scuola magazine

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GIUGNO 2012 NUMERO 2


Diamo un senso al 2 giugno Il 2 giugno si festeggia la festa della Repubblica Italiana. Questa ricorrenza è a mio parere troppo spesso sottovalutata. La Repubblica è uno dei primi passi del nostro Stato riemerso dalla Seconda Guerra Mondiale e segna un passaggio fondamentale nella storia della nostra civiltà: per la vittoria della scelta repubblicana su quella monarchica e per il fatto che per la prima volta le donne furono chiamate a votare. Noi studenti spesso sentiamo questa celebrazione distante e annebbiata da un alone di retorica, ma per essere consapevoli dei nostri diritti e dei nostri doveri bisogna sapere che alla realizzazione della nostra Repubblica collaborarono molte persone, singoli individui che hanno capito l’importanza

Riflessioni sul terremoto Rumore, un rumore grave e potente che dalle viscere della terra si insinua in tutto ciò che mi circonda e più profondo ancora nel mio intimo. È con questa violenza inaudita che apro gli occhi e vedo, senza riuscire a mettere a fuoco, che il senso stesso del reale sta vacillando davanti ai miei occhi. Secondi lunghi, immensi, dilatati, dove terrore e follia hanno il sopravvento e in cui urli, inarchi ogni fibra del tuo essere e tenti di fissare le priorità di quello che stai per fare. Questi istanti li vivo e rivivo ogni volta in cui il cuore perde un colpo e sento una delle innumerevoli scosse che mi attraversano: alcune vere, altre frutto dei miei sensi ipertesi. Sotto shock è forse la parola giusta, lo realizzo ogni volta che è la paura l'unico pensiero lucido che riesco a formulare. “How fragile we are”, è la verità, ma è tutto già a pezzi... Per il resto, se non col tempo, vorrei il miracolo: saper morire e rinascere ogni volta, aver un co-

di Davide Albertazzi

di un progetto unitario e hanno dedicato la loro vita per realizzarlo, anche per la nostra libertà. La tendenza oggi è di dare tutto per scontato, ma se la nostra storia ci insegna qualcosa è proprio che nulla è dovuto, e che senza partecipazione e tenacia si è solo elementi passivi della società. Questa festività non solo ci deve ricordare come in passato donne e uomini di tutte le età siano stati uniti e abbiano ottenuto grandi risultati, ma deve, in mano nostra, diventare qualcosa di più di un ricordo, un impegno quotidiano e una speranza comune. La mia personale speranza di studente è quella di trovare una coesione, un’unità per potere, come in passato, raggiungere nuovi importanti obiettivi… Buon 2 giugno a tutti.

di Francesco Di Napoli

modo quanto automatico sistema di reset per ritrovare il minimo, solito, precario equilibro nel karma. Ma non funziona: sono troppo umano, dannatamente umano, e devo fare appello a tutte le forze cui posso attingere per affrontare ogni giorno e ogni notte. Ciò che più di tutto mi sorprende è che voglio farlo, voglio rialzarmi, voglio continuare. E nel farlo mi accorgo di non esser solo, quando dall'ombra dei dubbi e delle angosce tendo una mano e ne incontro un'altra, forse inconsapevole come la mia, nel cui contatto però scopro quel conforto e sostegno che cercavo. È una ripresa? È un punto fermo e non voglio che vacilli. Mi stringo a chi ho intorno, tanti ingenui bambini che osservano una sconosciuta e inedita Natura, consapevole di essere in una comunità, dove insieme, spalla a spalla, non crollo al puro istinto primordiale. (Pensieri di uno studente di un paese colpito dal terremoto)

Gay Pride come simbolo di civiltà Dopo secoli di discriminazioni e abusi, finalmente è possibile gridare al mondo la propria natura senza dover temere ritorsioni e violenze. Almeno questo è come dovrebbe essere. Ricordiamo con orrore, infatti, la spregevole e vigliacca violenza dell'estrema destra neonazista ucraina che a furia di pestaggi e minacce ha costretto l'annullamento del Gay Pride previsto 2- SCUOLA MagAzIne

nella città di Kiev per quest'estate. Il Gay Pride, quindi, è ben più che una sfilata colorata e goliardica. Rappresenta un simbolo di libertà e giustizia sociale che esprime, miscelandole, due delle più pure espressioni di democrazia esistenti: la manifestazione pubblica pacifica e colorata e l'orgoglio di una conquista di diritti troppo a lungo vergognosamente negati.

di Marco Camorani

È per questo che con grande soddisfazione apprendo che il 9 giugno prossimo a Bologna, la mia città, si terrà ancora una volta (sfilò già nel 1995 un anno dopo al primo ed epocale GP di Roma nel ’94) il Gay Pride nazionale e con gioia voglio invitare tutti i bolognesi etero e omosessuali a partecipare a questa grande manifestazione di civiltà e ricchezza culturale.


ATTUALITÀ Il test Invalsi viene considerato un indicatore di determinate conoscenze e abilità. Ma sempre più studenti dubitano della validità del test. Ecco qualche riflessione in merito

Attendibilità del test Invalsi Lo scorso 16 maggio le prove Invalsi si sono svolte in tutte le classi seconde delle scuole superiori del territorio nazionale. In questo secondo anno di applicazione ci sono state numerose forme di protesta da parte di docenti, genitori e studenti. Senza entrare troppo nel merito della questione, emerge senza dubbio un dato: l’informazione e il coinvolgimento degli studenti sono stati quasi inesistenti, dimostrando una scarsa attenzione nei confronti dei diretti interessati.

Alcune considerazioni: ➠ Il test si pone come obiettivo quello di orientare le politiche scolastiche, di valutare le scuole, di formare i docenti e di migliorare la didattica. È possibile con un solo test, effettuato solo nelle materie di matematica e italiano, raggiungere così tanti obiettivi? ➠ Valutare la situazione di italiano e matematica può essere indicativo, ma forse anche riduttivo: ci sono altre materie che creano sicuramente metodi e competenze specifici, così come vi sono abilità e capacità trasversali alle varie materie che si creano nella scuola e che forse sono difficilmente misurabili, ma da

considerare molto importanti nello sviluppo di ogni singolo studente.

➠ Se una scuola verrà valutata soprattutto attraverso il test Invalsi è ovvio che gli insegnanti e gli studenti saranno spinti a privilegiare l’addestramento alla risoluzione di test sacrificando altre pratiche didattiche. Non è detto che tanta uniformità sia per forza un bene.

➠ Il test Invalsi è uno strumento che può essere utile, un indicatore di determinate conoscenze e abilità, può essere di supporto a studenti, docenti e scuole, che autonomamente potrebbero attuare azioni di miglioramento. Certo però non può bastare per giudicare una scuola. Inoltre in un momento di tagli all’istruzione in cui viene sempre più minacciato il diritto allo studio, non sarebbe il caso di pensare a forme meno dispendiose, come per esempio la somministrazione a un campione variabile di anno in anno e con la supervisione di personale esterno alle scuole? ➠ Non ha molto senso in questo ambito pensare

solo al sistema nazionale: forse sarebbe formativo guardare all’Europa, verificare quali strumenti vengono utilizzati per valutare il sistema e le scuole nei vari Paesi e produrre un progetto comune, magari coinvolgendo maggiormente gli studenti! (di Davide Albertazzi)

Invalsi: a cosa serve Il test Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) è stato assegnato per la prima volta, a scopo statistico, nell'esame di stato dell’anno scolastico 2007-2008. Dal 2009, la prova concorre nella valutazione finale dell'esame di terzo anno della scuola secondaria di primo grado. Si tratta di una serie di questionari che mirano a sondare il livello di preparazione generale degli studenti nelle principali discipline di studio. I test vengono effettuati su scala nazionale e servono a valutare non soltanto la preparazione del singolo studente ma anche la qualità dell'insegnamento dell'intero istituto e il lavoro degli insegnanti. Negli ultimi anni i risultati delle Prove Invalsi hanno evidenziato un abbassamento del livello di preparazione degli studenti, soprattutto nelle discipline matematiche. L’ efficacia del test è stata negli anni sottoposta a diverse critiche.

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RICORRENZE Sono passati ormai 20 anni. E possiamo dire che la morte di Falcone e Borsellino ha segnato profondamente le nostre coscienze. Dal 1992 in poi molte cose sono cambiate. E soprattutto continua la voglia di combattere la mafia

UNA LEZIONE CHE DURA DA 20 ANNI Sono le 17.56 del 23 maggio del 1992. L’auto di Giovanni Falcone e le due vetture di scorta sfrecciano sull’autostrada che collega Palermo a Punta Raisi, all’altezza dell’uscita di Capaci. In quell’istante gli strumenti dell’Istituto di Geofisica di monte Erice registrano, in quei luoghi, un “piccolo evento sismico”. Non è un terremoto. Sono 500 chili di tritolo che fanno saltare in aria la sua vettura. Muoiono il magistrato, la moglie e tre agenti della scorta. Due giorni dopo, con l’Italia ancora scossa da quest’avvenimento, si celebrano i funerali. In una Palermo ferita, centinaia di studenti, giovani e persone qualunque, attendono l’uscita delle bare, fischiano gli uo-

mini dello Stato - in prima fila al funerale ma in prima fila anche nell’osteggiare il pool e lasciare da solo Giovanni Falcone - e sfogano una rabbia che, prima o poi, sarebbe dovuta esplodere. Anche una vedova, piangendo, sfoga la sua rabbia. «Vi perdono, ma dovete inginocchiarvi. Abbiate il coraggio di pentirvi e cambiare», le sue parole, esasperate. Non ho intenzione di soffermarmi, ora, sulla strage. O sul fatto che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - che portò la sua bara quel giorno, sotto la pioggia, e che 55 giorni dopo fu ucciso - fossero stati lasciati barbaramente soli da uno Stato che voltò pagina. Ma piuttosto, ho voglia di analizzare un al-

tro fatto: il dopo. Cosa successe dopo quel 23 maggio e dopo quel 19 luglio. Qualcosa che non ci si aspettava. Una sorpresa, in positivo. La gente si svegliò. Aprirono gli

1992

Il 12 marzo 1992 a Mondello viene ucciso Salvo Lima, euro parlamentare Dc, l’uomo più potente di Palermo


Una foto della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992. Persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro

occhi, i siciliani. Rialzarono la testa e capirono, man mano che il tempo passava, che la mafia non era, non era stata, e non è una cosa buona. Che non si deve chiudere un occhio. Che non si può perdonare chi, a pochi passi dalla propria casa, uccide e ha ucciso. Ci fu, in poche parole, una vera e propria rivoluzione cul-

L’omicidio di Salvatore Lima segna l’inizio della caduta politica di Giulio Andreotti

Il capo della polizia, Vincenzo Parisi, annuncia il rischio di attacchi terroristici

turale. Una rivoluzione gentile, una rivoluzione nel modo di pensare e di agire. Ci fu una mobilitazione di persone, una voglia prorompente di capire, informarsi e rendersi coscienti. Una mobilitazione di idee. E questa storia, questo fenomeno, non si ferma al 1993. Nonostante altri duri colpi e anzi, forse anche a causa di quei duri colpi (la morte di Borsellino in primis), si continua. Non ci si arrende. Si cade e ci si rialza. Nasce negli anni ’90 Libera, associazione contro le mafie, che va a dare fastidio ai mafiosi laddove sono nati e laddove hanno lo strapotere. Nei campi. Lì “Libera” inizia a gestire una rete di cooperative e di ragazzi che ci lavorano. Nascono poi, con il passare del tempo, decine di altre realtà. “Addiopizzo”, per il consumo critico contro il racket del pizzo in Sicilia. E non solo. Io non c’ero.

Il 23 maggio a Capaci esplode la bomba che uccide Falcone, la moglie e la scorta

Non ero ancora nato. Ma sento la voglia e il bisogno, dentro di me, di continuare. Di fare in modo che, un bel giorno, guardando indietro nel tempo, si possa dire: “noi c’eravamo e tutto questo lavoro, in fin dei conti, è stato utile”. Di pensare che veramente le idee che Paolo Borsellino e Giovanni Falcone hanno portato avanti camminino anche sulle mie gambe. Come ultima considerazione, ritengo che in questo momento si debba prendere esempio da quella sollevazione e mobilitazione di coscienze degli anni ’90. In un momento come questo, nel quale si ritorna a sparare nelle strade e nel quale esplodono bombe davanti alle scuole, più forte che mai deve partire un grido, come quello del 1992: “Non ci avrete mai. Non ci fermerete mai. Continueremo, senza paura”. (di Federico Diamanti)

Dopo l’attentato a Falcone, Scalfaro viene eletto Presidente della Repubblica

Il 19 luglio Paolo Borsellino e la scorta vengono uccisi dallo scoppio di una bomba

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MUSICA

È VERO SIAMO UN PO’ DECADENTI Nata da pochissimo tempo la band ha fatto conoscere al pubblico bolognese il suo primo Ep. Testi d’autore e confezione musicale improntata ad un sound elettrico e sperimentale, sono la carta vincente dei giovanissimi Hotel Chevalier Nino (voce, chitarra acustica), Alessandro (chitarra elettrica), Matteo (tastiere e synth) e Francesco (basso e programmazione): sono loro i giovanissimi componenti degli Hotel Chevalier, un gruppo musicale nato all’ombra delle Due Torri. Hanno vinto nel 2011 il Campania Eco Festival e sono stati selezionati per numerosi concorsi e festival, tra i quali Edison change the music, Sotto La Luna, Suoni Paralleli. Nell’ottobre 2011 vede la luce il loro primo Ep autoprodotto che ha lo stesso nome della band. I testi rispecchiano l’anima cantautorale della band e sono accompagnati da un energico sound elettrico e sintetico che si spinge fino ai confini dell’electro. C'è una storia dietro la scelta del nome? Nino: «C’è una storia di contesto e una di retro testo. Quella non detta è che il nome è l’ostacolo più arduo da superare. Quando sei un gruppo alle prime armi con quattro teste cocciute come le nostre, sempre a puntarci le corna contro e odiarci con amore, alla fine la spunta… il male minore. Il contesto però è più affascinante, perché

il male minore si è rivelato vincente. Le persone ricordano il nostro nome, anche perché è rubato ad un corto di Wes Anderson (un regista che stimiamo molto), con Nathalie Portman, nella versione post “V per Vendetta”. Il clima di eleganza decadente di quel corto, come di tutta la filmografia di Anderson, credo ci appartenga molto». Rimanendo sul tema delle origini: quando siete diventati un gruppo e come è successo? Nino: «La genesi è travagliata. Ognuno di noi ha un passato in una band. Il vero Hotel nasce all’inizio del 2011, a scapito di quello che si può leggere in giro. Prima di allora, io, Mat e Alex abbiamo suonato un po’ di cover (R.E.M., Cure, Blur…) e io facevo il batterista. Vuoi per necessità, vuoi per scelta stilistica, quando il vecchio cantante ha lasciato io gli sono subentrato e ci siamo buttati sull’electro pop, con batterie elettroniche». Francesco: «La genesi del gruppo ha attraversato tre fasi, la prima da cover band, quando io non c’ero ancora, la seconda da gruppo con brani originali e l'ultima, con


Nino alla voce e io alle drum machines, che è relativamente recente». Matteo: «Ci siamo incontrati frequentando la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. La scelta di suonare insieme era inevitabile, per non stramazzare davanti a libri di letteratura, filologia, storiografia della musica, etc. etc.». Al di là di Battiato e dei Baustelle, che sembrano chiaramente influenzarvi, a quali altri artisti o generi musicali vi ispirate? Nino: «Quello delle influenze è un problema che non esiterei a definire annoso. Gli ascolti non sempre sono ispirazioni. Non abbiamo mai pensato di scrivere un pezzo “tipo questo o tipo quello”. Per essere più chiari: Franky fino all’altro ieri nemmeno li conosceva i Baustelle. Probabilmente sembriamo così vicini per il mio modo di cantare e per la sistemazione metrica delle liriche, ma oltre ad imitarlo benissimo, quando si scherza fra di noi, credo di non dovere altro a Mr. Bianconi. In realtà ascoltiamo musica molto varia. Io ascolto molta musica italiana, è vero, ma sono cresciuto a pane e Cure, Sisters of Mercy, Bauhaus. Se dovessi definire un genere preferito direi il dark-wave». Francesco: «Queste due "B" ci seNella foto: guono in ogni nostra intervista o la copertina del primo Ep confronto, tanto che io sono solito degli Hotel nominarli subito per "mettere le Chevalier, uscito a mani avanti". Dato il mio controverso ottobre 2011 rapporto con la musica italiana e le mie recenti evoluzioni di interessi e strumenti (per esempio attualmente quelli popolari ed etnici), posso dire che se in mano ho un basso cerco di suonare il più new-wave possibile, perché con questo strumento personalmente non posso far altro che rifarmi ai miei ascolti di Joy Division in primis e per sempre, poi U2, REM e più recentemente Interpol». Matteo: «Mi piacerebbe poter dire che tutte le nostre canzoni sono materiale che i Baustelle hanno scartato per i loro album e che noi abbiamo ripristinato, dal momento che le canzoni erano troppo belle per essere chiuse in un cassetto, ma sarebbe una cavolata. Io sono lusingato per questo accostamento. È inevitabile che i propri ascolti musicali influenzino il momento della composizione. Sono sicuro però che, da parte nostra, non ci sia niente di programmatico. I richiami musicali si inseriscono in maniera inconscia nel nostro lavoro e questo avviene soprattutto perché, essendo un progetto nato da poco, dobbiamo ancora crescere molto musi-

calmente. Per quanto riguarda gli ascolti, posso dire che ultimamente i miei interessi si sono focalizzati sulla musica classica contemporanea: adoro il minimalismo di Philip Glass, Wim Mertens, Steve Reich, la spiritualità di un lavoro di Arvo Part, il silenzio musicato da John Cage. Inoltre mi piace la musica cantautorale italiana: in questo periodo ho apprezzato molto sia l’ultimo album di Dente, che quello di Gianmaria Testa». Scrivete i testi insieme? E perché la scelta della lingua italiana? Nino: «I testi sono opera mia e di Matteo. È sempre stato così: portiamo una canzoncina acustica e un testo e tutti insieme lavoriamo all’arrangiamento. Ma non è una regola. Stiamo provando anche a “jammare” su qualche pattern… vediamo che ne esce! Per quanto riguarda l’italiano, è la scelta più ovvia e naturale. Non siamo di quelli che si schierano su posizioni radicali del tipo: “Ma come? Sono italiani e cantano in inglese”. Ma sono profondamente convinto che per il genere di tematiche che stiamo affrontando, l’italiano si presta bene. Politica, satira sociale, storie di italianità perdute… mi sembrano concetti comunicabili solo con la nostra bella lingua». Matteo: «In rare occasioni accade che un testo nasca dal niente, spontaneamente. Come direbbe il buon Giovanni Lindo Ferretti, si raggiunge fra di noi “uno stato di grazia” tale che a volte ci stupiamo di noi stessi». Avete scelto di rendere scaricabili gratuitamente le vostre canzoni. Nino: «Sì, il free download è un metodo congeniale. Mi piace pensare che ci sono persone che magari neanche conosco che vanno in giro con la musica degli Hotel Chevalier nelle cuffie. Inoltre è il modo più facile per diffondere “il verbo” nonostante i paraorecchi di buona fetta della discografia e della stampa anche indipendente. Il link è questo: http://hotelchevalier.bandcamp.com/» Progetti futuri? Nino: «Siamo appena usciti da una serie di live in città per far conoscere l’EP che è uscito il primo ottobre. Ora, salvo sorprese, abbiamo intenzione di chiuderci in sala, lavorare sul live e scrivere del nuovo materiale che potrebbe finire in un nuovo EP l’anno prossimo. Nel 2012 abbiamo già fissato un paio di date live a Bologna, ma presto ci saranno novità anche per il resto d’Italia». (di Emily Clancy)

“Le persone ricordano il nostro nome, anche perché è rubato ad un corto di Wes Anderson (un regista che stimiamo molto), con Nathalie Portman” SCUOLA MagAzIne -7


UNO SGUARDO AGLI EVENTI PIÙ IMPORTANTI DEI PROSSIMI MESI GLEN HANSARD Frontman dei Frames e degli Swell Season, arriva in Italia a luglio per un unico concerto a Bologna. Hansard è giunto all’attenzione internazionale grazie alla partecipazione al film “The Commitments”, in cui interpreta la parte del chitarrista Outspan Foster.

TI N E V E

Giardini di via Filippo Re, mercoledì 18 luglio, ore 21.30

PATTI SMITH Nel “Concerto per la Memoria” che si terrà nello spazio antistante il Museo della Memoria per Ustica, Patti Smith e la sua band presenteranno il nuovo album “Banga - believe or explode”, ricco di riferimenti all’Italia a riprova dell’amore che lega l’artista al nostro Paese.

Giardini di via Filippo Re, sabato 7 luglio, ore 21.00

Parco della Zucca, domenica 15 luglio, ore 21.30

GIULIANO PALMA & THE BLUEBEATERS La favola dei Bluebeaters di Giuliano Palma, iniziata nel 1999 è diventata realtà. Dopo 13 anni il gruppo è oggi uno dei punti di riferimento del genere. Basta ascoltare le sedici tracce di “Combo”, il quinto e ultimo album, ristampato nel 2010.

NEW YORK SKA JAZZ ENSEMBLE Attivi dal 1994, sono stati tra i primi a rielaborare noti standard del jazz in chiave ska e reggae, lasciando ampio spazio all'improvvisazione. Oggi è uno dei più noti gruppi ska jazz contemporanei. Sono l'ideale per una serata di festa e allegria.

VASCO KOM. LA MOSTRA IN 3D La prima mostra in 3D dedicata a Vasco e ai suoi ultimi lavori. Un’esperienza sensoriale unica per (ri)vivere il concerto, le atmosfere delle prove, la vita e le complicità dietro le quinte, l’esplosione di emozione che Vasco innesca sul palco. Palazzo Isolani, 8 giugno - 15 luglio 8- SCUOLA MagAzIne

Giardini di via Filippo Re, venerdì 20 luglio, ore 21.30

NELSON MACHADO Fondatore della formazione vocale Brasil Class, Machado propone un'interpretazione personale del repertorio di canzoni brasiliane. Il gruppo si accompagna con percussioni, chitarra, flauto e piano. Machado si esibisce regolarmente con successo nei locali e teatri più rinomati di Bologna. Fienile Fluò, 20 luglio ore 22.30


PERASPERA FESTIVAL Una festa di artisti che fanno vivere e valorizzano la villa con lavori site specific, riadattati espressamente per il luogo. Una festa che prescinde dalle logiche di mercato per aprire gli occhi sulla produzione artistica, con l'obiettivo di valorizzare le creatività del territorio.

Villa Aldrovandi Mazzacorati, 14 giugno - 28 luglio

BONNIE PRINCE BILLY Riconosciuto ormai come uno dei nomi più importanti del nuovo cantautorato americano, Bonnie Prince Billy si muove tra l'indierock e il recupero della tradizione country, folk e blues americana. Al Bolognetti Rocks presenterà l'ultimo album, ma anche il nuovissimo EP.

Vicolo Bolognetti 2, 19 giugno, ore 21.00

Vicolo Bolognetti 2, 17 luglio, ore 21.00

THE BRIAN JONESTOWN MASSACRE Cult band della neo-psichedelia, ritornano in Italia per una sola data in cui presenteranno il nuovo disco. La storia del gruppo è partita dagli anni 90 e nel corso di quasi 20 di carriera ha ridefinito i canoni della ricerca rock attraverso la psichedelia.

FRONTIER L’evento intende valorizzare il Writing e la Street Art. La prima fase del progetto avrà inizio il 18 giugno e continuerà nel mese di luglio: l’area metropolitana che si sviluppa lungo i Quartieri Navile, San Donato e San Vitale accoglierà gli artisti stranieri, ospitando cantieri a cielo aperto.

GIORGIO CONTE LIVE Unica data a Bologna del Tour di Giorgio Conte:”C. Q. F. P.” (Come Quando Fuori Piove) con Walter Porro, coro, fisarmonica, piano - Alberto Parone, coro, batteria, percussioni e vocal bass. Dalle 19.00, inoltre, crescentine, piatti freddi, bevande e gelato artigianale. Arena del Navile, Ponte della Bionda, 29 giugno, ore 21.15

FESTA DELLA BIRRA Una festa della birra organizzata per il recupero delle tradizioni e della cultura del gusto, in grado di proporre un’idea basata su un modo di bere antico ma che con le sue molteplici peculiarità si ripropone come bere nuovo, locale, consapevole. Il tutto accompagnato da concerti live.

Quartiere Navile, San Donato, San Vitale, giugno/luglio

Centro Blogos, Casalecchio di Reno, 29 - 30 giugno SCUOLA MagAzIne -9


SPORT La morte di Morosini e le immagini dei calciatori davanti ai Palazzi di Giustizia sono aspetti negativi del calcio italiano. Un anno travagliato. Ora speriamo negli Europei

LUCI E OMBRE SUL NOSTRO CALCIO Il campionato di calcio 2011-2012 potrebbe essere descritto da alcuni scatti fotografici significativi. Il campo del “Nereo Rocco” di Trieste, gremito di tifosi juventini per festeggiare il meritatissimo 28esimo (sottolineo: 28ESIMO) scudetto della Vecchia Signora, conquistato senza mai perdere una partita e al termine di una lotta estenuante contro i rivali milanisti, più forti sulla carta ma carenti sul piano della compattezza e del senso di squadra, là dove invece Conte ha fatto un autentico capolavoro. Il trionfo di un vecchio leone del calcio italiano Zdenek Zeman, sollevato dai giocatori del Pescara come una rockstar dopo il primato ai danni della Nocerina, retrocessa in Lega Pro. I sorrisi sulle facce dei tifosi di tante città lontane dai riflettori del calcio-spettacolo, che hanno visto le loro squadre dare prova di un bel gioco e ottenere risultati assai soddisfacenti: dall'Udinese di Guidolin, che ha centrato con merito il terzo posto (ai danni di una Lazio discendente e di un Napoli inspiegabilmente altalenante), al Parma e al Bologna, che dopo un inizio esitante hanno fatto valere i loro rispettivi valori (bel gioco, coesione di gruppo, qualità dei singoli e grande senso del sacrificio), centrando importanti piazzamenti,

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rispettivamente, ottavo e nono posto. La lotta per la salvezza, serratissima fino all'ultima giornata tra un Lecce assai combattivo, grintoso quanto il suo allenatore Cosmi, e un Genoa disgregato e privo di certezze (giusta punizione alla superbia mostrata dall'allenatore Malesani nel gettare al vento l'anno trascorso sotto le Due Torri puntando a una piazza “più blasonata”...). Accanto alle luci, però, troviamo molte, troppe ombre. Innanzitutto la tragica morte di Morosini, difensore del Livorno di soli 26 anni, colpito da un infarto durante la partita contro il Pescara di metà aprile: un trauma che ha colpito tutto il mondo dello sport (dopo la scomparsa, in questo stesso anno, di Simoncelli e di Bovolenta). Poi le tristi immagini dei calciatori davanti ai Palazzi di Giustizia, nell'ambito dell'inchiesta sulle scommesse sportive e sulle combine: a farne le spese l'Atalanta, con sei punti di penalizzazione; ma il peggio, si sa, deve ancora venire. Infine, per restare sul campo di gioco, la delusione scolpita nei volti dei campioni di ieri, di quell'Inter del triplete di soli due anni fa, umiliata in casa dal Bologna e dal Novara, senza certezze e senza identità, se non quelle dei tre allenatori che si sono succeduti sulla panchina nerazzurra. Per non parlare dello stupore dei tanti tifosi napo-

letani accorsi a Londra per vedere la “celeste” strappare il biglietto per la semifinale contro il Barcellona, costretti a tornare a casa a mani vuote, dopo aver perso contro quel Chelsea che poi conquisterà - un po' inaspettatamente la Champions League. Una pagina di questo album resta ancora da scrivere: è quella azzurra, degli Europei di Polonia e Ucraina, dove la Nazionale di Prandelli e il calcio italiano in generale si giocano moltissimo. Dopo anni di mediocrità, dopo il discredito del calcio-scommesse e dopo un radicale ricambio generazionale, i nuovi azzurri hanno la possibilità di scrivere una pagina di storia: per l'Italia di questi tempi, sarebbe una straordinaria occasione per ripartire. (Francesco Massarenti) I PROTAGONISTI Sopra: Morosini, giocatore del Livorno, morto a soli 26 anni durante una partita. A sinistra: Zeman, che riporta in Serie A il Pescara, dopo 19 anni. Sotto: Del Piero, che ha vinto il suo ultimo scudetto con la Juventus


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33. Ha per capoluogo Edimburgo 36. Lascia senza confini 38. Pubblicati 40. Sigla dell’Irlanda 41. Nome femminile palindromo 43. Metropolitana parigina 44. Lupo in inglese 45. Comandano i plotoni 48. Associazione Nazionale Archivistica Italiana 49. Prefisso che vale sei 50. I limiti dell’onore 51. Il nome della Dietrich senza la fine 53. Raccoglitore di figurine 54. Azienda che cura la manutenzione delle strade 55. Pongono fine all’Eneide 57. Unione Europea 58. Le sorelle Kim, Kourtney, Khloé VERTICALI

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ORIZZONTALI

20. Puntata di prova di un programma televisivo 21. Copricapo arabo 22. Copricapi senza tesa 25. La direzione di un film 27. Quella Marina è sulla riviera romagnola 28. Una tappa nel deserto 30. Salerno 31. Telegiornale in breve 32. Separa il dire dal fare

1. La protagonista di «Orgoglio e pregiudizio» 8. La Lady di «Alejandro» 12. Controlla i diritti d’autore 13. Mangiare in inglese 14. Il Dylan cantante 15. Un mago delle fiabe 16. Compose il nostro inno nazionale 19. La Sampò

SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE 1

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SPUNTI ENIGMATICI SULLO SPORT BOLOGNESE 1. 2. 3. 4. 5.

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Esagerato La Taylor attrice Fine della storia È tra i lussuriosi nell’inferno di Dante 5. Un tipo di aereo 6. Abbreviazione che precede spesso un numero telefonico 7. Il musical con «Aquarius» 9. Dedizione disinteressata 10. La Carla compagna televisiva di Enzo Miccio 11. Città nigeriana 17. Grido di incoraggiamento 18. Solidi geometrici 19. Vi era il tempio di Artemide 20. Il contrario di post 23. Uova inglesi 24. Il centro di Pisa 26. Una Repubblica Marinara 29. Lo è una nativa di Pola 34. Prime due di cinque 35. Dublino ne è la capitale 37. È famoso quello di Panama 39. Mezza iena 42. Cantante olandese 44. Brenda e Brandon di «Beverly Hills 90210» 46. Il figlio di Isacco 47. Componimento scolastico 51. Lo sono gli uomini di una serie tv americana ambientata nella New York degli anni 60 52. Titolo tradizionale etiope 56. Preposizione francese

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SCUOLA MA

Direttori: Davide Albertazzi, Alessia Coraddu - Redazione: Federico Diamanti, Alberto Pizzi, Francesco Massarenti, Pierpaolo Greco - Collaborazione: Associazione FDS - Federazione degli Studenti, via delle Belle Arti 20/C, tel. 051.239524 Progetto grafico e realizzazione: KORE Edizioni (Bologna)- www.koreedizioni.it - Stampa: Asterisco snc (Bologna)


Festa de l’Unità dei Giovani Democratici

La Federazione degli Studenti di Bologna partecipa alla

dall'8 al 17 giugno 2012

parco PARKER-LENNON via del Lavoro - Bologna SarĂ possibile mangiare in compagnia scegliendo fra pub, ristorante o stand delle crescentine Ci saranno dibattiti, tanta musica e saranno proiettate tutte le partite degli Europei di Calcio 2012

Il programma definitivo si trova su facebook accedendo alla pagina della Federazione degli Studenti di Bologna


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