Disfecemi maremma parte 1 di Enrico Lombardi

Page 1

.A D E ts'

N L n I

I N F A:

LJ

R' M .A

z I

o .N Ei

a ,tt

E ?

A

Maremma.. Disfecemi parte,'Jo

I

?,



>. t A M A R E M M A N E I I AS T O R I AC N C I I A T E T T E R A T U R A< <

Alcuni sono ancora attard.ati ne1 vecchio concetto che si aveva della l"iaremmacone luogo sel vaggio e nalsano, dove anche nel secolo scorso si recavailo alcuni lavoratori per un breve agricoli pe ri o d o , ta l vo l ta per dendovi Ia vita a causa del1a nalarÍa - ìfe abbieao un esempio tipico nel racconto di î.enato Fucini rrVanno in i,iarelnmatro neIIa poe si a p o p o l a re , i n cui r iecheggia spesso la fr ase ttPer ae tu fosti una l4are]ilna arcara,t, posta in bocca a Il a d o n n a a cu i la malar ia r apÌ 1o sposo. Dicendo I'larenunasi pensa alla malaria, al l e p i a n u re C e so l ater aLle mandr ie, di cavalli o b o vi n i a l l o sta to br aclo, ei butter Planeiati su t r-m vibrante-^cavallo inseg''tinento all di aninali, ai b ri g a n ti @n a sco sti nel1e r r iciyr e boscaglie, ai bufali, ai cinghiali, ad una abbondante selvaggin,ar alle acque stagnanti. Oggi la l'{areramaè terra coltivata e fertile, abbastanza popolata; 1'alIe:rantento r1e1 bestiane, se vi ritornerà anche allo sta to b ra d o , sa rrì condotto con i cr iter i di una rna-ggiore produzione; 1e acque hanno i loro scoli e i -fossi sono attraversati cla ponti; i bufali sono del tutto scomparsi, e per avere ancora gualche --iser*

cingìria1e ci vuore ú@

)

-.d ks f3 aà

<z

u* =dt

* e

;A

,3

- 9

s

tl>-

E È F > o c e

-6 > -

o

i

úú,

r S

l.

4

à

)v tot

.=v

^e h t -t

I 6

r a

à *

? ?

z 4 -

F l

t <

7n4 -

d

v

= +

9

6 -: d

r

as5 qH

Z 7 €i +

gÈ^ 4É < | Z

ot

í;à Z6>

4-o

u>--< q o < Eu --,9 -

\ra

. '

L P

AE

3,:z 9É 4A& ,.A 6;? Ee 4 ' -

e - a 7J ì E à al -É ú14

<.

vlv

aY

v a c p i ù i I l a n ci o per iodico di novella selvaggina p e r i 1 ri p o p o l a mento. fl nome rli l.iaremnraderiva dal latino f'L o ca n 'i a ritijTla - luoghi manittim i", c l a ssi co usat o p o i co n e a g g e tti vo sostantivato neutr o plur a1e, da cui, nel I'iedio Evo, venne i1 singolare _temminile rtl'jaritirnart in uso nei docrrmenti lucchesi dei $e co L i V III - IX è di or igine bizantina. Da lrariti-ma è vgruto l-raretima - I"Íaretnaiiarenuna per indícare la zona costiera del Tirren o d a C e ci n a a C o rneto ( r anquinia) r isalente entr o terra anche a trenta e qlaranta chilometri. Veramente i geografi moOerni prendono l{aremma cotne u}l none comune per pianure costiere paludose e acquitrinose, con il lirnite rli una spi6ggia rialzata d.a curriuli di sabbia chiamati tomboli-. per i"iaremmaintendevano tutta 1a Altri f a sci a co stj -e ra tra la î,' iagr ae i1 Chiar one - cioè 1 a co sta to sca n a - Dante 1a delim ita tr a Cecina e C o rn e to (? a rq u i n i a ); ne1 Settecento er a solo pisan a e se n e se sri d d i vi sa in Volter r ana cLaCastiglionce l l o a P o p u l o n i a i tiassetana da Fopulonia a1la Funta Cella ?roia (ara); Grossetana da Castiglione d e l l a P e sca i a a i rnonti delltuccellina; or beter lana d a ? a l a mo n e a i co n fini con il Lazio.


p l

A 1 l a -fine det secolo deI Novece*to erarxo in voga solo@ due espressionil Fisana fino a Folloni.ca e Grossetana a sud,, In Massa H. nello stesso tenpo, chi la_ scLava liassa verso il sud (rorlonica) àiceva oi andare in l.{arenrma- espressione aneora viva nel gergo di alcune farniglie massetane.

FLORIDEZZA

NELIJIAHTIE DESADSíZA DEl,tA I"IARE}4T.{A

GIi scrittori antichi d.a una parte parlano di fertilità della l"lar.emma di e dallraltra abband.ono - Forse conviene specificare la ferti1ità ne1 tempo della -floridezza etnrsca e 1a desolazi"one durante la donriyrazione ro&ana - Diod.oro Siculo, uno storico vissuto a Ronraael Io Secolo d..C., dice che in l{arenrma sorgevano un gior* ao le più iraportanti città dellrEtnmia come Pisar Volterra, Populonia, Vetulonia, Roselle e CoI Tosai e in quel ternpo la Ffaremrnaera fentile. scani, dice Diodoro, abitano una terra assai fer* tile e, coltivandola bene, ne traggono abbondanti tna -trutti, non solo sufficisrti aI nutrimento, capaci di permettere una vita di piacere e di lusso. (gvid€nte allusione agli Etnrschi). ta Timenia con le sue pianure assai vaste (:.a ttarenuaa) non Ia cede per -fecond.ità ad altra terra. Catone affersna che nel1a pi^rltgue calnPat gna dell Etruria, vi sorr'o messi- abbondanti e variabili, ed alberi di alto fusto. la fr aser sic for tiz EE ' d i Vir gilio orevit - CosI (con ltagricoltura) tnrria crebbe la .forte Etruria. N e l 3 1O d.C. e di nuovo nel 29O a,C. t l Etnrria f\r conquistata dai Rontani e invano per d.ue vo1te, sempre con proprio danno, tentÒ di scuo tere il gi.ogo nella seconda $rema punica e nellagu.erra sociale - I.,iaIa zona deIla l"íarenna soffrì specialmente durante 1a guerra civile tra lÍario e Si1la, perchè, averdo parteggiato per l,lario che fu scon.fitto, subi le d.istmzioni del vincitore Si11a. prinia d.eIla La decadenza, già iniziata perdita clella indipendenza, precipitò dopo - quando la l.laremmadivenne prop nllonan re con poco colonie di plebeiindebitati e desiderati a Roma, e ergastoli di schiavir

h


3 )

i r,"-tig,*di" iL a -F ra se ai rr:liFch* rovinarono 1tTtalian perdiderr"rnt * i latifondi si applica specialmente a1la l{aremma' catalia, e abbandonata duta in rnano di pochi proPrietari agli sclriavi. I lati-fondi si formarono per 1a insazia romani che con la pre: ,bile avidità deÍ cittadini proprietari' po'tenza eliminavano i piccoli Spesso la sorte di irn debole vicino ad un poleS è triste te. C o l u n e l l a@nel L. I - C. IIf - così par la d.ei latifond.isti romani: ((Un vasto ca,npo ma1 colperfet tivato rende meno di uno piccolo coltivato taÌaente. Prova ne sia che quei famosi sette iugeri di terca a testa che il tribuno Lianio assegtrò 4a* olJ a} popolo dopo 1a cacciata dei r€r fnrttarono = roÉ { -^ gli antichi molto Ci più di quanto fnrttano a noi Z EE ? u 2 i più vasti niaggesi: Curio Dentato, quand.o il pov l doogli of-ferpo1o, dopo la sua strepitosa vittoria, Éa 'îr,t . V t se 5C iugeri di terra cone Premio del suo valore ^ ) |- ;i m i l i ta re , si co n te ntò di sette iuger i, 1a misur a qst éE spetta.nte ad ogni popolano' Bisogna consetr/are l z E :LÉvlY terre e acquistaZ,^r-' la r,.risura anche nelltaccuistare q € . perchè r4d= si dica che ci siamo re solo quanto basta Z"E e& non che ce ne procurati campi da far fruttare' z .é' , Í, :# E E 7 É ruband.o a chi poteva trar* siano sovraccaricati, ' ? a " yÉ Z g ne veramerte vantaggio. Cosi .fanno i prepotenti r , l ù I J ú < 9 " " A2 & = g c h e p o ssi e d o n o p a esi inter i di tale vastità d"a €. C: .'t u u'i neppure a cavaIlol e Ii lasciano:r potere girarli Í.Et È.;,n 4oa ù32 no calpestare da1Ie greggi e devastare d,alle fie2{gE 4 imprigio-4-y rÈr qua:rdo non 1i rienpiono di cittadini 'st<Y < , - ' Yú 2 6 4 na ti p e r d e b i ti e di er gastoli di schiavi) ) ' X -: ."u^ e" Co1uraella chiude 1e sue considerazioni sie :9É 'verso - Laudato ingentia rura i ó y virgiliano con iI eag P É 4 ;lt'6 - Loda i grandi poderir 111à o.7, ^ dò N coltieiigurxn colito !)n lzÉ { l É 5 É \ vane uno piccolo.

e.v 4l v t ) i

) G

v v t l

- . . v '

o\g

ì1ó

73'E'=3-Í J?g GlÉ .f)

U

\l

ricordiar*o iI caso' sia pure cunl ricChilroma:'ti raro, de1 senatore Clodio che aveva possessi in l4arentma.

Acrarto l - Mosaico con casetta rustíca, donna e ere in partenza.(Leptis M a g n a ) .

A,-r+r.ra -

a LUr t-A DÉa

(G^rpoo ÉTRosconù BRot'JZo)


tr al princip o dello stesso secolo, RulÌu:;razianol0 ner 4 16, volendo r ecar si in Gal-

tilio

lia e,l incerto se seguire un itinerario teruestre o ma ri tti mo , sce lse il secondo per chè iI pr imo, C a p e rco rre rsi l ungo la via Aur elia, sar ebbe stato d i -€ 'fi co l to so a causa de1le acque stagnanti nell e p i a n u re , cl e i ponti di:;tr utti sui. cor si dtacc' ua, de1le -frane che ingornbravano Ia via in collina, e dal,'-a vasta solitr.idine Cella Ìiareruna non pi-à inte ru o tta rl a a b i ta rioni, cLopola distr uzione e gli incel:di provocati *uattro anni prima dai Goti sotto il coreando del re f taulfo. Eppure la terca di i'',are:n::raera eo]'rsiderata -fertile di geano in piarlura e d"i vi.no in colliira come 1o attesta Flavio V o p i sco <L i S i ra cusa ( $ec. fV) al cap. 48 della sua i .i ta ci A u re l i a n o ( eZs d,. c. ) , r n Etnr r ia, lungo 1a vía ,4,ure1i.a, fino alle É"lpi t,arittirne, ci sono vaste p i a n u re -fe rti li e coper te di boschi" Aur eliano aveva stabilito di comprar'le dai padroni di euei luoghi incolti, se tuttavj.a volevatro vender1 i , n e tte rvi fa miglie di. pr igionier i, coltivar e l e co l -l j " n e a vi ti pr oe con euesta coltivar ione rlrr?r"o-il

rriran, sul v

rrlv:

qualc ,"

il

fisco

n o r ' r .a v e s s e

iles-

p e r Cr str ibuir lo su n d i ;:i tto , futto gr atuitam ente a1 popolo rolnano ( insieme al pane e ai giuochi cl.e1 i :i rco ) .

rqgr:

uluÉe

{ s"'a Í ) t.A;2.

2"t''-A 4ùlXcJC4

ó7é(t-

ۃ.*e F*tai

' gÍli

sVzzi

&26É"r < 9 9 9 ^ V ' P - a

HF 5;,: " ;f'i í

7 è E = "E " Z a 5iz É *' .e&

EZ?é2 o6.Yet

:eÉsH

Y - : v - J - ;

a Ér 2 - + /\ Í ì \

{

vtf rti

v#îx'g HAEEHI{AAI TÉÉPt }I AVqUSTO l\ltrrttRo coxqío (Vn).sr RlfÉQrsrg A\ rtù{ERo .}É\L^ Dn

fftl^rìfE

sToqt(o

.!fi(or-ftdl

RÉqtodE

Cinghiale assalito dai cani (bronzo del N a z i o n a l ed i N a p o l i ) . And€rson >'r'rqrccaqìiìur

<


. a )

C i ce ro n e :r ella sua di- 8esa Ci i;iIo:r e, cllie a'reva ucciso C1or1io, d"escrive 1e prepotenze clel]Jucciso - Coir. Ie armi aveva cacciato dai loro possessi inolti Strusciri e "tentÒ rli -Fare aftrettar:to co:: G. Fornpeo- ilra cosi avido d.ei possessi altnli che spesso a ?"ona e altrove andava in gípo con arci:itetii e geonietri per :nisurare .rille pacJ.rorî.e.In i:g e giardini Ci cui brarnava divenire : . r f , ? ì irl 1 r \ r " . É r , ^ ì r 6 A L l r u . . L - i - g r \ . u _ r L Ì J v J J

- - t A Af! ít.o tú o<al

f

!l

ídla =

a ' u t

r 3 e

v

, aY^ x

v Í

i d

4

d È e

&è

{ tt

àa

ú i d- è- -t

<

o

Í3c

'',iP

3Zr

Yn .lt

àVE

I' t 14

oo-o t- .O€ a.î) .o' e: = u g o 9ìt

.EA

v <

1 - .

_^,traC

à q9É

i-

t4

<| -;> ,;4 ú + ú

; a g 4

v Í

vY

. . . 1 3 ) 1 7 - v

ga

! 1i - a

o-deY b 3

ì: 9r Y> *r o

Y

v

z.

ì t

I

a ' L 4 É Y Y'>^

< u

dEú{r o a V q

?sr q -cf

Q I

6e \9,

p6q.qr:rìéq,qè terreni

a

Scar-

per litris e:;ten<litur' * La costa toscana è veramente tnals&i'r:l e pestilenziale. Là stessa testimonian. , - . ,6ì \ r i n e t r . r f . a t r c s e c o l i d o p o d a S i d o n i o S p o l l i n a * .^ 1, 1)rynel +73 re (tettcra 5, ie1 si.ro epistolario d. C. La pestilerr-:liale regione etrusca, cire ha il cl-i:na gi.lasto da esalarioai velenose e alter"na -frerl jl corpo gebbricitantett. rl-o e cal-clo, fa norire

*éil;u

i*si.i****r:,.-

VII-LA }OUANA |

intofno

l i l ro e Ga 'ro rra n o . La Br una pr .esso 0astiglione de1 1a Fes:aia., -fonnava r:.:ta specie di lago eC aveva j-n ;irerzo un isolotto cire piacr:ue a Clodio - lle era paopr.ietai:io il cavaliere romano 'I. Paci"lvio cl :e ri $ i u tò d i ce der Lo - Cor nese nu1la - fosse, sot to gli occì:j- del p:.oprietarj-o, cì:e guarrlava dalla non sp o :rC a C e I l a g o , l lodio invi,l' nclf isolotto, caIee, cenento, s1,1o,iras'clre a. scaricare pietre, un eciificio - i,ia se Cloclio sa rb i a p e r co stmi rvi ex'a una eccezione, i latifo:rdisti ronani crano nu rnerosi e i:: i;aî€Ixma pro\rocarono Itabbandojlo - 11pr^ino accenno alla rfesolarione del1a liaremrna lo ri sco n tri a i n o n e 1 133 ir ,C. qua;r do Tiber io Gr acco, di ritorno <i.al1a Spagna cone Questore, attraverririase vivamente coL* sando I t Htraria i,arittittta, pito dall-o stato d.i abbandono .leIle campagne lavoi'ate d"a schiavi e la :^,tiseria estrgaa in cui si liberi' Ilivenuto con trovavano i poclti lavoratori proFose legge ri-forma la di fonqLial agra:'ia sole, di pr opr ietir ter r ier a per .{" i a ci cò d i l i n i ta zio:r e cui fi-i poí ucciso. rrl tra testino:r ianna r lella ciesola:r ione i.:areni:':ta lrabbiarno ai tempi di Traiano in udel}a. n a - tctte ra i r:.vi a ta Ca ilaio Plinio Cecilio Secondo@ ' (,rp , 1 . daL auale er a sta 5 ) a l 1 ra ;n ico Lpollinar e to co:rsigrliato di recersi in estate i:ir iiar*iraa t'llst erri:n qravis et pestílens ora Thuscorum cuae

6-'"-

: ÉSEH?IO

DI

ÒSTÉNTA,ZIONÉ

DE-I

'ili*illil

-.#'e

LÀTIFÓNDISTI,ROHÀNì

1,


6 )

C"'gr-a

una

volta

la

nMalari.a D

L€ testirnonianze clelI rAntichità ci hanno pr"esentato 1a }"iaremmacorile spopolata e travagliata d a l 1 a n a l a ri a - $iamo soliti r itener e che la m alaria ha provocato 1o spopolarrrento rJlaun esame acgu_ rato ci rende più cariti almeno .fino ad ainmettere una reciproca influenua * e -forse da dare i1 prinato a1lo spopolamento - f@.loman_ d.;:rci se 1a rnalaria sia ulx morbo autoctono o im_ portato, - a1la luce de1la scoperta de1la vera na_ fura della malattia, veni-ficatasi nel secolo scor

-T

SO.

D a l 1 BAO si usa il chinino com e ottina cl"lra contro Ia "Felibre malarica; nel 1gB0 Alfonso L a ve ra n sco p re i 1 par assita della m alar iai nel 1 3 9 o R o n a l d F -o ss il cielo del1a vita del par assita * A 1 1 o sta to latente iI par assita vive anche nel sangue unano, ir: alcuni rettili, anfibi e ue_ ce l Ii e a l tri a n imalir r *d a1lo stato attivo sor o neL corpo della zanzara anopheles = anofele _

LA znilznen cotrvue (a) e la*orEue (ù) peR St prsrrÈqrrotlo AL(I'il8 DìFfEREilZE CRÉ PRESEITfATIO S r A d É L n o D OJ ) l AP?o6(ìARSt ($e dÉLLADtspùstz1oÈE òELrE voVA E rlaLr.APos\zro{É -Deure 313991hy'e URVE Sofro lL PEto oE r.ì,'AtQrrn. UAÌioFÉLE pvr{tÉ L.rroHo HAU4R139EfRAS}rEfiÉ I qÉ(Él r{ÉLt't}tDtvrb\rO sAilo cor{fAHl$Ar{DOLo.

(DA òt?roilÀRto

r.tEDrc,o F^,BgRt)


,l

Quando Ia zanzara punge ltuomo inietta nel sangue unano il parassita attivo che ingross*., si ronpe in pirì parti ecl ogiri parte è un nuovo individuo ch e ri p re n d e i I ciclo dtingr ossar aento e r elativa rottui"a. idel perioCo dt ingrossanento d.el parassita, I tuomo è colpito da .forte aner:"niare nel ciclo dj" c'ottiira e noltiplicazione da forti febb:ri. Ad unà Tescrltfoilé-GomnaFia e,i émpirica cl e l l a n a l a ri a - taccio seguir e quella for nitami aal di.. :ilvÍo Agostini, ch.e attenua la cattÍva inrpressione a itoi fatta da aninrali elomestici all e va ti n e l l e stanze in- fer ior i del1e abitazioni, anche entro i paesi. Hral corae dirà, una pro-fiIassi m.d.imenta1e. ((l a m alar ia è stata impor tata dal Nor d. ;\-9rica nelle nostire r,oi1e. Vierre trasmessa dalIt a* nofele clrre si iit.fetta pungend.o portatori u$rani che ha:r.:rola rnalattia a1lo stato gametico (asessu a to ). ti e l l t i n setto il par assi ta conpie obbligato ri a me n te (ci o è nel cor po delf insetto) una par te C e l cíc1 o vi tale ( r ipr oduzione sessuata o cicl o d i R o ss). T1 pr ocl.otto di tale r ipr oduzione (sp o ro zo i ta ) vi ene inoculato ne1 sangue dell' uoJno. Ivi penetra nel1e enazie, vi si riproduce in r*cd.o asessúato, per rioltiplicazione partenogene(ci cl o ti ca d i Golgi o r ipr oduzione asessuata) d a n d o l u o g o a d un pr odotto ( mer ozoita) .che r ompe CICLOVITALEDÉL PiASMODIOMALARICO NEI ]ESSUTIE NEt SANGU€ DELL'UOMOSI SVOTGÉ fL clclo AsÉsSuALt

NELL'ANOFELE SI SVOLGE crctq SESSUALE

" q'\ ,...-R.,,,:""h@,,N 1o-l ,@

\bt

l) S9otozoite; t) trofozork; 3) e 4) schlzonti; 5) lherozotu cmotropiu, i 6) rretozoru lstotroplj ?) e 8) trofozotti; 9) scitizonte; 40) merozoit; .l -.1) a nicrogametociti; tl) me crogamet{rciu, ft) for- c m&iort' di microqarplí; lt) lecortóazioriedel rnacÌogarhetel lsJ for- s mazionc d c ll'oocinete; 16) oocirrete; {?) oocisu; 18) oocistl con spóroblasUi19) oocisti con !tY ryorozottil 20) ghiandc le salivari e sPorozoil,t al

lremaz.ia (anemia e febbre preced.uta da brivido scu o te n te ). I1 rcer ozoita, r otta ltenr azia, penetr a in nuovi 91. rossi riproducendosi di nuovo e cosi via. Ad r"rn certo rtomento i1 nerozoita assume 1a forna gametica naschile (nricrogarnete) e -femminile (r:racrogamete) che possono -fecondarsi dando 1uo g o a n cìtc n e l l ru l o n o al ciclo di Ross o r ipr oCuziol ne sessuata colne arrviene nellrano-fe1e oppure tali -forrire sessuate possono indovarsi nei tessuti risultandone la qualità di portator€ si:rlo dell'liomo giir inalarico, Et da questo soggietto, una vo1-

s


8 )

t-

desirrto si in-€etta, trasr*ettendo poi la malattia a so g g e tti sa n Í. . Fiù recsrteÍ{ente James ha -formulato lt ipotesi che 1o sporozoita (il prodotto del1a riproduzione sessuata delltanofele) non penetri direttamente nei g1* rossi ma nelle cellule istiocitarie; quivi si riprodumebbe asessualmerte -formando :nerozoiti che poi pènetrerebbero neII r erfiaaia. Sorgente perenne della malaria è senza tlubbio l f uonto. Dato accertato, 1a incapacità del-lf enofele a soprawivere sop.ra i 5OO-6OOmt. di a l ti tu d i n e , o l tre 1e possibitità ampie di vita o-f-ferte da paludi ed acque stagnranti. Forme di lotta: bonifica e regimazione del1e acoue; zooprofilassi (ripopolamstto delle zone con aninali che, venendo punti più facilmsrte d e g l i u o n ri n i , possono distr ar r e Itinsetto da q u e st'u 1 ti mi . ) ) . In base a questa scoperta e con uvro sgnrardo retrospettivo i moderni stud.iosi preferiscono ritenere importata la malaria - originaria d e l l rOri e n te e s pecialmente delltAfr ica, te r elazioni con l tA.fnica settentrionalen già attive nel periodo storico, d.ivennero intensissime nel penio d.o romano repubblicano ma specialmente ÍmperialeT Basti pensare aIle importazioni di belve per i - Da questi aniinali e gèqqc4l 4egll an-fiteatri -forse da uonini - le enofeté attinsero parasit óaFaì. sita passivo, che trasformarono in attivo e cor$e tale 1o comuniearono ad animali ma specialmente a11ruomo. PerÒ la vita delle Bno.fele è favorita dagli acouj. trini, luoghi paludosi, bassi, umid,i, tanto ché oltre i 5Oo rnetri non vive - Se in questi luoghi bassi invece d.i acque stagnanti, vi fossero stati corsi Ci acq-ua comente o laghi vivi o con emissari - le anofele non avrebbero trovato un an* b i e n te -fa vo re vo l e alla lor o m oltiplicazione - per cui iI popolarnento di una zona curata negli s.óri di acq'ua dinrinuisce non aumenta la malaria. Aruiviamo alla conclusione che spopolamento e nalaria si -favoriscono reeiprocafieflt€. lia prina dellrOttocento si davano d.ella malaria e d.ello spopolamento cause che possiamo elencare: ltaria roalsana prodotta dai rniasmi d.erle decomposi zi o n i o rg a n i ch e, dagli acquitr ini e paludii 1a mescolanza di acqua dolce e salmastra nel1e pianure costiere; la l?lancanzad"i ventilazione inrped i ta d a i b o sch i e delle "folte m acchiel i venti neridionali, specialmente 1o scirocco, che verame n te e ra a ssa i nocivo nelltestate in piena effici e n za ma l a ri ca ; 1e guazze nottur ne o passaggio

'


e ) répentÌno Cal caldo af Fr-es-c p u l i zi a nei paesi e abitazioni, di acqul d i su f-ficiente e var ia nutr izione. L re sa n e Ce1le pr etese cause Ce11a mala_ rH ,.d i e tro ]a sco rta di Giovanni Tar gioni Tozzettisr(fi12 +1783) ci permetterì di conoscere 1'anbievrte naremrnano, i su.oi usi e costurni con ,n par tj.colare riguardo e ouello massetanor e conpren_ d e re i l p ro g re sso che in due secoli sono stati conpÍuti - in una zona che industrialmente, ta1_ volta anche secondo lfagricoltura, non è su-Fficien temente sviluppata. Così la storia più che essere una namaziorr.e di guertr€_e v={q dei potenti, ci netterà in luce la vita quotidiana cli tutto un popofo * che conduceva una vita stentata talvolta quasi incivi1e. ldel l'!*8. non troviano sempre uniforme 1o spopola:nento e la rnalariai perÒ questa non na::r cava specialmente.nelle zone più basse e più vi-cine al raare - Se poi allarghiamo iI nosts,o sguardo -flno verso RCImaabbialno continue testimonianze de l 1 a p re se n za d e l la m alar ia dopo i1 l.fille. Esaminiamole: Si ritieire che il papa Ste.Fano I*rt, n e 1 1 0 5 8 , r*o ri sse a Fir enz.e per febbr e malar ica c o n tra tta a l l o ma i :r el 1o81, lr imper ator e Enr ico lV , me n tre a sse cl i ava Ia città leonina ( noma) , dovette abband.onare 1t i::rpresa per le -febbri malari.che che a:revano colpito il suo esercitoi altretta n to ca p i tò a & .rr ico Vo nel 1116, a Fed.er ieo Bar é'"Q5 o b a ro ssa n e l 1 1 6 7 ; i1 papa onor io r v nel lz} a mor ì per -febbri rnalariche ed egualnente Enrico VII im,'A*9? peratore, a Buonconverrto, nel 1314. lq3E3 iùei docurnetrti che riportaÌl"o le notizie precedenti n'az3 la malaria dai romani è chiamata malaté ertiC tia solstiniale, febbre terzana o marermdfia. ú2tfr9 ->,AeY^ idel i'i. H. questa nralattia era di-ffusa inA--'f a e torrro a i"iassa S, Lucchese (+taSO) il prirno terziaE V I N É rio franceseano, da poggibonsi ogni anno in esta9 É 4 ? a te e ra so l i to re car si ner r e vicinanze di l.iassa col E"v.- é suo somarello carico di raedicinali, per aiutare i îi;î*q po'reri ar.unalati. AÍ12i, una volta, F TAE€ si legge nel1a <<4.v"r . o l ^ O € sua vitar ayvicinandosi a I'{assar un gn"tppo di gio*i:*-aî , vinastri deliberÒ d"i rnolestarlo d,opo che ri aves., X-tr-^ se superati, ma il santo si -fermò d.avanti a loro E'"4 45ú É z . ' Z z E e disse: Perchè dopo e non ora volete prerr<Lermi a i:to-21 ,=-\ c-x Y,-? j s € f i É g sassate? Luchino Visconti, signore di l,rrilano,nel ;4-{aP va>^ai> u d w r r J u l t 1 3 4 4 t te n tò co n l ,e ser cito di impadr onir si d.i Campiglia i'Íarittima, rna dovette abbandonare 1r j.mpre, t.t <v I ú F l v 4 | sa p e rch è i su o i soldati, a ceusa della m alar ia, cominciarono a morire. Tra questi vi fu anche Benedetto Gualandi, capo clei -fuorusciti pisani o ca:taa di potabile,

pe!rtà

gEîg'z

Z iE z Z

È +

I

^

E?-t2s

ÉírEÉi


1 0 )

t {rr

Ér

/, lì

kl ì

{? I

IP-t l

<

! L

l

r

q

:

ú

Ò

k$

a

g

-

r D r , a X 7-

> u

l

t

$ î

-

-

u

z

'

-

í

1

^

w n i

o v -

\

i

a

<

L

6

, .

"_i

i

" \

5

r

=

1

= À

5

{

f l

,\* \\É \ì' l,É

z

e

m

E

:

n

Ir

>f

ìtÌ

irl


11 ) Un secolo Copo, negli anni 14"+7-48, anche il re Alfonso di Napoli, che tentava d.timpadronirsi di Piombino, fuggi a causa de1la rnalaríar attraverso il padule lr.mgo 1a spiaggia, da Piombino a Fol tonica, d.ove i sold.ati funono nraggiormente colpi: ti d a l l e -te b b ri . gt risaputo che non solo le autorità civj-li relegavano in l"iaremma, come aI tempo dei poco desiderabÍ1i, tlia' anche i rom6rri, i sudditi religiosi consideravafio i conventi di !"ia.1's11trí4 sqnre luoghi d.i punizione. Dante stesso nella Divina Comnedia ricorda per ben tre vcrlte Ia Haremma come paese inospitale e nalsano, nel1a sua prima cantica, I 1 Inf er"no; t'lon han sì aspri sterpi nè si folti qlrelle fiere selvagge, che in odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi colti. ( Canto VIIT, iv, T- 1A) Comrnentail Boccaccio: ((uanno le fiere selvatiche i luoghi lavorati in odio, in quanto eC ospitali gli fuggoll.o, per ciÒ che non vi trovano pastura nè gli tmovano atti alle loro latebre nè sicuri co a e 1 e se l ve )). L'e -fiere selvagge erano specialmente in l"iarer*nai lupi e i cinghiali, ffia vi crescevano, a1lo stato brado, anche i bu-fali, l"Íaremrnanon credtio che tante nf abbia, quante bisce egli avea su per Ia groppa. ( Cap. XXV, w. 19 - 20)

--

Dice i1 Buti a colnmento: ((t+e11a Ì'laremma Toscana abbondano molti serpi, intanto c h e a V a d a è u n nonastero bellissimo, 10 quale per le serpi si d i ce d .i sa b i ta to )) " Si tr atta de1 r'tonaStero di S. un tenpo e r icco di possessi Felice, _ -fIori{issimo in allrElba, Corsica e in Sardegnaa,fra già in deca cl e n za n e 1 S e c, Xf II r Qual dolor -Fora, se degli spedali rli Valdichiana tra iI 1ugIio e il settenbre, e di l,iaremmae di $ardigna i nrali fossero in una fossa tutti insembre. Sono tre zone paludose in-festate, d.urante il periodo estivo, d.al1a malaria per cai vi si trovano ospedali pieni dí ammalati. A proposito di senpi in }qaremna se ne clovevano trovare non solo molti di numero ma anche di proporzioni straordinarie come si può ri-


42) cavare da un comaento di F rancesco da Btrti a Purgatorio VI, 17-18. ((I'iarz,ucco -fu cavaliere e d.ottore di leggei ed essendo in Maremma, cavalcand.o su la via, si d.a SuveretoaScherfino (Scarlino) fermò 1o cavallo per uni israisurato serpente, che co rre n d o a ttra ve r sÒ 1a str ada) ) . Per non allontanarci troppo da Dante, d i rra zi o d e g l i uber ti ( lpla- t3j6) nipote etel danriportiamo dal Dittamondor alcune tesco Farinata, scialbe e prosaiche teraine che riguardano la Harernma spopolata e malsana;

.

Guarda, nri disse, è1 ffiare e vidi piana la l"lanenrnatuctat con g1i alti colli molto e poco sa.rtèr dilettevole Ivi è Fiassa, Grosseto, e la distructa civita vecchia; e ivi è Populonia che appena pare tanto è rnal conducta. rvi è ancora ove -fue la Sendonia. Queste città ecl altre che io non dicc> sono per 1a l"iaremrnaen verso Roma fanos€ e grandi per 1() tenpo antico.

Dai poeti possiamo passare a due testie storici. rnonianze di viaggiatori di Siena raandò a visitare 1a Repubblica If el 1334 la iiarsnma Simone di'Iacopo Tondi che descrive tra gli altri anche suello di Massa - e conterritori clude dicendo:( ( questa parte deI1a FÍanemmaè travagliata d.aIla malignità de11'aria cagionata dal perchéi ltesperienza poco nu]ilero degli abitanti, maestra crinsegna che 1a presenza degli- uomini conferisce a purgare ltaria. L|Ínondazione come in tutta Italia disertò in cosi questa riviera molte città, benchè sia da credere che Ie rovine d i ù a rta g i n e , dtUtica e d.r lppona, d,ivenute or a velenosi aniraalil rlllonido di serpe*rti e dîaltri cano gravemente aIla sanità dellr aria di I'iaremma conco mo tta d a l .fiato velenoso di queIle fier e, dotto dai venti in quella regione. Indi awiene quei campi fertili che morendo gli agricoltori, sti n se l va n o e si fanno infr uttifer i) ) . lilel secolo successivo abbiamo la testimo n i a n za d e l -€ior entÍno Benedetto Dei ( t+tg- t492) viaggiatore e in parte storico e geografo. DoPo 1a de"finÌ un paesaccio la }tar€rru?'là. aver visitato d.a bestiame.


1 3I I O NE I N M A R E M M AS E C O ND O I L L E C A U S ED Et t A D E S O T A Z TARCIONIT O Z Z E TI I

fl'targioni

"o"r-**9.*o,nu

veclremo

l:a descr itto 1a desolan e I S e tte ce n to cn- r .detne:r te :rione <ieIla i'rost::a zotlar. ritiene che non 1a <lesoiazione fisÍca abbia prodotto J.CIspopolatlientor ma c'u .e sto si a sta to la causa di quella. La zona r;tasseta:ra era un giorno assai popolata, (non solo l..e-ssai'i. con dai 1O iitila aj- per chè dissem inata di Castell C ;.i i Ia a b i ta i rti ) intor no che avevano tutti l i e p i cco l i C astelli ide elenco alcr"rni: i,lna parte di terceno coltivato iLocche o Rocchette (j1r)ot r-cf tscrÍ'a qea - ilamoetnoso re:1"o * iiontio:ri :lrOnne - Accesa -

che dj.r si voglia - Cugnano - i,lalaÌ'Lí'ireFag"r.nica - Stallette îr ic:r si - i,jar siliana - 5. LoCastel Bor ello - l- ontepozza]- i Pero11a,

( c.cvlrralo ? 'il!|4

SA

MBINO

FolI


l+)

a so ggezione a Siena pr ir na, - le pesti, i tentativi di scuotere iI giogo senese poi, portaro n o n e l l a d e so lauione questo paesei - e i suoi Castelli, abbandonati, divennero un srrmulo d,i rorrirte e talvolta appena si distingueva il luogo dove un giorno sorgevano - Le viti gli e olivi inselvatichirono, i boschi ricoprirono il terreno, le acrtue perdettero il loro scolo, e divennero delle stagnanti pianure, dando origine a guei paduli o anche cCImeimpropriamente si dicevano lag i l i - d i Gh i rl a n da, delle Veneller del pozzaione, delle Ronne - tutti prosciugati nella seconda metà de1 $ettecento. $i perdettero a:rche i proprietari e il terreno, abba.:rdonato, sotto il nome di tsand.ita, divenne proprietà comunale o di opere pie si a e ccl e si a stj .che che laicali. Questi ter ceni un giorno capaci di alimen.tare con i loro prodotti alcune centinaia di abítanti, divennero i:rfrtrthio molti servirono e soltanto a1 pascolo - consi, il ienue a"ffitto ehiamato le fidei alcr.ryri, dopo la costituzione de1la i,iagona ffg'emo a valpiana, F o l l o n i ca e l rA ccesa, for niva4o car bone vegetale per alimentare i for:ri -gusor9- uon si possono i.l co:r.frontare i pochi scud.i. Frodotti dalle -fide o dal1a rendita de1 legname, con i prodotti alimentari per aualche centinaio di abitanti di ciascun o d i q u e sti ca stelIi. ttè anclte una causa fiscale che determinÒ 1r abba:rdono di questi temeni an che da parte di proprietari. Quand.oerallo coltiiE ti ex"ano soggetti alJ-a d.ecima@eallrestimo; e pu! Bie ó troppo, stoltamente, rimasero in vigore queste perchè i temeni avevafro ancora il ti tassazioni, a r <.J tolo c1i coltivati, mentre in realtà produce'rano l '",t àî ben poco. S€ qualche privato era rimasto proprieg 9 È Q -. sf ià tario del terreno Gftontentava di un fnetto rnorteà5 ai : sto per non and"are incontro al altre spese non poi È eÍ B* ricr:mpensate con gnradagno per mancarLza d.i manodopera e colti-vazione * I piccoli fiunli e tornenti, abbandonati a sè stessi, desolarono le pianure, ei ÉgtE l"e disseminarono di paduli e d.i 1afl€, (acquÍtrini Í < q= ?" 5 " i D U n e l l e b a sse p i a n ur e) , per c"r è nessuno osava - far e Bo o . z ep\sn ^ ó ÈB 1 e sp e se n e ce ssa rie per mantener e puliti i fossi É 3:' à$4 $ é e i to rre n ti , fa cilitar :d.o 1o scolo delle acgue, &6 :3 alneno di quelle più lontane dal 1ido marino. I l"iedici erano soliti dividere la Fiaremma in tre zone - zona esiziale alla vita utÌrana, ìa È sé :zEt Y z ior eue1la vicino ai paduli e nelle pianure; mediocraraente esiziale quella sul mare e discosta dai paÈ=!pÈ*9 c1 u l i i q u e l l a so l o talvolta nociva in per iodo estive. llella prima solo qualcuno riusciva a vívere, e i barnbi.lr.i rnorivano a.,uasi tr"rtti; nella seconda, vivevano adulti e barnbini, benchè con salute precari a i n e l 1 a te rza solo i - for estier i, F: Égarg talvoltar si ; l g , amriral-avanospecialmente d testate, l

ìÉE

ÈtÉ

g *sÉ

?rie :;

;i gà,

È";H


15) F o ch í er ano g1i abitanti Etabiti delta l4arenrmae diminui*/a:2o. Di tanto in tanto ricevevano un aumento o da eol0ro che vi venívano neregati per lnotivi di pena - come si -faceva ai tempi clei romani. - o da lavoratori awentizi che veniva no a fare i1 carbone col taglio della 1egRa - o abbattere grossi alberi ,l.a awiare ai cantieri navali, o scorzare le sughere, o lavorare nella industria siderurgica derra Hagona del ferro - Benehè i lavori fossero solo stagionali, tuttavia alsuni vi rimanevano e nrettevano se càsae Ì,{eno rimarrevano i pastori che d'inverrro dagli Appennini por tava.no i loro greggi a svemare in i,Íaremma- gr stato conservato i-ritinerario seguito da un gregge che dal1e ruontagnaedi Fistoia si recÒ ne1la z,CIna di I'jassa t4arittirna Fer sve:rrarrri. Numerosl erano gIi arnrevrtizi che morivano in i'{aremma ed. avevano sepoltura serrua onori -fu,nebri, nei luoghi se1vaggi in cui erano mortii altri andavano a morire negli ospedali - e talvolta anche nei pFopFf-paesi alpestri, dove erano ritorrrati portando in sè le febbri maremmanelfl"iaritima habitatores srros devorat = La l'íaremma d.ivora i suoi abitantin. I4aggiore solubrità godevano quei paesi di i.,iaremmache risiedevano su colli e pia lontano dalle pianure infestate cla acquitrini e god.evano di buone acque pCItabili. Tra questi paesi va.nno ele,:rcati: Sassetta, l{ontecatini V.C. e Castelnuovo V.C., ì'{onteverdin }4onterotondo, prata - Ger.falco e Fiontieri - Oggi alcuni di questi paesi si ved.olro cotl meraviglia elgrcati tra i maremmani, ma ai tenpi del Targioni non era cosÌ. Ne1la zena Ci Honterotondo e Castelnuovo le esalazioni. di vapori e gas - oggi chiamati sof-fioni, allora abbandonati a sè, indicati co&e putizze o r*o-fete, non recavano danno alla salute Cegli abitanti o il danno con grande facilità pote va e sse re e vi ta to. ta salubrità della t"íarem.rna era minata dal1a malaria in un tempo in cui non conoscend.o ra causa d.ella sua diffusione per mezzo <1e11azanzara anopheles fenmina, se ne indicavano altre concomitanti* si ritenne che la raalattia si diffondesse per vie resp i ra tC Iri e e n e fosse veicolo lr ar ia che si diceva j.n-fetta dai miasmi e da1le esalazioni degli acquitríni, dai pad.uli, specialmente queIli in co&ìrnicazione co1 mare in cui si rnescolavano acque dotci e salate. G1i animali morti e la vegetazione decomposta in luoghi uraidi, contaminavano 1taria e i boschi stessi servivano a contenerae cru.esta a* r.ia, a -trenarla anche durante il so.ffiare del vento, imped.er:do la sua rinno'razione - Se le zone aIte erano più sane si attribuiva a1la rnaggiore possibilità di rinnovamento delltaria a causa d.ella ve n ti l a zi o n e .


I

L

16 ) .

r

.

A l l roper a r niciaiaffi ta-si univJ ltaccua che senza acqued.otti scorreva nei boschi e nelle campagrne,ristagrnava nei fossi q ygn1rrqle11uta da pustoni e nonta;ari@senza and,are a cercare queI1a inigliorl i[é scatuniva darle so rg e n ti .

f

-

LA MALARIAnì.1ASSA M.tD'lNî0RNI

Una volta importata in liaremms, la nalari-a veniva favorita, secondo il Targioni dalle cono i zi o n i g i a e l e n cate: dai m iasmi degli acquitr ini e delle decomposizioni di sostanze organiche, dal1a mancanza di sufficiente ventilazione a causa d e l l " a b a sse zza d ei ter .r enir dalltacqua potabile poco salubre, da1 repente passaggio dal calore estÍvo de1 giortro a1 fresco della notte, eueste caus€, riguarclo a Liassa, si possono specificare così: Gli accruitrini che dal piano esalavano lraria infetta erallo - come abbiamo accennato, i paduli di Ghir16v1ds, de11e Venelle, del pozzaione, delle Ronr1€r a cui aggiungerei anche il piano dei Hucini, cosi chiamato a catlsa <1e1mucid.o, dell tunrido che seinpre ivi si riscontràva. La insufficiente ventilazj-one clte non puri-0ica 1r aria era d.ourta aIle folte :naechie che coprivano le colline e le piante di alto frrsto C.al-la parte deIla tramontana e del maestrale - In modo particolare era dtinpedimento il poggio romÍtorio o t*ionte Arsenti - ta poca sa l u b ri tà d e l l racqua potabile der ivava da1 fatto che le sorgenti emettevano accue fíltrate attraverso strati d1 tràvertino, e contenevano troppo calcio - chiamato tartaro - îali erano le acque sorgive Cella Ponte Pubblica vicino i1 Duomo, di Bu.falona, di S. Francesco e di otto pozzi quattro in Città t'Iuova e quattro in Città Vecchia - ((futt€, secondo il Targioni, hanno qualche sapore terroso, sono nrolto pesantí, lasciano de1 tartaro a11e pareti clei vetri, diventaao bianche con l t infusi o n e d e l 1 ro Ii o di tar tar o; sopr a i:r fusovi poi spirito di vetniolo, -fanno una notabile ebullizione € depositano rnateria bÍanca tartarosa, î poggi che stanno intorrro alla città per ponente q !qqr"onJ44a _gl qono_coperti di alta e -forte mac- _ ch i a , 1 a q u a l e rompe e tr attiene assai ltimpeto dei venti che spirano da quel1e parti, e potrebbero d e p u ra re l l a ri a , Oltr ediciò itpr r sr ti e i fiu ni non essendo regolati irnpad.ulano d.ove più loro piace, ed infettano Irapia.

$ 3 q

e

É 9 _ : J é oo s g

2 v)" t z

lJ o Z

6

9

r.lJ

d

u

í

)

ú

P ó 2

F É Y

n u

t 5

4 o

.

r

v

H

O G J

^

v

2

L

>

=

s

z )

r E $ q

,d J + . .: . Q

u

q

J

È ir.

é r # 2

$

D

s

n

9

Ù

J

:

u

9

3 r & i

$

ù

k f ;

l s

P j

h

*

t .

.

è s g . J ,rf

S

3

4

r = 2

P E È

8

Z v é

4 'b 3 É & i

Ft


1 7 ) pi,:no di su.a natura non possa dare un e o mo d o sco lo alltacqua' nel1e vicinanze di decliper 1o mevlo, perchè ha un sufficisrte r'rd-J 5rL pro-tonda rma fosv € r e d i torrm.ti vi si scavano Non è gi;ì che i.l

se)),

f

f tr.rl,.o rffe F q

l,{r119Itol.$r1.|t-

q

-llAssA r{. -

l.iancano gli uonini per accudire a sirnili r"egolamenti, e non essendo più quei terreni tenuti a cultura, i proprietari non si vedono necessitati a -fare Ie spese opportune per tali opere. L e ru o l te ro vi n e der le case entr o r a città, che s€condo 1a loro ampiezza diconsi o casalini, o caso1 a ri , o ca sa l o n i , contr ibuiscono m olto a1lr i.nsalub ri tà d e l l ta ri a i per chè ne1 lor o mezzo, e per 1o p i ù n e t l u o g o d e l le ca' tine, e stanze ter r ene, sta gnano le acque, e vi si radunano mirle imnondizieT. A l tro ve lr autor e ha detto che a causa de110 spopolamento le case vanno in rovina e passando per 1e strade crè pericolo che qrralcuna ci cada addosso - ricord.and,o i1 detto ci Gregorio l,ia$ n o : P o stq u a m h o mines difecenmt etiam par ietes caCurnt = te case noir abitate vanno in rovina, Considera come dannoso Io scirocco che venenclo umido dallrAfrica settentrionale ed entran do i*r i':aremraaraccoglie i miasmi d.e1 pad.ule di scEr líno e li porta a J''iassattNon è grandissimo il nalech e n e se g u e i n tempo r Jtinvenno, ma nellr estate, quando regna scirocco, si aliunsf6rrgmoltissimi, e a l tri si se n tono debolissinr i, 91i sonnacchiosi ecc. Itlelle giornate df estate quand.oiron asola (soffia) vento rli tema; 1r aria stagnante ed irnp;.egnata d,i parti unide, perde rnol.tissi:no de1 suo elatere (cioè Ia fo rza d i p u ri fi c ar si e toglier si la eccessiva u mi d i t.r) e d .i ve n ta cattiva p€r r lnr altr a r agione.


V

18 )

11 terreno risealdato e quasi-inruoiato daI sbre, traspira, p€î dir così rnoltissimo, r,'la,,€r ra-ffrescare della notte, e nellralbap i vapori che ne erano esalati, ripiovono in terua accagliati in mgiada così abbond.ante, che sembra pióggia a ciel sereno. Frr pericoloso in estate mutare aria anche in nrigliore, e 1 | andane d.a l"iassa in arie più fini più e salubri. sono stato assicurato, che il gior_ no di 5. I,iaria I'ladd.alena Feritente, ci.oè a' AA 1u_ grio, quasi tutti i l,iassetani concorrono per devozione al ronri-torio di essa santa, detto di sette(cire si trova nomiirato, ecclesia s. i"iariae fonti i'iaddalenae, fin dal 1176) situato su1la cima del monte a tramontana, in aria sottile; ora questa sg 1a mu-tazione fa amrnalare noltissimil'. Tra le cause dell r insalubrità de11a l"ia_ remma il ?argioni ne elenca alcune che dipenii-evan o d a l l a l i b e ra volontà degli abitanti - Si vive_ va ulla vita cosi grama che toccava lrincivirta e * anche d.a parte di persone che la spilorcezia avevano accumulato del denaro e più ne volevano accumulare. I castelli cLella l,iaremma erano orrid.i e su d i ci e o me g h e tti con str ade str ette e tor t*ose, non selciate, piene di erbe e di ogÌ1i immondizia. ' :ausa A dello spopolamento molte case erano abband o n a te , ri ce tto d.i ir nmondir ia, ser pai, con lr aspetto di r*acie - Anche i più ricchi aarem$ia:li non ri-fuggivano da avere ra loro abitazione circoncata d.a aueste macie che rimosse potevano dar luogo ad o -'ti e g i a rd i n i - Ne1lr epoca flor ida dei ca.ste11i si costnlirono acaued.otti che da lontano 'ri portavano buona acqua potabile o si scavavano po',zj- o si costr'r"rivano cisterne, I'{ell repoca dell I autore rnol"i:i acrruedotti erano stati rovinatii i pozzi e Le cisterne rimanevano senza pulizia. ì'ia ò megli se g u -i re i l T a rg i o ni: ( ( I pozzi sono r ipier i di - f go e dtinmondizia, e nessuno si pren.de cura di ta rl i ; g l i a cq .u edotti sono intasati dal tar t da1 .fango o sono crepati o rotti sicchè non i1cqu4! -final41enle 1e cisterne Qp:-r.i sol.to late cire non tengono più e i ùto -urgàtoi

I.{. DUOHO bI MASSA S T I L É R Ò H A N I C O - P T S AX I" 5ÈC NIO

----- --==1<t DÉr tg6jt,

x.ì

Xll-3eco*q


le .) -

rr-pr-enr- ed intasatj., anzichè i tetti da' quali sco l a l ta cg u a n e l 1 e cister yr e, noyr si puliscono quasimai, sono pieni di borracina ed erbe co:?ìeun prato. S o n o sp a :cse n e t c astelli r nolte stalle di r aaiali di ina:rr.i, e c1i cavalli e vi sono numerosi. polIai; rrrolti di flresti anirnali passeggiano per le anguste strade e vi serninano il sudiciurne - Ne11e l.iaremme appena si conosce l tuso delLe .fogne, de11e cloache, deIle latrine e det pozzí smaltitojr flè senve comuner,renteper questo uso Ia stradJp la quale viene ser*pre più ad acquistare una faccia disgustante e nalsana, sicchè bisogna raccomandarsi a1le p i o g g e ro vi n o se che lfallaghino e la r ilavino) ) . Sppure nei regolamenti comunali ci sono prescrizioni di pulire almeno ogni settimana, 1a stra d a d a va n ti a lla pr opr ia abitazione. te leggi son ma chi pon mailo acl elle? lieppure i ricclr.i osservano aueste leggi da_vanti a1la abitazione. L r arrtore si rivolge ai Farroci d.ella l,laremmae credo opportuno riportare 1e sue parole anche se sono un ri,';rprovero ed una critica((Oh quanto sarebbe utile per i t'jaremmani che i paroehi, se non altro p e r -fu g g i re l 'o zi o, - facesser o di tanto Ín tanto d e l l e -F e rvo ro se i str uzioni al popolo, sulla necessi tà d i rn a n te n e re pur gata ltar ia de11e abitazioni, ed allontanarne più che sia possibile i nidi e foper tale pia opera por;iiti di r:ocive esalazionil trebbero ricavare gIi opportuni fondamenti da11a be11a dissestazione De morbis ex imritunditiis di Giovanni p.accarj-a platnero e dal capitolo 29 dell f a u re o T ra tta to del1a pubblica - felicità delltir ir mortal Lodovico Antonio I=furatori)).nra r.rn prete.

Icco una descrizione

Secortrlo ta cl assiJ'ica:io rti di Renato Biasutti, la casa toscana rientra nelle forttte sud-europee, che si distingu.ono per la costru:rcne tn nt ura t u ra, in genere a due piani, il îetto in lastre di pietra o di lateri:i.

deI1e case diHaemraa

t g'e

zaE - / i < < - )

qi ài î4v^

A

l,n

Lt

4 t 'ot r / s <

Í."7

11ÉE I a at A'r| Illri Fe t a

U 'JsE iEr "q'i,

t Y

v c è V E É 9 à s t

É * É g a e ó î < aa É ? 2 n u

62î 8"."8 E *


: ( (;ono

quasi

.

2 0 ) tlltte

composte

c1i due

soli

piani

ci o è d e l te rre n o de1 piano di sopr a a tetto. 11 terreno cor*uneinente non si aì:ita, a cagione del1tu rniclitài solo vi si .fa aualcj:e manÍfattura corre tessere, lavorai'e di leg:rame ec. ; i1 restqnte è rÌ1 r;i s6 i n -F ra n toi, tinaie, cantine, o::ciaie, lnagaz - zi n i d .i l e g n a , s ta1le r ii r nai;r li, cava1li, r nanzí, i n p o l l a .i e cc, 11 piano di sopr a è lr abitazione del padrone, a tetto, d.istribuita con a.uesta req.o_ l a . sa i -i ta 'n a cattiva scala si tr ova ùa sata ia ouale serve di gii,rai.c1ia,di stanza d ru.d.ienz.a, di sa l o tto d a co n ver sazione, da ballo, e dr eu.cina.

11 di 1è erto.e te dr lei pareti sono tutte inverniciate di fr-rliggine antici:.issina, che -fa;rno omore. vi è clistribuita tutta la batteria cli eu.ci:1.a, la r,radia da paf,le, vi è l t acauaio all r an ti :a , vi so n o Ie :"astr ellier e Cr ar cl:i.b*gi e ar m i iir asta, 1o sca-f-fale con libri e scritture; vi è itel :ae::.zouyl.a gran tavola, sulla quale si prepara_ 1 1 'ol e vi va n d e , si nangia, si giuoca, si scr ivà €cc. e altruar:Ìte seggiole di paglia niassicce, e clelle panclre nisticali di regrrame 'cz,za. 11 più importante Cel1a sala è u.n vasto canino, coÌ.1.gola *,npfissima a padiglione, col piano al pari Oei paviiirento, nel q u a l e n rd o n o rl i conti:r uo gr ossi ped.aIi, e tr onchi d i ce rp o o d i castagno ciie r iscatd.ano tutta 1a gran strfnZ,1, facendo un -flroco orr"ibile, col -tiire di correggere la veerae;rr-aCe1 *uale, costurîano cli tcncrvÍ sempre ri.ertro una palla cli ferro ca cannoÌ'L€. (orcdevano i nareru;tani in tal nod.o d.i evitare i1 clolore di tesfa).


,.1,A) / ,

r,

t s""\

U ÎI A

CVCI H A

HAR( T\IAF\ A

tL cAKtlto t

strea.L OUÉLLO D\ ALLORA

ll { l


21 ) Questo grarr camino sempre ardente, è di sorlmo uso per i llarerarnani, poichè dtavanti ad esso stanno quasi di continuo i padroni di casa e i l o ro o sp i ti ; 1 ì si fa conver sazione, si tr attano i negoz,i, si custodiscono i bambini, si giuoca, si scri-ve, si mangia e si lavora" euestj- gran ca, mini sono I tunico presefvativo che, sstza saper10, venga usato da i'Íanemmanicontro 1r aria cattiv&r poichè iI fuoco, e particolarmente ne11a maniera che si -fa in questi paesi, è iI migliore corr.etti vo d e l l ta ri a i mbevuta di sover chia r unidità ... D a l 1 a descr itta sala si passa nella can e ra , a n ch re sse a tetto, non tanto ner e quaJî.to1a sala,

Illa poco lll€ftor Senza tante

anticamere

o retro*

camere, ogni coppia di padroni coniugati ha una bisogna che siano adulti davuero caulera e i figli sono perchè abbiano rì.na canera separata. I letti tu tti d .i l e g n o a ssai gr ossolano. La biancher ia ed senza che i vestiti stanno in casse o cappellinai, g e tti n o vi a ta n ti cuattr ini in m obili di lusso, e ,Ci co:nodoi e all'e porte non usano portiere o j:ussole e non vi sono le stanbé per consenrare i1 grg fro, 1e biade, la -fariira <Ii castagne,,i prosciuttin la carnesecc& €cc, Le mura anche de1 quartiere noj- pavimenti poi sg bile sono solamente arnicciatei no di radissj.mo a mattoni, ma per 1o più di assi di ca-stagno o di cerro ed in certi luoghi anche d.i l a stre , p i e n i d i .fessur e e nidi di polver e e sudieiu.Jne. i{on si conosce in questi luoghi lruso àella pialla na si spianano i legni quand"o si puÒ co n l 'a sci a . 1 1 più mÍr abile è che non si usano in i.laren'rtiianè vetrate nè impannate Ci telo, o di ca rta a l l e fi n e str e, sicchè, apr endo ltiinposte entra in casa la bella oiana (aria fresca) e non vtè idon è scusabile che questo a l tro n i p a ro d a l l tar ia. -faccia:ro alcuni I'iaremmani che hanno fino a 5C.OOO scucti di stato)). I poveri si trovano in i'iarenma in minor parti de11a Toscana; i contanuîrero che in altri <livri virTevle in case peggiori di quelle descritte: e i pastori in capannacce di stipa e terua' coPersenza finestr e, te C i sco p e o scindule o lastr e, dornendo in terra sopra schiuvine o scoPe e viveno di

prilendar

lat'Le

e cacio

€cc,

In queste itrrrttagttrrIa casa è di tipo unitario o < itolico,r, con abita:ione sourappos! a al rusÎ ico' Sono solide cost ru:iott i a pianta quadrata o rettangolare, DÀ:

lASl, <OrlfÀDtH5

ÉDr",f.c,r,


23 Gflopèra-i

aèrra sementa, ael1a sega e battitura

durante i lavori estivi Pernottando in capanne e 1e r accolte sp e sso so tto Ie tettoie per vigilar e sono i più e gli str',,rmenti nrsticani. Questtultimi pochi soesposti aIla malaria. Riguardo aI vitto, no Í maremntani che mangiano Pane bello e bianco; i più vivono di p dl Castagne cotta -tra due testi re

maiàTilr non Ie vac@

ffiitt-rrr.avL'É; I e EltéTI e G ilc-as trafgenerarnrente -stvendoro@tati - tr-i renJusso iffi reiurità ir mangia-reagnerri e

:1":T:":ì:"jJtì,.o,'ErarCrffi LÉcÀsEtEreqsîoRr pIù

usata

e que11a

larte - La

di

carrre

r,raiale

sca o sarara. Ea camesecca di nraiale è il Prlmo ingred.iente per fare anche i brodi. I pollami e Ia selvaggina è riseirrata niecl,ri e r pochi sono quelli che attendono a Prosai * . i$onostante 1a vicinattza al rnapsr i1 pecurarli ed è sce è ra.rissirno, perchè mancano i pescatori, per 1a mancanza di strade. trasportarlo difficile pesce salato - Si fa grande uso )i più si usa il usa con d e 1 ca ci o ; p o chi hanno Ie uova e ltolio- si coltivati vengono grande parsimonia Gli erbaggi i da pochi e sono quasi sconosciuti 1e insalate, le' zucIe g1i r aPer spinaci, 1 e b i e tole, c" vò ti , che, i poponi, i cocomeri. Qualche orto lrhanno Nelle camPa$xe soltanto alcwti preti e signori. come peri, rneli, à1non vi sono alberi frr.lttiferi susini €ccr ctè solo bicocchi, peschi, ciliegi, lruva, Le castagne e i mamoni sono manglati co}ne Si - fa abbastanza b a l l o tte o b ru ciate o ar r ostiteuso dei -fungiri. Si ser*ina generalmente granor olL i pisellit r,e t a ve ,l e - p o chi i ceci, lenticchie, <

\:\-L-.

se con cibi coNon ctè da meravigliarsi sì scarsi e poco -freschi, Vi siano malì infianrflato ;:i , 1 o sco rb uto, 1e ostr uzj- oni de]1e viscer e d' el Di queste ultim e si b a sso ,,/e n tre , 1e dissenter ie. - lna ne sof-frono estiva tla la colpa alla frutta ancire persone che non ne mangiano o pocher e lt autore non esclu,Le siano provocati dai calori estivi o rapicli carnbia.merrti di temperatltf,E.. 11 vino maremmanoè salmastro e asPro anche perclrè le ur're si tolgono prinra che maturino


24) per salvarle <1ai ladri; 1e aeque sono poco sane; i1 vestire semplicissi:tio anzi rusticale: dovrebbero avere bianchería più -fina non quella canapina troppo grossa, per sudare di ]neno e mutarsela più spesso. 11 terueno sarebbe fertilissimo e spaziosor na vi sono poche vigne e pochi oliveti; sono pagate lavorati con opre a giornata generalmente d a i co si d e tti L o mbar din abitanti degli nppennini, c}:e durante lf inverno e spesso anche in estate vengono in iiaremma a seminare, segare e battere iI grailo. f paesani presiedono a1la semj.na e -fanno 1a raccolta de1le castagne e po.i si ritirano nelle 1oro ca se a tra sco rrer e lr inver no oziosi, intor no al ca:'níno a-cceso. Fartno eccezione per 1e cacce e la p a rte ci p a zi o n e a qualche fier a - Dtestate r itor nan o a vi g i l a re l a sega e la battitur a de1 gr ano nell e l o ro te rre e talvolta è in auesta cir costanza che contraggono 1e febbri maremma.rr€rr. L r autore dopo aver descritto la cmda realtà del1a vita marelnaana e prima di passare a proporre dei rimedi dice: oio voglia, che questa mia tragica pittura la compassione in chi rÍwegli potrebbe guarire quel misero paese da llna, per dir cosi, r*alattia mortale, e dopo una non lunga convalescenza, fargli ripigliare i1 suo antico vigore! mio il è ^Senrente sincero e desid.erio! Questo 'rl,a Città di Massa non è ugualmente insagIi anni: in alcuni è mediocre il numelubre tutti poi è grande, ed oltre ro degli ammalati, ineltri l'ialattie alle Endemidtleo consuete del paese, vi se ne propagano dellf npidemil GIi abitafiti .fissi per più 1o sol'lo Cachettici o Scorbutici: Ie nalattie più -frequenti sono Ostnrzioní di viscere d.el basso ventre, Febbri jnterrnittenti, Idropisi€ €ccr Fochi vi sono che non abbiano patito in vita loro p e r mo l te vo l te Febbr i inter mittenti, o Acute, e pochi vi arrivano ad invecchiare. Quindi è che to1gono moglie da giovanetti, e prend.ono 1e loro misur€ r co me se i l p rincipio del1a vir itità, fosse iI terrnine più largo di vita pnefísso in $tei paesi. Non intend.o per gtesto di dire, che Massa sia un luogo di sonmo pericolo per abitarsi, poichè alguni vi amivano ad invecchiare come nelle parti più salubri de1la Toscana, ed alcuni me ne furono fatti notare assai veechi, anzi poche settimane avanti al ntio arrivo, era morta la madre deI signor Berrrardino Pistolesi ottuagenaria. fn gererale la C i ttà n u o va è p i ù . ventilata più e sana che la Vecchia, e chi può dimorare nell t estate in t"fassa in ira.s€ eornocle,ben custodite, cibarsi bene e regolatarnente, bevertacqrra di cisterrta, non aver gvaz,za addosso, o asciugarla subito con una fiarnrnata, €d usare altre cautele che ben sanno i paesanir rrla io n o n e b b i co mo d i tà di notar le tutte, vi sta sano,


25) e aryiva ad invecchiare. Ammalano quelli EEè-o-non possono, o notl vogliono usare la regola appropriata d i vi ta , e ch e sono obbligati a pr aticar e 1a campagna, o per segare e battere, e altre incombenzct o p e r i n vi g i l a re alle lor o r icolte e possessioni. L a d e solazione della Cam pagna,è1a eagio_ n e p ri n ci p a l e d e II t insalubr ità de1la Città, e Ia spopolaaione di qìresta è 1a eagione reciproca d.e1Ia d e so l a zi o n e d i quellar Quindi è che non si può applicare rimerlio per Ìitra.r e tra scu ra re l ta l tr a; m a conviene aver lr occhio a tutte due insieme, 1o che, se troppo non mr inganno, si puÒ amivar'f a .0are con forze umafle. I Serenissimi Granduchi hanno fatto mo1ti u ti l i ssi mi p rowedim enti, per im pedir e ta tota1e rovina di questa Città. A nia notizia sono ouesti p o ch i , d a t q uali se ne possono ar guir e g1i aItri. Ne1 1S9a fb ordinato, che il letto cle1 Torrstte A ri a l l a si a l l ar gasse, acciò il suo cor so non i mp e d i sse q u e l l o dellr aeque scolanti da1 padule de1 P o zza i o n e ; e ch e i pozz,í della Città si r ipulisser o ogn'qnto. IVql 1598 fu ordinato che i ?omenti Arial Ia , sa ta --i te n n o , si t ni det terreni ad.iacentí, acciò non stagmino. TaI L e g g e fu ri n n o va ta nel 1603 e nel 16g4. Memorabili sono 1e prennrre de1 serenissino Granduca Ferd.inando rrinró, per ripolare &iassar e raddonesticare il suo îemitori.o. pensarono anche i SerenÍssini Granduehi Ferd.inando rr e cosirno rrr a sostenere r-a eadente ci ttà e p e r i l meglio pr oweder e ai di 1ei bisogni, vollero essere inforrnati d.eIlo stato, ín eui eria si trovava. lIo veduto una Relazione de110 stato nîl cluale si trova la città di siena, e suo domln i o , p e r tu tto l ranno 164A] ne1 quale appar isce che Itiassa aveva dentro alla Città fuochi 165t ftrori P o d e ri e 6 , i n tu tto Anime 596. fn oggi guesta po_ p o l a zi o n e è mo l to scem ata, poichè r ni- go detto che 1 | anirce neI1 t estate non sono più di 3OO e le l.fona_ che di S. Chi-ara (l,ionastero antichissinno ne1la Cit_ tà. '\uova, che si dice -fondato darla stessa s. chiara) le quali ne1 164A sono notate 14 di numero, nel 1742 non erano più di sette. Altro stato d.el1e Anime d"i l"iassa pbtrebbe aversi da1la Relazione d,elIa visita -Fatta per ordine d.e1 serenissimo Gr.anduca Cosino III, in trlassa il 4 Giugno 167T da Gherar* d i n i A u d i to " ce n er ale de1la città, e stato di siena. ' L rA u g u stissim o fm per ator e Fr ancesco di gloriosa nemoriar ha ri-guardato con occhio pietoso a u e l l a fe rti l i ssi ma par te de1 suo Dom inio, à .o' Paterrro zelo ha tentato d.i ripopolarla, per mezzo d i u n a co l o n i a d i Lor enesi, 1a guale accudisse a *fa b b ri ca re 1 e case delr a città, e dar e i convenienti scoli de1la Campag"nare ridume a coltura i


26) terFent é 1é Feèe fare un òomoao R o e ca . A q u e sto o ttino pr incipe la Città di Massa, dovrà professare unteterrea gratitudine, per aver tanto contribuito a1 suo risorgimentort.

ouu \. -+ =---

tA BOIVTTICA DEI LORfiNA CON TEGAME LETTERARTOALIA FTA DBl TOIO}{EI

11 r.isanamento del1a Maremrnacominciò so tto i l Gra n d u ca Pietr o Leopoldo che pr im a dr invi a re n u o ve co l o n ie vo1le r isanar e ltambiente fisico eol proseiugamento del padule di Ghirlanda e d i q u e l l i d e l l e V wr elle, del Pozzaione e delle Ronne - Come altrove ho riferito. Î"Ìerita un accerlno la colonLzzazione 1orenese riuseita valra per non essere stata preceduta dai prosciugamenti sopra elencati. Quando nel 1737 il duca di Lorena, Francesco Stefano, fu scelto come Granduca di Toscana, pnen<iend.oil nome Francesco IfIo, pare che aleuni suoi sudditi lorenesi esprimessero it desiderio di segnrÍrlo in Toscana. Certo è invece un proclama di invito a questo trasfenirnento nel 1739 con promessa di easa, terra, strrrntenti di lavoro, assistenza economica per cibo e bevanda nel primo arrno, esenz-ione per 20 anni da tasse. Emigrarono nel 1739 i Lorenesi per recarsi in t"laremmapassando per Firsr ze e in un primo tempo Surono sistemati in Pisa, P.rato e Firenze. Prima che gS.ungessero in l'iaremna tre cruinti della,. soltùnastanziata a loro vantaggio, era già stata spèsa, A Massa giunsero nel fiqz circa 5OO. La loro assistenza fu inceppata da ilancarrza di orgarltzzazione e di denaro, De1le grandi p ro me sse , ri ma se solo 1a distr ibuz.ione delle tem e e i soli sussidi per vivere per un anno, dieendo che questi sarebbero cessati dopo il prino raccolto. f Lorenesi inesperti Iocale, non di agricoltura per ebbero nè assi.stenza tecnica, nè operai scelti iI prosci-ugamento dei temeni. Reclamarono nel 1745 ed ebbero solo vaghe promesse pen il futuro, ottenendo però sr:rsSidi assai ridotti e quindi insufficienti fino aI 1751.

_ -


27) Dopo un rapporto di Giovanni Fliller, che aveva visitato i pochi superstiti in luíaremma,questi fu ro n o l i q u íd ati ir 30 giugno 1?66. 11 tenore di vita dei Lorenesi era sempre stato assai basso - Soffrirono Ia fame, subirono Ie conseguenze di un clima insalubre, di acqua poco potabile, di epidemie. Alcuni fuggirono, altri si dettero aI contr.abbando di sale e tabaceo. Da un Catologus mortuomm Qoloniae tatlrLariae Massae e:rcatentis a mense martii anni 1743, Candeloro (La t"iaremrnaToscana nel Settecento) ha Giorgini ricavato i seguenti dati: Dal marzo al d.icernbre 1743 raorirono 96 raaschi e 118 femmine; nel 1744 morirono 41 maschi e 36 fenrmine; neglí anni 174j5 5 p e n i ro n o 1 3 6 maschi e 135 femm ine e nel per iodo 1756 1 7 6 4 , 41 m aschi e 36 fem m ine. In tutto d a 1 ma rzo 1 7 4 3 a tutto iI 1764t 3O4 m aschi e 3a6 .ferunine. iùel 1765 i superstiti erano solo 52 adulti, ragazzí 17 di crri B in-teriori ai 5 anni, uno solo di 15. Irlel 1749 iL Vescovo di Massa, Eusibio Ciani, in latino elegante niferiva alla Sede Aposto l i ca :(C o P i o sa i} 1a colonia ex totahar ingia et Alsatia maximo cun dispendio repetitis vicibus ab Augustissimo lmperatore gratia repopulandi hane desolatarn civitaten binigne. revocata, et substentata, nune propednodum ad nihilum red.aeta est)= t'q u e l 1 a co l o n i a che dalla Lor ena e dalltAlsazia con grande spesa e a più riprese ltaugustissimo imperatore borigmamente aveva invitata cjus a ripopolare sta d e so l a ta ci ttà , e ltaveva sostentata, or a è q u a si ri d o tta a l nulla." In auesta impresa -fall-ita i1 governo aveva speso 189,720 seudi dei quali 5TAO erarlo andati per sussid.i a Savona e 4A.OOOa Massa. La raecolta agraria -fu cosi scarsa che negli anni migliori appena copri la metà del fabbisogno dei coloni. con il 1TS1 cessarono i sussidi govemarimaste in nraggiorarLza, li_Ifi e 1g donne lorenesi, i l 1 5 a g o sto a i 'i assa, fecer o lendo il convento di S. Francesco dove, impaurito, iI Cancelliere del Comr.mesi era rifugiato. ta rimosÈranza però ebbe cone effetto ltaumeyrto de1la guarnigione nilitare a Massa. Oggi dei Lorenesi rimangono soltanto i Krismen. Il primo granduca loreneser p€F -Favorire la eoltivazione, emanò un decreto nel 1746 col quale imponeva Ia coltivazione dei temeni non desti n a ti a p a sco l o , i quali, se non coltivati, dopo un anno, passavano di proprietà di chi 1i coltivas se o dello stato. Così- aumentò notevolmente la proprietà temiera dello Stato senza che i proprig tari reclamassero - Si era per 1a seconda verifi-ca to l ta b b a n d o n o deIla pr opr ietà temier a da par te di privati, come era già awenuto al termine de1 i'It-


2 8 ) l,iedio Elrro- con 1r abbandono dei castelli é llJarg e re d e l 1 e co si d .dette ,' Bandite" gr andi estensioni passato i:r proprietà dei Comrni. di temitorio Sarebbe un ernore ritenere che i granduchi Lorenesi avessero in animo di concentrare Ia proprietà terriera in mano delLo Stato; anzi facilitavano poi non solo la formazione di pod.eri in mano di privatir nla fecero mettere in vendita, a p re zzo a ssa i ri d o tto, 1e gr andi pr opnietà delle Opere Fie, chiamate con ternine volgare di mano mo rta . T n q u e sto stesso secolo g1i abitanti di Honterotondo orga:rizzarono ben 135 poderi con grande plauso de1 granduca che rivolse agli stessi una lettera di elogio. ta riforura agraria in l:.{arenma ha una huega storia, cornincia dai Gracchi in epoca romana, e rinnovata e attivata più volte, giunge fi n o a l l tu l ti ma di questo dopoguer r a. Pietro Leopoldo e i1 granduca che inizia con riietoCo scienti-fico Ia bonífica del1a lriaremma: apre -fossi di scolo con i1 letto più basso dei padulí e deglí acquitrini; Ii coordina in modo tale che convoglino 1e acque tomentizie torbid.e nei punti più bassi deIla pianura perchè siano:colmati dai detriti e datla terua trasp@ donde il nome di colmata a superfiei di temeni rialz,ati cotl questo metodo. ta sua costante apptica zi o n e è cu ra ta da1l' Ufficio deÍ Fossi. - II meto d o e ra sta to i n ventato dalltingegner e Vittor io F ossombroni nel 1T8B ed applicato poi anche d.al P. Leonardo Ximenes, grande esperto in idrauliea, gr anduca lor enese Leopoldo IIo t'u l ti mo fu il rnassimo benefattore della I'laremma- Se altrove mantenne 1e tasse dei predecessori, le diminuì in I'iaremma- Abolì de1 tutto la tassa di maeellazione, diminuì di un terzo que11a fondiaria e dal 1 8 2 9 - a l 1 8 5 9 s p e s e p e r l a M a r e m m ao l t r e 1 3 m i l i o hi, sorlrra assai elevata per quei tempi. Si diceva cire prosciugava tasche e marernma, Ìha le maremme risentirono in genere solo 1a second.a parte del notto toseal1o, l.':olti temitori furono dati in enfiteusi, altri -furono disboscati; in questi furono stabilite 500 faniglie che formarono i nuovi villaggi di V a d a , C e ci n a , S . Vincenzo e Riotor to - m uniti di condotta medica, scuola e parrocehia, - F"u favorii,ja non si pensò solo alla agricoltura t ta anch.e 1 industria specialmente con la concentrazione delIa lavoraz-ione del .fenro a pollonica - e co n l a si ste ma zi o ne definitiva d.el1a str ada r egia ponti-Ficio pisa, dallo Stato a chiamata a11ora EmiIia ed oggi Aurelia - ehe tanto vantaggÍo recò al1a economia maremma.fla.r L fa n n o 18AO segnò ltinizio del ver o declino de1la l"ialaria perchè si scopri come vantaggioso farmaco, i1 chinino. Corne abbiamo ved.uto Ia natu-


,l c)

l . - ' i c l 1 3 . i . Ì . - 1 î i t . i . î ' , 1 -' : o : ' L o s: i u t : ì s o l o a l l : clelfrrc -lo si-csso :aecolo, cl-r.r.:sta I,::i:rl- di scope.f'ta eoll sa.ppia:,ic -Le cu:e cllc si, i,:.s3'l1scontÍ'o 1a líiala,Jie a.-t eciji r.uel1e eirnr-;:iciÌe cl,le i Lorenesi cc':ior:e il\"rer/a-no li:o} io rii a-crrt.lavitf:' e Yi e scoii-L-l-.,.l:c. :ji serrrirrarto -,:.r'or,rocand.o :iresi,:o,l-ìvt-no r-il1 .i)Ot,-tri t;ol:lc::c ni:iica, ;rledici Ci 1I i:tiii.r.r'l.ì:ior'le e ia flisapprovazioiLc,ìer I - a n - . -lr::r.-\(:

j,c

ilontenlporan-€jà.lrente al].a scopcrrta del -fa::ri3"co, i,tt::ì , cc,r c:fii-c'i:'i ni 'i ::tot'i erl e-ff rcaci, elri

T. (ttl

QUANDo til MAREPII{A SIAM RADDOTTI oqilù$ PÉds1 pf.RSÉ, cRlslo PÉR-rdfl\.

tlli q<.tlo

4.Pi T.

è

tz.

t/alz Vo

(.-cc."1lí)

Rúir ,F! ti6bon"

É

À

aoJ

F.S.fr

F

uh.4.r

l,

F.l6'iala àGnbati

Í.èje -

. L o" g o n e

rcG

rt R*"'

J'R""

t, "hto t tta d)uFoeP lt 6r.$.to

"lî Altdìs f. ,(/ólnìò PJnBno

f'1oNe Crictc -O?lòsa-

"&ap -';4i#.$Sff""ra )i s;rl;:$' c,^,#$$n

*o,

.:^'{';:..'j Hè.fè

P a/.mùno

rttu ,1848 !A MAREHfiA I'lfrÉÍ-qARr rÌt ùdAcARfAsr 6csq,Ee DÍ,'rrs r'i Étaus.nl' ru.Dr Lucn

T.*.7aldo

l-a ::ol::-ijica dc11a. l lir-::,i.ta lre,'t Vo1Ol1[., Ci LcOpo]_do -!-Tc. li-;î9ii _11;1_r.rg1:i l-l pi.i:bl-icaz:iO:re i-ir e :i:zir:nC r--Ìcl:-.r:1t€ ij- r_t::,:-t1o\./c:l_'t a iornaniica di lla:tolol.iero Ses[-i.r-i r:.rr: pr€se:1 ta 1a ;'ra dei 'iloio:ilgi co,,tc r:]cj.ata ,l-,?iì*,t;letir i--c rii liìli:i.îi;., T-L ijeS-ii:rj- aVeva ,t_ì_--qOgnO c'l,i j,,{.1;:ì .,ioi:tf 'le l.li- ii,cante r-ì,L1-cjr:..i rle 1l:- i,irer:.ii:1,r.e nc1_ l-;l -!i-r",:ìpocq'i :.'i €\Su1-€sSG l-e catrsr: clella ii.esol. n1,iio,ne

)


3 0 ) se co n d o l a me n talità de1 passato da noi vedute nel- l"la anche i1 Gran 1o seritto del Targioni-Tozzetti cluca gradiva questa d.escrizione come punto d.i partenz,a della sua opera di bonifica risalendo da un prefondo di abbandono ad uno stato d.i incipiente pr oduttiva, La novella de1 Se-te rti l i tà e a tti vità in ottava ritna, non è conforme ai dati storistini ci nè alle notizie di Dante e dei suoi eommentatori che parlano rignrardo aIla Pia non di rrrorte 1enta per malaria ma violenta: fummo, dicono le animc gjà ch e si tro va n o c on la Pia nelltantipur gator io, (p e r l a rn a mo rti ) . La - for ma popolar e de1le ottave la sua trama romantica con il traditodel Sestini, re e calunniatore di una innocente, che soLo in punto di inorte rivela la verità, con Nel1o pentito che troppo tardi corce a riparare iI suo misfatto, col rorlito €ccr sono tanti particolari fnìtto di -fantasia ma capaci di eecitare anche la -fantasia dej- lettori. La novella romantica piacque e fu mu- Riportiamo Ie prime sicata .l"a Gaetano Donizetti sei ottave che Contengono Ia descrizione d.ella I"{areinrflanella sua peggiore e nalefiea salvastieltezza.

T ra 1 e fo ci del Tever e e dellt4r u.o, a l rn e zzo C ì giace un paese guasto; g l i a n ti ch i Etnr schi un dì 1o coltivar r r o, e te n n e i mper io glor ioso e vasto: e Populqrrt!,_ indarno gqql !i !"iq!i 1e r ichezze e ir fasto, ri ce rcn e ré l ti e dal mar, sovra cu.i curvo si stende, questo suol di l,{aremna i1 nome prende.

Da un lato i lontanissimi Appennini ouasi imm ensi ve g g i o n si anfiteatr i, e d a l l ra l tro tr a i nuvoli tur chini d i S a n Gi u l ian Ie cir ne e di Velatr i; m ar ini, e d a l l a p a r te dei flutti seirpre di nebbia incoronati ed atri, sernbrano uscir dal1 tu:ttido elenento i d u e rn o n ti del Giglio e deII tAr gento.

S e n ti e r n o n segna c' ueIle lande incolte, e 1o sgnrardo nei 1or spazi si perde: genti non hanno, e sol mugghian per molte mancl.requando la terra si rinverde; a sp re ma cclr ie vi son, for este folte, per gli anni altere e per lteterao verde, e 1'alto muro delle antiche piante di spavento coniprende i1 viandante.


31 ) Da1la loro esce i1 1upo, ombra malvagia' sp i a n d o o cculto ove lr ar mento Pasca: toro ví si adagia' il selvatico tnare i:r burrasca deI rumore e col l ti rto ci n g hiale dagli occhi di br agiar l a sci a n d o i 1 br ago, fa stor mir la fr ascai e se 1a scure mai tronca gli sterPi' dei serpi. suona la selva a1 sibilar Acqra stagnante in paludosi .fossi, erba nocente che sesura eresce' coapressa fan 1a pigra aria di grossi va p o r, d ro n d.e vir tù venefica esce; e qualor più da1 sol vengon percossi' tra gli animanti rio morbo si nasee: i1 cacciator .fuggendo, da lontano monte eontempla iI periglioso Piano'

stinvola, l:La i1 montagnolo agricoltor matura 1a sPica; da poi che ha tronca e eon ta famigliola ritorna ai colli goder di sua fatica; sp e ra i l fmtto gola ma g o n fi o e sm or to' daII' asciutta nemica, i n e n tre e sa la 1t aceolta ar ia rnuore, e piange Ia moglie sbogottita sul pan che prezzo è di si cara vita.

C tè solo bisogno di qualche sPiegazione: Chiusi e Populonia, città etrusche un giorno fiorenti; le cirne d.i S. Giu-liano (presso fisa) e di (vo rte rra) i monti del- Giglio ( isola) e V e l a tri rArgento (pronontorio di I'tonte Argsltario) ' dell to ro ( ir Oufalo) . i l se l va ti co N e 1 1 e o tta ve q u ar ta e sesta il Sestini r ipete il concetto errato che 1a malaria fosse provocata dai e delIa corruzione rniasrni dei terreni acquitrinosi d i ma te ri e o rg a niche' I'ia il poeta che maggiormente ha fatto conoscere Ia I,ia.reinrna,dove trascorse 1a puerizia e lradolescenzà , e a cu i ri mase legato per tutta la vita fino ad. essere de-finito il poeta marenmano' è il carducci, .rRiportiamo alcuni suoi aecenni alla I'iaremma: Dolce paese, onde portai conforme I t anito f iero e 1o sdeginoso eanto e il petto ovrod.io e amor mai non staddorme. (Traversando

la i,iaremna).


3 2 ) Dove raro ombreggia il bosco l e ma l i g n e cr ete, e a1 Pian di rei sugheri irto e fosco i caval-Ii errando van' 1à in Fiarernmaove fiorio f 3 rn i a tri ste pr im aver a ... (nostalgia) nicord.i tu, bel sauror quando aI tì.r.o primo salto salutarono all$irando ne 1 t alto i falchi e il bufalo nnrggi? :.icordi tu Ie vedove Piaggie del mar toscano ove china sul nubilo inseminato piano la torre fendal e fosehi con lunga ornbra d.i tedio dai co11i arsicci bosch i m ezzo ai w e a l i e d e Ie r asenie ci- ttàdi in i1 sonno sepolcral, ner.tre tormenta languido sciroeco gli assetati che ond.eggiano sui gran nassi gLradrati caprifichi verdi fra il ci-elo e ít mar' i1 mer cator timeno su i g ra n nassi eui vigile sa l i va , l e .fenicie r osse vele nel seno azzunra ad asPettar? n i co rd .i P oPulonia e Roselle, e 1a - fier a iorre r1i Donoratico a la cui Porta nera Conte Ugolin bussÒ ... (?ipresa) vicende ].ncon1 1 C ar ducci Per 1e tr isti in l"laremmae 1e sue febbri trate daIIa ss6 fsiniglia 1e sue adombra di tristezza ntalariche oa fanciullo, visionj- aareÍtmane e un paesaggio pLlr ridente di luce e di vigorosa vegetaziofi€. Se anche la Maremmacastagnetana ai tempi de1 Carducci avesse avr-rto qual ora è rigoglio clie traccia d"i padule o acquitrino, con una straord.inaria produe d.i olivi sa di viti zione agricola da reggere i1 paragone con pocire La slla spiaggia, incor onata di una te rre i ta l i ci re , pii:eta cire raramente se ne può trovare una egualet ,ci camning, di costr u.zioni è d i sse mi n a ta di ville, ch c l a S o p ri n tendenza a mala pena r lesce a tutelare i l p a e sa g g io,

- ---ónviené

rÍportare

aleuni

bra:ri di poeti

come Ilmilio dalla lnaest.ri c1el Carducci, ben lontani poeta marerffilano che nonostante Agosti-ni delicato arnico di al Carducci, il cLesi,l"erio cli accostarsi se cosÌ si puÒ dire' riesce pascoliano, farniglia,


3 3 ) In ]ti'lareruna Senesett. Son venute le piogge a mezzo aprile, son venute 1e piogge a mezzo maggio, con cader lento, con cader sottile. Le praterie di i'iaremrna, col raggio ca l d o , ch e 1 e consola dal levar del sole in sino al suo lento passaggio, (e ta rd a è 1' or a e lur nÍnoso è il nar e, e l ta ri a a n otte è tiepida e i1 ponente respira appena con lieve alitare) le praterie di tfaremma, repente nossero, €d ora ogni zo1la è superba; ogni acoua di padule ha iI fiore ardente. DorrLrnguecresce ec1alza a vista 1rerba. La vecehia }{aremmaè seomparsa del tutto e -forse nessuno 1r ira più acutamente rimpianta di Francesco F,uspoli in un suo libro di poesie da1 tfUltinia l.iarenmatr. titolo: I"iarenuna niorta,

:n e tti l a se 1la all tultir ao cavallo cire voglio anclar via da questa terra! E 1 e g a . su l l a sel1a una canestr a, con clgrtro una r-a.rlrzanainbalzamatai u n a - ri co tta e un fior e di gir r estr a! Togli da1 fontanile rruello stenrn6, ci re rn e 1 0 p o r to via ne1la bisaccia ora che è imbastardita 1a i"jarerrma.

t

F d

î

g

;

9 sl

l.J

I

v

í o

a

ó <

ú

3

9

)

a &

Cggi è solo un ricordo i1 canto del vecchio 'rTuLtti 'fi dicon; lisfemrìlàe l"Iaremma! e a me mi sembra la tema più amara. L ru e ce l l o ch e ci va per de la penna, i1 giovin che ci va percie la dama. I a me ni trena il cor qua],tdo ci vai per 1o trci;ror se ci vedrerno main.

y î

,"

\A

É",'a

* 6 - " = \t

. o lJ é-> t 1 í

?2 E e !

A

a

A

G

2

>

1 j

E g P; t d

ú

adagio, g f g

*9

z

jZ

..r

o

K

o

d o

E E ri

5 VE r J

\-

V

"

:

v

t

ú,

con i poet@are, ma solo elerrcaz'e, i- p:'osatori che hanno parlato della tialr€xirna€d. i cui brani sono stati raccolti in forma a-ntologica da Antonio Fieocci in un bel vorume rl,a I'laretn"natt.T brani appartengono al D.H..T_ravrence, Vi n c e n zo C a rd a re l l i , Cor r ado Alvar o, Guel.fo Civi_ n i n i , A l e ssa n d ro B o n santi, Del- fino cine11i, Eugenio i'triccolinir Bugiani, Giovanni Conisso, L u i g i B a rto l i n i , -trpîigo Iìo sso cr i san second.o, Nicor a r ,isi, Vasco Pratolini, Curzio l.,ialaparte, Bino Sanrnrinatel_ li, Guido piovene, Ard.engo Só-gfici, Federico Tozzí, C a r l o L a u rre n zi r C a rl o Cassola.

-i7 &' f t)t

FINEFHRTE FRIMR

E xntco longenot

o I a t e

6,c.e

s0

a ti t

1 at&"

it' ? , ùl, 9i s v Y , i e > )

a. ,,4 t 3 77 i.a

AE É; É + i E6

3 & F Í € & ; 6z . o

A J 1/

,

t G t lu- o

6

a

î èl"rt e ' 4t i4 : o

l siÉ si

r è

c.

l É,àZ'2Èl ': I

O d

litE i

l < È

,l e iY 4 Uttj

u

c l ; ? f,aèd , I t l = a

l . a1'13 ' t2 lG J tA

F !, 2

SIa ii

3iz

o o t o. r/)l S ( l . i "i


'"{

w-i -(

"merca" . tre momenti di una nól-18 tenuta della Trappola: un buttero cattufa con la lacciala un iorello all'anterno del recinto detto "tondino"r e lo fa poi co-trere por stancarlo; gli atterratorar dopo es-letsl lanciati eul!'animalcr rlescono a larlo le sdraiare per terrar o q lggqrgla "mGrca" .. e zemDo: I'ultimo atto della cioè-ta-nrarcatura del bovlno Gon un fiiro rovente che imprlme tulla pelle dell'animsle la oigla dclla tenuta' -Íànno della marcàtura, il numero di matricola. 'loÉ.Aq^ Au n"(4Nl JA

I


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.