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LE l'1It{fEHE DI HONÎIERI II Sargioni foazetti, deri dopo aver detto che iL none dioo lfiontieri -ilonte datte rrrnlere di rane ([ons aerie dEI ra.oe) beaché vi abbsndi di più Lrargento, ritiene ehe Io stesso; considerata la posizione infeliee; dalLe nLniore che 11 sl trovano. abbia avuto origine ( -n Fuori che iI bisogno delle niniere, non eredo ehe sarsbbe gia,gnri venuto in testa a veruno il. piantare un viLLaggio in questa pendi a bacio e tanto ina.menat'-). deI aome e queste origine del paeselbiso Ammeesaquesta etinologia antieipare Lo sfrutta"nento delle niniere almeno e]. eeeolo IX a differe itsgùf @i al secolo XII e per che lo fanns rieallre ?e per,JJd nnni. Anzir. il. fargÍoni ri.tiene addirittura che 10 sfnrttanents risalge ad epoca etrusca, prina dei romanir e 1.o deduce gol.o pe dalLa grande quantita di seorie o loppe o schiume dtargento come Ie -íin chÍanar amnassate rrn piaggione devanti al borgof-. al II3? in una pertsurL prino aecenno medievale delle miniere risale fstdi Beni tra iI vescovo di Volterra e quello di $iena. È- Atdinffro ves_covo di Vorlterra dà a Ranieri veseovo dí Sienar la netà del castel.lo se fosse troe'borghi di t[ontie,ri e. dellrargentf.erar vatal nella terra che it suo anteeessore Crescenzo aveva eonprata dal Conte Ranuccino di PannocchiarrUn simile aecordo si trova eotr la data ctet IISI nel Caleffo in cui si sPecifi delltAgsunts che iI veseovo di Sieaa cede al cuni po"'naessi neL tEmi.torio volterrd,tlor Ifel IfBO (un anno prina) il vidi cario Imperiàle in ltalia Federieo Barbarossa aveva eeduto a]. Comune di $iena i diritti imperiali sulla netà èj- Hoatier (f ) afferrna ael].a 11 Halavolti di Siena ehe furono sua Istoria l-e miniere scoprire i Senesj. a e che ln dfargento a Hontieri queIl,a ci.rcoetanzar Per conode Ia dei Cavatori delle ninicrar teLf &epubbLica Senese costrul HencdifÍei che trasform&rono da senplice v,ll1a in cBStleri tel].or
Andrea Bacci (a) Cosl descriYeva La saoperta deLLe miniere di -'r Ho letts negli all[ontierll
ùrr;r.funrloA.
naLi deLLraLmo OspedaLe di Si di argento furoche Le miniere del ne seoperte nel tcmitorio nsllo fionte de]. Rame (ilontieri) anno II8I, da un certo Pietro (rlMA$d0!1r 0(!AiDo
(1515-56) Jlo(r(o JEdEsÉ (orrosE ddA-sroR'r ùr oRralÉl lLlq co{Q{r51i lf.Dl4ÉÀ.
Caileno'r di nazisne fra^ncese, mentre andava a caccia per quei boscbi; per noLti +nni e dallo stsseo e dai suol successori furono sfruttato seeondo i ddcreti clei Padri (i nagietratl, ali Sfena). Lo provano Le (cripta) vaste caverne d.ei nonti che vi sono e una gplleria tra le altre essl profonda éa raggiungere La lungbezza dí IO elglia"-(eirea 15 trn. ) Certamente esagerata come stima, foree era solo più profonda del l e a l t r e . Gravi liti sorsero tra VolterranÍ, Senesi e Hassetani per Ie piniere di Hontieri. I tr{assetani si baseva^no ; per accetnpare i loro diritti; su un diplona loro eoneesso da Federieo Io neL 116O in cuj. ei dichiaravano propiet ari d e l l a me ta d i E o n ti e ri . I Veseovi Volterrani invece si appellareno alla cessione di giurisdi alotrc-itiÈfur& su Sfontieri coneesse dal ilarehese di loscana Adalberto nel f 896 aI Vescovo di Voltema Alboino. I Senesi infine a loro si appoggiavq,no ad una donazione di ilontieri fatta dallfimperatore da parte ilegll Federieo e suL riconoscimento uomini di $ontierirnel II5I, della propieta dei Senesi sulla aletà ilel castello della tome, dei borghi, della eorte e delle mini.ere argenti fere dÍ ll{ontieri. Piìr evidente risultò La consistenza dei diritti e Eeneei Volterrani pas$are per facendo in prirno piano le lotte tenute tra questi 11 diri t t o d i p ro p i e tà . Ne I I I S I i l V e sco vo d i V o l te r r a Ugo con,cesse al cemune di $iena Ia quarta parte di î{lontieri e per Il. 33O. della Argentiera Poco d o p o n e l IIB B i I V e sco vo di Volterra Atdebrando Fanno Cchie sch rieevette un diplorna che Io dic principe arava dell"Impero e gli coneedeva la giurisdizione su t ut ta l a D i o ce si co mp re se l e n ere di $Ioatieri, Allora i Senesi senza iatraprendere una guerra aperta eomj,nciarono a molestare i diritti d e i V e sco vi d i V o l te e uno di questi, Paganello, rico rse aI Papa che elesse com€ suo g iu d i c e d e l e g a to i I V e sco vo di Fire n z e . Q u e st fu l ti mo se n te n z iò i.n favore del Vescovo di Volterr I Senesi. però continuaronh Ie mg lest i e f i n c h é e o stri n se ro ;p ri rn a nel I2I4 poi nel L2I6; iI Veseovo Volterrano a pagare il censo di IIr. 2T5 €urnue al co&une ali Siena per indenniazsrlo dei precedenti diri t t i s u l ca ste l l o e d e L l e ere ùi ${ontieri.. I Pozzt rlr.Lua FAJe rdlzlAL€ ,LLL'AîffgùRA )t lrlA f4rlrÉRA
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I rr a c c o r d o fu ri n n o va to n e l 1253 r ieoncedendo a Siena impadronirsi di llîontalcinello se i Vescovi VoLterrani pagato tI, censo àfnuo stabilito in Il. 2T.5. IVescovi dl Volterra trascurarono di pag&re iJ- censo trnarono in possesso delLa netà de1 castello di ilontieri minare da 13 giuristi questione. La I Vescovi di Volterra er&no caduti nelle due nulte di 2T0 narchd dtargento ? o se in una sola quele ? E per id,ennizzarsi i Senesi potevano imBaèronirsi dei di Volterra e tenerli f,ino a totale indennizzo ?
il dir itto di non avessero e i Senesi rito e fecers esa IOOO marche e beni
deL Vesco
I giuristi risposero che il- Veecovo di Volterra era caduto ne1la so pena di 2OO narehe e che i Senesi, potevano inpadronirsi dei beni ve vili fino a ricuperare più per le 2OO marche lire 2f5 aturue la aoruna degli anai traseorsi senza paganento del censo. I{e} pagamento si do va usare Ia buona moneta in uso aI tempo dellfinpegno assunto o il ùoEento del. risarcinentormancando Ia prima. Fu allora che lf argegto at Hontieri venne in tanta copia a Siena. faalt Ílcchezza pernisc ùi idifieare }e magnifÍche costruzioni che aneor oggi possiano ved.ere e Le fontl pubbliche. Volterra ettraverso iI suo Vescovo nel I 329 si rifeee viva tentands di togliere ai Senesi i castelli contesi di Kontieri e Montalcine Lo. Intanto anche Haesa H. si er fatta viva per far valere i suoi presupposti ctiritti su Hontieri invia,ndo quaS.che anuro prirna i iI 22 settem br e I326t iI suo es er eito € inpadronendosi con I.a for za di1=Qtre-Fto. I SenestsdegRati guerra e'i Hasset dichíararono cla eventuali lntinorití reppresa glie circa un mese clopoiLl 23 ot tobrei rinunziarono a tutti i di ritti che avevarto eul castelLo sulla oorte e suL distretto dt qualsiasi tontieri a titols ia favsre di Slena. Eileviano da un document Ínoltre del 1355 ehe il Yescovo di VoLte
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inperiale 1I censo annuo di 3O narche drargento per i diritti sul.le miniere argentifere di ton tieri me vists Io evolgersi de awenimenti chiede in questo ste rulrro so iI condono adduoendo 11 soti.vo ehe le miniere eraloo stat da lungo tempo abba^ndonate o erg no d.ivenute quaei sterili e che inoltre Ie guerre a Ie pestilen gli uoniail ze avevano diminuito e i vicini(Siena?) si ereno impg
droniti ; a marro arnatal m o l t o d e l s u o te rri to ri o .
di
t4l.tt*y f Trr|Jú !. Solrr c. qPo o. taehidclc.cppò.8. ?f'itclt t. l. ktrP. X' Tondocoebtchitonli L únnacini G. Prlo H. l'lrntolîtl.lo o. lonàiroúrcbilugid fi. Croio N. Qgcllo c5<ftru ghfipiti,cdiqr.Úfltronk q TtixlLfartrirc P. îrlr.0.Lrg.
IJE EII{IERE DTARGENTOSECONDOIIJ TAAGIONI TOZZETTI fl naturalista Olovanni fargio ni tozzetti ri fe ri se e ch e vi sitando Uontieri dalla parte di
tramontana, osservò una trent di pozzi o eunicoli, detti daÍ paesani nBottinin ehe in varie direzioni sfintern&Yano nel non t e, p e r e s t r a rn e u si cre d e n nLneraLe argentifero. A oirca 5OO passi dal paese t filoni di diaspro e di pietra talcosarne vide uno più profond ctegli altri. A c i r c a 6 O b ra cci a (rn . IOB r - ...) v e r s o i I c a ste l l o Y e n fe ra u n altro aperto in un dirupo di pietra da gqqt1i, profondo 16 braccj.a ( m. 2 60.-,, ) perehé in t err a t o m a se co n d o Ita rci .p re te Nard.ucci(quando era giovane) e più profondo e se ne poteva giu ngere aL suo fondo. Un gltro ancora chianato il {Bottino di Masea Meanera profo nd.o 6 braccia ( m- i0.8-). Non potendosi trattenere a Hon pel.
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zione dei cuni.coli si contentò di far zappettare dei monticelli o scg richi che si trovavano vioino aLle imboccature ma vi trovò solo un pezzetto di mj.nerale ferroso. Davanti al borgo deJ. castello vide una grande spianata formata da Io pe .o schLwne o scorj-e drargento tr-lPesalxti e dure ricoperte dferuglne (ruggine) o crocoverde -F. Rompendone un pezzetto vl trovò delLtargento tenero e deL verderane natÍvo di color turchino. I1, Targioni ritenne che vi fossero mescolate seorie di rq,qe I vi trovò anche delle scorie feryose. Portò a Firenze delle scorie che aveva, raecolto a ilonti-eri e nellra rilll1e f75f- le fece osservare aL Barone Aleseandro Funck e a Rai.no1do Angersteinrsvedesi, studiosi dÍ nineraS,ogia. Queeti le trovarono Ta contenenti dellrargento ma molto di più dÍ rarre perché i fonclltori. estraevano solo Itargento(e non tutto) laseia.ndo a^ndare il rame tra scorie. Data questa tecnologia di fusione prinitivg I 11 Targioni ritiene che Le ecorie attestlno uno sfruttanento deLle miniere risalent allrepoca etrusco romana el. IISI per circa I74 anni. e continuato -rl
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Lre miniere argentifere dovevano essore ricche giacché i Veeeovi per pagavano alla éenETe-fnpeEl-ale sfruttarle dl lO marche corrispondenti a 2O L,ibbre (7O fg;^-) dtbrgento allranno un censo assa.i gravoso e inpossibile se la produzione non fosse stata vetramente abbond.ante. Nella sua relazione inoltre il largioni la suggorisce di riaprire niniera a s&va eperta getta,ndo i rifiuti 91ù per il pendio scosceso poi fare d.elJ.e grandi eaverne con }e volte sostenute d.a frequenti pilaetri e di qui internarsi i.n qualche galleria, facendo scorrere Ifeventuale acqua che si trovasse neLLo ac&vare giù per il predetto dirupo. Montieri era ricco di abitazioni di viveri e di unnini oce ti per Lreventuale sfruttameato del].e nÍaiere . ilolta era La calce la trt[.€Fa; .iI carbone vegetale e I taequa occorrenti. per i forni fuso ri e g l i e d ifi ci n e ce ssa ri a taLe scopó. HINIEAE CANBONAIF $el viaggio per recarsi a ilessa partendo da lt[ontieri i]. 2I novembre il îargionir volle visitare le vecchie niniere che si trovavano alle Carboaaie, un podere dei slgnori Narducci dl Hontieri. Si tratta di un poggio ripido e seoseeso su].la valle del torrente ilersa e che dirana dal poggio di Hontleri. In cÍna vi era un anpia abitazione, 1I vicino alcuni ed fici rovinatl. Ire pendici del poggio, di levante e dó ponente, risultavano scavate eon buche o pozzL rei.nterrgtl. Prese anohe qui dei canpioni da queete miniere che secondo lui contenevano piceole quantità di ferro. forse della Si tratta miniera ferrosa di eui parlò il r icca) e e be al Bir ingucci( poeo mentava eolo in parte dei fsrrni fusori di ferro con vena della alla fine Elba cla lui diretti del seeolo XVo ? Dalle Carbonaie scese ne1 botro di Caguano che sbocea nella He di sa e vi esamigò dei filoni marcasite senza poter dire se Ie varie specie di marcasite risco
tratevi
potessero produrre vetr
uols e qualche specie di zinco. Forse é questa la stessa miniera, a eui allude Giuseppe Balda
sarri
e in cui riecontrò
o].o e fan€r l{eLla vaL}e
della
Mersa
vetri îargi
ni trovò boscaglie irynense e pit toresche che non avevano mai duto la seure. Ira risaLl controcorrente
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ndovi del quarzo eon quatche geg
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di rnonte Iietta di cristallo e qualche pusta netallicp metaLvedg Iice per Lo più ferrigna.Si va che nella zona vi era stato qualche ninerale a ca eetratto aperta , senza specificarerbench qualcuno parlasse di piombo. (stitla lra I filoningemicavar acqua di color ocra e sapore as pro con incrostature che asci te sembravano di. vetri.uolo. Vi era lnoltre della lavagna cho secondo 11 BaLdassarri serviva di ri.vestire i forrri fusori
Qfuh l, eath t" Clrrri6lìcc. D. C/i.li lú. lt*l t, Í t ri lrp?rr C. d tau. l. TÙlpfiogr',&K Cttnt L. rolgir t* C{obpùatcll llrct o. castnìte uol,onk6olgcP, Q ùhuccbit
I1ABO.
senese Ugurgeri Iro scrittore afferma ehe al tenpo deL Granduc Co s i m o I o r E mi l i o e C a n i L l o S aL vc,tti ebbero ].a fecolta di c&va di vetri.uolo a Eontieri; niniere Anche reeentemente rAndrea Bacci dà notizia che aI suo tempo in -n l$aremma In luogo detto Sonte del Rane (montieri) fu trovata una terra úi mistura di vario c o l o r e , f a n g o sa , ru g g i n o sa , se ur a, quasi verde che esalava cosl fog ti sapori da spengere i luni ne! Ie oscurita èelLe miniere,donde f*e.e,t6Èiao mollig eoppa.oiJ'- . f,eatre iL îargioni non sà decl dere se iL vetriuolo si cavasso qul in val. dj. Hergaro deLLe Car: bonaier
o a Hoatieri.
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grando lavori che vú trovò eeeguiti ùeduee che forse anohe qui si eg traeva minerale argentif€roo In seguito a questa teori.a alcuni slgno ri di Livorzro nel 1753, sotto La direzione di Giovanni Arduino fece_ ro il tentativo di attuare miniere alle Carbonaie e in val,le di Hersa però vi trovarono solo rame e vetriuolo. Anche a Bagnolo, sotto iL paeee di Boocheggiano, iI îargioni trovò noltl fondamenta e rovine di ecllfici insieme e urx muraglione che fog (barriera) mava una steccaia i fortri su]. fiune Hersa. Vi riscontrò fusori del. minerale estratto dal poggio delle Carbonaie me non trovò Ie scorie che desiderava perché forge sommerse dalle lnondazioni deL fiune. Irl vicipo scaturiva una solfatara dtacqua acida e fredda conl -tB--éfle dtEr-ia-e-quaii soffiandctfn quef punto si univa;ao i due rami @rsa è-Hersa Savioli. . GIl fu-'tuche rilferito che .nel poggio di Boecheggiano vi erano antichf pozzí di mÍniera, ha Lasciato lf.t€-Ifproposito VanaobcLo Biringocel -F gioviaettornella vaL scritto: Viddi per esperienza, essendo ancor 3.e di Boccheggianorove del magnifico Panclolfo_Eetrucci erano più ecE lavo fici e fabbriche di ferro ordinati, e avendo io eura di fargli
rarer plgliai anco:rp di que]-].e mini.ere di ferro(oltre a quelle della ELba) che convi.cine a quei Luoghi si trovavano, e delltuna e della altra vi venni a fare certa busna pratica. Ira mergola pel la quale si :cooosco efficacemente d,ovfé il buon ferr'o é iL bolo (3httrn aLtra ter ra pur rossa, morbida, e grafrsa. Ira più é di queJ-la natrr&, che ha il color ferruginoso, qualnoa émolto buona, e cti questa e dtun aLtra forse negrar si ho veduta nel dominj.o di Sl.ena, neLla valle di Bocche giaBo B-.
HTNIERE DI PRATA al luogo chiamato porta al ferro -Vicino ,e Pratar si trovavano caver 'ne e cunicoli di vecchie ninj.erè.Si crede che vi si cav&sse oro e ag gento, mentre iI norne rícorda solo iI ferro. NeI I 243 trimperatore Federico.IIo rinnovò a Gherardo di Gualfredo da Prata la propietà de1 aastello e delle nÍniere drargento di Prata. Donna Adalgiearvedova di Gherardo, iL IO nicembre 1254 cede aJ- cong ne di Siene La terza parte delLe ni.niere del ilonte Ciriota che é al confine con l.a montagna di Montieri. Nel libro dei Consigli deL comune di Siena si ricordarnel T476, di aver preso possosso di cave ói ra,ne, di argento e pionbo in luogo cletto Lo Stregone. Anche Andrea Bacci rieorda ].e miniere ùrargento e rame di Pra ta come pure quelle di Nitro e ( Zotfo;. Sulfur e pallido Giuseppe Baldassarri (al-tro stu dioso) r icor da che a Pr ata s i trovava la mareasita(firite bia nca)nista con talco mineralen Luogo detto ?orta d^e1ferro, e passa poi a descrivere alcune miniere deLla zona! -u Siniera ùÍ vetriuolo a Botro llfuLinello. Hinierg di rane e marc&sita neLLe spiaggia Ansedonia il'ialera di rane neL Botro de Ca.tri lfi.niera di rame a Gretaia Hiniera di ratre e marcaeite nel fosso di Col-Ie Pllato di rame a Ponte Gril tinlera a 6òzzt a^ntichi d.i niniera aL pozzi foaso del Vadino con vdna di rane e con qualehe mescugl.Lo di vena di pioubo Vicino altra cava antica interrata neLLa bocca In una eol.li,na vicinarin un r ipianor spazi r icoper ti ùi pietre nere e ferrigne Ai Gorgoni aLcune caYe anti iÉL NrileÍ,ALE I IHP(Attf | -Dt LAvA((to (3)
3o"o 'fiqqrrrA c,cnssA còlor,qrg tÉ ((úLLo o Rosso DALL'oJstDo (otr€.De1É(srvo.É eÉ€, 3l Fteco, u5AlA (oÉÉ ÉAfeRlA <oLoRAÉ1€, J,AìdDORAReL È P R t P A R n z t o n E J l o ( r € ' i 1 t . - DLl € ( r d O
co n p o zzi d i mi n ereinterrate rale ferroso vi ci n o a l l ri n b o cca tura
r
- CaYe delLa Porta aI Ferro (ei Aa cui si rlcavava citate) argento, rame e pionbo Si trovnno ne]. fosso de].Lo StregaÍo tre miniere cosl mate: Cava de1 ruraore, porta al femo e fana nuova, gcavat a forsa dÍ ecaLpello e di pie €cne, ess*i profonde e con Ic volte incrostdte di stalattit
Anche iL senese Anbrogio luti scrivendo aL 9611. Marchese Carl Siinori clà queste notízie iI Tz novembre T7462 -tr Ne1la corte di Prata nei b delJ.o Spedale
della
Scala
di
Si,
na dell.a Gancia di Prata, ne1 ai 1riedi fosso d.ello $tregaior una cava sfi deL poggio Fitetto con terna Ue1 poggio Filetto scavata rosso nel. spugnos strada per la lunghezze di-pass_i 2OO, (p. 5.4Ow), che larga 3 braccia termine in una grotta ln cu! gi , t rova t e r r a co l o r ce n e ri n o .(4 ) NelLa grotta si ved,ono neLla vol ta e nelle pareti incrostazioni di
taftafO
( 51 .
POCO
SOpfA
A
r sì'rÉr{AA erAdrr$cLrr{AîreÉî,LAcÉRilrrADÉL Mrr{ÉR.ALÉ
questa cava, sulla corte di Prata e trp i beni dello Spedale deLla cté una str ada S c a l a n e l f osso S tre g a i o r & i piedi del poggio Filetto (,n. alta un braccio circa 2 aperta nella roceia larga braocia 3.6O^,)e e mel.ze (m.1.2-.?od.Sfj.nterna neJ. poggio per circa 5oo passi e poi sl divide in tre strade: la naggiore delle quali va a degtra aL centro di poco; Ia terza e sfinterna del. poggio; una seconda va a diritto îa a sini.stra. Di f r o n t e a q u e ste mi n i e re , s empr e nelLo stesso fossor cté un al tr e niniera. Miniere di marcasite in corte di Prater in luogo detto iI Vadino. !fiiniera di ferro in luogo detto i Comunalir presso il fossà dei forni dol del Vadi.no, scvata alcune volte per ordine dei ninistri ferro di.Hessa (vatpiana e Acc*"à). Et ,rn.=-o*o" aperta6-.
/J\ I !r.r..ro lf ) nt.,<* ìr\rsrl(q D\ LùHqr\ÉzzA t ì l q L s s É c o R R \ s 9 0 î ì D É g 1 É ,^a. , l , t r s - + s t . ,1 BaAc((o L tlEzao /h 0,90. (5)
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c^ 60 cta,fì.1'l 0,,i€9-rocvlso grc.o' É PRogÈg\LÉ crrÈ !A0a0RÈ {sAsse (oúÉ t4rsdRA \L BRAccro g ( e r < o s o c o ì t a R A C { \LQ€ H \ E v ( É t A R É S g E R o s a A r É - 3 B G A C C \ n= m , 4 ' ( O - 2 g R q c C r q ' ' m À , t o
q(G,{i R\c(qE.sl Bi(FR.Bcr\ATo
M!NERALI
DEL
TERRITORIO
DI
MASSA
Il Targioni prcsegue la descrizione delle zone minerarie citando ora Massa e il suo territprio. -" Nel Territorio di Màssa, in luogo detto Rigalloro, si trovano Marcasite, come pure al fosso del Vadinc a tre miglia da Massa. Er una marcasite gialla, forse di vetriuolo verde. Anche sopra la fonte di Brenna e Poggio al Montone crè marcasite. A due miglia da Massa per andare a Petricciano, in luogo detto Serra ai Bottini si trova lrantimonio, eugualmente si trova sopra la fonte di Brenna pcggio al Montone e a Perol"la. Ambrogio Luti inviò al Marcirese Carlo Ginori un minerale, si crede di stagnc ,preso nella cava aperta di poggio al Montone. Vrè del minerale di rame in territorio comunale in luogo detto Poggio di Pozzaia, Dove vi sono cave fatte ad uso di p o z z o , c o t rd i a m e t r o d i b r a c c i a 5 ( m . 9 . 1 4 ) a l l a i m b o c c a t u r a , c o n l e p a r e t i m u r a t e . A Serra ai Bottini della Lecceta ci_sono antichi pozzi e cunicoli fatti a mano per cavare vena di rame , vi si osservano incrostazioní verdi e un minerale chiamato dai Massetani "Lapislazzulir'. I lapislazzuli si trovano anche a Pozzaia e sono ciriamati anche "Caerulum". I1 Baldassarri dice che il verderame minerale si trova a rte di Pozzaia vtè minerale drargento con l" n'rrc D' c atttlto loróri B. con rame. Delle ametiste si trovano per Gtiro A. Àrrrtrt andare al lago delltAccesa e precisamente aI Cavone alltAcqua , a Poggio alle Cave. Il Baldassarri specifica (-"Al poggio del pa\azzo alle Cave, chiamato Poggio ai voni"-) "-. Ai tempi del Targioni al Cavone all'Acq cave drAllume, vicino ai confini con lo stato di Piorrrbiho, verso Montioni, si ve devano ruderi di 5 edifici per fondc^re il rame e uno per confettare Itallume. Ritiene il Targioni che quì ci fosse una delle allumiere aperte o riaperte da Cosimo I^. Nel libro dei Bandi del Comu ne di Massa a pag. 16 crè un bando per questa allumiera del 1562,. col_quale si ordinavano
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F u c F l A € f t A ( L r o p É R L ^ F A B 6 C , I C A Z T O î -{ D É É t L ÉA Í T e É Z Z A Í , J R É € l e q r l UT€rts{Lt r{€(s954À1 ALLAHlillÉR.A
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"Comandate
per paglia'
(ordini di servizio pubblico per procura paglia) da usare per Ie bestie impiegate al lavoro dell'allumiera. Forse è quellrallumiera di Massa di cui si parla nel sec. XV da parte del Beringucci, del Maffei, del Guidi e daGiovanni detto il t'padre stradinot'.Inoltre sempre in questo periodo si riferisce che Giovan 1 ni Bonsignori (I499) nellrandare a Napoli portò 4OOO cantare di allume di Massa acquistato per conto dei Rucellai di Roma Ma a Massa vtera un altra miniera di allume posta nelle vicinanze di Capanne e delltAccesa, confusa talvolta da alcuni
IO co;r quella di Montieri. Ne d,-'tte nolizia 1 Targio:ri il Camelliere di Massa Martinelli dicendo chs si trovava in luogo d,:tto i Cavoni d:i cui t lpsnrdono rudi:ri dellredificio di alIu.ne aeL vicinc luc letto PaLazzo alle Cave qui vi erano delle foriraci a q,;ei tempi intatte presso il torrente detto le caldane dei Noni. Questa miniera di allu:ne nel I53I fu data in affitto per 2CO fiorini dtoro allranno più un terzo d-.lltutile. Anche i Baldassarri ricorda questa miniera mentre il Gharardini Gherardo in una relazione falta ill_ Gran Duca Ferdinando II^ di Toscana diee che nel 1560 a Massa vi erano dellrallumiere aperte giacchè si ricorda in un doJr-tini nto che una di queste miniere dal I8 citobre al Ij dicernbre del 1562 somministrò alltArte d,:lla Lana 96 balle di allume ccrrispcnd-^nti a I9OI4 libbre(6) Menlre nel 1556 furono pagatri a Isidor.o Montauti ricevente per i Duca Cosimo dalla città di Massa le stesse bal]e Ci allu:ne. Trascriviam,r dal Targioni una relazi o:re sulle miniere di allume di Massa inviata dal Cancelliene Antonio Bernérdino Fancelli al Conte di Roch.-court. -"Nelltanno del Granduca
adunque 1659 fu per ordi Ferdinando II^ spedito a
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)ÉL t'4\rtÉÈALÉ PER LA FRArt'Tùr,lAzrorlÉ
Massa, Bartolo:nmeo Mussati, uno dè cancellieri del Magistrato de Conservatori del drminio di Siena,per esaminare dette miniere, il quale riferÌ, omissis...etc. La cagiore perchè 'fusse d.ismesso tale negoziq. molti di d,etta città di Massa mi irann detto, e sentito dire da loro antenati, che Monsig. Bufalini Bolognese, Vescovo di d,:tta città, per ordine a''u';o cia Roma(senza sa.p:àr€I'anno) per la pretenzione che esso aveva, che da ura delle cave (benchè nelle ragioni du-lla comunità) sringolfasse ro i Cavatori per trovare vena più ricca, e passassero sotterraneamente in quella
del detto Vescovq. mediante lrAccesa, che è a confino colla Comunità", i n luogo detto maggiori dellraltre,fulminasse Carpignone, la quale cava è grandissima, e d,--11e una scornunica. I1 d,etto Monsig. Bufa]ini, _pgqql$_elbe qualchec sospetto deglrAlluminotti, che avevano avuto sentol'e cii tal sco::nr-rnica, n,cn la fulminasse in Chiesa, ma nascostamen te si portò in Perolla, lontano da Massa 4 miglia, di do've si vedevano gli edifizi, ed ivi in giornc di S.AnCrea fulminasse detta scomunica,contro 1i lavoranti in detti Edifízi e crepassero Ie caldaie, e molti de r"nedesimi restassero impediti, e particolm:mente il Ministro M,rntemerli, benchè in quel tempo si ritrovasse in Firenze; e d_gppo fulminatar se ne andasse il Vescovo in Roma senza più tornare. Che saputosi ciò L t g D R A : d i l \ a q 5 ' l È s 0 C ! R R \ : r ' ! { b É ) 1 1 Éf f ( n |
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da Massa, fussero mandati famigli, e levassero tutte le scritture, che si trovasse ro dentro Lln 'cassone nella sagrestia du-I Duomo di Massa, e le portassero a Firenze, se non tutte la maggior parte. Le cavc- d.i detto allume sono in Terre di Comunità, dentro h. Comunali, et il circuito d:i dette cave e Bottini, sarà circa 2 miglia, e lontano dalla Città miglia 3, et in rnezzo Ci queste r.'i è u.r pcggio e sopra n Casalon,:, che dicono fusse lrabitazione In qrLrestoluogo notÌ mandi quei ministri. ano legne, a confine alla bandita di Monte zzali dello Spc.dale di Massa, la Bandita
i Pietra tenuta in enfiteusi(?) di S.A., e la Bandita di Perolla. Lredifizio d,elie aldaie, drve parimente si fabbricava I'allume, è rnedesimamente nè comunali di assa, per Ia strada che và in Pietra, vici o al torrente dè Noni, lontano Calle dette ave circa un míglio, e da Massa 4. ello spcglio det repertorio dè-libri del onte comun,:, fatto dal signor Domenico Maria Nan:ri, si legge: ("nel governo di osimo I^ co:ninciossi a por mano alle miniere df allume esistenti nè contorni di Massa
di Maremrnatt).
Pare
che slap;'is-
I L r ú t n R r o tPo€ R o ( A F r
ero circa lranno I560, e che dipci nel I5?I ne fosse abbandonato il lavoro, poichè i ibri che sonc in questrarchivio attenenti alle medesime, non oltrepassano detti temp La quantità dtallume ch'e se ne estraeva, era mclto considerabile, come lo era pure uella del Vetriuolo,che si cavava da una miniera aperta a Castelnuovo tanno 1553. Gli uo.rrrini imniegati a qur-.stedue miniere erano ui1 nîlmero assa.i considerabile, entre alla sola allumiera di Massa, si contavano un anno per lrraltro fino a 4OO tra J.natori, e lavoranti a Fornelli. rtLa cava di Massa anche secondo Arnbrogio Luti era molto ricca 1o sfruttamento vveniva a cava aperta. La comunità la dava in appalto. Nel 155Ol52 Ia d,:tte ad Ansald'c Grimaldi, nel 1553 al Cardinale di Ferrara ,nel 155B alla Camera Apcstoli ca, nei I59I ad ,Alessandro Massaini. Nel libro delle riforrnazioni (pag. 263-264) si hanno notizie di vendite anteriori al I4l9 e sino al 1487. NeI I4B5 fu eseguito irn inventar:io delltallumi.era. L'allumiera di Mr:ntioni ltebb-.ro in affitto per molfi anni Alamanno Salviati e lacopo Salviati, nonno nTaterno Ci Cosimo I^. -Camera Per lungo tempo Ia Apostolica, per non arrecare danno alle allumiere della Tolfa, pagò 2OOO scudi allranno al Signore di Piombino perchè la tenesse inativa, e OO al Vesco'ro percnè non sfruttasse Ia sua. Nel I55O , secondo il Chelardini, si eleseero da1 Magistrato dei Conservatori della Arte della Lana 6 proweditori per le allumiere, specialmente di Montioni, a cui se ne aggiunsero poi altri 6. Questi dettero incarico a Raffaello R,inaldi di recarsi a l/Iontioní per estrarnc- allume. Al 2 gennaio 1594 si notano alcune spese fatte per lavorare l(allumiera di Mo;rtio:ri. Per lrallumiera di Montioni crè anche un contratto di affitto stipulato ira il principe (?) errrrrrlst
: ) l R \ l f o R E A L És t r L L Aa o J A A L l R Ú 1 P L R ! A q ú ì l t É r l r ì t | t 1 É v î A A ( 0 . d r s 1 R D A L P R 0 P L É - l f l R t Ol f l P r R t r î V ú 0 É T E H P 0 l È o i l H E H 0 l r t C n * d r ) G , r r( T r . t S \ - \ \ R \ 1 1 \ C q É A V R € B t s Lr L ? R ( î \ t 1 A F , l O r D r É 1 R 01 r P c c n 6 g 6 1 9 . D \ d T l c A $ o r { EÉ } l n l 6 L \ 0 R R R t l u f o t { S 0 e r i
T2 di Piombino ,.oCosimo I^
MINIERE
DI VETRIUOLO
A Massa ctera ne} sec. XV una miniera di vetriuolo di ottima qualità gi.qcchè Vannoccio Biringucci affermava che-t'Et potente e bello quanto il Ciprio"-. -"GIi Alchimisti se ne servono volentieri per fare oli e acque corrosive perchè è tanto puro che appena come si cava si potrebbe potentissimo. . e adoprarett-. Anche il Cisalpino, ulisse Aldrovando e Gabriele Frascati ne parlano. II Cisalpino e iI Mattioli descrivo:ro come si cavava ma non dicono dove era la rninierf" Sappiamo solo che dopo il 1637 si cessò di estrarre vetriuolo ad eccezione ; e per breve tenapo; della miniera di Monterotondo. Il Targioni ritiene cire Itescavazioo€': cessasse a causa della peste del 1633. Amì:rcgio Luti infine tratta della miniera di vetriuolo del Poggio di Pozzaia e dice che questa fu data in affitto per IO anni ad Antonio di Michele di Castelnuovo Val di Cecina per 35 fiorini annui più la sesta parte degli utili poi portata alla settima parte.
MINIERE
D'ARGENTO
E D'ORO A
MASSA
NeI territorio delltaccesa si trovano ancor cggi moití pozzí dai quali si cavava vena d'argento. Il Targioni esaminò alcuni esemplari di minerale, pesanti,ricchi di metallo, di grana minuta e di color piombato. Alcuni contenevanc ferro e piombo, altri antimonio. S e c o n C ou n a v i t a d i S . B e r n a r d i n o , d i a u t o r e a n o n i m o , n e l s e c . X V s i e s t r a e v a a r g e n to ne1 teryitorio Ci Massa. Però non sappiamo se presso ltAccesa o nella Valle di pozzaia(nome derivato ,Jai molti pozzi o cunicoli scavati in questa zona. alla ricerca du^lminerale). Il Comune di Massa si sà da alcuni documenti, dette in affitto nel 1467 una miniera d'argento a Leonello Gagnoni. Anche Ambrogio Luti ricorda una miniera drargento in corfe di Massa, in luogo detto Poggio dí Pozzaia nel declivio verso la valle del Santo, in terreno ,3omunale. Qui vi sono vari pozzi ed uno è molto profondo, sol1o di murati alltinterno ad uso cisterna e con lrimboccatura di 5braccia (-mJfJ4O) diametro. Nello scarico dei pozzi furono trovatipezzi di minerale argentifero. nel I54O Mario BandiniOltre aI Ganoni si ricorda come affittuario ricorda di aver trovato un In luogo detto sopra la Fonte di Brenna, il Baldassarri, talco minerale con piccola porzione di argento mentre in luogo du'tto Rigo allrOro trovò tre pczzí con la cicconfereîza di circa IO braccia (m. IO, 82B) tra i cui rifiu'ln minerati vi era un misto Ci minerali , marcasite '- in minore quantità argents Ie con scarsissimo oro fu trovato nella corte di Pozzaia. Negti sterri delle antiche miniere diPozzaia e del Poggio alle Cave;GIÓ€mi-' Arduino, trovò glebe di rame e pietra calaminare(siticato basicò di zinco). Il Cancelliere Martinelli raccontò al Targioni che un contadino l;rassetano, chiamato pedo,aveva scopu-rto una miniera dtoro ma chuola polizia nel pedinarlqvolendo ritornava con un sacchetto pieno di rninerale g1i intimò arrestarlo,u:r giorno ,3fu,-. con le armi di fermarsi al chè it contadino rispose alle intimazioni sparando e ucciden,Jo un gerdarme e a sua volta fu ucciso portando il segreto con se.
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In Massa fu redatto un codice minerario a testimonianza dello sviluppo delltarte mineraria nella città attraverso i secoli. I minerali coltivati con buon esito furono quelli argentiferi e cupriferi escavati nei luoghi chiamati : Poggio alle Cave-Valle di Pozzaia e vicine colline- Poggio di Serra ai Bottini. I documenti che provano ltesistenza e Io I c'frrrttamento delle miniere sono datati nel |4edio nVo--.--1VeffZZSlI comune ricevette IOC. OOO pisane ( ?) il diritto di eleggere i potestà 'e i consoli dal Vescovo che si riserJ vava ogni giurisdizione che aveva sulle mi- l---t niere drargento aperte o nascoste. Più tardi il Capitolo cedette lo stesso diritlg5 to per 6OO lire riservandosi i diritti sulle miniere, e specialmente Ie miniere di sua propietà". Nel 1254 Papa Alessandro IV ricorda i diritti del Vescovo sulle miniere drargento. Altri minerali furono riscontrati nel t?OO nei dintorni di Massa di Maremma. - Minerale ferroso sopra iI pían del Mucine e vicino al fosso del Vadino. -Terra bolare di color bj.anco in poggio alle I F r g t - A C e n * o A z r o i l A - TJOA C A ú 6 I L | P E R P O R T ^ R Ét r l s U P É ( F t { € l L Cave vicino alla cava delle Ametiste. MldeÀALÉ . sîesJ^ FrJ(zlor{É Ay'ÉúnrL y'ÉRÀ\cgLlofr6.5 - Terra rossa mischiata con giallo nella c a v a t n l i l A f o R t t c É d D È l n d 0A l . l É e 2 ù ot scA!É rlÉr f 021r. delle Ametiste" Terra bolare rossigna in luogo detto il Cavone drAllume. Miniera di un misto dí metalli alla corte del Poggio di Pozzaia. Minerale composto di piombo e dtantimonio ín luogo detto Mulin presso. Piombo di miniere a Serra Bottini della corte. -Terra giallastra e bolare in luogo detto Cavoni. - Terra rossa in luogo detto Fonte Magnenza. -Altra terra rossa più pesante a Mulin presso" - Gruma cristallizzata a Serra Bottini delle Coste.
tr-rffi
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IL
CARBON
FOSSILE
DI
MONTEBAMBOLI
Merita un cenno spu'ciale il carbon fossile di Montebamboli, in rnezzo al quale furono rinvenrrti resti fossili di "Lamellibranchi" che attestano una fase lacustrè durante Ia quale si sono formati i depositi carboniferi databili al "Miocenet'. S-ocordo Bernardino Lo-iti il terueno Miocenico è distribuito vicino a Massa Marittima in 3 bacib' corrispondenti ai fiumi - CORNIA, PECORA e B,IìUNA. II bacino Miocenico della Cornia occupa quasi tutto il corso del torrente Milia e quello Cel torrente Riotorto intorno a M,cntebamboli. Il carbon fossile di Mo;rtebamboli è composto da Lignite e in rninor quantità da Lìtantrace.,Eujqgpert_o_ nel 1839 da Vincenzo Monteri e descritto dal Pilla _(9) _ -lolcarlt. ( 9 ) l ' , u u r L e o e o u D o- 0 8 e 5 - 4 8 ) 6 e o r - o q oÉ ? R o rA . ? r s A ,c A r s e c o n s A r í É . Ì { DA o c o r ì , ' r A T oAr rLÉL nr E s r A ! É r y ' o l c l t f A R r
e rla altri. I chimici Piria (IO) e Matte.rcci (II) trovarcno che questo aarbone si ac facilmente agglutinandosi senza troppo gonfiarsi, bruciando con fiamma cen,C,3va bianca e filig-einosa. Riscaldato screpola e in vasi chiusi dà i prodotti del carbon fossile: -Acqua, Catrame, Carbonato Ammonico, Gas Illuminante. (a questo scopo fu infatti usato n,:lle città di Roma, Napoli e Livorno). Gli esami del Piria nel 1843, del Bechi nel. 1855 é del Bunsen de Malbourg (I2) nel 1858 Ciedero il seguente risultato: 60To di Coke 34lo di Materie vol-atili 6lo di Cenere Nelle screpolature di questo carbon fossile talvolta si trovano cristallizzazioni dí Calcite, Celesting e purtroppo anche dí Sperchise che quando abbonda rende peggio la qualità 11propietario di Monbbamboli nel I839, Dom.^nico Lenzírfece esaminare alcuni campioni di materiale e riscontratane lrottima qualità ne iniziò 1o sfruttamento attraverso una Società Carbonifera Francese che ottenne iI diritto allrescavazione. Durante i lavori del 1869 il geologo fiorentino Igini Cocchi rinvenne dei fossili che che allora furono attribuiti ad un tipo sconosciuto di scimmia. Solo recentemente, verso Ia metà di questo secolo tali resti furono riconosciuti "Oreopithecusttrul lontanissimo antenato come appartenu-nti ad un ominide chiamato delltlibmo Sapiens, tale tesi è stata ccnfermata recentemente coa la scoperta Cello Svizzero Huerzeler (Antropologo) nella mi.niera deila vicina lccalità grossetana di Baccinelio di un ominide (1958). Poco dopo il rinvenimento dellr Oreopithecus(I869) conservato nel Museo di Scienze naturali di Firenze, la miniera di Lignite veniva chiusa In e la sua attrezzatura in parte distrutta. seguito ltescavazione fu ripresa nel I9I4 e abbandonata definitivamente nel I9I9. Ltultima fase delltescavazione fu ad'rpera dc.lla società ILVA. I1 trasporto del carbone aweniva attraverso una ferrovia costruita appositamente nel secolo scorso le cui tracce Dai pozzi di escavazione sono ancora visibili. giungeva sino al mare in quel luogo chiamato ancor oggi carbonifera e dcve oltre un edifi<io si trovava un pontile per caricare la Lignite i barconi addetti al trasporto per mare. Altri fossili rinvenuti a Montebamboli e stu,liati. dal Weithofer sono: Enhidriodon campani -Hoenarctisantracites Mustela Maiori-Antilope Gracillima-Sus CheEocodylis roides- Anas Lignitiphila-Trionix . ETC. studiato dat dott. Rostan ENRICO LOMBARDI (10)frÈn RnffN.ue. (ltrj-(s)
Cnr*rco. ?cor.r Rsn r {6 ertto co*fnrs,Jìr soeetRe
t{',o'll CRtfÉRt ?LRLoSf''Dlo .DELLACHtÉl(A oÀ(A$\cA
('1'l)11,r'r"rev ARsc,sldsroce, PRor' ccr(.\tl-o-ilcli-lgj ar,ttrLco ,Fis,*e lrsrouocro ELellRot13r0roq n' gtsL\q I srcÚ2lo ilE, ?RtcoR!ÉLÉ 5r0?ÉÈ1e'b€LÚ 9ù ('t2)B'r*sEt'Rosenrgf.-(ag4-93) cÉs\o rLnue'u5, tL É ri{vLdrd s(opRì Crrturco{r-oÉsco,
lr OOnSr{(ooie f.oToflÉiRq(BU(${É1Rù,rLBrcto LO SpÉifRoS(0p,or ru(R5t{ggoratOos\ ALuARtA_}qsSSofl,\g't(cHl|{f^ ?eo>\rcÉ cqLORttrCn) {r{A FrAr4ì\^FoRTeìtEt{TÉ. "fa3'cttrrclt'/Rft ÀÉLLÉ "1" i,a .ftPt-!oloRJÉ.ser H€rntlt" d" da /4 hL, Qr"*o xnatatt * po6. cgv,,f,t",o. + Q^^.[.L,fi^qAn'r*.P."" " (rRarr " " ì0 esì [4o**oo n, - 1'rt' t, lr LrR .le ru úon o - tr.u.r*íor,s HRccrtr$E es- r{A?"orrA3 p"S )!J\ P"" V,il& oW lubn
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