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2.3 Legislazione regionale
2009 (U. P. del 3 febbraio 2009 - Pres. Lupo - Est. Gentile - P.M. Passacantando - Ric. V. V. A.) ribadisce questo concetto affermando che in presenza di amianto, sussiste comunque a carico del datore di lavoro l’obbligo di informare i dipendenti sui rischi specifici, di consentire agli stessi di verificare mediante i loro rappresentanti l’applicazione delle misure di tutela e di sicurezza sul lavoro, di fornire ai dipendenti i necessari dispositivi di protezione connessi al rischio specifico al quale sono esposti, di provvedere ad uno specifico addestramento circa l’uso degli stessi Dispositivi di protezione individuale nonché di pretendere l’osservanza da parte del medico competente degli obblighi previsti dal citato decreto legislativo. Le misure di prevenzione e protezione (articolo 251, lettera e) richiedono che i processi lavorativi siano concepiti in modo tale da evitare di produrre polvere di amianto o, se ciò non fosse possibile, evitare emissione di polvere di amianto nell’aria. L’articolo stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere alla riduzione dell’esposizione dei lavoratori alle fibre di amianto nel luogo di lavoro che deve essere mantenuta, in ogni caso, al di sotto del valore limite; fissa inoltre le attività di informazione e formazione dei lavoratori ad intervalli regolari.
2.3 Legislazione regionale
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Il d.p.r. 8/8/94 costituisce un atto di indirizzo e coordinamento delle attività delle regioni e delle province autonome in materia di difesa dei pericoli derivanti dall’amianto. All’art. 1, si prevede che le regioni e le province autonome adottino, ai sensi dell’art. 10 della l. 27 marzo 1992, n. 257, i piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto. La normativa emanata dalle singole regioni, affronta dunque le seguenti tematiche, sebbene non uniformemente elaborate ed applicate a scala nazionale: •censimento dei siti interessati da attività di estrazione dell’amianto; •censimento delle imprese che utilizzano o hanno utilizzato amianto nelle attività produttive e censimento delle imprese che svolgono attività di smaltimento e bonifica, predisposizione di programmi per dismettere l’attività estrattiva e realizzare la relativa bonifica dei siti; •predisposizione di programmi per realizzare la bonifica dei siti interessati in passato da attività estrattiva dell’amianto; •armonizzazione dei piani di smaltimento dei rifiuti di amianto con i piani di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti; •individuazione dei siti che devono essere utilizzati per l’attività di smaltimento dei rifiuti di amianto; •controllo delle condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza del lavoro; •rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto; •controllo delle attività di smaltimento e di bonifica relative all’amianto;
•predisposizione di specifici corsi di formazione professionale e rilascio di titoli di abilitazione; •strumentazione necessaria per lo svolgimento delle attività di controllo previste dalla l. 27 marzo 1992, n. 257; •censimento degli edifici nei quali sono presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile.
In allegato 3 si riporta un elenco non esaustivo dei riferimenti normativi emanati da alcune regioni, da consultare per una più ampia e dettagliata disamina della tematica a livello regionale.