ESTATE 2019
Il magazine delle eccellenze e delle innovazioni tecnologiche per tutti i professionisti del mondo dell’abitare
BIOEDILIZIA
ENERGIE RINNOVABILI
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INTERIOR DESIGN
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SPAZI magazine | Rivista trimestrale specializzata | Periodical magazine Registrata presso la Cancelleria del Tribunale di Vicenza il 03/2019 con il numero 1189 DIRETTORE RESPONSABILE | EDITOR IN CHIEF Simone Pavan | simonepavanitalia@gmail.com | Ordine dei Giornalisti di Venezia N° 124991
DIRETTORE ARTISTICO | ART DIRECTOR • Simone Pavan | simonepavanitalia@gmail.com | www.simonepavan.com COMUNICAZIONE ONLINE | ONLINE COMMUNICATION • Crescita Digitale Srl - Verona | www.crescitadigitale.com PROGETTO GRAFICO | CONCEPT • Simone Pavan STAMPA | PRINTING • PressUp Roma - Italia REDAZIONE | EDITORIAL OFFICE • Simone Pavan | Anna Caldera | Elena Azzola | Elisabetta Badiello | Giovanni Simoni CONSIGLIERI DI REDAZIONE | EDITING ADVISERS • Marco Ambrosi | Claudio Bernabè | Salvatore Fazia Roberto Fin | Moreno Gorza | Leonardo Pavan | Deborah Tosi REDATTORI E CORRISPONDENTI | WRITERS AND CORRESPONDENTS Elena Azzola | Elisabetta Badiello | Claudio Bernabè | Anna Caldera Andrea Danzo | Stefano Danzo | Fabio Massimo Donzelli | Stefania Fanchini | Salvatore Fazia | Gek Folley | Denise Frigerio Andrea Grippo | Susan Leroy | Alessandro Meluzzi | Damiano Miotto | Beatrice Taylor Searle | Beunida Melissa Shani | Giovanni Simoni EDITORE | PUBLISHER • SIMONE PAVAN EDITORE Srls | Vicenza (VI) Unique number +39 02.3035.6892 | www.simonepavan.com PUBBLICITÀ | ADVERTISING Roberto Fin - Sales Manager | Moreno Gorza - Marketing Advisor | Claudio Bernabè - Area Manager
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Sommario
.Spazio alle Aziende 18 | .Outdoor | Il giardino come un salotto 24 | .Illuminare | Senza energia in giardino 28 | .Waterstudio | Le costruzioni sostenibili
.Spazio agli Ospiti 38 | .Stefano Boeri | Il bosco verticale 46 | .Design must been green | Intervista a Giorgio Caporaso
.Spazio alla Scienza 54 | .Fonti di Energia 56 | .Risorse naturali 58 | .Fotovoltaico 62 | .Solare termico 66 | .Geotermico 70 | .Eolico 74 | .Biomasse 76 | .Valorizzare i rifiuti
.Periscopio 88 | .News 94 | .Fiere
.Il Designer 98 | .Sebastian Herkner
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Editoriale
.Progetti e The Modulor Series | Le Corbusier, The Modulor. Ricerca di “proporzione aurea” basata sugli studi di “Sezione Aurea” già esaminata da Leonardo Da Pisa, noto anche come Fibonacci che scopri la relazione matematica (a + b): a = a: b che produce una sequenza di numeri che determina appunto la Sezione Aurea.
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poesia “È un peccato dover mettere razionale da un lato della barricata per poter lasciare a colpo sicuro l’accademico dall’altra parte. Si dice anche funzionale. Per me, il termine architettura ha qualche cosa di più magico che non il razionale o il funzionale, qualcosa che domina, che predomina, che impone. L’architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce. I nostri occhi sono fatti per vedere le forme nella luce: l’ombra e la luce rivelano queste forme; i cubi, i coni, le sfere, i cilindri e le piramidi sono le grandi forme primarie… La loro immagine ci appare netta… E senza ambiguità”. | Le Corbusier “Il grattacielo, all’ora del crepuscolo, è una scintillante verticalità, un velo sottilissimo, un sipario luminoso teso contro il cielo oscuro per abbagliare, svagare e stupire. Gli interni illuminati emanano un senso di vita e di prosperità. Di notte, la città non solo appare viva; vive realmente. Ma la sua vita ha la consistenza dell’illusione. Visto di notte, vuoto di reale significato, il mostruoso agglomerato presenta infine casuali bellezze di contorni, e torrenti di luce riflessa e rifratta. Le strade divengono prospettive ritmiche di linee punteggiate di luci”. | Frank Lloyd Wright “Solo i grattacieli in costruzione mostrano ardite idee costruttive, e l’effetto di questi scheletri d’acciaio che si stagliano contro il cielo è sconvolgente. Con il rivestimento delle facciate tale effetto scompare completamente, l’idea costruttiva che sta alla base della creazione artistica è annientata e soffocata per lo più da un caos di forme prive di senso e banali. Nel migliore dei casi, oggi, risultano esclusivamente le dimensioni grandiose, eppure queste costruzioni avrebbero potuto essere qualcosa di più di una semplice manifestazione delle nostre possibilità tecniche”. | Ludwig Mies van der Rohe Il secolo scorso ci ha lanciati in un’epoca meravigliosa, dove l’architettura si amplifica in altre materie ricche di nuovi orizzonti. Le innovazioni tecnologiche si integrano tra bio-materiali e domotica, tra nuove energie e nuovi spazi. E si avvicendano nanotecnologie, materiali ecosostenibili ed energie rinnovabili, in nuove visioni di integrazione e rispetto del pianeta. Il fine è quello di dare ai progettisti le informazioni per creare gli spazi abitativi per il vivere di oggi; il mezzo è SPAZI magazine. Simone Pavan | Direttore Editoriale
PROJECTS AND POETRY “It is a shame to put what is rational on the other side of the barricade to leave what is academic on the other side. It is also called functional. To me, the term “architecture” denotes something more magic than rationalism or functionalism, something that dominates, predominates and imposes. Architecture is the learned game, correct and magnificent, of forms assembled in the light. Our eyes are made to see forms in light; light and shade reveal these forms; cubes, cones, spheres, cylinders or pyramids are the great primary forms…the image of these is distinct and tangible within us…without ambiguity”. | The Corbusiers “In the twilight the skyscraper is a shiny verticality, an extremely thin veil, a bright curtain in the dark sky to dazzle, amuse and impress. The enlightened interior suggests life and prosperity. During the night the city not only appears live, it really lives. But its life has the consistency of illusion. Seen at night, without a real meaning, the magnificent building shows beautiful outlines and a flood of reflected and refracted light. Streets become a rhythmic perspective of lines full of lights”. | Frank Lloyd Wright “Only skyscrapers under construction reveal the bold constructive thoughts, and then the impression of the high-reaching steel skeletons is overpowering. With the raising of the walls, this impression is completely destroyed; the constructive thought, the necessary basis for artistic form giving, is annihilated and frequently smothered by a meaningless and trivial jumble of forms. At very best one remains impressed by the sheer magnitude, and yet these buildings could have been more than just manifestations of our technical skill”. | Ludwig Mies van der Rohe Last century introduced us in a wonderful age, where architecture amplifies in other subjects which open on up new horizons. Technological innovation become integrated to bio-materials and domotics, to new energies and new spaces. Nanotechnologies, environment-friendly materials and renewable energies follow up in a new way of integration and respecting the planet. The aim is to give to designers the information to create housing spaces for today’s living; the medium is SPAZI magazine. Simone Pavan | Editor in chief
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SpazialitĂ 14 14
.Spazi e ra
dici
“Di cosa è costituita principalmente la materia? Di atomi. Quindi l’atomo, col suo nucleo e gli elettroni che gli orbitano intorno, è la base o il cuore della materia fisica (noi compresi)”...
Riflessioni sugli spazi Di Salvatore Fazia | Critico dell’Arte
“Mi potrebbe dire come posso arrivare all’Istituto di Meccanica? chiese Alice al Ragioniere della banca Heisenberg, la risposta del Ragioniere è tanto assurda quanto sconcertante: se Lei prendesse una qualunque di queste porte, allora potrebbe finire il suo cammino in qualsivoglia luogo. Ma se Lei le prenderà tutte in una volta sola, altissima sarà la probabilità di terminarlo dove desidera recarsi, al picco della figura d’interferenza”. La figura d’interferenza è là dove le cose s’incontrano e si scambiano, sprofondano e si disperdono, e dove diventano altro. Evolvono e rivoluzionano il sapere, il sembrare, l’esistere. Eppure il senso globale è l’uno, la filosofia ne è il linguaggio, ma la psicanalisi e il suo metodo analitico ne informano la soggettività. Questa ha difficoltà con se stessa, non sa conoscersi, ma con Freud e ancora di più con Lacan la teatralità dell’io e del sé non è più uno schermo buio o un vuoto a perdere. La globalità malgrado l’epoca di neo-globalizzazione è attraversabile e riconducibile all’unum, non c’è disciplina del sapere che non sia soggetta alle riduzioni epistemiche di radice. Le forme della quantità e le forme della qualità, le norme di spazi e tempi, le figure di soggettività, le stesse impressioni dell’ignoto e le espressioni, ormai, sono diventate e evolvono saperi nano-semiotici e nano-semantici in progress. Nell’analitica artistica, in una mostra d’arte se Alice cerca quale sia il dividendo d’artisticità tra le opere esposte, il quoziente estetico, alla fine la poetica di origine, il significante genetico non deve prendere la via dell’osservazione e della comparazione di un’opera alla volta, che lo condurrebbe in un fondo qualunque, ma deve prendere tutte insieme e nello stesso tempo le opere in mostra fino ad arrivare al picco della figura d’interferenza. Nell’analitica letteraria - ancora - non si deve cercare ciò che fa differenza in ogni testo, ma ciò che fa interferenza nel picco della relatività tra i testi. Il luogo di senso nel pensiero psicoanalitico non è il significato del singolo transfert, né l’effetto psicologico nell’ambito del soggetto, ma ciò che arriva a fantasma.
Il fantasma è là dove il soggetto non trova niente che possa articolarlo in quanto soggetto dell’inconscio, soggetto del suo discorso inconscio, il fantasma svolge il ruolo di supporto immaginario. Che cosa dice il fantasma nell’Amleto, dice questo: non c’era niente di più grande, di più perfetto del mio rapporto di fedeltà a questa donna, non c’è niente di più assoluto, di più totale del tradimento di cui sono stato oggetto. Ma quando chiedono ad Amleto che cos abbia detto il fantasma, Amleto parla per metafora e afferma: non c’è un solo mascalzone in Danimarca che non sia un essere immondo. E comunque al di là di una psicanalisi dell’inconscio, e come analitica di qualunque fenomeno subliminale, è ormai ricca la letteratura relativa alla instabilità del segno e di conseguenza alla escursione fisica e concettuale dei fenomeni elementari e poi dell’analitica informatica. Significativamente la riduzione di realtà fisiche e culturali ai loro elementi costitutivi consentono alle nano-semiotiche di ogni soglia di ricerca l’infinità del possibile. Molti sono i lavori di Franco Fornari sulle funzioni coinemiche, di Matte.Blanco sui processi logico-matematici, di Jacques Lacan sulla fondamentale barriera tra significato e significante. “Di cosa è costituita principalmente la materia? Di atomi. Quindi l’atomo, col suo nucleo e gli elettroni che gli orbitano intorno, è la base o il cuore della materia fisica (noi compresi). I fisici quantistici hanno scoperto che all’interno del nucleo dell’atomo, esiste appunto un universo ancora misconosciuto a cui hanno dato il nome di Spazio Quantico. Una delle scoperte più affascinanti è stata che in tale Spazio opera la Legge di non località. Cosa significa? Che due particelle di energia pur essendo distanti a migliaia di km tra loro comunicano, nello stesso momento, in perfetta coscienza. Ma la scoperta ancor più affascinante è stata che le due particelle erano in realtà… la stessa particella simultaneamente presente in luoghi differenti!”
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Spazio e radici | by Salvatore Fazia
.Spaces and roots “Can you tell me how to reach the Mechanical Institute?” Alice asked to the accountant of Heisenberg bank, the Accountant’s answer was as absurd as disconcerting: “if you opened any of these doors, you could end your way in any place. But if you opened all doors at the same time, probably you would end your way where you want to go, at the peak of the interference figure”. The interference figure is where things meet and exchange, sink and disperse and turn into something else. They evolve and revolutionise knowledge, appearance and existence. But the global sense is the single and philosophy is the language, but psychoanalysis and its method inform the subjectivity. This has some difficulties in recognising itself, but thanks to Freud and Lacan The Ego and The Self aren’t a dark topic anymore. Global nature, despite the neo-globalised age, is traceable to the unum.
Fotografia di Mustafa Sabbagh | Onore al nero_untitled | 2014 Fine art print on dibond | cm 150 x 200 | ed. of 5 + 1 ap - courtesy: the artist Portrait of mustafa sabbagh | 2016 | Credits: Elisabetta Claudio
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Quantity and quality forms, spaces and times rules, subjectivity figure, unknown impressions and expression have became and evolve nanosemiotic and nano-semantic knowledge. In the artistic analytics, in an art exhibition if Alice looks for the artistic dividend among the works, the aesthetic quotient, the poetical of origin, the genetic signifier, she shouldn’t choose the way of observation and comparison of works one at time, but she should consider all works at the same time so as to reach the peak of the interference figure. In the literary analytics you shouldn’t look for what is different in texts, but the interference in texts relation. The place of sense in the psychoanalysis thought isn’t the meaning of the single transfert, neither the psychological effect in the subject, but what come to the ghost.
“What is the matter mainly made of? It is made of atoms. So, the atom with its nucleus and electrons is the heart of the physical matter (ourself included)”.
The ghost is where the subject can’t find anything which articulate it as subject of the unconscious, the ghost works as an imaginary support. What does the ghost say to Hamlet? It says: “there was nothing bigger, more perfect than the loyalty to this woman, nothing more absolute, more total than the betrayal I bore”. But when people asked him what the ghost had said, Hamlet talked metaphorically and said: “there is no scoundrel in Denmark who isn’t an unclean being”. Beyond the psychoanalysis of the unconscious, literature is related to instability and consequently to the physical and conceptual excursion of elementary phenomena and informatics analytics. Physical and cultural’s reduction to their primary elements allow nanosemiotic an infinite research of the possible. There are many works about the coinema functions b y Franco Fornari, about loci-mathematical processes by Matte Blanco, about signifier and signified by Jacques Lacan.
“What is the matter mainly made of? It is made of atoms. So, the atom with its nucleus and electrons is the heart of the physical matter (ourself included). Quantum physicists discovered that in the atom’s nucleus there is an unknown universe which is called Quantum Space. In this Space the non-locality law is applied, the most fascinating discovery. What does it mean? Two particles of energy, even if they are thousands kilometres far from each other, they consciously interact at the same time. What strikes more is that the two particles are actually the same particle present in two different places at the same time!”.
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Spazio alle Aziende
.Outdoor | Il giardino come un salotto .Illuminare | Senza energia in giardino .Waterstudio | Le costruzioni sostenibili
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Interior design
.Outdoor Il giardino come un salotto Imbottiti (ma rigorosamente idrorepellenti), poltroncine, sedie e sedute: il confine fra arredo indoor e outdoor diventa ‘sottile’, soprattutto nello stile Di Denise Frigerio
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Che sia un piccolo ritaglio verde, un terrazzo di grandi dimensioni o un giardino in piena regola, l’ultima tendenza outdoor lo vuole arredato proprio come un vero e proprio salotto a cielo aperto, con molti pezzi studiati per essere agilmente inseriti dentro e fuori casa. Tavoli, poltrone, sedute, oggetti di decoro così belli e funzionali che sembrano infatti ‘rubati’ agli spazi living indoor, ma tutta la resistenza dei ‘mobili’ da giardino.
Tribu | divano Tosca
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Outdoor | di Denise Frigerio
Ethimo, sofà modulare Swing, design Patrick Norguet, alluminio e teak.
Tribu, sedie e divanetto CTR, design Piergiorgio Cazzaniga.
Quando l’outdoor ha stile Partiamo da una seduta di design, perfetta anche per spazi piccoli, come Kobi Sledge di Alias (http://alias.design), disegnata da Patrick Norguet, e nuova sul mercato outdoor. Ispirata alla tradizione delle sedie in filo di ferro (ma molto più chic nelle linee), nella versione da esterno prevede i cuscini in pelle sintetica: è rigorosa nelle linee e funzionalissima. Per chi ama lo stile minimal. Incredibili e proposte di Ethimo (https://www.ethimo.com), che regala idee d’arredo e forme innovative: strepitoso il set sedie+tavolo Agave – design Mattia Albicini – che, omen nomen, riprende la sinuosità delle foglie della pianta da cui prende il nome e una lavorazione così sartoriale del teak massello da far sembrare morbido il legno. Particolare non trascurabile, è adatto anche per spazi indoor. Mentre chi ha grandi spazi da riempiere, sempre da Ethimo. C’è il sistema combinabile Swing Modular. Nato dalla collaborazione fra l’azienda viterbese e Patrick Norguet si
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arricchisce per il 2018 di un nuovissimo sofà modulare in allumino e teak, con molteplici possibilità di combinazione. Le sedute sono ampie e rivestite, banale dirlo, da un tessuto completamente impermeabile. Avvolgenti ed eleganti anche le linee di CTR by Tribu (www.tribu.com), che conciliano la tecnica all’eleganza naturale. Il design è di Piergiorgio Cazzaniga e ha la particolarità di un telaio senza linee di interruzione, con angoli particolarmente arcuati e un intreccio a maglia larga sullo schienale che ricorda la secolare tradizione della tessitura.
Roda, classico salotto per esterni Spool, design Rodolfo Dordoni.
Kenneth Cobonpue, divanetto dalle forme innovative Apollo.
Non solo neutro Regalano un piccolo angolo di comfort i salotti outdoor di Talenti (http://www.talentisrl.com/), l’azienda umbra specializzata in arredo da esterno, con una collezione di imbottiti dalle linee minimal e dai colori neutri, da Cottage e Casilda di Ramòn Esteve ai gioielli di Marco Acerbis – come Soho, Cleo Teak e Domino – fino alla nuova collezione, Cliff Jackie Collection, presentata in anteprima assoluta al Salone del Mobile 2018 di Milano con caratteristici intrecci e un design molto ‘bon ton’, come vuole il suo nome. Per chi desidera osare oltre il bianco e il tortora, ci sono le nuove collezioni Spring Summer di Roda (https:// www.rodaonline.com/it) che reinterpreta la classica collezione Spool nella sua variante Orange così come colorata di una nuova finitura arancio è la seduta Harp, nata dalla creatività di Rodolfo Dordoni. Sorprende per stile e fantasia il sofà Vanessa di Missoni Home, con
decoro a farfalle che “volano”, è il caso di dirlo, sul tessuto celeste panama waterproof Villhermosa del divano. Perfetto sia per esterni sia per interni. Colore acceso e una lavorazione di intrecci per Penelope di Marac (https://www.marac.it), poltroncina da esterni (ma non solo), realizzata da Bettina Colombo e Agnese Selva di UN Pizzo. Chic e dal sapore vagamente vintage, prodotta in serie limitata, ha una texure unica grazie all’intreccio a telaio e al materiale utilizzato, una grossa corda morbida adatta a resistere alle intemperie. Innovativa nelle forme, Apollo di Kenneth Cobonpue (http://www. kennethcobonpue.com), a metà fra un divano a dondolo e navicella spaziale con tanto di scaletta (il nome non è casuale!), riempie di brio gli spazi, senza “appesantire” grazie al suo telaio intrecciato. Ora non ci resta che aspettare l’estate.
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Outdoor | by Denise Frigerio
.An outdoor living room in the garden
Marac, armchir Penelope. Bettina Colombo e Agnese Selva
A little green space, a big terrace or a perfect garden, it doesn’t matter. The current outdoor trend want it to be decorated like a real open-air living room, with pieces which can be easily put indoor and outdoor. Beautiful and functional tables, armchairs, seats, furnishing objects which seems to be stolen from indoor living, with a resistance which is typical of garden decoration.
When the outdoor is stylish We can start from a design seat, perfect for little space too, like Kobi Sledge by Alias (http://alias.design) designed by Patrick Norguet, and new on the outdoor market. Inspired to the traditional wire seats (but with more chic lines), the outdoor version provides for pleather pillows. Perfect for minimal style lovers. There are incredible suggestions by Ethimo (https:// www.ethimo.com), which provides for innovative ideas for furniture and forms: the wonderful set chairs+table Agave, designed by Mattia Albaciniwhich is inspired to the sinuosity of Agave’s leaves. It is perfect for indoor spaces too. For people who have bigger space to furnish, Ethimo proposes the combinable system Swing Modular.
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Born from the collaboration between the firm from Viterbo and Patrick Norguet, has been enriched of a new aluminium and teak modular sofa, with many combinable solutions. Seats are wide and coated by a waterresistant cloth. The wrap and elegant lines of CTR by Tribu (www.tribu. com) combine the technique with the natural elegance. The design is by Piergiorgio Cazzaniga. It has a frame without interrupted lines, arched angles and a large knitted entanglement on the backrest which remind us to the secular tradition of weaving.
Talenti, Cottage Collection, design Ramòn Esteve.
Not only neutral The outdoor livings by Talenti (http://www.talentisrl.com/) a little comfortable corner. The Umbrian company is specialised in outdoor furniture, with a padded, minimal lines and neutral colour collection, from Cottage and Casilda by Ramon Esteve to Marco Acerbis’ elements - like Soho, Cleo Teak and Domino- to the new collection, Cliff Jackie Collection, premiered to the exhibition Salone del Mobile 2018 in Milan. For people who want to dare, in addition to neutral colours, there are the new Spring Summer collections by Roda (https://www.rodaonline.com/it), which reinvents the classic Spool collection in the Orange version like the new orange seat Harp, designed by Rodolfo Dordoni. Another stylish and creative piece is the sofa Vanessa by Missoni Home, with flying butterflies on the sky blue waterproof Villhermosa fabric.
Alias, la caratteristica seduta di Kobi, caratterizzata dagli intrecci in tondino d’acciaio saldato. (Ph. P. Brancato)
It is perfect for the indoor and the outdoor. The outdoor armchair Penelope by Marac (https://www.marac.it) is characterised by a bright colour, realised by Bettina Colombo and Agnese Selva of UN Pizzo. It is chic and vintage, produced in a limited edition with a soft, big and waterproof rope. The Apollo by Kenneth Cobonpue (http://www.kennethcobonpue.com) has innovative forms, halfway between a rocking sofa and a spaceship (its name is not casual!), fills spaces in a creative way. We just have to wait for summer!
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Interior design
.Illuminare
Sia che vi troviate a casa o in vacanza, per chi ha un giardino o terrazzo, con questo caldo è un piacere poter stare fuori all’aperto di sera e magari improvvisare anche un piccolo party. Ecco allora qualche suggerimento per illuminare le vostre serate, senza preoccuparvi dell’attacco all’energia elettrica, visto che in alcuni casi le lampade sono ricaricabili e posizionabili praticamente ovunque. Sembrerà una banalità ma avere la libertà di spostare il tavolo in modo da poter guardare con calma un tramonto mentre si cena, e senza pensare alla corrente elettrica, non ha prezzo. Maiori propone invece Lampe Paris senza fili. Autonomia di sette ore di illuminazione se caricata completamente ovvero con cinque ore di esposizione al sole. Il piede della lampada è regolabile in altezza (da 130 a 170 cm) come è orientabile il fascio di luce, può ruotare infatti di 360°. Acquistabile online su Made in design. Prezzo € 379.
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E sempre su Made in design, lanterna Marstrand di Skargaarden con rifiniture in cuoio e contenitore in vetro. Molto pratica potete appoggiarla praticamente ovunque: per terra, sul tavolo oppure appesa a un ramo d’albero. Prezzo € 190. Una ricca collezione di eleganti lanterne in bambù intrecciato è la proposta di Atipico con la linea Bamboo. Di varie forme e misure, il contenitore in vetro all’interno, consente alla candela di illuminare le vostre serate senza timore che un soffio di vento possa lasciarvi al buio. Prezzo a partire da € 33. Disegnata da Paolo Grasselli, la collezione di lampade outdoor Campanone di Modoluce sono in polietilene bianco o colorato. Qui (sotto) la vediamo nella versione da appoggio ma è disponibile anche a sospensione. Inoltre, la versione da appoggio è anche ricaricabile (con un’autonomia di 10-12 ore) e con telecomando.
Illuminare in giardino Ecco qualche suggerimento per illuminare le vostre serate, senza preoccuparvi dell’attacco all’energia elettrica Di Fabio Massimo Donzelli
Struttura in metallo trattato con zincatura elettrolitica e finitura trattata con vernice a base poliestere per garantirne l’impermeabilità. Disponibile nei colori: bianco, rosso, arancio, lime, petrolio e antracite. Dimensioni, sospensione ø 33 H. 36 e ø 51 H. 45 mentre da appoggio ø 33 H. 42 e ø 51 H. 51. Prezzo a partire da € 330. Sempre di Modoluce, Diogene del designer Romano Menegon. Una lampada che vuole essere un omaggio al famoso filosofo greco che usava la lanterna anche di giorno in cerca della vera natura dell’uomo. Pensata per l’outdoor è disponibile in versione da tavolo, da terra e sospensione. In quest’ultima è facilmente agganciabile a qualunque sostegno grazie al moschettone in dotazione. Le finiture proposte (tutte outdoor) sono lo zinco bianco High Tech e nei colori verniciati crema, antracite, ruggine mentre il diffusore è in PC estruso opale. Disponibile ricaricabile (durata a piena carica 10-12 ore)
o con attacco E27. Dimensioni: da appoggio/sospensione D 30 x h 50 cm. Viene venduta completa di caricabatterie e telecomando. Prezzo € 390 circa. La lampada da outdoor senza fili Balad di Fermob, designer Tristan Lohner, è disponibile in due altezze: 25 e 38 centimetri. Ricaricabile tramite USB (cavo fornito) è disponibile in due tonalità di luce: bianco freddo (6000°K) e bianco caldo (4000°K), con diverse intensità a seconda del modello. Autonomia 12 ore circa in posizione 50% e 7 in posizione 100%. Nata come lampada da appoggiare direttamente per terra o su un tavolo, è dotata di due accessori complementari che la trasformano in sospensione grazie a una base dritta o una a gomito, utile soprattutto se si vuole illuminare una grande tavolata. La maniglia è disponibile in sei colori. Prezzo € 77.
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Light up | by Fabio Massimo Donzelli
.How to brighten the outdoor
At home or on holiday, when it is warm, for people who have a garden or a terrace it is a pleasure to stay out in the evening and maybe also to improvise a party. Here some tips to brighten your evenings without worrying about electricity socket, thanks to rechargeable lamps, which can be placed everywhere. It can sound banal, but moving a table carefree, avoiding to think about electricity, so as to watch a sunset while having dinner, is priceless! Maiori proposes the cordless Lampe Paris. If completely charged for 5 hours at the sunlight, it runs for 7 hours. The lamp’s base is adjustable in height (from 130 to 170 cm) and it is also possible to direct the light beam. Actually, it can rotate 360°. You can buy it online on Made in design. Price €379.
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On Made design you can also find the lantern Marstrand by Skargaarden with leather finishing and a glass container. It is really practical and you can put it everywhere: on the ground, on the table or hanging on a tree. Price €190 Atipico proposes an elegant collection of braided bamboo lanterns in the Bamboo line. They are produced in different size. The glass container allows the candle to brighten your evenings, protecting the flame from the breath of wind. Price from €33. The outdoor lamp Campanone collection by Modoluce, designed by Paolo Grasselli, is in white or colourful polyethylene. Below we can see the support version, but also the suspension version is available. Moreover, the first one is rechargeable (it runs for 10-12 hours) and comes with a remote control.
The structure is of metal and the finishing is treated with polyester paint which guarantee water-resistance. It is available in white, red, orange, lime, petroleum blue, and charcoal grey. Suspension version dimension ø 33 H. 36 and ø 51 H. 45. Support version dimension ø 33 H.42 and ø 51 H. 51. Price from €330. An other product by Modoluce is Diogene by the designer Romano Menegon. A lamp as a tribute to the famous greek philosopher who used the lantern even during the day looking for the real human nature. It is available in table, ground version and suspension version. The last one can be hanged thanks to the snap-hook. The finishing is in white zinc High Tech and in the colour creme, charcoal grey and rust while the diffusor is in opal PC. It is possible to choose between the rechargeable version (it runs for 10-12 hours) and the E27 version. Dimension: 30x50 cm. It comes with charger and remote control. Price about €390.
The outdoor wireless lamp Balad by Fermob, by the designer Tristan Lohner, is available in 2 sizes: 25 and 38 cm. It is rechargeable by USB (wire included) and comes with 2 light tone: cold white (6000° K) and warm light (4000° K) with different light intensity. It runs for 12 hours in in 50% position and 7 hours in 100% position. It is born as a lamp for ground or table, but it comes with two accessories which turn it into a suspension lamp, useful to brighten a big table. It is available in six colours. Price €77. In the cover image Mandi collection. Flame: three outdoor candle holders in Lava & White painted aluminum and Iroko wooden base. Available in different sizes to combine. Twilight: outdoor lamp for ground, black or white, inspired to 70s. Price on request.
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Bioedilizia
.Waterstud Le costruzioni sostenibili dell’architetto Koen Althuis. Si cercano nuovi modi per organizzare gli spazi vitali e non solo sulla terraferma. Di Simone Pavan Direttore editoriale
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Architetto Koen Althuis | ideatore e progettista di The Citadel, il villaggio galleggiante
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Architetto Koen Althuis | di Simone Pavan
Koen Olthuis, architetto olandese considerato pioniere di quella che viene chiamata Aqua Architecture: “Costruisco esclusivamente sull’acqua”. I suoi edifici sono fatti per resistere a inondazioni e cambiamenti climatici, perché tutto ciò che Olthuis progetta può adattarsi al livello del mare. Non è un caso che il suo ufficio a Rijswijk vicino a L’Aia rechi il nome di waterstudio.nl.
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Architetto Koen Althuis | di Simone Pavan
Un tempo habitat naturale degli hippy in Olanda sulle loro Woonbooten o House boat, simbolo di libertà, le case galleggianti sono oggi un must riservato ai benestanti, sui canali d’Amsterdam e di Berlino come sulla Senna a Parigi o Little Venice a Londra, dove un tempo abitavano sull’acqua grandi star come Richard Branson, fondatore della Virgin. L’idea di vivere sull’acqua non è nuova né recente, risale persino ai nostri antenati della preistoria, che si mettevano così al riparo dai predatori sulle loro zattere. Con il mare che ricopre il 75% della superficie del pianeta, non c’è da meravigliarsi del fascino che l’elemento liquido ha sempre esercitato sull’essere umano, nel corso della storia. Ma il sogno d’avventura di tanti, diventa realtà per pochi fortunati. Abitare sull’acqua costa, soprattutto su fiumi e canali delle grandi città europee. La casa galleggiante, la cosiddetta floating home, può essere trasferita in un altro quartiere acquatico, con l’aiuto di un rimorchiatore, e quindi non può essere paragonata con le house boat motorizzate, in grado di spostarsi autonomamente. La floating home potrebbe in ogni caso essere la risposta ai cambiamenti climatici e al probabile innalzamento degli oceani. Quindi l’acqua per ripensare un territorio, un nuovo habitat? “È molto più facile costruire una casa galleggiante che una casa tradizionale bisognosa di scavi per le fondamenta” - sostiene Koen Olthuis, il giovane architetto olandese fondatore di Waterstudio, inserito da Time Magazine nell’elenco degli uomini più influenti del mondo, per il suo lavoro sull’acqua come nuovo spazio abitabile. Per la maggior parte, le case galleggianti sono, infatti, edificate su una zattera. Olthuis è inoltre l’ideatore di The Citadel, il primo complesso residenziale d’appartamenti galleggiante in Europa, la cui costruzione è gia realtà. The Citadel è il primo complesso residenziale europeo galleggiante, che sicuramente diventerà piattaforma di un nuovo stile di vita. The Citadel è un progetto che rientra nell’ambito del piano urbanistico denominato New Water, nella città di Naaldwijk. Si tratta di un complesso residenziale di 60 lussuose unità abitative costruite su un polder, uno dei 3500 tratti olandesi di mare asciugati artificialmente attraverso dighe o sistemi di drenaggio dell’acqua. Costruiti con moduli prefabbricati all’insegna della sostenibilità, gli appartamenti galleggianti di Naaldwijk consumano il 25% in meno di energia rispetto a normali edifici. Per limitare la manutenzione e ridurre i danni da corrosione dovuti all’acqua, le facciate sono in alluminio. L’architettura di domani sarà acquatica? Isole artificiali? Case, e città galleggianti futuriste come quelle dell’architetto belga Vincent Callebaut? L’architettura galleggiante è una chance per riconciliare l’uomo con la natura, lasciando intatto il territorio, ed è una soluzione per il rispetto dell’ambiente, dai pannelli solari, ai sistemi di depurazione delle acque e ai trattamenti dei rifiuti. Gli architetti fanno a gara per sviluppare i loro concept, nelle forme più inaspettate e originali. Fioriscono progetti minimalisti o faraonici, sopra e sotto l’acqua.
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Come ‘olandese galleggiante’ è mio dovere utilizzare l’acqua come nuovo spazio abitabile per la città.
Un villaggio galleggiante progettato dall’Architetto olandese Koen Althuis.
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Architect Koen Althuis | by Simone Pavan
Koen Olthuis, dutch architect considered the pioneer of the Aqua Architecture: ‘I build only on water’. His buildings are resistant to floods and climate change because all Olthuis designs is adjustable to the sea level. It’s not coincidence that his office in Rijswijk near The Aia is called water studio.nl.
Once hippies’ natural habitat in Holland on their Woonbooten or Boat House, symbol of freedom, nowadays floating boats are a must for rich people, on canals in Amsterdam, Berlin, like the Senna in Paris or Little Venice in London, where once great stars lived such as Richard Branson, founder of the Virgin. The idea of living on the water isn’t new neither recent, it dates back to the prehistory, when our ancestors tried to take shelter from predators on rafts. Seas cover the 75% of our planet and it is little wonder that the human being had been always fascinated by it. But the adventurous dream becomes real just for few lucky people: living on water, especially on rivers or canals in the biggest European cities. The floating house can be moved to another aquatic neighbourhood thanks to a tug. Therefore, it can’t be compared to a motorised boat house, able to move autonomously. The floating house could be the answer to climate change and rising oceans. Could floating house be a new habitat? “It is easier to build a floating house than a traditional one which needs excavation and foundation” - says Koen Olthuis, the young dutch architect, founder of the waterstudio. The Time Magazine wrote him in the list of the most influent men on the world, thanks to his work on the water, as a new habitable space.
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In most cases, floating houses are built on a raft. Olthuis is also the creator of The Citadel, the first floating housing development in Europe, which will be the symbol of a new lifestyle. The Citadel is a project in the New Water urbanist plan in the city of Naaldwijk. It is a complex of 60 luxurious flats built on a polder. They are sustainable and consume the 25% less than traditional buildings. In order to limit maintenance and water damages, facades are of aluminium. Will future architecture be aquatic? Will there be artificial islands? Will there be floating houses and cities like the ones of the Belgian architect Vincent Callebaut? Floating architecture is a chance to reconcile human to nature, leaving the territory untouched, it is a solution to respect the environment, from solar panels to water purification and waste management. Architects compete to develop their concepts. Minimalist or monumental projects, on and below water, are flourishing.
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Spazio agli Ospiti
.Stefano Boeri | Il bosco verticale .Design must been green Intervista a Giorgio Caporaso
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Architetture
.Stefano
Boeri
Il bosco verticale Di Stefania Fanchini | Architetto Paesaggista
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Stefano Boeri, il bosco verticale | di Stefania Fanchini
Nata nel 2006, l’idea progettuale di Bosco Verticale dello studio Stefano Boeri Architetti di Milano è un vero e proprio manifesto urbano di una nuova architettura per il futuro, in cui la vegetazione e la natura diventano elementi costitutivi e non più solo ornamentali del costruito. Ma qual è il valore rivoluzionario del Bosco Verticale? La sostenibilità ambientale di cui tanto si parla è ormai un dato acquisito in caso di nuove costruzioni. Il progetto di Boeri ha ricevuto in tal senso un certificato Gold Leed in materia di risparmio energetico e idrico, di riduzione di CO2 e per la sostenibilità dei materiali impiegati: grazie ad un sistema impiantistico centralizzato e integrato dell’intero complesso Isola Porta Nuova, le torri sono in grado di recuperare e trasferire l’energia in eccesso dagli uffici verso le residenze e assorbono ogni anno 30 tonnellate di anidride carbonica, restituendo in cambio 19 tonnellate di ossigeno. In realtà, quello che a mio parere rende straordinario questo nuovo prototipo di architettura è il concetto di forestazione urbana come risposta per combattere il riscaldamento globale e le problematiche
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ambientali. Boeri sostiene che questo trend futuro non sia “solo una necessità per migliorare l’ambiente delle città nel mondo, ma l’occasione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti”. Vediamo di capire il perché. L’idea non è nuova. Verso la fine del XIX secolo, il famoso urbanista inglese Howard Ebenezer teorizzò nel suo saggio “A Peaceful path to real reform” (1898) il concetto di città-giardino, in risposta al problema del sovraffollamento delle città a causa della Rivoluzione industriale, ma soprattutto alle diseguaglianze sociali, ai problemi di inquinamento e traffico e ai rischi igienici e di ordine pubblico prodotti dalla travolgente crescita urbana. Oggi lo scenario impone una rigida riduzione del consumo di suolo naturale e agricolo e il progetto di piccole “città verticali” ad alta densità e intensità di vita, che riducano i costi di gestione dei servizi energetici e di trasporto proponendo un nuovo equilibrio tra sfera urbana, sfera agricola e sfera naturale, può diventare un’opportunità importante per il nostro futuro.
Loft apartment 1- Entrance | Hallway 2- Bathroom 3- Kitchen 4- Livingroom 5- Bedroom 6- Technical space
Il processo delle megalopoli ha alterato molti equilibri biologici e le biodiversità sono a rischio per l’estinzione di alcune specie vegetali e animali e l’invasione di territori estranei. Non vi è mai capitato di vedere una volpe nel centro di Londra o un cinghiale in Maremma vicino a una rotonda stradale? L’architettura può cambiare il volto delle aree urbane più dense e congestionate per dare vita a vere e proprie città vegetali, a patto che non “ospiti” o “recinti” porzioni di natura, ma che nasca insieme con la natura stessa. Sono circa una ventina i Boschi Verticali in tutto il mondo, da San Paolo in Brasile fino alla Cina. L’ultimo nato è il Trudo Vertical Forest, primo Bosco Verticale rivolto a un’utenza popolare che sorgerà a Eindhoven in Olanda, sull’area che un tempo era occupata dai grandi insediamenti industriali della Philips. L’operazione di riqualificazione sarà gestita dalla Sint-Trudo, da cui il nome. Alcuni dati: 19 piani, 75 metri di altezza, 125 unità abitative da 50 metri quadri per giovani coppie, affitto a canone calmierato (circa 681 euro mensili).
Immagini tratte da “The Vertical Forest”, Stefano Boeri
L’edificio a pianta quadrata garantirà ad ogni abitazione un balcone: le piante saranno collocate a raso pavimento e non dentro grandi fioriere come nelle precedenti realizzazioni, per lasciar entrare più luce all’interno dell’edificio. Per quanto riguarda la componente vegetale, sono previsti 125 alberi alti circa 6 metri e più di 5mila tra arbusti e piante di diverse specie che daranno vita a un vero e proprio ecosistema. Costo di realizzazione? 1.200 euro al metro quadro. Piccola precisazione: i detrattori del Bosco Verticale hanno sempre criticato i costi di realizzazione e gestione, dimenticandosi che proprio grazie alla sperimentazione del prototipo di Porta Nuova si sono potute affinare tecniche e tecnologie costruttive che rendono oggi replicabile il progetto a costi più accessibili e per utenze non necessariamente ricche. Dietro all’indiscussa bellezza del Bosco Verticale c’è tantissima professionalità, ricerca e sperimentazione che va riconosciuta, così come una visione futuristica positiva del nostro pianeta. L’invidia verde è sempre in agguato. Complimenti Boeri, tutti avremmo voluto avere la tua idea.
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Stefano Boeri, il bosco verticale | di Stefania Fanchini
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Immagini tratte da “The Vertical Forest”, Stefano Boeri
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.Stefano Boeri
The vertical wood | By Stefania Fanchini | Architect Landscapist
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Mineral Facade
Green Facade
The project idea of the Vertical Wood, born in 2006, of Stefano Boeri Architects office in Milan is a real urban manifest of the future architecture, in which plant life and nature become constituent elements instead of a simple decoration. What is the revolutionary value of the Vertical Woods? Environmental sustainability is an important element in new buildings. Boeri’s project got a certificate Gold Leed in energy and water saving, CO2 reduction and materials sustainability: thanks to a centralised and integrated system of the Isola Porta Nuova, the towers are able to take and move the exceeded energy from offices to homes and every year they absorb 30 tonnes of CO2 giving back 19 tonnes of oxygen. Actually, what makes this new architecture prototype extraordinary is the concept of urban afforestation as an answer to fight the global warming and environmental issues. Boeri claims that this future trend is not “just a need to better environment of cities, but an opportunity to better unhealthy citizens’ life conditions”. Let’s see why.
The idea is not new. At the end of the XIX century, the famous english city planner Howard Ebenezer in his essay “A Peaceful path to real reform” (1898) theorised the concept of city-garden, as an answer to city overpopulation because of Industrial Revolution, but also to social differences, pollution and traffic problems, hygienic and public order issues, due to an overwhelming urban growth. Nowadays it is important a strict reduction of natural and agricultural consumption and the project of little “vertical-cities” can reduce energy and transport costs, creating a new balance between urban, agricultural and natural dimensions, and can become an important opportunity for our future. Megalopolis process affected biological balance and biodiversities are in danger because of the extinction of some vegetal and animal species and the invasion of foreign territories. Have you ever seen a fox in the centre of London or a boar in Maremma near a roundabout?
Immagini tratte da “The Vertical Forest”, Stefano Boeri
Water System
Vegetation
Architecture can change congested urban areas giving birth to real vegetal-cities which don’t host nature, but they are born together with nature. There are almost twenty Vertical Woods around the world, from San Paolo in Brazil to China. The last one is Trudo Vertical Forest, the first Vertical Wood for citizens user which will rise in Eindhoven in Holland, in the ex Philips’ area. The upgrading operation will be managed by Sint-Tudo. A piece of information: 19 floors, 75m high, 125 flats of 50m2 for young couples, rent with moderate fee (€681 pro month). The building, with a square plant, will have a balcony for each flat: plants will be on the ground instead of vases, in order to let light coming in. With reference to plants, 125 trees (6m high) and 5 thousands of shrubs and plant of different species are planned, which will give birth to a real ecosystem. The realisation cost is €1200 for m2.
Vertical Forest
Vertical Wood opponents have always criticised realisation and management costs, forgetting that thanks to the Porta Nuova prototype it has been possible to refine building techniques which allow to realise the project at lower costs for not necessarily wealth people. Below Vertical Wood’s beauty there is a lot of professionalism, research and experimentation. Envy is always behind the corner. Congratulations Boeri, we all would have had your idea!
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Personaggio
.Design must
Intervista a Giorgio Caporaso architetto e designer green. Di Anna Caldera | Redattrice per il Design
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been green
Design Giorgio Caporaso | Images Studio Caporaso
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Intervista Giorgio Caporaso | di Anna Caldera
.intervista a Giorgio Caporaso
Si parla tanto di attenzione al Pianeta, anche perché è l’unico che abbiamo, almeno per ora, di come preservarlo da inquinamento e sfruttamento. Ma sappiamo davvero cosa implica essere e vivere in maniera green? Lo abbiamo chiesto ad un architetto e designer che è stato, tra i primi (ben nove anni fa), a creare una linea – Lessmore – di
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arredi e complementi per la casa, totalmente eco-compatibili: Giorgio Caporaso. Prima di entrare nel dettaglio bisogna a priori riconoscergli la capacità di credere in un materiale così vulnerabile riuscendo a ottenere un’elevata resistenza strutturale senza smarrire il senso dell’architettura.
Eco green, eco design, design ecosostenibile, sono termini un tantino sfruttati ma il design per essere ecosostenibile quali caratteristiche deve avere? Il mio punto di vista è un po’ provocatorio, si sa. Secondo me il design deve cercare risposte alle domande più attuali. Di conseguenza, in un momento storico come questo, il rispetto dell’ambiente è naturalmente un aspetto che chiama in causa tutto il design e non solo una categoria. Per questo l’eco-design deve essere ambizioso. Deve aver voglia di sperimentare e non smettere mai di sognare, dialogando con tutte le ricerche più innovative. Comunque, per me, in primo luogo viene il progetto e la scelta di materiali. Tecnologie, forme e funzioni devono seguire necessariamente il progetto. Non solo, il prodotto deve essere in grado di vivere più a lungo possibile con un ridotto impatto e dare soddisfazione. Tengo molto a questo ultimo aspetto perché l’uomo è attratto dal bello, da ciò che dà piacere, e dunque non vedo perché i prodotti ecosostenibili debbano essere poco pretenziosi. Io per primo cerco negli arredi che progetto caratteristiche come la multifunzionalità, la trasformabilità, la personalizzazione, la riparabilità, e potrei citarne molte altre. In Italia da quanto tempo è veramente sentita questa esigenza di porre maggiore attenzione all’ambiente? Se ne parla da più di dieci anni, ma una reale penetrazione nello stile di vita degli italiani l’ho visto soprattutto negli ultimi tre anni. Probabilmente perché adesso le persone sono pronte ad accettare i piccoli cambiamenti quotidiani, e aziende e professionisti hanno cominciato ad offrire gli strumenti validi per questo cambiamento. La sostenibilità non deve essere intesa come concetto astratto, quasi utopico, ma come uno standard concreto che dobbiamo richiedere ai prodotti di cui ci circondiamo. La crisi ha portato una minor disponibilità economica, di contro, si è vista una maggior attenzione verso ciò che viene acquistato. Siamo solo all’inizio di un processo di cambiamento. E sono il primo ad ammetterlo.
I prodotti Lessmore sono completamente eco poiché, oltre alla facilità nella manutenzione e nello smaltimento, sono stati creati attraverso un processo assolutamente green, è corretto affermarlo? Per rispondere a questa domanda faccio un piccolo passo indietro nel tempo. Nel 2013 la start-up di Lessmore è stata inserita fra le prime dieci imprese italiane operanti nel campo dell’ecodesign al ‘Premio Sviluppo Sostenibile’. È stata valutata sotto molti aspetti, le caratteristiche dei singoli prodotti erano solo uno dei parametri esaminati. È stato vagliato il processo produttivo, il suo impiego di energia, la produzione di scarti, la geolocalizzazione della filiera, ecc. Ecco, questo esempio può rendere l’idea di come dietro ad un prodotto sostenibile risiedano tanti fattori. Non c’è solo cartone nelle sue creazioni ma anche ceramica. C’è dunque voglia di sperimentare altri materiali? Il designer deve sempre guardare il mondo con curiosità e cimentarsi in nuove sfide. Solo così il percorso creativo può continuare a ricevere nuova linfa. Da tanto sentivo una forte attrazione per gli oggetti in ceramica e quest’anno la mostra ‘Together l’oggetto per due’ a Fabbrica del Vapore mi ha dato la possibilità di creare insieme a Mara Giacomelli un set da tavola realizzato dalle maestranze ceramiche di Albissola. Come sarà il design del futuro? Sembrerà strano, ma secondo me il design del futuro non è nella testa di un designer, ma nella pancia delle persone che devono vivere nel quotidiano al di là di mode e tendenze. È ai bisogni che loro esprimeranno che il nostro lavoro dovrà dare delle risposte. – caporasodesign.it – lessmore.it
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.it interviews to Giorgio Caporaso
There is much talk about care of the planet, especially because it is the only one we have, till now. Do we really know what living green means? We asked it to the architect and designer Giorgio Caporaso, who was the first to create an environment friendly forniture collection, which is called Lessmore. He really believes in vulnerable materials which can be resistant without loosing the architecture’s sense. Eco green, eco design, environment friendly design are all terms widely spread, but which characteristics should design have in order to be environment friendly? My point of view is a little bit provocative, you know. In my opinion, design should answer to present questions. Consequently, respect for the planet is a topic related to design. For this reason, eco-design should be ambitious. It should experiment and never stop dreaming, it should always be related to innovative research. To me, first come the project and the choice of materials. Technology, forms and functions have to follow the project. Moreover, the product has to be lasting and with a reduced environmental impact and to satisfy. This is really important to me, because the human being is attracted to what is beautiful and gives pleasure, so I can’t understand why eco-products shouldn’t be pretentious. In product I design, I want multi functionality, transformability, personification, repairability and so much more. Since when has Italy feel the need to focus more on environment? There has been much to talk for ten years, but a real interest in Italians’ life style came in the last three years. Probably because people are ready to accept little changes, companies and professionals began to provide with valid resources for this change. Sustainability shouldn’t be seen as an abstract concept, almost utopian, but as a concrete standard products should have. Economic crisis reduced ability to pay and people put more attention on what they buy. We are just at the beginning of a change process. I’m the first to admit it.
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Lessmore products are completely eco because they are easy to maintaining and to dispose, and they are created through a green process, isn’t it? To answer to this question I step back in the past. In 2013 Lessmore was inserted among the first ten italian companies working in the eco design field at the “Sustainable Development Prize”. It was widely examined, products’ characteristics were just one of the examined benchmarks. The productive process, energy use, waste production, supply chain geolocation were considered. This is to explain that behind a sustainable product there are many factors. In your creation we can find cardboard but also ceramic. Would you experiment new materials? Designer should always look at the world with curiosity and engaging new challenges. Only in this way the creative journey can be innovative. I was attracted to ceramic objects and this year the exhibition “Together l’oggetto per due” at Fabbrica del Vapore gave me the possibility to create, with Mara Giacomelli, a table set realised with ceramic from Albissola. How will future design be? According to me, future design is not in designer’s mind but in people’s hands, who live everyday life beyond fashion and trend. They will look at their need and our work will answer to that.
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Spazio alla Scienza
.Fonti di Energia .Risorse naturali .Fotovoltaico .Solare termico .Geotermico .Eolico .Biomasse .Valorizzare i rifiuti
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Scienza 56
.Fonti di
Energia Visto che le attuali fonti energetiche sono limitate e comportano dei rischi, viene spontaneo chiedersi: Con il suo insaziabile desiderio di energia l’uomo finirĂ inevitabilmente per rovinare la terra? Ăˆ evidente che abbiamo bisogno di fonti energetiche alternative che siano pulite e affidabili. Quali sono? Queste fonti alternative sono disponibili? Che dire dei costi?
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Fonti di Energia Rinnovabile | a cura della Redazione Spazi
.Risorse naturali e fonti di energia rinnovabile .Carbone
Fra tutti i combustibili fossili, il carbone è il più abbondante: si calcola che le riserve attuali potrebbero bastare per 1.000 anni. A livello mondiale quasi il 40 per cento dell’energia elettrica è prodotta da centrali termoelettriche a carbone. Il paese che esporta più carbone è l’Australia: da lì proviene quasi un terzo di tutto il carbone venduto sul mercato internazionale. Nondimeno, un recente comunicato stampa del Worldwatch Institute afferma: “Il carbone è il combustibile fossile che genera più emissioni di carbonio: a parità di energia prodotta ne genera il 29 per cento in più rispetto al petrolio e l’80 per cento in più rispetto al gas naturale. Il carbone è responsabile del 43 per cento delle emissioni di carbonio a livello mondiale, circa 2,7 miliardi di tonnellate l’anno”.
.Petrolio
Il mondo consuma già 75 milioni di barili di petrolio ogni giorno. Si calcola che in origine le riserve mondiali di petrolio ammontassero complessivamente a 2.000 miliardi di barili, e che di questi ne siano già stati consumati circa 900 miliardi. Ai tassi di produzione attuali, le riserve di petrolio dovrebbero durare ancora 40 anni. Nel 1998, i geologi Colin J. Campbell e Jean H. Laherrère affermarono: “Entro il prossimo decennio l’offerta di petrolio convenzionale non sarà in grado di stare al passo con il crescere della domanda”; sono passati vent’anni ma questa ‘profezia’ non si è avverata.
.Gas Naturale
Si prevede che nei prossimi vent’anni a livello mondiale il gas naturale sarà la fonte energetica tradizionale che registrerà la crescita più rapida. Il gas naturale è il combustibile fossile più pulito, e si pensa che ne esistano ampie riserve. Il componente principale del gas naturale è il metano, il quale è un potentissimo gas a effetto serra: riesce a intrappolare il calore quasi 21 volte più dell’anidride carbonica.
.Energia Nucleare
Nel mondo ci sono circa 430 reattori nucleari che provvedono più o meno il 16 per cento dell’energia elettrica. A questi reattori vanno aggiunti quelli in fase di costruzione. In base a dati aggiornati, 17 dei 35 reattori in costruzione in tutto il mondo si trovano in paesi asiatici in via di sviluppo”.
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.Dal Vento
Da tempo l’uomo sfrutta il vento per navigare a vela, per azionare mulini e per pompare acqua. Negli ultimi anni, però, in tutto il mondo c’è stata un’ondata di entusiasmo per l’energia eolica. Moderni generatori eolici producono oggi abbastanza energia elettrica da soddisfare i bisogni di 35 milioni di persone, e lo fanno sfruttando una fonte energetica rinnovabile e non inquinante. La Danimarca ottiene già il 20% dell’energia elettrica con generatori eolici. Germania, Spagna e India stanno facendo grandi passi avanti in questo senso: l’India vanta il quinto posto nel mondo per capacità eolica installata. Attualmente negli Stati Uniti ci sono 13.000 turbine eoliche. Secondo alcuni esperti, se gli Stati Uniti sfruttassero tutti i siti adatti potrebbero soddisfare con l’energia eolica più del 20 per cento del proprio fabbisogno energetico attuale.
.Dal Sole
Le cellule fotovoltaiche convertono la luce solare in elettricità. In tutto il mondo con questo metodo si producono quasi 500 megawatt di energia elettrica, e la richiesta di celle solari cresce del 30 per cento l’anno.
.Dalla Terra
Se scavassimo un buco nella crosta terrestre in direzione del nucleo, che si calcola abbia una temperatura di 4.000°C, la temperatura salirebbe in media di una trentina di gradi per ogni chilometro. Per chi abita vicino a sorgenti termali o fumarole è più facile sfruttare il calore della terra. L’acqua calda o il vapore generati in ‘punti caldi’ della crosta terrestre vengono sfruttati in 58 Paesi per riscaldare le case o generare energia elettrica. L’Islanda soddisfa circa metà del suo fabbisogno energetico con l’energia geotermica. Altri paesi, come l’Australia, stanno valutando la possibilità di sfruttare l’energia racchiusa in vasti giacimenti di roccia molto calda che si trovano a pochi chilometri di profondità.
.Dall’Acqua
Già ora le centrali idroelettriche soddisfano più del 6% del fabbisogno mondiale di energia. Nei prossimi vent’anni l’aumento delle fonti rinnovabili di energia sarà dovuto in buona parte alla costruzione, nei paesi in via di sviluppo e soprattutto in Asia, di enormi centrali idroelettriche.
.Natural resources and energy from renewable sources .Coal
Among fossil fuel, coal is the most abundant: it is said the current quantity of coal could be sufficient for 1000 years. Almost the 40% of electrical energy is produced by coal thermal power station. Australia is the country with more coal export: from there comes 1/3 of sold coal on the international market. A recent press release of Worldwatch claims that “coal is the fossil fuel which generates more carbon emissions: it produces 29% more than petrol does and 80% more than natural gas does. Coal is the responsible of the 43% of worldwide carbon emissions, almost 2,7 billion tonnes a year”.
.Petrol
The world consumes 75 million petrol barrels every day. It is calculated that in origin petrol global reserves were 2000 billion barrels and that 900 million are gone. Petrol reserves might last still 40 years. In 1998 the geologists Colin J. Campbell and Jean H. Laherrèr said: “Within 10 years petrol supply will not go as fast as the demand”; 20 years have passe, but this prediction hasn’t come true.
.Natural gas
It is expected that in the next 20 years natural gas will be the traditional source of energy with the fastest growth. It is the most clean fossil fuel. Its main component is methane, a powerful greenhouse gas.
.Nuclear energy
There are almost 430 nuclear reactors in the world, which provides with the 16% of electric energy. There are also 35 reactors under construction, of which 14 are in asian developing countries.
.Wind
Human being has always used wind to sail, operate windmill and pump water. Nowadays, there are wind-powered generators which produce energy for 35 million people, using a renewable and non-polluting source of energy. Denmark gets the 20% of energy from wind-powered generators. Germany, Spain and India are working hard in this way: India is at the 5th place in the world classification. In USA there are 13000 wind turbines . USA could get the 20% of energy needed from wind.
.Sun
Photovoltaic cells turn the sunlight into electrical energy. In this way 500 megawatt of electrical energy is produced in the world and the demand of solar cells rises by 30% each year.
.Earth
If we dug an hole in the earth’s crust towards the nucleus, whose temperature is 4000 C°, temperature would rise 30° for km. For people who live near hot springs it is easier to exploit earth’s heat. Hot water generated in hot points of earth’ crust are exploited by 58 countries to warm houses or to generate electrical energy. Thanks to this type of energy, Iceland satisfies almost the 50% of its energy need. Other countries, such as Australia, are thinking of exploiting the energy preserved in wide hot rock reserves.
.Water
Hydroelectric power stations satisfy more than 6% of global energy need. In the next 20 years, the increase of renewable sources of energy will due to the construction of big hydroelectric power stations in developing countries, especially in Asia.
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Fonti di Energia Rinnovabile | a cura della Redazione Spazi
.Energia fotovoltaica, questa sconosciuta. Nonostante se ne parli, molto spesso non è semplice capire o spiegare cos’è esattamente. Cos’è il fotovoltaico? Una cella fotovoltaica è costituita da una ‘fetta’ molto sottile di silicio in grado di sfruttare l’effetto fotovoltaico. Tale effetto è un processo fisico che permette di convertire in modo diretto l’energia contenuta nella radiazione solare in energia elettrica. Come funziona e che tipi di impianto ci sono? Un modulo fotovoltaico è un pannello delle dimensioni di circa un metro per un metro e mezzo ed è costituito da alcune decine di celle fotovoltaiche collegate tra loro e protette da un vetro temprato. Il modulo fotovoltaico permette quindi di captare la luce per convertirla in energia elettrica. È possibile anche realizzare moduli flessibili, detti a ‘film sottile’, in grado di adattarsi alla superficie su cui vengono posati. La produzione di energia del modulo è proporzionale alla intensità della radiazione: un modulo fotovoltaico quindi non è in grado di produrre energia al buio. La produzione di energia è inoltre fortemente ridotta se la superficie del modulo è ombreggiata, anche parzialmente. L’energia elettrica prodotta da un modulo fotovoltaico è caratterizzata da una tensione continua (come quella delle batterie delle automobili) e quindi deve essere adattata alle caratteristiche elettriche proprie del sistema elettrico pubblico (tensione alternata). Un impianto fotovoltaico è quindi costituito oltre che da un insieme di moduli fotovoltaici anche da apparecchiature elettroniche dette ‘gruppi di conversione’ o ‘inverter’ in modo da poter utilizzare ed eventualmente riversare sulla rete elettrica pubblica l’energia prodotta. Un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica pubblica è detto ‘grid connected’ mentre se è solo a servizio di un fabbricato isolato dalla rete elettrica viene detto ad ‘isola’ o ‘stand alone’. Gli impianti connessi alla rete elettrica possono fornire l’energia prodotta direttamente all’utente proprietario dell’impianto secondo il fabbisogno dell’utente stesso o contemporaneamente cedere alla rete pubblica tutta o parte dell’energia prodotta in eccedenza in modo del tutto trasparente.
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Pro e contro del fotovoltaico. Molto si è detto e ancora si discute in merito alla convenienza del fotovoltaico. Un impianto fotovoltaico tra i pregi può annoverare l’assenza di emissioni inquinanti e di CO2, costi d’esercizio quasi nulli, limitate esigenze di manutenzione, elevata affidabilità, assenza di emissioni acustiche e semplicità di installazione. Inoltre il fotovoltaico, in alcune applicazioni isolate, è sicuramente conveniente in confronto ad altre fonti energetiche, specie in luoghi in cui sia difficoltoso ed antieconomico giungere con tradizionali linee elettriche. L’energia da fonte ‘fotovoltaica’ ha però dei limiti: il costo specifico è ancora elevato se confrontato con altre fonti e ciò è principalmente dovuto al rendimento ancora basso delle celle. Senza incentivi da parte dello stato il fotovoltaico non sarebbe assolutamente conveniente e d’altra parte risulta evidente come l’incentivo erogato dallo stato costituisca un costo elevato che poi ricade sul contribuente e non sempre risulta facile interpretarlo come un investimento ‘ecologico’. Al momento è ancora difficile prevedere una data a partire dalla quale il fotovoltaico sia anche conveniente dal punto di vista economico e forse andrebbe maggiormente sostenuta la ricerca in tal senso. Vedremo presto i risultati della “finestra” aperta il 31 gennaio 2019 per la domanda degli Eco-incentivi. Qual è il futuro del fotovoltaico? Il futuro del fotovoltaico è essenzialmente legato al grado di efficienza energetica delle celle, non appena l’efficienza delle celle permetterà una maggiore competitività rispetto alle altre fonti energetiche allora il fotovoltaico non avrà bisogno di incentivazione ed il suo futuro sarà garantito.
il futuro del fotovoltaico è essenzialmente legato al grado di efficienza energetica delle celle
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Fonti di Energia Rinnovabile | a cura della Redazione Spazi
.Photovoltaic energy. It is not easy to understand and explain exactly what it is.
What is photovoltaic? A photovoltaic cell is made by a thin silicon “slice” which is able to exploit photovoltaic effect. This effect is a physical process which directly turns solar energy into electrical energy.
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How does it work and which kind of systems are there? A photovoltaic module is a 1x1,5m panel and composed of about ten interconnected photovoltaic cells which are protected by tempered glass. Photovoltaic panel catches light and turns it into electric energy. There are also flexible panels which adapt to the area they are put on. Photovoltaic modules can’t produce energy in darkness. Moreover, energy production is reduced if the area is partially shaded. The electric energy produced by photovoltaic module is direct voltage and it should be adapted to the characteristics of public electric system (alternating voltage). For this reason, a photovoltaic system is also composed of electronic elements called “groups of conversion” or inverter which dump the produced energy on the public system. A photovoltaic system connected to the electric public system is called “grid connected”. If it is related to a building isolated from public system it is called “stand alone”.
Pros and cons of photovoltaic Among pros we find absence of pollutant and CO2 emission, almost zero operating costs, limited maintenance, high reliability, simple installing. But there are also cons: high specific cost if compared to other sources because of cells’ low performance. Without Government’s incentives wouldn’t be cheap. We should wait for eco-incentives results.
Which is the future of photovoltaic? Its future is related to the energy efficiency of cells, once cells’ efficiency will allow more competitiveness compared to other sources, photovoltaic’s future will be guaranteed.
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.Focus sulla tecnologia del solare termico Cos’è il solare termico? Il solare termico è una tecnologia usata ormai da decenni per la produzione dell’acqua calda sanitaria e per uso riscaldamento, per essiccazione, sterilizzazione, dissalazione e cottura cibi. Applicazioni di questo tipo sono testimoniate fin dal 1700. Inizialmente trovarono ampio spazio le tecnologie ad alta temperatura per la produzione di vapore (concentratori parabolici), che non si affermarono, nonostante continue riduzioni dei costi, a causa delle espansioni successive dei combustibili fossili (carbone prima, petrolio poi). Nei paesi industrializzati l’energia solare termica viene sfruttata in tre campi principali: collettori piani e sottovuoto per la produzione di acqua calda per usi sanitari, riscaldamento e preriscaldamento acqua di processo; collettori piani ad aria; concentratori per la generazione elettrica e calore di processo. Concentratori per la fornitura o il preriscaldamento di calore di processo sono in commercio ma attualmente poco diffusi (IEA Solar heat for industrial processes), mentre gli impianti per la generazione elettrica sono ancora ad uno stato prototipale o pre-commerciale, e sono comunque più interessanti per latitudini inferiori alle nostre. Il solare termico a bassa temperatura consta di tre tecnologie di base: pannelli in materiale plastico, collettori piani vetrati, collettori sottovuoto. Gli impianti La prima soluzione è caratterizzata dai costi più bassi ed è adatta all’impiego estivo, in quanto l’assenza di copertura vetrata comporta perdite per convezione troppo elevate per un uso con basse temperature esterne. L’acqua da riscaldare attraversa direttamente il pannello, evitando i costi e le complicazioni impiantistiche dello scambiatore. Rappresenta pertanto la soluzione ideale per gli stabilimenti balneari, i campeggi, le piscine scoperte e le residenze di villeggiatura estiva. I collettori piani sono la tecnologia più diffusa e più adattabile. Rispetto a quelli in plastica offrono una resa buona tutto l’anno. Da un punto di vista costruttivo sono disponibili varie soluzioni che si distinguono per la selettività della piastra assorbente, per i materiali (rame, acciaio inox e alluminio anodizzato) e per l’essere idonee all’uso in impianti a circolazione forzata o naturale (meno costose, più affidabili, ma meno integrabili con le strutture architettoniche da un punto di vista estetico, perché il serbatoio di accumulo dev’essere posizionato più in alto del pannello e nelle immediate vicinanze). Le dimensioni, pur essendo presenti sul mercato soluzioni particolari, prevedono di solito un ingombro vicino al classico 100x200 cm2. I collettori sottovuoto presentano il rendimento migliore in tutte le stagioni (circa un 15-20% di aumento di produzione energetica), grazie al sostanziale annullamento delle perdite per convezione.
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Il costo maggiore rispetto alla soluzione piana, comunque, ne consiglia l’adozione solo in casi particolari (temperature dell’acqua più elevate e/o clima rigido). Sono nella maggior parte dei casi di forma tubolare, permettendo l’inclinazione ottimale della piastra captante, anche se disposti secondo superfici orizzontali o verticali. Dal punto di vista dell’integrazione architettonica esistono vari esempi di buone realizzazioni anche nel caso di tetti a falda. Ciò usualmente comporta il ricorso alla circolazione forzata e quindi ad una maggiore complessità di impianto. Va comunque detto che ormai la tecnologia è provata e affidabile, purché sia eseguita la manutenzione periodica prescritta dal costruttore. Quando il Sole non è tutto uguale Fotovoltaico, termodinamico e termico sono tre modi per produrre energia rinnovabile, i cui impianti in comune hanno solamente la fonte, il Sole. Il solare termico non utilizza sistemi a concentrazione, ma solo dei pannelli piani, che servono per produrre acqua calda, posizionati generalmente sui tetti delle case, con una temperatura intorno ai 7080°C. Si tratta di una tecnologia usata ormai da decenni, che consta di tre tecnologie di base: pannelli in materiale plastico, collettori piani vetrati e collettori sottovuoto. Il solare fotovoltaico invece produce direttamente energia elettrica mediante pannelli piani con celle al silicio su cui cadono i raggi del sole. Questi impianti sono utilizzati per fornire energia sia ad utenze isolate sia ad una rete elettrica già alimentata da generatori convenzionali, con un rendimento globale di conversione del 1012%. La cella fotovoltaica, componente base di questi sistemi, è un dispositivo costituito da una sottile fetta (0,3 mm) di materiale semiconduttore (wafer), in genere silicio, opportunamente trattata. L’energia si ottiene quando i fotoni della luce solare, colpendo una cella, ‘strappano’ gli elettroni più esterni degli atomi di silicio della cella che opportunamente ‘incanalati’ producono una corrente elettrica continua. Anche il solare termodinamico produce energia elettrica, trasformando però la radiazione solare in calore ad alta temperatura che può essere accumulato in serbatoi, superando in tal modo il problema della variabilità della fonte primaria. Con il sistema di accumulo l’impianto solare è in grado di produrre in modo costante e continuativo energia elettrica, anche in presenza di nubi e nelle ore notturne. Si tratta di un’innovazione messa in atto dall’Enea, cui guardano con crescente interesse molti Paesi, che permette a questi impianti di avere una disponibilità confrontabile con quella di impianti termoelettrici a combustibili commerciali e che aumenta la competitività rispetto agli impianti che sfruttano altre fonti rinnovabili di tipo discontinuo (fotovoltaico ed eolico).
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.Focus on solar thermal technology
What is the solar thermal? It is a technology used for warm water production and for heating, drying, sterilisation, desalination, food cooking. In industrialised countries solar thermal energy is used in 3 fields: plan collectors and vacuum for warm water production, water process heating and pre-heating; plan air collectors; concentrators for electric and heat production. Solar thermal at low temperature has 3 basic technologies: plastic material panels, glazed plan collectors, vacuum collectors. Systems First solution is characterised by low costs and summer use because of the absence of glazed cover. Water to be warming goes directly through the panel, avoiding costs and exchanger. It is the right solution for bath establishments, campsites, uncovered swimming pools and summer residences. Plan collectors are the most widespread and adjustable. Compared to plastic ones, these offere a good rendering all year long. There are different solutions according to the absorbing plate, materials (copper, stainless steel and anodised aluminium) and suitability for the use in systems with natural or forced movement (cheaper, more reliable but less embeddable to architectural structures in term of aesthetic, because the container must be put higher than the panel and in close proximity). Vacuum collectors are more rendering in all seasons (almost 1520% increase in energy production), thanks to the convection’s loss cancellation. Compared to the plan solution, they cost more and they are recommended for special cases (water higher temperature, cold climate). With reference to architectural integration, there are good examples of realisations also in pitched roof. It need a forced circulation and this means more system’s complexity. But today technology is reliable, we just need a regular maintenance.
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When sun is not the same Photovoltaic, thermodynamic and thermal are three ways to produce renewable energy, whose system have just the source in common, the sun. The solar thermal doesn’t use concentration systems, but only plan panels, which are used to produced hot water, usually positioned on the roof, with a temperature between 70-80°. This technology has been used for 10 years and it is magmatic based on 3 basic technologies: plastic panels, glazed plan collectors and vacuum collectors. The photovoltaic directly produces electric energy through plan panels with silicon cells on which sunlight comes. The photovoltaic cell, basic elements of this system, is a device a with a thin layer of semiconductor material (0,3mm). Energy is produced when sunlight photons catch the external electrons of silicon atoms which produce direct electric current. Thermodynamic turns sunlight into high temperature heat which can be kept in containers. Thanks to the storage system, it is possible to constantly produce electric energy, even by night and in case of a cloudy weather.
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.Energia pulita dalla terra, focus sul geotermico Il sottosuolo rappresenta una sorgente di calore teoricamente illimitata
La geotermia è la disciplina delle scienze geologiche che studia l’insieme dei fenomeni naturali coinvolti nella produzione e nel trasferimento di calore proveniente dall’interno del globo terreste. Si tratta di una scienza applicata, rivolta alla ricerca ed allo sfruttamento dell’energia dei campi geotermici o di altre manifestazioni del calore terrestre. Il sottosuolo rappresenta una sorgente di calore teoricamente illimitata: la temperatura, man mano che si scende sotto terra, aumenta grazie al gradiente geotermico naturale (3°C/100 m). L’energia è trasferita alla superficie terreste attraverso i movimenti convettivi del magma o tramite fluidi e gas circolanti in profondità. E per i non addetti ai lavori: cos’è il geo-termico? Il ‘geotemico’ dovrebbe immediatamente richiamare gli impianti di Larderello in Toscana, oppure le zone a vocazione terapica di Abano Terme (Padova) e di Caldiero (Verona). In questo caso si tratta di aree molto peculiari sotto il profilo geologico, in grado di condizionare in modo rilevante il regime termico e chimico del sottosuolo. Dai soffioni boraciferi di Larderello, per esempio, si produce energia elettrica rinnovabile a partire da emissioni di gas e vapori di origine magmatica che superano la temperatura dei 200°C. Ad Abano Terme si registra invece una fenomenologia termale unica nel suo genere: una circolazione di acque sotterranee di composizione esclusiva affiora sul piano di campagna alla temperatura di ben 90°C. Che tipi di impianti esistono? La tecnologia utilizzata è quella consolidata delle pompe di calore, che sono delle “macchine” in grado di trasferire calore da un corpo a temperatura più bassa ad un altro a temperatura più alta. Nel geotermico a bassa entalpia gli impianti sono di due tipi: a circuito chiuso ed aperto. Gli impianti chiusi consistono in una o più tubazioni, che vengono inserite nel terreno a seguito di una perforazione di profondità variabile, dell’ordine del centinaio di metri. Il foro, dopo l’installazione dei tubi, viene sigillato adeguatamente. All’interno della sonda geotermica viene fatto scorre il fluido termovettore, che si riscalda o si raffredda a seconda dell’utilizzo del sistema, cedendo a fine percorso l’energia scambiata con il sottosuolo alla pompa di calore. Negli impianti aperti, invece, si sfrutta direttamente la dotazione energetica riconducibile ad acqua sotterranea o superficiale, pompata
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dal sottosuolo tramite pozzi o bacini e circolarizzata attraverso scambiatori metallici a doppia piastra. Come sono strutturati gli impianti? La realizzazione di Sonde Geotermiche Verticali a Circuito Chiuso (CC) si articola fondamentalmente in tre fasi operative: la perforazione, l’installazione e la cementazione delle sonde. Nelle perforazioni per la posa delle sonde tutte le metodologie di avanzamento sono ‘a distruzione di nucleo’ e la scelta del metodo specifico dipende dal contesto geologico ed idrogeologico. Da un punto di vista strettamente economico, una delle voci di maggior costo di un sistema geotermico a bassa entalpia è costituito proprio dalle perforazioni. La corretta progettazione e la giusta esecuzione di un sistema di geoscambio decretano di fatto il destino di successo o il fallimento: un impianto sottodimensionato ha elevate probabilità di non funzionare regolarmente mentre un impianto sovradimensionato rischia di essere insostenibile economicamente. Pro e contro del geotermico? I ‘contro’ sono in buona sostanza i rischi di tipo ambientale. Lo scambio del calore tra impianti e sottosuolo avviene sostanzialmente tramite perforazioni verticali, talora molto profonde, che possono anche determinare condizioni di pericolo, ma solo se condotte al di fuori dei protocolli operativi di sicurezza. I ‘pro’ sono di intuitiva comprensione ed afferiscono a termini molto in voga per descrivere l’energia come: “sostenibile, rinnovabile, pulita, economica” ai quali dovremmo aggiungere: ‘pubblica’. Qual è il ‘futuro’ dell’energia geotermica? Nel prossimo futuro si dovrebbe procedere ad un’attenta rivisitazione dell’uso dell’energia geotermica e a una più efficace valorizzazione, soprattutto della geotermia a bassa entalpia, in quanto fonte rinnovabile e come realistica alternativa ai combustibili fossili per tutti gli impeighi idonei. Nonostante la tradizione storica italiana, scarseggiano piani di sviluppo sistematici, così come mancano norme tecniche di riferimento e più in generale, cultura, dimestichezza e rigore scientifico.
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.Clean energy from the Earth, focus on geothermal system Geothermal is a geological discipline which studies natural phenomena which produce and move heat coming from the Earth’s inside. Underground represents a theoretically unlimited heat source: going underground, temperature increases thanks to the natural geothermal gradient (3°C/100m). Energy is moved to the Earth’s surface through magma’s convective movement or through gas and fluids deep circulating.
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For people who don’t know it: what’s geothermal system? Geothermal should remind us the systems in Larderello, Tuscany, or therapeutic areas such as Abano Terme (Padua) and Caldiero (Verona). From Larderello fumarole renewable electric energy is produced, thanks to gas and steam emission of magmatic origin which temperature is over 200°C. In Abano Terme there is a fantastic thermal phenomenon: underground water comes out at 90°C.
Which systems are there? A widespread technology is that of heat pumps which are able to move heat from an object at a low temperature to an objet at higher temperature. There are closed and open circuit systems. Closed systems arte characterised by one or more piping put in the ground. In the geothermal probe flows the heat transfer fluid, which warms up or cools according to the system’s use, giving to the pump the energy it exchanged with the ground. In open systems the energy funding from underground or surface water is exploited. How are systems structured? The realisation of vertical closed circuit geothermal probes is divided in 3 phases: perforation, installation and probes’ cementing. In perforation for probes putting the methodology choice depends on geological and hydrogeological features. Perforations are more expensive than the other phases. Geothermal systems need a right project and a correct implementation: an undersized system could work bad, while an oversized system could be too much expensive.
Pros and cons of geothermal systems Environmental risks are a con. Heat exchange between systems and underground happens through vertical perforations which can be dangerous. Pros are clear and can be described by the following adjectives: sustainable, renewable, clean, cheap and we should add also public. Which is the future of geothermal energy? In the future we should enhance and revisit geothermal energy because it is a renewable source and a real alternative to fossil fuel. However, there is a lack of development plans, technical rules, culture, familiarity and scientific rigour.
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.Eolico, produrre energia dal vento
È l’erede dei vecchi mulini, sfrutta l’energia del vento per produrre energia meccanica o elettrica. Un generatore eolico è una macchina in grado di convertire l’energia cinetica prodotta dal vento in energia meccanica derivante dal moto delle pale che la costituiscono a loro volta solidali, nel movimento, ad un alternatore che genera la produzione di energia elettrica. Con il termine minieolico si intende un impianto eolico la cui produzione può variare da 1 a 200 kW. La differenza fondamentale con l’eolico in generale sta nella dimensione delle macchine e nella possibilità di produrre energia con regimi di vento inferiori. Per questa ragione il mini eolico è molto più adattabile a qualsiasi realtà locale, purché sufficientemente ventosa da giustificarne l’investimento. Un impianto mini eolico è relativamente semplice. Costituito in primo luogo da una torre o palo di altezza compresa tra 8 e 30 metri, piantata nel terreno ed eventualmente rinforzata da tiranti. Sulla sommità viene fissato il vero e proprio generatore eolico che è composto da una serie di pale (normalmente tre) e da un alternatore. Più elevata è la posizione della turbina più veloce sarà il vento e maggiore sarà la potenza generata. Il generatore eolico è composto anteriormente da un profilo aerodinamico e posteriormente da una banderuola che consente di orientarla nella direzione del vento. Nel mini eolico si sta diffondendo anche l’impiego di generatori ad asse verticale con forme diverse dai tradizionali rotori a tre pale che garantiscono velocità di partenza molto basse (anche 2 m/s), quindi con la possibilità di essere posizionati anche molto vicini al terreno. Gli Impianti Le tipologie di installazione di un impianto mini eolico sono: Standalone (non allacciato alla rete), la produzione elettrica viene accumulata per mezzo di batterie e riutilizzata in qualsiasi momento. Da utilizzarsi laddove la linea elettrica non è presente o è soggetta a cadute di tensione frequenti come per esempio rifugi di montagna o abitazioni isolate; Grid connected (allacciato alla rete), in questo caso l’energia prodotta viene immessa interamente o in parte nella linea elettrica nazionale vendendola al gestore dei servizi elettrici.
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Come funziona Le pale delle macchine eoliche vengono messe in rotazione dal movimento dell’aria. L’energia così ottenuta può azionare generatori elettrici (in questo caso si dicono aerogeneratori) o azionare macchine operatrici quali ad es. le pompe (in questo caso si dicono aeromotori). Le pale della macchina (comunemente tre) sono fissate su un mozzo e nell’insieme costituiscono il rotore che normalmente si posiziona controvento. Il mozzo, a sua volta, è collegato a un albero sul quale è posizionato un freno a valle del quale si trova il generatore elettrico da cui dipartono i cavi elettrici diretti alle utenze da alimentare o alla rete. Tutti questi elementi sono ubicati in una cabina detta navicella o gondola la quale a sua volta è posizionata su di un supportocuscinetto, orientabile in base alla direzione del vento. La navicella viene completata da un sistema di controllo di potenza, che interrompe il funzionamento della macchina in caso di vento eccessivo. Un timone posto in coda garantisce la migliore posizione della navicella in relazione alla direzione del vento. L’intera navicella è poi posizionata su di una torre che può essere a traliccio, tubolare o ad aste strallate. La macchina eolica deve essere installata in un luogo ventoso; quelle attualmente in commercio necessitano di una velocità minima del vento di circa 3 metri al secondo per poter entrare in funzione. La potenza estraibile dal vento per mezzo di un aerogeneratore cresce all’aumentare della velocità del vento e dell’area spazzata dalle pale; dipende inoltre dalla densità dell’aria, funzione delle caratteristiche condizioni meteo del luogo. Gli impianti micro-eolici di potenza non superiore ai 20 kW generalmente non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), però è opportuno che il soggetto intenzionato a realizzarli si informi presso la propria Regione o Provincia per conoscere la normativa in vigore. Le macchine eoliche di potenza superiore ai 20 kW sono assoggettate a verifica di esclusione dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, quindi i siti di installazione vanno selezionati tenendo in considerazione i vincoli ambientali, archeologici, demaniali esistenti.
.Una macchina in grado di convertire l’energia cinetica prodotta dal vento, in energia meccanica derivante dal moto delle pale che la costituiscono Minieolico, microeolico e grandi impianti: vantaggi e svantaggi Con il termine di micro-eolico si intendeno tutti quegli impianti che sono in grado di produrre una potenza energetica inferiore ai 5Kw. Si tratta di pale ‘domestiche’, considerate attività libera, che possono essere installate su singole abitazioni e alle quali il sistema incentivante riconosce un valore di 30 centesimi al kilowattore prodotto. Basta fare due calcoli per capire che con questa cifra il microeolico non è particolarmente conveniente dal punto di vista economico, soprattutto se rapportato al fotovoltaico, con il quale si riesce a rientrare nell’investimento in una dozzina d’anni. Nel caso del microeolico il tempo raddoppia, in quanto l’eolico ha anche un’usura diversa e ben superiore al fotovoltaico (parti meccaniche in movimento) e quindi una manutenzione più costosa. Probabilmente è anche per questo motivo che il microeolico non è mai decollato in alcun paese. Ciò che invece sta andando molto bene è il minieolico, che comprende tutti gli impianti che vanno dai 5 ai 60 Kw. Per questi impianti è necessaria una Dia, oppure, in casi particolari (quando si parla di aree sotto tutela ambientale), si può andare alla conferenza di servizi a livello comunale. Il rendimento è assai maggiore e si tratta di investimenti molto adatti per esempio alle aziende agrituristiche, alle aziende artigiane, e ai piccoli imprenditori. Anche in questo caso il kilowattora viene pagato abbastanza bene e rappresenta una significativa fonte di reddito integrativa. Infine c’è il grande eolico che è quello tradizionale, quello dei grandi impianti. Ma questo genere di eolico ha un’altra storia, sia in termini di investimento che di problematiche legate ad un eventuale impatto ambientale. Il grande vantaggio del minieolico risiede proprio nella sua classe dimensionale. Ovvero, per sua caratteristica, è possibile installarlo con maggiore facilità e in maniera più diffusa e capillare, magari molto vicino al consumo diretto.
La prima pala eolica bella da vedere e alla portata di tutte le tasche è quella disegnata dal designer francese Philippe Starck. In piena era di design ecologico, Starck ci propone il suo mulino a vento, non solo funzionante ma anche bello esteticamente.
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.Producing energy from wind .A system which is able to turn wind kinetic energy into mechanical energy arising from wheels’ movement.
It is the old wind-mill’s successor, it exploits wind energy to generate mechanical or electric energy. A wind generator is a system which is able to turn wind kinetic energy into mechanical energy arising from wheels’ movement connected to an alternator which produces electric energy. The term “mini-wind” refers to a system whose production can vary from 1 to 200 Kw. The difference with respect to wind is system’s dimension and the possibility to produce energy in case of little wind. For this reason, the mini-wind system is more adjustable to any reality on the ground, so long as it is enough windy to justify the investment. A mini-wind system is simple. It consist of a 8-30 metres high tower or pole stuck in the ground and rinforced with rods. On the top is put the real wind generator composed of wheels (usually three) and an alternator. Higher is the turbine, faster is the wind and more power is generated. Wind generator consist of an aerodynamic profile in the front and of a weather vane in the back. In mini-wind the use of generator with vertical axis is developing, which garantize low starting speed (2 m/s). The systems There are different mini-wind system’s installation. The first one is the Stand-alone (it is not connected to the network), electric production is collected through batteries and reused at any time. It can be used where there is no electricity or where it is subjected to voltage drops, for example in mountains chalet or in isolated house. The second one is Grid connected (connected to the network). In this case, energy is delivered to the national electric line or sold to an electric service operator.
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How it works Wind wheels are moved by air movement. The produced energy let electric generators or machines start, such as pumps. Machine’s wheels (usually three) are stuck on a hub and they form the rotor all together, which is usually unwind positioned. The hub is connected to a crankshaft on which there is a curbing at its end there is the electric generator. All these elements are put in a cabin which is called spaceship or gondola, which is put on a support adjustable to the wind direction. In case of excessive wind, it is stopped. The whole ship is then positioned on a tower. Wind machine should be positioned in windy areas. The machines on the market need a minimum speed (3 m/s) to start. The extractable wind power rises in proportion to wind speed and air moved by wheels. Mini-wind systems under 20kW are not subjected to EIA (Environmental Impact Assessment), but it is necessary to be informed about regulations. Wind systems over 20kW are subjected to EIA. As a consequences, installation places are to be chosen considering environmental and architectural constraints.
Mini-wind, micro-wind and big systems: pros and cons The term micro-wind refers to systems which are able to produce energy power under 5kW. They are “domestic” wheels which can be installed in houses and for them 0,30€ per produced kW are given. This is clear to understand that micro-wind is not cheap if compared to photovoltaic which can be amortised in 12 years. Micro-wind needs twice because it has more expensive maintenance. Mini-wind is going well, that means systems which have a power between 5 and 60 kW. The return here is more and it is an investment useful for rural tourism companies, crafts companies and small entrepreneurs. KW is here well-paid. The big-wind is the traditional one, but this system has a different story in terms of investment and environmental issues. Thanks to its size, mini-wind has great advantages. It can be simply and widespread installed.
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.Bio Massa, Bio Energia
Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, come scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica. Si tratta generalmente di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria, come legname da ardere, residui agricoli e forestali, scarti dell’industria agroalimentare, reflui degli allevamenti, rifiuti urbani o specie vegetali coltivate appositamente per lo scopo. In agricoltura si stanno facendo numerose ricerche per individuare colture cosiddette energetiche, cioè in grado di produrre la maggior quantità di calore possibile. Tra queste si è visto che si hanno buoni risultati utilizzando il cardo, il sorgo, il pioppo, il salice. Inoltre anche i rifiuti possono essere utilizzati come biomassa. Sono già in funzione in Italia impianti di trattamento che prevedono, oltre al riciclaggio e al deposito in discarica dei rifiuti, il recupero energetico degli stessi. Si produce calore (teleriscaldamento) o elettricità. Trarre energia dalle biomasse consente di eliminare rifiuti prodotti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Una fonte di energia pulita su cui l’UE ha deciso di investire al pari dell’eolico. I biocombustibili sono un’energia pulita a tutti gli effetti. Liberano nell’ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione ed una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. Le opere di riforestazione in zone semi-desertiche permettono di recuperare terreni altrimenti abbandonati da destinare alla produzione di biomasse e contemporaneamente migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Le piante svolgono infatti un’importante funzione di “polmone verde” del pianeta, riducendo l’inquinamento e l’anidride carbonica contenuta nell’aria. Le coltivazioni dedicate esclusivamente a produrre biomasse da destinare alla produzione elettrica non fanno eccezione a questa naturale caratteristica delle piante. Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un’ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in
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modo ecologico. La Finlandia rappresenta l’esempio più calzante per descrivere l’importanza delle biomasse e le possibilità di utilizzo: gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell’industria finlandese sono destinati alle centrali termiche per produrre energia dalle biomasse, evitando in questo modo di dover stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento. Quello che un tempo era un costo da sostenere si è oggi trasformato in un’opportunità da non perdere e da sfruttare per produrre preziosa energia elettrica. Va comunque fatta attenzione al concetto di biomassa, per non confonderlo con quello della termodistruzione dei rifiuti. Le biomasse sono esclusivamente scarti di origine vegetale e non vanno confusi con i rifiuti delle attività umane. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali siano di piccole dimensioni ed utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani. Biomassa forestale Per Biomassa forestale si intende l’insieme dei prodotti di scarto ottenuti dal taglio dei boschi, come i semplici ciocchi di legna, il pellet e il cippato. La biomassa forestale oggi può essere utilizzata per alimentare caldaie ad altissimo rendimento, fino al 90%, rendendola economicamente competitiva con molti combustibili fossili. Queste caldaie forniscono acqua calda per il riscaldamento e per i sanitari. Le tipologie più frequenti sono: caldaie a tronchetti di legna, caldaie a pellet, termocaminetto ad aria o ad acqua, caldaie a cippato. Impianti a cippato possono essere utilizzati anche per la cogenerazione (produzione di calore ed elettricità), utilizzando diverse tecnologie. Agroenergie Con il termine agroenergie si indica quella biomassa coltivata specificatamente per fini energetici. Anche la Biomassa legnosa può essere compresa in questa categoria anche se solitamente ci si riferisce a quei prodotti agricoli coltivati in campo, dalle piante erbacee alle piante arbustive fino ad arrivare a quelle arboree (come ad esempio le piantagioni di pioppi).
.Da materiali di scarto di origine organica, di natura vegetale e animale, è possibile ottenere una fonte di energia pulita immediatamente utilizzabile.
Biocarburanti Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità maggiori al fabbisogno, si può ricavare l’etanolo o alcool etilico, che può essere utilizzato come combustibile per i motori endotermici, in sostituzione della benzina. Dalle oleaginose (quali girasole, colza, soia) si può ricavare per spremitura il cosiddetto biodiesel. Tramite opportuno procedimento è inoltre possibile trasformare le biomasse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel, ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate. Lo sfruttamento di nessuna di queste fonti può comunque prescindere da valutazioni sull’EROEI complessivo, ossia sul rapporto tra energia ottenuta ed energia impiegata nella produzione. Ne esistono diversi: il bioetanolo, il biodiesel, il biometanolo, il biodimetiletere, gli idrocarburi sintetici, il bioidrogeno, gli olii vegetali. Biocombustibili per la produzione di energia elettrica In alcuni paesi si stanno sperimentando coltivazioni pilotate di vegetali a crescita veloce da utilizzare per produrre energia, ad esempio per alimentare piccole centrali elettriche come già avviene negli USA, in India e in Giappone. Fra le sperimentazioni in corso si segnala la coltivazione di alcuni incroci ibridi del Miscanthus Giganteus detto Miscanto, un’erba graminacea alta fino a quattro metri con una notevolissima redditività potenziale (60 tonnellate di materia secca per ettaro, equivalenti a circa 60 barili di petrolio). Secondo le stime dell’Environmental Research Institute del Galles, se il Miscanto venisse piantato sul 10% delle aree coltivabili europee potrebbe fornire fino al 9% dell’energia elettrica consumata dall’intero continente. In Italia le sperimentazioni sul Miscanto vengono condotte dall’ENEA in Sicilia. Biogas Oltre ai vegetali coltivati, anche i rifiuti vegetali e liquami di origine animale possono essere sottoposti a digestione o fermentazione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno). La biomassa viene chiusa in un digestore (ad esempio realizzato con la tecnologia) nel quale si sviluppano microorganismi che con la fermentazione dei rifiuti formano il cosiddetto biogas. Dopo trattamento depurativo, questo può essere usato come carburante, come combustibile per il riscaldamento e per la produzione di energia elettrica. Anche dai rifiuti raccolti nelle città si può ricavare energia.
Utilizzo delle biomasse in Italia Un uso diffuso delle biomasse (segatura delle locali segherie ed anche prodotte da ceppato di legni di scarso valore commerciale) lo si ha negli impianti di teleriscaldamento. L’abbondanza della materie prime e il lungo periodo invernale favoriscono tale utilizzo. Alcuni impianti, come quello di Dobbiaco, producono anche energia termoelettrica. A Dobbiaco la biomassa presente sul territorio non è sufficiente per garantire l’alimentazione della centrale e pertanto viene importata addirittura dalla Finlandia. Sono presenti anche alcune altre piccole centrali al Nord Italia; sono previste anche nel Mezzogiorno, nel Polo Industriale del Dittaino, a Enna, la prima centrale di questo genere. Essa garantisce energia economica alle imprese e ai civili. Problemi delle biomasse Le biomasse non sono disponibili in ogni momento dell’anno. Basta pensare ad esempio a tutte quelle che derivano da colture stagionali, la cui raccolta avviene in un determinato periodo dell’anno. Anche il legno, che in via teorica potrebbe essere disponibile tutto l’anno, di fatto viene tagliato prevalentemente d’inverno, poiché durante questa stagione esso contiene meno umidità. Per questo motivo impianti di potenza alimentati a biomasse richiedono grandi zone per lo stoccaggio del materiale, che viene di fatto reso disponibile solo una volta l’anno. Resa per ettaro: al contrario dei combustibili tradizionali, che si trovano generalmente in giacimenti di grandi dimensioni, la produzione di biomasse avviene generalmente su aree molto elevate. Emissioni di sostanze climalteranti: la combustione del materiale, soprattutto se legnoso (quindi allo stato solido), contribuisce in maniera minimale all’emissione di CO2. L’energia prodotta con le biomasse legnose è rinnovabile e come tutte le rinnovabili gode in tutta Europa di contributi pubblici per incentivarne la produzione. Mentre, un grande punto a sfavore della combustione di biomassa, è che produce grandi quantità di sostanze inquinanti.
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Fonti di Energia Rinnovabile | a cura della Redazione Spazi
.Biomass and biogas .From organic, vegetal, animal waste it is possible to get a clean and useable energy resource.
From organic, vegetal, animal waste it is possible to get a clean and useable energy resource. Biomass includes different biological materials, such as waste from agricultural activities which can be reused in specific thermal power station to produce electric energy. We are dealing with waste from agriculture, farming and industry, such as wood, urban waste. People are now looking for energetic cultivation, that is colture which can produce more heat. Thistle, sorghum, poplar tree and willow tree are perfect for this. Also rubbish can be used as biomass. In Italy there are systems to recycle and recover it to produce energy. Getting energy from biomass, means reducing waste and producing energy avoiding fossil fuel. Bio fuel is clean energy. It releases little carbon, sulfur and nitrogen oxides. Reforestation in semi-desert areas helps to get ground for biomass production and better air we breathe. Actually, plants are the green lung of the planet, reducing pollution and CO2. Biomass system allow to manage waste in an ecologic way. Finland is the most relevant example to describe biomass’ importance: most of paper and wood waste is used in thermal power systems to produce energy from biomass. What once was a cost has been turned into an opportunity to produce electric energy. It is important to underline that biomass is referred to vegetal waste, we shouldn’t confuse it with humans’ rubbish. In order to reduce environmental impact, it is importante that system are little sized and that they use local biomass, avoiding transport from far places.
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Forestry biomass The term “forestry biomass” refers to waste from woods cutting, such as wood logs, pellet and wood chips. It can be used to fuel heaters at high performance, till 90%, in a competitive way. These heaters give hot water for heating and bath. The most spread are: wood logs, pellet, air or water chimney, chips wood heaters. Agroenergy This term refers to biomass which is cultivated for energetic aims. Also wood biomass can be put in this category, even if usually it is referred products cultivated in the ground such as herbaceous, canes and trees (for example poplar). Biofuels From fermentation of vegetal full of sugar, such as sugar cane, beets and corn it is possible to get ethanol or ethyl alcohol, which can be used as fuel for endothermic engines, as a substitute of gasoline. From oleaginous ( sunflower, canola and soy) it is possible too get biodiesel. Through a specific process it is possible to turn biomass into BTL (Biomass to liquid), a biodiesel get from organic material or specific colture. Biofuel for electric energy production In some countries speedy grow colture are being experimented to produce energy for little electric power station, for example in USA, India and Japan. Among experimentation there is some Mischantus Giganteus hybrids, an high performance grain. If it was planted on 10% of cultivable european areas, it could give till 9% of used electric energy. In Italy ENEA in Sicily carries on experimentations.
Biogas Also farming waste can be subjected to oxygen free fermentation. In waste biomass grow microorganism which, through fermentation, generate biogas. After a cleanse treatment, it can be used as fuel and combustible material for heating and energy production. Even from rubbish it is possible to get energy. Biomass in Italy Biomass is spread in tele-heating systems (sawdust, wood logs). Plenty of raw material and winter encourage its use. Some systems, such as the one in Dobbiaco, produce thermo-electric energy. In Dobbiaco biomass is not sufficient, it is imported from Finland. There are systems alsonin the North, in the South Italy in Dittaino and Enna, the first system of this type, which gives energy to industries and civilians.
Biomass issues Biomass are not available all year, in particular biomass from seasonal cultivation. Also wood, which is cut especially in winter because it is less wet. For this reason, biomass systems need big areas for material management, which is carried once a year. Performance: traditional fuel are in big deposits, while biomass production happens on high areas. Climate change’s substances emission: the material’s burning, especially wood, release less CO2 emission. Energy from biomass is renewable and, like all renewable energy, is subjected to public incentives for its production. The con is the production of pollutant substances.
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Ambiente
.Valorizzare Le tecnologie che possono salvare il pianeta esistono. In questo numero vi presentiamo l’azienda americana che crea impianti per la ‘trasformazione’ dei rifiuti... Salvare il pianeta è possibile! Di Simone Pavan Direttore editoriale
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i rifiuti Poter produrre un plasma non inquinante, per asfaltare le strade delle smart cityes, con lo smaltimento delle immondizie con un processo di trasformazione non inquinante! ‌sembra un sogno, ma a quanto pare, ora è possibile grazie alla tecnologia SMART CITY GLOBAL ENERGY GROUP
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Valorizzare i rifiuti | di Simone Pavan
Questo innovativo impianto è in grado di smaltire ogni giorno parecchie migliaia di tonnellate di rifiuti urbani. Lavorando ininterrottamente produce il ‘plasma’, un materiale che trova parecchie applicazioni nell’industria ma che è principalmente adatto per l’asfaltatura delle strade.
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L’invenzione è firmata Rod Vera che già da anni si occupa dello smaltimento di materiali desueti per l’Aeronautica Militare americana, e dal Dott. Lou Circeo consulente alla Georgia Tech University. Lo staff ha lavorato per anni su questo progetto, spinti dalla convinzione che fosse essenziale per la conservazione della Terra e per il suo futuro. Il progetto è stato realizzato e consiste essenzialmente in un processo di smaltimento dei rifiuti urbani, con i quali creare un prodotto chiamato ‘plasma’. Si voleva salvare il pianeta liberandolo dai rifiuti che l’essere umano produce incessantemente ogni giorno. Ma il problema stava nel progettare un macchinario che attraverso processi chimico-fisici, trasformasse i materiali di scarto in un nuovo materiale, riutilizzabile e riciclabile. L’idea fu quella di creare un ‘reattore’ e così fu, ma niente a che fare con il nucleare. Il ‘reattore’ è stato realizzato ed è in grado di smaltire ogni giorno parecchie migliaia di tonnellate di rifiuti urbani. Lavorando ininterrottamente produce il ‘plasma’, un materiale che trova parecchie applicazioni nell’industria ma che è principalmente adatto per l’asfaltatura delle strade. Inoltre, attraverso turbine a vapore il ‘reattore’ produce energia elettrica che può essere immessa nella rete cittadina. Il sistema SMART CITY GLOBAL ENERGY GROUP venne brevettato in tutto il mondo, dopo innumerevoli test scientifici. Il primo ‘termovalorizzatore evoluto’ è stato realizzato a Seoul in South Korea e molte altre nazioni hanno già seguito l’esempio.
La Tecnologia Il sistema del ‘reattore’ consiste in vari processi di trasformazione di RSU (Rifiuti Solidi Urbani). Questi vengo convertiti attraverso il calore a temperature elevate in elementi nativi come il gas, i metalli e scorie di plasma fuso (inorganico). Sembrerebbe un sistema già utilizzato ma non si tratta di un ‘vecchio’ inceneritore, infatti questo nuovo sistema si avvale di tre passaggi essenziali che ci sono stati spiegati in modo vago proprio perché su questi si basa il brevetto. Il primo è il sistema di movimentazione e alimentazione del reattore, il secondo è il sistema di ‘torcia’ del reattore, mentre il terzo si riferisce ai prodotti che sono: gas metano (tecnologia e attrezzature Haldor Topsoe), lana di plasma, elettricità (dal vapore di processo), recupero dei metalli. Il sistema Global Alchemy Solution, non è un inceneritore. Negli ultimi decenni gli inceneritori sono stati banditi in quasi tutte le nazioni del pianeta. Dismessi perché nelle fasi di combustione creavano molte sostanze inquinanti aeree e non solo. Mentre, è doveroso specificare che il sistema e il processo di conversione del plasma avviene attraverso la pirolisi (idrogeno, carbonio e monossido di carbonio), che per definizione non è incenerimento (combustione di anidride carbonica e acqua). Questo consente la conversione quasi totale di materiali organici semplici e complessi, e lo ottiene senza i fastidiosi sottoprodotti della combustione. Le ‘emissioni zero’ di questo sistema rappresentano un passo notevole per l’uomo in termini di salubrità e salvaguardia dell’ambiente e inoltre offre un vantaggio significativo in termini di accettazione pubblica della tecnologia. Oltre a ciò, i rappresentanti politici saranno ben lieti di constatare che da un punto di vista costi-benefici, questa “infrastruttura” può essere ammortizzata in circa cinque anni di attività. Quindi, salvare il pianeta si può!
Per informazioni: Concessionario per l’Europa/Dealer for Europe Roberto Fin | Mobile+39-331-423-4562 E-mail: roberto260463@gmail.com
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.Enhancing waste
The invention is by Rod Vera, who deals with obsolete materials management for the American Air Force, and Lou Circeo, consultant at the Georgia Tech University. The team has been working on this project for years, believing that it is essential for Earth’s preservation and its future. The project has been realised and it is an urban waste management process which produces plasma. People would save the planet from the waste human being continuously generates every day. The problem was to find a system which turned waste into a recyclable material through a chemical and physical process. The idea was to create a non-nuclear reactor. It has been realised and, Working continuously, it produces plasma, a material which can be used in different industries and it is perfect for paving road. In addition, the reactor produces electric energy which can be get to the urban system. The SMART CITY GLOBAL ENERGY GROUP system has been patented worldwide after many scientific tests. The first one has been realised in Seoul, South Corea and many other countries are following its example.
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To produce a non-polluting plasma to pave smart cities’ roads through waste management and a non-polluting process seems to be a dream, but actually it is now possible.
The technology The reactor’s system is based on different transformation processes of RSU (Solid Urban Waste). Thanks to high temperature heat they are turned into native elements such as gas, metals and melted plasma’s residues. It seem an already used system, but it is not the old incinerator. Actually, it is based on three main steps, which has been vaguely explained because of the patent: reactor’s movement and feed, reactor’s torch system, and products which are gas, methane (Haldor Topsoes technology and equipment), plasma wood, electricity and metals recovery. Global Alchemy Solution system is not an incinerator In the last ten years incinerator has been banned in all countries because they produced polluting substances during combustion. This new system is based on pyrolysis (hydrogen, carbon, carbon monoxide) which is not incineration (Co2 and water combustion). This allow the almost total conversion of simple or complex organic materials, without combustion’s negative effects. This zero-emission system is a step forward for human’s health and environment’s protection. Moreover, politics representatives are pleased to know that this innovation can be amortised in 5 years. You can save the planet!
For further information: Dealer for Europe Roberto Fin | Mobile+39-331-423-4562 E-mail: roberto260463@gmail.com
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Bubbliredazionale
CASE ANTISISMICHE WONDERWALL La prima impresa specializzata in case antisismiche in muratura con tripla resistenza sismica, rispetto ai bassi requisisti di legge.
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Nel 2018 la paura del terremoto è arrivata ai primi posti tra gli aspetti che i clienti prendono in considerazione nell’acquisto di una nuova casa, anche qui a Vicenza. Questo perché ad ogni grande sisma che colpisce la nostra penisola i danni sono sempre catastrofici. Ti sei mai chiesto perché succedono questi disastri e perchè la normativa italiana cambia dopo ogni terremoto? Noi ce lo siamo chiesti e abbiamo capito che ad oggi la nostra normativa, per quante modifiche si siano fatte, è lontana dai risultati che tutti vorremmo – nessun crollo e nessun danno a case e persone. Anche qui a Vicenza, dove il rischio è inferiore le possibilità di crollo di una nuova costruzione sono ancora alte. Dopo aver studiato le normative italiane ed estere (Giappone, Perù, California, ecc.) abbiamo sviluppato con un team di persone specializzate in materia, un sistema costruttivo adatto al nostro territorio particolarmente sismico. Le case antisismiche WonderWall, con resistenza sismica tripla, sono le uniche che ti garantisco oltre alle altissime prestazioni termiche e acustiche, che la casa resista anche ai terremoti più forti che possono avvenire in Italia, riducendo praticamente a zero i danni da terremoto. Prendendo spunto dalle migliori tecniche costruttive Giapponesi, abbiamo trasformato il classico sistema costruttivo italiano in un sistema che dia veramente tranquillità alle persone rendendo la casa un investimento sicuro e duraturo nel tempo. Per maggiori informazioni visita il sito www.abitazioneantisismica.com
www.casewonderwall.com
Sei un progettista e cerchi un modo per attirare nuovi clienti senza dover sempre battagliare sul prezzo? Da un recente studio è emerso che mediamente un progettista, titolare di uno studio, investe il 96% del proprio tempo nella operatività classica del progettista, e solo 4% viene dedicato ad acquisire e sviluppare nuovi clienti. In realtà la prima voce del conto economico è il fatturato, e quindi la priorità dovrebbe essere quella di trovare nuovi clienti e aumentare la marginalità. Invece la strategia che più spesso vediamo è quella di proporre le solite cose tenendosi i clienti abituali, sperando poi che qualcuno si presenti alla loro porta. Ormai questo non è più sufficiente in un momento di contrazione del mercato immobiliare, e solo pochi cercando di proporre qualcosa di differente dagli altri. Noi abbiamo già cambiato e ci siamo specializzati in costruzioni con prestazioni così elevate che oggi in Italia nessuno sta proponendo. Grazie alla nostra nuova idea costruttiva abbinata al nostro sistema collaudato di vendita possiamo aiutare i progettisti che sposano il nostro progetto, ad acquisire facilmente clienti ed aumentare notevolmente la marginalità del loro studio. Da anni ci occupiamo di analizzare il mercato e proporre sempre qualcosa di innovativo che sappia cogliere le nuove richieste dei clienti sempre più attenti a tutti gli aspetti della casa. Sul sito www.acquisireclientiedili.it spieghiamo: • Che l’unico modo per attrarre clienti ad alta marginalità è proporre qualcosa di unico e innovativo che la concorrenza non propone. • Che tanti hanno pagato a caro prezzo il proporre case in legno, visto che le cause legali sono 50 volte superiori a quelle delle costruzioni tradizionali. • Come proporre un sistema differente che oltre ad avere le massime prestazioni termiche e acustiche risolve veramente il problema dei terremoti. • Che non basta avere un buon prodotto ma serve un sistema collaudato per acquisire facilmente nuovi clienti, che ti daremo noi per facilitare il tuo lavoro.
Muratura WONDERWALL
Muratura tradizionale
Prefabbricato in legno
Resistenza sismica durante il sisma Danni nel lungo periodo dopo il sisma Durata nel tempo della struttura Facilità nella modifica degli spazi Isolamento termico Isolamento acustico Controllo periodico stato della struttura Rispetto dei costi di costruzione Tempo medio di realizzazione Rispetto dei tempi di realizzazione
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Bubbliredazionale
PRODUZIONE CALCESTRUZZI PRECONFEZIONATI Vibetonbrenta S.r.l. gestisce oltre 35 impianti per la produzione di calcestruzzo, distribuiti in maniera capillare in Veneto e in Trentino. Dispone di oltre 70 mezzi propri (betoniere, pompe, betonpompe e bilici) per il servizio di trasporto specializzato nella fornitura di calcestruzzo preconfezionato, anche per grandi opere. Il settore calcestruzzi preconfezionati si inserisce in un contesto piĂš ampio di gestione di tutte le materie prime per le costruzioni, con partecipazioni significative in cave di proprietĂ con una movimentazione di un volume superiore ai 10 milioni di metri cubi di materiale, con 8 impianti di proprietĂ per la lavorazione di inerti e 3 impianti per la produzione di conglomerati bituminosi tra le province di Padova, Vicenza e Trento, il tutto attraverso le partecipate B Tech S.r.l. e Stradasfalti S.r.l. Il gruppo risulta inoltre autonomo anche nella produzione di cemento attraverso la controllata Idra Cementi S.r.l.
vibetonbrenta.it
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CALCESTRUZZI A PRESTAZIONE GARANTITA Calcestruzzi di elevatissimo standard qualitativo, caratterizzati dai seguenti parametri identificativi: Classe di consistenza (lavorabilità) Classe di resistenza a compressione (Rck) Classe di esposizione ambientale (durabilità) Dimensione massima dell’aggregato Tutti calcestruzzi perfettamente rispondenti alla attuale normativa vigente in ambito europeo UNI EN 206 e in ambito nazionale UNI 11104 e prodotti in accordo alle ultime disposizioni NTC 2018 in relazione ai materiali da costruzione. CALCESTRUZZI A PRESTAZIONE GARANTITA PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI I calcestruzzi per pavimentazioni industriali sono formulati per rispondere alle stesse caratteristiche dei calcestruzzi a prestazione garantita con l’aggiunta di alcune particolarità, quali: – Riduzione dei tempi di presa che permettono di ridurre le fasi di lisciatura superficiale della pavimentazione rispettando le normative vigenti in termini di orari di lavoro e inquinamento acustico. – Ridotta essicazione superficiale del calcestruzzo eliminando il così chiamato “effetto onda” in fase di lisciatura della pavimentazione. – Miglioramento delle caratteristiche superficiali della pavimentazione. MALTE PRONTE ALL’USO La ditta VIBETONBRENTA può inoltre fornire direttamente presso i cantieri di lavorazione diverse tipologie di malta da muratura, pronta per l’impiego, caratterizzata da un elevato mantenimento della lavorabilità. CALCESTRUZZI A COMPOSIZIONE Sempre attenta alle nuove esigenze di mercato, su richiesta del cliente e sulla base delle indicazioni proposte, la ditta VIBETONBRENTA è in grado di soddisfare la produzione e fornitura di calcestruzzi caratterizzati principalmente da: Dosaggio, classe e tipologia di cemento Aggiunta di componenti speciali Composizione granulometrica particolare Classe di consistenza (lavorabilità) CALCESTRUZZI SPECIALI Oltre alle classi e categorie normalmente richieste già descritte in precedenza, la ditta VIBETONBRENTA è inoltre estremamente organizzata per produrre calcestruzzi speciali, caratterizzati da requisiti particolari ed in grado di soddisfare tutte le esigenze progettuali e costruttive. Ricordiamo tra questi: Calcestruzzi Autocompattanti (SCC) Calcestruzzi Alleggeriti Calcestruzzi Drenanti Calcestruzzi ad uso decorativo (pigmentati) Calcestruzzi a stabilità volumetrica (per applicazioni geotecniche)
Vibetonbrenta S.r.l.
Sede legale: Via Capitello, 1 – 38050 Roncegno Terme (TN) Telefono 0461 775555 Sede Amministrativa: Via Carlo Alberto, 68 - 35010 Grantorto (PD) Tel. 049 5960137 commerciale@vibetonbrenta.it commercialetn@vibetonbrenta.it
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News
.Periscopio .Combustibile termico solare L’energia del sole ora potrà essere immagazzinata. Un team di ricercatori della Chalmers University of Technology ha sviluppato un fluido specializzato, chiamato ‘combustibile’ termico solare, che può immagazzinare l’energia proveniente dal Sole per oltre un decennio. Si sa, l’energia solare è eterna, ma paradossalmente possiamo utilizzarla solamente durante le ore in cui vi siamo esposti. Mentre nelle ore notturne o di non esposizione, dobbiamo avvalerci di energia cosi detta ‘immagazzinata’, ma non esiste un sistema efficiente e a basso costo per immagazzinare energia solare a lungo termine. L’industria solare è rimasta bloccata a lungo proprio da questo ostacolo tuttavia, solo nell’ultimo anno, sono stati pubblicati numerosi articoli scientifici che potrebbero aver trovato una nuova soluzione interessante. Un team di ricercatori in Svezia ha sviluppato un fluido specializzato, chiamato “combustibile” termico solare, che può immagazzinare l’energia proveniente dal Sole per oltre un decennio. “Un combustibile termico solare è come una batteria ricaricabile, ma invece dell’elettricità possiamo immagazzinare la luce del sole per ottenere calore da utilizzare su richiesta” parola di Jeffrey Grossman, un ingegnere che lavora al MIT allo sviluppo di questi materiali. Il fluido è in realtà composto da molecole in forma liquida che gli scienziati della Chalmers University of Technology, Svezia hanno sviluppato per oltre un anno.
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Ogni singola molecola di tale fluido è composta da carbonio, idrogeno e azoto. Quando una molecola viene colpita dalla luce del sole avviene qualcosa di insolito: i legami tra gli atomi vengono riarrangiati e la molecola si trasforma in una nuova versione energizzata di se stessa, chiamata isomero. Come una preda viene catturata in una trappola, l’energia solare viene così catturata tra i forti legami chimici dell’isomero e rimane lì anche quando la molecola si raffredda a temperatura ambiente. Quando l’energia è necessaria (ad esempio durante la notte o durante l’inverno) il fluido viene fatto semplicemente passare attraverso un catalizzatore che fa tornare la molecola alla sua forma originale, rilasciando in questo modo energia sotto forma di calore. «L’energia in questo isomero può ora essere immagazzinata per un massimo di 18 anni» scrive Kasper Moth-Poulsen ricercatore che lavora sui nanomateriali ed è membro del team presso la Chalmers University. «Quando viene il momento di estrarre l’energia per usarla otteniamo un aumento di calore che è maggiore di quanto abbiamo sperato potesse accadere» scrive Moth-Poulsen. Un prototipo del sistema energetico posto sul tetto di un edificio universitario, ha messo il nuovo fluido alla prova. Secondo i ricercatori, i risultati ottenuti hanno attirato l’attenzione di numerosi investitori.
Energie alternative, eco-sostenibilità, bioedilizia, domotica e interior design: cosa ci ha colpiti di più su questi temi negli ultimi mesi? Periscopio è la rubrica che getta una luce sulle novità che sono già intorno a noi. Un focus particolare è offerto sulle fiere di settore, dove scovare ulteriori innovazioni e trend per immaginare e delineare gli scenari futuri dell’abitare. | A cura di Elena Azzola
Come è fatto il sistema per immagazzinare l’energia solare a lungo termine. Il dispositivo per l’energia rinnovabile privo di emissioni è costituito da un riflettore concavo con un tubo al centro che concentra i raggi solari come una sorta di antenna parabolica per la ricezione dei programmi TV via satellite. Il sistema funziona in modo circolare. Il fluido viene pompato attraverso dei tubi trasparenti e viene riscaldato dalla luce del sole, trasformando la molecola di norbornadiene (composto organico di formula C7H8, idrocarburo biciclico) nel suo isomero capace di intrappolare il calore, il quadriciclano. Il fluido viene poi stoccato a temperatura ambiente ottenendo una minima perdita di energia. Quando l’energia è necessaria, il fluido viene fatto passare attraverso un catalizzatore speciale che trasforma le molecole facendole tornare di nuovo alla loro forma originale, il liquido si riscalda di 63 °C. La speranza è che questo calore possa venire utilizzato per i sistemi di riscaldamento domestico, alimentando lo scaldabagno di un edificio, la lavastoviglie, lo stendibiancheria e molto altro ancora, prima di tornare nuovamente sul tetto. I ricercatori hanno fatto passare il fluido attraverso il sistema più di 125 volte, raccogliendo calore e rilasciandolo senza ottenere danni significativi alla molecola.
«Abbiamo fatto molti progressi significativi di recente e oggi abbiamo un sistema ad energia solare senza emissioni che funziona tutto l’anno» scrive Moth-Poulsen. Dopo una serie di rapidi sviluppi, i ricercatori sostengono che il loro fluido è in grado di immagazzinare 250 Wh (watt ora) di energia per chilogrammo, praticamente è il doppio della capacità energetica delle batterie del sistema Powerwall di Tesla. Ma ci sono ancora margini di miglioramento. I ricercatori pensano di poter ottenere ancora più calore da questo sistema, almeno 110 °C in più. «Abbiamo ancora molto lavoro da fare. Abbiamo appena messo il sistema in funzione. Ora abbiamo bisogno di garantire che tutto venga sviluppato in modo ottimale» scrive Moth-Poulsen. Se tutto andrà come previsto, Moth-Poulsen ipotizza che la tecnologia potrebbe essere resa disponibile per un uso commerciale entro i prossimi 10 anni. Uno studio sul funzionamento del sistema è stato pubblicato sulla rivista Royal Society of Chemistry.
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Periscopio News | a cura di Elena Azzola
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BTicino Più controllo sulla casa
Italcementi La rivoluzione al grafene
Controllare la casa come la casella e-mail o il conto corrente online? Da oggi è possibile grazie agli ultimi prodotti messi a disposizione da BTicino, azienda di Varese, leader nelle apparecchiature elettriche, facente parte del gruppo francese Legrand. L’impianto elettrico Smart prevede un comando generale che con un solo tocco permette di spegnere tutte le luci e abbassare tutte le tapparelle quando si esce di casa o di attivare lo scenario preferito. Si possono aggiungere e riposizionare in qualsiasi momento i comandi wireless (per luci e tapparelle), a seconda delle esigenze. Grazie inoltre alla app Home + Control, scaricabile gratuitamente da Apple store o Google store, tramite il proprio smartphone (o quello di altre persone autorizzate) si può visualizzare e controllare ovunque ci si trovi lo stato di luci, tapparelle e prese di energia connesse. Si associa il gateway all’app e alla rete wi-fi di casa. Quindi si assegna a ogni dispositivo connesso un nome (ad esempio: lampadario centrale) e il rispettivo ambiente della casa (soggiorno) per poter ottenere da smartphone tutta una serie di informazioni: i consumi elettrici di tutta la casa o quelli dei singoli elettrodomestici, ricevere una notifica di allarme per evitare un blackout (in caso di superamento del limite di energia disponibile) o sapere se si sono verificati guasti agli elettrodomestici. Con Living Now with Netatmo si può gestire l’impianto anche con la voce grazie all’assistente vocale preferito (un’opportunità particolarmente utile per coloro che hanno problemi di mobilità, come anziani e malati). La gamma è composta da pochi dispositivi facili da installare e da cablare, proprio come un impianto elettrico tradizionale.
Pareti e pavimenti che si riscaldano e conducono l’elettricità grazie al cemento: dalla ricerca italiana arriverà nelle nostre case la rivoluzione del grafene? Italcementi ha portato al Mobile World Congress 2019 di Barcellona - la più importante fiera mondiale dedicata alla telefonia mobile e all’innovazione, tenutasi dal 25 al 28 febbraio - un mockup che mostra il funzionamento di un riscaldamento a pavimento grazie ai calcestruzzi intelligenti (smart concrete) e all’uso di un sottile strato di composito cementizio al grafene posto tra il massetto e la superficie della pavimentazione. Italcementi partecipa, infatti, alla ricerca sull’uso del grafene, il materiale che fin dalla sua scoperta ha promesso di rivoluzionare il nostro futuro ed è stato rinominato il “materiale delle meraviglie” per le sue eccezionali proprietà: incredibilmente forte e leggero, eccellente nel condurre elettricità e calore, dalle straordinarie proprietà meccaniche di resistenza e flessibilità. Lo studio delle sue proprietà e delle sue possibili applicazioni nei laboratori Italcementi è iniziato nel 2014, da quando l’azienda è entrata a far parte del Consorzio Graphene Flagship, una delle più importanti iniziative di ricerca mai avviate dall’Unione Europea sullo sviluppo di nuove tecnologie legate ai materiali. Il progetto, che prevede dieci anni di ricerca e un finanziamento complessivo di un miliardo di euro, è nato per coordinare la ricerca scientifica sul grafene e su altri materiali bidimensionali di recente scoperta e favorire la crescita di nuove tecnologie in numerosi settori industriali. Da allora nei laboratori Italcementi sono stati avviati diversi progetti di ricerca sulle applicazioni con calcestruzzi intelligenti, dedicando più di 15mila ore di studi e approfondimenti. L’ultimo si è concentrato sulla possibilità di combinare l’eccezionale proprietà conduttiva del grafene con le potenzialità di un materiale di uso comune e largamente diffuso come il calcestruzzo. Il risultato è stata la creazione di un composito cementizio elettricamente conduttivo, uno smart concrete che apre la strada ad applicazioni rivoluzionarie nel settore dell’edilizia e a molteplici soluzioni intelligenti per le abitazioni, le infrastrutture e la mobilità del futuro, in grado di accrescere efficienza e sicurezza nella vita quotidiana delle persone. Incorporando il grafene nel calcestruzzo, i ricercatori Italcementi sono riusciti a modificare il tipico comportamento isolante dei composti cementizi, permettendo il passaggio della corrente elettrica senza comprometterne le performance. Le possibili applicazioni e i vantaggi di un composito cementizio altamente conduttivo sono molte, soprattutto se si considera che il calcestruzzo è il materiale da costruzione più utilizzato al mondo.
Sinfonia Prove per diventare smart city
Unical Una ‘cover’ per il condizionatore
Rendere più efficienti dal punto di vista energetico le nostre città è la grande sfida che si gioca in Europa nel XXI secolo. Per diventare davvero smart city le nostre città hanno bisogno di diventare più virtuose, anche implementando tecnologie per il risanamento energetico nell’edilizia. Una sperimentazione in questo senso è Sinfonia, un’iniziativa finanziata dal Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e le attività dimostrative, che ha come obiettivo l’implementazione in città di medie dimensioni di soluzioni energetiche estese, integrate e scalabili. Le due città pilota che hanno presentato il progetto alla Commissione Europea sono Bolzano e Innsbruck, con l’obiettivo di arrivare a un risparmio di energia primaria tra il 40 e il 50%, aumentando la quota di fonti rinnovabili del 20%. Il risanamento di Bolzano, partito nel 2014, sostenuto anche dalla provincia autonoma e coordinato da Eurac Research, coinvolge 31mila metri quadrati di alloggi sociali, su cui si è intervenuti sul fronte dell’ottimizzazione della rete elettrica e delle soluzioni per il teleriscaldamento e il teleraffreddamento, al fine di conseguire elevate performance energetiche e migliorare il comfort interno. Le misure di risanamento comprendono isolamento dell’involucro degli edifici; sostituzione di tutte le finestre e installazione di macchine di ventilazione con recupero di calore in ogni appartamento; integrazione di fonti di energie rinnovabili per la produzione di energia elettrica, energia termica e acqua calda a uso domestico (pannelli solari/fotovoltaici e sistemi geotermici); sopraelevazione degli edifici mediante innovative tecnologie costruttive in legno. Tutto questo avviene lasciando i condomini all’interno dei loro appartamenti per tutta la durata dei lavori. Gran parte del progetto Sinfonia è dedicato alla trasferibilità e alla scalabilità delle soluzioni applicate a Bolzano e Innsbruck, definendo una serie limitata di tipologie distrettuali e i relativi modelli di risanamento, che altre città potranno valutare in maniera agevole. Nel 2018, ad esempio, si è affacciata al mondo delle città intelligenti anche Trento, coinvolta in un ulteriore progetto europeo, Stardust, coordinato a livello locale sempre da Eurac Research.
Dopo il successo di Osa, la caldaia tecnologicamente avanzata, rispettosa dell’ambiente ed esteticamente così bella da poter essere posizionata in qualsiasi ambiente della casa, vincitrice del XXV Compasso d’Oro ADI 2018, l’azienda italiana Unical si aggiudica un altro premio, il Good Design Award 2018, assegnato dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design, questa volta per Mimo: una cover pensata per mimetizzare l’unità esterna del condizionatore. Lontana anni luce dai classici elementi artigianali di copertura ingombranti in legno o metallo, Mimo rende meno impattanti le unità esterne dei condizionatori, nuovi o preesistenti, senza creare problemi di accessibilità per opere di manutenzione. Mimo può essere utilizzato per coprire non solo il frontale, ma anche la parte retrostante del condizionatore, nel caso in cui l’elemento sia installato in giardino o su terrazzi e quindi non collocato a parte. L’installazione è facile e veloce: il pannello può essere fissato agli stessi bulloni dei piedini dell’unità esterna e assicurato anche al muro con un cavetto inox in dotazione. Il design esclusivo è di ArtÚ Design Studio, realtà nata all’interno di Unical con l’obiettivo di dare nuovo valore a oggetti di uso comune, composta da professionisti specializzati in design industriale e ingegneria.
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Eataly Un prato fiorito in città
Fontanot Design dalle casse di imballaggio
In occasione della design week milanese, in programma dal 9 al 14 aprile, Eataly Smeraldo dà vita in piazza XXV aprile a Pratofiorito, un giardino temporaneo con caratteristiche di leggerezza e penetrabilità che offrirà alla città un’oasi di fiori e piante, finalizzata a stimolare la biodiversità urbana, seguendo l’evolversi della primavera. Un progetto dell’architetto Davide Fabio Colaci, in collaborazione con gli studenti del Politecnico di Milano, che mescola specie vegetali e animali, contenuti didattici e un palinsesto di attività legate al programma Bee The Future, promosso da Eataly in collaborazione con Fondazione Slow Food per la biodiversità, l’azienda sementiera biologica Arcoiris e l’Università degli Studi di Palermo, Dipartimenti di Scienze Agrarie e Forestali. Lanciato nell’autunno del 2018, il progetto Bee the Future vuole ripartire dalla terra e dall’agricoltura attraverso un impegno di tre anni nella riforestazione di cento ettari in Italia con i fiori amati dalle api: questa sfida ha l’obiettivo di riportare la biodiversità delle piante infestanti in quelle zone dove, a causa di metodi agricoli basati sull’alto rendimento dei terreni, sta scomparendo. Pratofiorito sarà la casa, o meglio l’habitat, anche in un contesto urbano, di tutte quelle specie vegetali e animali che nella biodiversità combattono l’inquinamento generato dai trattamenti fitosanitari dell’agricoltura e dalle produzioni intensive e monospecifiche. Grano saraceno, trifoglio nano, lino, sulla e facelia sono solo alcune delle specie che faranno parte del miscuglio di sementi biologico di Pratofiorito.
Fontanot, azienda italiana specializzata nella produzione di scale, ma anche di ringhiere, balaustre e finestre, ha lanciato Fontanot Zero Waste, la prima guida per convertire le sue casse di imballaggio in legno in originali oggetti di design. I progetti sono stati elaborati da studenti e giovani talenti delle principali Università e scuole di design spagnole e sudamericane, che hanno partecipato allo Zero Waste Fontanot Award, finalizzato alla promozione del design responsabile e al riutilizzo dei materiali. Come ogni concorso anche quello promosso da Fontanot ha avuto un vincitore. Si tratta di Mesa Funcional (tavolo funzionale), realizzato da Matías Schumacher, un tavolo regolabile, progettato per gli spazi interni e il fai-da-te, premiato per la sua qualità concettuale e tecnica, la creatività e l’uso esauriente del materiale che propone. Gli altri finalisti del contest sono stati Be Ecool, panchina multifunzionale, che consente di sedersi e riposare, parcheggiare la bicicletta e riporre oggetti, Fienile, casetta da giardino per il gioco dei bambini, e, infine, un originale contenitore-scarpiera. Con questa iniziativa Fontanot conferma il proprio impegno a favore della riduzione dei rifiuti, della progettazione ecologica e dell’adesione al movimento DIY (Do It Yourself ). Questi mobili possono essere ricavati dal legno della scatola di imballaggio e chiunque abbia una conoscenza base del fai-da-te può facilmente realizzarli. Fontanot ha pubblicato una guida descrittiva a tal fine, che spiega in modo grafico e semplice i passi da seguire. Fontanot, del resto, invia tutti i kit per le sue scale e ringhiere in scatole di legno, per garantire che il prodotto arrivi in perfette condizioni. Ogni anno l’azienda invia centinaia di prodotti, contenuti in altrettante casse di compensato e abete rosso. Il progetto ecologico di Fontanot mira a favorire che questo materiale di prima qualità, che fino a oggi è stato considerato uno scarto, venga riciclato e riutilizzato. In questo modo non solo si riduce l’impatto sull’ambiente, ma si promuovono anche oggettivi risparmi economici.
Print Your City L’arredo urbano è circolare
Watergen Generare acqua dall’aria
Trasformare la plastica raccolta in città in arredi urbani, dal design suggerito dai cittadini, grazie alla stampa 3D: è questa l’essenza del progetto Print Your City, che lo studio di design olandese The New Raw ha recentemente portato anche a Salonicco nell’ambito dell’iniziativa Zero Waste Lab, all’interno del più ampio programma Zero Waste Future di Coca-Cola in Grecia. Ne sono nate delle sedute, già installate su Nea Paralia, il lungomare di Salonicco. Il progetto è circolare e coinvolge i cittadini, sia nella raccolta della plastica, sia nella creazione degli elementi d’arredo, messi a punto, infatti, basandosi sui desiderata della gente, comunicati tramite un questionario online. L’obiettivo è quello di arrivare al termine del progetto ad almeno quattro tonnellate di plastica riciclata e trasformata in arredi urbani di vario tipo, per ribadire ancora una volta l’importanza del corretto riutilizzo delle risorse e del rispetto per la salvaguardia dell’ambiente.
Una risposta alla scarsità idrica, che ha fatto meritare all’acqua il titolo di oro blu, potrebbe arrivare da un dispositivo in grado di estrarre il prezioso liquido dall’aria. Lo ha messo a punto, fra le altre, la startup israeliana Watergen, aggiudicandosi il trofeo di migliore innovazione nella categoria “Tecnologia per un mondo migliore” al Ces di Las Vegas e ricevendo, sempre lo scorso gennaio, un riconoscimento dal World Economic Forum. La soluzione offerta da Watergen, il cui impatto sul problema globale dell’approvvigionamento idrico potrà essere verificato solo nel tempo, si basa sull’estrazione dell’acqua dall’aria usando l’elettricità. L’azienda afferma che il suo dispositivo ha consumi ridotti dal 70% rispetto ai competitor e che produce più del quadruplo della quantità di acqua per kWh rispetto ad altre realtà sul mercato. Sono diversi i prodotti messi a disposizione da Watergen, a seconda delle esigenze. L’ultimo, Genny, a breve in commercio, assomiglia alle classiche fontanelle da ufficio ed è in grado di fornire 27 litri di acqua al giorno per uso domestico o sul luogo di lavoro. In aggiunta, toglie l’umidità negli ambienti e consente di liberare dall’abitudine di usare le bottigliette in Pet.
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Salone del Mobile Nel segno di Leonardo Sarà ispirata al genio di Leonardo e a quello che ha rappresentato per la nostra cultura in senso ampio la 58esima edizione del Salone del Mobile.Milano, in programma dal 9 al 14 aprile 2019 a Fiera MilanoRho, con la sua naturale estensione a tutta la città, nell’ambito dei vari Fuorisaloni e delle altre iniziative correlate. Nell’anno delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il Salone arricchisce, infatti, il suo Manifesto (varato lo scorso anno) con il termine ‘ingegno’, fortemente connaturato al dna della manifestazione, e punta i riflettori sulla centralità di Milano e sulla capacità creativa e la generosità di spirito della rete industriale alla sua base. “Il Salone del Mobile non solo rappresenta un’ampia offerta di prodotti, ma anche e soprattutto occasioni di relazioni internazionali e opportunità di riflessione sul rapporto fra creatività e impresa”, ha ricordato Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile, in occasione della conferenza stampa di presentazione della kermesse, avvenuta in Triennale, a cui ha partecipato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala. Per il macrosistema arredamento nel 2018 i segnali positivi sono arrivati sia dal mercato interno, con un aumento della produzione destinata al mercato nazionale del +3,1% rispetto al 2017, sia dall’export che ha mantenuto un segno positivo costante, ha fatto sapere nella stessa occasione Emanuele Orsini, presidente di Federlegno Arredo Eventi. Sta di fatto che la manifestazione leader del settore nel mondo si evolve e per l’edizione numero 58 vara due novità nel suo format fieristico: nell’anno dispari, in cui si tengono anche le biennali Euroluce e Workplace3.0, quest’ultima rassegna sceglie di distribuirsi in modo “liquido” in tutta l’area espositiva, per mettere in scena un’idea di ambiente lavorativo sempre più smart e in continuità con gli spazi canonici dell’abitare. Un nuovo percorso espositivo trasversale è, inoltre, dedicato ai prodotti di design e alle soluzioni decorative e tecniche del progetto d’interni: S.Project. Complessivamente saranno più di 2.350 gli espositori dei cinque saloni in cui si articola la manifestazione (Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Euroluce, Workplace3.0 e SaloneSatellite), per una superficie complessiva netta di oltre 205mila metri quadri, con un tasso di aziende estere del 34%. Da non mancare l’appuntamento con i 550 giovani e talentuosi designer protagonisti del 22esimo SaloneSatellite, il cui tema sarà ‘FOOD as a DESIGN OBJECT’, nei padiglioni 22 e 24. Nel padiglione 24 sarà accolta anche l’installazione “DE-SIGNO. La cultura del design italiano prima e dopo Leonardo”, che metterà in relazione il genio rinascimentale con il design italiano contemporaneo. Nel cuore di Milano l’omaggio al poliedrico artista e scienziato avverrà invece tramite ‘AQUA. La visione di Leonardo’ : un’installazione di grande qualità e potere evocativo presso la Conca dell’Incoronata, dedicata ai suoi studi sull’acqua. Questi gli aventi clou di una rassegna per la quale è bene programmare la visita per tempo, considerata la vastità e la ricchezza delle suggestioni offerte dentro e fuori i padiglioni della fiera.
MADE Expo 2019 Costruire connessioni Dal 13 al 16 marzo 2019 a Fiera Milano-Rho è di scena la nona edizione di MADE expo, importante manifestazione in Italia per il mondo delle costruzioni e dell’architettura: una piattaforma di dialogo per gli attori della filiera dell’edilizia, in cui trovare una gamma completa di prodotti e soluzioni. La fiera si articola, in particolare, in quattro saloni (MADE Costruzioni e Materiali, MADE Involucro e Serramenti, MADE Interni e Finiture e MADE Software, Tecnologie e Servizi) su otto padiglioni di Fiera Milano-Rho per oltre 900 espositori e più di cento eventi e convegni, arricchendosi della stretta collaborazione con ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), altre importanti associazioni del settore e ordini professionali, oltre a FederlegnoArredo e Unicmi, promotori della fiera, e, infine, partnership con Università italiane. L’edizione 2019 ha al centro il tema della qualità dell’abitare, sviluppando in modo particolare gli aspetti che riguardano la rigenerazione urbana e infrastrutturale e gli ingredienti fondamentali del comfort, della sicurezza, della sostenibilità e dell’innovazione. Altro tema importante, l’impatto dell’evoluzione digitale sulla filiera dell’edilizia e i nuovi modelli che integrano le diverse fasi delle costruzioni. Fra gli highlight della manifestazione segnaliamo, nell’ambito dell’architettura e dell’interior design, la mostra evento realizzata in collaborazione con Elle Decor e gli architetti Calvi Brambilla, il concorso internazionale di architettura Archmarathon Selections, il progetto “Construction&Design 4.0”, vincitore del bando “Smart Living 5.0” promosso da Regione Lombardia, che confluirà nella presentazione, all’interno di BuildSMART, del ‘Manifesto per l’Edilizia 4.0’, una piattaforma di proposte per la rigenerazione urbana e la riqualificazione immobiliare del Paese. Non mancherà ‘FOCUS on Hospitality’: ciclo di incontri dedicati al settore alberghiero.
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ISH Oltre le tendenze per il bagno
Klimahouse Fissate le nuove date
La ISH di Francoforte, in programma dall’11 al 15 marzo 2019 (quest’anno con una nuova sequenza di giorni: dal lunedì al venerdì), è fra le fiere leader al mondo per la gestione responsabile dell’acqua e dell’energia negli edifici, essendo il suo focus la definizione delle tendenze per il moderno design del bagno, il riscaldamento sostenibile e le tecnologie di condizionamento dell’aria, nonché i sistemi domestici intelligenti. ISH schiera oltre 2.500 espositori, leader di mercato tedeschi e stranieri (64%), che qui presentano i loro ultimi prodotti, tecnologie e soluzioni a favore di un pubblico di circa 200mila visitatori, di cui il 40% proveniente da oltre i confini della Germania.
Bilancio positivo per Klimahouse, la fiera di Bolzano di riferimento in Italia per l’efficienza e il risanamento energetico: lo scorso gennaio ha coinvolto sul piano degli espositori oltre 450 aziende e 25 startup e su quello dei visitatori 36mila presenze, divenendo nel contempo sempre più internazionale, grazie a delegazioni e ospiti di altri Paesi e regioni, in particolare Olanda, Grecia e Baviera. E già sono state fissate le prossime date dell’appuntamento: dal 22 al 25 gennaio 2020. Klimahouse, del resto, è un importante punto d’incontro per aziende e professionisti che, a loro volta, sono a disposizione dei cittadini per offrire nuove soluzioni, prodotti e metodi per ristrutturare e risanare gli edifici. Klimahouse 2019 ha sottolineato e fatto toccare con mano come l’innovazione e la ricerca siano importanti per tutto il comparto dell’edilizia. ‘The human factor’ è stato il leitmotiv del Klimahouse Startup Village 2019, con 25 startup da Italia, Germania, Austria e Svizzera, che hanno portato una ricca molteplicità di materiali e prodotti. Tra queste si è aggiudicata il Klimahouse Startup Award 2019 Tante Lotte Design, con i pannelli acustici in lana di pecora tirolese. Sul fronte delle aziende espositrici, 53 aziende si sono candidate per l’edizione 2019 del Klimahouse Trend, che ha visto come vincitore assoluto l’azienda Ecosistem con il prodotto ‘Geniale Cappotto Sismico’, una soluzione integrata e multifunzionale, che riesce ad abbinare sicurezza sismica e isolamento termico, ottimizzandone i costi. L’uomo è stato messo al centro anche dai keynote speker del congresso internazionale e dei quasi 150 eventi della fiera, che hanno sottolineato la necessità di un vero e proprio cambiamento nel modo di pensare di ogni singolo per poter affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.
CIFF Guangzhou 2019 La Cina è vicina
Energy Med Il bacino più virtuoso
La 43esima edizione della China International Forniture Fair si svolgerà a Guangzhou in due fasi, suddivise per settore merceologico: la prima, dal 18 al 21 marzo 2019, è dedicata all’arredamento per la casa, all’arredo per esterni e per il tempo libero, ai complementi e al tessile per la casa; la seconda, dal 28 al 31 marzo, sarà incentrata sull’arredo per l’ufficio, quello alberghiero, gli accessori, i mobili in metallo e gli arredi per spazi pubblici e reception, oltre ai materiali e ai macchinari per l’industria del mobile. Numeri da capogiro caratterizzano la rassegna, che, completamente rinnovata, ospiterà oltre 4.100 espositori, riuniti in uno spazio espositivo di oltre 760mila metri quadri. La volontà degli organizzatori è di comunicare una Cina in continua evoluzione. Questo è il motivo per cui CIFF, la più grande fiera del settore del mobile al mondo e la più influente piattaforma di business in Asia, ha deciso di costruire un portale di informazioni, disponibile all’indirizzo Internet ciff.forniture. Un portale che vuole mostrare al mondo una realtà soggetta a continui cambiamenti. Un mondo sempre più focalizzato su scelte sostenibili, bellezza, design e qualità. Una nazione, quella cinese, che si sta misurando con l’Occidente, anche riscoprendo le sue radici culturali ed estetiche.
Energy Med è la mostra-convegno sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica nel Mediterraneo che si tiene alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 28 al 30 marzo 2019, giunta alla sua 12esima edizione. Una piattaforma, a cura di ANEA - Agenzia Napoletana Energia e Ambiente, per chi propone soluzioni e sistemi innovativi e per confrontarsi sulle tendenze in materia di efficienza energetica, fonti rinnovabili e mobilità sostenibile. In particolare, si farà il punto sul fotovoltaico innovativo, sul riscaldamento, sul condizionamento dell’aria, la refrigerazione e la ventilazione, sulla home & building automation, sulla mobilità elettrica e la riduzione a monte dei rifiuti. Un vasto programma congressuale con crediti formativi professionali, luogo di incontro tra le principali associazioni di settore, le aziende, i progettisti, gli installatori e i centri di ricerca fungerà da corollario per l’aggiornamento tecnico e normativo, completando la parte espositiva della manifestazione su oltre 8mila metri quadri di superficie.
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Designer
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Sebastian Herkner, il designer trentasettenne che negli ultimi dieci anni ha ricevuto circa trenta premi per il suo lavoro innovativo, con uno sguardo attento alla tradizione.
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Di Anna Caldera | Redattrice per il Design
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Il Design in Tavola | Di Anna Caldera
Culture diverse, stili di vita e abilità alimentano l’ispirazione di Sebastian Herkner, il designer trentasettenne che negli ultimi dieci anni ha ricevuto circa trenta premi per il suo lavoro innovativo, con uno sguardo attento alla tradizione. E proprio dalla fondazione nel 2006 del suo studio nel sobborgo di Offenbach am Main a Francoforte, Sebastian si è concentrato senza sosta alla creazione di progetti e prodotti che fondono in maniera non accademica l’artigianalità e la creatività, rimanendo sempre attento alle nuove tecnologie. Un processo innovativo che non tralascia il percorso fondamentale del design: quello di ricostruire la purezza originale del rapporto tra forma e funzione, quasi una necessità mentale di riportare gli oggetti a quella che avrebbe dovuto essere la loro forma vera originaria. Un approccio che ben si manifesta ad esempio nel tavolo ‘Bell’, dove emerge il concetto dell’ispirazione aldilà del rapporto classico con l’oggetto. Un amore incondizionato per l’artigianato è il filo conduttore del suo percorso, ancor prima che il mondo del design in generale si accorgesse di questo importante legame e cavalcasse l’onda modaiola nella progettazione. Accostare materiali diversi è sempre una sfida perché le persone non sono abituate a vedere certe combinazioni e spesso sminuiscono un prodotto solo perché hanno la primordiale abitudine visiva ai materiali tradizionali. Infatti, proprio per il tavolo ‘Bell’, il cui piatto in acciaio e ottone si ‘accoccola’ su una base di vetro soffiato a mano, ci sono voluti tre anni prima che vedesse la luce del giorno attraverso il brand ClassiCon. Eppure Sebastian non si è dato per vinto e ha continuato a cavalcare il confine tra tradizione e modernità nella convinzione di far rivivere le forme tradizionali di artigianalità, prima che si perdano per sempre, poiché parti integranti del nostro patrimonio culturale. Azzardare l’ipotesi che Sebastian Herkner sia vicino alla concezione dell’oratore romano Quintiliano in fatto di tradizione, non è poi una forzatura. Tutti e due, in epoche lontane anni luce una dall’altra, sono accomunati dalla convinzione che il termine tradizione indichi qualcosa che si diffonda per trasmissione e passando di mano in mano si replichi e si riproduca, apparentandosi da un lato e contrapponendosi dall’altro alla moda. A dimostrazione che spesso l’età, di anni Sebastian ne ha 37, ha poco valore di fronte a certe riflessioni che scaturiscono da un insaziabile appetito per le sfide. Formatosi alla Offenbach University di Arte e Design, ha progettato un po’ di tutto, dalle biciclette agli occhiali, fino alle bottiglie di profumo, facendo delle incursioni importanti nel mondo dell’interior. Sebastian è quel tipo di designer che ha fame di creare, tanto da farlo andare da Stella McCartney per uno stage sul colore, quello che oggi possiamo annoverare alla base del suo inconfondibile stile. Un tipo di particolare intreccio tra arte e design che regolarmente utilizza un mix di tecnologie avanzate, come possono essere ad esempio le macchine a controllo numerico per la fresatura, e processi tradizionali appartenenti ad un artigianato raffinato. Cosa che ad esempio è accaduta nella realizzazione della sedia ‘118’ per Thonet, dove la piegatura a vapore del legno è stata affiancata da fresature di precisione fatte a macchina. Insomma, un irriducibile delle forze di quella tradizione che non si oppone all’avanzata del progresso. E Maison&Objet, la fiera parigina che ha sempre cercato di individuare e riconoscere i designer la cui originalità fosse indiscussa, per l’edizione del 2019 (che si terrà dal 18 al 22 gennaio nel ‘Parco delle espozioni’) conferirà nel corso della manifestazione, il premio a Sebastian come ‘designer dell’anno’. Un riconoscimento importante che giunge dopo un sorprendente percorso di continua ricerca tra forma artistica e curiosità, quella sana, infantile, che non si esaurirà facilmente, essendo destinato a rimanere ben impresso nelle pagine del Design, proprio quello con la D maiuscola. sebastianherkner.com
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.Sebastian Herkner By Anna Caldera | Editor for the Design
Diverse cultures, lifestyles and ability nurture Sebastian Herkner’s inspiration. This 37 year old designer has, over the last 10 years, received over 30 awards for his innovative work. In 2006 he opened his studio in Offenbach am Main, Frankfurt. He creates design projects and products combining contemporary technology, craftsmanship and creativity . An innovative process which doesn’t ignore the importance of design: recreating the original relationship between form and function. This approach can be seen clearly in the ’Bell’ table where the concept of inspiration beyond the classical relationship with the object emerges. Unreserved appreciation for hand craftsmanship is the guiding principle of his work. Combining contrasting materials is always a challenge because people have preconceived ideas and don’t always appreciate innovative concepts.
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In fact the “Bell” table with a brass and steel tabletop nestled on a hand blown glass base, took over three years to be appreciated but this didn’t stop Sebastian from embracing the boundaries between traditional and modern , recreating the traditional forms which are an integral part of our cultural patrimony. To hazard a guess that Sebastian Herkner is close to the Roman orator Quintiliano’s concept of tradition, is not so much of a stretch. Both of them, though living in eras light years away from each other, share the conviction that the term tradition means something that must be passed down ,replicated and reproduced, akin to and opposite of fashion. It goes to show that age, Sebastian is 37, is of little significance where an insatiable appetite for new challenges is concerned. A graduate from the Offenbach University of Art and Design, he designed a little of everything, from bicycles to spectacles, even perfume bottles,
all the while taking important steps into the world of interior design. Sebastian is that type of designer who revels in creating, even spending a year as an intern with fashion designer Stella McCartney to learn more about colours, and his expert use of colours is one of the halmarks of his unmistakable style. A particular intertwining of art and design using a combination of modern technology, like numerically controlled milling machines and the traditional skills of an expert craftsman. As with the creation of the ‘118’ chair for Thonet, where traditional steam wood bending and high tech precision milling are used side by side. An indomitable traditionalist who doesn’t oppose progress. During the 2019 edition of Maison&Object, the important trade fair for interior design in Paris, Sebastian Herkner will receive the ‘Designer of the Year” award in recognition of his astonishing career and his relentless quest for innovative yet traditionally crafted creations.
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