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7. Considerazioni generali per la gestione dei rischi correlati alla presenza di amianto naturale negli ambienti di lavoro

Per agevolare la riproducibilità ed omogeneità degli interventi, questo lavoro ha descritto nei precedenti capitoli le singole operazioni lavorative, evidenziandone il diverso impatto anche a seconda delle dimensioni delle aree interessate. Infatti, nonostante la notevole variabilità geologica, morfologica, di uso del suolo e urbanistica del territorio nazionale, si riscontra che spesso le situazioni di rischio si manifestano con caratteristiche analoghe in differenti contesti. Ad esempio, la sistemazione di versanti per bonifica o per instabilità prevede generalmente le medesime operazioni, a meno di situazioni aggiuntive legate a problematiche locali; o ancora, uno scavo in rocce contenenti amianto implica medesime problematiche di aerodispersione (la preparazione e l’installazione del cantiere, il taglio con macchine operatrici, la raccolta, il deposito e l’allontanamento dello smarino, la pulizia di macchine, attrezzature, abiti di lavoro) indipendentemente dal fatto che serva per la costruzione di una strada, una pista ciclabile o per la gettata di fondazioni. Alla luce di quanto sopra esposto, si rileva che le azioni da intraprendere per ciascuna tipologia di opera antropica in presenza di amianto naturale possono assumere un valore generale; ciò a maggior ragione se tali azioni vengono contestualizzate, adeguatamente finalizzate a seguito di concertazione tra le parti in gioco (Regioni, Province, Comuni, aziende, datori di lavoro, popolazione), e messe in pratica secondo il principio del “minimo disturbo possibile” di rocce e terreni sospettati di contenere amianto. Tale contestualizzazione può risultare fondamentale in particolare nel caso di lavori di piccole dimensioni, nei quali il disturbo è minimo. In tali situazioni l’impiego di prassi consolidate può consentire di gestire idoneamente l’aerodispersione secondaria e portare al contempo ad una semplificazione degli adempimenti, con indubbio beneficio per le PMI. Come più volte in precedenza riportato nel testo, la conoscenza del territorio dal punto di vista geologico, strutturale e petrografico, accanto ad una progettazione dettagliata delle opere da realizzare, e la gestione geografica di queste informazioni, consentono non solo di individuare la potenziale presenza di amianto nelle aree di intervento prima della loro esecuzione, ma anche di ipotizzare eventuali situazioni di aerodispersione primaria e secondaria fin dalle fasi preliminari, ottimizzando gli interventi in funzione del contesto, minimizzando così gli impatti negativi e gli imprevisti, e pervenendo ad una pianificazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare, fin dalle fasi iniziali dell’opera.

8. Conclusioni

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Le tematiche inerenti la sicurezza sul lavoro e la tutela ambientale sono trasversali rispetto a tutti i settori industriali. La riduzione dell’impatto sanitario e degli infortuni sono infatti gli obiettivi prioritari da considerare in prospettiva. Tenuto conto di ciò, il presente lavoro riporta lo stato dell’arte sulla presenza dei Noa in Italia evidenziando le problematiche gestionali ad essi correlati e delineando le principali soluzioni operative applicabili alle diverse tipologie di siti produttivi che insistono in aree con presenza di amianto naturale. Vengono altresì forniti alcuni esempi pratici relativi alle fasi di applicazione delle misure cautelative ritenute idonee e, dunque, riportati sistematicamente i principali casi di studio italiani per le attività lavorative di settore, quali l’estrazione e lavorazione di pietre ornamentali e di pietrisco, le bonifiche di siti contaminati da amianto naturale, gli scavi per gallerie stradali e ferroviarie, gli scavi e opere di urbanizzazione, le lavorazioni agrarie e la rimozione e smaltimento/bonifica di ballast. Ciò al fine di promuovere non solo la conoscenza di una materia complessa, ma anche di incoraggiare una governance che metta al centro nelle future strategie di settore la tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita e preveda l’adozione di specifiche misure di prevenzione e protezione. Con il termine “prevenzione” si indica l’insieme delle misure atte a impedire il verificarsi di eventi dannosi. Intimamente collegato al concetto di sicurezza sul lavoro, il suo significato si arricchisce di un aspetto operativo se la prevenzione è considerata come gestione di risorse umane, strumentali ed economiche, procedure, agenti materiali e luoghi di lavoro; essa ha dunque il fine di permettere lo svolgimento dell’attività lavorativa senza causare danni ai lavoratori. La prevenzione consiste perciò in azioni, interventi e comportamenti tesi a migliorare le condizioni di lavoro e ad indurre gli operatori, a tutti i livelli, ad avere cura della propria sicurezza e della propria salute e di quelle delle altre persone operanti nelle vicinanze, sulle quali possono ricadere gli effetti delle proprie azioni o omissioni. In quest’ottica, le misure di prevenzione possono essere di tipo organizzativogestionale, tecnico e procedurale. Le prime si riferiscono a ruoli, responsabilità, risorse e mezzi, competenze e abilità. Essendo aspetti incrementabili attraverso specifici processi formativi, appartengono alle misure organizzative anche la formazione e l’addestramento dei lavoratori a comportamenti corretti. Le misure tecniche o tecnologiche sono invece relative all’impiego e alle caratteristiche di attrezzature e relative componenti, strutture ed elementi.

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