà avendo celato a tutti questa incredibile passione. Sarà un agente immobiliare, John Maloof, a imbattersi nel 2007, per pura coincidenza, in un box a lei apparte-

A sinistra, dall’alto, Autoritratto (data sconosciuta); New York (1954); foto senza titolo del 1953. Nella pagina a fianco, dall’alto, New York (1953); Chicago suburb (1957); Auoritratto (data sconosciuta). Copyright: Vivian Maier, Maloof Collection, Courtesy Howard Greendberg Gallery New York

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nuto e da lui acquistato all’asta, e ad accorgersi del valore del materiale ritrovato. Rullini, negativi, fotografie: è stato subito chiaro che fosse materiale che meritava una divulgazione. Cosa fotografava la Maier e cosa mette in evidenza questa mostra? Vivian immortalava i momenti di vita quotidiana, la normalità, le persone nelle loro espressioni più comuni. Dagli attimi di tenerezza più banali fra madre e figlio, agli scatti dell’umanità al lavoro, alla fatica, all’umiltà. Dal ritratto delle città, a quello di se stessa, catturata in tante foto davanti agli specchi o alle vetrine dei negozi. È la fotografa delle scene ordinarie, che diventano però straordinarie e irripetibili attraverso i suoi occhi. Proprio per rendere questo messaggio ancora più incisivo, la selezione delle foto a Palazzo Pallavicini è organizzata e si sviluppa in una maniera precisa. La curatrice dell’evento ha scelto in maniera dettagliata tra migliaia di immagini a disposizione, sono presenti 120 fotografie in bianco e nero, di cui 10 in grande formato, 90 di formato medio più una meravigliosa sezione di foto a colori relativa alla produzione degli anni Settanta dell’artista. Le sezioni sono suddivise tematicamente: infanzia, autoritratti, ritratti, vita di strada, oggetti e colore. Le foto presenti provengono sia dalla collezione Maloof che dalla Howard Greendeberg Gallery di New York. Assistere a questa mostra non vuol dire solo “guardare”, ma anche e soprattutto “partecipare” dal punto di vista emotivo al talento di un’artista che con i suoi scatti tenuti nascosti ha saputo raccontare non solo il suo tempo, ma anche il nostro. Conoscerla è un’occasione per vedere nelle sue pose in bianco e nero anche il nostro presente a colori, e qualche scorcio del nostro futuro. Come ha ricordato Marvin Heiferman, studioso di fotografia: “Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata… Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto col produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi”. Vivian Maier - La fotografa ritrovata Palazzo Pallavicini, Bologna Fino al 27 maggio 2018 www.palazzopallavicini.com ITA EVENTI 27


Arte

DALLA SCAPIGLIATURA AL NOVECENTO TIZIANO A BRESCIA

Il progetto espositivo ruota intorno al pittore veneto, in ragione innanzitutto delle sue due imprese bresciane: il polittico realizzato per il vescovo Altobello Averoldi tra il 1520 e il 1522 nella collegiata dei Santi Nazaro e Celso, e le tre tele con le Allegorie di Brescia, realizzate negli anni sessanta del Cinquecento, per il salone della Loggia, andate poi distrutte durante l’incendio del 1575.

La mostra si svolge in tre sezioni: Scapigliature, divisionismo, naturalismo; Artisti del Novecento Italiano; Oltre il Novecento, e comprende circa cinquanta opere provenienti dalle Raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, del Museo del Paesaggio di Verbania e da collezioni private. Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al “Novecento” Museo del paesaggio, Verbania - Fino al 30 settembre 2018

CLAUDIO OLIVIERI

In esposizione dodici opere che ripercorrono gli anni Settanta, decennio in cui Claudio Olivieri si inserì tra i maggiori esponenti della Nuova Pittura, la cosiddetta Pittura Analitica, passando a una nuova libertà espressiva.

Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia Museo di Santa Giulia, Brescia Fino all’1 luglio 2018

Omaggio a Claudio Olivieri. Opere 1971-1979 - Galerie 21, Livorno Dal 7 aprile al 5 maggio 2018

PIOGGIA E NEVE

AD REINHARDT

La mostra presenta un aspetto ancora poco studiato del lavoro dell’artista americano. Benché sia noto principalmente come pittore astratto, questa esposizione raccoglie più di 250 opere tra fumetti a sfondo politico e vignette satiriche selezionati dagli archivi dell’Estate of Ad Reinhardt di New York. Ad Reinhardt. Arte + Satira Galleria Civica, Modena Fino al 20 maggio 2018

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Rassegna monografica dedicata a Utagawa Hiroshige (1797 – 1858), uno dei più influenti artisti giapponesi di metà Ottocento. La mostra espone una selezione di circa 230 opere, silografie policrome e dipinti su rotolo, divise in 7 percorsi tematici. Con le silografie policrome del Mondo Fluttuante, Hiroshige è conosciuto come il “maestro della pioggia e della neve”, celebre per le illustrazioni di paesaggi e vedute del Giappone nelle quattro stagioni e nelle varie condizioni atmosferiche. Immagini molto in voga nella cultura dell’epoca in quanto elemento fondamentale nella costruzione del legame nazionale.

Hiroshige. Visioni dal Giappone Scuderie del Quirinale, Roma Fino al 29 luglio 2018


FROM PHILADELPHIA

Per 180 giorni il Philadelphia Museum of art si trasferisce a Milano con una selezione di 50 capolavori, un’occasione unica per ammirare opere dei più grandi pittori a cavallo tra Otto e Novecento nel loro periodo di massima espressione artistica in un allestimento studiato per valorizzare ogni singola opera. In mostra artisti come Paul Cézanne, Edgar Degas, Edouard Manet, Paul Gauguin, Claude Monet, Vincent van Gogh, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Henri Matisse, Marc Chagall, Pablo Picasso, Salvador Dalí e Joan Mirò. Impressionismo e avanguardie Milano, Palazzo Reale Fino al 2 settembre 2018

IL PERIODO EDO

Geisha e samurai, donne bellissime ed eroi leggendari, attori kabuki, animali fantastici, mondi visionari e paesaggi bizzarri sono i protagonisti di questa mostra. Attraverso una selezione di oltre 200 opere il Mondo Fluttuante dell’ukiyo-e arriva così a Palazzo Albergati in un’elegante e raffinata riproduzione degli ambienti del periodo Edo per rendere omaggio ai maestri indiscussi dell’ukiyo-e: Hiroshige, Utamaro, Hokusai, Kuniyoshi e molti altri. La mostra offre un panorama completo sul periodo Edo con l’esposizione di kimono, maschere, fotografie e oggetti appartenenti alla vita di tutti i giorni. Giappone. Storie d’amore e guerra Palazzo Albergati, Bologna - Fino al 9 settembre 2018

PAROLA E GESTO

Una selezione di opere basate sul rapporto tra linguaggio verbale e corpo, fulcro della poetica dell’artista. La mostra si muove su un doppio binario, tematico e cronologico: opere di anni diversi sono raccolte attorno al polo della parola, e a quello del gesto. Ketty La Rocca 80. Gesture, speech and word Padiglione d’Arte Contemporanea Ferrara - Dal 15/04 al 3/06 2018

LA NATURA FOTOGRAFATA

L’anteprima italiana della 53esima edizione del Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra, presenta le foto vincitrici delle 16 categorie del premio che ritraggono l’incredibile biodiversità esistente sul nostro pianeta. Wildlife Photographer of the Year Forte di Bard (Aosta) - Fino al 10 giugno 2018

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PRINCIPALI CONCERTI DI MUSICA POP ROCK JAZZ IN ITALIA

DIODATO • HARPER • DYLAN • NANNINI • ULTIMO • EMMA JACK SAVORETTI TORNA IN ITALIA CON UN TOUR NEI TEATRI

LIVE IN VERSIONE ACUSTICA Stanno andando benissimo le vendite dei biglietti per l’Acoustic Nights Live, il nuovo tour acustico di Jack Savoretti che partirà il prossimo 15 aprile dal Teatro Ponchielli di Cremona e che ha già registrato più di un sold out. Il progetto nasce dopo il successo di Sleep No More e di Sleep No More – special edition (Bmg Rights Management/Warner), che comprende un secondo disco che contiene, oltre all’inedito Whiskey Tango, rare versioni acustiche di brani del repertorio del cantautore italo-inglese oltre ad emozionanti registrazioni live ricavate durante gli interminabili tour in Europa e nel mondo. Da qui l’idea di un live completamente acustico ambientato nei migliori teatri della tradizione italiana dove il cantautore sia circondato dalla bellezza

dell’arte di questi luoghi. Jack Savoretti suonerà in quintetto con il suo chitarrista Pedro Vito Vieira De Souza, il suo pianista Nikolaj Torp Larsen, e, direttamente dalla band di Paolo Conte, Piergiorgio Rosso, al violino, e Francesca Gosio, al violoncello. ◗ 15/04 Teatro Ponchielli, Cremona ◗ 16 /04 Teatro Dal Verme, Milano; ◗ 18 /04 Teatro Goldoni, Venezia ◗ 19-20-21/04 Teatro dell’Archivolto, Genova ◗ 21 /05 Teatro dell’Opera, Roma ◗ 22 /05 Teatro Manzoni, Bologna ◗ 23 /05 Teatro Alfieri, Torino ◗ 25 /05 Teatro Verdi, Firenze ◗ 26 /05 Teatro Regio, Parma ◗ 28/05 Teatro Filarmonico, Verona JACK SAVORETTI ACOUSTIC NIGHTS LIVE

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ASCOLTATE LA MIA MUSICA SONO QUI E SO FARE IL MIO MESTIERE

Emma Marrone, 34 anni a maggio. A gennaio è uscito il suo ultimo disco, Essere qui. Ha partecipato al Festival di Sanremo due volte come concorrente e nel 2015 ha affiancato Carlo Conti alla conduzione insieme ad Arisa

Foto Kat Irlin

Il nuovo disco di Emma, pubblicato a gennaio, è un album che ha molte cose da dire su di lei e sulla sua musica. Racconta di una cantante cresciuta, che sa il fatto suo. E che a maggio sarà in tour nei palasport di Cristiana Zappoli


Musica

Foto Kat Irlin

Il video del brano L’isola, il primo singolo estratto dall’ultimo album di Emma, è stato girato a New York. La cover del singolo ritrae la cantante fotografata da Kat Irlin con un look rock e anni ’80 a Madison Square Park


È

un album ricco di contenuti. Un album che gli addetti ai lavori definiscono maturo, anche dal punto di vista musicale. Emma mette la musica al centro, senza paura, confrontandosi con suoni dal sapore internazionale e con un nuovo linguaggio vocale che la rispecchia totalmente. Se Essere qui invece che un disco fosse un succo da bere e si trovasse sugli scaffali del supermercato invece che nei negozi di musica avrebbe un’etichetta con scritto: “Concentrato di Emma al 100%”. È riconoscibile come non lo era mai stata fino a oggi. «Non ho fatto questo disco - racconta - per dimostrare ma per mostrare. Le cose vanno fatte nel tempo giusto e con i tempi giusti. Posso dire che durante questi anni ho accumulato la giusta esperienza per realizzarlo. Ogni traccia mi rappresenta, in ognuna di esse c’è tanto di me anche se racconto storie di altre persone». È un album che ha il sapore dell’affrancamento; l’affrancamento da una serie di pregiudizi che nell’ambiente della musica, e dello spettacolo in genere, spesso sono duri a morire. La venticinquenne che aveva vinto la nona edizione di Amici di Maria de Filippi è cresciuta, e si sente. «L’immagine che voglio che emerga da questo lavoro è quella di una donna che ha lottato per arrivare fin qui, di una donna che ha fatto pace con il suo lato femminile e non ha paura di mostrarlo. Per anni sono stata vittima di pregiudizi e ho dovuto lottare per dimostrare il contrario. Questo album è il mio modo per dire a tutti che non sono la classica ragazza bionda carina e basta ma sono una donna, una rocker forte che scrive brani e sa fare il suo mestiere. Il linguaggio è molto più curato e c’è una ricerca più minuziosa nei testi. Essere qui è un titolo che è arrivato tardi mentre leggevo un libro. Io sono qui, esisto e sto facendo quello che mi piace. È un inno alla vita».

Il disco racconta quindi un’artista più matura rispetto ai dischi precedenti? Lo spero! La crescita e l’evoluzione sono alla base di tutto per me. Ogni album rappresenta una svolta umana e personale, come ho sempre detto non riesco a scindere la persona dall’artista, quindi sicuramente ogni album rappresenta il mio cambiamento interiore, umano, personale e artistico. Senza il precedente non ci sarebbe mai stato il successivo. Se così non fosse ti mancherebbe una casella. Mi piace pensare che in ogni progetto io possa esprimere al meglio le mie emozioni e raccontare delle bellissime storie, essere qui significa tutto per me, essere vivi, prendere a morsi la vita, avere il privilegio di essere felici e di fare il mestiere che ho sempre sognato. In cosa si sente cambiata? Mi sento una persona più serena ed equilibrata ma le mie caratteristiche principali sono rimaste intatte. Credo di aver messo nel disco la parte migliore di me, una parte che non conoscevo neanche io. Ho perdonato la parte più fragile di me, la parte più insicura e ho accettato questa personalità che viene fuori. Questo lavoro mi ha guidato lungo un viaggio introspettivo e ho imparato a conoscere meglio me stessa. Il fatto di fermarmi mi ha dato modo di ascoltarmi, anche perché sono sempre stata una persona predisposta ad ascoltare prima gli altri che me stessa. Nell’album c’è una canzone, Malelingue, in cui parla, per esempio, di come ha imparato ad affrontare i suoi detrattori. E inizia con una risata… Questo mestiere mi ha messo difronte a delle cose inaspettate e ingiuste, a volte troppo forti, ma fa parte anche della crescita, e crescendo ho imparato a dare meno peso a delle cose che non necessitano di tutta questa importanza.

◗ 16/05 PalaLottomatica, Roma ◗ 18 /05 Mediolanum Forum, Assago (Mi) ◗ 19 /05 Pala Alpitour, Torino ◗ 21 /05 Kioene Arena, Padova ◗ 23/05 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 26 /05 Pal’Art Hotel, Acireale (Ct) ◗ 28 /05 Pala Partenope, Napoli CONCERTI

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Foto Luisa Carcavale

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LA TRACKLIST DELL’ALBUM 1. L’isola 2. Le ragazze come me 3. Sottovoce 4. Mi parli piano 5. Effetto domino 6. Le cose che penso 7. Portami via da te 8. Luna e l’altra 9. Malelingue 10. Sorrido lo stesso 11. Coraggio

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Emma è “definitivamente” diventata grande? Spero di no… spero di poter crescere sempre e di poter imparare ancora tante cose. Qual è il sentimento che caratterizza maggiormente quest’ultimo disco? La giusta misura tra la forza e la dolcezza e un forte senso di gioia e libertà. L’isola è stato il primo singolo estratto dall’album. Sì, ed è stato il motore che mi ha spinta a lavorare su questo disco. Non ho voluto tradire questa emozione. Per quanto la scelta dei singoli sia difficile, questa volta mi è sembrata quasi una scelta obbligata. Per me è stata la massima rivelazione di tutto il disco. Il disco vanta anche collaborazioni importanti. Ne sono molto orgogliosa, hanno col-

laborato autori di notevole personalità e musicisti del calibro di Paul Turner, Enrico “Ninja” Matta, Lorenzo Poli, Luca Mattioni, Adriano Viterbini e Andrea Rigonat. Cosa sta preparando per il tour di maggio? Uno spettacolo a 360 gradi super emozionale. La preparazione di un tour è il momento più delicato e incredibile perché vedo crescere lo spettacolo giorno per giorno e non vedo l’ora di svelarlo a tutti. Prima di salire sul palco mi manca il fiato e mi tremano le gambe, poi però si accendono le luci, sento le urla di chi mi ama da sempre e passa la paura. Ci saranno novità rispetto agli ultimi tour che ha fatto? Ci sono sempre delle novità! Il bello della musica dal vivo è che puoi davvero creare di continuo cose nuove.


Irlin Kat

cui c’è grande attenzione riguardo alla condizione delle donne sul luogo di lavoro, si parla di molestie e se ne parla tanto soprattutto in correlazione al mondo dello spettacolo. Cosa ne pensa? Fortunatamente non ho mai avuto esperienze negative, ma rispetto tutte le donne che hanno il coraggio di denunciare. Rispetto un po’ meno chi le giudica senza sapere. Ci vuole tanto coraggio a tirar fuori un dolore così grande. È esigente con se stessa? Molto, anzi a volte troppo. Ma è l’unico modo per trovare una strada. Cosa fa durante il tempo libero? Provino, scrivo, canto, leggo molti libri, e viaggio, per aprire sempre tante finestre sul mondo, per non rimanere chiusa nel mio mondo. È bello avere la capacità di distaccarsi da se stessi, di guardare anche gli altri, la capacità di guardare a quello che succede intorno a noi con un occhio molto più sensibile. Cosa c’è nell’mp3 di Emma? Di tutto. Ascoltare fa bene. È felice? Sono serena. Ciò significa svegliarmi la mattina e ringraziare la vita di tutto, guardarmi allo specchio ed essere orgogliosa della persona che vedo riflessa. E la felicità cos’è invece? La felicità è un momento sicuramente effimero, io ho smesso di cercare la felicità e ho imparato a cercare la serenità, che invece offre un equilibrio diverso. Ci sono dei momenti in cui sono felicissima anch’ io, ma crescendo ho imparato a dare più valore alla serenità che alla felicità. Fortunatamente vivo tante giornate felici, per me essere felice è anche prendere il carrello e andare a fare la spesa, trovare il frigo pieno quando torno a casa. O regalarmi un tramonto.

Foto

Sorprese? Ci stiamo lavorando… Parliamo di uno dei suoi singoli più recenti: Pedonami in coppia con Alessandro Cattelan, che avete cantato nella sua trasmissione E poi c’è Cattelan. La canterà durante il tour? Non lo escludo (ride)! Mi diverte tantissimo, credo di avere un lato comico molto spiccato e poi Cattelan è davvero un genio! Come è stato per lei l’impatto con il successo? Morbido... ho sempre voluto fare la musicista, non diventare famosa. Le hanno mai imposto pezzi che non le piacevano? No, non è mai successo. Come sceglie i suoi autori? Sulla scelta degli autori io ho una tecnica: quando mi arrivano i brani da ascoltare non voglio mai sapere il nome dell’autore, perché non voglio essere condizionata. Scelgo le canzoni per quello che riescono a trasmettermi e soprattutto già in predisposizione del live. Secondo lei gli artisti, in considerazione della loro posizione privilegiata, hanno il dovere morale di farsi portavoce di battaglie sociali? Ognuno deve sentirsi libero di fare ciò che meglio crede. Non dovrebbero esserci imposizioni. Chi si fa portavoce di una causa deve crederci veramente. Si sente un esempio per chi la segue? Molto spesso mi sento dire che sono un esempio. È una parola che pesa perché essere un esempio è una grande responsabilità. Il mio esempio è sempre stata mia madre, una donna forte con un gran coraggio. Le donne oggi hanno più coraggio rispetto a una volta. Mi piace quando fanno gruppo e si aiutano e non mi piace quando non sono solidali fra loro. Per quanto riguarda i ragazzi, credo che non ci sia cosa migliore di parlare agli uomini delle donne. Serve per dar loro una chiave di lettura in più. A tal proposito, è un momento in


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QUALCUNO CI MANIPOLA ATTENZIONE A L’ANTICRISTO L’ultimo album dei Decibel descrive un’umanità acritica, resa tale da poche persone che decidono le sorti del mondo. Ma non tutto è ancora perduto, qualcuno prova a lottare e oppone resistenza con la propria musica di Cristiana Zappoli ’anno scorso un ritorno in grande stile con l’album Noblesse Oblige, a 40 anni dalla nascita dei Decibel, formatisi tra i banchi di scuola nel pieno della diffusione del punk in tutto il mondo: 12 brani inediti (e tre successi) e un tour che alla fine ha compreso più di 40 date grazie al successo di pubblico che ha riscosso. Ma Enrico Ruggeri, Silvio Capeccia e Fulvio Muzio non si sono fermati lì: quest’anno hanno pubblicato un altro album di inediti, L’anticristo, sono andati a Sanremo con il brano Lettera dal Duca, e ad aprile saranno di nuovo in tour. Il brano che la band ha presentato a Sanremo, che si è classificato al sedicesimo posto, immagina l'arrivo di una lettera da parte di David Bowie, che è da sempre uno dei riferimenti più importanti del trio milanese. Qual è l’eredità più importante che Bowie ha lasciato alla musica? Al di là delle canzoni, il coraggio. Lettera dal Duca è una canzone che parla del prendere le distanze e lui è stato un maestro del prendere le distanze: dal mercato, dalle mode, avendole anticipate, da se stesso. Dismette i panni di Ziggy Stardust nel momento in cui poteva diventare un’icona globale. E poi gli anni del Duca Bianco… in cinque anni ha vissuto tre vite. E voi avete la capacità di prendere le distanze? L’abbiamo sempre avuta, fin da quando ci siamo presentati a Sanremo nel 1980 in una veste completamente differente da quello che era l’immagine del gruppo: allora c’erano gruppi con il capello cotonato, la camicia a sbuffo e soprattutto una musica molto melodica e noi arrivavamo con un’influenza già decisamente british. E prendiamo le distanze anche adesso da chi intende la musica come uno sfoggio di gorgheggio o di bel canto, oppure di strumenti virtuali ed elettronica. Noi ancora suoniamo dal vivo come abbiamo sempre fatto. Dopo 38 anni da Contessa, come è stato tornare a Sanremo tutti insieme? Ovviamente divertente perché Sanremo è un carrozzone molto divertente. Per il resto è anche lo specchio del Paese: momenti di genio e grandi cialtronerie. Riviverlo con un’Italia che, naturalmente, in 38 anni è molto 38 ITA EVENTI


Enrico Ruggeri, 60 anni, Fulvio Muzio, 61 anni, e Silvio Capeccia, 60 anni, hanno fondato i Decibel nel 1977: tutti e tre milanesi, i primi due erano compagni di classe al liceo classico Berchet, il terzo studiava al vicino liceo scientifico Einstein


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◗ 13/04 Teatro La Fenice, Senigallia (An) ◗ 14/04 Teatro Colosseo, Torino ◗ 21/04 Piazza Garibaldi, Castel del Piano (Gr) ◗ 26/04 Teatro Verdi, Pisa ◗ 28/04 Casinò Roof, Sanremo (Im) ◗ 05/05 Teatro Comunale, Vicenza ◗ 15/05 Parco della Musica, Roma ◗ 20/05 Teatro Nazionale, Milano CONCERTI

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cambiata è stata una bella esperienza. C’è stata molta emozione quando siamo saliti sul palco con Midge Ure, il frontman degli Ultravox, un’icona della musica new wave e rock. Per il resto, dopo la tournée dell’anno scorso con oltre quaranta date, non ci faceva certo paura il palco di Sanremo. È un fantastico passaggio televisivo molto ben organizzato ma le gambe tremano molto di più quando facciamo un nostro concerto che non Sanremo. Certo con Midge Ure la questione era diversa, siamo stati sul palco con qualcuno che abbiamo visto più volte da sotto il palco. Il vostro tour dell’anno scorso ha avuto un notevole successo. È un progetto che è cresciuto in corso d’opera, perché eravamo partiti per fare un disco in poche copie, a tiratura limitata, in vinile. Poi dal disco è arrivato il cofanetto, poi i passaggi televisivi, poi il tour che doveva comprendere poche

date e sono diventate più di quaranta… la situazione è diventata importante con il passare del tempo davanti ai nostri occhi e non ce ne siamo neppure accorti! Dal quel tour al nuovo album è passato pochissimo tempo. Lo stavate già preparando da un po’? Già durante l’estate scorsa mentre eravamo in viaggio ci confrontavamo sui nuovi pezzi e insieme alla band, perché noi siamo tre ma sul palco andiamo in sei, abbiamo iniziato a suonarli. Proprio come facevamo una volta, con l’unica differenza che una volta li provavamo in cantina adesso possiamo suonarli in studio. A un certo punto abbiamo pensato che fossero pronti per essere registrati e così abbiamo fatto. Registriamo molto velocemente perché non abbiamo sovrapposizioni, in sala noi registriamo esattamente come suoniamo dal vivo. Nell’album parlate di un’umanità che è diventata acritica.


Non lo siamo diventati, ci hanno fatto diventare acritici. L’anticristo nasce da un’idea a cui crediamo tutti e tre, ovvero che ci siano da qualche parte nel mondo una decina di persone che si trovano e decidono chi mettere nelle posizioni di potere, quando e dove fare le guerre, ecc. Noi chiamiamo questo “protocollo operativo” l’anticristo. L’immagine di copertina, ovvero noi tre con gli occhi da serpente, rappresenta proprio questa crew di persone che decide il destino del mondo. Anche sulla cultura la manovra è evidente: meno la gente ragiona e meglio è per quella decina di persone. Il messaggio che serpeggia in tutto questo concept album è che la realtà è diversa da quella che appare e quindi bisogna provare ad andare in profondità e non limitarsi alla superficie delle cose. Come possiamo fare a “salvarci”? Ci sono piccoli focolai di resistenza, noi crediamo di essere uno di questi, proponendo la nostra visione del mondo e il nostro modo di suonare. La speranza è che le persone seguano queste scintille di resistenza. Negli anni 60 o 70 i cantanti fermavano la guerra, basti pensare a cosa ha fatto George Harrison per il Bangladesh. Adesso i cantanti a livello globale sono nulla. Gli artisti, quindi, hanno una grande responsabilità nei confronti del mondo? Dovrebbero averla, è sempre stato così. Noi ce la sentiamo. Cosa devono aspettarsi i fan dal nuovo tour in partenza ad aprile? Musica. Vera. Niente monitor, niente effetti speciali, niente computer. Oggi la gente va a vedere concerti in cui il lavoro lo fa un computer e le persone su un palco mimano la canzone, e i giornalisti

li recensiscono senza dirlo. Secondo noi i giornalisti dovrebbero scriverlo, poi magari lo spettacolo è comunque bellissimo, però le cose vanno dette. È come quando si va al ristorante a mangiare il pesce e il pesce è surgelato, magari è buonissimo ma bisogna dire che è surgelato. Non c’è niente di male, ma è giusto spiegare alle persone quello che andranno a vedere. Spesso in occasione dei nostri concerti i più giovani ci dicono che suoniamo in maniera strana… in realtà stiamo solo suonando veramente! Ci saranno ospiti? Fino a ora abbiamo invitato sul palco solo persone che hanno avuto una rilevanza per la nostra storia e per i nostri fan. Adesso c’è una sorta di “balletto” per il quale tutti chiamano tutti a cantare e suonare reciprocamente nei propri concerti, questi per noi non sono ospiti. Gli ospiti sono tali se hanno del senso. Non ci interessano le ospitate per vendere dei biglietti in più.

In basso, i Decibel sul palco del Festival di Sanremo insieme allo scozzese James Midge Ure con cui hanno suonato nella serata dedicata ai duetti

L’ULTIMO ALBUM Nella copertina de L’anticristo Silvio Capeccia, Fulvio Muzio ed Enrico Ruggeri appaiono come tre manager in un futuro apocalittico: hanno gli occhi da rettile e l’aria di chi sta manovrando occultamente i destini dell’umanità. L’album è disponibile in versione CD e doppio LP. La versione doppio LP contiene le due bonus track Londra ed Elephant Man. È disponibile anche, in esclusiva per Amazon.it, il vinile 7’’ 45 giri di Lettera dal Duca (il cui video è stato girato a Berlino con la regia di Giacomo Triglia).

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UN RITORNO ALLE ORIGINI MOLTO ROCK

l tempo è una marea che ci trascina via, ma se impariamo a remare potremmo in qualche modo esserne complici e sopravvivere partecipando agli eventi». Red Canzian parla così del trascorre del tempo, il tema centrale del suo ultimo album, il primo post Pooh, il primo da solo. «Nell’album - prosegue - si trattano tanti argomenti e si raccontano tante storie, senza nostalgia e spesso con evidente criticità. Il passato vale in quanto specchio di quello che abbiamo fatto ma dobbiamo renderci conto che è ‘passato’. Dobbiamo essere pronti a meravigliarci ancora, e essere coscienti di quello che riusciamo a dare: a volte il peggio, a volte il meglio di noi». L’album Testimone del tempo contiene tredici brani tra cui quello che Red Canzian ha portato a Sanremo quest’anno, Ognuno ha il suo racconto: «Ci ho messo circa un anno per scrivere e registrare questo album, - racconta - ma è probabilmente occorsa tutta una vita per “ricomporlo” dentro di me. In ogni brano c’è infatti una qualche traccia della musica che ho amato e che mi ha fatto decidere, ancora ragazzo, che questa sarebbe stata la mia vita». L’album contiene canzoni scritte da nomi eccellenti. Ho avuto la fortuna di essere stato “viziato” nella mia vita da parolieri del calibro di Valerio Negrini, che se n’è an-

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Foto Alessandro Carlozzo

Con la partecipazione a Sanremo Red Canzian ha inaugurato la sua nuova stagione da solista dopo una vita passata insieme ai Pooh. E dal 4 maggio partirà il suo tour di Cristiana Zappoli


dato un po’ troppo presto, o di Stefano D’Orazio, e non posso proprio cantare cose che non mi arrivano al cuore, che non assomigliano alla mia musica. E così ho chiamato in aiuto amici fantastici come Enrico Ruggeri, Ivano Fossati, Renato Zero, Ermal Meta, Fabio Ilacqua, Vincenzo Incenzo, Miki Porru e Gabriele Cannarozzo, a vestire le mie note. In maggio sarà in tour nei teatri italiani. Cosa aspettarsi dal suo primo tour da solista? Sto lavorando a questo spettacolo da tanto... voglio fare una cosa mai fatta prima: il racconto della grande musica che ha cambiato il mondo, i modi e le mode, dagli anni ’50 ad oggi. Canterò canzoni di Elvis Presley, dei Beatles, dei grandi cantautori italiani come Tenco e Paoli, di Bob Dylan. Tratterò la canzone di protesta americana e quella nostrana: noi qui non avevamo il Vietnam ma c’erano gli attentati terroristici al Brennero, dove morirono molti nostri militari, e i Pooh scrissero un brano che fu censurato e parlava proprio di questo: Brennero ’66. E poi racconto la Swinging London, che ho vissuto di persona, Piccadilly Circus, Carnaby Street, la grande invenzione di Mary Quant, la minigonna, e la musica, con la quale speravamo di cambiare il mondo; la nostra pacifica rivoluzione, quella del “fate l’amore non fate la guerra”, e in un brano che condivido in duetto col grande Aldo Tagliapietra, cantante storico delle Orme, raccontiamo che qualcosa si è perso, ma qualcosa è rimasto, di quel tempo. Ma suonerò anche la musica rock progressiva, dai Pink Floyd in poi, e non mancherà la musica che ho fatto e scritto con i Pooh, dei quali farò alcuni brani che possono essere reinterpretati nel più completo rispetto della storia. Il tutto, oltre alla musica, raccontato a parole e a immagi-

ni: ci sarà un “film” di oltre due ore a supporto della narrazione, delle canzoni. Il pubblico conoscerà un Red Canzian diverso da quello che conosce? Già a Sanremo tutti mi dicevano che non mi avevano mai sentito cantare in modo così preciso e potente... colpa mia, forse, che non ho mai forzato per mettermi in luce? Per me una band ha regole precise che io, di sicuro, ho rispettato, senza sgomitare. Un Red Canzian più rock? Quando riparti per un nuovo viaggio metti nella valigia le cose care, una foto di tuo padre, di tua moglie e dei tuoi figli, il libro che ami rileggere. Porto le cose della mia vita e la musica che mi ha formato: prima di entrare nei Pooh era sicuramente la musica rock, per cui, inevitabilmente, nel mio nuovo lavoro si trovano tracce evidenti di questo modo di suonare e di intendere la vita. Poi, sempre lontani dalla voglia di etichettare le emozioni, ritroverete me, quello di sempre, quello che ha voglia di vita e di saltare sul palco, solo un po’ più libero di decidere e di sbagliare da solo. A proposito di questo, come si sta sul palcoscenico da soli? Più larghi! Scherzi a parte, il palco l’ho sempre amato e mai temuto, colpito fin da piccolo dalla sindrome del “clown”. A sette anni, a Jesolo, la sera salivo su una sedia impagliata, nella strada più trafficata dai turisti, e cantavo Con 24.000 baci per farmi applaudire. E poi sono così meticoloso che dubbi e paure me li tolgo prima, studiando, preparandomi. Lei ha cominciato con Sanremo una nuova carriera da solista. Cosa si aspetta da questa nuova avventura? Innanzitutto vorrei far sapere a tutti che non sono solo un musicista ma anche un autore, un cantante, uno che ama raccontare e quando lo fa, lo fa col cuore. E poi spero che tutto l’amore che nella mia vita ho dedicato alla musica, continui a essere un bisogno preponderante per me. Ha definito la fine della carriera dei Pooh “una benedizione”. In che senso lo è stata? Una benedizione del cielo è stata la saggezza che ha illuminato la nostra scel-

IL DISCO È disponibile nei negozi tradizionali il 45 giri dell’album, contenente una speciale ed esclusiva versione con orchestra, disponibile solo su vinile, del brano sanremese e, sul lato B, Presto, tardi, forse, mai. Un’edizione limitata e numerata a 1000 copie contenente un originale vinile di colore azzurro.

Red Canzian insieme ai Pooh firma alcuni dei più grandi successi che hanno segnato intere generazioni e nel 2016 è tra i protagonisti della reunion per celebrare i 50 anni di storia della band

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Musica Red Canzian, 66 anni, inizia la sua carriera musicale con la band rock prog Capsicum Red, in cui milita per tre anni, fino a quando, nel 1973, non si unisce ai Pooh come bassista


ta. Difficilmente un artista trova il coraggio per scendere dal palco. A noi il destino qualche indicazione che forse stava arrivando il momento per farlo, ahimè, ce l’aveva data: facendo prima decidere a Stefano di lasciare la band e poi portandosi via il nostro poeta, Velerio Negrini. E un tavolo con quattro gambe, nonostante una quinta di riserva, se rimane con tre rischia di traballare, o peggio, di cadere, cambiano gli equilibri e cambia la visione del futuro. E poi la nostra storia, tanto unica e irripetibile, meritava un gran finale, non un lento spegnimento. I Pooh sono stati il progetto più importante della mia vita e ho passato con i miei amici e compagni di viaggio molto più tempo di quello passato con la mia famiglia. Il tempo che è passato dalla fine dell’esperienza con i Pooh e Sanremo le è servito? Ho voluto lasciare un anno di “fermo musica”, per rispetto, e perché penso che “non puoi separarti dalla moglie e risposarti la settimana dopo con un’altra”. C’è un tempo per tutte le cose. E così mi sono dedicato a un’altra grande passione mia, la scrittura. Ho scritto un libro, il quarto, e questa volta l’ho condiviso con mia figlia Chiara. Sano vegano italiano parla di etica vegana, informa su tante cose che non ci sono mai state dette o ci sono state raccontate in modo fasullo, e poi Chiara presenta cinquanta buonissime ricette da lei create, tutte rigorosamente veg. È stato un grande successo editoriale e di pubblico, per presentarlo abbiamo organizzato oltre 40 cene in giro per l’Italia, con una media di cento persone a sera e tutti sono “felicemente sopravvissuti”, anzi, molti si sono convinti al cambiamento. È un vegano di quelli integralisti? Ogni tipo di integralismo allontana la gente saggia e convince solo i deboli o gli idioti. Io credo nel libero pensiero e quindi nelle libere scelte, mi limito a raccontare, con gentilezza, una mia esperienza, poi ognuno trarrà le proprie conclusioni. Ha già scritto quattro libri. Scrivere le piace quindi.

Mi piace molto perché mi ritrovo, mi riconosco, e i pensieri e le parole fluiscono veloci, liberi, come se qualcuno me li stesse dettando. E poi con la scrittura, mentre correggo una frase, miglioro anche il mio modo di propormi, domandandomi spesso: cosa penserei di qualcuno che scrive una cosa così? Ha scritto anche dei manuali riguardanti i Bonsai. Com’è nata questa passione? Per caso, leggendo un libretto comprato in un autogrill, ma credo che questa passione fosse lì da tempo, a covare, e aspettasse solo che me ne accorgessi. Tanto che, come sempre quando inizio con un nuovo interesse, mi ci sono buttato a capofitto, sono stato un mese in Giappone per studiare quest’arte con i grandi maestri come Saburo Kato e Masayko Kymura. Al ritorno ho scritto un libro, Magia dell’albero, e tuttora ho un centinaio di piante a casa, tutte “impostate” da me. Qual è stato il momento più importante della sua carriera? Se parliamo di momenti pubblici citerei il mio ingresso nei Pooh, nel ’73, la vittoria di Sanremo nel ‘90 o i concerti della Reunion, nel 2016, con mezzo milione di persone che si sono unite in un meraviglioso e caldo abbraccio. Se devo cercare in qualche angolo nascosto e intimo del mio cuore, ricordo attimi commoventi, di quelli che davvero ti spezzano la voce e non riesci a cantare, in occasione di un nostro concerto a Lourdes, per i malati. Nel 2015 ha avuto un aneurisma dell’aorta: quell’esperienza l’ha cambiata? Come sempre apprezzi di più quello che improvvisamente stai perdendo, o hai rischiato di perdere. Ma io sono un grande fan della vita e l’ho comunque sempre apprezzata, diciamo che un pit-stop di questo tipo ti porta a riconsiderare il tempo, il suo valore, e impari a gustarne ogni sfumatura. E a diventare “testimone del tempo”, proprio perché lo hai vissuto fino in fondo e, almeno per ora, l’hai anche vinto!

◗ 4/05 Gran Teatro Geox, Padova ◗ 5/05 Gran Teatro Morato, Brescia ◗ 7/05 Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine ◗ 9/05 Teatro Creberg, Bergamo ◗ 12/05 Teatro Colosseo, Torino ◗ 13/05 Teatro Openjobmetis, Varese ◗ 16/05 Teatro Augusteo, Napoli ◗ 18/05 Teatro Verdi, Firenze ◗ 19/05 Teatro Lyrick, Assisi ◗ 20/05 Auditorium Parco della Musica, Roma ◗ 22/05 Teatro Metropolitan, Catania ◗ 23/05 Teatro Golden, Palermo ◗ 25/05 Teatro Team, Bari ◗ 27/05 Teatro degli Arcimboldi, Milano CONCERTI

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Luca Barbarossa

Foto Flavio&Frank

Foto Magliocchetti

Musica

Diodato

ANIMO ROMANO

DI NUOVO IN TOUR

Roma è de tutti è il tour teatrale di Luca Barbarossa, un progetto che segna uno scarto rispetto ai precedenti, da cui si differenzia perché in questo caso Barbarossa propone, oltre al suo repertorio storico, anche il nuovo lavoro discografico in romano, uscito il 9 febbraio 2018. Questo disco, interamente scritto da lui stesso, è un lavoro artigianale nel quale il romano suona come la lingua che si parla e si ascolta per le strade della capitale: una pigrizia mentale, un italiano sporcato da accento locale, una parlata e un orizzonte sociale e umano che ritraggono una città che è soprattutto uno stato d’animo.

Dopo il successo al Festival di Sanremo in coppia con Roy Paci (con il brano Adesso), Diodato è ripartito in tour per l’Italia e l’Europa con il proprio progetto solista e la sua band (una produzione Godzilla market). Ripartirà in primavera, per andare avanti tutta l’estate sia in Italia che all’estero, il Valelapena Tour, il live del progetto Roy Paci & Aretuska. Tanti gli attestati di stima da parte di giornalisti e addetti ai lavori che hanno acclamato Adesso come una delle canzoni più belle e interessanti del Festival, proclamandolo ad unisono come brano rivelazione del Festival di Sanremo 2018: in un presente distratto Adesso si pone come un carpe diem moderno da ripetere a se stessi.

◗ 7/04 Teatro La Perla, Montegranaro (Fm) ◗ 10/04 Teatro Colosseo, Torino ◗ 19/04 Teatro Comunale, Belluno ◗ 20/04 Teatro Puccini, Firenze CONCERTI

CONCERTI ◗ 06/04 New Age, Roncade (Tv) ◗ 07/04 Monk, Roma ◗ 13/04 Eremo Club, Molfetta (Ba) ◗ 14/04 Camera Club, Matera ◗ 27/04 Smav, S. Maria a Vico (Ce)

Saranno due i concerti in Italia di Ben Harper & Charlie Musselwhite. I due artisti, vincitori del Grammy-Award, hanno collaborato in un nuovo disco, No Mercy in This Land, uscito il 30 marzo 2018 (www.NoMercyInThisLand.com). L’album segna l’atteso ritorno dell’inedito duo dopo la pubblicazione del disco Get Up! nel 2013, che aveva debuttato alla posizione #1 della Billboard Blues Albums Chart e vinto 1 Grammy Award nel 2014 per il miglior album blues. CONCERTI ◗ 23-24/04 Fabrique, Milano

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Foto Dan Monick

IL DUO PIÙ ATTESO


ROCK NEI PALASPORT

Amore gigante è il diciottesimo album di inediti di Gianna Nannini. Uscito per Sony Music, contiene i singoli “Fenomenale”, che al debutto è balzato subito al primo posto della classifica Earone, e “Cinema” altro successo che ha riportato la Nannini alla sua dimensione di unica cantautrice rock italiana famosa in tutta Europa. Dopo il successo delle quattro anteprime sold out dello scorso dicembre, Gianna Nannini è partita il 10 marzo dalla Germania con Fenomenale - Il tour, che è approdato il 29 marzo nei palasport italiani. Arena, Padova ◗ 10/04 Pala Lottomatica, Roma ◗ 11/04 Modigliani Forum, Livorno ◗ 13/04 Mediolanum Forum, Assago (Mi) ◗ 14/04 Pala Alpitour, Torino ◗ 18/04 Pala Florio, Bari ◗ 19/04 Pala Sele, Eboli (Sa) ◗ 21/04 Pal’Art Hotel, Acireale (Ct)

Foto Simone Di Luca

CONCERTI ◗ 6/04 Zoppas Arena, Conegliano (Tv) ◗ 7/04 Kioene

Negrita

DALLA CALIFORNIA Desert Yacht Club è il loro decimo album in studio e contiene undici tracce inedite, scritte e composte dai Negrita e prodotte da Fabrizio Barbacci. Il titolo non è un semplice nome, ma un vero e proprio omaggio a un luogo d’ispirazione: l’omonima oasi creativa fondata da Alessandro Giuliano nel deserto di Joshua Tree in California. «Ebbene sì, ancora una volta, la California», raccontano. «Per molti versi, molto dell’immaginario con cui ci siamo presentati al mondo più di vent’anni fa era iniziato proprio da lì, per poi trasformarsi in un rapporto che, tra arrivederci e clamorosi ritorni, ci aveva tenuti sempre legati a quei luoghi così densi di mitologia. Sapete come funzionano queste cose, certi amori non finiscono mai». Da ottobre la band sarà in tour nei palasport. ◗ 10/04 Unipol Arena, Bologna ◗ 12/04 PalaLottomatica, Roma ◗ 14/04 Mediolanum Forum, Milano CONCERTI

RITORNO DI UN MITO

Torna nel nostro paese Bob Dylan, che mancava dai palcoscenici Italiani dal 2015. Tre anni densi di avvenimenti per il cantautore americano che lo hanno visto pubblicare 3 album (Fallen Angels nel 2016, Triplicate e l’appena uscito Trouble No More nel 2017), essere insignito della Medal of Freedom da Obama e soprattutto aggiudicarsi il Premio Nobel per la Letteratura nel 2016, onore mai conferito prima a un musicista. Gli ultimi sette studio album di Dylan sono stati universalmente riconosciuti come alcuni tra i migliori della sua gloriosa carriera, e hanno toccato nuove e ulteriori vette di successo commerciale e di critica. Time Out Of Mind del 1997, disco di platino, gli è valso numerosi Grammy, tra cui quello per Album “Of The Year”, mentre Love And Theft, anch’esso disco di platino, ha ottenuto numerose candidature ai Grammy e una statuetta nella categoria Best Contemporary Folk Album. Bob Dylan ha venduto oltre 125 milioni di dischi nel mondo. ◗ 3-4-5/04 Auditorium della Musica, Roma ◗ 7/04 Mandela Forum, Firenze ◗ 8/04 Palabam, Mantova ◗ 9/04 Teatro degli Arcimboldi, Milano CONCERTI


Musica

SUL PALCO SENZA INCERTEZZE

Ventiduenne romano che mescola canzone d’autore e hip-hop e ama definirsi Cantautorap, si è aggiudicato la categoria Nuove Proposte a Sanremo 2018 con la canzone Il ballo delle incertezze. A maggio 2017, con grande successo di pubblico e critica, Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, ha aperto il concerto di Fabrizio Moro al PalaLottomatica di Roma. Tornerà a esibirsi live a maggio. CONCERTI ◗ 4/05 Estragon, Bologna ◗ 5/05 Gran Teatro Geox, Padova

◗ 8/05 Teatro della Concordia, Venaria Reale (To) ◗ 11/05 Fabrique, Milano ◗ 12-13/05 Atlantico, Roma ◗ 17/05 Demodè Club, Bari ◗ 18/05 Casa della Musica, Napoli ◗ 20/05 Afterlife, Perugia ◗ 25/05 Obihall, Firenze

DA SANREMO AI CLUB

Mirkoeilcane, in gara per la 68a edizione del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con il brano Stiamo tutti bene, ha raggiunto il secondo posto vincendo anche il Premio della Critica “Mia Martini”. Sarà in tour a maggio nei club italiani. CONCERTI ◗ 4/05 Santeria Social Club, Milano

◗ 10/05 Teatro Quirinetta, Roma ◗ 11/05 Magazzini fermi, Aversa (Ce) ◗ 18/05 Hiroshima Mon Amour, Torino ◗ 25/05 Locomotiv Club, Bologna

IL TOUR DI ADDIO

Elio e le Storie Tese sono pronti a concludere la loro carriera in grande stile, dopo 38 anni di successi, hit radiofoniche provocatorie e tour imprevedibili. Alla domanda «Vi sciogliete veramente?» gli EelST annuiscono e dichiarano che non ci hanno ripensato neppure dopo la grande dimostrazione di affetto e interesse nei loro confronti suscitata dalla notizia del loro scioglimento. Hanno davvero deciso di sciogliersi. Dopo aver “raggiunto” il tanto agognato (da loro) ultimo posto al Festival di Sanremo con il brano Arrivedorci, il 20 aprile partirà il tour di addio, «che sarà però “a scadenza”: - dicono - da consumarsi entro e non oltre il 30 giugno 2018».

◗ 20/04 Pala George, Montichiari (BS) ◗ 21/04 Kioene Arena, Padova ◗ 23/04 Mediolanum Forum, Milano ◗ 1/05 Arena, Verona ◗ 3/05 Pala Alpitour, Torino ◗ 5/05 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 8/05 RDS Stadium, Genova ◗ 10/05 Unipol Arena, Bologna ◗ 12/05 PalaLottomatica, Roma ◗ 14/05 Palapartenope, Napoli ◗ 17/05 Pal’Art Hotel, Acireale (Ct) ◗ 19/05 Pala Florio, Bari ◗ 23/05 RDS Stadium, Rimini ◗ 25/05 Zoppas Arena, Conegliano (Tv)

ATMOSFERE ANNI 80/90

Un grande ritorno, atteso per più di un decennio, per uno dei gruppi della scena anni 80/90 più amati dal pubblico Italiano. I Tears for Fears hanno sempre avuto un rapporto speciale con il nostro paese che hanno conquistato con hits storiche come Shout o Everybody Wants to Rule The World. Ed è proprio Rule The World il titolo sia del greatest hits che del tour che riporterà Roland Orzabal (voce, chitarra, tastiera) e Curt Smith (voce, basso e tastiera) sul palco milanese per il loro unico appuntamento Italiano. CONCERTO ◗ 23/05 Mediola-

num Forum, Assago (Mi)

Foto Pigi Cipelli

CONCERTI


Foto Luisa Carcavale

Foto Chiara Mirelli

Le Vibrazioni

Annalisa

DI NUOVO LIVE

IN ATTESA DEL TOUR

Dopo la partecipazione al 68° Festival della Canzone Italiana di Sanremo con il brano Così sbagliato, che è subito balzato in vetta alle classifiche radiofoniche, e la pubblicazione lo scorso 9 febbraio del quinto album di inediti “V” (distribuito da Artist First), Le Vibrazioni tornano a esibirsi dal vivo con una nuova avventura live nei più importanti club di tutta Italia. Sul palco, la band multiplatino salirà nella sua formazione originale: Francesco Sarcina alla voce e alla chitarra, Stefano Verderi alla chitarra e alla tastiera, Marco Castellani al basso e Alessandro Deidda alla batteria. I nuovi concerti saranno l’occasione per ascoltare Così sbagliato e gli altri brani estratti da “V”, oltre ai grandi successi che hanno scalato le classifiche e fatto la storia del gruppo.

Bye Bye è il nuovo album di inediti di Annalisa in cui la cantautrice e interprete si mostra in una veste nuova, con sonorità e temi originali. Annalisa è arrivata terza al Festival di Sanremo con il singolo Il mondo prima di te scritto da lei con Davide Simonetta e Alessandro Raina. A maggio Annalisa sarà in concerto con due anteprime live del suo “Bye Bye live”. Prima di Sanremo il primo singolo estratto dal nuovo album, “Direzione la vita”, aveva debuttato al n.1 di iTunes raggiungendo la certificazione oro per le vendite, posizionandosi tra i brani più trasmessi dalle radio italiane e il cui video ha superato 12 milioni di visualizzazioni. Prima ancora, “Tutto per una ragione”, il brano con Benji & Fede di cui è autrice, ha dominato le classifiche della scorsa estate (certificato Doppio Disco di Platino per le vendite e oltre 52 milioni di visualizzazioni per il video).

CONCERTI ◗ 5/04 Casa della Musica, Napoli ◗ 6/04 Demo-

dè Club, Bari ◗ 12/04 Teatro Mandanici, Barcellona Pozzo di Gotto (Me) ◗ 13/04 Teatro Golden, Palermo ◗ 14/04 Land, Catania ◗ 19/04 Auditorium Flog, Firenze ◗ 20/04 Phenomenon, Novara ◗ 24/04 Live Club, Trezzo sull’Adda (Mi)

CONCERTI ◗ 10/05 Atlantico Live, Roma

◗ 14/05 Alcatraz, Milano

I CONCERTI PER IL NUOVO ALBUM

Il 2 maggio prossimo partirà Dediche e manie tour 2018, la nuova tournée di Biagio Antonacci che prende il nome dal suo ultimo album di inediti uscito su etichetta Iris distribuito da Sony Music e che si concluderà a Bologna. «È per me una grande gioia - ha detto - terminare il tour con un gran finale proprio nella città dove abito, non sarà un semplice live ma una bella festa». CONCERTI ◗ 2/05 Pal’Art Hotel, Acireale ◗ 4/05 Pala Florio, Bari

◗ 7/05 Pala Partenope, Napoli ◗ 9-10/05 Mediolanum Forum, Milano ◗ 12/05 Pala George, Montichiari (Bs) ◗ 13/05 Zoppas Arena, Conegliano (Tv) ◗ 23 e 25/05 PalaLottomatica, Roma ◗ 26/05 Unipol Arena, Bologna


Jazz

CHITARRA E PERCUSSIONI Raul Midón, originario del Nuovo Messico, è un cantautore nella cui chitarra si cela un’intera orchestra, un vero “avventuriero” della sei corde (nonché delle percussioni). Le sue canzoni, tra soul, folk, funky cubano, jazz e un retroterra latineggiante, sono fonte di inesauribili sorprese, contagiose, estroverse. Midón fa parte del cartellone del Ravenna Jazz 2018 (dal 4 al 3 maggio), che giunge al traguardo della quarantacinquesima edizione, un record nel panorama dei festival jazz italiani. CONCERTO ◗ 11/05 Cisim, Lido Adriano (Ra)

RITMO ARGENTINO

Veneto Jazz firma al Teatro La Fenice di Venezia la seconda edizione di Jazz&, rassegna di concerti che mette in scena le diverse declinazioni della ricerca jazzistica, con apertura ai più innovativi linguaggi della contemporaneità. In programma ad aprile Aca Seca Trio, che rappresenta la rinascita e l’evoluzione della musica argentina. Fin dall’esordio nel 1998 i tre musicisti hanno catturato l’attenzione del pubblico come una vera e propria novità nella scena musicale nazionale, anche con singole carriere musicali. CONCERTO ◗ 14/04 Teatro La Fenice, Venezia

UNA BAND ECLETTICA ED ENERGICA Poche band mettono insieme tante esperienze ed elementi diversi come In Orbit. Una band eclettica che spazia in vari mondi musicali, attraversando il jazz e la musica improvvisata liberamente attraverso molti stili. La musica è energica, fantasiosa e potente, basata sulla passione per i grandi grooves espressi con spirito profondo e grande musicalità. Jeff Coffin è un sassofonista impegnatissimo a Nashville, ha composto e pubblicato album per molti anni con i suoi Mu’tet. CONCERTO ◗ 13/04 Auditorium della Musica, Roma




Classica

GRANDI INTERPRETI: MUSICA DA CAMERA, CLASSICA, OPERA

GALWAY • BAXIU • PAGLIARI • WHUN CHUNG • PALADIN A BOLOGNA TORNA YUJA WANG, ARTISTA DEL 2017 PER MUSICAL AMERICA

LA FILARMONICA DI ROTTERDAM Il canadese Yannick Nézet-Séguin è considerato negli Stati Uniti la rivelazione della nuova direzione d’orchestra. È il direttore musicale dell’Orchestra di Filadelfia e della Filarmonica di Rotterdam, una delle più autorevoli compagini europee. Nézet-Séguin possiede un’eccezionale duttilità interpretativa; conosce lo stile classico come l’ardore romantico, rigore e passione in lui coesistono. La cinese Yuja Wang offre un Rachmaninov traslucido e quasi astratto. Claudio Abbado la presentò esordiente a Bologna con l’Orchestra Mozart. Oggi è tra le pianiste più affermate in Europa e negli Stati Uniti. Tra le esibizioni più recenti si distinguono concerti con la Filarmonica di San Pietroburgo, la New York Philharmonic Orchestra, i Münchner Philharmoniker e la Chamber Orchestra of Europe, numerosi recital nelle sale più prestigiose del mondo e concerti cameristici con il violinista Leonidas Kavakos. Molto amata anche dal pubblico più giovane, nel 2017 Yuja Wang è

stata nominata “Artista dell'Anno” da Musical America. Fondata nel 1918, la Filarmonica di Rotterdam è oggi una delle orchestre europee di maggior prestigio. A partire dagli anni Trenta, con il suo direttore principale Eduard Flipse, si è affermata come una delle più importanti compagini sinfoniche dei Paesi Bassi e negli anni Settanta, sotto la guida di Jean Fournet ed Edo de Waart, guadagna notorietà a livello internazionale. Cospicua la produzione discografica, con registrazioni effettuate per etichette come EMI, Virgin Classics e Deutsche Grammophon.

ROTTERDAM PHILHARMONIC ORCHESTRA

◗ 24 aprile 2018, Teatro Manzoni, Bologna Yannick Nézet-Séguin (direttore), Yuja Wang (pianoforte) Franz Joseph Haydn Sinfonia n. 49 in fa minore Hob. I:49 “La Passione” Sergej Rachmaninov Concerto n. 4 in sol minore op. 40 per pianoforte e orchestra Pëtr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36

ITA EVENTI 53


Classica

SETTECENTO E OTTOCENTO Da non perdere i prossimi tre appuntamenti del programma dell’associazione milanese Arteviva. Si alterneranno sul palco l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Sir James Galway insieme a sua moglie, e l’Orchestra da Camera Arteviva

a stagione primaverile dell’associazione musicale Arteviva ha preso il via, nella splendida cornice di Santa Maria delle Grazie a Milano, a marzo, con il primo dei quattro concerti di grande respiro che ripercorrono la tradizione musicale del Settecento e Ottocento, tra barocco, classicismo, primo e tardo romanticismo. In occasione dei prossimi tre appuntamenti (tra aprile e giugno) si alterneranno sul palcoscenico l’Orchestra da Camera Arteviva con il Maestro Matteo Baxiu insieme ad ensemble, orchestre e solisti, offrendo al pubblico una ricca varietà di proposte ar54 ITA EVENTI

tistiche. Il secondo appuntamento, l’11 aprile, vedrà sul palcoscenico l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, una delle più antiche e prestigiose realtà musicali italiane: con i suoi 112 anni di vita, fa parte delle 12 Istituzioni Concertistico Orchestrali (I.C.O.) riconosciute dallo Stato. È per il secondo anno ospite della stagione Arteviva e, guidata da Giancarlo De Lorenzo, presenta un programma accattivante che abbina la verve drammatica ed emozionante, ricca di piacevoli melodie dai velati echi spagnoleggianti del concerto per violoncello di Edouard Lalo (solista Mariano Dapor), alla scrit-


tura giovanile e fresca di un Mendelssohn alla prima sinfonia, di impianto e struttura ancorata ai classici ma con i semi della rivoluzione romantica. Evento della stagione primaverile 2018 è la Serata Speciale dedicata al Flauto, il 3 maggio, con la presenza di Sir James Galway insieme a sua moglie Jeanne Galway e due studenti selezionati dalla Masterclass di Villa Medici Giulini, accompagnati dall’Orchestra da Camera Arteviva e diretti dal Maestro Matteo Baxiu. James Galway riporterà nella Basilica di Santa Maria delle Grazie le note del concerto n.2 per flauto k314 di Mozart. Vera e propria leggenda del flauto Galway, nato a Belfast, ha studiato a Londra e a Parigi prima di iniziare la sua carriera in orchestre prestigiose quali Sadlers Wells & Royal Covent Garden Opera, la BBC, Royal Philharmonic e London Symphony Orchestra, tutto ciò prima di assumere il ruolo di primo flauto con la Filarmonica di Berlino diretta da Herbert von Karajan. L’ultimo appuntamento, il 12 giugno, è dedicato al romanticismo di Pëtr Il’ič Č ajkovskij e a uno dei suoi capolavori, la quinta sinfonia che rispecchia nella varietà di registri e colori la personalità tortuosa e inquieta dell’artista russo. Una partitura che si articola tra passaggi carichi di sentimenti dalle atmosfere sot-

XIV STAGIONE CONCERTISTICA DI ARTEVIVA - PRIMAVERA 2018

Basilica di Santa Maria delle Grazie Milano

ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO Mariano Dapor (violoncello) Giancarlo De Lorenzo (direttore)

◗ mercoledì 11 aprile 2018 - ore 21.15 Edouard Lalo Concerto per violoncello Felix Mendelssohn Sinfonia n. 1 op. 11 ORCHESTRA DA CAMERA ARTEVIVA

Sir James e Lady Jeanne Galway (flauto) Matteo Baxiu (direttore) ◗ giovedì 3 maggio 2018 - ore 21.15 Wolfgang Amadeus Mozart Concerto per flauto e orchestra KV 314 Domenico Cimarosa Concerto per due flauti e orchestra G. 1077 ORCHESTRA DA CAMERA ARTEVIVA

Matteo Baxiu (direttore) ◗ martedì 12 giugno 2018 - ore 21.15 Pëtr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 5 op. 64 in Mi minore

terranee, alle melodie travolgenti passando attraverso toni funerei e trionfali corali, specchio della lotta tra l’uomo e il fato. Composta nel 1888 ed eseguita in prima assoluta a Pietroburgo sotto la direzione dello stesso compositore, incontrò il grande favore del pubblico ma non della critica che lo accusò all’epoca di aver scritto una composizione disomogenea e artificiosa. Chiude la stagione, con questa sinfonia, l’Orchestra da Camera Arteviva e il suo direttore Matteo Baxiu.

In apertura, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo; in basso, Sir James e Lady Galway; a sinistra, Matteo Baxiu, direttore dell’Orchestra da Camera Arteviva

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Classica

NUOVI INTERPRETI Commissionata a Bellini dal Teatro La Fenice di Venezia e composta in tempi brevissimi per il Carnevale del 1830, I Capuleti e i Montecchi fu un vero e proprio trionfo. Tagliata e manomessa durante le numerose riprese ottocentesche, la partitura originale tornò a essere eseguita soltanto nel 1935, prima di rientrare definitivamente in repertorio a partire dalla fine degli anni Cinquanta. Il nuovo allestimento del Comunale rientra nel progetto “Opera Next” che per il quarto anno dà spazio ai talentuosi interpreti provenienti dalla Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna. I CAPULETI E I MONTECCHI MATTEO PAGLIARI (direttore) SILVIA PAOLI (regia) Alberto Camón/Vincenzo Santoro (Capellio) Lara Lagni/Nina Solodovnikova (Giulietta) Aurora Faggioli/Christina Campsall (Romeo) Francesco Castoro/Gillén Munguía (Tebaldo) Nicolò Donini/Diego Savini (Lorenzo)

◗ Dal 6 al 13 maggio 2018 Teatro Comunale, Bologna

L’ANNO DI ROSSINI

Il 2018 sarà l’anno rossiniano con celebrazioni per ricordare e diffondere l’opera di Rossini e a questo proposito l’Orchestra e il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia ripropongono lo Stabat Mater con il quale Rossini ruppe il silenzio iniziato dopo il Guillaume Tell (1829) che durò fino alla morte del compositore (1868). In realtà Rossini, pur non pubblicando più, continuò a comporre durante tutta la vita anche dopo la decisione di ritirarsi dalle scene. ORCHESTRA E CORO DELL'ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA MYUNG-WHUN CHUNG (direttore) VERONICA SIMEONI (mezzosoprano) PAOLO FANALE (tenore) ROBERTO TAGLIAVINI (basso) Mozart Sinfonia n. 39 K543 Rossini Stabat mater

◗ Dal 27 al 19 aprile 2018 Auditorium Parco della Musica, Roma

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UN CLASSICO A VENEZIA Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, La traviata è uno dei titoli più rappresentati nei teatri di tutto il mondo ma è anche un’opera legata a doppio filo al Teatro La Fenice, non solo perché andò in scena per la prima volta proprio qui, il 6 marzo 1853, ma anche perché fu questo titolo a inaugurare, nel novembre 2004, la prima stagione lirica della Fenice ricostruita. Ispirata al dramma in abiti contemporanei di Alexandre Dumas fils, La traviata sarà proposta in quell’incisivo allestimento – anch’esso in abiti contemporanei – del regista canadese Robert Carsen, con le scene e i costumi di Patrick Kinmonth, la coreografia di Philippe Giraudeau e le luci di Robert Carsen e Peter Van Praet. LA TRAVIATA FRANCESCO IVAN CIAMPA (direttore) MARCO PALADIN (direttore) ROBERT CARSEN (regia) Francesca Dotto (Violetta), Matteo Lippi (Alfredo) Julian Kim (Germont), William Corrò (Barone) Matteo Ferrara (Marchese), Enrico Iviglia (Gastone)

◗ Dal 5/05 all’1/06 2018 Teatro La Fenice, Vene zia


Villa Ca’ Conti dei Marchesi Rusconi Camerini

Ca’ Conti è una splendida villa cinquecentesca aperta al pubblico per visite guidate. A vostra disposizione per ricevimenti, meeting, concerti, wedding.

Via Gazzolo, 1129 35040 Granze (PD) tel. +39 389 2370310 www.facebook.com/villaCaConti www.villacaconti.it



Teatro

CABARET COMMEDIE TRAGEDIE SUI PALCOSCENICI ITALIANI

Foto Salvatore Pastore

F INOCCHIARO • CIRILLI • FORIA • CUCCARINI • AUTIERI IN SCENA INGRESSO INDIPENDENTE CON SERENA AUTIERI ETOSCA D’AQUINO

NESSUNO È COME APPARE Inedita commedia in due atti scritta da Maurizio de Giovanni, scrittore di numerosi libri di successo dalla serie de “Il Commissario Ricciardi” fino a “I bastardi di Pizzofalcone”, e interpretata da Serena Autieri e Tosca D’Aquino insieme a Giovanni Scifoni, Biancamaria Lelli, Pierluigi Misasi e Fioretta Mari. Ingresso indipendente ha come protagonista Massimo, quarantenne impiegato in un’azienda privata in attesa di promozione, il quale vive in un appartamentino con ingresso indipendente e che spesso presta al proprio “capo”, Ludovico, per i suoi incontri con l’amante, Rosalba. Una sera, al rientro dopo il via libera del superiore, Massimo incontra Rosalba che ha deciso di non andarsene più dall’appartamento per costringere l’amante a lasciare la moglie Giuliana, dopo anni di promesse non mantenute. Massimo è in grande difficoltà, anche per l’arrivo della fidanzata Valeria, diffidente e moralista, che attende la promozione di Massimo per sposarlo. Per cercare di risolvere la

situazione arrivano Ludovico e successivamente sua moglie, apparentemente ignara della relazione. Da quel momento si snodano una serie di confronti e di equivoci, dove si scoprirà che nessuno è realmente come appare, conseguentemente ai quali Ludovico e Giuliana, ma soprattutto Massimo, Valeria e Rosalba, apriranno gli occhi sulla realtà delle proprie vite e sul vero valore delle relazioni, prendendo decisioni impreviste, ma fondamentali per il loro futuro. INGRESSO INDIPENDENTE ◗ 16/04 Teatro dei Marsi, Avezzano (Aq) ◗ 17-18/04 Teatro Primo Riccitelli, Teramo ◗ 23/04 Teatro Orfeo, Taranto ◗ 24-25/04 Teatro Team, Bari ◗ 27/04 Teatro Umberto, Nola (Na) ◗ 28/04 Teatro Italia, Acerra (Na) ◗ 29/04 Teatro Comunale, Pagani (Sa) ◗ 30/04 Auditorium Tommasiello, Teano (Ce) ◗ Dal 3 al 13/05 Teatro Ambra Jovinelli, Roma

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Teatro

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DELL’ARTE La consulenza scientifica dei Musei Vaticani, la direzione artistica di Marco Balich, la musica di Sting e la voce di Pierfrancesco Favino danno vita al grande spettacolo della Cappella Sistina. Con uno show che va oltre il teatro di Alessandra Cinque 60 ITA EVENTI


deato da Marco Balich e realizzato con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, lo show è il primo esempio di un format innovativo che unisce il racconto filologico della genesi di un capolavoro con gli strumenti tecnologici più sofisticati dell’intrattenimento dal vivo. Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel, in scena a Roma dal 15 marzo,

è la prima produzione di Artainment: la società, parte di Worldwide Shows Corporation, è nata per dare vita a un nuovo genere di intrattenimento: performance dal vivo in cui i codici emozionali dello spettacolo e i linguaggi visivi contemporanei incontrano l’arte. Concepito per restare in scena molto tempo (Roma, probabilmente, è solo la prima tappa), Giudizio Universale mira

Una delle proiezioni immersive dello spettacolo: lo spettatore si sente parte integrante del capolavoro michelangiolesco

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Teatro

Un’immagine del primo atto: Michelangelo insieme a Papa Giulio II. In basso, il direttore artistico Marco Balich

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a essere un appuntamento importante per gli amanti dell’arte e un must-see per i milioni di visitatori italiani e internazionali che ogni anno scelgono Roma come meta di viaggio: il pubblico può scegliere di assistere allo show in lingua italiana o inglese. Lo spettacolo ha una durata di 60 minuti. Gli spettatori assisteranno al racconto della nascita del capolavoro michelangiolesco, dalla commissione da parte di Giulio II degli affreschi della volta fino alla realizzazione del Giudizio Universale, attraverso una rievocazione della Cappella Sistina anche come luogo dell’elezione pontificia. Attraverso il racconto del Buonarroti vedranno animarsi gli affreschi che compongono la Cappella Sistina fino al meraviglioso Giudizio Universale che prenderà vita in tutto lo spazio attorno al pubblico. Un po’ teatro (ci sono degli attori in scena) e un po’ cinema (con proiezioni a 270°), per questo progetto Marco Balich si è avvalso della collaborazione di artisti di alto livello come Sting, musicista di fama mondiale, che ha composto il tema musicale originale. «Lo spettacolo nasce da una mia intuizione - dice Balich - e si è poi definito con il contributo di molte

persone tra le quali Gabriele Vacis, a cui è stata affidata la supervisione teatrale, e Lulu Helbæk che da co-regista ha approfondito molti aspetti del lavoro, prendendosi anche degli spazi suoi, a partire dalla sua idea di dare valore agli attori-danzatori. Creare un pathos anche teatrale e non solo da spettacolo immersivo è una complementarità che arricchisce questo lavoro». Gabriele Vacis è una figura di riferimento nelle diverse forme artistiche del panorama culturale italiano, come il teatro, l’opera e l’intreccio dei linguaggi con i nuovi media. Protagonista assoluta dello spettacolo è la Cappella Sistina. Uno dei luoghi più incredibili della storia dell’arte mondiale è al centro di uno spettacolo che nasce dalla contaminazione di tante e diverse forme artistiche: da un lato l’azione fisica della performance teatrale incontra la magia immateriale degli effetti speciali, dall’altro la tecnologia più avanzata si mette al servizio di un racconto per parole e immagini mai visto prima. L’immersività di proiezioni a 270° porta lo spettatore al centro stesso dell’evento. «Una delle caratteristiche più affascinanti della Cappella Sistina - prosegue Balich - è che si tratta di un posto conosciuto in tutto il mondo. La cosa che mi ha


Pierfrancesco Favino, classe 1969, è riconosciuto da tutti come uno dei migliori attori italiani del momento. Nel 2005 ottiene il ruolo del Libanese nel film Romanzo Criminale, per il quale vince il David di Donatello come Miglior attore non protagonista e un Nastro d’argento. Dopo il debutto nel cinema americano, nei panni della statua di bronzo di Cristoforo Colombo nel film Una notte al museo, recita anche in numerose produzioni hollywoodiane (tra cui Angeli e Demoni). Ha doppiato Daniel Day Lewis in Nine e Lincoln e Vincent Cassel in Il racconto dei racconti. Quest’anno ha presentato Sanremo insieme a Claudio Baglioni e Michelle Hunziker ottenendo consensi unanimi.

convinto a metterlo al centro del nostro spettacolo è che è un capolavoro di bellezza e ha tante chiavi di accesso e di lettura, tra cui quella della contemporaneità. Noi diamo per scontato che le opere d’arte parlino da sole. Penso, però, che i codici dei nostri tempi debbano essere vicini a chi guarda filmati sul telefonino per venti secondi, a chi è cresciuto su Instagram e non sul National Geographic, penso che dobbiamo agevolare la fruizione. Per questo ho voluto coinvolgere grandissimi talenti per

provare a iniettare la loro e la nostra esperienza all’interno di un posto così importante per l’umanità, per la storia, per una grande parte del mondo, per la storia dell’arte, per l’immaginario collettivo, come la Cappella Sistina». La voce di Michelangelo è di Pierfrancesco Favino, il cui talento è da tempo riconosciuto non solo in Italia grazie alle produzioni internazionali a cui ha partecipato: «Credo profondamente in questa idea di spettacolo - dice l’attore reduce dalla fatiche e dal successo sanremesi - che riesce a mettere insieme tante arti. Sono un sostenitore delle nuove tecnologie anche a livello teatrale, e questo progetto, che mette in campo queste grandi professionalità, mi ha attratto immediatamente. Noi siamo circondati dalla bellezza, abbiamo questa grandissima fortuna, talmente tanto da scordarcene. Passiamo a fianco di monumenti ogni giorno dandoli ormai per scontati. Quando c’è la possibilità di partecipare a qualcosa che riesce a dare voce, luce, a farci rendere conto di ciò di cui siamo circondati, è una cosa che ti inorgoglisce».

Foto Daniele Barraco

LA VOCE DI MICHELANGELO

Una scena dal primo atto: Michelangelo che scolpisce il David

GIUDIZIO UNIVERSALE. MICHELANGELO AND THE SECRETS OF THE SISTINE CHAPEL

Auditorium Conciliazione, Roma Dal 15 marzo

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Teatro

DI NUOVO INSIEME

Dopo 20 anni, Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, la coppia di Grease, torna a lavorare insieme in una commedia inedita, scritta e diretta da Gabriele Pignotta. Uno spettacolo ironico, intelligente, appassionante, cucito addosso a due protagonisti perfetti: istrionici e straordinariamente affiatati. La famiglia è il motore principale dello spettacolo e si mostra con le sue fragilità e con la sua forza. L’amore tra uomo e donna, e tra genitori e figli, è visto con leggerezza ma anche con passione, sbirciando attraverso la quotidianità: risate, lacrime, sospetti, cambiamenti e tante altre piccole e grandi situazioni condiscono la commedia interpretata da 5 bravissimi attori, in cui ognuno di noi può ritrovare uno spaccato della sua vita. La produzione è ambiziosa e importante: un allestimento di altissimo livello saprà regalare allo spettatore momenti di divertimento e di grande emozione. ◗ Dal 5 al 22/04 Teatro Manzoni, Milano ◗ 27/04 Nuovo Teatro Verdi, Brindisi ◗ 28-29/04 Teatro Team, Bari ◗ Dal 2 al 6/05 Teatro Alfieri, Torino ◗ Dal 9 al 20/05 Teatro Diana, Napoli NON MI HAI PIÙ DETTO TI AMO

PAURA? Uno show da palpitazioni, che fa leva sulle nostre paure infantili, per poi riderci sopra. Un esperimento teatrale, oggi in voga in tutto il mondo, che vuole indurre lo spettatore a provare una sensazione di inquietudine e paura, proprio là dove normalmente si sente al sicuro: in una comoda poltrona di teatro. Trama e ambientazione sorprendenti, terrore psicologico ed effetti speciali sono gli ingredienti di una nuova e appassionante avventura, che scuoterà il pubblico con emozioni forti e divertimento garantito. Ma non rilassatevi troppo, pensando che tanto è solo finzione. Nessuno può dire chi vi sta seduto accanto... In scena Gianni Garko, Claudia Genolini, Simone Giacinti ed Emiliano Ottaviani. ◗ Dal 17/05 al 3/06 Teatro Martinitt, Milano

NON AVERE PAURA. È SOLO UNO SPETTACOLO

LA VITA VA PRESA CON EUFORIA Barbara Foria torna a teatro per raccontare tutto quello che le donne non dicono… ma pensano! Un viaggio nella donna d'oggi, in eterna lotta con i social, con whatsapp e con l’amore... sempre più virtuale e sempre meno reale. Una donna alle prese con il corpo che cambia e il metabolismo che va in blocco come le caldaie… e mai che si vedesse un idraulico capace di sbloccare la situazione! Barbara Foria affronta con la solita grande ironia i vizi e le virtù dell’essere donna con la D maiuscola, in balia di uomini con la C minuscola. Dove la C potrebbe essere di cervello o di cuore…«La vita va vissuta con ironia e tanta euforia, dopo i 40 ci chiamano M.I.L.F.? In realtà è l’acronimo di “Mo’ inizia la felicità!». ◗ Dal 4 al 13/05 Teatro Nuovo, Milano EU… FORIA

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UN CALENDARIO NON CONVENZIONALE Calendar Girls è un testo teatrale scritto da Tim Firth, tratto dall’omonimo film con la regia di Nigel Cole. Nell’adattamento teatrale viene mantenuta l’impostazione corale, con un ruolo da protagonista definito, quello di Chris, interpretata da Angela Finocchiaro. La storia, ispirata a un fatto realmente accaduto, è quella di un gruppo di donne fra i 50 e i 60 anni, membre del Women’s Institute, che si impegna in una raccolta fondi destinati a un ospedale nel quale è morto di leucemia il marito di una di loro. Chris, stanca di vecchie e fallimentari iniziative di beneficenza, ha l’idea di fare un calendario diverso da tutti gli altri, in cui convince le amiche del gruppo a posare nude. Con l’aiuto di un fotografo amatoriale realizzano così un calendario che le vede ritratte in normali attività domestiche, come preparare dolci e composizioni floreali, ma con un particolare non convenzionale: posano senza vestiti. ◗ Dal 12 al 15/04 Teatro Brancaccio, Roma CALENDAR GIRLS

Foto Giovanni De Sandre

Foto Bepi Caroli

LE EMOZIONI DI CIRILLI

UNA SCOPERTA EPOCALE

La scoperta della struttura del DNA e il piccolo straordinario racconto degli ultimi anni di vita della scienziata Rosalind Franklin. Uno degli avvenimenti più sconvolgenti e controversi nella storia del pensiero e delle conoscenze scientifiche. Tutta l’umanità si inchina e si compiace in un unico trionfale applauso nei confronti dei grandi scienziati che sono riusciti a decifrare quello che comunemente era definito “il segreto della vita”. La vicenda tuttavia fu tutt’altro che epica e nobile. I personaggi coinvolti in questa scoperta furono molti, tutti scienziati autorevoli che collaborarono in diverse fasi alla stessa ricerca, ma che furono vittime e carnefici, a seconda delle alterne fortune, delle reciproche invidie e desideri di riscatto personali.

#TALEEQUALEAME… AGAIN

◗ Dal 2 al 13/05 Sala Umberto, Roma

Foto Igino Ceremigna

◗ Dal 3 al 15/04 Teatro Franco Parenti, Milano ◗ 16/04 Teatro Toselli, Cuneo ◗ Dal 18 al 22/04 Teatro Massimo, Cagliari ◗ 26-27/04 Teatro Sociale, Bellinzona

ROSALIND FRANKLIN. IL SEGRETO DELLA VITA

Dopo il successo delle tournée 2016-2017 Gabriele Cirilli torna in teatro. “La casa nasconde ma non perde”, lo diceva nonna Concetta: ogni pezzettino di vita o ricordo di ognuno di noi è in una soffitta o in una cantina, ma con l’avvento di Internet il nascondiglio viene sostituito da un hashtag dentro il quale puoi conservare le tue emozioni. Gabriele apre il suo # al suo pubblico proprio sul palcoscenico, l’unico luogo dove l’attore riesce ad essere tale e quale a se stesso.


Musical

IN SCENA L’AMORE

Lo spettacolo musicale, tratto dall’opera di William Shakespeare, torna a calcare il palcoscenico dei principali teatri italiani a grande richiesta di pubblico, dopo due anni di assenza. La versione italiana dello spettacolo musicale di Gérard Presgurvic, è firmata da Vincenzo Incenzo, affermato autore italiano che ha al suo attivo numerose collaborazioni con i più grandi artisti italiani. ◗ Dal 6 all’8/04 Teatro Carlo Felice, Genova ◗ Dal 12 al 15/04 Teatro Palapartenope, Napoli ◗ Dal 19 al 22/04 Teatro Team, Bari ◗ Dal 27 al 29/04 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ Dall’11 al 13/05 Teatro Verdi, Firenze ◗ Dall’1 al 3/06 PalaLottomatica, Roma ◗ Dall’8 al 10/06 Stadio San Vito, Cosenza

ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO

TORNA BILLY ELLIOT

“Io non ho bisogno della mia adolescenza. Ho bisogno di ballare!”: torna a brillare sui palcoscenici italiani la stella luminosa di Billy Elliot, lo spettacolo diretto e adattato in italiano da Massimo Romeo Piparo. Prodotto da PeepArrow Entertainment e da Il Sistina, Billy Elliot il Musical promette nuove emozioni grazie a un cast rinnovato: a vestire i panni del giovane e grintoso ballerino capace di realizzare il suo sogno di danzare saranno infatti tre giovanissimi allievi dell’Accademia il Sistina, Tancredi Di Marco, Davide Fabbri Matteo Valentini. I nuovi Billy Elliot sono pronti a portare sulla scena tutto l’entusiasmo e la creatività della loro giovane età. ◗ Dal 6 al 22/04 Teatro Sistina, Roma ◗ Dal 25 al 29/04 Teatro Stignani, Imola ◗ Dall’8 al 13/05 Teatro Toniolo, Mestre ◗ Dal 15 al 16/05 Teatro Pavarotti, Modena BILLY ELLIOT, IL MUSICAL

UN GRANDE CLASSICO

Per celebrare i 30 anni di successi del film, torna a teatro Dirty Dancing, The Classic Story on stage, in una speciale versione firmata dal regista Federico Bellone. In Italia lo spettacolo ha debuttato per la prima volta in assoluto nel 2014, al Teatro Nazionale di Milano, e ha registrato il record di incassi per un musical con oltre 115.000 presenze nei primi 3 mesi di rappresentazione; ben 8.000 persone hanno inoltre assistito alla speciale rappresentazione all’Arena di Verona nell’agosto del 2015. ◗ Dal 5 all’8/04 Teatro Politeama, Genova ◗ Dal 10 al 15/04 Teatro Rossetti, Trieste ◗ 17/04 Teatro Giuseppe Verdi, Gorizia ◗ 18/04 Gran Teatro Geox, Padova ◗ Dal 20 al 22/04 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ 24/04 Teatro Auditorio, Cassano Magnago ◗ 28/04 Teatro Galleria, Legnano ◗ Dal 3 al 20/05 Teatro Olimpico, Roma

DIRTY DANCING, THE CLASSIC STORY ON STAGE

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Cinema

I FILM CHE PRESTO ARRIVERANNO SUL GRANDE SCHERMO B ISSET • PAPALEO • BARDEM • CASTELLITTO • CRUZ • ELBA

UN HORROR STILE BRITISH Il Professor Philip Goodman (Andy Nyman), noto a tutti per il suo proverbiale scetticismo nei confronti di qualsiasi evento sovrannaturale, conduce un programma televisivo, nel quale smaschera false sedute spiritiche e sedicenti sensitivi. Quando gli affidano il compito d’indagare su tre sconcertanti casi di attività paranormale, Goodman inizia a scavare sempre più a fondo, ignaro del fatto che i 3 casi finiranno per rivelare, ciascuno a suo modo, dei misteri terrificanti, ben oltre la sua stessa immaginazione. Finché, via via, non giungerà a un’angosciante e scioccante conclusione che lo riguarderà personalmente. Ghost Stories è ancora oggi una delle pièce teatrali più spaventose che siano mai andate in scena. Ha esordito alla Liverpool Playhouse a febbraio del 2010 e, in seguito, è andata in scena presso il Lyric Theatre di Hammersmith, a Londra. È stato un grande successo di critica, con rappresentazioni anche nel West End, presso il Teatro Duke of York e, successivamente, presso l’Arts Theatre, dove ha sbancato i botteghini per ben 26 mesi consecutivi. Lo spettacolo teatrale è stato scritto e diretto a quattro mani da Andy Nyman e Jeremy

Dyson, due appassionati fan del genere horror, come si definiscono loro stessi, e ha il merito di aver riportato in grande auge il “teatro immersivo”. Grazie allo straordinario successo mondiale ottenuto dallo spettacolo teatrale, non c’è voluto molto perché si iniziasse a parlare della possibilità di realizzare il film di Ghost Stories. Come rivela lo stesso Jeremy Dyson, “Uno degli Studios maggiori ci contattò subito, ma non saremmo mai riusciti a fare le cose come volevamo se avessimo accettato quella prima offerta”. Come chiarisce Andy Nyman, “Il suo DNA britannico era stato essenziale per il suo successo perciò volevamo attingere ancora di più da quel linguaggio e da quell’atmosfera. Perciò siamo andati alla ricerca di una società di produzione britannica che avesse uno stile e una visione ben determinati, e la Warp Films era in cima alla lista”. ◗ Produzione Warp Films Regia e sceneggiatura Jeremy Dyson e Andy Nyman Cast Andy Nyman, Paul Whitehouse, Alex Lawther, Martin Freeman Uscita nelle sale 19 aprile 2018

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Cinema

a storia sembrerebbe una di quelle (purtroppo) molto comuni nel nostro Bel paese: Antonio Bonocore, praticante in legge che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, l’avvocato di successo Salvatore “Toti” Bellastella. Per lui Antonio fa tutto: assistente, portaborse, autista e perfino cuoco personale, per il momento a fronte soltanto di un rimborso spese che definire misero è un eufemismo. Lo studio è di proprietà di Titti, la moglie di Bellastella, e Titti è un po’ tirata in fatto di soldi e con il marito si è divisa i compiti: lui si occupa della parte legale, mentre lei sta alla cassa e gestisce un patrimonio di milioni di euro, tra ville a Capri, chalet a Cortina e immobili a Londra e New York. Quando Antonio supera brillantemente l’esame di stato, sembra a un passo dall’ottenere ciò per cui ha tanto faticato: diventare socio dello studio con un compenso di diecimila euro al mese. Eppure c’è ancora un ostacolo: Bellastella vuole che Antonio sposi Isabel, la sua amante argentina, per assicurarle la cittadinanza italiana… «Fin dalla stesura del soggetto, spiega Valerio Attanasio, regista e sceneggiatore del film - ho sempre immaginato Il Tuttofare come una sorta di romanzo di formazione comico sull’ingresso di un giovane nel mondo del lavoro: un brillante studente universitario, costretto dalle circostanze sfortunate a scendere a patti con la propria coscienza pur di affermarsi. La trama è la sintesi romanzata di tante vicende di persone che conosco, o di cui sono venuto a conoscenza: l’idea era quella di raccontare questa moderna forma di schiavitù fantozziana che si viene a creare tra un giovane che entra per la prima volta nel mondo del lavoro e il suo capo. Mi sembrava una dinamica universale, in cui molti potevano 70 ITA EVENTI

DISPOSTI A TUTTO PER AFFERMARSI Primo lungometraggio del regista Valerio Attanasio, Il Tuttofare racconta la vicenda tutta italiana di un praticante sfruttato, fino all’estremo, dall’avvocato che dirige lo studio di Clara Dalledonne


Foto Francesca Fago

Una scena del film con Guglielmo Poggi, Clara Maria Alonso e Sergio Castellitto. Sotto, il regista Valerio Attanasio sul set

identificarsi, quella di essere costretti ad accettare umiliazioni di ogni sorta pur di tenersi stretto il posto di lavoro. La scelta di ambientare la vicenda nel mondo dell’avvocatura è venuta in un secondo momento; essendo un ex studente di giurisprudenza, e conoscendo il mondo dei praticanti legali in quanto figlio d’avvocato, mi è sembrato più congeniale raccontare qualcosa che conoscevo in maniera diretta». Valerio Attanasio, classe 1978, ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia nel film Liberi (2003), di Gianluca Maria Tavarelli. Ha firmato la sceneggiatura di diversi cortometraggi, tra cui Oggi gira così, regia di Sydney Sibilia, vincitore di numerosi premi nazionali, tra cui il premio SIAE per la Miglior Sceneggiatura 2011. Nel 2014 ha scritto il soggetto e la sceneggiatura di Smetto quando voglio: il film ha ottenuto 12 nomination ai David di Donatello, tra cui quelle per miglior film e miglior sceneggiatura, ed è stato nominato ai Nastri d’Argento come Miglior Commedia dell’anno. Il Tuttofare è il suo primo lungometraggio da regista. «Il film - prosegue Attanasio - vorrebbe essere una satira su questa lotta per la sopravvivenza che è diventata la ricerca del lavoro, una lotta in cui siamo tutti coinvolti: il ricco e il povero, l’arrampicatore sociale e il raccomandato, il poveraccio senza santi in paradiso e il potente di turno, che poi solitamente è quello che alla fine vince sempre. C’è una morale? Se una morale c’è, è amorale». A interpretare Antonio Bonocore è Guglielmo Poggi, che ha ITA EVENTI 71


Cinema

Foto Claudio Iannone

Altre foto dal set del film: tra gli attori anche il napoletano Tonino Taiuti e l’italo argentina Marcela Serli

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recitato di recente nella serie Trust del premio Oscar Danny Boyle in onda su Sky Atlantic, mentre nei panni di Bellastella c’è Sergio Castellitto: «uno dei più grandi attori italiani - sottolinea il regista - e poterlo dirigere è stato per me un onore oltre che un piacere». I ruoli femminili sono stati affidati a Elena Sofia Ricci, che interpreta Titti, e a Clara Maria Alonso (Isabel), attrice argentina di origini italiane diventata famosa grazie alla serie tv Violetta. L’uso della narrazione in prima persona, il tono semi serio e la propensione a fare satira sociale senza rinunciare all’intrattenimento e al rocambolesco hanno una derivazione letteraria: «una delle mie fonti di ispi-


◗ Produzione Wildside con Vision Distribution in collaborazione con SKY CINEMA Regia e sceneggiatura Valerio Attanasio Cast Sergio Castellitto, Elena Sofia Ricci, Guglielmo Poggi, Clara Maria Alonso Uscita nelle sale 19 aprile 2018

razione è stata Il Lazarillo de Tormes, capolavoro della letteratura spagnola e capostipite del romanzo picaresco. Così come avviene nel romanzo picaresco, alla figura di questo giovane ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo ho contrapposto il personaggio di un potente, che diviene per il ragazzo una sorta di maestro, che predica il bene ma nel privato si comporta come gli pare e piace proprio in virtù dei privilegi acquisiti. Una figura che ho immaginato come la summa di certi personaggi tipici della Commedia all’italiana: i cialtroni, ovvero coloro che nascondono una grande scaltrezza dietro una facciata di apparente rispettabilità». ITA EVENTI 73


Cinema

LA FEDELTÀ NON VA PIÙ DI MODA

F

idarsi è bene, non fidarsi è meglio. Se c’è una morale nell’ultimo film di Giuseppe Loconsole sembra essere questa, e lo si intuisce fin dal titolo: Tu mi nascondi qualcosa. «Il film è una commedia a episodi - spiega Stella Egitto che interpreta una delle protagoniste - le cui storie talvolta si incrociano e talvolta no. Ma tutti gli episodi hanno un minimo comune denominatore: l’equivoco causato da una menzogna». Stella Egitto è Linda che sta insieme a Ezio (Alessandro Tiberi), formando una coppia molto affiatata, nonostante l’insolito mestiere di lei: Linda infatti è un’acclamata pornostar e lui non ne è affatto geloso. Ma la questione cambia quando comincia a sospettare che tra Linda e il suo collega di set ci sia qualcosa di più. Valeria (Sarah Felberbaum), fotografa provvisoriamente impiegata nell’agenzia in-

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Tre storie differenti accomunate, però, dalla menzogna. Stella Egitto, una dei protagonisti del film Tu mi nascondi qualcosa, ad aprile al cinema, è Linda, un’attrice porno sospettata di tradimento dal marito di Clara Dalledonne

vestigativa del padre (Ninni Bruschetta), si trova per errore a pedinare la persona sbagliata e scopre che la compagna di Francesco (Giuseppe Battiston) lo tradisce. Quando lui lo scopre però, è lei che lo lascia. Francesco piomba in depressione e Valeria è assalita dai sensi di colpa. Irene (Olga Rossi) fa un appello in tv denunciando la scomparsa di suo marito Alberto (Rocco Papaleo). L’uomo, ripescato in mare aperto, è rintracciato in un ospedale dove è ricoverato, sta bene ma ha perso completamente la memoria. Quando Irene raggiunge il marito, trova un’amara sorpresa: un’altra moglie tunisina (Rocío Muñoz Morales) è già al suo capezzale. Insomma, tutti hanno qualcosa da nascondere, con buona pace dell’onestà e della fedeltà, valori che, sembra dire il film pur con leggerezza, ormai sembrano trascurati. «Preferisco che chiunque veda il


Foto Alessandro Pizzi/ Abiti Mila Shon/ Trucco e capelli Grooming Concetta Argondizzo Simone Belli Make Up Academy/ Styling Factory4 Srl

Stella Egitto, 30 anni, è stata la protagonista del film Malarazza: una storia di periferia, che ha ricevuto la candidatura ai David di Donatello. Ha debuttato al cinema nel 2009 con Sulla strada di casa, per la regia di Emiliano Corapi


Cinema

film - prosegue Stella Egitto - provi a rintracciare la propria morale: non abbiamo avuto, credo, la pretesa di insegnare niente a nessuno con questo film. Io sono convinta che l’onestà, soprattutto quella intellettuale, sia il primo degli ingredienti necessari affinché un qualunque rapporto possa nutrirsi e resistere». Lei è una persona sincera? No, non sono una persona sincera. Ecco, sinceramente questa che vi ho appena detto è una bugia. Scherzi a parte, credo di essere sincera tanto da diventare, a volte, inopportuna. Perché consiglierebbe a qualcuno di andare a vedere questo film? Consiglio di vedere questo film perché nella vita di ciascuno di noi c’è un po’ di commedia e un po’ di sentimento e talvolta osservare quello che accade a qualcun altro può significare un po’ aprire gli occhi e arricchire di punti di vista le nostre personalissime esperienze di vita di tutti i giorni. Quando deve interpretare un nuovo personaggio, come si cala nella parte? Tutte le volte che devo affrontare un nuovo personaggio mi preparo studiando. Inizio a fare quante più domande possibile alla scrittura e cerco di trarne più dettagli possibili. Risalgo al contesto, al periodo storico, studio con attenzione come il mio personaggio si relaziona con gli altri personaggi. Se occorre scendo in campo, chiedo incontri, faccio sopralluoghi, osservo e “rubo” tutto quello che potrà servirmi ad aderirvi al meglio. È stata da poco in tv fra i protagonisti di una puntata de Il Commissario Montalbano. Come è andata? È stato bellissimo: da siciliana non vedevo l’ora di entrare a fare parte di questa squadra stupenda e collaudatissima e accanto a colleghi eccezionali come Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta, Cesare Bocci e tutti gli altri. Una lingua stupenda quella del nostro inestimabile Camilleri, una storia articolatissima, un ruolo trasversale e difficilissimo. Che altro potevo desiderare di più? 76 ITA EVENTI


Ha iniziato a lavorare in teatro ma è diventata famosa con Distretto di polizia, in televisione, e poi è passata al cinema. Vorrebbe dedicarsi di più al teatro? Vorrei potermi dedicare a tutto quello che amo: il teatro, come il cinema, come la televisione di qualità. Tutti e tre sono sotto-linguaggi della stessa grande matrice: l’attorialità, che è necessario nutrire e allenare spaziando dal palcoscenico alla macchina da presa. Qual è la sfida più difficile per un’attrice? Trovare un equilibrio in rapporto all’attesa che è parte integrante di questo mestiere quasi quanto l’agire. C’è un personaggio in particolare che vorrebbe interpretare almeno una volta nella vita? Mi piacerebbe continuare a misurarmi con personaggi e storie più lontane possibile dalla mia di Stella, e con un personaggio maschile in teatro. E un regista con cui vorrebbe lavorare? Sorrentino, Garrone, Crialese.

Alcune immagini del film Tu mi nascondi qualcosa: il film racconta tre storie diverse che hanno come comune denominatore l’infedeltà

Ha detto di essere sempre stata una testa calda. Lo è ancora? Certo, più cresco e più la mia testa diventa caldissima. E non solo di concetti e idee. Sono una persona istintiva e senza filtri. Nonostante questa sua indole, sul set si considera un’attrice “disciplinata”? Sul lavoro più che mai non si scherza: il mio essere una testa calda non presuppone che nella vita o sul lavoro io sia indisciplinata, anzi. Mi è stato insegnato ad avere rispetto del prossimo sia nella vita che sul lavoro.

◗ Produzione Lime Film Regia Giuseppe Loconsole Cast Giuseppe Battiston, Stella Egitto, Sarah Felberbaum, Rocío Muñoz Morales, Rocco Papaleo, Olga Rossi, Alessandro Tiberi Uscita nelle sale 25 aprile 2018

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Cinema

ESCOBAR IL FASCINO DEL MALE IN USCITA IL 19 APRILE 2018

I premi Oscar Javier Bardem e Penélope Cruz tornano insieme sul grande schermo per raccontare la vita di Pablo Escobar da un punto di vista totalmente inedito: quello di una donna. Il film, infatti, è tratto dal romanzo “Amando a Pablo, odiando a Escobar”, dell’ex conduttrice televisiva colombiana Virginia Vallejo, sua amante per quattro anni. La storia di un rapporto passionale tra un popolare personaggio televisivo e il re indiscusso del narcotraffico internazionale, che prova fino alla fine a conciliare la sua attività criminale

e politica con la vita privata e la famiglia. Ambiziosa e decisa lei, feroce e senza scrupoli lui, entrambi protagonisti e antagonisti di una storia d’amore, di odio, di passione e di violenza, che porterà alla caduta di uno dei più ricchi e sanguinari delinquenti della storia. Il film attraversa la vita di Pablo Escobar dall’ascesa crimi-

nale all’inizio degli anni Ottanta fino alla morte nel 1993, passando per gli anni del narcoterrorismo, della lotta contro la possibile estradizione negli USA.

scia fortunata si arresta bruscamente quando viene arrestata in piena notte da 17 agenti dell’FBI che imbracciano armi automatiche. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico, diventa suo unico alleato il suo avvocato difensore, riluttante all’inizio, e che invece scopre che c’è molto di più in Molly Bloom di quello che i tabloid rivelano. Il film si basa sul libro Mol-

ly’s Game: From Hollywood’s Elite to Wall Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker di Molly Bloom, ed è l’esordio alla regia per Aaron Sorkin.

◗ Produzione Escobar Films, B2Y EOOD - Regia e sceneggiatura Fernando León De Aranoa Cast Javier Bardem, Penélope Cruz, Peter Sarsgaard

MOLLY’S GAME IN USCITA IL 19 APRILE 2018

Il film è basato sulla storia vera di Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Molly, dopo gli studi di legge, ottiene un lavoro estivo che la introduce a una nuova impresa, in cui sono necessarie disciplina ed energia simili a quelle per lo sport: scalare il mondo più esclusivo e ad alto budget del poker clandestino. I grossi portafogli delle stelle di Hollywood, dei giganti dello sport e degli affari le regalano una decade di sfarzi, successo e glamour, ma attirano anche le attenzioni sbagliate quando, senza esserne a conoscenza, mette al tavolo da gioco dei membri della mafia russa. La sua 78 ITA EVENTI

◗ Produzione Pascal Pictures / Mark Gordon - Regia e sceneggiatura Aaron Sorkin - Cast Jessica Chastain, Idris Elba, Kevin Costner, Michael Cera, Jeremy Strong, Chris O’Dowd


Cinema

DOPPIO AMORE IN USCITA IL 19 APRILE 2018

Il nuovo film di François Ozon, in concorso all’ultimo Festival di Cannes, e presentato nell’ambito della VIII edizione di Rendezvous, il festival del nuovo cinema francese, racconta della giovane e fragile Chloé (Marine Vacht) che ha un dolore che non passa, perché somatizza un segreto che custodisce nel ventre e affronta in terapia. Frequenta lo studio di uno psicoterapeuta, Paul (Jérémie Reiner), che improvvisamente decide di mettere fine alle loro sedute perché attratto da lei. Anche Chloé è innamorata di lui e accetta di traslocare nel suo appartamento. Ma un giorno scopre che il compagno le nasconde l’esistenza

del suo gemello monozigote Louis, che svolge la stessa professione in un altro quartiere di Parigi. Incuriosita decide di prendere un appuntamento con lui. La protagonista inizia ad amarli entrambi. C’è un amore sensibile da un lato, crudo e passionale dall’altro. Tutto ciò non può che portarla a drammatiche conseguenze. Un film in cui

i temi più cari al regista, il desiderio, la seduzione, l’identità, l’inganno, il gioco tra realtà e fantasia si compongono in un torbido thriller al femminile.

provare a sopravvivere. Ma il successo si fa ossessione e il talento condanna. “Abbiamo visto Rosario calpestare il suo cielo come un soldato il campo di battaglia, - dicono i due registi - e imbracciare Sharon come arma solitaria e finale. Abbiamo scelto di stare con loro, attaccati alle loro vite, alla guerra dichiarata per costrizione e conservazione, nobile nelle in-

tenzioni e beffata nell’effetto. E Rosario e Sharon hanno scelto di stare con noi, giocando la sfida di reinventare la propria vita”.

◗ Produzione Mandarin Films Regia e sceneggiatura François Ozon Cast Jérémie Reiner, Marine Vacht, Jacqueline Bisset

IL CRATERE NELLE SALE DAL 12 APRILE 2018

Presentato in concorso alla 32a Settimana Internazionale della Critica di Venezia e premiato al 30° Tokyo International Film Festival (Special Jury Prize), sta riscuotendo enorme successo nei festival di tutto il mondo. Nel film la giovanissima Sharon recita accanto a suo padre, Rosario Caroccia, in una performance che l’Hollywood Reporter definisce “un’impresa tecnicamente impressionante”. Il cratere è terra di vinti, spazio indistinto, rumore costante. Rosario è un ambulante che regala peluche a chi pesca un numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla sua sorte ha il corpo acerbo e l’indolenza della figlia tredicenne. Sharon è bella e sa cantare, e in questo focolaio di espedienti e vita infame è lei l’arma per

◗ Produzione TFILM con Rai Cinema Regia Silvia Luzi, Luca Bellino Sceneggiatura Silvia Luzi, Luca Bellino con la collaborazione di Rosario Caroccia - Cast Rosario Caroccio, Sharon Caroccia, Tina Amariutei, Assunta Arcella, Imma Benvenuto ITA EVENTI 79


Diario Fabio Troiano, 43 anni, il successo al cinema arriva grazie al film Dopo mezzanotte. In basso, Troiano a teatro con lo spettacolo Lampedusa


PROGETTI? FARE CIÒ CHE MI PIACE

Reduce dalla tournée teatrale di Lampedusa, Fabio Troiano tornerà al cinema a maggio con Stato di ebbrezza e sono da poco iniziate le riprese di un film di cui è co-produttore di Clara Dalledonne

C

Delitti imperfetti. Nei suoi quasi vent’anni di carriera ci sono tantissimo cinema, tanta televisione e anche del teatro, dove ama confrontarsi con spettacoli non certo facili. E a proposito di teatro e di ruoli difficili, l’attore è reduce dalla tournée nazionale di Lampedusa, uno spettacolo sull’immigrazione che ha debuttato allo scorso Mittelfest per poi essere rappresentato con successo in diverse città italiane, fino a giungere a Roma al Teatro Eliseo, che è anche coproduttore. Lo spettacolo è fatto da due monologhi che si intrecciano: sul palco, insieme a Troiano, c’è Donatella Finocchiaro e ognuno dei due attori racconta al pubblico la propria storia. Uno spettacolo dai temi attuali che probabilmente sarà riproposto anche per la prossima stagione italiana con nuove date e in diversi teatri. Anders Lustgarten, l’autore di Lampedusa, fa un teatro di impegno civile, come lo ha definito Fabio Troiano in occasione di una sua recente ospitata a Splendor - Suoni e visioni, un programma in streaming su MYmovies.it:

Foto Azzurra Primavera

’è molta carne al fuoco in questo momento nella vita professionale di Fabio Troiano. A marzo ha preso il via la sua prima avventura come produttore cinematografico: sono infatti iniziate le riprese del film che produce insieme alla Viva Productions di Pier Paolo Piastra; un film diretto da Francesco Mandelli che affronterà con i toni ironici della commedia il problema del bullismo nelle scuole, e avrà come protagonista Marco Morrone, il bambino che con il tormentone “Saluda Andonio” è diventato una star di YouTube. Il 23 maggio uscirà al cinema il film Stato di ebbrezza, di Luca Biglione, di cui Troiano è uno dei coprotagonisti maschili e che verrà presentato, prima di uscire nelle sale, in una serata speciale a Cannes. Torinese, Troiano ha frequentato proprio a Torino la scuola del Teatro Stabile diretta da Luca Ronconi. Ha debuttato al cinema nel 2000 nel film di Silvia Saraceno, L’uomo della fortuna, ma la notorietà è arrivata soprattutto grazie alla televisione, in particolare con la serie R.I.S. –

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Diario

STATO DI EBBREZZA

In uscita il 23 maggio, il film racconta la storia di Maria, una cabarettista emiliana che inizia ad avere successo a livello nazionale quando, all’improvviso, un dramma familiare stravolge la sua vita. La ritroviamo qualche anno dopo completamente dipendente dall’alcol, inaffidabile sul palcoscenico e senza più ingaggi televisivi. Dopo l’ennesimo incidente automobilistico causato dall’abuso di alcol, Maria viene obbligata a un trattamento sanitario obbligatorio in una struttura pubblica specializzata in problemi di dipendenza. La cabarettista inizialmente rifiuta le cure e soprattutto rifiuta di paragonarsi agli altri ricoverati rispetto ai quali si sente “normale”. Ma proprio attraverso il contatto con gli altri pazienti Maria si renderà conto di essere una di loro e altrettanto fragile. Solo allora, grazie anche all’amore del padre e del fratello Renato (interpretato da Fabio Troiano) e a una psichiatra illuminata, troverà la volontà di guarire e di sottoporsi alle terapie del centro.

Alcune immagini dal set del film Stato di ebbrezza. Tra gli attori, oltre a Fabio Troiano, Francesca Inaudi, Andrea Roncato, Melania Dalla Costa

«è strano che sia un inglese a parlare di Lampedusa e a farlo in maniera così precisa e puntuale. Forse ha una visione più reale proprio perché quando un problema non ti tocca da vicino riesci veramente a cogliere la realtà e l’essenziale». Come e cosa racconta dell’immigrazione lo spettacolo teatrale Lampedusa? Già dal titolo penso che si capisca che il focus dello spettacolo è quello degli sbarchi a Lampedusa. Sostanzialmente è formato da due monologhi, il mio personaggio è un pescatore di Lampedusa che fino a poco tempo prima pescava i pesci nel Mediterraneo, e che ora continua a pescare, ma altro. C’è una battuta fondamentale all’interno dello spettacolo, in cui lui dice: “Il Mediterraneo è morto, eppure io pesco, ma tutt’altro”. Lui pesca i cadaveri dei migranti che non riescono a raggiungere le nostre coste. Il lavoro che fa quest’uomo è spiazzante e tragico, soprattutto perché questo lavoro adesso esiste, esiste veramente, prima non c’era. L’idea che qualcuno si metta in mare per raccogliere decine e decine di uomini senza vita è terrificante. È un tema molto sensibile in questo momento, Pierfrancesco Favino lo ha anche portato sul palco del Festival di Sanremo con il suo monologo. Secondo lei si affronta l’argomento nel modo giusto? 82 ITA EVENTI


È vero, è un tema molto sensibile. Io penso che quando si affronta questo argomento lo si fa nel modo giusto, ma non c’è mai tanto spazio e tanto tempo da dedicargli. Questo è un argomento estremamente attuale, che già da tanto tempo coinvolge non solo l’Italia ma tutta l’Europa e penso che questa situazione durerà ancora per molto. Nell’ultimo periodo forse se n’è parlato tanto anche grazie alle elezioni politiche, in occasione delle quali però si è anche strumentalizzato. Per il resto non se ne parla abbastanza. E il fatto che Favino, dopo aver portato quel monologo a teatro, abbia sentito l’esigenza di portarlo proprio su un palco importante come quello del Festival è la dimostra-

zione che pensava che ci fosse bisogno di una cassa di risonanza molto grande. Come si possono migliorare le condizioni degli immigrati e mitigare il clima di ostilità che a volte si respira nel nostro paese? Non c’è una formula e poi non sta a noi trovare delle soluzioni. Il teatro in questo caso può essere un teatro sociale e di denuncia. L’autore di Lampedusa, l’inglese Anders Lustgarten, scrive molti testi di questo tipo. È giusto che il nostro lavoro serva anche a questo, a sensibilizzare la gente e smuovere le coscienze. Il compito di trovare soluzioni lasciamolo ai politici, che son pagati fior fiore di euro per farlo. Sono appena iniziate le riprese del suo primo film da produttore. Perché ha deciso di svestirsi

dai panni di attore e di buttarsi in questa nuova avventura? Non c’è un motivo particolare, penso di aver trovato la storia giusta e un personaggio giusto e mi son voluto buttare in questa nuova avventura. Io sono co-produttore della pellicola, il produttore è un imprenditore milanese di nome Pier Paolo Piastra che ha dato vita alla casa di produzione Viva Productions. Io gli ho portato il mio progetto, ne è stato entusiasta ed è nata questa collaborazione. Di cosa parla il film? Il film parla di bullismo, un problema molto serio e attuale. Si leggono tutti i giorni sui giornali storie di bambini vittime di bullismo e di cyberbullismo, e che per questo decidono anche di togliersi la vita. Quando sei un adulto queste cose non ti toccano, mentre durante l’adolescenza, nel periodo di formazione e sviluppo, i bambini e i ragazzini più fragili possono esserne travolti; le critiche stupide e immotivate possono appiccicartisi addosso con forza e farti male sul serio. Il bullismo è un problema radicato in tutto il mondo, e in qualche modo bisogna parlarne per arginarlo il più possibile e debellarlo. Per arginare un problema bisogna conoscerlo, c’è necessità che se ne parli e che sia sulla bocca di tutti. A maggio, invece, sarà al cinema nel film Stato di ebbrezza. È un film tratto da una storia vera, quella di Maria Rossi che era una comica e negli anni ’90 era uno dei volti più conosciuti di Zelig. Il film è tratto dal suo libro di ispirazione autobiografica, lei ha avuto problemi di alcolismo ed è stata rinchiusa in una casa di cura per questa dipendenza. Questo personaggio è interpretato in maniera che ritengo magistrale da Francesca Inaudi, un’attrice veramente molto brava, avevamo già lavorato insieme in un altro film che si chiamava Dopo mezzanotte, e ritrovarla in questo lavoro mi ha fatto molto piacere. È un attrice straordinaria che in questo film interpreta un personaggio difficile in maniera impeccabile. Io interpreto il fratello della protagonista, che la accompagna e la sostiene in tutte le sue vicende. A che punto è della sua carriera da attore? Non c’è un punto nella mia carriera, vado avanti e faccio le mie cose. Cerco di scegliere il più possibile, oggi sono un po’ più selettivo di un tempo ma penso che questo sia un processo abbastanza naturale. Non ho un obiettivo specifico, sono contento di essere arrivato fin qui e spero di continuare a fare questo lavoro che amo. Cosa vorrebbe le riservasse il futuro? Cinema e ancora cinema, teatro, televisione. Vorrei che il futuro mi riservasse la possibilità di fare le cose che mi piacciono.

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Tempo

Dal 15 al 18 aprile 2018 torna Vinitaly - Il Salone Internazionale del vino e dei distillati: gli spazi espositivi sono sold out ed è stato potenziato Vinitaly and the City dedicato ai wine lover fuori dal quartiere espositivo di Andrea Giuliani

IL VINO IN PRIMO PIANO A VERONA 84 ITA EVENTI

A

poche settimane dall’apertura della 52esima edizione del salone dedicato al vino e ai distillati più grande al mondo in termini di superficie espositiva e di operatori esteri, l’attesa cresce perché ci si aspettano numeri ancora più importanti dello scorso anno. Nel 2017 Vinitaly ha registrato 128mila presenze di cui 48mila estere da 142 nazioni. Il merito è di un insieme di fattori: la formula della rassegna che si svolge in contemporanea con Sol&Agrifood ed Enolitech, il lavoro programmato da Veronafiere con il nuovo piano industriale che prevede investimenti finalizzati prioritariamente al continuo miglioramento delle infrastrutture, l’innovazione digitale, la creazione di nuovi servizi alle imprese. Per favorire, mantenere e incrementare le occasioni di contatto e di bu-

siness tra cantine, clienti e il mondo del wine business, è nata quest’anno la Vinitaly Directory Official catalogue & business guide, innovativo portale che in lingua inglese, cinese e italiana da quest’anno sostituisce il tradizionale catalogo online e permette di cercare già da ora aziende e vini per zona di produzione, fascia di prezzo, bottiglie prodotte, mercati di riferimento e quelli che si vogliono sviluppare, canali di vendita utilizzati e molto altro ancora (www.vinitaly.com). Questo significa, per gli operatori che visiteranno Vinitaly 2018, poter selezionare in anticipo le cantine interessanti e fissare un calendario di appuntamenti mirati. OperaWine Come tradizione, il giorno prima dell’inaugurazione del salone internazionale si svolgono Opera


DA PROVARE

Ferraris Agricola Opera Prima

Castagnole Monferrato, Asti - Piemonte

Un Ruchè 100% che ricorda i grandi vini di Borgogna a base di Pinot noir, invecchiato 24-32 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri. Ha un quadro aromatico molto complesso, con sentori che spaziano da frutta rossa matura, a vaniglia, liquirizia, spezie. Pad. 10 - Stand Q3 Cantina Pizzolato Metodo Classico Villorba, Treviso Veneto

Uno spumante biologico e vegano che nasce da due grandi uve: l’Incrocio Manzoni e lo Chardonnay, scelte e raccolte rigorosamente a mano. Per tutelarne al massimo sentori e aromi, gli acini vengono raffreddati e poi sottoposti a una fase di pigiatura soffice. Pad. 5 - Stand B3 Monteverro Chardonnay

Capalbio, Grosseto Toscana

Wine (www.operawine.com) e la cena di Gala. L’edizione 2018 del grand tasting vede la presentazione di 107 produttori italiani, di cui 16 selezionati per la prima volta, scelti in collaborazione con la rivista Wine Spectator. Evento su invito dedicato ai più influenti giornalisti esteri e buyer internazionali, quest’anno

OperaWine ha come focus il mercato degli Stati Uniti. International_ Wine Hall Una formula, quella di Vinitaly, che piace sempre di più anche all’estero, da cui sta crescendo la domanda di partecipazione. Proprio tra le novità di Vinitaly 2018 c’è, in-

Unicum in Toscana, che non ha vini top a base 100% Chardonnay. Proprio con l’obiettivo di premiare gli estimatori di questo vitigno, nel 2018 nasce la Magnum di Chardonnay: poche bottiglie, tutte numerate, provenienti da due ettari scarsi della tenuta. Pad. 9 - Stand D17

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Tempo Lungarotti Rubesco

Torgiano, Perugia Umbria

Rosso di Torgiano DOC realizzato con uve Sangiovese e Colorino raccolte tra fine settembre e metà ottobre. Di solida struttura e ottima concentrazione, evolve con fresca acidità; tannini austeri e di buon equilibrio con finale fruttato e appena minerale. Pad. 7 - Stand B2

Tenuta Colombarda Rosalaura San Vittore, Cesena Emilia - Romagna

Un Igt Rubicone Rosato 201, ottenuto da sole uve Sangiovese in purezza e vinificato in acciaio. Al palato è fresco, dal frutto succoso e piacevolissimo nel ritmo acido, chiusura sapida appena salata. Ottimo con piatti di pescato, carni bianche e uova. Padiglione 1

Montelvini Asolo Prosecco

Venegazzù di Volpago del Montello (TV) Veneto

È l’espressione massima dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG. La selezione accurata delle uve assicura particolare finezza e armonia, nonostante il basso contenuto zuccherino, perché bilanciata da un notevole corpo. Intenso, di buona struttura e piacevole freschezza acida. Pad. 4 - Stand E6

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Foto di repertorio del Vinitaly 2017: quest’anno si aspettano 128mila operatori, con buyer esteri provenienti da oltre 140 paesi. In crescita del 25% lo spazio riservato all’esposizione internazionale che diventa International_Wine Hall

fatti, l’ampliamento del salone dedicato agli espositori esteri, in aumento del 25%, che da quest’anno si chiama International_Wine Hall. Molte le new entry: dalla prima volta di Etiopia, Danimarca e Santo Domingo, alle nuove aziende da Francia, Spagna, Croazia, Georgia, Portogallo, Ungheria, Azerbaijan, Usa, America del Sud, Australia, fino al Giappone. Ogni giorno, nell’area tasting, si svolge un programma di degustazioni guidate dei vini e distillati in esposizione, dai rum caraibici al Pisco peruviano, ai liquori a base di vodka, e molti sono gli approfondimenti su tecniche di produzione tradizionali che caratterizzano le proposte di taluni paesi, come ad esempio il Vermouth argentino prodotto da vini di vigneti coltivati a duemila metri di altezza. ViVit, VinitalyBio, Fivi Nel padiglione 8 si rinnovano e crescono il salone dei vini naturali ViViT – Vigne

Vignaioli Terroir, realizzato da Vinitaly in collaborazione con l’Associazione Vi.Te, e la collettiva Fivi – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Lo sviluppo di questi due spazi espositivi è in linea con le tendenze di mercato e di quella parte del mondo produttivo italiano sempre più impegnato sul fronte della identità e della sostenibilità ambientale. Per i vini certificati biologici si arricchisce l’Enoteca di VinitalyBio, che propone tutte le etichette presenti in fiera all’interno degli stand delle cantine che, sempre più numerose, hanno fatto questa scelta produttiva. Grand tasting Peculiarità di Vinitaly sono da sempre le degustazioni, ogni anno uniche perché rappresentative di case history di successo internazionale, come quella del Seminario Masi, organizzata quest’anno in collaborazione con Veronafiere, che propone una verticale di trenta annate di Ama-


rone della Valpolicella. Altrettanto interessanti il tasting sui Vini dal mondo seguiti da Riccardo Cotarella con 15 vini da Italia, Francia, Romania, Stati Uniti, Palestina, Russia e Giappone e quello guidato da Raoul Salama che presenta in parallelo PessacLeognan e Bolgheri con 3 etichette italiane e 3 francesi delle cantine più blasonate. Un focus speciale viene dedicato quest’anno ai vini rosati, per approfondire i motivi di un successo internazionale sem-

terroir che dà vita al Barbaresco e al Barolo della grande cantina piemontese. Un omaggio a una delle regioni enologiche più interessanti e importanti d’Italia. Vinitaly and the City Se il business è in fiera, per i wine lover dal 13 al 16 aprile c’è il fuori salone Vinitaly and the City, nelle piazze del centro storico di Verona. Ogni piazza è legata a una regione italiana. A unirle un percorso che parte da Piazza

Roccafiore Fiorfiore Riserva Todi, Perugia Umbria

Vino realizzato in purezza da uve di Grechetto di Todi, affinato per nove mesi in tonneaux di secondo passaggio a contatto con le fecce fini, e poi in bottiglia per altri due anni e mezzo. Molto complesso dal punto di vista olfattivo, viene prodotto solo nelle annate migliori.

Pad. 2 - Stand A9 - F9 Lis Neris Gris

San Lorenzo Isontino, Gorizia Friuli-Venezia Giulia

Pinot Grigio 100%, fermentato in botti di rovere francese da 500 litri, maturato negli stessi contenitori di fermentazione sul deposito fine per undici mesi con bâtonnage frequenti. Imbottigliamento e affinamento in bottiglia per minimo dodici mesi. Pad. 6 - Stand E7

pre più in crescita. In calendario anche gli appuntamenti con Tasting ex... press, il tradizionale viaggio tra i vini del mondo organizzato in collaborazione con importanti testate estere, con focus quest’anno su Argentina e Peru, Ungheria, Ucraina, Francia, Slovenia e Australia. E tra le grandi degustazioni di Vinitaly 2018, un posto d’onore ha quella dedicata ai grandi cru di Ceretto, a cura della Vinitaly International Academy. Ian D’Agata, Federico e Alessandro Ceretto accompagneranno l’operatore in un viaggio alla scoperta del

Bra, di fianco all’Arena, dove verrà consegnato un “passaporto” che ogni wine lover potrà farsi vidimare a ogni tappa. Il programma prevede degustazioni wine&food presso gli stand, oltre a un calendario di degustazioni guidate, incontri culturali e spettacoli musicali. L’evento si svolge sempre nelle stesse date, dal 13 al 16 aprile, anche a Bardolino, perla del lago di Garda, a Valeggio sul Mincio nell’entroterra gardesano, e a Soave, splendido borgo medievale ai piedi della Lessinia con identico format.

Podere Luigi Einaudi Barolo Ludo Docg Dogliani, Cuneo Piemonte

Il vino esprime le caratteristiche delle singole sottozone delle uve che lo compongono, in particolare la potenza di Bussia (in Monforte D’Alba) addolcita dall’eleganza di Cannubi (in Barolo) in un perfetto equilibrio garantito da Terlo (Comune di Barolo).

Pad. 15 - Stand D81

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Viaggiare

A VIAREGGIO PER SCOPRIRE IL SANTUARIO DEI CETACEI Dalla Versilia partono imbarcazioni per andare alla scoperta di questi animali, guidati da biologi marini e skipper esperti. La straordinaria presenza nei mesi estivi di cetacei di tutte le specie del Mediterraneo è dovuta all’elevata quantità di sostanze nutritive che risalgono dai fondali grazie a caratteristiche oceanografiche della zona di Margot Rossi on sono in molti a saperlo, eppure l’Italia è uno dei luoghi migliori per l’avvistamento di grandi cetacei come balene, megattere e capodogli, ma anche per l’avvistamento di delfini e di molte altre specie marine. C’è una zona che va dalla Toscana sino alla Francia dove delfini e balene godono di protezione e pace: si tratta del Santuario Internazionale dei Cetacei, una riserva internazionale istituita nel 1999 grazie a un ac88 ITA EVENTI

cordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco. L’area Si estende a nord del Mar Tirreno, attorno alle isole dell’Arcipelago Toscano fino alla Provenza e trova a Viareggio uno dei principali punti di partenza per le visite guidate alla scoperta delle meraviglie del mondo dei cetacei. Stiamo parlando di un’area marina di circa 87.500 km²: i riferimenti a terra sono

Pointe Escampobariou in Francia, Capo Falcone e Capo Ferro a nord della Sardegna e Fosso Chiarone in Toscana. Il Santuario riguarda 124 comuni francesi (tra Costa Azzurra e Corsica), 87 comuni italiani (in Liguria, Toscana e nord della Sardegna) e 1 del Principato di Monaco. Il mare toscano In particolare, davanti alle coste di Viareggio vive il più numeroso gruppo di delfini costieri tur-


Tra i cetacei che si possono avvistare visitando il Santuario ci sono diverse specie di delfini, tra cui il delfino comune e il tursiope

siopi (chiamato anche delfino dal naso a bottiglia), che amano questa zona grazie alla considerevole ricchezza di plancton e vita pelagica e che spesso si esibiscono in spettacolari danze e salti per la gioia di turisti e curiosi. La stagione migliore per osservare balene, megattere e capodogli va dal mese di maggio fino a ottobre anche se in realtà i cetacei sono osservabili tutto l’anno: ovviamente le condizioni meteo migliori per poter avere un’esperienza esaltante si trovano nei mesi primaverili ed estivi, quando il mare è calmo e le possibilità di avvistare i colossi del mare aumentano sensibilmente. Sono diverse le cooperative che organizzano escursioni in giornata. Ad accompagnare i gruppi sono biologi marini muniti di binocolo e dall’occhio esperto. Le visite sono in

barca, con pranzo a bordo, e permettono di incontrare anche altri animali marini: tartarughe, mante, pesci spada, tonni, pesci luna, gabbiani e altri uccelli marini. Grazie alla considerevole ricchezza di plancton e di vita pelagica, quindi, l’area del Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini è l’habitat idoneo per la riproduzione e le esigenze di alimentazione dei cetacei del Mediterraneo: Balenottere comuni, Capodogli, Stenelle, piccoli cetacei simili a delfini, Globicefali, Grampi, Tursiopi, Zifi e Delfini comuni oltre che la Manta mediterranea, le Tartarughe marine e la Foca Monaca che sembrava essere scomparsa. L’accordo L’Isola d’Elba e le altre isole dell’Arcipelago Toscano sono il cuo-

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Viaggiare

Alcune immagini dei cetacei che vivono nel territorio del Santuario: i cetacei sono mammiferi adattati alla vita in mare, gli arti inferiori si sono trasformati in pinne, quelli posteriori sono scomparsi

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re del Santuario Internazionale dei Cetacei, che in Francia viene chiamato Santuario Pelagos. Costituisce un ambito di gestione tripartita in un territorio costiero e di altura che si configura come un “ecosistema di grandi dimensioni” di notevole interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. L’accordo fra i tre stati, entrato in vigore il 21 febbraio 2002, si prefigge di promuovere attività concrete e armonizzate tra i paesi firmatari per la protezione dei cetacei e del loro ambiente naturale. Tale obiettivo è perseguito attraverso diverse azioni: intensificazione dell’attività contro l’inquinamento di qualsiasi origine che possa avere impatto sui mammiferi marini e sui loro habitat; soppressione progressiva degli scarichi tossici derivanti da fonti a terra; divieto di catture o turbative intenzionali dei mammiferi marini; regolamentazione o divieto di competizioni a motore; adeguamento alla normativa comunitaria in materia di pesca; regolamentazione delle attività turistiche di osservazione dei cetacei (whale watching). I paesi firmatari si impegnano a favorire programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione,

in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle collisioni tra navi e mammiferi marini e la segnalazione di esemplari in difficoltà. Infine sul piano internazionale si impegnano a chiedere l’iscrizione del santuario nella lista ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea), a invitare altri paesi ad adottare nelle aree analoghe misure di protezione, comunicando il testo dell’accordo a livello internazionale. Whale watching Esiste un codice di buona condotta per il whale watching, in modo da disturbare il meno possibile il normale ciclo di vita dei cetacei. Ecco i punti salienti: - muoversi lentamente e avanzare con calma e regolarità non appena si avvistano i cetacei e, in particolare, nella zona dei 300 metri; - non avvicinarsi oltre i 100 m; - la durata dell’attività di osservazione è al massimo di 30 minuti e di 15 minuti in caso di presenza di altre imbarcazioni; - una sola imbarcazione nella zona dei 300 metri; - non cercare mai di toccare i cetacei, di dar loro da mangiare e di nuotare con loro.

DOVE ALLOGGIARE Grand Hotel Principe di Piemonte: tra lusso e tradizione

Sorto nei primissimi anni Venti, si dimostra subito dimora favorita di aristocratici, intellettuali e artisti. La sua eleganza seduce la fantasia di numerosi registi diventando teatro di prestigiose produzioni cinematografiche. Tornato all’apice del suo incanto nel 2004, dopo 19 mesi di restauro, oggi è uno tra gli hotel storici più esclusivi e raffinati in Italia. I ristoranti “Piccolo Principe” e “Regina” hanno certamente reso celebre nel tempo il Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. Gli ambienti, dai quali ammirare il panorama delle Alpi Apuane e del Lungomare di Viareggio, sono intimi e accoglienti. La Spa propone giochi d’acqua, sauna, centro fitness, massaggi, trattamenti estetici: un relax totale e assoluto, in un ambiente elegante e raffinato, per rigenerarsi nel benessere.

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Angolo dei consigli

CALVIZIE: LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA RIGENERATIVA La perdita dei capelli è spesso vissuta con imbarazzo, tanto da provocare problemi di insicurezza anche importanti. Grazie ad anni di ricerca, HairClinic Bio Medical Group offre soluzioni ad personam, quindi più efficaci

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Tecnologie ad altissimo livello e protocolli di cura personalizzati: grazie alla tecnologia e ai suoi continui sviluppi oggi possiamo approfittare dell’azione di alcuni corpuscoli del nostro organismo, che non solo è riparatrice, ma anche rigeneratrice, soprattutto in presenza di alcuni tipi di tessuti danneggiati. La diminuzione della quantità dei capelli e la diminuzione del loro spessore prende il nome di alopecia. Esistono diversi tipi di alopecia ma nell’uomo la più diffusa è l’alopecia androgenetica che colpisce più dell’87% della popolazione maschile. La calvizie è una malattia del follicolo e non è una patologia debilitante, di fatto si può vivere benissimo anche senza capelli, ma per molte persone il più delle volte è vissuta dall’inconscio come un vero dramma. Se è vero che le donne hanno meno problemi di calvizie rispetto agli uomini è anche vero che non sono al riparo dall’alopecia androgenetica, tanto da poter parlare di alopecia androgenetica femminile. L’alopecia androgenetica femminile è molto più diffusa di quanto si possa pensare, una donna su

quattro ha un problema legato alla caduta dei capelli. Per risolvere questi problemi si parla sempre più spesso di principi attivi di rigenerazione cellulare autologhi e delle loro funzioni. In pratica, una volta individuati gli attori della rigenerazione tissutale, viene messa a punto una strategia terapeutica che permette di sfruttarne le enormi capacità. Si parla in questo caso di tecnica PRP (Plasma Ricco di Piastrine), che già negli anni a cavallo tra il 1970 e il 1980 veniva utilizzata per curare le ulcere nei soggetti diabetici o i piccoli traumi del tessuto nervoso. Nel corso del tempo si è poi arrivati a una soluzione potenziata della tecnica PRP attraverso la metodologia di separazione cellulare hCRP, per un migliore contrasto della calvizie e una sua più efficace cura. Tutto dunque ha origine dal nostro organismo, e infatti il primo passo del trattamento hCRP è un semplice prelievo ematico dal paziente con successiva separazione dei principi attivi del sangue mediante una centrifugazione a doppio stadio in grado di riconoscere e concentrare selettivamente le piastrine giovani che verranno poi infiltrate nelle zone da trattare con una micro-iniezione. La Medicina Rigenerativa associata a una cura ad-personam rappresenta quindi l’approccio medico più incisivo contro la calvizie. La tecnica hCRP è utilizzata da HairClinic Bio Medical Group che da quasi dieci anni la annovera tra le fasi del più articolato Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS nella lotta alla calvizie. Questo protocollo è totalmente privo di controindicazioni ed effetti secondari e consente un’immediata ripresa della quotidianità. PER SAPERNE DI PIÙ

HAIRCLINIC BIO MEDICAL GROUP www.hairclinic.it Numero verde: 800 168 668

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Leggere

ALLA RICERCA DEL LIBRO PERFETTO Un viaggio in India attraverso religioni, etnie e culture ma anche e soprattutto alla ricerca di sé stesso. Un’avventura che cambierà il protagonista per sempre di Mercedes Vescio

orenzo ha quasi quarant’anni, uno studio di consulenza avviato, un matrimonio appena finito e una storia da scrivere, di cui conosce la conclusione ma non l’inizio. Un viaggio nel Nord dell’India si trasformerà per lui in una straordinaria

Kashmir e del Ladakh, fino a un monastero isolato della Valle di Nubra, circondato dalle vette dell’Himalaya. Un viaggio nelle affascinanti e selvagge regioni dell’India del Nord, attraverso il dedalo di religioni, etnie e culture che le caratterizzano. Ma anche un viaggio alla ricerca del sé perduto. È questa la trama de Il libro perfetto, di Massimo Lazzari, edito da

Antonio Tombolini, pubblicato all’interno della collana Officina Marziani diretta da Michele Marziani. Lazzari è nato a Rimini nel 1979 e vive a Bologna, con Antonio Tombolini Editore aveva già pubblicato Quando guardo verso Ovest, una raccolta di racconti legati alla musica rock. Il romanzo è disponibile in ebook e cartaceo e in vendita presso i principali store online, primi fra tutti Amazon, IBS e Streetlib. L’autore donerà tutti i proventi delle vendite del libro all’Associazione Mondobimbi Onlus, impegnata in Madagascar per tutelare i diritti all’infanzia, alla nutrizione, alla scolarizzazione, alla salute e contribuire all’educazione di giovani autosufficienti e capaci di crearsi un ruolo costruttivo nella società. A sinistra, la Valle di Nubra, sotto la città di Rishikesh: due luoghi chiave del viaggio in India del protagonista del libro

avventura: inseguirà le tracce del misterioso autore di un altro libro di cui è stato scritto l’inizio, ma non la fine. L’autore di questa seconda storia è Leo, un musicista che, come Lorenzo, si è recato in India alla ricerca di ispirazioni per scrivere la canzone perfetta. La ricerca di Leo porterà Lorenzo dalla mistica città di Rishikesh, attraverso le regioni del Punjab, del 94 ITA EVENTI


Alice Zannoni, critico d’arte, fondatrice, insieme a Simona Gavioli, di SetUp Art s.r.l. che ogni anno organizza a Bologna la SetUp Contemporary Art Fair

UNA RIVOLUZIONE Problemi con l’arte contemporanea? Ci pensa Alice Zannoni, che ha scritto un libro in cui ne parla, in modo semplice, insieme a sua nonna di novantun anni di Mercedes Vescio piegamelo come se avessi due anni”. È un’espressione che usiamo spesso, quando non capiamo niente di qualcosa e chiediamo a qualcuno di spiegarcelo nel mondo più semplice possibile. Il concetto che c’è alla base del libro L’arte contemporanea spiegata a mia nonna, scritto da Alice Zannoni ed edito da NFC Edizioni, è più o meno lo stesso: come dice il titolo, cerca di suggerire le basi per comprendere l’arte contemporanea, ma non si tratta di un manuale di storia dell’arte, né di un testo teorico, né di un saggio di estetica, piuttosto di un “kit di pronto intervento” per coloro che di arte non sanno nulla, un libro per dare una risposta non tanto a “che cosa è arte” ma al quesito “perché alcune cose sono arte”. Alice Zannoni, socio fondatore di SetUp, critico d’arte e

curatore indipendente, ha abolito le etichette, le date e le biografie a favore di una spiegazione leggera e fruibile a tutti per mettere in luce soprattutto la genesi e la logica di funzionamento, affrontando in ogni capitolo una categoria este-

tica (tempo, bello, valore, memoria, ricordo, giudizio) a cui ha abbinato un artista. Nonna e nipote rappresentano due momenti della vita estremamente diversi, giovinezza e senilità e l’arte contemporanea diviene la tela su cui si dipana il dialogo con estratti di racconti passati e riflessioni sul sistema dell’arte che compongono questo curioso e suggestivo progetto che si è sviluppato con lezioni vis à vis a casa della nonna in Veneto. Alice Zannoni fa sì che il lavoro diventi implicitamente anche una riflessione sul tempo che fa perno sull’arte come struttura portante di un confronto generazionale tra la nonna Zita, che a novantuno anni dice con convinzione che non vuole diventare vecchia perché vuole continuare a sapere “cose nuove”, e la nipote che di anni ne ha trentasei e tocca con mano il fatto che “la ruota gira” anche se resterà sempre la sua “toseta”, cioè la sua bambina. «Devo tornare indietro per andare avanti - dice l’autrice - questo libro non può che partire da casa di mia nonna e non solo perché l’interlocutore è mia nonna, ma perché il senso di questa operazione si può apostrofare come ‘rivoluzione’. Trovo sia una rivoluzione trasmettere il sapere e acquisire conoscenza e, in fondo, l’appellativo di rivoluzione, se preso in prestito dalla scienza, funziona perfettamente. Revolutio è il giro che compie il pianeta sull’orbita trovandosi poi al punto di partenza per ricominciare, è un andare avanti tornando indietro per legittimare un altro giro che è il futuro. L’arte ha un carattere rivoluzionario, l’arte è un modo di sapere e il sapere è sempre una rivoluzione». ITA EVENTI 95


Leggere

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in libreria 1. Freedom Hospital, Hamid Sulaiman, Add Editore

È la primavera del 2012 e Yasmine, pacifista militante, ha istituito un ospedale clandestino in Siria. Ci vivono con lei undici figure, malati e medici, che rispecchiano la complessità della società siriana: un curdo, un alauita, una giornalista franco-siriana, membri dell’armata libera e un islamista radicale. Il libro, in uscita il 18 aprile, racconta le loro vite, l’impegno politico, il tradimento, le amicizie che si rompono e si ricompongono. 2. Dove nasce il vento, vita di Nellie Bly, Nicola Attadio, Bompiani

La storia di Elizabeth Cochran che nel 1887 ha bussato alla porta di John Cockerill, direttore del New York World di Joseph Pulitzer chiedendo di essere assunta come reporter. Nessuna donna aveva mai osato tanto. Ha 23 anni, ma già da tre scrive per un quotidiano di Pittsburgh firmandosi Nellie Bly. La sua idea di un'inchiesta sotto copertura a Blackwell Island, manicomio femminile di New York, convince Cockerill e Pulitzer ad accettare la sfida. 3. Il suono della vita, HannsJosef Ortheil, Keller Editore

Johannes è un bambino particolare: non parla ma non è muto. È nato e cresciuto con una madre 96 ITA EVENTI

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che per dolore - la morte dei figli ha rifiutato le parole. Ma Johannes ha il suono dell’amato pianoforte e un padre amorevole che comincerà con lui una paziente formazione a contatto con la natura per insegnargli a percepire immagini e impressioni, disegnarle e assegnare a ciascuna un nome.

4. Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali, Cinzia Scaffidi, Slow Food Editore

Come sarebbe il mondo se davvero assomigliasse a quello che la pubblicità del cibo ci descrive? Come sarebbero le nostre relazioni sociali, le nostre psicologie individuali? In quale tipo di società cresceremmo i nostri figli? Questo libro risponde con ironia a questi e altri interrogativi. 5. L’arte della SEO – User first, AA.VV, Hoepli

La SEO è diventata User First: l’utente - la persona - e la sua esperienza vengono prima di qualsiasi altra cosa. Google ha spinto tantissimo verso questo mantra “user-centrico” e ci ha costretto a costruire contenuti efficaci da inserire in contenitori altrettanto validi. Il libro descrive i cambiamenti della SEO dalla sua nascita, 20 anni fa, fino a oggi in maniera chiara e immediata.

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