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n.26
MARCO ZINGARO la mia carriera di attore tra Italia e Inghilterra un film di Costanza Quatriglio
Sembra mio figlio
FESTIVAL
ROMAEUROPA ◗ L’EREDITÀ DELLE DONNE ◗
MAX GAZZÈ
Le due anime di
classica e pop
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8 Notes 8. Perdersi nel mais 10. Appuntamento al castello 12. Benessere free 14. Il giardino segreto nel quadrilatero della moda 16. Le ultime novità
19 Arte 19. Una natura viva/Napoli 20. Il grande amore di Matisse per il teatro/Aosta 22. Un fotografo, un reporter/Forlì 24. Una città in grande fermento/Bologna 26. Appuntamenti
29 Musica 29. Sulla cresta dell’onda 30. Faccio quello che mi piace 36. A Faenza in scena gli indipendenti 38. Un tributo a tutto rock 40. Appuntamenti
45 Classica 45. Omaggio a Bernstein/Roma 46. Ritratti d’artista/Bologna 50. Appuntamenti
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Villa Ca’ Conti dei Marchesi Rusconi Camerini
Ca’ Conti è una splendida villa cinquecentesca aperta al pubblico per visite guidate. A vostra disposizione per ricevimenti, meeting, concerti, wedding.
Via Gazzolo, 1129 35040 Granze (PD) tel. +39 389 2370310 www.facebook.com/villaCaConti www.villacaconti.it
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Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Milano al numero 335 del 25/10/2013 n.26 settembre/ottobre 2018
Direttore Responsabile Maurizio Costanzo Caporedattore Cristiana Zappoli
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53 Teatro 53. Una folle maratona di ballo 54. La soluzione si chiama Mary Poppins 58. Appuntamenti
61 Cinema 61. La famiglia Parr è tornata 62. Un film, una storia, una preghiera 66. Grandi artisti sul grande schermo 68. Euforia / Un figlio all’improvviso 69. Ricchi di fantasia / Soldado
70 Suggestioni 70. Una manifestazione per un mondo senza frontiere 76. Cultura e intrattenimento declinati al femminile
78 Storie
Art Director Laura Lebro Redazione Alessandra Arini, Alessandra Cinque, Clara Dalledonne, Andrea Giuliani, Margot Rossi, Giovanni Salerno, Mercedes Vescio Editore MediaAdv srl Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Pubblicità MediaAdv srl (concessionaria) Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Stampa Mediaprint Srl Via Brenta, 7 37047 San Giovanni Lupatoto (Vr) finito di stampare in settembre 2018
78. Posso arrivare ovunque sulla mia moto
82 Viaggiare 82. Natura e storia nella terra del vello d’oro 88. Un viaggio da favola sulle tracce di Andersen
94 Leggere 94. Essere childfree e non vergognarsi 96. In libreria
Via Antonio Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. 02.43986531 - 02.45506260 www.mediaadv.it
KOrE E D I Z I O N I
Via F. Argelati, 19 - 40138 Bologna Tel. 051.343060 - www.koreedizioni.it
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PERDERSI NEL MAIS Effimero e dinamico: il Labirinto di Alfonsine ha delle caratteristiche uniche al mondo. Anche quest’anno è possibile visitare tutti i suoi 70.000 mq di superficie e 3 chilometri di sentieri
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ino a metà settembre, dalle 16 alle 22, ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, sarà possibile visitare un’opera assolutamente unica a livello nazionale e internazionale. Si tratta del Labirinto Effimero, uno dei più grandi d’Europa con i suoi 70.000 mq di superficie e 3 chilometri di sentieri, che da qualche anno a questa parte ha acquisito anche la connotazione di “dinamico”, che lo rende l’unico al mondo per dimensioni. Effimero perché è costruito all’interno di un campo di mais, per cui la sua “vita” è quella legata al ciclo naturale di questa pianta. Dimanico in quanto all’interno del labirinto sono presenti delle porte che possono essere chiuse da chi le attraversa, “costringendo” in tal modo a far cambiare percorso a chi segue. Il titolo di questa edizione 2018 è Meridia «Essere tempo con la propria ombra. Ombra che detta legge nell’inesorabile trascorrere della vita, nei meandri di questo labirinto. Così le replicanti ombre di Meridiane, che incontreremo, saranno insolute
Il labirinto si trova nell’Azienda agricola Galassi Carlo di Alfonsine. Il costo dell’ingresso è di 9 euro per gli adulti e di 5 per i bambini fino ai 12 anni
nella determinazione di spaziotempo. Nell’impari lotta con il tempo, scandito dal sole e dai culti agrari dimenticati dell’uomo, meridiane e antichi aratri in questo luogo si tramutano in unici strumenti di archeoastronomia». Così il costruttore di labirinti Luigi Berardi, che dal 2010 contribuisce a creare l’opera assieme a Carlo Galassi, dell’omonima azienda agricola sulla quale sorge il Labirinto di Alfonsine, parla dell’edizione 2018. Per chi lo vorrà, sarà possibile anche cenare direttamente al Labirinto, sempre più attrezzato anche da questo punto di vista, fra aree picnic, barbecue e, da quest’anno, anche agriturismo. Per informazioni: Azienda agricola Galassi Carlo via Roma, 111 – Alfonsine (RA). Tel. 335 8335233 info@galassicarlo.com www.labirintodinamico.com
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APPUNTAMENTO AL CASTELLO
La cucina medievale e rinascimentale e il vino sono i protagonisti degli eventi autunnali al Castello di Gropparello. Dove grandi e piccoli potranno divertirsi in una location d’eccezione
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a tempo il Castello di Gropparello, sulle colline piacentine, ha preso a cuore l’avventurosa missione di rispondere alle domande dei più piccoli e di solleticare la loro curiosità con eventi e storie fantastiche che hanno molto a che fare con le tradizioni e il passato. Anche quello non troppo lontano. Il quesito stagionale di fine estate e inizio autunno è: come nasce il vino? Accompagnati dalle iniziative organizzate tra grappoli in arrivo dalla vigna, i bambini avranno l’opportunità di scoprirlo da soli, immergendosi letteralmente nell’allegra atmosfera campestre ben nota a nonni e bisnonni, che si riunivano per cimentarsi nella vendemmia e nella pigiatura nei tini. Tutte le domeniche di settembre i bimbi saranno i protagonisti della Festa dell’Uva, nel magico mondo del Castello di Gropparello. Ma gli appuntamenti al castello non finiscono: nelle antiche cucine e nella sala da
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pranzo rinascimentale l’arrivo dell’autunno si festeggia domenica 7 ottobre 2018 in un trionfo di colori e di profumi. A partire dalle ore 10.00 i battenti apriranno per i piccoli e i grandi curiosi che vorranno immergersi nelle atmosfere boccaccesche della cucina medievale, proponendosi come
garzoni desiderosi di imparare l’antica arte culinaria da cuochi e pasticceri impegnati a confezionare prelibate pietanze con i prodotti portati a corte da cacciatori, carrettieri, popolani e contadini giunti dai confini del feudo. Dal 7 ottobre al 25 novembre, è infine possibile approfittare delle visite guidate specifiche sul tema dell’enogastronomia antica e sui riti cerimoniali con “I Banchetti Reali, i Grandi Ricevimenti dei Nobili e i Pranzi di Stato: la cucina come piacere, come fonte di stupore e come ostentazione di ricchezza e potere”, adatte anche a scuole alberghiere o a scuole medie per l’orientamento. Per informazioni: Castello di Gropparello Via Roma 84, – 20025 Gropparello (PC) – Tel. 0523 855814 info@castellodigropparello.it www.castellodigropparello.it
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BENESSERE FREE Il World Wellness Weekend arriva, quest’anno, anche in Italia. Tantissime le strutture aderenti che a settembre offriranno, a chi lo vorrà, due giorni all’insegna del relax e del divertimento
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n corso di yoga, una sessione di pilates, un massaggio rigenerante, un allenamento tonificante e tante altre attività dedicate al relax e al divertimento. Il tutto, gratis. Grazie al World Wellness Weekend, la due giorni mondiale dedicata agli amanti del benessere che si svolgerà anche in Italia il 22 e il 23 settembre prossimi. Da nord a sud, SPA, centri benessere e termali, palestre e saloni di bellezza aderenti all’iniziativa offriranno ai visitatori la possibilità di coinvolgersi in attività divertenti, originali e, soprattutto, gratuite. Partecipare è semplice e veloce. Basta andare sul sito del World Wellness Weekend Italia, verificare sulla Mappa del Benessere qual è la struttura aderente più comoda e vicina ed eventualmente contattarla direttamente per confermare la partecipazione. «Il World Wellness Weekend è pensato per
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tutti, non solo per i fanatici della forma fisica, - ha spiegato Regis-Boudon Doris, ambasciatore in Italia dell’iniziativa - chi non vorrebbe regalarsi una coccola per sfuggire, almeno per un giorno, allo stress del lavoro e della vita quotidiana?». Tra le esperienze che sarà possibile vivere in Italia e nel mondo: yoga sulla terrazza all’alba o al tramonto con un musicista dal vivo, meditazione guidata con un arpista, meditazione guidata in acqua con i galleggianti, rituale della sauna con un maestro di sauna, pratica degli asana dello yoga e successiva degusta-
zione di vini o di birra, introduzione al massaggio infantile per i genitori. Accolta con sorprendente successo in Francia e in Belgio lo scorso anno, questa “festa del benessere” ha contagiato a oggi più di cinquanta paesi in tutto il mondo tra cui, ovviamente, l’Italia. Dal Veneto alla Sicilia, passando per la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Toscana, sono sempre di più i centri che metteranno a disposizione i propri spazi e il proprio personale. Tra questi figurano la GOCO Spa di Venezia, le Terme di Castrocaro (FC), Riccione Terme e l’Approdo Resort Thalasso SPA di San Marco (SA).
Per informazioni: World Wellness Weekend 22-23 settembre 2018 www.world-wellness-weekend.org
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IL GIARDINO SEGRETO NEL QUADRILATERO DELLA MODA Ha aperto a Milano un nuovo concept store, MonteNapoleone14: un ambiente raffinato dove lo shopping si sposa perfettamente con il cibo di qualità e dove l’eccellenza è un must
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el cuore del Quadrilatero della moda, in una delle vie più prestigiose al mondo per lo shopping esclusivo, apre MonteNapoleone14, nuovo concept store multibrand. 300 metri quadri progettati e studiati come un contenitore di eccellenza, un ambiente raffinato a cui si accede percorrendo un androne in marmo, ai lati del quale le 14 vetrine espositive danno il primo “assaggio” di quello che si potrà scopri-
re all’interno di questa nuova realtà. Una nuova sinergia tra food experience e shopping. Un “giardino” interno dove è possibile degustare le creazioni pensate appositamente per il bistrò dallo Chef stellato Tommaso Arrigoni. Un bosco verticale avvolge la zona dedicata al food & beverage, l’arredamento minimal permette di non distrarre l’attenzione da quello che è il fulcro dello store. La boutique, quindi, si fonde, grazie all’open space, al bistrò. MonteNapoleone14 propone al suo interno brand anche emergenti, il filo conduttore è che siano eccellenze Made in Italy. La proposta donna coinvolge brand dal carattere diverso tra loro, come: Tamo, noto per i capi dalla forte personalità pensati per una donna sofisticata e Linda Raff con la sua collezione di costumi da bagno dalle linee semplici ed eleganti. La parte accessori si sviluppa con una versatile combinazione di innovativi marchi tra cui Fraleoni Gioielli con gli eclettici, originali e preziosi gioielli della linea Rainbow e My Scarf in a Box che presenta sciarpe di seta stampata dai colori iridescenti. A settembre il concept store inaugura la Secret Room, un livello “nascosto” in questa nuova realtà tutta da scoprire. Uno spazio dedicato e pensato per l’uomo, accessori e abbigliamento. Tra le eccellenze, simbolo di lusso e creatività italiana: le calzature Castori. Per informazioni: Octopus Agency Via Settembrini, 17- Milano www.octopusagency.it
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LE ULTIME NOVITÀ DI DESIGN 4
Una selezione di quello che si è visto al Salone del Mobile di Milano. Arredi e complementi di arredo firmati dai designer più famosi e prodotti dalle aziende leader del settore 1. Tavolo Oracle, di Gino Carollo per Arketipo: la nuova versione con piano in vetro rappresenta l’espressione progettuale del materiale che esprime leggerezza e modernità, in un design evoluto. 2. KèPI, disegnata da Gino Carollo per Arketipo, una lampada senza tempo di grande impatto scenico.
3. Annabelle è la nuova poltrona di Fendi Casa: le linee arrotondate e morbide definiscono un complemento d’arredo scandito dallo studio sul colore del rivestimento. 4. Tavolino della collezione Moon Invaders di Arketipo, disponibile in versione quadrata e rettangolare. 5. Anya è la linea di pouf di Fendi Casa sintesi di leggerezza figurativa e strutturale.
6. Il divano One di Fendi Casa coniuga l’ottima fattura con un design razionale.
7. Sgabello Dumbo con struttura in frassino: design Archirivolto per Cattelan Italia.
8. Ethimo e Patrick Norguet, per completare la collezione Knit, creano la versione a dondolo della poltrona lounge con schienale alto, proponendo, così, una nuova e speciale interpretazione della classica bergère.
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9. Un tavolino high-end dalle geometrie articolate: è Final cut, disegnato da Mauro Lipparini per Arketipo. 10. Un’accogliente testiera in grado di offrire il miglior comfort per rilassarsi, leggere o guardare la televisione: Yale bed, design by Jean-Marie Massaud per MDF Italia.
11. Ombre di MDF Italia: un appendiabiti e un servomuto che rappresentano un omaggio all’essenzialità. 12. Un classico della Kartell, i Componibili, vestiti con le stampe La DoubleJ.
13. Poltrona KN Collection by Knoll disegnata da Piero Lissoni: qui nella versione bassa.
14. Tulip Chair di Knoll disegnata dall’architetto finlandese Eero Saarinen.
15. La DoubleJ, il brand di J.J. Martin nato nel 2015, ha vestito il divano Trix by Piero Lissoni per Kartell. 16. Panca con rivestimento in pelle, un classico di Knoll, disegnata da Florence Knoll.
17. Poltrona Lovy di Bonaldo: disponibile con lo schienale basso oppure alto. 14
18. Leggerezza formale, graficità, semplicità progettuale, estetica armoniosa, essenzialità sono i tratti distintivi di Super_Position, libreria firmata da Jean Nouvel per MDF Italia.
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Arte
ANDARE PER MOSTRE NEI MUSEI PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA
SCIANNA • CARRÀ • CARTIER-BRESSON • VENTURA • WARHOL A NAPOLI UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DI ANNE DE CARBUCCIA
UNA NATURA VIVA Le fotografie di Anne de Carbuccia, un’artista franco-americana che vive fra Milano e New York, affrontano le minacce che l’uomo crea per il pianeta utilizzando il tema artistico della Vanitas e una clessidra e un teschio come simboli del tempo e della caducità della vita. Con una clessidra, un teschio e con altri oggetti reperiti sul posto Anne crea installazioni in paesaggi terrestri o marini pieni di significati ambientali. Anne chiama queste installazioni Timeshrines (Sacrari del Tempo) alludendo al fatto che le sue installazioni, pur nella loro natura effimera, divengono parte di una raccolta fotografica permanente. L’apparire del Sacrario del Tempo nell’immagine ci invita
a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità del nostro pianeta e vuole ispirarci ai cambiamenti necessari alla sua salvezza. Anne rivisita la natura morta classica per raffigurare la “natura viva”. Dopo gli studi in antropologia e storia dell’arte alla Columbia University Anne de Carbuccia ha viaggiato per anni nei posti più estremi della terra creando e fotografando installazioni simboliche temporanee che documentano e preservano la memoria di luoghi, animali e culture a rischio d’estinzione. ◗ One • One Planet One Future Castel dell’Ovo, Napoli Fino al 30 settembre 2018
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Arte
IL GRANDE AMORE DI MATISSE PER IL TEATRO Un inedito Henri Matisse sarà in mostra al Forte di Bard fino alla metà di ottobre. Al centro dell’esposizione il suo rapporto con il teatro e la produzione di opere legate alla drammaturgia di Alessandra Arini
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atisse: un nome, una firma, un concetto d’arte. Ha condizionato con la sua personalità un’intera generazione. Conosciamo la sua produzione, la sua sensibilità nel comunicare concetti nuovi, le caratteristiche che lo hanno consegnato alla storia come uno dei più grandi artisti di sempre. Ma meno noto è il suo grande amore verso il teatro, e il suo impegno nel trasportare il mondo teatrale anche nella pittura. La mostra Henri Matisse. Sulla scena dell’arte si traduce proprio nel tentativo di portare alla luce questa passione di Matisse, finora rimasta nell’ombra o, perlomeno, amalgamata così tanto al resto della sua produzione da non essere conosciuta nella sua autonomia e nel suo significato. Fino al 14 ottobre sarà possibile conoscere que-
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sto importante spaccato di vita dell’artista al Forte di Bard (Ao), in Valle d’Aosta. Le opere esposte sono più di novanta e coprono un periodo di circa trentacinque anni e in più sono esposti disegni e sculture provenien-
ti da numerose collezioni private dell’artista. Matisse si avvicina in maniera casuale al teatro. Nel 1919 gli vengono commissionate le scenografie per il balletto de Il canto dell’usignolo: accetta, anche forse per spirito di emulazione
rispetto a Picasso, suo grande rivale dell’epoca, che aveva già, con successo, realizzato le scenografie per Parade. È la prima volta che Matisse si approccia alla “pittura in movimento”, ne rimarrà entusiasta per i risultati e per la resa. E proprio questo lo spingerà ad andare più a fondo, a cercare di affinare meglio la sua attitudine e a entrare dentro alla drammaturgia. Nel 1939 sarà la volta di Rouge et Noir, per cui realizzerà scenografie ancora più mature artisticamente. Il teatro non è per lui solo “il teatro”, ma il concetto che attorno a lui si muove: un modo nuovo di cercare di ritrarre l’umanità e i suoi colori, un nuovo modo di raffigurare i corpi, la società, le sue atmosfere. La mostra, curata da Markus Muller, già direttore dal Kunstmuseum di Munster, è suddivisa in quattro sezioni che cercano di riprendere, anche cronologicamente, le tappe di questo suo cammino nel teatro e le sue forme. La prima sezione, Costumi di scena, raccoglie gran parte degli oggetti e delle scenografie realizzate in occasione delle sue collaborazioni, un tripudio di strumenti, di colori, di schizzi che ci fanno vedere da vicino il divenire di Matisse e la preparazione propedeutica alla messa in scena. La seconda sezione, Mo-
delle, svolge un ruolo centrale all’interno di questo itinerario, mostrandoci quanto la pittura di Matisse partisse proprio dall’imitazione del modello umano: “I miei modelli, esseri umani, non sono mai un elemento secondario in un ambiente. Dipendo interamente dal mio modello”. Poi ancora Le odalische. Viaggi Immaginari: Matisse viaggia tra il 1912 e il 1913 e molto fra Algeria e Marocco, tornando in Europa con una serie di spunti nuovi. I posti che lo avevano rapito con i loro odori e le loro usanze torneranno a farsi presenti nella nuova predominanza del tema arabeggiante. Il suo nuovo modo decorativo, anche nel teatro, sarà influenzato dalla cono-
Nella pagina a fianco, in alto, Poesiés 05. In basso, Jazz – Cauchemar Clean, 1947, stampa su stencil incollato su carta. Sopra, Nageuse Clean; sotto, Codomas Clean: entrambi sono stampe su stencil incollato su carta
scenza con questa nuova cultura. E infine, la sezione Jazz. Questo spaccato racconta di una nuova tecnica inaugurata dall’artista e da lui stesso denominata “papire decupes” ovvero “carte ritagliate”, secondo Matisse sintesi perfetta tra colore e linea. Il capolavoro di questo periodo è indubbiamente “Jazz”, una serie di quaranta opere realizzate con questa tecnica: “Ho creato un tema con variazioni”. Lo stile di quest’opera ha ispirato perfino Andy Wharol e tutta la pop art americana. Matisse riesce, con questa iconografia, a rappresentare l’ansia che lega l’artista al suo pubblico, andando così a scavare ancora più intensamente nel significato di teatro e nel concetto di attore: cos’è il pubblico? Cos’è l’ansia da prestazione? E questo si può esprimere in arte? Henri Matisse. Sulla scena dell’arte Forte di Bard (Ao) Fino al 14 ottobre 2018 ITA EVENTI 21
Arte
UN FOTOGRAFO UN REPORTER Una grande mostra retrospettiva dedicata al fotografo siciliano Ferdinando Scianna. Duecento fotografie in bianco e nero stampate in diversi formati attraversano la sua intera carriera in un articolato percorso narrativo. A Forlì, ai Musei San Domenico di Alessandra Arini
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acconto, viaggio, memoria: sono queste le tre parole d’ordine per entrare nello sguardo di Ferdinando Scianna, e per capire ciò che ha visto e ciò che ha cercato di farci vedere attraverso i suoi occhi. Il fotografo siciliano ha deciso di “mettersi in mostra” e di riorganizzare tutta la sua produzione in un’esposizione che sarà fruibile dal 22 settembre prossimo nel complesso monumentale di San Domenico, a Forlì. Oltre 200 fotografie in bianco e nero che proveranno a esprimere l’intensità di vissuto di questo artista, ma anche la versatilità dei suoi soggetti, la sua ricerca del bello e il suo talento nel saper riconoscere i dettagli e nel saperli valorizzare. Ferdinando Scianna, siciliano d’origine, scopre la sua passione intorno agli anni Sessanta, proprio girovagando tra i luoghi e
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in mezzo alle persone della sua terra: catturando i suoi sapori, i suoi dialetti, le sue malinconie, le sue stagioni. I genitori, che lo avrebbero voluto avvocato o dottore, devono presto arrendersi alla sua arte e alla sua personalità, evidenti fin nei primi lavori che ritraggono Bagheria e i suoi luoghi dell’infanzia. Da lì in poi il desiderio di esplorare, di esportare la sua curiosità lontano: Bolivia, Sud America e poi di nuovo Italia, questa volta Milano, dove collaborerà con l’Europeo e con tante riviste, sia come fotoreporter che come scrittore. Quando racconta di sé, Scianna non può che soffermarsi sugli incontri che lo hanno cambiato, che lo hanno reso il fotografo e la persona che è adesso. Da quello con lo scrittore Leonardo Sciascia che chiama maestro e con il quale, a soli 21 anni, creò il libro
“Feste Religiose in Sicilia”, occupandosi della parte fotografica: “La fotografia era la possibilità del racconto della vicenda umana. Questo il mio maestro mi fece capire e mi introdusse a un certo modo di vedere le cose, di leggere, di pensare, di situarsi nei confronti del mondo”. Fino all’incontro, più tardi, con Cartier-Bresson, da cui apprende il mestiere della fotografia come reportage, come documentario della realtà. E poi l’ultimo incontro, casuale e inaspettato, con Domenico Dolce e Stefano Gabbana: quella che sembrava una collaborazione occasionale diventa invece pretesto per intrecciare, nella vita di Scianna, il mondo della fotografia con il mondo della moda. I servizi realizzati per il grande marchio della moda nostrana hanno suscitato un grande impatto mediatico e hanno avuto come set proprio la sua Sicilia, in tutto il suo splendore meno scontato. “Adesso con immutata passione, divertimento e ironia opero nei campi più diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicità, un po’ di reportage e cerco più che mai ritratti”. I suoi 70 anni li porta bene, carichi di tutta quella vita di cui ha cercato di cogliere l’attimo, e con grande entusiasmo guarda anche al pro-
getto di questa mostra, a cui ha partecipato attivamente. “Nelle mostre non faccio differenze tra le foto nate dal lavoro di fotoreporter da quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte in una continuità che poi è quella della mia pratica professionale”. La mostra, che si divide in sei sezioni (La memoria, Il racconto, Ossessioni, Il viaggio, Ritratti, Riti e miti) sarà visitabile con l’accompagnamento di un’audioguida, realizzata dallo stesso Scianna, un vero e proprio racconto parallelo che aiuterà a immergersi in prima persona in tutte le suggestioni e in tutti gli spunti creativi dell’autore. Ferdinando Scianna Il viaggio il racconto la memoria Musei San Domenico, Forlì Dal 22/09/2018 fino al 06/01/2019
In apertura, Marpessa, Caltagirone, 1987. Sotto, New York, 1985. © Ferdinando Scianna
Arte
UNA CITTÀ IN GRANDE FERMENTO A Bologna luci puntate sulla New York degli anni Ottanta con la mostra dedicata a Warhol & Friends. Dal 29 settembre in mostra circa 150 opere che raccontano Warhol (e non solo), la sua vita e la sua produzione
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ccessi, trasgressione e mondanità: eccovi servita la New York degli anni Ottanta. Sono tanti i protagonisti di quel vivacissimo clima artistico e molte delle loro opere saranno in mostra a Bologna in occasione dell’esposizione Warhol&Friends. New York negli anni ’80. Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons, per citarne alcuni. Gli anni ‘80 si aprono con l’elezione dell’ex attore Ronald Reagan a presidente degli Stati Uniti; l’economia si trasforma in finanza e si accumulano ricchezze inimmaginabili; John Lennon muore ucciso sotto casa l’8 dicembre 1980; la borsa di New York crolla e anche il Muro di Berlino; i fatti di piazza Tienanmen, l’invenzione del www e l’impazzare dell’Aids negli Stati Uniti. Nel giro di poco l’arte perde, tra gli altri, Keith Haring, il fotografo Robert Mapplethorpe, mentre Basquiat muore distrutto dalla droga. Quando l’economia funziona la pittura ne è il primo segnale: nel 1980 The Times Square Show è la prima mostra sulla generazione di graffitisti, anarchica nello spirito ed estremamente provocatoria. Non solo Haring e Basquiat, con loro decine di artisti di strada e pittori di valore come Kenny Scharf, Donald Baechler e James Brown. Oltre la pittura, Jeff Koons rappresenta il perfetto trait-d’union tra arte ed economia: dopo l’esperienza come broker a Wall Street, Koons riflette sugli status symbol della nascente classe dirigente americana analizzando impietosamente kitsch e banalità. Tra i protagonisti della scena musicale, della fotografia e del cinema, il ticinese Edo Bertoglio, fotografo e autore del film documentario Downtown 81 interpretato da Basquiat, l’artista francese Maripol che realizza l’artwork per l’album Like a Virgin di Madonna, Nan
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Andy Warhol: in alto, Superman, ‘82 – ‘85, serigrafia su Lennox museum board. Coll. privata © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol. Sopra, Marylin, 1967, serigrafia su carta. Coll. E. Falcioni, © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol. Sotto, Keith Haring, Untitled, 1983, inchiostro su carta. Coll. privata, Milano
Sotto, Edo Bertoglio, Basquiat's Head, 1980. Archivial pigment print. Collezione Marco Antonetto. A destra, Timothy GreenfieldSanders, Andy Warhol, 1977. Contact print. Collezione Demetrio Paparoni, Milano
Goldin con i suoi racconti di vita quotidiana. La pittura neoespressionista trova spazio nelle grandi gallerie di SoHo e si relaziona alle esperienze della Transavanguardia italiana con Francesco Clemente e Sandro Chia. Julian Schnabel, David Salle, Robert Longo formano la triade di superstar della pittura americana, che negli anni ‘90 si misurerà anche con il cinema. Tra pubblicità, commercio, beni di consumo - dai Duty Free ai Levi’s Jeans - il nuovo Warhol guarda ancor di più al modo della comunicazione e dei media, avvicinandosi così alla nuova generazione di giovani artisti degli anni ’80 che in lui hanno visto un anticipatore, un vero e proprio guru. In mostra con 36 opere e 38 polaroid Andy Warhol che, dopo essere stato vittima nel 1968 di un terribile attentato, proprio all’inizio degli anni ‘80 torna al centro della vita artistica e sociale di New York realizzando alcuni tra i suoi cicli più interessanti presenti in mostra come Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives. A raccontare il fermento irripetibile di un decennio che ha visto combinarsi arte, musica, cinema e letteratura - nel momento in cui gallerie e mercato internazionale decretano il clamoroso successo del ritorno alla pittura - a Bologna arrivano anche Haring con Untitled (1983), Schnabel con Dunciad (Trances of Bouboul) del 1983, Koons con Art Magazine Ads (1989), Basquiat con Untitled (1983) e Bertoglio con Grace Jones e Madonna (1983). Warhol&Friends. New York negli anni ’80 Palazzo Albergati, Bologna Dal 29 settembre 2018 al 24 febbraio 2019
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Arte
L’ISTANTE DECISIVO L’OTTAVA OPERA
Oliviero Rainaldi rivisita uno dei più grandi capolavori della storia conservato al Pio Monte della Misericordia, Le Sette opere di Misericordia (1607) del Caravaggio. L’intento di Rainaldi è quello di completare (con un’installazione) - come se la sua opera fosse l’estensione naturale profusa dalla luce del quadro - il lavoro del Caravaggio, caricandolo di ulteriori segni mistici e profondi significati.
Le otto opere di Misericordia di Oliviero Rainaldi Pio Monte della Misericordia, Napoli - Fino al 30 settembre 2018
La mostra presenta 105 immagini in bianco e nero, selezionate da Bresson, scattate tra gli anni Trenta e gli anni Novanta fra Europa, Asia e America. Ciascuna fotografia è rappresentazione di quell’istante decisivo che per il maestro è il “riconoscimento immediato, nella frazione di un secondo, del significato di un fatto e, contemporaneamente, della rigorosa organizzazione della forma che esprime quel fatto”. Henri Cartier-Bresson. Landscapes/Paysages Forte di Bard (Ao) - Fino al 21 ottobre 2018
UN VIAGGIO IDEALE
Con diciannove sculture di grandi e medie dimensioni collocate nel parco della Fondazione Whitaker, Alba Gonzales ha dato vita a un viaggio ideale e simbolico attraverso i miti mediterranei, rivissuti nel moto pendolare fra desiderio e nostalgia. Alba Gonzales, miti mediterranei Fondazione Whitaker, Palermo Fino al 30 settembre 2018
DAL MICRO AL MACRO
TRIBUTO A DE VICO
Un tributo della Capitale a uno dei maggiori architetti e paesaggisti del Novecento, Raffaele de Vico. Una mostra unica nel suo genere, attraverso la quale viene anche ripercorsa la storia del verde pubblico romano nella prima metà del secolo passato. Raffaele de Vico (1881-1969). Architetto e paesaggista Palazzo Braschi, Roma Fino al 30 settembre 2018
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L’esposizione è un viaggio che immerge il visitatore nella genesi del processo creativo di Canova, interprete massimo del Neoclassicismo, dove spettacolo e approfondimento, emozione e conoscenza si fondono insieme. Uno spettacolare percorso multimediale che coinvolge il visitatore avvicinandolo alla vicenda canoviana in tutte le sue fasi e i suoi aspetti. Il rigore scientifico del racconto è coniugato a una sapiente regia, grazie alla pluralità di linguaggi che dà vita a un percorso di narrazione che spazia dal micro al macro.
Magister Canova Scuola Grande della Misericordia, Venezia - Fino al 22 novembre 2018
IL MAESTRO CARRÀ
Una mostra dedicata a uno dei più grandi maestri del Novecento, protagonista fondamentale dell’arte italiana e della pittura moderna europea, che ha lasciato un segno indelebile con uno stile che è rimasto vitale in tutta la sua produzione artistica. Si tratta della più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata su Carrà, un’occasione forse irripetibile che vede riunite circa 130 opere, concesse in prestito dalle più importanti collezioni italiane e internazionali, pubbliche e private. Carlo Carrà Palazzo Reale, Milano Dal 4/10/2018 al 3/02/2019
IL DUALISMO DI NINO VENTURA
Si tratta di una mostra diffusa sul territorio: il nucleo principale delle opere è al Forte con la sezione antologica, mentre le opere più recenti (2017/2018) sono ospitate presso le altre sedi rappresentative del territorio. Il curatore della mostra, Nicolas Ballario, dice di Ventura che “le sue creazioni sono localizzabili al confine tra due universi. Sono impulsive e instabili, ma allo stesso tempo molto concrete. Sono assurde e hanno una doppia faccia”. L’esposizione darà l'avvio a una programmazione di mostre d'arte contemporanea che avranno lo scopo di valorizzare il sito museale e il suo territorio. Ad occhi chiusi – Nino Ventura sculture 2002 – 2018 Forte di Gavi (Al) - Fino al 29 settembre 2018
IL SUONO
La mostra comprende numerose opere scultoree e installazioni sonore, caratterizzate da alcuni aspetti ricorrenti nella poetica dell’artista: il suono e le sue origini, l’impiego di pratiche manuali lente, la sperimentazione tecnologica. Matteo Nasini. Neolithic Sunshine Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro Fino al 7 ottobre 2018
LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA
L’evento presenta le 100 immagini premiate al concorso di fotografia indetto dal Natural History Museum di Londra. Come di consueto, i visitatori potranno ammirare le foto finaliste e vincitrici delle 16 categorie, che ritraggono la biodiversità esistente sulla Terra, mostrandone i lati più nascosti e misteriosi. Ma, soprattutto, in questa edizione l’attenzione è più che mai rivolta alla salvaguardia del pianeta. Wildlife Photographer of the Year 53 Fondazione Luciana Matalo, Milano - Dal 5/10 al 9/12/2018
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PRINCIPALI CONCERTI DI MUSICA POP ROCK JAZZ IN ITALIA
Foto Julian Hargreaves
CARBONI • ZEN CIRCUS • FRESU • THEGIORNALISTI • GAZZÈ LAURA PAUSINI TORNA IN ITALIA CON IL SUO TOUR MONDIALE
SULLA CRESTA DELL’ONDA Dopo essere stata la prima donna a calcare il palco dello Stadio San Siro nel 2007, Laura Pausini è stata anche la prima donna a esibirsi (a luglio) al Circo Massimo in ben due serate storiche per la musica italiana. A seguire, l’artista italiana è partita per un grande tour mondiale negli Stati Uniti e in America Latina e a settembre sarà di nuovo in Europa, per un tour nei palazzetti italiani, a cui si continuano ad aggiungere, vista la grande richiesta, nuovi appuntamenti, e poi seguire nel resto dei paesi europei. Il tour segue la release mondiale di Fatti sentire, l’ultimo album di inediti di Laura pubblicato in tutto il mondo lo scorso 16 marzo per Atlantic/Warner Music e già certificato disco di platino: l’album, che ha debuttato diretta-
mente al primo posto della classifica FIMI/Gfk degli album più venduti della settimana in cui è uscito, è arrivato in occasione dei suoi 25 anni di carriera; in poche ore dall’uscita ha conquistato i vertici della classifica iTunes degli album più venduti in Italia, Europa e America latina. ◗ 8-9-11-12/09 Mediolanum Forum, Milano ◗ 17/09 RDS Stadium, Rimini ◗ 19-21-22/09 Arena di Verona ◗ 1-2/10 Pala Florio, Bari ◗ 6-7/10 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 9-10/10 Kioene Arena, Padova ◗ 12-13/10 Unipol Arena, Bologna ◗ 26-27/10 Pala Alpitour, Torino Altre date su www.www.fepgroup.it FATTI SENTIRE WORLDWIDE TOUR 2018
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Max Gazzè, 51 anni, nato a Roma, da adolescente si trasferisce in Belgio, dove frequenta la Scuola europea, si dedica al basso elettrico e si esibisce con diversi gruppi nei locali di Bruxelles
FACCIO QUELLO CHE MI PIACE
A
saperli cogliere, i segnali c’erano tutti. Per esempio nel 2012 Max Gazzè aveva presentato L’Uomo Sinfonico, un progetto per il quale aveva rivisitato, insieme all’Orchestra “Roma Sinfonietta”, i suoi più grandi successi. E poi nel 2015, quando nell’album Maximilian aveva inserito una composizione sinfonica, Verso un altro immenso cielo. Non ha mai nascosto la sua passione per la musica classica e qualche esperimento in quella direzione, quindi, lo aveva già fatto. Ma anche cogliendo i segnali, e conoscendo la sua attitudine alla sperimentazione, difficilmente si poteva prevedere fin dove sarebbe arrivato Max Gazzè: Alchemaya, il doppio album uscito a febbraio di quest’anno, è la dichiarazione d’amore del cantautore e musicista romano alla musica sinfonica. Con un unico asterisco, rappresentato dai sintonizzatori: Alchemaya è stata infatti definita dall’artista un’“opera sintonica”, frutto della fusione tra orchestra sinfonica e sintetizzatori. Il primo dei due dischi è un concept album, undici tracce che raccontano una storia attraverso il matrimonio tra la musica classica della Bohemian Symphony Orchestra di Praga, composta da sessanta elementi diretti dal Maestro Clemente Ferrari, e la musica elettronica dei sintonizzatori; il secondo album contiene alcuni successi di Gazzè rivisitati in un inedito riarrangiamento orchestrale, oltre a tre nuovi brani tra cui La leggenda di Pizzomunno e Cristalda, presentato a Sanremo. Si potrebbe pensare che pubblicare un album del genere abbia richiesto una notevole dose di incoscienza. Non è così. Non c’è niente di incosciente in questo album. Al contrario ci sono anni di studio, c’è cultura, c’è passio-
Un tour estivo in Italia e poi il ritorno alle origini con un tour europeo per festeggiare i vent’anni de La favola di Adamo ed Eva: le due anime di Max Gazzè, tra musica classica e pop di Cristiana Zappoli
ne verso la conoscenza. C’è voluto coraggio, questo sì. Max Gazzè, pubblicare un album come Alchemaya è stato un bel rischio non trova? Non mi piace vivere di “rendita”, ho sempre sperimentato nella mia carriera. Per fortuna, finora, mi è sempre andata bene (ride, ndr) All’inizio di quest’anno diceva di voler partecipare a Sanremo perché Alchemaya è un disco complesso, aveva paura che il disco non fosse capito e pensava che la sua partecipazione al Festival avrebbe potuto aiutare il pubblico a comprendere. Oggi cosa può dire a riguardo, il pubblico secondo lei ha capito l’album? Credo che Alchemaya si presti a diverse letture e certamente il Festival ha fatto da megafono a questo progetto. Chi aveva già delle nozioni sui temi che canto, ha ritrovato quelle storie, chi non conosce quegli argomenti ha ritrovato dei bei racconti sulla storia dell’uomo. Il riscontro del pubblico comunque è stato ottimo. Ha ammesso fin da subito che La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno ha, come strumento principale, l’orchestra. Con questa premessa il premio dell’orchestra per la miglior composizione musicale un po’ se lo aspettava? In genere non mi aspetto mai nulla ma c’è stato un grandissimo impegno da parte di tutti i Professori d’Orchestra e del Maestro Clemente Ferrari che ha diretto il brano e orchestrato con me Alchemaya. C’erano altre canzoni molto belle in gara, è stata una bellissima soddisfazione. Come sono articolati i concerti del suo tour estivo? Ogni data è un piccolo “evento”. Il concer-
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Max Gazzè al Teatro dell’Opera di Roma dove ha suonato con la Bohemian Symphony Orchestra di Praga, un concertoanteprima del suo progetto Alchemaya
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to è diviso in due atti, come lo stesso album. In una prima parte c’è l’esecuzione dell’opera Alchemaya, nella seconda suono alcuni dei miei brani riarrangiati in chiave sintonica. Il pubblico che ama il Gazzè un po’ più pop si troverà spiazzato ad assistere alle date dell’Alchemaya Tour? Ho fatto alcune date di Alchemaya in importanti teatri in Italia come il San Carlo di Napoli o il Teatro dell’Opera di Roma e devo dire che il pubblico ha apprezzato moltissimo la parte dedicata all’opera originale. Erano totalmente immersi nella storia. Un tour ambizioso che rispecchia un disco ambizioso. Il progetto è temerario, ma alla fine anche fruibile a tutti. Racconto semplicemente delle storie. L’orchestra e i sintetizzatori ne fanno un’opera progressive. Max Gazzè ha un’anima più classica o più pop? Convivono in me entrambe queste anime. Come è stata formata l’Alchemaya Symphony Orchestra? Mi piaceva dare un’identità a tutto il progetto, per questo è nato il nome Alchemaya Symphony Orchestra. Si tratta di eccellenze che fanno parte della Ensemble Symphony Orchestra, una delle orchestre più conosciute nel panorama artistico nazionale grazie ai molti progetti a cui ha partecipato e agli artisti di fama internazionale con cui ha collaborato.
Era molto tempo che pensava di collaborare con un’orchestra in questo modo? In fondo non ha mai nascosto di amare la musica sinfonica… Sì, ho sempre amato la musica sinfonica e lavorare con un’orchestra mi ha permesso di spaziare tra strumenti diversi. Il tour la sta portando in alcune delle location italiane più belle. È emozionato? Certamente è un’emozione portare la propria musica, con una grande orchestra, in questi luoghi “sacri”. Restando in tema di sacralità: il primo disco di Alchemaya parla di creazione, s’ispira a diversi manoscritti religiosi e sembra nascere da una profonda ricerca spirituale. Lei dove trova il sacro? Non lego la parola “sacro” necessariamente a un concetto religioso. L’etimologia suggerisce che il sacro è qualcosa d’Altro, di separato dal mondo degli uomini, che non può essere avvicinato senza pericolo, e tuttavia attira l’uomo verso di sé. Per fare un disco come Alchemaya ci vuole una cultura notevole, e non intendo solo musicale: dentro c’è filosofia, storia, mito, religione e molto altro ancora. Da dove arriva tutta questa sete di conoscenza? Lei sembra un uomo interessato a tutto e capace di parlare, con cognizione di causa, di quasi tutto. Sono molto curioso. La stessa opera Alchemaya nasce
◗ 07/08 Arena Sferisterio, Macerata ◗ 25/08 Teatro Antico Taormina ◗ 02/09 Arena di Verona ALCHEMAYA TOUR
LA FAVOLA DI ADAMO ED EVA TOUR
◗ 18/10 Café de la danse, Parigi ◗ 19/10 VK Concerts, Bruxelles ◗ 21/10 02 Shepherds Bush Empire, Londra ◗ 23/10 The Academy, Dublino ◗ 24/10 Sugar Factory, Amsterdam ◗ 25/10 Lido, Berlino ◗ 08/11 Jerusalem Pop & Rock, Valencia ◗ 09/11 Shokolive, Madrid ◗ 10/12 Sala Apolo, Barcellona
Foto Cecchetti
CITTADINO ONORARIO DI VIESTE Max Gazzè ha aperto il suo tour Alchemaya con una speciale anteprima in una location particolarmente suggestiva: il 31 luglio ha tenuto un concerto-evento a Vieste, davanti al famoso monolite Pizzomunno, ormai il simbolo indiscusso della città di Vieste e protagonista de La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, brano portato con successo da Gazzè sul palco del Teatro Ariston nell’ultimo Festival di Sanremo. Erano presenti tremila persone e nell’occasione Gazzè ha ritirato anche la cittadinanza onoraria di Vieste, conferitagli proprio per l’attenzione che ha acceso su quella terra con l’amatissimo brano sinfonico.
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Max Gazzè sul palco del Festival di Sanremo 2018: era alla sua quinta apparizione al Festival. Il debutto è stato nel 1999 nella categoria Nuove Proposte con il brano Una musica può fare
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da trent’anni di studi e ricerche legate all’origine dell’uomo e al mondo. Mi piace conoscere e scoprire sempre cose nuove. Club, teatri, grandi arene: qual è il suo palcoscenico ideale? Ognuno di questi spazi ha una sua identità che va rispettata. Io amo la musica in ogni sua forma. Dopo il tour estivo in Italia partirà per un tour all’estero molto diverso, però, dall’Alchemaya tour. Sarà sui palchi di tutta Europa con La Favola di Adamo ed Eva tour. Perché questa scelta? La favola di Adamo ed Eva è stato un album molto importante per la mia carriera. Quest’anno compie vent’anni e insieme al mio manager, Francesco Barbaro, volevamo fare qualcosa che potesse celebrare questo anniversario, così abbiamo pensato al tour eu-
ropeo. Riprenderò il basso, dopo le date di Alchemaya e, insieme alla mia band storica, riproporremo esattamente la scaletta di quel disco. Sicuramente ci divertiremo molto. Lei ha vissuto all’estero parecchio tempo: come si trova a suonare all’estero? Il rapporto con il pubblico è differente? Mi piace vedere crescere il pubblico di data in data quando torni in uno stesso posto dopo un po’. Ma il rapporto con il pubblico è sempre bellissimo. Se dovesse descrivere il momento professionale che sta vivendo adesso, come lo descriverebbe? Sono contento, faccio quello che mi piace fare. È orgoglioso di sé stesso e dei risultati che ha ottenuto fino a oggi? Sono contento di quello che ho fatto, non ho mai fatto nulla che non volessi.
Foto Javier Bragado
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A FAENZA IN SCENA GLI INDIPENDENTI
Il MEI è la più importante manifestazione dedicata alla scena musicale indipendente italiana e chiude la stagione dei festival estivi. Tanti i premi, la maggior parte dei quali sono già stati annunciati di Alessandra Cinque
n evento che da più di vent’anni (questa sarà la ventitreesima edizione) è punto d’incontro naturale tra le realtà che hanno fatto la storia della musica italiana degli ultimi decenni. Fin dalla prima storica edizione, il MEI, fondato e diretto da Giordano Sangiorgi, è stato la piattaforma di lancio della nuova scena indipendente italiana con artisti che sono diventati pilastri della musica in Italia (tra gli altri Afterhours, Bluvertigo, Marlene Kuntz, CSI, Pitura Freska, Baustelle, Caparezza, Negramaro, Perturbazione, Marta sui Tubi, Offlaga Disco Pax) e ha premiato emergenti oggi considerati punte di diamante della nuova scena artistica italiana come ad esempio, Ermal Meta, Lo Stato Sociale, Ghali, Canova, Calcutta, Zibba, Mirkoeilcane, Le Luci della Centrale Elettrica, Motta, Colapesce, Cosmo. Tanti sono stati anche gli artisti che hanno mosso i loro primi passi proprio al MEI, come ad esempio Daniele Silvestri che nel 1997 allestì un suo stand espositivo e lo scorso anno ha festeggiato vent’anni di carriera, e, più recentemente, i Maneskin, gruppo rivelazione dell’ultima edizione
di XFactor, che al MEI di Faenza hanno realizzato una delle loro primissime esibizioni fuori da Roma. Quest’anno il Premio Speciale MEI andrà ai Lacuna Coil per i loro 20 anni di carriera, in onore del travolgente successo che la band meneghina ha ottenuto nel corso degli anni, affermandosi come una delle band metal italiane più importanti del pano-
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rama mondiale con oltre 2 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il 29 settembre ritireranno il premio Cristina Scabbia, Andrea Ferro e Marco Coti Zelati dei Lacuna Coil, e seguirà un’esibizione speciale con i Rezophonic di Mario Riso per presentare il nuovo singolo Mayday, scritto e prodotto da entrambe le band. In apertura i Celeb Car Crash. Il Premio Artista Eclettico dell’Anno, invece, andrà a Gio Evan per le sue innumerevoli capacità artistiche: scrittore, poeta, umorista, performer, cantautore e artista di strada. L’artista è emerso dalla fucina dello storico festival multi-disciplinare romano MarteLive (aderente ad AudioCoop e Rete dei Festival, circuito delle Etichette Indipendenti e dei festival italiani). ll Premio PIMI 2018, riservato all’artista indipendente dell’anno, che l’anno scorso andò a Brunori Sas, andrà alla band The Zen Circus per la loro carriera ventennale all’insegna della coerenza e
Foto Magliocchetti
Nella pagina a fianco, in alto, i Lacuna Coil, vincitori del Premio Speciale MEI 2018; in basso, i Pit Life al MEI in una passata edizione. Sopra, Gio Evan, Premio Artista Eclettico dell’Anno. Sotto, i Zen Circus, vincitori del premio riservato all’artista indipendente dell’anno
della continua ricerca di qualità musicale e testuale all’interno del circuito indipendente. Inoltre, al regista Dario Ballantini e alla band toscana Piccoli animali senza espressione, verrà assegnato il Premio Speciale PIVI 2018 per il video del singolo In cammino, estratto dal loro terzo disco dal titolo Sveglio fantasma. Il 28 settembre si svolgerà al Museo Internazionale delle Ceramiche l’anteprima della manifestazione e si terrà il Festival Anatomia Femminile curato da Michele Monina che rende omaggio al cantautorato femminile a partire dalla sua campagna di crowdfunding su Musicraiser nella quale ha coinvolto oltre settanta artiste con due diverse tipologie di premi in palio: un cofanetto dal nome Anatomia Femminile, che vede coinvolte 63 artiste con canzoni proprie e una serie di house concert singoli o multipli in tutta Italia con 51 artiste. Il 29 settembre si terranno gli eventi principali del MEI (concerti, premiazioni, worskhop, forum, expo, mostre), la finale del MEI Superstage, concorso rivolto agli artisti emergenti, e il Premio dei Premi del MEI, coordinato da Enrico Deregibus, grazie alla collaborazione con OMP (Officina della Musica e delle Parole) di Milano che metterà a disposizione una borsa di studio del valore di 1.500 euro per il vincitore del premio. Lo scorso anno il Premio dei Premi è stato assegnato all’artista Roberta Giallo. Quest’anno si celebrerà il ’68 con i dibattiti di Marco Boato e Mario Capanna. Marco Boato, già leader di Lotta Continua e sociologo, inaugurerà la rassegna faentina il 28 settembre intervenendo nel corso del Convegno sul tema “1968, 50 anni dopo tra le arti e le musiche”, che si terrà alle ore 15.30 presso la Galleria della Molinella. «Abbiamo deciso di celebrare il ‘68 al MEI2018 perché quel periodo costituisce le radici della musica indipendente», dichiara Giordano Sangiorgi.Tra gli altri nomi che parteciperanno al MEI2018 sono stati annunciati: La Municipal (vincitori del Concerto del Primo Maggio 2018 di Roma), I figli dell’officina (vincitori del Concerto del Primo Maggio 2018 di Taranto) e La stanza di Greta (Targa Tenco). Sarà inoltre presentato in anteprima Infinito 200, l’album antologico che ricorda il bicentenario del capolavoro leopardiano. All’interno del disco verranno inseriti brani interpretati da Anna Luppi, Alessandro Cicone, Denise Misseri, Solmeriggio e Lorenzo Santangelo, i 5 vincitori dell’omonimo contest organizzato dal MEI in collaborazione con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna coordinato dal poeta Davide Rondoni e l’etichetta discografica Neverland Records. 28-29-20 settembre 2018 Faenza (Ra) - www.meiweb.it
MEI – FATTI DI MUSICA INDIPENDENTE
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UN TRIBUTO A TUTTO ROCK A settembre, a Milano, si terrà il secondo concerto italiano dedicato alla star americana Chester Bennington, il cantante dei Linkin Park scomparso improvvisamente lo scorso luglio ne More Light Memorial II sarà una maratona musicale a scopo benefico con la partecipazione di oltre 10 band che interpreteranno dal vivo le canzoni più famose di Chester Bennington e dei Linkin Park (apertura porte ore 15.00 - inizio show ore 16.00). Headliner speciali dell’evento saranno i Julien-K, la band di Amir Derakh e Ryan Shuck, con cui lo stesso Bennington ha più volte collaborato e con cui ha fondato i Dead By Sunrise, suo side-project rispetto ai Linkin Park. Solo in occasione di questo evento i Julien-K eseguiranno anche alcuni brani dei Dead By Sunrise, oltre ai propri brani di repertorio. Prima di loro saliranno sul palco: Black Sheep, Codename: Delirious, Colors Void, Dual Project, Living Theory, Nero Argento, Ivan King, Lost in the Dream, Pure, Ravenscry. A presentare l’evento ci sarà la speaker radiofonica Nyva di Rock’n’Roll Radio. La serata proseguirà poi con Dirty Mondays, il rock’n’ roll party di Milano giunto alla settima edizione. Metà degli introiti netti dell’evento verrà devoluta a L’Amico Charly Onlus, associazione che si occupa di
Sotto, i Julien-K un gruppo musicale statunitense con cui Chester Bennington ha più volte collaborato. A destra, una foto del pubblico durante il concerto dello scorso anno e una chitarra brandizzata con il logo del primo memorial
prevenzione al disagio giovanile attraverso progetti di intervento educativi, formativi, di assistenza e di sostegno a favore degli adolescenti, in collaborazione con le istituzioni, le scuole e le famiglie. Il primo memoriale One More Light è nato a seguito della creazione di un evento su Facebook da parte di Francesca Marciano e Stefano Amodio, due fans italiani, poco dopo la prematura scomparsa di Chester Bennington. Inizialmente concepito come un piccolo tributo tra pochi, si è trasformato in un evento che ha raccolto un seguito decisamente superiore alle aspettative, a cui hanno partecipato 3000 persone. Le attuali organizzatrici, Francesca Marciano, Nyva Zarbano e Serena Saggioro, hanno deciso di portare avanti l’iniziativa, creando “One More Life” un progetto che punta a promuovere il dialogo sui temi del disagio, la depressione e la condivisione tra i fans di Chester. ONE MORE LIGHT MEMORIAL II
Alcatraz, Milano 22 settembre 2018
Foto Angelo Trani
Foto Marinetta Saglio
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Claudio Baglioni
Ornella Vanoni
AL CENTRO
LA MIA STORIA
I tre concerti all’Arena di Verona quando, per la prima volta, l’Arena ospiterà un concerto con il palco al centro, segneranno il grande ritorno sulle scene live di Claudio Baglioni, prima che i concerti di Al Centro Tour lo vedano protagonista nelle più importanti arene indoor d’Italia: il pubblico avrà la possibilità di ripercorrere insieme al cantautore mezzo secolo di indimenticabili successi. 50 anni vissuti in musica, 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo: Baglioni, dalla fine degli anni Sessanta a oggi, è riuscito a conquistare una generazione dopo l’altra, grazie a un repertorio pop, melodico e raffinato.
Dopo aver riempito nel 2017 i teatri di tutta Italia, il tour di Ornella Vanoni, La mia storia, è proseguito quest’anno con altri appuntamenti live. Un racconto attraverso la musica della sua carriera artistica, iniziata al Piccolo di Milano negli anni '60, in cui presenta i brani storici della mala, di Brecht e i successi che l’hanno fatta amare dal grande pubblico italiano. Con lei sul palco Roberto Cipelli (pianoforte), Bebo Ferra (chitarra), Loris Leo Lari (contrabbasso), Piero Salvatori (violoncello). In febbraio è uscito Un Pugno di Stelle (Sony Music), raccolta in 3 CD delle canzoni che hanno accompagnato la carriera della Vanoni che contiene anche Imparare ad amarsi, il brano con cui la cantante ha partecipato alla 68° edizione del Festival di Sanremo, in trio con Bungaro e Pacifico.
◗ 14-15-16/09 Arena di Verona ◗ 16-17/10 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 19-20-21/10 PalaLottomatica, Roma ◗ 23- 24/10 Pala Prometeo, Ancona ◗ 26-27-28/10 Mediolanum Forum, Milano CONCERTI
CONCERTI ◗ 02/09 Todi Festival (Pg)
◗ 28/10 Teatro Lac, Lugano
A BORDO DELLO SPUTNIK DI CARBONI In aprile è uscito nelle radio Una grande festa, il singolo di Luca Carboni che ha anticipato l’uscita del nuovo album di inediti Sputnik (Sony Music). Il nuovo progetto discografico arriva dopo lo straordinario successo del precedente disco Pop-Up con tutti i singoli ai vertici delle classifiche e dell’airplay radiofonico. Sputnik da ottobre sarà anche un tour nei club. CONCERTI ◗ 12/10 Vox Club, Nonantola (Mo) ◗ 13/10 Vidia, Cesena
◗ 16/10 Estragon, Bologna ◗ 18/10 Gran Teatro Geox, Padova ◗ 20/10 Concordia, Torino ◗ 22/10 Obihall, Firenze ◗ 23/10 Afterlife, Perugia ◗ 25/10 Demodè, Bari ◗ 26/10 Casa della Musica, Napoli ◗ 28/10 Atlantico Live, Roma ◗ 29/10 Fabrique, Milano ◗ 31/10 Teatro Politeama, Genova
DI NUOVO IN ITALIA
Ben Harper torna in Italia con due concerti. Dopo il suo album di debutto nel 1994, Welcome to the Cruel World, Ben Harper ha pubblicato diversi album in studio di grande successo in collaborazione con The Innocent Criminals, band formata da Leon Mobley (percussioni), Juan Nelson (basso), Oliver Charles (batteria) e Jason Mozersky (chitarra). Il gruppo, che si è sempre esibito live assieme a Ben in giro per il mondo, si distingue per la diversità di generi musicali a cui i vari componenti appartengono e che in una qualche maniera rende ciascun musicista complementare all’altro. CONCERTI ◗ 26/10 Gran Teatro Geox, Padova ◗ 27/10 Auditorium Parco della Musica, Roma
A seguito della pubblicazione di Questa nostra stupida canzone d’amore, brano certificato Disco di Platino digitale, con più di 31,9 milioni di views su YouTube, il 13 giugno 2018 è uscito Felicità puttana, la hit estiva dei Thegiornalisti, in alta rotazione radiofonica e ai vertici delle classifiche streaming e download, con numeri sempre in crescita: più di 6 milioni di stream su Spotify e oltre 7,8 milioni di views. I due singoli anticipano Love (Carosello Records), il nuovo album della band, in uscita il 21 settembre. Tommaso Paradiso, Marco Antonio Musella e Marco Primavera formano i Thegiornalisti a Roma nel 2009. Si autoproducono i primi due dischi, nati e scritti nel salotto di casa. Così, a settembre 2011 esce Vol.1 e qualche mese più tardi pubblicano Vecchi. Il cambio di rotta avviene alla fine del 2013, quando la band firma con Foolica e, l’anno successivo, fa uscire Fuoricampo, disco prodotto da Matteo Cantaluppi che riscuote un ottimo successo di critica e pubblico. Nel 2016 vincono il premio PMI come miglior rivelazione dell’anno. ◗ 19/10 Arena, Vigevano ◗ 21/10 PalaAlpitour, Torino ◗ 23/10 Unipol Arena, Bologna ◗ 24/10 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 27-28/10 PalaLottomatica, Roma ◗ 31/10 Palaflorio, Bari
UN CONCERTO EVENTO
Sotto il segno dei pesci 2018: a quarant’anni dall’uscita, l’album di Antonello Venditti rivive in un unico concerto all’Arena di Verona. Questa manciata di canzoni di Venditti escono l’8 marzo 1978 in un momento sociale di tensioni fortissime e in cui la speranza, la voglia di cambiamento sono enormi. Il cantante prende ispirazione dall’Italia che vede intorno a lui, è un disco personale e generazionale insieme. CONCERTO ◗ 23/09 Arena di Verona
Foto Gianluca Simoni_Chiaroscuro Creative
LOVE TOUR 2018
CONCERTI
25 ANNI DI CARRIERA
Dopo il grandissimo successo de La Finale del 1° giugno, il concerto con cui ha riempito lo stadio di San Siro insieme a Fedez per concludere la loro collaborazione artistica durata due anni, J-Ax torna a esibirsi sul palco da solista per festeggiare i 25 anni di carriera: “Per essere felice racconta - non mi serve altro che fare musica. Per questo motivo 25 anni di carriera significano celebrare voi con cinque concerti al Fabrique di Milano”.
CONCERTI ◗ 15-16-17-2122/10 Fabrique, Milano
Jazz
DUE GRANDI NOMI DEL JAZZ
Foto Pino Ninfa
Un esclusivo concerto di Paolo Fresu e Gianluca Petrella inaugura la seconda edizione di A Jazz Supreme. L’estemporaneo incontro fra questi due grandi nomi del jazz contemporaneo è da annoverare nel libro della creatività assoluta. Fresu e Petrella hanno dalla loro una grande preparazione tecnica, volta innanzitutto alla ricerca del suono tout-court; anche per questo entrambi non sono nuovi alle frequentazioni nel mondo dell’elettronica, usata appunto anche in questa occasione con la massima duttilità e intelligenza possibili.
Foto Marco Benvenuti
CONCERTO ◗ 12 ottobre, Teatro Verdi, Firenze
TRIBUTO A DUKE
La più brillante tromba del jazz nazionale, Fabrizio Bosso, il suo quartetto stabile e in aggiunta l’ensemble di Paolo Silvestri, si esibiranno insieme in occasione del Bologna Jazz Festival. Silvestri cura direzione e arrangiamenti di un programma orchestrale che mette a disposizione di Bosso una sorta di the best of Duke Ellington in una veste sonora lussureggiante: musica di intramontabile bellezza che pare cucita addosso a Fabrizio Bosso come lo era, in origine, alle strabilianti trombe dell’orchestra del Duca. ◗ 30 ottobre, Teatro Arena del Sole, Bologna CONCERTO
SCOFIELD E I COMBO 66 Ospiti del Padova Jazz Festival si esibiranno John Scofield, uno dei chitarristi più influenti degli ultimi quattro decenni, ferratissimo solista post-bop da sempre aperto alle seduzioni della fusion, il funky, il soul jazz, e la sua nuova band Combo 66: un versatile strumento per muoversi liberamente in territori stilistici aperti. A lanciare definitivamente Scofield in qualità di leader della scena jazz, oltre al triennio trascorso al fianco di Miles Davis, furono i dischi che la Blue Note iniziò a produrgli dal 1990: da allora la sua carriera non ha conosciuto momenti di arresto. CONCERTO ◗ 27 ottobre, Teatro MPX, Padova
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Classica
GRANDI INTERPRETI: MUSICA DA CAMERA, CLASSICA, OPERA
GABETTA • ZAVALLONI • PAPPANO • LAVERDI • ADORNO PAPPANO DIRIGE LA VERSIONE DA CONCERTO DI WEST SIDE STORY
OMAGGIO A BERNSTEIN Apertura di stagione fuori dai consueti schemi per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che inaugurerà il calendario sinfonico con la versione da concerto di West Side Story, uno dei musical più popolari di Leonard Bernstein, una delle personalità più eclettiche e carismatiche della musica del Novecento che per tutto il 2018 sarà ricordato nel mondo con numerose iniziative. L’Accademia di Santa Cecilia, della cui Orchestra Bernstein è stato presidente onorario dal 1983 al 1990, ha già reso omaggio al compositore lo scorso febbraio con l’integrale delle Sinfonie dirette da Pappano. Nel 1949 Jerome Robbins, regista e coreografo tra i più acclamati a Broadway, propose a Bernstein di lavorare a una storia d’amore sul modello di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Bernstein fu subito entusiasta dell’idea ma solo dopo otto anni di elaborazione e modifiche prese corpo il musical che ha commosso intere generazioni. Sul podio, a dirigere l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia ci sarà Antonio Pappano affiancato
da un cast internazionale. La prima assoluta della versione sinfonica del musical – costituita dalla completezza dei brani cantati con esclusione dei dialoghi – è stata nel 2013 con la San Francisco Symphony diretta da Michael Tilson Thomas. In occasione dell’inaugurazione della stagione sinfonica con West Side Story, verrà aperta al pubblico una mostra che ripercorrerà i momenti salienti della collaborazione artistica di Leonard Bernstein con l’Accademia di Santa Cecilia e le sue compagini artistiche, attraverso le fotografie di Galliano Passerini, i documenti, i racconti dei protagonisti, le registrazioni e i filmati.
WEST SIDE STORY
◗ 12-13-14 ottobre 2018 Auditorium Parco della Musica, Roma Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Antonio Pappano (direttore), Nadine Sierra (Maria), Alek Shrader (Tony), Tia Architto (Anita), Mark Stone (Riff), Aigul Akhmetshina (Rosalia)
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Classica
RITRATTI D’ARTISTA Per la III edizione di Bologna Modern, in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, Musica Insieme dedica un progetto speciale ai quindici quartetti per archi di Dmitrij Šostakovič e un “viaggio sulla luna” con Cristina Zavalloni di Fulvia de Colle l grande musicista che non volle fare l’eroe». In questa definizione di Arnold Schoenberg risuonano la profonda stima del collega, e insieme il riconoscimento di una precisa situazione storica: Dmitrij Šostakovič, nato a San Pietroburgo nel 1906 e spentosi a Mosca nel 1975, ebbe la ventura di testimoniare un capitolo fondamentale della storia russa, attraversandola e raccontandola come uomo e musicista. Universalmente riconosciuto, oggi come ieri, come uno dei più grandi artisti del Novecento, Dmitrij Šostakovič lascia una produzione ricchissima, attingendo a un multiforme patrimonio artistico, dalla danza alla letteratura, al teatro e al cinema (firmò fra l’altro ben 36 colonne sonore). Ma l’opera più significativa, sia
per il livello artistico che per il valore di testimonianza di un’epoca, sono senza dubbio i suoi quindici Quartetti per archi, autentici capolavori del genere, composti fra il 1938 e il 1974, e in grado quindi di raccontare uno spaccato di storia mondiale che va dal periodo bellico alla Guerra Fredda, ai primi segni di disgelo fra i blocchi atlantico e sovietico. Occasione unica per la città, Musica Insieme programmerà per il festival Bologna Modern – in collaborazione con il Teatro Comunale – il ciclo Musica assoluta, esecuzione integrale dei quindici Quartetti di Šostakovič in cinque concerti da ottobre a novembre 2018, l’interpretazione affidata ad altrettanti giovani Quartetti: Dàidalos, César Franck, Noûs, Guadagnini e Adorno, tutti per-
Foto Giacomo Checcucci
Nella foto a fianco, il Quartetto Adorno. Sotto, il Quartetto Dàidalos. Nella pagina a fianco, il Quartetto Guadagnini
fezionatisi all’Accademia “Stauffer” di Cremona, tutti già insigniti di premi e borse di studio internazionali. Il progetto rientra nel programma che vede Musica Insieme membro della Rete delle Dimore del Quartetto, che si ripromette di offrire ai giovani talenti una vetrina importante, creando un’economia virtuosa anche grazie alla collaborazione delle Dimore storiche italiane, che ospitano gli artisti in occasione delle prove e dei concerti. A corredo di ciascun concerto all’Oratorio di San Filippo Neri, divenuto a sua volta la dimora preferenziale per i progetti speciali di Musica Insieme, verranno proiettati fotogrammi e immagini di eccezionale valore come quelli conservati nell’Archivio di Dmitrij Dmitrevič Šostakovič a Mosca: fra tutti, i preziosi spezzoni di A Journey of Dmitri Shostakovich, documentario dedicato al compositore nel 2006 da Oksana Dvornichenko e Helga Landauer. La pellicola, a partire dal viaggio in nave che portò nel 1973 negli Stati Uniti un ormai celebre e celebrato Šostakovič, sviluppa una riflessione sulla sua travagliata vicenda di uomo e di artista, contando anche su rarissime interviste al protagonista di uno dei momenti più sconvolgenti della nostra storia recente. Di più, ad aprire l’integrale sarà proprio la settima arte, con la proiezione al Cinema Lumière, grazie
alla collaborazione con la Cineteca di Bologna, di Viola Sonata, pellicola del 1989 per la regia di Alexander Sokurov. Regista prolifico e osteggiato dalla censura sovietica (condividendo in ciò con Šostakovič un destino comune a molti artisti russi del Novecento), Sokurov narra con passione e sapienza le sue elegie dell’essere umano; sia esso un reietto della società o un leader politico (da Lenin
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Classica
a Hitler a Eltsin), o ancora un grande artista del suo paese: com’è il caso di questo ritratto di Šostakovič, frutto di approfonditi scavi nella miniera degli archivi sovietici, completato nel 1981 e che la censura terrà lontano dalle sale fino alla perestrojka. Complici ricchissimi estratti dei lavori di Šostakovič (dall’opera Il naso alla Sinfonia Leningrado, alla Sona-
Foto Barbara Rigon
Sopra, il Quartetto César Franck. Sotto, Cristina Zavalloni
ta per viola, pubblicata postuma, che dà il titolo al film), Sokurov coglie l’artista nella sua quotidianità familiare come nei rovesci professionali seguiti alla censura staliniana, attingendo a spezzoni di cinegiornali sull’assedio di Leningrado, cui s’incrociano le trionfalistiche parate del regime. Preziosi quanto inediti sono poi i documenti sulle apparizioni pubbliche di Šostakovič, seduto alla tastiera per un’esecuzione del suo Concerto per pianoforte e tromba, o sul pulpito per un discorso alla Lega dei Compositori sovietici. Il risultato è l’affresco di un’epoca e di una vita. Il 12 ottobre Musica Insieme proporrà per Bologna Modern anche un altro ‘ritratto’, questa volta di un’artista e compositrice bolognese che tutto il mondo apprezza per le sue performances che travalicano i confini di genere: Cristina Zavalloni, che porterà live al Teatro Comunale di Bologna il suo ultimo album Special Moon, di fresca pubblicazione per l’etichetta Encore Jazz. Come sempre, nella vasta produzione discografica e dal vivo dell’artista, anche in questo terzo album (di cui firma musiche e testi e che la vede al timone di una formazione che comprende Cristiano Arcelli al sax, Daniele Mencarelli al basso, Alessandro Paternesi
MUSICA INSIEME BOLOGNA MODERN 2018 ◗ venerdì 12 ottobre 2018 - ore 20.30 Teatro Comunale di Bologna
CRISTINA ZAVALLONI SPECIAL MOON Cristina Zavalloni (voce, arrangiamenti, composizione) Cristiano Arcelli (sax alto) Simone Graziano (pianoforte) Daniele Mencarelli (basso elettrico) Alessandro Paternesi (batteria) Special Guest: Jan Bang (live remix)
MUSICA ASSOLUTA I quartetti per archi di Dmitrij Šostakovič
◗ mercoledì 17 ottobre 2018 - ore 20.30 Cinema Lumière Proiezione del film “Viola Sonata” di Alexander Sokurov Ingresso gratuito
◗ giovedì 18 ottobre 2018 - ore 20.30 Oratorio di San Filippo Neri, Bologna QUARTETTO DÀIDALOS 1° Quartetto in do maggiore op. 49 2° Quartetto in la maggiore op. 68 3° Quartetto in fa maggiore op. 73
◗ mercoledì 24 ottobre 2018 - ore 20.30 Oratorio di San Filippo Neri, Bologna
QUARTETTO CÉSAR FRANCK 4° Quartetto in re maggiore op. 83 6° Quartetto in sol maggiore op. 101 5° Quartetto in si bemolle maggiore op. 92
◗ giovedì 8 novembre 2018 - ore 20.30 Oratorio di San Filippo Neri, Bologna
QUARTETTO NOÛS 7° Quartetto in fa diesis minore op. 108 8° Quartetto in do minore op. 110 9° Quartetto in mi bemolle maggiore op. 117
◗ giovedì 15 novembre 2018 - ore 20.30 Oratorio di San Filippo Neri, Bologna
QUARTETTO GUADAGNINI 10° Quartetto in la bemolle maggiore op. 118 11° Quartetto in fa minore op. 122 12° Quartetto in re bemolle maggiore op. 133
◗ giovedì 22 novembre 2018 - ore 20.30 Oratorio di San Filippo Neri, Bologna
QUARTETTO ADORNO 13° Quartetto in si bemolle minore op. 138 14° Quartetto in fa diesis maggiore op. 142 15° Quartetto in mi bemolle minore op. 144
alla batteria, Simone Graziano al pianoforte) il tema non è che un pretesto. Catalizzatore dell’ampia e inclusiva sensibilità musicale dell’artista è la luna, che le permette di spaziare – è il caso di dirlo – da inaspettate interpretazioni di standard jazz a canzoni pop e dal repertorio popolare per l’infanzia ai brani originali che sono specialmente dedicati alla figlia, da poco arrivata a fare parte della sua vita. Con uno Special Guest d’eccezione come Jan Bang, impegnato sul palco in inediti live remix, il concerto si muoverà quindi fra le note di brani conosciutissimi come Fly me to the moon, Tintarella di luna, Au clair de la lune, Blue Moon e tesori nascosti come l’evocativa Autumn Noctune, comprendendo anche l’aria belliniana Vaga luna che inargenti e molto altro. Un programma di brani riletti e riarrangiati dalla meravigliosa voce di Cristina Zavalloni.
Sopra, il Quartetto Noûs
Informazioni per l’acquisto dei biglietti
Biglietti da 10 a 25 €. Riduzioni per gli abbonati di Musica Insieme e Teatro Comunale, per i possessori di Card Musei Metropolitani e Bologna Jazz Card, per studenti e Under 30. Biglietti in vendita dal 13 settembre online su Vivaticket e presso l’Auditorium Manzoni (dal martedì al sabato, orario 15-18.30) e nelle sedi dei concerti da un’ora prima dell’inizio. Per info: Fondazione Musica Insieme www.musicainsiemebologna.it info@musicainsiemebologna.it tel. 051 271932 – APP MusicaInsieme
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Classica
UNA REGIA INTERNAZIONALE Con Il flauto magico di Mozart ricomincia la stagione del Teatro Costanzi. Barrie Kosky e Suzanne Andrade firmano a quattro mani la regia dell’allestimento della Komische Oper di Berlino. La nuova versione dei due artisti crea uno spettacolo strabiliante, che include parti di film d’animazione ed è reduce da un grandissimo successo in tutto il mondo, dagli USA a Edimburgo a Pechino. DIE ZAUBERFLÖTE (Il flauto magico) HENRIK NÁNÁSI (direttore) BARRIE KOSKY E SUZANNE ANDRADE (regia) Amanda Forsythe/Kiandra Howarth (Pamina) Juan Francisco Gatell/Giulio Pelligra (Tamino) Christina Poulitsti/Olga Pudova (La regina della notte) Gianluca Buratto/Antonio Di Matteo (Sarastro) Marcello Nardis (Monostatos), Julia Giebel (Papagena) Alessio Arduini/Joan Martín-Royo (Papageno)
◗ Dal 9 al 17 ottobre 2018, Teatro Costanzi, Roma
LA NUOVA STAGIONE
Il tradizionale concerto straordinario di inizio autunno de LaVerdi, che apre le porte alla nuova stagione, densa di anniversari importanti, tra cui i 25 anni dell’Orchestra sinfonica. Protagonisti del concerto inaugurale sono due giganti della musica mitteleuropea: Ludwig van Beethoven e Gustav Mahler. L’Imperatore è l’ultimo concerto composto da Beethoven quando ormai era completamente sordo (1822) e fu da subito un successo; la prima sinfonia di Mahler non ebbe altrettanta fortuna e fu oggetto di svariate modifiche fino alla versione che universalmente è considerata un capolavoro assoluto: Il Titano. ORCHESTRA SINFONICA DI MILANO G. VERDI CLAUS PETER FLOR (direttore) ENRICO PACE (pianoforte) Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n.5 Imperatore Mahler Sinfonia n.1 in Re maggiore Il Titano
◗ 16 settembre 2018, Teatro alla Scala, Milano
UNA STAR AL VIOLONCELLO
Suona per la prima volta a Verona, in occasione della rassegna Settembre all’Accademia, con il suo prezioso violoncello veneziano di Matteo Goffriller del 1730, Sol Gabetta. Sarà protagonista come solista con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia diretta da Mikko Franck nell’esecuzione del Concerto di Éduard Lalo, opera di rara esecuzione. La violoncellista argentina, di origini russe e francesi, oggi è una delle stelle più acclamate del violoncellismo classico, ha creato una sua orchesta, Capella Gabetta, ma ha anche battezzato un festival, a Olsberg, a dieci chilometri da Basilea dove vive. Ciò che più colpisce della sua carriera, che si può far iniziare nel 2004 con l’assegnazione del Crédit Suisse Young Artist Award, è l’ampiezza del repertorio, che denota una grande curiosità, quasi enciclopedica. ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA MIKKO FRANCK (direttore) SOL GABETTA (violoncello) Čajkovskij, Lalo, Sibelius
◗ 22 ottobre 2018, Teatro Filarmonico, Verona
Teatro
CABARET COMMEDIE TRAGEDIE SUI PALCOSCENICI ITALIANI
G RILLO • COLOMBI • ALE E FRANZ • COLOMBI • FABBRI GIUSEPPE ZENO È IL PROTAGONISTA DI NON SI UCCIDONO COSÌ ANCHE I CAVALLI?
UNA FOLLE MARATONA DI BALLO Horace McCoy scrive nel 1935 “Non si uccidono così anche i cavalli?”. Nel 1969 il regista Sidney Pollack gira l’omonimo film che partecipa al Festival di Cannes fuori concorso e ottiene anche un Oscar per il miglior attore non protagonista. È la storia di una folle maratona di ballo dove i partecipanti, in cambio di vitto e alloggio, disperati e in cerca di successo, ballano per giorni e notti senza interruzioni, diventando oggetto di scommesse da parte del pubblico. I concorrenti partecipano nella speranza sì di vincere un premio in denaro, ma soprattutto di farsi notare dai registi e produttori presenti in sala. Protagonista di questa storia è Joe (Giuseppe Zeno), un vero e proprio mattatore, organizzatore della maratona di ballo, mentre la coprotagonista è Gloria, una delle concorrenti in gara. Entrambi fanno parte del mondo dello spettacolo, entrambi ne sono vittime e alle volte vestono i panni dei car-
nefici. Questa edizione teatrale è stata adattata da Giancarlo Fares, che ne cura anche la regia. L’idea nasce dopo il successo ottenuto con “Le bal. L’Italia balla dal 1940 al 2001”, nel quale il ballo e la musica si fanno drammaturgia. La musica e le canzoni in stile swing, elettro-swing e jazz manouche, sono state composte appositamente per lo spettacolo da Piji, pluripremiato cantautore romano, presente da tempo nella scena pop jazz italiana. I musicisti suoneranno dal vivo interagendo con le voci degli attori in scena. Le coreografie sono di Manuel Micheli, già maestro coreografo di charleston e boogiewoogie nel programma televisivo della Rai Ballando con le stelle. NON SI UCCIDONO COSÌ ANCHE I CAVALLI? ◗ Dal 25 settembre al 14 ottobre 2018 Teatro Sala Umberto, Roma
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Teatro
LA SOLUZIONE SI CHIAMA MARY POPPINS A grande richiesta torna in scena a Milano il musical dedicato alla tata più famosa e amata. Con un cast di 26 attori e ballerini scelto con un’audizione nazionale, lo spettacolo ha venduto 95mila biglietti nei primi tre mesi a teatro di Clara Dalledonne Sotto, Giulia Fabbri, 30 anni, interpreta Mary Poppins. Ha interpretato Rusty in Footloose e Frenchy in Grease
i sono ben poche persone al mondo che sentendo il termine Supercalifragilistichespiralidoso non pensino immediatamente a Mary Poppins. La tata, diventata famosa grazie alla Disney, è un’icona senza tempo che mette d’accordo generazioni differenti di bambini ma anche di adulti. La versione teatrale di Mary Poppins è un riadattamento dei racconti di P.L. Travers e dell’amato film di Walt Disney con Julie Andrews del 1964 che vinse ben 5 Oscar e che avrà un suo sequel nel 2018. Il musical è stato co-creato da Cameron Mackintosh con un libretto firmato da Julian Fellowes (Oscar per “Gosford Park” e creatore di “Downton Abbey”). Mary Poppins ha un’indimenticabile colonna sonora di Richard M. Sherman e Robert B. Sherman con nuovi brani e testi aggiunti, per la trasposizione teatrale, dai compositori George Stiles e Anthony Drewe (entrambi vincitori dell’Olivier Award). È prodotto da Thomas Schumacher per Disney Theatrical Productions, la divisione di Disney che ha portato a teatro i grandi classici “The Beauty and The Beast”, “The Lion King” e “Aladdin”, e da Cameron Mackintosh, produttore ingle-
se noto per spettacoli come “Cats”, “The Phantom of The Opera” e “Les Misérables”. Disney Theatrical Productions e Cameron Mackintosh hanno supervisionato ogni aspetto anche della versione italiana del musical (la protagonista è stata scelta da Cameron Mackintosh in persona), che è andata in scena a Milano da metà febbraio per tre mesi e che, vista la grande richiesta da parte del pubblico, sarà nuovamente in scena da ottobre a dicembre. La produzione italiana dello spettacolo è curata da un consolidato team di creativi, riconosciuto e apprezzato anche nel West End, fra i quali il regista Federico Bellone (“Newsies” della Disney, “Dirty Dancing” in Inghilterra, “A Qualcuno Piace Caldo”),
il supervisore musicale Simone Manfredini (“The Lion King” e “Les Misérables” nel West End, “Newsies” della Disney) e la coreografa Gillian Bruce (“Newsies” della Disney, “Frankestein Jr.” “La Vedova Allegra” per il Teatro alla Scala). La produzione originale di “Mary Poppins” ha debuttato nel West End nel 2004 e a Broadway nel 2006. Lo show è andato in scena anche in Australia e Nuova Zelanda e una versione tour ha girato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Lo spettacolo è stato visto da più di undici milioni di persone. La versione italiana dello show ha un cast di 26 attori e ballerini selezionati con un’audizione nazionale, una grande orchestra dal vivo composta di 13 elementi, co-
reografie importanti, costumi sontuosi, effetti speciali notevoli e naturalmente le canzoni che tutti conoscono e amano: “Supercalifragilistichespiralidoso”, “Cam caminì”, “Com’è bello passeggiar con Mary” e “Un poco di zucchero”. «Mary Poppins ha affascinato tre generazioni e continuerà a farlo», spiega l’attrice protagonista, Giulia Fabbri. «Una proprio come lei non credo esista, ma vi si può trovare tanto in ogni mamma, nonna e tata che ci ha cresciuto e dato amore. E infatti penso che la magia più bella che Mary compie sia quella di unire una famiglia che sta attraversando un momento difficile. Jane e Michael, nel musical interpretati a turno da sei bambini, non sono gli unici a trarre benefi-
In Italia il musical ha già avuto un grande successo: durante i primi tre mesi di repliche sono stati venduti più di 95.000 biglietti
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Teatro
Nel musical Jane e Michael, i bambini affidati alle cure di Mary Poppins, sono interpretati a turno da sei bambini diversi
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cio dalla presenza della tata, anche gli adulti imparano una lezione di vita… e di amore». La storia è quella della famiglia Banks che vive in una casetta a Londra in Cherry Tree Lane. Il signore e la signora Banks attraversano un momento difficile perché i figli, Jane e Michael, sono incontrollabili e hanno bisogno di una nuova tata. Jane e Michael hanno le idee chiare su quella che dovrebbe diventare la loro bambinaia ideale, mentre i genitori e, in particolare, il signor Banks esigono una persona molto rigorosa e severa. Quando una giovane donna misteriosa di nome Mary Poppins appare alla porta di casa, la famiglia scopre rapidamente che è la
risposta a tutte le loro preghiere, anche se nel modo più originale. «Mary Poppins – prosegue la Fabbri è un personaggio senza età, né giovane né vecchia: lei è Mary Poppins, punto. È incredibile quanto amore ci sia intorno a questo personaggio: il 99,9% della gente ha un legame con lei. E io sono la sua fan numero uno». Ma cos’ha di tanto speciale questa tata sui generis? Difficile dare una risposta che valga per tutti: Mary Poppins è un personaggio con talmente tante sfaccettature che probabilmente ognuno la ama per un motivo diverso. Giulia Fabbri prova a dire la sua: «Di Mary Poppins amo il suo essere contraddittoria, il suo negare sfacciatamente di aver fatto qualcosa, il suo essere vanitosa, saccente e arrogante, senza risultare mai antipatica, il suo sentirsi al di sopra di tutto. Ma ha un cuore enorme, perché dedica la sua vita ad aiutare altre famiglie. E quando le cose funzionano, le dispiace, ma deve partire. Fa un passo indietro con dolore. Perché il suo compito è essere sempre dove c’è bisogno di lei. Insomma, mette avanti il benessere degli altri e non il suo». ◗ Dal 5 ottobre al 31 dicembre Teatro Nazionale CheBanca!, Milano MARY POPPINS – IL MUSICAL
Teatro
Foto Loris T. Zambelli-Photomovie
PENSIERI NOTTURNI
PARODIA POTTERIANA Arriva per la prima volta in Italia Potted Potter L’unica esperienza potteriana non autorizzata Una parodia di Dan e Jeff. L’intera saga letteraria di Harry Potter, inclusa una vera e propria partita di Quidditch come non l’hai mai vista prima, condensata in soli 70 minuti di puro divertimento. Dopo anni di tutto esaurito e una candidatura agli Olivier Awards nella categoria Best Entertainment and Family, Potted Potter arriva in Italia per la regia di Simone Leonardi e con un cast inedito composto dagli attori Davide Nebbia e Mario Finulli, giovani e talentuose promesse del panorama italiano con alle spalle esperienze internazionali. ◗ Dal 12/10 al 04/11 Teatro Leonardo, Milano
L’insonnia che tormenta Beppe Grillo da quarant’anni, che lo porta a farsi domande scomode, a interrogarsi sull’ovvio e a trovare risposte azzardate, a diventare il personaggio che tutti conosciamo, raccontata in un work in progress creativo. Un viaggio nella vita del comico che dal mondo dell’informazione auspica un ritorno a un sistema più percettivo, primordiale, istintivo. Beppe Grillo si racconta in uno spettacolo intimo e autentico, con lo scopo di prendere in contropiede ancora una volta tutti quelli che lo vogliono dipingere diverso da quello che lui pensa di essere. Non possono mancare, ovviamente, i riferimenti agli eventi dell’attualità più recente filtrati, come di consueto, dalla sua pungente ironia.
Foto Lù Magarò
POTTED POTTER
◗ 23/09 Cous Cous Fest, San Vito Lo Capo (Tp) ◗ 25-26/10 Politeama Genovese, Genova INSOMNIA… ORA DORMO!
RAPPORTO DI COPPIA
One man show di Maurizio Colombi con la regia di Teo Teocoli. Caveman è uno spettacolo sul rapporto di coppia che ha avuto un enorme successo in tutto il mondo, infatti è stato tradotto in 15 lingue. La versione italiana ha vinto il premio come miglior Caveman del mondo ed è l’unica con una band dal vivo. ◗ 20/10 Teatro Puccini, Firenze ◗ 22/10 Teatro Gioiello, Torino ◗ 09/11 Teatro di Varese ◗ 19/11 Teatro Gioiello, Torino
CAVEMAN, L’UOMO DELLE CAVERNE
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EMOZIONI E TANTE RISATE CON ALE E FRANZ Con questo spettacolo Ale e Franz compiono un viaggio alla ricerca del loro punto di partenza, quello che ha mosso la loro voglia e ricerca di comicità. Ma ridendo. Il racconto di un mondo visto dalla parte di chi ha il coraggio, con le proprie idee, di vedere dentro la vita di ognuno. Raccontano le piccolezze, le sconfitte, le paure che li accompagnano. Sempre ridendo. Il coraggio di vivere storie non sempre vincenti. La forza di trasmettere emozioni vere: i fallimenti di una vita, la delusione degli ideali, la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l’amore. La gioia della vita. Ridendo ovviamente. La risata è il nostro veicolo fondamentale per riuscire a parlare di noi senza prenderci troppo sul serio. ◗ Dal 23/10 all’11/11 Teatro Nuovo, Milano
NEL NOSTRO PICCOLO
Foto Marina Alessi
JERRY CALÀ A TEATRO
SHAKESPEARE IN SCENA
A tre anni dal grande successo di Londra, arriva in Italia Shakespeare in love. L’adattamento teatrale del capolavoro vincitore di sette premi Oscar, con protagonisti Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes, è una commedia degli equivoci, rocambolesca ed esilarante, in cui vedremo nascere direttamente dalla penna di Will Shakespeare la storia d’amore più famosa del mondo, quella tra Romeo e Giulietta. Non è soltanto una commedia romantica, è uno spettacolo che affascina anche per la suggestiva rappresentazione di un mondo teatrale, allora come oggi, sempre alle prese con la follia degli artisti, il cinismo del potere e la magia della scena. Magistralmente scritto da Lee Hall, autore di capolavori come Billy Elliot, e diretto da Giampiero Solari e Bruno Fornasari, come regista associato, lo spettacolo restituirà sulla scena tutte le atmosfere del capolavoro cinematografico, con un cast di eccellenza.
Con questo spettacolo Jerry Calà ripercorre oltre 45 anni di carriera (oltre cinquanta film da protagonista), con un giusto mix tra musica, comicità e coinvolgimento del pubblico che Calà riesce a mescolare con il suo umorismo, sempre attuale. Attraverso racconti di vita vissuta, divertenti gag e canzoni indimenticabili coinvolge il pubblico travolgendolo per due ore di grande divertimento. Dagli anni della “Verona Beat”, alle canzoni da cabaret del periodo in cui, con i Gatti, si esibiva al Derby Club di Milano. Lo show prosegue ancora con un omaggio ai più grandi nomi della musica italiana da Franco Califano ed Enzo Janacci fino ai Pooh. NON SONO BELLO… PIACCIO! RESTYLING
◗ 02/10 Teatro Nuovo, Milano ◗ 26-27-28/10 Teatro Dehon, Bologna
◗ Dall’8 al 13/10 Teatro Nuovo G. da Udine, Udine ◗ Dal 19 al 21/10 Teatro Politeama, Genova ◗ Dal 24/10 al 18/11 Teatro Brancaccio, Roma SHAKESPEARE IN LOVE
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Cinema
I FILM CHE PRESTO ARRIVERANNO SUL GRANDE SCHERMO M ASTANDREA • GIOLI • DEL TORO • TRINCA • SCAMARCIO
LA FAMIGLIA PARR È TORNATA Nel nuovo film Disney•Pixar Gli Incredibili 2, Helen (voce originale di Holly Hunter) viene scelta per condurre una campagna a favore del ritorno dei supereroi, mentre Bob (voce originale di Craig T. Nelson) deve gestire le imprese quotidiane di una vita “normale” a casa con Violetta (voce originale di Sarah Vowell), Flash (voce originale di Huck Milner) e il piccolo Jack-Jack… i cui poteri stanno per essere scoperti. La loro missione viene però messa a repentaglio quando un nuovo nemico escogita un piano geniale e pericoloso che minaccia di distruggere ogni cosa. Ma i Parr non rifiutano mai una sfida, specialmente quando hanno Siberius (voce originale di Samuel L. Jackson) al loro fianco. Ecco perché questa famiglia è così “incredibile”. Il film di animazione è scritto e diretto da Brad Bird e prodotto da John Walker (Gli Incredibili – Una “Normale” Famiglia di Supereroi, Tomorrowland – Il Mondo di Domani) e Nicole Grindle (il cortometraggio Sanjay’s Super Team, produttrice associata di Toy Story 3 – La Grande Fuga). Il regista Brad Bird torna alla regia dopo aver diretto Gli Incredibili – Una “Normale” Famiglia di
Supereroi, che ha incassato oltre 633 milioni di dollari in tutto il mondo ed è stato premiato con l’Oscar come Miglior lungometraggio d’animazione ha incassato oltre 633 milioni di dollari in tutto il mondo. Bird ha diretto inoltre il film di Pixar Animation Studios Ratatouille, premiato con l’Oscar® nel 2007, il film live-action del 2015 Tomorrowland – Il Mondo di Domani e il lungometraggio d’animazione Il Gigante di Ferro, premiato con il BAFTA nel 1999. Uscito negli Stati Uniti il 15 giugno, Gli Incredibili 2 ha battuto il record del miglior esordio di sempre negli USA per un film d’animazione e a fine luglio aveva superato il miliardo di dollari di incassi globali, diventando il terzo film Disney uscito quest’anno che è riuscito a superare la soglia del miliardo (dopo Black Panther e Avengers:Infinity War). ◗ Produzione Disney•Pixar Regia e sceneggiatura Brad Bird Doppiatori italiani Amanda Lear, Bebe Vio, Orso Maria Guerrini, Tiberio Timperi, Ambra Angiolini, Isabella Rossellini Uscita nelle sale 19 settembre 2018
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Cinema
UN FILM, UNA STORIA, UNA PREGHIERA Dal 20 settembre sarĂ al cinema il film Sembra mio figlio, diretto da Costanza Quatriglio. La storia di Ismail, sfuggito alle persecuzioni in Afghanistan quando era ancora bambino, che da anni non ha notizie della madre rimasta nella loro terra di Cristiana Zappoli 62 ITA EVENTI
uando incontro per le strade i ragazzi afghani, io chiedo come sono arrivati qui, da quale parte dell’Afghanistan provengono, se vengono proprio dalla mia zona... forse prima o poi conoscerò qualcuno che mi darà la possibilità di trovare la mia famiglia... cerco sempre qualcuno a cui chiedere dove sta la mia famiglia». Queste parole sono state pronunciate da Mohammad Jan Azad in chiusura del film documentario Il mondo addosso, girato da Costanza Quatriglio a Roma tra il 2005 e il 2006. Jan viveva in un centro per minori stranieri non accompagnati; era partito a piedi dall’Afghanistan quando era ancora bambino, come tanti suoi coetanei sfuggiti alla furia dei Talebani negli anni che hanno preceduto l’11 settembre. Dal momento del distacco dalla madre, di lei non aveva avuto più notizie. «Nell’estate del 2010, racconta la regista - apprendo da Jan che la sua vita è cambiata dal momento in cui ha avuto il primo contatto telefonico con âbay, mamma. Comincia per me un viaggio nella trascrizione dei suoi racconti: pagine e pagine, centinaia di fogli in cui mi immergo e da cui prendo distanza per poi immergermi di nuovo e ancora prendere distanza». Ne nasce subito il cortometraggio Breve film d’amore e libertà e, dopo anni, il film Sembra mio figlio, che uscirà nel-
le sale a settembre e che racconta la storia di Ismail che, sfuggito alle persecuzioni in Afghanistan quando era ancora bambino, vive in Europa con il fratello Hassan. La madre, che non ha mai smesso di attendere notizie dei suoi figli, oggi non lo riconosce. Dopo diverse e inquiete telefonate, Ismail andrà incontro al destino della sua famiglia facendo i conti con l’insensatezza della guerra e con la storia del suo popolo, gli Hazara, vittime di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità sia in Afghanistan che in Pakistan, dove la comunità è ciclicamente colpita da attacchi di gruppi terroristici sunniti. Costanza Quatriglio, si può dire che in questo film vita e cinema si mischiano? Vita e cinema si mischiano per la natura del racconto. La sceneggiatura è stata scritta sulla base del materiale raccolto in anni. È stato Mohammad Jan Azad – che ai tempi del documentario Il mondo addosso era ragazzino e viveva in una casa famiglia – che, nel tempo, mi ha fatto entrare nella dimensione dei sentimenti privati e della storia collettiva che racconto nel film. Pur essendoci una sceneggiatura molto precisa, le emozioni di chi vi ha partecipato sono autentiche, a cominciare dagli interpreti principali e da tutte le comparse. Come descriverebbe questo film? Una preghiera. Chi sono i protagonisti e quali le loro principali caratteristiche? Il protagonista è Ismail, ha ventinove anni e non vede sua madre dalla notte in cui, a nove anni, è dovuto scappare dall’Afghanistan insieme al fratello Hassan. A dif-
A sinistra, la regista Costanza Quatriglio durante le riprese del film: esordisce con L’isola, presentato al 56° Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2003 (Premio CICAE). Sopra e nelle pagine successive, alcune scene di Sembra mio figlio con il protagonista Basir Ahang che interpreta Ismail
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Cinema
ferenza del fratello, che è taciturno e sembra chiuso in un suo mondo interiore, Ismail è intraprendente e audace. Il suo sogno è permettere al fratello, bravissimo sarto, di aprirsi una sartoria tutta sua. Nina lavora con Ismail al centro di prima accoglienza per minori. I due si conoscono da sem-
pre, ma solo quando Nina diventa casualmente testimone del mistero di Ismail, scatta qualcosa di importante tra loro; un riconoscersi che diventa presto amore. Come sono stati scelti gli attori? Per Ismail e Hassan, con le casting Laura Muccino e Sara Casani, abbiamo realizzato provini in tut-
IL PROTAGONISTA Basir Ahang è nato a Kabul in Afghanistan e dal 2008 vive e lavora in Italia, dove ha ottenuto la cittadinanza. Laureato in Storia e Letteratura Persiana, è giornalista di professione, attività che svolge occupandosi prevalentemente di Afghanistan e diritti umani con un’attenzione particolare alla situazione dei rifugiati e delle donne. Ha collaborato con diversi giornali e agenzie internazionali. Sue interviste e articoli sono stati pubblicati su BBC Persian, Al Jazeera e Deutsche Welle. È anche poeta, molte delle sue poesie sono state tradotte in italiano, spagnolo e inglese. Nel 2014 ha partecipato al Festival Internazionale di Poesia Ottobre in Poesia di Sassari, ottenendo il premio speciale della critica. Nel 2015 ha partecipato al Festival Internazionale di Poesia di Medellin in Colombia. Lo stesso anno ha vinto il Premio Speciale della Giuria del Concorso Nazionale di Poesia Città di Sant’Anastasia. Ha collaborato alla stesura della sceneggiatura del documentario di Amin Wahidi Behind Venice Luxury: un Hazara in Italia (2017), vincitore della 24° edizione del premio Città di Venezia, evento collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. In veste di attore ha recitato nel cortometraggio L’ospite di Amin Wahidi, vincitore del premio Città di Venezia 2014. 64 ITA EVENTI
to il mondo, sapendo che perlopiù avremmo trovato non attori. E così, in Italia, abbiamo conosciuto Basir Ahang, che interpreta Ismail. Lui è un poeta e ha portato nel film la sua grandissima sensibilità, oltre che la conoscenza profonda della lingua Hazaragi. Nina è Tihana Lazovic, attrice croata che si era fatta conoscere per la sua sorprendente interpretazione nel film Sole Alto. La sua Nina esprime tutte le contraddizioni del nostro continente; anche lei, come Ismail, ha conosciuto la guerra. La realizzazione del film è durata molto tempo. Come mai? Perché dopo aver girato a Trieste, al confine con la Slovenia, e in Puglia, abbiamo atteso tanti mesi per andare a girare in Iran le scene del film ambientate in Pakistan. Dicono che la nostra è stata la prima
produzione italiana a girare lì dopo Il deserto dei Tartari, di Valerio Zurlini del 1976. Ha scritto che “Il corpo di Ismail, la mitezza del suo viso, la sua voce sospesa tra gli angoli più angusti dell’Europa, ci conducono in un altrove che ci appartiene molto di più di quanto siamo disposti a immaginare”. Cosa intendeva? Nessun luogo ci è estraneo. Ogni essere umano ci riguarda. Il corpo e la voce di Ismail sono gli elementi espressivi della prima parte del film che permettono allo spettatore di
affrontare la storia quando gli avvenimenti si spostano dall’altro capo del mondo, quando cioè la storia privata di Ismail e della madre si allarga alla storia di un intero popolo, che poi - mi sento di dire - è emblematica della condizione umana oggi. Ismail è figlio della diaspora: il tema è più che mai attuale. Sicuramente la questione della diaspora di intere popolazioni oggi è sotto gli occhi di tutti. Quando nel 2005 raccontavo le storie di bambini come Ismail, costretti a fuggire piccolissimi dal-
l’Afghanistan, ho imparato che un’intera generazione era in pericolo dopo l’arrivo dei Talebani. Io penso, comunque, che un film racconta sempre una storia, è un viaggio. Il resto lo deve fare ciascuno di noi, fuori dalla sala cinematografica, nella vita di tutti i giorni. Cosa lascerà il film al pubblico? Spero lasci un desiderio di voler bene. Volere il bene dell’altro, non il male. Non riesco a concepire tutto quest’odio ormai senza freni inibitori, anche tra persone insospettabili. Non si vive meglio senza odio? Secondo lei è un film per tutti? Sicuramente è un film che per la struttura narrativa non lineare si è assunto il rischio di richiedere un surplus di attenzione, ma penso anche che per i sentimenti universali possa colpire al cuore gli spettatori di ogni latitudine. ◗ Produzione Ascenti Film con Rai Cinema - Regia Costanza Quatriglio Sceneggiatura Costanza Quatriglio e Doriana Leondeff - Cast Basir Ahang, Dawood Yousefi, Tihana Lazovic Uscita nelle sale 20 settembre 2018 ITA EVENTI 65
Cinema
GRANDI ARTISTI SUL GRANDE SCHERMO Dalì, Klimt & Schiele, Monet e Banksy. Sono questi i protagonisti della nuova stagione della Grande Arte al Cinema. Da settembre a dicembre torna il progetto di Nexo Digital in alcune delle più importati sale italiane di Giovanni Salerno
Foto Johannes Stoll ©Belvedere, Wien
ono stati 650.000 gli spettatori che, nella passata stagione, hanno riempito 350 sale cinematografiche italiane per assistere agli eventi della Grande Arte al Cinema. Un ciclo di eventi che è ormai un appuntamento fisso per gli amanti dell’arte e per chi ama il cinema. Sarà con uno degli artisti più fantasiosi, irruenti e imprevedibili del ‘900 che si aprirà la nuova stagione: Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, il film evento in programma a settembre, permetterà agli spettatori di avvicinarsi al pittore e al-
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l’uomo, così come agli spazi da lui ideati che hanno contribuito a plasmare la sua immortalità. A ottobre invece sul grande schermo la Vienna del 1918, nel cuore della Mitteleuropa, dove un’epoca dorata è ormai al tramonto. Klimt & Schiele. Eros e Psiche si apre infatti nella notte del 31 ottobre quando, nel letto della sua casa, muore Egon Schiele, una delle 20 milioni di vittime dell’influenza spagnola. Schiele si spegne guardando in faccia il male invisibile, come solo lui sa fare: dipingendolo. Qualche mese prima è morto anche il suo maestro e amico Gustav Klimt, che dall’inizio del secolo aveva rivoluzionato il sentimento dell’arte, fondando un nuovo gruppo: la Secessione. Il 26, 27, 28 novembre la scena si sposta nella Francia di Giverny con Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce, che narra la storia della nascita di una delle più grandi opere d’arte del ‘900, anzi di 300 capolavori che hanno rivoluzionato l’arte successiva. Il racconto di una passione viscerale che diventerà una vera ossessione e dell’uomo che da questa ossessione si è lasciato divorare: Claude Monet. La dimora di Giverny è la villa più costosa della zona ma le manca ancora qualcosa. Appena vi si trasferisce, infatti, Monet decide immediatamente di mettersi al lavoro: desidera creare un giardino “per il piacere degli occhi” ma si accorge presto che questa meravigliosa ta-
volozza naturale può offrirgli innumerevoli soggetti per la sua pittura. Nel sud della Francia sorge ancora lo storico vivaio LatourMarliac, presso il quale Monet acquista quei fiori esotici dei quali si è innamorato all’esposizione universale di Parigi del 1889. 6 bulbi di ninfee: 4 gialle e due bianche. Infine, dopo il successo riscosso al Tribeca Film Festival, l’11 e 12 dicembre arriverà al cinema L’uomo che rubò Banksy diretto da Marco Proserpio. Narrato da Iggy Pop, il film evento sull’artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti della Street Art racconta di arte, culture in conflitto, identità e mercato nero. Il film inizia mostrando la percezione dei palestinesi sul più importante artista di strada dei nostri tempi, ma si trasforma presto nella scoperta di un vasto mercato nero di muri e dipinti rubati nelle strade di tutto il mondo.
Nella pagina a fianco, Giuditta I di Gustav Klimt. Sopra, Ninfee di Monet. A destra, Salvador Dalì osserva la sua opera Assumpta Corpuscularia Lapislazulina. (Elenco dei cinema dove assistere alle proiezioni su www.nexodigital.it)
LE DATE
◗ SALVADOR DALÌ LA RICERCA DELL’IMMORTALITÀ 24-25-26 settembre
◗ KLIMT & SCHIELE EROS E PSICHE 22-23-24 ottobre
◗ LE NINFEE DI MONET UN INCANTESIMO DI ACQUA E LUCE 26-27-28 novembre
◗ L’UOMO CHE RUBÒ BANKSY 11-12 dicembre
Cinema
EUFORIA IN USCITA IL 25 OTTOBRE 2018
Matteo (Riccardo Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e insegna alle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza lontanissime. La vita però li obbliga a riavvicinarsi e una situazione difficile diventa per i due fratelli l’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia. «Matteo ed Ettore, - racconta Valeria Golino - sono due uomini che hanno deciso in qualche modo di perdersi. Matteo guarda il mondo dall’alto del suo
attico. È un narcisista che coltiva la distrazione e lo fa con il denaro, la droga, il sesso, il successo e il culto del corpo. Ettore, invece, nasconde i propri fallimenti personali, la propria insoddisfazione, la mancanza di coraggio dietro una maschera di disillusione e sarcasmo. Le loro reciproche certezze entrano in crisi quando Matteo
scopre che il fratello è malato e decide di nascondergli la verità». ◗ Produzione HT Film, Indigo Film e Rai Cinema - Regia Valeria Golino Sceneggiatura Francesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino, con la collaborazione di Walter Siti Cast Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Jasmine Trinca
UN FIGLIO ALL’IMPROVVISO IN USCITA IL 20 SETTEMBRE 2018
Una sera, rientrando a casa, il signor e la signora Prioux scoprono con costernazione che un tale Patrick si è sistemato nel loro appartamento. Il bizzarro giovane ha deciso di tornare a casa dei genitori per presentare loro la sua compagna. I coniugi Prioux, che non hanno mai avuto figli, cadono dalle nuvole... Tanto più che ogni dettaglio sembra avvalorare la tesi che Patrick sia realmente il loro rampollo. Forse il giovane uomo è un mitomane? O è un manipolatore? O la coppia ha dimenticato di avere una prole? O magari la signora Prioux, che soffre per il fatto di non essere madre, si è inventata un figlio? Il film è la trasposizione cinematografica della 68 ITA EVENTI
pièce di Sébastien Thiéry “Momo”, proposta al pubblico nel 2015. «Olivier Delbosc, il produttore della pellicola, - racconta Thiéry - è venuto a vedere la pièce in teatro, è rimasto toccato, si è reso conto dell'impatto che ha avuto sul pubblico e ha quindi acquisito i diritti per fare la versione cinematografica. A me personalmente non sarebbe mai venuto in mente!
Sono 15 anni che scrivo opere teatrali che funzionano molto bene. Quando mi hanno proposto una nuova avventura in un mondo che non conoscevo mi sono lanciato». ◗ Produzione Olivier Delbosc Regia Vincent Lobelle e Sébastien Thiéry - Sceneggiatura Sébastien Thiéry - Cast Christian Clavier, Catherine Frot, Sébastien Thiéry, Pascale Arbillot, Hervé Pierre
Cinema
RICCHI DI FANTASIA IN USCITA IL 27 SETTEMBRE 2018
Sergio (Sergio Castellitto) carpentiere e l’ex cantante Sabrina (Sabrina Ferilli) sono una coppia di amanti molto innamorati ma impossibilitati a lasciare i rispettivi compagni a causa delle ristrettezze economiche in cui si trovano a vivere. Tutto sembra cambiare quando i colleghi di Sergio si vendicano dei suoi scherzi facendogli credere di avere vinto tre milioni di euro alla lotteria. Convinto di essere diventato ricco, Sergio decide di abbandonare la sua vecchia vita portando con sé non solo Sabrina, ma anche i loro parenti. Quando Sergio e Sabrina scoprono che non c’è nessuna vin-
cita, decidono di non svelarlo a nessuno e trascinano le proprie famiglie in un viaggio on the road dalla periferia romana alla Puglia. Ma la verità viene sempre a galla e le tensioni tra caratteri tanto diversi sono destinate a esplodere. Le riprese della commedia hanno avuto luogo tra Polignano a Mare e Mo-
nopoli (Ba), Carovigno (Brindisi) e Accadia (Foggia).
serrato action-thriller che ha come protagonisti due antieroi che rischiano la vita nello spietato mondo di frontiera del mercato della droga e della politica estera americana. Nel film tornano a lavorare insieme il premio Oscar Benicio Del Toro, nel ruolo di Alejandro, il misterioso procuratore diventato killer, e Josh Brolin, in quello del-
l’agente della CIA Matt Graver, impegnati a combattere contro i cartelli della droga.
◗ Produzione Italian International Film e Rai Cinema - Regia e sceneggiatura Francesco Micchichè - Cast Sergio Castellitto, Sabrina Ferilli, Valeria Fabrizi, Matilde Gioli, Antonio Catania, Gianfranco Gallo, Paola Tiziana Cruciani, Luigi Imola, Siria Simeoni, Vincenzo Sebastiani
SOLDADO NELLE SALE IL 18 OTTOBRE 2018
Nella guerra alla droga non ci sono regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per combattere i narcos l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro), la cui famiglia è stata sterminata da un boss del cartello. Alejandro scatenerà una vera e propria, incontrollabile guerra tra bande in una missione che lo coinvolgerà in modo molto personale. Soldado, che segna il debutto americano del regista romano Stefano Sollima (“A.C.A.B”, “Gomorra – la serie”, “Suburra”), è un intenso e
◗ Produzione Thunder Road Pictures / Black Label Media - Regia Stefano Sollima - Sceneggiatura Taylor Sheridan - Cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Catherine Keener, Manuel Garcia-Rulfo, Matthew Modine, Shea Whigham, Elijah Rodriguez ITA EVENTI 69
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UNA MANIFESTAZIONE PER UN MONDO SENZA FRONTIERE 27 i luoghi che ospiteranno 68 progetti per 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione. 38 prime nazionali, piĂš di 60 compagnie provenienti da 24 nazionalitĂ differenti: sono questi alcuni dei numeri del Romaeuropa festival 2018 70 ITA EVENTI
l Romaeuropa festival ogni anno raccoglie per chi vive e visita la Capitale un programma che permette di aiutare a decodificare la complessità della nostra realtà sociale. È un viaggio che da Roma ci porta lontano, per riportarci a casa con un’esperienza culturale importante e, sicuramente, cresciuti». Così Luca Bergamo, vicesindaco di Roma e con delega alla crescita culturale, descrive il festival. Ad aprire la trentatreesima edizione del REf, il 19 settembre, è Kirina, un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e della commistione d’immaginari firmato dal coreografo burkinabé SergèAime Coulibaly e dalla sua Faso Dance Théatre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, le musiche della cantante icona della world music Rokia Traorè e la presenza live della sua band. La musica attraversa come un filo rosso l’intera programmazione come trait d’union tra continenti, immaginari e generazioni, definendo con la sua forza quella capacità di mediare e riconciliare
mondi, culture, estetiche e pensieri apparentemente contrapposti che caratterizza il Romaeuropa. E la chiusura del festival non poteva che essere un grande evento musicale: il 25 novembre l’appuntamento è all’Auditorium Parco della Musica per una “gran finale”, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, che coinvolgerà tutte le sue sale. Il REf18 si articola nei tre percorsi Storie, Visioni e Suoni, e nelle sezioni Digitalive a cura di Federica Patti, Anni Luce a cura di Maura Teofili, Dancing Days a cura di Francesca Manica, REf Kids a cura di Stefania Lo Giudice e nelle attività di incontri e workshop di Community a cura di Lara Mastrantonio, Massimo Pasquini e Matteo Antonaci. Una programmazione transgenerazionale dà vita, come spiega Fabrizio Grifasi, direttore generale e artistico, a «un Festival Mondo che fisicamente intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica, sovrapponendo
1. Oumou Sangarè, cantante malese premiata con un Grammy Award nel 2010. 2. Cristina Zavalloni, cantante e compositrice. 3. Panorama è l’ultima produzione della compagnia Motus. 4. Una scena dall’ultimo spettacolo di Peter Brook, The Prisoner. 5. Lola Arias presenta a teatro Minefield. 6. Il collettivo None che presenta l’installazione immersiva Genesi. 7. Y - La variabile del calcio, laboratorio di Dynamis aperto a ragazzi/e under 12. Sotto, Dökk, dello studio italiano fuse*
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Omar Rajeh, coreografo e danzatore, che con il video artista Benjamin Krieg e il compositore Zad Moultaka ha realizzato #minaret. Sotto, lo spettacolo La classe di Fabiana Iacozzilli: pupazzi di legno, fantocci di gioventù morte, si muovono senza pathos su dei tavolacci che ricordano banchi di scuola o tavoli operatori
le generazioni e permettendosi incursioni in territori molto distanti, eleggendo le contraddizioni e le diversità al cuore del proprio operare come pratica di racconto del presente attraverso le opere degli artisti che crediamo significativi. L’essenza stessa della nostra missione si colloca in questo spazio ‘in between’, luogo di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, ambito di riflessione e accoglienza». Arrivano per la prima volta al Festival
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con le loro storie dal mondo il libanese Omar Rajeh con la sua compagnia Maqamat e il compositore e artista visivo Zad Moultaka, la francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, la cinese Wen Hui, lo svizzero Milo Rau, le argentine Lola Arias e Cecilia Bengolea, quest’ultima in coppia con il francese François Chaignaud, le cantanti e musiciste Rokia Traorè, Oumou Sangarè (entrambe dal Mali) e Angelique Kidjo (Benin),
la Great Jones Repertory Company de La Mama di New York con la compagnia Motus, Mario Martone, Office for a Human Theater con Filippo Andreatta, Mimmo Cuticchio con Virgilio Sieni, il duo francese Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons e l’artista visivo e compositore giapponese Rioji Ikeda. Al loro fianco, oltre a Peter Brook, Hofesh Shechter e Ivo Van Hove, i protagonisti della creazione contemporanea italiana e internazionale ospitati nelle scorse edizioni del festival, come Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Luigi de Angelis e Fanny & Alexander, Tim Etchells con Ant Hampton (per una collaborazione con Short Theatre) e i coup de coer più recenti del festival come gli israeliani Sharon Eyal, Gai Behar e la loro L-E-V o i catalani Agrupación Señor Serrano. «Promuovere l’apertura alla conoscenza è un modo per poter negare i falsi preconcetti riguardo i rischi che la nostra società corre incontrando altre civiltà» spiega la presidente Monique Veaute. «È una sfida che il Romaeuropa Festival 2018 intende accogliere invitando artisti dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente, dal Nord e Sud America». La musica del nostro tempo è protagonista con gli artisti della scena internazionale come John Adams, invitato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Cristina Zavalloni (che interpreterà 10 canzoni che sconvolsero il mondo rielaborate da Luca Antignani, Francesco Anonioni, Maurizio Azzan, Giovanna Bertelli, Silvia Borzelli, Sara Càneva, Mauro Lanza, Mauro Montalbetti, Vittorio Montalti, Daniela Terranova), Fabrizio Ottaviucci, Franco D’Andrea, Edison Studio, Fay Victor con Daniele Del Monaco e Marc Ribot, e tutti gli ensemble e le orchestre: Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala (per un esclusivo omaggio a Frank Zappa diretto da Peter Rundall), i Solisti dell’Ensemble InterContemporain, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Soliste-
nensemble Kaleidoskop, Edison Studio, Tempo Reale, Eklekto Ensemble. Lo splendido salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sarà aperto per la performance della compagnia italiana Anagoor che (oltre al suo ultimo spettacolo) presenterà una performance musicale nata in collaborazione con Accademia D’Arcadia e in corealizzazione con Barberini Corsini Gallerie Nazionali. Negli spazi
storici della capitale anche la compositrice Lucia Ronchetti, per una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, in scena nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (ex Planetario). Il Palazzo Falconieri dell’Accademia d’Ungheria in Roma ospiterà il compositore Dániel Dobri mentre l’Accademia di Francia – Villa Medici sarà cornice di una performance dell’iraniano Ali Moini. Spazio alla mul-
In alto, una scena dello spettacolo di teatro musicale di Ivo Van Hove, direttore artistico del Toneelgroep Amsterdam. Sopra, Saigon, lo spettacolo della regista Caroline Guiela Nguyen e della sua compagnia Les Hommes Approximatifs
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I LUOGHI DI REF18
◗ ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA - VILLA MEDICI
Viale della Trinità dei Monti, 1
◗ ACCADEMIA D’UNGHERIA IN ROMA (PALAZZO FALCONIERI)
Via Giulia, 1
◗ AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
TEATRO STUDIO BREGNA • SALA PETRASSI SALA SINOPOLI • SALA S. CECILIA
Via Pietro de Coubertin, 30
◗ AULA OTTAGONA (EX PLANETARIO) Via Giuseppe Romita, 8
timedialità anche nella Sala Santa Rita con le installazioni site-specific di NONE Collective e Robert Henke. Il Mattatoio è “hub” della giovane creazione contemporanea del REf18. Qui si esibiscono, per Dancing Days e il network Aerowaves, la coreografa olandese Karen Levi; il greco Christos Papadopoulos, la norvegese Ingrid Berger Myhre, i viennesi Dominik Grünbühel e Luke Baio oltre agli italiani Salvo Lombardo e la sua compagnia Chiasma, Sara Sguotti e Luna Cenere tutti rappresentanti delle più recenti espressioni della danza europea. A testimoniare l’odierno fermento della scena italiana, per Anni Luce, sono, invece, Liv Ferracchiati con The Baby Walk, Chiara Bersani, VicoQuartoMazzini e Fabiana Iaccozzili. Per Digitalive, illustrano le possibilità creative delle tecnologie Marco Donnarumma, Quiet Ensemble, Kamilia Kard, fuse* oltre a dj e compositori emergenti come Caterina Barbieri, Andrea Familiari con Demetrio Castellucci, Polisonum e altri artisti. Sempre il Mattatoio si fa spazio dedicato ai bambini e alle famiglie con la programmazione di REf Kids, vero e proprio festival nel festival con la sua intensa programmazione di spettacoli (tra gli artisti presenti: Clédat
◗ BIBLIOTECA ELSA MORANTE Piazzale Elsa Morante
◗ PALAZZO BARBERINI Via delle Quattro Fontane, 13
◗ BIBLIOTECA ENZO TORTORA Via Nicola Zabaglia, 27
◗ SALA SANTA RITA Via Montanara, 8
◗ MACRO ASILO Via Nizza, 138
◗ TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
◗ BIBLIOTECA RENATO NICOLINI Via Marino Mazzacurati, 76
◗ MATTATOIO TESTACCIO Piazza Orazio Giustiniani, 4
◗ MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
◗ TEATRO ARGENTINA Largo di Torre Argentina, 52
Via Ostuni, 8
◗ TEATRO INDIA Lungotevere Vittorio Gassman, 1
Via Guido Reni, 4/a
◗ TEATRO OLIMPICO Piazza Gentile da Fabriano, 17
◗ OPIFICIO ROMAEUROPA Via dei Magazzini Generali, 20/a
◗ TEATRO VITTORIA Piazza di S. M. Liberatrice, 10
◗ MERCATO TESTACCIO Via Beniamino Franklin
◗ TEATRO VASCELLO Via Giacinto Carini, 78
& Petitpierre, Ondadurto teatro, Teatro delle Briciole, Unterwasser, Jacques Tellitocci, Oorkan, Theatre des Tarabates, Letizia Renzini), momenti ludici (come quelli creati dalle istallazioni o dalle performance di Guixot de 8, Officine K e Dynams) e numerosi talk e laboratori nati grazie alla collaborazione di RAI Porte Aperte, Rai Radio Kids, Famiglia punto zero e Doppio Ristretto, la libreria itinerante Ottimomassimo, la realtà dedicata alle mamme Pachamamma e S.C.O.S.S.E. Per i talk, i laboratori e i momenti d’incontro del festival, Community costruisce un’importante rete di partner di cui fanno parte Robinson – La Repubblica, MACRO Asilo, il Mulino, Danzaeffebi, Dominio Pubblico, Casa dello Spettatore, le Università degli studi di Roma La Sapienza, Tor Vergata e Uniroma3, l’Accademia Nazionale di Danza, D.A.F. Dance Arts Faculty, DA.RE dance research, la Scuola D’Arte Cinematografica Gianmaria Volontè, Teatro e Critica, Outdoor Festival e Wave Market Fair. ROMAEUROPA FESTIVAL BETWEEN WORLDS
Dal 19/09 al 25/11/2018, Roma www.romaeuropa.net
1. Love Chapter 2, di Sharon Eyal e Gai Behar. 2. BerBerio: spettacolo di teatro e musica di Letizia Renzini. 3. Liv Ferracchiati, con la sua compagnia The Baby Walk, presenta una trilogia dedicata alla ricerca sull’identità di genere. 4. Opera dell’artista italo-ungherese Kamilia Kard. 5. The Diary of One Who Disappeared, di Ivo Van Hove. 6. Grasland, produzione per bambini, ragazzi e adulti di Letizia Renzini. In basso, Opus, del coreografo greco Christos Papadopoulos
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Foto Fabio Parenzan
Foto Paolo Verzone
CULTURA E INTRATTENIMENTO DECLINATI AL FEMMINILE
n festival tutto al femminile. L’Eredità delle Donne è pensata per attribuire un giusto riconoscimento al contributo di artiste, scienziate, pensatrici, accademiche, filosofe, architette e altro (del passato come della contemporaneità) al progresso dell’umanità. Il festival, cogliendo l’esempio dell’evento parigino Les Journées du Matrimoine, con cui è gemellato, abbraccerà a 360° numerosi ambiti della cultura come l’arte, la scienza, l’attualità, la politica, il giornalismo, il cinema etc. con una chiave di lettura tutta al femminile per evidenziare il valore, la preziosa eredità e la grande influenza che le donne hanno dato e continuano a dare in questi settori. Il festival affronterà, in maniera del tutto originale e per la prima volta in Italia, il tema dell’empowerment femminile attraverso la cultura, l’informazione e l’intrattenimento. L’iniziativa, che si svolgerà in occasione delle Giornate del Patrimonio, vede la direzione artistica di Serena Dandini ed è ideata da Elastica, think tank di comunicazione ed eventi, insieme alla Fondazione CR Firenze. Madrina del festival è la figura storica di Anna Maria Luisa de’ Medici, nota come l’Elettrice Palatina, esempio di sublime mecenatismo. Ultima della dinastia medicea, alla morte del fratello (1737) vincolò allo Stato toscano la grandissima collezione artistica appartenuta alla famiglia, divenendo 76 ITA EVENTI
di fatto la Madre della Cultura Italiana ed europea ante litteram. L’Eredità delle Donne proporrà, durante le tre giornate, un ricco programma denso di appuntamenti, composto di tre serate teatrali ideate da Serena Dandini, e un programma di iniziative in collaborazione con le principali istituzioni culturali fiorentine che in alcuni casi svelano per la prima volta o in anteprima pezzi poco conosciuti del patrimonio artistico cittadino. Non in ultimo, i valori e lo spirito del festival saranno condivisi da numerosi soggetti culturali e commerciali fiorentini i quali nelle tre giornate organizzeranno gli appuntamenti che andranno a costituire un cartellone off che trasformerà temporaneamente Firenze nella città delle donne. Le tre serate teatrali, al Cinema Teatro Odeon, saranno tre format diversi per restituire l’attualità del mondo delle donne di oggi: si comincia con un Talk, si prosegue con un Abbecedario (la declinazione in forma di brevi speech di una serie di parole scelte a rappresentare il mondo femminile), per chiudere con l’Intervista a una Grande Madre. Tante le ospiti nazionali e internazionali come ad esempio Suad Amiry, scrittrice e architetto palestinese, Liza Donnelly, vignettista del New Yorker, la fotografa Letizia Battaglia, Marica Branchesi, astrofisica italiana definita dal Time come una delle 100 persone più influenti del mondo, Elena Ioli, fisica e reduce da una recente spedizione scientifica tut-
ta al femminile in Antartide (la prima al mondo di carattere internazionale), Cecilia Laschi, bioingegnere e pioniera nel campo della robotistica soft, la scrittrice Michela Murgia, Donatella Lippi, storica della medicina che ha condotto una ricerca internazionale sulle salme della famiglia Medici, Lea Pericoli, ex tennista e giornalista italiana, la giurista Livia Pomodoro, le scrittrici Angela Staude Terzani, Teresa Ciabatti e Silvia Avallone, Lidia Branca, nipote di Donna Elena Corsini, Dori Ghezzi, cantante e autrice, le attrici Anna Bonaiuto, Francesca Reggiani e Alessandra Faiella. Sono più di una quindicina le istituzioni culturali che hanno “prestato” i loro tesori a una rilettura originale e in chiave femminile a cura de L’Eredità delle Donne. In alcuni casi si tratta di anteprime, prime assolute o aperture straordinarie. Nel suo insieme il programma prevede visite guidate, ciclovisite, talk, spettacoli teatrali, reading originali, mostre, presentazioni di libri e persino una rassegna cinematografica e di documentari. Il primo giorno del festival vedrà l’inaugurazione - presso lo spazio mostre della Fondazione CR Firenze - della mostra “Donne del Novecento. Leonetta, Filide e altre artiste”. Promossa da Fondazione CR Firenze e AWA Advancing Women Artists Foundation, con la collaborazione dell’Archivio Contemporaneo del Gabinetto G.P. Vieusseux, la mostra ha per perno le figure di Leonetta Pieraccini e Fillide Giorgi. Allieve di Giovanni Fattori, si interessarono alle novità artistiche internazionali dimostrandosi pittrici di grande qualità. L’EREDITÀ DELLE DONNE. LE NOSTRE GIORNATE DEL PATRIMONIO
Firenze, dal 21 al 23/09/2018 www.ereditadelledonne.eu
Foto M.Colombo
Foto Francesca Parisini
Visite guidate, talk, spettacoli teatrali, reading originali, mostre, presentazioni di libri, sono solo alcuni degli appuntamenti in programma a Firenze per L’Eredità delle Donne. La prima edizione di un festival che si terrà a settembre e che quest’anno avrà la direzione artistica di Serena Dandini di Clara Dalledonne
Alcuni ospiti del festival: da sinistra, la giornalista Annalisa Monfreda, Marica Branchesi, astrofisica marchigiana, Cecilia Laschi, bioingegnere, l’architetta palestinese Suad Amiry, lo studioso Stefano Bartezzaghi, la scrittrice Chiara Gamberale, la poetessa Patrizia Valduga. Sotto, la direttrice artistica del festival, Serena Dandini
Storie
POSSO ARRIVARE OVUNQUE SULLA MIA MOTO
Foto Alex Fine
Lo abbiamo visto da poco su Rai 1 nella serie Il capitano Maria nelle vesti di Beppe Patriarca. Marco Zingaro vive in Inghilterra, dove ha fatto parte di grandi produzioni come 007 Spectre. Prossima fermata Hollywood? di Cristiana Zappoli
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arco Zingaro ha 36 anni e a una prima occhiata potrebbe sembrare un talento in fuga. In realtà, anche se si è trasferito a Londra da un po’ e in Inghilterra lavora parecchio, ha tenuto un piede anche nel nostro Bel Paese e anche qui il lavoro non gli manca. Attore e regista, è nato ad Andria, in Puglia, e si è trasferito a Roma dove ha cominciato a frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Dopo alcune esperienze teatrali, nel 2008 partecipa al primo progetto cinematografico: Un’estate al mare di Carlo Vanzina. Quattro anni dopo si trasferisce nella capitale britannica ampliando così il suo successo anche al pubblico londinese interpretando Angelo, co-protagonista nella pièce teatrale Housed diretta da Alex Ferries per l’Old Vic Theatre e a livello cinematografico recita in 007 Spectre di Sam Mendes, nel ruolo di Captain Salim in Tyrant, prodotta da 20th Century Fox, per poi in-
carnare Osama Bin Laden nel documentario televisivo Evolution of Evil per History Channel. Ha interpretato anche il ruolo di papà supereroe in una nota pubblicità Sky/Fastweb, lo abbiamo visto nei panni di Rocco in Belli di Papà prodotto da Medusa Film, di Matteo in Medici, the Masters of Florence e più di recente nella serie televisiva Il capitano Maria diretta da Andrea Porporati in onda su Rai 1, nelle vesti di Beppe Patriarca. «La Gran Bretagna resta la scelta migliore che abbia mai potuto fare racconta l’attore - e sicuramente la più giusta anche per la mia carriera lavorativa. Le sfide mi stimolano molto. Sono grato all’Inghilterra perché qui continuo a imparare sempre qualcosa di nuovo, tutto ciò poi confluisce anche nel mio lavoro in Italia creando così un ponte immaginario che mi permette di crescere costantemente». Recitare in una lingua che non è la propria lingua madre è difficile? ITA EVENTI 79
Foto Alex Fine
Marco Zingaro, 36 anni, ha lavorato nella ristorazione fin da quando aveva 16 anni, anche mentre studiava per diventare attore. Da poco ha intrapreso anche la strada dell’importatore di prodotti pugliesi per alcuni ristoranti di Londra
Recitare in una lingua diversa dalla propria ha di sicuro un sapore diverso ma anche unico nel suo genere. Dopo le difficoltà dei primi due anni è diventata parte integrante di me e non nascondo che oggi in diverse occasioni sento la necessità di studiare scripts o testi italiani “masticandoli” subito in inglese. Mi sento più libero di osare senza costrizioni vocali che magari appartengono alla nostra cultura. Comunque resta la lingua più usata al mondo ed essendo noi italiani un po’ pigri nel confrontarci con altre lingue credo sia giusto forzarsi un po’ per poi essere liberi di comunicare ovunque e con chiunque. Inghilterra e Italia: che differenze ci sono dal punto di vista lavorativo? Le differenze sono tante proprio perché differenti sono le culture, anche se la Gran Bretagna nel corso degli anni diviene sempre più un luogo multiculturale. È forse questa la differenza più grande nel mio mestiere che riconosco tra i due paesi. Sul set come a teatro hai sempre la sensazione di ampliare la tua conoscenza proprio perché diversi artisti provenienti da luoghi differenti nel mondo apportano costantemente qualcosa di nuovo. C’è sì un’alta competizione ma di contro un alto livello qualitativo nel processo di creazione e messa in opera di qualsiasi progetto. Non mi sorprende più il fatto che qui scrittori di ogni età abbiano la possibilità reale di mettere in opera le loro storie, che lo facciano passando per i numerosi festival, teatri off o grandi strutture come il National Theatre o Barbican. E lo stesso vale per cinema o tv, ovviamente chi merita va avanti, concetto forse un po’ dimenticato altrove. Un altro elemento che ritengo fondamentale per far sì che ci sia reale piacere nel fare il proprio mestiere è il rispetto che si ha nei confronti dell’altro. In UK è molto forte il sindacato degli attori e il rapporto che spesso si crea con agente o casting director è “reale”, ho sempre la sensazione di essere ascoltato con piacere e il confronto reciproco apporta sempre qualcosa di utile a entrambe le parti, a prescindere che il risultato finale sia positivo o meno. Quale luogo considera casa sua? Andria è il luogo dove sono cresciuto, in Puglia conservo i miei ricordi di bambino e di adolescente in costante ribellione con ciò che mi circondava. I miei genitori vivono lì anche se pure loro hanno spesso il piacere di seguirmi nel mio girovagare. Appartengo a quei colori e profumi, quindi quei luoghi sono la mia casa, il mio vero Sud, ma nel corso degli anni ho imparato a essere un cittadino di luoghi differenti, ognuno con un significato importante nella mia crescita umana e professionale. Ho la fortuna di avere una compagna che proviene da una regione bellissima come la Toscana, un altro rifugio meraviglioso che negli anni ho imparato a considerare casa. 80 ITA EVENTI
Foto Fabrizio Di Giulio
Storie
Marco Zingaro sul set de Il capitano Maria, una serie tv andata in onda su Rai 1 a maggio: sopra con Saverio Falcone, nella pagina a fianco insieme a Livio Beshir
A proposito della sua compagna, è una delle attrici e cantanti che formano il trio Ladyvette. Sembra confermare la teoria che chi fa il suo lavoro si fidanza più facilmente con chi viene dallo stesso mondo: è più facile capirsi? Può sembrare retorica ma di certo condividere con la persona che ami anche le stesse passioni, aiuta e non poco! Ovviamente non può bastare solo questo per costruire un progetto di vita comune, ho la fortuna di avere al mio fianco una persona disposta ad ascoltarmi, supportarmi e talvolta sopportarmi. Entrambi abbiamo la maturità e la sensibilità di saper comprendere l’altro, creando così una vera e propria squadra capace di affrontare qualsiasi ostacolo. Come è stata l’esperienza di attore all’Old Vic Theatre allora diretto da Kevin Spacey? L’esperienza all’Old Vic Theatre è stata quella che realmente mi ha aperto le porte del mercato in Inghilterra. Da quel momento in poi è scattato in me qualcosa che mi ha dato la forza di affrontare ogni ostacolo in maniera differente. Ho ottenuto la parte dopo varie sessioni di audizioni di cui l’ultima per la quale ho studiato un lungo monologo in soli 15
relativi spostamenti di certo non aiutano, ma appena ho del tempo da ritagliarmi mi piace fuggire. Un viaggio in moto sa riconciliarti con gli elementi esterni e le persone che durante il tuo cammino incontrerai. Non vedo l’ora di poter organizzare il mio Long Way Round in giro per il mondo. Mi serve solo il “tempo” per trovare un anno di “tempo” da dedicarci! Visto che ha dimestichezza con i supereroi (vedi pubblicità Sky/Fastweb): quale supereroe le piacerebbe interpretare? La vita del supereroe formato family mi piace un sacco! Torno bambino quando vesto quegli abiti, questo anche grazie al fatto che dietro il tutto c’è un bel team giovane che scrive cose molto interessanti. Il mio superhero era e resterà sempre l’uomo della notte, Batman. Lo so, non ha super poteri e proprio per questo mi piace, sotto quella corazza scura che si perde nella notte c’è un uomo in continuo conflitto con se stesso che senza super poteri eccezionali riporta l’ordine in un mondo oramai marcio. È la sua tenebrosa umanità che mi attrae, in fondo abbiamo qualcosa in comune... Prossima fermata Hollywood? Mi piace sognare in grande con i piedi per terra e non pongo mai limiti al mio futuro. Hollywood resta un sogno che sono sicuro diverrà realtà... devo solo organizzare bene il viaggio in sella alla mia moto!
Foto Fabrizio Di Giulio
minuti. Il tutto scatenando l’ovazione dello stesso Spacey e di tutto il suo staff. Anche dall’Old Vic Theatre sono arrivate segnalazioni per “comportamento inappropriato”, fra cui molestie sessuali, contro Spacey. Cosa pensa di tutta questa situazione? Ciò che sta accadendo nel nostro mondo lavorativo è qualcosa di straordinario, il fatto che si denuncino vicende del genere e che finalmente, grazie ancora una volta a movimenti nati all’estero come quello di Time’s Up, le attrici abbiano il coraggio e la forza di far valere i propri diritti, mi rende fiero di far parte di questa categoria, anche se in Italia c’è tanto ancora da fare e non bisogna perdersi in inutili qualunquismi. Tra le sue più grandi passioni la moto ha un posto particolare… La moto è una passione ereditata inconsapevolmente dal mio nonno paterno che durante la seconda guerra mondiale guidava fiero nell’esercito una grande Harley Davidson. In Inghilterra mi accompagna ovunque anche in occasione di impegni lavorativi, come successo con 007 Spectre, o addirittura fino in Puglia per Belli di Papà. Mio fratello e io coltiviamo la stessa passione, anche se devo ammettere che lui ha girato e visto molto più di me. Per lui è una sana ossessione, per me una piacevole avventura da affrontare con i miei tempi. Gli impegni lavorativi poi e i
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NATURA E STORIA NELLA TERRA DEL VELLO D’ORO Un piccolo Paese al confine tra l’Europa e l’Asia, fra modernità e tradizioni: un patrimonio culturale di ricchezze paesaggistiche e artistiche, città storiche, testimonianze di antichissime e raffinate civiltà. La Georgia offre al visitatore diversi spunti per un itinerario affascinante e a prezzi contenuti a partire dal viaggio aereo di Margot Rossi cavallo fra l’Europa e l’Asia, ponte e crocevia di civiltà, la Georgia detiene un patrimonio architettonico e artistico straordinari lasciati in eredità dalle complesse vicende storiche vissute nei secoli passati. Con le sue chiese antiche e i paesaggi pittoreschi, le valli coperte da vigneti, le sue rinomate specialità enogastronomiche e le 2.400 fra sorgenti e acque minerali conosciute sin dai tempi degli zar, il paese attira un numero crescente di turisti. Lo scorso anno, infatti, la Georgia ha registrato 7.6 milioni di visitatori (+19% rispetto al 2016), con previsioni per il 2025 di 11.000.000 di arrivi, portando il turismo a rappresentare fino a circa il 6,8% del Pil. Risultati che hanno incoraggiato lo sviluppo delle strutture di ricezione con la realizzazione prevista tra il 2018 e il 2019 di 33 nuovi hotel, con 67.145 posti letto. La Georgia è collegata con l’Italia grazie ai voli diretti operati dalla Wizz Air e dalla Georgian Airways: la prima vola da Milano Malpensa fino a Kutaisi (con 3 voli settimanali) e da Roma Fiumicino a Kutaisi (con 2 voli settimanali); la seconda da Bologna a Tbilisi, la capitale della Georgia (due collegamenti settimanali il mercoledì e il venerdì, al prezzo medio di 150 euro andata e ritorno). Tbilisi Con il suo centro storico con le stradine acciottolate, la capitale georgiana rispecchia la lunga e complicata storia del paese, che ha subíto prima la dominazione persiana e poi quella russa. Tipici balconi di legno, terme sulfuree del XVII secolo, botteghe e caffè artigianali, cortili italiani, edifici moderni e soprattutto il suo popolo caldo e ospitale creano un’atmosfera speciale in questa città. È storicamente nota anche per la sua tolleranza religiosa, particolarmente evidente nel centro storico, dove la moITA EVENTI 83
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In apertura, dall’alto verso il basso, la Chiesa della Trinità di Gergeti, nella municipalità di Kezbegi; Chiesa di San Nicola nella fortezza di Narikala a Tbilisi; il villaggio di Omalo, nella regione della Tuscezia; le cupole delle terme di Tbilisi. Nella pagina a fianco, la Fontana di Kolkhida a Kutaisi. In questa pagina, Kutaisi di sera e uno scorcio naturale della Georgia
schea, la sinagoga, chiese cattoliche, ortodosse e armene si trovano insieme. Per questo è anche denominata la Piccola Gerusalemme. In posizione dominante sopra la città si trovano Narikala, una fortezza del IV secolo, e la Kartlis Deda, l’iconica statua della “Madre della Georgia”. Le principali attrazioni della città sono raggruppate nell’antico quartiere di Tbilisi. Questa zona è famosa per i suoi stabilimenti balneari di zolfo alimentati da sorgenti termali naturali. Nelle vicinanze di Shardeni Street troverete numerosi ristoranti moderni, bar-caffetteria all’aperto, locali notturni alla moda e gallerie d’arte. La fortezza di Narikala può essere vista da qualsiasi punto all’interno della vecchia Tbilisi. Fu costruita per scopi di difesa nel IV secolo ed è stata notevolmente ampliata nei periodi storici successivi. Il viale Rustaveli è il centro della città, dove si trovano molte strutture governative, culturali e commerciali. Passeggiando per Rustaveli è possibile osservare la vita quotidiana in città, esplorare negozi di marche internazionali e locali e mangiare qualcosa. Il Dry Bridge poi è sede di un famoso mercatino delle pulci, dove è possibile trovare mostre d’arte e oggetti antichi in vendita mentre la funicolare di Tbilisi è uno dei migliori esempi di funivie
del mondo. La funicolare conduce a Mtatsminda, un parco divertimenti che domina l’intera città. Per ammirare invece gli edifici storici georgiani bisogna attraversare Agmashenebeli Avenue che è una delle più lunghe e belle strade di Tbilisi. Un’altra attrazione è il Museo Simon Janashia del XIX secolo che espone i principali ritrovamenti archeologici del paese e che è di notevole interesse storico. Custodisce reperti animali che risalgono a quarantamilioni di anni fa e collezioni archeologiche ed etnografiche di epoche paleolitiche e neolitiche dell’età del bronzo e del ferro fino al Medioevo. Oltre a questo museo Tbilisi vanta anche il Museo d’Arte (Art Museum), uno dei più importanti musei della Georgia. Si possono ammirare circa 140.000 oggetti d’arte esposti di varie culture e periodi storici. Da non perdere infine è la Cattedrale della Santissima Trinità (Sameba) che è una delle più alte cattedrali ortodosse orientali al mondo. Il complesso della cattedrale comprende una sezione sotterranea e integra, nove cappelle, vari edifici secondari e splendidi giardini. Dmanisi A pochi chilometri dalla capitale Tbilisi, si trova uno ITA EVENTI 85
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dei siti archeologici più affascinanti del mondo, Dmanisi. Qui, infatti, secondo gli archeologi, circa 1,8 milioni di anni fa si stabilì l’Homo Georgicus, il più antico uomo europeo. I resti fossili, gli utensili e i manufatti di questo sito sono i più antichi ritrovati finora fuori dall’Africa. Terra del Vello d’Oro Il regno della Colchide, l’incantevole Medea e il leggendario Giasone, gli Argonauti e il preziosissimo Vello d’Oro non sono solo i personaggi di un mito greco. La Colchide è veramente esistita, nell’antichità fu un vero e proprio calderone di civiltà. Oggi la regione appartiene alla Georgia occidentale. Le numerose scoperte archeologiche e la tradizione dell’estrazione dell’oro con le pelli ovine, ancor oggi praticata nella regione dell’alta Svanetia, confermano la leggenda. Kutaisi La seconda città del paese per numero di abitanti, era la capitale dell’antico regno della Colchide e dal 2012 è la sede del Parlamento georgiano. Gli spunti per una visita sono diversi e molto interessanti. Da vedere assolutamente, oltre al centro storico che risale al XVII secolo (che include le aree che circondano il Ponte bianco, la via Tsisferkantselta, la via St. Nino, la via Tsereteli e la via Pushkin), la Cattedrale Bagrati, costruita nel X-XI secolo, durante il regno di Re Bagrat III, è un bell’esempio di architettura georgiana antica ed è molto importante per i georgiani perché è considerata il simbolo della Georgia unita. Fa parte dei patrimoni dell’Unesco così come il Monastero di Gelati a undi-
Il Ponte della Pace, progettato dall’architetto Michele De Lucchi per la città di Tbilisi, si trova sul fiume Mtkvari
ENOGASTRONOMIA
Il vino georgiano e le qvevri
Si dice spesso che la Georgia è la culla del vino. Le ricerche archeologiche e paleobotaniche hanno confermato che la cultura del vino in Georgia risale a 7.000 anni fa. Sono ancora visibili i resti della prima cantina del mondo, datata 4.000 A.C. Perfino la parola vino deriverebbe dal georgiano gvino. Il simbolo della vinificazione georgiana è la qvevri, anfora interrata dove avviene la fermentazione e la macerazione naturale. I tour enogastronomici in Georgia permettono di scoprire il vero sapore dei vini e la particolarità della loro produzione. Soprattutto quella dei bianchi, per i quali la fermentazione della vinaccia insieme al mosto avviene in grandi anfore di terracotta, i qvevri appunto, che dal dicembre 2013 sono entrate a fare parte del patrimonio dell’Unesco come patrimonio intangibile dell’umanità. In Georgia la vendemmia è un’attività collettiva che coinvolge molti abitanti dei piccoli centri urbani rurali. Visitare il paese significa senza dubbio anche gustarne la rinomata cucina, fatta di sapori ricchi e genuini.
ci chilometri a ovest di Kutaisi e le rovine, sulla collina di Ukimerioni. A 60 chilometri da Kutaisi si trova il Pilastro Katskhi: un monolite di calcare naturale, alto circa 40 metri sulla cui vetta si trova una piccola chiesa e una casetta clericale. Le grotte di Prometeo Si trovano a 40 chilometri da Kutaisi e sono una delle meraviglie naturali della Georgia, tra le più grandi al mondo. Le sue caratteristiche uniche includono una varietà di sale e la diversità di paesaggi. Quattro strati distinti sono stati formati durante le diverse fasi di sviluppo della Terra, comprendendo vari tipi di stalattiti, stalagmiti, cortine, cascate pietrificate, perle di grotta, fiumi sotterranei e laghi. Il villaggio delle torri Silenzioso e remoto villaggio nella selvaggia regione dello Svaneti, Ushguli rappresenta la località più elevata d’Europa abitata in modo permanente, trovandosi tra 2200 e 2410 metri sul livello del mare, dotato di splendide torri medievali, parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. La catena montuosa del Gran Caucaso è incantevole. Vi possiamo trovare cime alte oltre i 5000 metri tra cui: Mt. Shkhara (5068m), Mt. Janga (5059m) e Mt. Kazbegi (5047m), alla quale secondo la leggenda fu incatenato Prometeo.
Sopra, la città di Batumi, tra i maggiori porti sul Mar Nero. Sotto, il centro di Tbilisi e alcuni georgiani in costumi tipici in occasione di manifestazioni tradizionali
Chiese e monasteri La Chiesa georgiana è una delle più antiche chiese cristiane al mondo, fondata nel I secolo d.C. dall’apostolo Andrea, il Primo chiamato. Nel 326 d.C. il Cristianesimo venne ufficialmente adottato come religione di stato. Le chiese e i monasteri, simboli della vicinanza a Dio, sono stati costruiti in ogni dove e caratterizzano gli spazi delle città e degli ambienti rurali, affascinando per l’arte delle raffinate varietà di decoro delle facciate e per gli affreschi. Gastronomia “Ogni piatto georgiano è una poesia”, diceva lo scrittore russo A.Pushkin. La cucina georgiana è il frutto di un terreno fertile, ricco di minerali, alimentato da acque pure delle montagne del Caucaso. La Supra, la tavola imbandita con piatti georgiani, è una delle tradizioni più importanti. Assolutamente da provare: Mtsvadi - spiedini georgiani di carne, Khinkali - ravioli, Khachapuri - focaccia con formaggio fresco, e Pkhali - verdure con le spezie e noci. Ogni regione, inoltre, si caratterizza per le proprie specialità. La lingua Il georgiano appartiene al gruppo sud-caucasico (cartvelico). L’alfabeto georgiano unico nelle sue peculiarità grafiche è fra i14 alfabeti esistenti al mondo. ITA EVENTI 87
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UN VIAGGIO DA FAVOLA SULLE TRACCE DI ANDERSEN
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Tra Odense e Copenaghen per conoscere meglio lo scrittore delle fiabe piĂš amate al mondo. Un itinerario nel cuore della Danimarca, che tocca i luoghi che gli sono stati cari e che per lui e per il suo lavoro sono stati importanti. Perfetto per i piĂš piccoli ma divertente anche per gli adulti di Margot Rossi
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In apertura, il museo dedicato ad Andersen e la statua dello scrittore, entrambi a Odense. Sopra, il Castello di Odense e il Giardino del Re. A fianco, alcune segnaletiche e sullo sfondo il monastero francescano. Nella pagina a fianco, dall’alto, il Museo della Città di Odense, il Giardino di Andersen e la casa natale dello scrittore
a sirenetta, Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia, La principessa sul pisello: sono solo alcune delle favole scritte dal danese Hans Christian Andersen (1805 - 1875): le sue opere sono tanto conosciute da renderlo, probabilmente, il personaggio danese più famoso al mondo. Sembra che sua madre, Anne Marie, molto superstiziosa, si rivolgesse spesso a indovini e fattucchiere e un giorno una veggente le predisse il futuro del figlio “diventerà famoso e un giorno Odense sarà illuminata a festa in suo onore”. Mai profezia fu più veritiera! Il viaggio alla scoperta dei luoghi di Andersen non può che cominciare nella fiabesca Fionia, l’isola conosciuta come il “giardino di Danimarca” per la sua natura rigogliosa, e più precisamente nella cittadina di Odense, dove lo scrittore è nato. Per seguire autonomamente l’itinerario sulle orme di Andersen a Odense è possibile scaricare da App Store e Google Play l’app H.C. Andersens Odense, un’utile guida per la visita, con cartina e descrizioni, disponibile anche in italiano. La prima tappa è la casa natale di Andersen, una piccola casa gialla nel vecchio quartiere di Odense, in cui sono stati mantenuti gli ambienti dell’epoca. Poco distante dalla casa natale è possibile visitare il Museo Hans Christian Andersen che ospita un allestimento multimediale e interattivo sull’autore in una sede temporanea. Sono infatti in corso i lavori per il nuovo museo, su progetto dell’architetto Kengo Kuma, che verrà inaugurato nel 2020 e che si chiamerà Eventyrhuset, ovvero la Casa delle Favole. Il viaggio a Odense continua a Møntergårde, un’oasi culturale nel cuore della città, costeggiata da caratteristici cortili e bellissimi edifici risalenti all’epoca dell’infanzia di Andersen. Il museo offre diverse mostre che presentano la storia della Fionia, 90 ITA EVENTI
regione da cui H.C. Andersen ha tratto la sua ispirazione. In attesa della nuova Casa delle Favole, a maggio 2018 ha aperto temporaneamente nel vecchio fienile di Nyborg a Møntergården, L’acciarino magico (Fyrtøjet), un centro culturale per l’infanzia dove i bambini e le loro famiglie possono giocare con costumi, scenografie e giocattoli legati alla fiaba Anderseniana “Il colle degli elfi”, in un mondo fatto di musica, teatro e arti figurative. Passeggiando in direzione della cattedrale e del parco di Andersen, si arriva poi alla casa d’infanzia in Munkemøllestræde, dove lo scrittore visse dai 2 ai 14 anni. Diventata museo nel 1930, l’abitazione presenta diversi manoscritti e diari originali ed è arredata esattamente come la descrive lo scrittore nelle sue memorie, raccontando in maniera fede-
le le condizioni anguste e la povertà del 1800 a Odense. Il mondo incantato di Andersen rivive anche al Villaggio di Fionia (Den Fynske Landsby), un museo all’aperto dove è ricostruito l’ambiente di un villaggio danese tra il 1700 e il 1900, con case di pietra e legno, un laghetto e una deliziosa stradina. In estate il villaggio è animato da figuranti in costume, che rendono ancora più viva l’atmosfera, raccontando la vita quotidiana nella campagna danese del XIX secolo. Per chi è interessato a visitare tutte le attrazioni legate ad Andersen, esiste un biglietto “5 in 1” valido per entrare alla casa natale, casa d’infanzia, museo di Andersen, Møntergården e Fyrtøjet. (Prezzo adulti: 110 DKK in bassa stagione; 125 DKK da giugno a settembre, inclusa la guida di Andersen).
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Altri luoghi legati allo scrittore Il municipio (Rådhuset), dove Hans Christian Andersen venne dichiarato cittadino onorario di Odense il 6 dicembre 1867. Il monastero francescano (Gråbrødre Kloster), nel cui giardino lo scrittore giocava spesso da bambino. Il Teatro di Odense, dove lo scrittore debuttò come comparsa, da piccolo infatti era affascinato molto dal teatro. Il Giardino del Re (Kongens Have) e il Castello di Odense, dove alloggiavano i re quando si trovavano a Odense. La madre di Andersen lavorò per un certo periodo al castello, mentre lui, da ragazzo, giocava nei giardini con il principe ereditario, il futuro Frederik VII. La Chiesa di St. Hans, dove lo scrittore venne battezzato il lunedì di Pasqua del 1805. La Cattedrale (Sct. Knuds Kirke), realizzata in stile gotico, dove Andersen ricevette la cresima nel 1819. La Fionia amata da Andersen Le residenze signorili hanno avuto un ruolo importante nella vita di Hans Christian Andersen. Quando non era all’estero per lavoro, lo
scrittore trascorreva spesso giorni o settimane nei manieri del paese, alcuni dei quali ha visitato diverse volte. Tra questi il Castello di Valdemar, maniero secentesco sull’isoletta di Taasinge, il Castello di Broholm dove tuttora è possibile soggiornare, circondato da un romantico parco all’inglese e un “sentiero delle fiabe”, e infine il Castello di Hindsgavl, oggi albergo con un parco di libero accesso che ospita moltissimi cervi. Anche in questo caso, per seguire l’itinerario sulle tracce di Andersen in Fionia, inclusi i bellissimi manieri e castelli, c’è un app in aiuto dei turisti, l’app Hans Christian Andersen Trail. Odense per le famiglie La città è la meta ideale per una vacanza in famiglia, ma le attrazioni e i luoghi legati al celebre scrittore non sono di certo un’esclusiva per bambini: le atmosfere fiabesche e la figura di HC Andersen infatti affascinano moltissimo anche gli adulti. Odense è una graziosa cittadina in continuo fermento e ha molto da offrire per un soggiorno di coppia, dal centro culturale Brandts, frutto del recupero architettonico di una fabbrica tessile, ai tanti negozi tipici per lo shopping in pittoresche case dalle pareti a graticcio, passando per i numerosi ristoranti che stanno vivacizzando sempre più la scena gourmet in città, insieme a nuovi wine bar e aree street food. Dinamica e accogliente, Odense propone diversi eventi tutto l’anno: per gli amanti del food il Festival dell’Asparago il 10 di giugno, il Danish Beer Day il primo di settembre e ancora il festival gastronomi-
Fiabe sul fiume da giugno ad agosto Le fiabe sul fiume sono una fantastica avventura per tutta la famiglia. Navigando sulle acque del fiume di Odense, in estate si assiste alla messinscena di brevi episodi tratti dalle più belle fiabe di Andersen, con autore a bordo!
Andersen e Copenaghen Se Odense e la Fionia sono l’anima, l’ispirazione e le radici di Andersen, Copenaghen invece rappresenta il sogno, l’ambizione e la realizzazione dello scrittore, partito per la capitale in cerca di fortuna. Hans Christian Andersen arrivò per la prima volta a Copenaghen nel 1819 all’età di quattordici anni, e vi morì nel 1875. Le sue spoglie riposano al cimitero di Assistens, nel quartiere di Nørrebro, che è al tempo stesso un parco molto frequentato, secondo le tradizioni locali. L’itinerario sulle tracce di Andersen a Copenaghen inizia dal caratteristico quartiere di Nyhavn, dove attratto dalla vita del canale e dal movimento di barche e pescherecci, lo scrittore più volte scelse di abitarvi. Si trasferì dapprima al numero 20, dove scrisse le fiabe L’acciarino Magico, Il piccolo Claus e il grande Claus e La Prin. Andersen visse poi vent’anni al numero 67 e due anni al numero 18. Sono stati invece i Giardini di Tivoli a dare lo spunto per una delle fiabe più famose di Andersen: L’usignolo che trae ispirazione da uno spettacolo a cui lo scrittore aveva assistito proprio nel giardino oggi famoso come parco delle fiabe. Il Tivoli avrebbe ripagato il poeta con la costruzione del castello di Hans Christian Andersen, di un negozio che porta il nome dello scrittore e di una serie di produzioni e spettacoli a lui dedicati. HC Andersen era inoltre solito scrivere le sue fiabe nella biblioteca della Torre Rotonda, il più antico osservatorio funzionante d'Europa, costruito nel XVII secolo, dalla cui cima si può godere di una splendida vista su tutta la città - e nelle belle giornate anche sulla costa svedese. Infine, al celebre scrittore di Odense, Copenaghen ha dedicato una strada, HC Andersen Boulevard, un museo interattivo nella piazza del Municipio e due statue tra cui la celeberrima statua della Sirenetta sul molo di Langelinje, realizzata nel 1913 in memoria della sfortunata protagonista dell’omonima fiaba.
Compleanno di H.C Andersen, 2 aprile In occasione del compleanno dello scrittore di fiabe danese più famoso al mondo, la sua città natale si prepara ad accogliere spettacoli ed eventi gratuiti per tutta la giornata del 2 aprile. Cittadini e visitatori sono invitati in particolare alla cerimonia nella Memorial Hall tra le 13:00 e le 14:00 e ad assistere all’imperdibile Hans Christian Andersen Parade. Ogni anno, sempre in occasione del compleanno dello scrittore, il 2 aprile viene distribuita la birra di Hans Christian Andersen. A idearla è stato il birrificio Albani di Odense, che l'ha prodotta per la prima volta nel 1988 per festeggiare i 1.000 anni della città di Odense. A bassa fermentazione e a lunga stagionatura, la birra di Hans Christian Andersen ha un gusto leggero, e viene distribuita in bottiglie numerate, rendendola così anche un oggetto da collezione.
La Parata di Hans Christian Andersen da giugno ad agosto Gli amanti delle fiabe di Andersen non possono perdersi il fantastico spettacolo “24 Fiabe in 24 Minuti”, con Torben Iversen nei panni di Hans Christian Andersen, e l’omonima Parata, che vanno in scena a Odense in estate, tutti i giorni tranne la domenica, alle 11.00 e alle 13.00.
co EAT! che dal 10 al 16 settembre presenterà il meglio della gastronomia locale, con corsi di cucina, proiezioni e menu speciali nei ristoranti. E ancora, il Festival della Cultura al Porto a maggio, con eventi e attrazioni sull’acqua, il Festival dei Fiori ad agosto, per un’incredibile esplosione di colori e profumi per le vie di Odense.
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Il Festival di Hans Christian Andersen nel mese di agosto Ogni anno ad agosto la città natale di Andersen festeggia il suo celebre cittadino con un festival a lui interamente dedicato, un'occasione unica per lasciare spazio all'immaginazione e interpretare in chiave classica e moderna l’universo di Andersen. In questa settimana di rappresentazioni teatrali, performance di street art e spettacoli di suoni e luci, sono più di 270 gli appuntamenti nelle città di Odense, di cui più di 250 gratuiti.
Nyhavn, l’antico porto di Copenaghen. Sotto, la statua di bronzo della Sirenetta, simbolo della città di Copenaghen, che si ispira alla protagonista della favola scritta nel 1837 da Andersen
Leggere
ESSERE CHILDFREE E NON VERGOGNARSI Ancora oggi una donna che sceglie di non fare figli è considerata “inadeguata”. Ma a che cosa? Michela Andreozzi spiega, nel suo primo libro, che la maternità è una scelta non un obbligo e che una donna è un essere umano prima che una madre di Mercedes Vescio o quarant’anni e spicci e non ho figli. Non li ho, e non ne voglio. Sono una childfree, cioè senza figli, che è diverso da childless, priva di figli. Una scelta versus una casualità». Sono parole di Michela Andreozzi, l’autrice del libro Non me lo chiedete più. #Childfree, la libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa, pubblicato da Harper Collins a giugno. «La pressione sociale - prosegue - è un vero e proprio mobbing. Sottile, fatto di giudizi, paragoni, allusioni, confronti, sfide. È possibile non avere figli, ma non ti è permesso rifiutarne l’idea. Dire: io non ne voglio, grazie. Eppure siamo tante, ed è arrivato il momento di farci avanti». Queste parole racchiudono il cuore pulsante del libro di Michela Andreozzi: un vero e proprio manifesto a uso e consumo di quelle donne che decidono, consapevolmente e senza motivazioni aggiuntive rispetto alla sola volontà, di non avere figli. “La pressione sociale è un vero e proprio mobbing”: a tal punto da spingere qualcuno a fare figli solo per non subire più questa pressione? Non so se qualcuno si possa sentire condizionato dalla pressione sociale in sé al punto da fare dei figli. Succede che magari fai dei figli perché sei cresciuta con un certo tipo di educazione e hai introiettato un modello. La pressione sociale semmai ti fa sentire inadeguata. Diversa, sbagliata, mancante di un pezzo. Che comunque non è un bel vivere.
Dire “io non ne voglio” è difficilissimo, lo ha scritto anche lei nel libro. Come ha imparato a dirlo? Stringendo gli occhi e buttandomi a bomba come in una piscina. Con un po’ di coraggio e senza preoccuparmi troppo delle conseguenze. A volte si creano dialoghi e scambi che non ti aspettavi. La verità è liberatoria, terapeutica, utile ma soprattutto imprevedibile.
È molto difficile separare la donna dalla sua funzione biologica. Invece non è detto che avere un utero voglia dire che sia necessario usarlo Guardiamo al suo libro come a un vero e proprio coming out: pensa che potrebbe essere utile ad altre donne che la pensano come lei per vivere la propria scelta più serenamente? Lo spero vivamente. Punti di vista anticonvenzionali si perdonano a chi fa una vita anticonvenzionale: magari è utile esporsi per chi non ha lo stesso coraggio di esprimersi. Non si nasce assertivi, ci insegnano ad aderire a modelli, ad adeguarci a scelte altrui, ad ac-
contentare, a non scontentare: sono comportamenti che inevitabilmente ti restano attaccati addosso. Bisogna imparare ad ascoltarsi. Perché è così difficile vedere la maternità semplicemente come una scelta? Perché è difficile separare la donna dalla sua funzione biologica. Non è detto che avere un utero voglia dire che sia necessario usarlo. Una donna è comunque una persona che può scegliere se usare o meno la sua dotazione. Ma è una scelta che spaventa perché mette in crisi chi decide automaticamente di riprodursi, senza mettere in discussione il proprio percorso di vita. Fra quanto tempo, secondo lei, riusciremo a vedere la donna prima di tutto come un essere umano invece che come una donna? Non lo so. La questione femminile mi sembra un animale che fa due passi avanti e uno indietro. Pensiamo solo al tema della legge sull’aborto che periodicamente viene messa in crisi. In Cile è stata appena tolta. Non smettiamo di farci sentire. Lei descrive diversi tipi di donne childfree: lei quale di questi tipi è? Io credevo, anni fa, durante il mio
L’AUTRICE
primo matrimonio, di essere una childless, una donna che non ha e non riesce ad avere figli, ma che li vorrebbe. Poi ascoltandomi, col passare del tempo, ho capito che quello che mi era accaduto corrispondeva alla mia natura più profonda, e sono diventata una childfree per caso: una donna a cui è capitato di non avere figli ed è felice così. Che poi amo i bambini, per cui sono la childfree zia, un po' una Mary Poppins, mamma... “a ore”. Fra i tipi di childfree che ha individuato ce n’è una che non vorrebbe incontrare sulla sua strada nonostante sia una childfree anche lei? La childfree per forza. Quelle che non si arrendono e si accaniscono oltre ogni limite, dimenticandosi la ragione per cui hanno iniziato un certo cammino. A volte le donne sono così concentrate sui loro desideri da trasformarli in obiettivi che col tempo rischiano di perdere la loro genuinità. Ci sono molti modi di essere felici senza figli, interessanti e appaganti. Ha in programma di scrivere altri libri o film che parleranno di questo stesso argomento? Per ora no, ma continuerò a occuparmi di donne.
Michela Andreozzi, romana, è, prima che una scrittrice, un’attrice e una regista. Ha iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo facendo parte delle redazioni delle trasmissioni Domenica In e Non è la Rai dirette da Gianni Boncompagni. Successivamente forma con Francesca Zanni il duo comico Gretel & Gretel, che partecipa a diverse trasmissioni televisive, tra cui Zelig. Dopo diverse esperienze come sceneggiatrice (il telefilm Via Zanardi 33 ma anche diversi programmi televisivi), nel 2005 entra nel cast de La squadra prima e di 7 vite poi. Al cinema recita nel film Basilicata Coast to Coast e in Pane e Burlesque. È anche autrice di testi per radio e teatro.
Il libro è il racconto di un’esperienza personale e di un punto di vista condivisibile o meno, ma che sicuramente si porta dietro spunti di riflessione per tutte le lettrici
Leggere
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in libreria 1. La casa di June, Miranda Beverly-Whittemore, Marsilio Editori
Cassie Danvers, 25 anni, ha lasciato il fidanzato e la vita newyorkese per seppellirsi nella provincia dell’Ohio, nella casa di famiglia, dove è stata cresciuta da sua nonna June, da poco scomparsa. Una notizia che ha dell’inverosimile viene a scuoterla da questo isolamento: Jack Montgomery, ex divo hollywoodiano, le ha lasciato in eredità la sua immensa fortuna. Ma come è possibile che una star cinematografica d’altri tempi la conoscesse? 2. Siracusa, Delia Ephron, Fazi Editore
Due coppie vanno in vacanza insieme in Italia: Michael e Lizzie, raffinati newyorchesi, lui scrittore affermato, lei giornalista precaria; e Finn e Taylor, lui ristoratore e lei madre oppressiva, che vengono dal Maine e viaggiano con la figlia Snow, una bambina strana e taciturna. Ben presto emergono gelosie e rivalità, attrazioni incrociate e antipatie. 3. La proposta, Paula Daly, Longanesi
Dopo la fine del suo matrimonio, la vita è diventata sempre più difficile per Roz Toovey e per suo figlio George, di nove anni. Tra i debiti che si accumulano, l’affitto da pagare e le sempre più crescenti richieste dal 96 ITA EVENTI
bambino, ogni giorno è una nuova sfida per la protagonista. Quando a tutto questo si aggiunge una notifica di sfratto, per Roz sembra quasi impossibile andare avanti, finché a una festa conosce Scott, uomo ricco e sposato che vuole solamente passare una notte con lei, pagandola.
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4. Il libro che non volevo scrivere, Erwan Larher, Ponte alle Grazie
Alle 21,40 del 13 novembre 20l5, tre terroristi legati all’ISIS fanno irruzione nel teatro Bataclan, a Parigi, armati fino ai denti. Nelle ore successive uccidono 130 persone e ne feriscono circa 360. Fra i feriti, un solo scrittore, Erwan Larher. Fortunata coincidenza, essere al centro della Storia e uscirne vivo, per chi vive di storie. Ma come venirne a capo quando la storia in questione è privata e pubblica, lutto collettivo e tragedia personale? 5. Tu sei un artista, Harriet Russell, Corraini Edizioni
Un graphic book per tirare fuori l’artista che c’è in ognuno. Il libro fornisce consigli per dare sfogo alla propria creatività e seguire le proprie ispirazioni. Come? In tutti i modi possibili e immaginabili: disegnando con il cibo, guardando il soggetto che si vuole disegnare a testa in giù, scrivendo una poesia sonora futurista…
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