Kyoss ottobre 2016

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KYOSS - MENSILE N. 191 - OTTOBRE 2016 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/VR - EURO 7,00

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PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION . MART ROVERETO . PALAZZO GRASSI . PUNTA DELLA DOGANA . BIENNALE DI VENEZIA . CULT VENEZIE . MUSEO DEL 900 . MAXXI ROMA . MAX MUSEO CHIASSO . MAMBO BOLOGNA . GAM TORINO . GNA

.OTTOBRE.2016.arte.architettura.


.ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare

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T E A M C R E A T I V O P E R L A C O M U N ICA Z I O N E

w w w. t h e k i n g d o m . c l o u d



.kyoss magazine OTTOBRE 2016

.ARTE ARCHITETTURA Art Director, Direttore Responsabile: Simone Pavan artdirector@kyoss.it @sime1033 Mensile Ottobre 2016 anno 16 numero 191 Capo redattore: Elisabetta Badiello redazione@kyoss.it

9 veneto a portata di weekend 26 cosa succede in città 40 arte critica di Salvatore fazia 42 musei d’italia

Progetto grafico: Kyoss Agency

54 artevents appuntamenti da non perdere

Fotografia: Simone Pavan

64 onetalent Tv

Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Albertini Guendalina Anzolin Elisabetta Badiello Wilder Biral Elvio Bordignon Anna Chiara Brighenti Andrea Danzo Stefano Danzo Joelle De Jaegher Salvatore Fazia Michela Luce Cristel Isabel Marcon Luigi Mariani Stefania Michelato Damiano Miotto Alessandra Plichero Riccardo Ricci Giorgia Riconda Renza Ruzzon Beunida Shani Giorgia Toscani

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.abbonati su www.kyoss.it Edito da: KYOSS agency Agenzia di Pubblicità e Marketing Vicenza - Milano +39 02 30356892 www.kyoss.it info@kyoss.it Iscrizione al Tribunale di Vicenza n° 1002 28/05/01 numero del Repertorio del ROC 19214. Stampa: Basaldella Campoformido - UD Tel. +39.0432 561302 www.tipografica.it


.kyoss magazine collabora con:

COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM VENEZIA

MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO

LA BIENNALE istituzione DI VENEZIA

museo d’arte contemporanea di bolzano

MUVE FONDAZIONE MUSEI CIVICI VENEZIA

MUSEO DELLE SCIENZE DI TRENTO

FRANCOIS PINAULT FOUNDATION VENEZIA

MAX MUSEO MUSEO DESIGN CHIASSO SVIZZERA

Comune PADOVA Assessorato alla cultura musei e biblioteche

il museo del novecento di milano

FONDAZIONE BENETTON STUDI E RICERCHE TREVISO

galleria civica d’arte di torino

museo egizio di torino

museo nazionale del xxi secolo di roma


progettazione arredamento di interni - www.dedservice.com - +39 0445 409025

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Veneto... a portata di weekend Di Elisabetta Badiello

Viaggiare è un po’ sognare. Anche quando si tratta di piccoli spostamenti, brevi parentesi nella vita di tutti i giorni. E per esorcizzare le prime avvisaglie d’autunno, perché non pensare a un weekend culturale vicino a casa? In fondo il turismo è l’industria più importante del Veneto. Per ogni sei turisti che arrivano in Italia, uno approda nella nostra regione e questo grazie al patrimonio culturale, al paesaggio e alla varietà di ambienti ed ecosistemi che consentono di spaziare dal turismo d’arte a quello balneare, dal termale allo sportivo, dalla montagna alla campagna.

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• Villa Pisani a Strà

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Oltre confine siamo noti per il grande Palladio, più conosciuto all’estero che in Italia. Ma il Veneto è anche pittura e scultura, con quei maestri che hanno contribuito a rendere unici palazzi, residenze e luoghi di culto. Su tutto il territorio da Venezia a Verona, da Vicenza a Padova, a Treviso come a Rovigo, per finire a Belluno, si snoda un percorso architettonico corredato da una ricca offerta culturale. Il Veneto è poi terra di Ville. Con un patrimonio di più di 4000 tra residenze, castelli e dimore storiche che costituiscono un unicum da valorizzare per finalità turistiche e culturali. Un’eredità architettonica che potrebbe rendere la nostra regione appetibile almeno quanto i Castelli della Loira!

Quello delle ville è un fenomeno la cui origine risale alla metà del ‘500. Allora molte famiglie patrizie veneziane decisero di investire le grandi ricchezze accumulate nei commerci con l’Oriente facendo realizzare, nelle campagne circostanti, imprese agricole di grandi dimensioni da amministrare direttamente. Un modo per differenziare il business anche perché, dal lavoro della terra, derivava un solido contributo all’accrescimento del benessere. Si chiamavano Corner, Barbaro, Badoer, Contarini, Emo, Grimani, Foscari. Avevano potere economico e politico, ma soprattutto erano costituite da grandi studiosi di filosofia e cultori d’arte. In Andrea Palladio trovarono colui che interpretò a meraviglia il loro ideale. Nasceva così la Villa Veneta, un equilibrato connubio tra esigenze estetiche e funzionali. Un’abitazione che univa necessità residenziali e produttive in modo del tutto nuovo e originale. La sua struttura si ispirava a quella romana imperiale, conosciuta da Palladio nei suoi viaggi a Roma.

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La Villa Veneta ha un corpo centrale, in cui risiedeva il proprietario, suddiviso in senso verticale, dove ogni piano assolveva a funzioni diverse. Le residenze avevano magazzini, stalle e depositi per il lavoro agricolo. Non dimentichiamo la loro vocazione produttiva! Di norma presentano ali laterali, le barchesse, destinate a contenere gli ambienti di lavoro oltre alle abitazioni per i coloni. Tutto attorno, vaste estensioni di campi coltivati e vigneti. Una nuova concezione economica che si diffuse ovunque, anche di là dai confini nazionali. Oggi, percorrendo le strade del Veneto, sono visibili queste straordinarie costruzioni, spesso di grandi dimensioni. Talvolta per i proprietari si rivelano delle vere e proprie sventure perché richiedono un notevole impegno economico per il mantenimento e finiscono con assorbire gran parte dei patrimoni.

• Villa Fracanzan, Piovene di Orgiano 12

Con la fine della Serenissima e il ridursi della rendita agraria è infatti iniziato il loro decadimento. Non rendono più! La guerra ha fato il resto: molte sono state utilizzate a fini militari o come depositi. Solo a metà del secolo scorso ci si è resi conto del valore di questo patrimonio e della necessità di tutelare e conservare il significato storico e artistico di questo aspetto della civiltà veneta. Le sole forze dei privati non sono però più sufficienti.


• Villa Allegri Arvedi di Verona

• Burchiello

Nasce così quello che oggi è l’IRVV, Istituto Regionale delle Ville Venete. Un supporto, oltre che per la catalogazione del ricco patrimonio, anche per quanto riguarda l’aspetto economico, per il reperimento di fondi e contributi. Quella dei possessori di ville rimane comunque una strada in salita, nel tentativo di non dover rinunciare alla proprietà storica a vantaggio del miglior offerente, spesso straniero.

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WEEKEND IN VENETO • A CURA DI ELISABETTA BADIELLO

Per questa ragione sono molte le iniziative, messe in atto dai proprietari, per creare un network e valorizzare il patrimonio artistico e culturale in loro possesso contribuendo così alla diffusione di un gusto del bello e al sostentamento della proprietà. Oggi le ville sono tutte digitalizzate, in gran parte visitabili. Tra queste alcune offrono alloggio e possono essere utilizzate per eventi. Ecco allora che sono molte le proposte per un’escursione in regione, anche soltanto a un’ora di auto, per assaporare che cosa fosse la vita in villa. Per godere del fascino di residenze che erano vere e proprie aziende e che hanno scritto la nostra storia.

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Ma il Veneto non è soltanto civiltà della villa ma offre itinerari che nello spazio di un weekend possono costituire un vero e proprio toccasana per il corpo, come per la mente. Si spazia dalle località termali, dove l’aspetto culturale che deriva dalla vicinanza alle città d’arte si integra a salute e benessere. Oppure si può scegliere di lasciarsi trasportare da una barca per godere di un itinerario che da Padova o Treviso porta fino alla laguna di Venezia.


La navigazione fluviale tocca luoghi e ambienti suggestivi. In un percorso che attraversa Padova e il suo territorio, navigando lungo i canali del centro storico, tra il verde del Bacchiglione o ammirando le ville lungo il Naviglio del Brenta, fino alla Laguna di Venezia. Un altro tratto dell’itinerario fluviale, da praticare in battello o con l’houseboat, parte da Treviso, città da sempre legata al Sile, utilizzato come via di comunicazione e commerciale per trasporti pesanti fino al 1970. Un percorso attraverso storia, cultura e gastronomia che conduce in aguna. Le offerte per affrontare i week end autunnali sono molte, unico limite l’immaginazione •

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www.kyossmagazine.com

Photo by Wilder Biral, location MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto


.è piu bello il mondo visto con gli occhi di kyoss

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Inserito in un contesto residenziale, affacciato sul campo da golf, l’Hotel Vergilius festeggia quest’anno i dieci anni. Dall’apertura si è ricavato un ruolo di riferimento per coloro che scelgono Vicenza per motivi di lavoro, ma anche per i turisti in visita alla città del Palladio o ai dintorni, alla scoperta della Civiltà delle Ville. Le 80 camere, tra cui 20 suites e 2 presidenziali, sono confortevoli e silenziose, originali nello stile e costituiscono un’ottima soluzione per l’alloggio. Rinnovato di recente, il Centro Congressi interno con cinque sale modulabili riesce ad ospitare nella più grande fino a 400 persone sedute a platea e dispone di un servizio per colazioni di lavoro e cene aziendali, sia informali sia di gala. Un’opportunità, quella del connubio tra ricettività e congressuale, che consente di scegliere la struttura anche per grandi eventi.


L’offerta dell’Hotel Vergilius non è solo ospitalità ma offre un Centro Benessere di 1300 mq coperti dove trova posto una Day Spa all’avanguardia. Nell’area relax Sauna Finlandese e Cascata d’Acqua con cromoterapia, Tepidarium, Calidarium e Frigidarium, vasca Idromassaggio con luce cromo e getti cervicali. Inoltre due aree relax e due zone tisaneria con frutta e biscotti a disposizione degli ospiti e un patio esterno. Il Centro dispone di uno spazio olistico dove scegliere tra massaggi che si ispirano sia alla tradizione orientale sia alle nuove tecniche occidentali, oltre a una nuova area estetica con esclusiva BIOLOGIQUE RECHERCHE, sinonimo di trattamenti estetici personalizzati di alta gamma. All’interno del Centro Benessere anche una nuova struttura medica specializzata in PNEI, PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, una disciplina che valuta nel paziente le interazioni tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria. Non mancano la medicina sistemica e quella estetica. Completa l’offerta la fitness boutique con personal trainer specializzati e, nella stagione estiva, una piscina scoperta immersa nel verde, con bistrot a bordo vasca, un vero e proprio spazio vacanza in città, a poca distanza dal centro.

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PUBBLIREDAZIONALE

Gian Carlo Stella

Le Prestigiose Boutiques del Veneto

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Un’intervista con Gian Carlo Stella diventa facilmente una confessione a cuore aperto, senza filtri né barriere. Stella è infatti un personaggio dalle molte sfaccettature, animato da una sensibilità impetuosa fatta di ironia lieve e disincantata, entusiasmo appassionato e sincerità quasi disarmante. Va di corsa come tutto il suo colorato, elegante, mondo, fatto di tessuti, abiti ma anche arte ed amore per il Bello e per l’Altopiano, che lui definisce “il mio Altopiano, questo splendido luogo dove da sempre vivo e dove sempre vorrò stare”. Non a caso la boutique di Stella si trova in pieno centro ad Asiago, e da qui è partita ai suoi inizi: “Il nostro era un piccolo negozio di famiglia, dove mia mamma vendeva lane, filati, elastici, cinture. La mia epoca, se così si può dire, iniziò nel 1965 quando, in un magazzino di un nostro fornitore, comperai 11 maglie. Spesi un sacco e quando tornai a casa mia madre si arrabbiò perché, solitamente, con gli stessi soldi, lei ne comperava molte di più. Ma doveva vedere quali splendidie maglie avevo portato a casa io! Mai visto niente di così fine ed elegante”. E così, da quel giorno, nacque la Boutique Stella, dove, come dicevano in paese: “El fiolo dela Bruna del Circolo Alpino l’è sempre el pì caro”. E per forza, racconta ancora Stella: “La mia ambizione di essere diverso, di essere qualcuno, la mia molla a cercare sempre cose nuove, siano stati essi tessuti o abiti, mi ha portato ad essere lungimirante e sperimentatore. Ho sempre anticipato gli stili, con curiosità e coraggio”. Ed è per questo che il negozio di famiglia si è trasformato in una boutique, con un’offerta degna di una grande boutique metropolitana della Milano degli anni d’oro.

Ma rimandendo ad Asiago: “È evidente che il legame con la mia terra è forte e indissolubile. È anche grazie al fatto che ho deciso di rimanere qui, nella mia città sulle nostre amate montagne, se poi Asiago è diventata quel che è”. Senza vantarsi, Stella racconta di come Asiago è cresciuta attorno alla sua boutique: “Il mio è stato un negozio-pilota, oserei dire. Grazie al mio coraggio nel mettere in vetrina determinati capi che mai prima si erano visti qui, anche altri commercianti hanno avuto poi il coraggio di osare. Osare nei tessuti, nei colori, nella rappresentazione delle vetrine stesse, nel rapporto con i clienti, anche”. Stella ha smosso non solo il suo negozio di famiglia ma anche gli altri commerciati, negli anni, come racconta ancora lui stesso, con un lieve moto di orgoglio e l’eleganza che lo contraddistingue: “Negli anni Ottanta sono stato il principale fautore dei negozi aperti anche alla domenica. Guardavo alle grandi capitali europee e mi chiedevo: perchè non posso farlo anch’io? E così riuscii, dopo aver coinvolto anche gli altri commercianti, ad ottenere l’apertura domenicale dei negozi per tutto l’anno”. Dalla moda all’arte, Stella è un esteta per definizione e si è cimentato con successo anche nella pittura. I suoi quadri esprimono, ed è lui stesso a dirlo, un uomo di carattere irruente e focoso, ma molto raffinato e umano: “Ho esposto dagli anni Settanta in poi, da Bolzano a Bari. Oggi, dopo un centinaio di personali, posso dire che lo scopo delle mie opere è stato raggiunto: è quello di trattenere una persona davanti ad un mio quadro per almeno 5 minuti” •

Gian Carlo Stella corso IV Novembre • 0424 462398 www.giancarlostella.com - www.boutiquestella.it


PUBBLIREDAZIONALE

.BONATONARDISTUDIO LABORATORIO DI ARCHITETTURA

Sono trascorsi 30 anni da quando è cominciato l’impegno progettuale del nostro laboratorio di Architettura; lo spirito, la filosofia e il pensiero che motivano ogni realizzazione sono racchiusi nell’unicità di ogni singolo intervento progettuale. Il nostro intento è di creare ciò che deve sopravvivere allo scorrere del tempo, ai capricci di mode e tendenze… La volontà di plasmare lo spazio realizzando scenografie, atmosfere ed emozioni incalzanti che sempre devono stupire e rapire con avidità lo sguardo di chi osserva…

ARCHITETTURA DESIGN www.bonatonardistudio.it +39 329 2285450 info@bonatonardistudio.it

La determinazione nel voler cogliere ogni singola sfumatura, ogni profondità, ogni carattere per poter trasferire nell’esito progettuale realizzato ciò che rappresenta, racconta e distingue ogni committenza… Constatare in continuazione che l’esito creativo è racchiuso nell’espressione verbale di una semplice emozione: “ sentirsi a casa, la propria.”


La zona soggiorno svolge la doppia funzione di zona conversazione e ascolto musica, al contempo o all’evenienza ha la capacità di trasformarsi in un ambiente home-theater. Le pareti e i soffitti sono interamente rivestiti in legno ed imbottiti in tessuto per ottenere un corretto effetto audio garantito dalle 6 casse acustiche integrate. Il tavolo centrale è stato appositamente realizzato in un imbottito rigido per non alterare l’immagine sonora generata. I grandi lampadari ad incasso nella soffittatura lignea sono stati così collocati per non interferire con la vista del grande schermo che si pone frontalmente al divano circolare realizzato su misura per seguire fedelmente l’involucro murario che lo racchiude. Le gradazioni cromatiche del giallo ambrato e dell’avorio in abbinamento con il colore caramellato del Teak naturale, rendono l’ambiente vitale ma allo stesso tempo rilassante e confortevole.

La camera da letto è stata pensata e realizzata per poter accogliere alcuni elementi di arredo che appartenevano ai ricordi affettivi del nucleo familiare. Si è creata perciò una armonizzazione degli elementi compositivi e funzionali ponendo mano ad una nuova distribuzione spaziale interna he si arricchisce di un ambiente guardaroba celato dietro una porta a specchio che dissimula la sua presenza. La realizzazione di una doppia testiera a cornice del letto: la prima in foglia oro e velluto di cotone trapuntato nero; la seconda quale astrazione della prima si dilata assumendo e potenziando otticamente le dimensioni allungate della parete di fondo. Lo stile Impero dei mobili e dei candelabri suggeriscono la scelta dei colori che si modulano nella gradazione dell’avorio e si puntualizzano con il confermare l’abbinamento del nero con la foglia oro. Elemento focale dell’ambiente è il grande lampadario in vetro nero che si colloca al centro del soffitto della camera.

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A cura di Guendalina Anzolin Corrispondente da Roma info@kyoss.it

.roma cosa succede in città?

.la 16° quadriennale d’arte altri tempi altri miti

.foro di cesare

Fino al 30 ottobre Viaggiare nel Foro di Cesare con gli stessi occhi di chi viveva nell’antica Roma, passando per l’area archeologica e la galleria sotterranea. Grazie alla guida di Piero Angela che accompagna gli spettatori e le ricostruzioni audiovisive, i Fori Imperiali vivono un intreccio di narrazione storica e rigore scientifico.

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Dal 13 ottobre all’8 gennaio 2017 All’interno del Palazzo delle Esposizioni prende vita la Quadriennale d’Arte attraverso dieci progetti affidati a curatori selezionati con una Call For Project. Circa cento artisti partecipanti, eventi e opere che si snodano attraverso il concetto di work in progress, di continua collaborazione e confronto tra i vari artisti presenti.


.vent’anni d’amore al chiostro del bramante

Fino al 19 febbraio 2017 Il Chiostro del Bramante, spazio espositivo che negli ultimi anni è stato protagonista di esposizioni internazionali di grande successo, compie vent’anni e li festeggia con la celebrazione di un sentimento universalmente riconosciuto. L’amore, fonte d’ispirazione dell’arte, viene raccontato nelle sue molteplici forme: un amore atteso, odiato, tradito, incompreso, indeciso, trasgressivo, indimenticabile. L’idea di Dart e Artemisia Group è allo stesso tempo una mostra ma anche un qualcosa che si spinge oltre, verso un’esperienza in cui lo spettatore diventa protagonista riappropriandosi degli spazi espositivi.

Un fruitore in grado di vivere il coinvolgimento sensoriale a 360°, fotografando e sperimentando il concetto di “open access” e di museo in continua evoluzione. Sarà inoltre possibile scegliere tra John, Coco, Amy, David e Lilly, cinque partner audio che, a seconda delle proprie inclinazioni, accompagneranno durante il percorso. In onore di questa grande novità espositiva, saranno riuniti per la prima volta i più importanti artisti dell’arte contemporanea tra cui Yayoi Kusama, Tom Wesselmann, Marc Quinn, Andy Warhol, Roberto Indiana e molti altri. Grande attesa per All the Eternal Love I Have For The Pumpkins di Kusama, tra le opere più riconosciute al mondo. 27


A cura di Elisabetta Badiello Capo Redattore redazione@kyoss.it

.milano cosa succede in città?

.the art of the brick

Dal 18 ottobre al 29 gennaio 2017 Fabbrica del Vapore In mostra oltre 100 sculture realizzate con mattoncini Lego e costruite con oltre un milione di pezzi. Tra le opere in esposizione anche ricostruzioni di celebri capolavori come la Venere di Milo, Il pensatore di Rodin, la Gioconda di Leonardo, la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, oltre allo scheletro di dinosauro della lunghezza di circa sei metri.

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Si tratta di opere realizzate da Nathan Sawaya, che ha lasciato la carriera di avvocato a New York per dare libero sfogo alla sua immaginazione. Da allora espone in tutto il mondo attirando milioni di visitatori. La mostra accolta alla Fabbrica del Vapore è già stata ospitata a New York, Los Angeles, Melbourne, Shangai, Singapore, Londra, Parigi e Roma, ed è stata dichiarata dalla CNN un evento imperdibile.


.wildlife photographer of the year Fino al 4 dicembre Fondazione Luciana Matalon. Foro Buonaparte La mostra Wildlife Photographer of the Year porta ogni anno a Milano le immagini premiate al prestigioso concorso di fotografia naturalistica, nato nel 1965 e indetto dal Natural History Museum di Londra. Si tratta di un viaggio per immagini, le più straordinarie e uniche nell’immortalare il pianeta in tutte le sue forme, in costante evoluzione; dai paesaggi incontaminati al mondo animale, dal regno botanico alle meraviglie della natura si presentano al pubblico con scorci inediti e punti di vista emozionanti, ma anche con uno sguardo consapevole che diventa testimonianza visiva di un ambiente da salvaguardare e da preservare nella sua ricchezza e nella sua straordinaria diversità.

.mimmo rotella erotique

.jean-michel basquiat

Fino al 13 novembre Galleria Carla Sozzani. Corso Como 10 Milano In occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 - Milano 2006), alcune gallerie e fondazioni hanno deciso di rendergli omaggio, organizzando una serie di eventi. Nell’esposizione alla Galleria Carla Sozzani opere realizzate con le tecniche del riporto fotografico e del frottage che hanno come tema l’erotismo. Sono lavori fatti tra la fine degli anni Sessanta e il decennio successivo, quando l’artista viveva prima a New York, poi prevalentemente in Francia, tra Parigi e la Costa Azzurra dove si lasciava coinvolgere dall’atmosfera mondana e internazionale di Gassin, Ramatuelle e Saint-Tropez.

Dal 28 ottobre 2016 al 26 febbraio 2017 Museo delle culture di Milano (Mudec) Con quasi 100 opere provenienti da collezioni private, la mostra attraversa la breve ma intensa carriera di Basquiat, conclusa con la morte prematura all’età di ventisette anni. Nato a New York da padre haitiano e da madre statunitense, la sua vita affonda nel mito tanto si è detto e scritto su di lui. Malgrado la breve carriera è una figura fondamentale nella storia contemporanea americana perché capace di intrecciare, unico per quei tempi, l’energia urbana dannata di New York con le sue radici africane segnate dalla schiavitù e dalla diaspora. In modo diretto e apparentemente infantile Basquiat è stato in grado di portare all’attenzione del grande pubblico tematiche essenziali sull’identità umana e sulla questione dolorosa e aperta della razza. 29


A cura di Giorgia Riconda Corrispondente da Venezia info@kyoss.it

.venezia cosa succede in città?

.good night, and good luck Fino al 30 novembre, negli spazi della Galleria d’arte A+A e “The School for Curatorial Studies Venice presentano la mostra Good Night, and Good Luck. Come spiegano i curatori: “Durante il 1950, quando gli Stati Uniti erano dominati dalle politiche anticomuniste del senatore McCarthy, il reporter di guerra Edward Murrow adottò l’espressione “Good night and good Luck” come slogan per terminare la sua trasmissione televisiva. La mostra riprende la sua citazione sessant’anni dopo, in un periodo storico in cui l’alienazione e la libertà di espressione sono ancora una volta diventati argomenti di dibattito. In un momento in cui la connettività digitale e la circolazione di immagini si sono ritrovate ad assumere un ruolo centrale nelle nostre società, vengono affrontati quei processi nascosti che si sottopongono a ciò che spesso viene “dato a vedere” all’interno dei temi contemporanei. Si tratta di mettere in discussione gli aspetti invisibili delle regole di questa realtà sempre più visiva e, così facendo, analizzare percorsi che potrebbero consentire di lasciare la condizione di spettatori letargici per diventare attori politici attivi.

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.helicotrema

.l’immagine cosa

Negli spazi del Teatrino di Palazzo Grassi, il 19 ottobre, Helicotrema è un festival che presenta un programma di opere sonore di artisti e autori internazionali. Ispirandosi alle esperienze dei primi decenni di trasmissioni radiofoniche del secolo scorso, i contributi vengono presentati in sessioni di ascolto collettivo. All’interno della mostra su Sigmar Polke, Blauer Hase e Giulia Morucchio hanno prodotto una speciale sessione d’ascolto in forma di playlist, fruibile autonomamente attraverso smartphone e tablet, che accompagnerà gli spettatori durante il percorso espositivo. Sono previste tre sessioni d’ascolto: la prima affidata alla curatela del teorico e performer Brandon LaBelle, le altre che indagano la natura del suono e dell’ascolto delle architetture attraverso i live set degli artisti Robert Curgenven e Petri Kuljuntausta.

Il convegno “L’immagine-cosa” il 27 e 28 ottobre nel Teatrino di Palazzo Grassi, indagherà il ruolo dell’immagine come operatore dotato di realtà, attraverso una ricognizione della sua dimensione ontologica così come della posizione intermediaria che essa occupa tra l’oggetto e il soggetto, e tra il mondo intellegibile e il mondo sensibile. Concepita come dotata di una tale posizione chiave, l’immagine si rivela come una funzione propriamente vitale del vivente. Lungi dall’essere intesa come un mero prodotto estetico si offre da una parte come efficace chiave di lettura di pratiche artistiche altrimenti inafferrabili, dall’altra parte come centrale alla comprensione della vita stessa. Interverranno Elie During, Dork Zabunyan, Frédèric Worms, Emanuele Coccia, Bertrand Pròvost, Andrea Cavalletti e Chiara Vecchiarelli.

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A cura di Simone Pavan Direttore info@kyoss.it

.bologna cosa succede in città?

.david bowie is

Fino al 13 novembre Museo MAMbo. Arriva finalmente in Italia David Bowie Is, una delle mostre di maggior successo degli ultimi anni realizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra, la prima retrospettiva dedicata alla straordinaria carriera di David Bowie, uno degli artisti più audaci, influenti e innovativi nel panorama musicale contemporaneo. Partita da Londra nel 2013, dopo essere stata a Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groningen, approderà al MAMbo di Bologna dove sarà l’unica tappa italiana e l’ultima tappa europea. 32

La mostra celebra attraverso 300 oggetti dell’archivio personale del musicista, la prolifica carriera di David Bowie capace in cinque decadi di perseguire in modo duraturo l’innovazione senza mai tradire se stesso e il suo pubblico. Il percorso si sviluppa attraverso contenuti “multimediali” che portano all’interno del processo creativo del Duca Bianco e descrive come il suo lavoro abbia canalizzato i più ampi movimenti nell’ambito dell’arte, del design, del teatro e della cultura contemporanea. Il ritratto che emerge è quello di un artista capace di osservare e reinterpretare la società contemporanea con uno sguardo innovatore lasciando tracce indelebili nella cultura visiva e pop.


.l’invenzione del cinematografo Fino al 22 gennaio 2017 nello Spazio Sottopasso di Piazza Re Enzo. Lumière! L’invenzione del cinematografo è la mostra dedicata agli inventori del cinema, Auguste e Louis Lumière. Una eccezionale raccolta di materiali originali (fotografie e oggettistica) costitutivi dei primi pionieristici esperimenti dei fratelli Lumière si intreccerà alla scenografia di proiezioni che porteranno alla scoperta della nascita del cinema. Per l’occasione, la Cineteca di Bologna pubblicherà un cofanetto con i film dei fratelli Lumière, ora restaurati dal laboratorio L’Immagine Ritrovata. L’avventura della famiglia che ha inventato il Cinematografo: Antoine, pittore e fotografo, i due figli Louis e Auguste così capaci che, ancora adolescenti, prendono le redini dell’industria di famiglia. È Louis infatti, appena diciassettenne, a inventare la famosa Etiquette Bleue, una lastra fotografica molto sensibile che consente, per la prima volta, di fissare e riprodurre il movimento.

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critica

Salvatore Fazia salvatorefazia@alice.it

.arte interrogativi

Ma forse il filosofo che più di tutti ha coperto di pessimismo l’arte contemporanea è Jean Baudrillard: «L’arte; la vediamo proliferare ovunque, e ancora più rapidamente prolifera il discorso sull’arte, ma all’interno del proprio genio, nella sua avventura, nella sua forza di illusione, nella sua capacità di denegare il reale e di opporre al reale un’altra scena, dove le cose obbediscono a una regola del gioco superiore, una figura trascendente dove gli esseri, come le linee e i colori su una tela, possano perdere il loro senso, eccedere la propria fine e, in uno slancio di seduzione, ricongiungersi con la loro forma ideale, foss’anche quella della loro distruzione; in questo senso l’Arte è scomparsa». Inutile parlare ancora di crisi, siamo, dice Baudrillard, in qualcosa che supera il sistema, che è andato oltre e non è più possibile trovarvi un rimedio. C’è troppo di tutto, troppo di opere, troppo di eventi, c’è una nausea particolare in questa prodigiosa inutilità. Saremmo al di là della crisi, in quella che Baudrillard chiama catastrofe al rallentatore, le stesse masse ne sono coinvolte fino alla demoralizzazione, alla deideologizzazione ad arte, ma oggi sono loro che giocano allo stesso gioco al quale sono state portate, con la stessa idea di giocare in borsa tra le cifre, le speculazioni e la stessa immoralità degli speculatori. «Questa è la storia di un delitto: l’uccisione della realtà - farnetica - …viviamo in un mondo in cui la suprema funzione del segno è quella di far scomparire la realtà e di mascherare nel contempo questa scomparsa, oggi l’arte non fa altro… si crede di esistere in versione originale… l’uomo non smette di espellere quello che egli è … siamo aggrovigliati nel famoso movimento del morto. Il morto, infatti, continua a muoversi e il cadavere del reale non cessa di crescere… Col Virtuale entriamo non solo nell’era della liquidazione del Reale e del Referenziale, ma in quella dello sterminio dell’Altro. È l’equivalente di una pulizia etnica che non riguarderebbe solo singole popolazioni, ma si accanirebbe contro tutte le forme di alterità. Quella della morte, che si scongiura con l’accanimento terapeutico. Quella del volto e del corpo, che si perseguita con la chirurgia estetica. Quella del mondo, che si cancella con la Realtà Virtuale. Quella di ciascuno, che si abolirà un giorno con la clonazione delle cellule individuali. E semplicemente quella dell’altro, che si sta diluendo nella comunicazione perpetua. E insiste: Se l’informazione è il luogo del delitto perfetto contro la realtà, la comunicazione è il luogo del delitto perfetto contro l’alterità. Non vi sono più altri: la comunicazione. Non vi sono più nemici: la negoziazione. Non vi sono più predatori: la convivialità. Non vi è più negatività: la positività assoluta. Non vi è più morte: l’immortalità del clone. Non vi è più alterità: identità e differenza. Non vi è più seduzione: L’indifferenza sessuale. Non vi è più illusione: l’iperrealtà, la Virtual Reality. Non vi è più segreto: la trasparenza. Non vi è più destino. Il delitto perfetto».

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.ARTE dal libro ‘l’arte parola per parola’ logistica a/z cronache di un’illusione di salvatore fazia Mappa: i materiali, i mezzi, i segni, i simboli i valori - l’operazione dell’opera e la sua organizzazione - la carta di identità artistica - il problema della forma e della funzione - l’idealismo artistico e la trasvalutazione di tutti i valori. La parola è latina (ars, artis), ma la sua origine è greca da ‘aro’, ‘artino’ o ‘artizo’ derivati di ‘ararisco, che vogliono dire ‘mettere insieme’, ‘allestire’, ‘organizzare’, ‘comporre’. La parola indica l’attività che si compie quando si fa un’opera d’arte, fatta secondo un’organizzazione che mette insieme elementi di varia natura, materiali e immateriali, di natura fisica (i mezzi), mentale (le intenzioni), culturale (i simboli), sociale (i valori). Vissuta da chi la fa e chi la guarda come scena di una immaginazione secondo segni di referenza e simboli di interiorità che prendono un’aria imprevista. Quest’aria è il risultato di una doppia interpretazione, di un’interferenza tra chi fa e chi guarda: se ne cerca l’equivalenza in termini di un voler dire, se è o no un’opera d’arte, quanto e perchè. Se ne ricerca l’identità nei suoi tratti generici, nel suo dna modulare, dovendo sempre esibire i propri segni di appartenenza, dato che ogni opera mostra qualcosa di nuovo, di differenza e oltranza. È stato anche detto in proposito, che non è possibile una definizione unitaria dell’arte, data la molteplicità delle opere e la loro multiformità, e anche se c’è stato chi, come Hegel, ha spiegato che l’arte “libera nei suoi fini come nei suoi mezzi”. E dunque non la forma, ma la funzione, dei mezzi e dei fini, è ciò che distingue l’arte. Strabismo di Venere che ha colpito tutti ma non un filosofo della soggettività come Hegel, e più avanti, poi, un filosofo della vita, uno psicologo, come Nietzsche, il quale in una sorta di ‘affetto platonico’ avrebbe visto nell’opera d’arte che una cosa “quanto meno è reale, tanto più ha valore”. Perchè “quanto più ci avviciniamo all’idea, tanto più ci avviciniamo alla verità”. E racconta: “un artista non sopporta alcuna realtà, volge lo sguardo lontano, indietro; la sua opinione più seria è questa: il valore di una cosa consiste in quel residuo umbratile che ricaviamo dai colori, dalla forma, dal suono, dai pensieri; crede che, quanto più una cosa, o un uomo, viene resa sottile, attenuata, volatilizzata, tanto più cresce di valore: quanto meno è reale, tanto più ha valore”. Chiama questa filosofia dell’arte “la più grande conversione” che sarebbe stata attuata da Platone, e non sarà proprio essa, questa filosofia, questa conversione, che sarà poi all’origine dell’idea nietzscheana dell’arte come via di “trasvalutazione di tutti i valori”?


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“tutti i bambini sono artisti nati il difficile sta nel restarlo da grandi” diceva pablo picasso E la Fondazione Guggenheim, proprio in ossequio a quest’affermazione, riserva a bambini, ragazzi e famiglie, un appetitoso programma di iniziative per avvicinare all’arte e sviluppare quel senso di curiosità che è presupposto per aprirsi al mondo, non soltanto a quello artistico.

.kids creative lab Nato nel 2012 prosegue anche quest’anno Kids Creative Lab, progetto educativo in collaborazione con OVS, dedicato alle Scuole Primarie d’Italia. La quinta edizione sarà incentrata sul tema della sostenibilità, delle sue implicazioni legate da un lato all’ecologia e al rispetto dell’ambiente, dall’altro all’educazione e allo sviluppo delle generazioni future. Si lavorerà sul tema dell’acqua e dell’equilibrio sempre più vulnerabile dell’ecosistema marino. Per partecipare e necessario iscriversi entro il 31 ottobre.

.kids day Sempre rivolto ai giovanissimi Kids Day. Si tratta di laboratori didattici gratuiti rivolti ai bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni, ideati allo scopo di introdurre i piccoli visitatori del museo all’arte moderna e contemporanea in modo accessibile e continuativo. Ogni domenica, dalle 15.00 alle 16.30, i partecipanti possono conoscere e sperimentare specifiche tematiche artistiche ispirate alla collezione permanente di Peggy Guggenheim e alle mostre temporanee.

.be family Tra il ricco menu a disposizione dei visitatori, ha preso avvio a ottobre BeFamily: Le forme dell’arte, una serie di appuntamenti dentro e fuori dal museo, un sabato al mese fino ad aprile 2017, rivolti alla famiglia. L’iniziativa conduce i partecipanti a rapportarsi con diverse discipline artistiche e differenti realtà cittadine, stimolando curiosità, creatività e interesse.

.prima visione Non spetta però solo alla famiglia socializzare all’arte il bambino, anche la scuola ha le sue responsabilità. Proprio per questo la Collezione Guggenheim propone l’iniziativa Prima Visione. Si tratta della possibilità unica alle scolaresche italiane di ogni ordine e grado di visitare il museo a partire dalle 9 del mattino, in una fascia oraria riservata, prima dell’apertura al pubblico, avvalendosi di una visita guidata gratuita, condotta dai docents della Collezione. I docents sono selezionati dopo un colloquio tra gli studenti dell’università di Venezia, spesso provenienti dall’Università Ca’ Foscari.

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.a scuola di guggenheim

.doppio senso

Il progetto formativo nato nel 2002 in collaborazione con la Regione del Veneto, completamente gratuito e dedicato alle scuole venete di ogni ordine e grado, in questa sua XIV edizione cambia veste. La proposta ideata per il nuovo anno scolastico abbandona infatti il “binomio” multidisciplinare che ha visto in passato associare la parola arte a tematiche apparentemente lontane quali, fra le altre, letteratura, energia, geografia, favorendo un approccio eterogeneo ideato sulla base delle indicazioni ministeriali e rivolto alle diverse fasce scolari. I percorsi, che hanno come comune denominatore la Collezione Peggy Guggenheim, sono stati infatti suddivisi in due manuali differenti, rispettivamente realizzati per la scuola dell’infanzia e primaria e per la secondaria di primo e secondo grado.

Se l’arte è per tutti l’iniziativa Doppio Senso. Percorsi Tattili alla Collezione Peggy Guggenheim è l’innovativo progetto con il quale, dall’autunno scorso, Palazzo Venier dei Leoni ha aperto il proprio patrimonio artistico al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto. Il museo veneziano è ripartito, nel corso di questo 2016, con un nuovo ciclo di appuntamenti, con cadenza mensile: una serie di visite guidate e laboratori per non vedenti, ipovedenti e vedenti, adulti e bambini, portano i partecipanti ad approfondire ulteriori opere della collezione.

Tutte le informazioni sul sito del museo www.guggenheim-venice.it 43


www.fondazionemaxxi.it

.BASIM MAGDY THE STARS WERE ALIGNED FOR A CENTURY OF A NEW BEGINNINGS

.shahzia sikander ecstasy as sublime, heart as vector

Fino al 30 ottobre Fotografia, video, disegno, installazioni per dimostrare quanto sia fluido il confine tra realtà e finzione e come gli uomini, nonostante tutto, continuino a fare sempre gli stessi errori Prima mostra in Italia dedicata a Basim Magdy, attraverso oltre 30 opere, prodotte tra il 2006 e il 2016, dell’artista egiziano vincitore del premio Deutsche Bank’s “Artist of the Year” 2016. Opere, quelle di Basim Magdy, che emanano una strana tragicomica allegria: a renderle così irreali l’uso di musiche ipnotiche, colori acidi e il sapore antiquato dei testi con cui l’artista crea narrazioni suggerite che lasciano aperte le conclusioni. Fino al 23 ottobre Uno sguardo sul presente attraverso la lente dell’immaginazione, dei simboli, della letteratura e della storia di culture diverse. La sensibilità è quella di Shahzia Sikander, il cui lavoro ricco e complesso viene ospitato per la prima volta in un museo italiano. La mostra in apertura documenta il lavoro dell’artista dal 1990 a oggi, in un percorso che assorbe totalmente lo spettatore nell’immaginario dell’autore e nelle sue diverse modalità creative. Nell’esposizione Shahzia Sikander ci conduce in un percorso pensato appositamente per il museo con oltre 30 lavori realizzati attraverso linguaggi e medium differenti, dal disegno alla miniatura di tradizione indo-persiana, dal video all’animazione digitale.

.extraordinary visions l’italia ci guarda

Fino al 23 ottobre Con una mostra collettiva dedicata all’Italia, il MAXXI celebra i 70 anni della nascita della Repubblica italiana. Il “Belpaese” si racconta, e lo fa con l’occhio dei maggiori fotografi italiani e internazionali che hanno posato il loro sguardo sull’Italia. In mostra paesaggi sublimi e compromessi dal degrado, città ideali e periferie abusate, architetture d’autore e spazi urbani ai margini immortalati dagli obiettivi di Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, Franco Fontana, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Hiroshi Sugimoto, Armin Linke, Massimo Vitali e altri. 44


.premio maxxi Fino al 29 gennaio 2017 Giunto alla sua ottava edizione, il Premio MAXXI per la promozione e il sostegno della giovane arte italiana, celebra i suoi quindici anni durante i quali ha visto crescere e affermarsi nuove generazioni di artisti tra cui Mario Airò, Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Rossella Biscotti, Lara Favaretto, Marinella Senatore, Nico Vascellari, Vedovamazzei, Francesco Vezzoli e molti altri. I lavori site specific dei quattro finalisti dell’edizione 2016 appartengono a Riccardo Arena, Ludovica Carbotta, Adelita Husni-Bey, ZAPRUDER filmmakersgroup e sono esposti al MAXXI fino al prossimo gennaio. Si tratta, rispettivamente, di un grande monolite dorato, una sovrapposizione di architetture, una giostra televisiva e un paesaggio cosmico, scelti da una giuria internazionale. In occasione dell’anniversario, la mostra si arricchisce anche di una sezione documentaria dedicata alle sette precedenti edizioni dove sono esposti materiali di archivio, fotografie e video dei 35 artisti che, dal 2001 al 2014, hanno preso parte al premio e i cui lavori sono entrati a far parte della collezione del Museo.

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www.museodelnovecento.org

.boom! 60 era arte moderna

Dal 18 ottobre 2016 al 12 marzo 2017 Una mostra dedicata all’arte in Italia, dai primi Cinquanta ai primi Sessanta, e alla sua “presenza” mediatica nei più popolari canali di comunicazione: rotocalchi, giornali e riviste di attualità illustrata. Sono gli anni dell’Italia del “boom”, in cui i “rotocalchi” come Epoca, Le Ore, L’Europeo e tanti altri, raggiungono le loro massime tirature, diventando lo specchio fedele della mentalità e delle aspirazioni collettive. I temi dell’arte, dalle polemiche sull’astrattismo e sui nuovi materiali, dal genere sempre amato del ritratto fino alla rappresentazione degli artisti di successo, si intrecciano con la presenza di celebrità del cinema, della tv, della canzone.

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D’altro canto si affacciano da protagonisti il mercato e il collezionismo, in linea con lo spirito del “miracolo”, in nome del quale l’arte sembra destinata a entrare, come il frigorifero e la lavatrice, nelle case di tutti. Nell’allestimento di Atelier Mendini circa centoquaranta opere di pittura, scultura e grafica dialogano con le pagine delle riviste e con filmati televisivi e cinematografici, che trasformano gli artisti in veri e propri divi: dall’immortale Picasso a Bernard Buffet, “il pittore in Rolls Royce”, all’epoca protagonista delle cronache d’arte e del gossip. Una ricca sezione documentaria presenta inoltre le riviste e i loro modi di raccontare l’arte, dalle copertine alle inchieste, dalle rubriche di critica alla pubblicità, dal fotogiornalismo alla satira.


.slitscape fotografie di claudio sinatti

Fino al 6 novembre Prosegue la mostra di Claudio Sinatti. Writer, video maker, pioniere del video mapping, prematuramente scomparso nel 2014, è stato uno dei protagonisti della scena underground milanese degli anni Novanta. In esposizione 27 immagini realizzate dall’artista in diversi luoghi tra la sua città, Milano, e il mondo, da Dubai a New York, con la tecnica dello slit-scan, una ripresa fotografica in movimento, con esposizione prolungata, elaborata da un software. Il risultato non è la rappresentazione statica di un luogo, ma la restituzione bidimensionale di un tragitto lungo lo spazio e il tempo. In mostra anche tre video realizzati in collaborazione con importanti compositori e musicisti: Gardening (2000), A Shaved Mint (2007) e Canzone di Sabbia (2012). 47


www.museoegizio.it

.museo egizio torino

Il museo egizio di Torino è il più antico al mondo e, dopo quello del Cairo, è considerato anche il più importante. Riaperto al pubblico il primo aprile del 2015 dopo tre anni e mezzo di lavori, è stato lo scorso anno il settimo tra i siti statali italiani più visitati, con circa 773.000 visitatori. Come quello del Cairo è dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’antico Egitto. Molti studiosi di fama internazionale, a partire dal decifratore dei geroglifici egizi Jean-François Champollion, giunto a Torino nel 1824, si dedicano da allora allo studio delle sue collezioni, confermando così quanto scrisse Champollion: «La strada per Menfi e Tebe passa da Torino».

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Costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, a queste si aggiungono i ritrovamenti effettuati a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. In quell’epoca vigeva il criterio secondo cui i reperti archeologici erano ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Diversamente, il criterio attuale prevede che i reperti rimangano all’Egitto. Oltre alla ricca collezione permanente, la Fondazione che gestisce il museo propone mostre temporanee intimamente legate con il patrimonio museale esistente e per questo viene proposto un percorso di approfondimento che valorizza alcuni reperti connessi con gli oggetti esposti in mostra.


.il nilo a pompei visioni d’egitto nel mondo romano

La ricezione della cultura egizia attraverso i secoli è uno dei principali temi di ricerca che il Museo Egizio vuole sviluppare e proprio in quest’ottica si inserisce la mostra Il Nilo a Pompei, un viaggio dall’Egitto faraonico all’Italia Romana. Sullo sfondo il mar Mediterraneo, come protagonisti oggetti e immagini che dalle rive del Nilo hanno toccato nuove terre, incontrato culture diverse e sono giunti sino a noi. Partendo da Alessandria d’Egitto, passando dalla greca Delo e approdando a Pozzuoli in Campania inseguendo l’evoluzione di culti e motivi iconografici egizi. Il percorso espositivo, articolato in nove sezioni, si sofferma in particolare sui siti campani di Pozzuoli, Cuma e Benevento, con un approfondimento su Pompei ed Ercolano. “Il Nilo a Pompei” presenta opere di straordinaria bellezza, per la prima volta esposte a Torino, come gli affreschi del tempio di Iside a Pompei o della Casa del Bracciale d’Oro; oltre 300 reperti provenienti da 20 musei italiani e stranieri. Un’esperienza immersiva grazie alle ricostruzioni in 3D di due domus pompeiane, quella del Bracciale d’Oro e quella di Octavius Quartio. Un percorso di grande fascino che testimonia l’importanza e la complessità che la terra del Nilo ebbe per la civiltà greca e quella romana.

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www.mart.trento.it

.umberto boccioni genio e memoria

Dal 5 novembre al 19 febbraio 2017 Nella ricorrenza del primo centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916), il Comune di Milano e il Mart di Rovereto celebrano l’artista con due mostre che, grazie anche a documenti inediti, ne raccontano il percorso artistico e la levatura internazionale. La mostra proveniente dal Palazzo Reale di Milano si integrerà in una nuova e inedita versione espositiva nelle sale del Mart. Un percorso selettivo sulle fonti visive che hanno contribuito alla formazione e all’evoluzione dello stile dell’artista futurista che 50

con la sua idea di rappresentare visivamente il movimento ha influenzato la pittura e la scultura del XX secolo. L’esposizione presenta circa 150 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti ed è sostenuta da prestiti e collaborazioni di importanti istituzioni museali e collezioni private italiane e straniere. Una mostra che dialoga con l’attività espositiva del museo, con le opere presenti nelle Collezioni museali e con i progetti della Casa d’Arte Futurista Depero, seconda sede del Mart.


.la città utopica dalla metropoli futurista all’eur 42 casa d’arte futurista depero Fino al 6 novembre In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla pubblicazione del testo Utopia di Tommaso Moro, una mostra che presenta disegni, progetti e documenti di artisti e architetti che hanno rappresentato il tema della città come luogo privilegiato della modernità, del futuro, della velocità e del movimento. Il paesaggio urbano da statico diventa mobile, cresce contemporaneamente alla nuova ideologia della macchina, ma se la metropoli immaginata da Antonio Sant’Elia è un sogno solo progettuale, Angiolo Mazzoni e Adalberto Libera, due pilastri della progettazione architettonica razionalista, cercano di renderlo possibile. Entrambi infatti si sono cimentati con programmi utopici, il primo con alcuni edifici presenti nelle città nuove dell’Agro Pontino e il secondo nella grande realizzazione dell’EUR42, per l’Esposizione Universale. Tullio Crali e Quirino De Giorgio invece sviluppano tematiche e intuizioni futuriste grazie a tavole scenotecniche con punti di vista plurimi suggeriti dal manifesto dell’aeropittura futurista. Inoltre alcuni frammenti di Metropolis di Fritz Lang, primo film inserito nel progetto dell’UNESCO Memoria del mondo per il valore culturale e tecnico.

.andrea galvani Dal 14 ottobre al 22 gennaio 2017 Selected Works 2006 | 2016. Galleria Civica Trento Dopo numerose presenze in gallerie e istituzioni di tutto il mondo, come il Whitney Museum, Art in General e la Calder Foundation di New York, le Biennali di Mosca e del Centro America, il Mart dedica un’ampia retrospettiva ad Andrea Galvani, uno degli artisti italiani della sua generazione di maggior rilievo in ambito internazionale. Nato a Verona nel 1973, vive e lavora tra New York, Mexico City e Milano, Galvani è diventato sempre più noto alla critica e al pubblico per come riesce a superare, con i suoi lavori, i limiti del mezzo fotografico. La mostra, curata da Margherita de Pilati, è un progetto site-specific pensato per la Galleria Civica di Trento, terza sede del Mart.

.Robert morris films and videos

.giornata del contemporaneo 2016 Il 15 ottobre Ingresso gratuito al Mart e alla Galleria Civica a Trento. Il Mart aderisce alla Dodicesima Giornata del Contemporaneo, una manifestazione organizzata ogni anno da AMACI Associazione dei Musei d’arte contemporanea italiani - per avvicinare il grande pubblico all’arte del nostro tempo. Nella giornata un ricco programma di visite, conferenze e suggestioni per leggere e vivere l’arte con occhi nuovi. Iniziative per bambini e famiglie come “Capire il corpo” o “Lo spazio del Cubo” e visite guidate a “I linguaggi del contemporaneo”, dove le opere delle collezioni del Mart rappresentano l’occasione per approfondire alcune tra le più importanti tendenze artistiche del secondo ‘900. Non mancano performance come quella di Roberto Fassone dedicata alle tecniche con cui gli artisti concettuali hanno ridefinito i paradigmi dell’arte. Per informazioni: 0464 454108/135, education@mart.tn.it

Fino al 6 novembre Prima mostra antologica italiana dedicata ai film e ai video di Robert Morris (Kansas City, 1931). Tra le figure chiave dell’arte del ‘900, sia per l’operato artistico, sia per la centralità dei testi programmatici, ingegnere di formazione, Morris concentra la sua ricerca sulle proprietà espressive elementari della materia: il peso, il volume, la forma determinata dalla gravità. L’indagine sulla scultura non si ferma però all’oggetto. Dal 1963 al Judson Dance Theater, crocevia della sperimentazione americana degli anni ’60, Morris interpreta il teatro e il cinema, con gli occhi dello scultore.

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www.palazzograssi.it

.accrochage punta della dogana

Fino al 20 novembre Inaugurata a Punta della Dogana, in passato Dogana da Mar della Repubblica Serenissima e da ormai diversi anni una delle sedi museali veneziane della Pinault Foundation, una mostra collettiva, a cura di Caroline Bourgeois. Nello spazio, interamente restaurato dalla fondazione su progetto dell’architetto giapponese Tadao Ando, le ampie stanze delimitate da pareti in calcestruzzo, dove materiali come legno, vetro, mattoni e pietra dialogano con gli scorci esterni, sono in mostra circa settanta opere mai esposte da quando sono entrate a far parte della Pinault Collection e di cui oltre due terzi degli artisti sono presentati per la prima volta in una mostra. Progetto concepito specificamente per Punta della Dogana, “Accrochage” occupa l’intero spazio espositivo del museo. Il titolo -che significa allestimento- rispecchia la scelta di presentare una selezione di lavori appartenenti alla Pinault Collection, includendo artisti contemporanei riconosciuti, senza imporre un punto di vista. L’invito al visitatore è quindi quello di interpretare ogni opera con la propria sensibilità, scoprendo, lungo le sale espositive, i rimandi tra le opere in un lasciarsi andare tra lo spazio interno e interiore, riflessioni e stupore, sconcerto e meraviglia.

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.sigmar polke palazzo grassi

Fino al 6 novembre Ritorna a Venezia Sigmar Polke, a sei anni dalla sua scomparsa. Artista che ha profondamente rinnovato il linguaggio pittorico della fine del XX secolo, partecipò alla Biennale di Venezia nell’86 allestendo nel Padiglione Tedesco un’installazione intitolata Athanor, il forno usato dagli alchimisti, che gli valse il Leone d’Oro. Questa volta approda in uno dei palazzi che è assurto a simbolo del rinnovamento delle arti, quel Palazzo Grassi appartenente alla Fondazione Pinault che gli dedica la prima retrospettiva italiana. Un percorso di circa novanta opere, alcune appartenenti alla Pinault Collection e altre provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Un’occasione per approfondire o per incontrare, magari per la prima volta, un artista che non ha mai smesso di indagare, attraversando per

intero la seconda metà del secolo scorso. Pur mantenendo centrale l’attenzione per la pittura, Polke ha sempre avuto vivo il desiderio di sperimentare, spaziando quanto a tecniche, supporti, materiali e colori, utilizzando disegno e pittura, ma anche fotografia e fotocopia, film e installazione. La mostra si sviluppa sui due livelli del palazzo con un percorso cronologico a ritroso, a patire dalla fine degli anni 2000 fino all’inizio degli anni sessanta. Sala dopo sala scopriamo un Polke che con disinvoltura si misura col pop come con il fumetto, passa dalla figurazione all’astratto, cimentandosi anche in installazioni e film, visibili nel vicino spazio del Teatrino Grassi. La visita si rivela un’esperienza che non lascia indifferenti, un’avventura ricca di sorprese, un’arte che risulta panacea per l’anima. 53


art events

.alberto burri .CITTà DI CASTELLO - Fino al 6 gennaio A conclusione di un Centenario che lo ha visto celebrare con decine di mostre e iniziative in tutta Europa e a New York, Città di Castello dedica una grandiosa mostra al suo Alberto Burri, presso gli Ex Seccatoi Tabacco. Titolo: “Alberto Burri. Lo Spazio di Materia – tra Europa e U.S.A”, a cura di Bruno Corà.

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.Janello torriani genio del rinascimento

.CREMONA - Fino al 29 gennaio 2017 È già un evento, al Museo del Violino a Cremona la mostra indagine su “Janello Torriani. Genio del Rinascimento”, l’inventore di affascinanti automi e meccanismi rivoluzionari al servizio di due imperatori, Carlo V e Filippo II.

.carlo iv di boemia

.MONZA - Fino al 2 ottobre Ad un precedente Re ed Imperatore, Carlo IV di Boemia è dedicato un originale omaggio storico a Monza, città della Corona Ferrea, una delle quattro corone che l’Imperatoreumanista, ammirato da Petrarca, cinse. Al Museo del Duomo.

.nothing is real quando i beatles incontrano l’oriente

.Torino - Fino al 2 ottobre MAO - Museo d’Arte Orientale I Beatles e Maharishi Mahesh Yogi si incontrano la prima volta a Londra nell’agosto del 1967. L’anno dopo Paul, John, George e Ringo si recano nel suo ashram a Rishikesh in compagnia di un folto gruppo di amici, tra cui il cantautore Donovan, l’attrice Mia Farrow e sua sorella Prudence, insieme a relative mogli e fidanzate, per un corso di meditazione trascendentale. Un viaggio che ebbe enorme risonanza sui media internazionali, uno degli eventi chiave a fine anni ’60 per lo slancio di interesse verso l’oriente, che toccò la cultura popolare come la musica, la letteratura e il cinema, la fotografia e la pubblicistica in generale, la moda e il costume. Nothing Is Real è un percorso in undici sale negli spazi del MAO, il Museo d’Arte Orientale di Torino.

.i nabis, gauguin e la pittura italiana d’avanguardia

.ROVIGO - Fino al 14 gennaio Due originalissime e spettacolari mostre in terra polesana. A Rovigo, in Palazzo Roverella “I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia”, indagine che riunisce con un taglio originale opere di rilievo da mezza Europa.

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art events

.lin utzon cosmic dance II

.ZAHA HADID PALAZZO FRANCHETTI

.VENEZIA - Fino al 18 settembre Isola di San Giorgio Maggiore. La Fondazione Giorgio Cini ospita la seconda tappa del grande progetto internazionale dell’artista danese Lin Utzon, figlia dell’architetto Jørn Utzon, famoso per l’Opera House di Sydney. In mostra circa 300 opere che spaziano dalla scultura ai dipinti, con una grande installazione all’aperto, capaci di esemplificare il complesso e affascinante immaginario sviluppato in oltre 20 anni di carriera dall’artista.

.Venezia - Fino al 27 novembre Prosegue la mostra dedicata all’architetto anglo-iracheno Zaha Hadid, scomparsa lo scorso mese di marzo. Organizzata dalla Fondazione Berengo, l’esposizione si sviluppa in dieci sale espositive tra dipinti, disegni, modelli, fotografie, stampe 3-D e video installazioni che ne ripercorrono i trentacinque anni di carriera, attraverso la presentazione dei progetti realizzati, di quelli in corso d’opera. Una sala è dedicata a pezzi di arredamento, design e gioielli (la stessa Hadid ha disegnato alcune sculture in vetro per la Fondazione Berengo che non sono ancora state prodotte), mentre un’altra mostra le tappe fondamentali della carriera dell’archistar come la Vitra fire station a Weil am Rheim in Germania, il Rosenthal Center for Contemporary Art di Cincinnati e il MAXXI di Roma.

.quand fondra la neige ou ira le blanc .Venezia - Fino al 10 ottobre Palazzo Fortuny - Collezionismo contemporaneo. La vocazione espositiva di Palazzo Fortuny è in linea con quel percorso multidisciplinare che fu appannaggio dell’esperienza artistica di Mariano Fortuny. L’esplorazione di un tema come quello del collezionismo appare dunque in linea con l’identità eclettica e misteriosa dello stesso Fortuny, attento e sofisticato collezionista. Con la mostra “Quand fondra la neige, où ira le blanc” – titolo “prestato” da un’opera di Rémy Zaugg –, prende vita un articolato progetto espositivo, ideato da Daniela Ferretti, che traccia il profilo di alcune delle personalità più rilevanti del collezionismo contemporaneo, e di conseguenza investiga su come si è evoluta la figura del collezionista, dal Rinascimento a oggi. Un tema di grande attualità, che vede come primo protagonista Enea Righi, imprenditore bolognese che in trent’anni – guidato dalla volontà di sostenere la produzione artistica – ha plasmato una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea presenti nel nostro paese. La collezione Righi – com’è proprio del più autentico collezionismo, slegato dalle leggi del mercato e da un approccio speculativo all’arte – è divenuta rappresentazione del mondo interiore del suo artefice, del suo sentire o più semplicemente d’interrogativi e paure; una personalissima decodificazione del reale, con la possibilità di leggerne in controluce il riflesso del tempo e della storia. 56

.palazzo cini la galleria

.Venezia - Fino al 15 novembre Campo San Vio, Dorsoduro 864. La Fondazione Cini rende omaggio al suo mecenate presentando al pubblico, per la prima volta riuniti, i dipinti veneti della sua collezione nel Palazzo di San Vio, casa-museo, un tempo dimora, dove sono custodite le raccolte di dipinti toscani e ferraresi già nella collezione personale. Per l’evento gli spazi del secondo piano raccolgono i più importanti dipinti veneti provenienti dalla vastissima collezione Cini tra cui capolavori di Tiziano, Lotto, Guardi, Canaletto e Tiepolo, opere esposte al pubblico per la prima volta assieme.


.LE NINFEE DI MONET - ITALIA POP

.TRAVERSETOLO (PARMA) - Fino all’11 dicembre Un contesto d’eccezione, la “Villa dei Capolavori”, sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo nel parmense, propone dal 3 settembre, “Le Ninfee di Monet” e aggiunge, dal 10 settembre “Italia Pop” l’arte degli anni del boom.

.modena motor gallery

.Emilia Romagna - il 24 e 25 settembre a ModenaFiere accenderà i motori Il Salone delle Eccellenze “Modena Motor Gallery”. Tra le proposte: “Enzo Ferrari Vs Colin Chapman”, ovvero Ferrari e Lotus, un confronto tra due “miti automobilistici” ma non solo.

.luigi boille il segno infinito

.cosa vedeva ariosto quando chiudeva gli occhi?

.FERRARA - Fino all’8 gennaio È tra gli eventi più attesi dell’intera stagione la originale, sontuosa mostra che i Diamanti a Ferrara dedicano all’ “Orlando Furioso” nei 500 anni dell’Ariosto. Già il titolo “Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi?” fa intuire che nulla in questa mostra sarà ovvio, a partire dagli incredibili prestiti ottenuti. Al Palazzo dei Diamanti.

.GIOVANNI FRANGI grandi carte dal titolo “settembre” .Roma - Fino al primo novembre Foreste, acqua, sassi, ninfee sono i soggetti delle grandi carte che Giovanni Frangi espone al Palazzo Poli, sede dell’Istituto Nazionale per la Grafica, in una mostra spettacolare dal titolo “Settembre”.

.Pordenone - Fino al 2 ottobre A pochi mesi dalla scomparsa, una mostra che è un omaggio all’artista pordenonese di nascita e romano d’adozione, tra i maggiori dell’informale europeo. Un percorso significativo attraverso 65 anni di ricerca - dal 1950 al 2015, anno della scomparsa dell’artista – testimoniati da oltre 140 opere tra cui olii e tecniche miste su tela, tempere, grafiche. Tra di esse, molti i lavori inediti o esposti solo in mostre internazionali in anni lontani, e da allora non più visibili, come la grande tela Empreinte structure, realizzata per l’ormai mitico International Festival Osaka/Tokyo del 1958, a cura di Michel Tapié e Jiro Yoshihara. 57


art events

.la geografia serve a fare la guerra? mappe e arte in mostra fondazione benetton

.TREVISO - Dal 6 novembre 2016 al 19 febbraio 2017 Fondazione Benetton Studi Ricerche, via Cornarotta 7 La geografia serve a fare la guerra? È l’interrogativo che si pone la mostra della Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Massimo Rossi, in calendario negli spazi Bomben di Treviso da domenica 6 novembre 2016 a domenica 19 febbraio 2017, con inaugurazione sabato 5 novembre alle ore 18. L’esposizione si avvale della partnership di Fabrica, che ha curato l’allestimento e il progetto grafico, e della collaborazione e del patrocinio della Regione del Veneto-Assessorato alla cultura. Mappe, atlanti e opere d’arte racconteranno, attraverso tre percorsi strettamente legati e continuamente in dialogo, la grande forza comunicativa e persuasiva delle carte geografiche. Le mappe sono un potente mezzo di comunicazione non verbale e il contesto delle celebrazioni della Grande Guerra offre un valido pretesto per indagare sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica quando assecondano il punto di vista degli Stati Maggiori. Per questo il percorso espositivo si concentra sul periodo storico che va dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento, ma parte dall’antichità e arriva ai giorni nostri per raccontare anche un’altra geografia possibile, non per forza asservita alle logiche militari. 58

La mostra si apre con la sezione Rocce e acque, in cui vedremo come con un semplice e perentorio segno – il confine naturale – le mappe indurranno monti e fiumi a diventare strumenti capaci di separare e dare forma fisica a gruppi etnici, linguistici, nazioni per trasformarli da “espressione geografica” a stati. La seconda sezione, Segni umani, si occuperà di raccontare l’uso del sapere geografico a fini propagandistici per trasmettere con forza l’idea di nazione ancora prima della sua ufficiale proclamazione politica. La terza parte, Carte da guerra, porrà l’accento sulla coesistenza di due approcci culturali apparentemente inconciliabili, nel contesto della Prima guerra mondiale: simboli grafici per significare la smisurata industria bellica disseminata sul fronte del Piave, insieme a segni che testimoniano la presenza di migliaia di colombi viaggiatori che volando imprendibili a oltre 100 metri di quota e percorrendo grandi distanze in breve tempo, informano e trasmettono ordini. Mortai da 305 mm che esplodono proiettili di 400 kg alti come un uomo, e palloni frenati sospesi a centinaia di metri dal suolo «che in lunga fila si dondolano nell’azzurro lungo il corso del Piave» come racconterà lo scrittore-tenente Fritz Weber, nemico sulla riva opposta.


.giovanni gastel the 40 years exhibition

.MILANO - Fino al 13 novembre Palazzo della Ragione Fotografia Articolata in quattro sezioni dedicate ciascuna a un decennio di attività artistica del fotografo. Da un lato la mostra sviluppa la sua vita professionale e dall’altro il mood di quegli anni, al fine di comprendere e connotare maggiormente i singoli scatti seguendo l’evoluzione professionale dell’artista. Non ha bisogno di grandi presentazioni Giovanni Gastel in quanto rappresenta un’icona della fotografia italiana e internazionale. Nipote del grande regista Luchino Visconti, cresce in un contesto permeato d’arte e di grandi personaggi della scena internazionale.

Tra Milano e Parigi vive l’affermazione del made in Italy con un suo stile inconfondibile: poeticamente ironico ma sempre permeato, come nell’arte, dal gusto per una composizione equilibrata. Molte le mostre tra Milano, Venezia, New York, Parigi e i libri pubblicati anche di poesia, l’altra passione dell’artista, che continua tuttora a lavorare nel suo studio milanese. Membro permanente del Museo Polaroid di Chicago, dal 2013 è Presidente dell’Associazione Fotografi Professionisti.

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.ANTONIO CALDERARA una luce senza ombre

.LUGANO - Da ottobre fino al 22 gennaio 2017 LAC Lugano Arte e Cultura. Il Museo d’arte della Svizzera italiana prosegue la sua riflessione sugli sviluppi della pittura moderna e contemporanea attraverso l’opera di Antonio Calderara, grande maestro della pittura aniconica. Grazie a un’accurata indagine critica, la retrospettiva a lui dedicata rileva la dimensione atemporale della sua produzione pittorica, parallelamente all’attualità della poetica dell’artista. La mostra comprende quasi 200 opere, provenienti da musei e collezioni private europee, che permettono di documentare nella sua interezza la singolare traiettoria che questo artista ha disegnato all’interno del panorama artistico italiano del Novecento. L’allestimento prende avvio dalle opere figurative degli anni Venti e Trenta, marcate dalla vicinanza al Novecento italiano, per poi soffermarsi sul periodo degli anni Quaranta e Cinquanta, caratterizzato dal progressivo passaggio all’astrazione. La più ampia sezione della mostra di concentra sulla ricca produzione astratta degli anni Sessanta e Settanta che ha decretato il successo internazionale dell’artista.

.museo del vetro a murano fondazione musei civici venezia

.venezia - Da ottobre fino al 25 aprile 2017 Murano Oggi, Emozioni di vetro al Museo del Vetro. Le fabbriche di vetro attive nell’isola di Murano sono le protagoniste del nuovo progetto espositivo del Museo del Vetro! La mostra Murano Oggi. Emozioni di vetro, attraverso una selezione di opere scelte per qualità e innovazione, rappresenta una vera occasione per esplorare la contemporaneità della produzione vetraria e la convivenza – in questa tradizione millenaria - di tecniche antiche, rivisitazioni e sperimentazioni. 60


.federico zandomeneghi impressionismo .centro d’arte pecci a prato .PRATO - Dal 14 ottobre Riapertura centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci venerdì 14 ottobre con un incontro pubblico con gli ex direttori. Domenica 16 ottobre inaugurazione ufficiale dello spettacolare museo Luigi Pecci a forma di navicella spaziale realizzato dall’architetto indonesiano Maurice Nio. Il Centro sarà l’unico museo pubblico in Italia ad aprire nel decennio 2010-2020, diventando parte di un network internazionale di riaperture che include istituzioni culturali di livello internazionale, come la nuova ala del Tate Modern di Londra di Herzog & de Meuron o la nuova sede del Whitney Museum disegnata da Renzo Piano.

.GENIUS LOCI CINQUANTA ARTISTI .bari - Dal 17 dicembre 2016 al 31 marzo 2017 Pinacoteca “Corrado Giaquinto” Genius loci. Riflessi dell’identità pugliese in cinquanta artisti tra passato e presente Le nostre sensazioni, le nostre percezioni, la nostra memoria, la nostra vita non possono essere raccontate e rappresentate che rispetto a un luogo. Noi siamo il nostro luogo, i nostri luoghi: tutti i luoghi, reali o immaginari, che abbiamo vissuto, accettato, scartato, combinato, rimosso, inventato. Noi siamo anche il rapporto che abbiamo saputo e voluto stabilire con i luoghi (Vito Teti, Il senso dei luoghi, Roma 2004) La mostra, sarà documentata da un catalogo, a cura di Clara Gelao, con saggi della stessa, di Gaetano Cristino, di Lucio Galante, con la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, schede delle opere e biografie degli artisti.

.padova - Fino al 29 gennaio 2017 Federico Zandomeneghi (Venezia 1842 – Parigi 1917) è stato un figlio d’ arte. Grande talento naturale e pieno di temperamento, ha però preferito la pittura alla vocazione di famiglia che lo avrebbe dovuto portare alla scultura. Il nonno Luigi era stato intimo di Canova e il padre Pietro aveva realizzato il grandioso Monumento di Tiziano nella basilica dei Frari a Venezia. Giovane patriota lasciò la sua città, ormai liberata dal dominio austriaco e ricongiunta all’Italia, per Parigi dove divenne protagonista, insieme agli altri due italiani che come De Nittis e Boldini si inserirono con disinvoltura in quellla straordinaria officina della modernità, della cosiddetta “pittura della vita moderna”. Come gli Impressionisti, Degas e Renoir, con cui ebbe uno straordinario rapporto, Zandomeneghi è stato soprattutto l’ interprete dell’emancipazione della donna rappresentata nell’ambito della sua vita quotidiana, dei rituali scanditi da regole precise come la toilette, la passeggiata al Bois, la lettura, la conversazione, il teatro. Attraverso uno stile inconfondibile ed un uso raffinatissimo della tecnica del pastello egli ha saputo fermare le fisionomie, i gesti, le atmosfere, creando un immaginario femminile, quello della parigina, che sembra ancora molto attuale. Ma di Parigi, delle sue piazze, dei boulevard, dei caffè, dei teatri, egli è riuscito a fermare per sempre le atmosfere in un momento irrepetibile, divenendo tra i maggiori interpreti del fascino della Belle Époque.

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.domenico cerato architettura a padova nel secolo dei lumi

.padova - Dal 28 ottobre 2016 fino al 26 febbraio 2017 Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33 L’opera di Domenico Cerato, architetto vicentino ma attivo soprattutto a Padova, ha segnato in modo decisivo l’aspetto della città. A lui si devono infatti i progetti delle principali opere architettoniche del Settecento, come la sistemazione della Specola Astronomica, la realizzazione del Prato della Valle e dell’Ospedale Giustinianeo. Si dedicò anche all’insegnamento dapprima a Vicenza quindi a Padova dove, nel 1771, avviò una scuola pratica di architettura. In esposizione numerosi disegni originali, alcuni inediti, conservati presso la Biblioteca Civica, illustrano la sua attività di progettista e studioso di architettura. Suggestivi acquerelli, incisioni e dipinti contemporanei mostrano il volto della città, ridisegnato dagli interventi di Cerato.

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.pietro chevalier vedute di padova e del veneto nell’800

.Padova - Dal 29 ottobre 2016 - 26 febbraio 2017 Musei Civici agli Eremitani Pietro Chevalier, disegnatore, incisore e scrittore, nacque a Corfù da padre di origine francese. Si formò a Venezia con il Selva, lavorò a Trieste, ma soprattutto a Padova, dove morì nel 1864. Al Museo d’Arte si conservano centinaia di disegni e di stampe dell’artista, che illustrano il suo processo creativo dal disegno all’incisione. Le sue vedute creano il mito romantico di Padova e sono di straordinario valore storico e documentario. Il nucleo fondamentale, costituito anche da vedute di Venezia e di altre città del Nord Italia, documentano gli aspetti architettonici e offrono un vivace spaccato della vita dell’Ottocento.


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.www.onetalent.tv in tv canale 66 del digitale terrestre e dalla collaborazione con kyoss nasce la sezione arte

Dare una casa ai maggiori talenti italiani. È questo l’obiettivo di ONE TALENT TV, che fa parte del gruppo 1HEARTNET, una multipiattaforma che da spazio a contenuti artistici inviati dagli utenti. Il progetto integra una rete sul digitale terrestre (canale 66) e un portale disponibile per desktop e mobile di streaming online. L’ideatore del progetto è Ciro Dammicco già fondatore di Videomusic il primo canale TV musicale italiano. Gli utenti potranno inviare videoclip in cui mostrano le proprie abilità in vari campi: arti visive, musica, fashion, danza, performers e una speciale area dedicata ai bambini One Talent TV Kids. Niente di più democratico e meritocratico visto che non ci saranno presentatori o giurie ma saranno gli utenti stessi a votare da casa i migliori video. Dalla collaborazione tra ONE TALENT TV e KYOSS MAGAZINE nasce la sezione ARTE. Per questa sezione agli utenti verrà richiesto di rappresenrae l’arte italiana e i video potranno partecipare a concorsi a premio. I video potranno essere realizzati negli ambienti dei maggiori musei d’arte italiani aderenti al progetto. A settembre dunque, ciak si gira!

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music

Rolling Stones L ’ E T E R N A G I O V I N E ZZ A I can’t get no satisfaction...


Past • Rolling Stones “I can’t get no Satisfaction” cantava Mick Jagger nel lontano giugno del 1965. Un successo senza precedenti, che porta i ROLLING STONES per la prima volta in vetta alla classifica americana Billboard hot 100. In Europa il pezzo viene inizialmente censurato e trasmesso solo da alcune emittenti pirata. Inno dell’insoddisfazione giovanile, con espliciti accenni sessuali e contro il consumismo, la canzone è un attacco allo status quo sociale dell’epoca. In cinquant’anni di carriera nessuno meglio dei Rolling Stones ha saputo incarnare il modus vivendi, la frenesia e gli eccessi del rock. Esordiscono in piena era Beat in contrapposizione ai Beatles. Brutti, sporchi e cattivi. Una contrapposizione costruito discograficamente, se pensiamo che erano i Beatles i figli della cosiddetta Working class, mentre gli Stones nascevano dalla borghesia londinese. Entrambi condividevano ambienti e gusti musicali. Fu proprio Harrison a contattare la casa discografica Decca per il primo provino della band , mentre i Beatles regalarono al gruppo uno dei primi singoli “I Wanna Be Your Man”, scritto proprio da Lennon e McCartney. Entrambi le band scivolano negli eccessi e nelle droghe, inseguono le sorgenti della musica americana, la psichedelia, l’utopia hippie e la contestazione. La musica dei Rolling Stones affonda le radici nel blues, nei ritmi tribali, nel jazz coniando un sound potente e decisivo per le generazioni future. Provocatori per natura e divertimento, gli Stones si ribellano al tradizionalismo con un linguaggio diretto che parla di teppismo urbano, di esperienze sessuali, di drammatici racconti di vita o più semplicemente di divertimento, con la sfrenata bramosia di farlo ora, adesso e subito.

La musica non è mai particolarmente elegante dal punto di vista tecnico, pochi riff ripetuti all’infinito, ma suonata con una carica emotiva unica: it’s only rock’n roll. A scandalizzare il pubblico sono soprattutto i concerti incendiari dei Rolling Stones. I continui atteggiamenti provocatori di Mick Jagger, lo stile di vita depravato fatto di sesso, droga e alcool, i flirt scandalosi. I Rolling Stones sono il prototipo della rock band per eccellenza, costruita attorno ad un frontman insolente e carismatico, Mick Jagger; a un chitarrista virtuoso, Keith Richards; a una sezione ritmica d’eccellenza, Charlie Watts; affiancati nel 1973 al chitarrista Ronnie Wood. Da ricordare Brian Jones, polistrumentista e chitarrista, fondatore del gruppo con Jagger e Richards, icona della moda e precursore della moda hippy. Il suo modo di vestire riuscì a influenzare profondamente lo stile della Londra e del resto del mondo negli anni sessanta. Famoso per girare le strade della City a bordo di una mastodontica Rolls-Royce “Silver Cloud” con autista e, ogni volta, con almeno due ragazze sempre diverse. Intelligente, talentuoso e anticonformista, Brian divenne il simbolo della ribellione giovanile al pari dei Beatles. I duri giorni “on the road”, i soldi e la fama, sfociarono nell’abuso di alcool e droghe. E dopo essere stato arrestato e in diverse occasioni ricoverato in ospedale, Jones diventa spesso cruento e difficile da avvicinare. Le tensioni all’interno della band crescono e nel giugno del 1969 Brian lascia i Rolling Stones. Con 64 album pubblicati, di cui 33 in studio e milioni di dischi venduti in tutto il mondo i Rolling Stones sono la band dal vivo che ha avuto il magggior numero di spettatori della storia. Non so stabilire se siano davvero la più grande rock-band di tutti i tempi: i Rolling Stones sono semplicemente il Rock. Difficile stabilire quale sia il disco migliore degli Stones. Segnalo “Sticky Finger” e naturalmente consiglio alcuni dei pezzi che hanno fatto della band “Il Mito” come Jumpin’ Jack Flash, Angie e Paint It Black • Give peace a chance. Gek Folley info: gelindo.pretto@gmail.com


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