AMIANTO NATURALE E AMBIENTI DI LAVORO
Per agevolare la riproducibilità ed omogeneità degli interventi, questo lavoro ha descritto nei precedenti capitoli le singole operazioni lavorative, evidenziandone il diverso impatto anche a seconda delle dimensioni delle aree interessate. Infatti, nonostante la notevole variabilità geologica, morfologica, di uso del suolo e urbanistica del territorio nazionale, si riscontra che spesso le situazioni di rischio si manifestano con caratteristiche analoghe in differenti contesti. Ad esempio, la sistemazione di versanti per bonifica o per instabilità prevede generalmente le medesime operazioni, a meno di situazioni aggiuntive legate a problematiche locali; o ancora, uno scavo in rocce contenenti amianto implica medesime problematiche di aerodispersione (la preparazione e l’installazione del cantiere, il taglio con macchine operatrici, la raccolta, il deposito e l’allontanamento dello smarino, la pulizia di macchine, attrezzature, abiti di lavoro) indipendentemente dal fatto che serva per la costruzione di una strada, una pista ciclabile o per la gettata di fondazioni. Alla luce di quanto sopra esposto, si rileva che le azioni da intraprendere per ciascuna tipologia di opera antropica in presenza di amianto naturale possono assumere un valore generale; ciò a maggior ragione se tali azioni vengono contestualizzate, adeguatamente finalizzate a seguito di concertazione tra le parti in gioco (Regioni, Province, Comuni, aziende, datori di lavoro, popolazione), e messe in pratica secondo il principio del “minimo disturbo possibile” di rocce e terreni sospettati di contenere amianto. Tale contestualizzazione può risultare fondamentale in particolare nel caso di lavori di piccole dimensioni, nei quali il disturbo è minimo. In tali situazioni l’impiego di prassi consolidate può consentire di gestire idoneamente l’aerodispersione secondaria e portare al contempo ad una semplificazione degli adempimenti, con indubbio beneficio per le PMI. Come più volte in precedenza riportato nel testo, la conoscenza del territorio dal punto di vista geologico, strutturale e petrografico, accanto ad una progettazione dettagliata delle opere da realizzare, e la gestione geografica di queste informazioni, consentono non solo di individuare la potenziale presenza di amianto nelle aree di intervento prima della loro esecuzione, ma anche di ipotizzare eventuali situazioni di aerodispersione primaria e secondaria fin dalle fasi preliminari, ottimizzando gli interventi in funzione del contesto, minimizzando così gli impatti negativi e gli imprevisti, e pervenendo ad una pianificazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare, fin dalle fasi iniziali dell’opera.
165